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editoriale Pronti a quello che ci aspetta di Renzo Ulivieri P er una volta vorrei iniziare queste mie considerazioni da una festa: e tutti sappiamo bene quanto abbiamo bisogno di momenti di serenità in questo tem- po tanto angosciante. Una festa, dicevo, e non saprei come altro chiamare la manifesta- zione che si è svolta a Firenze, a inizio dicembre, tra Coverciano e il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. In questa cornice straordinaria è stata aperta idealmente la Hall of Fame (lette- ralmente Sala della Fama) del calcio italiano, su iniziativa della FIGC e del Museo del Calcio. Di- ciamo la verità: quello di celebrare le glorie stori- che del movimento calcistico non è mai stato il nostro forte. In questo senso gli anglosassoni so- no stati dei maestri da sempre, pur avendo in ge- nerale raggiunto neppure la metà dei nostri tra- guardi. La memoria di un grande passato, al net- to della retorica, è invece il primo mo- mento nella costruzione di un futuro degno. Ben venga dunque la Hall of Fame italiana. E ci piace sotto- lineare che tra i primi sette per- sonaggi che ne sono entrati a far parte, con Baggio, Collina, Gal- liani, Platini e Riva, ci siano an- che due allenatori, Lippi e Sac- chi. Uomini diversi, nei modi, nei caratteri, nelle idee, ma comunque capaci di lasciare un segno epocale. Epocale è senza dubbio anche il nuovo ac- cordo collettivo tra AIAC e Lega di B (oltre a quello con l’AIC, di cui diamo conto in questo numero de “l’Allenatore”), praticamente rag- giunto (manca solo la firma), che per la prima volta è allargato ai preparatori atletici. Un segno di grande attenzione e lungimiranza da parte del presidente Abodi, che segna anche un modo cor- retto d’intendere i rapporti tra le componenti. Sempre nel solco delle buone notizie, segnalo il recupero del rapporto tra AIAC eAEFCA, l’asso- ciazione europea che riunisce le associazioni de- gli allenatori, sancita dalla presenza di una nostra delegazione al simposio annuale che in questo caso si è svolto ad Antalya in Turchia. Noi restiamo comun- que convinti della necessità di un maggiore impegno comune nella difesa dei diritti della categoria, reso sempre più attuale dalla sempre maggior circolazione continentale da parte degli allenatori. Per questo serve una politica più incisiva anche nei confronti delle istituzioni internazionali, FIFA eUEFA, per otte- nere la giusta attenzione alle nostre specifiche problematiche. E come ben sapete, i problemi non mancano mai. Siamo reduci da un serrato confronto con la Lega Nazionale Dilettanti, risoltosi comun- que positivamente. L’obbligatorietà dell’allena- tore abilitato è stata confermata anche tra i Di- lettanti: sono in corso di perfezionamento i nuovi corsi riservati alla nuova figura di allena- tore destinati anche alla Terza Catego- ria. L’impianto complessivo di rego- le insomma ha tenuto. Ma le insi- die sono continue. Ci sono fat- ti, in questa coda di 2011, che ci lasciano perplessi. Come va- lutare il grande affannarsi in- torno alla possibile modifica dell’articolo 22 delle NOIF do- po le sentenze penali di Napoli su Calciopoli che hanno coinvolto dirigenti sportivi? Prima di entrare nel merito delle questioni, senza dubbio la tempistica del dibattito è sospetta. E ancora: si torna a parlare della modifica della legge 91. È curioso che la Lega di A in particolare, dopo un anno di durissima contrapposizione sul rinnovo dell’accordo collettivo con l’AIC, concluso con un’intesa che prevede tra le altre cose controlli stringenti anche sulla vita extrasportiva di un tesserato, neghi poi il carattere di subordinazio- ne che è alla base del rapporto tra società e cal- ciatori/allenatori. Queste dunque saranno le sfide per il prossimo anno. Siamo pronti, come sempre. 5

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edito

riale

Pronti a quello che ci aspettadi Renzo Ulivieri

Per una volta vorrei iniziarequeste mie considerazioni dauna festa: e tutti sappiamo

bene quanto abbiamo bisogno dimomenti di serenità in questo tem-po tanto angosciante.

Una festa, dicevo, e non sapreicome altro chiamare la manifesta-zione che si è svolta a Firenze, a inizio dicembre,tra Coverciano e il Salone dei Cinquecento inPalazzo Vecchio. In questa cornice straordinariaè stata aperta idealmente la Hall of Fame (lette-ralmente Sala della Fama) del calcio italiano, suiniziativa della FIGC e del Museo del Calcio. Di-ciamo la verità: quello di celebrare le glorie stori-che del movimento calcistico non è mai stato ilnostro forte. In questo senso gli anglosassoni so-no stati dei maestri da sempre, pur avendo in ge-nerale raggiunto neppure la metà dei nostri tra-guardi. La memoria di un grande passato, al net-to della retorica, è invece il primo mo-mento nella costruzione di un futurodegno. Ben venga dunque la Hallof Fame italiana. E ci piace sotto-lineare che tra i primi sette per-sonaggi che ne sono entrati a farparte, con Baggio, Collina, Gal-liani, Platini e Riva, ci siano an-che due allenatori, Lippi e Sac-chi. Uomini diversi, nei modi, neicaratteri, nelle idee, ma comunquecapaci di lasciare un segno epocale.

Epocale è senza dubbio anche il nuovo ac-cordo collettivo tra AIAC e Lega di B (oltre aquello con l’AIC, di cui diamo conto in questonumero de “l’Allenatore”), praticamente rag-giunto (manca solo la firma), che per la primavolta è allargato ai preparatori atletici. Un segnodi grande attenzione e lungimiranza da parte delpresidente Abodi, che segna anche un modo cor-retto d’intendere i rapporti tra le componenti.Sempre nel solco delle buone notizie, segnalo ilrecupero del rapporto tra AIAC e AEFCA, l’asso-ciazione europea che riunisce le associazioni de-gli allenatori, sancita dalla presenza di una nostra

delegazione al simposio annuale chein questo caso si è svolto ad Antalyain Turchia. Noi restiamo comun-que convinti della necessità di unmaggiore impegno comune nelladifesa dei diritti della categoria, resosempre più attuale dalla sempremaggior circolazione continentale

da parte degli allenatori. Per questo serve unapolitica più incisiva anche nei confronti delleistituzioni internazionali, FIFA e UEFA, per otte-nere la giusta attenzione alle nostre specificheproblematiche.

E come ben sapete, i problemi non mancanomai. Siamo reduci da un serrato confronto conla Lega Nazionale Dilettanti, risoltosi comun-que positivamente. L’obbligatorietà dell’allena-tore abilitato è stata confermata anche tra i Di-lettanti: sono in corso di perfezionamento inuovi corsi riservati alla nuova figura di allena-

tore destinati anche alla Terza Catego-ria. L’impianto complessivo di rego-le insomma ha tenuto. Ma le insi-die sono continue. Ci sono fat-ti, in questa coda di 2011, checi lasciano perplessi. Come va-lutare il grande affannarsi in-torno alla possibile modificadell’articolo 22 delle NOIF do-

po le sentenze penali di Napolisu Calciopoli che hanno coinvolto

dirigenti sportivi? Prima di entrarenel merito delle questioni, senza dubbio la

tempistica del dibattito è sospetta. E ancora: sitorna a parlare della modifica della legge 91. Ècurioso che la Lega di A in particolare, dopo unanno di durissima contrapposizione sul rinnovodell’accordo collettivo con l’AIC, concluso conun’intesa che prevede tra le altre cose controllistringenti anche sulla vita extrasportiva di untesserato, neghi poi il carattere di subordinazio-ne che è alla base del rapporto tra società e cal-ciatori/allenatori. Queste dunque saranno lesfide per il prossimo anno. Siamo pronti, comesempre. 5

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Dopo il passaggio di proprietà e i nuovi arrivi, sia in ambito dirigenzialeche tecnico, c’è molta curiosità e attesa per capire l’evolversi del progettoideato e guidato sul campo dal neoallenatore giallorosso Luis Enrique.

Reduce da tre stagioni molto positive sulla panchina del Barça B, l’ex-giocatore del-le Furie Rosse prova a ripercorrere la strada già intrapresa alcuni anni fa da Pep Guardio-

la che fu chiamato a guidare un top-team come il Barcellona dopo l’esperienza avuta con la se-conda squadra. Luis Enrique può contare su uno staff piuttosto ampio e funzionale al progetto tecnico-tattico chesta cercando di perseguire. Dalla Spagna, su espressa richiesta del tecnico asturiano, sono arrivati De La Peña,Robert Moreno González, Antonio Llorente e Rafael Cabanellas.

Ivan De La Peña era alla sua prima esperienza da collaboratore tecnico ed era stato chiamato da Luis Enri-que dopo aver concluso, la stagione scorsa, la carriera calcistica indossando la maglia dell’Espanyol: purtroppo il12 agosto si è allontanato da Roma e dalla Roma “per un periodo temporaneo” non ancora terminato.

Un’esperienza ben più radicata la possiede, invece, l’allenatore in seconda, Moreno González. Il trentaquat-trenne tecnico spagnolo (è nato a Barcellona il 10 settembre 1977) proviene dagli Allievi del Barcellona ed è almomento il più giovane della storia della Catalogna ad aver conseguito il titolo di allenatore, dieci anni fa.

Luis Enrique si fida molto di Moreno González, tant’è che, oltre a lavorare sul campo, è lo stesso González aessere arrivato a Trigoria prima degli altri per preparare il ritiro, vedere le immagini degli allenamenti ripresedalle telecamere e montarle per poi analizzarle con lo staff e la squadra.

A svolgere invece la funzione del preparatore atletico è un altrogiovane e capace professionista: si tratta di Rafael Pol Cabanel-las, nato a Campanet il 13 gennaio 1987. Cabanellas pos-siede una formazione universitaria di alto livello ed è ri-cercatore, nel settore sportivo, in un progetto congiuntotra l’Università di Barcellona e quelle di Vienna eColonia. Singolare è il modo con cui Cabanellas eLuis Enrique si sono conosciuti e hanno iniziato acollaborare: Luis Enrique, dopo aver letto e apprez-zato in maniera particolare il libro La preparaciónfísica en el futbol, scritto da Cabanellas, decide di chie-dere il numero di telefono dell’autore alla casa editrice peravere un contatto diretto. Da quel giorno è nata tra i dueuna proficua collaborazione che dura già da circa tre anni.

Antonio Llorente svolgerà invece l’inedita funzione di men-tal coach. Anch’egli in campo a fianco di giocatori e tecnici duran-te il ritiro di Riscone, Llorente è un ex-sportivo a livello agonisticoavendo giocato a basket, nel Real Madrid, per oltre vent’anni primadi iniziare a studiare e applicare strategie per aiutare le persone a “ren-dere” di più (lo ha fatto anche per svariate aziende dopo aver smessodi praticare la pallacanestro). A completare lo staff giallorosso cisono infine gli italianissimi Tancredi e Nanni (si occuperan-no dei portieri) e la competenza di Aurelio Andreazzoli

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Così è nata la Romadi Luis Enrique

di Massimo Lucchesi

(già presente con Luciano Spalletti e confermato dal-la società dopo il lavoro fatto con Montella nell’ulti-ma parte della stagione scorsa).

La preparazione precampionatodella Roma

Ho personalmente seguito tutta la preparazio-ne che la squadra giallorossa ha effettuato a Risco-ne, a eccezione della giornata di sabato 16 luglio,della quale riepilogo il lavoro svolto dalla Romasecondo quanto descritto dal sito ufficiale dellasocietà capitolina. Debbo dire che il lavoro fattosvolgere alla squadra dallostaff tecnico giallorosso èstato estremamente inte-ressante e per molti versiinnovativo.

Se di frequente in Italia ilperiodo precampionato ve-niva o viene considerato co-me una fase della stagioneutile a “costruire” le basiatletiche del giocatore e il la-voro tecnico-tattico era ed ècomunque condizionato daquello fisico, così non è sta-to a Riscone, dove invece, per quanto visto:

1. il lavoro fisico è stato subordinato a quellotecnico-tattico e non viceversa;

2. il lavoro sulla fase difensiva è stato subordi-nato a quello sulla fase offensiva;

Ritengo che questi due aspetti meritino unapprofondimento e un’analisi più dettagliata.Mentre in Italia la credenza più diffusa è quellache per fare goal è quasi indispensabile riuscire arecuperare la palla e poi, con un rapido contrat-tacco, tentare di offendere la porta avversaria,spesso all’estero l’idea di gioco è diametralmenteopposta.

Per perseguire un calcio sviluppato sull’abilitàdella squadra di rubare palla e ripartire a milleall’ora la finalità della preparazione precampiona-to è obbligatoriamente quella di:

a. contribuire a innalzare la capacità dei giocatoridi sostenere, con grande continuità, ritmi di gioco

elevatissimi attraverso un “importante” lavoro fisico;b. partire dall’organizzazione della fase offensi-

va (e dall’allenamento alla contrapposizione tatti-ca) per cercare di ottimizzare la capacità dellasquadra di recuperare la palla e, solo successiva-mente, ripartire e “fare male” in contrattacco.

Se invece si ritiene possibile riuscire a segnareanche dopo aver tenuto la palla per circa un mi-nuto (come ha saputo fare ad esempio il Barcello-na nella sfida con il Real Madrid vinta per 5-0 alCamp Nou la scorsa stagione) e comunque dopoun’azione elaborata, sviluppata a ritmi media-mente bassi, ecco che gli obiettivi del lavoro fisi-

co, tecnico e tattico posso-no essere diversi.

In questo caso la prio-rità viene data all’organiz-zazione offensiva, con loscopo di allenare la squa-dra a sfruttare l’ampiezzadel terreno di gioco, por-tando un numero adegua-to di giocatori nella metàcampo avversaria (costrin-gendo molti degli antago-nisti a ripiegare), con la

conseguenza di facilitare il pressing istantaneo inzona offensiva o ultraoffensiva nel caso in cui l’a-zione di attacco non vada a buon fine e gli avver-sari riescano a recuperare la sfera.

In questo caso il tempo medio col quale na-sce e si sviluppa l’azione offensiva è estrema-mente più ampio dei pochi secondi a disposizio-ne per sviluppare “l’attacco in ripartenza” e diconseguenza perde di significato incentrare l’al-lenamento della squadra sulla quantità dei cari-chi di lavoro atletico. Ciò ovviamente non si-gnifica che un “tipo” di calcio sia più efficacedell’altro, poiché sul risultato incidono anche esoprattutto altri fattori (come la qualità dei gio-catori a disposizione). Certo è che un calcio ba-sato sul possesso palla e giocato su ritmi media-mente più bassi rispetto a quello degli avversari(senza che ciò ne pregiudichi l’efficacia) signifi-ca consentire alla squadra di potersi esprimerein maniera sostanzialmente più creativa e recu-perare con più facilità tra una gara e l’altra, ri-ducendo, alla lunga, il rischio di infortuni.

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Un calcio basatosul possesso-palla significaconsentire alla squadradi potersi esprimere

in maniera sostanzialmentepiù creativa

Ore 10.30

• Riscaldamento:corsa e posture

• Torello e stretching• Possesso in posizione:6vs6 con 3 sponde

Ore 17.00

Ritrovo nella sala stampa del centro con visio-ne dell’allenamento del mattino.

• Riscaldamento e lavoro atletico• Lavoro tattico con squadra divisa in due gruppi• Partita 10vs10 su campo di m 70x60.

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l’IL LAVORO SUL CAMPO SEDUTA DOPO SEDUTA

Sabato 16 luglio – Mattina e pomeriggio

Domenica 17 luglio – Mattina e pomeriggio

Ore 10

• Riscaldamento: corsa e posture• Torello e stretching• Partita con le mani e goal di testa 10vs10 sucampo di m 20x40

• Schemi 11vs0 (con due squadre – gialli e rossi– che si alternano). I giocatori sono schieraticon il modulo 4-3-3 e sviluppano i flussi digioco richiesti da Luis Enrique. In particola-

re, si insiste sullo scorrimento della palla daun settore all’altro del campo.

La seduta termina con stretching e posture.

Ore 17.00

• Partita contro selezione locale. Tutti i giocatorigiocano un tempo a eccezione di Taddei, Ca-prari e Antei che giocano tutte e due le frazioni.

ROMA-SELEZIONE VAL PUSTERIA 10-0

ROMA (4-3-3): Lobont (1' st Curci); Cicinho(1' st Rosi), Antei, Cassetti (1' st Greco), Taddei;De Rossi (8' st Crescenzi), Pizarro (1' st Verre),Perrotta (1' st Viviani); Caprari, Totti (1' st Vuci-nic), Borriello (1' st Menez)

Marcatori: 3' Totti, 13' Caprari, 15' Borriello,18' Taddei, 33' Borriello, 35' Perrotta, 41' Bor-riello; 9' st Viviani, 37' st Verre, 43' st Menez

Lunedì 18 luglio – Mattina

• Riscaldamento: corsa e posture• Palleggio individuale in movimento• Palleggio a coppie in movimento• Treccia a tre giocatori

• Possesso palla 9vs9 su metà campo. Per ottene-re un punto occorre fare 50 trasmissioni. Ilconteggio riprende quando la squadra che hatemporaneamente perso il possesso-palla lariconquista. • Calcio tennis (3vs3): torneo da tre partite di

5' ciascuna

• Addominali e dorsaliPomeriggio: riposo

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Martedì 19 luglio – Mattina e pomeriggio

Mattina

• Riscaldamento: corsa libera• Esercitazioni atletiche con corsa tra i paletti.Vengono utilizzate varie tipologie di corsa(avanti/indietro).

La squadra viene quindi divisa in due gruppi. Idifensori centrali e i centromediani lavorano conLuis Enrique. Difensori laterali, centrocampisti eattaccanti con De La Peña.

• DifensoriLavoro tattico analitico col portiere che pal-

leggia con i difensori centrali (che si apronomolto) all’interno della metà campo difensiva.L’obiettivo è quello di superare due avversarimediante l’avanzamento palla al piede di un cen-trale. A una certa altezza del campo è il medianoche si abbassa e funge da “libero”, ricostruendo il3 contro 2 sulla tre quarti difensiva. Più avantic’è un altro centrocampista (interno) che fungeda vertice più alto.

Note: i difensori centrali si staccano in arretra-mento e ricevono. Il mediano è posizionato a12/15 metri dalla metà campo e si stacca quandoil difensore sta per arrivare alla sua altezza.

• Centrocampisti e attaccantiI giocatori sono schierati con i due interni di

centrocampo, i laterali di difesa e il tridente offen-sivo. Si gioca 6vs6 + 1 “comodino” (Totti) chefunge, alternativamente, da riferimento avanzatoper la squadra in possesso-palla. Il campo è 30x60metri con tre piccole porticine. Obiettivo dellasquadra è quello di giocare la filtrante per il riferi-mento avanzato e concludere dopo l’inserimentoe la sponda (assist) di Totti.

Il gruppo si ricompatta.

• Esercitazione 11vs8 in uno spazio di m 70x60con una zona di 50x60 m all’interno dove lasquadra in superiorità numerica deve mante-nere il possesso (10 passaggi) per effettuare ilpunto. I difendenti, se recuperano la palla,possono calciare liberamente verso la portaavversaria dalla linea posizionata a una venti-na di meri dalla porta, senza che il portierepossa intervenire. Ciò vincola i rossi all’ag-gressione immediata una volta persa la palla.Quando la palla esce l’azione si riprende conla rimessa del portiere.

La seduta prosegue con una partita 11vs9 sucampo ridotto (una porta è posizionata al limite del-l’area di rigore). I giocatori in superiorità numerica

devono fare goal. I giocatori in inferiorità numerica(a cui mancano i difensori centrali) possono calciareliberamente verso la porta avversaria dalla linea posi-zionata a una ventina dimeri dalla porta, senza che ilportiere possa intervenire. In pratica il portiere dellasquadra in possesso-palla è più impegnato a fungereda regista arretrato che da estremo difensore.

La seduta termina con stretching e posture.

Pomeriggio

• Riscaldamento: corsa più allunghi e corsa balzata

• Torello 8vs2

• Esercitazione di passaggi a valenza sia fisica chetecnico-tattica. I giocatori sono disposti arombo. Il vertice basso verticalizza per il ver-tice alto con i giocatori intermedi che effet-

tuano un movimento corto-lungo avvicinan-dosi al riferimento avanzato dal quale uno deigiocatori riceve lo scarico. A seguire, il gioca-tore intermedio che ha ricevuto lo scaricosmista sulla corsa per il compagno che ricevesul versante di campo opposto e conduce lapalla nei pressi del cinesino da dove era ini-ziata la sequenza. I giocatori ruotano quinditutti in senso orario, scambiandosi le posizio-ni tra loro.

• Possesso 5vs3 su campo di metri 25x15 e congiocatori nei ruoli

• Partita 9vs9 all’interno della metà campo esviluppata da linea laterale a linea laterale. Al-le due squadre (che dispongono dei portiericome riferimento arretrato) mancano i di-fensori centrali. Il punto viene ottenuto seun elemento conduce la palla oltre la linea difondo. Luis Enrique vuole che la palla nonstazioni a lungo in una certa zona del campoe le squadre siano brave nel cambio di gioco.

• Partita 9vs9 in un campo di metri 60x60 (unaporta è posta all’altezza del cerchio di centro-campo). Le due squadre sono schierate, purmancando a entrambe i difensori centrali.

La seduta termina con stretching e posture.

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Mercoledì 20 luglio – Mattina e pomeriggio

Mattina

• Riscaldamento: corsa

• Serie di allunghi sugli 80 metri a cui segue lostretching

• Torello 8vs2• Esercitazioni di possesso-palla su campo ridottocon due squadre in parità numerica impegna-te a effettuare 10 passaggi senza perdita delpallone, obbligatorio passare la palla a uncompagno che non sia colui dal quale è stataricevuta. Anche in questa occasione l’atten-zione era rivolta a possesso e transizione ne-gativa orientata all’immediata aggressione.

• Esercitazione di possesso-palla con le porticine.Per fare punto occorre che il compagno ricevail pallone solo dopo aver attraversato una delleporticine disseminate nel campo di gioco.

La seduta termina con stretching e posture.

Pomeriggio

• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia egambe in libertà

• Sviluppo di azioni offensive in situazione di11vs6 (passivi)

La squadra ricerca un prolungato possesso pal-la con la rifinitura che avviene prevalentementetramite cross laterale e, in misura minore, attra-verso il filtrante per l’ala che si proietta in profon-dità.

I punti salienti dello sviluppo del gioco riguar-dano:

1. abbassamento del centrocampista centralein mezzo ai due difensori che sono molto aperti;

2. i due esterni di difesa più alti degli interni(che sfilano dietro) coi quali sviluppano continua-

mente lo scorrimento di palla da destra a sinistra eviceversa;

3. l’attaccante centrale (Totti) più basso delleali e in posizione di trequartista. Totti gioca l’a-pertura per i laterali, lo scarico sugli interni e il fil-trante per le ali;

4. l’alternanza dello scorrimento palla deiquattro sopra menzionati (laterali di difesa più in-terni di centrocampo) alla verticalizzazione cen-tromediano-centravanti;

5. l’alternanza della giocata difensore centraleper l’interno opposto alla verticalizzazione drittoper dritto per l’ala che gioca a scarico;

6. il taglio dentro dell’ala con l’inserimentonello spazio del laterale di difesa.

• Partita 8vs8 (portieri inclusi) più jolly (Tot-ti) che gioca esclusivamente in fase offensi-va con la squadra in possesso-palla. Lesquadre sono schierate e non dispongonodei difensori centrali. Il campo è di metri35x40 (doppia area). Quando la palla escela rimessa in gioco la effettua il portiere.

Al termine della partita posture e stretching.

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Giovedì 21 luglio – Mattina

Esercitazione del cacciatore: un giocatore (cac-ciatore) è inizialmente chiamato a catturare un av-versario che, a sua volta, diventa cacciatore allean-dosi e tenendo per mano il compagno e così via,fino a che tutta la squadra da preda diventa cac-ciatore, formando un lungo cordone con i gioca-tori che si tengono per mano.

La squadra si sposta quindi su uno spazio atti-guo al campo principale dove effettua un lavorodi corsa in slalom.

• Esercitazione tattica a tre squadre (gialli/verdi/rossi) con due jolly laterali (bianchi) chegiocano esclusivamente in fase offensiva, conla squadra in possesso-palla. Un campo di me-tri 70x60 (le porte sono posizionate sulla lineadell’area di rigore) è suddiviso in tre settori di25 metri circa. All’interno dello stesso sonoposizionate tre squadre: due di esse si affronta-no (una attacca e l’altra difende la porta) conla terza che attende dinanzi alla porta opposta.Se sono i difendenti a recuperare la palla e aguadagnare il settore centrale neutro, saranno

loro a trasformarsi in attaccanti e ad affrontarela squadra in attesa. Se invece gli attaccantiriescono a fare goal, saranno loro stessi ad at-taccare di nuovo nel verso opposto.

L’esercitazione prevede che la squadra che at-tacca possa contare sui jolly laterali (bianchi) e diconseguenza si venga a creare una situazione di7vs5, a squadre schierate (quattro difensori più uncentromediano per i difendenti – due centrocam-pisti centrali, due ali e un centravanti, oltre ai late-rali jolly, per gli attaccanti).

L’esercitazione vede le squadre in possesso-pal-la ricorrere con particolare insistenza agli scorri-menti laterali per trovare spazi e tempi per l’attac-co in profondità.

• Esercitazione 7vs5 su una metà campo, con unaporta difesa dal portiere e tre porticine (unacentrale e due laterali) all’altezza della metàcampo. La squadra che attacca, con i giocatorischierati (due interni, due laterali, due ali e unattaccante centrale), deve riuscire (attraversorapidi scorrimenti di palla) a sfruttare la supe-riorità numerica ed evitare che i difendenti,una volta recuperata la palla, riescano a cal-ciarla all’interno di una delle tre porticine po-ste all’altezza della metà campo.

• Partita 9vs9 (portieri inclusi) con un jolly (Ca-prari) che gioca con la squadra in possesso-palla, su un campo di metri 85x60 (una por-ta è posizionata sulla linea dell’area di rigore).

La seduta termina con stretching e posture.

Pomeriggio: riposo.

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Venerdì 22 luglio – Mattina e pomeriggio

Mattina

• Riscaldamento con corsa e posture• Esercitazioni atletiche con corsa tra i paletti(disposti a zig-zag). Vengono effettuate siacorse in avanti che all’indietro.

• Esercitazioni atletiche con la palla. I giocatorisono disposti a rombo. Inizialmente il pos-sessore passa la palla a sinistra e corre per rag-giungere la postazione situata alla sua destra.A seguire, invece, al possessore è chiesto digiocare a destra e spostarsi a sinistra. È postagrande attenzione alla velocità e alla precisio-ne del passaggio (prevalentemente effettuatorasoterra). Il passaggio in alcune circostanze èeffettuato di prima mentre in altre (quandola traiettoria del pallone non è pulita) è pre-ceduto dal controllo di palla.

• Gioco di posizione 5vs3.Quattro giocatori sonoposti sul perimetro (uno per lato) e schierati inbase al ruolo. Un ulteriore elemento funge da“regista” e gioca al centro dello spazio di gioco.Tre difendenti sono posti anch’essi all’internodello spazio di gioco e impegnati a recuperare ilpallone. Quando i difendenti recuperano ilpallone guadagnano un punto.

• Esercitazione 3vs2 per la conclusione verso laporta difesa dai portieri, all’interno di unospazio di dimensioni doppie rispetto all’areadi rigore (doppia area metri 32x40).

Si attacca alternativamente nei due versi. Ilgiocatore che fa goal, dopo aver attaccato unaporta, prosegue per attaccare anche la successivacollaborando con i giocatori che precedentementeavevano difeso. Se invece gli attaccanti non segna-no, la successiva azione offensiva viene sviluppatadagli ex-difendenti a cui si aggiunge un compa-gno posto di fianco alla porta precedentementeattaccata.

• Esercitazione di possesso-palla 8vs8 in uno spa-zio di metri 70x40 (da area ad area) diviso indue metà dalla linea di metà campo e senza lapossibilità di utilizzare le fasce laterali.

Ogni squadra ha il compito di arrivare a diecipassaggi consecutivi all’interno della propria metàcampo. I difendenti devono invece recuperarepalla e trasferirla velocemente nel settore oppostodove cercano di raggiungere le dieci trasmissionisenza intercettamento avversario.

La seduta termina con stretching e posture.

Pomeriggio

• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia egambe in libertà

• Esercitazione di goal a canestro 11vs11 svilup-pata per il lato lungo all’interno dell’area dirigore (metri 40x16). I giocatori non sonoschierati e si muovono liberamente.

• Esercitazione 11vs11: passaggi con le mani econclusione di testa all’interno di uno spaziodi metri 25x40, con le due porte difese daiportieri. Malgrado che anche in questa eser-citazione i giocatori non siano schierati, c’èun discreto rispetto delle posizioni.

• Torello 8vs2

• Gioco di posizione 6vs3 (con tre gruppi di treelementi) in uno spazio di 18x15 metri circa.

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Mentre tre giocatori di un gruppo fungono da“comodini” (jolly) e sono disposti in verticale(vertice basso, giocatore al centro dello spazio digioco e vertice alto), gli altri due gruppi si alterna-no in fase di possesso e non possesso.

Il gruppo che recupera la palla gioca infatti coni “comodini” in situazione di 6vs3, con quattroelementi sui quattro lati del perimetro e due “regi-sti” centrali. I giocatori sono tendenzialmenteschierati in base al ruolo.

Il gruppo che ha perso il possesso di palla di-venta quindi difendente con l’obiettivo di ricon-quistare la palla e il conseguente privilegio di gio-care in fase di possesso, costringendo gli avversaria difendere a loro volta.

L’esercitazione viene sviluppata in tre tempi in

modo che ogni gruppo giochi un tempo in posi-zione di “comodino” e due tempi alternandosi trafase di offesa e difesa.

• Esercitazione ombra per il cross e la finalizza-zione. Sul campo vengono delineate sei po-stazioni: due interne e due laterali poco oltreil limite di metà campo, una centrale sulla trequarti campo e due laterali leggermente piùavanzate.

L’esercitazione vede i laterali, alternativamen-te di destra e sinistra, andare al cross dopo la se-guente serie di passaggi: un interno avanza pallaal piede di qualche metro e verticalizza per il tre-quartista che scarica sull’interno opposto, il qua-le a sua volta manda al cross il laterale vicino in-seritosi in verticale nello spazio liberato dall’ala.In area si apprestano a ricevere il cross l’ala op-posta (che taglia diagonalmente verso il centro),il trequartista (che si inserisce in verticale), l’alavicina (che entra a centro area dopo movimentoa rotazione) e l’interno (che arriva a rimorchio)che ha dato inizio all’azione.

Dopo la conclusione i vari giocatori recupera-no la propria postazione iniziale. I giocatori sonotendenzialmente schierati in base al ruolo.

Esercitazioni di tiro da fuori area da fermo e inmovimento.

La seduta termina con stretching e posture.

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Sabato 23 luglio – Mattina e pomeriggio

Mattina

• Riscaldamento: corsa ad allunghi in gruppo• Esercitazione di torello 6vs2

• Sviluppi offensivi in situazione di 11vs0 con duesquadre che si alternano attaccando le due por-te una in un senso e l’altra in senso opposto.

L’azione parte sempre dal portiere che serve ra-soterra un difensore centrale che si apre lateral-mente o il centromediano che si abbassa, in mez-zo ai due, in posizione centrale.

L’azione si sviluppa in modo insistito da destraa sinistra prima che la squadra giunga alla rifinitu-ra tramite il cross di un laterale.

La seduta termina con stretching e posture.

Pomeriggio

ROMA-SÜDTIROL 3-0ROMA: Curci (1' st Lobont); Rosi (1' st Ci-

cinho), Cassetti (15' st Antei), Brighi (1' st Cre-scenzi), Taddei (1' st José Angel); De Rossi (15'stPerrotta), Viviani (1' st Pizarro), Greco; Verre,Borriello (1' st Totti), Caprari (1' st Vucinic).

A disp.: Pigliacelli, Antei. All.: Luis Enrique.

SÜDTIROL: Iacobucci (13' st Mair), Grea, (1' stKiem, 9' st Fodor) Franchini, Santonocito (1' stCiaghi), Cascone, Martin, Fischnaller (1' st Chia-varilli), Furlan (1' st Timpone), Ferrari (18' st Pfit-scher), Romano, Schenetti (1' st Albanese).

A disp: Giarediello, Nazari, Bedendo. All.:Stroppa.

Marcatori: Vucinic, Vucinic, Borriello

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• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia egambe in libertà

• Torello 17vs3 con la squadra che lavora nelcerchio di centrocampo. Vanno a cacciare lapalla il calciatore a cui è stata intercettata e icompagni posti a destra e sinistra.

Esercitazione di possesso 6vs4 in uno spazio dimetri 20x20 circa. I giocatori in possesso-palla so-no posizionati con cinque elementi sul perimetro(su un lato vi sono due giocatori) e un giocatorecentrale (regista).

In questa esercitazione i giocatori non sembra-no orientati in base ai ruoli.

Al termine del tempo prefissato l’allenatore al-terna i compiti e le posizioni dei giocatori.

• Partita di pallamano 8vs8 all’interno dell’areadi rigore.

Ogni squadra per fare goal deve far terminarela palla all’interno della porticina avversaria postasul lato corto dell’area di rigore. Di fronte allaporta è delimitata dai cinesini una piccola areadove nessun giocatore delle due squadre può en-trare e dove è necessario, da parte del tiratore,“schiacciare” e far rimbalzare la palla affinché ilgoal sia valido. Questo vincolo fa sì che le squadredebbano necessariamente avvicinare la porta daattaccare manovrando senza poter tirare dalla lun-ga distanza.

La seduta termina con stretching e posture.

Pomeriggio: riposo.

Domenica 24 luglio – Mattina

Lunedì 25 luglio – Mattina e pomeriggio

• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia egambe in libertà

• Esercitazioni atletiche con corsa tra i paletti(disposti a zig-zag). Vengono effettuate siacorse in avanti che all’indietro.

Esercitazione di 2vs1 finalizzata al tiro. Gli at-taccanti partono da due postazioni situate una de-cina di metri fuori dall’area di rigore e, dopo avereffettuato un breve percorso in scatto avanti/in-dietro, ricevono palla dal tecnico e puntano il di-fendente che, partendo di fianco alla porta, li af-fronta all’altezza del limite dell’area.

Dopo la scontata conclusione verso la porta, igiocatori invertono le posizioni e parte senza pau-se il terzetto successivo. In considerazione deglispazi e del fatto che i giocatori non hanno tempimorti tra una ripetizione e l’altra, l’esercitazionesembra avere più valenza organica che tecnica.

• Esercitazione di 3vs2 finalizzata al tiro. L’eser-citazione è, nel suo sviluppo, del tutto similealla precedente. Gli attaccanti, prima di rice-vere la palla, eseguono anche in questa pro-posta un breve percorso in scatto avanti/in-dietro/avanti/indietro/avanti. Una volta rice-vuta la palla, gli attaccanti vengono affrontatidai difensori che scattano verso il limite del-l’area partendo dai lati della porta. La fase digioco rispetto alla precedente è più prolunga-ta e non sempre succede che gli attaccantiriescano a concludere a rete.

• Possesso-palla 7vs4. La squadra è divisa indue gruppi. L’esercitazione viene effettuatain un campo dalle dimensioni di metri30x20. I giocatori in possesso della palla so-no schierati e prendono posizione con unvertice basso, due esterni (arretrato e avan-zato) per ogni lato, un giocatore centrale eun vertice alto. A ostacolare il mantenimen-to palla dei sette attaccanti agiscono quattrodifendenti che hanno l’obiettivo di recupe-rare il maggior numero di palloni nel tempoprefissato. Si gioca a tocco libero, anche sespesso i giocatori effettuano uno o due toc-chi. Nell’esercitazione c’è ordine e i giocato-ri, in posizione, cercano di muovere veloce-mente la palla da un settore all’altro dellospazio di gioco. Al termine di ogni provavengono alternate le funzioni dei giocatorisul campo.

• Partita 11vs11, a squadre schierate, su campodi metri 70x60 (le porte sono poste al limitedell’area di rigore).

La seduta termina con stretching e posture.

Pomeriggio

• Riscaldamento: corsa e scioglimento braccia egambe in libertà

• Torello 9vs2• Esercitazione tattica sull’uscita in verticale dadietro.

All’interno del campo sono evidenziati, attra-verso la disposizione di aste e cinesini, tre rombi(uno centrale e due laterali) che fungono da riferi-mento per i giocatori. Sul campo i giocatori sonoschierati ed eseguono una serie di verticalizzazionicome evidenziato a seguire.

Nel vertice basso del rombo laterale, sia di de-stra che di sinistra, è schierato il difensore centralementre il difensore laterale e l’interno di centro-campo sono posizionati sui riferimenti intermedi,con l’ala che è posta sul vertice alto.

I giocatori che prendono posizione nel romboal centro del campo sono invece il centromedia-no, gli interni e la punta centrale.

L’esercitazione si sviluppa in questo modo: ilriferimento arretrato corre all’indietro per recupe-rare un pallone alle sue spalle (simulando la rice-zione di palla dal portiere) e conduce in avanti perqualche metro prima di verticalizzare per il riferi-mento centrale che riceve dopo aver eseguito unmovimento lungo-corto.

In contemporanea al movimento (contrappo-sto) dei due vertici, i giocatori intermedi primaaccorciano muovendosi verso il riferimento arre-trato in possesso di palla e quindi avanzano (sullaverticalizzazione) per ricevere il successivo passag-gio di scarico del vertice alto.

Oltre alla coordinazione dei movimenti dei va-ri componenti della catena viene prestata atten-zione alla qualità (precisione e velocità) del pas-saggio.

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• Esercitazione 10vs8 su campo ridotto (60x60metri circa). Una squadra è schierata con igiocatori in posizione e alcuni di essi (adesempio interni di centrocampo, difensorilaterali, ali) sono obbligati a muoversi esclu-sivamente nella fascia di campo a loro asse-gnata. I difendenti, seppur ordinati, sonoinvece liberi di muoversi nelle varie zone dicampo e recuperare il maggior numero dipalloni nel tempo prestabilito.

L’esercitazione ha sempre inizio dal portiereche cede palla a uno dei due difensori centraliche si abbassa a ricevere ai limiti del campo digioco.

Una volta che il difensore centrale ha ricevutola palla ed è penetrato all’interno dello spazio digioco, la squadra in superiorità numerica, con igiocatori scaglionati in maniera ordinata sulcampo, cerca di mantenere il possesso mentreviene ostacolata dagli otto difendenti.

La finalità dell’esercizio è quella di consentireai giocatori, schierati secondo il consueto modu-lo di gioco, di familiarizzare con la fase di impo-stazione della manovra. Al termine del tempoprestabilito vengono invertite le posizioni di al-cuni giocatori con i difendenti che prendono ilposto di alcuni compagni.

Dopo l’esercitazione tecnico-tattica i giocato-ri eseguono alcuni allunghi sui 70 metri.

• Partita a tre squadre 6vs6 su campo ridotto(22x40 metri circa) con le porte difese daiportieri.

In uno spazio poco più piccolo di una doppiaarea si sfidano a rotazione tre squadre composteognuna da sei elementi più il portiere. La squadrache fa goal rimane in campo e viene sfidata dagliavversari precedentemente in attesa.

Quando la palla esce la rimessa spetta sempreal portiere. Il tocco è libero e non c’è fuorigioco.

La seduta termina con stretching e posture.

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Martedì 26 luglio

Mattina

• Maxitorello sul cerchio di centrocampo 18vs3.A cacciare il pallone vanno il giocatore cheha sbagliato il passaggio e i due compagni vi-cini posti ai suoi lati.

• Sviluppi di gioco in situazione di 11vs0

La palla è sempre rimessa in gioco dal portiereche la cede a uno dei due difensori centrali in po-sizione “aperta”. Nella prima parte la squadra si èprevalentemente concentrata sul fraseggio e sulmantenimento, mentre in una fase successiva si

sono ricercati anche movimenti e sviluppi funzio-nali alla finalizzazione.

La seduta, più corta del consueto in quanto laRoma si dovrà trasferire a Innsbruck dove alla seragiocherà un triangolare contro Admira Wacker ePSG, termina con stretching e posture.

• Torneo di Innsbruck

ROMA-PSG 0-3 (DURATA 45')

ROMA (4-3-3): Curci; Rosi, Antei, Cassetti, Jo-sé Angel; Pizarro, Viviani, Greco; Borriello, Totti,Caprari.

PSG (4-2-3-1): Areola; Jallet, Bisevac (29' Ca-mara), Sakho, Tiené; Chantome, Matuidi; Menez(29' Bahebeck), Hoarau, Nené; Gameiro (33' Er-ding).

Marcatori: 2' e 32' Hoarau, 31' Gameiro.

ADMIRA WACKER-ROMA 0-1 (DURATA 45')

ROMA (4-3-3): Lobont; Rosi, Viviani, Cassetti,Taddei; Brighi, Pizarro, Perrotta; Caprari, Verre,Vucinic.

WACKER (4-5-1): Egger; Bstieler, Bea, Har-ding, Bilgen; Abraham, Wernitznig, Ildiz, Meri-no, Perktold; Hinterseer.

Marcatori: 1' Caprari.

Analisi conclusiva

Seguendo giorno dopo giorno il ritiro dellasquadra romanista, oltre al fatto che Luis Enriqueindossasse sempre gli occhiali da sole, sono due gliaspetti che in particolare mi hanno colpito:

a. ad allenarsi sul campo non vi erano mai piùdi 22 giocatori (anzi, nel corso di una seduta mat-tutina, un leggero infortunio a Perrotta ha “co-

stretto” Luis Enrique a vestire i panni del giocato-re/allenatore per completare il lavoro secondoquello che era il programma tecnico-tattico previ-sto);

b. il lavoro fisico svolto senza la palla è statoestremamente ridotto ed è stato completamenteabolito il lavoro sul fondo e anche il miglioramen-to della potenza aerobica attraverso ripetute su va-rie distanze;

c. un approccio ai giocatori, da parte dello staffe di Luis Enrique in particolare, più diretto e me-no distaccato.

In merito al secondo aspetto, Luis Enrique hapiù volte specificato alla stampa che il lavoro pro-posto è funzionale al tipo di calcio che la Romavuole giocare.

Non avendo ancora la Roma disputato gareufficiali sulle quali poter effettuare riflessioni spe-cifiche è possibile ricorrere all’analisi dello stile digioco del Barcellona, che è sicuramente un mo-dello importante sia per ciò che riguarda la dispo-sizione in campo che per gli sviluppi di gioco vo-luti da Luis Enrique, per cercare di capire le ragio-ni del lavoro svolto dalla squadra a Riscone.

In media il Barcellona mantiene, durante lapartita, la palla per il 70% circa (con punte anchesuperiori all’80%). Questo dato non sta a signifi-care un continuo e incessante assedio alla portaavversaria con un numero complessivo di azioni apartita superiori alla media. Anzi, al contrario, ilmantenimento del possesso-palla è funzionale amantenere la gara su ritmi generalmente più bassi,e in diverse partite anche notevolmente più bassi,rispetto alla media. Ciò fa sì che il dispendio fisicogenerale richiesto ai giocatori del Barcellona siapiù basso rispetto a quello degli avversari e s’im-penni solo in alcuni frangenti della partita: quan-do la squadra “abbandona” la fase di possesso perpassare all’attacco e quando, persa la palla, si cercaun immediato recupero. Questo tipo di calcioconsente ai giocatori di recuperare energie fisiche,ma anche mentali, durante la fase di palleggio ealla lunga limita gli infortuni, permettendo ai gio-catori di poter recuperare e giocare con efficaciaogni tre giorni.

Naturalmente, per poter riuscire a praticare “ilcalcio del Barcellona” occorre avere degli interpre-ti estremamente preparati nel ricevere e muovere

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la palla in spazi anche stretti (e la struttura fisicadi molti giocatori del Barça è proprio funzionale aciò) e non è necessario sottoporsi a estenuanti se-dute di allenamento basate sulla ricerca della mas-sima efficienza atletica da mantenere per novantaminuti di gioco.

Ecco quindi che, come correttamente fatto no-tare dal tecnico romanista, la squadra si è prepara-ta e allenata in relazione del calcio che vuole pro-porre, privilegiando l’organizzazione di gioco e losviluppo delle abilità individuali nel contesto spe-cifico.

Per riuscire a mantenere il possesso di palla edi conseguenza ritmi di gioco mediamente bassi èfondamentale infatti che la squadra sappia avanza-re nella metà campo avversaria, presidiare adegua-tamente in ampiezza tutto il fronte offensivo emuovere palla da un settore all’altro del campo,prima di far impennare la velocità dell’azione percercare la finalizzazione.

Riuscire a portare un numero elevato e ade-guato di giocatori nella metà campo avversaria èfunzionale altresì a costringere i rivali a ripiegare ea non poter essere nelle condizioni ottimali per ri-partire. Anzi, la prolungata fase di possesso haproprio lo scopo di svuotare di energie fisiche enervose gli avversari, in maniera che quando recu-perano la palla sia possibile pressarli istantanea-mente con efficacia senza doversi eccessivamentepreoccupare di ripiegare per tamponare una fic-cante ripartenza avversaria.

In estrema sintesi, una preparazione incentratapiù a far correre e “sudare” la palla che non il gio-catore, tant’è che i vari settori del campo di Risco-ne venivano annaffiati a rotazione per far circolarela sfera alla massima velocità: e al rientro a Trigo-ria la squadra ha continuato a lavorare sul campoC in attesa del termine dei lavori effettuati sulcampo B, con l’erba che deve essere alta appena18 millimetri.

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Massimo LucchesiNato a Viareggio il 25 gennaio 1968.Allenatore di base. Autore di numerosi libri e DVD inerenti gli aspetti tecnico-tattici del gioco del calcio tra-dotti e pubblicati anche in inglese, tedesco, russo, greco e croato. Editore e direttore del sito www.allenato-re.net e della omonima casa editrice. Ha partecipato come relatore a numerosi seminari, prevalentementeall’estero.

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