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1 www.fiom.cgil.it Q uesto Congresso si svolge, per la Fiom e per la Cgil, in una situazione assolu- tamente straordinaria, per la semplice ragione che siamo di fronte a una crisi che ha pochi precedenti, sia a livello locale che in- ternazionale, e nello stesso tempo a una ini- ziativa del Governo e della Confindustria che sfrutta questa condizione per ridefinire l’as- setto delle relazioni sociali e delle forme di tutela sul lavoro, prefigurando un assetto del- l'intera società di stampo autoritario. Il passaggio chiave delle scelte di Governo e Confindustria è stato quello della definizione di un sistema contrattuale in modo separato, con l'accordo firmato con Cisl e Uil ma senza la Cgil, cosa mai successa nella storia repub- blicana del nostro paese. Questo ha portato come conseguenza di- retta all’accordo separato per il contratto dei metalmeccanici e nello stesso tempo ha aperto la strada a una quotidiana iniziativa le- gislativa che amplia tutte le forme di lavoro precario, con l'introduzione di due nuove ti- pologie di contratto – in affitto a tempo inde- terminato e a chiamata – procedendo con- temporaneamente a uno smantellamento di tutte le tutele nel lavoro come è avvenuto con l'Avviso comune sull’arbitrato sottoscritto anche da Cisl e Uil e con il Disegno di legge collegato alla Finanziaria 2009, attualmente bloccato dopo essere stato rinviato alle Ca- mere dal presidente della Repubblica per in- costituzionalità. Su questa strada continueranno ad andare avanti nelle prossime settimane, avendo già «PuntoFiom - Speciale XXV Congresso Fiom» 14-16 aprile 2010 grafica e impaginazione: Alessandro Geri, Claudia Tonini redazione: Claudio Scarcelli Corso Trieste, 36 - 00198 Roma web: www.fiom.cgil.it/puntofiom Per iscriversi alla mailing list e ricevere la newsletter inviare una e-mail [email protected] La Fiom a Congresso, nel pieno delle iniziative di contrasto agli accordi separati Voglia di DEMOCRAZIA SPECIALE XXV CONGRESSO GIANNI RINALDINI segretario generale della Fiom-Cgil

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Questo Congresso si svolge, per la Fiome per la Cgil, in una situazione assolu-tamente straordinaria, per la semplice

ragione che siamo di fronte a una crisi che hapochi precedenti, sia a livello locale che in-ternazionale, e nello stesso tempo a una ini-ziativa del Governo e della Confindustria chesfrutta questa condizione per ridefinire l’as-setto delle relazioni sociali e delle forme ditutela sul lavoro, prefigurando un assetto del-l'intera società di stampo autoritario.

Il passaggio chiave delle scelte di Governoe Confindustria è stato quello della definizionedi un sistema contrattuale in modo separato,con l'accordo firmato con Cisl e Uil ma senzala Cgil, cosa mai successa nella storia repub-blicana del nostro paese.

Questo ha portato come conseguenza di-retta all’accordo separato per il contratto deimetalmeccanici e nello stesso tempo haaperto la strada a una quotidiana iniziativa le-gislativa che amplia tutte le forme di lavoroprecario, con l'introduzione di due nuove ti-pologie di contratto – in affitto a tempo inde-terminato e a chiamata – procedendo con-temporaneamente a uno smantellamento ditutte le tutele nel lavoro come è avvenuto conl'Avviso comune sull’arbitrato sottoscrittoanche da Cisl e Uil e con il Disegno di leggecollegato alla Finanziaria 2009, attualmentebloccato dopo essere stato rinviato alle Ca-mere dal presidente della Repubblica per in-costituzionalità.

Su questa strada continueranno ad andareavanti nelle prossime settimane, avendo già

«PuntoFiom - Speciale XXV Congresso Fiom» 14-16 aprile 2010

grafica e impaginazione: Alessandro Geri, Claudia Tonini

redazione: Claudio Scarcelli Corso Trieste, 36 - 00198 Roma

web: www.fiom.cgil.it/puntofiomPer iscriversi alla mailing list e ricevere la newsletter

inviare una e-mail [email protected]

La Fiom a Congresso, nel pieno delle iniziative di contrasto agli accordi separati

Voglia di DEMOCRAZIA

SPECIALE XXV CONGRESSO

GIANNI RINALDINIsegretario generale della Fiom-Cgil

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annunciato la presentazione in tempi rapididello «Statuto dei lavori» e dell'intervento sugliammortizzatori sociali. Siamo in pratica al com-pletamento di un disegno complessivo che pre-figura il superamento di tutto ciò che è stato co-struito dalla nascita del movimento sindacaleper affermare i diritti sul lavoro e il ruolo dellacontrattazione collettiva.

Questo è uno scenario che pone, anche allanostra categoria, scelte estremamente delicateperché la portata dell'offensiva in atto non pre-vede possibilità di mediazione: o si costruisceun’opposizione sociale e un’iniziativa sindacaleda opporre a questo attacco, per cercare diaprire una strada diversa, o altrimenti si correil rischio di esserne travolti. Per certi aspetti èla situazione che – seppur in un contesto diverso– abbiamo verificato all'inizio degli anni 2000,

quando la Cgil fu soggetto di aggregazione diun’opposizione che – non a caso anche allora –era non solo contro l'attacco all’articolo 18 maanche contro i processi di precarizzazione e asostegno di un rafforzamento della contratta-zione collettiva nazionale.

Per la Fiom, dentro questo percorso, c’è unulteriore appuntamento: la salvaguardia delContratto dei metalmeccanici. L’accordo sepa-rato siglato da Fim e Uilm ha determinato la si-tuazione paradossale di vigenza contempora-nea di due contratti nazionali e per la Fiom ilContratto dei metalmeccanici è quello chescade alla fine del 2011.

Le iniziative che stiamo attuando con diverseforme di lotta, tra le quali la campagna di rac-colta firme per la proposta di legge di iniziativapopolare sulla democrazia sindacale – alla

quale, come ci indicano i primi riscontri, le la-voratrici e i lavoratori stanno rispondendo po-sitivamente – sono parti di un percorso chedovrà portare al rinnovo del contratto dei me-talmeccanici alla fine del 2011, sapendo che inquell’occasione quel contratto si caricherà ine-vitabilmente di un significato di carattere piùgenerale rispetto all’applicazione o meno delsistema contrattuale voluto da Federmeccanicacon Fim e Uilm separatamente, senza alcunmandato e senza alcun rapporto democraticocon le lavoratrici e i lavoratori.

La mobilitazione, l’iniziativa per la demo-crazia, per il contratto vive oggi nella lotta per ladifesa del lavoro, per l’estensione degli am-mortizzatori sociali per tutte le lavoratrici e i la-voratori, per una nuova politica industriale fi-nalizzata alla crescita dell’occupazione.

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Èormai evidente che per l’informazione «ufficiale», quella dei Tge dei giornali stampati, il lavoro rappresenta sempre meno esolo, purtoppo, in occasioni particolari, che vanno dalla trage-

dia sul lavoro alla disperazione sui tetti delle fabbriche, un soggettodegno di notizia. La stessa ricerca della Fiom sull’Autunno del ’69 (dicui parliamo in queste pagine e nell’area dedicata del «Congresso ingalleria») evidenzia come, da quella stagione ai nostri giorni, le lotte,i diritti e i problemi delle lavoratrici e dei lavoratori siano passati dacentrali a inesistenti sui mezzi di informazione di massa.

È per questo motivo che da circa un decennio, e con il documento fi-nale del Congresso di Livorno del 2004 in particolare, la Fiom ha cercatodi dotarsi – approfittando dei mezzi messi a disposizione dalle nuove tec-nologie elettroniche – di mezzi propri di informazione, a partire dal sitoweb, per raggiungere la sua gente e tutti coloro che in qualche modo sonovicini alle tematiche sociali e del lavoro.

IL SITO WEB DELLA FIOMPunto di riferimento per tutte le compagne e i compagni della Fiom, il sito in-ternet della nostra organizzazione è ormai uno strumento di lavoro conso-lidato per tutti noi, sia per la diffusione che per la ricerca di informazioni. Lasua efficacia è data senza dubbio dall’aggiornamento continuo che vienefatto, frutto ormai di automatismi consolidati fra i vari uffici della Fiom.

Tuttavia ancora molto può essere fatto per migliorarne l’utilizzo e allostesso tempo ottimizzare il lavoro che serve per il suo mantenimento.

Subito dopo il Congresso, quindi, cominceremo a lavorare a un ulterioresalto di qualità del sito, lavorando sul terreno della usabilità (che dal puntodi vista del web significa facilità di consultazione, trasparenza e attrat-tiva), della possibilità di aggiornamento diffuso (dando la possibilità di ag-giornare il sito a più operatori e non solo al webmaster), della grafica.

Abbiamo già un’idea ben precisa del da farsi e sarà uno sforzo non in-differente, ma sarà anche un avanzamento decisivo dal punto di vista dellaqualità del prodotto e di quella del lavoro necessario a gestirlo.

FIOM 2.0: L’INFORMAZIONE DIVENTA DIALOGOLa comunicazione elettronica della Fiom, sviluppata intorno al sito webdella nostra organizzazione,si è arricchita negli ultimi due anni di altristrumenti messi a disposizione dalla rete, i cosiddetti social network. Unutilizzo che, se guardiamo ai dati di «aggregazione» e di coinvolgimento,si è rivelato molto positivo.

La comunicazione della Fiom

Prende l’avvio, e l’occasione di questo Congresso ne rende più facilela divulgazione, un progetto che avevamo in agenda da qualche tempo.Un archivio che conterrà accordi, contratti, verbali di gruppo e aziendali,facilmente consultabile attraverso chiavi di ricerca semplici e predefi-nite. Ma, soprattutto, la possibilità di «caricare» i documenti non solocentralmente ma anche a livello locale, con modalità che verranno me-glio illustrate nei giorni del Congresso, nell’area comunicazione del«Congresso in galleria».

Archivio contrattazione di secondo livello

segue da pag. 1

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Il meccanismo di amplificazione che ogni utente dà di una notizia pubbli-cata e da lui condivisa, infatti, ha reso possibile il raggiungimento di unnumero sempre maggiore di persone.

Se poi a utilizzare questi strumenti è un’organizzazione sindacale, con lanecessità continua di comunicare con le lavoratrici e i lavoratori, spiegare leragioni delle sue scelte e, soprattutto, chiedere a loro di essere parte attiva diqueste scelte, allora è facile capire che questi strumenti diventano preziosi.

Il «web 2.0» è una espressione utilizzata per indicare l’evoluzione diinternet rispetto alla condizione precedente, intendendo per evoluzioneun elevato livello di interazione sito-utente.

Questo è quello che, in questa fase, stiamo cercando di costruire: l’in-terazione con il nostro mondo. E i dati di partecipazione dimostrano cheanche il nostro mondo cercava di comunicare con noi, ma, semplicemente,non gli davamo i mezzi per farlo.

Da gennaio 2008 – alla stretta conclusiva per la firma del Ccnl indu-stria – esiste il canale «Fiomnet» su YouTube, nel quale vengono immessibrevi video autoprodotti visualizzati migliaia di volte e presenti, visto lapossibilità che questo strumento offre, anche su altri siti, che mettono adisposizione i nostri materiali per i loro utenti.

Il 31 ottobre 2008, giorno dell’Assemblea nazionale a Roma della Fiom,è stata attivata una pagina/profilo su Facebook, la più grande web-com-munity al mondo. In poco più di tre mesi, 5.000 persone (il massimo con-sentito) sono diventate «amiche» della Fiom, hanno commentato i co-municati, i video, le decisioni del sindacato dei metalmeccanici della Cgil,a volte in modo critico, ma sempre con un entusiasmo contagioso, che haevidenziato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, quanto è essenziale ecostruttiva, per un sindacato, la voce di chi vuole rappresentare.

È stato necessario, vista la coda di richieste di aderire alla pagina Fiom,aprire una pagina come personaggio pubblico che, a oggi, conta oltre 6.000adesioni.

A fine maggio 2009, in occasione dell’iniziativa della Fiom «Il lavoro inmarcia», è stato attivato un blog (www.illavoroinmarcia.it) sul quale era pos-sibile seguire quotidianamente il diario, le immagini, la rassegna stampadell’evento e lasciare commenti su tutti i post pubblicati.

Migliaia i contatti e molti i commenti di coloro che hanno potuto seguire«virtualmente» l’iniziativa.

PUNTOFIOM, LA NEWSLETTER DELLA FIOMRiparte, in pratica da questo Congresso, la pubblicazione della newsletterdella Fiom, una sorta di giornale murale attraverso il quale, unendo i nuovimezzi di informazione (il sito web, la posta elettronica) e i vecchi ma sem-pre validi metodi sindacali (la bacheca di fabbrica, il volantinaggio), riu-sciamo a raggiungere in poco tempo i luoghi di lavoro in tutti i territori.

Uno strumento duttile, flessibile, non vincolato ad alcun tipo di perio-dicità, attraverso il quale sarà possibile diffondere notizie, approfondi-menti e il punto di vista della Fiom ogni qualvolta si riterrà utile.

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GRAFICO. Gli accessi alla home page del sito della Fiom.

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La Fiom chiude il tesseramento del 2009 con363.559 iscritti, 4.706 più del 2008, se-gnando una inversione di tendenza rispetto

agli ultimi anni e tornando ai livelli del 2004. Diquesti, circa 55.000 hanno preso per la prima voltala tessera della Fiom, con una crescita dei nuoviiscritti che sempre più sono necessari per man-tenere positivo il dato del tesseramento, a frontedelle uscite dal lavoro.

Solo qualche cenno di analisi: le donne sonocirca il 19%, i migranti circa il 10%, ma sono con-centrati nelle regioni del Nord, con punte fra il 18 eil 20% in province della Lombardia, del Veneto, del-l’Emilia-Romagna e delle Marche; gli operai sono

decisamente più rappresentati degli impiegati ri-spetto alla composizione effettiva della categoria.

La crescita del tesseramento è particolar-mente importante e significativa perché avvienenell’anno dell’accordo separato sulla strutturacontrattuale, del conseguente accordo separatodi Fim, Uilm e Federmecanica, che nega alle la-voratrici e ai lavoratori il diritto di votare e pre-tende di ignorare il contratto firmato unitaria-mente ancora in vigore; e avviene nell’anno in cuigli effetti della crisi irrompono nei luoghi di la-voro, producendo una valanga di cassa integra-zione e licenziamenti, insicurezza generale. Unanno in cui la Fiom è stata ancora più presente

nei luoghi di lavoro, oltre la normale attività con-trattuale: assemblee e referendum Cgil sullastruttura contrattuale, assemblee e referendumsulla nostra piattaforma per il biennio economico,assemblee contro l’accordo separato e per ri-vendicare il referendum delle lavoratrici e dei la-voratori, e soprattutto la contrattazione continuacontro i licenziamenti a difesa del lavoro, in granparte delle 25.000 aziende già sindacalizzate eoltre, perché con la crisi la richiesta di sindacatoarriva anche dove prima non eravamo.

La Fiom cresce nei territori in cui da temposi intensifica l’impegno in aziende medie e pic-cole, ma per la prima volta dopo anni di fles-sione aumenta nelle grandi città del Nord, comeTorino e Milano, che hanno vissuto in modo piùaccentuato gli effetti delle ristrutturazioni degliassetti produttivi rispetto al modello dellagrande fabbrica manifatturiera. La Fiom au-menta consensi in modo parallelo all’intensitàdella presenza nei luoghi di lavoro, della vici-nanza e della relazione continua con lavoratricie lavoratori, riconfermando l’indissolubile rap-porto fra rappresentatività, aumento degliiscritti, ruolo dei delegati, attività negoziale perun sindacato generale di rappresentanza.

Quello che riportiamo in queste righe è un aggiornamento, a livello nazionale, dei dati relativi alle elezioni delle Rsu nelle fabbriche metalmeccaniche. Unaggiornamento con una valenza un pò diversa dal solito, dato che man mano che si andrà avanti con i rinnovi delle Rsu in scadenza potremo valutare me-glio cosa cambia, almeno quantitativamente, dopo la disdetta da parte della Fiom del Patto di solidarietà tra Fim, Fiom e Uilm decisa dalla nostra orga-

nizzazione dopo l’accordo separato sul Ccnl dei metalmeccanici dell’industria del 15 ottobre 2009. Al momento – dopo gli aggiornamenti pervenuti da molti territori nello scorso mese di marzo – sono presenti nella banca dati nazionale i risultati relativi a

circa 6.300 aziende, nella quale sono impiegati intorno a 770.000 lavoratrici e lavoratori, il 60,5% operai e il 39,5% impiegati. I voti validi, per le elezioni delle Rsu in carica, sono stati il 67% rispetto agli aventi diritto, in leggero aumento rispetto al 66% della precedente tornata.

Di questi, alla Fiom sono andati il 59,3% dei consensi, alla Fim il 21,1%, alla Uilm il 10,9%, ad altre organizzazioni sindacali il 6,1%. Il 2,6% dei voti residuoè andato a liste uniche. Rispetto alla composizione delle Rsu, i dati sono i seguenti: 69,5% sono le delegate e i delegati della Fiom, 18,7% quelle/i dellaFim, 7,5% della Uilm, 2,6% di altre sigle, 1,7% le delegate e i delegati andati alle liste uniche. Nella lettura dei dati c’è da tener presente due cose. La primaè che venendo essi da strutture Fiom, quasi sempre non sono pervenuti i risultati delle elezioni dove non è presente la nostra organizzazione. La secondaè che mancano ancora i dati di alcuni territori, recuperati i quali avremo finalmente un quadro più chiaro della nostra rappresentanza. Nell’area «Rap-presentanza» del «Congresso in galleria» è presente un pannello con la graficizzazione di questi e altri dati, relativi anche alla composizione per classi di-mensionali delle aziende contenute nel database.

Rappresentanza e rappresentatività Il tesseramento 2009 della Fiom. Ufficio organizzazione Fiom

Rsu: 15.263 le delegate e i delegati della Fiom

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Attività formative di base: un progetto in transito

I numeri del progetto

I CORSI

Quanti? 20

Dove? Lombardia, Mantova (provinciale),Trentino Alto Adige,Veneto, Emilia-Romagna,Bologna (provinciale), Toscana, Umbria, RomaNord (provinciale), Abruzzo, Molise, Campa-nia, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna

Quando?Da settembre 2006 a novembre2008

I PARTECIPANTI430 in totale, di cui 362 uomini e 68 donne,11 migranti

Scolarizzazionemedia inferiore: 32%media superiore: 62%laurea: 6%

Delegati prima del 2004: 36,5%dal 2004: 23%dal 2006: 40,5%

L’etimologia dice che syn e dyké, dal greco,hanno dato origine alla parola sindacatoovvero «insieme per la giustizia» ovvero

quell'unire le diverse esigenze del mondo del la-voro nella rappresentazione di un comune obiet-tivo, quello della lotta per conquistare diritti e sa-lario, per l'emancipazione delle lavoratrici e deilavoratori. Quante volte sono risuonate quelle pa-role greche nei corsi del progetto «Attività for-mative di base» nella mattina della prima gior-nata. I valori originari del sindacato fanno un no-tevole effetto specie sui giovani delegati tranneche per il termine «uguaglianza» che provocaqualcosa di più che qualche imbarazzo.

Ma questa è materia per un altro tipo di di-scussione. Di seguito, alcune delle questioniemerse nell'attività del progetto assolutamenteparziali e schematiche.

Da quando è nato, il sindacato si è trovatoa definire modi, soggetti e temi nel rapportoche il lavoro ha con il sapere. La formazionesindacale, a più riprese, è stata molto di più diuno strumento utile. E per la Fiom, ad esem-pio, non è mai stata una questione di adde-

stramento, l'addestramento evoca il comandoe queste due parole dovrebbero essere escluseda qualsiasi percorso che ha a che fare con ilsapere.

Nell'ideare e progettare un modulo forma-tivo occorre dare un senso a molti dei concettiche in qualche modo si intendono fondamen-tali e soffermarsi su alcuni elementi.

Il primo è che nell'attività formativa è es-senziale riconoscere le lavoratrici e i lavoratori,le delegate e i delegati, come soggetti proprie-tari del progetto.

Il secondo riguarda il grado di apertura del-l'esperienza che si propone: accettare la di-versità dei punti di vista come un valore, di-stinguere i fatti dai giudizi, la coerenza nel por-tare avanti le proprie idee convincendo e nonignorando gli altri, il provare a fare insieme at-traverso il lavoro di gruppo e l'attività in plena-ria, alla ricerca di un punto di vista comune,sono tutti passaggi che devono trovare collo-cazione nel processo formativo.

Il terzo si misura con le condizioni di vita edi lavoro dei corsisti, che se escluse dalla pro-

gettazione rendono piatto il rapporto tra le per-sone, indifferentemente se docenti o delegati.

La progettazione di un modulo formativo re-sidenziale di più giorni obbliga le persone a unatteggiamento corretto e di rispetto verso tuttii partecipanti, non solo nei confronti dei corsi-sti. L'organizzazione delle giornate deve essereautorevole, fluida e deve corrispondere in modoorganico al programma distribuito che fa partedel patto che si fa con i partecipanti e riguardatutto, anche le pause. Questa frattura con leabitudini dell'individuo a volte provoca tentatividi autoesclusione ma non c'è altro modo perevitare i riti delle consuetudini culturali.

Inoltre, c'è il carattere multidisciplinare del-l'approccio alla conoscenza che non va mai sot-tovalutato. Ma anche qui ci vorrebbe un altrotipo di discussione. Il progetto «Attività forma-tive di base» ha, nei suoi tre anni di vita, per-messo di verificare come la trasmissione di sa-pere a diversi livelli ha bisogno di parole comeprogettazione, analisi, riflessione,verifica, va-lutazione, esperienza e memoria. Ne ha biso-gno anche il sindacato a tutti i livelli.

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Le donne e gli uomini migranti regolar-mente residenti in Italia sono ormai4.279.000, ovvero il 7,1% della popolazione.

La presenza di migranti regolarmente residentiin Italia quindi, pur rimanendo inferiore a quellain Germania o in Spagna, ha superato la mediaeuropea che è pari al 6,2%. Il loro contributo al

Pil è pari al 9,5%, quello al gettito contributivo a7 miliardi di euro e a quello fiscale a 3,2 miliardidi euro. In cambio ricevono solo il 2,5% dellaspesa sociale. Circa la metà dei e delle migrantiche lavorano regolarmente in Italia è iscritta aorganizzazioni sindacali. Nel settore metalmec-canico, la presenza di migranti è pari a circa il

12% del totale. Tra iscritti/e alla Fiom sono circail 10% e l’incidenza è ancora maggiore tra lenuove iscrizioni. Cresce la presenza di donne euomini migranti anche tra delegati e delegateRsu, ma a questo non corrisponde un’analogarappresentanza negli organismi dirigenti. Le la-voratrici e i lavoratori migranti in media sono più

La crisi, la sua durata, nonché le azioni chele aziende stanno attuando, caratterizzateda pesanti ristrutturazioni che riducono

l’occupazione, aumentando i carichi e i tempi dilavoro, stanno producendo non solo un livello diinfortuni, anche mortali, ancora troppo elevatoma anche un aumento delle malattie derivantidalle condizioni lavorative, soprattutto con pato-logie a carico dell’apparato muscolo-scheletricoe degli arti e della condizione psichica.

Il Governo, recependo le richieste delle im-prese con il d.lgs. 106/09 correttivo del d.lgs.81/08, tra le altre cose ha ridotto drasticamentesia le responsabilità che le sanzioni per i datoridi lavoro, riducendo nel contempo l'azione ispet-tiva e di controllo da parte dei servizi di preven-zione e vigilanza delle Asl e praticando la politicadel rinvio continuo e della disapplicazione dinorme già definite nel Testo unico.

In uno scenario di questo tipo l'azione degliRls e delle Rsu, che era uscita rafforzata propriocon il Testo unico, diventa, di fatto, l'unico arginerispetto al possibile peggioramento della salute edella sicurezza nei luoghi di lavoro e fondato sullacapacità di svolgere una continua e radicaleazione di valutazione dei rischi connessi all’atti-vità lavorativa e così realizzando i necessari in-terventi utili a impedire gli infortuni e l’insorgeredelle varie patologie.

L’Assemblea nazionale degli Rls e delle Rsuche verrà convocata entro il mese di settembre,lancerà la campagna per la difesa della salute deilavoratori, contro le patologie che insorgono dal-l’intensificazione dei carichi e tempi di lavoro econtro l’organizzazione della produzione fondatasempre più sulla precarietà dei rapporti di lavoro.

In tale contesto è necessario proseguire nelpercorso formativo di arricchire le competenzedelle rappresentanze, che nel 2009 ha coinvolto più

di 900 tra Rls, Rsu e membri delle strutture Fiomin 43 corsi e che nel 2010 sarà esteso a tutti i ter-ritori con l’obiettivo di coinvolgere 500 compagni.

A fianco dei corsi di base partirà un progettopilota da realizzarsi in Piemonte per formare Rlsesperti che nella seconda metà dell’anno do-vranno essere realizzati anche in altre regioni,che devono costituire la struttura permanente epiù efficace per sostenere nelle diverse aziendel’azione delle rappresentanze.

Si proseguirà ad affiancare questa azione for-mativa con la diffusione capillare del manualeoperativo per Rls, che verrà ristampato con le op-portune modifiche, tenuto conto delle novità nor-mative intervenute.

Questo processo formativo proseguirà anchecon un’azione formativa focalizzata alla defini-

zione di delegati esperti in ergonomia e organiz-zazione del lavoro, già iniziato con i corsi di for-mazione per le rappresentanze del Gruppo Fiatma che dovrà proseguire anche con le rappre-sentanze di altre imprese che stanno implemen-tando i nuovi processi organizzativi della produ-zione fondato sul sistema ErgoUas.

L’azione formativa deve essere accompa-gnata da una parallela azione di forte contrastoalla precarizzazione del lavoro e al conseguentescadimento della tutela della salute dei lavora-tori soprattutto nella subfornitura e nel subap-palto che potrà concretizzarsi anche nella piùrapida definizione degli Rls di sito, là dove neesistono le condizioni normative utilizzandocome linee guida anche il recente accordo pergli Rls di sito in Fincantieri.

Salute e sicurezzaIl bilancio dell’attività svolta nel 2009 e gli obiettivi da realizzarenel 2010. Ufficio Sas della Fiom

Migranti metalmeccaniciUfficio migranti della Fiom

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qualificati dei colleghi italiani, ma inquadrati adun livello più basso e con contratti di lavoro piùspesso precari. Anche se i redditi in media sonouguali a quelli degli italiani, è maggiore l’inci-denza del lavoro straordinario e a turni.

Le leggi italiane in materia di immigrazionerendono praticamente impossibile la regolariz-zazione di chi si trova nel nostro paese senzapermesso di soggiorno. In compenso, per chiha ottenuto un permesso di soggiorno, è facileperderlo. È quindi lo stesso impianto legislativoa generare condizioni di cosiddetta «clandesti-nità» e di irregolarità lavorativa. Il nuovo isti-tuto del permesso di soggiorno «a punti» non èsolo ridicolo, ma lesivo della dignità delle donnee degli uomini migranti, così come lo è il fattodi voler imporre un tetto del 30% alla presenzadi bambine e bambini stranieri nelle classi sco-lastiche. Di fatto, le donne e gli uomini migrantiin Italia hanno più doveri ma meno diritti degliitaliani, tra i quali quello al voto.

Nel 2009 con il «pacchetto sicurezza» è statointrodotto il «reato di clandestinità». Si tratta diun fatto senza precedenti nel sistema giuridicoitaliano, perché introduce il concetto che unapersona può essere perseguita penalmente nonper quello che fa, ma per la propria condizione.

Sono note e in continuo aumento gravi si-tuazioni di sfruttamento lavorativo dei e dellemigranti. I fatti di Rosarno del gennaio scorsosono un esempio emblematico di come la pro-

gressiva deregolamentazione del mercato e deldiritto del lavoro hanno conseguenze ancora piùpesanti sulle condizioni di vita e di lavoro degliuomini e delle donne migranti. Inoltre non esi-ste alcuna norma che garantisca e tuteli con-cretamente chi denuncia lo sfruttamento del la-voro nero. Per queste ragioni, la Fiom sostienela vertenza per la regolarizzazione e l’acco-glienza dei lavoratori migranti allontanati daRosarno, che è particolarmente emblematica,anche rispetto alla progressiva deindustrializ-zazione e all’assenza di una vera politica indu-striale in questo paese, che nel Mezzogiorno as-sume caratteristiche ancora più pesanti. La Di-rettiva europea n. 52/2009/Ce che dovrà essererecepita dall’Italia entro il luglio del 2011, con-tiene provvedimenti in questo senso, così comel’articolo 18 del Testo unico sull’immigrazioneche prevede la regolarizzazione per le vittimedi tratta, ma tali norme sono largamente insuf-ficienti rispetto alla gravità della situazione. Èquindi indispensabile, in particolare per le or-ganizzazioni sindacali, mantenere alto il livellodi mobilitazione per l’allargamento dell’art. 18del T.u. e per un recepimento anticipato edestensivo della Direttiva 52/2009/Ce.

La Fiom in quest’ultimo anno è stata pre-sente in tutte le mobilitazioni nazionali per i di-ritti dei e delle migranti, contro la legge «Bossi-Fini» e il pacchetto sicurezza, contribuendoanche alla costruzione della grande manife-

stazione del 17 ottobre 2009. La mobilitazionesulla piattaforma di questa manifestazione èproseguita in particolare nella giornata di mo-bilitazione nazionale del 1° marzo scorso, allaquale le Rsu di molte aziende metalmeccani-che hanno partecipato anche con iniziative disciopero. Nell’ambito della campagna per lademocrazia, avviata dalla Fiom dopo gli accordiseparati, è necessario proseguire anche l’im-pegno antirazzista, dato che il razzismo e la di-scriminazione sono incompatibili con il con-cetto di democrazia in sé.

La mobilitazione sulla piattaforma del 17 ot-tobre deve proseguire e passare da una fase ditestimonianza a una fase di vera e propria ver-tenzialità, in particolare per quanto riguarda ilprolungamento dei permessi di soggiorno percoloro che hanno perso il lavoro a causa dellacrisi. Infatti in diversi territori sono già molte emolti le lavoratrici e i lavoratori con un per-messo di soggiorno «per ricerca occupazione»che ha durata di sei mesi. Da qui a pochi mesiquindi la loro situazione rischia di diventaredrammatica. La Fiom ritiene quindi indispen-sabile continuare a mantenere il dialogo e lacollaborazione con tutte le realtà sindacali, as-sociative, della società civile e dei movimentiper costruire a breve una specifica mobilitazioneche metta al centro i diritti delle e dei migrantimetalmeccanici e soprattutto la questione deipermessi di soggiorno e della regolarizzazione.

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«In primo luogo vogliamo lottare control’operazione ideologica, fortemente sim-bolica, di riportare il ruolo e il valore del

lavoro delle donne all’interno della famiglia comeperno di un sistema sociale che dovrebbe risol-vere nel privato tutti i bisogni sociali di cura e as-sistenza (Libro bianco del ministro del Lavoro).Questa operazione sostiene quella del ripristino dimaschere sessuali tradizionali, basate sul poteremaschile e la (presunta) disponibilità femminile,utili a placare l'ansia dovuta alla sparizione deiruoli tradizionali. Non è questa oggi, la realtà delledonne.

Rifiutiamo la nuova legge sul lavoro che in-troduce la rinuncia da parte della lavoratrice/lavoratore, all'atto dell'assunzione, a ricorrereal giudice del lavoro, obbligandola/o ad affidarsiinvece ad un arbitro privato, che deciderà al difuori di leggi e contratti.

Questa legge prevede anche la possibilità diavviare assunzioni con contratti individuali, chepotranno contenere clausole peggiorative ri-spetto ai contratti nazionali anche per le mate-rie che farebbero scattare la giusta causa incaso di licenziamento.

In questo modo si inserisce nei fatti la pos-sibilità di licenziamento in caso di gravidanza oquando si vogliono utilizzare permessi e con-gedi per assistenza ai figli, agli anziani e allepersone disabili.

Riteniamo vergognoso che Cisl e Uil non sisiano opposte a questa legge. Al contrario,hanno firmato un avviso comune con il ministrodel Lavoro e la Confindustria, nel quale vieneelogiato lo strumento dell’arbitrato. Cisl e Uil siapprestano a diventare i «certificatori» dei con-tratti individuali, attraverso gli Enti bilaterali.

Consideriamo la mobilitazione per l’afferma-zione della democrazia sui posti di lavoro, unascelta irrinunciabile, per affermare il diritto di la-voratrici e lavoratori a votare sulle piattaforme egli accordi che li riguardano e per impedire chesindacati non rappresentativi firmino accordi

senza alcun vincolo con i diretti interessati (Ac-cordo separato sul modello contrattuale del 22gennaio 2009 e sul Ccnl dei metalmeccanici del 15ottobre 2009).

Ci impegniamo a sostenere con nostre ini-ziative la campagna Fiom di raccolta firme peruna legge di iniziativa popolare sulla democra-zia nei posti di lavoro e ad accompagnarla conuna petizione contro l’aumento dell’età pensio-nabile per le donne e per il diritto delle lavora-trici a essere consultate e votare anche sulla lorocondizione di pensione.

Nel corso del 2009 oltre 600.000 metalmec-caniche e metalmeccanici sono state/i coinvoltidalla cassa integrazione e hanno visto diminuirei loro redditi di circa il 50%; la precarietà del la-voro è diventata condizione di tutte/i. Nel 2009 ilcalo dell’occupazione femminile nell’industriaè stato particolarmente drammatico, con unadiminuzione su base annua del 10,5% contro il4,2% di quella maschile. Si è accentuato il diva-rio tra Nord e Sud, dove la presenza di donnenel lavoro si restringe sempre di più.

Riteniamo di fondamentale importanza ri-lanciare la strategia della riduzione dell’orariodi lavoro per difendere l’occupazione ed evitareche la ripresa produttiva sia pagata con una dra-stica diminuzione di posti di lavoro.

Vanno utilizzati i contratti di solidarietà di-fensivi come strumento privilegiato per gestirele riorganizzazioni e le crisi aziendali e speri-mentare una contrattazione che coinvolga nellasolidarietà le diverse imprese di uno stesso sitoo insediamento industriale, includendo lavora-trici e lavoratori precari. I contratti di solidarietàespansivi vanno rifinanziati, per incentivare leaziende a nuove assunzioni e alla stabilizzazionedi lavoratrici e lavoratori precari.

Nella contrattazione aziendale:• tutti gli indicatori collegati direttamente o indi-rettamente alla presenza e/o alla disponibilità ora-ria, devono essere cancellati dai premi salariali, a

qualsiasi titolo erogati, in quanto discriminatori neiconfronti delle donne e di tutti i soggetti più debolio con maggiori carichi familiari. Vanno invece in-seriti indicatori di qualità sociale;• vanno inserite valutazioni sulle conseguenze delleinnovazioni e processi riorganizzativi sul lavorodelle donne, in riferimento alla qualificazione, allaformazione e all'avanzamento professionale;• vanno evidenziate le cause della disparità retri-butiva tra uomini e donne e attivati strumenti perla loro rimozione;• vanno introdotte forme di integrazione e amplia-mento dei congedi parentali e istituti che favori-scono il lavoro di cura (allargamento delle causalie aumento della copertura economica fino almenoal 50% del salario). Le somme erogate a questo ti-tolo devono essere soggette alla stessa detassa-zione dei premi aziendali;• vanno incluse norme che garantiscano pari op-portunità e non discriminazione con riferimento algenere, alla nazionalità, alle tradizioni religiose,alle scelte sessuali;• vanno sperimentati congedi di paternità;• vanno concordati piani di incremento e qualifica-zione dell’occupazione femminile, in particolarenel Mezzogiorno.

Riteniamo irrinunciabile la valorizzazionedella presenza femminile nella Fiom, contra-stando gli arretramenti che pure si sono verifi-cati in alcune realtà.

Ciò significa impegnarsi da subito per supe-rare queste situazioni e aumentare la presenzadelle compagne nel comitato centrale.

Una particolare attenzione va rivolta alla pre-senza delle lavoratrici migranti in tutta la Fiom,a cominciare dalle Rsu/Rls.

Abbiamo deciso di realizzare un progetto na-zionale di formazione/inchiesta rivolto alle donnedella Fiom di diverse generazioni e esperienze.Con questo vogliamo costruire una memoria col-lettiva del percorso delle donne nella nostra or-ganizzazione, una analisi della collocazione so-ciale del lavoro e del salario delle metalmecca-niche, una lettura delle nuove condizioni di lavoroin tempo di crisi, insieme a quella delle diversesoggettività delle donne migranti e delle nuovegenerazioni.

Un gruppo di lavoro composto da compagnedella Fiom nazionale, di strutture territoriali e didelegate approfondirà e definirà il progetto.

Inoltre le compagne della Fiom nazionalehanno preso l'impegno di costituire una Retenazionale donne Fiom come strumento di co-municazione, informazione e scambio di espe-rienze attraverso la realizzazione di una web-community dedicata.»

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Incontro nazionale donne FiomBologna, 15 marzo 2010 - Documento finale

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Da molti mesi alcune fonti statistiche emezzi di comunicazione ci informanoche la crisi iniziata nel 2008 è ormai in

via di superamento; contemporaneamentealtre fonti, sempre dati alla mano, ci diconoche non ne siamo ancora fuori, che i tempiper la fuoriuscita sono più lunghi del previ-sto. Certo è che il primo decennio degli anniDuemila ci ha già fatto vivere due gravi crisi,delle quali la seconda particolarmente pe-sante, con caratteristiche inedite, figlia del-l’economia globalizzata, capace cioè di coin-volgere sia le economie sviluppate che quelle(ex) emergenti.

Di questa seconda crisi (iniziata nel 2008, male cui premesse risalgono alla prima, alla libe-ralizzazione del credito dopo la «bolla» del 2000nella new economy) molta responsabilità è stataattribuita all’agire speculativo, in certi casi do-loso, della finanza e ancora indigna la velocitàcon cui sono stati reperiti nel 2009 centinaia dimiliardi per ripianare l’esposizione del sistemabancario (scaricandone il peso sulla collettività),mentre per lo sviluppo economico e le riforme siinvocano sempre vincoli di bilancio.

Ci si chiede allora se la lezione abbia inse-gnato qualcosa, se, attraverso regole e controlli,sia possibile limitare l’agire di quella parte dellafinanza che non ha corrispettivi nelle dinami-che della ricchezza reale di un paese; se siapossibile ricondurre, anche con l’impegno at-tivo delle forze sociali, una parte significativadella circolazione finanziaria verso impieghiproduttivi, connessi all’economia reale.

Per avviare un percorso di tal genere occorre,oltre a scelte e nuove regole pubbliche, restituirefiducia e riavviare i meccanismi dello sviluppo,dell’investimento nell’impresa e sugli uomini. Enon è certo un caso che la crisi ancora in atto,pur avendo agito su scala planetaria, abbia vistoreagire le realtà nazionali in modo differenziato.Per le economie ex emergenti, come è noto, si ètrattato solo di un rallentamento nel percorso dicrescita che le contraddistingue da tempo; perle economie sviluppate il recupero è sostanzial-mente dipeso dalle condizioni strutturali in cuila crisi le ha sorprese.

In termini di ricchezza prodotta (pil) nel2009, si va dal -2,2% della Francia al -5,2% delGiappone. Nell’ambito europeo l’Italia si situaa ridosso del paese asiatico (-5,1% nel 2009);ma quel che più pesa è che, al di là della crisi,il nostro è il paese che è cresciuto meno tra il2000 e il 2010: solo 2,6%, rispetto al 12,9% dellaFrancia, al 15,2% della Gran Bretagna o al22,1% della Spagna. Una performance negativa

che si confronta invece con un tasso d’inflazioneelevato nel decennio, paragonabile solo a quellodegli Stati Uniti e della Spagna, paesi che perònello stesso arco di tempo hanno fatto registrareben altri livelli di crescita.

L’Italia è da tempo ai margini di un percorsodi sviluppo che le possa consentire di reggere lacompetizione con i paesi di recente industrializ-zazione: politiche di contenimento salariale eforme di occupazione atipica o precaria (un lavo-ratore su quattro!) hanno avuto di gran lunga lameglio sull’innovazione del sistema industriale esulla qualificazione dei lavoratori. Il ritardo delpaese si è scelto da parte del mondo imprendi-toriale di osservarlo in modo riduttivo, solo in ter-mini di produttività dal lato del fattore lavoro, tra-lasciando i più importanti problemi (produttivitàtotale) legati all’inadeguatezza della struttura pro-duttiva (assetti proprietari inadeguati, nanismodelle imprese) e infrastrutturale.

Italia: un ritardo che aumentaIl problema non è solo la crisi. Ufficio economico Fiom

PER SAPERNE DI PIÙ

Note di attualitàBrevi approfondimenti periodici sui temidell’economia, della congiuntura, delwelfare e dell’industria.Nelle «Letture» dell’Ufficio economicoin www.fiom.cgil.it

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Vale ricordare a questo proposito che laspesa del settore privato per la ricerca e svi-luppo in Italia era nel 2006 pari allo 0,54% delpil, contro una media dell’Area euro dell’1,18%,dove la Germania è all’1,77% e gli Stati Unitisono all’1,83% (vedi su questo e altri aspetti iln. 29, aprile 2010, dell’«Osservatorio sull’indu-stria metalmeccanica», Ufficio economicoFiom-Cgil, consultabile sul sito internet dellaFiom, www.fiom.cgil.it).

In questo quadro il settore metalmeccanico,particolarmente esposto alla concorrenza in-ternazionale, ha fortemente risentito degli ef-fetti della crisi globale. Nel 2009 infatti la pro-

duzione è scesa del 27,2%, valore che ha se-guito il -4,0% del 2008 (un picco negativo è os-servabile nel comparto della Metallurgia con -29,1%). L’occupazione di conseguenza è calataben del 2,9%, un valore peggiore rispetto aquello medio nazionale. Disaggregando il datosi può vedere come il calo abbia particolarmentecolpito le donne, in genere i lavoratori a tempodeterminato e i lavoratori meridionali.

Nelle statistiche riferite alle sole grandi im-prese il dato peggiora, mostrando un -12,7% nel2009 (-18,2% per gli operai). Nell’arco del de-cennio (2000-2009) la perdita di occupazionenella grande impresa metalmeccanica è stata

pari al 25,3% (-36,5% per gli operai, -4,8% pergli impiegati).

Più drammatico il quadro se ci si riferiscealla Cassa integrazione: si è passati dalle 35,7ore per 1.000 lavorate nel 2008 alle 167,1 nel2009 (257,3 per i soli operai). Infine con un rife-rimento importante per un settore esposto allaconcorrenza, il saldo della bilancia commer-ciale metalmeccanica (import + export), allaluce di quanto richiamato, ha visto ovviamenteun peggioramento nel 2009. Ciò nonostante labilancia è rimasta attiva per oltre 32 miliardi dieuro (36 nel 2008, ma 28 e 21 miliardi rispetti-vamente nel 2007 e nel 2006).

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Dall’analisi dei dati relativi alla cassa inte-grazione – sia ordinaria che straordinaria –è evidente quanto la crisi sia stata deva-

stante nel nostro settore. Se partiamo ad esempio dal confronto tra i dati

relativi agli ultimi due anni (la crisi ha iniziato a ma-nifestarsi con particolare violenza a partire dal IVtrimestre del 2008) si vede subito che la Cig è au-mentata nel 2009 di quasi sei volte rispetto ai vo-lumi del 2008 (580%), passando da circa 83 a quasi

481 milioni di ore, che vuol dire passare da 41.000posti di lavoro a zero ore per un intero anno a240.000 nell’anno successivo. Poiché i periodi dicassa nella realtà sono stati alternati e soggetti arotazione, calcoliamo che i lavoratori interessatisono stati in realtà tra i 500.000 e i 600.000 nellasola categoria dei meccanici.

L’altro fenomeno da evidenziare è l’aumentoprogressivo del peso della categoria sui volumicomplessivi della cassa. Se confrontiamo, infatti, i

dati di gennaio 2010 con quelli di gennaio 2009 ve-diamo che le metalmeccaniche e i metalmecca-nici passano dal 58% al 60% delle persone sospesein cassa ordinaria ma diventano oltre il 50% diquelle sospese in straordinaria, mentre un annoprima ne rappresentavano solo il 30%.

Ciò vuol dire che nel primo trimestre del 2010ormai circa il 55% di tutta la cassa integrazione ri-guarda l’industria metalmeccanica, segnale delpermanere nel comparto di una crisi particolar-

La crisi nei metalmeccaniciUfficio sindacale Fiom

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mente insistente e prolungata che assume sem-pre di più le caratteristiche di disinvestimento pro-duttivo e aspetti recessivi.

Se guardiamo poi all’andamento della cassanelle diverse regioni, emerge come nel corso del2009 Piemonte e Lombardia hanno cumulato oltreil 53% della cassa integrazione dei metalmecca-nici pur con andamenti di crescita molto diversi traloro: infatti, mentre in Lombardia si è registrato unincremento vertiginoso (+1.056%), che la porta afine 2009 a cumulare da sola oltre il 30,5% di tuttala cassa della categoria (nel 2008 ne rappresen-tava «solo» il 16,7%), il Piemonte, che nel 2008 pre-sentava già volumi altissimi di cassa, cresce nel2009 con andamento più contenuto (+518%), con-tinuando tuttavia a rappresentare oltre il 23% dellacig della categoria.

La regione che nel corso del 2009 ha registratol’incremento di volumi più alto d’Italia (+1.408%) èl’Emilia-Romagna, che diventa, nel giro di un anno,la quarta regione per volumi complessivi di cassanei meccanici.

Altre regioni che nel 2009 hanno aumentato ilvolume di cassaintegrati metalmeccanici di oltresei volte rispetto al 2008 sono: Trentino-Alto Adige(+957%), Veneto (+630%), Toscana (+687%), Abruzzo(+621%), Puglia (+769%). In tre regioni, Friuli, To-scana e Campania, pur a fronte di un andamentodell’ordinaria che registra un calo a fine 2009/ini-zio 2010, l’aumento dei volumi della straordinariaè così rilevante da determinare comunque un trendglobale in crescita rispetto ai mesi precedenti.

QUANTO SALARIO HANNO PERSO NEL 2009 I METALMECCANICI IN CASSAProviamo a valutare i costi economici per i lavora-tori che sono stati sospesi in cassa. Se guardiamoallo stipendio di un metalmeccanico di 4° livellocon 5 scatti di anzianità (solo minimi tabellari senzapremi di produzione e/o di risultato, né altre vocidel salario aziendale) possiamo calcolare che il la-voratore avrà subìto una perdita di circa 4.120 eurolordi (se è stato sospeso per un periodo comples-sivo pari a 6 mesi e se, per effetto della rotazione,è riuscito a maturare per intero la 13a mensilità)mentre la perdita salirebbe a 4.900 euro lordi incaso di mancata maturazione della 13a.

Se la sospensione invece dovesse essere statadi un intero anno la perdita complessiva sarebbestata pari a 9.800 euro.

Se l’indennità di cassa integrazione fosse ef-fettivamente all’80% del salario la perdita sarebbestata solo di 1.886 euro lordi nel caso di 6 mesi disospensione con maturazione della 13a, di 2.270euro lordi nel caso della non maturazione della 13ae di 5.345 euro lordi nel caso di sospensione a zeroore per l’intero anno. Ciò significa che il mancato in-nalzamento dell’indennità di cig all’80% effettivodella retribuzione, come la Fiom richiede dall’au-tunno del 2008, ha comportato per i redditi dei me-talmeccanici italiani una perdita complessiva di al-meno 1.100 milioni di euro nel solo 2009.

ESAURITA LA CASSA ORDINARIA, CRESCITAESPONENZIALE PER LA STRAORDINARIALa crescita vertiginosa della cassa integrazionestraordinaria è un dato che ha cominciato a mani-festarsi con il mese di luglio 2009 con l’immissionedei dati della cassa in deroga nella banca dati Inpsnazionale, ma si spiega essenzialmente col feno-meno dell’esaurimento della cassa ordinaria e ilconseguente passaggio alla straordinaria, senzasoluzione di continuità, fenomeno sempre più ac-centuato nelle imprese metalmeccaniche, che se-gnala il perdurare di una crisi produttiva ed occu-pazionale, che assume contorni sempre più dram-matici in particolare nei nostri comparti.

Se guardiamo ai dati del mese di febbraio 2010– in cui si è avuto un aumento reale del 9% dei vo-lumi complessivi di cassa integrazione per leaziende metalmeccaniche sul mese precedentee un raddoppio rispetto ai volumi già impressio-nanti di febbraio 2009 – salta agli occhi la profondatrasformazione dei pesi relativi tra ordinaria estraordinaria. Infatti, mentre un anno fa il 76,5%riguardava cassa ordinaria, oggi il 57,3% dei cas-saintegrati metalmeccanici si trova in cassa stra-ordinaria con un trend di sostituzione che aumentavertiginosamente di mese in mese.

Tradotta in posti di lavoro la situazione attualecorrisponde ad oltre 301.000 posti a zero ore perl’intero mese di febbraio di cui 172.500 in cassastraordinaria e 128.500 in ordinaria, mentre loscorso anno nello stesso mese i posti di lavoro me-talmeccanici sospesi a zero ore in cassa straordi-naria erano «solo» 34.000. Ovviamente continuiamoa parlare di «posti di lavoro sospesi a zero ore» enon di lavoratrici e lavoratori, perché sappiamo chela stragrande maggioranza degli accordi realizzatinella categoria hanno evitato le zero ore, attraversola rotazione o i contratti di solidarietà. Ciò vuol direperò che l’area dei lavoratori interessati da so-

spensioni lavorative è molto più ampia e purtroppoperdurante nel tempo, con una condizione sogget-tiva e collettiva ormai pesantissima per tutti i com-parti della categoria. È inaccettabile che il governocontinui a mentire rispetto a quella che è ormai unavera e propria emergenza sociale, che pensi a pro-rogare solo provvedimenti palliativi, mentre nienteè stato fatto rispetto al raddoppio della durata dellacassa ordinaria e all’aumento della indennità perle persone coinvolte all’80% effettivo di salari e sti-pendi come la Fiom richiede da tempo.

Sulle politiche industriali nessun interventoneppure di comparto e/o di filiera, mentre conti-nuano interventi spot di cosiddetti incentivi ai con-sumi, del tutto scollegati da politiche occupazio-nali di blocco dei licenziamenti e di intervento in-novativo a supporto delle crisi aziendali. Intantofallimenti, liquidazioni, procedure concorsuali, ces-sioni e trasferimenti di aziende, delocalizzazionedelle produzioni all’estero, abuso della catena degliappalti e subappalti sono le forme più in voga chela riorganizzazione industriale assume nel nostroPaese, favorita dal laissez faire del Governo e dalladeresponsabilizzazione colpevole del sistema im-prenditoriale e finanziario.

Solo nella categoria oltre 200.000 lavoratrici elavoratori precari hanno perso il loro posto di la-voro negli ultimi 18 mesi, nel IV trimestre 2009 ilcalo dell’occupazione nel settore è stato stimatodall’Istat di oltre il 3,7% (2,9% uomini e 11,4%donne) e la situazione non sembra certo destinataa migliorare nei prossimi mesi. Cosa succederà asettembre 2010 quando anche i 12 mesi di cassastraordinaria per crisi aziendale, saranno esauritiper gran parte delle aziende del nostro settore? Ilministro Sacconi pare non farsene particolare cruc-cio. Se pensa che la cassa in deroga sia lo stru-mento sufficiente per fronteggiare un tale disastro,mente sapendo di mentire.

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Abbiamo voluto preparare questo Punto-Fiom Europa per il 25° Congresso nazio-nale della Fiom in modo che tutte/i le/i de-

legate/i possano ricevere una serie di informa-zioni che spesso sono o trascurate o inesistentinell’attività quotidiana.

La Fiom è affiliata alla Federazione europea deisindacati metalmeccanici (Fem). L’Ufficio Europadella Fiom lavora principalmente sull’attività pro-grammata dalla stessa Fem: Comitati aziendali eu-ropei (Cae), contrattazione collettiva, politiche in-dustriali, oltre ovviamente alle situazioni multina-zionali di crisi e alle attività degli organismi dellaFem (comitati di settore, direzione e Comitato ese-cutivo). Inoltre abbiamo costruito rapporti bilate-rali con alcuni sindacati europei tra cui la Ig Metalltedesca, le Cc.Oo. spagnole e la Cgt francese.

CAENegli ultimi 4 anni abbiamo tentato di stabiliz-zare la presenza dei delegati italiani nei Cae.

Abbiamo così concordato a livello nazionaleun regolamento per la rappresentanza delle treorganizzazioni nei Cae che fosse più vicino pos-sibile all’effettivo peso della rappresentanza delleorganizzazioni sindacali. Inoltre le nomine sonostate effettuate dal centro nazionale e questo ciha consentito di censire la stragrande maggio-ranza dei Cae in cui la Fiom è presente.

Su un elenco di 150 Cae attivi (l’elenco è su-periore) la Fiom è presente con 88 delegati/e. Pre-sumibilmente la presenza italiana è superiore poi-ché non abbiamo i dati né della Fim né della Uilm.

Su questi 150 Cae attivi, 12 sono di aziendeitaliane, già costituiti, mentre per altri 3 è stataavviata la procedura di costituzione.

Negli ultimi 2 anni l’Ufficio Europa ha firmato5 nuovi accordi e seguito il rinnovo di altri 16, ef-fettuati dalle/i nostre/i delegati/e. La Fiom è inol-tre rappresentante della Fem come coordinatoredei Cae Electrolux, Lucchini, Stm e Fiat (a rota-zione con Fim e Uilm). Gli ultimi anni di attività neiCae sono stati segnati dalla discussione e mobi-litazione per la nuova Direttiva sui Comitati azien-dali europei, approvata definitivamente nel 2009.

Il risultato non è esattamente quello che ciaspettavamo ma è indubbio che la nuova direttivaci consegna la possibilità di consolidare i diritti diinformazione e consultazione e altri fondamentalinorme che ci possono consentire di costruire Caepiù rappresentativi da un punto di vista sindacale,più autonomi e più efficaci, anche attraversol’enorme sforzo che i sindacati affiliati hanno fattoin questi anni per una «sindacalizzazione dei Cae».

LA CRISI E LE RISTRUTTURAZIONIA cominciare dal 2008 l’Ufficio Europa è stato coin-volto direttamente nella gestione delle vertenze

di ristrutturazione di molte multinazionali comead esempio Electrolux, Mann, Siemens, Bosch,Ge Cons&industrial, Fiat, Gm, Bpw, Maflow ecc.Alcune di queste si sono concluse con accordi,altre nel momento in cui scriviamo sono ancoraaperte. È interessante la disamina di queste ver-tenze dentro le quali possiamo trovare di tutto:dall’indifferenza per quello che accade ai lavora-tori fatta passare come struttura e metodo di rap-presentanza (i consigli di sorveglianza) alla pra-tica della solidarietà, a quella del corporativismo,anche perché in assenza di obiettivi seri a livelloeuropeo ognuno cerca di arrangiarsi come può.

Non credo che sarebbe stato più facile ri-spondere da parte nostra a ruoli inversi.

Di quelle risolte in solidarietà voglio sottoli-nearne due: la Mann (multinazionale tedesca) ela Automotive Lighting (Magneti Marelli-Fiat).

CONTRATTAZIONE COLLETTIVADeterminante per il nostro ruolo di sindacato èl’impegno praticato nel campo della contratta-zione collettiva su due versanti: il primo è la co-struzione di linee rivendicative della Fem su ma-terie sindacali e contrattuali, il secondo è nellapartecipazione agli accordi transnazionali firmatidalla Fem con multinazionali presenti anche nelnostro territorio.

Sino al 2006 la Fem agiva nei confronti dei pro-pri affiliati sulla contrattazione collettiva attra-verso linee guida (ad esempio orario di lavoro, for-mula comune per aumenti salariali ecc.). Nel 2006la Fem attua una svolta politica e lancia nellaConferenza di Roma la prima richiesta comunesul diritto dei lavoratori alla formazione.

Prima richiesta comune della Fem sulla formazioneIn concreto significa che tutti i sindacati affiliati,nei loro paesi e nelle loro fasi contrattuali avan-zano la stessa rivendicazione ovvero, in questoprimo caso, il diritto dei lavoratori alla formazione.

Dopo 4 anni il bilancio è articolato. Vi sonopaesi in cui si è raggiunto un discreto risultato (adesempio in Germania), in altri ottimo (ad esempioin Danimarca il risultato è stato «pieno», con l’ac-quisizione del diritto a 5 giorni annui di formazioneper ogni lavoratore), in altri ancora l’inserimento ditali richieste nelle piattaforme rivendicative ha tro-vato l’opposizione intransigente del padronato edunque sono ancora in ballo per raggiungere taliobiettivi (ad esempio l’Italia). L’impegno è che ov-viamente nei prossimi round contrattuali si ripro-ponga la stessa rivendicazione.

Seconda richiesta comune della Fem sul lavoro precarioI processi avvenuti nel mercato del lavoro euro-

peo, alcune direttive anti-lavoro, il diffondersi difenomeni di dumping hanno costretto la Fem adiscutere dal 2005 della precarizzazione del la-voro, delle sue conseguenze e di come affrontarloda un punto di vista sindacale europeo.

Arriviamo così alla Conferenza di Madrid del2009 che lancia una seconda richiesta comunecontro la precarizzazione del mercato e dei con-tratti di lavoro.

Per la Fiom significherà continuare sullastrada già intrapresa nella contrattazione per eli-minare e/o stabilizzare tutti i contratti precari.

LA CONTRATTAZIONE TRANSNAZIONALEChe cos’è un accordo transnazionale? È un ac-cordo firmato tra la Fem e un’azienda multina-zionale valido in tutti i paesi in cui vi sono fab-briche e/o uffici attraverso un accordo di recepi-mento.

Per attraversare questo passaggio nel mi-glior modo possibile, all’ultimo congresso dellaFem è stato inserita nello Statuto la procedurademocratica di mandato e di approvazione. Lamodifica dello Statuto evita la sopraffazione diun paese sull’altro e stabilisce la titolarità di con-trattare esclusivamente all’organizzazione sin-dacale (e non ai Cae) attraverso una delegazioneeletta da tutti (e dove normalmente vi sono anchei delegati Cae).

Per la Fiom un accordo transnazionale, chevale su tutto il territorio nazionale e per tutti glistabilimenti, è equiparato a un accordo nazio-nale e dunque prevede sia una consultazione dimandato che l’approvazione dell’accordo attra-verso referendum.

Sono stati approvati gli accordi per Schnei-der, Thales, Arcelor e Areva, non le ipotesi di ac-cordo per Abb e Cofathec, mentre abbiamo chie-sto e ottenuto la sospensione della trattativacon Alstom in presenza di licenziamenti.

Come potete immaginare lo sforzo delle/deinostre/i delegate/i e delle strutture per parte-cipare, incidere e effettuare tutti i passaggi nelrapporto con i lavoratori è molto sostenuto. Avolte siamo stati all’altezza, altre no. Senza laconsapevolezza dell’importanza delle cose chestanno cambiando a prescindere dalla nostravolontà e anche dalla nostra disattenzione, nonarriveremo ad avere una organizzazione all’al-tezza delle sfide che ci si presentano.

LA POLITICA INDUSTRIALEIl bilancio su questo settore è un po’ magro intermini di risultati anche se il lavoro della Fiomnell’ultimo anno è stato molto intenso, in parti-colare sulla questione politica industriale eu-ropea, sull’auto, sulla siderurgia e sui cambia-menti climatici.

PUNTO FIOM EUROPARapporto di attività 2006/2010

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Il lavoro internazionale della Fiom si è con-centrato su alcune direttrici fondamentali:strumenti per contrastare il potere delle mul-

tinazionali e andare verso una contrattazione col-lettiva internazionale (Accordi quadro interna-zionali, reti e consigli sindacali mondiali); soste-gno a sindacati indipendenti e democratici nellalotta per i diritti fondamentali; modello di sviluppoe commercio internazionale; pace e disarmo. Si èlavorato per passare da una politica di «relazioni»internazionali, alla costruzione di iniziative co-muni con altri sindacati, all'interno della Fism oautonomamente. Si è voluto dare continuità – inuna situazione di generale difficoltà – ai rapporticon i movimenti altermondialisti (stabiliti dal 2001nelle giornate di Genova anti G8) e pacifisti ( sta-biliti fin dal 1999 con l'opposizione ai bombarda-menti Nato in Serbia). Sono state promosse ini-ziative in tutti i Forum sociali (europeo e mon-diale) insieme a «reti» e sindacati nazionali einternazionali. Si è dato vita (2007) alla rete in-ternazionale «Lavoro e Globalizzazione» (pro-muove presenza sindacale e temi del lavoro neiForum sociali) e ad una rete «mediterranea» Me-dlink (2007, 2008, 2009) per controbattere l'ideo-logia di guerra dello «scontro di civiltà».

MULTINAZIONALIDopo la Conferenza Fism di Francoforte sugliAccordi quadro internazionali (2006), che ha de-finito linee guida per negoziare gli Accordi qua-dro, si è svolto un seminario con delegati/e dellaIndesit (accordo quadro dal 2002) e un succes-sivo incontro con l’azienda che ha consegnatoun elenco dei fornitori, per la verifica dell'appli-cazione dei diritti fondamentali. Sono stati inse-riti i principi dell'Accordo quadro per l'applica-zione delle convenzioni internazionali Oil allaBonfiglioli (Emilia-Romagna). In entrambi i casibisogna tuttavia dire che debole è stato il moni-toraggio di parte sindacale sulla effettiva coe-renza tra il testo degli accordi e la loro applica-zione. Un accordo collettivo internazionale (suicomitati salute e sicurezza) è stato realizzatoalla Arcelor Mittal, dopo la Conferenza interna-zionale Fism tenutasi nel 2007. Arcelor Mittalviola diritti del lavoro e sindacali nello stabili-mento in Marocco. La Fism ha avviato nei paesidel Maghreb un lavoro sulle multinazionali.

Il consiglio mondiale Tenaris (Dalmine) si èriunito in Italia nel 2008, decidendo nel suopiano di azione l'invio di una delegazione di so-lidarietà in Colombia nel 2010, a sostegno delnuovo sindacato Sintratucar (stabilimento Tu-bocaribe): ostacolato dalla azienda che rifiutala contrattazione collettiva e i cui dirigenti sonostati più volte minacciati di morte.

Una attività significativa ha riguardato la Fiat,nel 2007, con il sostegno dei metalmeccanici ita-

liani ai movimenti Indiani in lotta contro l'indu-strializzazione distruttiva della impresa Tata (ilcui Presidente siede nel Cda della Fiat), per im-piantare la fabbrica della «vetturetta» indiana inuna zona agricola cacciando i contadini. La Tatadeciderà di ritirarsi e costruire altrove. Nel 2008,promosso da Fim Fiom Uilm, si tiene a Torino unincontro internazionale sulla «Globalizzazionedei diritti» e (in collaborazione con la rete «Sbi-lanciamoci») sul modello di sviluppo. Queste ini-ziative sollecitano la nascita delle rete sindacaleinternazionale Fism, a Torino nel giugno 2009,che richiede un tavolo negoziale alla Fiat per l'Ac-cordo quadro. Le lotte dei lavoratori Fiat controla ristrutturazione e la chiusura di stabilimentivengono sostenute dal sindacato Teamsters (StatiUniti ) e la Fiom distribuisce a Torino un volantinodi solidarietà con la loro lotta contro la ristruttu-razione nel trasporto delle auto, seguita all'ac-cordo Fiat-Chrysler. Nasce ad aprile la rete sin-dacale internazionale della Caterpillar.

Sostegno a sindacati indipendenti e demo-cratici: esempio significativo è il progetto di for-mazione per delegati sindacali di multinazionali inItalia e in Turchia, promosso dalla Fiom in colla-borazione con il sindacato indipendente Birlesikmetal-Is (con contributo della Commissione eu-ropea). In Turchia i diritti del lavoro e la libertàsindacale sono limitati e repressi. Il progetto, rea-lizzato in 2 tappe (Roma, Istanbul) nel 2007 hacoinvolto delegati italiani e turchi, promuovendola reciproca conoscenza e un rapporto continua-tivo di scambio di informazioni e solidarietà.

COMMERCIO INTERNAZIONALE, LAVORO, SVILUPPOQuesto gruppo di lavoro della Fism, in cui la Fiomrappresenta i sindacati italiani, si riunisce unavolta l'anno in diversi paesi (dal 2006). Ha lavoratoin un campo in cui si producono conflitti tra sin-dacati (nord e sud in particolare) e in cui la «mul-tilateralità» dell'Omc è in crisi, per trovare formedi solidarietà sugli obiettivi dell'occupazione eper l'affermazione negli accordi commerciali deidiritti fondamentali, con una critica del modellodi sviluppo e della globalizzazione, che la crisiglobale ha evidenziato. La sua risoluzione, alCongresso della Fism ( maggio 2009) è stata vo-tata alla unanimità.

In un mondo del lavoro diviso e messo incompetizione al suo interno dalle politiche azien-dali, con una precarizzazione crescente, controil tentativo liberista dei Governi di ridurre il sin-dacato al mercato, è necessario costruire unanuova e sempre più difficile solidarietà.

PACE – DISARMO – SPESE MILITARIDa sempre impegnata nella lotta per la pace, laFiom ha contribuito a realizzare iniziative, per il ri-

tiro delle truppe dall'Iraq, contro l'attacco israe-liano al Libano (2006), per il ritiro delle truppe dal-l'Afghanistan (2007), in solidarietà contro la re-pressione della società civile curda in Turchia(2009). Le tante iniziative su Palestina-Israele sisono basate su: solidarietà materiale alla popo-lazione palestinese - campagne di raccolta fondiper progetti (con rete «Action for Peace» che com-prende associazioni pacifiste e Cgil): «La Pale-stina ha bisogno di noi, noi abbiamo bisogno dellaPalestina (2006-2007)»; «Un futuro per Gaza»(2008-2010);- rispetto del diritto internazionalee dei diritti umani: campagna europea «Sanzionicontro l'occupazione israeliana» (2005-2006-2007), per il congelamento dell'accordo di coope-razione economica Ue-Israele; per la sospensionedell'accordo di cooperazione militare Italia-Israelee la verifica della cooperazione militare Finmec-canica-aziende israeliane (marzo-aprile 2009).L'Assemblea dei delegati Fiom e il Comitato cen-trale, a cui nel 2007 ha partecipato il dirigente pa-lestinese Mustafa Barghouti hanno preso posi-zione contro gli attacchi militari e l'occupazioneisraeliana, l'assedio e il massacro di Gaza (2008);il rapporto con i pacifisti israeliani si è rafforzatoanche inviando ogni anno una delegazione in Pa-lestina e Israele, nel 2007 con il segretario gene-rale della Fism Marcello Malentacchi, nel 2008con il segretario generale della Fiom, Gianni Ri-naldini. Nel 2009-10 la Fiom ha aderito e parte-cipato alla Gaza Freedom March (Cairo).

Più difficile coinvolgere tutta la Fiom sullaquestione «disarmo» e «spese militari». La Fiom,che fa parte della rete Disarmo - ha co-promossola legge di iniziativa popolare per l'«Italia zonalibera da armi nucleari» (2008) e sostenuto la re-lativa campagna di raccolta firme «Un futurosenza atomiche». Ha avviato una discussionesulla produzione e acquisto italiano di caccia-bombardieri F35 (15 miliardi di euro!). Una sceltainsostenibile, tanto più in tempi di crisi!

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Punto Fiom Internazionale

NOTIZIE INTERNAZIONALI, terza faseCreata nel 1987, da Pino Tagliazucchi, come una ras-segna ragionata e rielaborata della stampa estera, No-tizie internazionali è diventata dal 2001 la Rivista dellaFiom, con articoli, commenti, dossier informativi.Adesso siamo alla terza fase, quella di Notizie Interna-zionali.net, ovvero una rivista on line. È un esperimentonuovo, dettato da almeno due ragioni: la necessità diridurre i costi e la volontà di raggiungere le fabbriche,con uno strumento più flessibile, più attuale, non sog-getto ai limiti e tempi della stampa. Comprende diversesessioni, oltre a un editoriale affidato ogni volta ad unapersona diversa, su un avvenimento di particolare im-portanza, di cui sia protagonista.• Schede/dossier: per favorire la conoscenza di

alcuni temi e/o paesi (pubblicati dossier su infortuni sul lavoro, sindacati del mediterraneo, India, contrattazione collettiva nel mondo, donne e lavoro)

• Schede su Organizzazioni internazionali e strumenti sindacali

• Articoli e interviste: parlano i/le protagonisti/e di vertenze, lotte, vicende significative

• Reportages: racconti di delegazioni/incontri internazionali, esperienze nei Forum sociali ecc.

• Recensioni: di libri, film, documentari, privilegiandoquelli che raccontano storie di lavoro

• Notizie brevi di attualità.

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L’anniversario del 1969 è stata l’occasione per mettere in campo semi di memoria rispetto a come eravamo, di riflessione sul riconoscimento disoggettività politica del Movimento delle lavoratrici e dei lavoratori 40 anni fa e oggi; figli della stessa storia, ma di un altro mondo, il '900 difronte al 2000. Durante l’Autunno caldo le notizie sindacali, i metalmeccanici erano tutti i giorni in prima pagina sui giornali conservatori e pro-

gressisti e non nascosti nella cronaca economica, come è accaduto per gli scioperi e le trattative del contratto dei metalmeccanici del 2009. La lotta perla conquista del contratto nazionale con la riduzione di orario, l’aumento del salario uguale per tutti, i diritti sindacali in fabbrica, la richiesta di unificarele normative operai e impiegati mettevano insieme lavoratrici e lavoratori, organizzazioni, imponevano la mediazione del governo, producevano leggicome lo Statuto dei lavoratori, e radicavano l’unità, a partire dai luoghi di lavoro. Forza e potere di un sindacato che sa essere generale e allargare un’ideadi democrazia nel paese, di una classe operaia cui viene riconosciuta rappresentanza politica attraverso i partiti storici dell’Italia repubblicana. Forza epotere da mettere sotto controllo, negandone l’esistenza attraverso la progressiva invisibilità, con il sostegno di una economia che si internazionaliz-zava, la perdita di un punto di vista possibile diverso dal modello capitalista, la frantumazione dei luoghi della produzione e dei rapporti di lavoro.

Ora siamo nella cosiddetta seconda repubblica, in piena globalizzazione finanziaria liberista, in un’epoca in cui i governi non mediano fra interessi,ma stanno da una parte, in cui le leggi non allargano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, ma si mettono al servizio dell’impresa; l’unità sindacale la-scia il passo al sindacato della bilateralità e dell’arbitrato, che prescinde dal sostegno dei lavoratori, e con accordi separati a tavolino che escludono lamessa in campo di rapporti di forza si vogliono annullare anni di conquiste, di storia del contratto nazionale. Resistere a questo schieramento che vuoleisolare il senso e la rappresentanza collettiva del lavoro è un compito difficile e ambizioso, che ha bisogno anche di conoscenza, approfondimento, con-sapevolezza. Per non perdere e anzi mettere insieme ciò che unifica la condizione del lavoro dipendente, per difenderne gli interessi in quanto interessigenerali di una società solidale, rispettosa di uomini e donne, dell’ambiente, in grado di attribuire valore all’attività umana. Per contrattare a pari dignità.

La Fiom-Cgil ha promosso varie iniziativenell’ambito delle celebrazioni del qua-rantesimo anniversario dell’Autunno cal-

do del 1969. Nel 2006 fu messo in cantiere unprogetto che prevedeva il restauro di una seriedi filmati di quegli anni a cura di Silvano Agosti.Una parte di quelle immagini sono poi state uti-lizzate per il film «Il senso della lotta», unalunga intervista a Bruno Trentin, di Silvano Ago-sti, che la Fiom nazionale, in collaborazione conla Fondazione Di Vittorio, ha prodotto nel 2008.Dalle immagini dell'archivio sono stati tratti deivideo formativi e un altro film dal titolo «Autunnocaldo». Il 2009 si è aperto con la riproposizionedello slogan di adesione al sindacato del 1969:Più forza al sindacato, più potere alle lavoratricie ai lavoratori, uno slogan che, dopo quaran-t'anni, mantiene la sua forza e il suo principioispiratore, oltre che ancora valido, è da rilanciarecon determinazione. Inoltre è stato ripubblicatoil Contratto nazionale del lavoro del 1970.

Questa ricerca, che fa parte delle celebra-zioni dell'Autunno caldo, ha il suo principaleobiettivo nel preservare la memoria di questostraordinario momento storico, analizzando ilperiodo con particolare riferimento all’impattoche la lotta sindacale ha avuto nei principaliquotidiani dell’epoca.

Il valore di quel particolare periodo risiedenon solo nelle strategie sindacali e nei contenutidelle piattaforme rivendicative, già di per sé in-novative, ma anche per il profondo impatto chel’azione sindacale ha avuto nei confronti della so-cietà nella sua interezza. Ne è dimostrazione ilrisultato che è scaturito dalla lettura dei giornali

dell’epoca, che viene utilizzato in questa ricercacome base documentale per la creazione di unamassa di informazioni e analisi che aiutano acomprendere la complessità di quel periodo.

La ricerca ha elaborato una serie di strumentidi analisi e documentazione, consultabili sul sitowww.fiom.cgil.it/autunno69, in particolare:1) Una Banca dati dei principali quotidiani na-

zionali nell’autunno del 1969 che serva siacome memoria storica del periodo che perverificare l’impatto in termini quantitativi equalitativi delle lotte operaie e in particolaredel rinnovo del contratto nazionale dei me-talmeccanici. Allo scopo di far utilizzare almeglio questo strumento, sono state createdelle Istruzioni per l’uso che consigliamo allettore di leggere.

2) L’elaborazione di Elementi di riflessione sca-turiti dalla lettura dei quotidiani del periodoin oggetto. A tale scopo sono stati sviluppatiun’analisi della lettura dei giornali, una cro-nologia dei principali eventi, un quadro delcontesto politico, sociale ed economico delperiodo, le chiavi del successo sindacale,oltre a una raccolta di dati e commenti al ter-mine della stagione sindacale.

3) La raccolta di alcune Storie particolari, degliSlogan e striscioni delle manifestazioni del-l’Autunno caldo, e alcuni video per aiutare illettore a comprendere questo importanteevento della storia recente italiana.

4) L’analisi dei principali quotidiani del corri-spettivo autunno sindacale del 2009 alloscopo di mettere in risalto le principali ca-ratteristiche, i punti in comune e le maggiori

diversità dell’impatto mediatico dell’azionesindacale, così come vengono raffigurate neiprincipali giornali nazionali nei due periodi. Atale scopo è stata creata un’area denominata1969/2009 in cui è stato creato un indice de-gli articoli pubblicati dai quotidiani nell’au-tunno 2009. Dai dati risultanti dall’indice 2009e dalla banca dati del 1969 sono state elabo-rate delle schede di comparazione fra i dueperiodi in merito alla struttura dei giornali,alla quantità e qualità degli articoli sulle te-matiche del lavoro e in particolare sui me-talmeccanici, l’impatto sulle prime paginedei giornali di due eventi importanti nel 1969e nel 2009, e un elenco dei rappresentati po-litici e sindacali in carica nei due periodi.

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Autunno ‘69Le lotte dei metalmeccanici sui giornali dell’epoca

Presentazione della ricerca

La ricerca è consultabile sul sito della Fiom all’indirizzo www.fiom.cgil.it/autunno69

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