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Corso Allenatore di Base Varallo Sesia 17-23/07/2011 Varallo Sesia 28/08/2011-03/09/2011 Pag. 1 su 107 Quaderno tecnico dei corsi ALLENATORE di BASE Estate 2011

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Quaderno tecnico dei corsi

ALLENATORE di BASE

Estate 2011

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Sommario

Staff organizzativo e tecnico ............................................................................................................................ 3

Elenco dei corsisti ............................................................................................................................................ 3

METOLOGIA dell’insegnamento sportivo.……… .............................................................................................4

RRGOLAMENTO………………………………………………………..…………………………………....…….…13

1 contro 1 dinamico in attacco…….……..…………..……………………………………..………………………..17

1 contro 1 dinamico in difesa..…….……..……………..…………………………………………………………….23

Collaborazioni in attacco. …………………………............................................................................................34

Collaborazioni in difesa……. ………………………….......................................................................................40

Costruzione attacco alla difesa Individuale………...........................................................................................50

Costruzione difesa individuale……………………...........................................................................................57

Utilizzo dei blocchi, attacco e difesa………………………………………… ………………………...................63

Difesa a zona ……………………………….……………………………………………………………………….…68

Attacco alla difesa a zona…………………………............................................................................................74

Area Medica……………………………………..................................................................................................79

Preparazione Fisica……………..………………………………………………………………………………..…...90

Preparazione di una gara …………………………………………………………………………………..…………81

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STAFF ORGANIZZATIVO E TECNICO

Roberto CHIEPPA Resp. Amministrativo Roberto CHIEPPA

Mauro FERRERO Resp. Organizzativo Giorgio MAULE

Maurizio SALVEMINI Formatore Marco BUSSOLI

Matteo CARA Assistente Maurizio SALVEMINI

Loretta FABIANI Metodologo Mirella RONCO

Maurizio ROSTAIN Arbitro Federico BRINDISI

Denis MARANGON Preparatore Fisico Manuel TORBOL

Roberto CARLIN Medico Roberto CARLIN

1 AUBRY VINCENZO 1 ARALLA PAOLO

2 BALLATORE ANDREA 2 BALDONI ANTONIO

3 CAMPARI LUCA 3 BASCIU GIORGIO

4 CIPOLLA FEDERICA 4 BOSIO FEDERICO

5 CORTESE DANIELE 5 BRAVI LORIS

6 DE SIENA GIOEL JOSE' 6 CALZAVARA DANILO

7 DI MARTINO GIULIO 7 CAROTTA MARINA

8 ELIA SANTO 8 CASTAGNO ALESSANDRO

9 FEA GIORGIO 9 CAVALERA LUCA

10 LATINI ALEX 10 CONGIONTI PIERLUIGI

11 MANASSERO DAVIS 11 CONGIONTI ANDREA

12 MANNIELLO MARCO 12 CORA SIMONE

13 MONCALVO BRUNO 13 DRAGO MATTEO

14 MONTARULI MASSIMILIANO 14 GARNERO TERESIO

15 PAVESE ANDREA 15 GIANGRECO MARCO

16 PECCHIO SIMONE 16 GIANNUZZI GIANLUCA

17 PRIGIONE NICOLO' 17 MACCARIO DAVIDE

18 SIRAGUSA MICHELE 18 MORGANTI LUCA

19 TAGLIANO ANDREA 19 PRONESTI' ENRICO

20 TAVELLA NADIR 20 SEIA DAVIDE

21 TRABUIO PAOLO 21 SOBRERO ENRICO

22 TROCCOLI PAOLO 22 SQUARCINA IACOPO

23 UGAZIO NICOLA 23 VALSESIA MARIANO

24 VALPIANI GABRIELE

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METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO SPORTIVO

Premessa

OBIETTIVI DELL’INTERVENTO:

FORNIRE AGLI ALLENATORI DI BASE INDICAZIONI E BASI SCIENTIFICHE PER

conoscere meglio le caratteristiche degli atleti

comunicare in modo efficace

organizzare meglio l’insegnamento tecnico

facilitare l’apprendimento dei propri atleti

aggiornarsi ed auto-valutarsi

PERCHÉ RIFLETTERE SULLA METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO?

per poter scegliere obiettivi,escogitare soluzioni, trasmettere informazioni,suscitare

atteggiamenti

per favorire l’apprendimento e l’ottimizzazione delle tecniche

per aumentare la consapevolezza degli allievi

per creare delle COMPETENZE

Poiché spesso questo non avviene sulla base di una strategia o di un progetto metodologico consapevole.

L’interazione tra processi psicologici e processi di apprendimento motorio non va mai affrontata in modo

generico.

L’ APPRENDIMENTO

“Attività diretta, specificamente, all’acquisizione e al perfezionamento di conoscenze e capacità”

(Meinel, 1984)

“Processo dinamico d’interazione nel quale (…) l’allievo non deve solo ricevere, ma deve portare il suo

contributo” (Madella, 1993)

ELEMENTI ESSENZIALI PER APPRENDERE ( M. Pieron)

Il tempo di impegno motorio

Il clima positivo

L’informazione frequente e di qualità(FEEDBACK) L’organizzazione del lavoro

La motivazione

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1. APPRENDIMENTO MOTORIO

E’un insieme di processi associati all’esercizio che determinano dei cambiamenti nella capacità di

prestazione

o è un processo di acquisizione della capacità di eseguire delle abilità

o è la conseguenza di esercizio e di esperienza

o non è osservabile direttamente (cambiamenti interni)

o i cambiamenti devono essere PERMANENTI perché ci sia apprendimento

INDICATORI DI APPRENDIMENTO

Caratteristiche della prestazione che indicano apprendimento:

MIGLIORAMENTO

Dopo un certo tempo l’abilità viene eseguita in modo migliore

COSTANZA

L’esecuzione non varia,diviene stabile;non interferiscono variazioni ambientali o personali

PERSISTENZA

La migliore capacità di prestazione si mantiene per periodi più lunghi

ADATTABILITA’

Aumenta la capacità di realizzare l’abilità con successo anche quando si modifica la situazione

FASI DELL’APPRENDIMENTO MOTORIO

o non è un processo continuo,ma sono fasi a velocità variabile o ad un’iniziale rapido miglioramento di

abilità segue una stabilizzazione temporanea della prestazione

o il massimo sviluppo della tecnica può avvenire anche 10/12 anni dopo l’inizio dell’attività sportiva

o è un PROCESSO DINAMICO, ma in evoluzione e SI SVILUPPA SU 3 FASI:

1. FASE DI COORDINAZIONE GREZZA

2. FASE DI COORDINAZIONE FINE

3. FASE DI COORDINAZIONE AVANZATA

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IL RUOLO dell’ALLENATORE

L’istruttore è un TECNICO, ma è anche un EDUCATORE :

il suo compito è EDUCARE, quindi attraverso lo SPORT si realizza sempre un intento educativo.

LA FUNZIONE dell’ALLENATORE

L’allenatore è un facilitatore dell’APPRENDIMENTO: attraverso lo sport l’atleta APPRENDE perché:riesce ad

esprimersi,si stabiliscono con lui degli obiettivi e deve impegnarsi per poterli realizzare,ha l’opportunità di

ricevere gratificazioni fisiche e mentali e soprattutto ha modo di rapportarsi con se stesso e con altri.

I COMPITI, LE RESPONSABILITÀ E LE FUNZIONI DELL’ALLENATORE DI BASE

inquadrare la pratica degli atleti

organizzarla

prendere decisioni rapide e pertinenti

intrattenere un rapporto comunicativo con gli allievi

relazionarsi con dirigenti,società,Federazione,organi tecnici

gestire in modo competente rapporti comunicativi

2. LE COMPETENZE DIDATTICHE DELL’ALLENATORE DI BASE

PROGRAMMARE

OSSERVARE

VALUTARE

COMUNICARE

MOTIVARE

3. LE COMPETENZE DIDATTICO-METODOLOGICHE DA ACQUISIRE

Strutturare metodologie didattico-operative

Saper programmare scegliendo situazioni di allenamento adatte

Sapere analizzare il comportamento motorio degli atleti

Saper osservare gli allievi in riferimento agli obiettivi di lavoro

Entrare in relazione con gli allievi comunicando efficacemente

Saper fornire istruzioni ed indicazioni idonee

Sapere motivare gli allievi ad apprendere

Saper correggere ed incoraggiare

Saper verificare e valutare l’efficacia dell’insegnamento

Saper produrre della documentazione scritta delle attività svolte

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4. LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI COME FATTORE MOTIVANTE

Gli obiettivi dovranno essere:

formulati in maniera chiara

raggiungibili, ma elevati

giustificati

non troppo lontani nel tempo

legati ed inseriti nel contesto della vita dell’atleta

analizzati e calibrati nella difficoltà

5. COME MOTIVARE GLI ATLETI DI DIFFERENTE ETÀ E DI DIVERSO LIVELLO

MOTORIO

E’ molto importante conoscere i BISOGNI DELL’ATLETA

DIVERTIRSI

IMPARARE

STARE CON GLI ALTRI

In base a tali bisogni egli dirigerà anche la sua spinta motivazionale.

Che cosa si intende per MOTIVAZIONE?

“La motivazione è l’agente psicologico,fisiologico e cognitivo che guida il comportamento individuale verso

uno scopo”.

Essa influisce su: ciò che facciamo, su quanto tempo ci mettiamo e anche su come lo facciamo.

Quali metodologie sono motivanti?

Il piacere è un forte AGENTE MOTIVANTE per cui l’allenatore applica delle metodologie finalizzate al

conseguimento del successo e alla piacevolezza dell’apprendimento soprattutto attraverso il GIOCO: esso è

un potente strumento di crescita ed apprendimento per l’atleta, soprattutto nella fascia d’età della scuola

primaria e secondaria di primo grado.

COME RENDERE MOTIVANTI LE ATTIVITA’?

Sarà importante che l’allenatore definisca le sue proposte didattiche:

determinando degli obiettivi raggiungibili

mettendo in rapporto il livello di abilità dell’atleta con il grado di difficoltà del compito

rendendo l’allenamento molto vario e stimolante

dando ad ogni atleta delle risposte coinvolgenti

offrendo l’opportunità di svolgere attività stimolanti

non dando ogni volta una valutazione alle prestazioni

insegnare agli atleti a stabilire mete realistiche

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Come orientare gli atleti?

Sempre puntando l’orientamento al COMPITO e non alla prestazione.

Mirando all’impegno e NON al risultato. Solo in questo modo si contribuisce all’incremento della

MOTIVAZIONE.

6. LA PROGETTAZIONE E LA CONDUZIONE DELL’ALLENAMENTO

Nel progettare e poi condurre un allenamento non si dovrebbe mai trascurare due elementi fondamentali: il

METODO E LO STILE DI INSEGNAMENTO

Metodo= serie di procedimenti intenzionali ed organizzati che vengono messi in atto per raggiungere gli

obiettivi prefissati

Stile di insegnamento = designa la modalità globale con la quale viene svolto l’insieme di funzioni che

rientrano nel ruolo di colui che insegna (Bozzaro, 2000)

A ciò si aggiunga la capacità di studiare e mettere in atto delle Strategie didattiche, poiché sono esse a

caratterizzare la scelta dei contenuti, le modalità di comunicazione del compito, l’organizzazione delle

attività, le tipologie di feedback e di valutazione;rappresentano uno degli elementi che determinano lo stile

di insegnamento e la scelta di quale utilizzare è in funzione di diversi fattori, quali l’obiettivo didattico, le

caratteristiche degli allievi, il contesto in cui si opera, il tipo di compito.

Tutto ciò confluisce nella Programmazione didattica.

Cosa è la PROGRAMMAZIONE?

È un circuito di operazioni fondamentali che vengono seguite per individuare le varie fasi di un’AZIONE

DIDATTICA che sia verificabile,migliorabile,trasferibile, perché collaudata sulla base di un progetto

realizzato, ma non riproducibile perché i soggetti dell’INSEGNAMENTO sono sempre differenti e variabili.

(Madella )

FASI DELLA PROGRAMMAZIONE E DI CONDUZIONE DELL’ALLENAMENTO

Conoscenza degli allievi

Individuazione e formulazione dei problemi educativi

Individuazione degli obiettivi didattici ed educativi

Organizzazione degli interventi

Realizzazione didattica

Verifica dell’attività

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COME ORGANIZZO DIDATTICAMENTE LA MIA SEDUTA DI ALLENAMENTO ?

Analisi della situazione di partenza

Qualità delle proposte

Quantità delle attività

Strumenti di lavoro

Strumenti di verifica e controllo

CERCHERO’ QUINDI DI DARE RISPOSTA ALLE SEGUENTI DOMANDE:

Quali obiettivi generali definire?

Quali obiettivi specifici?

Quale stile di insegnamento adottare?

Quale metodologia scegliere(per favorire la motivazione degli allievi)?

Come ridurre le difficoltà e correggere gli errori?

Come controllare l’efficacia dell’insegnamento?

Come fare l’osservazione?

L’OSSERVAZIONE E LA VALUTAZIONE DELL’INSEGNAMENTO: COSA SIGNIFICA OSSERVARE?

Osservare: processo intenzionale,programmato, svolto in modo sistematico, in base agli obiettivi stabiliti

per l’osservazione

L’osservazione in campo didattico si realizza con una registrazione di INFORMAZIONI per mezzo di

interpretazioni della realtà.

Osservare significa porsi il problema di verificare le nostre ipotesi di partenza senza avere la presunzione

che la nostra idea iniziale sia necessariamente la più adeguata ed efficace. Quindi osservare per ri-

conoscere un percorso, per correggere eventuali errori, per rettificare il lavoro, per adeguare la

programmazione.

QUANDO INTERVIENE L’OSSERVAZIONE?

nella fase iniziale per definire gli interventi

nel controllo delle reazioni degli atleti alle proposte dell’allenatore

nella fase finale come riscontro

PERCHÉ OSSERVARE?

L’osservazione dell’atleta è il primo stadio che determinerà la qualità della reazione della prestazione per

vedere se è corretta ed eventualmente non lo fosse identificare l’errore e definire l’intervento successivo

(correzione/rinforzo positivo)

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COSA OSSERVARE?

Determinare punti critici su cui accentrare l’attenzione (gesto tecnico e comportamento atleta)

Descrivere comportamenti concreti ed evitare interpretazioni

Osservare partendo da aspetti positivi

Osservare l’atteggiamento dell’atleta verso l’attività

Osservare il contesto in cui si opera

COME OSSERVARE?

tener conto dei condizionamenti emotivi legati all’osservazione e alla valutazione

organizzare spazialmente l’osservazione in base agli obiettivi

scandire dei tempi di osservazione

utilizzare modalità di registrazione che documentino l’osservazione

COME MIGLIORARE LE CAPACITA’ DI OSSERVAZIONE

Preparare l’osservazione con strumenti di osservazione ( Griglie / Filmati )

STRUMENTI DI OSSERVAZIONE

Indicazioni generali per l’utilizzo di griglie di osservazione:

scegliere parametri che per quantità e tipologia siano realmente osservabili

coerenza dei parametri osservati con gli obiettivi dell’osservazione

semplificazione massima delle operazioni di registrazione

possibile utilizzo di scale di giudizio soggettivo

7. ELEMENTI AVANZATI DELLA COMUNICAZIONE ALLENATORE/ATLETA

LA COMUNICAZIONE

Il rapporto istruttore /atleta non si fonda sulle competenze disciplinari, ma sulla COMUNICAZIONE

ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

Non si può non comunicare

la comunicazione è un processo circolare

la comunicazione possiede 2 livelli :contenuto e relazione

E ogni comunicazione si compone quindi di verbale/non verbale (voce, tono,cadenza)I

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PARAMETRI DELLA COMUNICAZIONE

La comunicazione si avvale sempre di tre parametri di riferimento:

il contesto in cui avviene

il contenuto

la relazione

EFFICACIA DELLA COMUNICAZIONE

- Capacità di comunicare in termini di possesso di conoscenze e competenze linguistiche e culturali di base

- Abilità nel comunicare in termini di attitudine e abitudine ad esprimere un sapere specifico in forma

appropriata

- Competenza per comunicare in termini di padronanza di tecniche comunicative e metacomunicative e di

capacità

di cogliere feedback verbali e non verbale

CRITERI DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE

essere consapevoli di insegnare qualcosa a qualcuno

contribuire alla costruzione dell’autostima degli alunni

considerare i bisogni individuali e del gruppo

motivare adeguatamente gli alunni

comprendere le relazioni interpersonali tra gli alunni

porsi in relazione d’aiuto di tipo asimmetrico e responsabile

EFFETTI POSITIVI DELLA COMUNICAZIONE

miglioramento clima psicologico nelle dinamiche sociali

costruzione dell’autostima

comprensione dei messaggi

sollecitazione dei processi di apprendimento

aumento del livello di consapevolezza

motivazioni al compito

COMUNICAZIONE DIDATTICA

Chi è chiamato a insegnare qualcosa a qualcuno deve conoscere e padroneggiare la comunicazione

didattica Solo a questa condizione sarà in grado di utilizzare al meglio e consapevolmente le proprie

competenze disciplinari

La capacità dell’allenatore di integrare comunicazione e tecnica costituisce il fondamento della sua

autorevolezza e del suo successo.

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La comunicazione avviene attraverso i nostri comportamenti quando interagiamo con le altre persone,

quindi: QUALSIASI COMPORTAMENTO È COMUNICAZIONE QUANDO LA

COMUNICAZIONE E’ POSITIVA, essa è un adeguato SOSTEGNO EDUCATIVO

**********

BIBLIOGRAFIA di riferimento

• BECCARINI –MANTOVANI-BORTOLI-“Insegnare lo SPORT ”Edizioni SDS –Roma 2010

• CEI- MADELLA- “Le tecniche della comunicazione didattica” SdS Roma – 1992

• MADELLA – CEI – LONDONI – AQUILI “ Metodologia dell’insegnamento sportivo”

SdS 1993

• E. HAHN “L’allenamento infantile” – SdS Roma – 1986

• SINGER “Apprendimento delle capacità motorie” – Soc. Stampa Sportiva–Roma

1984 –

• ROBAZZA C., BORTOLI L.,GRAMACCIONI G.”La preparazione mentale nello sport,

Luigi Pozzi, Roma-1994

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REGOLAMENTO TECNICO

Introduzione

La lezione sul regolamento tecnico è stata tenuta dall’istruttore regionale CIA: Maurizio Rostain.

Inizialmente ha parlato di come gli arbitri debbano cercare di instaurare un rapporto di disponibilità con i

giocatori in campo, evitando la troppa confidenza mantenendo la propria autorità.

Successivamente ha illustrato le difficoltà odierne di reclutamento e aggiornamento di giovani

arbitri. Su questo punto ha specificato, che il problema maggiore dei nuovi arbitri è quello di sentirsi poco

sicuri e quindi di non fischiare laddove è necessario. In questo modo l’istruttore ha difficoltà nella valutazione

e nella correzione dell’arbitro, che permette allo stesso di crescere e migliorare nelle sue valutazioni in

campo.

Un buon arbitro deve riuscire ad anticipare la lettura del gioco in modo da trovarsi nel posto giusto

e al momento giusto per poter valutare correttamente ciò che succede in campo. Per far questo deve tener

presente le due regole fondamentali dell’arbitraggio:

REGOLA 1: Cercare gli spazi vuoti fra i giocatori (stando sempre in movimento) in modo da

avere la visuale libera.

REGOLA 2: Arbitrare la difesa cioè non farsi attrarre dalla palla ma concentrarsi sui movimenti

dei difensori. In questo modo si risolve il 90% dei problemi.

Tenendo presente queste due regole, gli arbitri devono ricordarsi della REGOLA 0: ovvero avere

buon senso e non seguire alla lettera il regolamento tecnico (es. contatti leggeri lontano dalla palla che non

creano vantaggi ad una squadra non devono essere sanzionati).

Posizione legale

Le posizioni legali per un difensore si dividono in due categorie principali: posizione legale da fermi

e posizione legale in movimento. Quest’ultima può essere ulteriormente suddivisa in difesa sull’uomo con

palla e difesa sull’uomo senza palla.

Posizione legale da fermi

Si basa sui concetti di principio del cilindro e principio della verticalità

Il principio del cilindro è definito come lo spazio all’interno di un cilindro immaginario occupato da

un giocatore sul terreno di gioco. Include lo spazio sopra il giocatore ed è limitato:

• davanti dal palmo delle mani,

• dietro dai glutei,

• lateralmente dai margini esterni delle braccia e delle gambe.

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Le mani e le braccia possono essere estese in avanti, ma non oltre la posizione dei piedi con le

braccia piegate all’altezza dei gomiti, in modo che gli avambracci e le mani siano sollevati. La distanza tra i

piedi del giocatore sarà proporzionale alla sua altezza.

Principio del cilindro

Il principio della verticalità garantisce ad ogni giocatore lo spazio occupato sul terreno di gioco e

lo spazio al di sopra di esso allorché salti verticalmente, all’interno del proprio cilindro.

Posizione legale in movimento:

Il concetto principale della difesa in movimento è quello di spazio-tempo. Come già accennato si

distinguono due tipi di difesa, sul giocatore con palla e senza palla.

Giocatore con palla: Un giocatore deve aspettarsi di essere marcato anche all’ultimo istante;

perciò per il difensore è sufficiente raggiungere una posizione legale di difesa anche un attimo prima del

contatto con l’attaccante.

Giocatore senza palla: Quando si marca un giocatore che non ha il controllo della palla, devono

essere rispettati gli elementi di tempo e di distanza. Un difensore non può prendere posizione così vicino

e/o così velocemente nella direzione di spostamento di un avversario, a meno che questi non abbia tempo o

distanza sufficiente per fermarsi o per cambiare direzione. La distanza è direttamente proporzionale alla

velocità dell'avversario. Se un difensore non rispetta gli elementi di tempo e di distanza nel prendere la

posizione iniziale di difesa legale e avviene un contatto con un avversario, egli è responsabile del contatto.

Situazioni di gioco

Siccome il nuovo programma del corso allenatore di base verte sull’approfondimento di tutte le

situazioni di 1c1 che si verificano durante il gioco, anche la parte sul regolamento si è concentrata sugli

aspetti inerenti a questo tema.

Quest’ultimi sono ricezioni e arresti, partenze, difesa su giocatore con palla, difesa su giocatore

senza palla (body-check e difesa a rimbalzo), atto di tiro.

Ricezione e arresti

Per valutare correttamente il movimento d’arresto del giocatore che riceve la palla, bisogna

cogliere l’istante esatto in cui assume il controllo della stessa, perché altrimenti si potrebbero avere

valutazioni errate dell’uso del piede perno.

• Ricezione da fermo: In questo caso il giocatore ha libera scelta del piede perno. Una volta

mosso un piede, l’altro diventa automaticamente il perno.

• Ricezione in movimento: Se il giocatore prende la palla con i piedi staccati dal terreno può

effettuare un arresto a un tempo (libera scelta del piede perno) o a due tempi (il piede perno

è il primo che tocca il terreno di gioco). Se, invece, il giocatore prende la palla mentre ha un

piede a contatto con il terreno può ricadere con i due piedi contemporaneamente, ma in

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questo caso non ha alcun piede perno.

Partenze

Le partenze in palleggio sono la naturale conseguenza del concetto di arresto e piede perno. Per

valutarle in maniera corretta un arbitro deve porre grande attenzione alla fase in cui avvengono queste

situazioni. Le partenze si suddividono in concorde e incrociata:

• La partenza concorde avviene quando il giocatore parte con la stessa mano e lo stesso

piede.

• La partenza incrociata, al contrario della precedente, avviene quando il giocatore utilizzando

la mano opposta al piede con cui si parte. In entrambi i casi la palla deve staccarsi dalla

mano prima che il piede perno si stacchi dal terreno.

Difesa su uomo con palla

Deve avvenire con le gambe e non con le braccia. Il difensore può scivolare lateralmente, avanti,

indietro ma senza creare alcun contatto con l’attaccante.

Un caso particolare è quello della difesa sul post basso: il difensore può utilizzare l’avambraccio

per contenere le spinte dell’attaccante senza uscire dal proprio cilindro. Non può utilizzare la mano sul fianco

per prendere un vantaggio. Allo stesso modo risulta essere un fallo l’utilizzo del braccio disteso con una o

due mani appoggiate alla schiena.

Difesa su uomo senza palla

Anche in questo caso valgono i principi visti in precedenza. Ci sono poi due casi particolari che

sono il body-check e la difesa a rimbalzo.

Il body-check in qualsiasi caso bisogna considerarlo fallo. Una soluzione potrebbe essere quella

del blocco difensivo in cui si lascia all’attaccante lo spazio e il tempo per evitare il contatto.

Per quanto riguarda il gioco a rimbalzo, invece, non sono ammesse spinte e trattenute sia della

difesa che dell’attacco. In ogni caso il difensore deve mantenere la posizione legale di difesa.

Atto di tiro

Inizia quando il giocatore comincia l’azione di movimento continuo che precede normalmente il

rilascio della palla e, a giudizio dell’ arbitro ha iniziato un tentativo di realizzazione. Termina quando la palla

lascia la mano del giocatore e, nel caso di un giocatore con i piedi staccati da terra, entrambe i piedi sono

tornati a contatto con il terreno in una posizione libera.

Si considera fallo dopo il tiro quando il difensore provoca un contatto dopo che l’attaccante ha

concluso la sua azione di tiro.

Nel caso particolare di contatto provocato da un attaccante che invade il cilindro del difensore ma

ha già rilasciato la palla per la sua conclusione a canestro, non viene considerato come fallo d’attacco ma

come fallo a rimbalzo. L’eventuale canestro sarà da convalidare

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Conclusioni

L’arbitro è un giudice che mantiene dal primo all’ultimo secondo della gara lo stesso metro di

giudizio per entrambe le squadre. Essendo esseri umani, possono anche commettere degl’errori che non

devono in alcun modo essere strumentalizzati.

L’allenatore deve dare il buon esempio comportamentale in campo per permettere un tranquillo

svolgimento della gara. In questo modo, soprattutto a livello giovanile, genitori e ragazzi sono stimolati ad un

comportamento corretto in palestra

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UNO CONTRO UNO DINAMICO IN ATTACCO

Introduzione

Dopo aver analizzato i fondamentali della pallacanestro nel corso allievo allenatore , ed in seguito, negli

incontri con il formatore, analizzato le situazioni di 1c1 in attacco, 1c1 in difesa, ed in ultimo il contropiede,

siamo giunti alla conclusione che l’uno contro uno deve essere considerato l’essenza della

pallacanestro. Consegenza diretta è che la situazione di 5 contro 5 è la risultante di cinque 1vs1 in tutte le

sue variabili, finalizzata alla realizzazione di un canestro.

L’uno contro assume quindi fondamentale importanza per la costruzione di un efficace gioco di

squadra.

Obiettivi

- Prendere, mantenere ed in seguito concretizzare un vantaggio;

- Iniziativa nei confronti dell’avversario;

- Conquistare uno spazio vantaggioso, prima della reazione della difesa, spazio/tempo;

- Collaborazione e autonomia;

- Variazioni di ritmo;

- Equilibrio.

Prendere un vantaggio individuale, nel minor tempo possibile, consiste nel provare ad acquisire una

situazione favorevole, nei confronti della difesa, per poi mantenerla in modo tale che questa porti l’attacco

ad un canestro facile.

La capacità di sviluppare un’iniziativa nei confronti di un avversario con la conquista dello spazio nel

minor tempo possibile porta all’acquisizione di un vantaggio individuale.

Rubare lo spazio alla difesa leggendo la situazione prima di ricevere ( concetto del MENTRE).

La proprietà dei fondamentali permette al giocatore di essere autonomo nelle proprie scelte, di concludere

l’azione iniziata oppure di leggere la difesa e di ottenere collaborazione dai propri compagni.

La variazione di ritmo consiste nella capacità di utilizzare i fondamentali (palleggio, cambio di mano,

cambio di direzione e passaggio) sfruttando il cambio di velocità, permettendo di finalizzare l’azione di gioco.

L’equilibrio del singolo giocatore permetterà maggiore efficacia nella azione e una probabile

finalizzazione positiva di squadra.

Il raggiungimento di un buon equilibrio di squadra valorizzerà l’efficacia delle scelte del singolo giocatore.

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LE SITUAZIONI DI UNO CONTRO UNO:

- 1vs1 statico (presuppone importanti qualità fisiche);

Per giocatore esterno - In questa situazione la difesa si presenta molto aggressiva e

l’attaccante riceve la palla in uno spazio ridotto con un piccolo vantaggio, spesso provocato

da uno smarcamento in auto-blocco.

Per giocatore interno - gioco spalle a canestro e 1vs1 dopo ricezione.

L’uno contro uno statico presuppone una preparazione fisico atletica eccellente, una maturità

tecnico-sportiva raggiunta spesso da atleti evoluti.

Questa situazione rischia di rallentare il gioco e spezzare il ritmo e la fluidità dell’azione.

Per questo motivo va inserito come proposta formativa dopo l’1vs1 da palleggio e l’1vs1 dinamico.

- 1vs1 dal palleggio (presuppone grande padronanza dei fondamentali di trattamento di palla):

ball handling

cambi di direzione

cambi di velocità

cambi di mano

controllo del disequilibrio

Con una difesa particolarmente aggressiva che non viene battuta e non subisce nessuna situazione di

disequilibrio possiamo inserire l’idea del palleggio in arretramento per ricreare una distanza per tirare,

passare o riattaccare sull’eventuale successivo recupero difensivo, utilizzando un cambio di mano e di

velocità oppure con la stessa mano per ottenere una soluzione efficace.

- 1vs1 dinamico (è la situazione più frequente nella pallacanestro moderna):

capacità di anticipo (capacità di giocare mentre)

spazio/tempo (conquistare il miglior spazio possibile nel minor tempo)

equilibrio

tattica individuale (qualità delle scelte)

base delle collaborazioni per il gioco d’attacco

L’1vs1 dinamico è in funzione della distanza del difensore:

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DIFENSORE VICINO: partenza incrociata o partenza concorde e conclusione a canestro.

- Elementi caratterizzanti: passare vicino alla sagoma del difensore spalla/spalla con protezione della

palla e primo passo lungo e profondo. Battuto l’avversario mantenere il vantaggio tagliando la strada al

difensore.

DIFENSORE LONTANO: finte, arresto e tiro.

- tiro

- finte provocando una reazione in avvicinamento del difensore e conseguente partenza in

palleggio

- qualora il difensore riesca a contenere la penetrazione, chiudo il palleggio, uso del piede perno a

protezione della palla, passaggio e taglio (movimento + movimento)

Tattica dell’1vs1

- Acquisire un vantaggio, mantenerlo e provare una finalizzazione con una scelta di tiro adeguata;

- Comprendere se nello sviluppo dell’1vs1 per evitare inutili forzature sia necessario effettuare uno

scarico ad un compagno che nel frattempo avrà dato una buona linea di passaggio, crando un primo

livello di collaborazione.

Conclusioni

Per eseguire degli 1vs1 efficaci è necessario osservare il posizionamento del difensore e la sua eventuale

reazione, padroneggiare i fondamentali in modo eccellente, avere eccellenti qualità fisiche e costituire i primi

elementi di collaborazione con il resto della squadra.

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1 CONTRO 1 DINAMICO IN ATTACCO

Progressione 1vs1 con palla

1° Progressione

DIAGRAMMA 1 DIAGRAMMA 2

Diagramma 1: Attacco e difesa ai gomiti dell’area, l’attacco palleggia fino a metacampo e attacca a canestro,

il difensore tocca la riga di fondo e difende.

Diagramma 2: come diagramma 1, con aggiunta dei coni ai gomiti dell’area. L’attacco è costretto a passare

tra i due coni.

DIAGRAMMA 3 DIAGRAMMA 4

Diagramma 3: come diagramma 2 con aggiunta assistente sotto canestro. Se la difesa chiude la

penetrazione, l’attacco può appoggiarsi all’assistente per smarcarsi in posizione di ala (dx o sx)

Diagramma 4: come diagramma 3 con aggiunta del coach dietro l’attaccante. L’assistente riceve in ala,

l’attaccante gli passa la palla e taglia per un dai e vai con l’assistente. L’assistente passa al coach che ribalta

all’attaccante che esce sul lato debole.

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2° Progressione

DIAGRAMMA 5 DIAGRAMMA 6

Diagramma 5: l’attaccante deve superare in palleggio i tre difensori (che si muovono solo orizzontalmente)

posti all’interno delle tre porte

Diagramma 6: come diagramma 5 senza difensore a metacampo. L’attaccante dopo la prima porta deve

scattare a massima velocità verso la seconda porta

3° Progressione

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DIAGRAMMA 7 DIAGRAMMA 8 DIAGRAMMA 9

Diagramma 7: L’attaccante passa la palla al coach e passa all’interno del cono per poi ricevere. Il difensore

fa uno slalom tra i coni e va a difendere

Diagramma 8: L’attaccante passa la palla al difensore che la passa al coach ed entrambi si spostano in

posizione di ala. Il coach passa la palla all’attaccante col difensore che recupera.

Diagramma 9: Per ridurre il vantaggio dell’attaccante, il pallone va dal difensore all’attaccante e infine al

coach e poi continua come il diagramma 8

Alcuni esempi di esercizi singoli di 1vs1

DIAGRAMMA 10 DIAGRAMMA 11 DIAGRAMMA 12

Diagramma 10: l’attacco parte in palleggio, il difensore lo chiude sul lato costringendolo ad un cambio di

mano (debole), portandolo a passare all’interno dei coni

Diagramma 11: l’attaccante parte in palleggio e gira attorno al cono. Il difensore fa lo stesso compiendo un

giro completo attorno all’altro cono

Diagramma 12: Tic-tac in orizzontale con scivolamenti per 4 passaggi, poi 1 vs 1 centrale

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UNO CONTRO UNO DINAMICO IN DIFESA

Introduzione

La difesa è un aspetto che può erroneamente passare in secondo piano: una buona difesa invece deve

essere un presupposto per la crescita del futuro giocatore.

La metà campo difensiva può diventare un buon strumento per creare un’identità di squadra anche perchè

permette di coinvolgere e responsabilizzare i giocatori offensivamente meno talentuosi aumentando la loro

importanza all’interno delle gerarchie dell’organico.

Il difensore ha come scopo principale quello di impedire all’attaccante di prendere l’iniziativa cercando di

togliergli spazio e tempi vantaggiosi. Se l’obiettivo dell’attaccante è di acquisire vantaggio e mantenerlo

l’obiettivo pricipale del difensore deve essere non permettere all’attacco di acquisire vantaggio e se accade

di farglielo mantenere per il minor tempo possibile.

Difendere è faticoso, sta a noi allenatori il compito di gratificare e stimolare buone difese.

Obiettivi

Principi difensivi

Qualità fisiche

Qualità mentali

Tecnica difensiva

Qualità fisiche:

Un difensore di alto livello deve possedere notevoli doti fisiche quindi lo sviluppo delle qualità

condizionali grazie al lavoro di preparazione fisica è di fondamentale importanza.

Qualità mentali:

Il difensore deve cercare di prendere l’iniziativa in modo tale da infondere insicurezza e timore

all’attaccante, facendogli fare un scelta non ottimale per le sue capacità e per il gioco offensivo della

sua squadra.

L’allenatore deve fare leva su due aspetti motivazionali per esaltare le doti difensive dei suoi giocatori:

- Orgoglio personale del difensore.

- Responsabilità individuale (autonomia), in modo tale da non costringere i compagni ad aiuti difensivi

(collaborazioni) per non compromettere l’equilibrio di squadra.

Il difensore deve “attaccare l’attaccante” condizionandolo, limitandogli e complicandogli le scelte

offensive.

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Tecnica difensiva:

Una corretta posizione difensiva prevede:

- Appoggi sugli avampiedi, piedi larghi almeno quanto le spalle, gambe piegate (120°/150°), spalle e

busto leggermente in avanti.

- Il baricentro deve cadere all’interno della base d’appoggio (mantenimento dell’equilibrio).

- Capacità di utilizzare in modo indipendente piedi e mani, quest’ultime anche tra loro.

Un corretto scivolamento prevede:

- Spostamenti laterali rapidi mantenendo il corpo in equilibrio.

- Mantenere una opportuna distanza tra i piedi (non incrociare i piedi e non unirli).

Per ottenere ciò esitono due correnti di pensiero: la prima consiglia un ampio passo laterale verso il

fianco in cui mi devo muovere con l’altro piede che segue mantenedo con il corpo in posizione

fondamentale; la seconda tenta di privilegiare una maggior reattività inserendo un passo di

caricamento con il piede interno seguito da un ampio scivolamento con il piede esterno entrambi nella

direzione in cui me devo muovere.

E’ fondamentale alternare rapidamente lo scivolamento difensivo con la corsa. Il passaggio da corsa a

scivolamento e viceversa avviene principalmente in situazioni in cui il difensore da battuto deve

recuperare l’attaccante per ridurre o annullare lo svantaggio acquisito effettuando i seguenti gesti:

- Interrotto lo scivolamento compiere una torsione per facilitare la corsa.

- Passare dallo scivolamento alla corsa con l’utilizzo di un piede perno.

Difesa fronte canestro:

Il difensore si posiziona a muro sulla palla ad un braccio di distanza in modo tale da poter effettuare

scivolamenti laterali. La difesa muro permette di togliere iniziativa all’attacco sulla linea palla-canestro.

Il difensore può scegliere di condizionare su un lato (per mandare l’attaccante sulla sua mano debole, verso

le linee laterali e di fondo, verso aiuti organizzati, ecc.).

Difesa fronte a canestro dinamica:

Il difensore che si stacca poichè il suo attaccante è lontano dalla palla deve essere in grado di recuperare la

posizione difensiva adeguata nel momento in cui il suo uomo riceve la palla.

Nel recupero è importante arrivare in equilibrio negando il tiro, condizionando l’eventuale partenza, anche

seguendo principi tattici.

Difesa spalle a canestro:

Il primo obiettivo del difensore è quello di negare la ricezione:

- Negare l’allineamento palla-attaccante-canestro.

- Cercare di andare davanti l’attaccante spingendolo verso la linea di fondo.

- Difendere tre quarti d’anticipo spingendo con l’avambraccio sull’anca in direzione del fondo.

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Nel caso in cui l’attaccante riesca a ricevere la palla, il difensore deve fare un balzo condizionando verso il

fondo.

Conclusioni

A prescindere dalla scelta difensiva è importante fornire agli atleti tutti gli strumenti necessari per renderli in

grado di effettuare la scelta più funzionale autonomamente nel minor tempo possibile.

L’allenatore deve portare avanti coerentemente le scelte difensive, sia riguardanti una difesa fronte canestro

sia spalle a canestro.

E’ fondamentale motivare e gratificare i giocatori in difesa poiché stimolare un’attenta e determinata difesa di

squadra può aiutare l’allenatore a costruire un’identità di gruppo coesa.

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UNO CONTRO UNO DINAMICO IN DIFESA

ESERCITAZIONI

DIAGRAMMA#1 DIAGRAMMA #1

#1 – scivolamenti laterali da linea campo PV a linea laterale

Variazione X1 da le spalle a X2

#2 – X1 con due palloni in posizione di play, X2 difensore di spalle davanti a lui, X1 passaggio rotolato a

terra, X2 ferma la palla con la mano, due scivolamenti in recupero verso il centro rivolto a canestro cambio di

senso per portarsi a muro di nuovo davanti a X1, gli tocca la palla. X1 effettua due palleggi con X2 che

segue in scivolamento.

DIAGRAMMA 3 – 3B

#3 – X1 con palla in ala, X2 in difesa davanti a lui posto in una “porta”. X1 fa rotolare la palla verso un cono,

X2 in scivolamento la recupera e gliela passa; X1 fa rotolare la palla verso l’altro cono e X2 e gliela ripassa.

Da qui parte 1c1 dovendo passare dentro la porta.

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DIAGRAMMA#4

#4 – Distinta un’area a metà campo della larghezza di circa 2 scivolamenti. X1 con palla e di fronte in difesa

a X2. X1 deve raggiungere il fondo del corridoio senza poter oltrepassare le linee laterali. X2 con degli

scivolamenti deve impedire l’avanzamento di X1.

DIAGRAMMA #5

#5 – X1 con palla all’incrocio linea di fondo campo con area 3 secondi, X2 in angolo. Mentre X2 si porta in

ala, X1 in palleggio si porta fronte a lui per un passaggio consegnato, inizia 1c1.

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DIAGRAMMA #6

#6 – X1 con palla in punta, X2 in ala con X3 in difesa in posizione di anticipo, X1 va in palleggio verso l’ala

opposta, adeguamento di X3 in difesa su lato debole. X1 senza fermare il palleggio va verso la posizione di

guardia per passarla a X2, X3 da posizione flottata torna ad anticipare il passaggio a X2 evitando il backdoor

e giocano 1c1.

DIAGRAMMA #7 DIAGRAMMA# 7 - B

#7 – X1 va sotto canestro con palla, X3 in difesa su X1 gli nega il lato dx, X1 passa a X2 posto in punta ed

esce in ala per ricevere, ma X3 gli nega il passaggio (posizione di anticipo). X2 ribalta la palla all’appoggio e

X3 flotta, da qui X1 cerca di ricevere la palla dall’appoggio e giocano 1c1.

DIAGRAMMA #8

#8 – X2 posto in punta, passa la palla in mezzo angolo a X1 che riceve e ripassa a X2 che scarica a X3, che

da sotto canestro è uscito in posizione di ala sul lato opposto. X3 attacca in palleggio e X1 difende.

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DIAGRAMMA# 9 – 9 A – 9 B

#9 – X1 con palla in gomito alto, X2 sull’altro gomito alto, X3 sotto canestro. X1 palleggia verso metà campo,

cambia direzione e torna centralmente sul limite dei 3 punti. Nel frattempo X1 correndo batte il 5 a X3 e va a

difendere su X1. X3 dopo il “batti 5” esce in ala. X1 passa a X3. X2 nega il passaggio sul dai e vai di X1.

X3 passa al coach che nel frattempo si è portato in posizione di guardia, X1 esce su ala opposta e riceve

palla, X2 va a difendere: 1c1.

DIAGRAMMA #10

#10 – X1 con palla in posizione di ala, X2 in ala opposta, coach in posizione centrale fuori dalla linea dei 3pti

e X3 in difesa flottata su X2. X1 in palleggio va verso canestro e si arresta prima dell’area dei 3 secondi,

passa la palla a “C” che con un passaggio battuto a terra, ribalta a X2. X3 con dei movimenti di

adeguamento difensivo torna su X2 che gioca 1c1.

DIAGRAMMA #11

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#11 – X1 con palla al centro del campo, X2 in ala e X3 in difesa (gomito alto). X1 palleggia verso cono

effettua un cambio di mano ed un cambio di direzione attaccando il centro, X3 chiude la penetrazione di X1,

X1 scarica su X2 che gioca 1c1 con X3 che recupera.

DIAGRAMMA# 12

#12 – Coach posizionato su un lato del campo, X1 con palla in angolo, X2 a fianco spalla a spalla. X1 passa

al coach e tutte e due corrono verso l'allenatore: chi ha passato attacca il canestro, strappa la palla dalla

mano del coach, il difensore tocca l'altra mano e corre e difende sul possessore di palla.

Variante: si può avvantaggiare l'attaccante o il difensore a seconda della posizione delle mani.

DIAGRAMMA# 13

#13 – X1 con palla posizionato sulla linea di fondo, X2 nell'angolo dell'area dei 3 secondi. Il coach si trova

fuori dall’area dei 3 secondi. X1 parte in palleggio ed esce dall'area dei 3 punti in angolo, mentre X2 scivola

orizzontalmente verso il coach, tocca la mano ed esce a recuperare la posizione difensiva, quindi inizia

1vs1.

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DIAGRAMMA# 14

#14 – X1 con palla a cavallo della linea dei 3 secondi, D1 in difesa a fianco, coach in posizione centrale fuori

dai 3 pti. Dalla parte opposta X2 in ala, e X3 in posizione di post basso. X1 passa coach ed esce in

posizione di ala, seguito da D1, quindi riceve ed effettua un passaggio skip verso X2, D1 adegua la sua

posizione in base alla linea di passaggio. X2 passa a X3, con adeguamento difensivo, dal post basso il

pallone viene passato a X1 in ala opposta che gioca 1vs1.

DIAGRAMMA# 15 – 15 A -15 B

#15 – X2 con palla sul gomito alto, D1 sul gomito opposto, X1 sotto canestro, coach fa l'appoggio e si

trova al centro. X2 palleggia fino a metà campo quindi cambia direzione e attacca il canestro. D1 senza

palla corre a battere la mano del X1e torna difendere su X2, X1 esce in ala.

X2 passa il pallone X1 e poi taglia a canestro, seguito da D1 che nega la ricezione sul taglio. X1 passa il

pallone al coach e blocca per X2.

X2 sfrutta il blocco ed esce in ala, riceve da C, quindi si gioca 1vs1.

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DIAGRAMMA# 16

#16 – D1 con palla in mezzo angolo, X1 senza palla in angolo. D1 passa a X1 che sale in palleggio sulla

linea dei tre punti cambia senso e attacca il centro: 1vs1.

DIAGRAMMA# 17

#17 – 3 giocatori a centro campo, palla in centro. D1 con palla passa a X1 corre a difendere su X2. X1

palleggia verso guardia, passa a X2 in guardia opposta: 1vs1.

DIAGRAMMA# 18

#18 – X1 e X2 in ala opposte, X1 con palla, D1 e X3 in post basso. X1 passaggio skip a X2, X2 passaggio a

X3 al centro che nel fra tempo cerca di conquistare uno spazio vantaggioso. 1vs1 spalle a canestro.

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DIAGRAMMA# 19

#19 – Palla a C al centro, X1 e X2 in ala e X3 e D4 in posizione di post basso.

C scegli un lato a cui dare la palla, mentre la palla vola il giocatore (in questo caso X3) va a coprire la

distanza da D4 e prende una posizione di vantaggio sotto canestro.

DIAGRAMMA# 20

#20 – X1 con palla in posizione di ala con D1, X2 in post con D2 (difesa in anticipo). X1 attacca il fondo, X2

sale, riceve da X1 gioca uno contro uno.

DIAGRAMMA# 21

#21 – Coach in posizione centrale, X1 e D1 posizionati sulla linea del tiro libero, schiena contro schiena. Il

coach fa rotolare la palla, si recupera la palla per giocare 1vs1.

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COLLABORAZIONI IN ATTACCO

Introduzione

Qualsiasi collaborazione offensiva nasce da un 1C1. Creando un 1C1 con palla e delle situazioni di 1C1

senza palla, si può arrivare a giocare 5C5. Ogni collaborazione offensiva viene creata al fine di procurare,

mantenere e concretizzare un vantaggio all’attacco. Da quanto sopra si evince che l’obiettivo principale della

collaborazione offensiva è che venga trovata da ogni giocatore con palla la miglior soluzione possibile per sé

stesso e di conseguenza per un suo compagno. Ogni 1C1 con palla deve seguire il concetto del “MENTRE”,

ovvero che qualsiasi movimento del compagno senza palla avvenga non in tempi successivi ma durante

l’azione del giocatore con palla. Questo viene riconosciuto come “capacità di anticipazione”.

Obiettivi

Descrivere le tipologie di collaborazioni offensive e analizzare le varie situazioni all’interno delle

tipologie stesse.

Descrivere le regole delle collaborazioni offensive.

Tipologie di collaborazioni offensive:

Dal passaggio .

Dal palleggio.

Dal passaggio:

o Dai e vai: il giocatore con palla, collabora con il giocatore senza palla, passando e tagliando

verso canestro.

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o Dai e cambia: il giocatore con palla passa ad un esterno e va a bloccare sul lato opposto , il

quale sfrutta il blocco a seconda della posizione del suo difensore (in questo, l’errore

comune è quello di sfruttare maggiormente il movimento del bloccato e di non considerare il

movimento del bloccante).

o Dai e segui: il giocatore con palla passa ad un compagno libero e va a riprendersi il pallone

dallo stesso con un passaggio consegnato (HAND OFF); tale collaborazione per alcuni anni

è stata abbandonata, ma recentemente riproposta per variare il gioco offensivo e alternarla

al gioco del pick and roll.

Dal palleggio:

o Collaborazione esterno – esterno sul lato forte:

Nel caso in cui un esterno con palla effettui una penetrazione centrale, il difensore dell’altro

esterno sul lato forte non aiuterà completamente, al massimo si limiterà ad un piccolo

accenno di aiuto per poi recuperare. Il compagno dell’attaccante in penetrazione può

scegliere di scendere in angolo (diagramma 1) o tagliare alle spalle del proprio difensore

(diagramma 2), in ritardo a causa del piccolo aiuto effettuato (backdoor) o addirittura,

sfruttando un errore del proprio difensore che effettua un eccessivo aiuto, andare a coprire

lo spazio dietro la linea della palla per effettuare un tiro non contestabile (diagramma 3) ; nel

caso in cui il difensore del compagno esterno non effettui minimamente alcun accenno di

aiuto, anzi si avvicina ancor di più al proprio uomo annullando le possibilità di scarico,

l’esterno con palla dovrà continuare la penetrazione cercando di concretizzare o cercando

una nuova linea di passaggio.

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DIAGRAMMA 1 DIAGRAMMA 2 DIAGRAMMA 3

o Collaborazione esterno lato forte – esterno lato debole:

Nel caso in cui l’esterno con palla penetri verso il centro e il difensore dell’esterno sul lato

debole si ponga in corretta posizione di aiuto, nasce la possibilità di collaborazione con un

scarico al compagno che si sposterà in angolo (digramma 4) o dietro al compagno per un

comodo tiro (diagramma 5);

DIAGRAMMA 4 DIAGRAMMA 5

nel caso in cui l’esterno con palla penetri verso il fondo, il difensore dell’esterno sul lato

debole si adeguerà in aiuto sulla linea della palla e quindi il compagno flotterà in angolo del

lato debole per uno scarico sulla linea di fondo, preferibilmente con un passaggio ad una

mano dal palleggio (diagramma 6) oppure si sposterà verso il gomito della lunetta, se la

linea di scarico in angolo dovesse essere occupata (diagramma 7).

DIAGRAMMA 6 DIAGRAMMA 7

o Collaborazione esterno – interno lato forte:

Nel caso in cui l’esterno penetri verso il fondo, l’interno in post basso sul lato forte occuperà

la posizione vantaggiosa sul gomito della lunetta sempre del lato forte oppure, valutando la

posizione del proprio difensore, potrà ricevere anche oltre la linea dei 3 punti (diagramma 8).

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L’interno dopo aver ricevuto avrà più scelte, ad esempio effettuare un hand-off con l’esterno

dal quale ha ricevuto (diagramma 9) o addirittura può collaborare con l’esterno sul lato

debole che sfrutterà un ribaltamento e porterà un blocco al giocatore che ha iniziato il gioco

(diagramma 10);

DIAGRAMMA 8 DIAGRAMMA 9 DIAGRAMMA 10

nel caso in cui l’esterno penetri verso il centro e il difensore dell’interno effettui un

movimento di aiuto, l’interno potrà scegliere di allargarsi per un tiro dalla media distanza

(diagramma 11).

DIAGRAMMA 11

o Collaborazione esterno – interno sul lato debole:

Nel caso in cui l’esterno penetri sul fondo, l’interno potrà salire sul gomito della lunetta sul

lato debole, cercando una linea di passaggio (diagramma 12) oppure potrà effettuare un

taglio sotto canestro alle spalle del proprio difensore (diagramma 13); potrà inoltre allargarsi

per un tiro dalla media distanza.

DIAGRAMMA 12 DIAGRAMMA 13

o Collaborazione interno – interno:

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Nel caso in cui l’interno con la palla penetri sul fondo, l’altro interno potrà posizionarsi in post

alto (addirittura contro il difensore dell’esterno in aiuto) (diagramma 14) oppure allargarsi in

angolo;

DIAGRAMMA 14

nel caso in cui penetri invece verso il centro, oltre alle scelte sopra elencate, l’altro interno

potrà effettuare un taglio sotto canestro alle spalle del proprio difensore (diagramma 15).

DIAGRAMMA 15

Due esempi di collaborazioni altrettanto utili sono quelli derivanti da:

uscita da blocchi: l’esterno sotto canestro prende il blocco dell’interno per uscire in posizione di

guardia (diagramma A1) e scegliere se tirare, giocare col post o ribaltare per un tiro del secondo

interno (diagrammi A2).

DIAGRAMMA A1 DIAGRAMMA A2

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da Pick & Roll: gioco tra esterno e interno (diagramma B) o ribaltamento all’esterno sul lato debole.

DIAGRAMMA B

Regole della collaborazione:

Comanda chi ha la palla.

Attaccare il canestro.

Saper leggere la reazione difensiva.

Entrare nel campo visivo del giocatore con palla.

Conclusioni

Dall’ 1C1, che rappresenta la massima espressione dell’autonomia, attraverso le collaborazioni offensive si

può arrivare al 5C5 che rappresenta la massima espressione della collaborazione. Tutte le tipologie

proposte e sopra elencate sono estremamente allenanti ai fini di creare, mantenere e concretizzare una

situazione di gioco vantaggiosa tramite una collaborazione tra tutti i compagni di squadra.

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COLLABORAZIONI IN DIFESA

Introduzione

La difesa di squadra, come quella individuale, è uno degli aspetti che crea l’identità della squadra.

Le collaborazioni difensive per essere efficaci presuppongo un buon livello comunicativo come ad esempio

l’utilizzo della voce legato ad un corretto posizionamento difensivo.

I meccanismi di collaborazione si attuano quando l’attacco conquista e mantiene un vantaggio (ad esempio

quando il difensore su palla viene battuto) obbligando la difesa ad un aiuto.

Soprattutto a livello giovanile gli aiuti difensivi ed i cambi non devono essere un alibi per non difendere sul

giocatore in possesso di palla (“Sono stato battuto ma non è arrivato l’aiuto”).

Obiettivi

CONCETTI FONDAMENTALI PER LE COLLABORAZIONI DI SQUADRA:

Linea di penetrazione.

Linea della palla.

Linea di passaggio.

La linea di penetrazione è la linea che unisce la palla al canestro (come evidenziato in figura dal tratto

ondulato).

La linea della palla è la linea parallela alla linea di fondo che passa per la palla.

La linea di passaggio è la linea che congiunge il palleggiatore ai potenziali ricevitori.

Il difensore 1 deve impedire che l’attaccante sfrutti la linea di penetrazione.

Le linee di passaggio e della palla, in questo caso, vengono ostacolate dal

difensore 2.

In base al movimento del palleggiatore e dei possibili ricevitori le suddette linee

variano e di conseguenza la posizione dei difensori deve adeguarsi.

Nel grafico accanto il difensore 2 adegua la posizione difensiva mentre c’è la

penetrazione di 1.

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L’attaccante 2 dilata lo spazio andando in angolo

fuori dai 3 punti, conseguentemente il difensore

2 adegua la sua posizione difensiva in base alla nuova linea di passaggio.

TIPOLOGIE DI COLLABORAZIONI DIFENSIVE PIU’ FREQUENTI:

Aiuto e recupero.

Cambio difensivo.

Aiuto e rotazione.

Aiuto e recupero:

Prima dell’introduzione della linea dei 3 punti era la collaborazione difensiva più utilizzata poiché, nonostante

lo spazio fosse dilatato, il tiro concesso valeva comunque 2 punti.

Questo movimento prevede che il difensore lontano dalla palla si stacchi momentaneamente dal proprio

avversario aiutando sull’attaccante pericoloso con palla. Una volta limitata la minaccia a canestro, deve però

recuperare la posizione difensiva sul proprio uomo.

Il difensore 2, in questo caso, aiuta flottando all’interno dell’area dei 3” verso il

giocatore che ha penetrato permettendo al difensore 1 di recuperare sullo

stesso. Successivamente ritorna sul giocatore 2 che ha dilatato lo spazio

occupando l’angolo.

Pro:

Si evitano miss match.

Si rallenta la penetrazione.

Si permette al difensore battuto di recuperare.

Contro:

Il giocatore che aiuta si ritrova in notevole svantaggio in quanto il suo avversario avrà dilatato lo

spazio.

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Cambio difensivo:

Il difensore 1, flottato in mezzo all’area, riconoscendo l’acquisito vantaggio del

giocatore con palla, decide di rimanere sul giocatore più pericoloso. Di

conseguenza il difensore 2 dovrà correre incontro all’attaccante 1.

Il difensore 2, mentre corre a recuperare, deve prima di tutto ostacolare il

passaggio, impedire il tiro ed infine condizionare la scelta dell’attaccante.

Pro:

Costante pressione difensiva, in particolare sul palleggiatore.

Il recupero sul lato debole da parte del difensore battuto risulta più semplice in quanto quest’ultimo è

già lanciato in corsa.

Contro:

Il cambio difensivo mette a dura prova il livello della comunicazione di squadra.

Deresponsabilizza il difensore sulla palla in quanto l’aiuto gli fornisce un alibi.

Favorisce una dilatazione degli spazi da parte dell’attacco producendo un 1vs1 dinamico sul lato

debole.

Espone la squadra ad un possibile miss match.

Aiuto e rotazione:

E’ una collaborazione difensiva che interessa almeno 3 giocatori.

Esistono tanti modi per effettuare una rotazione difensiva (in base alla scelta tattica della squadra) e di

conseguenza il coach deve insegnare quella che ritiene maggiormente efficace e funzionale.

Nonostante ciò la regola maggiormente usata è “aiuta chi ti ha aiutato”.

Nei diagrammi sottostanti esaminiamo una possibile rotazione difensiva.

In questo caso il difensore 1 è stato battuto sul fondo. Il difensore dal lato debole

(3) flotta in area ed effettua un cambio nel momento in cui l’uomo con palla entra

in area. Il difensore 2 occupa una posizione che gli permetterà di intervenire in

caso di scarico sia sull’attaccante 2 che sul 3.

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L’attaccante scarica in angolo a 3. Il difensore 2 ruota su 3, cercando di

ostacolare il tiro e contenere la penetrazione. Il difensore 1 a sua volta si

accoppierà con l’attaccante 1.

L’attaccante scarica in guardia (2). Il difensore 2 ruota sull’attaccante 2

ostacolando il tiro e cercando di impedire il passaggio in angolo a 3. Infatti il

difensore 1 deve coprire una distanza notevole per recuperare la posizione

difensiva sull’attaccante 3.

Pro:

Mette in difficoltà l’attacco poiché c’è una difesa organizzata e difficilmente decifrabile.

Contro:

Richiede alta comunicazione (è importante evitare che due giocatori ruotino sullo stesso attaccante).

Richiede un buon livello atletico.

E’ attuabile solo con squadre preparate tecnicamente e tatticamente.

Conclusioni

Per le collaborazioni difensive è fondamentale che i giocatori conoscano le tre linee difensive (palla,

passaggio e penetrazione) ed adeguino la loro posizione difensiva in base alla loro variazione.

I giocatori devono essere in grado di comunicare tra loro in maniera efficace e funzionale utilizzando la voce.

Il corretto posizionamento difensivo rimane un presupposto fondamentale per un’adeguata collaborazione

difensiva.

Nonostante si instaurino dei concetti tattici di collaborazione (aiuti, cambi e/o rotazioni) è fondamentale

responsabilizzare i giocatori individualmente in modo che non si facciano battere nell’1vs1.

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COLLABORAZIONI IN ATTACCO ED IN DIFESA

ESERCITAZIONI

Collaborazioni offensive

Esercizio 1:

Giocatore con palla che parte da 2 metri circa di distanza dalla posizione in punta, gli altri due

giocatori posizionati nelle due posizioni di ala. Il giocatore con palla palleggia fino al conetto, cambia

direzione e attacca il centro, quindi scarica la palla indietro alla posizione di guardia, esce in angolo. Il

giocatore che riceve palla attacca in penetrazione al centro e scarica all’ala che si è mossa in angolo e

tira. Variante 1: la punta attacca il centro e scarica all’ala che si è spostata in angolo (scarica all’ala di

sinistra) quindi taglia in angolo dalla parte dell’ala senza palla. Dall’ala sinistra viene effettuato un

passaggio skip all’ala opposta che attacca in penetrazione e scarica in angolo per il tiro. Variante 2: Ci

sono 3 difensori, 2 sui giocatori in ala, uno al posto del conetto.

Esercizio 2:

Due giocatori nelle due posizioni di ala, un giocatore con palla che attacca da metà campo in centro.

Passaggio ad una delle due ali, che attacca il fondo in palleggio, quindi scarica indietro al primo

giocatore che va in posizione di guardia. Contemporaneamente l’altra ala scende per dare una linea di

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passaggio all’ala che attacca sul fondo, non appena il pallone viene passato in guardia, l’ala sale in

posizione di guardia, riceve il pallone e penetra al centro. Esercizio 2 (seconda proposta): stessa

partenza, la penetrazione viene effettuata sul fondo ma lo scarico è per l’ala opposta, il giocatore in

punta effettua un cambio di direzione e si posiziona in guardia opposta, riceve palla dall’ala e attacca

in penetrazione. Esercizio 2 (terza proposta): stesse posizioni, la palla viene passata all’ala che

attacca in penetrazione dal centro, scarica all’altra ala che si muove per dare una linea di passaggio,

quindi esce in angolo opposto. La punta segue la penetrazione, riceve palla in guardia e attacca in

penetrazione. Variante: il giocatore in punta riceve in guardia opposta allo scarico.

Esercizio 3:

Due giocatori occupano le posizioni di ala, un giocatore con palla al centro a metà campo, un quarto

giocatore che subentra successivamente. Il giocatore con palla passa la palla all’ala, che penetra sul

fondo. Mentre attacca il fondo, l’ala opposta scende a dare una linea di passaggio e riceve il

passaggio skip. Il giocatore che aveva iniziato con palla in mano effettua un cambio di direzione e si

porta in guardia, ricevendo il pallone dall’angolo. Non appena il giocatore in punta taglia, il quarto

arriva a rimorchio, tagliando verso canestro e ricevendo il passaggio dal giocatore partiti in punta per

un tiro facile sotto canestro.

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Esercizio 4:

Un giocatore in post basso, un giocatore in punta, un giocatore in ala, un giocatore con palla in

angolo. Il giocatore con palla fa un autopassaggio in ala, si gira verso il canestro ed attacca sul fondo.

Il post basso sale al vertice dell’area dei tre secondi, permettendo la penetrazione e ricevendo così lo

scarico per il tiro. 4 bis: stessa situazione, questa volta la penetrazione avviene verso il centro, perciò

il post basso si allarga lateralmente per ricevere lo scarico. Gli altri 2 giocatori sono posizionati per un

continuo gioco di penetra e scarica.

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Collaborazioni difensive

Esercizio 1:

Il giocatore con palla è in posizione di guardia, alle sue spalle c’è il coach, un giocatore in angolo dalla

parte della palla, un giocatore in ala dalla parte opposta, tutti con i rispettivi difensori. Il coach mostra

una mano al difensore sulla palla, questi deve battere la mano e il giocatore con palla deve sfruttare

quel momento per attaccare il canestro. Viene chiuso dal difensore in ala, quindi scarica la palla al

giocatore in ala libero. Il difensore dell’ala fa un aiuto e recupero, tornando in difesa sul suo uomo,

mentre il giocatore che ha passato la palla prosegue il taglio ed esce in angolo. Il giocatore in ala

attacca in penetrazione verso il centro, quindi scarica sull’uomo in ala, spostatosi dalla posizione di

angolo per dare una linea di passaggio. Ricevuto il passaggio, effettua un arresto e tiro.

Esercizio 2:

Un giocatore con palla in posizione di guardia, un giocatore in post basso sul lato forte, un giocatore in

ala ed un altro giocatore in angolo, tutti con relativo difensore. Il giocatore con palla effettua una

penetrazione centrale, mentre il giocatore in post esce in angolo, quindi viene chiuso dai due difensori

del lato debole, passa la palla al giocatore posizionato in ala che la passa al giocatore in angolo che

effettua un tiro.

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Esercizio 3:

Un giocatore con palla in posizione di guardia, un giocatore in posizione di ala opposta, un giocatore

in angolo opposto ed un giocatore in post dalla parte opposta rispetto alla palla, tutti con relativi

difensori. Il giocatore con palla attacca il fondo provocando l’aiuto del difensore del lungo, mentre ciò

avviene il difensore dell’angolo, che aveva precedentemente adeguato la sua posizione difensiva,

salta davanti all’attaccante in posizione di post, nel frattempo si sviluppa l’azione di gioco.

Esercizio 4:

Un giocatore con palla posizionato in angolo e rivolto verso il campo, un giocatore in post basso dalla

parte della palla, un giocatore in ala opposta, un giocatore in angolo opposto, tutti con relativo

difensore, il coach in posizione di ala dalla parte del pallone. Il giocatore con palla effettua un

autopassaggio vicino al coach, mentre il giocatore senza palla corre verso il coach a battere la mano.

Si crea quindi una situazione di gioco per la quale l’attaccante con palla attacca verso il fondo con un

vantaggio sul suo difensore, il post sale, seguito dal suo difensore, il difensore del giocatore in angolo

si stacca per chiudere la penetrazione e si sviluppa la situazione di gioco.

Esercizio 5:

Giocatore in punta con palla, un giocatore in posizione di ala destra, un giocatore in posizione di post

basso dalla parte opposta dell’ala, un giocatore sotto canestro, tutti con relativo difensore. Il post

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basso porta un blocco al giocatore sotto canestro per farlo uscire in ala o in angolo a seconda della

lettura di gioco, riceve il passaggio dalla punta e si sviluppa la situazione di gioco.

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COSTRUZIONE ATTACCO ALLA DIFESA INDIVIDUALE

Introduzione

Pensando all’attacco ad una qualsiasi difesa è importante considerare quanto tempo ogni attaccante

trascorre nella metà campo offensiva senza avere la palla in mano.

Il tempo in cui l’attaccante gioca senza palla è più lungo e più importante del tempo che passa con il

possesso della stessa. In questo frangente è fondamentale preparare qualcosa per se stessi e per gli altri.

Bisogna inoltre considerare che, mentre si può giocare solo un uno contro uno con palla, possono essere

giocati quattro uno contro uno senza palla.

Il gioco senza palla, la puntualità con cui vengono eseguiti i movimenti (timing) sono fondamentali per la

buona riuscita delle collaborazioni offensive.

Obiettivi

Regole di collaborazione:

Per poter schierare in campo una squadra pronta al cinque contro cinque bisogna allenare con continuità le

principali situazioni di collaborazione offensiva:

Collaborare con il compagno spostandosi in base al suo uno contro uno, allontanandosi dalla difesa

creando una linea di passaggio.

Tenere presenti come punti di riferimento la palla, la linea di passaggio, l’arco dei tre punti, l’area dei

tre secondi ed il canestro, in modo tale da poter giocare per se stessi e per i compagni leggendo la

difesa sempre rispettando le regole della squadra.

Tagliare per favorire l’uno contro uno del compagno e creare o mantenere un vantaggio.

Trasferirsi solo per migliorare o creare una linea di passaggio.

Usare passaggi orizzontali e diagonali per ribaltare il lato forte, usando anche passaggi skip.

Dopo una penetrazione e scarico utilizzare un passaggio per dilatare gli spazi.

Gioco 5 contro 5:

Per giocare cinque contro cinque possiamo decidere di utilizzare:

- Schemi rigidi.

- Principi di gioco.

Imparare a giocare per principi sicuramente è più difficile da insegnare e da mettere in pratica (richiede una

buona conoscenza del gioco da parte del coach). Questi concetti di gioco consentono di creari giocatori

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consapevoli e autonomi. Giocare per principi toglie controllo all’allenatore sulla squadra, in quanto non

seguiranno una linea di gioco precedentemente determinata.

Per insegnare il gioco cinque contro cinque per principi è importante:

- Giocare uno contro uno senza palla.

- Collaborare con i compagni.

- Utilizzare spazi esterni ed interni.

- Utilizzare lato forte e lato debole.

- Giocare penetra e scarica.

- Attaccare per allargare gli spazi.

- Creare movimento dopo aver chiuso il palleggio.

- Coinvolgere i giocatori interni.

- Creare movimento dopo il passaggio.

- Creare movimenti e tagli anche dal lato debole.

- Eventualmente usare blocchi lontano e vicino la palla.

Schieramenti iniziali del cinque contro cinque:

- Cinque fuori.

- Quattro esterni ed uno interno.

- Uno – quattro alto.

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- Tre esterni e due interni.

- Due guardie, due ali ed un post alto.

Esempi di situazioni di gioco:

Inizialmente si decide di giocare un 3c0.

E’ un esercizio semplice che consente di lavorare sul tempo di passaggio (timing) e sulle spaziature.

Il giocatore 1 palleggia fino alla posizione di ala e arretra, contemporaneamente

2 esegue un movimento di smarcamento, quando due sta per ricevere 3 si

smarca e riceve.

Il giocatore 2 penetra sul fondo, 3 occupa l’angolo e 1 occupala la posizione di

ala.

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Il giocatore che ha penetrato dilata lo spazio ritornando fuori dalla linea dei 3

punti. 3 dopo aver ricevuto il passaggio passa la palla a 1 che avrà occupato la

posizione di ala. 1 penetra.

Si passa a giocare un 4c0 coinvolgendo un giocatore interno.

4 arriva ed occupa la zona di post basso del lato forte. 2 penetra sul fondo e il

post basso sale in posizione di post alto.

4 arriva e occupa la pozione di post basso. 2 penetra al centro e il post basso si

abbassa in posizione di mezzo angolo.

3 passa la palla a 4 in posizione di post basso. Il difensore di 1 si fa “ingolosire”

dalla palla. 3 fa un “banana cut” verso canestro.

4 riceve palla in post basso, 3 e 2 si scambiano di posizione utilizzando un

semplice velo (split).

In questo caso lo scambio di posizione avviene con blocco tra esterni (3 blocca

per 2).

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Con la palla in post, il difensore 2 si fa “ingolosire”. Sfruttando tale

disattenzione, il giocatore 2 effettua un taglio backdoor.

La palla è in post. 2 gioca backdoor ma il difensore 1 rompe il taglio; il lungo

effettua un passaggio skip sul lato debole liberando il compagno, che ha dilatato

lo spazio, per il tiro.

La situazione proposta è denominata shell; si effettua quando il ricevitore in

guardia è anticipato.

Successivamente 2, occupata la posizione di punta, riceve il pallone e può

ribaltare la palla. Contemporaneamente 3 e 4 effettuano un movimento di

smarcamento.

Effettuato lo shell 2 riceve e passa la palla a 3 che sfrutta un movimento di

backdoor. Il post si allarga in mezzo angolo.

Si ripropone la situazione precedente ma il difensore 4 decide di aiutare in area.

L’attaccante 4 quindi si apre in posizione di angolo e riceve il passaggio skip da

2 per un tiro.

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3 riceve la palla in posizione di punta da 1. Ha a disposizione 2 passaggi skip nei

due angoli. E’ preferibile skippare nel lato opposto per compiere un ribaltamento.

Con la palla in possesso di 1 la posizione del difensore 5 è sbilanciata verso il

lato forte. L’attaccante 5 deve essere in grado di mantenere, o ancora meglio di

aumentare, tale posizione di vantaggio al momento del ribaltamento.

La palla arriva in angolo. 1, 2 e 3 di conseguenza

adattano la posizione. La palla arriva a 3, il quale

ribalta ed effettua un taglio nell’angolo opposto.

Proposta didattica di 5c0 per categorie da Under 15:

Il coach si muove per la metà campo, fuori dalla linea dei 3 punti. Ad intervalli

costanti di tempo richiama ad uno ad uno i giocatori in campo, che devono

rimanere sempre in movimento occupando le posizioni rimaste libere.

Queste esercizio risulta molto utile per lavorare sulle spaziature e sul timing.

Lo step successivo consiste nel consegnare il pallone ai 5 giocatori dandogli gli

possibilità di passarselo e di effettuare penetrazioni.

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Si parte da una situazione di tap-in. Quando il coach fischia chi ha la palla guida il 5c0 nell’altra metà campo

con i cinque giocatori che scattano ad occupare le posizioni visibili nel diagramma.

Collaborazioni a 3 con appoggio:

Nel primo diagramma è illustrata la situazione di

partenza. Il giocatore in post basso è un appoggio.

Nel secondo diagramma 1 occupa la posizione di

ala, due va in punta, e 3 va ad occupare l’angolo

opposto liberando il quarto di campo per la

collaborazione a 2 con l’appoggio interno. Al via del

coach si gioca 3c3 con appoggio.

Il diagramma illustra la posizione di partenza del 3c3 con appoggio esterno.

4c4 con partenza handicap candeliere utilizzando i principi spiegati in

precedenza.

Conclusioni

E’ difficile per il coach allenare le collaborazioni offensive contro la difesa individuale poiché i suoi attaccanti

si troveranno a dover affrontare una miriade di scelte ed adeguamenti difensivi differenti in ogni situazione.

In attacco è importante mantenere la spaziatura tra i giocatori per garantire una buona circolazione di palla

ed utilizzare un timing efficace sia per eseguire i passaggi che per i movimenti degli uomini senza palla

(spazio/tempo).

I giocatori devono attaccare per se stessi e per i compagni cercando di creare situazioni di vantaggio

individuale e di squadra. E’ molto importante cercare creare di creare sempre una costante pericolosità

offensiva con e senza palla (autonomia/collaborazione). Il singolo giocatore deve mantenere il controllo del

proprio corpo nell’eseguire i fondamentali e contemporaneamente deve effettuare delle letture offensive che

mantengano l’armonia di squadra (equilibrio).

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COSTRUZIONE DIFESA INDIVIDUALE

Introduzione

La difesa è una componente importantissima del gioco: tanto più efficace è la difesa, quanto più l’attacco

deve prodigarsi per ottenere vantaggio su di essa, con l’effetto di un reciproco e giusto miglioramento.

I particolari tecnici sui “fondamentali” difensivi sono numericamente inferiori a quelli sui fondamentali e

movimenti offensivi, non per questo però si può essere autorizzati a pensare quanto sostenuto da un luogo

comune: “la difesa è solo atletismo e cuore”. La difesa invece è anche tecnica e tattica ed i suoi

fondamentali devono essere insegnati con attenzione.

Obiettivi

Non far prendere un vantaggio all’attacco.

Rendere difficili le scelte offensive senza concedere tiri ad alta percentuale.

Togliere spazio e/o tempo vantaggioso all’attacco. L’atteggiamento del difensore deve essere quindi di

tipo attivo per cercare di togliere spazio e di rubare tempo all’attaccante difendendo con la mentalità di

attaccare l’attacco.

La Collaborazione è basilare ed è sviluppata con tre concetti:

o Comunicazione (dialogo tra gli atleti nell’aiutarsi in situazioni di svantaggio).

o Corretto posizionamento iniziale (togliere lo spazio ed il tempo all’attaccante chiudendogli

anche la linea di passaggio).

o Ridurre lo svantaggio dall’attacco nel minor tempo acquisito ristabilendo una situazione

difensiva di miglior equilibrio.

Elenco dei principi difensivi individuali

Massima responsabilità individuale (non devo farmi battere per i primi due palleggi, se battuti far scattare

le rotazioni difensive).

Collaborazioni difensive (fondamentale è introdurre nei nostri giocatori il concetto delle precedenze, cioè

devono essere in grado di capire qual è la situazione di uno contro uno più pericolosa).

Atteggiamento attivo della difesa. Tutti possono eccellere in difesa, anche se non si possiedono doti

particolari: recuperare un pallone costringendo l'avversario a fare un cattivo passaggio o prendendo un

rimbalzo oppure rubando una palla equivale ai fini del punteggio finale a fare un canestro. Il difensore

deve dimostrare all'avversario di non essere disposto a subire le sue iniziative, e "studiandolo" (viste le

"sue caratteristiche", le sue azioni più efficaci), deve cercare di "anticiparlo", chiudendo gli spazi sul

campo e costringendolo alla ricerca di soluzioni diverse e a lui meno congeniali.

Parlare e comunicare.

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Elenco dei principi difensivi di squadra

Difesa sulla palla.

Difesa in situazioni di svantaggio:

o Aiuto e recupero.

o Aiuto e cambio.

o Aiuto e rotazioni.

In questi tipi di azione l’attacco acquisisce vantaggio sulla difesa andando in sovrannumero temporaneo, la

difesa dovrà trovare il modo più rapido ed efficace per adeguarsi.

Difesa sui blocchi:

o Vicino alla palla.

o Lontano dalla palla.

o Sulla palla (pick and roll).

In queste particolari situazioni l’attacco acquisisce un vantaggio sulla difesa portando un ostacolo tramite

l’utilizzo del corpo dell’attaccante che si andrà a posizionare sul difensore in maniera tale da favorire il

passaggio del proprio compagno sia che questi abbia il possesso di palla oppure che questi ne sia

sprovvisto, facendo si che la difesa si debba adoperare per sopperire ad una situazione di svantaggio che si

è venuta a creare di conseguenza.

Difesa sui tagli:

o Qualora l'attaccante, nel tagliare a canestro, vada verso la palla cercando di passare davanti al

difensore, questi deve anticiparlo per impedirgli di ricevere, costringendolo a continuare il

movimento di taglio passando dietro. Il difensore cerca d’assumere sempre una posizione che

gli permetta di vedere avversario e palla e quando ciò non è possibile, in quanto l'avversario

viene a trovarsi in "linea con la palla", egli ha due possibilità: o "aprirsi alla palla" mantenendo

con le mani dietro la schiena il contatto con l'avversario per seguirne il movimento pur non

vedendolo oppure “rimanere in guardia chiusa" mantenendo lo sguardo sul diretto avversario e

voltando le spalle alla palla.

In entrambi i casi il difensore continua a seguire il movimento di taglio e appena gli è possibile

ritorna ad assumere una posizione che gli permetta di vedere avversario e palla.

Analisi tattica dell’allenatore sugli avversari.

Analisi dei principi difensivi

Tutti i giocatori devono collaborare per una difesa efficace. Una buona difesa individuale deve avere la

capacità di adattarsi a qualunque situazione ed a qualunque tipo di avversario, deve dare le giuste

responsabilità ad ogni giocatore in funzione della posizione che questi occupa sul campo e deve essere

stimolata da un orgoglio e da un senso di squadra molto forte. Muoversi con successo in difesa implica il

controllo del campo da parte del giocatore (sempre sotto controllo gli uomini, la palla ed il canestro).

L’allenatore deve saper abilmente ed efficacemente comunicare con i giocatori per allertarli in caso di

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situazioni impreviste e deve metterli in condizione di esprimere sempre la giusta aggressività e pressione

creando disagio agli avversari senza commettere falli.

La difesa deve cercare di rallentare sempre il gioco, cercando di entrare in possesso di palla. Ogni giocatore

deve avere la massima responsabilità sul suo gioco, provare a forzare i blocchi, tentare di allargare l’attacco

avversario spingendolo lungo le linee laterali gestendo in maniera ottimale le proprie energie durante l’intera

partita.

L’allenatore deve pretendere che la palla venga indirizzata verso l’esterno, per far perdere una buona

visione periferica all’avversario; esigere un’alta pressione alla chiusura del palleggio per causare passaggi

lenti ed imprecisi; i passaggi all’interno dell’area devono essere ostacolati; tutti i giocatori devono essere

molto reattivi.

Oltre agli elementi visti in precedenza, una buona difesa sull'avversario senza palla prevede:

Distanza di marcamento.

Concetto di "lato forte" e di "lato debole".

o Utile ad adeguare la propria posizione difensiva sul campo in relazione alla palla. Divisa la metà

campo in due parti il "lato forte" è il quarto di campo ove è la palla e il "lato debole" è il quarto di

campo senza la palla: su questo ultimo lato, i difensori, marcando avversari lontano da canestro

e lontani dalla palla, flottano verso il centro area per assumere, in caso di necessità, una

posizione difensiva che permetta un valido aiuto ai compagni che difendono sul lato forte;

Diagrammi

1 2 3

1) La metà campo può essere ancora suddivisa in due parti immaginarie, una dove si trova la palla, lato

forte, e l’altra è il lato debole.

2) Prima dell’avvento della linea dei 3 punti si giocava più vicino a canestro e le spaziature erano limitate,

con difesa in aiuto e difensore opposto sulla linea del canestro, creando un triangolo tra palla, difensore e

attaccante opposto.

3) Oggi l’attacco comincia a giocare con spaziature più dilatate fuori dalla linea dei 3 punti, la difesa si

adegua accorciando la distanze, posizionandosi in anticipo sulla linea tra palla e avversario.

Essere “TRA” palla e difensore.

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4 5 6

4) Difesa “base” con difensori sulla linea della palla.

5) Una evoluzione è la difesa con giocatori posizionati a muro (Mens Sana Siena).

6) Il lato forte non è mai in aiuto.

Analisi dei blocchi:

7 8 9

7) L’attacco prepara il blocco: la guardia cerca la penetrazione sul fondo e il post sale sul gomito.

8) Dopo la penetrazione la guardia scarica sul post che a sua volta ribalta alla guardia sul lato debole.

9) Il post porta il blocco sul difensore della guardia.

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10 11

10) Sulla difesa aggressiva la guardia esce a ricciolo sul blocco per un tiro.

11) Se la difesa non segue e non è aggressiva la guardia si spazia in angolo per un tiro.

Blocco su lato debole:

12

12) La punta passa in ala destra e a sua volta va a bloccare in ala sinistra; se l’attacco taglia verso il centro il

primo obbiettivo di 2 è di passare sopra il blocco, se l’attacco sceglie di tagliare sul fondo la difesa lo segue.

13

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13) Per curare il posizionamento dei difensori, per difendere la linea della palla e per le rotazioni, le difese

possono essere allenate con un 4c4 (tre esterni ed un interno lato forte, tre esterni ed un interno lato debole

oppure quattro esterni). L’inizio dell’azione viene data da una partenza handicap sul lato forte.

Conclusioni

L’aspetto importante nella difesa individuale è il fatto che spesso il difensore subisce l'iniziativa

dell'attaccante. E' utile comprendere che la difesa costituisce una buona parte del gioco. Molte squadre

hanno costruito le loro vittorie su una difesa solida ed affidabile. L'efficacia della difesa dipende dalla tecnica

e dalla determinazione oltre alla volontà del giocatore.

Per costruire una buona difesa bisognerà quindi tener presente le seguenti situazioni: posizione del

giocatore in generale, posizione sulla palla, posizione lontano dalla palla, atteggiamento di squadra da

assumere (normale, aggressivo, ecc.), atteggiamento e posizione individuale del difensore.

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ATTACCO E DIFESA SUI BLOCCHI

Introduzione

I blocchi sono un tipo particolare di collaborazione offensiva che prevede il movimento di un attaccante

senza palla verso un difensore di un compagno con o senza palla per “bloccarlo” con il proprio corpo. I

blocchi possono essere portati “vicino alla palla” (lato forte), “lontano dalla palla” (lato debole) o sulla palla,

creando la cosiddetta situazione di pick and roll. Il bloccante deve essere immobile nel suo cilindro per non

commettere un fallo in attacco di “blocco in movimento”; il compagno che riceve il blocco e per creare

maggiore difficoltà alla difesa dovrà “preparare” il blocco facendo un movimento di smarcamento in direzione

contraria a quella di uscita dal blocco. Il giocatore che riceve il blocco, dopo aver letto la difesa, può decidere

di uscire nei seguenti modi: a “ricciolo”, il cosiddetto “curl” (diagramma 1), in allontanamento, “fade”

(diagramma 2), oppure occupando la posizione più vantaggiosa rispetto al difensore (diagramma 3).

DIAGRAMMA 1 DIAGRAMMA 2 DIAGRAMMA 3

Obiettivi

Creare un vantaggio per far conquistare la posizione più favorevole, procurando angoli di gioco

adeguati o tiri di facile realizzazione.

Creare una situazione di stress obbligando la difesa a continui adeguamenti di aiuto e recupero,

rotazioni o cambi sistematici.

TIPOLOGIE DI BLOCCHI:

Blocco orizzontale.

Blocco cieco.

Blocco al bloccante.

Blocco e riblocco.

Blocco “stagger”.

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Blocco orizzontale lato forte a salire:

Per analizzare le situazioni offensive e difensive che possono venire a crearsi con il blocco orizzontale lato

forte a salire si può fare riferimento al classico attacco “con doppia uscita” (diagramma 4).

DIAGRAMMA 4

Partendo con la palla in punta, questa tipologia di attacco dà la possibilità di creare il lato forte su ambo i lati.

La prima uscita viene effettuata dall’esterno situato sotto canestro. L’altro esterno situato al centro della

lunetta, uscirà sul lato opposto. Se il difensore dell’esterno posizionato sotto canestro passerà in terza

posizione, il rischio è che l’attaccante, leggendo il suo movimento, vada in allontanamento in angolo

(movimento “fade”), trovandosi in una situazione molto vantaggiosa. Se il difensore segue a “trenino”

l’attaccante, sarà necessario un piccolo aiuto da parte del difensore del bloccante, per evitare un tiro facile o

un passaggio allo stesso bloccante che nel mentre potrebbe essersi liberato; il difensore del bloccante dovrà

invece effettuare un body check, sull’attaccante che ha ricevuto il blocco. Spesso avviene, per mancata

lettura dell’attaccante o per una scelta di continuità del gioco, che l’esterno sotto canestro esca in posizione

ala ed effettui un passaggio al bloccante che si trova in post basso. Nel caso in cui l’interno decida di

penetrare sul fondo, avverrà un aiuto del difensore del post basso opposto e l’attaccante dello stesso potrà

sfruttare la situazione e prendere posizione contro il difensore dell’esterno opposto, creandosi una situazione

di grande vantaggio.

Blocco cieco:

Analizziamo la situazione evidenziata nel diagramma 5.

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DIAGRAMMA 5

Dopo il passaggio dell’attaccante in posizione di ala al compagno in punta, il difensore dell’ala dovrà

effettuare un passo verso la palla in anticipo, cercando di evitare un eventuale “dai e vai”. A questo punto, il

post basso in attacco si muoverà verso il difensore dell’ala ed effettuerà un blocco alle spalle del difensore.

Per la difesa, sarà di fondamentale importanza che l’interno comunichi l’arrivo del blocco; per rallentare

l’azione dell’esterno che sfrutta il blocco, il difensore dell’interno dovrà effettuare un body check,

permettendo quindi il recupero da parte del compagno. Se quest’ultimo deciderà di passare al di sopra del

blocco (tra la palla e l’uomo), l’attaccante potrà posizionarsi in allontanamento verso l’angolo. Se invece i

difensori effettuano il cambio, il rischio per la difesa è che il bloccante si giri verso la palla con una

vantaggiosa linea di passaggio.

Bloccare il bloccante:

Una applicazione di questo blocco è all’interno del sistema d’attacco denominato “flex offense”. Partendo

con la palla in posizione di ala dal lato opposto, il primo blocco viene effettuato dall’interno, che è posizionato

in post basso. L’esterno sfrutta il primo blocco e si va a posizionare, tagliando l’area, sul lato della palla. Il

post alto porta a sua volta un blocco al primo bloccante per permettergli di uscire a ricciolo o fuori dalla riga

dei tre punti per un tiro di facile realizzazione (diagrammi 6 e 7).

DIAGRAMMA 6 DIAGRAMMA 7

Sulla situazione del primo blocco, tra l’esterno in posizione di ala e l’interno in post basso, il difensore di

quest’ultimo dovrà effettuare un leggero body check per rallentare il taglio dell’esterno sul lato opposto. In

questo caso l’attaccante potrà scegliere di passare sotto il blocco o sopra il blocco, a seconda della

posizione del proprio uomo. Se invece il blocco verrà posizionato in post medio, l’attaccante che sfrutterà il

blocco potrà effettuare un movimento verso la palla, per poi tornare sul blocco sfruttando il maggior spazio

creatosi. Sul secondo blocco, se il difensore bloccato passa sopra il blocco, l’attaccante che sfrutta lo stesso,

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potrà andare in allontanamento verso l’angolo; se il difensore bloccato segue a treno, il difensore del

bloccante dovrà effettuare un body check per evitare il movimento “a ricciolo” e l’esterno sfrutterà il blocco

andando in posizione guardia per prendersi un buon tiro.

Una possibile variante di questo gioco prevede che l’esterno parta schiacciato in angolo creando una

situazione iniziale di gioco poco interessante per la difesa. Leggendo il movimento del difensore, il giocatore

che riceve il blocco può decidere se passare sopra o sotto il blocco per poi continuare l’azione come già

descritto sopra (diagrammi 8 e 9).

DIAGRAMMA 8 DIAGRAMMA 9

Blocca e riblocca:

Come per la situazione di blocco al bloccante di cui abbiamo appena parlato, anche in questo caso l’azione

prevede un secondo blocco portato però dallo stesso giocatore che ha effettuato il primo blocco. In questo

caso il blocco sarà portato da post basso a post alto. Tutte le situazioni che si possono verificare in questo

caso sono quelle sopra descritte nella tipologia “blocco cieco” (diagrammi 10 e 11).

DIAGRAMMA 10 DIAGRAMMA 11

Blocco “stagger”:

Questa tipologia di blocco è un blocco tandem, cioè due blocchi con un minimo di spazio tra l’uno e l’altro

(diagramma 12).

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DIAGRAMMA 12

Se il difensore del giocatore che sfrutta il blocco segue a treno, il difensore del secondo bloccante dovrà

effettuare un body check per evitare il movimento “a ricciolo”. In questa situazione il maggior rischio è che

l’attaccante del primo bloccante prenda un vantaggio in area, sfruttando la posizione di aiuto del proprio

difensore.

Se il difensore del giocatore che sfrutta il blocco effettua il cambio con il difensore del secondo bloccante, il

bloccante potrà sfruttare lo spazio vantaggioso creatosi con il cambio. Se il difensore del giocatore che

sfrutta il blocco segue a treno sul primo blocco e passa tra difensore e attaccante sul secondo blocco,

l’attaccante che sfrutta il blocco stagger potrà sfruttare lo spazio vantaggioso creatosi verso l’angolo. Una

situazione di gioco che si può creare con il blocco stagger è che il primo blocco che si effettua, serva per

l’uscita del giocatore che sfrutterà il secondo e consecutivo blocco stagger (diagrammi 13 e 14).

DIAGRAMMA 13 DIAGRAMMA 14

Conclusioni

Possiamo quindi capire che sfruttando tutte le tipologie di blocco sopra elencate, aggiungiamo al nostro

bagaglio tecnico importanti movimenti di collaborazione potendo offrire alla squadra anche degli schemi di

gioco offensivi.

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COSTRUZIONE DIFESA A ZONA PARI

(CENNI ALLA DISPARI)

Introduzione

I presupposti per la costruzione di una buona difesa a zona sono i medesimi della difesa individuale.

Se i nostri giocatori sapranno collaborare difensivamente (aiuto e recupero, rotazioni, cambi, ecc.) e avranno

un buon livello comunicativo potranno usare questi principi in tutte le situazioni di difesa, sia a uomo che a

zona.

Lo scopo principale della difesa a zona è impedire all’attacco di conquistare uno spazio ed un tempo

vantaggioso rompendo le “abitudini” degli attaccanti.

Obiettivi

Perché utilizzare la difesa a zona?

Si difende a zona per i seguenti motivi:

- Togliere ritmo all’attacco.

- Compensare un’inferiorità fisica e/o atletica.

- Aumentare la presenza a rimbalzo difensivo.

- Limitare le penetrazioni offensive.

- Limitare un post basso pericoloso.

- Problemi di falli.

- Facilitare il contropiede.

- Cambiare l’inerzia della gara.

- Mancanza di buoni tiratori nella squadra avversaria.

- Facilitare il rientro difensivo.

Concetti della difesa a zona:

E’ necessario definire dei prerequisiti specifici da attuare schierando una difesa a zona.

Bisogna definire gli spazi di competenza dei difensori e saper difendere all’interno degli stessi. La qualità

della comunicazione è un presupposto importante per le collaborazioni.

Prestare maggior attenzione al movimento della palla rispetto a quello degli attaccanti.

L’iniziativa autonoma porta alla collaborazione tra difensori nel rispetto di regole prefissate.

La difesa non deve essere passiva, ma deve attaccare l’attacco.

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Schieramenti di base:

Schieramento iniziale 2-3

Schieramento iniziale 2-1-2

Schieramento iniziale 3-2

Costruzione della difesa a zona:

La costruzione della difesa a zona può essere divisa secondo il principio con il quale si analizza inizialmente

la prima linea ed in un seguito la seconda linea.

Prima Linea:

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La metà campo difensiva viene divisa in due zone di competenza e la prima linea si occupa della porzione di

campo al di sopra della linea del tiro libero. Nel caso in cui l’attacco schieri un post alto la coppia deve

ostacolare la linea di passaggio. Per quanto riguarda il lavoro sugli esterni la difesa si troverà spesso in

inferiorità numerica e dovrà affrontare le situazioni in cui il giocatore in punta ribalterà il pallone.

Seconda linea:

La zona di competenza della seconda linea parte dalla linea di fondo e arriva circa fino al prolungamento del

tiro libero (confine con la prima linea). A differenza della precedente i tre difensori schierati saranno

difficilmente in inferiorità numerica e ciò comporta che parte del lavoro di tale linea sia anche partecipare alla

difesa degli esterni nelle situazioni più critiche.

- Seconda linea esterna:

Sui ribaltamenti di palla in ala o guardia effettua un aiuto e recupero per facilitare il lavoro della prima linea.

Se la palla arriva in angolo l’esterno si schiera a uomo negando la linea di fondo.

- La seconda linea interna:

Il giocatore in mezzo all’area dei 3” ha lo scopo di riempire gli spazi e/o occupare il pitturato. In caso di

giocatore in post alto sarà lui ad occuparsene se la palla è in punta o in ala. In caso di palla in angolo avrà la

responsabilità del post basso.

Altro compito è quello di ostacolare tutte le penetrazioni ma non sotto canestro.

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PROPOSTE DI ALLENAMENTO PER LA DIFESA A ZONA

Le proposte di lavoro agonistico che seguono sono impostate in modo tale che la difesa sia in condizioni di

stress trovandosi ad affrontare un attacco in sovrannumero almeno di un giocatore.

4 dif. vs 5 att.

5 dif. vs 5 att.

5 dif. vs 6 att.

5 dif. vs 8 att.

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COSTRUZIONE DIFESA A ZONA DISPARI

La difesa a zona fronte dispari dispone; sulla prima linea difensiva tre giocatori, rispettivamente disposti nelle

due ali e in punta mentre in seconda linea due giocatori in posizione di post basso.

Questa disposizione permette una migliore copertura degli spazi sull’arco dei tre punti a discapito della zona

vicino canestro.

Schieramento iniziale difesa 3-2

Nella difesa 3-2 gli esterni hanno il compito di aumentare la pressione negando linee di passaggio e

penetrazione, in modo tale da evitare triangoli offensivi.

Il giocatore più staccato dal lato debole non deve perdere l’ultimo attaccante.

Il giocatore 1 attacca lo spazio in palleggio, 1 e 3 in difesa chiudono la

penetrazione. La palla verrà scaricata a 2 in angolo, il giocatore 4 in difesa sul

post basso uscirà per impedire il tiro e negare una penetrazione.

Il giocatore in difesa 5 si occupoerà dell’attaccante in post basso sul lato forte.

Il difensore due a deguerà la sua posizione difensiva tenendo a mente la

pericolosità del giocatore 4 in angolo (in altri schieramenti può essere in post

basso).

Con palla in angolo e in caso di doppio post basso l’interno sul lato forte sarà di

competenza del difensore interno sul lato debole 5; l’attaccante interno sul lato

debole salito in posizione di post basso sarà di competenza del giocatore in

punta, 1. Il difensore due adeguerà la sua posizione difensiva sul gomito in modo

da vedere il giocatore in ala.

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Proposte di allenamento.

Gioco tre contro tre, l’attaccante passa e taglia l’obiettivo per la difesa è

impedire il taglio e la ricezione, l’attacco puo ricevere sino un metro circa

oltre il tiro libero.

3c3 con appoggio coinvolgendo un interno

4c3 con appoggio

5c4 con appoggio

5c5

Conclusioni

La difesa a zona richiede una forte attitudine al lavoro sull’aspetto mentale e psicologico. È la difesa che

deve togliere l’iniziativa all’attacco e deve rappresentare l’identità di squadra. Per difendere a zona è

fondamentale che i giocatori abbiano consolidato le collaborazioni difensive.

La difesa a zona è sconsigliata nelle attività giovanili di prima fascia (U13 ed U14) poiché a quell’età non

sono state ancora affrontate le idee di collaborazione difensiva.

Altro requisito fondamentale è una buona ed allenata capacità difensiva “uomo a uomo” poiché le capacità di

difesa individuale sono trasferibili nel sistema “zona”.

In conclusione si denota che ogni squadra di medio livello debba conoscere le tipologie di difesa a zona, se

non altro per non risultare impreparata di fronte all’avversario che eventualmente potrebbe schierarla.

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ATTACCO ALLA DIFESA A ZONA PARI

(CENNI ALLA DISPARI)

Introduzione

In passato era consuetudine utilizzare schemi d’attacco rigidi contro la difesa individuale e altri

completamente diversi per l’attacco alla zona. Attualmente per attaccare la difesa a zona si cerca di

utilizzare gli stessi concetti espressi contro la difesa a uomo. Penetrare dal lato opposto da cui arriva la palla

ed il passaggio “skip” sono alcuni esempi di questo concetto.

Gli schieramenti offensivi visualizzati nei diagrammi 1 e 2, già fanno capire quali sono gli spazi lasciati liberi

dalla difesa a zona sia in zona 2-3 che 3-2.

DIAGRAMMA 1 DIAGRAMMA 2

In questi schieramenti la lettura e il relativo posizionamento crea una situazione di stress per la difesa e non

vi è possibilità di curare due giocatori con un solo uomo.

Perché queste situazioni siano incrementate, l’attacco dovrà forzare i difensori ad uscire dalle proprie zone

di competenza; dovrà inoltre avere un continuo e costante gioco interno-esterno; non dovrà eseguire solo

una serie di passaggi per muovere la palla (es. passaggi perimetrali) ma ogni passaggio dovrà essere

effettuato per raggiungere una situazione di vantaggio. Occorre inoltre evitare forzature e un gioco frenetico.

Obiettivi

Creare una situazione di sovrannumero dinamico (contropiede).

Posizionare i giocatori negli spazi giusti affinché 2 attaccanti non siano marcati da un solo difensore.

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Creare triangoli offensivi per avere sovrannumero.

Fare uscire il difensore dalla propria area di competenza.

Creare situazioni di gioco ordinato e non frenetico o con tiri forzati.

Caratteristiche

Rapidità in situazioni di rimbalzo difensivo, apertura e contropiede (non far schierare la difesa).

Alternanza tra tagli, penetrazioni e passaggi (non come anni fa che era solo un gioco di passaggi).

Gioco simile e funzionale simile all’attacco contro la uomo, bilanciato tra interni ed esterni.

Finte di passaggio.

Rimbalzo offensivo perché accade che non vi è la copertura corretta degli spazi della difesa su un eventuale

tiro sbagliato (spesso vista in attacchi contro la 3-2 sfruttando un miss match).

Passaggi skip.

Collaborazioni offensive.

Per effettuare correttamente questa tipologia di attacco è necessario conoscere i fondamentali giusti da

utilizzare (penetrare nel momento giusto con la mano giusta, saper effettuare il passaggio giusto, tirare nel

momento e nel modo giusto).

Attacco alla zona 2-3:

I 2 esterni dovranno posizionarsi inizialmente tra le 2 linee (i 2 difensori della prima linea e i 3 difensori della

seconda linea), il post alto dovrà sistemarsi in posizione di taglio. Il giocatore in punta con la palla può

effettuare subito un passaggio oppure, cosa migliore, può puntare uno dei due difensori alti così da mettere

in condizione il difensore a lavorare sul suo movimento e quindi scaricare. In questo caso si è già creata una

situazione di stress per la difesa. Il giocatore può anche non passare e il suo compagno esterno effettuare il

cosiddetto movimento “shallow” (diagrammi 3 e 4).

DIAGRAMMA 3 DIAGRAMMA 4

Nel caso in cui il giocatore in punta effettui un passaggio ad un esterno e il giocatore in angolo opposto (o

post basso opposto) effettui un taglio andando in post basso sul lato forte, può ricevere e sfruttare anche il

post alto (diagrammi 5 e 6).

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DIAGRAMMA 5 DIAGRAMMA 6

Un’altra situazione è quando il giocatore in punta passi la palla ad uno dei 2 esterni, muovendo così la

difesa, e che la riceva nuovamente; a questo punto può liberare di conseguenza l’esterno sul lato opposto.

Penetrare nei buchi è sempre molto stressante per la difesa ma può non essere sempre produttivo per una

soluzione finale; può servire invece per trovare una soluzione molto vantaggiosa sullo scarico (diagramma

7).

DIAGRAMMA 7

Nel caso in cui sul passaggio dell’uomo in punta ad uno dei 2 esterni, il post basso sul lato forte può salire in

post alto sempre sul lato forte e viene sostituito dal taglio dell’esterno nell’angolo opposto creando una

situazione vantaggiosa per entrambi con il sovrannumero (diagramma 8).

DIAGRAMMA 8

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Nel caso di un attacco con un solo post basso e 4 esterni, il post basso si muove liberamente tra i buchi

dell’area, mentre l’esterno in ala, quando la palla vola sul lato opposto, può effettuare un taglio verso l’angolo

del lato forte, creando un evidente sovrannumero e una grande situazione di stress per la difesa. Nel caso in

cui lo schieramento di partenza è con 2 post alti in posizione di taglio e uno dei 2 riceve, l’altro senza pa lla

può decidere di effettuare un taglio sul post basso del lato forte; in seguito ad un ribaltamento, il post basso

effettuerà un taglio in posizione opposta, quindi sul lato forte (diagramma 9).

DIAGRAMMA 9

La distanza dei post è decisamente importante. Se si gioca con un post basso, l’altro dovrà posizionarsi in

post alto sulla lunetta; se la scelta è invece quella di un post medio, l’altro si posizionerà oltre la lunetta,

anche fuori dalla linea dei 3 punti. La posizione del post basso dovrà sempre essere dietro la difesa.

Attacco contro la 3-2:

I buchi nella difesa 3-2 sono maggiori nella seconda linea difensiva rispetto a quelli della 2-3. Se contro la 2-

3 attaccavamo con attacco dispari (un giocatore in punta), contro la 3-2 giocheremo pari (2 giocatori in

posizione di guardia). Si può anche giocare con un solo post e 4 esterni oppure con due post. In quest’ultimo

caso i 2 interni posizionati entrambi in post basso, si muoveranno quando la palla andrà sugli esterni, come

già visto nei giochi contro la difesa 2-3. Il primo movimento verrà effettuato dal post basso sul lato forte che

si alzerà in post alto e l’altro post basso sul lato debole taglierà in post basso sul lato forte (movimento a “L”).

Contro questo schieramento è fondamentale variare i ritmi per toglierli alla difesa. Importante inoltre sono i

ritmi diversi individuali (incrementi e decrementi di velocità sia dei movimenti che dei passaggi).

Lavori di preparazione per l’attacco alla zona:

Condizionamento: esercizi di superiorità in situazioni di contropiede (2c1, 3c2, 4c3, 5c4, ecc.).

4c3 in contropiede: difesa schierata con un uomo in punta sulla lunetta e altri 2 in post medio. Gli attaccanti

dovranno andare nei buchi con semplici passaggi o soprattutto con penetra e scarica, ma senza utilizzo di

tagli (diagramma 10).

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DIAGRAMMA 10

4c4: schieramento difesa a box (2 davanti e 2 dietro) oppure “a rombo”: giocare liberi in attacco senza

nessun interno come sopra.

4c4 come sopra utilizzando 1-2 palleggi al massimo, inserendo i tagli.

4c4: difesa come sopra, ma attacco con 3 esterni e 1 interno, con 1-2 palleggi al massimo, utilizzando i tagli

(diagramma 11).

DIAGRAMMA 11

4c4: come sopra ma l’attacco parte con pick & roll tra l’esterno con la palla e l’interno in post alto.

5c4: come sopra.

4c5: quando gli automatismi dell’attacco permettono di aumentare le difficoltà offensive.

Conclusioni

La difesa a zona viene usata spesso per limitare falli, facili penetrazioni o per far cambiare ritmo e spaziature

all’attacco, di conseguenza l’attacco dovrà trovare attraverso schemi rigidi, o semplicemente giocando per

concetti, il modo migliore per raggiungere gli obiettivi sopra elencati. Queste situazioni sono molto

propedeutiche per l’attività giovanile ma hanno una valenza importante anche per il lavoro contro la zona in

squadre senior.

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INTERVENTO MEDICO SPORTIVO

Introduzione

La lezione del Dott. Carlin ha illustrato gli aspetti medici legati alla pallacanestro.

Ha messo in luce aspetti che l’allenatore deve saper gestire in caso di infortuni o malessere.

L’intervento del dottore ha portato chiarimenti sui seguenti argomenti:

- Anatomia e fisiologia.

- Traumatologia.

- Pronto soccorso.

- Doping.

Obiettivi

Traumatologia:

-Trauma cranicoencefalico.

Il trauma cranicoencefalico può avere luogo senza fratture ossee, ma può provocare lesioni al cervello.

Si dividono in:

- Commozione cerebrale: è il tipo K.O. del pugile causa pochi minuti di perdita di conoscenza,

risveglio con vomito midriasi e perdita della memoria breve termine. Causa precario equilibrio.

- Contusione cerebrale: è un tipo di trauma che interessa un versamento di liquidi (edema) nella dura

madre. Questa situazione porta compressione all’interno della scatola cranica. Il soggetto avverte disturbi,

disorientamento relativo allo spazio tempo e midriasi.

- Ematoma epidurale: è un trauma che interessa un importante versamento di sangue (emorragia)

nella pia madre e nell’aracnoide, porta compressione nella scatola cranica. Essondo il cranio rigido, non

permette la fuoriuscita del liquidi in eccesso. Si divide in tre momenti: Periodo iniziale, cioè il momento del

trauma. Intervallo libero non ci sono sintomi ma è il periodo di massimo pericolo. Periodo di stato compaiono

i primi sintomi: cefalea ipertensione endocranica, nei casi più gravi coma sino alla morte.

- Ematoma subdurale: è un trauma che interessa la parte centrale del cervello. Ha un breve

intervallo libero che provoca cefalee, midriasi, vomito acuto (il getto è verticale e non orizzontale).

La fase di stato presenta sintomi importanti e gravi.

- Emmorragia sub aracnoidea.

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In tutti i casi di trauma cranico encefalico l’allenatore deve consigliare la visita in pronto soccorso per

escludere qualsiasi complicazione.

-Lesioni articolari.

Le lesioni articolari si dividono in tre categorie:

- Lussazioni.

- Distorsioni.

- Fratture.

-Lussazioni: la lussazione è la perdita completa e permanente dei rapporti tra due capi articolari si

dividono in diartrosi e sinartrosi. In un soggetto la lussazione è riscontrabile dalla lassita articolare che porta

lesioni vascolo nervose e mio-tendinee (forte dolore). Di conseguenza è necessario immobilizzare l’arto e

accompagnare il soggetto al più vicino pronto soccorso.

La lussazione più frequente nella pallacanestro è quella al cingolo scapolo omerale.

-Distorsioni: trauma a carico delle strutture capsulo-legamentose. Sono provocate generalmente da

traumi indiretti che agiscono causando un’escursione articolare eccessiva.

Il dott. Cariln ha affrontato prevalentemente la distorsione del ginocchio: attraverso movimenti di rotazione

violenti e non controllati (da parte del femore e tibia) i legamenti più stressati sono i L.C.A. e il collaterale.

I sintomi sono gonfiore, instabilità dell’articolazione, impotenza funzionale.

Se si presenta gonfiore istantaneo non c’è versamento, se il gonfiore compare 24 ore dopo l’infortunio c’è il

sospetto di lezione ossea e legamentosa.

La terapia da utilizzare subito è ghiaccio applicato localmente.

-Fratture: è una discontinuità dell’osso causata da un trauma (diretto indiretto) provoca immediato

dolore, vomito, impotenza funzionale.

Si dividono in: composte e scomposte: nel primo caso l’osso è rotto ma no c’è spostamento sull’asse

dell’osso. Nel secondo caso si perde la continuità anatomica (rottura con spostamento). In caso di fratture

scomposte l’osso fratturato può fuoriuscire dalla cute: fratture esposte.

Nei traumi per compressione (incidente stradale) l’osso si “sbriciola”: fratture comminute.

Le fratture da stress sono dovuto all’usura dell’osso.

Nella pallacanestro le fratture più comuni sono a carico della clavicola, a guarigione spontanea (con

trattamento a bendaggio). Negli arti superiori vengono maggiormente fratturati polso e radio. Per gli arti

inferiori, scafoide, tibia, femore e perone.

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Malattia di Osgood-Schlatter: colpisce gli adolescenti tra i quindici e i sedici anni prevalentemente maschi.

Questa patologia porta un’ossificazione a livello tibia sotto la rotula. Il dolore diminuisce spontaneamente

con la progressiva calcificazione del nucleo osseo. I rimedi temporanei sono: riposo, ghiaccio e applicazione

di fanghi d’argilla. L’inibizione dall’attivitàsportiva è dovuta dal dolore acuto.

Pronto soccorso.

Sono situazioni che vanno trattate con cautela, è meglio non improvvisarsi dottori, è meglio chiamare il 118.

Gli argomenti trattati sono i seguenti:

Convulsioni: spasmi incontrollati a livello nervoso che provocano perdita di coscienza, rimozione della

memoria a breve termine. I sintomi sono pigmentazione blu a livello delle labbra.

Mettere il soggetto in posizione di sicurezza.

Emorragia: fuoriuscita di sangue si divide in interna e esterna. In caso di emorragia esterna tamponare e

bloccare la circolazione a livello prossimale.

Epistassi: perdita di sangue dal naso. Agevolare la fuoriuscita del sangue, utilizzare tamponi nasali;

quest’ultimi non verranno rimossi sino alla fine dell’emorragia.

Corpi estranei:

- Gola: aiutare il soggetto a tossire per facilitare l’espulsione del corpo.

- Occhi: esortare a tenere gli occhi chiusi.

Doping

Per doping si intende l’uso di sostanze che alterano la prestazione sportiva o nascondano le tracce

dell’utilizzo delle stesse.

L’utilizzo di sostanze dopanti è un infrazione sia all’etica dello sport, sia a quella della scienza medica.

I regolamenti sportivi vietano il doping , regolamentano strettamente le tipologie e le dosi consentite.

Gli atleti che risultano positivi alle analisi vengono sospesi dall’attività per un periodo di tempo di circa due

anni, in caso di recidività rischiano l’inattività da dieci anni alla squalifica a vita.

Il comitato olimpio ha istituito una agenzia che combatte il dopin a livello mondiale: la WADA.

Le sostanze vietate sono:

Ormone della crescita

Insulina

Anabolizanti

EPO

Beta Agonisti

Oppiacei Narcoti

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Conclusioni

L’allenatore moderno oltre che occuparsi degli aspetti tecnici tattici deve altresì saper affrontare tutte le

situazione di emergenza in modo efficace e funzionale.

Ciò significa non fare “l’eroe” ma semplicemente non essere colto impreparato.

Deve agire in massima sicurezza e in caso di emergenza non esitare a chiamare il 118.

L’allenatore deve incoraggiare la sana pratica sportiva, sconsigliando sostanze proibite, favorendo la vera

etica sportiva.

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PREPARAZIONE FISICA

Chi dei due Chi dei due èè pipiùù funzionale?funzionale?

vsvs

VS

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• RICONOSCIMENTO DELL’UTILITA’• CONOSCENZA DEL GIOCO

• APERTURA MENTALE VERSO LE NUOVE INDICAZIONI (ma con occhio critico)

• DALLE CONOSCENZE DI BASE…

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LL’’IMPEGNO FISICO DELIMPEGNO FISICO DELGIOCATORE DI PALLACANESTROGIOCATORE DI PALLACANESTRO

SISTEMI ENERGETICI SISTEMI ENERGETICI

METABOLISMOMETABOLISMO •• M. AEROBICOM. AEROBICO(in presenza di ossigeno)(in presenza di ossigeno)

•• M. ANAEROBICOM. ANAEROBICO(in assenza di ossigeno)(in assenza di ossigeno)

* M. ANAEROBICO* M. ANAEROBICO ALATTACIDOALATTACIDO(Senza accumulo di acido lattico)(Senza accumulo di acido lattico)

* M. ANAEROBICO* M. ANAEROBICO LATTACIDOLATTACIDO(Con accumulo di acido lattico)(Con accumulo di acido lattico)

Metabolismo aerobico

• Qualora l’esercizio si protragga per un tempo superiore alla durata dei due metabolismi precedenti, la potenza subirà un ulteriore decremento.

• In questa situazione compare l’utilizzo dell’ossigeno derivato dall’ambiente esterno e la possibilità di protrarre ulteriormente il tempo dell’attività.

• Grazie alla presenza di ossigeno, il glicogeno verràcompletamente scisso dando CO2, acqua e energia che permetta di ri-produrre imponenti quantità di ATP.

• Avviene attraverso molte reazioni nei mitocondri utilizzando zuccheri e grassi.

• Esercizi di potenza inferiore per un tempo massimo di alcune ore.

• Esempi: ciclismo, sci di fondo, maratona.

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Metabolismo anaerobico alattacido

• Avviene in assenza sia di ossigeno sia di acido lattico.• Avviene per mezzo della fosfo-creatina (PC).• Ma la PC è presente in quantità molto limitate e in

un esercizio eseguito con potenza massimale si avràl’esaurimento di ATP in brevissimo tempo max 10-15 sec per convenzione.

• Tutte le attività che richiedono energia massimale per un tempo di pochi secondi utilizzano questo sistema che non produce acido lattico.

• Esempi: 100 metri, lancio del peso,giavellotto….

Metabolismo anaerobico lattacido

• Avviene in assenza di ossigeno• Compare la presenza dell’acido lattico.• Zuccheri che ingeriamo con alimenti (pane,pasta,riso,patate)

vengono trasformati in glucosio, che dopo essere entrato nelle cellule è di pronto utilizzo per produrre energia oppure da immagazzinare come glicogeno nei muscoli e nel fegato.

• Questo sistema produce ATP, tramite la scissione del glicogeno (glicolisi= rottura della molecola di glucosio)

• Tale demolizione oltre a fornire energia crea anche acido lattico.

• Questo sistema produce una potenza inferiore, ma per una durata maggiore che tenderà ad esaurirsi più per l’accumulo di acido lattico che per l’esaurimento di glicogeno

• Esercizi dai 30 secondi ai 3 minuti• Esempi: 200 , 400, 800 metri

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IL CARICO DI ALLENAMENTOIL CARICO DI ALLENAMENTO

Carico = Quantità x Intensità

• C (carico): insieme delle sollecitazioni fisiologiche e psicologiche che determinano gli adattamenti funzionali dell’individuo.

• Q (quantità): unità di misura in funzione della specialità sportiva (minuti di una corsa, metri nel nuoto, …)

• I (intensità): elemento caratterizzante lo sforzo interno provocato nell’individuo (in % rispetto al massimale del soggetto)

• Altro aspetto da non trascurare è il recupero: tempo che intercorre tra un esercizio e l’altro, tra le serie di esercizi o tra sedute successive.

FC in partita (guardia)

Barnabà2010

14’

24’

15’

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IL CARICO FISICO DELLE ESERCITAZIONI IL CARICO FISICO DELLE ESERCITAZIONI TECNICHETECNICHE

Gebbia - Colli 2008

Gebbia - Colli 2008

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Gebbia - Colli 2008

COME PROGRAMMARECOME PROGRAMMARE

Lavorare per obiettivi (mai improvvisare)Lavorare per obiettivi (mai improvvisare)

Collaborare con lo staff (confronto e Collaborare con lo staff (confronto e coinvolgimento)coinvolgimento)

Programmare la stagione per Programmare la stagione per MacroMacro--obiettivi obiettivi

Programmare settimanalmenteProgrammare settimanalmente(singole sedute)(singole sedute)

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LA SEDUTA DI ALLENAMENTOLA SEDUTA DI ALLENAMENTODUE DIVERSE TIPOLOGIE DI LAVORODUE DIVERSE TIPOLOGIE DI LAVORO

ALLENAMENTO LINEARE

• 20’ ATTIVAZIONE (LAVORO

FISICO)

• 16’ FONDAMENTALI INDIVIDUALI

• 16’ ESERCIZI 1c1

• 8’ ESERCIZI DI TIRO

• 16’ 3c3 – 4c4 – SOVRANNUMERO

• 20’ 5c5

• 8’ DEFATICAMENTO

ALLENAMENTO MODULARE

• 16’ LAVORO A STAZIONI (8’ LAVORO TECNICO – 8’ LAVORO FISICO)

• 12’ FONDAMENTALI INDIVIDUALI

• 8’ 3c3 – 4c4 A METÁ CAMPO

• 4’ TIRI LIBERI + PAUSA

• 16’ LAVORO A STAZIONI (8’ LAVORO TECNICO – 8’ LAVORO FISICO)

• 12’ FONDAMENTALI INDIVIDUALI

• 8’ 3c3 – 4c4 A METÁ CAMPO

• 4’ TIRI LIBERI + PAUSA

MO

DU

LO2°

MO

DU

LO

• 10’ DEFATICAMENTO

(Stretching: sì/no? Come? Quanto spesso? Quando?)

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LA POSIZIONE FONDAMENTALE LA POSIZIONE FONDAMENTALE

E’ UNA POSIZIONE ATTIVA E NON STATICA

La postura del giocatore di pallacanestro non è definibile così come viene intesa dall’osteopata o dal posturologo e non è sicuramente la stessa del velocista o del saltatore.

CAVIGLIA GINOCCHIO ANCA TRATTO LOMBARE TRATTO DORSALE (scapole) SPALLE

CONTROLLO POSTURALECONTROLLO POSTURALE

PROPRIOCEZIONEINTEGRAZIONE A LIVELLO DEL SISTEMA NERVOSO DEI SEGNALI PROVENIENTI DAI

RECETTORI MUSCOLARI, ARTICOLARI E CUTANEI

SISTEMI DI CONTROLLO:

VISIVO: il più preciso

VESTIBOLARE: il più lento ed impreciso

PROPRIOCETTIVO: il più rapido

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STRATEGIE DI CONTROLLO

COMPENSO

ARTI SUPERIORI

PROPRIOCETTIVO - VISIVO VESTIBOLARE

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LE PAROLE CHIAVE DELLA PREPARAZIONE LE PAROLE CHIAVE DELLA PREPARAZIONE FISICA PER IL GIOCATORE DI BASKETFISICA PER IL GIOCATORE DI BASKET

ACCELERAZIONI E DECELERAZIONI

da Colli

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Quali sono le differenze tra giocatori di basket e velocisti ???

Da una tesi di Michele Moretti (2003)

(tutor prof. Colli)

Atleti utilizzati• Velocisti di livello nazionale (n. 6) di età tra 20 e 28

anni

• Giocatori di basket di una squadra di serie B (n. 12) di età tra 19 e 23 anni

Test forza esplosiva e reattiva

CMJ stiffnesscestisti 49,4 + 6,1 42,6 + 5,1

Velocisti 59,9 + 3,9 56,2 + 5,8

Diff 21,2 % 31,9%

P< 0,0001 0,0001

Moretti, Colli 2003

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Test a navetta

2x18m 4x9mcestisti 6,58 + 0,28 8,96 + 0,38

Velocisti 6,49 + 0,06 8,86 + 0,10

Diff 1,4 % 1,1%

P< Ns ns

Moretti, Colli 2003

0 4 8 12 16

1-20"

21"-40"

41"-60"

61"-80"

81"-100"

101"-120"

>120"

t (s

ec)

frequenza in partita

pause

azioni

Il 70 % delle azioni ha una durata inferiore ai

60 secondi

R. Colli 2002

All’aumentare del tempo consecutivo di gioco , aumenta anche

il tempo di pausa successivo

TEMPI DI GIOCO E DI PAUSA SONO IN RAPPORTO 1:1

ALTA INTENSITA’, BASSA INTENSITA’ E PAUSE

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FREQUENZA CARDIACAFREQUENZA CARDIACA

• Frequenza cardiaca media in partita 89% della FCMax (nel 15% del tempo è > del 95% della FCMax)

FCMEDIA (80-87%): fasi di recupero

ALTA (88-95%): fasi attive di breve e media durataMAX (>95%): fasi di gioco prolungate

• Distanza coperta a velocità > 15 Km/h è 7,5 metri

• In 1 minuto di gioco effettivo abbiamo mediamente 2,2 azioni intense – 3,9 medie –5,1 blande – 4,5 di recupero• L’acido lattico prodotto in partita non supera le 7 mmol • Ali e play fanno circa 4 km a partita, un centro fa circa 3 km• Le ali e i playmaker sviluppano molte piùazioni ad alta velocità

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APPOGGI PREVALENTI MONOPODALICI

da Colli

RAPIDITA’ “PIEDI” E BARICENTRO BASSO

Che cosa fanno i giocatori in campo ??

• Posizione con angolo al ginocchio 120/150°

• Mai gambe tese

• Diverse direzioni

• Diversi pianida Colli

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INSTABILITA’ INDOTTA DAI CONTATTI

da Colli

… MA ANCHE AUTOPRODOTTA…

da Colli

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TORSIONI

da Colli

Torsione a carico di:

☻ Tronco

☻ Arti inferiori

☻ Difesa d’anticipo

☻ Finte

☻ Gioco in post-basso

☻ Partenze in palleggio

☻ Passaggi

☻ Smarcamenti

☻ Tiri nel “traffico”

Alcuni esempi:

Mai isolati!

Da una tesi di L. Russo, 2006

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Torsioni totali: 41,54±13,59 (100%)

In Attacco: 24,17±9,06 (58%)

Con palla: 17,13 ±5,64 (41%)

Senza Palla: 7,04 ±4,91 (17%)

In 5In 5′′ di gioco il Playmaker compie:di gioco il Playmaker compie:

Il Playmaker compie una torsione ogni 7”22

Da una tesi di L. Russo, 2006

E ALLORA COSA DOBBIAMO ALLENARE ?

E PERCHE’ DOBBIAMO CONTINUARE A PERDERE TEMPO?

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LA RICERCA DEL TALENTOLA RICERCA DEL TALENTO

ELEMENTI UTILI:

• MISURAZIONI ANTROPOMETRICHE

• RITMI DI APPRENDIMENTO

• COMPRENSIONE DEL GIOCO

• VALUTAZIONI FISICHE

LA VALUTAZIONELA VALUTAZIONE

MISURE ANTROPOMETRICHE:

• ALTEZZA

• PESO

• ALTEZZA DA SEDUTO

• REACH

• MASSIMA APERTURA BRACCIA

• PLICOMETRIA - % MASSA GRASSA

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LA VALUTAZIONELA VALUTAZIONE

VALUTAZIONI FISICHE:

TEST DI SALTO

•CMJ

•CMJ MONOPODALICO

•STIFFNESS

•STIFFNESS MONOPODALICO

LA VALUTAZIONELA VALUTAZIONE

TEST FISICI:

TEST METABOLICO•TEST A NAVETTA DI LEGER

TEST DI ABILITÁ

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PREPARAZIONE E GESTIONE DELLA GARA

Introduzione

Per una squadra che partecipa a campionati di basso-medio livello o per squadre giovanili impegnate in

campionati non di eccellenza, o non coinvolte in fasi nazionali probabilmente non è indispensabile avere un

sistema organizzato di preparazione alla gara. A medio-alto livello invece è indispensabile creare

un’organizzazione ed una struttura molto attenta al lavoro di scout e di scouting. Vediamo allora quali sono

gli strumenti di cui abbiamo bisogno nella preparazione alla gara.

Per farci un’idea degli avversari, la prassi attuale è che siano guardate le ultime tre partite giocate dagli

avversari. Se però inseriamo questa pratica in un contesto di campionati, capiamo facilmente che analizzare

tre partite (più altre tre se si gioca anche una coppa) diventa veramente impegnativo: per questo motivo le

squadre professionistiche stanno allargando il loro staff tecnico. C’è bisogno di figure specializzate, di tecnici

che guardino gli avversari per noi e devono essere persone di cui ci fidiamo e con le quali condividiamo gli

stessi aspetti tecnici.

Ma cosa devono guardare per noi?

Obiettivi

Iniziamo dai comportamenti di squadra che vogliamo studiare dei nostri avversari:

Che uso fanno del contropiede? E’ sistematico o occasionale? Quanto è efficace?

Usano pick and roll? Quale tipo? (ad es.: centrale, laterale, in transizione, in velocità?)

Hanno un gioco interno?

Usano situazioni di blocchi per liberare dei tiratori?

Come gestiscono i “giochi rotti”? Come reagiscono alle difficoltà? Ad esempio: si riadattano con un

penetra e scarica o cercano di risistemare un pick and roll?

Bisogna osservare anche gli aspetti fondamentali di tipo individuale, sia offensivi che difensivi.

Iniziamo dalle caratteristiche offensive:

C’è un giocatore che apre, o uno che più spesso conclude il contropiede?

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Sulle loro penetrazioni qual è la mano preferita con cui attaccano i singoli giocatori e quali sono gli

avversari più propensi a penetrare?

Chi degli avversari fa bene palleggio, arresto e tiro?

Chi viene coinvolto nei giochi di pick and roll e come lo usa?

Che raggio ha la maggior parte dei tiri da fuori dei singoli avversari e quali sono i giochi e le zone di

gioco che portano a questi tiri?

I tiri dei singoli avversari arrivano da blocchi, da penetra e scarica, da transizione, da pick and roll?

Chi gioca interno, quali movimenti fa, quali preferisce fare? Come reagisce quando certi movimenti

gli vengono tolti?

Hanno capacità di andare a rimbalzo offensivo? Esistono giocatori particolarmente aggressivi a

rimbalzo?

Ci sono poi le caratteristiche individuali difensive da analizzare nelle partite dei nostri avversari:

Esistono giocatori particolarmente bravi in difesa che potrebbero metterci in difficoltà? O, al

contrario, esistono avversari particolarmente carenti in difesa che possiamo pensare di attaccare

facilmente?

Sul pick and roll che scelte fanno in difesa? Recuperano, raddoppiano, fanno “show”, cambiano?

Come difendono sul post basso? Dietro, davanti, “trequarti sopra”, “trequarti sotto”?

Se la palla arriva al post basso, che scelte fa la difesa? Ad esempio, raddoppiano? E se sì, quale

giocatore della rotazione va a raddoppiare?

Guardando le loro partite, i difensori prevalentemente riescono a contenere le penetrazioni? E

quando vengono battuti che scelte fanno in difesa? Aiuto e recupero, cambio, rotazioni? Se ruotano,

com’è la rotazione?

Subiscono il contropiede o sono organizzati al riguardo? Rientrano velocemente in difesa? La

transizione attacco-difesa è efficace o lascia delle zone scoperte? Quali?

Fanno bene tagliafuori? Hanno buona copertura a rimbalzo in difesa?

In generale, qual è la difesa di squadra che prediligono? Uomo, zona (quale)?

Hanno una difesa allungata (es. uomo-press o zone-press a tutto campo)?

Nella stessa azione cambiano mai difesa? Partono mai a zona e poi seguono i tagli (match-up)?

Le risposte a queste domande vengono redatte in forma digitale ma anche montate in un video che verrà

mostrato alla squadra. In una programmazione settimanale, solitamente il martedì, un giorno viene dedicato

alla visione di squadra per al massimo una trentina di minuti. Nei giorni successivi poi vengono dati report

individuali ai possibili avversari diretti dei propri giocatori.

Il venerdi invece, sempre secondo una ipotetica scansione settimanale, si spendono circa 30 minuti (15 di

teoria e 15 di video) per spiegare i giochi degli avversari e di seguito si effettua un allenamento in palestra in

cui cerchiamo sul campo di spezzare i loro giochi.

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Scout e scouting

Quello che abbiamo trattato finora ricade nella definizione di “scouting”. Esiste un altro strumento di

preparazione alla gara estremamente importante: lo scout, l’insieme delle statistiche della PROPRIA

squadra.

Un buono scout deve essere diviso per giocatori e per quintetti.

E’ importante conoscere le percentuali di tiro ma è più interessante sapere come ha tirato il nostro giocatore.

Un buon sistema è quello di segnare in modo diverso i diversi tipi di conclusione a canestro.

Ad esempio:

se scrivo 1 significa arresto e tiro sbagliato, se invece scrivo significa

arresto-tiro segnato.

2 è una penetrazione sbagliata, segnata.

3 è un canestro sbagliato in contropiede, segnato. 4 significa canestro sbagliato rimbalzo offensivo, segnato

Questo è uno scout con una profondità maggiore, con dimensioni più

ampie e molto significativo, ma è chiaro che così un assistente-scout non

riesce a guardare la partita.

Fare uno scouting decente significa guardare e riguardare le partite del mio avversario. Significa informarsi

su tutti i media disponibili, principalmente giornali e internet; significa parlare con gli allenatori che hanno già

giocato contro i nostri prossimi avversari o magari con qualche nostro giocatore che ci ha giocato insieme.

Ma il punto fondamentale è che non è possibile cambiare sistema di gioco a ogni partita: bisogna sempre

allenare per concetti, i nostri concetti, e casomai, di fronte a grandi “pericoli” che individuiamo nella gara a

venire, provare nella settimana che la precede a mettere in pratica accorgimenti e adattamenti specifici.

Un’altra buona idea è quella di far provare i giochi offensivi degli avversari ai propri quintetti, perché così

sarà poi più facile per loro leggerli da difensori. E’ chiaro che di tutte le indicazioni che emergono da un

buono scouting si potrà lavorare solo su alcune di esse: devo scegliere in funzione di tanti aspetti contingenti

(ad esempio: in che momento dell’anno sono? In che momento psicologico sono? In che posizione di

classifica sono?). Dobbiamo dare una gerarchia alle informazioni che raccogliamo.

Conclusioni

Riassumendo, è vero che la partita deve essere preparata sugli avversari ma prima di tutto dobbiamo

conoscere bene le risorse e soprattutto le carenze della nostra squadra.

Spesso è più importante preparare la prossima partita sullo scout più che sullo scouting.

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A conclusione di questo corso aggiungiamo una breve considerazione su qualcosa che riguarda sì, il

preparare la gara, ma non solo: l’acronimo della parola COACH:

C per Carattere: significa non angosciarsi per una sconfitta e non esaltarsi per una vittoria.

O per Organizzazione: sotto tutti i punti di vista, programmazione annuale-mensile-settimanale-

giornaliero.

A per Abilità: saper fare e saper comunicare, aggiornarsi, studiare, assimilare basket e poi trasmetterlo.

C per Comunicare: l’importante è che il nostro messaggio giunga ai nostri giocatori altrimenti è tutto

inutile.

H per Help: non aver paura di chiedere aiuto, non aver paura di offrire il proprio aiuto.

Quale che sia la vostra squadra, deve essere la vostra Nazionale

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