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Questi bambini non dovevano ASCERE 1; A VOLTE BASTANO 300 EURO, I PANNOLINIIN REGALO E UN AIUTO PSICOLOGICO PER NON ABORTIRE. ECCO LE STORIE DI DONNE CHE CI HANNO RIPENSATO. E DEI LORD FIGLI. MENTRE A DESTRA E A SINISTRA LO SCONTRO SULLA LEGGE 194 AUMENTA

Questi bambini non dovevano ASCERE da Panorama.pdf · prendersi cura della sua bambina nata po-co piu di un mese fa, il13 gennaio. Sere-na, tranquilla, nessuna incertezza tra bi-beron,

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•Questibambininon

dovevanoASCERE

1;

A VOLTE BASTANO 300 EURO, I PANNOLINIIN REGALOE UN AIUTO PSICOLOGICO PER NON ABORTIRE.

ECCOLE STORIE DI DONNE CHE CI HANNO RIPENSATO.E DEI LORD FIGLI.

MENTRE A DESTRA E A SINISTRALO SCONTRO SULLA LEGGE194 AUMENTA

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38 ICopertina )

•IraZ11FaZZOlettiper asciugare Ie lacrime e

caramelle per far passare la nauseache quasi sempre accompagna i pri-

mi mesi di gravidanza. E poi poltronecomode, un po' di musica in sottofondoe reco sempre piu lontana di lettini gi-necologici, camici bianchi, moduli dacompilare. Ci sono incontri che salvanouna vita. Ci sono parole, rna soprattuttofatti concreti, capaci di far nascere unbambino. Dimenticate tueto quello chesapete 0 avete solo immaginato riguar-do a consul tori familiari 0 teorie anti-abortiste: quella nata 24 anni fa alIaMangiagalli di Milano, clinica da 1.800aborti ranno, e tueta un'altra storia.Per capirlo bisogna inerpicarsi su fino

al terzo piano di via della Commenda 12(scala H), da mesi senza ascensore per viadi un restauro che tarda a finire, e bussa-re aIle porte del Cav (Centro di aiuto aI-

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INCHIESTAUn piccolo sussidio mensile,poi corredini, passeggino,pannolini gratis. Cosl,grazie a un'equipe moltoparticolare, Ie mammedi migliaia di bambinihanno detto no all'aborto.«Panorama» ne ha incontratecinque. Ecco Ie loro storie.

~ di LUDOVICA DE WCIAfoto di ALESSANDRO TOSATTO

Senza mazziTiziana gioca con la suaFederica, nata grazie

all'intervento delCentro di awiamentoalia vita. Ha 38 anni ede laureata in scienze

L'itiche.Non avevamezzi per sostenere

la bimba chesarebbe nata.

300 euro al mesela vita, iI primo in Italia nato all'internodi un ospedale). E qui, nelle accoglientistanze del sottotetto di questa clinica gi-necologica tra Ie piu famose, che 1.600donne l'anno chiedono aiuto. E 10 rice-vono. Non si tratta solo di supporto psi-cologico, che non manca mai e perc dasolo non basterebbe. II metodo Cav Man-giagalli, ideato e sostenuto dalla sua fon-datrice, Paola Bonzi, e facto di aiuti con-creti: un sussidio mensile che va dai 160ai 300 eUfOper tutta la gravidanza finoall'anno di vita del bambino. Abiti pre-maman, fornitura completa di pannoli-ni, lacte in polvere, corredini e vestitinidalla nascita ai 12 mesi. E ancora passeg-gini, culle, lectini, fasciatoi e giocattoli,oltre a pediatra e ginecologo. Tutto gra-tis, in cambio di una vita.Bonzi fie e convinta: «Meta degli

aborti e dettata da problemi economi-

ci». I numeri sembrano darle ragione:10 scorso anno il Cav Mangiagalli, gra-zie ai suoi sussidi, ha facto nascere 833bambini: un record. L'anno prima ibimbi strappati all'aborto sono stati675; alcune migliaia in vent'anni.Ma quanto costa la vita di un bambi-

no nella produttiva e benestante Milano?E chi sono Ie donne che rinunciano all'in-terruzione di gravidanza per una cifra chemolti potrebbero giudicare un'inezia? Pa-norama ne ha incontrate cinque. Donnediverse, straniere e italiane, con una lau-rea nel cassetto 0 solo il permesso di sog-giomo in tasca, ognuna con la propria sto-ria, rna tucte con 10 stesso comune deno-minatore: erano entrate in ospedale perabottire e invece sono diventate mamme.Una rivoluzione avvenuta e vissuta pro-prio n nelle stanze del Cav, durante i 45minuti di colloquio che precedono di po-

co, pochissimo tempo il ricovero e la sa-la operatoria e che loro hanno deciso diraccontare.

TIZIAHA ROSSATO

((In 45 minutilotto Ii cambiato»Tiziana arriva luminosa e solare, a di-

spetto delle notti in bianco. Ai piedi scar-pe da ginnastica, al collo un porte-enfantblu. Dentro uno scricciolo di nome Fede-rica. Guardi Tiziana e pensi che in questomomento non potrebbe fare che quello:prendersi cura della sua bambina nata po-co piu di un mese fa, il13 gennaio. Sere-na, tranquilla, nessuna incertezza tra bi-beron, misurini e gocce contro Ie coliche.Calma anche quando Federica a un certopunto reclama la sua pappa e urla tan- >

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> coche verrebbe voglia di chiamare i soc-corsi per farla smettere. Avra preso dallamadre. Tiziana deve averle trasmesso lasua stessa determinazione, quando scoper-tasi incinta e sapendosi sola ha gridato lasua richiesta di aiuto ai consulcori di zonaricevendo in cambio porte chiuse 0 brac-cia allargate in segno di impotenza.«Federica non ce l'avrebbe Farrase non

avessi incontraco il Cav» dice. La sua sto-ria inizia a maggio dello scorso anno,quando «un ritardo del ciclo e mi sono ri-trovata in mano il trittico della sforruna:disoccupata, senza marito, incima».

dice a lui? Chi 10 dice ai miei? Il test po-sitivo era stato un dramma. Mia sorella,che non voleva semir parlare di aborto, miconsiglia di andare in un consul corio. Quiun'assistente sociale mi dice: "Signora, lagravidanza ai nostri giorni e una scelraconsapevole". Mi e cascato il mondo ad-dosso. Ho pensaco: vado ad abortire». Iconsultori, appunto.«Non e raro che una donna prima di ar-

rivare da noi al Cav» spiega Paola Bonzi«sia gia passata dai consulcori e non abbiatrovaco sostegno. Pur essendo nati per farFromeaIle emergenze e offrire aiuto, spes-

DD Quando ho fatto l'ecografia,da una parte ero contenta, daU'aUradisperata. Ho chiesto aUa dottoressauna follia: rna non possiamotoglieme almeno uno?

Tiziana ha 38 anni, una laurea in scien-ze politiche, un anno di studio in Francia,un anna in Africa. Molti amici, una vitaricca di impegni. «Lavoravo nel reparcocommerciale di una ditta con un comrat-to di assunzione, fino a che non ha chiu-so. Senza un impiego fisso mi ero data dafare inserendomi nel catering con comrat-ti a termine e orari soprattutto serali. Inquel periodo avevoavuco una relazione cheperc si era interrotta. Quando ho scoper-co di essere incinta ho pensaco: e adesso?Come faccio se non posso neppure lavora-re? Chi paga il mutuo della casa? Chi 10

so mancano di preparazione e di senso diresponsabilita degli operatori. Emolto dif-ficile prendersi in carico la sofferenza diuna donna che non vuole aborrire e aiu-tarla a vedere Ie cose, la vita che ha ingrembo in maniera positiva. Ma c'e di piu.Siamo all'interno della Mangiagalli da 24anni e Ie donne arrivano da noi ancora percaso. La legge 194 impone agli ospedalidi offrire la possibilica di un colloquio diriflessione. Ma non specifica chi debba te-nere questa colloquio, tanto che in molticasi e 10 stesso ginecologo che chiude laquestione con uno sbrigativo: "Signora, e

Copertina 141

GamaUlPeruviana,33 anni, Juannaha dato alia lucedue gemelli.Quando hasaputo di essereincinta ha subitopensatoall'aborto,sebbene siaprofondamentecattollca. Hacambiato ideado po esserestata al Cav.

proprio sicura di voler abortire?". Ecco,questa e ilcolloquio di riflessione».Anche Tiziana arriva al Cav per caso.

Dopo essersi rivolta anche al comune delpaese neU'hinterland milanese dove abi-ta. Con una richiesta semplice: «Sono in-cinta, sola e con un lavoro precario. Co-sa c'e per me? La risposta: niente. E que-sto e scandaloso. Abortire a quel puntosignificava salvarmi l'esistenza».Nei pochi giorni che la separano dal

termine ultimo consentito per l'intertu-zione volontaria Tiziana sente parlare delCav aUa MangiagaUi. «Mi presento co-Sl, con una sola parola: aiuto. Dopo 10minuti arriva una psicologa del centro,Paola Persico. Un angelo».Tiziana estrae dalla borsa un Foglio

scrirro a penna. «Paola non mi offre pa-role, ma fatti. Ecco qua, su questo Foglioscrive queUo che mi possono dare peraiutarmi se decido di tenere mia figlia:160 euro al mese, il corredino per 18 me-si, la borsa della spesa, i pannolini, piul'appoggio psicologico con una visitaogni 15 giorni, oltre a pediatra e gine-cologo. Questi 45 minuti mi hanno cam-biaro la vita. E l'hanno data a Federica».

JOANNA QUiSPEC

(cNonvoIeva niente,mi hanna data tuHo))E una donna minuta, ma energica, Juan-

na. Con tre figli piccoli non potrebbe es-sere diversamente. E peruviana, ha 33 an-ai, da 11 in Italia. Ha un permesso di sog-giorno e adesso anche un lavoro, come as-sistente in un centro per anziani. Ha >

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> una casa, fuori Milano perche in citragli affitti erano insostenibili, un maritoanche lui con un lavoto. Ma non e semprestacocosl. Era in Italia da sola quando, giacon una figlia di tre anni, ha scoperro diessere di nuovo incinta.II marito appena arrivato seDzalavoro e

senza saper dire una parola in italiano e leidisperata sullettino delle ecografie del SanPaolo davanti a una dottoressa che Ie di-ce: «Complimenti signora, sono due ge-melli». «Mi sono messa a piangere. Da unlato pensavo che bello, dall'altro mi dice-vo: siamo senza soldi, con l'affitto da pa-gare, non riusciamo a tirare avanti cosl, fi-guriamoci se porto avanti la gravidanza.Avevoun lavoro precario, mi avrebbero li-ceoziato di sicuro. Ero disperata. Tanto cheho chiesto alIa dottoressa una follia, di to-gliermene almena uno. La dottoressa miha detto che era impossibile, rna mi ha in-dicato il Cav dicendomi che 11aiutavanoIe mamme a evitare l'aborto».

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una risposta. Se Ie si dice di tornare po-trebbe non succedere piu. Questo non si-gnifica che noi andiamo nei reparti a con-vincere Ie donne a non abortire. Ci hannoaccusato, sl, di andare in giro mostrandoi feti in un'ampolla. Il nostro lavoro e sem-pre stato quello invece di accogliere chibussava alIa nostra porta».Nel1984, quando il consiglio d'ammi-

nistrazione della Mangiagalli, a sorpresa,VOtea favore del Cav all'interno della cli-nica (una votazione talmente sorprenden-te che ai consiglieri venne chiesto di ripe-terla), il direttore sanitario volle sapere diquanti camici bianchi avessero bisognoper andare nei reparti. La risposta fu «nes-sun camice». «Andare nei reparti sarebbestata una violenza in piu sulle donne. IIproblema e che non tutte vengono avver-tite della nostra esistenza. Seoggi non esi-ste piu un atteggiamento ostruzionisticonei nostri confronti, purtroppo il grossolavoro di informazione iniziato da Gior-gio Pardi (primario alla Mangiagalli e

Juanna e profondamente cattolica: «Perme la vita e sacra fin dal primo momen-to. Ma che vita sarebbe stata in mezzo auna strada?». Cosl si e presentata al Cav.SeDzasperanze, tanto che in un primo mo-mento bussa alla porta della segreteria elascia solo il suo numero di telefono. Spie-ga Bonzi: «Qui c'e sempre uno psicologodi emergenza. II tempo e fondamentale inqueste circostanze. Una donna che si pre-senta da noi nel primo trimestre di gravi-danza a rischio aborro deve subito trovare

Una squadra che non si ferma mai

G Ii utenti del Centro di awiamento alia vita della Mangiagalli nel 2007sono stati 4.186. II numero delle gestanti seguite al primo trimestredi gravidanza con i colloqui per I'interruzione volontaria di gravidanza:

379. Le donne seguite al secondo e terzo trimestre: 1.246.I bambini nati ne12007: 833. $ono stati forniti pannolini gratis a 600 bambini,procurata la borsa della spesa a 380 mamme e regalati 670 corredini.II personale del centro comprende 6 educatrici nidi, 20 psicologi, 2 ginecologi,I ostetrica, I pediatra, 5 consulenti legali e 4 segretarie.

scomparso 10 scorsoanno) non e ancora sta-to raccolto». Lui, che pure non era obiet-tore, aveva dimostrato pubblicamente lasua stima per il lavoro del CaY, tanto dasuggerire ai suoi collaboratori di informa-re sempre la donna che voleva abortire diquest' altra prospettiva.Grazie al numero di telefono lasciato in

segreteria J uanna viene contattata daun'operatrice: «Non mi aspettavo niente.Mi hanno daco turto. Dai soldi per l'affit-to alle mensole sopra i lettini dei miei bam-bini, alIa borsa della spesa una volta alIaserrimana». Oggi Diego e Giovanni han-no quasi due anni.

LIANA DE SIMONE

((Sola com'ero,non potevo larcela»Era il giorno del suo compleanno. Ma

la data del 16 novembre non l'avrebbedimenticata comunque. Quella mat- >

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Fandi raccallivendenda fiariLa struttura si regge con i soldidei privati. Ma regionee comune han no raccolto 1'505.

Ogni anne iI Cay Mangiagalli diMilano spende 1,5 milionidi euro. La maggior parte

dei finanziamenti (almeno il 60per cento) arriva dai privati, dallaFondazione Carialo (che I'annoscorso ha stanziato SOmila euro)e dai rimborsi per prestazionisanitarie (il Cave riconosciuto comeambulatorio pubblico) della asl.II resto e affidato aile lotterie 0 aileprimule vendute sulle piazze chei collaboratori del centro si devonoinventare per riuscire a far quadrarei conti. A gennaio il grido d'allarmelanciato da Paola Bonzi riguardoalia situazione critica dei conti Caynon ha lasciato indifferenti RegioneLombardia e Comune di Milano.La prima ha promesso 500 mila euro,il secondo 200 mila. IIfinanziamento,vitale per continuare a dare i sussidimensili aile madri e comperarei pannolini distribuiti a 600 bambiniI'anno, sono ancora bloccati inqualche ingranaggio dell'elefantiasiburocratica. «Siamo con I'acquaalia gola» e il grido d'allarmedi Bonzi. «Fate presto. Rischiamoil crollo». IICay ha due magazzini:attrezzature per bambini, giocattolie abiti premaman vengonodistribuiti e raccolti in viaLamarmora 26 (dallunedi al sabatodalle ore 10 aile 16); corredini,pannolini e abiti per bambinifino all'anno e mezzo di eta in viaPogatschnig 34 (OtS) il mercoledie giovedi dalle 9 aile 12. (L.D.L.)

> tina Liana, all' orrava serrimana di gra-vidanza, aveva varcaro la soglia del-1'0spedale Buzzi. Stava facendo gli esa-mi preoperatori per aborrire. Era il suocompleanno e non riusciva a smetteredi piangere. IIcompagno, quando ave-va saputo che era incinta, se ne era an-daro. Suo fratello Ie aveva detro chel'aborto era difficile, S1, rna che nelle suecondizioni forse era la cosa migliore. Alconsultorio la dottoressa Ie aveva fattopresente che la sua sicuazione era tut-t'altro che facile. In tanti Ie riperevanoche «poi turto sarebbe passato».«Tutto passato? 10sentivo che non sa-

rebbe passato proprio niente. Perc he eron in ospedale?» mi chiedevo. «Ammaz-zo il mio bambino perche da sola nonce la faccio. Lavoro in carcere, sono edu-catrice, lavoro con emarginati e tossico-dipendenti. Prendo 950 euro al mesedei qualj 600 se ne vanno per l'affittodi casa. Ero sola. Piangevo, in mezzo adaltre decine di donne n per l'aborto. IIginecologo mi ha visitata, mi ha Farrol'ecografia, mi ha Farro firmare il con-senso all'anestesia. Nessuno mi chiede-va niente. Mi sono rivestita e sono usci-ta con la mia carteUa in man~».

L'interruzione era stata fissata per il30 novembre. «Esco e nel corridoio mirincorre 1'0stetrica. Mi dice: posso dar-ti del tu? Continui a piangere ... sei si-cura di queUo che stai facendo? Poi mimette in mana l'indirizzo del Cav, di-cendomi di andare a parlare con loro.Esco dal Buzzi e mi precipiro qua inMangiagalIi. Mi hanno offerto 320 eu-ro al mese piu CUtto queUo che mi ser-vira fino ache il mio Nicolas 0 WiUiamavra un anno». Nicolas 0 William na-scera a luglio. Nel frattempo anche ilcompagno e tomato. «Qualcuno pensache aiutare una donna fino ache il bam-bino ha un anno non risolve nulla» spie-ga Paola Bonzi. «Non e cos!. 10 che hosperimentato la fragilira deUa donna in-cinra so che i mesi pili difficili sonoquelli con il pancione e il primo annadi vita del bimbo. Quando ilproprio fi-gEo si regge suUe sue gam be, cominciaa camminare, puc andare al nido, anchela mamma e pronra per un lavoro e haIe energie per farlo».

MARISA

ceL'appuntamentomancato»Alessia dice «Ponto ... » e con la mani-

na alza il telefono. Conosce bene questabella stanza rischiarata dal sole al terzopiano della Mangiagalli. Molte volte haaccompagnaro la mamma ai colloqui do-po la sua nascita. Il 25 settembre scorsoha compiuto un anno. Ma sua madre, chepreferisce l'anonimaro e che chi ame- >

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> remo Marisa,al Cav continua atornare. «Senza diloro Alessia nonsarebbe nata. Ho31 anni, non houn compagno eneppure i geni to-ri. Sono sola. La-voravo in un bar,aprivo aIle 5.30turce Ie mattine.Ho dovutO lascia-re perche eratroppo pesante, edopa un po' misono rirrovata in-cinta» .Marisa, saputo

di aspettare unbambino, avevapre so appun ra-mento all'ospe-dale San Paoloper I'interruzio-ne volontaria. Ede srato qui che ladottoressa cheI'ha visitata Ie haderco che Ie don-ne avevano dirit-to a un colloquio di riflessione primadeU' operazione. «Mi diede I'indiriz-zo del Cav, sono venuta qua e aU'ap-puntamento per l'aborro non ci sonomai andata. Mi hanno sostenuto siamoral mente sia a livello pratico. Mihanno fissatO anche gli esami di rou-tine durante la gravidanza. Mi hannoaiutato a trovare un asilo nido perAlessia. Adesso ho un lavoro. Magarinon e ancora quello che vorrei fare, rnaalle 3 del pomeriggio finisco e il re-sto della giornara 10 passo con la miabambina».

CRISTINA BELLECIO

((Andril in ospedalema per partorire»«Quando sono rimasta incinra cer-

cavo solo un medico. Non sapevo do-ve andare e non avevo i soldi per per-mercermi il ginecologo privato». Cri-stina arriva daUa Romania. E in Italiada quarcro anni e abita con il maritOin un piccolo bilocale daUe parti di via-Ie Jenner a Milano. La sua stOria e fat-ta di lavori precari neUe lavanderie e

Due figliCristina, romena,si e presentata al Cavdue anni fa quandoera incinta del primobambino. Oggidi figIi ne ha duee all'aborto non

~a pill pensato.

di proble-m! econo-mici. Ma efatta anchedell'incon-rro con ilCav. Si e

../ presentatadue annifa, quando

era incinta del suo primo bambino,Marco. «Non ho chiesro niente» ricor-da «mi hanno dato turco. Ogni voltache ho avuro bisogno loro mi han nodaro: pannolini, passeggino, lettino.Quando smerro di usare qualcosa 10 ri-POrto. Mi fa piacere pensare che que-ste cose possano aiutare a far nascerealrri bambini».Fra qualche mese Marco avra un fra-

reUino. «Quando sono rimasta incintala seconda volta non ho piu pensato adabortire. La soluzione la rroviamo. Esta andando proprio cos!. Mio mariroha rrovato un lavoro. 10 sto frequen-rando un corso di socio-operarore sa-nitario». Nascera il 10 aprile. Quelgiorno Cristina andra in sala operaro-ria, ma sara per un raglio cesareo .•

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