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questione di etichetta un piatto e
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Ricetta&Rivisitazione
cheffrancesco apreda
Io, Te e I forneLLI
Fagioli western
Parliamoci chiaro!
la tiGellamodenese
la cucinala cucina
si fa verdesi fa verde
3viziocapitale |
superbia “Roma Caput Mundi”Un piatto e 4 Capitali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4Rivisitazione senza limiti: sandwich di semolino con speck e spinaci . . 6100% italiano: la tigella modenese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7La mia amata fusion . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
avarizia “La saggezza della parsimonia”La dispensa fai da te: marmellata di pere, noci e cannella . . . . . . . . . 10Vivi come mangi: orti ubani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11Questione di etichetta: parliamoci chiaro! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12La spesa intelligente: quanto basta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13
lussuria “Il piacere non ha confini”I consigli della zia Rosy: ad ogni ricetta il suo tegame . . . . . . . . . . . 14è nato il food print . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15Cooking therapy: io, te e i fornelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
invidia “Voglio è nel mio giardino”I sapori della Banglatown romana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17Una valigia di cibo: un borgo fuori dal tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18Kampu na buzarus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
gola “Nulla mi sazierà”Quando la cucina è di casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Bio: piacere che nutre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22Vip in cucina: la sciùra Tittocchia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23Amo le calorie: cheesecake con amaretti e caffè . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
ira “Arrabbiati nel DNA”Roma da bere: verde di rabbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25Ciak, si mangia!: fagioli western . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26Coltelli volanti: il taglio brunoise . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
accidia “Il tempo è denaro”Sette vizi per sette panini . Accidia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28Ho solo 3 minuti: hamburger bianco con erbe aromatiche e dadolata di pomodorini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29Libri da gustare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
L’EDITORIALE Parola d’ordine: “green”. Anche in cucina l’attenzione a tutto ciò che fa bene all’am-biente sta diventando non solo un’esigenza, ma una vera e propria tendenza e addirit-tura un piacere. In questo numero, sempre attraverso i sette Vizi Capitali, troverete idee, suggerimenti e curiosità per “colorare di verde” il vostro modo di fare cucina.Anche per chi vive nella Capitale numerose sono le occasioni per ricercare il gusto vero e genuino della frutta e della verdura di stagione a km 0, come in piena campagna. Per esempio seguendo le nostre semplici in-dicazioni per come creare un “orto urbano” proprio dietro casa. Oppure optando per una spesa senza spre-chi: basta imballaggi ingombranti o con-fezioni troppo grandi, oggi è possibile ac-quistare gli alimenti “alla spina”… E noi vi mostreremo come e dove!Tra gli eventi a cui abbiamo partecipato vi proponiamo la nostra esperienza al Salone del Biologico dove abbiamo avuto il piacere di assaggiare per la prima volta il Ciocco-lato Crudo, una vera delizia per il palato, ma anche un concentrato di salute; e quella al Taste of Roma, dove abbiamo incontrato i più rinomati chef romani alle prese con “le forchettate di sostenibilità”: scoprite di cosa si tratta leggendo il nostro articolo a pagina 16… e gustando anche solo con gli occhi la ricetta gourmet che ci ha svelato uno degli chef! Per saperne di più, guardare i filmati e scoprire altre curiosità seguiteci sulla nostra fan page di facebook: troverete anche la video ricetta dello chef Francesco Apreda, la puntata di Vip in cucina con Emanuela Tittocchia e molto altro ancora.Per ora buona lettura e alla prossima!
Daniela
A R o m a l a c u c i n a è F r e e P r e s s
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superbia | “Roma Caput Mundi”
Un pIATTO E 4 cApITALI
Uno dei sette piatti dichiaratamente romani, come sostiene Pellegrino Artusi (il padre della cucina italiana) o un ricetta tipica del Nord? I cosiddetti “gnocchi alla romana” sono da sempre oggetto di grandi dispute gastronomiche . L’abbondante uso del burro li identificherebbe, per esempio, come piatto della tradizione
piemontese e non tanto romana, come invece vorrebbe il nome . Proviamo ad immaginare… Artusi promuoveva un codice alimentare borghese e, a questo ceto sociale, appartenevano i funzionari che, dal Piemonte, si trasferirono a Roma, diventata Capitale dello Stato italiano . Ci piace allora pensare che gli gnocchi alla romana possano essere una contaminazione tra le cucine di due capitali italiane . Ma, per rendere onore ad un’altra nostra storica capitale, Firenze, ricordiamo che sull’enciclopedia gastronomica francese gli gnocchi alla parigina –stesso procedimento di quelli alla romana– sono chiamati anche “gnocchi à la Florentine” . Questo grazie a Caterina de’Medici, ambasciatrice della cuci-na italiana alla Corte francese . Niente di meglio per esaltare la superbia dei Romani che dare il nome “alla romana” ad un piatto che affonda le sue radici nella storia gastronomica di ben quattro Capitali: Torino, Firenze, Parigi … e Roma!
di Paola Rocchi Soffici e Davide Sagliocco
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superbia
da ottenere lo spessore di un centime-tro . (4)Quando il composto si è raffreddato (servono una o due ore), tagliate dei dischetti del diametro di cm 5 con il coppapasta e posizionate i dischetti, in bell’ordine, in una teglia imburrata . (5)Distribuitevi sopra il restante burro fuso, il groviera e il restante Parmigia-no . Infornate a 200° per 15-20 minuti e fate gratinare al grill prima di servire caldissimi . (6)
p ortate ad ebollizione il latte e aggiungete la noce moscata, una noce di burro ed un pizzico
di sale . (1)Unite a pioggia il semolino e cuocete per 15 minuti a fuoco basso, mescolan-do con la frusta . (2)Togliete il composto dal fuoco, aggiun-gete i tuorli e metà del Parmigiano . Mescolate con energia . (3)Versate il composto su di un piano di lavoro inumidito e livellate con un mat-terello, anch’esso inumidito, in modo
250 g di semolino, 1 l di latte160 g di Parmigiano
grattugiato40 g di groviera180 g di burro
2 tuorli d’uovonoce moscata
sale
1
4
2
5
3
6
ingredienti x 4
Gli gnocchi alla romana possono essere preparati anche in anticipo. Conservateli in frigorifero in un contenitore chiuso ermeticamente, per un massimo di due giorni. Avendone necessità, li potete anche congelare già conditi con il formaggio e il burro in fiocchetti, anziché fuso. Ma attenzione: non fateli scongelare e passateli direttamente in forno prima di gustarli.
iL COnSigLiOil vino Gustate gli gnocchi con un pinot grigio dell’alto adige dal profumo delicato e dal sapore morbido. Temperatura di servizio consigliata 11-13 c°.
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superbia
per i sandwichl l di latte
200 g di semolino100 g di burro
80 g di Grana Padano grattugiato3 tuorli
noce moscatasale
per il condimento400 g di spinaci surgelati
100 g di speck a fettine100 g di Grana Padano
grattugiato200 g di formaggio
tipo Galbanino40 g di burro, sale
preparate 8 dischi di semolino, come per gli gnocchi alla romana della ricetta alla pagina prece-
dente . Nel frattempo, lessate gli spinaci in una pentola di acqua bollente salata . Scolateli, fateli intiepidire e strizzateli . Ripassateli in una padella con una noce di burro . Tagliate il formaggio a rondel-le e spezzettate lo speck . Accendete il forno a 200° e foderate una placca con un foglio di carta forno o semplicemente spennellatevi del burro fuso . Disponete la metà dei dischetti di semolino sulla placca, sovrapponetevi delle rondelle di formaggio, dello speck, degli spinaci e del Grana, a strati alternati . Comple-tate con i restanti dischetti di semolino, come se fossero dei sandwich, spolve-rate ancora con il Grana e ultimate con del burro a fiocchetti . Infornate per 20 minuti, finché la superficie diventerà dorata e croccante .
ingredienti x 4
SAnDWIcH DI SEMOLInO
cOn SpEcK E SpInAcICome rendere ancora più goloso un piatto della tradizione
Giovane e raffinato chef romano. La sua cucina non è fatta di sole ricette, è vita, stile, tradizione.
davide sagliocco
RIvISITAzIOnE SEnzA LIMITI
il vino accompagnate i sandwich con un rosso dei colli di conegliano docg dal profumo gradevole, mediamente erbaceo e dal sapore asciutto.
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superbia
Come rendere ancora più goloso un piatto della tradizione
e suddivisa in stampi a forma di cer-chio che riporta ancora i disegni delle antiche tigelle . Una volta cotte, ancora calde, le tigelle vengono farcite di sa-lumi o formaggi a piacere . Il ripieno tipico è il pesto alla modenese: lardo di suino battuto con aglio, rosmarino, pepe e una spolverata di Parmigiano Reggiano .
La Crescentina è per eccellenza il pane dell’Appennino modenese, una sorta di focaccia casereccia
consumata dai montanari emiliani, conosciuta, in seguito, con il nome di “Tigella”, prodotto tipico modene-se rinomato e apprezzato nell’intera penisola . La confusione del nome ha origini antiche: tigella deriva dal latino tegere ossia ricoprire, e si riferisce al disco di terra refrattaria utilizzato per cuocere l’impasto crudo della Crescen-tina . Questi dischi, incisi con decora-zioni (tra le figure più comuni una stel-la a sei punte), venivano alternati con l’ impasto crudo e le foglie di castagno e posizionati accanto al fuoco . Oggi, per riprodurre l’effetto di una volta, si uti-lizza la tigelliera: una piastra coperta
LA TIGELLA MODEnESEdi Elena Tioli
Da pane povero dell’Appennino a prodotto d’eccellenza rinomato in tutto il mondo
Regione di provenienza:emilia romagnaCollocazione geografica:Modena
moZao LA PRIMA TIGELLERIA TAKE-AWAY NASCE A ROMA
lei, clara, è emiliana e ama cucinare, lui, Riccardo, è romano ed è un gran mangiatore. all’inizio facevano le tigelle a casa per gli amici e, visto il suc-cesso che riscuotevano, ne hanno fatto un mestiere. entrambi creativi, clara web designer e Riccardo grafico pubblicitario, hanno unito le loro conoscen-ze e creato “mozao” (significa “ma ciao” in dialetto emiliano) la prima e unica tigelleria d’italia su un ape piaggio. uno street food di cucina emilia-na a Roma, “in realtà” – ci tiene a specificare clara– “sempre più spesso siamo promotori di iniziative ed eventi di aggregazione e convivialità che hanno come comune denominatore i sapori e le tradizioni di una volta e per questo riteniamo più adatto l’uso del termine social food.” pesto modenese e scaglie di parmigiano; gorgonzola, noci e fichi o ciauscolo e broccoli sono solo alcuni dei gusti di tigelle proposti ai sempre più numerosi clienti della Bruna (così hanno chiamato la loro ape-tigelleria). per conoscere le tappe di “mozao” seguite il sito www.mozao.it o la fanpage su facebook…magari scoprite che fa sosta proprio dietro il vostro ufficio!
RIvISITAzIOnE SEnzA LIMITI
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superbia
LA MIA AMATA fUSIOndi Daniela Forlani e Fabio Boncagni
I piatti dello Chef Francesco Apreda “parlano” di viaggi attorno al mondo, ma non dimenticano la tradizione romana
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superbia
zionateci le barbabietole e coprite con il restante sale . Infornate a 95° per circa cinque ore, una volta cotte, sbucciatele, schiacciatele con l’aiuto di una forchet-ta e conditele con dell’olio .Per la polvere di olive nere: snocciolate le olive ed immergerle in acqua bollente per circa 5 minuti, scolatele ed asciu-gatele bene con della carta assorbente . Essiccatele poi a forno a 70° con valvo-la dell’aria aperta per circa 10 ore, cioè fino a quando risulteranno ben disidra-tate . Polverizzatele poi con l’aiuto di un robot da cucina (Bimby) per pochi istanti .Impiattate spennellando la salsa al cioccolato fredda su di un piatto piano, adagiatevi le puntarelle condite, le rape rosse e la salsa tzatziki . Guarnite poi con il caviale, il lingotto di caviale grat-tugiato, i chicchi di edamame, dei pez-zetti di umeboshi, delle lamelle di aglio nero e spolverate con la polvere di olive .
per l’insalata di puntarelle: trita-te l’aglio e copritelo con l’olio, lasciatelo insaporire per circa
un’ora e filtratelo, ottenendo così un olio aromatizzato . A parte, lavate le puntarelle e, una volta scolate bene, conditele con l’aceto di mele, la colatura di alici, l’olio all’aglio e poco sale . Con-dite le puntarelle sempre cinque minuti prima di servirle in modo da insaporirle bene . Per la salsa cacao e aceto: portate a bollore zucchero ed acqua e poi ag-giungete gli aceti ed il cacao, emulsio-nate bene e raffreddate .Per la salsa tzatziki: pelate i cetrioli, eli-minate i semi interni e tagliate la polpa a brunoise, aggiungete poi lo yogurt, l’aceto di mele e la finocchiella tritata, aggiustate di sale e conservate in frigo-rifero . Per le rape rosse alla cenere: mescolate il sale grosso e la cenere, con metà del sale coprite il fondo di una teglia, posi-
InSALATA DI pUnTARELLE E
cAvIALE cALvISIUS, TzATzIKI E RApE ROSSE
ALLA cEnERE
per l’nsalata di puntarelle
500 g di puntarelle 1 di spicchio di aglio
20 ml di aceto di mele 10 ml di colatura di alici olio extravergine e sale
per la salsa cacao e aceto
75 g di zucchero 50 g di cacao amaro
50 ml di aceto di mele 50 ml di aceto di lamponi
per la salsa tzatziki
200 g di yogurt greco 200 g di cetrioli
20 ml aceto di mele 1 spicchio aglio
olio extravergine finocchiella o aneto
per le rape rosse alla cenere
300 g di rape rosse 1 kg di sale grosso
100 g di cenere da carbone per la polvere di olive
100 g di olive nere 100 g di lingotto di
caviale Calvisius 60 g di caviale traditional Calvisius
3 spicchi di aglio nero 100 g di edamame, 80 g di umeboshi
ingredienti x 6
LA RIcETTA la cuRiosità Gli edamame sono
i fagioli di soia asiatici.Le umeboshi sono prugne
giapponesi conservate in una sorta di salamoia.
Da quassù lo sguardo si perde tra i tetti di Roma . Siamo all’ulti-mo piano dell’Hotel Hassler, in
piazza Trinità dei Monti, precisamente al Ristorante Imàgo, il regno dello Chef Francesco Apreda . Qui vip e turisti di lusso vengono da ogni parte del mon-do per vivere appieno il fascino della Capitale . Anche attraverso il gusto . “E’ fondamentale aprire il menù e capire che sei a Roma”, ci spiega lo Chef . “Devi leggere piatti come le puntarelle, i car-
ciofi alla romana…” il tutto però in un contesto internazionale . “Non faccio una “fusion” inserendo i prodotti giap-ponesi, per esempio, perché vanno di moda” – ci tiene a sottolineare Apre-da– “ma perché fa parte della mia espe-rienza: quando hai l’occasione di vivere in diverse parti del mondo, non puoi rimanere immune al fascino delle cul-ture che incontri…che sia un alimento, una spezia, una tecnica . E nello stesso tempo ti rendi veramente conto del va-
lore della cucina italiana che è fatta di territorio, di tradizioni…di qualcosa che abbiamo dentro” . In modo spontaneo lo chef campano aggiunge accenti esoti-ci ai piatti, prova, sperimenta e dà equi-librio a creazioni uniche nel loro gene-re . “La mia cucina ha un’impronta tutta sua”– conclude – “Voglio che, alla fine, chi viene a mangiare all’Imàgo capisca che lo chef Apreda ha vissuto in India, in Giappone…Che gli piace viaggiare, sperimentare e scoprire .”
1010 | viziocapitale
avarizia | “La saggezza della parsimonia”
Sbucciate e tagliate le pere a dadini, aggiungete la mela a pezzetti lasciando la buccia,
cospargete con lo zucchero e il succo di limone . Lasciate macerare un’ora, mettete il tutto in una casseruola dai bordi alti e lasciate prendere il bollore a fuoco basso . Quando la frutta si sarà disfatta aggiungete la cannella e conti-nuate la cottura finché non raggiunge la giusta consistenza . Frullate grosso-lanamente e aggiungere le noci tritate .Versate immediatamente il composto in vasetti sterilizzati, chiudete erme-ticamente e fateli raffreddare a testa in giù in modo da creare il sottovuoto . Una volta raffreddata conservate la marmellata in luogo fresco e asciutto e gustatela dopo almeno 15 giorni .
700 g di pere
1 piccola mela
150 g di zucchero di canna
il succo di 1 limone
80 g di noci
un pizzico di cannella
ingredienti
il consiglio lasciate la buccia alla mela: rilascia
la pectina, un addensante
naturale
• Prendete una pentola dai bordi alti e foderatela con uno straccio pulito.
• Sistemate i vasetti di vetro all’interno con l’apertura rivolta verso l’alto e con degli stracci tra l’uno e l’altro affinché non si tocchino.
• Riempite la pentola d’acqua fino a ricoprire tutti i vasetti, accendete il fuoco e portate a ebollizione.
• Una volta raggiunto il bollore abbassate il fuoco e lasciate “in cottura” per mezz’ora. Dopo 20 minuti unite anche i coperchi.
• Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Quando l’acqua avrà raggiunto la temperatura ambiente, prendete vasetti e coperchi con una pinza e fateli scolare capovolti su di un canovaccio pulito.
• Riempite i vasetti del composto desiderato solo quando saranno completamente asciutti.
COMe SteriLiZZAre i VASetti di VetrO
LA DISpEnSA fai da te
MARMELLATA DI pERE, nOcI E cAnnELLAdi Faby’s Patisserie
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avarizia
foodblogger profondamente convinta che il modo di vivere, di pensare e di parlare di una persona sia legato a doppio filo al suo modo di mangiare.
elena tioli
A nche in città gli spazi verdi - pubblici o privati che siano - vanno sempre più a braccetto
con l’idea di coltivare la terra . Ed ecco che, tra un palazzo, un ne-gozio e una complanare, spuntano come funghi i così detti orti urbani: fazzoletti di terreno curati e coltivati da volontari e volenterosi cittadini . A 10 anni dalla nascita del primo orto urbano in Italia, a Brescia, la pratica degli orti urbani si è diffusa in moltis-simi comuni . Neppure la Capitale è rimasta immu-ne al fenomeno e così, giorno dopo giorno, zolla dopo zolla, ai già 150 orti romani se ne stanno sommando altri 150 . E’ recente infatti il progetto del comu-ne di Roma per semplificare ed age-volare l’assegnazione di nuovi appez-zamenti al fine di creare nuove aree coltivabili . Ma non pensate che queste recenti forme di agricoltura residenziale sia-no semplicemente un modo low cost di mangiare sano, o la bizzarra voglia dell’uomo 3 .0 di tornare alle proprie origini . In realtà gli orti urbani sono molto più di questo e spesso nel contesto in cui nascono portano non pochi benefici: combattono il degrado, diffondono un uso sostenibile del suolo cittadino, divengono luoghi di produzione con-sapevole, socializzazione, didattica, educazione civica e ambientale, tute-lano l’ambiente e limitano la cemen-tificazione e i danni paesaggistici e ambientali che ne derivano .
Quando in citta’ l’erba del vicino potrebbe essere insalata
vIvI cOME MAnGI
ORTIURBAnI
volete coltivaRe un oRto in città? ECCO COME fARE
innanzitutto informatevi se nella vostra zona ci sono orti urbani, prima attraverso internet e poi, individuato il luogo, andate di persona. sarebbe meglio trovarlo non troppo lontano da casa in quanto sia l’orto che le attività comuni richiedono attenzioni e tempo. informatevi, poi, sulle modalità di partecipazione. ogni orto urbano ha un proprio regolamento e una diversa procedura di partecipazione. un esempio di ec-cellenza “nel campo” sono gli orti urbani Garbatella e legambiente Garbatella, nel parco di via Rosa Raimondi Garibaldi. per avere, invece, in affidamento un’area di proprietà di Roma capitale è necessario riunirsi in una forma associativa senza fini di lucro e far pervenire la richiesta (con re-lativo progetto e relazione dettagliata dell’orto) all’ufficio orti urbani di Roma capita-le e, contemporaneamente, al municipio di competenza territoriale. per informazioni sulla documentazione necessaria e le tempistiche di assegnazioni: ufficio orti urbani, circonvallazione ostiense, 191 - 00154 Roma (pt stanza 05), tel. 06.6710.71511.
1212 | viziocapitale
avarizia
Il 13 dicembre scorso è entrato in vigore il regolamento europeo che rende più trasparenti le informa-
zioni contenute sulle etichette dei pro-dotti alimentari .Grazie alla nuova normativa le informa-zioni chiave sulla composizione del pro-dotto acquistato appariranno in modo più chiaro, semplice e leggibile, permet-tendo ai consumatori di fare delle scelte consapevoli al momento dell’acquisto di un alimento .Le novità più interessanti riguardano la maggiore leggibilità grazie a carat-teri più grandi, l’inserimento obbliga-torio delle informazioni nutrizionali e
degli eventuali trattamenti subiti dal prodotto, il luogo di allevamento e di macellazione anche per le carni suine e ovi-caprine, la data di scadenza su ogni singola porzione preconfezionata, l’indicazione precisa della natura degli oli e dei grassi usati . Se la sede legale del produttore dovrà essere indicata in modo più preciso, rimane invece con-troversa la questione della sede dello stabilimento di produzione che per la legge italiana era obbligatoria e che ora diventa facoltativa, fatto che impedisce, secondo l’opinione di molti, di capire se un’azienda italiana ha delocalizzato la produzione all’estero . Attenzione e
tutela per il consumatore che troverà gli allergeni evidenziati nella lista degli ingredienti, riportati in grassetto, in co-lore o sottolineati . Inoltre tutti i bar, ri-storanti, mense e catene di ristorazione sono tenuti a pubblicare le informazioni relative agli allergeni permettendo in questo modo ai consumatori allergici di mangiare serenamente . Tutelati an-che coloro che acquistano on-line: tutte le informazioni utili vanno specificate prima della conclusione dell’acquisto . Infine, un occhio di riguardo a bambini e donne in gravidanza o in allattamento con avvertenze particolari per le bevan-de contenenti caffeina .
QUESTIOnE DI ETIcHETTA
pARLIAMOcI cHIARO!Più semplici e visibili le nuove informazioni sugli alimenti
leGGiBilità1,2 mm è la dimensione minima dei caratteri tipografici. Lettura facilitata anche per gli anziani (in costante crescita secondo il bilancio demo-grafico europeo).
pResenZa di caFFeinariportata l’avvertenza: “non raccomandato per bambini e donne in gravidanza o nel periodo di allattamento” per le energy drinks.
tRaspaRenZa su oli e GRassiproibita la definizione generica di “oli o grassi vegetali”. Va specificata la tipologia per evitare l’inganno con l’utilizzo, per esempio di olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno effetti sulla salute.
indicaZioni sull’oRiGine Utile per evitare i falsi Made in Italy. d’obbligo indicare anche luogo di allevamento e di macel-lazione per tutti i tipi di carne.
alleRGeni derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, frutta a guscio, latticini contenenti lattosio evidenziati con più chiarezza nella lista degli ingredienti.
scadenZa riportata su ogni singola porzione preconfezio-nata. per i surgelati o congelati, il giorno, il mese e l’anno della surgelazione o del congelamento sempre indicati.
pRodotto tRattato specificati i trattamenti subiti dal prodotto, o dagli ingredienti. non è possibile scrivere, per esempio, solo “latte”, se si usa latte in polvere.
di Zaira Chabani
13viziocapitale |
avarizia
di Tiziana Sforza
Nel quartiere San Lorenzo, un nuovo punto vendita per acquistare gli alimenti alla spina
combattere lo spreco alimen-tare dovuto a confezioni trop-po grandi rispetto al fabbi-
sogno dei singoli, tutelare l’ambiente eliminando packaging ingombranti e inutili, sostenere uno nuovo stile di acquisto basato su quanto effettiva-mente è sufficiente per il proprio fab-bisogno . Tutto questo è “Quanto basta”, il nuo-vo punto vendita della Capitale dove il cibo si vende “alla spina” . Unico nel suo genere in Italia e mutuato da esperienze analoghe presenti a Londra e Berlino, il negozio offre una vasta gamma di alimenti che vanno dagli in-fusi alle spezie, dalla pasta ai biscotti, dai cereali alle bevande . Senza contare i prodotti per l’igiene della casa e della persona .Situato nel cuore di San Lorenzo, a pochi passi dalla stazione Termini, “Quanto basta” è aperto fino a tarda sera per andare incontro anche alle
esigenze dei consumatori più nottam-buli . Inoltre, grazie alla presenza di molti prodotti a base di farina di ka-mut, di riso, di cocco o di ceci (tutto gluten free), il negozio sta diventando anche un punto di riferimento per ce-liaci e persone intolleranti alla farina di grano .Al di là dell’approccio ecologico e del-la qualità dei cibi, acquistare cibi alla spina conviene alle tasche poiché si compra solo ciò che effettivamente sarà consumato, senza il rischio di la-sciare scadere prodotti nella dispensa . “Preferiamo fornitori che sono anche produttori, così offriamo prodotti di qualità ad un costo più conveniente perché si eliminano quei passaggi che fanno lievitare i prezzi – ci raccon-ta Daniele Leggieri, proprietario di Quanto Basta insieme al fratello Anto-nio – Privilegiamo inoltre i produttori locali per incentivare l’economia loca-le e ridurre le emissioni di Co2” .
LA SpESA InTELLIGEnTE
QUAnTO basTa
doveVia dei Latini, 31 – roma
www.qballaspina.ithttps://www.facebook.com/
Laspesaallaspina
1414 | viziocapitale
Modello:padella radiante svasata alta con manico inox (pentole Baldassarre agnelli)Caratteristiche: Ideale per la mantecatura di paste e la preparazione di risotti. I bordi con una curvatura morbida e arrotondata e il manico tubolare con guaina antiscivolo facilitano i movimenti e garantiscono una presa sicura per le cotture al salto. La leggerezza dell’alluminio assicura grande maneggevolezza e la perfetta distribuzione del calore su tutta la superficie evita le bruciature.Misure: diametro da 20 cm a 40 cm - spessore: 5 mmDove acquistarla:show room roma: via Basento, 52e - roma show room Bergamo: via Madonna, 20 - Lallio (Bg) www.pentoleagnelli.it (codice prodotto 111b)Prezzo:da €17,75 a €48,14
I cOnSIGLI DELLA zia Rosy
AD OGnI RIcETTA IL sUO TEGaMEL’esperto consiglia la padella giusta per mantecare la pasta Pratica e funzionale può diventare anche un elegante oggetto vintage
di Mariarosa Lionetti
lussuria | “Il piacere non ha confini”
Mantecare, brasare, stufare, saltare… In quanti modi sap-piamo cuocere gli ingredien-
ti di una ricetta?! Estro e fantasia non mancano a noi amanti dei fornelli, ma sappiamo anche riconoscere quale è lo strumento di cottura ideale per ogni piatto che prepariamo? Ci siamo fatti aiutare da un esperto, Angelo Agnelli, Direttore della “Pentole Baldassarre Agnelli”, leader mondiale per le forni-ture professionali di pentole e padelle . “Le nostre pentole sono prodotti arti-gianali 100% italiani che uniscono ele-ganza, praticità ed economicità” ci rac-
conta Angelo . “Nel nostro stabilimen-to, alle porte di Bergamo, abbiamo an-che un centro ricerche per lo studio di materiali e forme” . Alluminio, acciaio inox, rame, terracotta, addirittura oro e argento sono solo alcuni dei materia-li impiegati . “Cucinare con la pentola adatta, oltre che esaltare il sapore, crea quella giusta emozione del preparare un piatto” ci spiega il Direttore della Agnelli” . La mia preferita è la padella in alluminio” - ci confida . “Permette la mantecatura della pasta per un ottima-le acquisto di sapore .” Non solo perfor-mace e design caratterizzano le pento-
le bergamasche apprezzate in tutto il mondo, ma anche comodità e praticità . “La pulizia delle nostre pentole è molto semplice, basta lasciarle in ammollo in acqua e poi con una spugnetta ruvida sono subito pulite” - ci spiega Agnelli “- “E la patina scura che si forma nel tempo all’interno delle pentole è una vera e propria barriera protettiva na-turale che non va tolta!” raccomanda . In ultimo, ci confida una chicca per gli appassionati: “Passate la pentola di al-luminio con una paglietta per conferire un aspetto vintage… Fidatevi, va molto di moda !” .
l’espeRtoANGELO AGNELLI
15viziocapitale |
lussuria
per la pasta
300 g di farina 00 biologica Molino Marino
200 g di farina di semola biologica Bongiovanni
40 g di olio extravergine 10 g di acqua
per il condimento
160 g di porcini, 20 g di more 4 tuorli sodi di uova di quaglia una goccia di essenza di pino
silvestre, uno spicchio di aglio, olio extravergine
sale e pepe
per la pasta impastate tutti gli ingredienti e lasciate riposare l’impasto in frigorifero per due
ore, coperto con la pellicola . Fate una sfoglia di 2 mm e tagliate gli spagolini . Tagliate finemente i porcini e saltateli in una padella con aglio e olio, aggiu-state di sale e pepe . Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e scolare al dente, completare la cottura insieme ai porcini aggiungendo l’essenza di pino silvestre . Frullate le more, passa-te al setaccio e con un pennello da cu-cina mettete la salsa di more ottenuta sul piatto, sistemate la pasta al centro e completate con i tuorli grattugiati e dei porcini tagliati a julienne .
ingredienti x 4
LA RIcETTA SOSTEnIBILE
Spagolino con porcini trifolati, more e parmigiano di uovo di quaglia al pino silvestre
è nATO IL fOOD pRInTdi Daniela Forlani
Le creazioni culinarie di dodici chef stellati giudicate secondo criteri di sostenibilità
cosa hanno in comune piatti come lo “Spagolino con por-cini trifolati, more e
parmigiano di uovo di quaglia al pino silve-stre” di Angelo Tro-iani, il “Maritozzo bocca sporca ” di Danilo Ciavattini o la “Ricciola ma-rinata allo yuzu e lemongrass su guaca mole” di Heinz Beck? Oltre ad essere tre raffina-te creazioni di tre grandi chef, queste ricette pos-siedono le cosiddette “Forchettate di Soste-nibilità”, ovvero hanno un’anima verde . Caval-cando il tema dell’Expo 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è nato in-fatti il “Food Print”: in occasione dell’ul-tima edizione di “Taste of Roma” sono
stati analizzati i piatti green di dodici chef stellati, valutandone il ciclo di vita
dalla terra alla tavola . La prove-nienza delle materie prime,
il metodo di coltiva-zione o allevamento;
la trasformazione degli ingredienti, la tracciabilità e il loro trasporto; le emissioni di CO2
legate alle fasi di preparazione dei
piatti (“Carbon foot-print”) o l’uso di acqua
(“Water footprint”) sono gli aspetti presi in consi-derazione per la defini-zione delle “forchettate di sostenibilità” . Restano poi la soddisfazione, il
godimento, l’energia positiva per l’ap-punto, che i piatti stessi hanno il pote-re di infondere in chi ha il privilegio di assaggiarli .
Piatti gourmet con energia positiva
e anima green
dove gustaRlaIl convivio Troiani
Vicolo dei soldati, 31 – roma
1616 | viziocapitale
lussuria
cOOKInG THERApY
IO, TE E I fORnELLI di Associazione Anatra Regina
Cucinare insieme per stimolare i sensi, riaccendere la passione e ritrovare il feeling di coppia
Una volta se eri annoiata e la coppia non ti soddisfaceva, andavi da uno psicoterapeuta
o ti trovavi un “diversivo” . Oggi t’in-vitiamo, invece, a…cucinare col tuo lui! Tutti i vostri sensi e i vostri vizi si apriranno a una nuova esperienza e alla fine vorrete ricominciare dac-capo . Decidete insieme una ricetta – consigliamo un primo piatto perché la pasta, si sa, accende gli italiani – e, insieme, andate al mercatino di zona a scegliere gli ingredienti: attenti ai colori, agli accostamenti e ai profumi . Tutto deve essere equilibrato . Lasciate che sia lui a “sporcarsi le mani”, fategli lavare la verdura, aiutatelo a tagliarla e accompagnate la sua mano quando…azionerà il frullatore . La vostra cucina sarà così trasformata in un nuovo, ap-passionante, nido d’amore!
Pulisce e taglia la zucca a Pezzetti e la mette in FoRno
ventilato a 180° PeR una ventina di minuti
mentRe cuoce la zucca, Pesta le noci e la menta
nel moRtaio
mette i Fusilli a lessaRe in abbondante acqua
salata e FRulla la zucca in un mixeR
gRattugia il PecoRino
in ogni Piatto disPone un velo di cRema di zucca
decoRa i Piatti con i dadini
di Pane
taglia a tocchetti il Pane e lo Fa abbRustoliRe in Padella con un Filo di olio
unisce un Filo di olio a cRudo nel moRtaio, mentRe lui Pesta
aggiunge alla zucca nel mixeR il latte o la Panna, il sale e un Pizzico di PePeRoncino
scola i Fusilli e li mette a mantecaRe in una Padella laRga con il Pesto di noci
imPiatta i Fusilli soPRa la zucca
ultima i Piatti con una sPolveRata di PecoRino e della menta
LUI LEI
20 g di noci
1 tazza di latte o 3 cucchiai di panna fresca
qualche fogliolina di menta
olio extra vergine
150 g di fusilli
250 g di zucca
1 fetta di pane raffermo
50 g di pecorino
sale, peperoncino
ingredienti x 2
LA RIcETTA A 4 MAnI
Fusilli al pesto di noci e crostini in crema di zucca
17viziocapitale |
“Voglio è nel mio giardino” | invidia
Italiani e bengalesi la chiamano af-fettuosamente “Banglatown” e si trova a Torpignattara, una delle
zone a più alta densità di abitanti mi-granti della Capitale . Non esiste luogo migliore della città per scoprire i sapo-ri bengalesi . E, ovviamente, per acqui-stare gli ingredienti dei piatti della tra-dizione culinaria di questo paese . Ma non si può parlare di un “mercato” nel senso tradizionale del termine, quan-to piuttosto di una rete diffusa di ne-gozietti e botteghe che si snodano fra piazza della Marranella, via Eratoste-ne, via Benedetto Bordoni, via Antonio Tempesta, via Giovanni Maggi, etc .Il concetto di “negozio” è molto im-portante perché proprio ai bengalesi – la quarta comunità più numerosa a Roma, dopo quella rumena, filippina
e srilankese – si deve la rivitalizzazione del tessuto commerciale dell’area, che negli anni Novanta languiva in preda al degrado urbano e alla microcrimina-lità . Ora le botteghe bengalesi, aperte fino a tarda sera, offrono i più svaria-ti prodotti stipati fino all’inverosimile sugli scaffali: frutta esotica (soprat-tutto il mango) e frutta secca, decine di tipi di riso, buste di naan e chapati (tipici pani consumati in India e Ban-gladesh), latte di cocco, lenticchie, fa-gioli e altri legumi, le immancabili spe-zie (cardamono, zenzero), “ghee” (un burro molto cotto e filtrato derivante dal latte di bufala), baumi (zucchine indiane), scatolette di acciar (un mix composto da limoni, peperoni, mango bolliti nell’aceto e conditi con spezie e olio di soia) .
I SApORI DELLA baNGLaTOWN ROMAnA
Tiziana sforza è giornalista, blogger, communication manager e corporate storyteller.
L’altra faccia di Torpignattara: uno spaccato di Asia
il BanGladesh A TAvOLA
uno degli alimenti predominanti è il biriyani, piatto a base di riso, carne (di pollo, tacchino o manzo) e verdu-re crude (insalata, cetrioli..), spezie varie e zenzero. altro piatto tipico è il panta ilish, a base di riso e pesce. il pasto è spesso accompagnato dal pane. il roti è un pane grigliato a base di aata, farina integrale di grano maci-nata finissima. il poori è un pane fritto, consumato tradizionalmente a cola-zione farcito con spinaci (palak puri), patate (aloo puri), oppure aromatizza-to con succo di tamarindo. il chapati è un pane cotto a secco a temperatura elevata su una tawa, una padella di ferro leggermente concava. può esse-re a base di farina di mais o di aata. l’idli, che ricorda un dolce, è rotondo e a base di riso fermentato del Kerala e farina di urud. infine la chiura è una focaccia di phoa fritta e cosparsa di noci o noccioline tritate.
tiziana sFoRza
1818 | viziocapitale 1818 | viziocapitale
la selva (cucina di maRe)Via selva nera, 9 capalbio (Gr) - 0564 890381
tullio (cucina di teRRa)Via nuova, 25capalbio (Grosseto)- tel 0564 896196
locanda Rossa (ideale peR coppie)strada capalbio pescia fiorentina, 11b capalbio (Gr) - tel. 0564 890462
villaGGio capalBio (ideale peR FamiGlie)strada pedemontana, 58capalbio (Gr) - tel. 0564 899017
MAnGIARE
DORMIRE
UnA vALIGIA DI cIBO
Un BORGO fUORI DAL TEMpONel cuore della Maremma, terra che unisce la più tipica mediterraneità con la macchia selvaggia e l’armonia della campagna, Capalbio è un mix di colori e odori che riporta a tempi immemori, etruschi, romani, risorgimentali, e a leggende dal sapore antico
di Paola Rocchi Soffici
19viziocapitale |
invidia
LE dELIzIE dI SIMONETTA, LA MASSAIA dI CAPALbIO
Il profumo di una torta appena sfornata ci conduce al negozio-laboratorio di simonetta Bernardini, la Massaia di capalbio (lo trovate in piazza Ignazio silone). dolci, dolcetti, torte e biscottini: un trionfo si leccornie e di tipicità locali. dal preparato per i crostini toscani, ai ravioli ricotta e spinaci – per questi, simonetta ha un segreto da rivelare: “appoggiateli su di uno strofinaccio pulito dopo averli scolati, prima di condirli: l’acqua in eccesso verrà assorbita e il sugo avvolgerà alla perfezione i ravioli”. e ancora lasagne, cannelloni e soprattutto i sughi - da non perdere il sugo di cinghiale - e i patè di verdure. Quello di peperoni è speciale: ci siamo fatti svelare la ricetta direttamente da simonetta! Basta tagliare a pezzi grandi quattro peperoni rossi, quattro carote e una cipolla; cuocere il tutto in padella con olio, basilico e un bicchiere di aceto. dopo circa mezz’ora bisogna solo aggiungere un cucchiaio di sale e uno di zucchero e cuocere per un’altra ora. L’ultima operazione: passare al mixer fino a ottenere una crema. e’ un ottimo e sfizioso antipasto da spalmare su delle bruschette!
Se di Robin Hood sono famose anche le gesta più piccole, un viaggio in queste terre potrebbe
essere un’ottima occasione per cono-scere la storia del ladro che rubava ai ricchi per dare ai poveri, in versione maremmana . Si tratta di Domenico Tiburzi, un brigante vissuto nel XIX secolo, buono e soccorrevole, divenuto ben presto eroe popolare . Ed essendo le leggende a fare i posti magici, quando vi ritroverete in zona e deciderete di percorrere il litorale di ben 12 chilometri, di godere del silenzio della campagna, di andare a cavallo tra Torre Palazzi e l’Antica Pinciana, di passeg-giare sulla doppia cinta delle Mura che circondano il Borgo medioevale di Ca-palbio, o tra i vicoli fino al rinascimen-tale Palazzo Collacchioni o alla Rocca Aldobrandesca; quando vi ritroverete a girovagare al Parco artistico “Il Giardi-no dei Tarocchi”, popolato dalle statue di ceramica e specchi, create da Niki de Sain Phalle, o quando vi siederete al Ri-storante “Tullio”, e Gaspare e Gianmaria Sassi vi accoglieranno nella loro locanda per mangiare una gustosa zuppa, tartu-fo, funghi, crostini toscani, lì, davanti vi riaffioreranno i ricordi di un passato, che tutt’ora emana un intensissimo aroma di storia, suggestione e magia .
2020 | viziocapitale
invidia
1 kg di scampi freschi
300 g di pomodori maturi
2 spicchi d’aglio
un rametto di prezzemolo
3 cucchiai di pangrattato
1 bicchiere di vino bianco
olio extra vergine, sale e pepe
pulite, lavate e sgusciate gli scam-pi, lasciandone 4 interi . Mettete sul fuoco una padella capiente e
versateci 3 o 4 cucchiai di olio e, prima che diventi troppo caldo, unitevi il pan-grattato . Attendete che si tosti senza farlo brunire troppo e aggiungete l’aglio e il prezzemolo tritato finemente . A questo punto gettate gli scampi nel sof-fritto e bagnateli con mezzo bicchiere di vino . Attendete che il vino evapori, co-prite e lasciate cuocere a fiamma media per circa dieci minuti . Aggiungete il sale e una spolverata di pepe nero . A questo punto unite anche i pomodori, prece-dentemente privati dei semi e tagliati a cubetti e mescolate il tutto accurata-mente . Coprite, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per una ven-tina di minuti . A questo punto sfumate ancora con mezzo bicchiere di vino e proseguite la cottura per pochi minuti fino ad ottenere un sugo denso e pro-fumato . Private dell’aglio e servite gli scampi molto caldi .
ingredienti x 4
KAMpU nA BUzARUS
di Guido Milana
Gli scampi alla busara: dalla Slovenia tutto il sapore del mare
il vino Il patrimonio vinicolo della slovenia è ricco ed apprezzato in tutto il mondo. Gustate gli scampi con un riesling fruttato prodotto sulle colline di questa splendida regione ai confini con l’Italia.
LA CUCINA SLOvENA
C’è un proverbio che la dice lunga sulle abitudini culinarie slovene: “L’amore passa per lo stomaco”! Del resto le delizie della cucina slovena sono numerose e si possono gustare in una delle tantissime trattorie tradizionali spar-se sia sulla costa che nell’entroterra. Se siete in questa meravigliosa nazione, non dimenticatevi di fare un giro nelle rinomate osmizze, vere e proprie case contadine che aprono i loro saloni ai passanti e vengono segnalate con una frasca sulle strade principali. In questi luoghi viene servito il vino della casa, accompagnato da formag-gi, insaccati e il prosciutto del Carso. Una ritualità quella delle osmizze che ha oltre duecento anni e non vede mai tramontare il suo successo.
la cuRiositàLa “busara”
era un recipiente di coccio usato sulle
navi per cuocere il pesce
21viziocapitale |
“Nulla mi sazierà” | gola
40 alici fresche
200 g di pecorino romano grattugiato
500 g di pomodorini pachino
4 cucchiai di pangrattato
olio extravergine
peperoncino
1 spicchio d’aglio, sale
pulite e tagliate a metà le ali-ci . Preparate un soffritto con olio, aglio, peperoncino e po-
modorini; quando l’aglio si indora e l’olio è bello bollente, aggiungete le alici e fatele cuocere per un minuto, massimo due .In un padellino a parte tostate per 5 minuti del pangrattato, lessate gli spaghetti in abbondante acqua sal-ta, scolateli al dente, un minuto pri-ma del tempo di cottura, e saltateli per un minuto nella padella dove avete preparato il soffritto . Aggiun-gete il pangrattato, abbondante pe-corino e mantecate con l’acqua di cottura fino ad ottenere l’amalgama giusto . Servite bollente .
ingredienti x 4
LA RIcETTASpaghetti con alici
e pecorino
QUAnDO La CUCINa è DI cASAdi Elena Invernici
Il primo “Home Restaurant” della Capitaleall’insegna dei sapori autentici e della tradizione
Ambiente familiare, cucina sana e genuina, rispetto per le tradizioni . Ecco la formu-
la segreta del Primo Home Restau-rant della Capitale . “Da Mik e Dani” si riscopre il piacere di stare a tavola tra le mura domestiche . Michele è un giornalista, Daniela un’ imprenditrice nel settore turistico, entrambi romani doc e con una grande passione per la cucina . Amano mettersi ai fornelli per gli altri, deliziando amici e parenti con le loro specialità . Visto che il loro ap-partamento, a due passi da Porta Pia, ha ampi spazi hanno deciso di aprire le porte di casa e accogliere turisti, ma anche romani, che desiderano risco-prire i sapori autentici della cucina ro-manesca . Quella fatta in casa, appunto . Hanno, insomma, ricreato un ristorate dentro casa che gestiscono con il pre-zioso aiuto di nonna Rosa – esperta nel tirare a mano le fettuccine– dove non solo la cucina, ma anche l’atmosfera e i ritmi sono famigliari . Amatriciana, Gricia, Carbonara, Cacio e Pepe, Ab-bacchio alla scottadito, Baccalà alla romana, Coniglio alla cacciatora con i capperi, sono solo alcuni dei piatti che la famiglia Ruschioni ama cucinare per i propri ospiti, cercando di riportare in vita le ricette di una volta che, or-mai, non si trovano più neanche nelle trattorie romane . E, su richiesta, anche favolose grigliate di carne – Michele è “mastro barbeque” – da fare invidia alle migliori steakhouse della città . Il tutto con prodotti di qualità, rigorosa-mente freschi e di stagione .
casa RuschioniVia Messina, 31 – roma
prezzo menú completo: €25,00 cad.necessaria la prenotazione
tel. 338.8526556 - 328.9551503www.homerestaurantroma.it
il consiglioper gustare al
meglio la ricetta, servite gli spaghetti
su un piatto scaldato per bene
2222 | viziocapitale
gola
diversità” spiega Daniele Dell’Orco . “Il cacao che impieghiamo è originario della Foresta Amazzonica e non viene più coltivato perché ha una bas-sa resa produttiva in quanto frutti-fica una sola volta all’anno”, spiega l’antropologo . Il cioccolato targato Ca-cao Crudo è anche gluten free, vegan, certificato bio, senza lattosio, olio di palma, leticina di soia, additivi e aromi artificiali e persino senza zucchero (so-stituito dal nettare del fiore di cocco) . Insomma, una vera e propria gemma grezza dell’alimentazione .” Quando un alimento è così ricco di nutrienti come il cacao e soprattutto è buono anche crudo, è un vero peccato
L a nuova frontiera dei palati go-losi? Il Cioccolato Crudo! Un mix di dolcezza e nutrimenti che
si prepara a conquistare il mercato del cioccolato . In Italia, pioniere di questo nuovo modo di concepire il cioccolato è Da-niele Dell’Orco, antropologo e ricer-catore, fondatore dell’azienda “Cacao Crudo” che ha vinto il premio novità dell’anno, per il settore alimentazione, al Salone del Biologico “Sana 2014” presentando il “Cioccolato crudo arti-gianale Gourmet” . “Il cioccolato crudo nasce da un progetto ambizioso che ha alla base una ricerca sulla qualità degli ingredienti nel rispetto della bio-
BAccHE GOjI E nOccIOLE
pIEMOnTE IGp (cAcAO 63%)
Le bacche Goji apporta-no beta-carotene, ferro, vitamina C; le nocciole crude forniscono acido
oleico e altri antiossidanti, arrotondando il gusto .
fOnDEnTE 90%
Con pochi ingredienti per lasciare spazio alle note
aromatiche del cacao Criollo crudo ed alle sue
proprietà nutrizionali, ha note acidule ma anche aro-matiche di frutti tropicali .
GRAnELLA nOccIOLA
pIEMOnTE IGp (cAcAO 63%)Le nocciole crude conferi-scono un effetto ‘torrone’
ed il loro delicato aroma si sposa perfettamente alle
note aromatiche del cacao Criollo .
fOnDEnTE 80%
Più dolce del 90% e più cremoso grazie al burro
di cocco crudo, rinforza il sistema immunitario grazie
alla presenza dell’acido laurico (antimicrobico e
antibatterico) .
BAccHE GOjI E SARAcEnO (cAcAO 63%)
La morbidezza delle bacche si unisce alla croccantezza dei semi crudi di Saraceno,
cereale indicato per la protezione dei vasi capillari
e sanguigni .
PIaCERE CHE NUTRE
impoverirlo a livello nutrizionale per causa di lavorazioni a caldo evitabili” ci racconta Daniele Delll’Orco . “Lavorando il cacao a freddo riusciamo a mantenere intatte le sfumature or-ganolettiche e soprattutto importanti nutrienti come il magnesio ed altri mi-nerali, gli eccezionali livelli di antiossi-danti e preziosi enzimi o amminoacidi” conclude l’esperto . E se l’amato e odiato cioccolato com-plice della seduzione in cucina, dive-nisse anche amico fidato antiossidan-te, antimicrobico, antibatterico e chi più ne ha più ne metta? Chi potrebbe più tirarsi indietro di fronte al cibo de-gli Dei?
di Elena Tioli
Il Cioccolato Crudo Artigianale Gourmet vince il premio novità dell’anno al Salone del Biologico
bio
23viziocapitale |
gola
In arte Giò di Giorgio, napoletano doc, giornalista, regista televisivo, è l’ideatore di Inciucio.it, portale specializzato in notizie di cronaca rosa e gossip.
gioRgio scognamiglio
sorridente Emanuela, la Carmen Rigoni di Centovetrine o l’Ombretta Maltesi di Un posto al sole precisando: “Ancora la gente mi riconosce per strada per quei personaggi” .Tra una chiacchiera e l’altra Emanuela (da buona “quasi” meridionale) aggiun-ge tonno e peperoncino ai pomodorini e intanto continua: “Adesso sto collabo-rando con Video News, curo e conduco dei servizi per la rubrica ‘Dai set delle fiction’ in onda su Mattino 5 e Pome-riggio 5” . “Mi piace intervistare i miei ex colleghi” - ci confida la Tittocchia - “conoscendo già tutti i segreti del me-stiere so su cosa puntare” e così giunge il momento di puntare sugli spaghetti . Una volta scolati - “al dente mi racco-mando!” - e mescolati per bene al sugo non resta che aggiungere due foglie di basilico - “profumatissimo” - ed ecco che la ricetta più semplice del mondo rimane come sempre la più buona!
Mamma toscana, papà umbro, origini torinesi, ma lei dice di sentirsi meridionale - o
meglio - “terrona dentro” e, anche per questo, sceglie un piatto partenopeo, il piatto napoletano per eccellenza (ovvia-mente dopo la pizza): spaghètt o’ pum-marola .Lei è Emanuela Tittocchia e quella che vi racconteremo in questa nuova punta-ta di Vip in cucina è la sua personalissi-ma rivisitazione dei classici spaghetti al pomodoro . “Intanto mettiamo l’acqua sul fuoco e l’aglio a soffriggere…” Ema-nuela si definisce una “pessima cuoca” ma le basi non le mancano: “Una volta soffritto l’aglio facciamo ripassare i po-modorini in padella” . E intanto che si aspetta ci facciamo raccontare qualcosa della sua nuova av-ventura: “Ho iniziato a fare l’attrice per il mio grande amore per Totò . Potrei anche parlarvi in napoletano”, afferma
320 g di spaghetti
1 spicchio di aglio
10 pomodorini pachino
160 g di tonno in scatola
origano
basilico
peperoncino fresco
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine
sale
In una padella soffriggete l’aglio nell’olio e unite i pomodorini taglia-ti a metà . Lasciate rosolare qualche
minuto, aggiungete un pizzico di sale, il tonno, l’origano, il peperoncino e , infine, sfumate con il vino bianco . Nel frattempo lessate gli spaghetti in ab-bondate acqua salata, scolateli al dente e conditeli con il sugo ottenuto . Ultima-te con qualche foglia di basilico fresco .
ingredienti x 4
Spaghètt o’ pummarola della sciùra Tittocchia
Con IL QR CoDe L’InteRo vIDeo DeLL’InContRo Con eManUeLa
Continua il nostro viaggio alla scoperta dei vizi e delle capacità culinarie dei nostri amici Vip
vIp In cUcInA
LA ScIùRA TITTOCCHIa
2424 | viziocapitale
gola
AMO LE cALORIE
CHEEsCaKE cOn AMARETTI E cAffèdi Faby’s Patisserie
per il fondo
200 g di amaretti 90 g di burro
per la crema al caffè
250 g di mascarpone, 50 g di caffè espresso
50 g di zucchero semolato, 10 g di caffè liofilizzato 4 g di gelatina in fogli 250 g di panna fresca
per la glassa
6 g di gelatina in fogli 85 g di zucchero semolato
35 g di cacao amaro 45 g di panna fresca
preparate la glassa mescolando lo zucchero, l’acqua, il cacao setacciato e la panna . Portate
ad ebollizione e bollite per 1 minuto . Aggiungete la gelatina ammollata in acqua e strizzata e fate riposare in frigo una notte coperta da pellicola . Prepa-rate il fondo: mettete in un tritatutto gli amaretti, polverizzateli finemente e poi colatevi sopra il burro fuso (una volta intiepidito) . Versate il composto di amaretti sul fondo di una tortiera, facendo attenzione a riempirlo bene e mantenendo lo stesso spessore su tutta la base . Riponete in frigo a rassodare . Preparate la crema al caffè: scioglie-re nel caffè caldo quello liofilizzato, aggiungete lo zucchero e la ge-latina ammollata in acqua e strizzata . In un’altra ciotola lavorate il mascarpone (a temperatura ambiente) e aggiungete la crema al caffè fino ad ottenere un composto omogeneo, in-fine la panna semi-montata fino ad avere un composto omo-geneo . Versate la crema sul fondo di amaretti livellandola bene . Fate ras-sodare qualche ora in frigo, poi coprite con la glassa e rimettere in frigo alme-no 2 ore . Decorate a piacere con qual-che amaretto .
ingredienti x 6
lo spumanteIl calice perfetto per questa cheescake sarà uno spumante extra dry. Il Bisol “Vigneti del fol” Valdobbiadene prosecco superiore d.o.c.G., da servire in un calice di cristallo alla temperatura di 8°c, è ideale per il fuori pasto.
la cuRiosità Le origini del cheesecake
risalgono all’Antica Grecia: gli atleti dei Giochi
Olimpici erano soliti mangiare un dolce a base
di dischi di pasta, miele e formaggio di capra.
25viziocapitale |
“Arrabbiati nel DNA” | ira
8 cubetti di ghiaccio
1 parte di Vodka
1 parte di Gin
1 parte di Rum Bianco
1 parte di Midori
1/2 parte di Sweet Sour
Sprite al top
lime o limone per decorare
preparatelo in uno shaker: mettete 3 cubetti di ghiaccio ed aggiunge-te la vodka, il gin, il rum, il midori
e lo sweet sour . Shakerate energicamen-te per 10 secondi e versate il contenuto in un bicchiere a stelo . Riempite con Sprite e guarnite con una fetta di limone e del sale sul bordo .
ingredienti
dove gustaRloL’altro Bar
Via Teulada, 85/87 – roma
ROMA DA BERE
vERDE DI RABBIA
dA SAPERE
il Japanese ice tea è un long drink che risulta fresco e leggero e che per un at-timo fa dimenticare il fatto che sia alco-lico… andateci piano però… non lo è affatto! si prepara con il midori, un li-quore giapponese di colore verde, mol-to dolce e dal sapore di melone che vie-ne spesso abbinato ad altri ingredienti per la creazione di numerosi cocktail.
di Gaia Giffoni
jApAnESE IcE TEA
2626 | viziocapitale
ira
cIAK, SI MAnGIA!
FaGIOLI WEsTERNNon solo un genere cinematografico nostrano, ma soprattutto una ricetta semplice e gustosa
di Elena Tioli
Di cosa si tratta? Ma ovvia-mente dei fantastici fagioli “alla Bud”, quelli che i cow
boy mangiavano direttamente dalla padella; quelli serviti nelle peggiori bettole del vecchio West; quelli che dal 1970, ossia dalla prima scena del film “Lo chiamavano Trinità . . .”, han-no accompagnato e rinfrancato - tra una scazzottata e l’altra - i mitici Bud Spencer e Terence Hill . Ebbene sì, è proprio alla celebre coppia tutta ita-liana (ma camuffata americana) che si ispira questa ricetta . Cucinarla è roba da ragazzi: in una padella met-tete l’olio e fate soffriggere la cipolla tagliata a pezzetti, quando imbion-disce aggiungete a vostra discrezio-
ne salsicce oppure pancetta a cubetti; una volta rosolato il tutto versate i fagioli e la passata di pomodoro; re-golate di sale e pepe, coprite e lasciate cuocere a fuoco basso, infine togliete il coperchio, alzate la fiamma e fate evaporare il liquido in eccesso . Per verificare la giusta consistenza della pietanza si consiglia di riguardare uno dei ben diciotto film che i due attori
hanno girato insieme . Raggiunta la consistenza ottimale servite quindi i fagioli - rigorosamente in padella, accompagnate con vino rosso e tozzo di pane e attendete . Se la padella vi ritornerà linda come se non fosse sta-ta utilizzata significa che la ricetta vi è riuscita . Infatti, non ci sono fagioli alla Bud senza scarpetta finale (e due cazzotti per digerire!) .
Il paese ligure di Masone ha dedicato alla famosa coppia (e al loro piatto prediletto) il Bud & Terence Film Festival. Una kermesse che prevede la proiezione integrale dei film della coppia, l’esposizione delle locandine originali e, ultimo ma non ultimo… birra, salsicce e fagioli per tutti!
iL COnSigLiO
27viziocapitale |
ira
COLTELLIvOLaNTI
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massimiliano zagaRia
coreografo e showman nonché eclettico chef emergente: sul palcoscenico e tra i fornelli mette sempre al primo posto cuore e professionalità
Il taglio brunoise consente di ridurre le verdure in dimensioni contenute e re-golari. Ciò favorisce una cottura rapida che mantiene intatte tutte le proprietà nutritive degli ortaggi e li rende parti-colarmente croccanti. La brunoise di sedano, cipolla e carota è perfetta per il soffritto base del ragù alla bolognese: potete anche conservarla comodamente in freezer (in appositi sacchetti gelo) e adoperarla all’occorrenza, soffriggendo direttamente in padella le verdure, sen-za farle prima scongelare.
Munitevi di un coltello ben af-filato non seghettato e di un tagliere .
Posizionate un panno umido sopra un piano di lavoro e adagiatevi il tagliere in modo da renderlo stabile . Prima di tagliare assicuratevi di posi-zionare le unghie sul tagliere con le nocche sporgenti in modo da essere in grado di appoggiarvi il coltello che lavorerà leggermente in obliquo verso l’interno . Togliete le parti esterne della verdura scelta in modo da ottenere una forma più regolare e tagliatela a tocchetti di 4-5 cm di lunghezza (1) .
A questo punto eseguite un taglio lon-
gitudinale, in modo da realizzare delle fettine dello spessore di 2 mm (2) .
Prendete 2-3 fettine e allineatele il più possibile . Per il lato più lungo, effet-tuate dei tagli dello spessore di 2 mm ottenendo in questo modo una julien-ne (3) .
Ora tagliate dal lato più corto dei cu-betti di 2 mm x 2mm (4) .
Il taglio brunoise
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accidia | “Il tempo è denaro”
Soffice e morbido tanto da scio-gliersi in bocca, questo panino è un gioco di sapori e di contrasti .
Lo stracchino, formaggio lombardo a pasta molle conferisce un sapore fresco e acidulo; il ciauscolo, insaccato spal-mabile tipico del Piceno, dona un tocco di sapidità ed infine la crema di zucca bilancia il gusto con la sua dolcezza .
SETTE vIzI pER SETTE pAnInI: AccIDIAdi Eugenio Bernardini
Prosegue con il vizio dell’Accidia la serie di panini gourmet firmati “Mastrogusto”
Aprite il panino e farcitelo spal-mando uno strato di stracchi-no, uno di crema di zucca ed
infine uno di ciauscolo . Ultimate con una spolverata di pepe, chiudete il pa-nino e scaldatelo in forno per un paio di minuti .
1 panino arabo
80 g di stracchino
80 g di ciauscolo
80 g di crema di zucca al naturale
pepe nero
ingredienti
DoVe GuStaRloMastrogustoVia dei Gracchi, 193 - Romatel . 06 .64520038 - aperto dal lunedì al sabato, 9 .00 - 20 .30
la BiRRa Il gusto prevalentemente dolce degli ingredienti verrà esaltato dall’abbinamento con una tedesca Weisse, birra di frumento leggermente asprigna e molto dissetante!
29viziocapitale |
accidia
preparate un battuto con le erbe aromatiche e aggiungetevi il cumino, il curry, i semi di fi-
nocchietto leggermente pestati, il pan grattato, una presa di sale e amalgamate il tutto . Schiacciate l’ham-burger in questo composto da en-trambi i lati, poi cuocetelo in pa-della con un filo di olio o una noce di burro . Accompa-gnate con una dadola-ta di pomodorini conditi con olio, sale e i peperoncini tagliati sottile .
4 hamburger di carne bianca
erbe aromatiche (maggiorana, menta,
origano, salvia)
un pizzico di cumino di curry e di semi di finocchietto
2 cucchiai di pan grattato non troppo fine
2 pomodori
4 peperoncini verdi dolci
olio extravergine o una noce di burro
sale
ingredienti x 4
ecco come preparare in casa dei gustosi hamburger ripieni in pochi secondi… Basta avere lo strumento giusto! vi con-
sigliamo la “hamburger press”. Usar-la è semplice: basta inserire una
strato di carne macinata nello stampo; posizionarvi sopra gli ingredienti scelti per il ripieno: formaggio, verdure, erbe aro-matiche, salumi..; ricoprire con
un altro strato di carne e pressa-re con l’apposito coperchio.
CARATTERISTIChE:Hamburger press realizzata in materiale plastico di elevata resistenza - diametro cm 13COSTO: €22,00dOvE ACqUISTARLA: Peroni, Piazza dell´Unitá 2900192 Roma - tel: 06.3210852 online: www.peronisnc.it
HO SOLO 3 MInUTI
HAMBURGER BIAncOdi Associazione Anatra Regina
con erbe aromatiche e dadolata di pomodorini
il vino Ben si abbina ad un vino fresco ed equilibrato come
il Vermentino Bolgheri doc. Il vino si caratterizza per il colore giallo paglierino e le note minerali,
agrumate e con sentori floreali.
3030 | viziocapitale
accidia
Direttore responsabile: Daniela Forlani
Segreteria di redazione:Benedetta Falconio
Foto:Fabio Boncagni, Cacao Crudo, Comune di Capalbio, Luca Esposito, Faby’s Patis-serie, Hassler Roma, Greta Lo Tufo, Mo-rellini Editore, Mozao, Mario Palumbo, Pentole Baldassarre Agnelli, Peroni Snc, Quanto Basta alla spina, Michele Rus-chioni, Davide Sagliocco, Tiziana Sforza, Taste of Roma, Elena Tioli .
Grafica e impaginazione: Dalistudio
Tipografia: Graffietti Stampati S .n .c . - S .S . Umbro Casentinese Km 4,500 - 01027 Montefi-ascone (Viterbo) .
Hanno collaborato:Associazione Anatra Regina, Eugenio Ber-nardini, Fabio Boncagni, Zaira Chabani, Faby’s Patisserie, Alessandra Foroncelli Nicolao, Gaia Giffoni, Elena Invernici, Mariarosa Lionetti, Mario Palumbo, Paola Rocchi Soffici, Davide Sagliocco, Giorgio Scognamiglio Tiziana Sforza, Elena Tioli, Massimiliano Zagaria .
Numero Registrazione:264 del 22/11/2013
Finito di stampare:marzo 2015
redazione@viziocapitale .it
Recensioni
LIBRIDA GUSTARE
L’ITaLIa In 16 VInI
Una bottiglia di Barolo DOCG Bussia da ac-
compagnare con una pasta al tartufo nero,
oppure un Vinsanto da sorseggiare mentre si
sgranocchiano dei crostini al paté di fegatini;
e perché non provare l’abbinamento di un
calice di Lambrusco rosé di Modena Spun-
tante DOC con una tartare di tonno fresco e
zucchine novelle ? Ecco che per la prima volta
viene ribaltata la classica struttura dei libri di
ricette: anziché proporre il vino più indicato
da abbinare a un piatto, in questo originale
libro il vero protagonista è il vino . Per ogni
etichetta selezionata vengono suggerite le
ricette più gustose e indicate per valorizzarla
al meglio . Ne risulta un viaggio alla scoperta
d’Italia attraverso 16 realtà vinicole territoria-
li: cantine, tenute, aziende agricole che sono
l’eccellenza del Made in Italy . Per gli amanti
dell’enologia sarà un’occasione approfondire
caratteristiche e modi di impiego dei vari tipi
di vino; mentre per chi è più inesperto è un
imperdibile vademecum per bere e mangiare
bene . Il libro è a cura di Monica Cesari Sar-
toni, affermata giornalista gastronomica e Vi-
nodalproduttore .it, portale e commerce che
seleziona produttori di eccellenza e consegna
vini direttamente dalle cantine di origine .
JerUsaLeM
Jerusalem è un itinerario gastronomico del-
la Città Santa dove le ricette di cucina isra-
eliana e palestinese, corredate da splendide
immagini dei piatti e della Città, si alternano
agli indirizzi dei posti dove mangiare con
soddisfazione i migliori piatti della tradizio-
ne gerosolimitana . Spezie, verdure e legumi
sono protagonisti di ricette esotiche come
l’hummus o i cavolfiori al forno con insalata
di nocciole . Carne di pollo ed agnello per le
polpette e dolci profumati come la torta di
semolino con cocco e marmellata di arance .
Gli autori, Yotam Ottolenghi e Sami Tamimi,
sono due famosi chef che vivono a Londra .
Nati entrambi nel 1968, uno di origini italia-
ne e tedesche e l’altro palestinese, da bambini
vivevano l’uno nella zona occidentale di Rmat
Denya e l’altro nel quartiere musulmano della
Città Vecchia . Quando, adulti, si sono cono-
sciuti a Londra, hanno subito condiviso non
tanto i ricordi relativi alle divisioni religiose
e politiche della loro città, quanto e sopra-
tutto quelli infantili legati ai sapori dei piatti
cucinati dalle loro madri e all’abbondanza di
colori e profumi dei cibi esposti nei mercati di
Gerusalemme .
autore: Monica cesari sartonieditore: Morellini
pagine: 72prezzo di copertina: € 15,00
autori: Yotam ottolenghi e sami Tamimieditore: Bompiani
pagine: 320prezzo di copertina: € 35,00
di Zaira Chabani
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ira
A R o m a l a c u c i n a è F r e e P r e s s
Lo trovate da:
Mastrogustovia dei Gracchi, 193 - Roma
Cuochepercasovia Fabio Massimo, 107 - Roma
New Paco’s Gym via Morandi, 12 - Villanova di Guidonia (Rm)
Ines BarVia della Farnesina, 225 - Roma
Associazione culturale “La Piccola Sartoria”via del Pavone, 47/b - Campagnano di Roma
Supermercato Elitevia della Farnesina, 251/259 - Roma
Per ricevere l’espositore di Vizio Capitale o per richiedere un’inserzione pubblicitaria contattare:
W COMMUNICATION – via Torino, 46 – Pavona di Albano Laziale tel . 06 .93 .10 .951 – cell . 3476632372