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Questo quaderno è di Classe - istpangea.it · strato talmente scuro da sem-brare quasi... cioccolato: si trat- ta del più prezioso fra i costi-tuenti del suolo, l’humus, che lo

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Questo quaderno è di

Classe

3Indice

Studentiin... erba

4IntroduzioneUn’aula verde per...

5Tutti giù per terra

6Una pianta per ogni terreno

7Un processo di adozione

8E ora seminiamo

9Diario di un’adozione

10Le talee: unascorciatoia vegetale

11Il bulbo è servito

12Simpatie e antipatievegetali

13Piantare alberi

15A qualcuno piacespontaneo

Un prato tutto nuovo

16L’angolo dei profumi

17Odori, sapori, saperi

18Identikit di una piantaaromatica

19A misura di farfalle

20Leggera comeuna farfalla

21Cose buone che marciscono: il compost

22Uno stagno fatto a...mano

24Un “bosco lineare”nell’Aula Verde

25Resistere agli invasori

26Bibliografia

4IntroduzioneUn’aula verde per...

Un lembo di natura che entra nella scuo-la, un modo per “colorare di verde” le-zioni, attività manuali, giochi ed espe-

rienze: un’Aula Verde è tutto questo e altroancora. Per i suoi frequentatori abituali è an-che fonte di molteplici piaceri sensoriali: sipuò mordicchiare, odorandola, la foglia diun’erba aromatica, ci si possono riempire gliocchi con il colore delle foglioline appena nate,dei fiori o delle farfalle, si può giocare con laterra e manipolarla, mentre se ne annusa ilparticolarissimo odore. La presenza dell’Au-la Verde è, inoltre, un invito costante a nonbuttare via niente. Il bricolage con i materia-li e gli oggetti cosiddetti “di scarto” è d’ob-bligo per costruire e riparare arredi e struttu-re, dalla mini serra, agli abbeveratoi per gliuccelli, agli strumenti “fai da te”. Inoltre, perottenere il prezioso compost si procede ad uti-lizzare “tutte le buone cose che marciscono”,ovvero quelle che possono essere trasforma-te dai batteri in materiali più sem-plici, e che non rimangono lì persempre, indistruttibili e uguali a se

stesse, come avviene con gli oggetti di pla-stica. L’Aula Verde offre, quindi, molte occa-sioni per riflettere, fra l’altro, sulla catena che,in ogni momento, lega fra loro tutti gli esseriviventi, anche dopo la loro morte, e sulla con-tinua circolazione di materiali fra il suolo e gliorganismi che lo abitano. C’è infine l’aspet-to forse più affascinante: l’appuntamentocon il futuro, la costante attesa di un picco-lo importante evento, che può essere il ger-mogliare di un seme, lo spuntare delle pri-me foglie, lo sbocciare di un fiore, il maturaredi un frutto. E poi, di nuovo, la semina, la pa-ziente attesa della crescita e così via, in unacontinua proiezione in avanti. Ancora un’ul-tima considerazione: quando si lavora con lepiante non si deve per forza rimanere... terra- terra. Non sarà male alzare qualche volta gliocchi al cielo, magari per scrutare l’altezza delsole, o per controllare la forma della luna che,come afferma la saggezza

popolare, influenza con lesue fasi il ritmo di cre-scita delle piante.

• Prelevate una piccola parte del terreno inumiditoe lavoratelo fra il pollice e l’indice fino a formare unamassa omogenea. Chiudete gli occhi e concentrate-vi sulle sensazioni tattili comparandole con quelleelencate nella tabella a fianco: con l’aiuto di un vo-cabolario ne individuerete le componenti principali.

Non giocare con la terra!”È una raccomandazioneche forse vi risuona an-

cora nelle orecchie. La tentazione di toccare la ter-ra umida, di manipolarla, di im-pastarla è, però, quasi irresi-stibile. Neanche gli agricoltorio gli appassionati di giardi-naggio riescono a farne a me-no, anzi aggiungono a questopiacere del tatto altre espe-rienze sensoriali significative:osservano il colore del terre-no e lo annusano, per sag-

giarne la composizione, l’a-cidità e quindi, in definitiva,la “bontà”.Se effettuerete un carotaggio,ovvero se estrarrete un cilin-dretto di terreno profondoqualche decina di centimetri,potrete vedere che il “profilo”del terreno assomiglia a unaspecie di torta a strati. A com-pletare questo dolce parago-ne contribuisce la presenza,più o meno consistente, di unostrato talmente scuro da sem-brare quasi... cioccolato: si trat-

ta del più prezioso fra i costi-tuenti del suolo, l’humus, chelo rende fertile e produttivo(vedi quaderno “Aria + Acqua+ Suolo = Vita”).Per fare conoscenza con il ter-reno, che è uno dei protagoni-sti principali dell’Aula Verde,potrete fare delle esperienzeche non comporteranno proi-bizioni, ma, anzi, vi inviteran-no proprio a giocare con la ter-ra. La tabella a pagina 6 saràutilissima per saperne di piùsulle sue caratteristiche.

Tutti giù per terra“

Sensazioni tattili• Abrasione• Smerigliatura• Saponositià• Adesività

Componente• Sabbia grossa• Sabbia fine• Limo• Argilla

Il terreno assume una forma sferica?

Il vostro campione è costituito soprat-tutto da limo (hauna componente

limosa)

Il vostro campioneha una componente

argillosa

Dopo la manipolazionele dita sono rimaste pulite?

Il vostro campione è costituitosoprattutto da argilla

• Raccogliete campioni diterreno di vario tipo prele-vandoli in posti diversi.• Mescolate ogni campione

di terreno con un po’ d’ac-qua, fino a renderlo manipo-labile (ovvero facile da “lavorare”); cercate di mo-

dellarlo fra le dita in piccolemasse rotondeggianti.• Ponetevi ora le seguentidomande.

si no

si no

5

Una pianta per ogni terreno6

• ricco di sostanze nutritive• particelle molto piccoleche tendono ad aggregarsiostacolando il passaggiodell’acqua (asfittico)• con la pioggia s’inzuppa e poi diventa molto duro,ma col tempo e l’azione della microfauna e delle radici migliora

• difficile (“pesante”)• non va mai calpestato quando è troppo bagnato• va lavorato in autunno(dopo una pioggia)prima che si asciughi completamente• aggiungere sostanzaorganica• coltivare piante perenni

acanto, aronia, aucuba,bucola, caprifoglio^°, consolida, edera^°, elleboro, emerocallide,glicine, nocciolo^, primula, ribes^, rosa^,sigillo, sinforina°, skimmia, tagete°

argilloso(granuli<0,002mm)

• aggiungendoacqua diventa lucido e morbido come burro

• ricco di humus• drenaggio buono se si aggiunge materiale grossolano

• non va calpestato esi lavora come l’argilla, quando è sufficientementesecco da non aderirealle scarpe

acanto, aronia, aucuba, bucola, caprifoglio^°, consolida, edera^°, elleboro, emerocallide, glicine, nocciolo^, primula, ribes^,rosa^, sigillo, sinforina°,skimmia, ahonia, tagete°

limoso(granulida 0,002a 0,02mm)

• asciutto ècome l’argilla• aggiungendoacqua si com-patta come l’argilla ma diventa opaco• soffice al tatto• colore scuro

• molto permeabile (perdeacqua e sostanze nutritive)• si riscalda facilmente a primavera• facilita l’aerazione del terreno

• facile da lavorare(“leggero”)• va lavorato a primaverapoco prima dellasemina/trapianto• pacciamare per ridurrel’evaporazione e apportaresostanza organica

acanto, achillea, artemisia,camedrio°, caprifoglio^°,cisto^°, cotognastro,crispino^, euforbia,geranio^°, ginestra°,cinquefoglio, iperico°,licnide, rosa^, rovo^

sabbioso(granulida 0,2 a 2 mm)

• scivola facilmente tra le dita(“leggero”)• grossolano• ruvido

• ottimo drenaggio perchécomposto da particellepiuttosto grandi• molto permeabile, tendea perdere gli elementinutritivi• alcalino• povero di sostanzaorganica

• difficile da lavorare• tutti i periodi, seminaquasi immediata• pacciamare per ridurrel’evaporazione e apportaresostanza organica• usare letame, compost otorba per ridurre l’alcalinità

anemone, aquilegia,buddleia^, mahonia,calicanto^, filadelfo^,caprifoglio^°, clematide,elleboro, forsizia^, iris,lillà^, peonia^, pervinca°,potentilla^°, primula,spirea^, yucca^(in genere non adatto aspecie con radice lungae quindi sottile)

calcareo(granuli>2 mm)

• secco• si sgretolafacilmente• ruvido

• è ricco di sostanzaorganica• trattiene l’acqua e larilascia gradualmente• è acido

• tutti i periodi• la torba tende a trattene-re troppa acqua rendendotalvolta necessario un drenaggio artificiale

piante acidofile: azalea°, camelia^, castagno, erica°,ginestra dei carbonai, ortensia^, rododendro

torboso • molto scuro (e umido)• spugnoso• si sbriciola

Caratteristiche Lavorazione/Uso Tipo di piante*Terreno Com’è al tatto

* I simboli ^ e ° indicano le piante che possono riprodurre per talea (vedi pag. 10) in particolare:^ talee legnose ° talee semilegnose

Un processodi adozione

Chi di voi non ha mai messo qualche seme a germoglia-re, usando un po’ di cotone inumidito e poggiato su unpiattino? La germinazione in vitro (ovvero in vetro, fuori

dalla terra) ha i suoi vantaggi: potrete vedere, con una certameraviglia, che il seme nel produrre la radichetta e il fusticinoè perfettamente in grado di riconoscere il basso dall’alto, po-trete osservare bene la struttura delle radici “nude”, non ri-coperte dalla terra e, nel caso si tratti di un fagiolo, di una len-ticchia, o di una ghianda, potrete vedere i cotiledoni del seme(ovvero le due masserelle biancastre in cui esso è diviso) di-ventare verdi, trasformarsi in foglioline, e “arrangiarsi” a fareun po’ di fotosintesi. Seminare in terra pone, certamente, qual-che problema pratico in più: bisogna fare attenzione allaprofondità di interramento a alla distanza dei semi l’uno dal-l’altro, dare l’acqua con metodo, non troppa né troppo poca,rispettando un giusto intervallo di tempo (un semplice “truc-co” consiste nel controllate con il dito che la terra sia sempreumida e che solo qualche granello resti attaccato alla pelle).Dovete, insomma, imparare a organizzare uno spazio, a darviun metodo, ad impostare un percorso di lavoro e di ricerca. I risultati, però, saranno di gran lunga più completi e grati-ficanti; se impiegherete il tempo e la pazienza necessari, tut-to il ciclo di crescita della piantina fino alla formazione del fiore e del frutto si svolgerà sotto i vostri occhi e alla fine vi troverete di nuovo in mano dei semi pronti a ricominciare. Senza contare poi l’aspettativa e la curiosità di vedere comeogni piantina sarà leggermente diversa da un’altra dello stes-so tipo, e quale sfumatura di colore avranno i “vostri” fiori. Vi consigliamo, dunque, di adottare dei semi, per “allevar-li” e vederli crescere: il lavoro e le cure necessari sarannoampiamente ripagati dai risultati.

Soluzione:Piselli, lenticchie, semi di girasoli, semi di mela, semi di zucca.

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Specie semi/gr

Aglio 250Cetriolo 35Melanzana 250Basilico 800Cicoria 600Melone 35Bietola a coste 60Cipolla 300

Specie semi/grPeperone 150Borragine 65Cocomero 5-6Prezzemolo 350Carciofo 25Finocchio 200Rucola 550Carota 950

Specie semi/gr

Lattuga 800Sedano 2500Cavolfiore 550Lavanda 950Zucca 3-5Cavolo verza 300Lenticchia 14Zucchina 25

Per avere 25 piante di pomodoro e 20 di zucchina quante bustine di semi occorreranno? Per sapere quanti semi sono contenuti in una bustina, basta moltiplicare il dato fornito dalla tabella proposta qui sotto per i grammi indicati sulla confezione. (Il numero di semi fornito per grammo è, ovviamente, indicativo).

Quali semi conoscete, qualivi è capitato di mangiare?

In natura le piante nasconoda semi che sono caduti alsuolo, spesso dopo essere

stati trasportati dal vento, dal-l’acqua, o dagli animali (i semirimangono attaccati a zampe,peli o piume, oppure vengonoingeriti insieme ai frutti). In tutti questi casi, non sem-pre il seme troverà le condi-zioni ideali per germinare equindi, allo scopo di aumenta-

re le probabilità di successo, lepiante ne producono grandiquantità. Il processo di germi-nazione, dunque, non è un av-venimento certo e, se deside-riamo che la maggior partedei nostri semi diventi unapiantina, dovremo utilizzarealcuni accorgimenti, a parti-re dal contenitore a cui affidarli. I semi che raggiungono un dia-metro di 5 mm possono esse-

re piantati in cassoni, ovveroin ampie scatole dal fondo piat-to, oppure essere alloggiati invasetti singoli (a questo scoposono particolarmente utili icontenitori in plastica delleuova), o ancora essere inseritiin dischetti di torba. I semi molto piccoli, invece,come quelli di prezzemolo, disedano e di lavanda, si pian-tano solo nei cassoni.

E ora seminiamo8

• semi vari• dischetti di torba• sabbia• terriccio universale

• terra pesante• argilla espansa• cassoni• contenitori in plastica

per le uova • vasetti da 8 cm• contenitori di vario tipo• bacinella

Con i semi di almeno 5 mm didiametro• Ponete terriccio universale eterra pesante in parti uguali inun cassone, o negli scompartidi un contenitore di uova, oppure disponete i dischetti di torba in un cassone e poi aggiungete due dita di acqua.• Piantate i semi a distanzaregolare (1-2 cm) nel terreno auna profondità di 1 cm, oppuresistematene uno per ogni alloggiamento delle uova, o, altrimenti, inseritene uno inciascun dischetto di torbaimbevuto di acqua.

Con i semi molto piccoli• Mischiate in una bacinellaterriccio universale e terrapesante in parti uguali.• Ponete in un cassone la terracosì ottenuta.• Date le piccole dimensioni,è difficile distribuire i semi inmodo uniforme e, quindi, con-viene mischiarli prima con dellasabbia sottile e poi spargerli sulterreno utilizzando un cartonci-no ripiegato (vedi fig.). Se aveteutilizzato della sabbia moltochiara, essa risalterà sul terrenoscuro e potrete così controllaredi aver fatto un buon lavoro.

• Dopo la semina sarà necessa-rio comprimere leggermentela superficie con un cartone;questo permetterà ai semi di assestarsi e di non esserespostati dal getto della docciadell’annaffiatoio. Per sicurezza,comunque, innaffiate a piccoledosi e a più riprese; l’ideale sarebbe utilizzare un nebulizza-

tore a pres-sione.

Come proseguire dopola semina• Una volta messi a dimora, i semi dovranno essere tenuti in un luogo riparato a tempera-tura costante; a questo scopo si potrebbe coprire il cassone, o i contenitori, poggiando suibordi una pellicola trasparente,un vetro, un sacco di juta oppu-

re dei rametti con foglie secche.• Quando le piantine sarannogerminate e spunteranno le prime foglioline, sarà giunto ilmomento di trasferirle in piccolivasi del diametro di 8 cm onei contenitori definitivi.• Quando le piantine avrannopiù di quattro foglioline, biso-gnerà tagliare le due più in

alto: le altre fogliecresceranno piùnumerose erobuste.

Cosa occorre

Come fare

9SCRIVI IL NOME DELLA PIANTA CHEHAI SCELTO 1

FAI IL RITRATTO DEL SEME CHE VUOI ADOTTARE E INCOLLALO QUI

2SCRIVI LA DATA IN CUI HAI PIANTATO IL TUO SEME

Diario di un’adozione

6QUANDO LA TUA PIANTINA AVRÀ CIRCA UNASETTIMANA DISEGNA IL SUO NUOVO “RITRATTO”E INCOLLALO IN QUESTO SPAZIO5

QUANTE VOLTE HAI BAGNATO LA TERRA?

3COM’ERA IL TEMPO?

E LA LUNA?

9SCRIVI LA DATA IN CUI LA PIANTA HA FATTO ILSUO PRIMO FIORE

10ORA LA TUA PIANTA È CRESCIUTA; DISEGNA ANCORA UNA VOLTA IL SUO “RITRATTO” E INCOLLALOIN QUESTO SPAZIO

7SCRIVI LA DATA IN CUI LA PIANTINA È STATATRAPIANTATA ED È ENTRATA A FAR PARTE DELTUO GIARDINO

piovoso nuvoloso soleggiato

calante crescente piena

8COM’ERA IL TEMPO?

E LA LUNA?

piovoso nuvoloso soleggiato

calante crescente piena

4DOPO QUANTI GIORNI È GERMOGLIATO IL SEME?

Le talee: una “scorciatoia vegetale”10F

ar crescere le piante apartire dal seme è spes-so difficile e, nel caso di

alcuni arbusti e alberi, è ancheun processo molto lungo. Esi-ste, però, una “scorciatoia”! Molte piante, infatti, sono ingrado di dare origine a unnuovo individuo, identico aquello di partenza, a partiresemplicemente da rami o fo-glie che vengono in contattocon il terreno. Le talee da ra-mo possono essere legnose

(cioè provviste solo di gemme)o semilegnose (cioè costituiteda rami e foglie il cui ramo èancora tenero e verde). Moltedelle piante più comuni si pre-stano ad essere utilizzate perquesta operazione: rose, ge-rani, impatiens, oleandri, sali-ci, margherite e rosmarino. Letalee legnose si possono faredall’autunno alla primavera,mentre quelle semilegnosedalla fine della primavera a tut-ta l’estate. Le foglie adatte per

fare talee, invece, vengono so-prattutto da piante tipiche diambienti rocciosi e da specieesotiche che, in Italia, sono uti-lizzate soprattutto come pian-te da appartamento o da fiore:saintpaulia (violetta del de-serto), sansevieria, papiro, fio-ri di cera, begonie (solo il ge-nere Rex). Le foglie di questepiante, infatti possiedono del-le gemme che entrano in “at-tività” soltanto se poste a con-tatto diretto con il terreno.

• piante varie• forbici

• terriccio universale• contenitori di vario tipo

• fogli di plastica trasparenti• annaffiatoio

• Con l’aiuto di un adulto tagliate con un coltello un rametto lungo circa 7-8 cm;• togliete tutte le foglie trannele prime due più in alto; sequeste sono molto grandi tagliatele a metà per ridurne la superficie e, di conseguenza,la traspirazione;• riempite di terra soffice unpiccolo vaso;• con un bastoncino fate un foro nella terra, infilateci con cura la talea in modo da interrare la maggior parte delle gemme, lasciandone scoperte solo una o due;• innaffiate;• ricoprite il vaso con un fogliodi plastica trasparente e mettetelo al caldo e alla luce,ma non al sole;• due volte alla settimanasollevate la plastica per controllare che la terra sia sempre umida e aggiungere acqua se necessario;• dopo circa un mese la talea

avrà messo radici e sarà diventata una vera pianta; due foglie nuove saranno la“spia” della trasformazione avvenuta (attenzione, però: le rose ci mettono anche un anno).

Piccoli trucchi• Per stimolare la crescita del-l’apparato radicale può essereutile schiacciare la base dellatalea, o praticarvi un taglio obliquo; in questo modo, infatti, si aumenta la superficiedi tessuto da cui si possono sviluppare le radici.• Secondo una tradizione

popolare diffusa, se si inserisceun chicco di grano o di mais all’interno di un taglio verticalealla base della talea, la pianta si sviluppa prima.• Una consuetudine contadinaraccomanda di cingere la basedella talea con un capello; sipuò supporre che le sostanze in esso contenute funzioninoda “concime”.• Un metodo moderno perassicurarsi la buona riuscitadell’operazione consiste nel-l’immergere la base della taleain un’apposita polvere ricca diormoni radicanti.

Cosa occorre

Come fare

11Il bulbo è servito

Molte piante da fiore, co-me i ciclamini, i narcisi,i crochi, gli iris, i tulipa-

ni possono riprodursi, nonsolo a partire dal seme, maanche, e soprattutto, a parti-re dal bulbo. Si tratta di un or-gano sotterraneo, di forma ge-neralmente rotondeggiante,nel quale le sostanze nutriti-ve prodotte dalle parti verdidella pianta vengono accu-mulate per servire da alimen-to alle nuove piantine. Anche

se alcuni bulbi possono esse-re “forzati” e dare piante e fio-ri in pieno inverno, di solitoessi vengono messi nella ter-ra in autunno per ottenerepiante fiorite in primavera. Bisogna, però, stare attentialla profondità di interramen-to, che varia a seconda del tipodi bulbo scelto. Non è difficileprocurarsi i dati relativi alle di-verse preferenze, ma può es-sere un po’ complicato, inve-ce, fare queste misurazioni

da... minatori quando si vo-gliono piantare contempora-neamente bulbi diversi, ma-gari avendo in mente un di-segno complessivo già defini-to. Per progettare l’aspettoche la vostra aiuola fioritaavrà in primavera, vi propo-niamo quindi di costruire unaspecie di “vassoio” di carta-pesta, destinato a contenerei bulbi che dovranno esseretrasferiti in piena terra.

• bulbi vari • paletta

• cartapesta (fogli di giornale,acqua, bacinella)

Cosa occorre

Come fare• Scegliete il disegno della vostra aiuola e il tipo di bulbiche intendete interrare perrealizzarlo (Attenzione! Dovranno fiorire tutti nellostesso periodo perchéil disegno sia completo). Potrà trattarsi, ad esempio,di un’aiuola rotonda, chealterna muscari e narcisi(vedi figura).• Prendete in considerazioneun campione di ognuno deibulbi scelti e studiatene attentamente le caratteri-stiche: l’aspetto esterno,la grandezza, ma anchela profondità ottimale diinterramento e il periododi fioritura.• Modellate, utilizzandodella cartapesta, una speciedi vassoio-contenitore condelle cavità di grandezza eprofondità variabile a secondodei bulbi che sono destinatead ospitare. Ne risulterà, perintenderci, qualcosa di simile

ad un contenitore per le uova,ma con cavità differenziate.• Fate un foro sul fondo di ogni cavità.• Nel luogo in cui avete intenzione di realizzare lavostra aiuola, scavate unabuca delle stesse dimensionidel vassoio e della profonditàrichiesta dai bulbi che devonostare più in superficie.• Smuovete bene la terra sulfondo della buca fino a farla diventare molto soffice.• Collocate il vassoio-contenitore sul fondo dellabuca e premetelo in modo che le cavità più profonde possano affondare nella terra.• Disponete i bulbi negli alloggiamenti previsti.• Ricoprite tutto con la terra.• Esercitate la pazienza che, ve ne sarete accorti, è forse la virtù principale delgiardiniere, e aspettateche arrivi la primavera.

Ecco come potrebbe apparireil vassoio di cartapesta unavolta capovolto

Ed ecco la vostra aiuola fiorita

Simpatie e antipatie vegetali

Ivecchi agricoltori ne era-no già convinti, ma anchela moderna agricoltura

biodinamica lo afferma consicurezza: fra le piante esi-stono simpatie e antipatiemolto precise. Le cipolle sonopiuttosto... schizzinose: stan-no bene in compagnia dellecarote, della lattuga, dei po-modori, ma non amano i cavolio i fagioli. Altre piante, inve-ce, si dimostrano più conci-lianti: il sedano, ad esempio,ha una spiccata simpatia peri cetrioli e i pomodori, ma nonnutre alcunaantipa-

tia dichiarata. E i fiori? La pre-senza del tagete, molto deco-rativo con i suoi colori brillan-ti, è una vera fortuna per tuttele altre piante, in particolareper le patate e i pomodori.La camomilla, poi, con i suoiombrelli di minuscoli e profu-

mati fiorellini, era consi-derata dai vecchi

giardiniericome un

vero ep r o -prio

medico, capace di esaltare ilprofumo della menta e dellealtre erbe aromatiche e, più ingenerale, di irrobustire le pian-te vicine. Attenzione però! A parte al-cuni amici fedeli, come i ca-voli, tutti gli altri vegetali dopoun po’ di tempo si abituanoalla presenza del “Dottor Ca-momilla” e ritornano gracili emalaticci. Sarà allora neces-sario spostare le piante di ca-momilla in un’altra zona del-l’orto o del giardino cioè, indefinitiva, verso altri poten-ziali... pazienti.Per evitare di fare sbagli nel-la scelta delle piante da si-stemare nel proprio orto, saràbene dare un’occhiata alla ta-bella degli “amici - nemici”in modo da rispettare le al-leanze naturali. A prima vistala consultazione può sembra-re un po’ complicata, ma ba-sterà utilizzare il metodo del-la battaglia navale per indi-viduare i punti di incontro fradue piante di cui si vuole ve-rificare la possibilità di un’a-michevole convivenza.

aglio carota cavolo cetriolo cipolla fagiolo/ino lattuga patata pomodoro prezzemolo sedano

aglio si si si no no si si si si

carota si si si si

cavolo no si no si si si si si

cetriolo si si si si si no no no

cipolla no si no si no si si si si si

fagiolo/ino no si si no si si si

lattuga si si si si si si si no

patata si si no si si no si

pomodoro si si si no si si si no si si

prezzemolo si si no si si

sedano si si si si

Queste piante possono stare vicine?

12

La fine dell’autunno e il pe-riodo invernale in cui lepiante “riposano”, è il

momento giusto per il... rim-boschimento della vostra AulaVerde.Prima di accingervi alla de-licata operazione di impian-tare nuovi alberi, sarà benevalutare la situazione gene-rale del terreno a vostra dis-posizione e, in particolare, lapossibilità di conservare glialberi adulti eventualmentepresenti.È importante soprattutto nonfarsi prendere la mano da dra-stiche operazioni di potatura,che sono spesso ritenute ne-cessarie per “ringiovanire” ivecchi esemplari. Quando ètroppo energica, la potatura,può, invece, indebolire l’albe-ro e spostare l’equilibrio delladisposizione dei rami, oltre a

snaturarne l’aspetto e il por-tamento (pensate, ad esempioa quei poveri platani cittadiniridotti, da sbrigative potature,ad assomigliare a mazze ditamburo!). Viene diminuita,inoltre, la quantità di rifugi chel’albero può offrire proprio aquegli uccelli e quei piccolimammiferi selvatici che, inve-ce, siete desiderosi di attirarenel vostro spazio verde. La po-tatura è, invece, utile e neces-saria per le piante giovani, e,in questo caso, può essere an-che piuttosto energica per im-postare, sin dall’inizio, la for-ma che l’albero conserverà daadulto. Le “ferite” piccole, in-fatti, guariscono con facilità ela pianta, crescendo, acquistavigore. Passiamo ora alla scelta di nuo-vi arbusti ed alberi da impian-tare. Come abbiamo già detto,

è meglio, in linea generale,non farsi attrarre da essenzeesotiche e limitarsi alle pian-te indigene, che offriranno an-che il vantaggio di essere giàabituate al clima del luogo eai suoi eventuali “capricci”.Anche i membri della faunalocale li riconosceranno comefamiliari e ne saranno sicura-mente attratti.

13Piantare alberi

• piante • stallatico• sabbia

• guanti da giardiniere• zappa• vanga

• forcone• pali di castagno ocanne (tutori)

• picchetti• legacci

• La vangatura si fa general-mente in autunno: si può inizia-re da fine agosto/inizio settem-bre preferendo le ore serali, inluna calante (vedi “Il cielo è ditutti gli occhi II”).• Per ottenere un attecchimen-to ideale è meglio utilizzare pian-te giovani, che sopportano me-glio il trapianto e, fra l’altro,costano molto meno.• Per quasi tutte le specie l’epo-ca di piantagione va da otto-

bre/novembre a marzo/aprile (si eviteranno periodi di gelo,giornate ventose e suoli inzup-pati); per le annuali va da feb-braio/marzo a giugno.• Ricordatevi che gli alberi cre-sceranno e che, quindi, le di-stanze di impianto sono fonda-mentali. Esse variano con l’età ela specie: gli alberi si distanzia-no in media di 3-5 m, i grandi ar-busti di 1-2 m, i piccoli arbusti dimezzo metro.

Un albero, inoltre, non deve es-sere piantato a meno di un 1 mdal bordo del marciapiede e ameno di 6 m da una casa. Se ri-tenete che gli spazi vuoti sianotroppi, potete riempirli con del-le piante annuali, nell’attesa che gli alberi crescano e si tenganocompagnia.• Le sempreverdi devono avereil loro pane di terra, mentre le latifoglie possono avere anche la radice nuda.

Cosa occorre

e inoltre...pazienza e ottimismo. Piantare gli alberi significa, infatti, prendere un appuntamento con il futuro.

Prima di cominciare ricordate che...

In zone con estati moltoaride, conviene lasciare il colletto della pianta molto più in basso rispettoal piano di campagna,ovvero quello del suoloin cui abbiamo praticatola buca. In questo modosarà più facile raccoglierel’acqua d’irrigazione o quella delle eventuali,rare, precipitazioni.

• Zappate la terra, rompete lezolle dure e togliete tutti i sassi,le radici e gli elementi estranei.Se la terra è troppo compatta bisogna aggiungere della sabbia e se è troppo povera,dello stallatico. Si deve ottenereun substrato soffice, poroso eben lavorato.• Scavate un solco di profonditàvariabile secondo la lunghezzache possono raggiungere le ra-dici: 25 cm per le piante annua-li, le perenni e le fragole; 40 cmper le piante legnose, i cespuglia piccoli frutti, le piante cheamano il terreno acido; 50 cm

per alberi veri e propri e perquelli da frutto. Per le siepi biso-gna scavare un solco di 25 cmdi larghezza e 20 di profondità.• Immergete le piante a radicenuda in acqua, terra e stallatico,per tre ore.• Scavate la buca diversi giorniprima della messa a dimora perché gli agenti atmosfericipossano migliorare la strutturadel suolo e fatela abbastanzaprofonda da poter interrare leradici fino all’ingrossamento fraradici e fusto, detto colletto,senza però ricoprirlo. • Per tenere dritta e proteggere

dal vento la pianta inserite, pri-ma di metterla a dimora, unpalo o un canna di sostegnocome tutore.• Per le piante a radice nudafate un monticello di terra morbida sul fondo della buca in modo da potervi appoggiarele radici e tenerle dritte mentresi rimette la terra nella fossa.• Pigiate bene la terra intornoalla pianta, praticate tutto intorno una fossetta o canalettoper concentrare l’irrigazione ebagnate abbondantemente.• Se non piove, irrigate ogni 2/3settimane abbondantemente.

Come fare

Vangare l’orto è un’operazioneche si può paragonare all’aratu-ra dei campi: il terreno vieneletteralmente rigirato per pre-pararlo a una nuova semina. Prima di vangare, sarebbe meglio spargere del letame inmodo che, quando sarà copertodalle zolle di terra rivoltate dal-la vanga, abbia tutto il tempoper decomporsi e trasformarsiin un insostituibile concime per le piante. La parte vegetaledel letame, inoltre, permetteal terreno di raccogliere e

trattenere più acqua. La zappa si usa quando è necessario rompere i primi strati di terreno, soprattuttoquando attorno al fusto dellepiante si forma una crosta durae polverosa che impedisce all’acqua di penetrare: un proverbio contadino dice che“una buona zappatura valeun’inaffiatura”. L’operazione,detta anche sarchiatura, deveessere fatta con molta delica-tezza per non rompere le radicie, in genere è utile anche per

eliminare le piante spontaneeinfestanti. Quando le piantinesono molto piccole la zappa si usa molto delicatamente,quasi strisciandola sul terreno:in questo modo si impedisce aisemi delle infestanti, nascostiin profondità nel suolo, di ve-nire in superficie e germinare.Sia la vangatura, sia la zappa-tura vanno effettuate anchecon il terreno umido ma nonbagnato per evitare che il terre-no si compatti e impedisca ilpassaggio dell’acqua.

Zappare o vangare?

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15A qualcuno piace spontaneo

Si fa presto a dire prato, madi quale prato parliamo?Di un autentico prato in-

glese, frutto di cure quasi ma-niacali, con i suoi ondulati ri-flessi verdi, oppure di un pratonaturale, ravvivato da vivacipennellate di colore?Neanche i prati spontanei, delresto, sono tutti uguali fra loro.Prendiamo, ad esempio, quel-li raffigurati negli arazzi me-dioevali detti “millefiori”, conil verde costellato di minusco-li, coloratissimi fiorellini, op-pure le erbette fiorite su cuipasseggiano i Santi del Para-diso, raffigurati dal Beato An-gelico: si tratta, senza ombradi dubbio, di prati spontaneiprimaverili che fissati per sem-

pre sulla tela in un bel giornodi maggio, sarebbero destina-ti, nella realtà, a trasformarsiin un mare di erba alta un me-tro, oppure in una distesa dierbe gialle riarse dal sole.Se, invece, si desidera avereun bel prato naturale estivo,bisogna tagliarlo in prima-vera e lasciarlo tranquillo finoall’autunno, in modo da dareai fiori dell’estate il modo disvilupparsi e, soprattutto diprodurre i semi e di sparger-li sul terreno (anche gli uc-cellini e i piccoli mammiferine saranno soddisfatti).In questo tipo di prato (che è forse quello più adatto adun’Aula Verde) potrete am-mirare le pratoline, il cardo,

il tarassaco e vedrete arriva-re insetti impollinatori, far-falle e uccelli.Se lo spazio lo permette, unasoluzione che mette tutti d’ac-cordo è la divisione del terre-no destinato a prato in zoneprecise: in un’area, con l’aiutodi qualche taglio opportuna-mente distanziato nel tempo,potrete mantenere l’erba bas-sa e lasciare i fiori, mentre inun’altra (soprattutto in vici-nanza delle siepi di confine) la-scerete che prevalgano l’erbaalta e qualche cespuglietto.E perché, infine, privarvi di unazona destinata alle erbe aro-matiche e di un angolo adattoad ospitare delle farfalle?

• Ripulite per bene il terreno,togliendo i rifiuti eventualmen-te presenti.• Zappate o vangate il terreno.• Passate il rullo per rendereuniforme e piana la superficie,oppure colpite il terreno conleggeri colpi di vanga, o servendovi di una tavoletta.• Annaffiate il terreno la sera

prima della semina (o aspettateun’opportuna pioggerella pri-maverile o autunnale).• Mischiate in una bacinellasemi e sabbia (più o meno 4grammi di semi per ogni metroquadrato).• Procedete alla semina,distribuendo uniformementeil miscuglio di semi e sabbia.

• Passate il rastrello per inter-rare (ma non troppo) i semi.• Passate il rullo, oppure colpiteil terreno con leggeri colpi divanga o servendovi di una tavo-letta per compattare il terreno.• Annaffiate di nuovo.Importante: il momento migliore è il mese di aprileo quello di ottobre

Come fare

• vanga• rullo

• rastrello• bacinella

• zappa• tavolette

• sabbia• semi

Cosa occorre

Se, esiste già un prato, po-trete provare a migliorarlo,rinfoltendo gli spazi vuoticon una miscela di semi difiori ed erbe spontanee, op-pure eseguendo un vero e

proprio trapianto. Da un pra-to naturale particolarmente ri-goglioso, “ritagliate” una bel-la zolla e inseritela con cura in una buca opportunamentepreparata nel vostro prato,

sperando che attecchisca evada a “contagiare” le zonevicine. La cosa è più comples-sa quando, invece, dovete par-tire da zero.

Un prato tutto nuovo