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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00 Francesco Damiani La leggerezza del peso massimo Giuliano Casalini Il manager della musica Vittorio Bulgarelli Il mosaico del nuovo millennio Raffaele Babini La carovana rosa dei ciclisti Ravenna Anno X - N. 2 - MAGGIO 2011 www.inmagazine.it ® Ph. Alberto Germinario

Ravenna IN Magazine

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Numero 2 Ravenna

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FrancescoDamianiLa leggerezza del peso massimo

Giuliano Casalini Il manager della musica

Vittorio Bulgarelli Il mosaico del nuovo millennio

Raffaele Babini La carovana rosa dei ciclisti

Ravenna

Anno X - N. 2 - mAggio 2011

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IN Magazine | 3

Sommario

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Redazione centrale: Andrea Biondi, Roberta Brunazzi, Mariavittoria Andrini, Francesca Ricci

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Sabrina Montefiori

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Ufficio commerciale: Gianluca Braga

Collaboratori: Linda Antonellini, Lidia Bagnara, Roberta Bezzi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Federica Ferruzzi, Massimo Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia Graziani, Matteo Salbaroli, Aldo Savini, Michele Virgili, Tiziano Zaccaria

Chiuso per la stampa il 09/05/2011

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

[email protected]

4 Annotare Brevi IN10 Essere Francesco Damiani16 Organizzare Giuliano Casalini22 Inventare Vittorio Bulgarelli27 Dirigere Raffaele Babini30 Innovare Antonella Cimatti35 Scrivere Franco Costantini38 Animare Christopher Angiolini

42 Ricordare S. Maria in Porto Fuori46 Abitare L’appartamento italo-argentino 50 Creare Aurelio Brunelli52 Applaudire Francesca Mazzoni54 Gustare Birrificio La Mata 56 Rinnovare De Stefani57 Festeggiare Cisa58 Scegliere Shopping

|EDITORIALEdi Andrea Masotti |

Un campione vero, dentro e fuori dal ring, apre questo numero di Ra-venna In. Francesco Damiani si rac-conta a 360 gradi, dai successi passati agli obiettivi futuri, in veste di diret-tore tecnico delle nazionali italiane di pugilato. Dopo la boxe parliamo di musica con l’imprenditore Giu-liano Casalini, che da Faenza lancia la sua nuova formula per il Festival di Castrocaro. Da Sant’Alberto di Ravenna, invece, Vittorio Bulgarelli esporta in tutto il mondo materiali musivi di sua invenzione mentre Raf-faele Babini di Solarolo guida la caro-vana dei ciclisti per il Giro d’Italia. A seguire, le creazioni ceramiche della faentina Antonella Cimatti, le origi-

nali composizioni del poeta Franco Costantini e gli eventi musicali curati da Emanuele “Christopher” Angioli-ni. Un tuffo nel passato con la sug-gestiva storia di Santa Maria in Porto Fuori e uno sguardo al mondo dalla Rocca Brancaleone, affacciati da un appartamento “italo-argentino”. E poi le originali opere in ferro battuto di Aurelio Brunelli, le creazioni della birreria “La Mata” e le performance teatrali di Francesca Mazzoni. L’im-prenditoria che guarda all’innova-zione chiude la rivista, con la smart elettrica nello showroom De Stefani e l’85esimo dell’azienda Cisa, festeg-giato presentando le novità e le linee guida per il futuro.

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Borsa del Turismo delle città d’Arte

Ravenna - “Ravenna è il simbolo del turismo in cui tutta la città è protago-nista”. Parola di Maria Chiara Ron-chi, direttrice della Borsa del Turismo delle 100 Città d’Arte d’Italia, in pro-gramma a Ravenna dal 27 al 29 mag-gio. Collegata all’iniziativa è anche Bologna, che il 26 maggio ospita l’E-ductor “Bologna, Città dei portici”. Il capoluogo emiliano sarà anche sede dell’11° Forum Europeo Unesco, che ha come tema la candidatura dei por-tici bolognesi a Patrimonio dell’Uma-nità. L’artigianato, la promozione dei territori e il folklore saranno invece protagonisti a Ravenna in vari stand, collocati come negli anni precedenti in piazza del Popolo. Un workshop internazionale si tiene sabato 28 mag-

gio nel Palazzo dei Congressi di lar-go Firenze, che permetterà l’incontro tra offerta turistica e domanda inter-nazionale, con sellers e tour opera-tors. Dopo Sefi Idem e Cristina Muti, madrina dell’evento è quest’anno Sara Errani (nella foto), valente ten-nista romagnola tra le prime 50 al mondo nella classifica Wta. (A.D.L.)

Vigili in bicicletta, con Freewheeling

Cervia - La Polizia Municipale del Co-mune di Cervia dispone ora di un aiuto in più per contrastare il fenomeno dei commercianti abusivi, che danneggia l’immagine delle località turistiche, i commercianti e l’economia. L’azienda ravennate di biciclette Freewheeling ha preso parte al un progetto sulla legalità lanciato dal Comune cervese donando quattro mountain bike all’a-

vanguardia (modelli Canmore V/bra-ke), utili per pattugliare arenili, pinete e aree demaniali. Alla cerimonia di consegna, tenuta lo scorso 2 aprile al Palasportur, hanno partecipato il sin-daco Roberto Zoffoli, l’assessore alla Sicurezza Gianni Grandu, il coman-dante della Polizia Municipale Rober-to Ricci e il titolare della Freewheeling Claudio Brusi. (F.Ri)

Fricandò, cucina tipica da colazione a cena

Ravenna -Taglio del nastro per il nuovo ristorante Fricandò, inaugurato

il 24 marzo scorso a Ravenna. Fricandò parte dalle colazioni

proponendo dolci caserecci della tradizione romagnola, preparati ogni giorno, da accompagnare ad un buon

caffè. A pranzo e a cena la scelta è varia, dai primi di pasta tirata al

mattarello alle zuppe. E poi secondi di carne e piatti forti della zona, come il baccalà fritto o in umido e l’anguilla

marinata. Il tutto accompagnato da pane fresco e salumi di mora

romagnola, Culatello di Zibello e formaggi tipici. Da Fricandò è

possibile anche acquistare i prodotti che qui vengono serviti. (F.Ri)

Lavida, benessere globale

Santa Maria Nuova - Benessere globale al centro Lavida di Santa

Maria Nuova di Bertinoro, con tante proposte dedicate per chi

vuol prendersi cura di sé. Il centro Benessere di Danila Toni e Giovanni

Malucelli, professionisti da oltre trent’anni nel settore, si è rinnovato e dopo la riapertura del 26 gennaio

scorso offre una gamma sempre più ampia di servizi. Cafè Olfattery

è una di queste, in cui si possono scoprire nuove dimensioni dell’olfatto

grazie a fragranze innovative. Massaggi e sound massage

completano l’offerta, con vasche di vapore e idromassaggi sensoriali. Lavida dispone anche di Nausicaa, un’innovativa apparecchiatura per

utilizzare l’acqua, dal vapore alle micro gocce, con aromi di essenze

pregiate. Il centro benessere organizza anche corsi di yoga e di

auto riequilibrazione. Il centro è aperto da martedì a sabato anche nei

mesi estivi, in via Santa Croce 3602 (tel. 0543 440765).

4 | IN Magazine

Annotare | Brevi IN

Titolo iridato per JPmatch Sailing Team

Gaeta - Prestigioso risultato per il JPmatch Sailing Team, che ha vin-to il Campionato Italiano di Match Race imponendosi nella gara tenuta a Gaeta il 18 aprile scorso. L’equipaggio, composto da Jacopo Pasini al timone, Carlo Mazzini alla randa, Manuele Pasotti alle scotte e Alberto Ricci a prua, ha conquistato il titolo per la seconda volta battendo

Paolo Cian, dopo aver superato in se-mifinale il barese Simone Ferrarese. La finale si è corsa con vento teso e mare formato al meglio delle cinque regate, con duelli di virate e poppe combattutissime. Nonostante la non facile condizione del mare, i ragazzi dei Circolo velico ravennate hanno avuto la meglio, vincendo per 3 a 1. (F.Ri)

Giugno a Cervia, l’ Estate si rivela

Cervia - Torna l’estate e tornano gli eventi che ogni anno animano Cer-via e le sue località. Ad aprire il pro-gramma estivo sono le visite guidate gratuite alla Salina Camillone orga-nizzate dal MUSA, al via il 1°giugno, e il tradizionale raduno di barche storiche il 2 e 3 giungo. Tra gli ap-puntamenti da non perdere spicca la 567esima edizione dello Sposalizio del Mare (dal 3 al 5 giugno), la più importante cerimonia storica cervese che vede i giovani pescatori sfidarsi in acqua per recuperare l’anello gettato tra i flutti. Tante le iniziative artisti-che, culturali e musicali che si posso-

no trovare a Cervia in questa estate

2011, dalle proposte più tradizionali

a quelle più particolari, come il world

master sculture di sabbia, con i più

grandi maestri internazionali di scul-

tura di sabbia (dall’8 al 10 agosto).

www.turismo.comunecervia.it (F.Ri)

Arte e forme della committenza

Faenza - Dal 20 al 22 maggio va in scena a Faenza Forms of collecting/

Forme della committenza, quarta edizione del festival dell’arte

contemporanea con direzione artistica di Carlos Basualdo, Angela Vettese

e Pier Luigi Sacco, in partnership con il Museo Internazionale delle

Ceramiche. Tra gli ospiti attesi Achille Bonito Oliva e Massimo Cacciari,

che forniranno un quadro storico, sociale e filosofico della committenza,

assieme agli artisti Joseph Kosuth, Mark Dion, Goshka Macuga e

Dominique Gonzales-Forester, pronti a raccontare il loro rapporto con

committenti e collezionisti privati e di pubbliche istituzioni. Previsti, tra gli altri, anche gli interventi di Frances

Morris, curatore capo della collezione presso la Tate Modern, Bartomeu

Mari, direttore del MACBA di Barcellona e Anna Mittirolo, direttrice

del MAXXI Arte di Roma. www.festivalartecontemporanea.it

Spatoloni Invitational all’Adriatic Golf Club

Cervia - Secondo appuntamento per l’annuale “Spatoloni Invitational”, attesa gara di golf (formula Shot

gun), che si disputa venerdì 27 maggio dalle ore 14,30, nella cornice

dell’Adriatic Golf Club di Cervia. Tra i partecipanti nomi noti dello

sport e dell’imprenditoria nazionale. Il promotore di questa gara è

l’imprenditore Ettore Spatoloni, appassionato golfista, che con questo

Trofeo festeggia il 25° anniversario di pratica di questo sport. Al termine

della gara cena nella terrazza ristorante del Golf Club e, come

premio-ricordo in palio, anche alcune copie della guida “52 Domeniche di

Golf in Emilia Romagna”. Nella foto, da sinistra, Angelo Spatoloni, Paolo De

Chiesa, Ettore Spatoloni e Piero Gros.

6 | IN Magazine

Ritratti cervesi, tra storia e tradizioni

Cervia - Ai Magazzini del Sale di Cervia fino al 29 maggio si può visitare la mostra fotografica “Ritratti Cervesi. Tra storia e tradizioni”, curata dal giovane artista ravennate Danilo Iasi (nella foto). Protagonisti degli scatti numerosi personaggi cervesi, tra i quali il salinaro della Salina Camillone Eros Marzelli, il sindaco Zoffoli, l’arcivescovo Verucchi e tanti altri. La mostra è aperta da martedì a venerdì dalle 15,30 alle 19, sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30. (M.A.)

Premio Giustiniano a Gigi Proietti

Ravenna - Premio Giustiniano 2011 per le arti e la cultura a Gigi Proiet-ti, consegnato lo scorso 25 marzo al Teatro Alighieri di Ravenna. L’attore romano ha ricevuto il riconoscimento dalle mani del sindaco Fabrizio Mat-teucci, affiancato nella serata da Cino Tortorella, Daniele Perini e Simone Ortolani, presidente della Commis-sione Premio. Alla sua seconda edizio-ne (lo scorso anno il premio andò a

Carlo Verdone), l’iniziativa è organiz-zata dalle associazioni “George Gor-don Byron”, “Amare Ravenna” e dalla testata online “Ravenna 24 Ore”, con il patrocinio della Regione, Provincia, Comune e Archidiocesi. L’intero in-casso della serata è stato devoluto alla sezione ravennate dell’Associazione Italiana Assistenza Spastici e all’as-sociazione “Amici delle Missionarie dell’Immacolata”. (A.D.L.)

Spirito Urbano in centro storico

Ravenna - “Spirito Urbano” in centro a Ravenna lo scorso 21 aprile. Nata

da un’idea di Laura Paladini, titolare con Nadia Zabberoni di Nuvola

Fashion Stock, l’iniziativa ha creato un momento di socializzazione e

partecipazione della strada e della città. Dopo una sfilata con modelli non professionisti, resa possibile

dalla collaborazione di Emma Gatta Parrucchieri e di Vittoria Parrucchieri,

è partita una passeggiata spontanea tra le vie del centro storico, con

sottofondo di violino. Un modo originale per accendere e vivere la città: all’evento hanno partecipato

anche i negozi Anna Rita Barretta e Douglas. (F.Ri)

Museo Ugonia, nuovi progetti

Brisighella - La direzione artistica del Museo Ugonia è stata affidata a Franco

Bertoni, docente di Metodologia della Progettazione all’Isia di Faenza e, dal 2003 al 2010, curatore delle collezioni

moderne e contemporanee del MIC di Faenza. Il museo Ugonia si articola su due piani: al primo è stato ricreato

il laboratorio di Ugonia, mentre nel secondo sono custodite le opere

provenienti dalle chiese del territorio. In programma c’è l’ampliamento della parte dedicata ad Ugonia e

collettive con artisti contemporanei, non escludendo la cartellonistica

pubblicitaria, il fumetto e la grafica virtuale. Spazio anche ad artisti locali

come Rambelli, Guerrini e Calzi. (A.S.)

Singita, spiaggia di qualità

Marina di Ravenna - Marchio “Ospitalità Italiana” per la spiaggia Singita, miracle beach di Marina di

Ravenna (Arenile 26), ottenuto insieme ad altre 91 realtà tra hotel, ristoranti,

agriturismo, b&b e campeggi del ravennate. Il marchio Ospitalità

Italiana è una certificazione promossa da IS.NA.R.T. (Istituto nazionale per le ricerche turistiche) in collaborazione

con le Camere di Commercio, per valutare l’offerta ricettiva e ristorativa in Italia e la realizzazione di un circuito

turistico di qualità. La premiazione si è svolta a fine marzo, nella Sala

Cavalcoli della Camera di Commercio di Ravenna. www.singita.it

“Ravenna e le sue pagine” premia Domini

Ravenna - L’esordiente Carmelo Do-mini (nella foto) si aggiudica l’edizio-ne 2011 di “Ravenna e le sue pagine”, con il romanzo “Madrid Express” (Fo-schi Editore). Il riconoscimento, inse-rito nel più ampio contesto del premio

Bancarella ed assegnato dalla giuria composta dai librai della provincia di Ravenna, è un’iniziativa promossa da Confesercenti Ravenna e dal Sindaca-to Librai di Confeserecenti. Il roman-zo di Domini narra le vicende di un gruppo di ragazzi nella propria stagio-ne di libertà, di formazione e di paz-zia, forse l’ultima prima di “diventare grandi”, ed è anche un sorta di guida ai luoghi mitici della Spagna. La con-segna del premio si tiene il 19 maggio (ore 9,30 – 12,30) alla Sala Cavalcoli della Camera di Commercio di Raven-na (in viale Farini). Alla manifestazio-ne saranno presenti anche i finalisti del premio Bancarella 2011, Alberto Cavanna, autore di “A piccoli colpi di Remo” (Arte Navale srl) e Andrea Fre-diani, autore di “Dictator. Il trionfo di Cesare” (Newton Compton). (A.S.)

Le Scarpe di Cipria, inaugurato il Terzo negozio

Ravenna - Un piccolo salotto nel cuo-re di Ravenna. Le Scarpe di Cipria, in piazza Baracca 30, è l’ultima creazio-ne di Simona Magnani. Inaugurato nell’aprile scorso, il negozio si è già posizionato come uno dei più chic della città, con scarpe solo per un pubblico femminile che vuole essere sempre al passo con la moda. Essen-ziale negli arredi, si distingue per un originalissimo lampadario formato da 30 paralumi, già divenuto oggetto di culto e fotografato dai tanti turisti in visita alla città. Scarpe sempre e solo al femminile negli altri due nego-zi omonimi fra i quali il primo outlet del settore, aperto in via Volta ben undici anni fa, nel quale è possibile trovare calzature di ottima qualità e il campionario di marche prestigiose a prezzi molto convenienti. (M.A.)

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Essere | Francesco Damiani

Campione del mondo dei pesi massimi, Francesco Damiani è oggi direttore tecnico delle nazionali italiane di pugilato. Tanto energico ed esigente sul ring quanto simpatico e affabile fuori. Con la passione per le camminate in montagna, e per i funghi.

testo Claudia Graziani

Dopo Primo Carnera è l’unico pu-gile italiano a potersi fregiare del titolo di campionedelmondodeipesi massimi.Basterebbe questo per capire la caratura di un atle-ta come Francesco Damiani. Che ora, dopo essere stato un grande campione, è direttoretecnicodellenazionaliitalianedipugilatoe for-gia i campioni del futuro. A dire il vero anche quelli del presente. Hanno il suo marchio le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo alle OlimpiadidiPechino, rispettivamen-te di RobertoCammarellenei pesi supermassimi, ClementeRusso nei pesi massimi e VincenzoPicardi nei pesi mosca. Energico ed esigente, quando serve, con i suoi ragazzi nel centro nazionale di Assisi, Damia-ni, 52 anni, è nato a Bagnacavallo e da buon romagnolo è anche cor-diale e disponibile. Risponde alle nostre domande con ironia e affa-bilità per raccontare un po’ di sé, della sua vita e delle sue aspettative.

Comeequandohai iniziatoafareboxe?“Mamma mia... Tanto, tanto tempo fa... Hai presente ‘Guerre stellari’? Quando cominciano In una galassia lontana, in un tempo remoto...?Nella realtà è stato mio fratello Marco che ha tanto insistito per-ché anche io come lui andassi nella palestra di Lugo dove si allenava. L’ho accompagnato, ma gli dicevo: “No no, non vengo. La boxe non è uno sport per me”. Poi qualche tempo dopo, era il 1975, l’ho se-guito nuovamente. Ho iniziato a fare qualche incontro, vincevo. Mi veniva spontaneo e dai regio-nali sono arrivato ai campionati italiani. Anche a mio padre piace-va molto e in Tv seguiva gli incon-tri con Nino Benvenuti, Cassius Clay- Muhammad Ali. E noi, di conseguenza, facevamo altrettan-to. Così da passatempo la boxe è diventata una passione e poi un lavoro”.

Cos’èchehafattoditeungrandecampione?“Ad essere sinceri volontà ne ave-vo poca, soprattutto all’inizio. Ero un ragazzo a cui piaceva andare a ballare, stare con gli amici, fare tardi la sera. Quando sono entra-to in nazionale, però, c’è stata una svolta. Vedevano in me delle qua-lità, e le regole severe della vita da atleta mi hanno fatto cambiare mentalità. In quel periodo sono cresciuto come atleta, ma soprat-tutto come persona. Mi hanno insegnato a capire e controllare la mia forza. Una cosa che servirebbe a molti giovani, che sfogano la loro irascibilità in modi sbagliati. Se imparassero a governarla ci sarebbero meno risse e atti violenti. Salire sul ring e con-frontarsi con l’avversario è come confrontarsi con il mondo. Ora posso dire che il pugilato mi ha dato grandi soddisfazioni, da ogni punto di vista”.

La leggerezza del peso Massimo

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Cosaèstatapertelaboxedaatleta?“La mia giovinezza. E poi ha signifi-cato popolarità con le persone che mi riconoscevano per strada e mi chiedevano l’autografo, ma anche tranquillità economica, serenità”.Daallenatore?“È difficilissimo, molto più che da atleta, dove devi fare i conti solo con te stesso e con l’avversario che incontri. Da allenatore hai dieci ra-gazzi, dieci caratteri diversi, dieci modi di affrontare la vita e gli av-versari. Si soffre molto perché vor-resti che non perdessero mai. E poi sei costretto a dover lasciare a casa ragazzi che ci mettono il cuore, ma che sai non sarà sufficiente per far-li diventare campioni. Questa è la dura vita da allenatore”.Cosacerchiditrasmettereaituoiatleti?“La cosa fondamentale che dico a tutti è quella di credere nei pro-pri mezzi, perché altrimenti non sarebbero qui in nazionale, che è il massimo. Se riusciranno a qua-

lificarsi andranno a disputare le maggiori competizioni da dilettan-ti, alle Olimpiadi, e magari vincere una medaglia. Noi dobbiamo fare di tutto perché coronino il loro so-gno, trasmettergli la nostra espe-rienza e le nostre sensazioni, ma i primi a crederci devono essere gli atleti. Naturalmente ci vuole an-che l’attitudine, perché non tutti nascono Maradona, che bastava toccasse il pallone per fare mira-coli. Non basta tirare un pugno per vincere”.Latuagiornatatipo?“È come fossi tornato a fare l’atleta. In ritiro con i ragazzi ho i loro ritmi: allenamenti quotidiani, mangiamo insieme, a letto presto la sera”. Guardandotiindietrocheepisodiori-cordiconpiaceree,setiricordi,checosahaipensatoinquelmomento?“Di ricordi ne ho tanti, belli e brut-ti. A dire il vero di brutti proprio pochi. Ricordo con piacere il primo torneo, la prima Olimpiade, ma di-rei che l’episodio più significativo,

Chi è Francesco Damiani

Francesco Damiani è il primo italiano Campione del Mondo

dei pesi massimi nella versione WBO (World Series of Boxino), di cui detenne il titolo dal 1989 al 1991. Medaglia d’argento ai

Campionati mondiali di pugilato dilettanti 1982 di Monaco di Baviera

ed alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, comincia la carriera

professionistica nel 1985. Damiani inanella 29 vittorie consecutive,

e viene incoronato Campione Internazionale WBC, Campione

Europeo EBU e Campione del Mondo WBO. Si ritira nel 1993 con all’attivo 30 vittorie, ben 24 per Ko,

e 2 sconfitte. Ora è direttore tecnico delle squadre azzurre e tecnico del

Dolce & Gabbana Milano Thunder - Italian Boxing team, una squadra

internazionale di boxe che, in rappresentanza della città di Milano

e di tutto il movimento pugilistico italiano, ha preso parte alle WSB.

Sei incontri da novembre 2010 a marzo 2011.

A fianco, una suggestiva immagine sul ring. Sotto, la squadra di boxe alle Olimpiadi di Los Angeles, 1984. Nella pagina a fianco Damiani a Los Angeles allena Franco Falcinelli, oggi presidente della Federazione.In apertura, Damiani Campione d’Europa e del mondo.

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che ha dato il via alla mia carriera, è stata lavittoriasuTeofiloStevensonai campionati del mondo del 1982. Un mostro sacro della boxe. La mia forza è stata quella di non rimanere schiacciato dalla sua fama. L’ho affrontato come facevo sempre con gli altri avversari. Avevo 24 anni e credo di non essermi reso conto subito dell’impresa che avevo compiuto. L’ho capito quando la mia foto è apparsa su tutti i giornali e quando le Tv americane mi cercavano per inter-vistarmi. L’episodio più brutto? LasconfittaalleOlimpiadidiLosAngeles. Mi ha lasciato dentro tante cose, ma devo dire che non ci penso più di tanto. Sicuramente mi è tornato alla mente due anni fa alle Olimpiadi di Pechino, quando Cammarelle ha vinto l’oro. Subito ho pensato all’amarezza di quell’occasione perduta, dell’oro sfuggito, ma poi gli ho detto che mi aveva ripagato di tutto”. Infondol’argentononèunasconfitta.“È quello che ho detto al molto deluso Clemente Russo quando, sempre a Pechino, ha conquistato il secondo po-sto. Vedi, gli ho spiegato, devi guardare davanti a te e indie-tro: davanti c’è solo un pugile che ha vinto l’oro, ma dietro ne hai almeno venti. Devi essere orgoglioso di questo. Mi ha risposto “è dura da digerire”. E io lo so benissimo...”Laboxtihadatotantesoddisfazioni,certamenteafronteditantisacrifici.C’èqualcosachetihapesatodipiùdoverrinunciare?“L’unico sacrificio è stato lasciare da parte la mia gioven-tù: amici, ragazze, i tornei di calcio, le feste, la mia Bagna-

cavallo. Eppure lo rifarei. Credo, però, che i sacrifici più grandi li abbia fatti mia moglie Claudia. Prima i ritiri, le gare in giro per il mondo, da dilettante e poi da professionista con tutte le tensioni che comporta. Ora la lontananza da casa come allenatore. A lei devo molto e le sono grato”.Cometidefiniresticomeallenatore?“Sono molto esigente con i ragazzi. Però mi metto a loro disposizione e da buon romagnolo gioviale cer-co di sdrammatizzare i momenti di tensione. Condivido con loro anche alcuni momenti di relax, giocando a carte o a calcio. Del resto ricordo come ero io alla loro età. Non molto diligente, fumavo, facevo tardi. Poi in nazionale ho dato fiducia a chi credeva in me e sono cambiato. Al-cuni giovani arrivano e pensano di essere invincibili, qui trovano una guida, lavoro duro e la possibilità di dimostrare le proprie capacità”.

Fuoridallaboxecosatipiacefare?Cometrascorriiltempolibero?“Prima di tutto amo andare a fun-ghi. Mio padre mi ha insegnato cinque tipi di funghi: porcini, pra-taioli, chiodini, ovoli e trombette di morto, e quelli raccolgo. Li mangio anche. Poi mi piace la pesca e la cac-cia anche se ormai non ci vado qua-si più. Adoro stare all’aria aperta e passeggiare su per le montagne”.Haiviaggiatoeviaggimolto.Quan-dotorniinRomagnacosaapprezzidipiù?“Quando torno chiamo subito mia mamma. Le chiedo di farmi ta-gliatelle o cappelletti. Mi piace in-contrare gli amici al bar. E poi sai una cosa? L’ultima volta sono stato fuori due mesi tra America e Cina, quando sono venuto a Bagnaca-vallo, sceso dall’auto, ho pensato: “Finalmente un po’ d’aria buona”. Sì, il mio paese mi rigenera. Mi dà tranquillità”. IN

Damiani ieri e oggi: in alto un incontro di boxe disputato con la maglia Ena-Lugo, sotto due momenti di Damiani in veste di

direttore tecnico delle nazionali. Nella pagina a fianco, assieme a Bergamasco e al pugile Picardi.

Era la boxe, la “nobile arte” raccontata in un libro

Quattro storie vissute sul ring, racchiuse tra la fine anni ’30 e il Dopoguerra. A raccontarle è Flavio Dell’Amore nel suo libro “Era la boxe” (edizioni In Magazine), piccolo volume dedicato alla

“nobile arte” e ai suoi personaggi, raccontati attraverso episodi veri raccolti dal giornalista sportivo forlivese. Storie di combattimenti nello sport e nella vita nelle quali tutti possono identificarsi, anche chi di pugilato sa

poco o niente, in cui i ricordi si mescolano alla malinconia. “Le storie vere – scrive Francesco Damiani, autore della prefazione al libro – esaltano lo sport, e in particolare il pugilato. Flavio ne ha raccolte alcune, nelle quali

ho riscoperto similitudini con momenti della mia vita”.

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Dieci domande: raffica di colpi per aggiudicarsi il titolo di allenatore più simpatico.Ipiattipreferiti. Cappelletti, tagliatelle come detto, ma anche i ravioli ai funghi, quelli raccolti da me o da mia sorella Franca, esperta anche lei.Lacittàchepreferisci. Assisi, Perugina, Spello, Todi, Gub-bio come tutta l’Umbria, mi piacciono molto. Sarà che qui ho iniziato la mia carriera e vi ho trascorso molti anni della mia vita. È un po’ la mia seconda casa. Qui, poi, si mangia da paura. Per fortuna che ancora faccio allena-mento con i ragazzi, altrimenti...Lapersonapiùimportante? Mia moglie Claudia.Ilcantantepreferito? Baglioni, Vasco Rossi.InTvcosaguardi? Film d’azione o di fantascienza.Qualialtrisporttipiacciono? Sono patito per l’atletica leggera, ma mi piacciono anche il basket, la pallavolo, lo sci, il calcio. Lo sport mi piace tutto.Cosaleggi? Libri storici, sulle guerre. Mia moglie ogni tanto mi passa i best seller americani, ma in quegli intri-ghi tipo “Codice da Vinci” mi perdo. Poi leggo molto libri sul pugilato.Ilpugilechepiùtihaaffascinato? Cassius Clay, elegante, carismatico. È stato per tanti un mito da seguire.Lavacanzapreferita? In Sicilia. Ho una casa là. Un telo, la spiaggia, il mare e un bagno al tramonto. Davvero spettacolare. Quando sarà il momento mi ci trasferirò per alcuni mesi all’anno.Deglioggettilegatiallatuacarrieraqualèquelloacuiseipiùlegato? Non ne ho. Anzi sì, uno. Il maglione che mia moglie ad ogni ritiro iniziava a sferruzzare. Era un po’ come una tela di Penelope, non riusciva mai a finirlo. Ce l’ho ancora dal 1981, con quelle maniche un po’ lunghe e con qualche imperfezione. A casa di mia mamma ho tutti i trofei e le coppe. Ognuno di loro mi riporta alla mente tan-ti episodi, ma quel maglione bellissimo è proprio speciale!

Cucina del territorio rivisitataSpecialità di carne e pesce

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Organizzare | Giuliano Casalini

Un grande festival di Castrocaro, con quattro serate su Rai Uno e un tour sulle piazze italiane. È la formula del faentino Giuliano Casalini, imprenditore dello spettacolo, per trasformare lo storico concorso nel programma musicale più importante dell’estate.

testo Tiziano Zaccaria - foto Massimo Fiorentini

Il manager della Musica

Eros Ramazzotti, Zucchero Forna-ciari, Luca Barbarossa. Sono alcu-ni tra i “big” della musica leggera italiana che, negli anni Ottanta, spiccarono il volo dal FestivaldiCastrocaro. Andando all’indietro nel tempo, il concorso di VociNuo-veservì da trampolino di lancio anche per Gigliola Cinquetti, Pa-olo Mengoli, Carla Bissi (Alice) ed altri protagonisti degli anni Ses-santa e Settanta. Insomma, il Fe-stival di Castrocaro è stato a lungo una vera e propria fucina di talenti musicali, grazie alla spinta del pri-mo patron, Gianni Ravera. Tre anni fa il faentino GiulianoCa-salini, di professione “imprendi-tore dello spettacolo”, ha raccolto il testimone del festival, chiamato dal Comune di Castrocaro-Terra del Sole. Dopo tre anni di gestio-ne, durante i quali ha curato un primo restyling della kermesse ca-nora, ha ora pronto un piano di

definitivo rilancio, avviato con un contratto triennale sottoscritto recentemente con Rai Uno. Gli ottimi dati d’ascolto registrati lo scorso anno (punte di 3 milioni e 200mila spettatori, tanti per un venerdì di luglio, con un picco di share del 22%) hanno convinto i dirigenti di viale Mazzini a dar fi-ducia al manager romagnolo. Ed ecco maturata una nuova formula: “Una sola puntata non era sosteni-bile. Perciò - spiega Casalini - sono riuscito a strappare tre “antepri-me” da 50 minuti l’una, curate da due autori storici della Rai come LucaParentie AndreaLoVecchio. Quest’anno le tre puntate andran-no in onda attorno alle 22,30 del 12, 13 e 14 luglio. E la finale sarà venerdì 15, come sempre in diret-ta, in prima serata, dalla piazza di Castrocaro”.IlcontrattoRai,spaziperquattrogiorniconsecutivi.Questo“avvici-

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Chi è Giuliano Casalini

Nato a Faenza il 15 febbraio 1960, Giuliano Casalini è da sempre un

grande appassionato di musica. Nella seconda metà degli anni Settanta inizia come dj in vari

locali romagnoli, Piteco, Baccara, Piro Piro, Geo Club. Organizza le

prime grandi feste serali, mentre di giorno lavora come perito tecnico

nell’azienda Altini di Granarolo Faentino. Nel 1986 passa al

“professionismo”, fondando una sua società di servizi per lo spettacolo. Negli anni Novanta si occupa degli

speciali di Radio DJ ed Italia 1 all’Aquafan di Riccione, collaborando con Fiorello, Jovanotti, Linus ed altri. Organizza anche convention e sfilate

di moda, occupandosi dei servizi tecnici di numerosi programmi

televisivi tra cui “Bellissima”, “Azzurro” e “Donna sotto le stelle”

di Canale 5, per qualche anno anche del Festivalbar. Dal 1992

è responsabile degli allestimenti tecnici delle “Partite del cuore” della Nazionale Cantanti e della Nazionale

Piloti. Dal 2008 cura, quasi a tempo pieno, l’organizzazione del Festival

di Castrocaro.

na”ilFestivaldiCastrocaroaquel-lodiSanremo...“Il concorso castrocarese divente-rà il programma musicale più im-portante dell’estate. Ma non diven-teremo un talent show o un reality ad uso e consumo della televisio-ne. Non mi piacciono i programmi come X Factor o Amici: ritengo sia-no costruiti soprattutto per esibi-re le celebrità che si ergono a giu-dicanti. Castrocaro, al contrario, dall’alto dei suoi 54 anni di storia è e resterà una vetrina di voci e volti nuovi. E in finale i dieci ragazzi selezionati presenteranno anche un loro brano inedito, oltre ad una cover. È un successo aver convin-to la Rai, sempre restìa a questa soluzione perché il passaggio di una canzone sconosciuta al gran-de pubblico rischia di abbassare audience e share. Ma gli ottimi dati d’ascolto della scorsa edizione ci sorreggono, rendendoci credibili

di fronte alla Tv nazionale”.IlFestivalhalasuafinaleametàluglio,mapartemoltoprima.“La prima fase si svolge tra aprile e maggio, con le audizioni nel Pa-diglione delle Terme di Castroca-ro per circa trecento iscritti, con la consulenza artistica di grandi autori italiani come FioZanottieMaurizioFabrizio, che hanno scrit-to brani, fra gli altri, per Adriano Celentano, Mina, Anna Oxa e Zuc-chero. Terminate le audizioni sele-zioneremo i 120 giovani migliori, che verranno poi suddivisi fra le dieci tappe del Castrocaro Con-test, tour che comprendere alcu-ne fra le più belle piazze italiane. In ognuna delle date del Contest si sfideranno dodici giovani, il vinci-tore verrà ammesso alla finale. Col supporto delle case discografiche italiane, inoltre, durante i Contest si esibiranno anche cantanti già af-fermati, in virtù di un accordo con

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l’Associazione Fonografi Italiani. Le registrazioni televisive effettua-te durante le dieci tappe serviran-no a Rai Uno per produrre le tre puntate da mandare in onda il 12, 13 e 14 luglio, nella trasmissione “Obiettivo Castrocaro”. E il 15 la fi-nale da Castrocaro andrà in diret-ta, con FabrizioFrizzi confermato alla conduzione, dopo la positiva esperienza dello scorso anno”.Maacontifatti, ilvincitorediCa-strocarocheconcreteprospettivedicarrieraha?“Al vincitore del Festival verrà data la possibilità di realizzare un suo disco con sei pezzi musicali, oltre al doppio album con 24 canzoni (12 inediti e 12 cover) realizzato dai fi-nalisti del concorso. Assicuriamo, inoltre, un passaggio televisivo as-solutamente di primo piano se con-sideriamo che solo la finale è vista da tre milioni di persone e da tutti i discografici italiani. Non bisogna però pensare a Castrocaro come ad uno dei tanti contest show televisivi che creano personaggi artificiosi, che poi ovviamente durano per una stagione o poco più. Crediamo for-temente nel fatto che bisogna tor-nare a fare musica nelle piazze, a

mettersi alla prova con un pubblico vero, a cantare senza il condiziona-mento di una produzione televisiva alle spalle, ecco perché abbiamo ideato Castrocaro Contest. Ma niente paura: questi ragazzi, prima di es-sere buttati su un palco, verranno ascoltati, selezionati e soprattutto formati. A questo scopo è stata cre-ata l’Academy, un’accademia di for-mazione che mette a disposizione dei giovani talenti un team artistico composto da alcuni dei più grandi nomi della discografia italiana, con il compito di orientare i ragazzi nel ambiente discografico, di perfezio-nare la loro presenza scenica e far emergere il loro potenziale creati-vo. Il progetto vede coinvolti tutti i cantanti selezionati durante le au-dizioni per la fase del Contest Tour”.Cosaconsiglia,allora,adungiova-nechepensadiaveretalentoperprovareasfondare?“Studiare, evi-tare di sclerotizzarsi su un unico modello di insegnamento, trovare il proprio stile, perché i cloni non funzionano mai. E soprattutto fare tantissima gavetta con esibizionilive: sono quelle che ti danno la possibilità di farti le ossa, e di ca-pire se piaci al pubblico o meno”. IN

Giuliano Casalini nel suo studio.

Castrocaro Friends

Tra le invenzioni di Giuliano Casalini c’è “Castrocaro Friends”, formula che consente di stringere accordi di collaborazione con altri concorsi e festival. L’accordo prevede l’accesso gratuito e diretto al Castrocaro Contest del primo classificato del concorso convenzionato; l’ammissione gratuita alle audizioni di Castrocaro del secondo e terzo classificato del concorso; la presenza, in qualità di giurati, di uno o più responsabili organizzativi del Festival di Castrocaro alla finale del concorso. In buona sostanza, il Festival di patron Casalini si pone come “pianeta” attorno al quale far girare una serie di “satelliti” musicali. La formula ha preso subito piede ed i Festival che hanno stretto convenzioni con Castrocaro 2011 sono già numerosi: Castel Monardo Music Festival, Contursi Festival, Festival Una voce in Campania, Festival Castro... canta, Musica è, Festival Pino Piraino, Percoto Canta, Voci Nuove Terme Sant’Andrea Bagni, Festival Canoro di Pontegrande - Catanzaro, Festival artistico città di Apricena, Besana Festival, Festival Canoro Il Pavone, Cantascandale, Il mio canto libero - Petronà Festival, Granarolo pop, Festival Gallo d’Oro, Festival Io canto... e tu?, Solarolo Festival, Festival Astro d’Argento, Festival San Giovanni Teatino.

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Inventare | Vittorio Bulgarelli

Ceramista e docente d’arte Vittorio Bulgarelli è il fondatore di Ravennae, azienda di Sant’Alberto che produce e commercializza materiali musivi con brevetti originali. Ori e smalti che dalla Romagna arrivano oggi in tutto il mondo, dalla Nasa a Gerusalemme, da Orlando a Marrakesch.

testo Roberta Bezzi - foto Massimo Fiorentini

Dalla ceramica artistica al mosai-co, dalla creatività tipicamente ra-vennate alle commesse in tutto il mondo. Potrebbe sintetizzarsi così il percorso professionale di VittorioBulgarelli, noto per più di trent’an-ni come ceramista e docente di di-verse discipline artistiche, tra cui Tecnologia della ceramica, appro-dato ora al mosaico grazie ad una importante iniziativa imprendito-riale: Ravennae,l’aziendafondataaSant’Albertonel2002che com-mercializza materialimusivi(ori e smalti), prodotti con metodi alter-nativi ai tradizionali, dicuivantabrevettioriginali.Tra le opere realizzate con le tes-sere da mosaico di questa ditta ra-vennate meritano di essere citati il salonecentraledell’agenziaspa-zialeamericanaNasa, il restauro e rifacimento parziale della navata ortodossa nella BasilicadelSantoSepolcroaGerusalemme, i cammi-namenti e le decorazioni parietali dell’aeroportodiOrlandoinFlori-da, il rivestimento completo e la pa-vimentazioni della villaaPortofinodeglistilistiDolceeGabbana, non-

ché delle loro abitazioni private, il rivestimento della grande piscinadell’hotelMamouniadiMarrakeschinMarocco. Il suo ultimo lavoro im-portante riguarda i quattro mosai-ci pittorici per le navidacrocieradellaDisneyCruiseLine, la compa-gnia navale legata al colosso dei film di animazione.Come è riuscito ad aggiudicarsiquestoappalto?“I materiali vetrosi di nostra pro-duzione – spiega Bulgarelli - sono stati gli unici in grado di soddisfa-re le richieste della Pixar, la società che realizza le animazioni digitali Disney, per le navigemelleDreameFantasy.Periquattropannellide-dicatialfilm“AllaricercadiNemo”servivaunagammadialmeno300tinte.Noiabbiamousatosmaltidi450coloridiversi.Molti dei colori richiesti, per esempio diverse to-nalità di indaco e magenta, non si trovano sul mercato. Altre due condizioni erano la conservazione nel tempo del colore, caratteristica che i vetri di Murano non hanno, e una superficie completamente liscia, a prova di bambino. La mia

azienda era inoltre in grado di sod-disfare i requisiti ecologici imposti dalla Disney per quanto riguarda i metodi di produzione. Fondamen-tale il fatto, poi, che ricercassero l’antica tecnica bizantina. È stato un lavoro emozionante e di grande precisione: ogni singolo dettaglio è stato visionato dai responsabili dei vari reparti”.Comesièsviluppatalasuapassio-neperleartieperlaricerca?“Il mio primo interesse artistico è stato verso la ceramica, con la creazione di pezzi unici o piccole serie in collaborazione con grandi designer. Ho fatto un centinaio di mostre dalla fine degli anni Ses-santa e, per molti anni, holavoratocomedocenteditecnologiecerami-cheematerieartistichein diversi istituti, fra cui anche l’Accademia delle Belle Arti. Mi sono occupato soprattutto di formazione profes-sionale in un momento in cui Ra-venna era una punta di diamante a livello mondiale. Con l’aiuto di validi professionisti hoesploratoilmondodelleartiapplicate: sono an-dato indietro di secoli per studiare

Il mosaico del nuovo Millennio

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le tecnologie primitive, cercando ciò che poteva servirmi. Sonorima-stoaffascinatodallatecnologiadelvetro, anche se la ritengo obsoleta, perché ancorata a 500 anni fa. Daqui è partita l’idea di rinnovarla,con incroci tecnologici e artisticiper creare nuovi materiali con ca-ratteristiche diverse ma di uguale valenza artistica, a costi diversi. I primi brevetti li ho venduti, poi ho deciso di mettermi in proprio”.Entriamoneldettagliodeisuoime-todiproduttivi:incosasidifferen-zianodaquellitradizionali,equalivantaggioffrono?“Nel metodo classico si usa un for-no a campana, realizzato in mate-riale refrattario. C’è un’enorme dispersione termica e la mancanza di filtri in uscita fa sì che i fumi si dirigano verso il laboratorio o l’esterno, con conseguenze mol-to nocive per il posto di lavoro e l’ambiente. Per cambiare colore occorre ogni volta vuotare il cro-giuolo, operazione molto lenta che

richiede vari passaggi e parecchi giorni. Con i miei macchinari, forni interamente sigillati di varie dimensioni e alimentati elettrica-mente, riesco invece a combinare un’ottima elasticità produttiva con il minimo impatto ambientale, vi-sto che non uso piombo, arsenico o altri inquinanti.Facendomiscela-zioniafreddo,inpocotempo,riescoaprodurrefinoacinquantacoloriinunostessoforno. Questo significa poter fare lavori che altri, utiliz-zando il metodo tradizionale, non riuscirebbero a fare. I miei brevetti

si basano sempre su materie prime commerciali, ossia facilmente re-peribili sul mercato e relativamen-te di basso costo. Ilnostropuntodiforzaèlaproduzionedioriedimetallipreziosi,diben75tipi,oltre a un catalogo di mille colori per gli smalti”.Cosaamafareneltempolibero?“Mi piace scrivere di teatro e di narrativa legata al territorio, rac-contando della gente di Romagna per ricordare storie e tradizioni. I miei raccontieromanzibrevi però, per ora, sono solo nel cassetto”. IN

A fianco, Vittorio Bulgarelli nel suo laboratorio con la moglie e due

dipendenti. Sotto, il campionario dei colori e il taglio delle tessere.

Ravennae, realtà in crescita

Ravennae è un’azienda in crescita, con un fatturato intorno ai 7-800 mila euro che potrebbe

raddoppiare l’anno prossimo. Suo fiore all’occhiello sono

gli ori e i metalli preziosi che, grazie all’altissima resistenza

all’usura e agli agenti atmosferici (assicurata dal processo di termo

fusione dei vetri chiari extra chiari sodico calcici) affrontano con

successo installazioni altrimenti improponibili. L’azienda li

garantisce sia per l’utilizzo parietale che pavimentale, in ogni condizione

climatica.

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Seguire ogni corsa passo a passo, prima,

durante e dopo l’arrivo. È il compito del direttore di gara Raffaele Babini,

ex Comandante della Polizia Municipale di Solarolo. Ora pronto per il Giro d’Italia, a

Ravenna il 19 maggio.

Sul finire della stagione 2007 è en-trato a far parte di Rcs, che cura tutto il settore sportivo-organizza-tivo de “La Gazzetta dello Sport”, in prevalenza ciclismo. Ilsolaro-leseRaffaeleBabinièildirettoredituttelegareciclisticheorganiz-zatedaRcs,edal7al29maggioèallaguidadelGirod’Italia.“Prima di entrare a far parte di questo

gruppo - dice - ho preso tutte le abilitazioni regionali, nazionali e internazionali dilettantistiche. Poi, nel 1990, ho conseguito l’abi-litazione per le gare professionisti-che”. Ex comandante della Polizia Municipale di Solarolo, Babini è riuscito per anni a conciliare le due attività: “Quando lavoravo tutte le mie ferie le dedicavo al ci-

clismo; ora sono in pensione, da circa un anno e mezzo. Mi è ser-vito conoscere bene le norme del Codice della Strada e di tutti gli atti amministrativi organizzativi, visto che le gare ciclistiche sono regolamentate da questo codice”. Come direttore di corsa è il re-sponsabiledellasicurezzadituttigliatletiedell’interacarovana:“Le

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

La carovana rosa dei Ciclisti

Dirigere | Raffaele Babini

A fianco, Babini al Giro del Trentino del 2008 con il campione iridato Paolo Bettini. Sotto, in azione alla Tirreno-Adriatico del 2009.

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gare le vivi dall’interno, sei il refe-rente dell’organizzazione genera-le prima, durante e nell’immedia-to dopo corsa. Bisogna decidere quando inserire il cambio ruota, far posizionare gli agenti della Stradale per proteggere gli atleti e il personale della scorta tecnica”.Anche un direttore di corsa può avere in simpatia uno o più atleti, senza farsi condizionare: “Devo essere sempre e totalmente im-parziale. Posso dire, però, che ilcorridore che più mi ha impres-sionatoperpadronanzaefreddez-zaincorsaèContador, tra l’altro sempre disponibile a incontrare il pubblico”. Con Rcs Babini segue eventi sportivi di grande interesse nazionale e internazionale. La Milano-Sanremo, però, è per lui l’appuntamento che regala sempre sensazioni particolari. “Per le sue caratteristiche l’at-tenzione è tutta negli ultimi 100 chilometri. Gli atleti la vivono con

tensione: non si può pronosticare il vincitore, perché ha peculiari-tà che impediscono al corridore di potersi distrarre anche per un attimo. Èunagaraconqualcosadimagico,adrenalinica”.E ci sono stati anche episodi co-mici in tanti anni al seguito del ciclismo nazionale: “Al Giro del Trentino, ad esempio, - ricorda Babini - giunti in località Fondo, sopra Cles, un addetto al servizio convogliò la testa della corsa in una direzione non giusta, mentre il gruppo veniva dirottato nel per-corso stabilito. Per risolvere la si-tuazione neutralizzai il vantaggio dei primi rispetto al gruppo...”. Ed ora l’appuntamento con il Girod’Italia,cheil19maggiofatappaaRavenna. “Un evento importante per la città - conclude. Il Giro ha una forte potenzialità mediatica, seguito da 150 paesi attraverso le Tv americane, australiane ed eu-ropee”. IN

Il Giro dell’Unità d’Italia

È dedicata all’Unità d’Italia la 94° edizione del Giro. Partenza dalla reggia di Venaria Reale di

Torino e arrivo a Milano, in piazza Duomo. In programma ci sono

una tappa a cronometro squadre, una cronoscalata, una cronometro

individuale, 7 tappe per velocisti, una con strade bianche, 4 tappe di media

montagna e 6 di alta montagna. La 12° tappa si conclude a Ravenna,

partendo da Castelfidardo, 171 chilometri prima. I ciclisti provenienti

dall’Adriatica si dirigeranno verso Punta Marina e Marina di Ravenna

su un tratto del litorale per dirigersi poi, attraverso via Trieste, in via di Roma, stesso arrivo di sei anni fa.

www.gazzetta.it

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Innovare | Antonella Cimatti

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Geroglifici e arabeschi finemente traforati caratterizzano l’opera della ceramista faentina Antonella Cimatti. Capace di dar vita ad opere intriganti e raffinate, con la sua porcellana paperclay.

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

Nella variegata galassia della ce-ramica contemporanea AntonellaCimatti si distingue per la speri-mentazionedisoluzionioriginalieinnovative, anche se non rinnega la tradizione faentina, soprattutto quella rinascimentale dei bianchi in stile compendiario. La tensione creativa che stimola la sua ricerca progettuale si avvale degli apporti formali e delle tec-niche tradizionali della cultura ceramica, riaggiornati in un’ottica estetica che sul piano funzionale, pur mantenendo la componente artigianale e quindi l’esclusività dell’oggetto, sconfina nel designe nell’arredamentod’internie, su quello artistico, nell’installazione e nella ridefinizione degli spazi. Ilmaterialeceramicodellesuecre-azioni è la porcellana paperclay, pasta miscelata a fibra di cellulosa che consente sia maggiore duttilità e resistenza in fase di lavorazione, sia la realizzazione di oggetti dalle forme libere e imprevedibili: gero-glifici e arabeschi finemente trafo-

rati che potrebbero essere il lavoro di una ricamatrice, in cui l’elemen-to decorativo non è pittorico ma è dato dalle struttura formale che in-siste sul rapporto tra il pieno quasi filiforme e il vuoto che affiora. Perlapreparazionedelpaperclayoc-corronoargilladacolaggioinpolve-re,cartaeacqua. Il procedimento è relativamente semplice: s’inizia bagnando con poca acqua calda la carta fino ad ottenere una pol-tiglia, si versa l’argilla da colaggio in polvere e si aggiunge altra acqua calda, mescolando bene fino a otte-nere una pasta densa e omogenea. A questo punto si può passare alla foggiatura, utilizzando una forma in refrattario ingobbiato sulla qua-le l’oggetto modellato sarà posto durante l’essicamento e la cottu-ra a 1250°; con una siringa o altro strumento si può dare forma a un intreccio che costituisce la trama delle finissime textures decorative di superficie. Con questo materiale Antonel-la Cimatti realizza le “crespine”,

vere e proprie sculture ricamateche, sottraendosi a qualsiasi in-tento rappresentativo, rinviano a f lussi emotivi personali e per la loro raffinatezza, la grazia e l’es-senzialità, accentuate dal bianco, colore assoluto che sintetizza tutti le tinte della luce naturale, richia-manoivaloridellaclassicità. Recu-pera anche la luce artificiale della corrente elettrica ordinaria, per sfruttare il gioco e gli equivoci per-cettivi delle ombre, sia quella delle fibre ottiche, per sospendere nel vuoto luminoso e avvolgente pic-cole rose di porcellana e produrre così sorprendenti e intriganti ef-fetti visivi, che conferiscono legge-rezza e trasparenza a un materiale per sua natura non legato a queste proprietà. L’itinerarioartisticodiCimattiini-zianellaprimametàdeglianni’80, quando intraprende un’attività di progettazione e design con impor-tanti aziende come la Cooperativa Ceramica d’Imola, la Ceramica Flavia di Montelupo Fiorentino,

Scolpire Ricamando

IN Magazine | 31

alcune manifatture di Murano ed Empoli e, successivamente, l’anti-ca e famosa Fabbrica Casa Museo “Giuseppe Mazzotti 1903” di Albi-sola Marina, oltre a note botteghe di Faenza. Insieme alla ceramista faentina Laura Silvagni, che la-vora “all’antica maniera”, studia forme e decorazioni nuove per una produzione ceramica d’alto artigianato, ancora strettamente legata a modelli di tipo tradizio-nale, soprattutto per quell’aspetto essenziale della ceramica faenti-

na di essere “contenitore”. IpezziesclusividellaserieSinusFluen-tes,però,piùcheesseredestinatiacontenerecoseeoggettioccasiona-liedestranei,trattengonoemozio-niesensazionivisivesuggerite dai colori accesi dei decori, ispirati ai drappeggi di stoffe pregiate i cui vorticosi avvolgimenti e le morbide volute sanno creare un movimento plastico, corposo e sensuale. Così, al di là delle abilità tecniche, sia nelle crespine che nei sinus fluentes, la Cimatti tendecostantementeaunaltolivellodisintesieastrazio-neinsintoniaconquellatendenzadell’arte contemporanea, che al racconto e all’illustrazione ante-pone il puro visibilismo evocativo. Non esclude, inoltre, il ricorso ad altre stimolazioni sensoriali, alla musica, alla danza e, in particola-re, al video, come quello realizzato da Carlo Conti e sperimentato nel-la recente personale alla Riunione Cattolica “Torricelli” di Faenza. IN

A fianco, alcune originali creazioni. Sotto, l’artista nel suo studio.

Dall’atelier faentino al mondo

Antonella Cimatti è nata a Faenza dove vive e lavora, nell’atelier di via Garibaldi 16. Allieva di Carlo

Zauli, Bianco Ghini, Alfonso Leoni, Augusto Betti e Aldo Rontini

all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza, ha conseguito

il diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, partecipando poi a

stage di perfezionamento all’estero, a Toki-Gifu in Giappone nel 1981,

a Limoges in Francia nell’85, a Portsmouth in Gran Bretagna

nel 1988. Presente a mostre e concorsi in Italia e all’estero

(Francia, Spagna, Slovenia, Russia Sud Corea, Stati Uniti, Australia,

Cina), ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti e premi, tra cui il

Silver Prize “The 4th World Ceramic Biennale 2007 Korea International

Competition”. Dal ’79 insegna Progettazione all’Istituto Statale

d’Arte per la Ceramica, ora Liceo “Ballardini” di Faenza, ed è membro

del World Crafts Council-Europe.

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Giornalista, enigmista, attore, poe-ta, esperto di metrica. Certamente non è facile definirlo, così come egli stesso non ama definirsi. Da dove cominciare? Franco Costan-tini sorride e ammette di sentirsi prima di tutto poeta. Ma forse me-glio riesce a cogliere l’essenza della sua personalità Valerio Massimo Manfredi, che scrive: “... In lui rivi-ve l’antica, spontanea abilità dei can-tori orali, capaci di migliaia di versi impeccabili semplicemente battendone il ritmo con il piede...”. Guardandolo con attenzione ci si accorge che il suo corpo dinoccolato partecipa e

sottolinea il suo parlare, la sua voce è profonda e sensuale, viene subito da paragonarla a quella di Carme-lo Bene. Nato a Roma, attualmente vive a Ravenna.Franco,tidispiaceessereparago-natoalgrandeCarmeloBene?“Assolutamente no, anche perché è nel mio cuore... e nelle mie corde”.Comeequandoiniziailtuointeres-seperlapoesia?“Frequentavo il Liceo e odiavo la poesia. In seguito ho studiato Giu-risprudenza (pur sapendo che non avrei mai esercitato la professione), solo per aver coscienza dei reati

Cantore di versi impeccabili, nati spesso

per caso, Franco Costantini riassume in sé l’abilità degli antichi

aedi. Cimentandosi anche sul palcoscenico

come lettore e attore, con improvvisazioni a

ritmo di jazz.

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

L’enigma del Poeta

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Scrivere | Franco Costantini

che avrei commesso... Scherzi a parte, ero interessato alla materia per motivi politici... Ero un ribelle, e lo sono ancora; mi interessava co-noscere le leggi sulle quali si regge lo Stato”.Sì,malapoesiaèvenutadopo...“Al Classico era materia di studio anche se inizialmente preferivo la prosa. Comunque un giorno è suc-cessa una cosa particolare, per cui lamiaprimavoltaèstata...“poesiaetilica”. Dovetti sostituire un poeta in un locale: niente soldi ma solo birra a volontà. Nessuno si accorse che avevodavantiuntestodiprosachetrasformavoall’improntareci-tandoloinversi. Quella è stata la prima di una lunga serie di letture e recitazioni”.

Come attore Franco ha interpreta-to piccole parti in Tv, mentre come lettore e come autore partecipa da anni a RavennaPoesia e si è esibito, sempre nell’ambito del teatro di poesia, su moltissimi palcoscenici italiani.Chi ha scoperto le tue qualità digrandelettore?“E’ stata Giovanna Maioli, che mi ascoltò in quella circostanza e mi disse: “Stendiamo un velo pietoso su quanto hai letto ma mi piace molto come leggi”. Così entrai a far parte della ‘famiglia’ di Ravenna-Poesia, e ora sono anche nel CdA”.Com’èlavitadiunartista?“A dire il vero io ho anche lavora-to... Ad esempio ho fatto il gior-nalista, il copywriter e persino il venditore porta a porta... ma il filo conduttore della mia vita è sempre stato la poesia”.Haifattoancheteatro?“Poca cosa, perché l’emozione che mi dà la poesia è unica. Ho fatto un corto per la televisione che è andato su Tv regionali e anche su Rai Tre. Ho lavorato a teatro con Marescotti e anche quest’anno ritornerò, sep-pure in forma ibrida, al teatro; sto preparando con la regia di Gian-franco Tondini uno spettacolo in

cui monologhi di prosa vengono intervallati da brani poetici. Il te-sto, del mio amico Paolo Pingani si intitola “Storia di Uno”. Penso che debutteremo a settembre, prima a Ravenna e poi a Longiano”. Pur restando nel campo della po-esia Franco Costantini ne speri-menta ogni aspetto, orale e scritto. Viene quindi spontaneo chiedergli quandoedovecreapoesie. “Ovun-que e in ogni momento perché la poesia nasce spontanea, anche se poi ha bisogno di limature medita-te... Mi è capitato di appuntarmi un distico persino durante una lite!”. Elamusica?Tipiaceassociarlaalletueletture?“Capita di vedere spettacoli in Tv in cui la poesia è declamata con un accompagnamento di musica melensa: odio quel tipo di sovrap-posizione, in cui le note soffoca-no il ritmo e l’impasto sonoro dei versi. Nei miei recital faccio largo uso di musica ma utilizzo soprat-tutto jazzisti, abituati al dialogo e all’improvvisazione creativa”. Sono molti i progetti ai quali Franco sta lavorando, anche proiettati nella prossima estate. Come molti arti-sti, però, preferisce non parlarne. Per scaramanzia. IN

Chi è Franco Costantini

Dal 2004 Franco Costantini cura, per conto del Comune di Ravenna, uno spazio dedicato alla poesia nell’ambito della manifestazione “Ravenna Bella di Sera” dal titolo “O Musa Musiva”, nella piazzetta che ha alle spalle la più bella basilica di Ravenna, quella di San Vitale. Nel 1997 ha pubblicato il poema eroicomico “Cavallegoria”; nel 2009 è stato stampato “Thaleronèide”, con una brillante prefazione dello scrittore Valerio Massimo Manfredi e illustrazioni di Mirko Dadich. Con Manfredi ha anche recitato al Museo Nazionale di Roma, assieme a Nancy Brilli; e sempre in coppia con Manfredi si esibirà a Modena, la prossima estate, in tre serate dedicate all’Odissea tra mito e storia. Altra importante collaborazione è quella fatta con Rossana Casale e la Lydian Sound Orchestra di Riccardo Brazzale: uno spettacolo di jazz e letteratura ospitato nella rassegna “Crossroads”. Ultimamente ha inciso, insieme a M. Giovanna Maioli, l’audiolibro “Dannunziana”, un Gabriele D’Annunzio totalmente immerso nei tempi e negli spazi del mondo naturale, con musica di Giancarlo Di Maria.

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Oggettistica e accessori di buon gusto, in gran par-te pezzi unici, con un ampio assortimento di forme e colori, disponibili anche a prezzi contenuti. È questo il punto di forza del negozio I Pavoni Art Collection, aperto lo scorso settembre, in uno dei luoghi più suggestivi di Ravenna: nella centrale via di Roma, al civico 132, di fronte alla basilica di Sant’Apollinare Nuovo.Dopo aver ammirato le varie vetrine, che colpiscono per l’allesti-mento scenico originale e curato nei dettagli, si entra in un ampio show-room in cui è possibile scegliere in tutta tranquillità qual-cosa per sé o da regalare. «Inizialmente il negozio è nato come ufficio di rappresentanza dell’azienda I Pavoni, specializzata nella lavorazione artistica di cristalli, metalli e pietre dure swarovski – illustra Yulia con esperienza nel settore, come rappresentante anche in Russia -. Poi, abbiamo deciso di incrementare l’offerta con prodotti di altre ditte italiane, fra cui borse, sciarpe/foulard, bigiotteria, portagioie, scatole, maschere, lampade e anche qual-

che mobile per la casa. Gli accessori femminili sono studiati in diverse fogge per soddisfare la voglia di cambiamento delle donne. Il riscontro della clien-tela, ravennati e anche turisti di passaggio, è stato

subito positivo». Il posto giusto, insomma, per chi è alla ricerca di idee sfiziose per piccoli presenti ma anche per regali di nozze. In particolare, per un dono importante, si può scegliere fra le creazio-ni de I Pavoni che conservano inalterato il sapore dell’artigianalità italiana: vasi, piatti e oggetti di rara bellezza ed eleganza, realizza-ti in vetro-cristallo italiano e impreziositi dalle molteplici forme del metallo, da pietre cecoslovacche, swarovski e zirconi. Tante idee per gli acquisti in una delle vie storiche della città!

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Quando anche gli agenti musicali inglesi, i più difficili da acconten-tare, chiedono espressamente per i loro clienti il palcodell’Hana-Bi, allora non c’è davvero più nulla da aggiungere. In otto anni la qualità dei concerti di questo stabilimen-to balneare di Marina di Ravenna ha valicato i confini arrivando in Giappone, divenendo un faro per la scena indipendente italiana ed estera. Al punto che anche ilRa-vennaFestivalhasceltodiaffidareaChristopherAngiolini,animadelprogettoBronsonProduzioni,lage-stionedellarassegnaWeirdTails,finestrasullamusicacontempora-nea. In poco più di un lustro Angio-lini - al secolo Emanuele ma noto a tutti come Christopher, eredità

di un passato da musicista - ha co-struito un’importante realtà musi-cale, capace di attirare l’attenzione di prestigiose riviste specializzate e di “mostri” sacri che spesso hanno scelto la sua location per date uni-che di tour europei.Oltre a quello in spiaggia Chri-stopher gestisce un club anche aMadonnadell’Albero-ilBronson- che gli permette di dare continu-ità al suo progetto per tutto l’arco dell’anno. Tante le conferme della lungimiranza di questo trentotten-ne romagnolo cresciuto a pane e post punk, come ha dimostrato, nel 2005, l’esibizione dei National- formazione diventata famosa in America per aver sostenuto la cam-pagna di Obama - o come è avve-

nuto per i Gossip, che hanno scelto di affidare all’Hana-Biilloroprimoconcertoitaliano. Una capacità che non è passata inosservata agli orga-nizzatori della rassegna Strade Blu, con cui sono nate significative colla-borazioni, richiesta anche da realtà quali Socìetas Raffaello Sanzio e Ravenna Teatro, con performance all’interno di Mantica e Nobodad-dy. Da due anni al già ricco cur-riculum del locale (che annovera anche la rassegna “Transmissions”, realizzata in collaborazione col Co-mune di Ravenna), si sono aggiunti progetti con Santarcangelo dei Te-atri e, appunto, il Ravenna Festival. Ma com’è nata l’avventura di An-giolini? “Hoiniziatoconun’etichettadiscografica,laBoundlessrecords,

Anima della Bronson Produzioni, Christopher

Angiolini è un riferimento per la musica

contemporanea a livello internazionale. Da due

anni, insieme al direttore artistico Franco Masotti, cura anche la rassegna Weird Tales, finestra del

Ravenna Festival sulle nuove tendenze.

testo Federica Ferruzzi - foto Massimo Fiorentini

Catalizzatore di Eventi

38 | IN Magazine

Animare | Christopher Angiolini

seguendo la filosofia del ‘Do it yourself’, che a fine anni ‘80 cominciava ad arrivare da oltre oceano. Mi sono sempre oc-cupato di musica suonando e facendo il dj in diversi locali. Questo mi ha dato l’opportunità di stringere rapporti in l’Italia ed Europa e di crescere nel campo dell’organizza-zione di eventi. Ho poi sviluppato un interesse per i generi di nicchia: l’indie, il folk e le avanguardie, coniugando questa passione con lo scenario della spiaggia. Il risulta-to è stato un progetto inedito a livello mondiale”. Anche quest’anno ledateinprogrammaperilFestival, frutto di un’intensa collaborazione con Franco Masotti, saranno quattro, ospitate nella cornice della RoccaBrancaleone. Si comincia il 27giugno con OlafurArnalds, ventiquattrenne pianista islandese della nuova generazione che mescola la musica classica all’indie, sulla scia di Sigur Rós e Mùm. Il 29giugno sarà invece la volta del MoritzVonOswaldTrio, uno dei nomi più celebrati per l’elettronica sperimentale. Domenica3lugliosi terrà l’unica data europea estiva di BlixaBargdeleAlvaNoto, originale duo che presenterà ma-nipolazioni vocali abbinate a suoni stratificati e complessi. “Weird Tales” si concluderà il 4lugliocon un primo proget-to di co-produzione realizzato in esclusiva per il Festival dal video artista YuriAncarani- che esporrà il progetto Bora - e dal chitarrista americano StephenO’Malley, riferimento mondiale in materia di avanguardie. Le quattro date saran-no complementari agli eventiestividell’Hana-Bi, che negli anni passati ha ospitato anche incontri con protagonisti del calibro di Gianni Mura, Antonio Padellaro e Carlo Luca-relli. Anche per questa stagione sono in serbo personaggi che difficilmente si potranno incontrare se non passando dalla spiaggia di Marina di Ravenna. IN

Chi è Bronson Produzioni

Nasce a Ravenna nel 2004, occupandosi della gestione di spazi e dell’organizzazione di eventi. I suoi campi sono folk, indie, elettronica, post punk, arte e percorsi controcorrente. Propone sul territorio iniziative, rassegne musicali ed eventi culturali di alto profilo, rivolti a un pubblico interessato alla sperimentazione e alla contemporaneità. I locali sono il Bronson, club di Madonna dell’Albero che ospita concerti di artisti internazionali e dj set, l’Hana-Bi, stabilimento balneare a Marina di Ravenna, e il Fargo, locale in centro storico a Ravenna, segnalato anche dalla guida del Gambero Rosso Bar d’Italia 2011. www.bronsonproduzioni.com

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La storia di Lido Adriano porta la firma della Bisanzio Beach che ha contribuito sia alla realizzazione residenziale sin dalle origini negli anni Sessanta, sia alla promozione della località diventata già da diversi anni meta di noti calciatori.Prima località per presenza di turisti stranieri, è oggi il più moderno centro della costa ravennate dove si è sviluppato in modo importante il soggiorno turistico in appartamento. “Comprar casa a Lido Adriano è un investi-mento sicuro e redditizio nel tempo, un’ottima occasione per realizzare il sogno della seconda casa”, illustra la signora Ma-risa, da anni impiegata alla Bisanzio Beach.Per solleticare questo desiderio, basta dare un’occhiata all’ulti-ma realizzazione, il complesso “Turchese”, costruito nella zona “Brocca residenziale”, lato sud della località.Si tratta di un insieme di appartamenti e villette di varie tipo-logie e metrature, in prima linea mare, curate in ogni minimo dettaglio, disponibili anche arredati. Una posizione ideale per godere al meglio della stagione estiva, dato che le abitazioni sono proprio di fronte a moderni e attrezzati stabilimenti bal-neari. Fra questi si distingue il nuovo Punta Turquesa, inau-gurato la scorsa estate.Una costruzione elegante ed esclusiva di moderna concezione, con una meravigliosa vista panoramica e immersa su un’oa-

si naturale unica, con ampio bar e ristorante raffinato. L’attività è gestita da due noti im-prenditori del settore, Mascia Ferri (nota ex concorrente del “Grande Fratello”) e il marito

Cristiano Ricciardella, che hanno contribuito a portare a Lido Adriano, sin dalla passata stagione, personaggi del mon-do dello spettacolo. Ne ha fatta di strada la località che è stata meta prediletta di turisti provenienti dal Nord Italia negli anni Ottanta e scelta vacanziera di tanti turisti stranieri da sempre. Il nuovo volto, fatto di belle case, locali, centri commerciali, stabilimenti balneari, è frutto soprattutto dell’attività della Bi-sanzio Beach, che con immenso impegno è stata da sempre l’artefice indiscussa del ringiovanimento e del restyling della località e continua la sua opera, realizzando appartamenti e villette con finiture di pregio a prezzi accessibili, fornendo una continua assistenza alla propria clientela.

Bisanzio Beach Tel. 0544 494046 - www.bisanziobeach.com

Punta Turquesa Tel. 0544 492048 - www.puntaturquesa.it

Lido Adriano è oggi il centro

più moderno e vivace della

costa ravennate.

Il mare In una stanzaIl nuovo volto dI lIdo AdrIAnoFIrMAto BISAnZIo BEACH

APPARTAMenTi e viLLeTTe di PRegio A PRezzi ACCessiBiLi.

L’uLTiMA ReALizzAzione è iL CoMPLesso “TuRChese”, Ad un PAsso

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La storia di Lido Adriano porta la firma della Bisanzio Beach che ha contribuito sia alla realizzazione residenziale sin dalle origini negli anni Sessanta, sia alla promozione della località diventata già da diversi anni meta di noti calciatori.Prima località per presenza di turisti stranieri, è oggi il più moderno centro della costa ravennate dove si è sviluppato in modo importante il soggiorno turistico in appartamento. “Comprar casa a Lido Adriano è un investi-mento sicuro e redditizio nel tempo, un’ottima occasione per realizzare il sogno della seconda casa”, illustra la signora Ma-risa, da anni impiegata alla Bisanzio Beach.Per solleticare questo desiderio, basta dare un’occhiata all’ulti-ma realizzazione, il complesso “Turchese”, costruito nella zona “Brocca residenziale”, lato sud della località.Si tratta di un insieme di appartamenti e villette di varie tipo-logie e metrature, in prima linea mare, curate in ogni minimo dettaglio, disponibili anche arredati. Una posizione ideale per godere al meglio della stagione estiva, dato che le abitazioni sono proprio di fronte a moderni e attrezzati stabilimenti bal-neari. Fra questi si distingue il nuovo Punta Turquesa, inau-gurato la scorsa estate.Una costruzione elegante ed esclusiva di moderna concezione, con una meravigliosa vista panoramica e immersa su un’oa-

si naturale unica, con ampio bar e ristorante raffinato. L’attività è gestita da due noti im-prenditori del settore, Mascia Ferri (nota ex concorrente del “Grande Fratello”) e il marito

Cristiano Ricciardella, che hanno contribuito a portare a Lido Adriano, sin dalla passata stagione, personaggi del mon-do dello spettacolo. Ne ha fatta di strada la località che è stata meta prediletta di turisti provenienti dal Nord Italia negli anni Ottanta e scelta vacanziera di tanti turisti stranieri da sempre. Il nuovo volto, fatto di belle case, locali, centri commerciali, stabilimenti balneari, è frutto soprattutto dell’attività della Bi-sanzio Beach, che con immenso impegno è stata da sempre l’artefice indiscussa del ringiovanimento e del restyling della località e continua la sua opera, realizzando appartamenti e villette con finiture di pregio a prezzi accessibili, fornendo una continua assistenza alla propria clientela.

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Lido Adriano è oggi il centro

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Novecento anni si riverberano nella chiesa di Santa Maria in Porto

Fuori, edificio che raccoglie la memoria di una delle più suggestive

vicende della storia ravennate.

testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini

I viaggiatori motorizzati del XXI secolo, sfrecciando sulla Classica-na verso le luci del porto o le lu-singhe balneari, dedicano non più che uno sguardo alla molerosseg-giantedellachiesadi fronte a loro nei pressi di Porto Fuori. Senza dubbio ben pochi dei forestieri e anche molti ravennati, per i quali il suo nome è noto nell’hinterland cittadino, sono consapevoli del suo

valore storico e culturale. L’aspetto stesso della chiesa, del resto, nella forma banalmente corretta della ricostruzione postbellica, difficil-mente può suggerirlo. Eppure, quest’angolo di pianura e l’edificio che vi sorge sono lamemoriadiunadellevicendepiùsuggestivedellastoriaravennate.Una vicenda che inizia oltre nove-cento anni fa, tramandata nei trat-

Il miracolo del santuario sulla Spiaggia

Ricordare | S. Maria in Porto Fuori

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Il miracolo del santuario sulla Spiaggia

ti di una narrazione leggendaria. Vuole la tradizione che nell’anno1096 un pellegrino ravennate diritorno dalla Terrasanta di nomePietro(secondo alcuni della nobile famiglia degli Onesti, ma più noto come Pietro “Peccatore”), sorpre-so da una tempesta, vi scampasse grazie a un voto fatto alla Vergi-

ne. Giunto a terra, si fermò presso una piccola comunità di religio-si che risiedevano sulla riva del mare, non lontano dal porto, nella chiesettadiS.MariainFossula. Di questo gruppo di sette monaci Pie-tro divenne la guida, ordinandoli secondo la regola di S. Agostino come canonici regolari, e iniziò a costruire un nuovo edificio in ot-temperanza del voto. Lamattinadell’8apriledel1100, domenica in Albis, i sette stavano pregando di fronte all’abside della nuova chiesa, rivolta a oriente ver-so il mare, quando una strana luce cominciò a riverberarsi dalle fine-stre. Usciti sulla spiaggia, icano-nicivideroconmeraviglialevitaresopraifluttiun’immaginediMaria, affiancata da due angeli che reca-vano due fiaccole luminosissime. Si schierarono in devota processio-ne verso l’immagine, ma soltanto Pietro riuscì ad afferrarla e a por-tarla dentro la chiesa. AvevacosìinizioilcultodellaMadonnaGreca.Fin qui la leggenda, tramandata

dalla storiografia e dalla devozio-ne dei ravennati. Se l’analisi critica moderna è ovviamente restia ad accogliere il racconto nei suoi ele-menti letterali, ci sono però alcuniaspettidellavicendastoricamenteincontrovertibili, a partire dalla stessa figura di Pietro e dal suo le-game con S. Maria in Porto Fuori.

Sappiamo per certo, infatti, che nel 1103 un chierico con questo nome era rettore della chiesa, che fondò la comunità dei Canonici Portuensi e che quando morì, nel 1119, fu sepolto in un antico sarco-fago tuttora conservato nell’edifi-cio. Anche la chiesetta di S. Maria in Fossula, e con essa la primitiva

comunità di religiosi, esisteva perlomeno dal 1062, ed è quindi possibile che debba essere ricono-sciuta nella cappella le cui fonda-menta sono state ritrovate sotto il pavimento della chiesa attuale. Comunque stiano le cose, è un fat-to assodato che apartiredal1100ladevozioneversolaMadonnaGrecaconobbeun’eccezionale fioritura, portando il santuario portuense al centro di un vivissimo culto plu-risecolare. Metadell’afflussodipellegrinidaogniparted’Italiaed’Europa(for-se anche papi e imperatori) lachiesafueffettivamentericostru-ita, o almeno ampliata, all’inizio del XII secolo, come ci attesta la consacrazione celebrata nel1131. Contemporaneamente, o qualche decennio dopo, iniziò la costru-zione del campanile, dalla caratte-

Il miracolo della Madonna Greca

Sopra, la chiesa prima della distruzione.

IN Magazine | 43IN Magazine | 43

ristica forma a larga base e corpo superiore più sottile che si ritrova anche nello stemma (è invece una leggenda quella che vi riconosce l’antico faro del porto romano), e degli altri edifici in cui si articolò tutto il complesso: quadriportico d’ingresso, chiostro, ospizio per i pellegrini, cimitero. Ilperiododipiùgrandesplendorefuperilsantuariol’iniziodelTre-cento, quando godette della pro-tezione dei Polentani, la signoria che governava la città. A questo periodo risalgono un nuovo am-pliamento, con la realizzazione di preziosi affreschi da parte di mae-stri di scuola giottesca riminese, e la celebre citazione di Dante, che nel canto XXI del Paradiso fa dire a San Pier Damiano che “Pietro Pec-cator fu nella casa / di Nostra Donna in sul lito adriano”.Talefelicesituazionedovettemu-tareradicalmentenelgirodipochidecenni, se prestiamo fede allo te-stimonianza con cui, nel 1391, il padre Bartolomeo di Bagnacaval-lo lamentava in lacrime lo stato di abbandono in cui erano caduti il cenobio e il culto della Madonna Greca. Solodopoil1420,quandoiCanoniciLateranensisubentraro-noaiPortuensi,cifuunaripresa.E furono proprio i Lateranensi

che, a inizio ’500, si trasferirono nel nuovo monastero costruito in città, oggi nota come la Loggetta Lombardesca. Nei decenni seguenti lacostruzio-nedelcomplessoabbazialeedellanuovabasilicadiSanMariainPorto procedette parallelamente all’a-scesa economica che portò la ca-nonica portuense ad acquisire un ruolo egemonico all’interno della società ravennate insieme alle ab-bazie di Classe, San Vitale e San Giovanni Evangelista, fino alla sop-pressione definitiva all’indomani dell’unità d’Italia. Elavecchiachiesainsullitoadria-no,chealloraacquisìappuntolade-nominazionediPorto“Fuori”perdistinguerla dalla nuova basilicadentrolemura,chedestinoebbe?Edificata letteralmente sulla sab-bia della spiaggia (ancora nel ’200 le mareggiate più violente sbatte-vano contro le sue mura inondan-done in parte gli ambienti), con il ritirarsi della linea di costa vide mutare radicalmente il quadro ambientale circostante. Dove c’era il mare, emerse una pia-na spoglia e paludosa, sulla quale i canonici piantumarono la propria pineta, a sua volta abbattuta dopo le confische di epoca napoleonica. Segnopressochéunicodipresenzaumana,insiemeallavicinabasilicadiClasse,inquellalandasolitaria,ilsantuarioportuensefupersecoliunodeisitipiùsuggestividelRa-vennate. Scomparse gradualmen-te (con la parziale eccezione del chiostro) le strutture che le aveva-no fatto da contorno, solo nella do-menica del Buon Pastore, quando

La Madonna Greca del canonico Pietro

Bassorilievo marmoreo di preziosa manifattura costantinopolitana risalente all’XI secolo, rappresenta la diffusa tipologia iconologica della “Vergine orante”. Giunta probabilmente a Ravenna da Venezia, fu custodita per secoli nella chiesa di Porto Fuori, per essere poi traslata nel 1570 a S. Maria in Porto in città, dove si trova. La pia unione dei “Figlie e Figlie di Maria”, fondata per promuoverne il culto, contava nel Medioevo centinaia di migliaia di fedeli in tutta Europa. Fu rilanciato nel 1900, in occasione dell’ottavo centenario dell’arrivo in città dell’immagine sacra, solennemente incoronata in Duomo. A tutt’oggi è una delle icone più caratterizzanti la religiosità ravennate.

A fianco, l’abside dell’antica chiesa. Sotto, il bassorilievo marmoreo raffigurante la Madonna Greca. Nella pagina a fianco, i resti della chiesa dopo il bombardamento del 1944.

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diventava meta di un pellegrinaggio annuale dalla città, la chiesa di Porto Fuori tornava ad accogliere per un breve momento la vita. Dopo essere stata utilizzata anche come magazzino, divenne finalmente sedediparrocchiaall’iniziodelsecoloscorso. E fu appunto un giovane e colto parroco, quel MarioMazzottiche sarebbe divenuto uno dei principali studiosi dei monumenti ravennati, che ne promosseigrandirestauriallafinedeglianniTrenta. Un’operazione dal risultato effimero. La mattina del 5novembre1944, nell’erronea convinzione che ospitasse truppe tedesche, unasquadrigliadiaereialleatibombar-dòlachiesa,provocandoneladistruzionequasicompleta(affreschi compresi) e la morte di nove dei dieci civili rifugiati alla base del campanile, fra i quali la madre dello stesso don Mazzotti. Ilnuovoedificio,sorseinuncontestoambientaleormaiinrapidomutamento, con la crescita a macchia d’olio della vicina borgata e il tracciato della nuova superstrada a sfiorarne il sagrato, mentre l’orizzonte si popolava, da un lato, dei profili della zona industriale, e, dall’altro, di quelli della nuova località balneare che dalla citazione del lito adriano dantesco traeva la propria denominazione. Fu allora la presenza del successore di Mazzotti, ilsacer-dote-poetaFrancescoFuschini,arinnovareintermininuo-vilafamadiS.MariainPortoFuori: ultimo capitolo di una storia cominciata mille anni prima, sulla spiaggia solitaria dalla quale Pietro Peccatore e i suoi sette compagni ave-vano elevato per la prima volta le loro lodi all’immagine della Vergine miracolosa. IN

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Abitare | L’appartamento italo-argentino

La casa dell’architetto italo-argentino Fidel Venturetti è un piccolo scrigno ricco di storie e oggetti provenienti da paesi lontani. Con vista sulla Rocca Brancaleone.

testo Linda Antonellini - foto Massimo Fiorentini

A volte basta un po’ di gusto per rendere anche un piccolo ambien-te raffinato, grazie alla sapiente rivisitazione di oggetti di recupe-ro. È questa l’interessante dimora di un architetto argentino, da 24 anni trasferito in Italia.FidelVen-turettiviveall’ultimopianodiunpalazzochegodedellavistasullaRoccaBrancaleonediRavenna. Il suo appartamento, se pur di ridot-te dimensioni, si fa espressione al contempo di stile classico e mo-derno che dialogano in sintonia grazie ad un filo conduttore che lega ogni singolo elemento: il colo-re bianco e la verticalità. Esempio di funzionale distribuzione degli spazi e dei complementi d’arredo, l’appartamento èstrutturatocomefosseunmonolocale,mariesceadorganizzareledestinazionid’usoinmanieraautonomaedefficiente:l’angolo cottura si appoggia su una parete che lo separa dal tinello; la zona notte è separata dal salotto con una pannello scorrevole, che di giorno crea un unico ambien-te bagnato dalla luce delle gran-di vetrate mentre la sera divide lo

spazio in due porzioni intime e accoglienti. Un corridoio lungo e stretto divide il letto dal bagno, e sulla parete dell’armadio poggia una vecchia scala a pioli adorna-ta da una stola nepalese ricamata al telaio; un pilastro bianco trat-tiene una nicchia porta oggetti e dentro ad essa ampolle in vetro soffiato di murano vengono illu-minate come la teca di un museo. La casa dell’architetto, essenziale e sobria nel suo “minimalismori-cercato”, trattiene al suo interno una notevole collezione di reper-ti archeologici e oggetti ritrovati nei cantieri o durante i viaggi in giro per il mondo. Settantacinquemetriquadratidispaziosfruttatoconordineedeleganza, se pur nel-la semplicità di elementi d’arredo riciclati e rivisitati. Due poltroncineinstileLuigiXV, rifatte negli anni ’40 e rifoderate poi in rafia naturale, si posiziona-no simmetriche a creare il salotto. Una “grande pagina” f loreale dell’artista MariellaBusideLogu, dipinta ad acquerello su carta, rimanda agli interessi botanici

Luce, legno e “Object trouvè”

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dell’architetto, così come la colle-zione di piante grasse che si affac-ciano sulla grande vetrata. Accan-to ad esse, ordinati su unmobile Ikea, si posizionano alcuni cocciditerracotta provenienti da Ma’rib,Bosra,Caltagirone,Egitto…Sulla testata del letto una planime-triadell’IstitutoGeograficodeAgo-stini: risalente al 1949 e ritrovata abbandonata a fianco ad un casso-netto, è stata incorniciata dall’ar-chitetto come fosse un reperto sto-rico della Roma Imperiale. Sempre nella capitale, infatti, ha ritrovato un manifesto in bianco e nero ora appeso alla parete, come ricordo di una giornata sulla via Appia Antica. A fianco all’essenziale let-to bianco una lampada Ikea e una libreria contenente numerose mo-nografie di architettura moderna. In soggiorno, invece, una paretealibreriacontiene libri pop-up e atlanti di viaggio, mentre cd di musica classica ed un pianoforte verticale Yamaha rivelano gli inte-ressi musicali del padrone di casa. L’ingresso direttamente sulla zona giorno apre la sua veduta all’antica Rocca, così che il gusto moderno

dell’ambiente crei una piacevole dicotomia con lo scenario esterno. Questo contrasto permane anche nell’oggettistica: dal contempora-neo spremiagrumidiPhilipStark, ai “caratterimobili”, lettere usate per le vecchie stampe in tipografia; dalle moderne sedieBontempiche circondano un monolitico tavolo di CasaItaliaal vecchio sgabello in ferro rosso usato un tempo nelle farmacie; poi ancora oggettidel-latradizioneyemenitariportanti scritte in ebraico e ceramichedioriginesiriana. Interessante anche la mezzalunaislamicainrame, che in origine fungeva da coronamen-to per una cupola libica, ora posta su di un mobile accanto alle cera-miche siciliane di GiacomoAlessi.Originale il recupero di una gam-ba da tavolo in marmo nero del designer Luigi Mangiarotti (“Ta-ble”, 1971), divenuta supporto di un piano in cristallo e montanti

in ferro. Lo stesso realizzato arti-gianalmente dal fabbro che, sotto disegno dell’architetto, ha creato due piedistalli su cui poggiano vasidiceramicaprecolombianadi origine cerimoniale provenienti dall’Argentina. Recuperati dall’in-tervento di restauro del palazzo InaCasadegli anni ’30 sono invece una sedia in legno piegato a vapo-re stile ArneJacobsene un’insegna di latta smaltata gialla e blu, recan-te una scritta vintage come fosse una reclame pop art.Questa residenza“white&wood”èl’immaginediunarchitettoitalo-argentinochehasaputoconiugarestilidiversiinunambienteinlineaconipropriinteressiculturali. Ri-velando a chi osserva che oggetti apparentemente di nessun valore, se recuperati con la capacità di ve-derne una “opera d’arte” e posti come “pezzi unici”, possono acqui-sire grande fascino ed eleganza. IN

A fianco, uno scorcio sul soggiorno. Sotto e in apertura, l’area giorno con la grande vetrata che apre la veduta sulla Rocca Brancaleone.

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50 | IN Magazine

La passione per la forgiatura lo ha strappato

ad una carriera come medico. Senza rimpianti.

Aurelio Brunelli è un fabbro che conosce la

poesia del ferro e la esalta nelle sue opere.

Coltivando un sogno: creare un campo di

soffioni alti tre metri.

“Meglio essere un bravo fabbro piuttosto che un medico somaro”. Aurelio Brunelli non vuole essere catalogato né tra gli artigiani né tra gli artisti, semplicemente tra i forgiatori del ferro. Abbandonò gli studi alla Facoltà di medicina e chirurgia di Ferrara quando gli mancavano sei esami e la tesi per diventare medico, con una media del 27. Soffriva la vista del san-gue, e aveva scoperto di possedere un’innata passione per la lavora-zione del ferro. “Alla base dellamiasceltac’èunagrandepassioneperlaforgiatura”, dice. Ci riceve in un capannone dove sovrano è il disordine; il metallo è sparso do-vunque in tutte le forme, quelle già sagomate e quelle in attesa di un profilo. “Il ferro ha una sua poesia, una sua anima, soprattutto ha una grande forza, ed io nel plasmarlo

gli trasmetto il mio spirito”, affer-ma Brunelli, che mentre parla va progressivamente esaltandosi.AurelioBrunelli,nato61annifainuna famiglia di contadini di Gam-bellara di Ravenna, risiede nella frazione di SanPietro inVincoli. “Quando ho cominciato non avevo la fucina. Per arroventare il ferro mi servivo del congegno che veni-va usato per riscaldare la testa del trattore Landini, prima di avviarlo. Come incudine avevo un assale di un carro romagnolo, di una qua-rantina di chili. Quando tornavo a casa da scuola, il sabato, oltre al pacco dei libri avevo anche una scatola da scarpe piena di carbone, sottratto all’impianto di riscalda-mento della scuola, che mi serviva per infuocare il ferro”. Brunelli, autodidatta totale, ha una caratteristica particolare:

“Dalla mia officina escono soltan-to pezzi che devono piacere a me”. Cihapensatoalungoprimadipren-dereladecisionediabbandonareglistudidimedicina?“No, è stata una scelta rapida” dice Brunelli. “Avevo in testa la fucina e l’incudine”. Il settore particolare in cui si esprime Brunelli è quello dei coltelli,dellearmiedellespa-de. Questo l’ha portato a lavorare perlaproduzionediunfilmdi PupiAvati. “Il grande regista bolognese è arrivato a me – racconta - perché mi ha visto lavorare in una piazza, come faccio spesso quando vado alle sagre o alle fiere. A me piace far vedere quello che faccio”. Poi avviene l’incontrofondamen-taleconToninoGuerra. “Il grande sceneggiatore mi ha offerto la pos-sibilità di dare vita al ferro inter-pretando le sue idee. Doveva fare

testo Antonio Graziani - foto Massimo Fiorentini

Il forgiatore del Ferro

Creare | Aurelio Brunelli

un regalo. Mi propose di realizzargli una lanterna, che doveva richiamarsi ad una serie di lampioni, probabil-mente fanali ferroviari, presenti nel museo della piccola stazione dove era morto Leone Tolstoj. Così sono nate le dieciLanternediTolstoj,alteunmetroesettanta. La sera prima della consegna arriva il mio amico Italo e si mette le mani nei capelli: tutti i pezzi che dovevano comporre le lampade erano sparsi per l’officina. Alla mattina alle sette, quando è arrivato il camion, si è portato via le lan-terne complete. Durante la notte sono riuscito a comporle tutte”. LelanternesonoarrivateaMosca, esposte in uno dei più grandi teatri della città. Le ha viste ilpresidentedell’Armeniaelehavoluteesporreanchenelsuopae-se.OrasonoaPennabilli, nella sede della Fondazione di Tonino Guerra. Brunelli sta ora lavorando ad un’altra ispirazione dello sceneggiatore: una fontanachesimulauncanneto,frequente nelle aie dei contadini.Aurelio Brunelli coltiva un sogno: “Vorreirealizzareuncampodisoffioni, quei palloncini bianchi su uno stelo che si formano dopo la fioritura delle pianticelle dei tarassa-chi, i cosiddetti piscialletto, che in primavera presentano una coltre gialla che si stende nei prati. Sarebbe una bel-lissima impresa realizzare in un campo una stesa di sfere in ferro lavorato, alte due e tre metri”. Il forgiatoredelferro, come vuole essere chiamato, amaelaborarefoglieefioridiognispecie. “Quello che mi è venuto meglio è il fioredellacalla”. Il ferro nasconde se-greti che Brunelli non ha ancora scoperto? La risposta è semplice e immediata: ”Quando pensi di aver capito tutto ti accorgi che c’è sempre qualcosa da imparare”. IN

Tenuta PertinelloIl piacere della scelta

Tenuta PertinelloStrada Arpineto, 2 • 47010 Galeata (FC) Italy

Tel. 0543.983156 - Fax [email protected]

La LunaGrappa di uve Sangiovese

Profumo complesso,etereo, bocca morbida,

persistente, moltoelegante.

Il PassitoDa uve stramature

di AlbanaProfumo di agrumi e

frutta bianca, palato chefonde densità, intensità e

vivezza sapida.

Il BoscoDa uve Sangiovese

Naso fragrante con sentore di piccoli frutti

rossi, in bocca è fresco e teso, di grande bevibilità.

PertinelloDa uve Sangiovese

Vino austero ecomposto, bocca

succosa, ampia, di trama fine.

Il SassoDa uve Sangiovese

Vino di grande complessità ed eleganza che solo una

vigna di oltre 40 anni riesce a dare.

Attrice, drammaturga e docente, Francesca Mazzoni vive intensamente ogni aspetto del teatro. Lavorando con registi internazionali.

Snella, occhi espressivi e vivaci, lunghi capelli castani. FrancescaMazzoni, attrice, si presenta con un sorriso fresco, e un modo di muo-versi che trasmette dinamicità e vivacità. Parla del suo lavoro con entusiasmo.Quandohainiziatoafarel’attrice?“Ho sempre pensato che lo sarei diventata, è nel mio dna. Dopo il Liceo scientifico ho iniziato la Scuola di Teatro di Bologna diret-ta da Alessandra Galante Garrone, proseguendo poi con stage condot-ti da Andrè de La Roche e Steve La Chance, Danio Manfredini, Can-dele Smith, Renata Palminiello, Marco Cavicchioli, Philip Radice, Eugenio Ravo. Ho partecipato a laboratori con Marco Martinelli e al seminario con Eugenio Barba”.L’elencoèdavverolungo;altrettan-

tointeressanteèquellodellesueesperienzeprofessionali,inItaliaeall’estero.“Ho alle spalle dieci anni di danza con Monica Ratti, esperienza che mi ha fatto scoprire le mie poten-zialità. Interpretando La bottega degli orrori, prima uscita teatrale, decisi che nulla mi avrebbe distol-to dal palcoscenico”. Dal 1993 ad oggi Francesca è stata impegnata ogni anno con autori e registi diversi, sia nel campo tea-trale sia in quello cinematografico e televisivo, da Franco Ripa di Mea-na a Mario Martone, Franco Zeffi-relli, Cristina Comencini, Giorgio Albertazzi.Quandononèimpegnataconlareci-tazione,cosafa?“Dal 2002 sono anche dramma-turga e docente. Ho scritto molti lavori che poi ho interpretato; tra i più recenti Tu sarai mia - Passione e morte di Anita Garibaldi, in scena a Ravenna e in Brasile, a Laguna, città di Anita”.Recentemente, anche la presen-tazionediNatail21aPrimavera,monologodedicatoadAldaMerini.“È una grande poetessa alla quale,

insieme ad Enrica Cavina, abbiamo dedicato una serata a completamen-to della mostra fotografica organiz-zata in sua memoria, a un anno circa dalla morte. Abbiamo attinto a suoi versi e riflessioni; alla fine il lavoro ha riscosso ampi successi”.Cosaleinteressa,aldifuoridellarecitazione?“Per me tutto è un po’ teatro, nel senso che permea tutta la mia vita. All’inizio questo mi portava a una vita senza spazi per altre attività. Ora, invece, mi ritaglio momenti per la lettura, che adoro; mi piace andare al cinema e sono felice di abitare a Ravenna, con il mare così vicino. Anche in inverno è fonte d’ispirazione e riflessione... Quin-di non mi faccio mancare lunghe camminate sulla spiaggia”.Elamusica?“Ho cominciato ad apprezzarla da poco, anche se vengo da una fa-miglia di musicisti. Mio nonno era violinista e aveva l’orchestra Trios-si, famosa nel dopoguerra; anche i miei zii erano musicisti. Io non ho seguito l’esempio di famiglia, ma non ho neppure tradito la tradizio-ne artistica...”. IN

testo Anna De Lutiis - foto Lidia Bagnara

La passione del Palcoscenico

52 | IN Magazine

Applaudire | Francesca Mazzoni

La Dora, la Mora e la Lova: solo le birre del birrificio La Mata di Solarolo, gestito dal giovane Marco Tamba.

Ho scoperto la differenza tra bere una birra fredda di temperatura e una birra fresca di gusto. La pri-ma semplicemente fredda, come il ghiaccio e come la sua bottiglia, come il suo colore o come il mio frigorifero a casa, sempre freddo e sempre vuoto. La seconda giovane e gioviale, profumata e delicata, un insieme di aromi che esplodo-no grazie ai lieviti e un’alta fermen-tazione che gli dona quel colore giallo dorato.Con l’estate che si avvicina è bello parlare di birra, e già assaporo il gusto di berla in buona compagnia in un pomerig-gio caldo e assolato. A Solarolo c’è il birrificio “La Mata”, in via Done-gallia 6, gestito da MarcoTamba. È un giovane molto disponibile, pieno di belle idee e iniziative, che ha scelto di gestire l’azienda agricola che la sua famiglia porta avanti da varie generazioni. Setteannifapercuriositàhasperimenta-to,quasipercaso,laprimapiccolaproduzionedibirra, poi la passione gli ha dato lo stimolo di lanciarsi in questa nuova avventura e da lì ha deciso di seguire direttamen-te tuttoilprocessodiproduzione,dallaselezioneecoltivazionedellematerieprimefinoallalavorazioneetrasformazionedellestesse.La fase iniziale della produzione avviene attraverso la coltivazione

dell’orzo, che dopo la trebbiatura viene inviato al maltificio per ef-fettuare le fasi di germinazione, essicazione e tostatura per poi tra-sformarsi in malto d’orzo.Parte del luppolo, oggi ingrediente fondamentale per stabilire l’aroma della birra e per garantire la fun-zione antisettica, viene coltivato ed essicato in azienda.Dallalavorazionediquestiingre-dientiedall’unionedelmostoot-tenuto con i lieviti prescelti pergarantireilprocessodifermenta-zionenascelabirradelbirrificioLaMata,cheèperquestoatuttiglieffettiunprodottoagricolo.In azienda ne vengono prodot-te tre qualità ognuna differente dall’altra, per colore, gradazione e gusto, ma con una particolarità che le accomuna. LaDora,laMoraelaLovasono i nomi che trovere-te sulle etichette: una bionda, una rossa e una ambrata. Per ognuna Marco ha un aggettivo, dissetan-te,fresca,ghiotta. Ma le sorprese a casa Tamba non finiscono qui: in onore della nascita del nuovo figlio sarà imbottigliata anche una nuova birra, mentre il 10 giugno La Mata sarà tra i protagonisti di “DeGusto con Gusto Birra 2011”, evento enogastronomico ospitato in piazza Nuova a Bagnacavallo. www.birrificiolamata.it IN

testo Matteo Salbaroli

Tra la bionda e la Rossa

In alto, Marco Tamba, titolare del birrificio “La Mata”. Sotto, le sue birre.

54 | IN Magazine

Gustare | Birrificio La Mata

Zingar�_pagInMag_ok_042011 2-05-2011 12:35 Pagina 1

Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

Taglio del nastro nello showroom della storica concessionaria ravennate. E grande successo di pubblico per le prove su strada della nuova smart elettrica.

“Quella della smart elettrica è una grande invenzione ed una grande opportunità, paragonabile ad una vera e propria rivoluzione”. È il pensiero che ha accomunato i tanti ravennati intervenuti all’inaugu-razione del nuovo showroom dello smartcenterDeStefanidiviaDi-smano, adiacente alla concessiona-ria Mercedes Benz, anch’essa sotto l’ala della famiglia De Stefani.Il tradizionale taglio del nastro è andato in scena il primo aprile scorso, in una giornata ufficiale in cui la smart elettrica si è presentata come protagonista del futuro. Già dallo scorso anno la casa tedesca è attiva per il lancio della nuova Fortwo electric drive, ovvero la prima vettura al 100% elettrica, destinata ad entrare incommerciodal2012. Il nuovo showroom dello smart center è stato letteralmente preso d’assalto da decine e decine di clienti e appassionati, curiosi di vedere da vicino l’ultima creazio-ne targata smart. Lo smartelectricdriveroadshow, cioè l’evento itine-rante partito da Milano ad inizio anno e arrivato anche in città, ha catalizzato l’attenzione generale nella ‘due giorni’ ravennate. Al ta-glio del nastro di venerdì, cui ha presenziato anche la madrinaKei-

laGonzales, madrenaturadiCiaoDarvin2010, ha fatto seguito una intera giornata dedicata ai ‘test drive’ gratuiti, effettuati con la consulenza di piloti professionisti. Reazioni e commenti sono stati am-piamente positivi: tutti coloro che hanno avuto modo di salire a bor-do della Fortwo electric drive ne sono rimasti entusiasti, come del resto sono rimasti impressionati dalla location del nuovoshowroom‘smartcenter’targatoDeStefani. Accogliente, luminoso e confor-tevole, il rinnovato spazio espo-sitivo di Ponte Nuovo a Ravenna, dove sono in mostra tutti i modelli smart, ha ricevuto il plauso con-vinto delle centinaia di ravennati che non hanno voluto mancare all’appuntamento organizzato in collaborazione coi partner Mobil1e RadioStudioDelta. L’evento del-lo ‘smart electric drive roadshow’, e soprattutto l’inaugurazione del modernissimo showroom, rappre-sentano la miglior testimonianza di come una concessionaria stori-ca e centenaria qual è De Stefani (inaugurata nel lontano 1910), ancora oggi sia sulla breccia, anti-cipando i tempi e proponendo un marchio giovane, moderno e getto-natissimo come smart. IN

Smart center, fiore all’occhiello per De Stefani

In alto, taglio del nastro con il sindaco Matteucci. Sotto, la madrina

Keila Gonzales assieme ai titolari e organizzatori dell’evento. Nell’ultima

foto, la smart elettrica di fronte allo show room De Stefani.

testo Roberto Romin

56 | IN Magazine

Rinnovare | De Stefani

Alcuni momenti del compleanno di Cisa a Villa Castelletti.

IN Magazine | 57

L’azienda faentina Cisa, leader in Europa nel settore dei sistemi di chiusura e controllo accessi, festeggia i primi 85 anni di attività. Puntando sull’innovazione.

Ottantacinque anni di storia alle spalle e gli occhi ben fissi verso il futuro. È la storia di Cisa, azien-da faentina leader in Europa nel settore dei sistemi di chiusura e controllo accessi, che lo scorso 11marzohafesteggiatoiprimiottan-tacinque anni di attività presen-tando nuovi progetti nati sotto il segno dell’innovazione. L’evento è andato in scena a Firenze,cittàdasemprelegataallastoriadiCisa,fondata nel capoluogo toscano da Luigi Bucci nel lontano 1926.Lo splendido scenario di VillaCa-stellettie una scenografia ispirata al primo vero maestro dell’inno-vazione, LeonardoDaVinci, ha ac-colto gli invitati, circondati dalle macchine del genio rinascimen-tale fedelmente ricostruite dall’ar-tigiano fiorentino Carlo Niccolai e dai prodotti che hanno fatto la storia dell’azienda Cisa. Un vero e proprio viaggio nel tempo che ha avuto il suo culmine con l’ingres-so degli ospiti nel Giardino D’In-verno e l’esposizione del modello di un aliante progettato da Leo-nardo, simbolo del superamento di ogni limite.

Tanti i personaggi che si sono alternati sul palco, prendendo la parola durante la cena di gala, membri di spicco del manage-mentdiCISAedi IngersollRand, multinazionale americana che nel 2005 ha acquisito l’azienda faen-tina. Tra questi GiovanniMiti, di-rettore generale e amministratore delegato CISA, e PatrickMares, presidente Ingersoll Rand Securi-ty Technologies EMEIA, che han-no presentato le linee guida per il futuro, incentrato sulla crescita economica e dimensionale dell’a-zienda e sulla piena soddisfazione di clienti, partner e dipendenti.LorisMonducci, direttore vendite per l’Italia, dopo un’introduzione del direttore commerciale Fabri-zioRosso, ha presentato le novitàdel2011: il maniglioneantipanicoFAST,ilcilindroAP3SModuloeilsistema di controllo accessi AP3Unika. La serata conviviale è stata animata dall’artista AlbertoPa-trucco, che ha concluso con sim-patia il compleanno-evento cui hanno partecipato clienti e agenti CISA provenienti da ogni parte d’Italia. IN

testo Francesca Ricci

La chiave del Successo

Festeggiare | Cisa

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1 | Toolbox Edizione Limitata 150° anniversario Unità d’Italia. ARREDAREINSIEME- via Romea Sud, 58 - Tel. 0544.64265 - Ravenna2 | Gianni Marra by LESCARPEDICIPRIA - P.zza Baracca, 30 - Tel. 0544 216259 - Ravenna3 | Bicicletta da corsa Mercedes-Benz Limited Edition. DESTEFANISPA - v. Dismano, 2 - Tel. 0544.479611 - Ravenna4 | Anello con diamanti e olivina. LIVIANOSOPRANI Taglieria Pietre Preziose - via Cerchio, 61 - Tel. 0544.215080 - Ravenna5 | Art collection by IPAVONI- Via di Roma, 132 - Tel. 0544 200457 - Ravenna6 | Casco Momodesign, fighter bianco quarzo lucido, decal cromata. F.G.MOTO - via Romea, 144/B - Tel. 0544.401950 - Ravenna7 | Card Ethòs.SABBIONI - via Faentina, 118 - Tel. 0544.460461 - Ravenna8 | Nuova linea Canestro by Novello. EDILRAVENNA - via Aldo Bozzi, 77/79 - Tel. 0544.278360 - Ravenna 9 | Bio fireplace by SALAROLI - v. Oberdan, 38 - Tel. 0544.213490 - Ravenna

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