Red Addiction

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Un bizzarro racconto breve sull'identità e la crisi

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- Scena prima Vince si trova a letto una mattina molto presto- BIRIBIBI-BIRIBIBI!!Stupida sveglia. Ogni mattina suona sempre alla stessa ora. Ma siamo poi sicuriche sia mattina? E se fosse notte? Dopotutto difficile capirlo se quando ti alzi, tutti i giorni, fuori ancora buio, in qualunque stagione. Non posso nemmeno rotolare gi dal letto, o meglio potrei, ma sveglierei Ilaria e sorbirmi le sue incazzature gi dalle a proposito, chiss che ore sono? Tutte le mattine mi sveglio a questora e nemmeno so quale sia, non importante, limportante riuscire a rimanere nellingranaggio del mondo. Sposto un poco le coperte, bacio i suoi capelli neri che smuovono il bianco dei nostri cuscini, trangugio una di quelle brodaglie che alcuni si ostinano a chiamare caff pronti mentre mi lavo i denti e piscio. Linconveniente Ilariadanonsvegliare mi ha fatto ritardare e devo recuperare ogni secondo possibile. Mi lancio sul pianerottolo accompagnato solo dallessenza della mia ventiquattrore in pratica mi rimasta in mano la maniglia. Perch la maniglia lessenza diuna valigetta? Perch senza di essa sarebbe solo un bauletto molto basso, uno strano beauty-case. Ma ormai tardi per travasare carte sconosciute che mi accompagnano al lavoro ogni mattina in unaltra borsa. Infilo tutto in una borsina del discount e vado a prendere la macchina.-Buongiorno!-Mmh? Ah, s, salveLa portinaia deve essere un automa mandato dallesercito per controllare le vite di noi poveri comuni cittadini. A qualunque ora uno esca lei sempre l, pronta a catalogare con occhi bionici ogni espressione, movimento, gesto che possa darle modo di sparlare della gente. Chiss quali microtrasmettitori ha nascosti sotto a quei capelli grigiSbatto la portiera, giro la chiave e guido meccanico lungo la strada che faccioogni giorno, andata e ritorno, per guadagnare il mio pane quotidiano. Stessa scrivania. 8 ore di noia, intervallata da una breve pausa-pranzo. Discorsi coi colleghipseudoamici sulle partite della settimane e sulle tette della ragazza che porta le fotocopie Un giorno un cavallo nero dagli zoccoli infuocati entrer in ufficio cavalcato dalla valchiriadellefotocopie, si lascer dietro luscio ustionato dellascensore e li prender a calci in culo. Forse. Per ora per devo stare attento. Nondevo farmi licenziare e stasera devo essere presentabile per portare fuori a cena Ilaria. Ah, Ilaria, con quei suoi capelli ricci, neri come la notte che solo lei sa rendere viva Ma mentre mi perdo avvolto da quei tentacoli corvini, mi accorgo di essere gi arrivato in ufficio, purtroppo.Poi le vedo: le torri gemelle di carte da compilare mi attendono sulla scrivania, le immagino crollare e bruciare, ma loro restano l. Furioso ticchettare di tasti del computer che segue le parole sulla carta, le trasforma in qualcosa di immateriale e le rende pronte per essere fatte a pezzi. Ore di TIC e TAC. Pausa pranzo. Durante questi 30 minuti ho loccasione di incontrare gli unici che posso chiamare amici in questo edificio. Amici da microonde, per parafrasare qualcuno di pi famoso.-Hey, domani sera vieni tu alla festa aziendale?Ludwig, il mio pi vecchio amico da microonde, si ricorda di me solo quando deve andare da qualche parte e non ha un passaggio. Ma in fondo una persone interessante, o perlomeno ha quel particolare tipo di espressione che ti mette allegria anche se ti hanno appena rigato la macchina.-Non saprei. Temo che sar noiosa come lultima volta- -Oh, no laltra volta non cera Melissa- E chi sarebbe Melissa?- -La rossa da cui non hai ancora staccato gli occhi daquando sono qui, quella che lavora nel box a fianco al tuoDa almeno 5 minuti stavo guardando quella ragazza senza nemmeno rendermene conto. I miei occhi non erano pi un organo del mio corpo, avevano una vita propria e io potevo vivere senza di loro. Sarei potuto essere a 15 Km da loro senza accorgermene. Dopotutto come biasimarli: mentre io perdevo tempo con Ludwig e la sua festa, loro si godevano la sua pelle bianca, i suoi occhi azzurri, i suoi capelliricci, il suo corpo celato e mostrato dai vestiti. Non era una fotomodella, no di certo, ma cera qualcosa nei suoi modi altezzosi, un po aristocratici eppure fami

liari che attirava ogni cellula del mio corpo, una cellula per ogni secondo chepassava, una bellezza talmente sublime da risucchiarmi.-Magari faccio un rapido salto ti serviva un passaggio, vero?-Beh, visto che ti sei offerto tu alle 9 da me. Ora vado. Ciao! E non sciuparti troppo gli occhi, tieni qualcosa per domani!Dopo ore di ambienti asettici, inodori e incolori, finalmente un odore familiare: balsamo per capelli, quello che Ilaria usa dopo essere stata a letto con me. Sono a casa, al sicuro da agenti governativi ipertecnologici, divinit nordiche e microonde, al riparo nel grembo nudo di Ilaria. Anzi, avrei potuto esserlo.-E tu chi cazzo sei?!- -Ohmmerda, porcaputtana.. Ehi, amico aspetta un attimo, non prendere decisioni affrettate...- -Affrettate?! Ti stai sbattendo la mia ragazza nel mio letto e io non dovrei prendere decisioni affrettate?!? Ma io ti sfascio quel culo a calci fino a che non ti servir una cariola per muoverti!- -Amoreaspetta, non colpa sua! E nemmeno colpa tua. E solo colpa mia che..- -Beh, chesia colpa tua non l ho mai messo in dubbio, non mi sebrava tu stessi opponendo molta resistenza.. E almeno copriti cazzo!- -Facciamo che io ora me ne va...- -Tunon vai da nessuna cazzo di parte, sono io che me ne vado e che quando torno non voglio pi nemmeno vedere una sola vostra traccia in casa mia, capito faccia daculo?!?- -Dai amore, calmati, non cos grave- -Grave.. Non cos grave... Ma che cazzo grave per te?!? Sentite, andatevene affanculo, che l unico posto che vi si addice.I lampioni per strada sono gi accesi. La portinaia mi guarda sogghignando mentrecorro via. Lei lunica persona che mi ha visto piangere, fuori le lacrime scompaiono travolte dalla pioggia.I posti dove posso andare non sono molti, non ho moltissimi amici. E cos mi ritrovo da Ludwig. Credo che per lui io sia un vigliacco e niente pi. Non molto contento di vedermi, non se lo aspettava. Ma sembra preoccupato per me.Ok, ti ha tradito, ti ha mentito quando ti ha detto che avrebbe amato solo te. Per cui ora giunto il momento di prenderti la tua rivincita. Conosci Melissa, escici, portatela a letto, fai un filmino e mandalo a Ilaria!Di tutto il suo discorso mi colpiscono solo due parole: Melissa Ilaria.Sai, forse hai ragione dopotutto. Ho dormito troppo nella notte ipnotica dei capelli di Ilaria. Ora giunto il momento di farmi scaldare dalla fiamma dei capellidi Melissa!Chi pensava che ci sarei riuscito? Chi pensava mi sarei ustionato invece che scaldato? Chi pensava che sarebbero state le fiamme dellinferno ad avvolgermi?Melissa divenne la mia religione. Non avrei mai fatto nulla contro di lei o lavrei persa. La bellezza causa una dipendenza maggiore di qualsiasi cosa. Una voltache suona alla nostra porta tentiamo in tutti modi di tenerla stretta a noi, main realt lei che stritola noi.- Cambio Scena Ludwig si trova in bagno in una situazione poco piacevole e altamente surreale.Le luci riflesse dal metallo sono particolarmente fredde e lambiente che il coltello lascia vedere su di s risulta contorto quasi come la situazione in cui mi trovo.Potrei dire di essere malato, malato di uninfezione che la gente comune chiamerebbe gelosia, in una forma particolarmente mortale che io chiamo pugnale puntato alla golaMa forse meglio che vi spieghi come sono finito con una lama che tenta di scoprire quanto la mia carotide stia in profondit. difficile da spiegare era una normalissima giornata, o meglio, una noiosissima serata. Il bar non era un granch e i drink erano pure annacquati. Fuori pioveva, quella pioggia sottile, cos sottile e lenta da essere solo una scocciatura.Niente in quel bar sembrava dare segni di vita, nemmeno gli amici con cui ero uscito, troppo fumati per rendersi conto dello squallore. Stavano in un mondo tutto loro, dove ogni cosa sembrava bella e interessante.Li abbandonai al loro paradiso artificiale e mi avviai sotto le gocce fredde che

riempivano laria.La chiave si infil da sola nella toppa della porta di casa, e io mi infilai da solo nel letto Non so dire quanto fosse passato, se secondi o ore, ma a un certo punto sentii il campanello squillare: la prima cosa viva della notte! Penso che dato il mio entusiasmo quella notte strisciai annoiato fino alla porta, almeno metaforicamente. Lunico pensiero che riscaldava i miei neuroni con qualche flebile scossa da dormiveglia non era certo un pensiero gentile nei confronti di chi aveva suonato.Chi ? o almeno credo di aver pronunciato quelle parole. Nessuno ripose e dallo spioncino non si vedeva nessuno. Nemmeno aprendo la porta vidi qualcuno, o almeno nessuno davanti alla mia porta. E dato che la porta aveva una consistenza gelatinosa e io ero in volo a 30 cm da terra, mi resi conto che ero ancora nei miei sogni. Ma il campanello continuava a suonare, cos stavolta fui costretto a svegliarmi, alzarmi e andare a rispondere. Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto nelmio sogno, forse no, inutile chiederselo, tanto non successo. La realt che io hoaperto la porta e Vince entrato disperato. Lultima volta che era venuto da me era fuggito perch la sua ragazza andava a letto con un altro. Ora, nel mio stato comatoso, sentivo solo una parola s e una no, ma capii benissimo che era a causa diMelissa che era venuto da me a quellora. Melissa, la donna coi capelli rossi cheera stata nei sogni di met dellufficio, fino a che non si era messa con Vince. Nessuno prima dallora la conosceva: con quei suoi occhi azzurri sembrava una fata irlandese, portatrice di felicit, calore e dolcezza. In realt era un furioso demonein minigonna, pronto a seminare caos e dissenso ovunque i suoi occhi si posassero, o meglio SU chiunque i suoi occhi si posassero.Si conobbero, lei e Vince, alla festa di capodanno dellanno precedente in ufficio. Lei era a caccia di uomini, lui era innamorato di lei, come tutti noi in breveiniziammo a uscire tutti insieme e ogni sera lei rivelava una parte di s peggioredi quelle che conoscevamo. Era troppo bella per non essere stronza: Vince si ridusse a un fedele cagnolino al suo seguito e lei si rivel per il demone che era.Mi odiava, me lo disse chiaramente, perch pensavo troppo e quindi lei, che volevasalvare il suo cucciolo da una vita triste e noiosa piena di pensieri, allontanVince da chiunque almeno fino a stasera, quando Vince era piombato in casa mia. Il vaso era traboccato, la misura superata: ormai gli proibiva persino di comprare dei libri e lui, drogato di letteratura, non poteva sopportarlo.Ma perch proprio da me? La risposta semplice: perch io ero il pi odiato dalla stronza! Dovevo semplicemente aiutarlo a fargliela pagare.Una cosa di tutti i giorni! Come potevo fargliela pagare, lei cos fredda e cinica? Una boccetta di acido in faccia mi sembrava un metodo troppo rozzo e drastico no, ci voleva qualcosa di pi sottile, di pi subdolo.La mattina dopo sulla porta dellufficio di Melissa faceva bella mostra di s un biglietto:Ho fatto lerroredi respirarti.Mi sei entrata in circolo,come una droga.Mi hai fatto sentire subito beneimmerso in uneuforia psichedelica.Vederti era lallucinazione del paradisoHai occupato le mie cellule cerebrali,le hai distruttee rimpiazzate con la dipendenza da te.Poi mi hai abbandonatoAlla mia crisi dastinenzaV.V ovviamente stava per Vince. Il testo era mio, ma lidea era sua. Speravo volessevendicarsi di Melissa, finalmente, ma le sue intenzioni erano di dimostrarle che pensare gli serviva per idolatrarla meglio.

Cos, con le mie aspettative distrutte acconsentii inerme alla sua pazzia.E ancora peggio mi sentii il giorno seguente, quando vidi sulla scrivania di Vince un biglietto ancora pi semplice:Ti mander in overdoseSemplice e volgare...Daltronde che ci si poteva aspettare da una come Melissa?LuciIl neon del bagno mi irradia con quella sua luce sporca e azzurrina, inquinandolaria con il suo ronzio. Ed eccomi l, nello specchio, di fronte a me, riflesso inocchi allucinati. Quegli occhi non mi vedono, ma so che sono lSono persi nella contemplazione di ci che non hanno, che non vedono nemmeno, ma che sanno avrebbero potuto avere. Dopotutto per conquistare Melissa bastava una poesia come quella che ho scritto. Tutto qui. Mi sarebbero bastate poche righe eavrei avuto per me quei capelli rossi, quel corpo di una bellezza cos corrotta daricordare linferno stesso. Le fiamme dei capelli avrebbero ustionato e cicatrizzato i miei occhi, impedendo loro di guardare qualsiasi altra cosaPoteva essere mia e invece ora star circondando Vince con tutto il suo corpo certonon con lanima lei non pu avere unanima, troppo bella per essere schiava di una cosa cos debole. E mentre lei, la Dea ascoltava le mie preghiere pronunciate da labbra non mie, io stavo in compagnia di me stesso, una compagnia non molto attiva in realt. Perch sono stato cos stupido, perch non ho saputo fare mio quel demone cos voluttuoso, perch mi sono ritirato quando la mia voce avrebbe spazzato via ogni cosa davanti a me, permettendomi di dannarmi nella sua carne? Ho ritratto la mia spada che avrebbe fatto strage di nemici, per cosa? Stupido orgoglio personale: ora sacrificherei ogni mio pensiero pur di perdermi nel suo profumo sarebbe bastata una stupida poesiaLuciOra sapete pi o meno perch sono qui. Geloso delle mie stesse rime, geloso del successo di Vince grazie a me, geloso di me stesso.Il coltello che mi sto puntando alla gola mi trapasser perch io sono il mostro dauccidere e sono il mostro che mi uccider. Il sangue che sta gi sgorgando dal mio collo rosso quasi come i suoi capelli e vedo nelle sue gocce che ormai si rapprendono sul pavimento a fianco alla mia faccia le sue mani avanzare verso di me e trascinarmi alle sue labbra, tra le fiamme dove volevo precipitare.