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Deliberazione n. 13/2015/SCBOLZ/PREV
REPUBBLICA ITALIANA
la
CORTE DEI CONTI
Sezione di controllo
per la Regione Trentino – Alto Adige/Südtirol
Sede di Bolzano
composta dai magistrati:
Raffaele DAINELLI Presidente
Marcovalerio POZZATO Consigliere
Alessandro PALLAORO Consigliere
nell’adunanza del 3 luglio 2015
Visto l’art. 100, comma 2, della Costituzione;
visto il Testo Unico delle leggi sull’ordinamento della Corte dei
Conti, approvato con R.D. 12 luglio 1934, n. 1214 e successive
modifiche ed integrazioni;
vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20 e successive modifiche ed
integrazioni;
vista la legge 24 novembre 2000, n. 340 e, in particolare, l’art. 27;
visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988, n.
305 e successive modifiche ed integrazioni e, in particolare, gli articoli 5
e 7;
2
visto il Regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo
della Corte dei conti, approvato con deliberazione delle Sezioni Riunite n.
14 del 16 giugno 2000 e successive modifiche ed integrazioni;
visto il decreto del Commissariato del Governo di Bolzano n.
11535/PR/III in data 20 aprile 2015 concernente il conferimento, a
decorrere dal 1° maggio 2015, alla dott.ssa Eva Cäcilia Pixner,
inquadrata nel ruolo locale dei dirigenti della giustizia amministrativa,
dell’incarico di dirigente del Tribunale regionale di Giustizia
Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione autonoma di Bolzano;
vista la nota n. 356 in data 18 maggio 2015 con la quale l’Ufficio di
controllo di legittimità di questa Sezione ha formulato rilievi istruttori;
vista la nota di risposta n. 1763 in data 17 giugno 2015 del
Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano;
viste le relazioni rispettivamente in data 23 giugno 2015 e 24
giugno 2015 del Magistrato istruttore e del Consigliere delegato, con le
quali è stato richiesto il deferimento della questione alla sede collegiale;
vista l’ordinanza del Presidente della Sezione n. 7 in data 25
giugno 2015, con la quale è stata convocata l’adunanza pubblica della
Sezione per la data odierna;
vista la nota n. 527 in data 26 giugno 2015, con la quale la
Segreteria della Sezione ha trasmesso copia della predetta ordinanza e
delle relazioni di deferimento al Commissariato del Governo per la
Provincia di Bolzano ed alla Ragioneria territoriale dello Stato di Bolzano;
Uditi:
il relatore Cons. Marcovalerio Pozzato;
3
la dott.ssa Margherita Toth, in rappresentanza del Commissariato
del Governo per la Provincia di Bolzano;
la dott.ssa Anna Rosa Defant, in rappresentanza della Ragioneria
territoriale dello Stato di Bolzano.
Con l’assistenza della sig.ra Martina Salvadori, in qualità di
Segretario verbalizzante.
Ritenuto in
F A T T O
Con decreto n. 11535 in data 20 aprile 2015 il Commissariato del
Governo per la Provincia di Bolzano ha conferito alla dott.ssa Eva Cäcilia
Pixner, inquadrata nel ruolo locale dei dirigenti della giustizia
amministrativa, l’incarico di dirigente del Tribunale regionale di Giustizia
Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione autonoma di Bolzano,
a decorrere dal 1° maggio 2015 e fino al 30 aprile 2018.
Detto provvedimento concreta il rinnovo dell’incarico conferito con
precedente decreto, avente decorrenza 1° maggio 2012 – 30 aprile
2015, in base alla proposta formulata dal Presidente del Tribunale
regionale di Giustizia Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione
autonoma di Bolzano (nota n. 118 in data 9 febbraio 2015) e all’intesa
intercorsa con il Presidente del Consiglio di Stato (nota in data 26
febbraio 2015), ai sensi dell’art. 12, comma 2, del d.P.R. n. 426/1984.
Con il foglio di osservazioni n. 386 in data 18 maggio 2015 l’Ufficio di
controllo ha formulato rilievi, eccependo, sostanzialmente, la mancata
applicazione della disciplina recata dall’art. 19, c.1-bis, del d.lgs. n.
165/2001.
4
In particolare, si è rilevata, con riguardo al rispetto dei principi di
trasparenza e di buon andamento dell’azione amministrativa, anche
mediante la definizione di criteri per assicurare la rotazione degli
incarichi, la mancata preventiva pubblicità nella procedura di
conferimento della posizione dirigenziale, secondo quanto previsto
dall’art. 6 del decreto del Presidente del Consiglio di Stato n. 32 del 5
aprile 2011, dall’art. 20, comma 10, del contratto collettivo nazionale di
lavoro per il quadriennio 2002-2005 e dall’art. 19, c. 1-bis del d.lgs. n.
165/2001.
Il Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano con la nota n.
16387 in data 4 giugno 2015 ha anzitutto comunicato a questa Sezione
di controllo di aver trasmesso al Segretario Generale della Giustizia
Amministrativa le riferite osservazioni.
L’Amministrazione, successivamente, con nota n. 17633 in data 17
giugno 2015, nel fornire le proprie controdeduzioni, ha insistito per la
registrazione dell’atto, facendo presente la “…natura di rango
costituzionale” della disposizione di cui all’art. 12, c. 2, del d.P.R. n.
426/1984 e s.m.i., secondo la quale la nomina del Segretario generale
(del Tribunale in questione) è disposta dal Commissario del Governo
competente, su proposta del Presidente del Tribunale regionale di
Giustizia Amministrativa e d’intesa col Presidente del Consiglio di Stato.
Ha evidenziato che:
- “…In definitiva, vista la natura di rango costituzionale della
disposizione in oggetto, la disciplina prevista dall'art. 12 del d.P.R.
5
426/84 sembra risultare speciale e quindi derogatoria e prevalente
rispetto all'art. 19 del d.lgs. 165/2001";
- la procedura di “chiamata diretta” involge una ”intesa” che mal si
concilia con la procedura aperta e concorsuale (in particolare, con
l’interpello di più soggetti interessati) prevista dalla normativa statale.
Il Commissariato ha, inoltre, fatto presente:
- l’assenza di più dirigenti appartenenti alla medesima Amministrazione
interessata; in questo contesto, che la conferma dell’incarico della
predetta dipendente “è stata indotta essenzialmente dalla inutilità del
preliminare adempimento di pubblicità in relazione alle finalità che tale
strumento dovrebbe assicurare, e cioè l’opportuna rotazione tra tutti i
dirigenti della Giustizia Amministrativa, che dovrebbero essere messi in
grado di operare le opportune scelte in relazione alle rispettive
professionalità. Ciò in quanto la funzionaria in questione è l’unica
dirigente dei ruoli della G.A., peraltro iscritta nel ruolo locale della
Sezione autonoma di Bolzano, ad essere in possesso del requisito del
bilinguismo imposto dal d.P.R. N. 752/1976”;
- la mancata realizzazione, a livello locale, di un ruolo unico dei dirigenti
- ex art. 32/quinquies del d.P.R. n. 752/1976 - nell’àmbito del quale
sarebbe possibile svolgere una procedura, stante “…una stretta
interrelazione tra il dirigente del ruolo locale e l'Amministrazione di
appartenenza, dalla quale necessariamente questo Commissariato del
Governo deve ricevere le dovute autorizzazioni per assunzioni,
conferimenti incarichi, rinnovi e via dicendo…”;
6
- la disallineata scadenza degli incarichi dirigenziali attualmente in
essere presso le diverse amministrazioni statali in provincia di Bolzano e
la conseguente impossibilità, nel caso di eventuale non conferma del
dirigente, di far transitare l’interessata “…nei ruoli nazionali della relativa
Amministrazione di appartenenza, in quanto non ancora maturati i
requisiti di cui all'art. 11 del d.P.R. 752/76 (permanenza di almeno sette
anni nel ruolo locale)” che, pertanto, non potrebbe essere utilmente
ricollocata.
Le esposte considerazioni dell’Amministrazione non sono apparse idonee
a superare le perplessità espresse dall’Ufficio di controllo che, pertanto,
ha chiesto il deferimento dell’atto in esame all’Organo collegiale.
Con ordinanza n. 7 del 25 giugno 2015 il Presidente della Sezione di
controllo di Bolzano ha convocato la Sezione per l’adunanza del 3 luglio
2015.
Con nota in data 2 luglio 2015 il Commissariato del Governo ha ribadito
le argomentazioni già rassegnate, specificando che il combinato disposto
dell'art. 97, c. 4, Cost. e dell'art. 12 del d.P.R. n. 426/1984
consentirebbe, in deroga ai principi ordinamentali (con espressa
eccezione dettata dalla legge), la "chiamata diretta" per il posto di
funzione da coprire. In questo contesto, viene altresì sottolineato che:
- “…la possibilità conferita dall’ordinamento costituzionale di instaurare
un “procedimento speciale” di arruolamento, consentita dall’art. 12 del
d.P.R. n. 426/1984, appare sgomberare il campo da ogni questione
relativa alla presunta difformità di tale sistema rispetto ai princìpi
fondamentali dell’ordinamento”;
7
- la non compiuta attuazione del disposto dell’art. 32-quinquies del
d.P.R. n. 752/1976 non permetterebbe al Commissariato del Governo di
avviare procedure di interpello tra dirigenti appartenenti a diverse
Amministrazioni dello Stato, senza la preventiva delega e l’assenso
rispettivamente dell’Amministrazione interessata a conferire l’incarico
dirigenziale e delle Amministrazioni i cui dirigenti potrebbero ambire a
ricoprire l’incarico oggetto di interpello.
Con nota del 2 luglio 2015 la Ragioneria territoriale dello Stato di
Bolzano ha sostenuto, sostanzialmente:
a) la legittimità del rinnovo dell'incarico della predetta dirigente (stante
anche la difficoltà per l'eventuale diverso e nuovo collocamento della
medesima);
b) la sussistenza della copertura contabile dell’impegno di spesa.
E’ stato altresì testualmente affermato dal dirigente preposto alla
Ragioneria territoriale dello Stato di Bolzano che si “verrebbe a poter
ravvisare declinati i vari elementi inerenti all’esclusività prevalente del
vigente art. 12 D.P.R. 426/84….”.
All’odierna adunanza le rappresentanti del Commissariato del Governo
per la Provincia di Bolzano e della Ragioneria territoriale dello Stato
hanno ulteriormente ribadito le argomentazioni già svolte in sede
istruttoria a sostegno della correttezza dell’atto in esame.
Considerato in
DIRITTO
La Sezione è chiamata a decidere se per il conferimento -rectius
proroga- dell’incarico di dirigente del Tribunale regionale di Giustizia
8
Amministrativa del Trentino-Alto Adige – Sezione Autonoma di Bolzano,
si possa procedere a “chiamata diretta” ovvero si debbano
preventivamente osservare le procedure di cui all’art. 19, c.1-bis, del
d.lgs. n. 165/2001 in tema di pubblicità del posti vacanti, nonché di
acquisizione e valutazione della disponibilità dei dirigenti eventualmente
interessati.
L’Amministrazione ritiene che nella fattispecie operi la facoltà, prevista
dall’art. 12 del d.P.R. n. 426/1984 (norma di rango
“paracostituzionale”), di derogare alla procedura concorsuale attraverso
la “chiamata diretta”, che troverebbe la sua fonte ordinamentale nell’art.
97, c. 4, della Costituzione, secondo cui “Agli impieghi nelle Pubbliche
Amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla
legge”.
In questo quadro la “non concorsualità” della procedura prevista dalla
citata normativa (di attuazione dello Statuto) non sarebbe in contrasto
con i principi ordinamentali, ma ne troverebbe fondamento, costituendo
un’eccezione consentita dalla Carta Costituzionale.
La stessa Amministrazione rileva inoltre:
- l’assenza di poteri di gestione dei capitoli di spesa relativi
all’assunzione del personale (sicché è imprescindibile l’assenso delle
diverse Amministrazioni di appartenenza per qualsiasi atto “dispositivo”
riguardante l’assunzione o il trasferimento di personale, dirigenziale e
non, tra diverse Amministrazioni);
9
- la mancanza di delega al Commissariato di Governo, tanto per
l’espletamento di un concorso, che per l’avvio di un interpello in sede
locale.
Tanto premesso, ritiene il Collegio di operare una ricognizione della
normativa applicabile nel caso di specie.
Dispone l’art. 97 della Costituzione:
- al comma 2, che “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni
di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità
dell’Amministrazione”;
- al comma 4, che “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si
accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.
Secondo l’art. 19, c. 1-bis, del d.lgs. n. 165/2001 (Norme generali
sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni
pubbliche) “L’Amministrazione rende conoscibili, anche mediante
pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero e la
tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella dotazione
organica ed i criteri di scelta; acquisisce la disponibilità dei dirigenti
interessati e le valuta”.
Dispone l’art. 12, c. 2, del d.P.R. n. 426/1984 (Norme di attuazione dello
Statuto speciale per la Regione Trentino- Alto Adige concernenti
istituzione del tribunale amministrativo regionale di Trento e della
sezione autonoma di Bolzano) e s.m.i. che “Per la copertura del posto di
segretario generale può essere chiamato un funzionario in possesso
della qualifica di dirigente appartenente ai ruoli dello Stato, della regione
o delle province autonome. La nomina è conferita dal Commissario del
10
Governo competente, su proposta del presidente del tribunale
amministrativo di giustizia amministrativa d’intesa col Presidente del
Consiglio di Stato”.
Ai sensi dell’art. 13, c. 6, del d.P.R. n. 752/1976 (Norme di attuazione
dello Statuto speciale della Regione Trentino-Alto Adige in materia di
proporzionale negli uffici statali siti nella provincia di Bolzano e di
conoscenza delle due lingue nel pubblico impiego) e s.m.i. “ Il
Commissario del Governo per la provincia di Bolzano è altresì delegato
ad adottare tutti gli altri provvedimenti ed emanare tutti gli altri atti
concernenti il personale di cui al primo comma dell’art. 8 del presente
decreto applicando le norme dello stato giuridico dei dipendenti dello
Stato…”.
Delineato il quadro normativo di riferimento, giova richiamare quanto
affermato in linea generale dalla Corte costituzionale in ordine al thema
decidendum: “…il concorso pubblico – quale meccanismo imparziale di
selezione tecnica e neutrale dei più capaci sulla base del criterio del
merito- costituisce la forma generale e ordinaria di reclutamento per le
pubbliche amministrazioni. Esso è posto a presidio delle esigenze di
imparzialità e di efficienza dell’azione amministrativa. Le eccezioni a tale
regola consentite dall’art. 97 Cost., purché disposte con legge, debbono
rispondere a <<peculiari e straordinarie esigenze di interesse
pubblico>> (sentenza n. 81 del 2006). Altrimenti la deroga si
risolverebbe in un privilegio a favore di categorie più o meno ampie di
persone (sentenza n. 205 del 2006). Perché sia assicurata la generalità
della regola del concorso pubblico disposta dall’art. 97 Cost., l’area delle
11
eccezioni va, pertanto, delimitata in modo rigoroso” (ex plurimis Corte
Cost., sent. n. 363/2006).
In questo contesto il Collegio ritiene di dover dare all’art. 12 del d.P.R.
n. 426/1984 una lettura sistematica nell’àmbito del sopra riferito quadro
normativo in sintonia con il dettato costituzionale e con i principi in
diretta derivazione da esso.
Ha sottolineato il Giudice delle leggi che il compito delle norme di
attuazione “…subordinate allo Statuto (oltre che alla Costituzione)” è di
“…armonizzare nell’unità dell’ordinamento giuridico i contenuti e gli
obiettivi particolari dell’ autonomia speciale…” (sent. n. 213/1988).
Per quanto concerne le disposizioni di cui al d.lgs. n. 165/2001, che
costituiscono princìpi fondamentali ai sensi dell’art. 117 Cost., rileva il
Collegio che, secondo la giurisprudenza contabile, il Legislatore
nazionale ha dato piena attuazione al principio costituzionale del buon
andamento, di cui all’art. 97 della Costituzione, dettando regole di
efficiente e razionale utilizzo (all’interno della Pubblica Amministrazione)
delle risorse umane “…le quali vanno acquisite con il generale sistema
del concorso pubblico, da ritenersi modalità generale ed ordinaria di
accesso nei ruoli delle Pubbliche amministrazioni al fine di garantire pari
condizioni di accesso a tutti i cittadini e la selezione dei più meritevoli,
cfr. sentenze Corte costituzionale n. 9/2010, n. 52/2011, n. 167/2013,
n. 227/2013, n. 134/2014 “ (Cfr. Sez. giur. di Trento della Corte dei
conti n. 11/2015).
Nel quadro delineato, rilevano, altresì, i criteri generali della correttezza
e della buona fede (cfr. artt. 1175 e 1375 c.c.), che si impongono a tutte
12
le pubbliche amministrazioni (tenute a valutazioni comparative e a
forme di partecipazione ai processi decisionali), rientrando gli atti di
conferimento di incarichi dirigenziali nell’àmbito dell’impiego pubblico
privatizzato (cfr. sul punto le sentenze del Consiglio di Stato n.
02495/2014, della Cassazione civile, Sez. Lavoro, n. 7495/2015 e del
T.A.R. Abruzzo, n. 7/2015).
Per altro verso, sussiste anche l’obbligo per le amministrazioni pubbliche
di adottare criteri per consentire una rotazione dei dirigenti, in armonia
con l’art. 1, c. 4, lett. e) e l’art. 1, c. 5, lett. b) della legge n. 190/2012
(cfr. sul punto, citata del. n. 180/2014 della Sezione regionale di
controllo per l’Emilia – Romagna).
Da ciò consegue che il più volte riferito art. 12, c. 2, del d.P.R. n.
426/1984 deve essere letto in linea con le regole generali di
concorsualità e di trasparenza nell’affidamento degli incarichi nella
Pubblica Amministrazione, recate dalla normativa sopravvenuta di cui al
d.lgs. n.165/2001, in diretta applicazione dell’art. 97 della Costituzione,
anche alla luce dei princìpi di sana gestione pubblica di derivazione
comunitaria.
Si appalesa, pertanto, priva di fondamento la tesi sostenuta
dall’Amministrazione circa la sostanziale alternatività fra l’art. 12, c. 2,
del d.P.R. n. 426/1984 e l’art. 19, c. 1-bis, del d.lgs. n. 165/2001, da cui
deriverebbe un potere di individuazione del dirigente, sostanzialmente
privo di limiti.
La “chiamata” di funzionari (in possesso della qualifica dirigenziale)
appartenenti ai ruoli dello Stato, della Regione o delle Provincie
13
autonome, “d’intesa” con il Presidente del Consiglio di Stato, non può
che costituire, ad avviso del Collegio, in una lettura sistematica del
quadro normativo di riferimento, una fase successiva del procedimento
di assegnazione di incarichi dirigenziali, rispetto alla necessaria fase
prodromica della pubblicizzazione del posto di funzione vacante e
dell’acquisizione della disponibilità dei dirigenti eventualmente
interessati.
Ciò, peraltro, non esclude sul piano logico la compatibilità tra
l’applicazione della disciplina di cui all’art. 19, c. 1-bis, del d.lgs. n.
165/2001 e la possibilità del rinnovo dell’incarico dirigenziale, in quanto
nulla vieta che all’esito della pubblicità e della valutazione delle
disponibilità acquisite l’Amministrazione possa, ricorrendone i
presupposti e previa adeguata motivazione, individuare come la più
idonea alla funzione la persona già precedentemente intestataria
dell’incarico dirigenziale (cfr. Sez. reg. controllo Emilia-Romagna, del. n.
180/2014).
Rileva in ogni caso la Sezione che non è emersa nella fattispecie la
sussistenza di straordinarie esigenze vòlte ad assicurare la “…continuità
delle funzioni in Uffici di particolare e delicata rilevanza”, che secondo la
giurisprudenza della Corte dei conti potrebbero consentire la deroga al
generale principio della concorsualità (cfr. Sez. centrale del controllo di
legittimità sugli atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato, del.
n. 24/2014).
In linea generale, giova evidenziare che i funzionari interessati al
conferimento dell’incarico devono essere in possesso dei requisiti
14
discendenti dall’applicazione delle norme in materia di proporzionale
linguistica negli uffici statali siti nella provincia di Bolzano e di
conoscenza della lingua italiana e tedesca nel pubblico impiego in tale
àmbito locale (cfr. art. 89 del d.P.R. n. 670/1972 e le relative norme di
attuazione di cui al d.P.R. n. 752/1976 e s.m.i.).
Circa gli ulteriori motivi posti dall’Amministrazione a sostegno del
proprio provvedimento (in particolare, con riferimento alla mancanza di
delega all’espletamento di una procedura concorsuale) è utile
sottolineare che il Commissariato del Governo, ai sensi del sopra citato
art. 13, c. 6, del d.P.R. n. 752/1976, in virtù di delega generale conferita
ope legis, è tenuto a svolgere di regola tale procedura nell’àmbito dei
dirigenti dei ruoli locali del personale civile delle Amministrazioni dello
Stato in servizio nella provincia di Bolzano.
Nella presente fattispecie il Commissariato può avvalersi delle facoltà di
cui all’art. 12 del d.P.R. n. 426/1984, come modificato dall’art. 5 del
d.lgs. n. 161/1999, estendendo le procedure di cui all’art. 19, c.1-bis,
del citato d.lgs. n. 165/2001, ai funzionari (in possesso della qualifica
dirigenziale) appartenenti ai ruoli della Regione e delle Province
autonome.
Ritiene il Collegio che anche nel caso in esame ricorrano le specifiche e
generali attribuzioni del Commissariato del Governo di Bolzano in tema
di copertura dei posti dei ruoli locali delle amministrazioni statali, nonché
di emanazione di tutti gli atti concernenti il relativo personale (cfr. artt.
8 e 13 del d.P.R. n. 752/1976).
15
Da ultimo, evidenzia la Sezione che i poteri/doveri del Commissariato
del Governo in ordine allo svolgimento della procedura concorsuale non
sono in alcun modo correlati alla gestione di un proprio capitolo di
spesa, in quanto il potere di spesa è del tutto disgiunto
dall’individuazione del dirigente incaricato. Vale la pena sottolineare che
l’assenso dell’Amministrazione (plesso della Giustizia Amministrativa),
onerata della spesa per il dirigente, è assicurato nella fase finale del
procedimento, in cui la valutazione comparativa delle varie candidature
è oggetto di motivata proposta del Presidente del Tribunale regionale di
giustizia amministrativa d’intesa con il Presidente del Consiglio di Stato.
P.Q.M.
La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Regione
Trentino-Alto Adige/Südtirol, Sede di Bolzano, ricusa il visto e la
conseguente registrazione del provvedimento in epigrafe.
Così deciso in Bolzano nella Camera di consiglio del 3 luglio 2015.
Il Presidente
f.to Raffaele Dainelli
Il Relatore
f.to Marcovalerio Pozzato
Depositata in Segreteria il 24 luglio 2015
Il Dirigente
f.to Peter Werth
16
ÜBERSETZUNG
Beschluss Nr. 13/2015/SCBOLZ/PREV
REPUBLIK ITALIEN
der
RECHNUNGSHOF
Kontrollsektion
für die Region Trentino – Alto Adige/Südtirol
mit Sitz in Bozen
zusammengesetzt aus den Richtern:
Raffaele DAINELLI Präsident
Marcovalerio POZZATO Rat
Alessandro PALLAORO Rat
in der Sitzung vom 3. Juli 2015
nach Einsichtnahme in Art. 100, Absatz 2, der Verfassung;
nach Einsichtnahme in den Einheitstext der Gesetze über die
Rechtsordnung des Rechnungshofs, genehmigt mit Königlichem Dekret
vom 12. Juli 1934, Nr. 1214, in geltender Fassung;
nach Einsichtnahme in das Gesetz vom 14. Januar 1994, Nr. 20, in
geltender Fassung;
nach Einsichtnahme in das Gesetz vom 24. November 2000, Nr.
340, insbesondere in Art. 27;
nach Einsichtnahme in das Dekret des Staatspräsidenten vom 15.
Juli 1988, Nr. 305, in geltender Fassung, insbesondere in die Artikel 5
17
und 7;
nach Einsichtnahme in die Verordnung zur Organisation der
Kontrollfunktionen des Rechnungshofs, genehmigt mit Beschluss der
Vereinigten Sektionen am 16. Juni 2000, Nr. 14, in geltender Fassung;
nach Einsichtnahme in das Dekret des Regierungskommissariats
Bozen vom 20. April 2015, Nr. 11535/PR/III, betreffend die Übertragung
des Auftrags der Führung des Regionalen Verwaltungsgerichts Trentino-
Südtirol – Autonome Sektion für die Provinz Bozen an Frau Doktor Eva
Cäcilia Pixner, die im örtlichen Stellenplan der Führungskräfte des
Verwaltungsgerichts eingetragen ist, ab dem 1. Mai 2015;
nach Einsichtnahme in das Schreiben vom 18. Mai 2015, Nr. 356,
mit dem das Amt für die Rechtmäßigkeitskontrolle dieser Sektion seine
Untersuchungsergebnisse mitgeteilt hat;
nach Einsichtnahme in das Antwortschreiben des Regierungs-
kommissariats für die Provinz Bozen vom 17. Juni 2015, Nr. 1763;
nach Einsichtnahme in die Berichte des Untersuchungsrichters und
des beauftragten Rates vom 23. Juni 2015 und vom 24. Juni 2015, mit
denen ersucht wurde, die Angelegenheit dem Richterkollegium zu
unterbreiten;
nach Einsichtnahme in die Verfügung des Präsidenten der Sektion
vom 25. Juni 2015, Nr. 7, mit der die öffentliche Sitzung der Sektion für
den heutigen Tag einberufen wurde;
nach Einsichtnahme in das Schreiben vom 26. Juni 2015, Nr. 527,
mit dem das Sekretariat der Sektion eine Kopie der vorhin genannten
Verfügung und der Berichte der Zuweisung an das
Regierungskommissariat für die Provinz Bozen und an das
gebietsbezogene Rechnungsamt des Staates von Bozen übermittelt hat;
nach Anhörung:
18
des berichterstattenden Rates Marcovalerio Pozzato;
der Frau Doktor Margherita Toth in Vertretung des
Regierungskommissariats für die Provinz Bozen;
der Frau Doktor Anna Rosa Defant in Vertretung des
gebietsbezogenen Rechnungsamtes des Staates von Bozen.
Unter Beiziehung von Frau Martina Salvadori als protokollführender
Sekretärin.
S A C H V E R H A L T
Mit Dekret vom 20. April 2015, Nr. 11535/PR/III, hat das
Regierungskommissariat Bozen der Frau Doktor Eva Cäcilia Pixner, die
im örtlichen Stellenplan der Führungskräfte des Verwaltungsgerichts
eingetragen ist, den Auftrag der Führung des Regionalen
Verwaltungsgerichts Trentino-Südtirol – Autonome Sektion für die
Provinz Bozen vom 1. Mai 2015 bis zum 30. April 2018 übertragen.
Mit dieser Maßnahme erfolgte die Erneuerung des mit dem vorherigen
Dekret übertragenen Auftrags, der vom 1. Mai 2012 bis zum 31. April
2015 gegangen war, und zwar auf der Grundlage des vom Präsidenten
des Regionalen Verwaltungsgerichts Trentino-Südtirol – Autonome
Sektion für die Provinz Bozen gemachten Vorschlags (Schreiben vom 9.
Februar 2015, Nr. 118) und des erfolgten Einvernehmens mit dem
Präsidenten des Staatsrates (Schreiben vom 26. Februar 2015), im
Sinne von Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984.
Mit den Bemerkungen vom 18. Mai 2015, Nr. 386, hat das Kontrollamt
seine Feststellungen vorgebracht und im Wesentlichen die nicht erfolgte
Anwendung der Regelung gemäß Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr.
165/2001 beanstandet.
In Bezug auf die Einhaltung der Grundsätze der Transparenz und der
guten Verwaltungsführung, auch mittels Festlegung von Kriterien zur
19
Sicherstellung der Rotation der Aufträge, wurde insbesondere die nicht
erfolgte Veröffentlichung des Verfahrens der Vergabe des
Führungsauftrags im Voraus gemäß Art. 6 des Dekrets des Präsidenten
des Staatsrates vom 5. April 2011, gemäß Art. 20, Absatz 10, des
gesamtstaatlichen Kollektivvertrags für den Vierjahreszeitraum 2002-
2005 und gemäß Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001
festgehalten.
Das Regierungskommissariat für die Provinz Bozen hat mit Schreiben
vom 4. Juni 2015, Nr. 16387, dieser Kontrollsektion vor allem mitgeteilt,
die entsprechenden Bemerkungen dem Generalsekretär des
Verwaltungsgerichts übermittelt zu haben.
In der Folge hat die Verwaltung mit Schreiben vom 17. Juni 2015, Nr.
17633, ihre Gegendarstellungen vorgelegt, auf die Registrierung der
Unterlage bestanden und den “…Verfassungsrang” der Bestimmung laut
Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984, in geltender Fassung,
hervorgehoben; demnach wird die Ernennung des Generalsekretärs
(dieses Gerichts) vom zuständigen Regierungskommissariat verfügt, auf
Vorschlag des Präsidenten des Regionalen Verwaltungsgerichts und im
Einvernehmen mit dem Präsidenten des Staatsrates.
Sie hat betont:
- “…Angesichts des Verfassungsrangs der gegenständlichen Bestimmung
scheint die von Art. 12 des D.P.R. 426/84 vorgesehene Regelung
schließlich spezifisch und im Verhältnis zu Art. 19 des Gv. D. 165/2001
also derogativ und vorherrschend zu sein";
- das Verfahren der “direkten Berufung” beinhaltet ein ”Einvernehmen”,
das sich schlecht mit dem von der Staatsbestimmung vorgesehenen
offenen Wettbewerbsverfahren verträgt (insbesondere mit der
Befragung von mehr interessierten Subjekten).
20
Das Kommissariat hat außerdem Folgendes geltend gemacht:
- das Fehlen von anderen, der gegenständlichen Verwaltung
zugehörigen Führungskräften; und in diesem Zusammenhang, dass die
Bestätigung des Auftrags der genannten Angestellten “hauptsächlich
von der Nutzlosigkeit der vorherigen Veröffentlichung im
Zusammenhang mit den Zielsetzungen verursacht wurde, welchen
dieses Instrument nachkommen müsste, nämlich der angebrachten
Rotation unter allen Führungskräften des Verwaltungsgerichts, welche in
die Lage versetzt werden müssten, die richtigen Entscheidungen in
Bezug auf die entsprechenden fachlichen Voraussetzungen zu treffen.
Dies weil die betreffende Beamtin die einzige im Stellenplan des
Verwaltungsgerichts und zudem im örtlichen Stellenplan der autonomen
Sektion Bozen eingetragene Führungskraft ist, welche die Voraussetzung
der Zweisprachigkeit gemäß D.P.R. Nr. 752/1976 erfüllt”;
- die nicht erfolgte Einrichtung eines einzigen Stellenplans der
Führungskräfte auf örtlicher Ebene – laut Art. 32/quinquies des D.P.R.
Nr. 752/1976 –, im Rahmen dessen die Abwicklung eines Verfahrens
möglich wäre, angesichts “…einer engen Wechselbeziehung zwischen der
Führungskraft des örtlichen Stellenplans und der zugehörigen
Verwaltung, von der dieses Regierungskommissariat notwendigerweise
die erforderten Ermächtigungen für Anstellungen, Auftragserteilungen
und -erneuerungen und so weiter erhalten müsste…”;
- die nicht abgestimmte Fälligkeit der gegenwärtig bei den
verschiedenen Staatsverwaltungen in der Provinz Bozen bestehenden
Führungsaufträge und die daraus folgende Unmöglichkeit, im Falle einer
etwaigen Nichtbestätigung der Führungskraft, diese “…in die staatlichen
Stellenpläne der jeweils zugehörigen Verwaltung aufzunehmen, da die
Voraussetzungen laut Art. 11 des D.P.R. 752/76 (Verbleib von
21
wenigstens sieben Jahren im örtlichen Stellenplan)” noch nicht
bestehen und sie deshalb nicht nutzbringend wiederangestellt werden
könnte.
Die angeführten Überlegungen der Verwaltung konnten die vom
Kontrollamt vorgebrachten Bedenken nicht beseitigen und dieses hat die
Übermittlung des gegenständlichen Aktes an das Kollegialorgan
verlangt.
Mit Verfügung vom 25. Juni 2015, Nr. 7, hat der Präsident der
Kontrollsektion Bozen die Sektion zur Sitzung am 3. Juli 2015
einberufen.
Mit Schreiben vom 2. Juli 2015 hat das Regierungskommissariat die
bereits gegebenen Begründungen wiederholt und präzisiert, dass die
Bestimmungen von Art. 97, Absatz 4, der Verfassung und von Art. 12
des D.P.R. Nr. 426/1984 zusammengenommen die "direkte Berufung",
in Abweichung von den Rechtsgrundsätzen (mit der ausdrücklichen, vom
Gesetz vorgesehenen Ausnahme), für die zu besetzende Stelle dieser
Funktion erlauben würde. In diesem Zusammenhang wird auch
unterstrichen. dass:
- “…die von der Verfassung vorgesehene Möglichkeit, “ein spezielles
Verfahren” der Aufnahme gemäß Art. 12 des D.P.R. Nr. 426/1984
einzuführen, das Feld von allen Fragen vorgeblicher Unrechtmäßigkeit
dieser Vorgehensweise bezogen auf die Grundprinzipien der
Rechtsordnung freizumachen scheint ”;
- die nicht erfolgte Anwendung der Verfügung von Art. 32/quinquies des
D.P.R. Nr. 752/1976 es dem Regierungskommissariat nicht erlauben
würde, Verfahren der Befragung von Führungskräften verschiedener
Verwaltungen des Staates ohne vorherige Ermächtigung und die
Zustimmung sowohl der mit der Vergabe des Führungsauftrags
22
befassten Verwaltung als auch jener Verwaltungen in die Wege zu leiten,
deren Führungskräfte die Bekleidung des ausgeschriebenen
Führungsauftrags anstreben könnten.
Mit Schreiben vom 2. Juli 2015 hat das örtliche Rechnungsamt des
Staates von Bozen im Wesentlichen Folgendes bestätigt:
a) die Rechtmäßigkeit der Erneuerung des Vertrags der genannten
Führungskraft (auch in Anbetracht der Schwierigkeit einer etwaigen
anderen und neuen Zuordnung);
b) die vorhandene buchhalterische Deckung der
Ausgabenzweckbindung.
Vom Leiter des örtlichen Rechnungsamtes des Staates in Bozen wurde
auch wörtlich bekräftigt, dass man “die Konkretisierung der
verschiedenen Elemente der vorherrschenden Ausschließlichkeit des
geltenden Art. 12 D.P.R. 426/84 annehmen könnte…”
In der heutigen Sitzung haben die Vertreter des
Regierungskommissariats für die Provinz Bozen und des örtlichen
Rechnungsamtes des Staates die bereits im Laufe der Ermittlung zur
Stützung der Korrektheit des der Prüfung unterzogenen Aktes
vorgebrachten Argumente nochmals bekräftigt.
RECHTSAUSFÜHRUNGEN
Die Sektion ist nun zu entscheiden aufgerufen, ob für die Erteilung bzw.
Verlängerung des Auftrags der Führung des Regionalen
Verwaltungsgerichts Trentino-Südtirol – Autonome Sektion für die
Provinz Bozen die „direkte Berufung“ zum Tragen kommen kann oder ob
zuvor die Verfahren laut Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001,
bezüglich der Veröffentlichung der freien Stellen sowie der Erhebung
und Bewertung des etwaigen Vorhandenseins von interessierten
Führungskräften, zur Anwendung kommt.
23
Die Verwaltung ist der Auffassung, dass in diesem Fall die von Art. 12
des D.P.R. Nr. 426/1984 [Bestimmung von verfassungsähnlichem
(paracostituzionale) Rang] vorgesehene Möglichkeit zum Tragen kommt,
vom Wettbewerbsverfahren mittels „direkter Berufung” abzuweichen.
Sie findet ihre Rechtsquelle im Art. 97, Absatz 4, der Verfassung wie
folgt: „Der Zutritt zu den Stellen der öffentlichen Verwaltung erfolgt,
vorbehaltlich der durch Gesetz bestimmten Fälle, durch Wettbewerb”.
In diesem Rahmen stünde die Abweichung des Verfahrens vom
Wettbewerb gemäß der genannten Bestimmung
(Durchführungsbestimmung des Statuts) nicht im Widerspruch mit den
Rechtsgrundsätzen sondern sie wäre, als von der Verfassung erlaubte
Ausnahme, darin begründet.
Dieselbe Verwaltung stellt außerdem fest:
- über keine Zuständigkeit der Gebarung der Ausgabenkapitel bezogen
auf die Aufnahme von Personals zu verfügen (daher ist die Zustimmung
der verschiedenen zugehörigen Verwaltungen für jeden „verfügenden”
Akt betreffend die Aufnahme oder Versetzung von Personal,
Führungspersonal und anderes innerhalb der verschiedenen
Verwaltungen unumgänglich);
- das Fehlen einer Bevollmächtigung des Regierungskommissariats
sowohl für die Durchführung eines Wettbewerbs als auch für die
Befragung auf lokaler Ebene.
Dies vorausgeschickt, hält das Kollegium die Anführung der auf diesen
Fall anwendbaren Bestimmungen für angebracht.
Art. 97 der Verfassung verfügt:
- unter Absatz 2: ”Die öffentlichen Dienststellen werden nach den
gesetzlichen Bestimmungen in der Weise aufgebaut, dass die gute
Führung und die Unparteilichkeit der Verwaltung gewährleistet sind”;
24
- unter Absatz 4: ”Der Zutritt zu den Stellen der öffentlichen Verwaltung
erfolgt, vorbehaltlich der durch Gesetz bestimmten Fälle, durch
Wettbewerb”.
Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001 (allgemeine
Bestimmungen betreffend die Regelung der Arbeitsverhältnisse mit
Abhängigkeit von den öffentlichen Verwaltungen): ”Die Verwaltung gibt,
auch durch Veröffentlichung der Benachrichtigung auf der amtlichen
Webseite, die Zahl und die Art der verfügbaren Stellen des Stellenplans
nach ihrer Funktion und die Auswahlkriterien bekannt; sie erhebt die
Verfügbarkeit der interessierten Führungskräfte und bewertet sie”.
Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984
(Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut für die Region
Trentino-Südtirol über die Einrichtung des Regionalen
Verwaltungsgerichts Trient und der autonomen Sektion Bozen), in
geltender Fassung, verfügt: “Die Stelle des Generalsekretärs kann von
einem den Stellenplänen des Staates, der Region oder einer der beiden
autonomen Provinzen angehörenden Bediensteten im Rang eines
leitenden Beamten besetzt werden. Die Ernennung wird vom
zuständigen Regierungskommissar auf Vorschlag des Präsidenten des
Regionalen Verwaltungsgerichts im Einvernehmen mit dem Präsidenten
des Staatsrates verfügt”.
Art. 13, Absatz 6, des D.P.R. Nr. 752/1976
(Durchführungsbestimmungen zum Sonderstatut der Region Trentino-
Südtirol auf dem Sachgebiet des Proporzes in den staatlichen Ämtern in
der Provinz Bozen und der Kenntnis der beiden Sprachen im öffentlichen
Dienst) , in geltender Fassung, verfügt: ”Der Regierungskommissar für
die Provinz Bozen ist außerdem ermächtigt, alle anderen Maßnahmen zu
ergreifen und alle anderen Verfügungen zu erlassen, die die
25
Bediensteten nach Artikel 8, Absatz 1, dieses Dekrets betreffen, wobei
er die Bestimmungen über die dienstrechtliche Stellung der Bediensteten
des Staates … anwendet…”.
Nach der Anführung des gegenständlichen Gesetzesrahmens, ist es
hilfreich, an das zu erinnern, was das Verfassungsgericht in allgemeiner
Hinsicht zu der zu entscheidenden Angelegenheit geltend gemacht hat:
“…der öffentliche Wettbewerb – als unparteiischer Mechanismus der
technischen und neutralen Auswahl der Fähigsten auf der Grundlage des
Kriteriums des Verdienstes – stellt die allgemeine und ordentliche Form
der Einstellung für die öffentlichen Verwaltungen dar. Er wurde zum
Schutz der Erfordernisse der Unparteilichkeit und Effizienz der
Verwaltungstätigkeit eingeführt. Die von Art. 97 der Verfassung
erlaubten Ausnahmen zu dieser Regel müssen, unter der Voraussetzung,
dass sie mit Gesetz verfügt sind, <<besonderen und außerordentlichen
Erfordernissen öffentlichen Interesses>> entsprechen (Urteil Nr. 81 von
2006). Ansonsten würde die Ausnahme zu einem Vorrecht zugunsten
von mehr oder weniger großen Personengruppen führen (Urteil Nr. 205
von 2006). Um die Allgemeinheit der Regel des von Art. 97 der
Verfassung verfügten öffentlichen Wettbewerbs sicherzustellen, ist der
Bereich der Ausnahmen in rigoroser Form zu begrenzen” (ex plurimis
Urteil Verfassungsgericht Nr. 363/2006).
In diesem Zusammenhang ist das Kollegium der Auffassung, Art. 12 des
D.P.R. Nr. 426/1984 in Hinsicht auf den oben angeführten
Gesetzesrahmen, in Übereinstimmung mit der Vorschrift der Verfassung
und den direkt von ihr abzuleitenden Grundsätzen, einer systematischen
Lesung unterziehen zu müssen.
Der Verfassungsrichter hat unterstrichen, dass die Aufgabe der “…dem
Statut (zusätzlich zur Verfassung) untergeordneten”
26
Durchführungsbestimmungen jene ist “…die Inhalte und die besonderen
Ziele der Sonderautonomie im Sinne der Einheitlichkeit der
Rechtsordnung zu harmonisieren…” (Urteil Nr. 213/1988).
Was die Bestimmungen laut Gv. D. Nr. 165/2001 betrifft, sie sind
Grundprinzipien im Sinne von Art. 117 der Verfassung, stellt das
Kollegium fest, dass der staatliche Gesetzgeber, laut der
Rechtsprechung des Rechnungshofs, dem Verfassungsgrundsatz des
guten Funktionierens der Verwaltungstätigkeit laut Art. 97 der
Verfassung die volle Verwirklichung zuerkannt und Regeln der
effizienten und rationalen Verwendung der Humanressourcen (innerhalb
der öffentlichen Verwaltung) vorgegeben hat, “…welche mit dem
allgemeinen System des öffentlichen Wettbewerbs eingelöst werden, der
als die allgemeine und ordentliche Form des Zugangs zu den Planstellen
der öffentlichen Verwaltungen zu verstehen ist, um allen Bürgern die
gleichen Zugangsbedingungen zu gewährleisten und die Auswahl der
Verdienstvollsten sicherzustellen, vgl. Urteile des Verfassungsgerichts
Nr. 9/2010, Nr. 52/2011, Nr. 167/2013, Nr. 227/2013, Nr. 134/2014 “
(Vgl. Rechtsprechungssektion Trient des Rechnungshofs Nr. 11/2015).
Im hier aufgezeigten Rahmen sind auch die allgemeinen Kriterien von
Redlichkeit und von Treu und Glauben wichtig (vgl. Artikel 1175 und
1375 des Zivilgesetzbuchs), zu denen alle öffentlichen Verwaltungen
verpflichtet sind (sie sind zu vergleichenden Bewertungen und Formen
der Beteiligung an den Entscheidungsprozessen angehalten), da die
Vergabe von Führungsaufträgen in den Bereich des privatisierten
öffentlichen Dienstes fallen (vgl. dazu die Urteile des Staatsrats Nr.
02495/2014, des zivilen Kassationsgerichtshofs, Sektion Arbeit, Nr.
7495/2015, und des Regionalen Verwaltungsgerichts Abruzzen, Nr.
7/2015).
27
Andererseits besteht für die öffentlichen Verwaltungen auch die
Verpflichtung, Kriterien einzuführen, welche die Rotation der
Führungskräfte ermöglichen, in Übereinstimmung mit Art. 1, Absatz 4,
Buchstabe e), und Art. 1, Absatz 5, Buchstabe b), des Gesetzes Nr.
190/2012 (vgl. dazu den genannten Beschluss Nr. 180/2014 der
regionalen Kontrollsektion für die Emilia Romagna).
Daraus folgt, dass der öfter zitierte Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr.
426/1984 zusammen mit den allgemeinen Regeln des Wettbewerbs und
der Transparenz bei der Vergabe der Aufträge in der öffentlichen
Verwaltung gelesen werden muss, die in der späteren Bestimmung des
Gv. D. Nr. 165/2001 enthalten sind, in direkter Anwendung von Art. 97
der Verfassung, und zwar auch angesichts der Gemeinschaftsgrundsätze
einer gesunden öffentlichen Gebarung.
Die von der Verwaltung vertretene These der grundsätzlichen Alternative
zwischen dem Art. 12, Absatz 2, des D.P.R. Nr. 426/1984 und dem Art.
19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001, woraus im Wesentlichen eine
unbegrenzte Befugnis der Auswahl der Führungskraft ableitbar wäre,
entbehrt daher der Grundlage.
Die “Berufung” von Beamten der Stellenpläne des Staates, der Region
oder der autonomen Provinzen (die im Besitz der Führungskraft-
befähigung sind) “im Einvernehmen” mit dem Präsidenten des
Staatsrats kann nach Auffassung des Kollegiums, bei einer
systematischen Lesung des diesbezüglichen Gesetzesrahmens, im
Zusammenhang mit der notwendigen vorausgehenden Phase der
Veröffentlichung der offenen Stelle dieser Funktion und der Erhebung
der Verfügbarkeit der eventuell interessierten Führungskräfte, nur eine
nachgeordnete Phase des Verfahrens der Vergabe von
Führungsaufträgen darstellen.
28
Das schließt, von der Logik her, die Vereinbarkeit der Anwendung der
Regelung laut Art. 19, Absatz 1/bis, des Gv. D. Nr. 165/2001 mit der
Möglichkeit der Erneuerung des Führungsauftrags allerdings nicht aus,
da nichts dem im Wege steht, dass die Verwaltung, nach erfolgter
Veröffentlichung und Bewertung der Verfügbarkeit der Bewerber, bei
den gegebenen Voraussetzungen und vorheriger angemessener
Begründung, die Person als geeignetste für die Funktion auswählen
kann, die bereits vorher Inhaberin des Führungsauftrags war (vgl.
Regionale Kontrollsektion Emilia Romagna, Beschluss Nr. 180/2014).
Die Sektion stellt jedenfalls fest, dass in diesem Fall keine
außerordentlichen Erfordernisse hinsichtlich der Sicherstellung “…der
Kontinuität der Arbeit in Ämtern von besonderer und heikler Wichtigkeit”
bestanden, welche laut der Rechtsprechung des Rechnungshofs die
Abweichung vom allgemeinen Grundsatz des Wettbewerbs erlaubt
hätten (vgl. zentrale Sektion der Gesetzmäßigkeitskontrolle betreffend
die Maßnahmen der Regierung und der Staatsverwaltungen, Beschluss
Nr. 24/2014).
In allgemeiner Hinsicht ist es vielleicht nützlich hervorzuheben, dass die
an der Erteilung des Auftrags interessierten Beamten im Besitz der
Voraussetzungen sein müssen, die sich aus der Anwendung der
Bestimmungen im Bereich des Sprachproporzes in den Staatsämtern in
der Provinz Bozen und der Kenntnis der italienischen und deutschen
Sprache im öffentlichen Dienst auf dieser örtlichen Ebene ergeben (vgl.
Art. 89 des D.P.R. Nr. 670/1972 und die entsprechenden
Durchführungsbestimmungen gemäß D.P.R. Nr. 752/1976, in geltender
Fassung).
Was die weiteren Gründe angeht, welche von der Verwaltung zur
Stützung der eigenen Maßnahme angegeben wurden (insbesondere mit
29
Bezug auf das Fehlen einer Bevollmächtigung zur Durchführung eines
Wettbewerbsverfahrens), ist es angebracht zu unterstreichen, dass das
Regierungskommissariat, im Sinne des oben genannten Art. 13, Absatz
6, des D.P.R. Nr. 752/1976, aufgrund der generell ope legis
übertragenen Bevollmächtigung, dieses Verfahren in der Regel im
Bereich der Führungskräfte der örtlichen Stellenpläne der in der Provinz
Bozen im Dienst befindlichen Zivilbediensteten der Staatsverwaltungen
durchführen muss.
In der gegenständlichen Angelegenheit kann das Kommissariat die
Möglichkeit gemäß Art. 12 des D.P.R. Nr. 426/1984, abgeändert von Art.
5 des Gv. D. Nr. 161/1999, geltend machen und die Verfahren laut Art.
19, Absatz 1/bis, des genannten Gv. D. Nr. 165/2001 auf die Beamten
(die im Besitz der Führungsbefähigung sind) der Stellenpläne der Region
und der autonomen Provinzen ausdehnen.
Das Kollegium ist der Auffassung, dass auch im gegenständlichen Fall
die besonderen und allgemeinen Zuständigkeiten des Regierungs-
kommissariats von Bozen bezüglich der Besetzung der Stellen der
örtlichen Stellenpläne der Staatsverwaltungen sowie des Erlasses aller
Maßnahmen betreffend das entsprechende Personal zum Tragen
kommen (vgl. Artikel 8 und 13 des D.P.R. Nr. 752/1976).
Zuletzt weist die Sektion darauf hin, dass die Zuständigkeiten/Pflichten
des Regierungskommissariats bezüglich der Durchführung des
Wettbewerbsverfahrens in keinerlei Weise mit der Führung eines
eigenen Ausgabenkapitels in Zusammenhang stehen, da die
Zuständigkeit für Ausgaben ganz von der Ermittlung der zu
beauftragenden Führungskraft abgekoppelt ist. Es ist hier angebracht zu
unterstreichen, dass die Zustimmung der Verwaltung (des Apparats
Verwaltungsgericht), einschließlich der Ausgabenbelastung für die
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Führungskraft, in der Endphase des Verfahrens gewährleistet ist, in der
die vergleichende Bewertung der verschiedenen Bewerber Gegenstand
eines begründeten Vorschlags des Präsidenten des Regionalen
Verwaltungsgerichts ist, im Einvernehmen mit dem Präsidenten des
Staatsrates.
Aus diesen Gründen
lehnt die Regionale Kontrollsektion des Rechnungshofs für die Region
Trentino-Alto Adige/Südtirol, mit Sitz in Bozen, den in den Prämissen
genannten Sichtvermerk und die damit verbundene Registrierung der
Maßnahme ab.
So beschlossen in der nichtöffentlichen Sitzung in Bozen am 3. Juli
2015.
Der Präsident
gez. Raffaele Dainelli
Der Berichterstatter
gez. Marcovalerio Pozzato
Hinterlegt im Sekretariat am 24. Juli 2015
Der Amtsleiter
gez. Peter Werth
Übersetzt von
gez. Robert Kalser