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rivista santa rosa 3 ok - Viterbo Oggi · 2011. 9. 1. · VITERBO - tel. 0761/345252 Stampa: Tipografi a Graffi etti, Montefi ascone (VT) ... E’ il 3 febbraio 2010 e siamo in

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    PRIMO PIANO

    Direttore ResponsabileRoldano Cisternino

    e-mail: [email protected]

    Coordinamento redazionaleFrancesco D’Ascanio

    Realizzazione: Cooperativa Editoriale

    “Balla con i Lupi”

    PresidenteSilvano D’Ascanio

    Hanno Collaborato:Barbara Gemin

    Silvia CannucciariAlessandra PinnaAlessia SerangeliSimona Deligia

    Serena D’AscanioAnna Maria VinciLeonardo GeronziDr. Romeo Lippi

    Giuseppe Venanzi

    SI RINGRAZIANO: Gli inserzionisti e tutti coloro che con gli interventi hanno

    consentito la realizzazione della rivista

    Segretaria di Produzione:Katia Lo Giudice

    Concessionaria di pubblicità: Studio 1 s.r.l.

    Via Rossi Danielli, 19VITERBO - tel. 0761/345252 Stampa: Tipografi a Graffi etti,

    Montefi ascone (VT)Aut. Trib. di Viterbo n. 484

    Ringraziamo per la gentile concessione del materiale fotografi co Eyes Group per il CD “Passeggiando per la Tuscia”Su manoscritti, foto, e pubblicità non è consentita la riproduzione integrale o par-ziale senza l’autorizzazione dell’editore. Gli articoli e i servizi rispecchiano il giu-dizio e il parere degli autori che li fi rmano e se ne assumono la responsabilità.

    SETTEMBRE Duemilaundici

    SOMMARIOGiro di NeraCivita Castellana: ripercorriamole vicende del delitto Rizzello

    VetrallaA Norchia crolla la tomba di Charun

    Civita CastellanaI ragazzi fanno riviverei rioni attraverso il calcio

    TarquiniaLa città diventa un grande museo

    TuscaniaGiorni decisivi per il destinodei lavoratori della cartiera

    Pizza amore e fantasiaIl Molino: il risveglio dei sensi

    Ditelo allo psicologo

    MusicaIl mondo dei Todomodo

    Speciale Santa Rosa

    Oroscopo di settembre

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    Primo piano

    “Se Belcolle fosse attrezzatonostro fi glio sarebbe ancora vivo?”

    Parlano Isabella e Giancarlo, i genitori del piccolo Riccardo morto a dodici giorni dalla nascitaper una malformazione non diagnosticata e lanciano un appello accorato: “Solo per la verità”

    di Alessia Serangeli

    Vogliamo soltanto la verità”. Questo l’ac-corato appello di Isabella e Giancarlo, i genitori del bimbo nato con parto cesareo nell’ospedale di Belcolle alle 19,45 del primo agosto scorso, e morto dodici gior-ni dopo al Bambin Gesù di Roma, dove era stato trasportato poche ore dopo la nascita per essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico, necessario a cor-reggere una grave malformazione car-diaca. Problema, questo, che non era stato diagnosticato dall’ecografia morfologica eseguita dalla madre al quinto mese di gravidanza in una struttura privata.Sebbene convinti che il loro bambino sia morto a causa della concomitanza di al-

    cune circostanze, Isabella e Riccardo non hanno presentato alcuna denuncia, e non sanno ancora se la faranno. “Decideremo – hanno detto - dopo aver analizzato le cartelle cliniche con l’ausilio di un esper-to di fiducia. Il nostro primo obiettivo è evitare che altre famiglie debbano vivere il nostro stesso dramma”. Dopo il parto, il piccolo Riccardo era sta-to trasferito, come da routine, nel reparto

    di Pediatria del nosocomio cittadino, ed è qui che i medici avevano stilato la dia-gnosi: ‘’trasposizione dei grandi vasi’’. Solo un intervento di altissima specializ-zazione, forse, avrebbe potuto salvare il piccolino. All’1,30 di notte il trasferimento a Roma, a bordo di una cicogna - un’ambulanza attrezzata giunta appositamente dal Bam-bin Gesù. Nel corso della stessa notte l’in-

    tervento; seguito, nei giorni successivi, dall’insorgere di problemi al cervelletto causati dalla scarsa ossigenazione. Le condizioni di Riccardo peggiorano pro-gressivamente: il 12 agosto il decesso.“Vogliamo che qualcuno dissipi i nostri dubbi”, hanno confidato i genitori. “Vo-gliamo sapere se è stato fatto tutto ciò che era necessario e nei tempi giusti. Voglia-mo anche capire perché l’ecografia mor-fologica non ha evidenziato la malforma-zione cardiaca. Vogliamo sapere chi ha sbagliato e cosa non ha funzionato”.Per quanto riguarda i medici di Belcolle la coppia ha sottolineato di “non puntare il dito contro nessuno, ma ci chiediamo: se il principale ospedale della provincia avesse avuto le strutture necessarie per intervenire nostro figlio sarebbe ancora vivo?”.Ad avviso del dottor Massimo Palumbo, primario del reparto di Pediatria di Bel-colle, il bambino forse si sarebbe potuto salvare se la malformazione fosse stata diagnostica durante la gestazione e la mamma fosse stata ricoverata in un cen-tro specializzato.

    cune circostanze, Isabella e Riccardo non di Pediatria del nosocomio cittadino, ed

    tervento; seguito, nei giorni successivi, dall’insorgere di problemi al cervelletto causati dalla scarsa ossigenazione. Le condizioni di Riccardo peggiorano pro-gressivamente: il 12 agosto il decesso.“Vogliamo che qualcuno dissipi i nostri dubbi”, hanno confidato i genitori. “Vo-gliamo sapere se è stato fatto tutto ciò che era necessario e nei tempi giusti. Voglia-mo anche capire perché l’ecografia mor-fologica non ha evidenziato la malforma-zione cardiaca. Vogliamo sapere chi ha sbagliato e cosa non ha funzionato”.Per quanto riguarda i medici di Belcolle la coppia ha sottolineato di “non puntare il dito contro nessuno, ma ci chiediamo: se il principale ospedale della provincia

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    Primo piano

    “In questi casi – ha spiegato il me-dico – il bambino dovrebbe passare dall’utero materno al tavolo opera-torio, dove il cardiochirurgo inter-viene senza perdite di tempo e, so-prattutto, avendo a disposizione una diagnosi precisa. Se fosse stata fatta una diagnosi precoce, sia i genitori che i medici sarebbero stati pronti ad affrontare ogni situazione”.E’ dello stesso parere anche il di-rettore sanitario della Asl Marina Cerimele: “I centri di III livello ad alta specializzazione, in questo caso cardio-chirurgia pediatrica, non

    possono essere presenti presso tutte le strutture ospedaliere regionali, in quanto occorrono equipe dedicate, attrezzature specifi che e casistiche. Attualmente, in particolare per la diagnosi precoce delle malforma-zioni congenite, l’accertamento viene fatto in utero attraverso la diagnosi prenatale”. Per il direttore sanitario, insomma, il problema è riconducibile alla mancata diagnosi della malformazione.Isabella e Giancarlo, attualmente, stanno attendendo l’arrivo della car-tella clinica del loro bambino.

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    Giro di nera

    Delitto Rizzello:in arrivo la perizia psichiatrica per De Vito

    Ripercorriamo l’omicidio della giovane mamma di Civita Castellanaassassinata con trenta coltellate, nuova udienza fi ssata il 21 ottobre

    di Alessia Serangeli

    E’ il 3 febbraio 2010 e siamo in via dei Latini, nella residenziale e tranquilla località Priati, a Ci-vita Castellana. Il delitto, defi nito “efferato”, sconvolge la città del-le ceramiche e non solo: nel giro di una manciata di ore la notizia fa il giro di giornali, web e tivvù nazionali. Sono trascorse da poco le tre del pomeriggio e i cronisti si precipitano.

    Lo scenario, fuori quella villet-ta color cipria dalle pareti un po’ scrostate teatro dell’omicidio, è convulso: ci sono i carabinieri del-la Compagnia civitonica, quelli del Nucleo investigativo, del Reparto operativo e le squadre del Ris di Roma, che entrano ed escono con espressioni che lasciano ben inten-dere quanto la scena criminis sia raccapricciante. “Mai visto niente di simile in tanti anni di carriera”, dichiarerà il sostituto procuratore Renzo Petroselli – titolare dell’in-chiesta - dopo il primo sopralluo-go, disponendo l’esame autoptico sulla salma della vittima, che sarà eseguito due giorni più tardi nella sala settoria del cimitero San Laz-zaro.

    I primi risultati si sarebbero avuti pochi giorni dopo. Marcella Riz-zello, 30 anni, è stata assassinata con un coltello da cucina (mai trovato): una trentina i fendenti da cui era stata raggiunta, al volto e all’addome soprattutto, fi no al col-po mortale alla gola.

    Un omicidio così spietato che spinge gli inquirenti a prediligere

    la pista della premeditazione. E si inizia a scavare nelle vite di Mar-cella e del compagno Francesco Vincenzi; lo stesso che al rientro dal lavoro - alle 13,30 del 3 feb-braio - aveva rinvenuto il corpo esanime di Marcella in una pozza di sangue nella camera da letto della loro abitazione. Gli inve-stigatori indagano a 360 gradi e vengono alla luce alcuni scheletri nascosti nell’armadio. Come lo stile di vita un po’ borderline della coppia e l’uso di stupefacenti (il 13 gennaio 2011 Vincenzi sarà ar-restato per droga).

    Un paio di settimane dopo il fatto, l’impressione – confermata, smen-tita e poi riconfermata dagli “ad-detti ai lavori” – è che il sospettato principale sia proprio il compagno della vittima, sebbene sul registro delle informazioni di reato non ci fosse uffi cialmente alcun indaga-to. Nel frattempo, proseguono i sopralluoghi del Ris nella villetta

    in via dei Latini, e l’andirivieni dalla caserma di Civita Castella-na di conoscenti, amici e parenti ascoltati in qualità di “persone in-formate sui fatti”. Ma l’inchiesta non va a dama: manca il movente, l’arma del delitto. E l’assassino.

    La svolta arriva per un caso for-tuito il 17 maggio. Cinque giorni prima un uomo di 35 anni di ori-gini campane, Giorgio De Vito, viene arrestato per tentato omici-dio dopo un’aggressione al nuovo compagno della sua ex polacca Mariola Henrika Michta. Il 12 maggio, dunque, ricoverato in ospedale, De Vito viene sottoposto all’esame del Dna e si scopre che combacia perfettamente con quel-lo trovato sotto le unghie della po-vera Marcella: il napoletano, già detenuto a Mammagialla, viene raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare. Stavolta per omicidio. Insieme a lui le manette scattano anche per la Michta. “Un

    la pista della premeditazione. E si

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    Giro di nera

    furto fi nito in tragedia”, così gli inquirenti poche ore dopo i due fermi. Marcella Rizzello è sta-ta assassinata barbaramente per cento euro: questo il denaro con-tenuto nel portafoglio rubato dalla coppia.

    Durante gli interrogatori di garan-zia – che si svolgeranno il 20 mag-gio 2010 – la Michta affermerà di essere stata costretta a seguire il compagno soltanto per compiere un furto e di non aver partecipato al delitto. De Vito, dal canto suo, si dichiarerà innocente e inventerà un sacco di storie, come quella del

    fratello gemello – “forse è lui l’as-sassino”. Ma le prove a loro carico sono schiaccianti. L’udienza preli-minare del procedimento giudizia-rio a carico dei due si svolge il 31 marzo 2011, quando il gup Fran-cesco Rigato stabilisce che si pro-cederà separatamente: la Michta sarà giudicata con rito abbreviato, mentre De Vito con l’immediato in Corte d’Assise.

    L’11 aprile la polacca viene con-dannata a 18 anni di reclusione, tre di libertà vigilata e interdizione dai pubblici uffi ci. Per De Vito il processo vero e pro-

    prio si apre il 17 giugno: si tratta di un’udienza di tipo interlocu-torio necessaria ad incardinare il dibattimento e a presentare liste testimoniali ed istanze da parte di accusa e difesa. Durante la seduta viene accolta la richiesta di perizia psichiatrica per De Vito.Maurizio Marasco, docente di psi-copatologia forense all’Università La Sapienza di Roma, ha iniziato i “lavori” il 21 luglio scorso e ha ancora un mese di tempo a dispo-sizione per depositare la perizia, i cui risultati saranno illustrati du-rante la prossima udienza, fi ssata al 21 ottobre.

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    Attualità

    Con l’acqua alla golaLa crisi fi nanziaria spinge a ridisegnare nuovi modelli sociali ed economici

    di Roldano Cisternino

    Vi ricordate quando il dibattito po-litico era incentrato sull’abbassa-mento delle tasse? Sembrano tra-scorsi secoli, e invece. Invece era soltanto poco più di un mese fa. Un mese che ha cambiato il mon-do, si dice. Un mese dopo il quale nulla sarà più come prima, si dice.Un mese che ha sconvolto l’eco-nomia mondiale, si dice.Un mese dove l’Italia si è fatta trovare meglio che altri paese, si dice.Un mese che era imprevedibile, si dice.Un mese che... si dice, si dice, si dice...L’unica cosa certa è che, governo o non governo, le mani nelle tasche degli italiani le stanno mettendo, e sono mani anche piuttosto inva-sive. Mani che tolgono sicurezze, serenità, dignità, civiltà. Tolgono il respiro.Ma era davvero così imprevedi-bile questa crisi? Non sta certo a noi dirlo. Ci sono economisti che asseriscono questa tesi, altri in-vece che sono conviti dell’esatto contrario.Un paio di considerazioni vanno comunque fatte.Ma vi sembra un mondo sano quello dove le quotazioni in borsa di un’azienda X aumentano se si preannunciano migliaia di licen-ziamenti?Vi sembra un mondo sano quello dove se fai i tagli alla sanità e alla scuola pubblica le agenzie di ra-ting non ti declassano, mentre se curi e istruisci come si deve i tuoi cittadini ti fanno fallire?

    Vi sembra un mondo sano quel-lo dove la precarietà del lavoro, specialmente quello giovanile, e la libertà di licenziare ti mangia il futuro?Vi sembra un mondo sano quel-lo dove le opportunità, i diritti, l’equità sociale ed economica vengono cancellati con un colpo di spugna?Ma che mondo è? Quale modello si sta inseguendo? Siamo con l’acqua alla gola, ma ora che i buoi sono usciti dalla stalla, è perfi no (sic!) inutile tergi-versare sulle ragione della destra e della sinistra. Servirebbe uno scatto di reni dell’intera classe di-

    rigente, di destra e di sinistra, per ridefi nire un modello di sviluppo che sta diventando sempre più pa-ludoso e senza prospettive.Già, la classe dirigente, Tutta. Di destra e di sinistra. Quella stessa classe dirigente che si è riempi-ta la bocca sulle radici cristiane dell’Europa e che invece ci ha consegnato l’adorazione del Dio-Mercato, che, a quanto ci risulta, di cristiano ha ben poco.Certo, il debito pubblico restereb-be quello, così come tutti gli altri problemi da risolvere. Ma almeno ritroveremmo la bussola come cit-tadini e come Stato. E soprattutto una speranza.

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    Vetralla

    A Norchia crollala tomba di Charun

    Agostino Cecchini: “Servono interventi urgenti”di Giuseppe Venanzi

    Dopo il crollo di una importante tomba a Norchia, torna di nuovo in auge la proposta di un recupe-ro della necropoli con un progetto congiunto fra Vetralla e Viterbo.Lo scorso maggio è stato regi-strato nella importante necropoli rupestre a confi ne fra Vetralla e Viterbo un nuovo crollo, che ha interessato la facciata della “Tom-ba di Charun”. “Purtroppo – dice Agostino Cec-chini appassionato di archeologia, storico locale e fondatore di un importante sito on line di video sul paese di Vetralla – a maggio scor-so, sono stato testimone di una tri-ste constatazione avvenuta durante una delle escursioni organizzate in collaborazione con Federtrek. La tomba di Charun (Caronte nella mitologia greca) era così denomi-nata per la presenza del demone scolpito sopra la trave orizzontale superiore della fi nta porta, l’ab-biamo trovata caduta a terra fran-tumata in enormi blocchi. Un vecchio crollo aveva già ri-maneggiato la fi gura della quale si scorgeva solo la porzione delle gambe, della base della veste e gran parte del caratteristico mar-tello. A volte veniva rappresentato di colore bluastro e per gli Etruschi aveva il compito di traghettare i defunti al di là del fi ume Stige”. Norchia, che probabilmente in epoca etrusca si chiamava Orcla, fu una città ad economia princi-palmente agricola posta sul trac-ciato della via Clodia e gravitava nell’orbita della vicina Tarquinia. L’insediamento urbano raggiunse il suo apice tra il IV ed il II seco-

    lo a.C. e sorgeva su uno stretto pianoro posto alla confl uenza dei torrenti Pile e Acqualta nel Biedano dove oggi sono visibili i suggestivi resti della medievale Pieve di San Pietro e del Castello che fu dei Di Vico. La fama di Norchia è strettamen-te legata alle spettacolari necro-poli rupestri che la circondano e che mostrano l’esibizione di una ricchezza, legata al ceto sociale

    dell’aristocrazia agraria, che vo-leva distinguersi pubblicamente. L’unico accesso stradale delle necropoli è da Vetralla e la stessa si trova a confi ne con il comune di Viterbo. Fino ad oggi non sono stati fatti importanti opere di re-cupero ma forse con la collabo-razione fra i due comuni qualco-sa potrebbe avvenire. Questo si augurano in molti appassionati di archeologia.

    lo a.C. e sorgeva su uno stretto dell’aristocrazia agraria, che vo-

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    pp civita castellana proloco serena d’ascanio

    ASSICURAZIONI E INVESTIMENTI

    3C Sncdi Enzo M. Colonna e C.

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    Civita Castellana

    I giovani recuperano la tradizionecon il Palio calcistico dei Rioni

    di Serena D’Ascanio

    Il Consiglio dei Giovani di Civita Castellana ha organizzato il Palio Calcistico dei Rioni.

    Lunedì 29 agosto è stato battuto il calcio d’inizio tra il Rione S. Gio-vanni e la compagine che unisce Sassacci, Cenciani e Borghetto, sul campo da calciotto della par-rocchia San Giuseppe Operaio.

    Sono stati divisi i quartiere della cittadina e si sfi deranno in un tor-neo calcistico con squadre compo-ste da 8 giocatori, con un massimo di 5 riserve, con la possibilità di coinvolgere negli anni altri sport.

    Un torneo a dir poco insolito, creato da una nuova generazione per nuove generazioni, con una profonda voglia di riportare la tra-dizione nel proprio territorio.

    Pier Francesco Cari, presidente del consiglio dei giovani, vuole far presente che “ogni emblema di quartiere riporta uno stemma di una fabbrica storica di Civita che prima sorgeva in ciascuna zona, questo per valorizzare la storia medievale e rinascimentale della città e per far capire il valore che le fabbriche hanno riportato nel tempo”.

    La squadra vincitrice del torneo avrà in concessione un vessillo di riconoscimento che terrà esposto, dove meglio crede, nel proprio quartiere per la durata di un anno, fi no alla nuova edizione, dove sarà rimesso in palio.

    Un modo nuovo e sano, insomma, per sensibilizzare i giovani, anche attraverso lo sport, a recuperare la memoria storica e socioeconomi-ca della cittadina, nonché le tradi-zioni che spesso il mondo giova-nile non recepisce perché non ne conosce a fondo il signifi cato ed i valori.

    Un modo nuovo e sano, insomma,

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    Semaforo spento, il sindaco: “Ce lo impone la legge”

    Tante le polemiche suscitate per il malfunzionamento in via Giovanni XXIIIdi Serena D’Ascanio

    Tante le polemiche suscitate a Ci-vita Castellana per il mal funzio-namento del semaforo sito in via Giovanni XXIII, adiacente alla Chiesa S. Giuseppe Operaio.

    I cittadini, anzi i “semplici cittadi-ni”, scatenano lamentele nei con-fronti del primo cittadino Gianlu-ca Angellelli, poiché ritengono che sia improponibile che quel semaforo rimanga spento dalle 22 in poi, soprattutto nei fi ne settima-na. La preoccupazione più grande nasce dalla paura di incidenti tra pedoni, biciclette, essendo quel-l’incrocio vicino alla chiesa e luo-go di gioco per molti bambini.Di fronte ai reclami posti da questi

    Civita Castellana

    Centro acconciatori, la forzadel “particolare”

    I locali di Adriano Lai e Serafi no Scarponi si sono spostati in via IV Giornate di Napoli,adiacenti alla Chiesa S. Giuseppe Operaio

    di Serena D’Ascanio

    “semplici cittadini”, il sindaco rispon-de chiedendo cosa sia lui, se non un semplice cittadino come tutti gli altri ed esordisce con una lezione di dirit-

    to, con articoli stradali imposti dalla legge, in particolare l’art. 169, che impone per legge che i semafori siano spenti dalle 23 alle 7 del mattino.

    Creatività, eleganza e cortesia. Sono questi i sinonimi con cui si può indicare il “Centro Acconcia-tori di Civita Castellana uomo-donna” di Adriano Lai e Serafi no Scarponi.Il Centro Acconciatori si trova ad oggi in via IV Giornate di Napoli, dispone di un ottimo staff, dispo-nibile e attento ad ogni richiesta ed esigenza del cliente. Per offrire un valore aggiunto a tutto ciò sono stati ristrutturati i locali, dove regnano, ancora più di prima, comfort e buon gusto.

    Per alcuni sembra come trovarsi a casa, per altri tutto ciò che non trovi a casa è presente al Centro acconciatori di Adriano Lai e Se-rafi no Scarponi.

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    Si apre la “Città Museo”Dal 1° ottobre al 27 novembre “full immersion” di cultura e archeologia

    di Anna Maria Vinci

    Si apre il 1° ottobre la XVI edi-zione di “Tarquinia a Porte Aper-te- Un museo nella città”, una manifestazione di successo orga-nizzata dal comune assessorato alla cultura.

    Un altro autunno quindi all’inse-gna della cultura con tanti appun-tamenti completamente gratuiti, un’occasione per poter visitare i siti archeologici insieme ai fautori degli scavi, assistere ai convegni sugli ultimi ritrovamenti etruschi sul territorio. Ma, la rassegna si è arricchita nel corso degli anni, grazie all’assessore Angelo Cen-tini, anche ideatore dell’evento, di altre iniziative quali i concer-ti, vedi “Cin’ E’ Musica concerto II edizione”, e la IV edizione di “Pagine a Colori”, illustrazioni per bambini e concorso letterario per gli studenti della scuola se-condaria superiore. Quindi, dal 1° ottobre fi no al 27 novembre per gli amanti della cultura in genere e dell’archeologia non si potranno perdere le conferenze e le pubbli-cazioni dei docenti delle varie uni-versità italiane, che ancora oggi effettuano le campagne di scavo sul territorio.

    Nel particolare attesissima è la conferenza del prof. Mandolesi dell’Università di Torino riguardo gli ultimi ritrovamenti e scoperte ancora in auge dei tumuli princi-peschi, ma anche i ritrovamenti e le scoperte delle campagne di scavo alla Civita, dove sorgeva l’antica Tarkna, ci sarà anche un incontro dove gli archeologi e gli

    studiosi relazioneranno riguardo “Le tombe dipinte di Tarquinia- Vicenda conservativa, restauri e tecnica di esecuzione” a cura di Adele Cecchini.

    Si apriranno quindi anche le visite guidate nei siti archeologici an-cora oggi oggetto di scavo: il sito di Gravisca, situato in località Le Saline a Tarquinia Lido, La città etrusca alla Civita, la città alto-medievale di Leopoli Cenncelle, ubicata su di una collina tra Civi-tavecchia e Tarquinia e la Chiesa rupestre di Santa Restituta anche essa situata sulla Civita.

    Verranno in seguito meglio espli-citate a cura dell’assessore alla cultura Angelo Centini, i luoghi dell’appuntamento e gli orari. Si riaprono quindi le porte della cul-tura in città, ma con orgoglio si può veramente affermare che or-mai a Tarquinia la cultura è di casa tutto l’anno.

    Tarquinia

    Angelo Centini

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    In bilico il futuro della cartiera

    Cgil e Cisl chiedono un tavolo tecnico con la società presso il Comune

    Saranno giorni decisivi, i prossimi, per il futuro della cartiera. A breve si terrà la riunione richiesta dai sindacati, Cisl e Cgil, con la pre-senza della nuova dirigenza e del curatore fallimentare, per riuscire a comprendere le intenzioni future dei proprietari visti gli ultimi li-cenziamenti e il rischio, a quanto sembra concreto, di nuovi tagli al personale per i prossimi mesi. L’amministrazione comunale in questa riunione dovrà porsi, come in passato, in un ruolo di media-zione tra le parti, una posizione ri-chiesta dai sindacati stessi e che la maggioranza ha voluto accogliere immediatamente. In ballo ci sono circa 40 posti di lavoro ed un problema ambientale per il comune di Tuscania non in-differente. ‘’Se l’impianto rimane – afferma in una nota il segretario organizzativo Cgil Carlo D’Ubal-do - si può ragionare su investi-menti e sviluppo della produzio-ne, sul superamento delle delicate questioni ambientali e sulle riper-cussioni positive per il territorio e la provincia. Se invece l’impianto fosse destinato all’abbandono o alla dismissione si avvierebbe una fase delicatissima dal punto di vi-sta ambientale, nonché occupazio-nale’’. D’Ubaldo si sofferma poi sul pro-blema derivante dallo smaltimento del pulper, i rifi uti da lavorazione giacenti, provenienti dalle prece-denti gestioni, pari a circa 6.000 tonnellate dal costo stimato di cir-ca un milione di euro, da effettuare entro 5 anni. ‘’Parliamo dunque - dice D’Ubal-

    do - di un impianto industriale, e conseguenti investimenti di tutto rilievo. C’e bisogno di investi-

    menti ma soprattutto di un piano industriale serio e condiviso, con le parti sociali e gli enti locali’’.

    do - di un impianto industriale, e

    Tuscania

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    Montefi ascone

    I comitati del lago al Cobalb: “L’inquinamento c’è, eccome!’’

    Contestate le dichiarazioni del presidente Pierangeli sullo stato delle acque

    “Per il secondo anno consecuti-vo, guarda caso, incredibilmente, proprio in piena stagione balnea-re, spunta improvvisamente un qualcosa o un qualcuno che getta a piene mani discredito sulla bal-neabilità del lago di Bolsena”.A parlare è Massimo Pierangeli, Direttore Generale del Cobalb, l’Azienda che si occupa del ciclo di depurazione delle acque lungo l’intero perimetro del bacino la-cuale.

    “I dati in nostro possesso – pro-segue Pierangeli – sono inconfu-tabili. Noi, come Cobalb, perio-dicamente ogni quindici giorni controlliamo le acque in uscita dai depuratori effettuando attente ed approfondite analisi. Dal canto suo l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) effettua prelevamenti ed analisi delle acque del lago in numerosis-simi punti. Fino ad oggi, non ab-biamo avuto segnalazioni di alcun genere, né negative , né positive, ragion per cui le acque del nostro lago sono balneabili al cento per cento”.

    Di altro avviso, invece, il Coor-dinamento dei comitati cittadini del lago di Bolsena che denuncia lo scadimento della qualità delle acque e attacca Cobalb. “Le dichiarazioni di Pierangeli sono false – attacca il comitato – perché sul sito dell’Arpa sono sta-ti pubblicati i dati delle analisi del lago. Risultato: esistenza di ente-rococchi intestinali ed escherichia coli oltre la soglia consentita in

    alcune zone ripariali del lago. Questo tipo di inquinamento è collegato al fattore fognario. Un problema che si riversa sull’eco-

    sistema del lago: distruzione della vegetazione ripariale e scarsità di pescato denunciata quest’estate dai pescatori”.

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    Pizza amore e fantasia

    “Il Molino”, il locale dove il gusto prende per mano i sensi e li esalta

    La cucina tipica viterbese attraverso la ricerca accurata degli ingredienti che la signora Mariasceglie personalmente tutte le mattine; per chi ama la pizza non c’è che l’imbarazzo della scelta

    di Simona Deligia

    Il nostro viaggio nella cucina tipica tra “ortodossia” e fan-tasia prosegue con un altro lo-cale che offre ai propri clienti cibi e bevande, frutto delle più antiche tradizioni viterbesi.

    Stiamo parlando de “Il Moli-no”, che si trova ai piedi del Palazzo Papale e la cui loca-tion è l’antichissimo frantoio di Palazzo Chigi.

    L’ ambiente è molto accoglien-te, con due sale interne e un giardino dove si può consu-mare la cena con uno sfondo paesaggistico e architettonico davvero suggestivo, quale uno scorcio di mura che racchiudo-no il centro storico, il Palazzo Papale e la valle di Faul.

    Un locale che, dal punto di vi-sta gastronomico, sta scriven-do la storia culinaria viterbese, forte dei suoi piatti scelti fra tradizione e novità, senza con-tare le moltissime varietà di pizza offerte ai clienti che si rivolgono a “Il Molino” come luogo di incontro e di relax.

    Sì, anche di relax. “Il Molino” infatti è l’esaltazione dei sensi: sicuramente del gusto e del-l’olfatto, ma anche della vista, immerso come è, come già det-to, in una “location” tra le più suggestive della città.

    Il locale è gestito con amore, serietà, professionalità, ma an-che con quel pizzico di fami-liarità che non guasta, da Pie-tro e Maria.

    Marito e moglie gestiscono il locale ormai da oltre un decen-nio, proponendo alla propria clientela piatti innovativi e gustosi, ma sempre legati alla tradizione.

    Piatti speciali come i “lombri-chi alla viterbese”, i “tonnarelli alla norcina” e la viterbesissi-ma “acquacotta”, fanno sco-prire e riscoprire i veri sapori della tradizione, con la ricerca accurata degli ingredienti che la signora Maria sceglie per-sonalmente tutte le mattine per salvaguardare la qualità e l’ori-ginalità del prodotto fi nale.

    Parte importante del menu è anche la pizza cotta nel grande

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    Pizza amore e fantasia

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    Ditelo allo PsicologoInviate le vostre domande [email protected] e riceverete una risposta

    Stress da vacanza: 6 consigli

    Ecco come tornare al lavoro freschi e pimpanti Dr Romeo Lippi

    Secondo alcune ricerche un ita-liano su dieci al rientro dalle ferie estive soffre di una serie di sintomi che gli inglesi chiamano “Post Vacation Blues” che si ma-nifesta con senso di stordimento, mal di testa, spossatezza, umore triste e annoiato fi no a dolori in-testinali, muscolari, raffreddore.

    Forse con qualche tono di esa-gerazione una recente pubblicità mostrava una ragazza in lacrime mentre ripensa alla crociera ap-pena fi nita.

    Qual è la spiegazione di tutto ciò? Diciamo che possiamo indi-viduare due gruppi di fattori uno organico e l’altro psicologico.

    Alcuni medici affermano che il nostro organismo infatti duran-te le ferie si adatta ad un nuovo ritmo, ad una alimentazione di-versa, a temperature ad una sti-molazione lontane dalla routine di ogni giorno.

    Ritornare improvvisamente alle vecchie abitudini crea un picco-lo scompenso, un ri-adattamento faticoso e che genera i sintomi; un po’ come quando passiamo da un ambiente molto caldo ad uno molto mitigato dalla forte aria condizionata: spesso uno starnuto ci coglie!A livello psicologico invece

    l’umore annoiato e triste spesso è generato dal confronto tra “quello che è stato” in vacanza (esperien-za positiva piena di confort, ripo-so, nuove esperienze e conoscen-ze) e “quello ch c’è” nella routine (esperienza negativa di stress, fatica, vecchie conoscenze).

    In questo confronto spesso poi si tralasciano gli aspetti positivi de “casa dolce casa”.

    Alcuni consigli per affrontare questa situazione possono es-sere:

    1-cercare qualora possibile di te-nersi un paio di giorni di ferie da fare a casa per riadattarsi al ritmo della quotidianità

    2-integrare l’esperienza positiva nella propria vita (ad esempio riproporre modi di cucinare, vi-vere, pensare del luogo visitato anche a casa)

    3-immaginarsi ogni tanto in un posto rilassante quando ci sentia-mo stressati

    4-programmare dei piccoli mo-menti di relax

    5-immaginare e programmare quando si riandrà in vacanza e dove.

    6-Fare dei piccoli cambiamenti nella routine: il cervello infatti gode delle novità!

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    Il Giardino del suono

    TODOMODO: oltre i confi ni della musica

    Una band senza limiti di genere con un repertorio scelto dalle grandi hit del passatodi Leonardo Geronzi

    Todomodo: la mente associa im-mediatamente questo nome dalle tinte spagnoleggianti a Sciascia. Fu infatti quest’ultimo che lo scelse nel 1974 per titolare un suo giallo fanta-politico, adattato suc-cessivamente per il grande scher-mo da Elio Petri. Todomodo è l’estratto di una pre-ghiera che, nella sua brevità, cela un leit motiv inquietante: “Per sal-vare la chiesa, qualunque cosa è permessa, anche uccidere, anche il cannibalismo”. Scambiando quattro chiacchiere con il gruppo si scopre che la loro scelta ha radici ben più dimesse. Per loro Todomodo è un nomen omen che delinea l’intenzione della band di abbracciare tutta la musica a trecentosessanta gradi, passando dal Boogie-Woogie sino ad approdare ai fastigi del pop d’autore (leggasi Sting). Il reper-torio scelto è composto perlopiù da grandi hit del passato, canzoni immortali che ricordano un’epoca in cui la musica si ritagliava spazi vitali all’interno dell’etere grazie ad un processo meritocratico or-mai usurato dai troppi interessi delle etichette discografi che. Le rughe sui loro volti tradiscono un’esperienza decennale nonché necessaria.Chi sono e quando nascono i To-domodo?Il gruppo TODOMODO nasce nel 2008 dopo lo scioglimento del “Cerchio” che, con alterne fortune, navigava nell’interland viterbese, suonando rock dal lon-tano 1990. I componenti “storici” Fabio (tastiere), Mauro(basso) e

    Carlo(batteria), decidono di costi-tuire un gruppo tribute dei TOTO, e così entra a far parte del gruppo il nuovo chitarrista: Marco, romano, anche lui con esperienza ventenna-le e qualche disco alle spalle. Pur-troppo nel Viterbese le occasioni per suonare un repertorio così non sono molte, la crisi economica si fa sentire e il progetto TOTO vie-ne abbandonato. Gianluca e Carlo lasciano il gruppo, e vengono so-stituiti da due ragazzi che non fi ni-remo mai di ringraziare: Paolo alla batteria e Tony alla voce. Oltre a variare il genere abbiamo anche optato per un rafforzamento della line-up; da qui è nata l’idea di af-fi ancare a Tony un’altra cantante, Teresa ,che oltre ad una gran voce ha anche una carica di simpatia non comune, insieme riescono a coinvolgere il pubblico con gran-de effi cacia.Riuscite ad immedesimarvi bene in un calderone di generi così vasto?Indubbiamente è destabilizzante

    interpretare un brano dei Blues Brother e passare poco dopo ad uno dei Toto o di Sting, tuttavia lavorando sodo siamo arrivati ad amalgamare il suono e sperimen-tandolo con il pubblico il risultato ci ha ripagato.Osservandovi non si può non nota-re che avete età parecchio diverse. Vi rapportate bene tra voi?Assolutamente! Scegliamo soprat-tutto hit che hanno rappresentato le grandi epoche, dando uno sguardo anche a qualche successone con-temporaneo. Inoltre i processi di scelta delle canzoni sono total-mente democratici!

    Come avete trovato la scena live Viterbese in un’estate così ricca di eventi?Bene, qualcosa si sta muovendo. Rispetto agli anni passati la città offre più spazi culturali e tra essi la musica è relegata ai piani più alti. Speriamo che lo sviluppo continui fi no alla fi oritura completa.

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    Giornalisti in erba – Il progetto “Tuscia Giovani” dei ragazzi del Liceo scientifi cobiologico “Rosa Venerini”, ideato e curato dal prof Emiliano Macchioni

    San Pellegrino: un quartiere che sta morendo

    di Alessandro Feliziani (II/A)

    Un sabato pomeriggio mi sono avventurato a San Pellegrino, il quartiere più antico di Viter-bo. L’angolo della città dove si respira ancora il profumo del Medioevo, uno dei centri storici medievali meglio con-servati e suggestivi d’Italia, in cui, a differenza di altre città, non esiste Ztl. Passeggiando per le vie di San Pellegrino ho incontrato due anziani che risiedono nel quartiere ed ho posto loro una domanda: “Perché oggi San Pellegrino non è più un quar-tiere pieno di giovani e di vita, come si legge nelle cronache e nei testi popolari viterbesi?. Prima com’era”? Mi ricordo di aver sentito parlare di questi quartieri più antichi di Viterbo da mia nonna e poi ho letto con piacere il libro di monsi-gnor Del Ciuco sui personaggi tipici di una volta che popola-vano Pianoscarano”. Uno dei due anziani, con gli occhi pieni di nostalgia, mi ha risposto: “San Pellegrino è cambiata molto nel corso degli anni. Infatti prima, essendo uno dei quartieri più impor-tanti della città, era più vivo, c’erano più adolescenti e bam-bini e c’era il mercato. Malgra-do i tempi fossero più diffi cili, si era tutti più felici e sereni. Sembrava sempre una festa. Adesso, invece, è un quartiere

    che sta morendo, perché non c’è più vita. Ci sono pochi bar e gente ubriaca che vaga tutta la notte. Una volta il vino era una festa dopo aver lavorato tutto il giorno, mentre adesso è una dipendenza per vincere la noia e la solitudine”. Dalle parole di questo signore nostalgico ho capito che tra qualche anno questo quartiere morirà del tutto. Se penso ai ri-cordi di mia nonna e al libro di monsignor Del Ciuco, mi torna in mente la Viterbo di una vol-ta, quella delle cose semplici, della guerra e dei ragazzi che cantavano per strada. La Viterbo dell’arrotino di Piano Scarano, dei funaroli, del maniscalco, delle fi latrici, di Salamone con il suo soma-ro, di Peppe Canizza che man-giava i fagioli nella sua casa modesta, l’ombrellaio, Pizzec-

    cacio il gelataio, Bariozzo che rompeva i bicchieri ed alzava i tavoli con i denti, Mastro Li-sandro che mangiava 50 uova lesse con tutta la coccia, Di-ghidone e la bettola del Zop-po, Belardino, Nonno Cencio, Valentinuccio Gojo, Meco Torso, Bicchierino la Guardia, il Cavalier Pela, Re Giovanni di Bagnaia, E Tre, personaggio tipico delle osterie, il piccolo Almidoro , Scanfarra, che rac-coglieva le cicche per la cit-tà, Annibalozzo il venditore ambulante entrato in politica, Meco l’artista, Scheggino, Pa-squini il Carbonaro, la Cateri-na che abitava con il cane Raul e le sue bambole raccolte nelle discariche in una grotta a Valle Faul, ed Alfi o, suo fi glio, poe-ta di strada morto poco tempo fa. Che bella la Viterbo di una volta!

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    Scuola

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    Alla scoperta di “Fiore del cielo”Tutto ciò che c’è da sapere sulla Macchina di Santa Rosa che da quest’anno ha “ritrovato” come costruttore Contaldo Cesarini dopo la rescissione del contratto con Loris Granziera

    E’ alta 28 metri ed ha un peso di cinque tonnellate, la sua struttura è di acciaio e alluminio, è illumi-nata da led, luci alogene e candele, i suoi colori sono l’oro, il rosso, il verde e l’ocra ed in più è decorata con 900 rose: è “Fiore del Cielo”, la Macchina progettata da Arturo Vittori, che la notte del tre settem-bre sarà trasportata dai Facchini di Santa Rosa per le vie di Viterbo.Il basamento della Macchina, se-condo il progetto, vuole richiama-re gli elementi architettonici dei quartieri medioevali della Città dei Papi, come le scalinate e le fonta-ne, e quelli iconografi ci tipici di Viterbo, come i leoni e le palme. Al di sopra, tre grandi eliche si avvolgono verso il cielo accom-pagnate da nove angeli trionfanti, mentre all’interno tre globi di di-versi colori rappresentano le fasi della vita di Santa Rosa, con l’ul-timo che la sostiene in una nuvola di luce. “Fiore del Cielo” vinse il concorso di idee bandito dall’amministra-zione comunale nel 2009, sba-ragliando la concorrenza di altri 65 bozzetti, con la commissione inacaricata dell’importante scelta che giudicò il lavoro di Vittori di “grande qualità e corrispondente ai requisiti richiesti”. Il disegno, infatti, si aggiudicò la vittoria con 95 punti “per il livello di creatività – come venne scritto nelle motivazioni - e per la qua-lità del progetto complessivo. Il concorrente ha saputo ottomizzare l’unione tra la scelta tradizionale e l’innovazione”.Per i primi due anni la Macchina è stata costruita da Loris Granzie-ra e dalla sua G.Engineering srl di Udine, ma nel 2011 è arrivata le

    rescissione del contratto ed i lavori sono stati affi dati alle imprese Fio-rillo Vincenzo e Cesarini Contal-do, che dal 5 agosto si sono messi

    all’opera per realizzare quel “Fiore del Cielo” che con la sua maesto-sità saprà conquistare i viterbesi e non solo.

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    Pagina pubblicitaria camera di commerciola mandano già fatta per email o te la gira Katia

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    La potenza di Rosa vive in eterno

    I tratti biografi ci della Santa che nacque a Viterbo nel 1233 e si spense nel 1251

    Rosa nacque nel 1233, nel quar-tiere di Santa Maria in Poggio a Viterbo, da Giovanni e Caterina. Da recenti studi eseguiti sul suo corpo, sembrerebbe che la sua vita miracolosa inziò ben presto, perché avrebbe sofferto di vari problemi di salute, tra i quali la mancanza dello sterno, unico caso fi nora accertato dalla scien-za in cui una persona sia riuscita a vivere fi no ai 18 anni. Nella seconda metà del ‘200 Vi-terbo fu assoggettata all’impera-tore Federico II, che aveva po-sto a guida della città un nuovo podestà, Mainetto di Bovolo, il quale temendo che la popolazio-ne si sollevasse a causa delle pre-ghiere della ragazza, il 3 dicem-bre del 1250 le ordinò di andare in esilio a Soriano nel Cimino in-

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    Foto di Simona Napoli

    sieme alla sua famiglia. Rosa vi rimase per pochi giorni perché, come aveva previsto nella notte tra il 4 e 5 dicembre, Federico II morì il 13 dicembre 1250. Il 6 marzo 1251, probabilmente dal riacutizzarsi di una malattia che l’aveva colpita da bambina, morì e fu sepolta nel cimitero della sua parrocchia, dove ri-mase fi no al 1258, anno in cui il suo corpo incorrotto venne riesumato e trasportato a spalla da quattro cardinali e dal Papa Alessandro IV, fi no al monaste-ro di San Damiano, oggi a lei in-titolato. Secondo la tradizione, al momento del trasporto delle spoglie, oltre alla salma intatta, anche i boccioli di rosa con cui fu cosparso il suo corpo vennero trovati integri.

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    La 5^ edizione di VisiTuscia, si svolge presso il Chiostro Sangallo all’interno del Complesso storico della Domus la Quercia di Vi-terbo, dal 29 settembre al 2 ottobre 2011. La manifestazione è promossa dalla Provincia di Viterbo Assessorato al Turismo ,dalla C.C.I.A.A di Viterbo, dalla Città di Viterbo con il patrocinio del-la Regione Lazio, l’Enit-Agenzia, nell’ambito delle attività pro-mozionali previste per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale, ambientale, termale ed enogastronomico del territorio. L’idea è quella di promuovere e commercializzare le potenzialità della Provincia di Viterbo, ricca di bellezze e attrazioni turistiche non comuni, con opportune strategie di marketing, mirate sia al pubblico che al privato.

    EventiTra gli appuntamenti più signifi cativi si deve segnalare un “Workshop” che si svolgerà presso il Chiostro Sangallo all’interno del Complesso storico della Domus la Quercia di Viterbo venerdì 30 settembre 2011 e che vedrà protagonisti circa 200 operatori turi-stici della Tuscia e una cinquantina di Buyer, provenienti da molte regioni nazionali, scelti fra quelli che maggiormente generano fl us-si turistici verso la provincia di Viterbo. Fra questi ci saranno anche una decina di tour operator provenienti dai mercati di lingua tede-sca e del nord Europa. E’ previsto altresì un “Educational Tour”, ri-servato agli operatori turistici e un “Press Tour “ riservato a giorna-listi della stampa nazionale. L’intento è quello di far conoscere agli ospiti il prodotto turistico della Tuscia in tutte le sue sfaccettature, sperimentando personalmente la varietà dei temi conduttori di una vacanza nel territorio della Provincia di Viterbo.

    ObiettiviL’obiettivo principale è quello di presentare il volto turistico di una Provincia con tutte le sue componenti da promuovere e com-mercializzare. Con tale iniziativa si intende da un lato sfruttare il territorio, proponendolo come una vera occasione di scoperta e, dall’altro, di organizzare, razionalizzare e massimizzare l’intero complesso dei servizi (ricettività alberghiera, servizi di ristorazio-ne, attività escursionistiche, ecc.). In tal modo si ritiene di poter presentare l’intero Sistema Turistico Provinciale in uno specifi co momento commerciale attraverso il coinvolgimento degli stakehol-ders locali, che traggono valore ed interesse dal settore turistico.

    Strategia di marketingL’azione di marketing si concretizza in un evento prettamente commerciale, quale è quello del workshop che permette, da una parte, di mettere a disposizione dei Tour Operators tutti gli elementi necessari alla formulazione di proposte concrete nei mercati di ap-

    partenenza e, dall’altra, di trasformare ogni singola offerta in pac-chetto turistico, completo di tutti gli elementi che lo compongono (alberghi, trasporto, transfer, noleggio autovetture, eventi, mani-festazioni, ristorazione, degustazioni enogastronomiche e servizi), dando così forza e valore all’offerta di ognuno. Per raggiungere tale obiettivo la strategia scelta è quella “one to one”, attraverso l’incontro dell’intermediazione organizzata con l’offerta specifi ca di tutta la provincia di Viterbo.

    OffertaAlla manifestazione sarà presente tutto il “Made in Tuscia” con offerte articolate e diversifi cate per linee di prodotto, quali: i Laghi, l’Arte e Cultura, le Città storiche, la Gastronomia e il Folclore, i Centri Congressuali, le Terme, i Parchi, gli Itinerari religiosi. Solo, infatti, attraverso un’azione di posizionamento con una specifi ca “product idea”, è possibile stimolare i fl ussi turistici verso tutto il territorio della provincia di Viterbo.

    Con il patrocinio dell’ENIT

    WORKSHOP TURISTICO - 30 SETTEMBRE 2011Accrediti e informazioni su www.visituscia.it – Cat Viterbo, Via Rossini, 22 – 01100

    Viterbo – Tel. 0761.344600 – fax 0761340105

    TURISMO: CITTA D’ARTE, CULTURA, AMBIENTE, ENOGASTRONOMIA EVENTI.VISITUSCIA DAL TERRITORIO LE NUOVE OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO

    WORKSHOP TURISTICO DELLA PROVINCIA DI VITERBODAL 29 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE 2011

    50 Tour Operator Nazionale e Stranieri incontrano l’offerta turistica della Tuscia

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    Una tradizione che risale al 1258

    La Macchina rievoca la traslazione del corpo incorrotto della Santadalla chiesa in cui era sepolta al monastero che oggi è a lei dedicato

    L’origine della Macchina di Santa Rosa risale al 4 settembre 1258, quando il corpo, ritrovato incor-rotto della giovane Rosa, fu trasla-to dalla Chiesa in cui era sepolto al Monastero oggi a lei dedicato. Da allora, per ricordare l’importan-te evento, si volle ripetere quella processione trasportando un’im-magine o una statua della Santa su un baldacchino, che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali.Il primo bozzetto di cui si hanno notizie è datato 1690, un sempli-ce baldacchino ligneo con in cima la statua della Santa. Mentre è del 1700 la disposizione comunale di costruire una copertura fi ssa a San Sisto per costruire più agevolmen-te tutta la struttura. Dal ‘900, con l’introduzione di cartapesta e ferro, la Macchina è arrivata ai giorni nostri con altezze vertiginose, si basti pensare a Volo d’Angeli (1967-78) di Giuseppe Zucchi o Armonia Celeste (1986-90) dell’artista viterbese Roberto Joppolo, che detiene il record di 34 metri per un peso maggiore di 6 tonnellate.

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    Risale al 1978, invece, la pri-ma Macchina progettata da una donna, Maria Antonietta Palaz-zotti Valeri che, con la sua “Spi-rale di Fede”, ebbe l’onore di effettuare due trasporti eccezio-nali. Il primo a luglio del 1983, per celebrare il 750° anniversa-rio della nascita di Santa Rosa, mentre il secondo, nel maggio dell’anno seguente, coronò la visita a Viterbo di Papa Giovan-ni Paolo II.

    Attualmente, per motivi di sicu-rezza, il Comune di Viterbo ha vin-colato altezza e peso della Macchina a 28 metri e a 5 tonnellate. Canoni a cui corrispondevano “Sinfonia d’ar-chi”, “Tertio millenio adveniente - Una Rosa per il Duemila”, “Ali di Luce” e l’attuale “Fiore del Cielo”.La scelta del modello della Macchi-na, che cambia di solito ogni cinque anni, avviene tramite un concorso pubblico bandito dal Comune di Viterbo.

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    Sindrome Metabolica e PCOS Definizione di Sindrome MetabolicaPer Sindrome Metabolica (SM) si intende una patologia caratterizzata dalla presenza variabile di diverse manifestazioni cliniche quali ipertensione arteriosa, alterazioni del metabolismo glucidico, distribuzione addo-minale del grasso, dislipidemia e alterazioni dello stato coagulativo. La definizione del-l’International Diabetes Federation (IDF) del 2005 attribuisce al criterio della circon-ferenza addominale un valore determinante per la diagnosi.In Italia la prevalenza di tale sindrome nella popolazione generale risulta essere del 34.% circa, con un picco massimo nella fascia di età compresa tra i 65 e i 74 anni. Nei diabe-tici di tipo 2, invece, si arriva ad una preva-lenza dell’80-90%.Fisiopatologia e manifestazioni clinicheL’insulino-resistenza (IR) rappresenta il fulcro attorno al quale si sviluppano le alte-razioni metaboliche tipiche della sindrome. Per insulino-resistenza si intende una ridu-zione dell’azione dell’insulina sul controllo della glicemia dopo il pasto che si associa in genere ad iperinsulinemia. Tale condi-zione determina col tempo un esaurimento funzionale delle cellule pancreatiche con conseguente riduzione della secrezione di insulina, dislipidemia e aumento della pres-sione arteriosa.L’alterazione lipidica più spesso associata alla SM è caratterizzata da elevati livelli di trigliceridi (>150mg/dL), bassi livelli di HDL (< 50mg/dL) e livelli di LDL border-line o alti (130/159mg/dL). In tale sindrome sono, inoltre, presenti quote considerevoli di particelle di LDL piccole e dense dotate di un maggiore tempo di permanenza in circo-lo per una minore affinità con il loro recet-tore e che esercitano per questo un’ azione citolesiva e flogogena a livello endoteliale. Per quanto riguarda l’ipertensione arteriosa, l’IR è riscontrabile in circa il 50-70% dei soggetti ipertesi in cui determina aumen-to dei valori pressori attraverso molteplici meccanismi come una maggiore ritenzione sodica e un aumento delle catecolamine cir-colanti. La manifestazione patognomonica della sindrome, tuttavia, è rappresentata dal-l’obesità viscerale, in cui i depositi di grasso sono ubicati soprattutto a livello addomina-le. L’accumulo di adipociti a livello viscerale si associa, infatti, ad IR epatica e periferica. L’eccesso di peso esercita un effetto deter-minante sulla tolleranza glucidica: il rischio di diabete di tipo 2 aumenta progressiva-mente con l’aumentare del BMI. Malgrado ciò, in molti soggetti obesi la ridotta tolleran-za al glucosio non evolve necessariamente in diabete. Ciò può essere spiegato da due fattori: l’assetto genetico individuale e la distribuzione regionale del grasso corporeo. Per quest’ultima, importante sono gli indici ad essa correlati ovvero il rapporto vita-fian-chi [WHR] e la circonferenza vita. Si defini-scono obesi viscerali gli uomini con WHR

    ≥ 0,92 o circonferenza vita ≥ 102 cm e le donne con WHR ≥ 0,81 o circonferenza vita ≥ 88 cm, con piccole differenze legate all’età ed alla razza. Sindrome metabolica e riproduzione Sin-drome metabolica e PCOSLa Sindrome dell’Ovaio Micropolicistico (PCOS) è una complessa patologia endo-crina che colpisce il 5-10% delle donne in età fertile. Si manifesta clinicamente con oligo/amenorrea, cicli anovulatori, irsuti-smo, acne, ovaie micropolicistiche e, in una significativa percentuale di casi, insulino-resistenza.Circa il 60-70% delle pazienti con PCOS sono obese o in sovrappeso, e l’obesita è associata ad insulino-resistenza. Questa obesità è di tipo androide, caratterizzata da una localizzazione dei depositi di grasso soprattutto a livello addominale. Tuttavia molti studi hanno dimostrato che l’insulino-resistenza è presente anche in molte donne magre con PCOS. Tale condizione espone, soprattutto dopo la menopausa, ad un rischio più elevato di sviluppare patologie cardiova-scolari, ipertensione, diabete e altre compli-canze metaboliche.I meccanismi attraverso cui si realizza l’in-sulino-resistenza consistono in un difetto del legame dell’insulina al suo recettore oppure in alterazioni della trasmissione del segnale. Le ovaie di questi soggetti, tuttavia, conservano una risposta pressochè norma-le all’insulina. Una spiegazione parziale di questo fenomeno potrebbe essere rappre-sentata dall’azione dell’insulina sull’ovaio attraverso il recettore per l’IGF-1, al quale si lega quando raggiunge concentrazioni elevate come succede nell’iperinsulinemia compensatoria. Inoltre, l’azione dell’insuli-na a livello ovarico utilizza come mediatore del segnale il sistema dell’inositologlicano, che è diverso dal sistema attivato negli altri tessuti dalla fosforilazione del recettore a livello della tirosina e che mantiene la sua funzione a livello ovarico anche nei soggetti insulino-resistenti. L’iperinsulinemia, a sua volta, stimola di-rettamente la steroidogenesi ovarica agendo sulle cellule della teca e su quelle della gra-nulosa. Studi in vitro hanno dimostrato che l’insulina stimola la proliferazione delle cel-lule della teca, aumenta la secrezione di an-drogeni mediata dall’LH, aumenta l’espres-sione del citocromo P450, dei recettori dell’LH e dell’IGF-I. Gli effetti sulle cellule della granulosa, e quindi sull’aromatasi, sem-brano inferiori rispetto a quelli sulle cellule della teca. Poiché gli enzimi coinvolti nella steroidogenesi ovarica sono simili a quelli surrenalici, numerosi studi hanno dimostrato che l’insulina agisce direttamente anche sti-molando la steroidogenesi surrenalica. Studi in vitro hanno inoltre dimostrato che l’insu-lina presenta recettori anche a livello ipota-lamico e ipofisario, attraverso i quali stimola il rilascio di FSH e LH in condizioni basali

    ed in seguito a stimolo con GnRH. L’insulina i n f l uenza infine l’ipe-randrogene-mia anche inibendo a li-vello epatico la sintesi di SHBG (68) e di IGFBP-1, che lega l’IGF-1. Sindrome Metabolica ed infer- tilitàLe donne obese hanno un’elevata frequenza di amenorrea e infertilità. L’incidenza di obesità nelle donne con amenorrea secondaria è 4-5 volte più ele-vata rispetto alle donne non obese. Inoltre, le donne obese trattate per infertilità hanno un tasso di gravidanze minore rispetto alle donne normopeso, con un rischio di in-terruzione spontanea di gravidanza molto elevato. D’altra parte numerosi studi han-no evidenziato come la riduzione del peso corporeo determini un effetto positivo sulla fertilità in termini sia di ovulazione che di concepimento .Sindrome Metabolica e MenopausaLe modificazioni endocrine che si verifica-no in menopausa, con le alterazioni ad esse connesse, possono predisporre la donna allo sviluppo di molte caratteristiche cliniche della sindrome metabolica. La menopausa, infatti, si accompagna di solito ad un incremento di peso con una ridistribuzione del grasso corporeo che determina un’accumulo di grasso a livel-lo addominale. Il passaggio dalla fase di premenopausa alla menopausa si associa, inoltre, alla comparsa di molte alterazioni caratteristiche della sindrome metabolica quali l’ aumento delle LDL, dei trigliceridi e delle lipoproteine piccole e dense, la ri-duzione delle HDL, l’aumento dei livelli di glucosio e insulina. La comparsa di questi fattori di rischio può essere la conseguenza della carenza ormonale caratteristica della menopausa o, alternativamente, il risultato metabolico conseguente alla ridistribuzione del grasso a livello centrale. Presso il Centro Polispecialistico Giovanni Paolo I è possibile monitorare e curare la sindrome metabolica in tutti i suoi aspetti: ginecologico, endocrinologico, nutrizionale e metabolico grazie alla sinergia tra i vari specialisti ed il laboratorio di analisi cliniche presente nella struttura . Tutto ciò permette al paziente di essere seguito in maniera pro-fessionale e completa ottimizzando anche i tempi ed i costi.

    Dott.ssa Ada Delia specialista in ginecologia ed ostetriciaPer info ed appuntamenti telefonare

    al n° 0761/304260

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    Un percorso di fede, artee spettacolo allo stato puro

    La Macchina di Santa Rosa viene trasportata per circa un faticosissi-mo chilometro per le vie del cen-tro: da San Sisto al Santuario con cinque sosteIl trasporto della Macchina di San-ta Rosa avviene su un percorso di circa un chilometro che si snoda per il centro storico di Viterbo, e prevede cinque soste. La Macchi-na si muove da piazza San Sisto su ordine del Capo Facchino che chiama a raccolta i suoi uomini dopo che hanno ricevuto la bene-dizione in “articulo mortis”. La prima sosta è a piazza Fontana Grande, poi si procede alla volta di piazza del Plebiscito. Nei minuti di riposo vengono tolte le “spallet-te aggiuntive” per ridurre l’ingom-bro della Macchina che si accinge ad entrare nella parte più stretta del percorso. La formazione si riduce a 91 Facchini, dei 113 iniziali. La terza sosta è a Piazza delle Erbe, accanto alla famosa fontana con i leoni, per poi procedere ver-so la quarta, davanti alla Chiesa del Suffragio.All’altezza della ex Chiesa di S. Egidio, vengono rein-serite le spallette aggiuntive.La quinta e ultima sosta viene ef-fettuata a Piazza Verdi, dove si ha

    Speciale

    la pausa più lunga. Gli uomini che compongono la formazione aumentano di 20 Fac-chini addetti alle leve e altri 30-35 uomini alle corde. Si affronta quin-di di corsa l’erta fi nale per giunge-

    Foto di Simona Napoli

    QUOTIDIANO ON LINE

    re nella piazzetta intitolata proprio ai Facchini di Santa Rosa, di fronte al Santuario. E’ questo il momento più delicato del percorso per il di-slivello della strada.

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    Così si diventa Facchini di Santa RosaIl Sodalizio è stato costituito nel 1978, campione di solidarietàOgni anno, la sera del 3 settembre, dopo aver ricevuto la tradiziona-le benedizione in articulo mortis presso la Chiesa di San Sisto, i facchini sono pronti ad iniziare il trasporto dopo la sequenza dei tre comandi: “Sotto col ciuffo e fer-mi!”, “Sollevate e fermi!” e “Fac-chini di Santa Rosa, avanti!”.Il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa è stato costituito nel 1978 con lo scopo di “...mantenere uniti tutti i facchini in fraternità di in-tenti per far sì che il trasporto della macchina di Santa Rosa avvenga con spirito di responsabilità... per tenere sempre viva la tradizione ultrasecolare che dà onore e vanto alla città di Viterbo (art. 2 statuto Facchini di Santa Rosa)”.Il sodalizio inoltre promuove “at-

    tività culturali ed assistenziali, turistico-ricreative, di mutuo soccorso e morali in genere, per consolidare maggiormente il proprio tessuto associativo”. Lo statuto stabilisce anche l’ab-bigliamento dei facchini: la sera del 3 settembre, infatti, è obbli-gatorio che indossino per l’intera durata del trasporto un costume composto da camicia bianca a maniche lunghe, pantaloni bian-chi alla zuava, fascia rossa in

    vita, fazzoletto bianco annodato alla corsara, scarponcini neri e calzini bianchi fi no alle ginoc-chia.I due colori hanno un signifi cato simbolico: il bianco richiama la purezza dell’anima che contrad-distinse la vita della Santa; il rosso, invece, è in memoria dei quattro cardinali che nel 1258, seguiti dal Papa, trasportarono a spalla il corpo di Rosa nella chie-sa del monastero a lei dedicato.

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    Prove di portata per la selezioneSi accede dai 18 anni ai 35, sono aperte anche alle donne

    La selezione dei nuovi facchini, come sancito dallo statuto, avvie-ne attraverso la prova di portata, durante la quale un’apposita com-missione, composta dal Presidente del Sodalizio, dal Capo Facchino e dal resto del Consiglio Direttivo, si riunisce per valutare le prestazioni dei veterani e dei giovani aspiranti e per defi nire la formazione per il trasporto del 3 settembre.La prova consiste nel portare sulle spalle una cassa del peso di 150 Kg per un tragitto di circa 90 me-tri, percorrendo per tre volte un percorso ellittico disegnato sul pavimento della ex Chiesa della Pace. Il test deve essere sostenuto sia dagli aspiranti facchini, cioè coloro che ambiscono a divenire Facchini di Santa Rosa, sia da chi già lo è.Per accedere alla prova di portata come aspirante Facchino bisogna aver compiuto 18 anni e non aver superato i 35 anni, inoltre al mo-mento della prova ed è indispensa-bile per tutti un certifi cato medico che attesti l’idoneità fi sica. Le prove di portata si tengono nor-malmente alla fi ne di giugno, ma da qualche anno i migliori degli aspiranti facchini vengono invitati a ripetere la prova di portata affi n-ché la scelta dei nuovi Facchini ricada sugli eccellenti. La valuta-zione della prova viene attribuita dal Capo Facchino che esprime un giudizio sulla scala suffi ciente-buono-ottimo.Anche le donne possono ambire a diventare facchino: lo Statuto del Sodalizio, infatti, non fa differenza di sesso per gli aspiranti facchini, vale a dire che anche le rappresen-tanti del gentil sesso potrebbero sostenere la prova di portata.

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    In cammino lungo le vie dell’esilio

    Il 10, 17 e 18 settembre camminata naturalistica-religiosa sui Monti Cimini

    Sabato 10 e 17 settembre e dome-nica 18 settembre l’Associazione Culturale Take Off organizza la tradizionale camminata naturali-stica-religiosa sui Monti Cimini attraverso un percorso che unisce i comuni di Viterbo, Soriano nel Cimino e Vitorchiano. L’iniziati-va culturale, ormai giunta alla sua settima edizione, ha lo scopo di valorizzare la storia e la tradizione inerenti l’esilio di Santa Rosa da

    Viterbo.Lungo il percorso, che verrà effet-tuato dai partecipanti a piedi per un tragitto totale di circa 60 km, verranno visitati anche siti di in-teresse storico e artistico, non rag-giungibili con i normali mezzi di trasporto (l’antica strada per So-riano all’interno dei boschi della Palanzana, Roccaltia, antiche fon-tane, romitori dei Monti Cimini, la chiesa della Trinità, il castello di

    Fratta e il sito di archeologico di Corviano).Alla partenza, che avverrà il 10 settembre alle ore 8 dalla basilica di San Francesco in Piazza della Rocca a Viterbo, dopo la Santa Messa, padre Agostino Mallucci impartirà la benedizione a tutti i partecipanti. La passeggiata sarà effettuata all’insegna della pace, della semplicità, della solidarietà, della fraternità e dell’amicizia.

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    www.viterbonews24.it

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    La Macchina di Santa Rosaalla conquista della capitale

    Un padiglione dedicato, allestito al Museo Nazionaledelle Arti e delle Tradizioni Popolari di Roma

    La Macchina di Santa Rosa arri-va a conquistare anche la capitale: lo scorso anno, infatti, al Museo Nazionale delle Arti e delle Tradi-zioni Popolari di Roma un intero padiglione è stato dedicato alla manifestazione viterbese.Con una donazione spontanea dell’amministrazione comunale, i festeggiamenti della patrona di Viterbo sono arrivate nell’Urbe: in uno spazio di un centinaio di metri quadrati, infatti, l’architetto Gian-ni Cesarini ha progettato un’espo-sizione in cui sono presenti una parte del modello di “Ali di Luce”, ideata da Raffaele Ascenzi, che ha sfi lato per le vie dell Città dei Papi dal 2002 al 2008, e la statua della Santa. A questi si aggiungono dei pannelli in cui viene raccontata la storia di Santa Rosa, accompagna-ti da immagini d’epoca, da fi lmati sul trasporto del 3 settembre e da un modellino della Macchina pro-tagonista dal 1924 al 1951 ideata da Papini.“Grazie a questa sala andremo a colmare un importante vuoto in un’ala del museo in cui sono espo-ste le più celebri processioni - ha detto durante la cerimonia di inau-gurazione il direttore dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropo-logia Stefania Massari -. Dobbia-mo ringraziare l’amministrazione comunale, che si è fatta carico della maggior parte delle spese, per averci dato la possibilità di va-lorizzare questa cerimonia”.“Per noi si tratta di un’ottima oc-casione per promuovere Viterbo e la sua Santa sia al livello nazio-nale che internazionale – aveva

    poi commentato il sindaco Giulio Marini -. Finora la manifestazione del 3 settembre è stata poco pub-blicizzata, l’abbiamo vissuta come una festa nostra, ora invece è ne-cessario darle maggior lustro”.

    Il padiglione, costato al Comune 18mila euro, sarà presente all’in-terno del museo per almeno 10 anni grazie ad una convenzione, rinnovabile, stipulata fra i due enti.

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    Patrimonio d’ItaliaIl prestigioso riconoscimento conferito il 28 luglio scorso, intanto continua

    anche l’iter per essere riconosciuta dall’Unesco come “patrimonio dell’Umanità”

    La Macchina di Santa Rosa “Pa-trimonio d’Italia”. Lo scorso 28 luglio, infatti, nella capitale, pres-so lo Spazio Roma Eventi, il Mini-stro del Turismo Michela Vittoria Brambilla ha premiato il Sindaco Giulio Marini e annoverato Viter-bo tra le 34 città italiane che testi-moniano fortemente la tradizione popolare.Si tratta di un nuovo marchio “Pa-trimonio d’Italia”, riservato alle eccellenze nazionali che contri-buiscono a valorizzare l’immagine dell’Italia e a generare conseguen-ti fl ussi turistici. Sono stati creati appositamente quattro premi per altrettante categorie: “Patrimonio d’Italia per l’arte e la cultura”, “Patrimonio d’Italia per lo stile e la creatività”, “Patrimonio d’Italia per l’incanto dei luoghi” e “Patri-monio d’Italia per la tradizione”. Quest’ultimo riconoscimento è stato consegnato a trentaquattro manifestazioni che si sono distinte a livello nazionale per la capaci-tà di mantenere vivo il folclore del proprio territorio, adeguando le rappresentazioni tradizionali al mutamento dei tempi, nel rispetto degli animali e dell’ambiente e incentivando la partecipazione di turisti e visitatori.“La nostra Macchina di Santa Rosa è tra le eccellenze nazionali che promuovono e valorizzano l’Italia – ha sottolineato il sindaco Giulio Marini – . Il riconoscimento che il ministro Brambilla ha conferi-to alla nostra città ci inorgoglisce particolarmente. Un altro segnale e un’ulteriore conferma di quanto la nostra viva e sentita tradizione

    assuma sempre di più il ruolo di ambasciatrice del nostro Paese nel mondo”.Tutto questo si inserisce, infatti, nel percorso che vorrebbe portare la Macchina di Santa Rosa, con le

    feste della Rete delle grandi Mac-chine a spalla italiane (i Gigli di Nola, la Varia di Palmi e i Cande-lieri di Sassari), ad essere ricono-sciuta come Patrimonio dell’Uma-nità dall’Unesco.

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    Ecco tutti gli uomini che la sera del 3 settembre ripeteranno l’impresa

    PRESIDENTE: Massimo Meca-rini

    CAPOFACCHINO: Sandro Rossi

    GUIDE ANTERIORI: Paoletti Paolo, Bruno Gemini, Pierini Massimiliano, Marcello Sensi

    GUIDE POSTERIORI: Laezza Benito, Giuseppe Guerrini

    AIUTO GUIDE: Claudio Grassi, Luigi Angelini, Massimo Taratu-folo, Cencioni Giancarlo, Sergio Stella

    1a FILA CIUFFI: Marco Gemini, Luigi Aspromonte, Aldo Rossi, Franco Taratufolo, Roberto Cec-cariglia, Amedeo Gregori, Marco Calevi ‘72, Gino Ercoli, Corinti Massimo

    2a FILA CIUFFI: Pietro Meca-rini, Marco Latilla, Sante Fabri, Marco Cepparotti, Alessio Malè, Roberto Migliorati, Ercole Rempicci, Maurizio Stefanoni, Stefano Corbucci

    3a FILA CIUFFI: Giovanni Alui-si, Luigi Viventi, Massimiliano Perandria, Luciano Tola, Danilo Frittelli, Romolo Tredici, Umber-to Pazzaglia, Luciano Panciane-schi, Antonio Pieracci

    4a FILA CIUFFI: Gianluca Ro-selli, Roberto Cepparotti, Ciarlan-ti Francesco, Massimo Bastianini, Alessandro Camilli, Claudio Piergentili, Ferdinando Marignoli,

    Fernando Monti, Angelo Forieri

    5a FILA CIUFFI: Danilo Franci, Gianluca Turetta, Massimiliano della Porta, Angelo Floris, Luca Lucernoni, Marco Calevi ‘67, Marco Ciarlanti, Angelo Paccosi, Rodolfo Valentini

    6a FILA CIUFFI: Massimo Grani, Gianfranco Corbucci, Paolo Moneti, Giovanni Serafi ni, Americo delle Monache, Roberto Lucca, Stefano Santucci, Giusep-pe Cepparotti, Mario Freschi

    7a FILA CIUFFI: Lucarini Danilo, Rodolfo Freschi, Luigi Carlantoni, Tonino Cardarelli, Mauro Cappelloni, Francesco Grassotti, Franco Monti, Serafi no Piselli, Mario Andreoli

    SPALLETTE FISSE DX: Mas-similiano Cristaldi, Maurizio Marinetti, Gianpaolo Zarletti, Si-mone Fraccaro, Ermanno Lanzi,

    Giovanni Ranocchiari, Alessan-dro Musetto, Gianni Baiocco

    SPALLETTE FISSE SX: Federico Marcoccia, Claudio Iaschi, Daniele Corbucci, Mirco Ciambella, Giulio Del Ciuco, Paolo Turchetti, Antonio Laezza, Federico Cipollari

    STANGHETTE ANTERIORI: Mirko Segatori, Martino Manca, Maurizio Tombolella, Enrico Sciuga, Stefano Tavani, Montal-botti Stefano

    STANGHETTE POSTERIORI: Antonio Canestro, Emanuel Politini, Sciuga Piergiovanni, Mauro Baccelli, Luca Floris, Luca Agostini

    SPALLETTE AGGIUNTIVE DESTRE: Luca Corbucci, Bruno Grassotti, Andrea Damiani, Sil-vano Pierini, Diego Terzoli, Luca Di Prospero, Andrea Schiaffi no,

    Fernando Monti, Angelo Forieri

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    TRASPORTO 2011: QUESTA LA FORMAZIONE DEI FACCHINI

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    Massimiliano Germani, Roberto Merlani, Claudio Ceccariglia, Marchetti Elio.

    SPALLETTE AGGIUNTIVE SINISTRE: Yuri Bastianini, Fabrizio Ottavianelli, Danilo Turchetti, Luigi Profi li, Stefano Colao, Angelo Ciccarelli, Valerio di Prospero, Francesco Cencioni, Mirko Fraccaro, Massimo Viva-relli, Massimo Pompei.

    PRIMA LEVA: Luca Mattioli, Alessio Perandria, Massimiliano di Marco, Filippo Proietti Saveri, Antonio Barzellotti.

    SECONDA LEVA: Alessandro Serafi ni, Giuseppe Goddi, Andrea Ludovico, Patrizio Locombi, Pietro Martinelli

    TERZA LEVA: Daniele Monta-gnini, Luciano Gasbarro, Daniel Rossi, Luca Pasqualini, Danilo Dilio

    QUARTA LEVA: Francesco Can-naò, Giuliano Giordani, Ruggero Merli, Andrea Agostini, Paolo Gemini

    PRIMA CORDA: Costantini Alessandro, MatteoPorciani, Si-ragusa Riccardo, Politini Daniele, Fiorillo Alessio, Laureti Pier-paolo, Fasanari Alvaro, Laezza Bruno, Pasqualini Marcello,

    Laezza Gabriele, Catarcini Gino, Molinaro Alessandro, Biscetti Alessandro, Salvatori Stefano, La Rosa Marco, Martufi Giovanni, Lorrai Vincenzo, Vittori Matteo, Favetta Francesco, Bettolini Kevin

    SECONDA CORDA: Trevi Claudio, Politini Luca, Ubal-di Roberto, Pira Danilo, Oro Michele, Sabatini Omar, Lucci Michele, Aquilina Vincenzo, Cardoni Alessandro, Taratufolo Alessandro, Terzoli David, Lucca Manuel, Fapperdue Francesco, Cardona Marco, Montalboldi Michele, Patara Stefano, Ciorba Federico, Palma Riccardo, Rossi Andrea, Serafi ni Mauro

    CAVALLETTI: Bevilacqua Andrea, Bevilacqua Giovanni, Leonardo Massantini, Andrea Rossetti, Aldo Fusarelli, Giulio Fiorucci, Marco Pallucca, Rober-to Menichelli

    ADDETTI AL TRASPORTO: Mario Marinetti (Responsabile), Barghini Alessio, Labellarte Gae-tano, Bianchi Enrico, Lucarini Maurizio, Bianchi Giuseppe, Tavani Elio, Camilli Camillo, Mattei Mariano, Cianchella Mau-rizio, Maurizi Mauro, Cianchella Stefano, Perandria Marco, Ger-mani Agostino, Pezzato Cesare, Conticchio Renzo, Piergentili

    Gianluca, D’Agostino Giovanni, Valentino Antonio, Febbraro Antonio, Valentino Domenico, Fiorentini Alberto, Graziotti Claudio

    ADDETTI AI CAVALLETTI: Di Marco Ennio, Ventura Massanti-ni, Settembri Pasqualino, Bernini Arduino.

    RISERVE : Luciano Giuliobello

    FOTOGRAFI: Rodolfo Morbidel-li, Brunori Andrea.

    CAPPELLANO: Don Alfredo Cento.

    MEDICI: Stefano De Spirito, Stefano Innocenzi, Vincenzo Gasbarri, Antonio Zezza.

    INFERMIERI: Bracaglia More-no, Boccini Riccardo, Marcello Cappuccini, Gasparri Pierluigi, Luigi Ginebri, Ferrigo Massera, Massimo Proietti Ragonesi, Stella Maurizio, Zocchi Fabrizio.

    NUOVI FACCHINI: Bettolini Kevin, Pira Danilo, Cardoni Ales-sandro, Porciani Matteo, Cardona Marco, Salvatori Stefano, Ciorba Federico, Siragusa Riccardo, Fapperdue Francesco, Serafi ni Mauro, Laezza Gabriele, Ubaldi Roberto, La Rosa Marco, Vittori Matteo, Molinaro Alessandro

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    Corteo storico: 310 fi gurantie 130 “Boccioli di Santa Rosa”

    Il 2 settembre il cuore della patrona viene portato in processione

    Ogni anno il trasporto della Mac-china di Santa Rosa viene precedu-to dal passaggio del Corteo Storico per le vie di Viterbo, che si svolge nella gioranta del 2 settembre. La sfi lata rinnova l’antica usanza se-condo la quale le autorità cittadine ed il clero rendevano omaggio alla Santa patrona, così come stabilito con una delibera risalente al 1512 dal Consiglio dei Quaranta, in ri-cordo della traslazione del corpo di Santa Rosa. Ad essere portato in processione dal 1921, poi, è il cuore della gio-vane Santa, che è stato prelevato dal suo corpo a seguito della ri-cognizione effettuata nello stesso anno e che ancora oggi è conser-vato integro nel reliquiario donato da Papa Pio XI. I personaggi in costume, che rap-presentano le massime autorità della città insieme alle milizie, hanno invece fatto il loro ingres-so nel Corteo a partire dal 1976, grazie alla volontà delle suore Clarisse, dell’architetto Alberto Stramaccioni di Orvieto in colla-borazione con il comitato pro ope-re Santuario di Santa Rosa e con la modellista Olimpia Arcangeli. Con il trascorrere degli anni, poi, il corteo si è arricchito, con l’ag-giunta di altri personaggi rappre-sentanti i vari secoli, fi no al 1700.

    Il corteo è attualmente composto da circa 310 fi guranti, che indos-sano costumi da podestà, capitano del popolo, governatore, notaio, comandante delle milizie, soldato e 130 bambine chiamate “Boccioli di Santa Rosa”, che rievocano i le-

    gami tra i piccoli viterbesi di oggi e la loro Santa coetanea di ieri.La processione ha inizio dalla Cat-tedrale, dove il cuore dalla Santa rimane esposto alla venerazione dei fedeli fi n dalla mattina del due settembre. Nel pomeriggio, invece, viene solennemente ripor-tato al Santuario, come previsto da due pergamene datate 1512: una riguarda il consiglio del 24

    (la Giunta Comunale dell’epoca) e un’altra riguarda in Consiglio dei 40 (la Giunta e il Consiglio Comunale al completo). In queste pergamene è scritto che il Comune di Viterbo s’impegnava con giura-mento a partecipare al completo alla processione di Santa Rosa che doveva partire da Piazza del Co-mune all’imbrunire al suono delle campane della Torre del Comune.

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    ARIETE Già da agosto per voi è iniziato un bel periodo di relazioni d’amore. Periodo che si protrarrà anche a settembre quando potrebbe perfi no capitare di pianifi -care matrimoni, specie nelle coppie dove il desiderio e il piacere di stare insie-me sono particolarmente forti. Non esitate a seguire il vostro istinto. Anche i single avranno tante possibilità di trovare l’anima gemella. Guardatevi intorno. Se invece siete separati, prima di imbarcarvi in altre relazioni siate sicuri che con il vostro precedente partner dia davvero tutto fi nito. TORO Amore e famiglia, i tratti caratteristici del Toro, caratterizzeranno all’ennesi-ma potenza questo mese di settembre. Emozioni a non fi nire per questo segno che vivrà con romanticismo allo stato puro questo tratto di vita, personale e di coppia. Ma non sarete i più “gettonati” soltanto dalle persone con cui avete una relazione affettiva. Saranno infatti anche i vostri amici che vi reclameranno a gran voce per avere la vostra compagnia e soprattutto i vostri consigli. Con il partner sensualità e poesia.

    GEMELLI Amore e amicizia vi sono favorevoli. Sappiatene essere all’altezza e fate buon uso dei sentimenti che le persone vi affi deranno. Il mese di settembre sarà molto fortunato sia per i vostri rapporti interpersonali che per la vostra vita sentimentale, per la verità già da qualche tempo molto intensa. Non fatevi spaventare da eventuali problemi che potrebbero intervenire: se non entrate nel pan ico e se saprete gestirli con calma saranno facilmente superabili. Ma set-tembre sarà anche il mese favorevoli per liberarsi di qualche relazione stantia o, peggio ancora, di vere e proprie “zavorre”.

    CANCRO Per quanto riguarda l’amore e la famiglia non sarà, questo mese di settembre, quello che sarà ricordato come uno dei migliori del Cancro. Anzi, il vostro segno subirà qualche rallentamento. Ma ciò non signifi ca che sarà totalmente da buttare. Al contrario, il tempo sta lavorando per voi per alcuni cambiamenti che daranno i loro frutti nei prossimi mesi. Una cosa è certa: con settembre si avvia una fase al termine della quale nulla sarà più come prima. Alcuni di voi potranno vivere una grande emozione a livello personale, altri modifi cheranno la loro condizione lavorativa, altri ancora si stanno preparando per il grande amore. La luna consiglia di non essere rigidi.

    LEONE Se il 2011 per i nati nel segno del Leone si sta dimostrano un anno fantastico, il mese di settembre continuerà ad essere propizio e, se possibile, a migliorare la situazione di chi è nato sotto questo segno. Della serie: se sognate qualcosa di strabiliante correte il rischio che ciò si realizzi. Meglio di così! Per voi nulla è precluso: dagli obiettivi che riguardano la sfera relazionale e affettiva, a quelli che riguardano più in particolare il lavoro. Se siete single cercate di organizzare un viaggio, sarà esattamente quello, in un luogo per voi desueto e sconosciuto, fare incontri interessanti e forse intercettare anche il vostro partner.

    VERGINE Sognare non costa nulla ma per voi sarà un esercizio puramente “accademico”, almeno in questa fase della vostra vita. Il periodo che state vivendo, infatti, più che sulle idee, gli affetti e le emozioni, sarà caratterizzato da situazioni molto materiali, non ultime economiche. Magari sarete impegnati a realizzare attività lavorative o magari perché dopo un po’ di buoi iniziate a veder la luce della fortuna. In ogni caso nulla di disprezzabile, anzi! Del resto se siete in coppia non avrete alcun problema, mentre se siete single non aspettatevi grossi cambiamenti affettivi.

    BILANCIA In amore non tutto fi la liscio. Vi troverete a percorrere la diffi cile strada delle tensioni che introdurranno vere e proprie crisi nelle vostre relazioni affettive. Ma se il vostro rapporto di coppia in questi anni si è nutrito della sincerità e si è basato su radici sane e robuste, allora non avrete nulla da temere. In caso con-trario si preannunciano momenti davvero diffi cili che, in alcuni casi, vi faranno preferire la solitudine piuttosto che continuare una relazione diventata arida.

    SCORPIONE Nonostante un discreto successo nel vostro ambiente sociale e lavorativo, il mese di settembre non sarà propriamente senza ostacoli per i nati sotto il segno dello Scorpione. Ci sono buone possibilità che nemici “invisibili” vi colpiscano alle spalle ma non preoccupatevene troppo: la buona sorte è con voi e, anche se non riuscirete a spiegarvi il perché, avrete voi la meglio. Le cose vanno decisamente peggio nella vita affettiva. Sentimenti e famiglia vi costringeranno agli “straordinari” verso coloro che vi stanno vicino che avranno bisogno del vostro sostegno.

    SAGITTARIOFra i temi astrologici di questo settembre, quello del Sagittario sarà uno dei più belli. Intorno al segno regna l’armonia: ogni cosa è al suo posto e ogni aspetto del vita quotidiana si relazione alla grande con tutti gli altri. Non avrete nulla da temere. Amore e amicizia saranno i due tratti caratteristici di questo periodo. I vostri amici vi cercheranno e non vi lasceranno solo un attimo ma se pensate che una persona sia entrata nel vostro cuore, non esitate un attimo: vivete la vostra storia! CAPRICORNOIl vostro spirito guerriero sarà esaltato da un periodo che si preannuncia un po’ particolare per la vostra dita di relazione e per il vostro lavoro. Non avete il “vizio” di sognare troppo e guardare in fi acca la realtà, cosa usuale per i nato sotto il segno del Capricorno, vi aiuterà ad individuare bene i problemi e ad affrontarli con la vostra proverbiale tenacia. Intendiamoci: non è che vi attenda un periodo di “lacrime e sangue” ma sarà bene non abbassare la guardia per non sottovalutare eventuali ostacoli. In campo amoroso, in compenso, trovere-te terreno fertile per iniziare nuovi rapporti.

    ACQUARIO La vita affettiva e familiare procederà alla grande. Avrete grande sostegno dal vostro partner e dalle persone che vi sono più vicine. Meno bene il lavoro e le relazioni sociali, dove non sempre i risultati ottenuti non corrisponderanno alle vostre aspettative. Se avete un progetto cercate dunque di soprassedere e di rinviare l’inizio delle attività a tempi migliori. Piuttosto è arrivato il momento di mettere un punto e guardarvi dentro. E’ tanto tempo che non vi “ascoltate” più e molte cose sono cambiate in voi. Sarà proprio la vostra nuova conoscenza e la consapevolezza a ridarvi slancio con persone nuove e inattese.

    PESCI L’amore, e soprattutto la relazione di coppia, comincia a scricchiolare. Uno sta-to d’animo nuovo che vi provocherà ansia e che render incerte le vostre scelte e voi stessi più insicuri a tutti i livelli relazionali, anche sociali e nelle amicizie. Non è il caso di fare drammi. Cercate di gestire bene i momenti e le emozioni a cui non eravate più abituati. Il rischio di rompere una storia importante esiste, ma porta con sé anche la possibilità di un qualcosa di nuovo che potrebbe esse-re addirittura più stimolante. In ogni caso sarà un mese molto intenso dove di sicuro non correrete il rischio di annoiarvi.

    OROSCOPO Settembre 2011

    ..COSA DICONO LE STELLE

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