Upload
truongdung
View
213
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
NAPOLI (maga) - Stefano Caldo-ro torna in procura. Il Governatoredella Regione Campania sarà ascol-tato lunedì mattina dal pubblicoministero Graziella Arlomede nel-l’ambito dell’inchiesta sulla CoppaAmerica a causa della quale è statoindagato per il reato di abuso d’uffi-cio. L’interrogatorio è stato sollecita-to dallo stesso Caldoro a seguitodella notifica dell’avviso di conclu-sione delle indagini preliminari, avvi-so che, in linea di massima, fa da pre-ludio ad una richiesta di rinvio a giu-dizio. A Caldoro, in particolare, sicontesta la scelta, in concorso conLuigi De Magistris quale sindaco diNapoli e a Luigi Cesaro quale presi-dente (oggi ex) della Provincia diNapoli, di individuare nell’Unione
Industriali - senza alcuna proceduraad evidenza pubblica - il partner perla costituzione dell’Acn, la societàche si è occupata della gestione del-l’evento. Su questo tema Caldoro,difeso dall’avvocato Alfonso Fur-giuele, aveva già reso un ampiointerrogatorio lo scorso 21 marzo,interrogatorio che nelle scorse setti-mane è stato depositato dai pm tra inumerosi atti a corredo dell’avviso dichiusura indagini. In quel verbaleCaldoro ha difeso la bontà della deci-sione presa come Governatore, sotto-lineando che non è stato commessoalcun “favoritismo” come sospetta laprocura, e ha ripercorso le tappe dellascelta, facendo presente che tre annifa gli amministratori pubblici si con-frontarono più volte con gli impren-
ditori attivi sul territorio allo scopo dipoter rilanciare l’immagine e l’eco-nomia di Napoli con un grande even-to. Tra gli incontri avvenuti a questoscopo Caldoro ha citato anche unconfronto con Aurelio De Lauren-tiis, il patron del Napoli. Ma fu PaoloGraziano, presidente dell’Unioneindustriali, ad avere l’idea con mag-giore “appeal”. “Fu proprio PaoloGraziano, unitamente ad altri espo-nenti dell’Unione degli Industriali aproporre di organizzare la CoppaAmerica nella città di Napoli e que-sta proposta fu accolta favorevol-mente dalla Regione, dal Comune edalla Provincia, per cui nell’agostodel 2011 fu sottoscritto il Protocollod'Intesa tra i vari soggetti interessatiall’organizzazione degli eventi”, ha
spiegato Stefano Caldoro davanti aipm nell’audizione di marzo. Caldoroha poi precisato di non aver parteci-pato personalmente alla trattativa perla definizione dell’importo delle Fee(i diritti da corrispondere all’Acea diRichard Worth per ospitare la ker-messe a Napoli): “Nella mia qualitàmi ero interessato alla realizzazionee alla verifica di fattibilità di grandieventi nell'ottica del rilancio dellacittà dando, a tal fine, quale indirizzopolitico il mio assenso alla parteci-pazione dell’evento. Gli uffici ammi-nistrativi, il mio gabinetto in primis egli altri uffici competenti, si sonooccupati degli aspetti tecnico-ammi-nistrativi garantendo la fattibilitàdell’evento”. Quanto alla scelta diindividuare come partner privato del-
l’Acn proprio l’Unione industrialisenza una procedura ad evidenzapubblica, Caldoro ha precisato cheessa “era l’unica scelta possibile, inprimo luogo perché con l'UnioneIndustriali vi erano state riunioninelle quali avevamo ragionato sultema della realizzazione dei grandieventi, in secondo luogo la stessa siera fatto promotrice dell’iniziativa epertanto la partecipazione di taleassociazione di categoria era ritenu-ta necessaria per la buona riuscitadell’evento in considerazione soprat-tutto del fatto che l’associazionedegli industriali rappresenta gli‘interessi diffusi’ delle imprese napo-letane e non ha finalità di lucro”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Governatore sarà ascoltato lunedì dai magistrati: è indagato per abuso d’ufficio in concorso con Cesaro e De Magistris
Coppa America, Caldoro dai pmA marzo parlò di incontri con gli imprenditori, tra cui De Laurentiis, per rilanciare la città di Napoli
Il padrino ha annunciato di essere pronto a confessare un reato per il quale non è mai stato indagato allo scopo di dimostrare che lui sta raccontando la verità
Show del ras in aula: “Sono vittima di un complotto”NAPOLI (maga) - Ha soste-nuto di essere vittima di uncomplotto. E poi ha promessorivelazioni sconvolgenti perdimostrare che “tutta questavicenda è stata manipolata”,aggiungendo che per dimostra-re la veridicità delle sue parolesarebbe pronto ad accusarsi “diun reato per il quale non sonomai stato imputato”. AntonioCaiazzo (nella foto), il capodell’omonimo clan che per
decenni ha operato nella zonacollinare di Napoli, è stato ilprotagonista dell’udienza preli-minare sugli affari illeciti delsodalizio travolto dagli arrestidel novembre dello scorsoanno. Collegato in video-con-ferenza dal penitenziario del-l’Aquila dove il padrino è dete-nuto da qualche anno in regimedi carcere duro, Caiazzo si èriportato più volte ai contenutidell’ordinanza di custodia cau-
telare che un anno fa lo ha col-pito per avanzare al gip Anto-nella Terzi richieste mirate:ascoltare un ispettore di poliziadella Mobile che avrebbe avutotra i suoi informatori “un affi-liato al clan Cimmino che gliha fornito il mio numero ditelefonino che nessuno teneva equesto per consentire l’inter-cettazione”, ascoltarlo alloscopo di capire perché “l’infor-matore ha parlato solo di me e
non anche del clan Cimmino dicui fa parte” dal momento che“una persona che non accusa isuoi amici non è una personaattendibile”; ascoltare alcunedelle vittime delle estorsioniche Caiazzo è accusato di averordinato perché, ha detto ilboss, “ci sono delle contraddi-zioni tra quanto hanno dichia-rato e quanto si sente nelleintercettazioni”; nonché acqui-sire i dati personali della figlia
Maria Giovanna (imputata),perché alcune vittime del pizzo“in sede di denuncia l’hannodefinita corta e chiatta” men-tre “mia figlia è alta 1.70 e aNapoli essere alti un metro esettanta non è certamente esse-re bassi”. Caiazzo, tuttavia, si èvisto rigettare tutte le richieste:il gip ha sottolineato che ladeposizione dell’ispettore è“ininfluente ai fini della valuta-zione”, mentre le distonie della
denuncia delle parti offesesaranno oggetto di valutazionedi merito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Manuela Galletta
NAPOLI - Due rinvii a giudi-zio, una posizione stralciata esette “accessi” al rito abbre-viato: ieri mattina, nell’aula713, è stato messo un primopunto fermo processualeall’inchiesta contro il clanCaiazzo che il 13 novembredello scorso anno culminònell’esecuzione di dieci ordi-nanze di custodia cautelare incarcere. Il dibattimento è statodisposto per Salvatore D’An-tonio (residente a Giugliano)e per Elia Vernaglione (resi-dente nel quartiere di SanCarlo Arena), quest’ultimodifeso dall’avvocato FabioVisco: su questo procedimen-to sono entrambi liberi, il Rie-same li scarcerò per carenzadei gravi indizi di colpevolez-za. Rito abbreviato, invece,per il boss Antonio Caiazzo(che era collegato in video-conferenza dal carcere dell’A-quila dove è detenuto in regi-me di 41bis), per la figliaMaria Giovanna, GiancarloMenna (di Chiaiano), Genna-ro Russo (dell’Arenella),Amodio Ambrosino (diMarano), Ciro Cosentino (diMarano), Beniamino Catuo-gno (di Marano). Le posizionidi chi ha scelto l’abbreviato(formula che prevede lo scon-to di un terzo della pena incaso di condanna) sarannoaffrontate il 25 novembre: ilpubblico ministero antimafiaIvana Fulco, titolare dell’in-chiesta, rassegnerà le richiestedi pena al giudice per le inda-gini preliminari AntonellaTerzi del Tribunale di Napoli,poi inizieranno a discuterealcuni degli avvocati del colle-gio difensivi (tra i quali LelioDella Pietra, Luca CaglianoDomenico Dello Iacono,Luigi Senese). Alcuni degliimputati, tra i quali Caiazzo,avevano chiesto di “condizio-nare” l’abbreviato all’escus-sione di alcuni testi, ma l’i-stanza è stata respinta dal gip.Tutti gli imputati rispondonodi associazione di stampomafioso e di concorso inestorsione ai danni degli ope-ratori commerciali. Nell’u-dienza di ieri si sono costituitiparte civile un imprenditorevittima di estorsione e l’asso-ciazione antiracket ed antiusu-ra “Sos Impresa”, tutti rappre-sentati dagli avvocati Ales-sandro Motta e AlfredoNello. Stralciata, invece, la
posizione di GiuseppeGerardo Pensavecchia (resi-dente a Piscinola e titolare delbar “Island’s Cafè”), il quale èaccusato solo di estorsioneaggravata ai danni di una dittache aveva installato delle slot-machine all’interno del suolocale: l’avvocato MassimoVetrano ha eccepito un difet-to di notifica e il giudice harinviato i lavori, solo per lui,al 12 novembre al fine di col-mare la “lacuna”; in quella
occasione Pensavecchia dovràcomunicare quale strada pro-cessuale vuole imboccare. La posizione più grave è quel-la del boss Antonio Caiazzo, ilquale, secondo l’impostazioneaccusatoria, avrebbe approfit-tato delle maglie larghe delsistema carcerario per coltiva-re i suoi affari anche se dete-nuto. Caizzo, in particolare, èaccusato di aver continuato adirigere il clan benché ristrettoin galera servendosi della
trovava in prigione perchéstava scontando una condannaa venti anni di reclusione perassociazione di stampo mafio-so per aver guidato il sodaliziodalla fine degli anni Novantaai primi anni del Duemila. Leindagini poggiano essenzial-mente su un fitto brogliacciodi intercettazioni, telefonichee ambientali, nonché sulladenuncia sporta da alcune vit-time delle estorsioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In due rinviati a giudizio, stralciata un’altra posizione
Ponticelli La donna era stata sorpresa in strada dai carabinieri. A luglio fu arrestata per droga
Evade dai domiciliari, rimedia 18 mesiNAPOLI (maga) - Un anno emezzo di reclusione e imme-diato ritorno a casa: è la con-danna che ieri mattina ha col-pito Carolina Ambrosio, la61enne di Ponticelli fermatanel pomeriggio di giovedì daicarabinieri della tenenza diCercola con l’accusa di evasio-ne dagli arresti domiciliari. Ladonna si stava avviando a piediin via Argine quando una pat-tuglia dei carabinieri l’haincrociata; i militari, che l’ave-vano arrestata pochi mesiprima per violazione dellalegge in materia di sostanzestupefacenti, l’hanno ricono-sciuta e l’hanno fermata, per-ché sapevano bene che ladonna si sarebbe dovuta trova-re a casa in quanto sottopostaai domiciliari. Di qui l’arrestoe l’incriminazione per evasionedagli arresti domiciliari, reatoper il quale la Ambrosio ècomparsa ieri mattina dinanzial giudice monocratico del Tri-
bunale di Napoli per affrontareil processo per direttissima. La61enne ha scelto ed ottenuto diessere giudicata col rito abbre-viato (formula che prevede losconto di un terzo della pena)ed è ha rimediato un anno emezzo; il giudice ha poi decisodi non applicare una nuovamisura cautelare, disponendo ilritorno a casa della donna, laquale è stata rimessa ai domici-
liari in base al vecchio provve-dimento restrittivo. La Ambro-sio si trovava “rinchiusa” nellasua abitazione in via al Chiarodi Luna, all’interno del rione diedilizia popolare Conocal, per-ché il primo luglio i carabinieridella tenenza di Cercola laaccusarono di spaccio di droga.I militari dell’Arma eseguironoun’attività di appostamento edi osservazione eseguita per
quattro ore in via al Chiaro diLuna, zona dove gli affari ille-citi sono controllati dai D’A-mico, ed individuarono la61enne che, seduta su unasedia di plastica, cedeva divolta in volta degli involucri apersone in auto o in moto chele si fermavano davanti. Inqualche occasione un uomoraggiunse la donna per rifornir-la o per prendere direttamente isoldi dagli acquirenti. Dopoaver assistito ad alcuni di que-sti episodi e dopo aver fermatoanche due acquirenti, i carabi-nieri arrestarono CarolinaAmbrosio, trovata in possessodi quattro “pezzi” di cocaina. Il2 luglio la donna venne proces-sata per direttissima: CarolinaAmbrosio ottenne di esseregiudicata col rito abbreviato erimediò un anno e quattro mesidi reclusione con la concessio-ne degli arresti domiciliari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Piste ciclabili pericolose, alcuni imputatidepositano al gip delle memorie difensiveNAPOLI - Inchiesta sulla pericolosità delle piste cicla-bili di Napoli: in occasione dell’apertura dell’udienzapreliminare dinanzi al giudice Ludovica Mancini alcunidegli imputati hanno depositato delle memorie difensi-ve. La consegna della documentazione ha spinto il giu-dice a rinviare l’udienza al 16 dicembre al fine di con-sentire al pubblico ministero Ilaria Mancusi Barone diprenderne visione e valutare il da farsi. Sul banco degliimputati ci sono quattro persone, difese dagli avvocatiLuigi Tuccillo, Ester Siracusa e Domenico Ciruzzi.
Ponticelli, strage al bar Sayonara del 1989:la sentenza in Appello slitta a metà meseNAPOLI - Slitta di qualche settimana la sentenza in Appel-lo sulla strage al bar Sayonara a Ponticelli, che nel novem-bre del 1989 fece sei morti: due malavitosi e quattro personeche si trovavano nel locale per prendere un caffé. Sul bancodegli imputati ci sono 17 persone, gente del clan Sarno e delclan Aprea, che si coalizzarono per contrastare il potere diAndrea Andreotti ’o cappott al tempo dominus della maladi Ponticelli. Dei 17 imputati sei sono collaboratori di giusti-zia: si tratta degli ex capi del clan Sarno che hanno consenti-to di ricostuire tutti i passaggi della strage.
Camorra ed estorsione,rito abbreviato per Caiazzo
Arenella Scorciatoia processuale anche per la figlia del boss e altre cinque persone
figlia 34enne Maria Giovanna,eletta a capoclan in un panora-ma malavitoso in cui i leaderdelle cosche, salvo rarissimeeccezioni, sono esponenti delsesso maschile. E l’avrebbefatto verso la fine 2011 -quando non era ancora sotto-posto al regime del carcereduro - dando così l’input perun’attività di estorsione a tap-peto che ha messo in ginoc-chio i commercianti dellazona del Vomero. Caiazzo si
Am
bros
ino
Am
odio
Gia
ncar
lo M
enna
Ben
iam
ino
Cat
uogn
oG
enna
ro R
usso
Ciro
Cos
entin
oM
aria
Cai
azzo
Salvatore D’Antonio Elia Vernaglione
Napoli CRONACHE di NAPOLI10 Sabato 1 Novembre 2014