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Corso di Strumentazione e Automazione Industriale
Modulo 5.1 Normativa ATEX
Prof. Ing. Cesare SaccaniProf. Ing. Augusto BianchiniDott. Ing. Marco Pellegrini
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of BolognaViale Risorgimento 2, 40136, Bologna – Italy
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Generalità sulla normativa ATEX
Normativa ATEX: esempio applicativo
Agenda
Strumentazione per area classificata ATEX
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La normativa ATEXQuando una miscela è esplosiva?
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La normativa ATEXNormativa ATEX
ATEX è il nome convenzionale che raggruppa due direttive dell'Unione Europea:
- 94/9/CE per la regolamentazione di apparecchiature destinate all'impiego inzone a rischio di esplosione - la direttiva si rivolge ai costruttori di attrezzaturedestinate all'impiego in aree con atmosfere potenzialmente esplosive e simanifesta con l'obbligo di certificazione di questi prodotti;- 99/92/CE per la sicurezza e la salute dei lavoratori in atmosfere esplosive - siapplica negli ambienti a rischio di esplosione, dove impianti ed attrezzaturecertificate sono messe in esercizio ed è quindi rivolta agli utilizzatori.
Il nome deriva dalle parole ATmosphères ed EXplosibles.
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Direttiva 99/92/CE
La direttiva è relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tuteladella sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti alrischio di atmosfere esplosive definite come: “miscele con l'aria, a condizioniatmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveriin cui, dopo accensione, la combustione si propaga all'insieme della miscelaincombusta”.
La direttiva è stata recepita in Italia tramite il D.Lgs. 233/03 e successivo D.Lgs.9 aprile 2008 n.81 (titolo XI).
Il datore di lavoro deve ripartire in zone le aree in cui possono formarsiatmosfere esplosive. Per la determinazione del tipo di zona, della suaestensione e dei suoi dati caratteristici dove sono o possono essere presentigas infiammabili si applica la norma EN 60079-10. La norma tecnica è quindicogente.
La normativa ATEX
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Normativa EN 60079-10
La procedura di classificazione delle aree, in linea generale, si può ricondurre aiseguenti passi:- individuazione delle sorgenti di emissione (SE);- assegnazione del grado di emissione alle sorgenti;- determinazione della portata di emissione del fluido in considerazione (gas,vapore, liquido bassobollente o altobollente);- calcolo del volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva (Vz)intorno ad ogni SE;- calcolo della concentrazione media volumica (Xm%);- valutazione del tempo di permanenza;- determinazione del tipo di zona individuata;- determinazione della forma della zona pericolosa;- determinazione dell’estensione della zona pericolosa.- inviluppo delle diverse zone pericolose individuate.
La normativa ATEX
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Normativa EN 60079-10: definizione delle zone pericolose
Zona 0 - Luogo in cui un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria esostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia è presentecontinuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente.Nota: In generale, dette condizioni, quando si presentano, interessano l’internodi serbatoi, tubi e recipienti, ecc…
Zona 1 - Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da unamiscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, sipresenti occasionalmente durante il funzionamento normale.
Zona 2 - Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, costituita dauna miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia,si presenti durante il normale funzionamento, ma che, se si presenta, persistesolo per un breve periodo.
La normativa ATEX
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1° passo
Dati del luogo e del progetto
Raccolta dati di progetto (dati del committente, cliente,ubicazione, scopo del lavoro, schemi, etc...).
Definizione caratteristiche delle sostanze infiammabili(nome, formula, parametri chimico‐fisici come massa molare(M), densità (ρ), limite inferiore esplodibilità (Lower ExplosiveLimit, LEL), calore specifico a volume costante (cv), temperatura diinfiammabilità (Ti), …)Definizione parametri di funzionamento del processo (cometemperatura T, pressione P, ...).
Applicabilità della Norma.
Definizione degli ambienti e delle condizioni ambientali(ambienti aperti o chiusi, con sistema/i di pressurizzazione oinertizzazione, ventilazione, ...).
La normativa ATEXNormativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
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2° passo
Per ogni ambiente
Individuazione delle sorgenti di emissione SE e del loro gradodi emissione: grado continuo (emissione continua o perlunghi periodi), primo grado (emissione periodica ooccasionale durante il funzionamento normale), secondogrado (emissione non prevista durante il normalefunzionamento o che avviene solo raramente o per breviperiodi).
Verifica della possibilità di eliminare o limitare quantopiù possibile la presenza di SE.
La normativa ATEXNormativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
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3° passo
Per ciascuna sorgente di emissione SE
Determinare la possibile emissione infiammabile e, sepossibile, eliminare o limitare il grado di emissione e le portate.
Verificare l’eventuale presenza di sistemi di ventilazioneartificiali locali o prevederli.
Si prepara un elenco delle sorgenti di emissione.
La normativa ATEXNormativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
φ: rapporto critico del flusso (uguale a 1 per flusso turbolento, altrimentisi calcola con l’equazione in basso a sinistra);c: coefficiente di efflusso (fornito dal costruttore, oppure 0.97 per valvoledi sfioro e sicurezza, 0.80 negli altri casi);A: area della sorgente di emissione [m2];M: massa molare della sostanza [kg/kmol];P: pressione assoluta di processo [Pa]; Pa: pressione ambiente [Pa];T: temperatura assoluta [K];R: costante universale dei gas = 8.314 J/kmolK;β: esponente che tiene conto della frazione molare, = (γ+1)/(γ-1);γ: rapporto tra i calori specifici, = cp/cv. 11
4° passo (ultimo)
Calcolo delle emissioni potenziali e
classificazione dei luoghi
Si determina la portata di emissione Qg. Ad esempio, nelcaso di emissione di gas in singola fase si applica la formula[f.GB.4.1‐2] (ex. GB.4.1.2), espressa in [kg/s].
La normativa ATEXNormativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
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4° passo (ultimo)
Calcolo delle emissioni potenziali e
classificazione dei luoghi
Si determina la distanza ‘’dz ‘’ in metri (formula [f.GB.5.1‐5a]).
La normativa ATEX
Qg: portata di emissione [kg/s], per il calcolo si veda slide precedente;φ: rapporto critico (si veda slide precedente);c: coefficiente di efflusso (fornito dal costruttore, oppure 0.97 per valvoledi sfioro e sicurezza, 0.80 negli altri casi);M: massa molare della sostanza [kg/kmol];T: temperatura assoluta [K];β: esponente che tiene conto della frazione molare (si veda slideprecedente);γ: rapporto tra i calori specifici, = cp/cv;kdz: safety factor (0.25-0.5 per fonti di emissione di grado continuo eprimo, 0.5-0.75 per grado secondo).LELv: limite inferiore di esplodibilità in aria, espresso in % su volume.
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
Per distanza pericolosa dz si intende la distanza dalla SE a partire dalla quale laconcentrazione dei gas o vapori infiammabili nell’aria è inferiore a kdz*LELv.
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4° passo (ultimo)
Calcolo delle emissioni potenziali e
classificazione dei luoghi
Si stima la estensione effettiva «a» in metri della zonapericolosa nella direzione di emissione e di più probabiledispersione nell’atmosfera esplosiva .
Tale valore è almeno uguale a dz, ma preferibilmente maggiore.Tipicamente, il valore di dz viene arrotondato alla prima cifraintera o addirittura ad una maggiorazione più significativa incaso di evidenti incertezze di calcolo (per esempio 1,2*dz).
La normativa ATEXNormativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
Il grado di ventilazione è indicativo della quantità di aria di ventilazione che investe la SEin rapporto alla quantità di sostanze infiammabili emesse nell’ambiente; questo rapportopuò essere tale da limitare in varia misura la presenza di atmosfera esplosiva e ridurre omeno il tempo di persistenza della stessa al cessare dell’emissione. Sono stabiliti tregradi di ventilazione, alto (VH), medio (VM), basso (VL):
Grado di ventilazione alto (VH): quando la ventilazione è in grado di ridurre laconcentrazione in prossimità della SE in modo praticamente istantaneo, limitando laconcentrazione al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL).
Grado di ventilazione medio (VM): quando la ventilazione è in grado controllare laconcentrazione, determinando una zona limitata stabile, sebbene l’emissione sia incorso, e dove l’atmosfera esplosiva per la presenza di gas non persista eccessivamentedopo l’arresto dell’emissione.
Grado di ventilazione basso (VL): Quando la ventilazione non è in grado di controllare laconcentrazione mentre avviene l’emissione e/o non può prevenire la persistenzaeccessiva di un’atmosfera esplosiva dopo l’arresto dell’emissione.
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La normativa ATEX
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4° passo (ultimo)
Calcolo delle emissioni potenziali e
classificazione dei luoghi
Si calcola la portata volumetrica di aria Qamin minimateorica in m3/s necessaria per diluire l’emissione di sostanzainfiammabile con la equazione [f.5.10.3‐1].
La normativa ATEXNormativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
∙
Qg: portata di emissione [kg/s], per il calcolo si veda slide precedente;Ta: temperatura ambiente [K];k: fattore di sicurezza applicato la LEL per la definizione della portataminima di ventilazione (0.25 per fonti di emissione di grado continuo eprimo, 0.5 per grado secondo).LELv: limite inferiore di esplodibilità in aria, espresso in % su volume.
Attenzione: i valori di k non sono vincolanti! A seconda del grado di certezza dei dati a disposizione, iltecnico preposto alla classificazione può assumere valori compresi tra 0,25-0,5 per il grado continuo eprimo e tra 0,5-0,75 per il grado secondo.
Confronto la portata volumetrica di progetto con quella minima teorica necessaria a diluirel’emissione: sulla base del confronto determino il grado di ventilazione.
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
L’efficacia di un sistema di ventilazione dipende oltre che dal grado anche dalladisponibilità. La presenza di una ventilazione VH potrebbe, infatti, essere vanificata dallasu scarsa disponibilità (es. un ventilatore guasto). Anche in questo caso la norma CEI EN60079-10-1 fornisce alcune definizioni:
Ventilazione buona: quando la ventilazione è presente con continuità.
Ventilazione adeguata: quando la ventilazione è presente durante il normalefunzionamento ma dove sono ammesse interruzioni poco frequenti e comunque di brevedurata.
Ventilazione scarsa: quando la ventilazione non è in grado di soddisfare i requisiti peressere considerata buona o adeguata ma dove comunque non sono previsti interruzionidi lunga durata.
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
Valutazione semplificata fornita dalla norma: le relazioni di calcolo sono moltocomplesse e dipendono da molteplici fattori.
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La normativa ATEX
«+» significa circondato da;«NE» indica una zona diestensione trascurabile;
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4° passo (ultimo)
Calcolo delle emissioni potenziali e
classificazione dei luoghi
Definizione dei tipi di zone (0,1,2) di pericolo originate dallesingole SE (in funzione dell’analisi delle SE e della ventilazione). Determinazione delle estensione di tutte le zone pericoloseoriginate dalle singole emissione (forme e dimensione).
La normativa ATEX
Preparazione della classificazione preliminare dei luoghi, ivi inclusi i requisiti per i prodotti installabili nei luoghi suddetti.
Valutare l’adozione di misure tecniche e/o organizzative perridurre il pericolo d’esplosione.
Individuazione delle aperture verso zone esterne interessate da zone pericolose.
Eseguire l’inviluppo delle zone di pericolo originate dallesingole SE.
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
N.B: il certificatore utilizza software dedicati per i calcoli e per la redazione dellarelazione di classificazione.
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Normativa EN 60079-10 – esempi estratti dalla norma
La normativa ATEX
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La normativa ATEXNormativa EN 60079-10 – esempi estratti dalla norma
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Normativa EN 60079-10 – esempi estratti dalla norma
Stima delle dimensioni dei fori di emissione derivanti da guasti: la normadefinisce dei valori in base alla tipologia di elemento oggetto della rottura.
La normativa ATEX
Tipologia di elemento Dimensione foro di emissione Nota
Flangia con guarnizione in fibra compressa
Spessore di 1 mm Foro lungo quanto la sezione della guarnizione tradue fori di serraggio. Guasto grave (mancatamanutenzione).
2,5 mm2 Se prevista attenta manutenzione.
Flangia con guarnizione spirometallica
Spessore di 0,5 mm Foro lungo quanto la sezione della guarnizione tradue fori di serraggio. Guasto grave (mancatamanutenzione).
0,25 mm2 Se prevista attenta manutenzione.
Flangia con giunto ad anello metallo su metallo (ring joint)
0,5 mm2 Guasto grave (mancata manutenzione).
0,1 mm2 Se prevista attenta manutenzione.
Guarnizione spirometalica Ring Joint
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La normativa ATEXNormativa EN 60079-10esempi estratti dalla norma
Emissioni strutturali:dati statistici.
Emissioni strutturali sonoquelle che possonoavvenire durante l’attivitàdell’impianto dai punti didiscontinuità deicomponenti del sistemadi contenimento dellesostanze infiammabili,quali ad esempio leflange sulle tubazioni, legiunzioni tra parti diapparecchi e macchine,gli sfiati di valvole disicurezza, di sfioro esimili chiuse, …
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La normativa ATEXNormativa EN 60079-10esempi estratti dallanorma
Emissioni strutturali:dati statistici.
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Generalità sulla normativa ATEX
Normativa ATEX: esempio applicativo
Agenda
Strumentazione per area classificata ATEX
HENERGIA – Laboratorio Fossil Fuel Free
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HENERGIA: Impianto idrogeno
Impianti fotovoltaiciSolar coolingIdrogeno: elettrolisi, compressione e PEM fuel cell
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Impianto idrogeno: Process Flow Diagram
Elettrolizzatore
Acqua demineralizzata
Energia elettrica
Compressore
Acqua raffreddamento
H2
O2Stoccaggio
Bassapressione
Fuel cell
StoccaggioAlta
pressione
Energia elettrica
Vapor d’acquaEnergia elettrica
Riduttorepressione
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Impianto idrogeno: i locali
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Impianto idrogeno: descrizione localiIl locale di produzione e utilizzo dell’idrogeno (container 2) è costituito da uncontainer di 20 m3 circa, contenente:
- n.1 dissociatore elettrolitico (elettrolizzatore), utilizzato per la produzione diidrogeno con portata regolata a 1 Nm3/h;
- n.3 fuel cell da 1 kW ciascuna;- tubazioni, valvole di intercettazione, strumentazione di misura e connessioni
realizzate con tecnologia di marca Swagelok (in figura);- impianto di aspirazione: all’esterno del container è presente una tubazione
centrale in alto per l’estrazione dell’aria e 4 ingressi di mandata in basso. Latubazione di estrazione è collegata a n.2 ventilatori di estrazione in parallelo(uno di riserva all’altro) di portata pari a 2.000 m3/h ciascuno.
All’interno del container si considera una ventilazione artificiale garantita concontinuità (disponibilità BUONA).
Swagelok
Il locale di compressione dell’idrogeno (container 1) è costituito da un containerdi 20 m3 circa, contenente:
- compressore idrogeno;- tubazioni, valvole di intercettazione, strumentazione di misura e connessioni
realizzate con tecnologia di marca Swagelok;- impianto di aspirazione: all’esterno del container è presente una tubazione
centrale in alto per l’estrazione dell’aria e 2 ingressi di mandata in basso. Latubazione di estrazione è collegata a n.2 ventilatori di estrazione in parallelo(uno di riserva all’altro) di portata pari a 4.000 m3/h ciascuno.
All’interno del container si considera una ventilazione artificiale garantita concontinuità (disponibilità BUONA).
N.B. La quantificazione delle portate di ventilazioneviene determinata per tentativi, ovvero si verificaqual è la classificazione risultante per undeterminato ambiente in presenza di unadeterminata ventilazione, e si verifica che il tipo diclassificazione raggiunga quella desiderata. Se laclassificazione non è soddisfacente (ad esempio,Zona 0), occorre incrementare la portata diventilazione.
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Impianto idrogeno: descrizione locali
RICORDIAMO LA SLIDE 17:Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
Valutazione semplificata fornita dalla norma: le relazioni di calcolo sono moltocomplesse e dipendono da molteplici fattori.
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«+» significa circondato da;«NE» indica una zona diestensione trascurabile;
Impianto idrogeno: descrizione locali
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Impianto idrogeno: descrizione localiNelle aree esterne prossime al laboratoriosono posizionati i corpi tecnici e le tubazioni aservizio del laboratorio stesso. Tra questi sicitano:
- n.2 serbatoi di accumulo dell’idrogeno dicui:
‣ n. 1 serbatoio da 83 litri e pressionedi esercizio di 35 bar;‣ n. 1 serbatoio da 270 litri e pressionedi esercizio di 5 bar;
- valvole e giunzioni filettate di connessionesulle tubazioni di trasporto idrogeno ad altae bassa pressione;
- n.1 bombola di idrogeno da 14 litri a 200 barcon riduttore a 3,5 bar;
- sfiati di idrogeno e ossigeno posizionaticome in lay-out item esterni.
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Classificazione ATEX HENERGIAClassificazione ATEX HENERGIA – identificazione sorgenti e grado di emissione
I gradi delle emissioni delle singole SEsono stabiliti sulla base delle definizionidella CEI EN 60079-10 e qui elencati inordine decrescente di probabilità(frequenza e durata) di emissionenell’ambiente della sostanza infiammabile.
Emissione di grado continuo (emissionecontinua o per lunghi periodi),
Emissione di grado primo (emissioneperiodica o occasionale durante ilfunzionamento normale),
Emissione di grado secondo (emissione nonprevista durante il normale funzionamento oche avviene solo raramente o per brevi periodi).
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RICORIDAMO LA SLIDE 7:Normativa EN 60079-10: definizione delle zone pericolose
Zona 0 - Luogo in cui un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria esostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia è presentecontinuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente.Nota: In generale, dette condizioni, quando si presentano, interessano l’internodi serbatoi, tubi e recipienti, ecc…
Zona 1 - Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da unamiscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, sipresenti occasionalmente durante il funzionamento normale.
Zona 2 - Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, costituita dauna miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia,si presenti durante il normale funzionamento, ma che, se si presenta, persistesolo per un breve periodo.
Classificazione ATEX HENERGIA
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Classificazione ATEX HENERGIAClassificazione ATEX HENERGIA – classificazione dei luoghi
Medio
Classificazione ATEX HENERGIA – classificazione dei luoghi
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Classificazione ATEX HENERGIA
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Impianto idrogeno: impatto della sicurezzaElettrolizzatore
Acquademineralizzata
Compressore
Acqua raffreddamento
H2
O2
Bassapressione
Fuel cell
Altapressione
Energiaelettrica
Vapor d’acqua
FiltroDEOXO
FiltroEssicatore
Container 1 Container 2
Energiaelettrica
Energiaelettrica
Serbatoiesterni
Ventilazione forzata con ambiente in
depressione –doppio
ventilatore
Azoto Lavaggio con azoto –inertizzazione linee
Sensoreidrogeno
Sensoreidrogeno
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Generalità sulla normativa ATEX
Normativa ATEX: esempio applicativo
Agenda
Apparecchiature per area classificata ATEX
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Apparecchiature per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti
La direttiva ATEX prodotti 94/9CE si applica a tutti i prodotti, elettrici emeccanici, destinati ai luoghi con pericolo di esplosione e si colloca tra ledirettive che consentono la libera circolazione delle merci e definiscono irequisiti essenziali in materia di sicurezza dei prodotti che vi ricadono. Inparticolare, la direttiva definisce le categorie dei prodotti e le caratteristiche chedevono soddisfare per essere installati nei luoghi ove esista un pericolod’esplosione; descrive inoltre le procedure da seguire per ottenere laconformità.
Il campo d’applicazione della Direttiva si estende anche a dispositivi disicurezza, di controllo e di regolazione che sono installati al di fuori dell’areapotenzialmente esplosiva, ma da cui dipende la sicurezza dei prodotti installatiin atmosfera esplosiva.
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Apparecchiature per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti
Ai sensi della Direttiva 94/9/CE, per apparecchi si intendono «le macchine, imateriali, i dispositivi fissi o mobili, gli organi di comando e relativastrumentazione, nonché i sistemi di rilevazione o di prevenzione che, da soli ocombinati, sono destinati alla produzione, al trasporto, al deposito, allamisurazione, alla regolazione e alla conversione di energia e/o allatrasformazione di materiale e che sono in grado di provocare un’esplosionetramite le proprie potenziali sorgenti di innesco».
Se un apparecchio non elettrico possiede una sorgente potenziale di innesco,questo è spesso dovuto alla presenza di parti in movimento che possonoprovocare un rischio di innesco potenziale derivante da superfici calde o dascintille da attrito. Ne sono esempi: ingranaggi, ventilatori, pompe, compressori,miscelatori, freni, etc... Gli apparecchi meccanici di questo tipo necessitanosolitamente di collegamento a una fonte di energia, come ad esempio un motoreelettrico. Se vengono immessi insieme sul mercato in questa forma, essipossono costituire un assieme.
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La direttiva ATEX prodotti
La Direttiva 94/9/CE effettua una prima distinzione in base al luogo di utilizzocon la suddivisione in due gruppi:
- Gruppo I: prodotti da utilizzarsi in miniere grisutose.- Gruppo II: prodotti da utilizzarsi in superficie.
La Direttiva 94/9/CE classifica poi i prodotti in categorie, in relazione al livello diprotezione e in funzione del grado di pericolosità dell’ambiente dove questisaranno inseriti. Per i prodotti di gruppo I sono previste due categorie:
GRUPPO I
Categoria Nota
M1 Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono unlivello di protezione molto elevato.
M2Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono unlivello di protezione elevato; devono poter essere messi fuoritensione in presenza del gas.
Apparecchiature per area classificata ATEX
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti
Per gli apparecchi di superficie (gruppo II) esistono tre categorie, in funzione dellivello di protezione richiesto, ovvero alla classificazione della zona di utilizzo.Nel caso di impiego in ambienti con gas la categoria è individuata con la letteraG, nel caso di polveri con la lettera D, nel caso di gas e polveri GD.
GRUPPO II
Categoria Nota
1 (G,D,GD) Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono unlivello di protezione molto elevato.
2 (G,D,GD) Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono unlivello di protezione elevato.
3 (G,D,GD) Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono unlivello di protezione normale.
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti
Tutte le apparecchiature elettriche di categoria 1 e categoria 2 devono essereobbligatoriamente certificate presso Organismi Notificati ATEX, anche NotifiedBody, ovvero gli Organismi ai quali l’autorità nazionale ha affidato il compito dieffettuare la verifica della conformità alla direttiva (in Italia ricordiamo, adesempio: IMQ, CESI, ICEPI, TUV, ...). Per le aziende che producono apparecchielettrici di categoria 1 e di categoria 2 è obbligatoria anche la notifica e lasorveglianza del sistema di qualità aziendale.
Per tutte le apparecchiature di categoria 3 è prevista l’autocertificazione,coerentemente con il controllo di fabbricazione interno (ad esempio, ISO 9001).Il ricorso a organismi notificati ATEX è quindi, in questo caso, facoltativa.
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: modi di protezione
I modi di protezione sono delle tecniche che ci vengono messe a disposizionedalla norma. Queste tecniche “giocano” sul fatto che, togliendo anche solo unodegli elementi che concorrono al verificarsi di un evento esplosivo, lo stessonon si può verificare.
Limitando, quindi, il potenziale di innesco (sicurezza intrinseca) e la produzionedi energia sotto forma di calore (sicurezza aumentata, sicurezza costruttiva),togliendo il combustibile (pressurizzazione, immersione in liquido,incapsulamento), oppure contenendo l’esplosione (custodie a tenuta di fiamma),si raggiunge lo scopo di minimizzare il rischio esplosione.
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: modi di protezione
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: modi di protezione
Custodia a prova di esplosione (per aree classificate 1 o 2) – sigla Ex d
I componenti elettrici che possono accendere un’atmosfera esplosiva sonoracchiusi in custodie in grado di resistere alla pressione dell’esplosionedell’atmosfera esplosiva (5-12 bar), formatisi all’interno per la penetrazione di ungas o vapore infiammabile (tenuta alla pressione); la custodia deve inoltreimpedire la trasmissione dell’esplosione all’atmosfera esterna (tenuta allafiamma).
Da applicarsi su apparecchiature elettriche varie che, in servizio normale, dannoluogo a scintille o sovratemperature: interruttori, sezionatori, lampade, unità dicomando, controllo e segnalazione, motori, trasformatori MT/BT,strumentazione, ecc…
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: modi di protezione
Sovrappressione interna (per aree classificate 1 o 2) – Sigla Ex p
Consiste nell’introdurre un gas di protezione nella custodia per mantenerla insovrappressione rispetto all’atmosfera esterna, impedendo la formazione diatmosfera esplosiva all’interno della custodia stessa. Il gas di protezione puòessere costituito da aria oppure da gas inerte, per esempio azoto; in caso dimancanza della sovrappressione l’unità di controllo procede con l’arresto oallarme dell’apparecchiatura pressurizzata. La tecnica della sovrappressioneinterna può essere applicata, sostanzialmente con le stesse caratteristiche,anche alle apparecchiature per polveri applicando la norma specifica.
Si applica a trasformatori MT/BT, grandi macchine elettriche, quadri diautomazione e strumentazione, sistemi di controllo processi industriali (gascromatografi, analizzatori), cabine di analisi e locali pressurizzati.
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: modi di protezione
Protezione a sicurezza aumentata (per aree classificate 1 o 2) – Sigla Ex e
Questa protezione si applica alle apparecchiature elettriche che non produconoarchi, scintille, o temperature pericolose nel funzionamento ordinario(costruzioni non scintillanti). Sono applicate misure complementari diprotezione, al fine di fornire una sicurezza aumentata con elevato coefficiente disicurezza, che devono impedire la formazione di archi o scintille, o la possibilitàdi temperature tali da innescare la miscela esplosiva; questo obiettivo è basatosu un generale sovradimensionamento, sia dei materiali isolanti, sia delle partielettriche attive rispetto alle costruzioni elettriche di normale produzioneindustriale, già di per sé non innescanti.
Si applica su materiale impiantistico come custodie con morsetti, elettromagnetie bobine, motori e generatori, lampade, batterie, riscaldatori elettrici aresistenza.
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: modi di protezione
Sicurezza intrinseca (per aree classificate 0,1, 2) – Sigla Ex i
La sicurezza intrinseca sfrutta il principio della limitazione energetica. In uncircuito a sicurezza intrinseca nessuna scintilla o effetto termico, in condizioninormali e condizioni di guasto specificate dalla norma, è in grado di provocarel’accensione di una data miscela esplosiva, in funzione del gruppo di gas. Ciò èpossibile se le caratteristiche del circuito e dei suoi componenti sono tali dalimitare l’energia accumulata e rilasciata dal circuito stesso.
La sicurezza intrinseca si applica alla strumentazione di misura, di controllo e diregolazione utilizzabile nei processi industriali, sistemi di telecomunicazione eapparecchiature portatili.
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: classe di temperatura
La classe di temperatura identificata per i prodotti del gruppo II è la massimatemperatura che può raggiungere la costruzione elettrica.
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: grado di protezione degli involucri
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Strumentazione per area classificata ATEXLa direttiva ATEX prodotti: grado di protezione degli involucri