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VERDE PENSILE SCENARI E PERCORSI DI INNOVAZIONE URBANA

Scenari e percorsi di innovazione urbana

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Analisi dello sviluppo delle coperture e delle pareti ecologiche, e applicazioni pratiche per la rivalutazione del paesaggio urbano e il miglioramento della qualità della vita.

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Verde pensile scenari e percorsi

di innoVazione urbana

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Sandra Marraghini

Verde pensile scenari e percorsi di innovazione urbana

Analisi dello sviluppo delle coperture e delle pareti ecologiche, e applicazioni pratiche per la rivalutazione del paesaggio urbano e

il miglioramento della qualità della vita

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copyright © 2012 arch. Sandra Marraghini

impaginazione e cura tipografi ca:Edizioni Giorgio Vasari srlvia Mantegna 4, Arezzotel. 392 9596285 – fax 0575 1657738email [email protected]

ISBN 978-88-905493-3-5prima edizione novembre 2012

in copertina: ideazione Sandra Marraghini, foto ed elaborazione grafi ca di Giulia Nozzoli

le foto con il marchio sono rilasciate con licenza Creative Commons e possono essere riutilizzate liberamente.

le foto senza logo sono di proprietà di Sandra Marraghini. Del testo e delle foto senza logo è vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, se non autorizzata

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le foto senza logo sono di proprietà di Sandra Marraghini. Del testo e delle foto senza logo è vietata la riproduzione,

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INDICE

TETTI E PARETI VERDI: STATO DELL’ARTE 7 SVILUPPO SOSTENIBILE E VERDE PENSILE 7 Nuovi scenari urbani sostenibili 7 Il dibattito sulle energie rinnovabili in Italia 7 Diffusione del verde pensile e nuova ecologia 8 Gli orti urbani 9 Il ruolo del design per l’affermazione di nuovi modelli di vita urbana 9 Nuova tradizione 10

TETTI E PARETI VERDI: RISPARMIO ENERGETICO E BENEFICI AMBIENTALI 11 I benefici ecologici dei tetti verdi 11 In sintesi, l’elenco dei benefici ambientali di tetti e pareti verdi 12 Diminuzione del ruscellamento delle acque meteoriche 12 Effetto delle coperture sul microclima 12 Fissaggio delle polveri sottili 14 Isolamento termoacustico 14 Sfruttamento delle superfici e aumento del valore degli immobili 14 Salvaguardia e tutela delle biodiversità 14 Orti sociali 14

TETTI E PARETI VERDI: TECNOLOGIE E METODI DI REALIZZAZIONE 17 Tetti verdi estensivi 17 Tetti verdi intensivi 18 Pannelli applicabili su pareti esterne preesistenti 18 Muri vegetali 19 Parete vegetale integrata (brevetto Patrick Blanc) 19 Pannelli vetrati con alghe come bioreattori 20

BEST PRACTICES 21 Progetti realizzati High Line, New York, USA 22 Promenade Plantée, XII Arrondissement, Parigi 24 Museo Quai Branley, Parigi 26 Darmstadt, Waldspirale 28 School of Art, Design and Media, Nanyang, Singapore 30 Environment Park, Torino, Italia 30 Vancouver West Convention Center, Vancouver, Canada 30 City Hall, Chicago, USA 32 Villaggio olimpico XX Olimpiade invernale, Italia, Sestriere 34 Scuola materna, Germania, Hoehnwart 34 Barclays Bank, Inghilterra, Londra 34 Policlinico, Italia, Catania 34

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Sandra Marraghini

Architetto, specializzata in Architettura del Paesaggio e Documentazione Centri Storici, presidente della sezione di Italia Nostra di Arezzo, è libera professionista e docente di Applicazioni e Fondamenti della Geometria Descrittiva presso la facoltà di Architettura di Firenze.Si occupa di design e innovazione, architettura, restauro, beni culturali e paesaggio.

L’Autore desidera ringraziare Matteo Berilli per l’elaborazione dei rendering a fine volume e Giulia Nozzoli per la copertina

Albergo, Italia, Abano Terme 34 CaixaForum, Madrid, Spagna 34 Centro Commerciale “Fiordaliso”, Rozzano (Mi), Italia 36

Urban Factory 34 Vancouver Harvest Tower, Vancouver, Canada 34 London Farm Tower, Londra, Regno Unito 36 Dragonfly, New York, USA 37 Bosco Verticale, Milano, Italia 37 Skyland, Milano, Italia 38 SCENARI E PERCORSI DI INNOVAZIONE VERDE A FIRENZE 39 Firenze e la tradizione del bel paesaggio 39 Il verde pensile: una nuova opportunità per Firenze 40 Gli spazi verdi a Firenze: iniziative comunali 2010/2012 40 Florens 2010, installazione di un prato in piazza del Duomo 42 Invasioni Botaniche 2011 42 Controversie e critiche 44 La Parete Verde presso le ex carceri delle Murate 44 Parco San Donato – Novoli, Quartiere 5 46 Il Parco delle Cascine 46 Estratto del regolamento edilizio in vigore nel comune di Firenze 46

SCHEDE DI PIANTE ADATTE ALL’INVERDIMENTO NELL’AREA FIORENTINA 51

PROPOSTE E SUGGESTIONI D’INNOVAZIONE 55 Coperture di capannoni, supermercati e stazioni di servizio, 55 con inverdimenti di tipo estensivo Coperture condominiali come nuova opportunità ricreativa 55 per le categorie disagiate, anziani e mamme con bambini BIBLIOGRAFIA 58 SITOGRAFIA 59

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NUOVI SCENARI URBANI SOSTENIBILI

Uno dei problemi contemporanei più impegnativi è lo sfruttamento incontrollato di risorse naturali e uma-ne e di risorse energetiche non rinnovabili.

Un insaziabile bisogno di produrre, di ingurgitare energia, è alla base del nostro benessere ma siamo consapevoli che questa condizione così come viene condotta oggi non potrà durare a lungo.

Di strategica importanza è concepire uno sviluppo sostenibile in cui ricerca e innovazione siano finalizzate all’utilizzo di fonti di energia pulite e rinnovabili, in alter-nativa al consumo smodato di quelle non rinnovabili o ad alto rischio di pericolosità.

Un ruolo determinante nella gestione di tali trasfor-mazioni è giocato dalla capacità di visione di nuovi modelli di sviluppo in equilibrio con l’ambiente, che offrano pari opportunità per tutte le persone.

Anche il mondo delle professioni possiede in questa trasformazione una grossa responsabilità, che deve essere spesa mettendo in campo tutte le proprie risor-se e competenze, per individuare metodi e strumenti che consentano di tradurre in pratica tali impegnativi obiettivi.

Una grande sfida per il settore della progettazione è costituita dai nuovi assetti che si possono prefigurare con l’introduzione delle energie alternative e dell’ade-guamento del sistema degli insediamenti umani, dell’edilizia e dei servizi, e per l’Italia in particolare, di gestirne sapientemente l’inserimento nei nostri straor-dinari contesti paesaggistici, artistici e monumentali.

L’introduzione di sistemi di captazione di energia rin-novabile e del relativo apparato impiantistico com-portano la predisposizione di progetti di nuove forme architettoniche, nuovi componenti edilizi, nuovi pro-dotti.

Esemplare e culturalmente prestigiosa la presa di posizione, a questo proposito, dell’architetto Ren-zo Piano, che ha denunciato quella che chiama “l’esplosione delle città”, cioè l’espansione continua e incondizionata del costruito e delle aree urbanizzate, indicando la necessità di invertire tale tendenza da “esplosiva” in “implosiva” e di non costruire più nuovi insediamenti, ma riqualificare l’esistente, abbattendo l’utilizzo di nuove superfici e lo spreco di risorse naturali ed energetiche non rinnovabili.

IL DIBATTITO SULLE ENERGIE RINNOVABILI IN ITALIA

Alcune fonti alternative di energia pulita risultano adeguate al clima italiano, ma presentano, nella loro applicazione diffusa a grande scala, alcune contrad-dizioni.

Quando si ha a che fare con il paesaggio e l’am-biente non esiste una soluzione globalmente valida, ma risulta più efficace individuarne ogni volta una specifica sulla base delle opportunità e della vocazio-ne che ogni diversa situazione presenta.

Nel campo delle energie rinnovabili tanto più è im-portante tenere presente questo principio metodolo-gico, che trova i suoi fondamenti nella concezione

TETTI E PARETI VERDI: STATO DELL’ARTE

SVILUPPO SOSTENIBILE E VERDE PENSILE

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8 – Verde pensile

ecosistemica del paesaggio. Il dibattito sull’impatto ambientale è per questo mol-

to accesso, al punto di trovare in posizioni di contrasto le stesse associazioni ambientaliste. Una fonte come l’eolico, se da una parte rappresenta un tipo energia alternativa rinnovabile molto interessante, dall’altra suscita molti dubbi e opposizioni.

La realizzazione di questi impianti avviene in contesti paesaggistici delicatissimi come i crinali montani, con effetti devastanti sul piano dell’impatto visivo e con tutta una serie di conseguenze negative rispetto alla vocazione turistica, spesso unica vera risorsa di certi nostri territori.

Molti dubbi sorgono a proposito del rapporto costi/benefici: gli impianti eolici costruiti sui crinali hanno alti costi di realizzazione e altrettanto alti di smaltimento, al punto da far prevedere irrealizzabile un eventuale loro smontaggio nel momento in cui dovessero risultare una tecnologia superata.

Lo stesso problema si presenta anche con le instal-lazioni degli impianti fotovoltaici, che se da una parte, per il fatto di utilizzare l’energia solare, risulterebbero particolarmente congeniali all’ambiente italiano, dall’altra, a causa delle estese superfici che richiedo-no e spesso in mezzo a campagne virtuosamente col-tivate, possono risultare addirittura improponibili nei nostri pregiati paesaggi. Ciò potrebbe compromette-re la possibilità di investimenti più vocazionali per il ter-ritorio, legati alla fruibilità del patrimonio culturale, per-dendo così importanti opportunità di riqualificazione.

Appare, stante la ricerca in questo campo a oggi, in generale più sensata la logica della sommatoria di piccoli interventi ben inseriti di integrazione e riquali-ficazione energetica che non quella rigida e impat-tante dei grandi impianti. In Italia può dimostrarsi più opportuno l’introduzione e la diffusione della tecnolo-gia delle tegole fotovoltaiche che si inseriscono molto bene esteticamente, piuttosto che le centrali fotovol-taiche con la sfilata di brutti pannelli inadatti ai nostri contesti paesaggistici sempre caratterizzati da storici-tà e monumentalità. Così come può risultare oppor-tuno in molti casi integrare varie modalità di approv-vigionamento e ottimizzazione energetica realizzando sulle coperture degli edifici insieme o in alternativa al fotovoltaico altri tipi di interventi a seconda del caso

specifico, come i tappezzamenti vegetali.

DIFFUSIONE DEL VERDE PENSILE E NUOVA ECOLOGIA

Quello delle coperture e delle pareti verticali verdi è un settore in espansione che merita grande conside-razione per i vantaggi ambientali che sta dimostran-do.

I tetti verdi sono tra gli interventi che possono go-dere degli incentivi fiscali per l’abbattimento del con-sumo energetico. In Germania e in Svezia sono già ampiamente sperimentati e applicati, anche in Gran Bretagna, in Spagna, Stati Uniti, Canada, Giappone e Brasile, dove si stanno cominciando a utilizzare sem-pre più diffusamente, grazie allo sviluppo della ricerca già avviato. Esistono in Italia numerosi esempi di nuovi progetti e realizzazioni e un’esperienza pilota portata avanti dal comune di Bolzano, che ha prodotto una normativa edilizia per incentivarne la realizzazione, ma molto ancora deve essere fatto.

Nello stesso tempo sta esplodendo, anche nel no-stro Paese, la “moda” del giardino verticale assieme alla richiesta di rivestire pareti interne e esterne con piante, grazie al successo internazionale e alla divul-gazione delle architetture di Patrick Blanc. Il tema dei giardini verticali e pensili è posizionato nell’ambito di un nuovo romanticismo volto al recupero della natura selvaggia e non viene scelto solo per le caratteristiche pur rilevanti di vantaggi ambientali, che riesce a risol-vere senza bisogno di occupare ulteriore spazio, ma sulla base dell’idea che il verde aiuti a vivere meglio. Questa convinzione affonda le sue radici nelle conce-zioni ecologiste diffusesi a partire dagli anni Sessanta soprattutto in Germania e in Austria, non a caso la patria di quel Friedensreich Hundertwassen che già alla fine degli anni Ottanta progettava il suo Hunder-twasserhaus nel quartiere di Landstraße, a Vienna: un complesso di case popolari.

La suggestione e il successo di pareti e tetti verdi nelle città si aggiungono come nuova prospettiva nell’ambito del “terzo paesaggio” di Gilles Clement, nel Junkspace di Rem Koolhaas, ovvero laddove la città – nei suoi segmenti abbandonati, i suoi retri, nei vuoti e interstizi – diventa foresta e, spontaneamente,

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Verde pensile – 9

consente lo sviluppo di forme antropiche e naturali. Questo è il nuovo regno della biodiversità.

GLI ORTI URBANI

Ciò che ha contribuito grandemente a dare impul-so e a suscitare un sempre maggiore interesse per la diffusione del verde sui tetti in ambiente urbano è lo sviluppo delle colture idroponiche.

Questo metodo di coltivazione è una tecnica di agri-coltura avanzata e intensiva, dove le piante vengono cresciute in un ambiente controllato con acqua arric-chita di minerali essenziali, in questo modo è possibile produrre frutta e ortaggi, utilizzando fino a 20 volte in meno di terra e 10 volte in meno di acqua rispetto all’agricoltura convenzionale, ed eliminando pesticidi chimici, fertilizzanti ed emissioni di CO2 (quelli derivati dalle macchine agricole e trasporti a lunga distanza).

L’agricoltura idroponica può aiutare la gente a vive-re in modo sostenibile grazie alla diffusione dell’agri-coltura urbana, che consente di produrre ciò di cui si ha bisogno senza danneggiare il mondo intorno a noi.

Gli scienziati sperano di poter rendere realizzabili questi sistemi nei tetti per produrre frutta e verdura a chilometri zero, da consumare fresca appena colta. Si punta molto verso la diffusione dell’autoproduzione e si stanno progettando nuove tipologie residenziali in cui è previsto per ogni abitazione uno spazio esterno o sul tetto o sul terrazzo per coltivare i vegetali da por-tare direttamente sulle proprie tavole.

Sono già numerosi in quasi tutte le più grandi metro-poli del mondo i progetti di enormi edifici denominati urban factory, il cui fascino è indiscutibile per il farci sperare di rendere realizzabile ciò che fino a poco tempo fa era addirittura impensabile.

I nuovi modelli dell’abitare e del vivere sociale rendo-no ipotizzabili nuovi idilliaci scenari di un futuro possi-bile di progresso e benessere, egualmente distribuito tra tutte le persone, senza depauperare la natura e le sue risorse.

IL RUOLO DEL DESIGN PER L’AFFERMAZIONE DI NUOVI MODELLI DI VITA URBANA

Il design attraverso la ricerca può contribuire in modo determinante all’innovazione e a qualificare le nuove tecnologie verdi per l’affermazione di nuovi pro-dotti che derivano dai nuovi stili di vita. Il design, che attraverso la creatività e la progettualità è capace di fondere la funzione in forma e la forma in simbolo pre-gnante di significato, è in grado di trasformare la tec-nicità delle attuali proposte di coperture e pareti verdi in nuovo linguaggio e di combinare nei nuovi modelli di vita sostenibilità a bellezza. Le coperture verdi, se non ben progettate rispetto alla gestione del lavoro di manutenzione che occorre per conservarle, possono cadere nel giro di poco tempo nel degrado, questo non deve scoraggiarci, ma motivarci a cercare solu-zioni per realizzare questi nuovi spazi abitativi e urbani in modo che la loro qualità rimanga nel tempo.

L’obiettivo che ci si propone è di condurre attraverso la disciplina del design il processo, che si rende oggi necessario, di riscatto di vasti territori delle nostre città dallo squallore del degrado: periferie residenziali, aree dismesse, zone industriali. Nel nostro Paese, in con-trasto con la bellezza dei suoi monumenti artistici, dei suoi centri storici e del paesaggio naturale abbiamo realizzato sostanzialmente della brutta architettura in un’incoerente e informe combinazione urbanistica. La sfida per rendere più vivibili e umani i nostri insedia-menti e migliorare la qualità della vita non può riguar-dare solo le nuove edificazioni, ma anche la riqualifi-cazione del costruito esistente per renderlo fruibile in una nuova dimensione ecologica. Le nuove tecnolo-gie a disposizione dei tetti verdi e delle pareti verticali verdi con la diffusione della cultura idroponica apro-no scenari nuovi nel settore della riqualificazione am-bientale delle città, andando a fornire un’opportunità realizzabile per futuristiche proposte architettoniche, per nuovi modi di riuso urbano, per l’affermazione di nuovi linguaggi.

La diffusione di pareti vegetali, di giardini pensili e orti urbani possono rappresentare un’ottima modali-tà per ottenere la combinazione di vantaggi a livello di risparmio energetico, di miglioramento climatico e ambientale con la soddisfazione di bisogni più pret-

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tamente estetici. Il verde utilizzato come connettivo all’interno delle città è in grado di ricomporre in un insieme sensato e ricco di signifi cato la sommatoria di singoli interventi edilizi senza qualità e assolutamente incoerenti tra loro: nello stile, nelle altezze, nei colori ecc. Il connettivo verde può aiutare a restituire quel disegno di città che nella maggior parte delle periferie è tristemente assente e può costituire un modo prati-cabile di restituire un’immagine e una dignità estetica a periferie e zone industriali.

Lo sviluppo di tali interventi presenta sicuramente l’enorme vantaggio di un indotto per alcuni settori produttivi che potrebbe risultare consistente, non solo per le aziende legate alla produzione e al montaggio di coperture e pareti vegetali, ma anche per il settore vivaistico, per le aziende del mobile e del complemen-to di arredo che potrebbero trovare un nuovo fi lone produttivo e di innovazione di prodotto nell’arreda-mento e nel complemento di arredo da esterno e dell’ecodesign. Una nuova tendenza già registrata al Salone del Mobile di Milano 2012, che ha presentato le innovazioni più importanti, non tanto nella consue-ta miriade di belle sedie, ma nell’arredo per l’outdoor.

Il crescente interesse verso un approccio responsa-bile all’edilizia cittadina e alla sua integrazione essen-ziale con la presenza di un verde funzionale è un fe-nomeno crescente che attraversa e muta allo stesso tempo i metodi di progettazione fi no a ora adottati. L’analisi e la comprensione delle realtà a oggi esistenti e dei concept per gli sviluppi futuri consente di capire quali siano, a livello effettivo, gli ambiti di intervento più concretizzabili.

NUOVA TRADIZIONE

Un ossimoro che lega insieme due concetti forti ed evocativi, in aperto contrasto semantico tra loro, simbolo, e insieme chiave di volta del costante mu-tamento delle condizioni sociali che trasversalmente attraversano ogni contesto, stravolgendo i concetti abitativi, gli stili di vita e di lavoro.

Questo ambito di intervento, l’individuazione di spa-zi di progettazione nell’ambito della nuova tradizione, applicata ai concetti di eco sostenibilità è l’obiettivo che ci si propone di indagare, prefi gurano soluzioni e nuovi progetti che possano indurre a recuperare e ripensare in chiave contemporanea e futuribile il tradi-zionale e atavico rapporto tra l’uomo e la natura, che la società di oggi sembra aver quasi dimenticato.

L’idea di uno sviluppo sostenibile possiede in sé una funzione educativa, che favorisce negli utenti/cittadi-ni l’acquisizione di un’autoconsapevolezza sul peso e sul ruolo del singolo a fronte della collettività.

È una prospettiva antropocentrica quella che an-diamo cercando, un ritorno alle basi dell’essenza umana che implica al tempo stesso l’utilizzo di un mi-nor ausilio tecnologico. La fi ne del secolo scorso ha accelerato i ritmi sociali a un livello esponenziale, spin-gendosi verso i limiti della frantumazione del tessuto connettivo umano, avallata in questo da un’organiz-zazione utilitaristica degli spazi delle città.

Il costruito, negli ultimi decenni, ha sostituito intere distese di terra verde. Nelle nostre città tra un muro in cemento e le strade di asfalto, forse vediamo un albe-ro e qualche aiuola.

parete verde, ex carcere delle Murate, Firenze

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I BENEFICI ECOLOGICI DEI TETTI VERDI

La vivibilità dell’ambiente urbano e il miglioramento del microclima delle nostre città si possono raggiun-gere solo diffondendo le aree verdi. Ma la maggior parte degli spazi urbani è caratterizzato da una edifi-cazione di tipo intensivo. E allora, quali spazi possono ospitare la vegetazione?

Una risposta è stata quella di sistemare il verde “in testa” alle costruzioni.

Dagli anni Sessanta, quando si è diffuso il concetto di ecologia, il tetto giardino è stato visto come una possibile soluzione per il risparmio energetico e una risposta per l’inquinamento.

Difatti, il green roof è in grado di ristabilire un certo equilibrio tra vegetazione e costruito, riducendo sia le emissioni di anidride carbonica in città, che l’effetto “isola di calore”. Quest’ultimo fenomeno è denomi-nato Urban Heat Island Effect (UHI, effetto dell’isola di calore urbana) e si indica con esso quel processo che innesca l’innalzamento della temperatura media urbana rispetto a quella riscontrata nelle zone rurali limitrofe.

Una prima e immediata conseguenza è il crescente consumo dell’energia elettrica, utilizzata, ad esempio, per alimentare i condizionatori per il rinfrescamento estivo. Questi, uniti alla produzione di polveri, e all’im-missione di sostanze inquinanti, contribuiscono all’in-nalzamento della temperatura trasformando la città in una vera e propria isola di calore.

Il processo fotosintetico delle piante può, in que-

sto, venirci incontro. Esso trasforma l’energia solare in energia biochimica assorbendo, in particolare, la radiazione più calda. È stato calcolato che il verde as-sorbe una percentuale pari al 60-90% della radiazione solare, inoltre l’ombreggiamento dato dalla vegeta-zione riduce il carico termico entrante negli edifici fino al 50%, abbassando le temperature superficiali.

Per di più, la vegetazione, data la sua capacità di fissare la polvere, spesso causa di quelle fastidiosissi-me allergie oggi sempre più diffuse, trattiene la stessa evitando che resti sospesa nell’aria.

Ancora, il tetto verde con soli 8 cm di terriccio è in grado di trattenere in copertura e restituire all’ambien-te con l’evaporazione fino al 70% della pioggia.

Altra conseguenza delle mutate temperature del centro urbano è la maggiore frequenza di temporali, spesso anche violenti. In questo il green roof, se ap-plicato in larga scala, può ridurre sostanzialmente la quantità di acqua che defluisce nel sistema fognario, alleggerendone il carico. Di conseguenza l’usura ar-recata all’impianto è ridotta, comportando anche un minore costo per la collettività.

Per di più, il tetto verde, è capace di migliorare l’iso-lamento acustico abbattendo fino a 3 decibel ester-namente e 8 decibel all’interno della costruzione.

La vegetazione è, inoltre, una vera e propria prote-zione del tetto, in grado di prolungarne la vita ridu-cendo gli shock termici del manto impermeabile e i movimenti strutturali dell’edificio.

In ultimo, e non meno importante, il green roof mi-gliora l’impatto visivo delle coperture, sia piane che

TETTI E PARETI VERDI: RISPARMIO ENERGETICO E BENEFICI AMBIENTALI

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a falde, e può essere pensato come luogo naturale dove alcune specie di piante e animali possono tro-vare un habitat e svilupparsi in sintonia con l’ambien-te. I green roof, orti o giardini che ricoprono del tutto o in parte i tetti di abitazioni e non solo, sono infatti un perfetto connubio fra estetica, funzionalità e sostenibi-lità, che permette non solo di rendere gli edifici grade-voli alla vista ma rappresenta anche, e soprattutto, un sistema ecologico.

IN SINTESI, L’ELENCO DEI BENEFICI AMBIENTALI DI TETTI E PARETI VERDI

– Riducono il carico che grava sulla rete di smalti-mento delle acque piovane, dato che una gran par-te dell’acqua piovana viene assorbita dalle piante verdi oppure evapora;

– Producono un miglioramento del clima circostan-te, con riduzione degli aumenti di temperatura cau-sati nelle città dall’estendersi delle superfici artificiali (Urban Heat Island Effect);

– Proteggono i materiali strutturali del tetto stesso;– Uno strato vegetale vivo sul tetto sostituisce i me-

tri quadrati di verde occupati dal corpo dell’edificio e quindi contribuisce a conservare la biodiversità;

– Sono più belli di un tetto di cartone o lamiera e consentono soluzioni progettuali efficaci ai fini dell’in-serimento di edifici in delicatissimi contesti paesaggi-stici;

– Attenuano i rumori;– Proteggono dal calore estivo e hanno un effetto

isolante d’inverno;– Consentono soluzioni progettuali efficaci ai fini

dell’inserimento di edifici in delicatissimi contesti pae-saggistici;

– Consentono di creare piccoli spazi verdi sulle co-perture dei condomini utilizzabili a categorie sociali svantaggiate come anziani o bambini o portatori di handicap che potrebbero avere difficoltà a spostarsi da casa per raggiungere aree verdi troppo lontane.

Queste condizioni, di per se già punto di partenza ottimale per una riqualificazione degli spazi, trovano un più largo campo d’azione nelle varie applicazioni nelle quali il verde è divenuto un aspetto essenziale e

una delle tipologie di riqualificazione maggiormente utilizzate in Europa. Scegliere il green consente, allo stesso tempo, di avere un tetto con una durata nel tempo molto maggiore rispetto a una copertura clas-sica, diminuire il ruscellamento delle acque piovane e diminuire i costi degli impianti di condizionamento. Studi recenti sottolineano come le differenze di tem-peratura delle diverse tipologie di copertura offrano benefici diretti sulla qualità della vita e sul risparmio energetico. Si noti infatti che se una copertura nera registra, durante la stagione estiva, 80° C, una costitu-ita di coppi in media 50° C, una copertura green ne registra addirittura 30° C. Durante la notte infatti, un tetto verde tende a restituire il calore assorbito duran-te il giorno, abbassando quindi la temperatura all’in-terno dell’abitazione.

DIMINUZIONE DEL RUSCELLAMENTO DELLE ACQUE ME-TEORICHE

Uno dei vantaggi ottenibili con l’utilizzo del verde pensile è sicuramente quello dovuto alla quantità d’acqua meteorica che tale tipo di copertura è in grado di trattenere, con i dovuti benefici in termine di manutenzione e costruzione di impianti per lo smalti-mento delle acque. Nelle città dove l’urbanizzazione eccessiva negli anni non ha tenuto conto di queste problematiche la spesa per la regimazione delle ac-que, a seguito della scelta di utilizzare coperture im-permeabili è elevata: l’utilizzo di coperture verdi po-trebbe quindi, in tal senso, concorrere all’abbattimen-to di queste spese.

EFFETTO DELLE COPERTURE SUL MICROCLIMA

Altro consistente beneficio che si può trarre dall’in-stallazione di coperture verdi è senza dubbio costituito dal naturale fenomeno di evo traspirazione delle co-perture verdi e del loro impatto sulle aree immedia-tamente circostanti. L’acqua assorbita dalle piante viene restituita infatti sotto forma di vapore che gene-ra così un abbassamento globale della temperatura. Inoltre il calore assorbito durante il giorno viene restitui-

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Verde pensile – 13

parete verde, ex carcere delle Murate, Firenze, particolare

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14 – Verde pensile

to nel corso della notte poiché il cielo, comportandosi da corpo oscuro, tende ad attirare il calore, consen-tendone così il rilascio e l’abbassamento della tempe-ratura della copertura.

FISSAGGIO DELLE POLVERI SOTTILI

La presenza di coperture verdi contribuisce alla di-minuzione della presenza delle polveri sottili nell’aria. Questo effetto è dato dalla presenza, sulla superficie delle foglie, di uno strato d’aria umida che trattiene il pulviscolo presente nell’aria. In condizioni normali esso non presenta particolari rischi per la copertura verde ma se eccessivo può comprometterne l’equilibrio.

ISOLAMENTO TERMOACUSTICO

Un altro fattore importante e piuttosto noto è che la differenza di temperatura tra le coperture verdi e quel-le inerti/nere risulta essere enorme: a parità di condi-zioni la temperatura di una copertura verde non su-pera i 32° C in estate, contro gli oltre 80° C che si regi-strano su una copertura nera. Beneficio direttamente connesso a questo tipo di comportamento della co-pertura è anche il conseguente isolamento termico dell’edificio, grazie al quale si verifica una diminuzione dei consumi energetici sia d’estate che d’inverno.

SFRUTTAMENTO DELLE SUPERFICI E AUMENTO DEL VA-LORE DEGLI IMMOBILI

Le coperture verdi rendono fruibili (qualora siano

agibili) aree che, nel caso ad esempio di tetti con-dominiali, diversamente potrebbero non essere utiliz-zate o solamente in parte. La rivalutazione di queste superfici, oltre a offrire spazi comuni utili per l’aggre-gazione e la coesione sociale, favoriscono una serie quasi infinita di possibilità d’uso, dal semplice giardino a destinazioni più complesse, come spazio benessere od orto sociale. Questo tipo di intervento ha effetto indiretto anche sul valore aggiunto che acquisisce l’immobile, aumentandone il valore sul mercato.

SALVAGUARDIA E TUTELA DELLE BIODIVERSITÀ

La restituzione di spazi verdi alla natura introduce a un altro beneficio, indiretto in questo senso, dell’ado-zione del verde come sistema di copertura edilizia. In questo senso, se da una parte la tipologia di inverdi-mento intensivo presenta le stesse caratteristiche (e problematiche) di un qualsiasi giardino a terra per quanto riguarda l’intervento e la manutenzione uma-na, quella estensiva sembra la più consona (ma non sempre la più efficace) per favorire la proliferazione e la salvaguardia delle biodiversità.

ORTI SOCIALI

Altro mezzo di rivalutazione degli spazi in comune è la riconversione in superfici per l’autoproduzione ali-mentare.

Tale destinazione d’uso non si limita però alla sola coltivazione ma anche a quella di creare spazi di ag-gregazione piacevole, veri e propri angoli comuni di benessere e relax.

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Verde pensile – 15

Torre Guinigi, Lucca giardino pensile, New York

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16 – Verde pensile

parete verde a Città del Messico

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I tipi di tetti verdi si diversificano in estensivi e intensivi.Le applicazioni estensive sono utilizzate per superfici

e coperture di grandi dimensioni, normalmente co-stituite di piante termofile, svolgono la funzione prin-cipale di proteggere le superfici con miglioramento ecologico e di risparmio energetico. Non richiedono cure specifiche tranne saltuaria manutenzione. Il ba-samento per avviare una coltura estensiva è molto ri-dotto, la scelta della flora è orientata prevalentemen-te verso varie specie di Sedum, una pianta grassa, o specie da roccia fiorite, tutte piante comunque parti-colarmente resistenti e che richiedono poca acqua e cure saltuarie. Le coperture verdi si possono realizzare anche su superfici con pendenze fino al 30°, in que-sti casi vengono inseriti appositi supporti di sostegno, come reti antierosione, che contrastano il dilavamen-to atmosferico.

Le applicazioni intensive vengono utilizzate in spazi medio piccoli e si configurano come veri e proprio giardini, necessitando quindi della stessa cura (irriga-zione frequente, maggior spazio per l’interramento delle piante), svolgono la funzione di giardino pensile a effetto estetico. Sono anche i più suggestivi e ver-satili in quanto è possibile sfruttare le superfici per nu-merose applicazioni, non da ultima anche quella di consentire la realizzazione di ambienti per nuove op-portunità di aggregazione sociale pubblica e privata, in condomini e in contesti urbani in cui gli spazi verdi sono generalmente molto ridotti. Vi si possono mette-re a dimora varie specie vegetali, come aromatiche, piante fiorite, arbusti con la possibilità di creare siepi

formali e informali fino ad alberelli dell’altezza massi-ma di 10 metri. Lo spessore del substrato necessario in questi casi aumenta in proporzione alla grandezza della pianta da mettere a dimora.

TETTI VERDI ESTENSIVI

Tecniche di costruzioneIl tetto verde estensivo si compone essenzialmente

di quattro elementi, partendo dal supporto del tetto, troviamo:

– Membrana di tenuta stagna: bitume, gomma, poliolefina / TPO / FPO (cartuccia etilene propilene + polipropilene) o PVC.

– Strato di drenaggio e di filtraggio: granulato di ar-gilla espansa, sassi, ghiaia, tavole di polistirolo alveo-lato e rigato.

– Telo filtrante.– Substrato di crescita: muschio di sfagno, terriccio,

terra nera, compost.– Strato vegetale: privilegiare le piante vivaci e in-

digene più resistenti alle temperature estreme e che si stabiliranno rapidamente per coprire le superfici di suolo in modo da ridurne il prosciugamento dal sole e dal vento.

Peso tra 50 e 150 kg/mm.

TETTI E PARETI VERDI: TECNOLOGIE E METODI DI REALIZZAZIONE

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18 – Verde pensile

TETTI VERDI INTENSIVI

Tecniche di costruzioneIl tetto verde intensivo si compone essenzialmente

di quattro elementi, partendo dal supporto del tetto, troviamo:

– Membrana di tenuta stagna: bitume, gomma, poliolefina / TPO / FPO (cartuccia etilene propilene + polipropilene) o PVC.

– Strato di drenaggio e di filtraggio: granulato di ar-gilla espansa, sassi, ghiaia, tavole di polistirolo alveo-lato e rigato.

– Telo filtrante – Substrato di crescita in materiale organico in spes-

sori maggiori in proporzione alle specie da mettere a dimora, fino ad alberelli di 10 metri di altezza.

Peso > 150 kg/mm.Carrabile.

PARETI VERDI: TECNOLOGIE E METODI DI REALIZZAZIONI

Il primo più famoso esempio di questa applicazione del “green alternativo” a livello urbano è il progetto di Patrick Blanc, risalente al 2004, per una parete vertica-le di 800 metri quadrati per il Museo del Quai Branley a Parigi. In questa opera l’irrigazione automatizzata consente lo sviluppo vegetativo delle piante mentre la manutenzione dell’intera superficie inverdita è effet-tuata solo due volte l’anno.

I limiti per l’applicazione di strutture simili è da rin-tracciare nella complessa struttura reticolare per il fissaggio delle piante, unita al sistema di irrigazione capillare, e soprattutto nella gestione nel tempo, ri-sultando indispensabili costanti e regolari interventi di manutenzione, senza i quali non è possibile garantire la conservazione delle qualità estetica della parete.

Questo è il limite principale per l’applicazione di questa tecnologia più diffusamente anche nella co-mune edilizia residenziale.

La ricerca sta comunque andando avanti, sia per la suggestione estetica di queste stupefacenti realiz-zazioni sia grazie agli indiscussi vantaggi di isolamento termoacustico e climatici che esse producono e so-prattutto contro la formazione dell’isola di calore nel-

le città. A oggi esistono numerosi altre realizzazioni in tutto il mondo, molte private in cui è stato previsto un recupero totale delle facciate e delle strutture anche già esistenti.

La tecnologia introdotta da Blanc consiste nell’ap-plicazione di tre elementi fondamentali:

– Un pannello in PVC– Più strati di feltro con integrato l’impianto di irriga-

zione– Una cornice metallica di sostegno e finitura.Le pareti verdi per esterni possono essere distinte in

due distinte tipologie di base a secondo delle tecno-logie di realizzazione:

– Pannelli applicabili su pareti esterne preesistenti,– Muri vegetali integrati alla struttura architettonica.

PANNELLI APPLICABILI SU PARETI ESTERNE PREESISTENTI

L’installazione del primo tipo, i rivestimenti applicati alle pareti, viene effettuata utilizzando vari tipi di soste-gni come fili o trame di vari materiali, plastica legno o metallo, oppure pannelli grigliati sui quali vengono indotti a svilupparsi piante di specie rampicanti o rica-denti.

Questo genere di parete verde consente una mag-gior flessibilità e versatilità di applicazione dei ben più complessi muri vegetali pur conservandone tutte le caratteristiche ed i benefici climatici e per questo si adattano in modo particolare per interventi su edifici preesistenti.

La struttura di sostegno alla vegetazione consiste in pannelli grigliati o anche in semplici trame o tiranti ap-plicati alle pareti. I pannelli vengono fissati su distanziali che consentono di creare un’intercapedine per l’are-azione delle piante e per evitare danni alla struttura preesistente, sui pannelli possono essere montati i vasi contenitori dove vengono messe a dimora le piante, sia che si tratti di specie rampicanti che di ricadenti.

Le colture possono essere mono con una sola spe-cie o in fitoassociazione, possono essere utilizzate pian-te con fioriture, piante sempreverdi o caducifoglie.

La scelta dipende dalla fascia climatica del luogo, dall’esposizione della parete oltre che dal risultato estetico che si vuole ottenere.

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MURI VEGETALI

Per muro vegetale si intende una struttura muraria che ingloba come parte integrante del suo sistema costruttivo i componenti necessari per la realizzazione di un vero e proprio giardino verticale con la messa a dimora di specie vegetali.

La struttura base per l’inverdimento verticale, utiliz-zata da gran parte delle aziende presenti nel settore che realizzano questi progetti, si compone e segue il seguente metodo di installazione:

– Struttura portante, costituita da regoli ancorati al muro, con funzione di distanziatore per il ricircolo dell’aria, dove lo spazio tra la parete verde e il muro varia dai 3 ai 5 cm.

– Pannello in PVC rivestito da un mantello di feltro, di permeabilità variabile, al cui interno passano i tubicini dell’impianto di irrigazione.

– Piante radicate direttamente nel feltro attraverso tasche praticate in precedenza.

– Canaletta posta alla base della parete, per la rac-colta dell’acqua che scorre attraverso il feltro.

-– Impianto di irrigazione nel quale vengono disciolte sostanze nutritive.

– Eventuali lampade per la fotosintesi nel caso in cui l’illuminazione non fosse sufficiente, in caso di installa-zioni interne.

– Peso variabile di 25 kg/mq. I pannelli possono essere montati su strutture mo-

dulari in modo che siano indipendenti l’uno dall’altro, qualità che li rende agevolmente intercambiabili. Il si-stema risulta più flessibile e applicabile più facilmente, il risultato estetico è però condizionato dall’effetto del-la modulazione dei pannelli.

Le colture impiantate nel pannello possono essere monocolture (una sola specie) o predisposte in fitoas-sociazioni. La scelta dipende dalla suggestione visiva che si vuole ottenere e dalla flessibilità del sistema che si rende più o meno necessaria.

I pannelli che ospitano più specie offrono più pos-sibilità di composizione e sono più adatti a ricostruire in ambienti artificiali un maggior effetto di naturalità, di evocazione del sottobosco, con maggior varietà di forme e di toni di colori diversi. Occorre però tenere conto dello vocazione o meno di certe piante alla fi-

toassociazione. Le specie infatti si dividono in specie molto competitive che dominano sulle altre e finisco-no per prevalere fino a far scomparire le più deboli e in specie che, per scarsa competitività, si adattano alle condizioni più difficili ed alle situazioni più impervie per la sopravvivenza.

In casi specifici, si assiste addirittura all’allelopatia, che consiste nella secrezione nel terreno immediata-mente adiacente di particolari fitotossine che inibisco-no la crescita di altre piante. Per questi motivi alcune specie si sviluppano solo in ambienti estremi, come lungo i litorali, inospitali per il terreno salino, sulle rocce, oppure addirittura sulle superfici aggredite da intenso calpestio. Nella scelta delle associazioni di piante oc-corre tenere conto di questo fondamentale aspetto che la natura manifesta, ciò richiede un’adeguata ricerca protratta nel tempo per valutare gli effetti della convivenza tra le varie specie. Queste tipologie di pa-reti sono utilizzate oltre che all’esterno anche per alle-stimenti in ambienti interni, risultando particolarmente decorative.

PARETE VEGETALE INTEGRATA (BREVETTO PATRICK BLANC)

La tecnica d’installazione dei muri vegetali del bota-nico francese Patrick Blanc, impiegata nei suoi esem-pi più famosi come la facciata del Museo Quai Bran-ley di Parigi e quella del Caixa Forum Art Museum a Madrid, è stata brevettata.

La composizione della parete avviene secondo il se-guente schema:

– Pannelli in PVC uniti a incastro tra loro– Geotessuto in propilene alternato a due strati di

feltro in poliammide rinforzato, tra cui scorrono i tubi di irrigazione in propilene. Lo strato di feltro più esterno è fornito di tasche per l’installazione delle piante.

– Cornice metallica fissata al muro con creazione di intercapedine per l’aerazione e per garantire l’imper-meabilità della struttura.

Le piante utilizzate in fitoassociazione sono più di 10.000 addirittura 15.000 nel Caixa Forum di Madrid, ciò contribuisce quindi molto all’arricchimento della biodiversità nell’ambiente urbano. L’effetto estetico più che di un giardino è quello di una foresta vertica-

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le, dove vengono sperimentati incontri insoliti tra il ver-de e il grezzo di una parete in metallo arrugginito, per suscitare stupore nella più piena artificialità dell’am-biente urbano di una grande metropoli.

Nel giardino verticale dell’Hotel Athenaeum a Lon-dra, completato di recente, Blanc dimostra di aver sviluppato e affinato ancor di più con l’esperienza la sua capacità di progettazione. Il grande giardino ver-ticale, situato di fronte a Green Park, è costituito da circa 12.000 piante.

Nell’esecuzione dell’opera si è avvalso di un team di giardinieri e di montatori-arrampicatori, che hanno as-sicurato alla superficie un’installazione di una gabbia portante composta da un frame in alluminio ricoperto da due fogli di feltro sintetico continuamente irrorati da un sistema di irrigazione che utilizza acqua piova-na e fertilizzanti. L’acqua piovana che si accumula e scorre attraverso le diverse tubazioni dell’impianto è controllata da un timer che ne regola l’intensità. La struttura, di circa 6 cm di spessore, è appoggiata alla parete ed è composta da una lastra di metallo, una di PVC espanso di 1 cm e una di feltro con tasche di poliammide di 2 cm. Il PVC serve a dare rigidità alla struttura ed è impermeabile, il feltro a garantire una di-stribuzione omogenea dell’acqua in tutte le parti del-la parete giardino. Le specie di piante maggiormente utilizzate da Blanc sono ficus, felci, filodendri e fatsie, vegetazioni che, in mancanza di terra, crescono su pareti rocciose tipiche delle zone tropicali.

Circa l’80% è costituito da piante sempreverdi, in modo da ridurre al minimo le opere di manutenzio-ne, mentre il 20% è realizzato da piante stagionali che creano suggestive colorazioni ed effetti con il passare delle stagioni. Grazie a questa varietà si possono crea-re sfumature e disegni sulle pareti in modo da realizza-re veri e propri giardini-opere d’arte. Tale installazione richiede uno studio approfondito anche sulla capaci-tà della vegetazione di adattarsi alle diverse altezze ed ai relativi microclimi. Infatti, l’ombra a livello del suolo favorisce maggiormente la crescita di rare varietà di ortiche asiatiche; mentre, sulla parte superiore, molto

più luminosa, possono trovarsi tutte quelle varietà di piante resistenti ai venti umidi e freddi.

PANNELLI VETRATI CON ALGHE COME BIOREATTORI

Questo metodo innovativo caratterizza un sistema edilizio di ultima generazione, che si basa su un pan-nello per pareti perimetrali esterne e consiste in una vera e propria “facciata vivente”. È concepito come contenitore all’interno del quale vengono messe a coltura delle particolari specie di microalghe alimen-tate introducendo nell’intercapedine vetrata delle so-stanze nutritive. Le alghe così proliferano e svolgono la funzione di bioreattori, in presenza del sole e gra-zie al nutrimento, si attiva il processo di fotosintesi e si riproducono a vista d’occhio in rapporto alla inten-sità dei raggi. Conseguenza il pannello si opacizza funzionando perfettamente da schermo solare. Così con l’aumentare dell’irraggiamento aumenta propor-zionalmente la loro riproduzione garantendo in que-sto modo una schermatura dinamica degli ambienti interni, perfettamente calibrata al maggior bisogno di protezione dall’illuminazione e dall’irraggiamento. Contemporaneamente, il sistema assorbe CO2 e pro-duce energia pulita, sia sotto forma di calore che di biomassa.

Questo sistema viene sperimentato ad Amburgo all’interno del progetto BIQ House, un edificio ZEB (cioè Zero Energy Building) in via di realizzazione che verrà inaugurato nella primavera del 2013.

Il progetto nasce dalla ricerca del gruppo Arup, in collaborazione con la SSC Strategic Science Consult e con la Colt International. Le ricerche e le sperimenta-zioni in tale direzione non sono una novità, ma proba-bilmente l’aspetto interessante di questa prima espe-rienza di realizzazione è costituito dal fatto che si tratta di un’integrazione concreta del sistema dei bioreattori a una residenza; essa permetterà agli esperti di con-fermare o meno le reali potenzialità di applicazione a grande scala di questo tipo di tecnologia.

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BEST PRACTICES

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HIGH LINE, NEW YORK, USA

La High Line di New York costituisce forse uno dei più famosi esempi di riconversione e rilettura in chiave green ma soprattutto socialmente utile di una struttura ferroviaria in disuso.

La struttura originale, la High Line, era una ferrovia sospesa, costruita a Manhattan negli anni della Grande Depressione. Entrata in funzione nel 1934, fu chiusa nel 1980. A seguito dell’interruzione del servizio, nel 1999 la struttura fu sul punto di essere demolita.

È in questo frangente che si è insinuato un consorzio locale, Friends of High Line (che raggruppa al suo interno persone che vivono e lavorano lungo le 13 miglia di percorso lungo al quale si snodava la ferrovia), proponendo una rilettura dell’intero progetto e una conseguente riqualifi cazione dell’area. I lavori, iniziati nel 2006 dopo anni di studi sulla fattibilità progettuale e un concorso internazionale, hanno portato, nel 2009 e nel 2011, all’apertura delle prime due tratte di questo inusuale giardino pensile pubblico.

I benefi ci del progetto, particolarmente rintracciabili nella diminuzione del ruscellamento e nell’attenuazione dell’isola di calore urbano, costituiscono anche un punto di partenza nel cammino per il miglioramento sostenibile della qualità della vita.

Dall’apertura della prima tratta, nel 2009, si è registrato inoltre un boom immobiliare nella zona riqualifi cata, con più di 30 nuovi progetti in fase di realizzazione.

L’intervento si è posto inoltre come capofi la in altri progetti in via di sviluppo, che prevedono riconversioni simili anche nelle città di Chicago, Philadelphia e Saint Louis.

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PROMENADE PLANTÉE, XII ARRONDISSEMENT, PARIGI

La Passeggiata Alberata costituisce il primo esempio in assoluto a livello mondiale di recupero e riconversione di un tratto ferroviario in disuso.

La linea, dismessa nel 1969, fu riconvertita nel 1984 a uso pubblico a opera del paesaggista Jacques Vargely e dell’architetto Philippe Mathieux.

La via verde si snoda per un cammino di 4,7 km, passando, in maniera suggestiva, attraverso i giardini dell’abi-tato. A fi anco, a livello stradale è possibile percorrere il tragitto in bicicletta, utilizzando una pista ciclabile.

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MUSEO QUAI BRANLEY, PARIGI

Il museo, sede di un’importantissima collezione di manufatti e arte etnica provenienti dai cinque continenti, presenta uno dei primi esempi di installa-zione di una parete verticale verde, a opera di Patrick Blanc.

Il sistema, perfettamente integrato con le facciate e che si estende per un’area di 200 x 12 m, raccoglie al suo interno piante provenienti dagli stessi luoghi dai quali provengono le collezioni, riallacciandosi idealmente al contenuto interno del museo.

Sempre a opera dell’architetto vi sono numerosi altri progetti (molti privati, che hanno previsto un recupero totale delle facciate e delle strutture adia-centi) che sfruttano la tecnologia da lui introdotta che consiste nell’appli-cazione di tre elementi fondamentali:

• Pannello in PVC• Strato di feltro• Cornice metallicaData l’estrema versatilità di questo tipo di parete è stato possibile, in corso

d’opera, mutare i progetti iniziali di rivestimento, riuscendo a integrare in maniera pervasiva gli edifi ci nel verde.

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WALDSPIRALE, DARMSTADT

Si tratta di un edifi cio residenziale contenente al suo interno 105 appartamenti, garage, bar e ristorante con una totale copertura verde del tetto di tipo intensivo.

Il progetto, nato dall’idea dell’artista austriaco Friedensreich Hundertwasser e sviluppato dall’architetto Heinz M. Springmann, è stato ultimato nel 2000.

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SCHOOL OF ART, DESIGN AND MEDIA, NANYANG, SINGAPORE (foto sotto)

Iniziato nel 2006 e ultimato nel 2010, l’edifi cio è un esempio avveniristico di integrazione progettuale tra lo spazio del tetto e del terreno circostante. Al suo centro è predisposta una vasca per la raccolta delle acque piovane e di ruscellamento, utilizzata anche per l’irrigazione capillare del tappeto erboso in copertura. Ha vinto, nel 2011 il Green Mark Platinum Award da parte del Singapore Building and Construction Authority (BCA).

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ENVIRONMENT PARK, TORINO, ITALIA

Il progetto del 1996, su iniziativa della Regione Piemonte, della Provincia, del Comune e dell’Unione Europea, è nato dalla volontà di creare un parco ecosostenibile e autosuffi ciente.

Al suo interno trova spazio anche un centro congressuale polivalente.

VANCOUVER WEST CONVENTION CENTER, VANCOUVER, CANADA (foto a pagina successiva)

Costituisce l’esempio di più grande tetto sostenibile non industriale del Nord America, presenta oltre 24.000 mq di verde, ottenuto utilizzando circa 400.000 specie indigene.

Inoltre il sistema di riciclo dell’acqua, particolarmente avanzato, consente il raffreddamento e il riscaldamento degli ambienti.

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CITY HALL, CHICAGO, USA

Il giardino pensile più famoso di Chicago si trova in cima al City Hall, di 11 piani, edifi cio per uffi ci. Il progetto, avviato nel 2000, è stato concepito come un progetto dimostrativo – parte dell’iniziativa per la riduzione dell’iso-la di calore urbano – per testare i benefi ci dei tetti verdi e la loro effettiva infl uenza sulla temperatura e la qualità dell’aria.

Il giardino è costituito da 20.000 piante di oltre 150 specie, tra arbusti, viti e alberi. Le piante sono state selezionate per la loro capacità di prosperare sul tetto in piena esposizione solare e nelle particolari condizioni climatiche della zona. La maggior parte di esse sono piante autoctone della prateria nella regione di Chicago.

Il giardino pensile del City Hall non è aperto per visite pubbliche, ma è possibile vederlo da uno degli edifi ci per uffi ci circostanti.

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VILLAGGIO OLIMPICO XX OLIMPIADE INVERNALE, SESTRIERE, ITALIA

La copertura verde estensiva del villaggio olimpico degli atleti, localizzato a circa 2000 metri d’altezza, è stata realizzata in Sedum.

Punto di partenza di questa decisione è stata la riduzione dell’impatto visivo dello stabilimento a fronte della sua localizzazione.

La fase successiva del progetto di copertura prevede inoltre di far sì che siano le specie autoctone a proliferare, con opere di manutenzione standard annuali per l’allontanamento delle specie invadenti.

SCUOLA MATERNA, HOHENWART, GERMANIA

Costituisce un esempio di edilizia pubblica orientata verso una sensibilizzazione nell’utilizzo di sistemi alternativi ed ecologici per il mantenimento di una struttura funzionale.

La copertura estensiva è stata applicata al tetto piano dell’edifi cio, mentre il riscaldamento degli ambienti è ot-tenuto dalla riconversione del calore assorbito dal terreno tramite l’utilizzo di pompe di calore.

BARCLAYS BANK, LONDRA, INGHILTERRA

Il tetto verde del grattacielo della Barclays Bank è stato pensato per recuperare i materiali di scarto della co-struzione per essere convertiti nel substrato. Data l’altezza alla quale si trova (130 metri) non è fruibile e, al tempo stesso, non offre nessuno dei benefi ci economici classici derivati dall’introduzione di un tetto verde, consentendo però il recupero di uno spazio a favore delle biodiversità.

POLICLINICO, CATANIA, ITALIA

La copertura del tetto di un ospedale rientra nell’ottica di attenzione nei confronti dell’utenza per la rivalutazione e il recupero di una zona come quella del tetto di un ospedale, volendo fornire ai pazienti e ai familiari uno spazio verde nel quale immergersi con serenità.

Particolarmente curata, in fase progettuale, è stata la scelta della biodiversità e della sistemazione degli spazi, nella volontà di integrazione con la fl ora, la fauna e il clima locale.

ALBERGO, ABANO TERME, ITALIA

La scelta di convertire un tetto-solarium in una copertura a tetto verde intensivo è per un hotel un interessante provvedimento per venire incontro alle esigenze della clientela, scegliendo così di offrire, al posto di una copertura inerte, una zona benessere nella quale immergersi e rilassarsi.

Il progetto vede inoltre la piantumazione di alberi che, con la crescita, forniranno riparo dal sole, potendo così evitare l’utilizzo di altri tipi di coperture.

CAIXAFORUM, MADRID, SPAGNA (foto a pagina successiva)

Il progetto del restauro dell’edifi cio (un tempo a uso industriale, solo dopo l’acquisto nel 2001 da parte dell’omo-nima fondazione destinato a museo) è opera degli architetti svizzeri Herzog & De Meuron, è stato successivamente implementato con l’intervento di Patrick Blanc e l’aggiunta di un’impressionante parete verde alta ben 24 metri. Simbolicamente la parete verde offre una sorta di “dialogo” con il vicino Giardino Botanico.

Il Museo ospiterà esposizioni stabili e itineranti nonché il Festival della Musica e della Poesia. foto

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CENTRO COMMERCIALE FIORDALISO, ROZZANO (MI), ITALIA

Il giardino verticale del centro commerciale di Rozzano vanta il primato di parete verde più grande del mondo. I numeri che hanno aggiudicato questo primato all’edificio sono impressionanti: alto quasi 8 metri e lungo quasi 160, per una superficie complessiva di 1262,85 metri quadrati.

Sono duecento le specie di piante presenti nella parete, distribuite a gruppi di quattro cassette in un sistema a parete che complessivamente ne contiene 11.000.

Il progetto, creato dall’architetto Francesco Bollani, è stato realizzato in collaborazione con uno studio di archi-tettura francese e con la ditta Peverelli.

VANCOUVER HARVEST TOWER, VANCOUVER, CANADA

La città di Vancouver ha piani ambiziosi per diventare la città più sostenibile del mondo. Questa primavera si svolge il concorso FormShift Vancouver per sviluppare e migliorare la vivibilità della città attraverso più verdi, gli sviluppi più densi.

L’Harvest Green Tower nel 2009 ha ricevuto una menzione d’onore nel corso del prestigioso concorso FormShift nella categoria principale grazie al progetto di fattoria verticale, incentrato su una produzione alimentare soste-nibile, nonché la creazione di uno spazio polifunzionale in grado di fungere da casa, nutrire e intrattenere gli abitanti.

La torre è costituita da tubi a incastro sui quali crescono vari tipi di frutta e verdura, polli domestici e contengono un allevamento idroponico di pesce. In testa alla torre è stata posta una cisterna per raccogliere l’acqua piovana e per la sua distribuzione a tutte le piante e gli animali.

Alla base dell’edificio trova posto una pianura per il pascolo del bestiame, così come un habitat di uccelli e un negozio per l’acquisto diretto del latte prodotto dal bestiame. Ancora al di sotto un negozio di alimentari, il mer-cato contadino e il Tower Restaurant Harvest, ristorante biologico della struttura. L’energia rinnovabile è prodotta da turbine eoliche montate sul tetto e vetri fotovoltaici sull’edificio con l’aiuto supplementare di pompe di calore geotermiche e la produzione di metano da compostaggio.

La torre si occuperà di produrre e fornire non solo prodotti locali e alimenti biologici, ma anche di sostenere le persone con i posti di lavoro che si potranno creare, grazie alle attività produttive.

URBAN FACTORY

LONDON FARM TOWER, LONDRA, REGNO UNITO

Situato sulla riva sud del fiume Tamigi, London Farm Tower si pone come un concetto di edilizia sostenibile che può effettivamente produrre 1,5 milioni di chili di prodotti freschi all’anno, offrendo un modo per combattere la di-minuzione dei terreni agricoli dovuti all’urbanizzazione. La struttura funziona come un albero, e tra il sostentamento dall’energia solare e dall’acqua piovana.

Come molti altri progetti di architettura verde, la London Farm Tower dispone di spazio verticale agricolo ed è stato progettato per soddisfare le esigenze energetiche e alimentari dell’interno. Prodotti freschi possono essere coltivati indipendentemente dalle variazioni stagionali o da disastri naturali come la siccità, e le emissioni di CO2 sono ridotte grazie all’assenza di trattori e camion per il trasporto delle merci.

In più la London Farm sfrutterà energia eolica tramite turbine poste in tutto il perimetro dell’edificio, contribuendo anche alla ventilazione naturale in tutta la struttura. La torre vanta anche lampade UV per la crescita di prodotti

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effi cienti, e una capacità agricola di un milione di metri cubi un progetto ambizioso che, se realizzato, avrà la ca-pacità e le potenzialità per poter soddisfare il 20% delle richieste alimentari della capitale inglese.

DRAGONFLY, NEW YORK, USA

Modellato e progettato seguendo la forma delle ali di una libellula, questo concept di fattoria urbana di New York, localizzata sulla vicina Roosevelt Island, si propone di alleviare i problemi di chilometraggio e di carenza di cibo, e ricollegare i consumatori con i produttori.

L’agricoltura urbana è una tendenza crescente tra gli abitanti delle città, ma in un quartiere densamente po-polato come Manhattan, la crescita deve venire verticalmente. Con 132 piani e 600 metri verticali a disposizione, la “libellula” è in grado di ospitare 28 diversi campi agricoli per la produzione di frutta, verdura, cereali, carne e latticini. Una combinazione di energia solare ed eolica rendono Dragonfl y al 100% autosuffi ciente.

In questa struttura avveniristica uffi ci, laboratori di ricerca, abitazioni, e nelle aree comuni si alternano tra frutteti, fattorie, e sale di produzione. Per la coltivazione delle piante e l’allevamento e degli animali è disposta una struttura di acciaio attorno alle ali in modo da mantenere livelli adeguati di nutrienti del suolo e sul riutilizzo dei rifi uti organici.

Gli spazi tra le ali sono stati progettati per sfruttare l’energia solare accumulando aria calda durante l’inverno. Il raffreddamento in estate sarà facilitato dalla vegetazione attraverso la ventilazione naturale e l’evaporazione/traspirazione.

Nella parete verticale esterna i giardini saranno alimentati dall’acqua piovana fi ltrata che viene poi miscelata con rifi uti domestici liquidi. Una volta che sono stati mischiati sono poi trattati organicamente prima di essere ricicla-ti per l’uso agricolo, favorendo così la conservazione e la distribuzione di azoto, fosforo e potassio. Questa fattoria urbana, è destinata inoltre a essere coltivata dai suoi stessi abitanti, chiudendo così il ciclo di auto-sostentamento.

BOSCO VERTICALE, MILANO, ITALIA

La concezione di uno sviluppo in altezza del verde riprende i temi di inizio secolo di sviluppo in altezza delle unità abitative, ripensate però in funzione della particolare attenzione che la città di Milano sta rivolgendo al verde e alla creazione di ambienti tali da garantire un rinnovato benessere alla popolazione.

Il progetto, che comprende due torri alte rispettivamente 110 e 76 metri, sorgerà nel centro della città, presso la zona Porta Nuova. È stato calcolato che la presenza di verde nelle due torri equivarrà e apporterà nel mentre benefi ci pari alla presenza di un bosco di circa 10.000 mq.

Altro importante parametro per la valutazione del progetto è la sua interattività: le coperture verdi registreranno dati utilizzabili come base per studi sul settore delle coperture verdi e dell’utilizzo integrato di piante nello sviluppo urbano responsabile. Il concept e lo svilup-po del progetto sono dello studio Boeri di Milano.

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SKYLAND, MILANO, ITALIA

La vertical farm Skyland è un progetto che rientra nei lavori green in vista dell’Expo di Milano del 2015. Il progetto prevede una fattoria verticale a cultura idroponica che provvederà, da sola, a produrre frutta e verdura fresca senza emissioni inquinanti o scarti, più di 25.000 persone.

Sono cinque gli zeri, individuati dalla Enea, ente a capo del progetto: • Zero pesticidi, ciò consente di mantenere le caratteristiche della rotazione stagionale delle culture in un am-

biente controllato:• Zero energia, grazie ai pannelli solari fotovoltaici per l’elettricità e a una pompa di calore geotermica per il

condizionamento• Zero rifiuti, tutti gli scarti saranno utilizzati per produrre energia nel generatore a biomasse• Zero chilometri, la produzione delle culture viene rivenduta all’interno, minimizzando così ogni tipo di sposta-

mento che, oltre a consumare carburante, porta a un deterioramento più veloce del cibo• Zero emissioni, poiché ogni tipo di emissione in aria o in acqua viene filtrata per non disperdere agenti inqui-

nanti nell’ambiente.

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Firenze risulta una delle città che in estate presenta le temperature più elevate in Italia, il suo clima caldo umido, essendo sommato a livelli di inqui-namento e di presenza di polveri sottili piuttosto alti, risulta particolarmen-te fastidioso e difficile da sopportare per le categorie di persone a rischio come bambini e anziani. Questo ha motivato il Comune a dotarsi di un Regolamento Urbanistico che incentivi la realizzazione e la diffusione di co-perture verdi sugli edifici, tetti verdi sia di carattere estensivo che intensivo.

Il Regolamento si presenta sicuramente come un esempio di buona pra-tica in Italia, ma al di là dell’apprezzabile bontà dei suoi contenuti, per il momento non è rimasto che una bella dichiarazione d’intenti, senza aver ancora prodotto in pratica alcuna efficacia.

Gli interventi in tal senso sono stati pochi casi emblematici, come il nuovo progetto della Fortezza da Basso, che esibisce tra le sue priorità una coper-tura realizzata a giardini pensili.

Quando si parla di Firenze emergono due aspetti pregnanti della sua identità culturale: arte e natura, due aspetti che in modo sublime si fondo-no nello straordinario paesaggio delle colline circostanti.

La città, considerata ancora oggi una delle capitali mondiali dell’arte, è legata molto alla natura per tradizione, basta fare mente locale al suo nome che originariamente era Florentia, come a Santa Maria del Fiore è intitolata la sua cattedrale.

Firenze è la città del maggio e dell’iris, che è il suo simbolo, come un suo simbolo è il viola, il colore di questo fiore, che è anche il colore della squa-dra di calcio.

Firenze è la città della Primavera del Botticelli, una delle più sublimi e poe-tiche rappresentazioni pittoriche della natura nell’arte di tutti i tempi.

Firenze è la città dell’arte rinascimentale, del giardino all’italiana, il giardi-no che con le sue geometrie imposte dall’uomo alla vegetazione fa predo-minare la ragione umana e l’intenzionalità progettuale allo sviluppo natu-rale delle piante, e che ha trovato in Firenze la sua nascita, con alcuni dei più famosi esempi nel mondo, uno su tutti il giardino di Boboli. Una tradizio-

SCENARI E PERCORSI DI INNOVAZIONE VERDE A FIRENZE

FIRENZE E LA TRADIZIONE DEL BEL PAESAGGIO

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ne che prosegue con la pittura paesaggistica della fine dell’Ottocento e dei primi del Novecento, e che si ricollega alla tradizione del quella bella campagna caratteristica delle colline fiorentine.

Esse hanno richiamato visitatori e illustri personaggi da tutto il mondo per vivere a Firenze, non nel centro cittadino ma nei suoi magnifici dintorni in dimore si-gnorili di campagna.

Firenze è una città che ha visto nascere una florida industria cosmetica e farmaceutica, la Manetti & Ro-berts, basandosi su un prodotto che fonda la formula del suo successo sul fascino della delicata profuma-zione naturale ottenuta dal tubero dell’iris, così che i terrazzamenti collinari dei dintorni, fino al Chianti e al Valdarno Superiore, si tingevano di viola nel maggio fiorentino.

Una città che ha visto il successo di un marchio Guc-ci non solo grazie alla produzione di borse, scarpe e cinture, ma anche per i suoi elegantissimi e famosi foulard a fiori, vere icone del Made in Italy, i cui disegni sono tratti dalla tradizione pittorica del Rinascimento.

Dulcis in fundo, Firenze è la città di uno dei più gran-di paesaggisti moderni, Pietro Porcinai, architetto che ha saputo reinterpretare la matrice del paesaggio toscano nei suoi progetti, improntati sulla sobrietà di piantumazioni e fioriture mai eccessive e sgargianti, ma sempre con coloriture delicate ed eleganti, ispira-te e perfettamente inserite in continuità con i magnifici sfondi della campagna toscana.

IL VERDE PENSILE, UNA NUOVA OPPORTUNITÀ

È necessario lavorare e progettare per contribuire alla riqualificazione e al riscatto di territori urbani ab-bandonati allo squallore: periferie residenziali, aree di-smesse, zone industriali, dove è prioritario l’inserimento di vegetazione per riequilibrare le vaste superfici rivesti-te di cemento e di pavimentazioni impermeabili. La sfi-da è quella di interessarsi al costruito già esistente per riqualificarlo e renderlo fruibile in una nuova dimen-sione ecologica e più umana rispetto alle necessità e alla crescente richiesta della società contemporanea di riavvicinamento alla natura nella vita di tutti giorni, una sfida sicuramente impegnativa anche rispetto

alla bellezza delle nostre città storiche. Il contributo più significativo che è auspicabile ap-

portare è di favorire l’affermazione di nuovi prodotti e la crescita di alcuni importanti settori produttivi tipica-mente toscani e fiorentini attualmente in forte crisi. Si deve cercare di prefigurare un’intera filiera produttiva a partire dal settore del vivaismo fino ai nuovi prodotti di arredo e design per gli ambienti outdoor sui tetti della città.

Il motto: ecodesign, una scelta responsabile e una possibilità oggi sempre più concreta e alla portata di tutti, grazie alla ricerca su nuovi materiali e alla cre-atività di designer di tutto il mondo che hanno fatto dell’ecologia il loro principio ispiratore. Dell’ecodesign fanno parte anche le sperimentazioni del recycling design, oggi è possibile trovare in commercio oggetti di uso quotidiano e di arredo creati con materiali na-turali al 100%, nati dal riciclo di materiali di scarto.

Quanto grandemente questa ricerca sia conside-rata una necessità per la soluzione dei problemi della realtà contemporanea e della società futura, è te-stimoniato dal successo ottenuto dal progetto della lampada Decafé, creata a partire dal recupero dei fondi di caffè a opera dello spagnolo Raùl Laurì, ag-giudicatosi il primo premio del Salone Satellite all’ulti-ma edizione del Salone del Mobile di Milano.

GLI SPAZI VERDI A FIRENZE: INIZIATIVE COMUNALI 2010/2012

La sensibilità particolare che lega Firenze all’attenzio-ne verso gli spazi green ha visto, nel corso degli ultimi anni, una rinascita radicale che, trasversalmente, ha interessato la città, grazie alla spinta proveniente dalla nuova politica dell’Amministrazione fiorentina nei con-fronti della tutela e della crescita degli spazi verdi.

Riportare la città alle origini dell’identità latina, Flo-rentia, “la città dei fiori” appunto, è stato il punto cardi-ne attorno al quale si sono snodate e sviluppate una serie di iniziative su diversi piani, passando dalle inizia-tive culturali a quelle di intervento di riqualificazione degli spazi esistenti e la nascita di nuovi.

Di seguito gli interventi presi in considerazione:– Florens 2010 (Settimana dei Beni Culturali e Am-

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parete verde, ex carcere delle Murate, Firenze, particolare

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bientali)– Invasioni Botaniche– Muro verde presso le ex carceri delle Murate– Giardino dell’area San Donato (piano di recupero

dell’ex area Fiat)– Progetti per il recupero dello storico Parco delle Ca-

scine

FLORENS 2010, INSTALLAZIONE DI UN PRATO IN PIAZZA DEL DUOMO

L’installazione del prato in piazza del Duomo è stata organizzata in occasione di Florens 2010, la settima-na internazionale dei beni culturali e ambientali, e ha offerto uno spettacolo inusuale e suggestivo che ha riportato la piazza indietro di mille anni.

Il ricordo alto-medievale e la stesura del manto ver-de ha presentato anche l’occasione per ricordare il miracolo di san Zanobi. Nel corso della traslazione delle spoglie mortali del santo, infatti, l’urna avrebbe urtato un olmo morto, che improvvisamente sarebbe poi rifiorito. In ricordo di quel giorno sorge, al posto dell’olmo del miracolo, la croce di san Giovanni.

È stato così possibile, nell’occasione, far sì che il ver-de e la sensibilità green si appropriassero una volta ancora della città e del suo luogo simbolo, piazza del Duomo. Il prato, steso e poi disallestito la notte succes-siva all’evento, è stato poi utilizzato in parte per la co-stituzione di un campo di calcio nei pressi dell’Antella e in parte per il giardino dell’ex Istituto “Caterina dei Medici” in viale Guidoni.

INVASIONI BOTANICHE 2011

Nel corso della primavera 2011 il Comune di Firenze ha inaugurato una stagione di recupero delle aree urbane verdi trascurate, con l’intento di far rifiorire spa-zi come piazze, aiuole spartitraffico, cortili e rotonde. Il progetto, denominato Invasioni Botaniche, nome sim-bolico ed evocativo.

L’idea alla base è nata dal bisogno di verde diffuso ed è stato necessario rispondere a questo bisogno per aumentare la qualità della vita combattendo in-

quinamento e traffico. Una forte presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale nei confronti di un’esigenza che, al presente, si fa sempre più forte e vitale.

Le zone di intervento sono state numerose e altret-tanto simboliche:

• Piazza Stazione. Sono state prese in considerazione due aiuole: la prima che sovrasta il parcheggio inter-rato, la seconda quella in prossimità della rotonda.

Per l’occasione è stato scelto il tema dell’acqua e hanno prevalso fiori dalle tinte bianche e azzurre, den-tro una vasca di verde con l’immagine delle onde.

• Piazza Alberti. L’area di intervento interessata è sta-ta la parte nord della piazza dove erbacce perenni hanno affiancato cespugli bassi mentre l’area sud della piazza è stata abbellita con fiori dai colori varie-gati.

• Largo Renato Cappuggi. Lo spartitraffico di Largo Cappuggi, situato nel Quartiere 2 è stato rinverdito e rivitalizzato grazie alla presenza di olivi, cipressi e un monumento. L’accostamento simbolico è la predomi-nante dei temi rurali toscani.

• Viadotto Marco Polo – Lungarno Dalla Chiesa. Nell’aiuola presente all’uscita dal viadotto l’interven-to è stato effettuato con l’aggiunta alla vegetazione spontanea preesistente di erbacce perenni in grado di offrire gradevoli colorazioni tutto l’anno, limitando così la necessità di interventi di manutenzione.

• Viadotto Marco Polo – viale Europa. Oltre all’ope-ra di potatura delle erbacce spontanee nelle aiuole del viale, sono stati previsti interventi che vanno dalla piantumazione di frassini e di piante rustiche resistenti al clima secco estivo.

• Rotatoria Ponte a Ema. La forma della rotatoria che richiama fortemente la sagoma di un lago ha ispirato la concezione di questo intervento e fatto sì che nel concreto si materializzasse come un prato fiorito con miscugli di fiori selvatici con il fulcro della composizio-ne nel disegno centrale.

• Viale Piombino e viale Etruria. All’uscita dalla stra-da di grande comunicazione FI-PI-LI, dopo l’intervento, prati fioriti con foglie colore rosso-violaceo accolgono chi entra in città, scelte con cura tra le specie di pian-te resistenti alla siccità e in grado di fornire cambia-menti cromatici a seconda della stagione.

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parco di San Donato a Novoli, Firenze

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• Via Pistoiese. Nella rotatoria e nell’aiuola presenti lungo la via sono stati previsti alcuni interventi come lo spostamento dei quattro frassini esistenti e mantenuti tre cedri, due platani e due pioppi, con l’aggiunta di cespugli mentre lungo la direttrice stradale sono state posizionate due fasce di erbacee a foglia argentata.

• Aeroporto Vespucci. Nella grande aiuola dove oggi è posizionata la statua di Botero sono state rinfor-zate le rose esistenti con nuovi impianti di specie spe-rimentate dall’Università di Firenze, in collaborazione con la Fondazione Minoprio.

• Via Sestese. La rotatoria e la composizione che ospita è stata accresciuta con decorazioni floreali con fiori selvatici con sfumature gialle e arancioni.

CONTROVERSIE E CRITICHE

L’iniziativa, oltre a rappresentare un forte segna-le di presa di coscienza dell’importanza della tutela ambientale della città, presenta però un verso della medaglia non troppo entusiasmante, sulla carta al-meno, per quel che riguarda il problema della manu-tenzione.

Dall’osservazione diretta degli interventi e del loro svi-luppo e gestione nell’arco di un anno, è stato neces-sario prendere atto della poca adeguatezza di gran parte della vegetazione impiegata per il rinverdimen-to delle zone.

L’amministrazione comunale si difende enfatizzando la necessità di una sperimentazione diretta per com-prendere quali fossero le piante e le erbe più adatte per la vegetazione urbana e nel 2012 ha riavviato il progetto ripartendo con la piantumazione di tulipani e iris.

Sempre i dati diretti, rintracciabili dall’esperienza dell’anno passato, ci consentono di capire quali sia-no state le scelte vincenti che hanno consentito un effettivo beneficio paesaggistico. Le piante che han-no funzionato sono state: achillea, anemone, cisto, gaura, erigero, lavanda, nepeta, salvia, santolina, se-dum, senecio, iperico, verbena, echinacea, stachys, perovskia; quelle che non sono andate bene: delfino, liatris, phlox,cnifofia, coreopsis, hosta, blimbago, lillà della California e peonia.

Menzione a parte meritano le vere “invasioni bota-niche” quelle dovute all’azione diretta e spontanea di madre natura che ha ricoperto di malva e grami-nacee molti spazi adibiti alla piantumazione di piante e fiori del progetto. La popolazione recentemente la-menta lo stato si rigoglioso ma anche di abbandono di tali zone, chiedendo un intervento immediato affin-ché la situazione trovi una via di mezzo confacente e apprezzabile da tutti, con un occhio adeguato alle spese (vale la pena ricordare che le Invasioni Bota-niche 2011 sono costate 140.000 euro alle casse del Comune).

LA PARETE VERDE PRESSO LE EX CARCERI DELLE MURATE

Il 2012 ha visto anche lo sviluppo di un nuovo e in-novativo progetto, sempre all’interno del quadro delle Invasioni Botaniche. Oggetto di intervento è stata la parete verticale nei pressi del parcheggio delle Mura-te, area di recente recupero e di grande fervore cul-turale proprio nel centro storico fiorentino. Un’iniziativa rivoluzionaria per molti aspetti poiché recupera uno spazio insolito (una parete verticale) e la converte in un rigoglioso giardino.

Iniziativa di per sé già vista e sperimentata all’este-ro con successo ma del tutto nuova per l’ambiente urbano fiorentino che per la prima volta decide di guardare in alto e di porsi a capofila di un nuovo pro-getto sperimentale. Una parete, dicevamo, costituita da pannellature di facile trasporto (è stata concepi-ta per essere spostata in varie aree della città) che necessita, nella parte retrostante l’installazione, di una rete capillare per l’irrigazione e per il sostentamento del verde.

È necessario infatti ricordare che per il mantenimen-to di tali zone l’alimentazione e la cura sono alla base per un corretto e positivo sviluppo.

L’iniziativa, partita nel luglio con l’installazione, è pro-seguita durante tutto il mese di agosto e vedrà l’inau-gurazione nel corso del mese di settembre.

PARCO SAN DONATO – NOVOLI, QUARTIERE 5

Il parco, situato in corrispondenza dell’ex area Fiat e

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parco di San Donato a Novoli, Firenze

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esattamente di fronte alla chiesa di San Donato in Pol-verosa, è il centro focale del vasto piano di riqualifica-zione e recupero intrapreso per il Quartiere 5. L’area, vasto polmone verde cittadino, è il luogo ideale per utenti di tutte le età che possono trovare aree adatte per attività fisiche e relax in completa sicurezza.

Sorto su un’area totale di 120.000 metri quadrati, il progetto fa sì che l’interazione con gli abitanti sia an-cora maggiore e piacevole.

Senz’altro degne di nota le aree destinate ai cani e ai loro padroni, la dotazione di una Wi-Fi Zone gratui-ta, la piantumazione di numerosi alberi ad alto fusto e giochi in legno per i più piccoli.

L’intera area rappresenta inoltre l’eccellenza dei servizi al cittadino, una sorta di cittadella nella quale trovano posto un centro commerciale e altre attività, senza per questo venir meno alle esigenze di mobilità attraverso auto e mezzi pubblici e dei collegamenti pedonali con il resto della città.

PARCO DELLE CASCINE

Il parco ha origini profondamente radicate nella cul-tura fiorentina e, in special modo, nella famiglia Medi-ci che per prima iniziò a modellarne l’aspetto. Iniziati i lavori nel 1563 per quella che doveva essere una te-nuta di caccia con annessa un’azienda agricola per l’allevamento dei buoi e la produzione di formaggi (il cascio, appunto) è solo col passaggio dei poteri alla famiglia Lorena che il parco assunse la connotazio-ne attuale di luogo di svago e venne, in particolari occasioni, aperto al popolo. Il Parco, che si estende su una superficie di 160 ettari e che segue l’Arno dal Ponte all’Indiano fino a Piazza Vittorio Veneto diven-ne pubblico agli inizi del 1800 grazie a Elisa Baciocchi per poi essere definitivamente acquisito dal comune di Firenze nel 1869. Nel 2012 il Parco vede l’inizio di un nuovo periodo di vita con ben trentacinque proposte progettuali e un investimento complessivo di 25 milioni di euro, volti a rendere più fruibile il parco e a renderlo un’attrazione centrale e determinante per il territorio. Il piano di recupero è meticoloso e ad ampio raggio. «Recupereremo centimetro per centimetro – ha sot-tolineato il Sindaco: – abbiamo sempre detto che il

Parco delle Cascine va rimesso a posto e abbiamo cominciato piano piano, facendoci tornare gli eventi, da Ruralia ai concerti estivi. Accanto a questo lavoro di singole iniziative occorre avere la forza e l’intelligen-za di realizzare un progetto complessivo per i prossimi anni, una rivoluzione che lo restituisca i fiorentini e lo renda attrattivo per i turisti».

Secondo il Sindaco «con questi 35 progetti, tutti fi-nanziati, eccetto quello dell’illuminazione per cui ser-vono 1,1 milioni di euro, nel prossimo anno vedremo trasformare il parco, che tornerà a essere accoglien-te, vivibile e anche maggiormente controllato».

I numerosi progetti prevedono:• Ristoranti• Spazi per bambini• Aree Camper• Aree fitness• Wi-Fi Free Zone• Recupero del porto mediceo sull’Arno• Nuovo sistema di illuminazione• Nuovi bandi per l’utilizzo degli ippodromi

ESTRATTO DEL REGOLAMENTO EDILIZIO IN VIGORE NEL COMUNE DI FIRENZE

Diminuire l’effetto “isola di calore”: interventi sull’al-bedo e uso del verde

Il fenomeno dell’albedo si esplica in termini genera-li in un aumento delle temperature medie dell’aria e della temperatura media radiante delle superfici.

Questa alterazione delle caratteristiche climatiche assume caratteri particolarmente notevoli nella sta-gione estiva, con differenze di temperatura fra città e campagna dell’ordine di qualche grado centigrado.

Ciò comporta inevitabilmente un aumento della domanda di energia per il condizionamento estivo degli ambienti interni, oltre che condizioni di marcato discomfort negli spazi esterni.

Un altro effetto dell’isola di calore urbana è l’accen-tuazione delle condizioni favorevoli alla formazione di smog fotochimico e in particolare alla formazione di ozono. In considerazione di questo duplice effetto sui consumi e sulla qualità dell’aria, il Governo federale degli Stati Uniti e alcune delle maggiori città statuni-

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stabilimento “Braccialini”, Firenze

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tensi stanno attuando una serie di azioni per la ridu-zione dell’effetto isola di calore.

Fra le molteplici cause che generano un’isola di ca-lore vi è la concentrazione di usi energetici (trasporti, produzione di calore), l’uso di materiali di finitura delle superfici con caratteristiche termofisiche sfavorevoli, la scarsa presenza di vegetazione e di specchi d’acqua.

La semplice scelta di materiali a elevato albedo per la realizzazione delle superfici urbane deve essere ef-fettuata nella direzione della riduzione delle tempe-rature delle superfici (e quindi la quantità di energia che esse re-irraggiano) e sui carichi di rinfrescamento garantendo nel contempo effetti sul comfort e be-nessere delle persone (evitare gli sbalzi termici freddo interno-caldo esterno).

1. Devono essere studiate tutte le forme per ridurre l’effetto noto come “isola di calore”. Alcuni di questi fattori possono essere mitigati con una certa efficacia per mezzo di un’adeguata progettazione delle aree circostanti gli edifici.

2. Il controllo dell’albedo (coefficiente di riflessione totale, cioè su tutte le lunghezze d’onda) della pavi-mentazione degli spazi pubblici (strade, marciapiedi, parcheggi, ecc...) permette di ridurre le temperature superficiali con effetti sul comfort esterno e sulla ridu-zione dei carichi solari nel condizionamento degli spa-zi chiusi.

3. Il ricorso al verde non ha soltanto un valore de-corativo ma deve essere progettato e quantificato in modo da produrre effetti sul microclima dell’area, mitigando i picchi di temperatura estivi grazie all’eva-potraspirazione e consentendo, inoltre, l’ombreggia-mento per controllare l’irraggiamento solare diretto sugli edifici e sulle superfici circostanti durante le diver-se ore del giorno.

4. Per quanto riguarda gli edifici, è opportuno di-sporre la vegetazione o altri schermi in modo tale da massimizzare l’ombreggiamento estivo delle seguenti superfici, in ordine di priorità:

– Le superfici vetrate e/o trasparenti esposte a sud e sud-ovest;

– Le sezioni esterne di dissipazione del calore degli impianti di climatizzazione, i tetti e le coperture;

– Le pareti esterne esposte a ovest, a est e a sud;

– Le superfici capaci di assorbire radiazione solare entro 6 metri dall’edificio;

– Il terreno entro 1,5 m dall’edificio.Le ore in cui, nella stagione estiva, l’effetto di scher-

matura consente maggiori risparmi, sono:– Per superfici esposte a ovest: dalle 14.30 alle 19.30;– Per superfici esposte a est: dalle 7.30 alle 12.00;– Per superfici esposte a sud dalle 9.30 alle 17.30.5. Per ottenere un efficace ombreggiamento degli

edifici occorre che gli alberi utilizzati vengano piantati a distanze tali che la chioma venga a situarsi a:

– Non più di 1,5 metri di distanza dalla facciata da ombreggiare, quando esposta a est o ovest;

– Non più di 1 metro di distanza dalla facciata da ombreggiare quando esposta a sud.

6. È consigliabile che anche le parti più basse del-le pareti perimetrali degli edifici esposte a est e ovest, vengano ombreggiate per mezzo di cespugli.

7. Anche l’uso di rampicanti sulle facciate consen-te buone riduzioni dell’assorbimento della radiazione solare in estate e una riduzione delle dispersioni per convezione in inverno.

8. Si consiglia inoltre, compatibilmente con vincoli di natura artistica e architettonica, il ricorso al verde anche per le coperture. Tale scelta, se correttamente applicata (isolamento delle coperture, carichi struttu-rali, forme di manutenzione del verde ecc.) può avere il duplice effetto di miglioramento dell’inerzia termica estivo-invernale e di drenaggio del deflusso delle ac-que meteoriche.

9. La riduzione degli apporti solari estivi indesiderati è massima quando alberi, cespugli e copertura ver-de del terreno sono combinati opportunamente nella progettazione del paesaggio dell’area.

10. Ogni intervento di piantumazione deve preve-dere l’uso di essenze che dimostrino un buon adat-tamento all’ambiente urbano, siano preferibilmente caratteristiche del luogo, abbiano solo in estate una chioma folta (in modo da consentire apporti solari in-vernali), particolarmente se disposte a sud del sito.

11. Per quanto riguarda l’ombreggiamento delle zone adibite a parcheggio o di altre zone stradali uti-lizzate per lo stazionamento dei veicoli, risultati signifi-cativi vengono ottenuti attenendosi alle seguenti pre-scrizioni:

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Invasioni Botaniche, Firenze

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– Almeno il 10% dell’area lorda del parcheggio sia costituita di copertura verde;

– Il numero di alberi piantumati garantisca che la superficie coperta dalla loro chioma sia almeno il 50% dell’area lorda;

– Il perimetro dell’area sia delimitato da una cintura di verde di altezza non inferiore a 1 metro e di opacità superiore al 75%.

12. Sarà, infine, necessario predisporre un adegua-to piano di irrigazione e manutenzione di tutte le aree

verdi previste.13. Deve essere previsto un sistema di raccolta e di

riutilizzazione delle acque meteoriche e/o una loro dispersione negli spazi a verde attraverso un idoneo progetto di smaltimento.

Tale progetto deve garantire la dispersione per pro-cessi lenti delle acque meteoriche, raccolta ed un loro impiego per usi non pregiati (irrigazione aree ver-di, servizi igienici, ecc.) oltre a un adeguamento delle reti idriche scolanti.

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ACHILLEAL’Achillea è una pianta della famiglia delle Asterace-

ae, di tipo erbaceo, perenne e aromatica con rizoma ramificato e strisciante e fusto diritto alla cui sommità dei corimbi portano diversi capolini di fiori profumati bianchi o rosati. Specie comune soprattutto nell’Ita-lia settentrionale. Fiorisce in zone campestri incolte e lungo i margini dei sentieri fino a 2200 metri s.l.m. Nelle Alpi-Appennini preferisce i pascoli montani o rupi umi-de. Non soffre la siccità o il freddo, ma evita ambienti troppo umidi.

ANEMONEIl genere Anemone è fatto di piante erbacee peren-

ni rizomatose, che conta numerose specie, caratte-rizzate da vistosi fiori di colore rosso, blu, bianco, rosa o viola, che sbocciano dalla primavera all’autunno, a seconda della specie. Sono diffusi nelle zone tem-perate di tutti i continenti, molto utilizzati nelle bordure e come fiori recisi. Gli anemoni gradiscono una posi-zione che va dal pieno sole alla mezz’ombra. Si trat-ta di piccoli rizomi non molto costosi, quindi spesso si lasciano nel terreno e se ne piantano di nuovi ogni anno.

CISTOI cisti sono piccolo-medi arbusti, sempreverdi, tipici

dell’area mediterranea. I cisti amano il sole pieno e un terreno povero e perfettamente drenato, in queste condizioni ottimali resistono a temperature molto bas-se. Gradiscono, periodi di siccità, anche prolungati,

mentre annaffiature e concimazioni indeboliscono la pianta che perde il suo portamento compatto e ten-de ad avere una vita più breve. I fiori, effimeri e con i petali che sembrano carta velina stropicciata, hanno vita breve, ma sono talmente numerosi che la pianta ne risulta completamente coperta. I cisti fioriscono in primavera, tra Aprile e Giugno a seconda delle varie-tà, nei colori bianco e rosa.

GAURAIl genere Gaura conta decine di piante, spesso in-

festanti, diffuse un po’ in tutto l’emisfero boreale. La Gaura è veramente una pianta facile da coltivare, una volta posta a dimora, dopo l’attecchimento, avremo sempre una bellissima pianta. Si pone a di-mora in luogo ben luminoso, possibilmente soleggia-to, ma tollera la mezz’ombra. La pianta verso la fine dell’inverno dissecca completamente, e rigermoglia con facilità l’anno successivo.

ERIGEROL’Erigero se l’inverno è mite è sempreverde, ma in

genere durante i mesi più freddi dell’anno la parte aerea di queste piante dissecca; ricomincerà a svi-lupparsi con l’arrivo della primavera successiva. Va messa a dimora in qualunque terreno purché fresco e ben drenato. Sopporta il freddo ma non oltre i –10 gradi. Per uno sviluppo equilibrato dell’Erigero è consi-gliabile il sole diretto.

SCHEDE DI PIANTE ADATTE ALL’INVERDIMENTO NELL’AREA FIORENTINA

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LAVANDALa Lavanda è una pianta erbacea, perenne, sem-

preverde, originaria del bacino del Mediterraneo. La maggior parte delle varietà sono resistenti al freddo e vengono utilizzate in giardino, come siepi oppure a formare larghi cespugli. È una pianta rustica, che re-siste al caldo dell’estate più torrida e al freddo dell’in-verno più rigido, anche se nei casi di gelate intense e persistenti è bene ripararla con tessuto-non-tessuto. Gradisce particolarmente le posizioni soleggiate, e molto ben ventilate. La lavanda necessita di annaffia-ture non troppo abbondanti e non troppo frequenti.

NEPETALa Nepeta cresce spontanea nei campi e lungo le

strade, sia in montagna che in città. I fiori della Nepeta Cataria sono bianchi o rosa pallido, riuniti come quelli della nepitella, che presentano invece un colore blu-lavanda, a formare piccole spighe apicali.

Essi appaiono dalla primavera avanzata fino all’au-tunno e risultano particolarmente graditi alle api. Il terreno in cui si desideri far crescere la Nepeta deve possedere un buon drenaggio. Sia la posizione soleg-giata sia a mezz’ombra sono gradite a queste piante.

SALVIAIl genere Salvia appartiene alla famiglia delle Lamia-

ceae ed è particolarmente ricco di specie sia annuali che perenni, usate sia per scopi alimentari o terapeu-tici che semplicemente ornamentali. È una pianta dif-fusa in tutti i paesi a clima mite e forma dei veri e propri cespugli. La Salvia Officinalis è una specie perenne e non è una pianta di grandi dimensioni infatti non su-pera il metro di altezza. La Salvia è una pianta molto facile da coltivare, rustica che vive bene se esposta in pieno sole. È infatti una pianta sia termofila che eliofila vale a dire che ama il caldo e il sole.

SANTOLINALa Santolina è un piccolo arbusto sempreverde

originario dell’Europa mediterranea; le piante di al-cuni anni possono raggiungere i 50-60 cm di altezza, espandendosi per 80-90 cm in larghezza. Ideale come pianta da bordura, per il fogliame molto decorativo,

viene utilizzata anche nelle aiuole di piante aromati-che.

Preferiscono terreni sciolti, ben drenati, sabbiosi e possibilmente calcarei; di solito comunque si svilup-pano senza problemi in qualsiasi terreno, visto che hanno pochissime esigenze. In generale le piante di santolina non vengono attaccate da parassiti o da malattie, anche se è possibile che gli afidi attacchino le infiorescenze.

SEDUMIl Sedum appartiene alla famiglia delle Crassulaceae

e la sua provenienza è soprattutto a nord dell’equato-re. Questo genere di pianta è abituata a vivere in luo-ghi dove la siccità è presente per gran parte dell’an-no. Sono piante che crescono spontaneamente sulle pareti rocciose o in terreni aridi. Non necessita di molti accorgimenti, tanto da risultare resistente anche a bassissime temperature. È una pianta resistente e so-pravvive a temperature anche inferiori i 5 gradi. La sua collocazione ideale è un terreno roccioso o anche su muri fatti da materiali porosi.

SENECIOIl Senecio presenta una estrema varietà di forme:

esistono specie annuali e altre perenni, forme liano-se, arbustive e arboree, specie con foglie succulente, specie acquatiche. Le foglie sono alterne. L’involucro è formato da brattee disposte per lo più in un’unica fila, spesso con apice nerastro. I frutti sono acheni grossolanamente cilindrici sormontati da un fitto pap-po biancastro.

IPERICOL’Iperico è una pianta perenne semisempreverde,

glabra, con fusto eretto percorso da due strisce lon-gitudinali in rilievo. È ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché ha le foglioline che in con-troluce appaiono bucherellate. Preferisce boschi radi e luminosi, comunque all’aperto per tutto l’anno, poiché non teme il freddo. Originario dell’arcipelago britannico, è oggi diffuso in tutte le regioni d’Italia e in tutto il mondo. Predilige posizioni soleggiate o semi-ombreggiate e asciutte come campi abbandonati e

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ambienti ruderali.

VERBENAIl genere Verbena conta decine di specie di piante,

diffuse in tutto il globo, in particolare in Nord Ameri-ca e in Europa. Le verbene sono piante perenni, ma la maggior parte delle varietà che possiamo trovare in vivaio tendono a non sopportare al meglio i rigo-ri invernali, e quindi vengono molto spesso coltivate come annuali.

Le verbene hanno fogliame di dimensioni minute, rugoso e leggermente coriaceo, ruvido al tatto, che si sviluppa lungo sottili fusti volubili, erbacei, che ten-dono a divenire tappezzanti ricadenti. La fioritura delle verbene è molto prolungata, e lo sviluppo è rapido, ci permettono quindi di ottenere un vero e proprio letto di fiori, che può ricoprire anche aiuole molto ampie.

ECHINACEALe Echinacee sono originarie del Nord America. Mo-

strano una notevole adattabilità alle diverse condi-zioni ambientali; crescono spontaneamente sia nelle zone di pianura che ad alta quota, privilegiando aree aperte e soleggiate, senza esigenze particolari di ter-reno anche se prediligono suoli moderatamente fer-tili, ben drenati e tendenti al sabbioso. Le Echinacee sono piante erbacee poliennali con riposo vegetativo invernale, appaiono dalla primavera inoltrata all’au-

tunno e fioriscono tra giugno e agosto.

STACHYSIl genere Stachys si compone di una sessantina di

specie, metà delle quali vive in Italia alcune delle quali sono addirittura endemiche delle isole dell’arcipelago sardo. La Stachys appartiene alle Labiatae. Ha foglie grigio argentee, ampie e regolari, ricoperte da una soffice peluria. Preferisce il sole come tutte le piante a foglia grigia ma non soffre la mezz’ombra. Vorreb-be tendenzialmente terreni secchi ma non disdegna quelli umidi. I bambini amano accarezzarne le foglie, infatti è una pianta utilizzata anche nei “giardini sen-soriali” per stimolare il senso del tatto.

PEROVSKIALa Perovskia è un’ erbacea perenne che sviluppa

un arbusto legnoso, originaria dell’Asia. Produce fu-sti legnosi o semilegnosi, abbastanza ramificati, che danno origine a un piccolo arbusto tondeggiante, alto anche 90- 100 cm; il fogliame è di colore verde-grigiastro, semisempreverde, con lamina fogliare pro-fondamente divisa, abbastanza spessa e rugosa; se stropicciate le foglie emanano un intenso profumo di salvia.

La lunga fioritura e il fogliame decorativo rendono la perovskia una pianta molto apprezzata nelle piccole siepi, ma anche come esemplare singolo.

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Quello che si può sperare di ottenere è legato non tanto a megainvestimenti come quelli che occorrono per costruire le grandi infrastrutture, ma alla capacità da parte della pubblica amministrazione di sensibiliz-zare e di suggerire attraverso varie modalità di incenti-vazione la realizzazione di tetti verdi estensivi o intensivi, giardini pensili e pareti vegetate per il restyling di fac-ciate di palazzi e periferie fatiscenti.

Il risultato è per così dire particolarmente “democrati-co”, cioè dipende dalla partecipazione della gente al progetto città: solo con la diffusione e la sommatoria di tanti piccoli interventi è possibile ottenere importanti risultati sul piano climatico e del risparmio enregetico. Come dire, occorre la convinzione e il contributo di tutti a un progetto comune di città.

Le nuove tipologie di interventi oltre a realizzazio-ni pubbliche e private possono offrire opportunità di nuovi scenari urbani e sociali; di seguito alcuni esem-pi.

COPERTURE DI CAPANNONI, SUPERMERCATI E STAZIO-NI DI SERVIZIO, CON INVERDIMENTI DI TIPO ESTENSIVO

Le coperture dei grandi capannoni industriali dei magazzini dei centri commerciali presentano la voca-zione quasi naturale a essere inverditi secondo tipolo-gie estensive con l’impianto di specie di seduum o di specie di roccia fiorita. L’efficacia per l’abbattimento dell’isola di calore e la miglior regimazione delle ac-que meteoriche sarebbe immediata. Esteticamente

si potrebbero ottenere contemporaneamente anche risultati formalmente interessanti creando forme dise-gnate sulle superfici di copertura visibili dall’alto attra-verso l’uso di coloriture diverse. Questo caratterizze-rebbe e connoterebbe fortemente il panorama delle zone industriali, diventando un elemento di riconosci-mento e anche di comunicazione e marketing per le aziende, che si farebbero portavoce di valori per la difesa dell’ambiente.

Ma il risultato davvero più auspicabile che si potreb-be ottenere è la sostituzione di tutte le coperture in Eternit, che purtroppo esistono ancora sui tetti delle nostre città.

COPERTURE CONDOMINIALI COME NUOVA OPPORTU-NITÀ RICREATIVA PER LE CATEGORIE DISAGIATE, ANZIA-NI E MAMME CON BAMBINI

Per chi abita in città nei condomini non sempre risul-ta facile poter uscire anche per una piccola passeg-giata, i giardini pubblici sono troppo lontani e occorre spesso superare percorsi disagiati. Questo vale so-prattutto per certe categorie di persone: i diversamen-te abili, gli anziani che possono permettersi di cam-minare a volte solo per pochi metri, ma che proprio per questo necessitano in modo vitale di poter uscire, incontrare persone e svolgere una costante e ade-guata attività fisica. Anche le mamme con bambini, specie se piccoli, sono in difficoltà: preparare carrozzi-ne e passeggini per uscire per raggiungre un parco a

PROPOSTE E SUGGESTIONI D’INNOVAZIONE

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volte risulta una vera e propria corsa a ostacoli.Per queste persone poter avere sul palazzo un tetto

giardino potrebbe risultare un’opportunità davvero in-teressante, si potrebbe avere un luogo a disposizione facile e a portata di mano, per poter prendere una boccata d’aria e scambiare quelle vitali due chiac-chiere che fanno sentire meno sole certe categorie di persone.

in questa e nella pagina accanto, proposte dell’Auto-re per la sviluppo del verde urbano a Firenze

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P. Abram, Giardini pensili. Copertura a verde e gestione delle acque meteoriche, Esselibri Simone Edizioni, Napoli 2004P. Abram, Verde pensile in Italia e in Europa, Il Verde Editoriale, Milano 2006A. Bellomo, Pareti verdi. Linee guida alla progettazione, SE\AS5edizioni, Milano 2003Forma viva design per il vivaismo, a cura di Vincenzo Legnate e Giuseppe Lotti, Alinea Editrice, Firenze 2007A. Lambertini, Giardini verdi in verticale, Verbavolant Edizioni, Roma 2007G. Marinoni, Green town, green building, in “Abitare” n. 477\2007Koolhaas Rem, Junkspace per un ripensamento radicale dello spazio urbano, Quodlibet srl, Macerata 2006Gilles Clement, Manifesto del terzo paesaggio, Quodlibet srl, Macerata 2010Michele Trasi, Andrea Zabiello, Guerrilla Gardening, Kowalski EditoreManuale di giardinaggio e resistenza contro il degrado urbanoAlex MacLean, Up On the Roof: New York’s Hidden Skyline Spaces, Princeton Architectural PressRapporto ONRE, I Regolamenti Edilizi comunali e lo scenario dell’innovazione energetica in Italia, redatto da Cresme e LegambienteRegolamento edilizio e sostenibilità: il caso di Carugate in “Impianti, edifici, città. Integrazione e nuove visioni di progetto e di gestione”, Milano, 3 e 4 marzo 2004Agenda21, FirenzeRegolamento Edilizio Comune di Bolzano

BIBLIOGRAFIA

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SITOGRAFIA

Page 60: Scenari e percorsi di innovazione urbana

finito di stamparenel mese di novembre 2012

presso Tipografia “La Zecca” – Levane (AR)