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RESOCONTO STENOGRAFICO 723. SEDUTA DI VENERDÌ 13 GENNAIO 2017 PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI INDICE RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-55 PAG. Missioni ............................................................ 1 Presidente ..................................................... 1 Interpellanze urgenti (Svolgimento) ............. 1 Presidente ..................................................... 1 (Tempi per l’adozione del decreto attuativo relativo all’effettuazione di operazioni di pagamento basate su carta di debito o di credito – n. 2-01522) .................................. 1 Presidente ..................................................... 1 PAG. Boccadutri Sergio (PD) ............................... 1, 5 Del Basso De Caro Umberto, Sottosegreta- rio di Stato per le Infrastrutture e i tra- sporti ............................................................. 3 (Iniziative urgenti per prevenire e contrastare la diffusione del gioco d’azzardo n. 2- 01569) ............................................................ 7 Presidente ..................................................... 7 Binetti Paola (Misto-UDC) .......................... 7, 12 Del Basso De Caro Umberto, Sottosegreta- rio di Stato per le Infrastrutture e i tra- sporti ............................................................. 10 Atti Parlamentari I Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare-NCD-Centristi per l’Italia: AP-NCD-CpI; Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL; Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA); Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE; Civici e Innovatori: (CI); Democrazia Solidale-Centro Democratico (DeS-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN); Misto: Misto; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P; Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR; Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA; Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri; Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod; Misto-UDC: Misto-UDC.

SEDUTA DI VENERDÌ 13 GENNAIO 2017 - Cameradocumenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/... · SEDUTA DI VENERDÌ 13 GENNAIO 2017 PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

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RESOCONTO STENOGRAFICO

723.

SEDUTA DI VENERDÌ 13 GENNAIO 2017PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-55

PAG.

Missioni ............................................................ 1

Presidente ..................................................... 1

Interpellanze urgenti (Svolgimento) ............. 1

Presidente ..................................................... 1

(Tempi per l’adozione del decreto attuativorelativo all’effettuazione di operazioni dipagamento basate su carta di debito o dicredito – n. 2-01522) .................................. 1

Presidente ..................................................... 1

PAG.

Boccadutri Sergio (PD) ............................... 1, 5

Del Basso De Caro Umberto, Sottosegreta-rio di Stato per le Infrastrutture e i tra-sporti ............................................................. 3

(Iniziative urgenti per prevenire e contrastarela diffusione del gioco d’azzardo – n. 2-01569) ............................................................ 7

Presidente ..................................................... 7

Binetti Paola (Misto-UDC) .......................... 7, 12

Del Basso De Caro Umberto, Sottosegreta-rio di Stato per le Infrastrutture e i tra-sporti ............................................................. 10

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017

N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestualiverso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A).

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo dellaLibertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare-NCD-Centristi per l’Italia: AP-NCD-CpI; SinistraItaliana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL; Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE; Civici e Innovatori: (CI);Democrazia Solidale-Centro Democratico (DeS-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN); Misto:Misto; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali perl’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P; Misto-Conservatori e Riformisti:Misto-CR; Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA; Misto-FARE! - Pri:Misto-FARE! - Pri; Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod; Misto-UDC: Misto-UDC.

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PAG.

(Iniziative di competenza in ordine alla pro-spettata riduzione dei treni intercity daparte di Trenitalia – n. 2-01559) .............. 14

Presidente ..................................................... 14

Dallai Luigi (PD) ......................................... 14, 15

Del Basso De Caro Umberto, Sottosegretariodi Stato per le infrastrutture e i trasporti .... 15

(Iniziative urgenti per fare chiarezza sullamorte di un alto funzionario del consolatoitaliano in Venezuela – n. 2-01536) ......... 16

Presidente ..................................................... 16

Cenni Susanna (PD) .................................... 16, 18

Della Vedova Benedetto, Sottosegretario diStato per gli Affari esteri e la cooperazioneinternazionale ............................................... 17

(Orientamenti ed iniziative del Governo, insede internazionale ed europea, per la pienaaffermazione dei diritti costituzionali inTurchia – n. 2-01537) ................................ 18

Presidente ..................................................... 18

Della Vedova Benedetto, Sottosegretario diStato per gli Affari esteri e la cooperazioneinternazionale ............................................... 20

Romanini Giuseppe (PD) ............................ 19, 21

(Iniziative per tutelare i creditori e i soci dellacooperativa « La Perla » e per garantiremaggiore trasparenza con riguardo alle pro-cedure di commissariamento per la liqui-dazione coatta amministrativa delle coope-rative – n. 2-01549) .................................... 22

Presidente ..................................................... 22

Gagnarli Chiara (M5S) ............................... 22, 27

Giacomelli Antonello, Sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico .............. 24

(Iniziative, anche normative, per tutelare leimprese italiane da acquisti speculativi diaziende straniere e per valorizzare gli assetstrategici nazionali – n. 2-01572) ............. 28

Presidente ..................................................... 28

Fantinati Mattia (M5S) ............................... 28, 32

Giacomelli Antonello, Sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico .............. 30

(Iniziative di competenza volte a salvaguar-dare i livelli produttivi e occupazionali degliimpianti di Assemini e Avezzano della so-cietà multinazionale Vesuvius – n. 2-01541) ............................................................ 33

Presidente ..................................................... 33

PAG.

Corda Emanuela (M5S) .............................. 36

Di Maio Luigi (M5S) ................................... 33

Giacomelli Antonello, Sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico .............. 35

(Intendimenti del Governo circa la possibilitàdi consentire alle popolazioni colpite dairecenti eventi sismici l’esercizio dell’inizia-tiva privata nel provvedere alle proprieesigenze abitative – n. 2-01564) ................ 37

Presidente ..................................................... 37

Giacomelli Antonello, Sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico .............. 39

Ricciatti Lara (SI-SEL) ............................... 37, 40

(Chiarimenti in merito ad una consulenzaaffidata presso la struttura di missione pergli anniversari di interesse nazionale dellaPresidenza del Consiglio dei ministri n. 2-01573) ............................................................ 41

Presidente ..................................................... 41

Dieni Federica (M5S) .................................. 42, 44

Giacomelli Antonello, Sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico .............. 43

(Chiarimenti ed iniziative urgenti in ordine airitardi nella fornitura delle strutture daadibire al ricovero degli animali da alleva-mento nelle zone colpite dai recenti eventisismici- n. 2-01574) .................................... 45

Presidente ..................................................... 45

Giacomelli Antonello, Sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico ............. 46

Ricciatti Lara (SI-SEL) ............................... 45, 48

(Iniziative volte a garantire alle scuole pari-tarie la partecipazione al programma ope-rativo nazionale « Per la scuola, competenzee ambienti per l’apprendimento » 2014-2020– n. 2-01538) ............................................... 49

Presidente ..................................................... 49

Binetti Paola (Misto-UDC) .......................... 49, 53

Toccafondi Gabriele, Sottosegretario di Statoper l’Istruzione, l’università e la ricerca ......... 52

Ordine del giorno della prossima seduta ... 54

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 722 — MERCOLEDÌ 11 GENNAIO 2017

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTEMARINA SERENI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.Invito il deputato segretario a dare

lettura del processo verbale della sedutaprecedente.

GIANNI MELILLA, Segretario, legge ilprocesso verbale della seduta dell’11 gen-naio 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osserva-zioni, il processo verbale si intende ap-provato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell’articolo 46, comma 2, del Regola-mento, i deputati Stella Bianchi, PaolaBoldrini, Braga, Bratti, Capelli, Catalano,Cominelli, Crivellari, Duranti, Rizzo, Fran-cesco Saverio Romano, Santerini, Scanu,Zampa e Zardini sono in missione a de-correre dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessi-vamente cento, come risulta dall’elencodepositato presso la Presidenza e che saràpubblicato nell’allegato A al resocontodella seduta odierna (Ulteriori comunica-zioni all’Assemblea saranno pubblicate nel-l’allegato A al resoconto della sedutaodierna).

Svolgimento di interpellanzeurgenti (ore 9,35).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recalo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Tempi per l’adozione del decreto attua-tivo relativo all’effettuazione di operazionidi pagamento basate su carta di debito o

di credito – n. 2-01522)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima in-terpellanza urgente all’ordine del giornoBoccadutri ed altri n. 2-01522 (Vedi l’al-legato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo al deputato Boccadutri se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

SERGIO BOCCADUTRI. Grazie, Presi-dente. L’Unione europea nel 2015 ha ema-nato un Regolamento molto importanteper il mercato dei pagamenti, perché haconsentito di ridurre una componentedelle cosiddette commissioni legate ai pa-gamenti con carta di credito e carte didebito. In particolare, ha posto un tettodello 0,3 per cento sulle commissioni in-terchange lato carta di credito, dello 0,20per cento sulle commissioni interchangelato carte di debito, quindi con un effettivovantaggio per tutti quei commercianti chesi sono visti poi ridurre complessivamentela commissione e, dall’altra parte, ancheun tentativo di armonizzare quello che èappunto il costo delle operazioni a livelloeuropeo con un regolamento europeo.Quindi, un vantaggio per i commercianti,un vantaggio anche per i consumatori,perché questo indirettamente ne aumental’accettazione da parte dei commercianti, e

RESOCONTO STENOGRAFICO

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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quindi una maggiore libertà di scelta deiconsumatori di poter pagare i beni e iservizi come meglio credono.

Questo regolamento è già in vigore,ma consentiva e consente attualmente aiPaesi di potere determinare anche delleulteriori riduzioni per certe categorie diprodotti ovvero per certe soglie ulteriori.Il Parlamento aveva fatto una scelta,aveva deciso di ridurre ulteriormentequeste commissioni per i pagamenti sottoi 5 euro; questo perché l’Italia è uno deiPaesi che più stenta nell’adozione, nelladiffusione di pagamenti alternativi al con-tante – oggi all’incirca l’80 per centodelle transazioni che avvengono quotidia-namente avviene per contante, soltanto il20 per cento con mezzi diversi dal con-tante, a differenza di tanti altri Paesi,dove invece si sfiorano percentuali benpiù alte, anche superiori al 40 per cento,con dei vantaggi diretti anche in terminidi efficienza del sistema, ma anche diemersione del nero, perché più contantecircola e più il nero naturalmente ha ilvantaggio di essere visto meno, perchéovviamente sta molto in profondità.Quindi, quando si abbassa il livello delcontante, si vede meglio il fondo delfiume e si vedono anche, appunto, quelleche sono le operazioni in nero. Perché ilParlamento aveva fatto questa scelta ?Aveva fatto questa scelta per sensibiliz-zare, per incentivare l’utilizzo comunequotidiano – quindi anche con piccolesomme – di pagamenti elettronici e fa-vorire l’accettazione da parte di un mer-chant del pagamento anche con carta perl’acquisto di una colazione, di un caffè ed’altra parte, quindi, una maggiore fidu-cia da parte del consumatore di poterloutilizzare naturalmente poi anche in altreoccasioni. Quindi, un maggior utilizzoquotidiano, una maggiore incentivazionedei micropagamenti porterebbe – nesiamo sono ancora convinti, ne sonoancora convinto – una maggiore diffu-sione dei pagamenti elettronici. Tra l’al-tro, questa possibilità, quando sono statefatte tutte le fasi di preparazione delregolamento, è stata fortemente volutaanche dai rappresentanti italiani, perché

noi abbiamo anche una caratteristicaparticolare, di un circuito domesticomolto vantaggioso per i commercianti,per i merchant e anche per i consuma-tori. Si fidano tantissimo, ma anche alivello di frodi; basti pensare che le frodi,sul lato appunto delle carte di debito, èpari allo 0,001 per cento – sono cifresostanzialmente ineguagliate in Europa.Abbiamo il sistema più sicuro che c’è inEuropa, anche superiore a quello inglese,che pure invece ha una maggiore diffu-sione di pagamenti elettronici; eppure noinon l’abbiamo utilizzato.

Non l’abbiamo fatto. Sarebbe bastatoappunto un decreto per determinare que-sta ulteriore riduzione di interchange, conun vantaggio anche del sistema e dellacompetizione dei sistemi di pagamento,un vantaggio dei merchant, un vantaggiodei consumatori. Francamente non si ca-pisce perché il Governo, ad oggi, nonabbia adempiuto a questo che è appuntoun obbligo contenuto nella legge di bi-lancio ormai di due anni fa. Insieme peròcon quel decreto si sarebbe dovuto adem-piere anche ad alcuni obblighi, quelloappunto di stabilire quali sono le autoritàche devono regolare le sanzioni per icircuiti e determinare anche le sanzionistesse per i circuiti, non per i commer-cianti – quella è un’altra cosa – per iquali avremmo dovuto provvedere entroil 9 giugno 2016. Ovviamente mancandol’indicazione di idoneità, mancandoquindi che queste possano in sé orga-nizzarsi, noi in questo momento nonstiamo adempiendo a quello che è ildettato anche di un regolamento europeoe penso, appunto, che ciò sia grave in sé.

In più, le stesse norme approvate dalParlamento prevedevano anche un impe-gno affinché fosse garantita la libertà delconsumatore di poter scegliere lo stru-mento di pagamento a lui più confacente,quindi anche con un’accettazione daparte dei commercianti che fosse in qual-che modo vigilata, controllata da questopunto di vista, anche con una sanzione.Devo dire che l’effetto di quella norma èstato anche quello di diffondere ulterior-mente i pagamenti elettronici anche sotto

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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il livello precedentemente fissato dallanorma sopra i 30 euro; ormai sotto i 30euro tutti accettano, perché quella normaha tolto anche quel tetto che era obbli-gatorio.

Però, ovviamente, laddove appuntoquesto non venga fatto, il cittadino nonha nessun potere. Da questo punto divista io mi permetterei di suggerire anchedi estendere l’applicazione dell’articolo693 del codice penale, che prevede unasemplice sanzione amministrativa di 30euro per chi non accetta la moneta, ilcontante. Oggi abbiamo un articolo delcodice penale che dice « se tu non accettila moneta che ha corso legale nello Stato,tu hai una sanzione di 30 euro ». Quindiil cittadino può dire « tu non stai accet-tando la moneta, io ti segnalo e tu haiuna sanzione di 30 euro ». Basterebbeestendere questo a tutti gli strumenti dipagamento regolati esattamente come ilcontante, quindi alle carte di pagamento,perché il cittadino abbia almeno unostrumento di pressione e dire: « se tu nonaccetti il pagamento come voglio io, staiviolando una legge dello Stato, stai vio-lando il codice penale ». Per carità,stiamo sempre parlando di una sanzioneamministrativa, quindi anche nella por-tata di una relazione tranquilla, perchépoi a questo punto non stiamo parlandodi chissà che. Basterebbe quindi questo,mi permetto come suggerimento. Anchequesto doveva essere oggetto del decretoe non c’è, non c’è nulla. Quindi noirimaniamo il Paese più indietro da que-sto punto di vista, che lede quindi unprincipio di scelta del consumatore didecidere come pagare. Da questo puntodi vista il Parlamento ha anche fatto unpasso in avanti rispetto ad anni passati,perché ormai in tutto l’emiciclo c’è unaconcordanza sul fatto che i pagamentielettronici creano veramente efficienza,che sono vantaggiosi per i cittadini e chedevono essere messi nelle stesse condi-zioni del contante di essere accettati. Noiabbiamo fatto una scelta, abbiamo, inquella legge di stabilità, innalzato il limitedel contante a 3000 euro, ma anche dettoperò « il cittadino decida come voler

pagare ». Abbiamo fatto una scelta chepoteva sembrare di controtendenza, madall’altro lato abbiamo detto « è vero,alziamo a 3000 euro il limite del con-tante, non ci sono però più limiti perl’accettazione delle carte, perché non c’èpiù questo limite dei 30 euro, e il cit-tadino è libero di poter pagare ». Va resooggettivo ed effettivo questo diritto discelta del cittadino, attraverso l’emana-zione di questi due decreti, anche perportarci ai livelli europei, tentare almeno.Lo dico, perché questo è il Paese dove,invece, abbiamo una delle migliori indu-strie di punta del mercato dei pagamenti,i migliori sistemi di sicurezza a livellotecnologico – ce li invidiano ovunque, celi comprano ovunque, nel senso che sonopoi esportati in tutto il mondo – peròpoi nel nostro Paese non riusciamo adessere altrettanto bravi. Da questo puntodi vista spesso ciò capita per una man-canza anche di mercato, di volontà, diquella che è la capacità, che in questocaso invece manca, perché manca unvero e proprio minimo adeguamento dinorme a quello che è ormai dettatoanche dal regolamento europeo.

E lo dico anche alla luce di unaprossima emanazione di una direttivaeuropea che dovrà ulteriormente incen-tivare questi strumenti di pagamento,sempre nell’ottica che il cittadino decidacome voler pagare.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato, Umberto Del Basso De Caro, hafacoltà di rispondere.

UMBERTO DEL BASSO DE CARO,Sottosegretario di Stato per le Infrastrut-ture e i trasporti. Presidente, con l’inter-pellanza urgente n. 2-01522 l’onorevoleSergio Boccadutri ed altri chiedono diconoscere quali siano i tempi per l’ema-nazione del decreto ministeriale attuativodel regolamento (UE) n. 751/2015 del 29aprile 2015, relativo alle commissioni in-terbancarie sulle operazioni di pagamentobasate su carte, il cosiddetto regolamentoIF, rilevando che, ad oggi, non si hannonotizie sui tempi della possibile emana-

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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zione di tale decreto né di quelli dell’au-spicata consultazione pubblica sul conte-nuto dello stesso. Osservano, inoltre, cheda ciò deriverebbe una situazione di in-certezza in ordine all’esercizio delle op-zioni nazionali previste dal regolamento,nonché, quindi, sull’effettivo contenuto delcomplessivo quadro normativo introdottocon detto regolamento IF. Secondo gliinterpellanti, tale circostanza starebbe cre-ando anche una grave situazione di svan-taggio competitivo per il sistema nazionaledei pagamenti al dettaglio e, più in gene-rale, per tutti gli utenti dei servizi dipagamento con carte. Tra i soggetti nega-tivamente affetti dalla mancata emana-zione, finora, del suddetto decreto mini-steriale attuativo rientrerebbero, secondogli onorevoli interpellanti, anche le Auto-rità pubbliche nazionali competenti adottemperare ad alcuni specifici obblighiche il regolamento IF pone a carico degliStati membri, quali quelli in materia didefinizione dell’apparato dei controlli esanzionatorio. Al riguardo, gli interpellantirichiamano, altresì, il fatto che l’articolo 1,comma 900, lettera c), della legge di sta-bilità 2016 ha modificato, inoltre, ilcomma 5 dell’articolo 15 del decreto-legge18 ottobre 2012 n. 179, convertito conmodificazioni dalla legge 17 dicembre2012 n. 221, prevedendo che i decretiministeriali attuativi della norma previstadal precedente comma 4 del medesimoarticolo, che stabilisce, appunto, l’obbligoper i commercianti e i professionisti diaccettare i pagamenti con carte di debitoe di credito, devono disciplinare le moda-lità, i termini e l’importo delle sanzioniamministrative e pecuniarie in relazione aisoggetti interessati, anche con riferimentoalle fattispecie costituenti illecito ed allerelative sanzioni pecuniarie amministra-tive. Ciò posto, l’onorevole Boccadutrichiede di conoscere quali siano i tempi perl’emanazione, da parte dei ministri inter-pellati, del decreto ministeriale attuativodel regolamento IF previsto dall’articolo 1,comma 900, lettera b), della legge distabilità 2016.

Al riguardo, per quanto di compe-tenza, si fa preliminarmente presente che

i lavori per l’emanazione del decretoministeriale attuativo del regolamentosuddetto si sono prolungati, e sono tut-tora in corso, principalmente a causadella necessità di realizzare il migliorecoordinamento tra il disposto di taledecreto ministeriale, previsto all’articolo1, comma 900, lettera b), della legge distabilità 2016, e quello dei diversi decretida emanarsi, invece, da parte del Mini-stero dello sviluppo economico, di con-certo con il Ministero dell’economia edelle finanze, sentita la Banca d’Italia,per disciplinare le modalità, i termini el’importo delle sanzioni amministrative epecuniarie anche in relazione ai soggettiinteressati di attuazione della disposi-zione di cui al comma 4, anche conriferimento alle fattispecie costituenti il-lecito ed alle relative sanzioni pecuniarieamministrative, ossia con riguardo all’ob-bligo esistente dal 30 giugno 2014 per isoggetti che effettuano l’attività di venditadi prodotti e di prestazioni di servizi,anche professionali, di accettare anchepagamenti effettuati attraverso carte didebito e carte di credito, salvi i casi dioggettiva impossibilità tecnica.

In particolare, gli aspetti più delicati,al fine del dovuto coordinamento tra lediverse norme, riguardano, primaria-mente, ma non solo, l’applicazione dellenuove business rules, regole del business,stabilite dal regolamento IF, in materia dilibertà di steering del cliente – bisognaconfrontare sul punto l’articolo 11 delregolamento IF sulle norme in materia diorientamento – e sulla possibilità delmerchant di non accettare determinatecarte di pagamento, anche qui bisognaconfrontare l’articolo 10 del regolamentoIF sulle regole in materia di obbligo diaccettare tutte le carte di uno schema. Siosserva, inoltre, che nell’ambito di talelavoro di coordinamento normativo si èda ultimo dovuto tenere conto anchedell’entrata in vigore, nel frattempo, del-l’articolo 11 della legge di delegazioneeuropea 2015, che è la legge n. 170 del2016, in vigore dal 16 settembre del 2016,che contiene una delega al Governo adadottare, entro dodici mesi dall’entrata in

Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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vigore della stessa legge di delegazione,un decreto legislativo recante le normeoccorrenti all’adeguamento del quadronormativo vigente, a seguito, proprio del-l’entrata in vigore del regolamento IF. Inparticolare, rileva al riguardo che nell’e-sercizio di tale delega il Governo èespressamente tenuto, tra l’altro, a pre-vedere, in conformità alle definizioni, alladisciplina e alle finalità del regolamento(UE) n. 751/2015, le occorrenti modifica-zioni ed abrogazioni della normativa vi-gente, anche di derivazione europea, peri settori interessati dalla normativa daattuare, al fine di assicurare la correttaed integrale applicazione del medesimoregolamento e di realizzare il migliorecoordinamento con le altre disposizionivigenti.

La stessa legge di delegazione europea2015 contiene, all’articolo 12, una delegaal Governo ad adottare, entro dodici mesidall’entrata vigore della medesima legge,un decreto legislativo recante l’attuazionedella direttiva (UE) 2015/2366 del Parla-mento europeo e del consiglio del 25novembre 2015, relativa ai servizi di pa-gamento nel mercato interno, il cosid-detto PSD2. Al riguardo, il comma 1,lettera o), dello stesso articolo 12, pre-vede che nell’esercizio di tale delega ilGoverno è tenuto, tra l’altro, ad appor-tare tutte le abrogazioni, modificazioni edintegrazioni alla normativa vigente, anchedi derivazione europea, al fine di assi-curare il coordinamento con le disposi-zioni emanate in attuazione del presentearticolo e la complessiva razionalizza-zione della disciplina di settore. Si rap-presenta dunque che il decreto ministe-riale attuativo del regolamento IF, daemanarsi da parte del Ministero dell’e-conomia e delle finanze, di concerto conil Ministero dello sviluppo economico,sentita la Banca d’Italia, ai sensi dell’ar-ticolo 1, comma 900, lettera b), dellalegge di stabilità 2016, benché in ampiaparte già definito nella sua struttura enel suo contenuto, non è stato ancoraemanato in quanto è tuttora in corso lanecessaria ed attenta valutazione dellemigliori opzioni normative da attuare, al

fine di assicurare il dovuto coordina-mento tra il disposto dell’articolo 1,comma 900, lettera b), della legge distabilità 2016 e le deleghe legislative con-tenute negli articoli 11 e 12 della leggen. 170 del 2016 e del relativo impattosulla coerenza ed efficienza del fra-mework complessivo della disciplina deiservizi di pagamento. Ciò posto, si ritienedi poter procedere in tempi brevi allamessa in consultazione del decreto mi-nisteriale in esame, al fine di dare at-tuazione all’articolo 1, comma 900, dellalegge di stabilità 2016.

PRESIDENTE. Il deputato Boccadutriha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la risposta alla sua interpellanza.

SERGIO BOCCADUTRI. Grazie, Presi-dente. Mi trovo in una situazione un po’imbarazzante, lo dico politicamente, per-ché fino all’ultima frase della risposta delsottosegretario avrei detto: non sono sod-disfatto, perché, francamente, mi ha dettoperché non è stato emanato; da questopunto di vista veramente il sottosegretarionon è tenuto a saperlo, neanche gli esten-sori, magari, della risposta, ma l’articolo12 della legge di delegazione europea,quella recepente della PSD2, e, quindi,anche la lettera o) testé letta è frutto di unemendamento parlamentare del sotto-scritto e non del Governo, quindi, cono-sciamo perfettamente là dove, appunto,andava a cascare il problema. Sarebbebastato, alla luce di quanto è emerso – enaturalmente io non ho dubbi che ci sianoe ci possano essere problemi –, comunquefare un pezzo; quello rimarrà, il tema èquello di regolare l’interchange sotto i 5euro per dire al mercato: i pagamenti sottoi 5 euro comportatevi così; così che qual-cuno possa decidere anche di fare zerocommissioni piuttosto che ancora meno diquello che è previsto dal regolamento inmodo da incentivarli.

La legge di delegazione europea èstata approvata soltanto in prima letturaalla Camera, credo poco prima dellapausa estiva, poi è stata approvata in via

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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definitiva al Senato al rientro, nel set-tembre 2016, insomma, era già scaduta ladelega da un bel po’ di tempo. E quindisarebbe bastato, magari, intervenire sol-tanto su un pezzo; e suggerisco, ulterior-mente, sulle sanzioni, di fare ciò che ègià scritto in ordinamento, quindi andareper analogia, senza inventare nulla diché, senza andare a creare anche unconflitto con i commercianti da questopunto di vista; utilizzare l’articolo 693 delcodice penale sembrerebbe de facto lasoluzione migliore esattamente come nonsi accetta il contante, non si accetta lacarta. Non c’è alcun problema con gliarticoli 10 e 11 del Regolamento, perchéda questo punto di vista quelli valgonocomunque e, quindi, da questo punto divista la mancata accettazione natural-mente sta dentro lo schema dell’ordina-mento. In questo caso, il Regolamento,agli articoli 10 e 11, dispone alcune coseche, da un punto di vista della gerarchiadelle fonti, hanno una supremazia suquello che possiamo decidere nel Parla-mento, perché si tratta di Regolamentoeuropeo; pertanto, se un commercianterifiuta una determinata carta in un de-terminato schema, ciò gli è consentito dalRegolamento e ovviamente non è punibileda questo punto di vista, mentre se hadeciso di accettare tutte le carte di queldeterminato schema, deve farlo, perchéinvece così appunto dispone il regola-mento.

Quindi, da questo punto di vista, nonc’è alcuna contraddizione con il Regola-mento, perché da questo punto di vista èmolto chiaro in quella parte ed è moltochiaro perché si è voluto entrare neldettaglio di alcuni contratti che i circuitifacevano e che imbrigliavano un po’troppo i commercianti. Dunque, da questopunto di vista, si è fatta molta chiarezzaproprio a favore dell’accettazione dellecarte e di evitare contratti poco chiari eche, in un certo modo, imbrigliasserotroppo i commercianti.

Detto questo, quindi, per quanto ri-guarda tutta la prima parte della rispo-sta, mi riterrei insoddisfatto perché, ov-viamente, il decreto, almeno per quanto

riguarda le soglie sotto i 5 euro, si potevae si doveva fare tranquillamente neitempi.

L’ultima parte della risposta mi lasciain imbarazzo, perché invece dice: lostiamo per mettere in consultazione, equindi a questo punto penso che siapronto già un testo da mettere in con-sultazione nei prossimi mesi. A questopunto, io non posso che sperare che ciòvenga effettivamente fatto, perché iopenso che la responsabilità prima dellapolitica è quella di creare regole certe,non soltanto appunto per i cittadini, maanche per le imprese che investono. Equando si tratta di andare a decidere,sotto una soglia, quali possibilità sihanno di calcolo di una commissione,significa investire soldi in sistemi infor-matici che poi gestiscono tutti i paga-menti sul territorio nazionale e significaanche dare certezza alle imprese cheinvestono in un settore come questo,rispetto appunto alle norme. Invece, noili abbiamo tenuti fermi per oltre un annoperché mancava questo e, quindi, daquesto punto di vista abbiamo tenutoferma la loro possibilità, la possibilitàche il mercato incentivasse l’utilizzo deipagamenti elettronici da parte dei citta-dini, perché sarebbe bastato definiresotto i 5 euro quali erano le commissionie quindi i cittadini avrebbero potutoutilizzarli anche più facilmente, i baristiavrebbero potuto anche accettare più fa-cilmente le carte perché sapevano chesotto i 5 euro, essenzialmente, non pa-gavano commissioni e pagavano una baz-zecola, e quindi diffondere una culturadei pagamenti alternativi al contante. Ilgioco sarebbe stato questo: il Governo, inquesto caso delegato dal Parlamento fauna norma, il mercato recepisce lanorma e fa degli investimenti, e poi daquesto punto di vista si crea una culturadei pagamenti più efficiente nel Paese.

Quindi, da questo punto di vista, io nonposso che dirmi, come si usa dire, par-zialmente soddisfatto relativamente all’ul-tima risposta, auspicandomi che, almenoentro questo semestre, ci sia finalmentequesto decreto e auspicando, ovviamente,

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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anche l’attuazione del mio emendamento,poi approvato dal Parlamento, relativa-mente alla PSD2, teso non soltanto adarmonizzare il sistema dei pagamenti inItalia, ma anche a fare di questo Paese...è un Paese a cui noi critichiamo moltospesso – c’è anche qui il sottosegretarioGiacomelli – la capacità dei cittadini ita-liani di avere una confidenza con le nuovetecnologie, ma io penso che, quando lapolitica fa delle scelte, poi i cittadinistanno dietro a queste cose.

Lo abbiamo visto con tutto il pianodella banda larga, abbiamo una diffusionedi smartphone che non abbiamo in nessunaltro Paese, e se non incentiviamo, anchenormativamente, le cornici normative ecreiamo norme da questo punto di vista,testi unici sui pagamenti, evitando appuntoche poi siano sparsi in tante norme, cre-iamo un mercato anche più vivo e piùconcorrenziale e, quindi, un vantaggio an-che per i consumatori e per i commer-cianti che avranno strumenti più efficienti,più sicuri e ad un minor costo per tutti.

Ecco, io spero quindi che sia l’adozionedel decreto legislativo sulla PSD2, sia ap-punto la definizione di un’interchange piùbassa, anche sotto i 5 euro, vengano fattealmeno prima dell’estate così poi da ri-metterci almeno nelle condizioni di poterraggiungere gli altri Paesi europei sui li-velli di transazioni non in contante.

(Iniziative urgenti per prevenire e contra-stare la diffusione del gioco d’azzardo

– n. 2-01569)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Binetti ed altri n. 2-01569(Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo alla deputata Binetti se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.Prego, onorevole, ha quindici minuti.

PAOLA BINETTI. Questa non è laprima interpellanza, Presidente, membridel Governo, né probabilmente l’ultimainterpellanza in questa materia che farònell’arco di questa legislatura e devo dire

che questo è un esordio che nasce con unpizzico di pessimismo davanti all’incapa-cità o all’impossibilità di essere presi sulserio quando si tratta di un tema di questogenere.

Faccio presente che ci sono i numeri –proprio perché il riferimento di oggi è ilMinistro dell’economia – che danno ra-gione di un vistoso aumento del volume digioco, di un vistoso aumento della quantitàdi denaro che circola intorno al gioco e,come dicevano gli antichi, contra factumnon valet argomentum: i numeri sononumeri importanti, sono numeri contenutinella mia interpellanza e tra qualche mi-nuto li ricorderò per quei colleghi che nonne avessero conoscenza.

Sappiamo tutti che questo significa unacosa: che lo Stato vince perché incassa ei cittadini perdono. E non mi si dica chei cittadini giocano per vincere, perché sucento cittadini che giocano per vincere,uno vince, novantanove perdono, quindiper quello che riguarda una valutazionecomplessiva dei fatti dobbiamo dire che lastragrande maggioranza dei cittadini chegioca, perde, e quindi chi risulta vera-mente capace di incassare – e di incas-sare, lo sa benissimo proprio dai numeri ilsottosegretario, il 25 per cento in piùrispetto all’anno precedente, sempre se-condo questa logica per cui il numero hauna sua crudezza che merita di esserepresa in considerazione – è lo Stato.

Sappiamo che, se dividiamo il gettitototale di ciò che si gioca per i cittadiniitaliani, considerando tutti i cittadini ita-liani, compresi i neonati e gli anzianiultranovantenni, viene fuori una cifra unpo’ singolare, un po’ simbolica: vengonofuori 365 euro l’anno, pari a 1 euro algiorno, pari a un caffè. Questo potrebbefar pensare a tutti noi: beh, che problemac’è se in fondo io tutti i giorni mi prendoi miei tre, quattro caffè, se rinuncio a uncaffè per giocarmi un euro, che problemac’è ? Probabilmente faccio quello chefanno molte persone: mantenere acceso unlumicino alla speranza di vincere. Masappiamo che non è così: non è che tuttigli italiani giocano 1 euro al giorno, per365 giorni. Sappiamo che il popolo dei

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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giocatori – dei giocatori sociali, dei gio-catori abituali e dei giocatori affetti dapatologia specifica, quella che noi nonvogliamo chiamare ludopatia, perché cisembra un termine, come dire, troppodolce, che fa riferimento all’approccio lu-dico del bambino, preferiamo chiamarlocon la crudezza di chi parla di « azzar-dopatia », cioè di una malattia legata pro-prio al gioco e a un gioco che sfida i limitinaturali, in questo senso parliamo di « az-zardopatia » – sappiamo che il numero digiocatori che in qualche modo contrag-gono questa dipendenza dal gioco è increscita.

È chiaro che ciò che fa notizia è ilpadre di Ostia che, pochi giorni fa – tuttii giornali questo l’hanno riportato – halasciato il bambino di tre anni in mac-china per andare, alle cinque del pome-riggio, a giocare. Alle tre di notte non eraancora tornato, il bambino si è agitatonella macchina, per cui una pattuglia,fortunatamente, che passava lo ha inter-cettato. È un bambino sicuramente intel-ligente, perché gli hanno spiegato, dall’e-sterno, come doveva fare per aprire lamacchina dall’interno; un bambino cheaveva un principio di assideramento. Ilbambino ha detto che il papà era andatoa giocare e sono andati a cercarlo nei« Bingo » intorno. Questo fa notizia, manon è questo: se fa notizia sui giornali,non è questo che può muovere la volontàpolitica del Governo ad affrontare un temasul quale noi richiamiamo l’attenzionecostantemente.

E ogni volta che richiamiamo l’atten-zione del Governo su questo tema ci vieneposta una domanda; una domanda che, inqualità di medico nonché, se volete, anchein qualità di persona che, perlomeno, daun paio di legislature, se non da tre,coordina l’Intergruppo delle malattie rare,vi dico che anche se fosse una malattiarara, anche se riguardasse soltanto sette,otto, dieci persone, noi avremmo l’obbligomorale di curarla, esattamente come cisforziamo di curare tante malattie rareper le quali noi non disponiamo dei far-maci opportuni (si tratta dei famosi « far-maci orfani »).

Ma l’intrattenimento sul numero deipotenziali azzardopatici diventa un motivonecessario e sufficiente per non affrontareil problema, perché, se sono pochi, cheproblema c’è ? Perché mi dovrei occuparedi pochi ? Per inciso, in questi giorni, noi,con grande serietà, ci occupiamo ognigiorno, con una sorta di bollettino diguerra, dei pazienti che si ammalano dimeningite. Un solo malato di meningiteriesce a monopolizzare un interesse tale eforte da parte di tutti da aver avuto unaspinta non indifferente su quello che è ilpiano delle vaccinazioni nazionali. Non èil numero dei malati che fa la differenza.

Per di più in questo caso, mentre ilGoverno non ha nessuna colpa se si creaun caso di meningite – è difficile imma-ginare che ci possa essere una responsa-bilità diretta, intendo dire –, viceversa,quando si parla di gioco, la responsabilitànon è diretta, è direttissima, perché loStato è il monopolista e c’è una sorta diassociazione, che non voglio definire conparole pesanti, che però è un’associazioneambigua, un’associazione rozza, voltaesclusivamente a tutelare interessi di partetra lo Stato e i concessionari, che sono gliunici che guadagnano sempre. Ai danni dichi ? Ai danni dei cittadini italiani.

Quando noi diciamo che il volumeglobale di gioco quest’anno – non voglioingannarmi sulle cifre – è di 95 miliardie lo Stato ha incassato oltre 10 miliardi digettito fiscale – ricordo al pubblico che èpresente qui in Aula che lo Stato, che ilGoverno non è stato capace di fare undecreto fiscale sul gioco –, ebbene, questisoldi da dove sono venuti fuori ? Non èmica la legge di Lavoisier per cui nulla sicrea e nulla si distrugge: questi soldi nonè che sono stati stampati, questi soldi sonovenuti fuori semplicemente dalle taschedegli italiani. Noi abbiamo tolto da quelletasche oltre 10 miliardi solo per versarliall’erario, in un contesto in cui tutti sap-piamo perfettamente essere problemi do-minanti del Paese la disparità sociale e,quindi, anche il livello di impoverimento acui va incontro il Paese.

Sappiamo perfettamente come la disoc-cupazione sia il problema dei problemi: ce

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l’ha detto due giorni fa la Consulta, boc-ciando l’uso e l’abuso dei voucher, masappiamo anche il peso enorme che c’ècome tentazione permanente di risolvereun problema di disoccupazione, di risol-vere un problema di impoverimento, ri-correndo, come dire, alla bacchetta magica– forse sono fortunato, forse sono fortu-nato –, perché indubbiamente è stata unadelle cause dell’incremento del gioco delSuperenalotto quel singolo giocatore che,con una sola giocata, ha vinto oltre 160milioni.

Per inciso, io mi chiedo anche se unregolamento di questo genere sia etica-mente corretto. Quando non usciva quelnumero – e non usciva da molto tempo –,io avevo fatto una provocazione, dicendo:prendiamo questi soldi, che sono degliitaliani e che non ancora appartengono aqualcuno, e impegniamoli in quella cheera allora la ricostruzione di Amatrice, laricostruzione dei centri terremotati. Ci fuuna sollevazione di scudi, dicendo che nonsarebbe mai stata possibile una cosa diquesto genere, perché quei soldi dovevanoandare al vincitore. Facciamo in modo checi sia un vincitore virtuale, che è l’interapopolazione di Amatrice, perché mi do-mando: ma cosa farà mai un signore, che,probabilmente, non ha una grande men-talità di imprenditore, con 160 milioni dieuro ? Ma, comunque, queste sono le aber-razioni del gioco. Non è detto che questosignore, poi, sia davvero più felice: non loso, glielo auguro, comunque.

Quindi, noi ci troviamo davanti a si-tuazioni in cui è inconcepibile il silenziodel Governo, è inconcepibile quello che siinveste in pubblicità. Lo faccio presente alcollega Basso, che dirige l’Intergruppocontro il gioco d’azzardo, al collega Baronidel MoVimento 5 Stelle, ai colleghi diForza Italia, a mille altri colleghi di tuttii gruppi, contro questa operazione di ra-strellamento dei fondi attraverso il gioco,attraverso una pubblicità sfacciata. Mol-tissime delle interrogazioni che ho presen-tato – alle quali non ho avuto risposta –sono legate proprio al fatto che – non laprendo come un’offesa personale – sulmio computer, server della Camera, quindi

attraverso un sistema, chiamiamolo così,paraistituzionale, vengano accreditati 10euro, 20 euro, 50 euro; anche stamattinane ho cancellato un altro.

Non c’è dubbio che, come se tuttoquesto fosse poco, attraverso questo si-stema monopolistico, quindi attraverso lasua agenzia, chiamiamola tra virgolette,personale, lo Stato adesso cosa ha fatto ?Per diffonderlo ancora di più premial’« ambetto ». Quindi, noi abbiamo avutorispetto al Superenalotto, da una parte, lacrescita spettacolare del cittadino di cuidicevo e, dall’altro, le microvincite attra-verso l’« ambetto ». Tutti noi veniamo dallevacanze di Natale, avremo giocato a« Tombola » con i nipotini, sappiamo lasoddisfazione che hanno i bambini quandofanno ambo e, come l’ambo, in qualchemodo, c’è l’incentivo: hai vinto l’ambetto,come quando al « Gratta e vinci », gratti evinci 5 euro, cioè la cifra pari a quella chehai investito per comprarlo.

E lo Stato, rispetto a tutto questoinsieme di paradossi, di contraddizioni, diun cuneo messo proprio per implementareil livello di impoverimento complessivo –insisto – a favore, forse, di uno, non è ingrado di legiferare non solo rispetto aldecreto fiscale. Mi permetto di ricordareche, in questa legislatura, sono oltre dueanni che è uscito dalla Commissione affarisociali un provvedimento ad approvazionetrasversale, di tutti i membri presenti nellaCommissione, per mettere in gioco delleazioni positive, un’azione positiva di for-mazione, per dire che non è solo vietato aiminori di 18 anni; non è solo per dire –lo dico veloce, più veloce, più veloce cheposso – che questo gioco può crearedipendenza (ma lo dico così veloce chenemmeno si sente): è un’azione forte,chiara e precisa di informazione.

Ebbene, mi sia concessa una connota-zione polemica forte: mentre questo prov-vedimento, approvato dalla Commissione– quindi, ampiamente emendato, eccetera–, giace in attesa non si sa di che cosa,perché non si è mai visto un provvedi-mento approvato in una Commissione chenon sia arrivato in Aula, noi abbiamo giàcalendarizzato, senza che sia stato esami-

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nato un solo emendamento dei 3.300 chesono stati presentati, il provvedimentosulle dichiarazioni anticipate di tratta-mento. Quello l’abbiamo già calendariz-zato per lunedì 30. Quindi, quello chetutela i cittadini, quello che li protegge,quello che, in qualche modo, ne garantiscealcuni diritti, lo lasciamo nel cassetto;perché pecunia non olet ?

Non lo so ! Quello che invece contiene,nonostante le mediazioni, forti rischi ditradursi in una sorta di eutanasia passiva,noi quello lo calendarizziamo subito.

Facciamo una tale disparità, nellescelte di Governo, a tutto campo ! C’èun’offesa profonda alla dignità della per-sona ! Allora, mi chiedo davvero – comediceva, Quousque tandem abutere, Catilina,patientia nostra ? –: fino a che punto siabuserà della nostra pazienza, per cui ciòche è un diritto viene messo nel cassetto,ciò che è un’ideologia viene messa inprimo piano ? E il Governo tace.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato, Umberto Del Basso De Caro, hafacoltà di rispondere.

UMBERTO DEL BASSO DE CARO,Sottosegretario di Stato per le Infrastrut-ture e i trasporti. Presidente, con il docu-mento in esame, gli onorevoli interpellantilamentano che nel corso dell’ultimo annole spese sostenute dagli italiani in giochiricompresi sotto la usuale dizione di« gioco d’azzardo » sono cresciute, a frontedi una raccolta complessiva dell’industriadel gioco pari a 95 miliardi di euro.Pertanto, gli onorevoli interpellanti chie-dono al Ministro dell’economia e dellefinanze come intenda intervenire il Go-verno per evitare un’ulteriore diffusionedel gioco d’azzardo, identificando misuremolto concrete da applicare in tempi brevie da monitorare in modo molto rigoroso,a cominciare dalla proibizione per leaziende di regalare danaro a chi inizia agiocare, e dicendo un « no » netto e chiaroalla pubblicità, compresa quella legata aglieventi sportivi.

Al riguardo l’Agenzia delle dogane e deimonopoli fornisce i seguenti elementi. Re-

lativamente alla spesa, i dati hanno fattoregistrare per il 2016 un incremento dicirca 2 miliardi di euro in valore assoluto,per un totale complessivo che arriva acirca 19 miliardi di euro rispetto al 2015,che ne registrò 17. Tale aumento è larga-mente spiegato dall’incremento della pres-sione fiscale specifica sull’attività di gioco.Il gettito è infatti cresciuto di circa 2,15miliardi di euro, sino a 10,5 miliardi dieuro complessivi, registrando dunque unincremento del 25,4 per cento rispetto al2015, mentre quanto ricavato dalla filieracommerciale è rimasto sostanzialmente in-variato rispetto allo scorso anno, intornoagli 8,5 miliardi di euro. L’introito desti-nato allo Stato sotto forma di prelievotributario e non tributario rappresentaormai il 55 per cento della spesa. Laraccolta complessiva del settore si è atte-stata nel 2016 a 96 miliardi di euro, inaumento di circa il 9 per cento rispettoall’anno precedente. Si tratta tuttavia diun dato puramente tecnico, che comecorrettamente evidenziato nelle premessedell’interpellanza, definisce il volume didanaro giocato, cioè le puntate, e non deveessere confuso con la spesa, cioè con ilcosto che le famiglie nel loro complessosostengono dato dalla differenza tra laraccolta e le vincite, il cosiddetto payout.

Deve altresì osservarsi che, negli ultimi20 anni, l’offerta di gioco si è notevol-mente trasformata, con l’avvento di giochigià presenti sul circuito illegale e, quindi,praticati anche in Italia. Si pensi ai vide-opoker, che sono i progenitori delle attualislot, al gioco a distanza e così via, ad altopayout. In particolare, l’elevato payoutconsente, per alcune categorie di gioco –segnatamente per le slot, le lotterie istan-tanee e molti altri giochi online, – a paritàdi budget stanziato dal giocatore, quindi laperdita programmata tollerabile, di svilup-pare una notevole quantità di gioco attra-verso il reingaggio successivo delle sommevinte. Tali somme reimpiegate, il cosid-detto rigioco, alimentano la raccolta manon la spesa. Per quanto concerne lemisure volte ad evitare un’ulteriore diffu-sione del gioco d’azzardo, si osserva chel’articolo 1, comma 943, della legge 28

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dicembre 2015, n. 208 (appunto la legge distabilità per il 2016), prevede la riduzionedi almeno il 30 per cento del numero diapparecchi da divertimento e intratteni-mento presenti in pubblici esercizi e nellesale specializzate, che sono le sale VLT,scommesse e Bingo, da realizzarsi neltriennio 2017-2019 mediante emanazionedi un apposito decreto ministeriale.

Rispetto al numero di apparecchi attivialla data del 31 luglio 2015 (tale è la datafissata al riferimento dalla legge di stabi-lità per il 2016), circa 378.000, la predettariduzione comporterà una diminuzione di133.000 slot sul territorio nazionale. Perquanto riguarda la richiesta circa il divietonetto e chiaro alla pubblicità, compresaquella legata ad eventi sportivi, si segnalache l’articolo 1, commi da 937 a 940, dellacitata legge di stabilità per il 2016, lan. 208 del 2015, già prevede un parzialedivieto di pubblicità, esclusivamente per ilsettore del gioco. In particolare, il citatocomma 937 recepisce i principi contenutinella raccomandazione sul gioco d’azzardoonline della Commissione europea, esten-dendoli al gioco fisico ed afferma espres-samente che la propaganda pubblicitariaaudiovisiva di marchi o prodotti di giochicon vincite in denaro è effettuata tenendoconto dei principi previsti dalla raccoman-dazione 2014/478/UE della Commissionedel 14 luglio 2014.

Il successivo comma 938 prevede, inogni caso, il divieto di pubblicità cheincoraggi il gioco eccessivo o incontrollato;che neghi che il gioco possa comportaredei rischi; che ometta di rendere esplicitele modalità e le condizioni per la fruizionedi incentivi o di bonus; che presenti osuggerisca che il gioco sia un modo perrisolvere problemi finanziari o personali,ovvero che costituisca una fonte di gua-dagno o di sostentamento alternativa allavoro, piuttosto che una semplice formadi intrattenimento e di divertimento; cheinduca a ritenere che l’esperienza, la com-petenza o l’abilità del giocatore permettadi ridurre od eliminare l’incertezza dellavincita o consenta di vincere sistematica-mente; che si rivolga o faccia riferimento,anche indiretto, ai minori e rappresenti

questi ultimi, ovvero soggetti che appaianoevidentemente tali, intenti al gioco; cheutilizzi segni, disegni, personaggi e personedirettamente e primariamente legate aiminori, che possano generare un direttointeresse su di loro; che induca a ritenereche il gioco contribuisca ad accrescere lapropria autostima, considerazione socialee successo interpersonale; che rappresentil’astensione dal gioco come un valore ne-gativo; che induca a confondere la facilitàdel gioco con la facilità della vincita; checontenga dichiarazioni infondate sullapossibilità di vincita o sul rendimento chei giocatori possono aspettarsi di otteneredal gioco; che faccia riferimento a servizidi credito al consumo immediatamenteutilizzabili ai fini del gioco.

Questi punti, elencati dal comma 938,riproducono sostanzialmente i principicontenuti nella citata raccomandazionedel 2014, applicabili, solo in Italia, ancheal canale fisico di raccolta. Inoltre, ilcomma 939 dispone il divieto di pubblicitàdi giochi con vincita in denaro, nella fasciaoraria che va dalle ore 7 alle ore 22 diciascun giorno, nelle trasmissioni radiofo-niche e televisive generaliste. Infine, rela-tivamente alla prassi delle aziende privateconcessionarie di regalare denaro a chiinizia a giocare, il cosiddetto bonus, tipicadel solo gioco online, occorre precisare cheil fenomeno è tanto più incontrollabilequanto maggiori sono i siti illegali presentisul mercato. Nonostante il notevole impe-gno profuso dall’Agenzia e dalla Guardiadi finanza nell’attività di contrasto ai sitiillegali (finora sono stati oscurati oltre6.000 siti illegali), e conseguentemente an-che alla possibilità di offrire bonus incon-trollati e privi di qualsiasi tutela o regola,contrariamente a quanto avviene invecenel comparto legale (ad esempio, i tettimassimi di puntata, la possibilità di au-tolimitarsi, la tracciatura dei flussi finan-ziari), il fenomeno del gioco illegale èancora molto diffuso, nello specificoquello esercitato da soggetti situati in Paesiesteri, che offrono gioco via web privi dellaconcessione statale.

Ciò nondimeno, tuttavia, l’Agenzia delledogane e dei monopoli condivide l’oppor-

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tunità di introdurre misure volte a limi-tare la possibilità di offrire i menzionatibonus da parte dei concessionari delloStato. In ordine alle prospettive del com-parto per l’anno 2017 e seguenti, alcunielementi inducono a ritenere probabileuna contrazione, ad oggi non quantifica-bile, del gettito.

In primo luogo, molte delibere deglienti locali, assunte a seguito delle leggiregionali che hanno inteso disciplinare ilgioco pubblico legale, includono misureche comporteranno un forte ridimensio-namento dell’offerta legale di gioco e, inalcuni casi, un effetto sostanzialmenteespulsivo del gioco pubblico, in particolareper quanto attiene ai comparti degli ap-parecchi e delle scommesse.

Per esempio, il comune di Genova haprevisto che, a partire dal 2 maggio 2017,le sale e i punti di gioco debbano richie-dere il rinnovo delle autorizzazioni e dellelicenze attualmente vigenti in base ai cri-teri fissati dal regolamento comunale. Ciòsignifica che questo tipo di attività potràessere svolto a non meno di 300 metri dadeterminati e numerosi luoghi sensibili(come scuole, ospedali, cimiteri, stabili-menti balneari, istituti di cura, bancomat,compravendita di oro eccetera), compor-tando di fatto l’espulsione del gioco legaledalla città. I comuni di Napoli e di Firenzehanno introdotto forti limitazioni orarieall’apertura dei punti di vendita del giocoe tali limitazioni porteranno, con ogniprobabilità, molti di essi alla chiusura.Molti comuni della Lombardia hanno as-sunto iniziative analoghe, come ad esem-pio i comuni di Milano e di Bergamo, cheapplicano le misure restrittive a tutti igiochi, esclusi il Bingo e il Lotto, ma nonil 10eLotto e il Superenalotto.

Infine, occorre ricordare che, seppuread oggi ancora non è stata formalizzatal’intesa prevista dal comma 936 della leggedi stabilità 2016, tuttavia il Governo si staadoperando affinché il previsto accordocon gli enti locali, in sede di Conferenzaunificata, trovi la più ampia condivisionetra le parti interessate. Tale accordo saràvolto ad un maggiore ed uniforme con-trollo della diffusione del gioco d’azzardo

e alla realizzazione di ulteriori misurefinalizzate ad arginare tale fenomeno.

PRESIDENTE. La deputata Binetti hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

PAOLA BINETTI. Non sono soddisfattae credo che la maggiore ragione dellamancata soddisfazione nasce dalla reite-razione di quelle che, per chi è abituato aporre questo problema ripetutamente –non solo io, ma anche colleghi di altrigruppi, di altri raggruppamenti – sonotutte cose già sentite, sono tutte cose giàbanalmente dette e mai realizzate. Il pro-blema è: il Parlamento fa le leggi, ilGoverno in qualche modo le fa rispettare.Che sia un’affermazione di principio a cuinon seguono le azioni concrete e preciseche la fanno rispettare è un fallimentodell’azione di Governo.

Lei citava il 2014 – tante grazie ! –,peccato che di quella cosa che è accadutanel 2014 non c’è stata applicazione. Noi loripetiamo oggi, nel 2017, ma perché vi èstato il fallimento di ciò che si è affermatonel 2014. Nella finanziaria dell’annoscorso, fatta nel 2015 e che faceva riferi-mento al 2016, si prevedeva che avremmodovuto avere la riduzione del 30 per centodelle slot. Non c’è stata la riduzione delleslot; non c’è stata affatto.

Lei dice che l’aumento è legato all’au-mento del payout, cioè all’aumento diquello che noi possiamo chiamare, inqualche modo, il riciclo del gioco. Diciamosubito che in questa industria l’Italia è alprimo posto: siamo al primo posto percompetenze tecnologiche, nel costruirequeste macchine, ma siamo anche alprimo posto in quell’elaborazione dellescienze cognitive che permettono di capirecosa devo fare io per mantenere il gioca-tore attaccato al gioco.

La tecnica maggiore per mantenere ilgiocatore attaccato è la microvincita, che,ogni tanto, interrompe il ciclo delle perditee che serve a rilanciare la motivazione. Èper questo che c’è questo riciclo costantedel gioco, perché ogni tanto c’è una vin-cita. Quella vincita fa dire: « Adesso mi

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gioco questa cosa; probabilmente mi ri-faccio di quello che avevo giocato e forseporto a casa anche qualcosa ». Peccato chepoi non c’è mai la capacità di fermarsi, senon quando hai esaurito le tue risorse.

Rispetto al fatto di impedire la pubbli-cità sulla televisione generalista, io hopresentato molte interrogazioni, ho foto-grafato le pubblicità del mio televisore e leho allegate. Questa pubblicità c’è e c’èesattamente nelle ore previste. Poi forsenon c’è sulla RAI, ma c’è sugli altri canali;tant’è vero che qualcuno ha consideratoche questo fosse stato un regalo ad altritipi di televisioni. C’è una pubblicitàenorme.

Lo spettatore non si chiede tanto se chista trasmettendo è la RAI o se è Mediaseto Sky, sente soltanto che dalla macchina,dal televisore, viene la suggestione al gioco.Il gioco del Lotto, che emblematicamenteè il gioco più direttamente gestito dalloStato, ha il « Si Vince Tutto »; l’ambetto loha inventato lui, mica lo abbiamo inven-tato noi.

Sottosegretario, quelle che si fannosono tante belle affermazioni, a cui nonseguono le azioni. Che non seguono leazioni ce lo dicono i numeri. Non cisarebbero stati questi incrementi, se non cifossero state azioni positive, non deter-renti. È inutile riempirsi la bocca di unelenco di buone cose (« bisogna dire aigiovani che non si risolvono i problemidella loro vita giocando », « bisogna direche il gioco crea dipendenza »).

Queste sono affermazioni importanti sesi inseriscono in un quadro normativoesigente, severo, che realmente riduca ilgioco. Quell’elenco che lei ha fatto dellecittà cosiddette « virtuose » intanto ci dicesemplicemente che, qualche volta, i sindacisono più capaci del Governo di prendereposizione. Questa è la prima affermazione:loro, certe leggi riduttive le hanno fatte.Ma qual è la conseguenza di questo, senon si inquadra in una cornice nazionale ?Che quelle macchinette, che io ho spostatodai luoghi sensibili del centro, le ho spo-state verso la periferia. Non so se vi ècapitato di fare una passeggiata – non èluogo di passeggio – sulla via Tiburtina a

Roma. Quella è la Las Vegas romana. Lariduzione delle ore con un bilanciamentodegli orari permette di garantire h24. Leicrea poi delle zone in cui si annida ilgioco, si annida l’usura, si annidano lepolidipendenze.

Il Governo non sta assumendo questoproblema con la dovuta serietà. Lunedìavremo, qui in Aula, un intervento cheriguarderà quella parte che analizza ilgioco nella frontiera della criminalità,quindi tutte le interfacce del gioco, contutto quello che riguarda fronti molto piùdrammatici. Ma sappiamo anche che ilgioco cosiddetto legale è un modo diriciclare il gioco illegale.

Non c’è mai una serietà concreta suquesto argomento. Non c’è una tutela delcittadino, attraverso quello che il più im-portante dei canali, che non è il proibi-zionismo, ma è la formazione; non c’è.Non c’è una tutela degli spazi. Non c’è unatutela della città come realtà compositanella quale tutti viviamo. Invece, ci ven-gono dette cose che non si fanno, maquesto è scritto nella sua relazione, signorsottosegretario. Infatti, lei dice nella finan-ziaria 2017 quello che si era detto nellafinanziaria del 2016, rimanda alla finan-ziaria 2015, rimanda alla finanziaria 2014,per citare le finanziarie approvate daquesto Governo e non andare oltre. Faannunci: parole, ma non fatti.

Il Governo sembra in scacco matto suquesto gioco. Non c’è la volontà di rom-pere con gli schemi, con le complicità, coni conflitti di interessi, probabilmente per-ché il principale conflitto di interessi è ilproprio. Quell’incremento del gettito fi-scale fino a 10 miliardi e mezzo è esat-tamente – si ricorda Gollum nel film « Ilsignore degli anelli » – « il mio tesoro ». Selo ricorda quell’orribile personaggio cheritrova l’anello ? Il mio tesoro.

Ecco, sembra che faccia un po’ così:quello è il mio tesoro e, quindi, non lotocco, non legifero e gli altri che vadanopure e noi non riusciamo: 26 giugno 2014,peccato che lei non l’abbia citata questadata, giorno in cui è stato approvato inCommissione un progetto di legge, che,tuttavia, non è mai giunto qua, perché

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avrebbe contrastato interessi molto forti.Quindi – concludo – è il buonismo dellesue parole, che peraltro apprezzo, moltopacato, molto disteso, ma privo di fatti,che rende impossibile essere soddisfatti.

(Iniziative di competenza in ordine allaprospettata riduzione dei treni intercity

da parte di Trenitalia – n. 2-01559)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Dallai ed altri n. 2-01559(Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo al deputato Dallai se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

LUIGI DALLAI. Grazie, Presidente.Siamo alla terza sollecitazione verso ilGoverno in tre anni, quindi praticamenteuna all’anno, rispetto a questo problemadella ventilata soppressione di treni inter-city che Trenitalia, ad ogni cambio diorario, invernale o estivo, paventa, perchéoggettivamente messa in calendario. Inteoria il 15 gennaio sarebbero dovuti es-sere soppressi sette coppie di treni inter-city, che attraversano le regioni dell’Italiacentrale, in particolare quelli che colle-gano le città toscane, attraverso la To-scana, l’Umbria e il Lazio verso Roma.

Lo stato dell’arte vede i pendolari uti-lizzare i treni intercity come la sola pos-sibilità, quindi senza reali alternative, pertrasferirsi verso le città in cui lavorano o,per gli studenti, verso le città in cuistudiano. Lo stato dell’arte ci dice appuntoche, nonostante gli impegni fattivi e con-creti delle regioni verso un trasporto re-gionale più efficiente, il trasporto interre-gionale è di difficile interruzione. Anzi,un’interruzione di tale servizio si configu-rerebbe per davvero come l’interruzione diun diritto al trasporto verso località chesono necessariamente da raggiungere permotivi di lavoro, di studio o anche sem-plicemente per quella clientela che nonpuò permettersi le spese relative all’uti-lizzo dell’alta velocità, servizio che, invece,Trenitalia sembra voler privilegiare, forsecome unico servizio di livello interregio-nale.

Credo che lo stato dell’arte ci dica chele nostre sollecitazioni verso il Governo adottenere risposte rispetto a questa materiatestimoniano non solo la sofferenza deipendolari, ma anche la sofferenza o, forse,l’insofferenza di Trenitalia verso questoservizio, forse perché è un servizio su cuil’azienda non solo non intende investire,ma non intende proseguire i propri inve-stimenti; e questo credo sia un nodo daaffrontare da parte del Governo allor-quando il Ministro delle infrastruttureDelrio sostiene, a ragione, di volere inve-stire risorse ingenti verso il trasporto re-gionale ed interregionale.

Tuttavia, prendiamo atto che l’aziendadi riferimento ogni anno ci pone di frontea questa problematica, su cui molti par-lamentari intervengono: lo testimonia pro-prio il numero di firme, la facilità con laquale siamo riusciti ad ottenere una sol-lecitazione dal Governo e anche un’inter-locuzione verso le amministrazioni regio-nali e, attraverso di loro, verso l’aziendaTrenitalia. Tutto questo testimonia chequesta problematica si ripropone, diciamoin maniera continua, ciclicamente.

Forse il Governo può farsi carico diassumere un’iniziativa sul criterio rispettoal quale il trasporto interregionale deveessere valutato nel novero dei servizi of-ferti per il trasporto dei pendolari, deglistudenti o, comunque, della clientela chenon necessariamente e non solamente puòavvantaggiarsi di un servizio che è all’in-terno delle proprie regioni, e quindi puòvalutare se anche il servizio dell’alta ve-locità possa essere allargato in termini diperimetro affinché possa essere utilizzatoin una forma plausibile anche da parte deipendolari e della clientela che adesso nerimane esclusa.

Penso che non vorrei ritrovarmi, traqualche mese, al cambio dell’orario, versoquello estivo, con una nuova proposta diTrenitalia delle soppressioni di qualchenumero di servizi intercity, perché so be-nissimo che il Governo, anche in quelmomento, si farebbe carico di intervenire,di concerto con le regioni interessate.Credo, però, che questo sia verosimile.Credo, dunque, che forse un ragionamento

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più complessivo e, forse, risolutivo po-trebbe essere messo in atto dal Governostesso.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per le infrastrutture e i trasporti, DelBasso De Caro, ha facoltà di rispondere.

UMBERTO DEL BASSO DE CARO,Sottosegretario di Stato per le Infrastrut-ture e i trasporti. Grazie, Presidente. Inrisposta ai quesiti posti dagli interroganti,Trenitalia ricorda che la quasi totalità deiservizi intercity è inserita nel contratto diservizio stipulato tra Trenitalia e lo Statoe che, come è noto, la caratteristica di talitreni è quella di non essere economica-mente sostenibili da parte di Trenitalia e,quindi, lo Stato eroga corrispettivi in co-erenza con quanto stabilito nel pianoeconomico-finanziario, inserito anch’essonel contratto.

Fanno eccezione solo cinque coppie diintercity, che sono state effettuate in re-gime di mercato da Trenitalia fino a tuttoil 2016, compresi i collegamenti che ser-vono Prato, Firenze, Arezzo e Chiusi. Que-sti treni registrano ormai da anni perditeeconomiche estremamente rilevanti, cheammontano a diversi milioni di euro e,pertanto, Trenitalia, non potendo conti-nuare a sostenerne l’onere, ne aveva pre-visto la soppressione a partire dal 2017.

Tuttavia, anche in considerazione dellafunzione di tali collegamenti per il trafficopendolari, il Ministero delle infrastrutturee dei trasporti ne ha evitato la soppres-sione. Infatti, nell’ambito delle trattativeper il nuovo contratto di servizio di media-lunga percorrenza, il Ministero delle in-frastrutture e dei trasporti ha previsto lainclusione di detti collegamenti nel nuovoperimetro, scongiurando così i paventatidisagi all’utenza e operando al meglionell’interesse della collettività.

Quanto poi alla ipotesi di realizzareuna stazione per i treni di alta velocità nelsud della Toscana, Rete Ferroviaria Ita-liana ricorda che nel dicembre 2014 èstato costituito un tavolo tecnico per in-dividuare la posizione più idonea da as-segnare ad una nuova stazione sulla linea

di alta velocità Roma-Firenze nel trattoArezzo-Chiusi, denominata Medio Etruria.Il tavolo tecnico è composto dai rappre-sentanti di regione Umbria e regione To-scana, dall’Università di Firenze, di Sienae di Perugia nonché dalla stessa ReteFerroviaria Italiana.

Il tavolo tecnico ha individuato cinquepossibili posizioni: Arezzo e Chiusi nelleattuali stazioni, sfruttando le interconnes-sioni con la linea lenta; Rigutino, lungo lalinea di alta velocità ad una distanza dicirca 100 metri dalla linea lenta, conpossibilità, quindi, di realizzare l’inter-scambio ferro-ferro; Valdichiana, localitàFarneta, al chilometro 175 della lineadirettissima, baricentrica rispetto al ba-cino senese e al bacino perugino ed incorrispondenza della strada provincialen. 28; Chiusi sud, infine, situata a circa 1,2chilometri dall’attuale stazione. Le possi-bili alternative, che ora ho descritto, sonoin corso di valutazione.

PRESIDENTE. Il deputato Dallai hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla risposta alla sua interpellanza.

LUIGI DALLAI. Grazie, Presidente.Ringrazio il sottosegretario per la puntua-lità con la quale ha risposto all’interpel-lanza e anche per l’attivazione del Mini-stero verso Trenitalia per la salvaguardiadei treni intercity per la percorrenza in-terregionale.

Come appunto si evince anche dalleparole del sottosegretario, il problema og-gettivo di questo servizio di treni intercityè la loro sostenibilità finanziaria, essendoun servizio in teoria di mercato, ma so-stanzialmente che non riesce minima-mente a sostenere i propri costi. Tuttavia,sappiamo che, in assenza di alternative, icosti devono essere sostenuti. Quindi, ri-propongo, come credo possa anche tra-sparire dalle valutazioni che venivanoelencate dal sottosegretario, il problema divalutare eventuali alternative e, in assenzadi eventuali alternative, avere la certezzadella continuazione di questo servizio.Grazie.

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(Iniziative urgenti per fare chiarezza sullamorte di un alto funzionario del conso-lato italiano in Venezuela – n. 2-01536)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente n. 2-01536 dei deputatiCenni ed altri (Vedi l’allegato A – Inter-pellanze urgenti).

Chiedo alla deputata Cenni se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

SUSANNA CENNI. Grazie, Presidente.Questa interpellanza è relativa a un fattotragico verificatosi sette mesi fa. Il 4giugno scorso è stato ritrovato nella suaabitazione a Caracas il corpo senza vita diMauro Monciatti, un alto funzionario delconsolato italiano in Venezuela, originariodi Sinalunga, nella provincia di Siena.Nonostante le autorità venezuelane aves-sero indicato come causa della morte uninfarto del miocardio, questa tesi è ap-parsa subito poco convincente per i fami-liari della persona deceduta, che hannoipotizzato un omicidio legato all’attivitàlavorativa del congiunto e per i legali dellafamiglia.

Il 9 giugno del 2016, nel corso delladiscussione che c’è stata in Commissione esu un’interrogazione dell’onorevole Porta,il Ministero degli affari esteri, parlandodel Venezuela come di un Paese che staattraversando una delle fasi più critichedella sua storia, che si sta ripercuotendoanche sulla numerosa comunità italianaresidente, le cui condizioni economiche esociali sono fortemente deteriorate, ha difatto non escluso la tesi dell’omicidio.

Monciatti era ovviamente un servitoredello Stato, aveva svolto incarichi in molterealtà: era stato in Africa, in Bielorussia,a lungo in Perù, prima di giungere aCaracas. Le indagini difensive fino a oggisvolte ed acquisite dall’avvocato della fa-miglia sostengono che Monciatti, il 6 giu-gno del 2016, non si era presentato allavoro, non rispondeva al telefono; per-tanto il consolato generale d’Italia a Ca-racas aveva disposto l’invio di due incari-cati presso la sua abitazione, per accer-

tarsi di cosa poteva essere accaduto al lorocollega. Giunti alla residenza di Monciatti,i due colleghi constatavano che la portablindata esterna era socchiusa e altret-tanto il portone blindato. In seguito al-l’arrivo sul luogo di agenti del Corpo diPolizia locale, era stato poi possibile con-statare la morte del funzionario italiano, ilquale si trovava riverso a terra davantialla porta di ingresso dell’abitazione, postoin una posizione che ostacolava addirit-tura l’apertura della porta. Il suo corpoevidenziava escoriazioni sulla parteesterna di entrambe le braccia, alla fronte,al mento, un’ecchimosi all’occhio destro,escoriazioni sulle ginocchia e inoltre eraevidente la presenza di tracce di sanguesulla parte esterna del portone blindato,sul lavandino del bagno, sul pavimento difronte al portone, cosa senz’altro difficil-mente compatibile con una morte naturaleda arresto cardiaco. Questi elementi evi-denziano e confermano in maniera abba-stanza inconfutabile che Monciatti è statovittima di un’aggressione. Va ricordatoanche che ulteriori indagini approfonditerisultano ad oggi abbastanza complesse,perché le autorità venezuelane hanno ef-fettuato due autopsie – o comunque dueinterventi sul corpo di Mauro Manciatti –tanto che questo corpo è giunto in Italiaprivo degli organi e l’attuale autopsia di-sposta dalla procura della Repubblica diRoma è ancora in corso e in attesa diricevere i vetrini degli esami di laborato-rio. La procura della Repubblica di Romaha da tempo svolto istanza di rogatoriainternazionale, sebbene ad oggi senza suc-cesso.

I congiunti avevano presentato denun-cia dinanzi alla procura della Repubblicadi Siena che, appurata la precedente aper-tura del procedimento penale presso laprocura la Repubblica di Roma, ha im-mediatamente trasmesso gli atti a quest’ul-tima.

I familiari chiedono anche un’ispezionesull’attività lavorativa del loro congiunto,ritenendo che la causa della morte po-trebbe essere collegata al lavoro che ilcongiunto stava svolgendo in consolato.

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Concludo dicendo questo all’attenzionedel sottosegretario. La morte di que-st’uomo di Stato ha visto una reazionemolto forte nella comunità di Sinalunga ein quella senese. Il consiglio regionaledella Toscana ha approvato lo scorso 14dicembre una mozione che impegna anchequella sede istituzionale ad attivare ogniutile iniziativa, così come ha fatto il con-siglio comunale di Sinalunga. Io ho avutomodo di incontrare e parlare con il fra-tello, ho sentito la moglie, la signoraValentina, sono in contatto con il lorolegale. Ho avuto modo di sentirli e dileggere le loro ragioni e le loro motiva-zioni.

Mi sento, ovviamente, di rappresentareal Governo, nella richiesta di interpel-lanza, le ragioni di questa famiglia, chechiede prima di tutto di fare chiarezza edi conoscere la verità. Io ho potuto con-statare che è una famiglia molto consa-pevole e molto determinata nel fare tuttoquello che è necessario per conoscere laverità ed è un diritto che io credo ilGoverno avrà cura di rendere anche il suoobiettivo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario per gliAffari esteri e la cooperazione internazio-nale, Della Vedova, ha facoltà di rispon-dere.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sotto-segretario di Stato per gli Affari esteri e lacooperazione internazionale. Grazie, Presi-dente. Vorrei innanzitutto rinnovare il miopiù vivo e sentito cordoglio ai familiari diMauro Monciatti, deceduto, come ha ri-chiamato l’onorevole interrogante, il 6 giu-gno scorso.

Com’è noto, era in servizio presso ilconsolato generale a Caracas, dopo averservito per ben 36 anni la Farnesina e ilPaese nel corso di una lunga carrierasvolta in gran parte all’estero. Sulla basedell’esame autoptico effettuato a Caracas,le autorità venezuelane hanno indicato, inun primo momento, che si è trattato di unarresto cardiaco. Tale diagnosi aveva tut-tavia, fin da subito, sollevato dei dubbi, inparticolare per le condizioni in cui il

corpo è stato ritrovato, con una vistosaferita alla testa e una forte perdita disangue. A seguito dell’avvio di un’indagineda parte delle autorità locali, i cui risultatinon sono finora stati resi noti, la Farne-sina si è immediatamente attivata perchiedere alle autorità venezuelane di farepiena chiarezza sulle cause del decesso diMauro Monciatti.

Anche da noi, com’è stato richiamato,la magistratura ha avviato un’indagine e,non appena giunta in Italia, la salma èstata sottoposta a una nuova autopsia, laquale tuttavia non ha potuto fornire unesito approfondito a causa della praticacomune a tutti i Paesi dell’America delSud di prelevare quasi tutti gli organiinterni. Il nostro Ministero della giustiziaha quindi inviato, il 28 luglio scorso, unarichiesta di assistenza giudiziaria interna-zionale rivolta alle autorità venezuelane,chiedendo di poter acquisire il risultatodegli esami effettuati a Caracas sugli or-gani interni di Mauro Monciatti.

Nel frattempo, numerose sono state lesollecitazioni e le azioni di sensibilizza-zione svolte dalla nostra ambasciata neiconfronti delle autorità locali. Tra questesegnalo che il 13 luglio l’ambasciatored’Italia a Caracas ha incontrato il ViceMinistro degli esteri venezuelano, otte-nendo l’assicurazione di un suo interessa-mento personale, pur trattandosi di inda-gine svolta dall’autorità giudiziaria localein piena autonomia. Lo stesso MinistroGentiloni, lo scorso 28 luglio – alloraMinistro Gentiloni –, aveva sollevato laquestione del decesso di Mauro Monciattinel corso di un incontro a Roma con ilMinistro degli affari esteri del Venezuela,signora Delcy Rodriguez. Il Ministro chiesela massima collaborazione delle autoritàvenezuelane, attirando, sul piano più ge-nerale, anche l’attenzione della Rodriguezsulle sempre più difficili condizioni che lanostra comunità affronta, in particolare intermini di assistenza sanitaria e sicurezza.Il Vice Ministro Giro, in occasione di unavisita in Venezuela nell’ottobre scorso,aveva sollevato la questione del decesso diMauro Monciatti, ricevendo dal suo omo-logo rassicurazioni in merito all’attenzione

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che le autorità venezuelane dedicano allaquestione e conferma della massima di-sponibilità a collaborare. Il Governo, con-sapevole in particolare della necessità didare risposte ai familiari, come richiamatodall’onorevole interrogante, continueràcon impegno ad adoperarsi con le autoritàvenezuelane affinché possa essere fattapiena luce su quanto accaduto. Dobbiamotuttavia aver presente le condizioni in cuioperiamo. La morte di Mauro Monciatti èpurtroppo un doloroso capitolo in uncontesto politico, sociale e di sicurezzafortemente deteriorato, un contesto cherende difficili le condizioni di vita dellapopolazione venezuelana, inclusi i 150mila connazionali che risiedono nel Paese.Da parte sua il Governo italiano conti-nuerà a porre in essere ogni sforzo asostegno della mediazione politica vati-cana. L’obiettivo resta quello di favorireun dialogo tra Governo e opposizione e farsì che l’attuale fase di gravissimo stalloistituzionale possa essere finalmente supe-rata. Certo si tratta di una mediazione nonfacile, ma continuiamo a sostenerla conconvinzione, d’intesa con il resto dellacomunità internazionale.

Parallelamente – e concludo con que-sto – continuiamo a lavorare a tutela deinostri connazionali. Di recente è statarisolta la nota questione della rivaluta-zione delle pensioni per un consistentenumero di connazionali residenti in Ve-nezuela, così come insisteremo nel chie-dere al Governo di Caracas di assicurarestandard minimi di assistenza sanitariaalla collettività italiana, in particolare perquanto concerne l’accesso ai farmaci ecercando di superare le resistenze di Ca-racas nel dichiarare lo stato di emergenzae permettere, in tal modo, l’invio di aiutiumanitari. Parimenti, continueremo amettere in campo ogni sforzo per tutelarele imprese italiane che sono rimaste nelPaese.

PRESIDENTE. La deputata Cenni hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

SUSANNA CENNI. Grazie, Presidente.Sottosegretario, io la ringrazio per il

garbo, la cortesia ed anche la precisionecon cui ha richiamato una serie di pas-saggi che ci sono stati, ma, francamente,faccio fatica a potermi considerare soddi-sfatta della risposta, perché lei ha benpresente che sono passati sette mesi daquel momento e che la famiglia da settemesi si sente ripetere la stessa cosa. Èabbastanza discutibile che in sette mesinoi non abbiamo potuto avere una rispo-sta sull’esito delle autopsie compiute, sul-l’esito delle indagini svolte dalle autoritàlocali e diventa difficile per me ritenermisoddisfatta della risposta all’interpellanza.Apprezzo, ovviamente, la buona volontà, ladeterminazione – che lei anche oggi haconfermato – nel voler proseguire. E io lechiedo di proseguire, non lasciando solaquesta famiglia, anche incontrando questafamiglia che, le ripeto, è quotidianamenteattiva – il fratello, la moglie, i familiari –per tentare ogni strada per comprenderequanto è successo. Mi chiedo anche se nonsia il caso che la stessa Farnesina attivitutti i suoi strumenti per svolgere proprieindagini con le proprie competenze e coni propri uomini per quanto possibile, poi-ché il fatto è avvenuto in un Paese stra-niero, ma comunque si tratta di una figurache rappresenta il nostro Governo, il no-stro Paese in quel contesto. Non ho moltoaltro da aggiungere se non questo, ecco, iocontinuerò ovviamente a seguire gli inte-ressi della famiglia e ad accompagnare ifamiliari in ogni percorso possibile pergiungere alla verità su questa vicendaincresciosa; cosa che, francamente – erinnovo la richiesta – chiedo di fare ancheal nostro Governo.

(Orientamenti ed iniziative del Governo,in sede internazionale ed europea, per lapiena affermazione dei diritti costituzio-

nali in Turchia – n. 2-01537)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Romanini ed altri n. 2-01537 (Vedi l’allegato A – Interpellanzeurgenti).

Chiedo al deputato Romanini se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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GIUSEPPE ROMANINI. Grazie, signoraPresidente. L’interpellanza che brevementeillustrerò rischia di apparire un po’ fuoritempo rispetto ai fatti ai quali è riferita,infatti è stata presentata in condizioni dimassima urgenza dal sottoscritto e da altri43 colleghi di diversi schieramenti politiciall’inizio del mese di novembre 2016 dopoche, la notte del 3 dello stesso mese,nell’ambito di un’operazione antiterrori-smo condotta dalla polizia turca nella granparte delle province del sud-est del Paese,erano stati arrestati e tradotti in carcereundici deputati del Partito Democraticodei Popoli, il partito filocurdo meglio notocome Hdp, compresi i leader SelahattinDemirtas e Figen Yuksekdag. L’agendadella Camera e l’avvicendamento al Go-verno del Paese ci hanno portati a discu-terne oggi, a più di due mesi di distanzadai fatti, ma purtroppo quel che è acca-duto in Turchia in questo lasso di temponon ne ha fatto venir meno l’attualità,anzi, quella che appare una vera e propriatorsione antidemocratica della Turchia si èarricchita di nuovi fatti: arresti di giorna-listi, rimozione di sindaci, chiusura distazione radio, di stazioni televisive, diquotidiani e, infine, una sequela incessantedi brutali attentati terroristici.

Si ha notizia di diversi arresti anchenella giornata di ieri. Ebbene, l’arresto deideputati curdi ha fatto seguito all’appro-vazione, da parte del Parlamento turco,avvenuta il 20 maggio 2016, quindi, benprima del fallito golpe di luglio, di unemendamento costituzionale che ha revo-cato l’immunità per i deputati sottopostiad indagine giudiziaria. C’era, quindi, undisegno addirittura precedente al golpe.Noi abbiamo avuto modo di denunciarecon l’interpellanza n. 2-01391, dell’8 giu-gno 2016, come la revoca dell’immunitàavesse proprio l’obiettivo di colpire i de-putati del partito filocurdo che, nel giugnodel 2015, era tornato in Parlamento, riu-scendo a superare la soglia di sbarramentodel 10 per cento, e mettendo oggettiva-mente in crisi la possibilità, da parte delPresidente Erdogan, di far approvare di-rettamente dal Parlamento turco un pro-getto di revisione costituzionale in senso

presidenziale, senza ricorso al referendumconfermativo, come quello che, invece, sidovrebbe tenere probabilmente nel pros-simo mese di aprile in Turchia. Il Presi-dente turco, peraltro, aveva più volte au-spicato la rimozione dell’immunità per iparlamentari curdi, accusandoli di essereil braccio politico del PKK, tanto che, almomento dell’approvazione dell’emenda-mento costituzionale, il segretario del-l’HDP, Selahattin Demirtas, aveva annun-ciato la presentazione di un ricorso allaCorte costituzionale, dichiarando: « nes-suno dei nostri deputati andrà volontaria-mente in tribunale. Dovranno venirci aprendere con la forza, perché in Turchianon c’è un potere giudiziario indipendenteche possa garantire un giusto processo ».Ebbene, così è stato. Come detto, l’arrestodei dodici deputati non è stato un fattoisolato, ha seguito il fermo di GultanKisanak e Firat Anli, i due cosindacidell’Hdp della città di Diyarbakir, anch’essiaccusati di legami con il terrorismo econtiguità con il PKK e di centinaia diattivisti del medesimo partito. Tutti questiarresti hanno determinato vaste protestein Turchia e in Europa, dure prese diposizione dei Governi di diversi Paesi, finoall’approvazione, a larga maggioranza, il24 novembre, da parte del Parlamentoeuropeo, di una risoluzione che chiede lasospensione dei negoziati per l’adesionedella Turchia all’Unione europea. Il PartitoDemocratico dei Popoli, dal canto suo, insegno di protesta, sta boicottando le sedutedella Grande Assemblea di Ankara e ciòaggiunge ai già citati fatti, di per séestremamente gravi, una conseguenza po-litica altrettanto grave, perché l’arrestopraticamente dell’intero gruppo dirigentedel più grande partito di opposizione hamesso fuori gioco il possibile interlocutoredel Governo turco nel caso in cui questiavesse voluto mettere su un terreno didialogo negoziale il tentativo di risolvere laquestione curda. L’interlocutore poteva es-sere esattamente il partito la cui leader-ship, oggi, è purtroppo agli arresti. Ce loha confermato Osman Baydemir, uno deipiù qualificati politici del Kurdistan turco,avvocato, deputato dell’HDP, già sindaco di

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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Diyarbakir braccio destro di Demirtas,ospitato a Roma nel passato mese didicembre nell’ambito delle attività dell’In-tergruppo parlamentare di amicizia con ilpopolo curdo. E lo confermano a maggiorragione le parole che prendo dalla dichia-razione resa congiuntamente in tribunaleda Demirtas e dagli altri parlamentariarrestati: « il nostro partito HDP ha adot-tato politiche adeguate alla struttura so-ciale multiculturale, multilingue, multire-ligiosa della Turchia e che comprendono irappresentanti di tutte le identità e fedidiverse del Paese. Noi, come turchi, curdi,arabi, armeni, turcomanni, assiri, yezidi,mihellemi e molti altri gruppi etnici checredono nella democrazia e nella convi-venza, crediamo che una vita giusta edequa sia possibile, e che ciò possa essereraggiunto solo attraverso una democraziapluralista e robuste autonomie e demo-crazie locali. Il nostro partito HDP difendela lotta delle donne per la libertà e l’e-mancipazione. Garantendo pari partecipa-zione delle donne in politica, il nostropartito ha raggiunto la più alta rappre-sentanza femminile nella storia della Tur-chia. La rimozione dell’immunità dei de-putati di sesso femminile nel nostro par-tito è una minaccia contro le donne inTurchia, e un colpo contro la lotta delledonne. Noi ci opponiamo totalmente atutti i tipi di violenza e crediamo nellaforza del dialogo e dei negoziati comesoluzione a tutti i problemi ».

Ecco, queste, tra le altre, le parole diDemirtas e degli altri davanti ai tribunali.

Questa esautorazione dell’Hdp, anchesenza il passaggio formale della sua messafuori legge, può avere importantissime ri-cadute sugli sviluppi del conflitto in attotra il Governo e il Pkk: la delegittimazionedell’Hdp da parte del Governo, le misuredella massima gravità, come l’arresto deisuoi vertici, hanno infatti un significatomolto chiaro per la popolazione curda; sitratta del tramonto della via politica allarisoluzione della questione curda, checomprende al suo interno non soltanto ilconflitto con il Pkk, bensì anche il piùgenerale riconoscimento dei diritti della

minoranza curda e la prospettiva di otte-nere un riassetto amministrativo per l’in-tera regione.

Alla luce di queste ragioni chiediamo,signor sottosegretario, quali siano gliorientamenti politici del Governo rispettoagli accadimenti in Turchia citati nel testodell’interpellanza e a quelli che, da allora,si sono susseguiti, i quali, nel loro insieme,delineano chiaramente un processo di in-voluzione antidemocratica. Chiediamo alei che cosa il Governo intenda fare, qualiiniziative intenda assumere o abbia as-sunto, dal momento che son passati duemesi, in sede internazionale e soprattuttoeuropea, finalizzate a favorire la pienaaffermazione dei diritti civili e politici inquel Paese, compresa la scarcerazione deideputati arrestati e il ripristino dell’im-munità parlamentare, a garanzia del li-bero esercizio del mandato di rappresen-tanza per i deputati di ogni parte politica.

Questo chiediamo, consapevoli che sa-rebbe un errore e un danno per gli stessioppositori interni – questa è una stradastretta, evidentemente – isolare completa-mente la Turchia ed interrompere ognidialogo con un Paese col quale abbiamorapporti, che è sempre stato nostro alleatoe che sempre abbiamo considerato amico.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per gli Affari esteri e la cooperazioneinternazionale, Benedetto Della Vedova ,ha facoltà di rispondere.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sotto-segretario di Stato per gli Affari esteri e lacooperazione internazionale. Grazie, Presi-dente. I recenti attentati ad Istanbul eSmirne e il barbaro assassinio dell’amba-sciatore russo ad Ankara testimonianocome la situazione interna in Turchiacontinui ad essere particolarmente deli-cata. Il Ministro Alfano ha espresso alMinistro degli esteri turco, Cavusoglu, laferma condanna dell’Italia per i recentiattentati e il nostro cordoglio per le vit-time e ha inoltre ribadito la strenua de-terminazione con cui il nostro Paese con-tinuerà a combattere il terrorismo accantoai Paesi amici e ai partner internazionali.

Atti Parlamentari — 20 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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Nello stesso tempo, il Governo continuaa mantenere la più viva attenzione sull’e-volversi della situazione in Turchia, mo-nitorando i riflessi e le conseguenze deifatti che, nei mesi scorsi, hanno destatopreoccupazione in Italia e in Europa.Penso alle misure adottate nell’ambitodello stato d’emergenza, decretato a se-guito del fallimento del golpe del 15 luglio,stato d’emergenza che, come è noto, aseguito dell’attentato della notte di Capo-danno, è stato ulteriormente rinnovato;penso alla recrudescenza del conflitto conil Pkk, che continua a mietere vittime civilie militari in ogni parte del Paese; e ancora,penso alla particolare esposizione agli at-tacchi del Daesh, che sembra colpireobiettivi turchi selezionati per il loro ca-rattere filo occidentale o, comunque, li-bertario.

In ogni caso, deve essere chiaro che ilsostegno che abbiamo dato e diamo allaTurchia nel contrastare il golpe militare ela solidarietà di fronte agli attacchi terro-ristici – inclusi quelli del Pkk, che conl’Unione europea consideriamo un’orga-nizzazione terroristica – non giustificanoin alcun modo arresti come quelli deileader e parlamentari dall’Hdp, che do-vrebbero, anzi, essere un interlocutore e,semmai, una chiave di soluzione dei pro-blemi del Paese. A tal proposito, ricordoche sia a Palazzo Chigi che la Farnesinahanno immediatamente manifestato adAnkara la più viva preoccupazione, con-dannando ogni uso politico delle recentinorme sulla revoca dell’immunità parla-mentare. Continuiamo, inoltre, a fare ap-pello alle autorità turche, affinché tutelinoadeguatamente le libertà civili e democra-tiche e lo stato di diritto.

In questo contesto estremamente com-plesso, a cui non sono estranei gli sviluppidel tragico conflitto siriano, ritengo, in-sieme alla stragrande maggioranza deiPaesi europei, che sia importante conti-nuare a mantenere un dialogo politico adalto livello con Ankara, come in qualchemodo evocato anche nell’illustrazione del-l’interpellanza, anche per tutelare i valorifondanti dell’Unione Europea e continuarea promuovere l’ancoraggio euroatlantico

della Turchia. Analogamente, perse-guiamo, insieme ai principali partner eu-ropei, un dialogo con le forze politiche ele principali organizzazioni non governa-tive che in Turchia si battono per la difesadei diritti civili.

Come ha avuto modo di ricordare re-centemente il Ministro Alfano, la Turchiaresta un solido alleato NATO e un partnerimprescindibile per la nostra sicurezza.Una brusca interruzione del processo diadesione potrebbe ripercuotersi negativa-mente sulla stabilità del Mediterraneo edei Balcani, oltre che fornire pretesti perun’escalation della retorica antiocciden-tale. Siamo, peraltro, convinti che la re-sponsabilità delle scelte sul futuro deirapporti tra Unione europea e Turchia siaprincipalmente nelle mani di Ankara.

PRESIDENTE. Il deputato Romaniniha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la risposta alla sua interpellanza.

GIUSEPPE ROMANINI. Grazie, signoraPresidente. Io ringrazio il sottosegretarioDella Vedova per la risposta argomentata,che non mi aspettavo diversa perché, giu-stamente, come viene ricordato, il ruolodella Turchia in quella regione è un ruoloal quale non possiamo rinunciare, siaperché solido alleato della NATO, sia perragioni di stabilità complessiva, sia per gliaccordi, sui quali pure si potrebbe discu-tere, sottoscritti tra l’Unione europea e laTurchia per quel che riguarda la partitadei migranti.

Questo non può e non deve, tuttavia,farci dimenticare che, se ci sono possibilitàdi una composizione pacifica di un con-flitto e di una questione curda, che durada un secolo e che riguarda la Turchia, laSiria, l’Iraq e l’Iran, questo passa per lavalorizzazione e l’emancipazione di queipartiti come l’Hdp – che oggi sono statiingiustamente castigati da Erdogan sullabase di un progetto che, come ripeto, eraprecedente al colpo di Stato, perché l’eli-minazione dell’immunità parlamentare èassolutamente precedente –, di quei partitidemocratici che fondano la loro esistenzasulla ricerca del dialogo anche e soprat-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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tutto per la soluzione della questionecurda, che dura, come dicevo, da unsecolo. Da questo punto di vista, io midichiaro soddisfatto della risposta del sot-tosegretario e chiedo, però, che questaattenzione, anche in termini di direttapresa di rapporti con l’Hdp da parte delnostro Governo, debba essere un sostegnoconcreto, visibile e fattivo, nel senso diavere rapporti diretti con un partito che,unico, può garantire quella transizione dauna gestione con le bombe della questionecurda ad una gestione parlamentare e didialogo.

Ecco, mi fermo qui. Sono sicuro chesulla sensibilità del sottosegretario su que-sti temi non vi siano dubbi, auspico chequesta sia una sensibilità di tutto il Go-verno.

(Iniziative per tutelare i creditori e i socidella cooperativa « La Perla » e per ga-rantire maggiore trasparenza con ri-guardo alle procedure di commissaria-mento per la liquidazione coatta ammi-nistrativa delle cooperative – n. 2-01549)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Gagnarli ed altri n. 2-01549(Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo alla deputata Gagnarli se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

CHIARA GAGNARLI. Questa interpel-lanza racconta una vicenda assurda,chiunque voglia comprenderne il senso sideve immaginare di vivere per anni conl’ansia di perdere la propria abitazione, divivere pagando il mutuo senza che glivenga riconosciuto il diritto di proprietà,una vicenda assurda con dinamiche chenon sembrano logiche, ma che hannoprodotto un caso unico nel suo genere,seppure in Italia di fallimenti di coopera-tive legate all’edilizia ce ne siano moltis-simi.

Secondo i dati ministeriali del 2015, lecooperative edilizie erano 10.100, di cui440 in stato di insolvenza, 85 fallite e 355in liquidazione coatta amministrativa.

« La Perla » è una di queste cooperativeedilizie, avente sede ad Arezzo che, all’i-nizio degli anni Duemila, assume l’incaricoper la costruzione della lottizzazione deLa Pace, con abitazioni che sono arrivatea costare dai 300 ai 400 mila euro.

I problemi cominciano nel 2009,quando i soci compratori si recano dalnotaio per formalizzare il contratto dicompravendita. Una delle persone coin-volte ha detto queste parole: « Quandoandammo dal notaio per formalizzare ilcontratto di compravendita, il presidentedella cooperativa ci chiese altri 35 milaeuro, nonostante noi ed altre famiglieavessimo già pagato tutto il dovuto. In quelmomento, diciannove famiglie pagarono.Noi ed altri, seppur in condizioni diverse,ci rifiutammo di ripagare e non ci conse-gnano il contratto. Nel 2009, la casa do-veva essere nostra, ma non lo è diventata,nonostante noi ci abitassimo, nonostanteavessimo acceso un mutuo ventennale, chetuttora paghiamo per l’acquisto. Dalla no-stra abbiamo anche una sentenza, laprima in Italia del genere, nella quale ilgiudice, sia in primo grado che in appello,ha confermato che non dovevamo pagarequei 35 mila euro, che non che nonavevano il diritto di chiederceli, oltretutto,visto che il fallimento della cooperativa èsuccessivo, datato 2010 ». La Corte d’ap-pello di Firenze, in maniera chiara eprecisa, stabilisce che al momento in cui isoci si recano dal notaio offrendo dipagare il costo di costruzione, le casedevono essere assegnate e che la richiestadegli ulteriori 35 mila euro era assoluta-mente illegittima.

Il Ministero dello sviluppo economico,in data 5 maggio 2010, ha nominato dueispettori del Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali per esaminare i docu-menti e valutare, considerata la delica-tezza della situazione e la necessità ditutelare prioritariamente i soci, se fossepreferibile il commissariamento o la liqui-dazione coatta amministrativa. Le caserealizzate sono le uniche abitazioni per lefamiglie dei soci, i quali ormai vi abitanoda anni.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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Gli ispettori nominati avevano 120giorni per redigere la loro relazione, ma,inspiegabilmente, prima della scadenza deltermine e più precisamente in data 6agosto 2010, con decreto ministerialen. 309 del 2010, pubblicato in data 30settembre, è stata disposta la liquidazionecoatta amministrativa della cooperativa« La Perla », con contestuale nomina deitre liquidatori: il dottor Giovanni Lisi, ildottor Stefano Parati e l’avvocato RobertoMantovano. Intanto, però, l’ex presidentedella cooperativa, Angiolo Fracassi, il 20dicembre 2013, viene condannato in primogrado a due anni e otto mesi di reclusioneper tentata estorsione e bancarotta frau-dolenta.

Dopo la nomina, l’operato del liquida-tore rimane estraneo ai soci non assegna-tari, ai quali, come primo atto, vieneinviata una lettera con cui, ai sensi del-l’articolo 72 della legge fallimentare, sicomunica lo scioglimento del vincolo diassegnazione delle case già pagate e abi-tate da anni.

Nonostante la sentenza di condanna delpresidente della cooperativa, nonostante ilfallimento sia successivo al momento incui si sarebbe dovuto perfezionare il con-tratto d’acquisto, i liquidatori ritengonoche quanto statuito nella sentenza circal’illegittimità della pretesa di ulteriori 35mila euro, che erano finalizzati, chiara-mente, a ripianare i debiti cagionati dallacattiva amministrazione della cooperativa,sia assolutamente ininfluente.

A fine 2015, in appello, il capo d’accusadi tentata estorsione per l’ex presidentedella cooperativa viene modificato in eser-cizio arbitrario delle proprie ragioni conminaccia alle persone: ma la condannarimane, pur venendo ridotta di sei mesi.Proprio la Corte d’appello ribadisce conforza che le case dovevano essere asse-gnate, senza che potesse essere preteso ilpagamento di ulteriori 35 mila euro, oltreal fatto che il costo di costruzione, a suavolta, è lievitato molto nel corso degli anni.

La cosa surreale che dicono i liquida-tori è che la casa potrebbe essere messaall’asta per recuperare i soldi. Questoperché le quote versate fino ad oggi da

queste famiglie in qualità di soci dellacooperativa, in mancanza del rogito, co-stituiscono un credito chirografario, per-ciò, nel caso di fallimento o liquidazionedella cooperativa, è difficile da recuperare,in quanto vengono prima soddisfatti icreditori privilegiati, tra cui, paradossal-mente, potremmo ritrovare lo stesso pre-sidente condannato, che ha diritto a per-cepire il TFR per l’attività svolta.

La cosa grave è che ci sono tutta unaserie di questioni civilistiche che riguar-dano gli amministratori per la responsa-bilità gravissima nella gestione di questacooperativa. Come mai non è stata fattaun’azione di responsabilità nei confrontidegli amministratori ? Nel 2010, il presi-dente si è liberato di tutti i suoi immobilie non è stato richiesto nessun sequestro;oltretutto, nel 2013, è stato condannato inprimo grado anche per aver distratto circa300 mila euro, ma neanche in quell’occa-sione è stata fatta la revocatoria per lavendita di quello stesso immobile del va-lore di 600 mila euro. E adesso tutto ècaduto in prescrizione. Rossi, al tempopubblico ministero, e adesso procuratorecapo di Arezzo, aveva autorizzato la Guar-dia di finanza a mandare una relazionecon la quale potevate chiedere il sequestroconservativo.

Emergono, dunque, delle gravi man-canze a carico dei liquidatori: emerge chei commissari liquidatori non abbiano ef-fettuato il sequestro conservativo di unimmobile dell’ex presidente della coopera-tiva, nonostante fossero stati informatidella messa in vendita del bene del valoredi 600 mila euro; che i commissari liqui-datori non abbiano effettuato alcunaazione revocatoria al fine di far dichiarareinefficace la cessione della proprietà delsuddetto bene immobile e che, essendotrascorsi ormai più di cinque anni dall’a-lienazione, hanno perso qualunque dirittoprevisto dalla legge; infine, emerge come icommissari liquidatori non abbiano intra-preso azioni di responsabilità civile neiconfronti degli ex amministratori dellacooperativa, nonostante la cattiva gestione

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di questi ultimi abbia condotto ad unammanco che ammonterebbe a 4 milionidi euro.

Nonostante gli inviti della prefettura, lesentenze che accertavano come l’aver ne-gato l’assegnazione fosse illegittimo e gliinviti dei soci a recuperare dagli altrisomme ancora dovute in forza dei con-tratti di assegnazione, i liquidatori hannoparlato solo di vendita all’asta. Nessuntentativo di concordato promosso dai soci,che avrebbe garantito a tutti i creditori direcuperare parte del credito è stato maipossibile proprio perché i liquidatori, puressendo stati sollecitati più volte, hannosempre omesso di quantificare il costodelle spese di liquidatela da inserire nelconcordato. È incomprensibile come loStato, tramite i suoi incaricati, possa trat-tare i cittadini che denunciano i reatipeggio di coloro che li commettono.

Ritengo che queste omissioni dei com-missari liquidatori si qualifichino comevere e proprie negligenze. Sono o nopubblici ufficiali ? Qui si potrebbe pensareall’omissione di atti d’ufficio. Hanno com-promesso il patrimonio della cooperativae, quindi, danneggiato le legittime aspet-tative dei creditori e dei soci, i quali, ovenon vengono assegnate le case, sono –ripeto –, a loro volta, creditori dellacooperativa stessa.

Per giunta, da quanto ci risulta, uno deitre commissari liquidatori, avvocato Man-tovano, nel corso degli ultimi anni, sarebbestato designato in numerose procedure:tanto per citarne qualcuna, ricordiamo: lanomina a commissario liquidatore dellacooperativa « Elio Bernabei » da parte delMinistero delle infrastrutture; la nomina acommissario liquidatore della Banca deiDue Mari di Calabria da parte della Bancad’Italia; la nomina a commissario gover-nativo della cooperativa edilizia « Polaris »da parte del ministro delle infrastrutture.Riteniamo che il contemporaneo svolgi-mento di molteplici incarichi non sia com-patibile con il dovere di sana e prudentegestione delle società commissariate.

Inoltre, ci teniamo ad evidenziare unacarenza di trasparenza nelle procedure deicommissariamenti per le liquidazioni co-

atte amministrative. Vorremmo saperequali sono i criteri con cui si costituisconoi comitati di sorveglianza in seno al Mi-nistero dello sviluppo economico; vor-remmo fosse possibile accedere all’albocon cui vengono nominati i liquidatori;vorremmo poter sapere chi compra i beniin liquidazione e con quali fondi. Questatrasparenza servirebbe a controllare inmeglio le liquidazioni coatte amministra-tive dove sospettiamo si possano annidaregrosse legalità e possibili forme di nuovoriciclaggio di capitali di provenienza ille-cita.

Per questo, le chiediamo quali provve-dimenti intende assumere per tutelare cre-ditori e soci della cooperativa « La Perla »;se intende verificare quali siano gli inca-richi di liquidatore attualmente ricopertidall’avvocato Mantovano e se, alla lucedell’operato negligente nel caso della co-operativa « La Perla », anche lei ritiene cheil contemporaneo svolgimento di molte-plici incarichi di tale tipologia non sianocompatibili con il dovere di sana e pru-dente gestione delle società commissariate.Infine, vorremmo capire se anche a leisembra una cosa sensata ed opportunaadoperarsi affinché le liquidazioni coatteamministrative diventino dei procedimentipiù accessibili e trasparenti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, AntonelloGiacomelli, ha facoltà di rispondere.

ANTONELLO GIACOMELLI, Sottose-gretario di Stato per lo Sviluppo econo-mico. Grazie, Presidente. Come ricordatodalla onorevole Gagnarli, in sede di stipuladel rogito, alcuni soci della cooperativaedilizia « La Perla » versarono la sommarichiesta dal presidente e altri, invece,rifiutano il pagamento e furono esclusidall’assegnazione dell’abitazione. Questiultimi diedero inizio alla trafila giudizia-ria, conclusasi con la condanna del Fra-cassi in primo grado, nel 2013, per ban-carotta e tentata estorsione, reato quest’ul-timo, poi, derubricato, in appello, in quellodi esercizio abusivo delle proprie ragioni,con minaccia alle persone.

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La cooperativa, che aderiva a Confco-operative, è stata, poi, posta in liquida-zione coatta amministrativa con decretodel Ministero dello sviluppo economico del6 agosto 2010, in ragione dello stato diinsolvenza in cui versava, nonché per ilforte contrasto venutosi a creare tra labase sociale e l’organo amministrativo,nonché per l’indisponibilità dei soci a farfronte alla copertura dei debiti.

Questi dati emergono sia dalla rela-zione dei revisori mandati da Confcoope-rative che dai dati dei bilanci – tra cuil’ultimo, 31 dicembre 2009 – approvatidall’assemblea dei soci. All’atto dell’inse-diamento, i commissari liquidatori riten-nero di dover procedere, per la tutela delceto creditorio, allo scioglimento dei rap-porti di prenotazione ed assegnazione, aisensi dell’articolo 72 della legge fallimen-tare, poiché a fronte di un passivo di1.400.000 euro circa per la sola parteprivilegiata, l’unico attivo concreto eracostituito dalle villette non ancora cedutein proprietà. Ne è seguito un contenziosonei confronti della procedura liquidatoria,volto a ottenere in sede giudiziale l’asse-gnazione degli alloggi, con diverse sentenzesfavorevoli già definitive per gli ex asse-gnatari, il cui credito accertato giudizial-mente è di mera natura chirografaria.

Su questo aspetto va precisato che icommissari liquidatori, come risulta anchedalle relazioni semestrali prodotte neltempo, si siano attivati per tentare ditutelare gli assegnatari che non avevanopotuto rogitare, ammettendo nello statopassivo il credito degli stessi con la col-locazione privilegiata, in virtù delle lorodomande giudiziali ex articolo 2932 delcodice civile, ritenendo, secondo un’inter-pretazione analogica del disposto di questanorma, di poter assimilare la domandagiudiziale, ex articolo 2932 trascritta, adun vero e proprio preliminare di venditatrascritto. Questa interpretazione è statafortemente osteggiata, oltre che da alcunicreditori privilegiati, da circa venti ex sociche avevano già rogitato ed acquisito laproprietà dell’alloggio, i quali, peraltro,avevano altresì intimato ai commissari diprovvedere alla vendita degli alloggi non

rogitati. Proprio in ragione delle opposi-zioni proposte da questi e dai creditoriprivilegiati, il giudice del tribunale diArezzo, sezione fallimentare, in accogli-mento delle loro richieste, non condivi-dendo l’interpretazione prospettata daicommissari, ha degradato a chirografo ilcredito degli ex soci che non avevanorogitato.

In questo contesto, i commissari rife-riscono di aver comunque sempre rappre-sentato, fin dall’apertura della procedura,la propria disponibilità ad addivenire aduna soluzione transattiva, che vedesse, daun lato, soddisfatto l’interesse degli exassegnatari all’assegnazione dell’alloggio e,dall’altro, il diritto dei creditori a vederesoddisfatte, anche se non integralmente, leproprie ragioni di credito ammesse nellostato passivo. Ad oggi, solo tre degli exassegnatari hanno aderito alla definizionebonaria e hanno rogitato, acquisendo laproprietà dell’alloggio. Tuttavia, i commis-sari continuano a mantenere una fattivaapertura verso soluzioni transattive, sepure a condizioni differenti rispetto agliatti già conclusi, anche a fronte dellemenzionate sentenze nel frattempo inter-venute, favorevoli alla procedura e allalinea sinora seguita dagli stessi commis-sari.

Sulle notizie di stampa riportate dagliinterpellanti in merito alla richiesta disequestro conservativo di un bene immo-bile dell’ex presidente Fracassi, i commis-sari hanno evidenziato come da un puntodi vista penale non fosse possibile nessunatutela cautelare in funzione del risarci-mento dei danni, perché all’apposito mo-mento procedurale, ovvero dopo il rinvio agiudizio dell’imputato dinanzi al GUP (set-tembre 2011) e la costruzione della pro-cedura quale parte civile, gli immobilierano già fuori dalla disponibilità del Fra-cassi. Come riferito sempre dai commis-sari liquidatori, la stessa Guardia di fi-nanza, con nota del 10 maggio 2011,anteriore quindi alla conclusione delleindagini e l’accesso al fascicolo da partedei commissari, comunicava al PM che ilFracassi aveva già venduto il grosso deisuoi beni, peraltro gravati da ipoteca su

Atti Parlamentari — 25 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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mutuo, con atto del 10 marzo 2011.Quanto sopra riferito appare peraltro con-fermato dal fatto che né il pubblico mi-nistero né le altre parti civili costituite nelprocesso hanno ritenuto di proporre talemisura conservativa al giudice.

Ad avviso dei commissari, peraltro, nonsussistevano neanche i presupposti perl’esperibilità dell’azione revocatoria ordi-naria, perché la stessa avrebbe dovutoessere esperita al fine di far revocare l’attodi vendita per un bene immobile giàgravato da ipoteche a garanzia di unmutuo preesistente alla vendita, e quindiopponibile alla procedura liquidatoria,poiché la banca mutuante avrebbe avuto ildiritto di soddisfarsi in via preferenzialesull’eventuale ricavato della vendita coat-tiva del bene.

Non vi era neppure il presupposto didover revocare l’atto in questione, affinchépotesse costituire garanzia dell’esito risar-citorio derivante da un’eventuale azione diresponsabilità, che non poteva essere espe-rita per i motivi che vengono di seguitoesposti. La situazione debitoria della coo-perativa era ben nota a tutti i soci cheavevano approvato tutti i bilanci dellastessa, e ammontava, prima dell’aperturadella liquidazione coatta amministrativa, a1.185.197 euro, per privilegi, e a 254.566euro, per chirografo, vantati da bancheipotecarie, professionisti, artigiani ed era-rio. Quindi, è anzitutto errato parlare diun ammanco di 4 milioni, perché il pas-sivo di 4 milioni si è generato solo aseguito dell’apertura della liquidazione co-atta amministrativa, in ragione del creditovantato a titolo di restituzione sommeversate in conto prezzo dagli ex soci chenon hanno stipulato il rogito, da un lato,e in ragione del credito da finanziamentopostergato dall’altro, cioè da restituirsisolo a fronte dell’avvenuta ed integralesoddisfazione dei creditori preferiti, cioèbanche ipotecarie, professionisti, artigiani,erario, insinuato allo stato passivo da ventiex soci, che in sede di stipula del rogitoavevano versato la somma richiesta dieuro 35 mila (l’aspetto che veniva primaricordato).

Si potrebbe argomentare che, essendola cooperativa già in deficit da prima del2006, il CdA avrebbe dovuto rispondere, atitolo di responsabilità, per il danno ascri-vibile dalla perdita del patrimonio nettoper la prosecuzione dell’attività di im-presa, senza aver prima ricostituito, conl’apporto dei soci, il patrimonio stesso.Tuttavia, nel caso della cooperativa « LaPerla », dalla perdita del patrimonio nettonon vi è stata alcuna attività successiva,posto che la stessa aveva già interrottol’attività prevista dall’oggetto sociale, cioèla realizzazione degli immobili. Non vierano quindi i presupposti per l’esperi-mento dell’azione di responsabilità, fattasalva l’azione per i fatti integranti labancarotta fraudolenta, cioè gli atti di-strattivi, per i quali la procedura liquida-toria, come già detto, aveva già svoltol’azione in sede penale, per la quale si èregolarmente costituita parte civile nelprocesso. Il Ministero dello sviluppo eco-nomico, nell’ambito delle proprie compe-tenze, continuerà a vigilare sull’attività deicommissari, anche sulla base delle notiziefornite dal comitato di sorveglianza, perassicurare la soddisfazione dei creditorinel rispetto del principio della par condiciocreditorum, nonché al fine di tutelarel’interesse pubblico.

Per quanto concerne le procedure dinomina dei commissari liquidatori deglienti cooperativi, si segnala, nel caso dispecie, che la nomina ministeriale deicommissari liquidatori è avvenuta ai sensidella normativa vigente in materia, cioètenendo conto della terna di persone de-signate dall’Associazione nazionale di rap-presentanza del movimento cooperativo, acui la Cooperativa « La Perla », in liqui-dazione coatta amministrativa, come pe-raltro già detto, aderiva. Voglio anchesottolineare che, al fine di assicurare lamassima trasparenza ed efficienza, con lacircolare n. 574 del giugno 2015, la com-petente direzione generale del Ministerodello sviluppo economico ha provveduto aperfezionare le procedure per la raccoltadelle manifestazioni di interesse dei pro-fessionisti interessati a svolge le funzionidi commissario liquidatore e commissario

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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governativo sulla base dei presupposti fis-sati dalla legge. Inoltre, per garantirnel’effettività, il Mise ha posto in essere unsistema di scelta tramite estrazione infor-matica su base regionale del professioni-sta, già presente in banca dati, cui affidareun incarico, considerando la sede legaledella cooperativa da sottoporre a proce-dura e il domicilio professionale dei pro-fessionisti già censiti.

Il Ministero delle infrastrutture e deitrasporti, per quanto di propria compe-tenza, informa, circa la trasparenza delleprocedure dei commissariamenti, d’averistituito, nel 2009, l’elenco dei commissarigovernativi delle cooperative ediliziefruenti di contributo pubblico, ove sonoindicati i nominativi cui lo stesso Mini-stero attinse per il conferimento degliincarichi medesimi. Questo elenco è pub-blicato sul sito della citata amministra-zione, cioè del MIT.

L’ultimo aggiornamento è stato effet-tuato, con decreto direttoriale, il 28 gen-naio 2016. Riferisce ancora il Ministerodelle infrastrutture che, con propria cir-colare del 28 marzo 2008, pubblicata an-ch’essa sul sito, sono stati individuati icriteri sulle nomine dei commissari gover-nativi delle società cooperative edilizie,disciplinate dal testo unico n. 1165 del1938 e, pertanto, dallo stesso vigilate. Gliincarichi di commissario liquidatore rico-perti dall’avvocato Mantovano per coope-rative edilizie vigilate dal MIT riguardanole cooperative edilizie CO.MI. di Roma,Polaris di Formia, Bernabei di Roma.All’avvocato Mantovano è stato conferito,altresì, l’incarico di commissario governa-tivo della cooperativa edilizia Narbona diRoma ed è stato nominato membro delcomitato di sorveglianza della cooperativaedilizia Pietro Nenni di Torino. Sempre lostesso Ministero delle infrastrutture ag-giunge, infine, che ha potuto finora rile-vare un corretto e adeguato svolgimentodegli incarichi conferiti al nominato avvo-cato, anche nella gestione delle proceduredi liquidazione di cooperative edilizie in-teressate, prima del commissariamento, dagravi situazioni amministrative e di insol-venza.

Sempre con riferimento al numero diincarichi di liquidatore dell’avvocato Man-tovano, su precisazioni e informazioni del-l’interessato stesso – assicura il MIT –, siapprende che la maggior parte delle pro-cedure affidategli sono prive di concretarilevanza, attesa anche la scarsità dell’at-tivo, e, comunque, la maggior parte dellestesse, quali quelle citate nell’interpellanzain esame, in fase di chiusura. L’avvocatoMantovano precisa ancora – dice il MIT –che, proprio con riferimento alla coope-rativa Polaris, che vede, in situazione ana-loga, coinvolti 26 ex soci assegnatari ver-sare nelle medesime condizioni, la proce-dura è in corso di definizione, in virtù disoluzioni transattive autorizzate dall’auto-rità di vigilanza per oltre il 70 per centodei soci; così come la procedura della BCCdei Due Mari di Calabria, soggetta ad altreautorità di vigilanza, è stata positivamentedefinita ed a breve si procederà agli attifinali.

PRESIDENTE. La deputata Gagnarli hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

CHIARA GAGNARLI. Grazie, Presi-dente. Grazie, Sottosegretario, per la ri-sposta. Ma non posso ritenermi soddi-sfatta, in quanto quello che ha detto ilSottosegretario, ossia che all’inizio alcunihanno aderito alla richiesta, quindi hannoriscattato la casa, è vero, ma alla fine si èdimostrato che hanno ceduto a un ricatto,altrimenti non ci sarebbe stata la con-danna dell’ex presidente. Quindi, non sipuò fare una colpa a persone che hannodenunciato una situazione, in quel caso,veramente illegale. Quindi, ben venga checi siano persone che non cedono ai ricatti,che non si sono fatte ricattare per pauradi perdere la casa. Quindi, questa non èuna giustificazione. Alcuni l’hanno fatto;complimenti a chi non l’ha fatto perché hadimostrato di tenere più alla legalità ri-spetto alla paura di perdere il propriobene.

Inoltre, si dimostra ancora che si con-tinua a tutelare chi commette reati. Infatti,stringendo la lunga risposta che poi rileg-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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geremo, si chiede alla fine di ripagare lecase per intero. Alcuni di quelli che hannoaderito alla procedura lo hanno fatto per-ché avevano un credito magari superiore a100 mila euro. Sono persone che l’hannopagata per intero. Non è possibile che,dopo aver pagato 200 mila euro, gli sirichieda di ripagarla. Veramente, in questocaso lo Stato dovrebbe intervenire comeminimo.

Lei dice che non era dovuta l’azione diresponsabilità del sequestro dei beni delpresidente Fracassi, ma e non è vero. C’èuna lettera del liquidatore Lisi in cui sidiceva al PM che dovevano fare il seque-stro. Quindi, in realtà, c’è stato qualcosache non è stato fatto correttamente. Se-condo noi, ci sono delle cose veramentenon chiare, che più volte abbiamo portatoall’attenzione anche in altre occasioni,cosa che continueremo a fare perché,secondo noi, c’è bisogno anche di portarel’attenzione su questi fatti. Questo è il casodella cooperativa La Perla, ma ci sonoanche altri fatti.

Anche la cooperativa Polaris è stataoggetto di un’interrogazione ed è stataall’onore della cronaca per fatti pocochiari. Quindi, crediamo che, oltre al fattoche il Ministero vigili e faccia più chia-rezza su queste vicende, probabilmentedeve essere interessata anche la Commis-sione antimafia. La Presidente Bindi èstata informata di quello che sta succe-dendo. Credo che veramente vada fattaun’analisi più approfondita di tutto quelloche è successo e di quello che c’è dietroquello che è successo. Infatti, è un’ingiu-stizia palese il fatto di aver pagato com-pletamente una casa e poi veder premiarechi ha tentato di truffarmi e di farmirimanere senza casa. Io mi metto semprenei panni di queste persone, ne capisco ladisperazione e la volontà di giungere an-che a un termine di questa vicenda, cheormai dura da numerosi anni. Chiedo cheveramente si faccia chiarezza su quelloche c’è dietro questo modo di gestire laliquidazione coatta amministrativa de LaPerla, ma anche di casi simili. Infatti,sicuramente qualcosa non torna e dietro icavilli amministrativi, cose molto tecniche,

sicuramente c’è qualcosa che non quadrae chiediamo che la questione venga mag-giormente approfondita.

(Iniziative, anche normative, per tutelarele imprese italiane da acquisti speculatividi aziende straniere e per valorizzare gliasset strategici nazionali – n. 2-01572)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Fantinati ed altri n. 2-01572(Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo al deputato Fantinati se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

MATTIA FANTINATI. Certamente.Grazie, Presidente. Saluto lei, saluto inostri colleghi e saluto i membri delGoverno. Saluto anche chi ci sta guar-dando oggi, un venerdì mattina con unParlamento che ci sembra davvero quasivuoto. Oggi vi voglio parlare del cuore delnostro Paese, oggi vi voglio parlare di eroi.Sono i nostri imprenditori, sono le nostrepiccole e media imprese. Voglio parlarvidei nostri talenti creativi, che combattonotutti i giorni, che non gettano la spugna erimangono nel nostro territorio. Mentre legrandi multinazionali se ne scappano al-l’estro, magari ricoperte anche di incentivipubblici, quelli di cui vi sto parlando – inostri eroi – sono quelli che hanno saputoreinventarsi, quelli che promuovono tutti igiorni il nostro made in Italy all’estero.

Però, guarda caso, se io devo pensare ache cosa ha fatto il Governo in questiultimi anni, ma anche i Governi prece-denti, nessuno si cura di loro. Il Governoforse è troppo occupato a sistemare unariforma costituzionale o a sistemarsi conuna riforma costituzionale. Ma non se neoccupa nemmeno la BCE, che si interessasolo di tasse, spread, finanza creativa:sempre leggi per gli amici degli amici. Èvero: bisogna essere eroi per fare impresain Italia, senza servizi, con la tassazionesoffocante, con uno Stato strozzino chenon rimborsa i crediti e chiede gli anticipisulle tasse ed interessi spaventosi per ogniritardo nei pagamenti. Sono sempre leggi

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basate sul sospetto; infatti, chiedere glianticipi delle tasse del nuovo anno è unalegge basata sul sospetto. Non c’è mai unalegge basata sulla fiducia. Io li capisco unpo’ quegli imprenditori che non credonopiù nella politica, quelli che magari hannovotato a sinistra e si sono trovati negliappalti e nelle cooperative, hanno provatoa votare a destra, pensando la meritocra-zia, e hanno magari trovato la corruzione.Ora che sinistra e destra governano in-sieme, magari tenute insieme dai finan-ziamenti delle lobby, capiscano che ormaiquesto Governo, come anche quelli prece-denti, non ha mai fatto quasi niente perloro.

Vediamo questa interpellanza sulla tu-tela del made in Italy. Osserviamo ognigiorno aziende, una volta eccellenze diquesto Paese, vendute o ricomprate, spessopassate da una parte all’altra, da un Paeseall’altro. Stiamo parlando della storia dimolti nostri marchi di eccellenza, nati inItalia, ma che oggi di italiano hanno benpoco. Infatti, molte delle nostre migliorirealtà imprenditoriali sono state schiac-ciate dalla congiuntura economica nega-tiva. Fare un’impresa in Italia è difficileperché la concorrenza è agguerrita. Ognigiorno – parlate con gli imprenditori –bisogna reinventarsi. Ma nel caso italiano,oltre a dover essere competitive sul mer-cato, le nostre imprese devono difendersida uno Stato strozzino, che le opprime controppa burocrazia, con una tassazione ini-qua, con la mancanza di aiuti e tutele econ l’impossibilità di accedere al credito.

Questo intreccio terribile di fattori hainciso sulla mortalità delle imprese, cre-ando una sorta di mercato malato, all’in-terno del quale si registra la chiusura direaltà imprenditoriali importanti per quasitutte le nostre tipologie di produzione.« Paese in svendita » intitolava, lo scorso26 marzo, il quotidiano Il Tempo.

« I capitali degli sceicchi stanno ac-quisendo i centri del potere finanziario eindustriale italiano ». Da un lato, percarità, è una legge del mercato e non cisarebbe nulla di male se l’afflusso diquesti capitali stranieri fosse avvenutosecondo le normali regole di mercato ma

abbiamo assistito al fatto che questeaziende si sono spesso dovute piegare auna vendita sottocosto rispetto al lororeale valore. E sa perché tutto questo,signore del Governo ? Perché questa si-tuazione è avvenuta a causa dell’assenzatotale di uno Stato e della politica chenon ha mai preso una posizione forterispetto al progressivo sfaldamento del-l’economia italiana, preferendo un atteg-giamento silenzioso e proprio per questocomplice. Nonostante si parli ormai daanni della vendita a prezzi stracciati delprodotto Italia, purtroppo nessuno hamai voluto dire la verità, nessuno ha maivoluto dire le cose come stanno: nulla èstato fatto per contrastare questo stato.L’Italia è diventata il Paese dello shop-ping e non mi riferisco certo ai turististranieri che vengono qui a fare shoppingnei nostri negozi ma di aziende del madein Italy che finiscono nelle mani diholding straniere perdendo la loro iden-tità e spesso anche i poli produttivi. Isaldi all’italiana che negli ultimi annihanno portato oltre 500 marchi nostraniin mano straniera non accennano a fer-marsi. Come si legge dai media soltantodal 2008 al 2014 ben 830 aziende italianesono passate nelle mani di acquirentistranieri per un valore complessivo chesupera 101 miliardi di euro, cifra chearriva tranquillamente a 115 dal mo-mento che nelle operazioni di cessione ipiccoli importi non sono stati dichiarati.Nello stesso periodo gli investimenti diaziende italiane all’estero, se calcoliamoanche l’altra faccia della medaglia, sisono fermati a 340 per un capitale piùo meno di 65 miliardi. Un caso su tutti,la FIAT di Detroit, dopo decenni di aiutida parte di uno Stato, non solo non haincentivato la produzione in Italia con unaumento di posti lavoro ma ha ancheguardato bene i propri interessi e dalnovembre 2012 ha spostato la sede legalein Olanda e il domicilio fiscale nel RegnoUnito con tutti i benefici fiscali che neconsegue. A questo punto questa sarebbel’Europa unita che voi avete creato ?Stessa sorte per la casa FIAT Chryslerfondata a gennaio 2014 e già con le

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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doppie radici ad Amsterdam e a Londra.Lo stesso discorso vale per il prestigiosomarchio Ferrari con lo scorporo da FCAe il doppio trasloco datati ottobre 2015.Il 6 maggio 2016 il sito disappore.comillustrava le recenti cessione di marchistorici italiani in mani straniere. Faccioqualche esempio: cioccolatini Pernigottiin mano ai turchi, spumanti Gancia inproprietà russa, gelato Grom in mano aduna multinazionale anglo-olandese, le pa-ste Scotti e Garofalo in mano agli spa-gnoli, il nostro olio o, meglio, il nostroex-olio extravergine italiano Carapelli,Sasso, Bertolli che sono in mano a dittespagnole. Italia in svendita, stranieri sca-tenati per i nostri marchi: intitolava cosìun articolo di Libero del 27 ottobre. Peròpurtroppo l’articolo non trattava nem-meno le conseguenze di tali transazioniperché le aziende italiane che vengonoacquisite da aziende straniere vengonoanche svuotate dei macchinari e delknow how oltre a non riaprire più nelnostro Paese. D’altra parte in un mercatoglobalizzato all’interno del quale diventaogni giorno più dura e senza esclusionedi colpi, la concorrenza non si fa piùsolo attraverso un’innovazione di pro-cesso e di prodotto ma anche e soprat-tutto attraverso l’eliminazione dell’avver-sario diretto, acquistandone l’azienda edismettendone la produzione. Cito unlibro di Sun Tzu « L’arte della guerra »dove si dice « catturare intatto un eser-cito nemico è meglio che sterminarlo » equesti nostri competitor stranieri lostanno facendo molto bene. Vedete, si-gnori del Governo, come la svendita dellarete produttiva italiana di fatto impove-risca il nostro Paese sia dal punto divista economico per la perdita di assetimmateriali a volte difficili da quantifi-care perché vengono meno anche le no-stre tradizioni, la nostra esperienza, lanostra storia. In questo senso va ricor-dato che l’imprenditoria italiana è fattasoprattutto di piccole e medie impresecostruite nel corso di decenni con allabase il concetto di qualità ed eccellenza.Non solo, ma accanto a questi probleminon si può tacere in merito alla condi-

zione nella quale versano migliaia dilavoratori cassintegrati che ad ogni nuovocambio di proprietà attendono la possi-bilità di un reintegro spesso invano.Quello che spesso accade purtroppo èche, rilevata un’azienda che prima pro-duceva in Italia, si trova più convenientedelocalizzare la produzione in Paesi conminor costo di lavoro ma soprattuttoanche con meno barriere burocratiche,con normative diverse da quella italianasul piano della sicurezza sul lavoro e suquello della tutela dei consumatori.

Negli ultimi anni con modalità ed in-teressi differenti imprenditori francesi, ci-nesi, giapponesi, arabi, americani si sonopresentati in Italia affascinati dalle com-petenze – poi magari torneremo dopo suquesto punto – e dalla capacità degliingegneri – qui faccio una pausa – desi-gner, artigiani cogliendo rinnovate oppor-tunità di investimento e di business per ilfuturo. Infatti nonostante l’insieme dellestatistiche a una prima lettura definiscaun’immagine spesso negativa o perlomenodi chiaroscuro dell’economia italiana, an-cora oggi il nostro Paese è in grado di farela differenza quando si tratta di realizzarenon solo abiti o gioielli di lusso ma anchein altri settori importantissimi: la mecca-nica di precisione, ricerca, tecnologia.Chiedo dunque al Ministro sui fatti sopradescritti quali iniziative anche normative– soprattutto normative – intenda adot-tare al fine di tutelare le imprese italianedagli acquisti speculativi di aziende stra-niere con la conseguenza di perdite diposti di lavoro, di personale specializzatoe inevitabilmente di abbandono degli stan-dard di qualità del prodotto. Chiedo inol-tre se non ritenga di individuare qualisiano gli asset strategici industriali italianida sviluppare e su cui investire.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, AntonelloGiacomelli, ha facoltà di rispondere.

ANTONELLO GIACOMELLI, Sottose-gretario di Stato per lo Sviluppo econo-mico. Grazie, Presidente. L’obiettivo del-l’intera politica economica del Governo è

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il rilancio della crescita attraverso unaserie di misure finalizzate a rendere ilPaese più competitivo, salvaguardando intal modo anche i livelli occupazionali ditutte le aziende che operano in Italiaindipendentemente dalla loro proprietà.In diversi interventi si sono anticipate lelinee che il Ministero dello sviluppo eco-nomico intenderà seguire. Si è voluta-mente evitato di costruire questo pianosulla base di incentivi a bando che va-dano a identificare tecnologie da suppor-tare. Si sono invece definiti i clustertecnologici sui quali operare. Si è infattida poco varato il Piano industria 4.0finalizzato al sostegno della competitivitàdel sistema produttivo nazionale e adaccompagnare le imprese nel necessarioprocesso di ammodernamento e innova-zione, anche in chiave di digitalizzazionedei processi produttivi. È opportuno evi-denziare che per il Governo le aziendeda aiutare sono quelle che si trovano indifficoltà o quelle che vogliono investire.Si è proposto di raggiungere questo obiet-tivo attraverso una serie di strumenti chevanno dal rafforzamento del fondo digaranzia al super e iper-ammortamento,al credito d’imposta, alla Nuova Sabatini,al lavoro sulle competenze. Un altro im-portante obiettivo che ci si è posti èl’internazionalizzazione al fine di raffor-zare la presenza anche delle PMI suimercati internazionali. Un veicolo cru-ciale per ottenere questo risultato è l’at-trazione di investimenti esteri di qualità.A questo fine bisogna sia proseguire ilpercorso di riforme strutturali sia comu-nicare adeguatamente i vantaggi compe-titivi del nostro Paese e gli effetti dellepolitiche attuate. Chiaramente in questoquadro non vi è spazio per politichepubbliche che sollecitino la vendita adoperatori esteri di quote azionarie diimportanti e storiche aziende italiane.L’acquisizione da parte dei gruppi mul-tinazionali di marchi italiani è e deverimanere un’attività di impresa rispon-dente a sole logiche di sviluppo aziendale.Il Governo deve invece vigilare perchéqueste acquisizioni non si traducano inriduzione della nostra base industriale o

in perdita di posti di lavoro e anziportino all’espansione dell’attività svoltain Italia, in particolare delle attività amaggior valore aggiunto. Il miglior modoper garantire questo risultato è ancoracreare un contesto favorevole agli inve-stimenti e alla crescita dell’occupazione,indipendentemente dalla nazionalità diriferimento del gruppo che investe. Daquesto punto di vista un’azienda è ita-liana se investe, lavora e produce redditoin Italia. Le aziende acquisite da ungruppo multinazionale vedono espandereil proprio fatturato soprattutto all’esteroe le tecnologie e il know how sviluppatiin Italia finiscono per essere ulterior-mente valorizzati dalle logiche di sviluppoglobale, ad esempio creando in Italiacentri di competenza ed espandendo al-tresì la capacità produttiva degli stabili-menti italiani per servire altre aziendedel gruppo multinazionale. A completa-mento dell’intervento di consolidamentodella competitività del sistema produttivonazionale il Ministero dello sviluppo eco-nomico ha da tempo avviato una speci-fica politica di rilancio delle aree carat-terizzate da una situazione di crisi. L’a-zione non si articola solo nei circa 150tavoli di crisi gestiti dal MiSE ma pre-vede specifici interventi di riconversione eriqualificazione dei territori riconosciuticome aree di crisi industriale complessae non complessa. Il tutto al fine dicontribuire alla tutela dell’occupazione edelle professionalità acquisite dai lavora-tori già portatori di know-how. Il PianoIndustria 4.0 ha in sé pertanto dueaspetti fondamentali di trasformazionedel sistema industriale italiano: uno evo-lutivo, che mira prevalentemente al mi-glioramento dell’azienda attraverso l’uti-lizzo delle nuove tecnologie; l’altro piùrivoluzionario che porta a nuovi modi dicompetere più dirompenti fino ad oggipoco praticati per mancanza di uno svi-luppo adeguato delle citate tecnologie.

PRESIDENTE. Il deputato Fantinati hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla risposta alla sua interpellanza.

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MATTIA FANTINATI. Grazie, Presi-dente. Io ho ascoltato anche con atten-zione ciò che ha esposto il sottosegretario,che è un po’ la politica che sta facendoquesto Governo. Tuttavia non posso rite-nermi soddisfatto, perché io ho trovatoscarse risposte alle problematiche che hoillustrato.

Ho sentito questo excursus molto ve-loce, quasi condensato, soprattutto sugliincentivi a bando dati tramite il pianoIndustria 4.0. Ma questo piano presentauna criticità molto particolare che è: an-diamo verso la robotizzazione, verso ladigitalizzazione, attenzione che, se fisiolo-gicamente andiamo verso questo tipo diindustria, dall’altra parte dobbiamo met-tere in atto delle misure che quanto menotutelino i lavoratori. Perché, se sta cam-biando l’industria, sta cambiando anche illavoro, la tipologia di lavoro, il metododella retribuzione di lavoro.

Queste parole, Ministro – diciamocelomolto chiaramente –, francamente le hosentite dire e ridire nel corso di questianni, sinceramente però non ho visto fatticoncreti. Quello che le posso dire, se leposso dare un consiglio, è di andare aparlare con gli imprenditori sui territori.

Prima li abbiamo definiti eroi, quelliche mantengono l’azienda sul territorio,quando magari non solo molte aziendemultinazionali delocalizzano, ma ancheaziende pubbliche vengono privatizzateper essere svendute a grandi capitali stra-nieri. Chiedo al nostro sottosegretario, maanche ai suoi colleghi di Governo, diparlare con gli operai e spiegare a lorocome mai lo Stato non è mai intervenutoper evitare la delocalizzazione dell’im-presa dove lavorano. Sinceramente, ve lodico molto francamente, io vi ritengo re-sponsabili di questa svendita, vi ritengoresponsabili, perché non avete fatto nulla.Prima mi sono fermato in un punto,perché non posso non ricordare quelladisastrosa e vergognosa figuraccia che ilgoverno del MISE ha fatto parlando deinostri ingegneri. Su quella brochure, chespiegava alle aziende straniere « Venitepure in Italia a comprare le aziende ita-liane, tanto i nostri ingegneri costano

poco, tanto il nostro know how costapoco », si parlava di ingegneri low cost.

Cosa dire ? Io so che ieri avete incon-trato al Ministero una delegazione delCNI, il Consiglio nazionale degli ingegneri,e c’erano dei giovani con voi che vi hannoportato delle proposte operative. Io vichiedo soltanto di ascoltarli e di mettere inpratica ciò che vi hanno chiesto, perché inostri ingegneri, i nostri professionisti, lenostre aziende, i nostri artigiani rappre-sentano la nostra tradizione, il nostroknow how, il nostro patrimonio futuro.

Tornando a noi, che cosa possiamodire ? Da un lato, chi può fare, vedo chenon ha fatto niente. Il MoVimento CinqueStelle per le aziende ha fatto più di quelloche poteva fare. Lo diciamo dappertutto,ci siamo tagliati gli stipendi, abbiamopensato noi alle piccole e medie imprese,con il microcredito, dormendo tre nottifuori dal Ministero dell’economia e dellefinanze per farci aprire un IBAN doveversare i nostri fondi. Abbiamo creato 3mila imprese, 7 mila posti di lavoro, senzachiedere un soldo e senza intascarci nulla.Forse questa è una misura fatta da un’op-posizione, una delle più grandi misureeconomiche della storia fatta da un’oppo-sizione. Noi le piccole e medie impresenon le abbiamo lasciate sole. Forse è lamisura che può far ripartire l’economia diquesto Paese ? Forse no, non siamo certodegli ingenui e dei sognatori, però è laprima misura di una forza politica chedenota che questa forza ha fiducia neipropri imprenditori.

Che cosa dire ? Il Governo, oltre chepropinarci una riforma costituzionalescritta male e truffaldina, giustamente ri-gettata al mittente dai cittadini italiani, miscusi, che cosa ha fatto ? In questa sede ioavrei gradito sentirla parlare di cosa sa-rebbe il caso di fare, in fretta, per arginarequesta – questa ! – situazione di svenditadelle nostre piccole e medie imprese ita-liane.

Avrei gradito sentirla parlare di sgravifiscali, incentivi per le aziende che inve-stono in Italia, di tutti quegli atti posti periniziare a cambiare la rotta di questoPaese. Poi, se mi chiede se sono soddi-

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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sfatto, io ho sentito le sue cose, cose chesi sapevano già, cose dette e ridette. Io lainvito a farsi un giro tra le imprese e gliimprenditori. Noi e tanti cittadini non vicrediamo più, perché tante parole, fatticoncreti davvero pochi. Grazie.

(Iniziative di competenza volte a salva-guardare i livelli produttivi e occupazio-nali degli impianti di Assemini e Avezzano

della società multinazionale Vesuvius– n. 2-01541)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente n. 2-01541 dei deputatiLuigi Di Maio ed altri (Vedi l’allegato A –Interpellanze urgenti).

Chiedo al deputato Luigi Di Maio seintenda illustrare la sua interpellanza o sesi riservi di intervenire in sede di replica.

LUIGI DI MAIO. Grazie, Presidente. Mirivolgo al Governo, facendo notare che loscorso 3 gennaio il Presidente degli StatiUniti, Donald Trump, ha fatto un tweet,dicendo: « la General Motors sta man-dando modelli di Chevy Cruze prodotti inMessico, esentasse, ai concessionari USA.Fateli negli Stati Uniti o pagherete moltidazi ». È stato un tweet chiaro che, final-mente, mette un freno ai costruttori chefabbricano modelli in Messico per poivenderli negli Stati Uniti, minacciandolisemplicemente di introdurre dazi altissimialla dogana. Ford ha rinunciato a uninvestimento programmato in Messico di1,6 miliardi di dollari. Perché dico questo ?Perché dal 2012, anno in cui il PD hainiziato a governare questo Paese – e nonha mai smesso, perché Monti, Letta, Renzi,Gentiloni –, da quell’anno, secondo unostudio di Confartigianato, le imprese ita-liane delocalizzate all’estero sono oltre6.500, con un fatturato complessivo di 217miliardi di euro e l’impiego di quasi 835mila operai e addetti lontani dai confiniitaliani.

Io non so se ci rendiamo conto: Dai-nese ha delocalizzato due stabilimenti inTunisia (circa 500 adetti, produzionequasi del tutto cessata in Italia); Geox,

stabilimenti in Brasile, Cina e Vietnam(su circa 30 mila lavoratori, solo 2 milasono italiani); Bialetti – quelli che ciconsentono di fare il caffè ogni mattinacon la moka –, fabbrica in Cina (rimaneil marchio dell’omino, ma i lavoratoriperdono il lavoro); OMSA, stabilimento inSerbia (cassa integrazione per 320 lavo-ratrici italiane); Rossignol, stabilimento inRomania, dove insiste la gran parte dellaproduzione, 108 esuberi a Montebelluna;Ducati Energia, stabilimenti in India eCroazia; Benetton, stabilimenti in Croazia(a questi regaliamo anche le autostradeitaliane); Calzedonia, stabilimenti in Bul-garia; Stefanel, stabilimenti in Croazia;Telecom Italia, call center in Albania,Tunisia, Romania, Turchia, per un totaledi circa 600 lavoratori, mentre in Italiavengono dichiarati 9 mila esuberi di per-sonale; Wind, call center in Romania eAlbania, tramite aziende in outsourcingper un totale di circa 300 lavoratori;Vodafone, call center in Romania, tramiteaziende sempre in outsourcing, per untotale di 300 lavoratori impiegati; SkyItalia, call center in Albania; MagnetiMarelli apre uno stabilimento produttivoin Serbia; Bianchi e Atala, delocalizza-zione della produzione in Turchia e altriPaesi asiatici; Kavo Promedi, espertanella fabbricazione di poltrone, lo stabi-limento di Genova è stato recentementechiuso e i macchinari nottetempo in Po-lonia; Almaviva, 2.500 licenziamenti e unbiglietto per la Romania.

Questa interpellanza è di due mesi fa –ci avete risposto solo ora – e riguarda unodei tanti insediamenti produttivi chestanno spostando la produzione all’esteroe a cui voi vi limitate soltanto a chiedere,per cortesia, di restare. Da quando ab-biamo presentato – io, la collega Corda, ilcollega Vallascas, il collega Vacca ed altri– questa interpellanza sono passati duemesi e intanto la Vesuvius, che avevastabilimenti ad Assemini in Sardegna e adAvezzano in Abruzzo, se ne sta andando eha licenziato 190 dipendenti.

In un incontro tenutosi presso il Mini-stero dello sviluppo economico, i rappre-sentanti di questa azienda hanno affer-

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mato l’intenzione di non voler cedere gliimpianti ad imprenditori che volesseroavviare un’attività in concorrenza con laproduzione della Vesuvius. Perché ? Per-ché oltre il danno, la beffa: questi non solose ne vanno, sembra in Repubblica Ceca,e portano la produzione lì, ma continuanoa tenere il mercato italiano di quel pro-dotto !

Noi abbiamo incontrato i dipendenti diquesta azienda, sia ad Avezzano che adAssemini. La Vesuvius sembra essere inItalia dal 1956. Abbiamo incontrato glioperai, come dicevo, e anche i dirigenti;abbiamo incontrato tutti quelli che lavo-rano in questa azienda, e ci hanno rac-contato di come in questi anni, prima ipadri e poi i figli, durante i processiproduttivi hanno inventato molti prodottiche poi sono stati portati anche neglistabilimenti esteri della Vesuvius: il sangueche hanno dato i lavoratori di questeaziende nel far progredire questa azienda !E intanto, questi stabilimenti hanno sicu-ramente preso soldi dallo Stato: incentiviper i macchinari, corsi di formazione,aggiornamento; soldi che arrivano alle re-gioni e poi dalle regioni vengono trasferitiagli insediamenti produttivi, soldi delloStato, delle tasse dei cittadini. Adesso sene vanno all’estero, continuando a posse-dere anche il mercato italiano !

Quello che voi avete fatto per noi nonè abbastanza: chiedere di venderla a qual-cuno. Allora qui, in questo caso dellaVesuvius, ci sono tutte le mancanze diquesto Governo, che non è passato per leelezioni, di quello precedente di MatteoRenzi, che pensava solo ai tweet, di quellodi Letta, che si premurava di passare 7miliardi e mezzo di euro alle banche, e diquello di Monti che ci ha dato la primamazzata lacrime e sangue, di quest’ultimaserie. Voi non avete mai fatto un piano perl’acciaio in questo Paese. Questa azienda ècollegata ai grandi stabilimenti che si oc-cupano di acciaio in questo Paese: nonavete mai fatto un piano strategico nazio-nale, e quindi non ci avete mai detto sequesto tipo di stabilimenti siano strategiciper la produzione dell’acciaio in Italia.Non avete mai chiesto a queste aziende

che se ne vanno di restituire i soldi delletasse degli italiani, che hanno preso perincrementare la loro produzione in Italia,per comprare i nuovi macchinari: nonavete mai chiesto niente di tutto questo; esiccome non abbiamo un piano strategico,non possiamo neanche dire se questi sta-bilimenti siano strategici oppure no, perfare intervenire lo Stato e salvarli dallachiusura. Perché noi vi abbiamo chiestoanche questo: perché in questo Paese nonpossiamo pensare che solo quando stannofallendo le banche amiche vostre mettete20 miliardi di euro sul piatto, e dite che èinteresse nazionale; e quando devonochiudere gli stabilimenti, allora in quelcaso si chiama internazionalizzazione, sichiama Unione europea, si chiama mer-cato unico globale, si chiama globalizza-zione.

Noi avevamo chiesto di rispondere aquesta interpellanza quando c’erano an-cora i tempi utili. Tra le nostre propostec’è anche una proposta che abbiamo giàfatto approvare nella legge di stabilità: nonbasta, ma rappresenta il nostro modo diimmaginare un Paese come l’Italia, cheprotegge le proprie aziende, i propri im-prenditori e i propri lavoratori. Ed è unanorma presente nella legge di stabilità del2014, che abbiamo fatto approvare grazieal contributo del collega che siede qui afianco, Mattia Fantinati, che è una normaanti-delocalizzazioni, che, al comma 60dell’articolo unico della legge n. 147 del2013, per salvaguardare gli investimentisulle imprese in Italia e i diritti deilavoratori italiani, fa una cosa molto sem-plice: afferma che, se un’azienda beneficiadi un contributo pubblico ed entro i treanni delocalizza la produzione dal sitoincentivato in un Paese non appartenenteall’Unione europea, con conseguente ridu-zione di almeno il 50 per cento del per-sonale, il beneficio decade e l’azienda deverestituire tutto il malloppo. La norma valesolo per i contributi erogati dopo la suaentrata in vigore.

Ora, è chiaro che è una norma che è unpunto di inizio, quella che abbiamo fattoapprovare nel 2014: a noi sarebbe piaciutoapprovare una norma molto più grande,

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che bloccasse tutte quelle aziende chehanno preso soldi dallo Stato e poi se nesono andate, tutti quegli insediamenti pro-duttivi, anche se di proprietà estera, chevengono qui, fanno shopping dei fondipubblici, e poi se ne vanno.

Ma quello che voglio dire a lei, rap-presentante del Governo che è qui in Aula,è che noi vi abbiamo presentato questainterpellanza urgente due mesi fa, perchévolevamo una risposta urgente.

I vostri Ministeri fanno acqua quasi datutte le parti nelle risposte alle interpel-lanze: se andiamo a comparare la pron-tezza di risposta che avete alle interroga-zioni, alle interpellanze, a tutto il mate-riale che vi produce il Parlamento persapere che intenzioni abbiate su crisi im-portantissime di questo Paese, sono po-chissimi i Ministeri che rispondono inmaniera efficace. A volte passano sei mesi,a volte passa un anno, due anni, a voltenon rispondete proprio; e questo, ovvia-mente, continua a dare un pessimo esem-pio ai cittadini, i quali devono pagare letasse sempre entro i termini stabiliti dellalegge, altrimenti gli mandate Equitalia;devono rispondere sempre ogni volta chec’è un accertamento, altrimenti mandateloro l’Agenzia delle entrate, ed è giusto chesia così, per quanto riguarda i termini;però poi allo stesso tempo, quando ilParlamento vi chiede di salvare dei lavo-ratori per due insediamenti produttivi chestanno chiudendo, e che addirittura po-trebbero essere strategici per la produ-zione dell’acciaio a livello nazionale, voi cirispondete dopo due mesi, quando sonostati già licenziati 190 dipendenti !

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, AntonelloGiacomelli, ha facoltà di rispondere.

ANTONELLO GIACOMELLI, Sottose-gretario di Stato per lo Sviluppo econo-mico. Il presidente Di Maio, in una illu-strazione molto ampia che ha toccatoanalisi della politica economica del Presi-dente Trump e le modalità in risposta alsindacato ispettivo, evidentemente non haavuto modo di approfondire tutti questi

argomenti con la dovuta e riconosciutaattenzione. Io tralascerò naturalmente l’il-lustrazione, per stare invece alla rispostaall’atto di sindacato ispettivo che è statopresentato.

Relativamente alla situazione delgruppo in oggetto, nei diversi tavoli diriunione che si sono tenuti presso il Mi-nistero dello sviluppo economico i rappre-sentanti di Vesuvius Italia Spa avevanocomunicato la propria intenzione di chiu-dere entro fine anno 2016 gli stabilimentidi Assemini e Avezzano, a causa dellasovraccapacità produttiva del gruppo. Inparticolare, nel corso del tavolo tenutosipresso il Ministero dello sviluppo econo-mico in data 18 ottobre 2016, l’aziendaaveva confermato l’intenzione di proce-dere alla chiusura degli stabilimenti diAssemini e Avezzano con il licenziamentodi tutti i 186 lavoratori, rifiutando gli invitia ripensare le proprie decisioni. L’aziendasi era dichiarata disponibile a cedere aprezzi di mercato gli stabilimenti ma nongli impianti, escludendo quindi qualsiasicontinuità delle attuali produzioni conaltri imprenditori eventualmente interes-sati.

Di contro, nella stessa sede il Governo,le istituzioni regionali interessate, le orga-nizzazioni sindacali avevano chiesto all’a-zienda di ritirare o sospendere la mobilità,e comunque di poter cedere gli asset ad unnuovo imprenditore ancora da individuareoperante nello stesso settore di Vesuvius;questo al fine di preservare l’occupazionenei siti interessati.

Nell’incontro del 10 novembre 2016,l’azienda ha ribadito il rifiuto alla cessionea soggetto in concorrenza, ossia quanto haaffermato nel corso degli incontri tenutisiin precedenza presso il Ministero dellosviluppo economico, cioè la possibilità dicedere il sito a soggetti operanti in settoridiversi da quello di Vesuvius.

Si rappresenta infine che, in data 14dicembre 2016, nel corso dell’incontro te-nutosi presso il Ministero del lavoro edelle politiche sociali alla presenza delMinistero dello sviluppo economico, delleregioni coinvolte, Abruzzo e Sardegna,dell’azienda Vesuvius e delle organizza-

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zioni sindacali, è stato sottoscritto unverbale di accordo e definizione della faseamministrativa della procedura di licen-ziamento collettivo avviata dalla Vesuviusin data 29 settembre 2016. Questa proce-dura di licenziamento collettivo è stataconclusa con l’accordo per un numero di181 unità lavorative, di cui un dirigente,pari all’intero organico aziendale occupatopresso le sedi di Assemini ed Avezzano, afronte della cessazione di attività nei siti.Il licenziamento sarà intimato ai lavoratorientro il termine di legge. Ai lavoratorilicenziati con qualifica di operaio, impie-gato e quadro dell’azienda, l’azienda stessasi impegna a corrispondere un incentivoall’esodo determinato in separato accordo,sottoscritto in data 22 dicembre, secondoi termini e le modalità dallo stesso pre-viste.

Inoltre, l’accordo in oggetto contemplaun concreto e fattivo impegno dell’aziendaa procedere ad un percorso di reindustria-lizzazione dei siti coinvolti.

Questo percorso prevede che l’azienda,come suggerito dal Ministero dello svi-luppo economico, si doti di un advisor cheindividui nuovi soggetti imprenditoriali,operanti non in concorrenza, destinando atal fine la Vesuvius delle risorse proprie,oltre all’impegno della medesima ad age-volare in concreto il subentro del nuovoimprenditore, attraverso la cessione degliasset necessari alla prosecuzione delle at-tività del subentrante, ponendo in esseretutte le condizioni necessarie per favorirein concreto il subentro del nuovo impren-ditore. Questo processo verrà monitorato efavorito nell’ambito della normativa vi-gente e per quanto di propria competenzadal Ministero dello sviluppo economico,dalle istituzioni e delle regioni interessate.

PRESIDENTE. La deputata Corda hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta all’interpellanza Luigi Di Maioed altri n. 2-01541, di cui è cofirmataria.

EMANUELA CORDA. Grazie, Presi-dente. Ringrazio il sottosegretario, però,ovviamente, non siamo soddisfatti. Tral’altro, ci tengo a precisare che quanto

detto in precedenza dal mio collega DiMaio è assolutamente corrispondente alvero e la tardiva risposta a quest’interpel-lanza ne è la conferma, ovvero, queiministeri rispondono in maniera tardiva,in tempi non consoni, infatti ci sonotantissime interrogazioni, tantissimi attiche sono stati depositati e ai quali non èmai stata data risposta. Quindi, lo ripeto,la polemica l’ho trovata assolutamentesuperflua. Vogliamo dire, per quanto ri-guarda quella che noi consideriamo unavera e propria tragedia, quella dei lavo-ratori della Vesuvius Spa, che il tutto si èconsumato in un silenzio assolutamenteassordante, anche perché c’era in ballo ildiscorso del referendum, nel quale il pre-cedente Governo stava giocando tutte lesue carte e stava avviando una vera epropria partita a Risiko con i suoi con-tendenti, per convincere il Paese che sol-tanto cambiando la Carta costituzionale sisarebbe potuto avere un rilancio dell’eco-nomia, un rilancio della situazione che,attualmente, è gravissima. Invece, eraun’assoluta bufala, come tante altre coseche sono state dette e lasciano il tempoche trovano. Infatti, poi, il risultato delreferendum ha smentito palesemente ilPresidente che, quindi, è dovuto andare acasa con tutto il suo Governo.

Oggi, ci ritroviamo a discutere unafaccenda che purtroppo, ahimè, si è con-sumata e si è consumata senza che noipotessimo avere delle risposte, perché que-sta interpellanza era stata depositata duemesi fa e perché, nel frattempo, si cinci-schiava. Lo ripeto, il silenzio assordantedisturba anche perché noi abbiamo incon-trato tutte queste persone, questi lavora-tori, sia ad Avezzano che ad Assemini, e inloro era viva la speranza che si potessecontinuare la produzione, invece, tutti itavoli tecnici che sono stati avviati dalGoverno con i vari attori messi in campopresso il Ministero dello sviluppo econo-mico, con i vertici della Vesuvius, con lerappresentanze sindacali e con i rappre-sentanti degli enti locali, non hanno por-tato ad alcun risultato, perché, anche seoggi il sottosegretario ci viene a dire che cisono stati accordi e che ci sono tuttora

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degli accordi in itinere, noi non vediamoalcunché di concreto. Infatti, non siamosoddisfatti delle vostre tardive risposte esiamo assolutamente perplessi dell’ineffi-cacia del vostro intervento. Le ricordiamo,innanzitutto, che lo scopo principale del-l’Unità per la gestione delle vertenze delleimprese in crisi presso il suo Ministero èquello di favorire, consolidare e sostenerei livelli occupazionali delle imprese dirilevanti dimensioni, e tutto ciò non è statoportato a termine, non è stato assolto.Queste funzioni, alle quali questo stru-mento era stato deputato, non sono stateportate a termine, il che significa chequesto è uno strumento assolutamenteinefficace, tanto più che nel sito del vostroMinistero è pubblicato il numero di tuttele vertenze che sono state portate avanti,ma non sono pubblicati, per esempio, idati di quelli che sono gli eventuali esiti diqueste vertenze. Quindi, noi non sappiamoquante crisi effettivamente siano state ri-solte e questi sono i dati aggiornati agiugno dell’anno scorso. Quindi, assoluta-mente, questa azione del Governo, cosìcome di quelli precedenti, ci risulta asso-lutamente inutile e non si capisce comenon si riesca ad essere concreti nel risol-vere dei problemi che sono di sistema. Ilsignor Renzi ci diceva che se fosse passatoil « no » al referendum si sarebbero pa-ventati degli scenari apocalittici, che ilnostro Paese non avrebbe più attiratoinvestimenti e, invece, noi sappiamo be-nissimo che, se il nostro Paese oggi nonattira più investimenti, è perché nel nostroPaese esiste una cosa che si chiama cor-ruzione che ci costa ben 70 miliardi al-l’anno.

Mi riferisco alla corruzione detta « per-cepita » che ci costa tanti denari, lo ripeto,tanti denari e per la quale nessuno faniente. Non si fa una legge seria percombattere la corruzione, inoltre, non simette mano a una riforma fiscale seria,degna di questo nome e, quindi, il sistemafiscale è insostenibile a livello di impresae si continua ad agire per tamponare leemergenze. È la logica dell’emergenza cheha portato questo Paese alla deriva equesta ennesima situazione drammatica

che ha portato al licenziamento di quasi200 persone è soltanto l’ultima delle ver-gogne di questi Governi che si sono suc-ceduti e che non hanno mai portato nientedi buono, ma soprattutto di concreto. Noilo abbiamo detto anche prima, abbiamoprovato anche ad introdurre delle normesulla delocalizzazione per impedire che ilnostro Paese diventasse terreno fertile perla speculazione selvaggia e che le nostreeccellenze, il nostro made in Italy fosseappiattito dagli effetti della globalizzazioneselvaggia, senza regole, e, invece, tutto ciòche si sta tentando di portare avanti daparte delle opposizioni, con fatica, nonviene assolutamente ascoltato, non vienerecepito dagli Esecutivi che sono servi dialtre logiche che non hanno niente a chefare con il Paese reale. Quindi, a noi, oggi,dispiace dover constatare, ancora unavolta, che in questo Paese, invece che farequalcosa di concreto, si continui a perse-guire la via delle chiacchiere e auspi-chiamo che le cose possano cambiare, maprobabilmente perché ciò avvenga ci vorràun cambio definitivo di questa classe po-litica.

(Intendimenti del Governo circa la possi-bilità di consentire alle popolazioni col-pite dai recenti eventi sismici l’eserciziodell’iniziativa privata nel provvedere alleproprie esigenze abitative – n. 2-01564)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Ricciatti ed altri n. 2-01564(Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo alla deputata Ricciatti se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

LARA RICCIATTI. Signora Presidente,ormai un mese fa questa Camera halicenziato, ha approvato con la quasi una-nimità dei consensi e dei voti, il decretoche prevedeva delle misure urgenti infavore delle zone e delle popolazioni col-pite dai sismi di agosto e di ottobre. Ora,all’interno di quel decreto, fra le altre cose– tengo a precisare che il mio gruppoparlamentare ha votato convintamente a

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favore di quel decreto –, fra le varieprescrizioni, c’era anche l’acquisizione e lapredisposizione di aree affinché si potes-sero sistemare dei container in attesa dipoter arrivare all’installazione delle fa-mose casette di legno. Ovviamente, signorsottosegretario, lei capisce con me che ilcarattere pubblico di questa operazionerichiede dei tempi tecnici che rischiano diessere, però, troppo lunghi per delle po-polazioni che, invece, hanno bisogno dirisposte molto più celeri e molto piùveloci, anche perché buona parte di questepersone sono state trasferite fino a 100chilometri di distanza dai loro comuni diresidenza e alcuni comuni della regioneMarche, attraverso delle delibere comu-nali, hanno scelto di poter permettere adelle persone di poter installare dentro leloro zone di proprietà privata la casetta dilegno. Questo per una serie di motivi, ilpiù importante è quello, innanzitutto, dipermettere a quelle persone di restare neiloro Paesi di residenza, di non dovereessere spostate sulla costa o in altre zonee di continuare, ovviamente nel contesto diuna ricostruzione lunga e difficile, quelleattività produttive o quei lavori che, ma-gari, ancora sono rimasti in piedi. Ovvia-mente, la premessa è che non ci deveessere alcun tipo di incolumità per lepersone che poi andrebbero a vivere nellacasetta di legno collocata all’interno dellaproprietà e l’altra premessa importante dafare è che quest’operazione non avrebbealcun costo a carico dello Stato, perché, difatto, sarebbe il privato a comprarsi inautonomia, autonomamente, la propria ca-setta di legno e ad installarla nella propriaproprietà.

Queste iniziative sono state adottate aPieve Torina, a Pioraco, a Tolentino e aMontecavallo; ovviamente le amministra-zioni comunali hanno emanato e appro-vato delle delibere, intendendole come unarisposta celere, una risposta veloce e do-verosa, innanzitutto per consentire aquelle popolazioni sfollate di poter ripren-dere la strada della normalità. Ancheperché c’è un altro tema che poggia le basisu quello che è successo durante questoterremoto, e cioè il rischio sempre più

forte e sempre più grave di uno spopola-mento di tutta la zona montana che èstata colpita da quel terremoto.

Perché, guardi, signor sottosegretario,chi le parla ha avuto l’onere, ma anchel’impegno, di visitare zona per zona – iosono marchigiana – tutte le zone colpitedal terremoto e ci sono due tipi di personeche stanno reagendo a questo cataclisma:chi sceglie di inseguire il mito della costae, quindi, sceglie di andarsene e, verosi-milmente, non vorrà tornare nella propriaabitazione e in quella zona ritenuta si-smica; e chi, invece, pur avendo scelto dispostarsi sulla costa, vuole rientrare ilprima possibile dentro la propria abita-zione.

Io penso, quindi, che uno dei temi, cheè quello dello spopolamento delle areemontane, debba essere preso in conside-razione. Lei consideri che le amministra-zioni comunali e i sindaci, innanzitutto,sono coloro che si trovano in prima lineaad affrontare problemi non solo logistici,non solo psicologici, ma proprio di tenutadi una comunità che, oggi, di fatto, è divisae sfilacciata.

Insomma, sulla scorta di questi atti e diqueste delibere dei consigli comunali, laregione Marche risponde inviando unalettera a tutti i sindaci e a tutti i presidentidi provincia, quindi nel dettaglio i presi-denti della provincia di Ascoli, di Fermo edi Macerata, chiedendo di fatto la revocadi queste delibere, chiedendo di attenersialla normativa nazionale e alle prescri-zioni contenute all’interno della legge na-zionale e palesando, peraltro, fra le altrecose, il reato di costruzione abusiva.

Ora, le ripeto quello che le ho dettoprima, cioè questa è un’operazione chenon ha costi per lo Stato e non ledeassolutamente e in alcun modo l’incolu-mità pubblica, quindi il senso di questainterpellanza è, innanzitutto, capire checosa ne pensa il Governo, soprattutto se ilGoverno intenda, di fatto, assumere questainiziativa come una buona pratica e, in-vece, magari, provare ad estenderla a tuttii comuni, del cratere e non, colpiti daglieventi sismici.

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PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo sviluppo economico, AntonelloGiacomelli, ha facoltà di rispondere.

ANTONELLO GIACOMELLI, Sottose-gretario di Stato per lo Sviluppo econo-mico. Grazie, Presidente. Detto che, natu-ralmente, comprendo perfettamente, il Go-verno comprende il complesso dei pro-blemi, dei sentimenti, delle emozioni, delledifficoltà e delle angosce provocato e cheè dentro i tragici eventi accaduti. E, pre-messo questo, evidentemente, quindi, par-liamo sempre con consapevolezza di undramma che ha colpito le comunità inte-ressate.

Nel merito del tema posto, in partico-lare in merito alla delibera consiliare delcomune di Pieve Torina e degli altri co-muni oggetto dell’interpellanza, con laquale è stata autorizzata l’installazionediretta, da parte dei residenti privi diabilitazione, di casette provvisorie su pro-prietà privata, il Dipartimento della Pro-tezione civile ritiene che questo strumentonon sia idoneo per autorizzare la realiz-zazione di casette provvisorie in derogaagli strumenti urbanistici, ai vincoli pae-saggistici, oltre che alle altre normativeaventi incidenza sulla disciplina dell’atti-vità edilizia.

Infatti, il testo unico in materia diedilizia prevede che possano essere ese-guite, senza alcun titolo abilitativo – citotestualmente e, quindi, tra virgolette –: « leopere dirette a soddisfare obiettive esi-genze contingenti e temporanee ad essereimmediatamente rimosse al cessare dellanecessità e, comunque, entro un terminenon superiore a novanta giorni, previacomunicazione di avvio lavori all’ammini-strazione comunale ».

Ma la suddetta disposizione prevedeanche che siano – cito di nuovo –: « fattesalve le prescrizioni degli strumenti urba-nistici comunali e comunque le altre nor-mative di settore aventi incidenza sulladisciplina dell’attività edilizia, in partico-lare le norme antisismiche, quelle di si-curezza, antincendio, igienico-sanitarie,quelle relative all’efficienza energetica, allatutela del rischio idrogeologico, nonché le

disposizioni contenute nel codice dei beniculturali e del paesaggio ». Ne derivaquindi che, come riconosciuto da unagiurisprudenza che è costante in questosenso, il citato articolo 6 del decreto delPresidente della Repubblica n. 380 del2001 non sottrae gli interventi diretti asoddisfare esigenze contingibili e tempo-ranee al rispetto dei vincoli paesaggistici,di cui al decreto n. 42 del 2004, delleprescrizioni, degli strumenti urbanistici,delle norme antisismiche, nonché dellealtre disposizioni di settore.

Ne consegue, pertanto, che, per unlasso temporale di novanta giorni, l’instal-lazione di casette provvisorie in assenzadel titolo abilitativo non configura il reatodi abuso edilizio formale, che secondo lagiurisprudenza, si realizza nell’ipotesi diinterventi posti in essere senza il titoloabilitativo; tuttavia, si configurerebbe co-munque il reato di abuso edilizio sostan-ziale, qualora l’intervento provvisorio nonfosse conforme alla disciplina urbanisticaed edilizia vigente o se ricadente in zonesottoposte a vincolo storico, artistico, ar-cheologico, paesistico-ambientale, se fossestato eseguito in assenza delle relativeautorizzazioni o in difformità da esse. Percontro, decorso il lasso temporale di no-vanta giorni, si configurerebbe il reato diabuso edilizio in entrambe le fattispeciedelineate, cioè per assenza del titolo abi-litativo e per violazione delle richiamateprescrizioni di settore.

Alla luce della normativa vigente edella giurisprudenza, non pare, quindi, chelo strumento della delibera consiliare siaidoneo a derogare la disciplina suddetta inmateria delizia, né potrebbe autorizzareuna struttura in deroga agli strumentiurbanistici generali (ai sensi dell’articolo14 del decreto n. 380 del 2001). Questadisposizione, infatti, subordina la possibi-lità di rilasciare un permesso di costruirein deroga agli strumenti urbanistici gene-rali, attraverso la previa deliberazione delconsiglio comunale, per i soli edifici edimpianti pubblici o di interesse pubblico,tra cui non sembrano ricomprese le ca-sette di legno installate dai privati.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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Inoltre, la norma de qua impone, co-munque, il rispetto delle disposizioni con-tenute nel decreto n. 42 del 2004 in ma-teria di vincoli. Al riguardo, la Cassazioneha riconosciuto che il rilascio del per-messo, in deroga agli strumenti urbani-stici, è previsto attraverso delibera delconsiglio comunale esclusivamente peredifici e impianti pubblici o di interessepubblico; non può essere rilasciato inviolazione delle disposizioni contenute neldecreto n. 42 del 2004, che devono essere,comunque, rispettate; deve, comunque, ri-spettare le altre normative di settoreaventi incidenza sulla disciplina dell’atti-vità edilizia; la deroga può riguardareesclusivamente i limiti di densità edilizia,di altezza e distanza tra i fabbricati, di cuialle norme d’attuazione degli strumentiurbanistici generali ed esecutivi.

In conclusione, è doveroso in questasede evidenziare che l’attuale plesso nor-mativo emergenziale, in ragione della de-licatezza della materia trattata, ha pun-tualmente definito l’ambito d’azione delprivato, dettando indirizzi e imponendo almedesimo specifici vincoli, allo scopo dicontemperare l’esigenza di assicurare lanecessaria assistenza alla popolazione col-pita con quella correlata alla tutela deivincoli paesaggistici e urbanistici, che,come è noto, sono posti anch’essi a tuteladi valori costituzionalmente tutelati.

Infine, si precisa che la facoltà dero-gatoria prevista dalla normativa vigente inmateria di protezione civile può essereesercitata unicamente nell’ambito dellacornice normativa delineata dalle perti-nenti delibere del Consiglio dei ministri edalle conseguenti ordinanze del Capo di-partimento della Protezione civile. Per-tanto, il procedimento seguito dal comunedi Pieve Torina e dagli altri comuni og-getto dell’interpellanza non può conside-rarsi legittimo.

PRESIDENTE. La deputata Ricciatti hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

LARA RICCIATTI. Assolutamente no,signora Presidente. Signor sottosegretario,

voglio raccontargliela così: se io che, for-tunatamente, non vivo in una zona terre-motata, avessi scelto di installarmi la miacasetta di legno in mezzo al giardino dicasa mia, perché, alle ore 17, mettiamoipoteticamente, avessi il vezzo di bere untè in giardino, allora tutte le norme che leimi ha letto, rispondendo alla mia inter-pellanza, sarebbero giuste e sacrosante.

Ma qui stiamo parlando di un contestodi straordinarietà in cui, probabilmente,non vi è chiaro che solo un folle puòparlare di vincoli paesaggistici ed urbani-stici in paesi che oggi sono paesi fantasma,che non esistono più, dove ci sono solo deicumuli di macerie. Per cui questa è unasoluzione per permettere a delle personedi continuare a restare vicino alle propriestalle – ma di questo ne parleremo dopo–, di continuare a stare vicino ai propricari, di continuare a tenere insieme ilproprio complesso familiare.

Stiamo parlando di persone che nonhanno più gli occhi neanche per piangere,che non hanno più una casa, che nonhanno più un lavoro, che probabilmentehanno sepolto i propri cari a seguito dellascossa del 24 agosto. Solo un folle puòparlarmi di rispetto dei vincoli paesaggi-stici piuttosto che del rispetto dei vincoliambientali, perché, all’interno di unamontagna di macerie, non c’è vincoloambientale e non c’è vincolo paesaggisticosemplicemente perché non c’è più paesag-gio e semplicemente perché non c’è piùl’ambiente. Non so come raccontargliela,signor sottosegretario.

Io capisco che questa normativa ri-guarda una cosa normale, una circostanzanormale, ma ripeto: se io le chiedessi diinstallare una casetta nel mio giardino perprenderci il tè, allora sarebbe giusto tuttoquello che lei mi dice e, quindi, che visarebbe la configurazione di fatto di unabuso edilizio sostanziale o di entrambi icasi, dovrei riceverli tutti e dovrei essereresponsabile delle mie azioni. Ma ci sonodelle persone che chiedono di poter in-stallare, ad esempio, una casetta di legno,magari di fianco alla propria casa agibile,signor sottosegretario, perché hanno

Atti Parlamentari — 40 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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paura, perché le scosse non finiscono;perché ieri sera c’è stata, a Muccia, unascossa di 3,3.

Lei capisce, signor sottosegretario, chedover fronteggiare la paura, ma conti-nuando a restare lì dove la terra ti tremasotto i piedi, è difficile. Allora, per provarea far restare le persone all’interno dei loropaesi, si tratterebbe, per un lasso di tempocircoscritto, di consentire di montare, aproprie spese, una casetta di legno perrestare lì, con la condizione che, al mo-mento « x », cioè quando la propria casatornerà agibile, quella casetta di legnodovrà essere rimossa. Non capire una cosadel genere significa vivere su Marte.

Lei mi ha parlato di rispetto dellenorme antisismiche, ma sono le stessecasette di legno che arriveranno quando loStato sarà in grado di fornirle; ma leicapisce che i tempi dello Stato sono lunghie in quelle zone c’è la neve, fanno meno7 gradi ? Le faccio un esempio: dentro icontainer, che ancora, peraltro, non sonoarrivati e c’è gente che continua a dormirenelle roulotte, fa freddo. Lei mi parla diefficienza energetica: ma quale efficienzaenergetica può esserci dentro un contai-ner ? Noi lo abbiamo chiamato moduloabitativo, ma, di fatto, di container si trattae dentro un container, di inverno, si muoredi freddo e, d’estate, si muore di caldo.Allora, signor sottosegretario, quella è ef-ficienza energetica ?

Mi ha parlato di situazioni igienico-sanitarie che, magari, rischiano di nonessere garantite dentro una casetta dilegno, ma guardi: all’interno della casettadi legno che io mi compro e, quindi, doveverosimilmente farò alloggiare la mia fa-miglia, sarà mia cura prendermi cura,appunto, della mia casetta di legno. Invece,viceversa, seguendo i parametri delloStato, quando arriveranno i moduli abi-tativi, che saranno i container, essi do-vrebbero contenere sei persone. Ora, in uncontesto in cui la natalità è abbastanzabassa, io la sfido a trovare un contestofamiliare dove ci sono sei persone. Signi-fica che, probabilmente, all’interno di quelmodulo abitativo, con bagno in comune –

quindi, un bagno per un modulo abitativodi sei persone –, ci andranno a vivere duefamiglie.

Allora, lei – ovviamente, non lei, laProtezione civile o chi per lei – non puòrispondere che ci sono dei vincoli darispettare, che sono di efficienza energe-tica oppure di tutela dei beni ambientali,paesaggistici e culturali o rispetto a feno-meni di efficienza energetica, perché, difatto, queste persone stanno solo cercandodi tornare alla normalità, facendosi caricoeconomicamente di quelle spese, dell’inco-lumità di chi ci sta dentro, cercando dirisolvere un problema allo Stato, non digarantirglielo.

Stanno cercando di tornare alla nor-malità, parola questa sconosciuta perché,ripeto, fa freddo, fanno meno 7 gradi; oggie domani, le condizioni meteo dovrebberoregalare una parentesi senza neve e gelo.La Protezione civile ha già emanato un’al-tra allerta per cui, da domenica, arriveràuna settimana di neve. Queste popolazionicolpite dal sisma stanno uscendo da unasettimana dove, di notte, la temperaturaarrivava persino a meno 11 gradi.

Allora, davanti a questo, io vorrò ve-dere quale magistratura si permetterà, undomani, di accusare queste persone, per-ché io spero – lo voglio dire all’interno diuna delle Aule più importanti dello Stato– che quei comuni non ritirino quelledelibere; io vorrò trovare quel giudice cheaccuserà quella persona terremotata, che,dopo essersi comprata la propria casettain legno, avrà il coraggio di accusarla econdannarla per reato di abuso edilizio.

(Chiarimenti in merito ad una consulenzaaffidata presso la struttura di missioneper gli anniversari di interesse nazionaledella Presidenza del Consiglio dei ministri

– n. 2-01573)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Dieni ed altri n. 2-01573(Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo alla deputata Dieni se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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FEDERICA DIENI. Sì, Presidente.Membro del Governo, nonostante il Go-verno Renzi sia formalmente terminato aseguito della netta pronuncia degli italianiil 4 dicembre, che ha bocciato con unsonoro « no » la riforma dissennata dellaCarta costituzionale, ma l’anima stessadello pseudoriformismo renziano, i fruttiavvelenati del renzismo continuano adinquinare la vita politica, sociale ed eco-nomica del Paese.

Se ci fossero da fornire delle prove diquanto dico, non servirebbe far altro cherivolgersi ai banchi di questo Governo, cheè rimasto pressoché il medesimo di quelloRenzi. C’è da scommetterci: anche lostesso Presidente del Consiglio sarebberimasto lo stesso, se non avesse volutotentare di ricostruirsi una verginità poli-tica lontano dagli occhi degli elettori. Que-sto inganno, che confida, probabilmente,in un’ingenuità che gli italiani fortunata-mente non hanno mai dimostrato, non èsolo riferito alle persone, ma ai presup-posti del renzismo, che ne hanno carat-terizzato gli atti, la legislazione, le azioniconcrete, ma anche le stesse logiche digestione del potere.

Quello che è rappresentato in quest’in-terpellanza è il caso di un singolo, ma èsoprattutto lo specchio fedele di un me-todo che ha caratterizzato le passate le-gislature e che è stato innalzato a sistemaproprio da colui che si è proposto, inpassato, come rottamatore della vecchiaItalia. Il cambiamento promesso si è tra-sformato in un rampantismo anni Ottanta,in cui tutto – regole ed opportunità po-litica – poteva essere travolto pur disuperare la palude, in modo che il Paesesi rimettesse a correre. Purtroppo, invecedi correre, l’Italia si è presto ritrovata inginocchio e questo vale anche per lapubblica amministrazione.

Renzi, anziché incidere sulle regole, hapreferito affidarsi al tentativo di una pre-tesa fedeltà e all’occupazione del maggiornumero possibile di cariche di Governo esottogoverno con persone di propria fidu-cia, cercando, quindi, di impossessarsi an-che di quelle che non avrebbe potutotoccare. Si guardi, ad esempio, alla no-

mina della dottoressa Manzione al Consi-glio di Stato o al tentativo di assoggettarela dirigenza della pubblica amministra-zione alla politica operata con la pseudo-riforma Madia.

Il caso di Simona Ercolani, che ab-biamo voluto portare all’interesse di que-st’Aula oggi, è emblematico. Nell’ansia diriempire di persone fedeli a Palazzo Chigi,non ci si è neppure posti la domanda sel’attribuzione di una consulenza a questapersona sarebbe stata legittima o meno, senon legittima, almeno opportuna.

La struttura di missione per gli anni-versari di interesse nazionale, da ciò che sievince dal sito della Presidenza del Con-siglio, ha conferito prima dal 24 febbraioal 31 dicembre 2015 e, poi, dal 1o aprileal 31 dicembre 2016, a Simona Ercolanil’incarico che, cito, « consiste nel coordi-namento e nella realizzazione delle inizia-tive celebrative degli anniversari di inte-resse nazionale, per la direzione artistica,la promozione e la diffusione della cono-scenza delle iniziative celebrative ».

La Ercolani, più specificamente, si sa-rebbe occupata, nel secondo periodo cheho citato, della direzione artistica nellarealizzazione di tre spot televisivi per laricorrenza del settantesimo anniversariodella Liberazione. Per questo incarico laconsulente avrebbe ricevuto 46 mila eurolordi, più di 15 mila euro a spot, per lasola direzione artistica, tra l’altro.

Non vorrei essere accusata di una vi-sione eccessivamente pauperistica, maquando si spendono soldi pubblici nonsarebbe male dettagliare meglio qualisiano nello specifico le attività che com-portino un tale esborso. Per carità, laErcolani è una professionista affermata,ma sarà anche lecito domandarsi qualecontributo concreto ha portato alla rea-lizzazione di questi spot: che cosa ha fattoconcretamente ? Ma lasciamo stare per unmomento questo aspetto. Simona Ercolani,nel medesimo periodo, si è occupata anchedella regia dell’evento « La piazza è delPopolo », il 29 ottobre 2016, a favore del« sì » al referendum costituzionale e dellacosiddetta « Leopolda », incontro politico

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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promosso dal Presidente del Consiglio eorganizzato nel 2016 dal sottosegretarioLotti.

Questo, non solo le ha evidentementetolto tempo per occuparsi ovviamentedella direzione artistica dello spot, malascia ingenerare il dubbio – un dubbioche credo sia anche legittimo, e che sa-rebbe compito del Governo cancellare –che la Ercolani sia stata pagata attraversosoldi pubblici per organizzare gli eventipolitici di Matteo Renzi. Si tratta di unamalignità, forse, ma siccome la questionemi pare di una certa importanza, sarebbeil caso che qualcuno rassicurasse noi cit-tadini sul fatto che esistono regole e pro-cedure per assicurarsi che fatti come que-sti non accadano. E dovrebbe essere im-portante anche per la Presidenza del Con-siglio fornire questo tipo di garanzie, datoche è suo interesse sapere che destina-zione prendono i soldi che sborsa perpagare un consulente. Certo, forse è un po’complesso, se il sottosegretario alla Presi-denza è il braccio destro di quel MatteoRenzi che è così vicino a Ercolani.

È giunto il momento di un giro di vite.Mi chiedo se non sarebbe bene fermarsi evalutare l’opportunità di certe scelte, senzaattribuire incarichi di consulenza a cuorleggero. Come è noto, la moglie di Cesaredovrebbe essere al di sopra di ogni so-spetto, tanto più dovrebbe esserlo la Pre-sidenza del Consiglio. Come se non ba-stasse, infatti, la dottoressa Ercolani hauna società privata che fa prodotti per laRAI, e probabilmente, come collaboratricedella Presidenza del Consiglio, per attivitàche comportino evidentemente un rap-porto privilegiato con la stessa RAI, haqualche possibilità in più quando bussaalle porte dei « renzianissimi » vertici dellaTV pubblica. Da quanto ci risulta infatti,la società Stand by me, di cui essa stessaè amministratrice, ha realizzato negli ul-timi due anni crescite di fatturato consi-stenti, anche del 24 per cento. Quanto èmerito della sua capacità imprenditoriale ?E quanto lo è, invece, per i vantaggiderivati dalla vicinanza a chi comanda etira le fila ? È dunque perfino secondariosapere se Simona Ercolani è ancora con-

sulente o se lo sarà in futuro. Se sietevenuti qua per dirci che non lo è più,questo dimostra al massimo che forseavete la coda di paglia. Ciò che è piùimportante è che si risponda a comeappunto possa essere accettabile il fattoche una consulente della Presidenza svolganel contempo attività politica ed impren-ditoriale senza le necessarie garanzie af-finché tutti questi aspetti non vadano asovrapporsi, ingenerando degli indebitivantaggi o peggio un utilizzo improprio difondi pubblici. Ricordo che esistono gliuffici di diretta collaborazione, attraversoi quali il vertice politico può assumere protempore persone di propria fiducia. Uti-lizzare altri mezzucci, specie nello spregiocostante del pubblico impiego e delle ga-ranzie di terzietà per esso stesso previstedalla Costituzione, è un triste spettacoloche, pur avendo caratterizzato il corso diquesti anni, non ci stancheremo mai didenunciare e di combattere.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico, Anto-nello Giacomelli, ha facoltà di rispondere.

ANTONELLO GIACOMELLI, Sottose-gretario di Stato per lo Sviluppo econo-mico. Presidente, la collega Dieni ha fattogià anche l’ipotesi della mia risposta eanche il successivo suo commento convalutazione finale, quindi per la verità hareso quasi inutile il perseguimento di que-sto colloquio. Ma perché rimanga agli atti,invece, al di là delle supposizioni e dellefantasie dell’illustrazione, vorrei che rima-nessero dati concreti sulla questione og-getto dell’interpellanza.

L’incarico a cui si fa riferimento, con-ferito dapprima con decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri il 24 febbraio2015, successivamente con decreto del Pre-sidente del Consiglio dei ministri il 1o

aprile 2016, debitamente registrati dallaCorte dei conti, è consistito nella consu-lenza e direzione artistica delle iniziativecelebrative riferite al centenario dellaprima guerra mondiale, al settantesimoanniversario della Resistenza e dellaguerra di Liberazione, della nascita della

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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Repubblica italiana e del riconoscimentodei diritti elettorali delle donne. L’incaricosi è concluso alla data del 31 dicembre2016, e al momento non risulta esserestato nuovamente conferito.

Il compenso annuo lordo è stato de-terminato in 46.000 euro, pari a unimporto mensile di 3.833 euro, oltre alcontributo del 4 per cento e l’IVA dilegge, che è stato corrisposto in ratetrimestrali a seguito di presentazione direlazione sull’attività svolta. A titoloesemplificativo e non esaustivo, si ripor-tano alcuni risultati conseguiti grazie an-che all’attività svolta dalla signora Simo-netta Ercolani in raccordo con la strut-tura di missione per gli anniversari diinteresse nazionale e con il comitatostorico-scientifico competente: la dire-zione artistica delle iniziative celebrativerealizzate nella settimana della Libera-zione dal 20 al 25 aprile, naturalmentedel 2015, in particolare la campagna dicomunicazione istituzionale che ha inte-ressato anche i social media e gli spottelevisivi andati in onda nelle maggioriemittenti televisive; l’ideazione e il coor-dinamento delle attività realizzate in col-laborazione con i maggiori broadcasternazionali, ad esempio la serata « Viva il25 aprile », in onda su RAI 1, e lospeciale di Sky Arte dedicato alla streetart; il coordinamento delle iniziative com-memorative dell’ingresso dell’Italia nellaprima guerra mondiale, realizzare il 24maggio 2015, e in particolare la promo-zione e la diffusione della campagna dicomunicazione istituzionale « I versi dellamemoria »; la direzione artistica di alcunispot televisivi con a tema la memoria ela parola « ricorda », trasmessi dai mag-giori broadcaster italiani, digitali e satel-litari; l’ideazione ed il coordinamento conRcs Sport delle iniziative di commemo-razione del centenario della prima guerramondiale all’interno del Giro d’Italia; l’i-deazione e la preparazione dell’evento diinaugurazione della « Piazza delle Pietred’Italia » presso il Sacrario militare diRedipuglia, il 9 novembre 2015; l’idea-zione e la preparazione degli eventi, svol-tisi il 1o ed il 2 giugno 2016, per cele-

brare il settantesimo anniversario dallanascita della Repubblica italiana e deidiritti elettorali delle donne.

Per quanto attiene ad eventuali ulte-riori attività a cui fa riferimento l’inter-pellanza in argomento, queste non atten-gono alla competenza di questa struttura,e comunque non hanno dato luogo acorresponsione di compensi da parte dellastruttura medesima.

PRESIDENTE. La deputata Dieni hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

FEDERICA DIENI. Presidente, comedicevo in premessa, il caso di SimonaErcolani era solo un pretesto per aprireun dibattito sulle vere domande che ca-ratterizzavano questa interpellanza. Vorreiriproporla. Al di là del caso specificoillustrato in premessa, chiedevo se non siritenga opportuno rivedere i criteri del-l’assegnazione delle consulenze da partedella Presidenza del Consiglio, o quantomeno aumentare le garanzie di traspa-renza, in modo da evitare che soggettiretribuiti con risorse pubbliche per svol-gere attività istituzionali si adoperino nelcontempo in attività professionali per unpartito o una parte politica. Semplifi-cando, la risposta che mi è stata fornita è« no, tutto va bene così, a gonfie vele »,com’era prevedibile.

Questo è il motivo per il quale nonposso dirmi soddisfatta della risposta, nonperché tolga qualcosa a me, ma perché èun ulteriore tassello del disprezzo chequesta classe politica ha dimostrato neiconfronti del pubblico impiego e di tutticoloro che hanno vinto o sono risultatiidonei ad un concorso pubblico. La nostraclasse politica, specie il PD del renzismo,non pende infatti occasione per ribadirequella che è per essa una semplice verità:la pubblica amministrazione deve essere adisposizione della politica; chi vince devepoter fare ogni cosa: spostare le personesgradite, esercitare il controllo sui dipen-denti pubblici e remunerare chiunquedeve ricompensare. E chi se ne frega delleregole, dei possibili conflitti di interessi,

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della semplice decenza ! L’importante èavere un gruppo di pretoriani fedeli atirare le leve, indipendentemente da doveprovengano.

Ebbene, forse è il caso che vi rileggiatel’articolo 97 della Costituzione, quelquarto comma in cui si sostiene che agliimpieghi delle pubbliche amministrazionisi accede mediante concorso, salvo i casistabiliti dalla legge. L’impressione è inveceche tanto più passa il tempo quanto più ilconcorso sia una pratica eccezionale e nonquella normale. C’è sempre qualche com-pito che i pubblici dipendenti non possonosvolgere, per allargare le maglie e fareentrare qualcuno più specializzato. Pec-cato che, dopo, a ben guardare, esso sia ilpiù delle volte l’amico degli amici, che nonrisolve il problema ma lo complica. At-tendiamo una svolta, caro sottosegretario,affinché tutto questo finisca, ma sappiamoche non può accadere in questa legisla-tura, ed è un peccato. Non si trattasoltanto di una questione estetica, di unmoralismo da bar: uno dei principali pro-blemi del Paese è nella pubblica ammini-strazione, ma questo problema non sirisolve riempiendola di amici, amici degliamici e di persone che si vogliono ricom-pensare. Questa è una delle più gravicause del problema, non certo la solu-zione.

Quindi, con questa interpellanza ab-biamo voluto mettere in luce purtroppoquesto problema, un problema molto sen-tito, soprattutto dalle nuove generazioniche io in quest’Aula rappresento, personeche, comunque, non possono essere messein condizione, senza conoscere qualcuno,di ricoprire alcunché all’interno della pub-blica amministrazione, anche perché lostrumento dei concorsi, purtroppo, in que-sti anni è venuto meno e ci sono idonei,vincitori di concorso, che ancora aspettanodi essere assunti dopo anni e anni dallepubblicazioni delle graduatorie. Quindi, ilnostro avviso, in questo momento, è quellodi ricoprire questi incarichi prevalente-mente con persone all’interno delle pub-bliche amministrazioni, che ci sono, sonobrave, sono competenti, e soprattutto svec-chiare realmente la pubblica amministra-

zione, non attraverso i proclami, assu-mendo persone adeguate, persone giovaniche hanno tutta la voglia di fare e didimostrare le proprie competenze e ilproprio merito allo Stato italiano, le qualinon siano più costrette a emigrare perimpossibilità di ricoprire cariche all’in-terno del nostro Stato e anche per man-canza di interesse. Molte persone moltobrave, purtroppo, devono lasciare il Paesee questo non è giusto.

(Chiarimenti ed iniziative urgenti in or-dine ai ritardi nella fornitura delle strut-ture da adibire al ricovero degli animalida allevamento nelle zone colpite dai

recenti eventi sismici – n. 2-01574)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza urgente Ricciatti ed altri n. 2-01574(Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

Chiedo alla deputata Ricciatti se in-tenda illustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

LARA RICCIATTI. Grazie, signora Pre-sidente. Si tratta di una sorta di continuodell’interpellanza che abbiamo presentatoprima, perché il tema è lo stesso. Questavolta c’è un ulteriore disagio, sempre nelcontesto delle zone terremotate, cioè ilricovero degli animali presenti in quellezone. Gli allevatori avevano lanciato unallarme, perché, peraltro, questo è il pe-riodo in cui pecore, mucche, cavalli stannopartorendo in un contesto meteorologicoche era – quello sì – prevedibile. Infatti,se, da un lato, il terremoto non è preve-dibile, il contesto meteorologico lo è. Lascorsa settimana ci sono stati fenomeni dineve, ma soprattutto ci sono state tempe-rature polari. Come ho detto prima, latemperatura è arrivata fino a meno 11gradi e, al netto di questa parentesi di unpaio di giorni, in cui le temperature sisono alzate, la Protezione civile ha ema-nato un nuovo bollettino di allerta meteo,perché fra due giorni dovrebbero ripren-dere copiose nevicate e le temperaturedovrebbero tornare ad essere gelide. Ov-viamente ci sono allevatori che stanno

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denunciando dei fortissimi ritardi nellafornitura delle stalle provvisorie adibite aricovero degli animali. Alcuni animalistanno morendo. Quindi, ci sono gli alle-vatori che, da una parte, vedono morire ilproprio bestiame e, dall’altra, sono co-stretti a riportare il bestiame, almeno lanotte, all’interno delle stalle dichiarateinagibili oppure sono costretti a costruirecon mezzi di fortuna, seppure in manieraprovvisoria, perché con una piovuta se neva tutto, imballaggi di paglia con cui siprova a coprire, almeno dal freddo, glianimali. In aggiunta a tutto ciò, se nonvogliono far morire gli animali, sono co-stretti a svenderli rispetto al prezzo dimercato. Fare l’allevatore per chi vive inquelle zone, di fatto, è una delle unichefonti di reddito.

La Protezione civile, insieme al Go-verno, aveva garantito che una delle primecose che sarebbero arrivate in queste zonesarebbero state le stalle per gli animali,perché le condizioni meteorologiche pos-sono prevedersi. Comunque, che l’invernonell’entroterra laziale, umbro e marchi-giano sia abbastanza freddo è noto. Invece,c’è stato un ritardo molto grave, che oggista portando conseguenze pesantissimeper gli allevatori, che, da una parte, hannodelle ripercussioni economiche e, dall’al-tra, non sono messi nelle condizioni dipoter lavorare.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario diStato, Antonello Giacomelli, ha facoltà dirispondere.

ANTONELLO GIACOMELLI, Sottose-gretario di Stato per lo Sviluppo econo-mico. Grazie, Presidente. Come la collegaha ricordato, c’è un filo che lega questoargomento a quello trattato in precedenza.Io cercherò di dare tutti gli elementi. Èevidente – lo dico anche pensando altema, sempre legato, di cui abbiamo par-lato poco fa – che tutti abbiamo chiaroche stiamo affrontando una situazioneemergenziale. Se la situazione è emergen-

ziale, è evidente che anche gli strumenti ele modalità con cui si affronta debbanoessere emergenziali.

Per usare un’espressione che ha usatola collega, sarebbe folle, per esempio, im-maginare che una espressione della fun-zione legislativa, del potere legislativo, unparlamentare che concorre a fare lenorme, che le conosce tutte, che indica,con le norme, qual è l’azione che devonoseguire le amministrazioni locali e il Go-verno, poi immaginasse che una iniziativache non rispetta le norme, che può esseregiustificata da logiche emergenziali, debbaessere oggetto, magari, di una domanda inuna sede pubblica ufficiale, in Parlamento,per poter ottenere una risposta ufficiale epubblica contraria a quelle stesse normeche il Parlamento ha posto come limite. Seaccadesse una cosa del genere, io pensereiche chi fa questo tipo di iniziativa, più chea risolvere il problema, che va risoltoevidentemente con altri strumenti e peraltre strade, forse è interessato a scanda-lizzarsi della risposta, inevitabilmenteineccepibile nella sede in cui viene posta ladomanda, che era facile immaginare inprecedenza.

Quando accadono le tragedie che ilterremoto e gli eventi di questo tipo ine-vitabilmente comportano, tutti gli aspettidella vita sono coinvolti e, quindi, è com-prensibile che vi sia, oltre agli aspettiprincipali che riguardano la vita dellepersone, posti dall’interpellanza prece-dente, anche il tema dell’assistenza allepopolazioni dal punto di vista degli stru-menti per fronteggiare l’emergenza nelsettore della zootecnia nei territori colpiti,in questo caso, dagli eventi sismici del 24agosto e, poi, del 30 ottobre. A questo fineè stata attivata, presso la stazione diagno-stica dell’Istituto zooprofilattico sperimen-tale di Rieti, l’unità di coordinamento delleattività concernenti la sanità pubblica ve-terinaria e la sicurezza alimentare, con lapartecipazione del Ministero della salute,del Ministero delle politiche agricole ali-mentari e forestali, dei settori sanità eagricoltura delle quattro regioni colpite,degli Istituti zooprofilattici sperimentali,dei carabinieri del NAS, dei servizi vete-

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rinari delle aziende sanitarie locali com-petenti per territorio. Nella più generaleazione di assistenza alla popolazione si èritenuto necessario prevedere specificheforme di sostegno per gli allevatori chehanno subito danni alle abitazioni e/o allestrutture di stabulazione degli animali e diproduzione.

L’attuazione delle misure, studiata inraccordo con il Ministero delle politicheagricole alimentari e forestali, condivisecon i quattro presidenti delle regioni, èstata affidata alle regioni stesse. Le primemisure urgenti per consentire il ricoverodegli animali e la continuità delle attivitàproduttive sono state previste, con ordi-nanza del Capo del Dipartimento dellaProtezione civile, il 13 settembre 2016.Altri provvedimenti sono stati inclusi neldecreto-legge n. 189 dell’ottobre 2016,convertito dalla legge 15 dicembre 2016,n. 229. In particolare, per consentire lacontinuità produttiva del settore di alle-vamento zootecnico, è stata prevista l’in-stallazione di moduli temporanei presso leaziende danneggiate, volti a coprire sia ilfabbisogno abitativo delle famiglie degliallevatori sia il ricovero provvisorio deglianimali e lo stoccaggio dei mangimi, inattesa della ricostruzione. In conseguenzadel sisma del 24 agosto 2016, le regioniLazio e Umbria si sono fatte carico dieffettuare, anche per conto delle altreregioni interessate, le gare, rispettiva-mente, per la fornitura di stalle e fienili eper il noleggio dei moduli abitativi prov-visori rurali, per consentire la continuitàproduttiva delle aziende zootecniche conabitazione e struttura produttiva danneg-giata. Con una gara bandita il 22 ottobresono stati acquisiti 178 moduli (stalle efienili); con una gara bandita il 24 ottobresono stati acquisiti 73 moduli provvisoriper le esigenze delle aziende delle quattroregioni. In attesa della consegna, il Dipar-timento della Protezione civile ha messo adisposizione dei camper, allestiti dallaCroce Rossa Italiana, per chi ha richiestouna soluzione abitativa temporanea vicinaalla propria attività. Al 30 ottobre risul-

tavano consegnati 14 camper ad Amatricee Accumuli, utili a soddisfare le esigenzerappresentate.

In alternativa ai moduli, gli allevatoricon abitazioni inagibili hanno potuto ri-chiedere l’assegnazione di un moduloprovvisorio nelle aree individuate dai co-muni, come la restante parte della popo-lazione.

Per dotare gli allevatori di un luogo dilavoro temporaneo, inoltre, sono statimessi e consegnati 70 moduli di supportodonati dalla regione Friuli-Venezia Giuliaattraverso il sistema di protezione civileregionale.

Gli eventi del 27 e 30 ottobre hannodeterminato un cambio di scala dei bi-sogni, con un aumento notevolissimodelle aziende zootecniche che hanno su-bito danneggiamenti. Si è pertanto lavo-rato per implementare ed estendere leforme d’assistenza già previste pur nellaconsapevolezza che la dimensione delfenomeno avrebbe determinato disagiconsistenti e tempi lunghi di risposta. Legare effettuate a seguito del sisma del 24agosto, infatti, tenevano conto delle esi-genze precedenti ai sismi di fine ottobree pertanto è stato necessario adottareprovvedimenti normativi al fine di con-sentire un approvvigionamento ulterioredi moduli. In particolare il decreto-leggen. 189 del 2016 ha dato la possibilità allecentrali di committenza di Lazio e Um-bria di incrementare gli ordini a partiredalle ditte prime classificate delle rispet-tive gare per poi scorrere la graduatoriaqualora il fabbisogno non sia interamentecoperto. Inoltre gli allevatori sono statiautorizzati a realizzare in maniera au-tonoma, previa autorizzazione delle re-gioni, opere di urbanizzazione utili per ilposizionamento dei moduli provvisoridelle stalle e dei fienili.

Con l’ordinanza del capo del Diparti-mento della Protezione civile n. 415 del 21novembre 2016 è stato consentito aglioperatori danneggiati di chiedere alla re-gione di eseguire autonomamente i lavoridi predisposizione delle aree su cui collo-care le strutture, mentre l’ordinanza delcommissario alla ricostruzione n. 5 del 28

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novembre 2016 consente agli allevatori chehanno strutture zootecniche di poter prov-vedere direttamente alla sistemazione del-l’area e alla fornitura delle strutture pro-duttive danneggiate per una delocalizza-zione temporanea. Le esigenze rilevateammontano a 68 moduli provvisori ruralie 194 stalle e fienili per un totale di 262strutture. Tutte e quattro le regioni sonoimpegnate nell’attività di predisposizionedelle aree per l’installazione delle strut-ture. Dopo il 30 ottobre è iniziata laconsegna dei primi moduli. In particolarenella regione Umbria sono state installatetutte le strutture previste per le aziendecolpite dal sisma del 24 agosto. Infine, inaggiunta agli interventi già adottati, ilcommissario, alla luce delle avverse con-dizioni climatiche che a partire dai primigiorni di gennaio stanno interessando ilcentro-sud e in particolare le zone colpitedagli eventi sismici, sta verificando qualiulteriori interventi possano essere posti inessere a sostegno degli allevatori.

PRESIDENTE. La deputata Ricciatti hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

LARA RICCIATTI. No, non sono sod-disfatta della risposta. Vengo al meritoma mi permetto di prendermi la licenzadi scambiare l’ultima battuta con il sot-tosegretario Giacomelli rispetto all’inter-pellanza di prima. Vede, signor sottose-gretario, una legge si può approvare an-che sbagliata. Il suo gruppo parlamen-tare, il mio gruppo parlamentare hannodichiarato che ci sono state leggi appro-vate ma sbagliate e che questo decreto-legge sul terremoto fosse perfettibile l’a-vevamo detto tutti, che fosse un decretoche era stato scritto di prima mano peril sisma del 24 e riadattato con il famosomaxiemendamento al Senato per i sismidi ottobre lo sapevamo tutti ma, persenso di responsabilità e perché appuntosiamo nell’emergenza, è stato votato conl’impegno però, presente la Ministra Fi-nocchiaro, di reintervenire nuovamentesul tema perché appunto quello era undecreto perfettibile che presentava palesi

vuoti normativi che non sto qui a snoc-ciolare perché ho la necessità di restaresu un tema che è un’altra emergenza, cheè quella delle stalle. Tuttavia mi per-metta, signor sottosegretario: se una mi-sura è urgente lo deve essere anche neifatti e non solo nelle parole. Lei harichiamato il fatto che prima c’eranodelle cifre rispetto al terremoto del 24agosto e poi, con i sismi del 30 ottobre,ovviamente le cifre sono lievitate, sonodiciamo triplicate, quintuplicate, in alcunicasi persino decuplicate. Quindi non staa me giudicare rispetto ai conteggi chesono stati fatti. Lo abbiamo detto e siamotutti d’accordo: i tempi sono lunghi e laburocrazia in questi casi però, diciamo-celo, non sta aiutando. Lei ha richiamatol’ordinanza n. 5, che lei ha detto esseredel 28 novembre e a me risulta del 26novembre ma, giorno più giorno meno,poco cambia, in cui si autorizzano gliallevatori a provvedere autonomamentenel fare stalle per poter avere, dopo unmese, il risarcimento.

C’è solo un problema, l’assessore re-gionale Sciapichetti, che nella sua pro-vincia di Macerata peraltro è anche as-sessore alla protezione civile, dichiara inmaniera candida che probabilmente c’èstato un deficit di chiarezza e di comu-nicazione perché c’è un dettaglio: gliallevatori, i proprietari dei capi di be-stiame lamentano che non c’è stata co-municazione sui rimborsi per chi realizzale strutture in proprio. C’è un articolo digiornale – non lo invento io – fonti delleCronache maceratesi dicono che gli alle-vatori dichiarano che non erano a co-noscenza di questa ordinanza. Gliele vo-glio citare perché non inventiamo niente:articolo di ieri di Albano Liberti « Sta-notte mi sono morti per il freddo settemaialini »; Fabio Ottaviani « non sapevoniente di questa opportunità »; Attilio Ri-velli « Ci avevano detto di aspettare, ab-biamo perso un mese ». Peccato che dal24 agosto in piena estate a ieri che erail 12 gennaio in mezzo ci sono statetemperature polari che torneranno. Neigiorni scorsi il Ministro Martina è statonelle Marche anche a rassicurare gli

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allevatori dicendo che arriveranno i fondidella PAC che saranno a disposizione.Però vede – l’ho detto prima – la parola« emergenza » e la parola « urgenza » de-vono tramutarsi in fatti. Queste personehanno bisogno di avere dei fatti perchépurtroppo delle parole del Governo maanche di chiunque si candidi a farepolitiche, chiunque rappresenti un’istitu-zione iniziano a farci ben poco, signorsottosegretario. Infatti i loro animalistanno morendo, perché la loro unicafonte di reddito sta morendo perchévedono che i moduli abitativi che dove-vano arrivare per Natale non sono an-cora arrivati, perché vedono che i con-tainer per il ricovero degli animali chedovevano arrivare non sono ancora ar-rivati. E allora iniziano a domandarsidove sia lo Stato, al netto di un decreto,ripeto, che il mio gruppo parlamentareha convintamente sostenuto e non ab-biamo presentato emendamenti perchésapevamo che sarebbe decaduto, perchébisognava fare in fretta e perché lo Statodavanti a queste tragedie non deve farepolemica. Tuttavia, se mi permette, al-l’interno di quest’Aula almeno rendersiconto che ci sono stati ritardi e che nonvale più dire a queste persone « faremo »perché, se tu uccidi la zootecnia in quellerealtà, significa azzoppare un intero com-parto non solo di attività produttive mauccidere l’economia di una famiglia. Chiil lavoro ce l’aveva e gli è rimasto sottole macerie e chi invece è riuscito asalvarlo, perché le mucche, gli agnelli, lepecore non gli sono morti sotto le ma-cerie, ora glieli stanno uccidendo il maltempo e i ritardi dello Stato. Era sba-gliato: probabilmente avrebbe avuto piùsenso suggerire a questi allevatori ditrovare soluzioni alternative, ma buon-senso avrebbe voluto una comunicazionea queste persone che impegnate comesono, capirà, non saranno perennementedavanti ai server della regione Marche odella regione Lazio o della regione Um-bria a controllare le ordinanze ancheperché – mi permetta di dirlo ma questolo dico con tono positivo – sia Curcioche Errani sono stati molto presenti in

queste zone terremotate e, davanti allelamentele di questi allevatori, si potevaquanto meno comunicare che c’era un’or-dinanza e che potevano procedere inmaniera autonoma alla ristrutturazione ealla costruzione di stalle provvisorie.Bene, signor sottosegretario, questo non èstato fatto e allora ogni tanto un bagnod’umiltà nel dire che c’è stato un ritardosi potrebbe anche fare perché si ricordiche in quelle zone si gioca con la vitadelle persone.

(Iniziative volte a garantire alle scuoleparitarie la partecipazione al programmaoperativo nazionale « Per la scuola, com-petenze e ambienti per l’apprendimento »

2014-2020 – n. 2-01538)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpel-lanza Binetti ed altri n. 2-01538 (Vedil’allegato A – Interpellanze e interroga-zioni).

Chiedo all’onorevole Binetti se intendaillustrare la sua interpellanza o se siriservi di intervenire in sede di replica.

PAOLA BINETTI. Presidente, illustremembro del Governo, è importante l’in-terpellanza urgente in esame che in questomomento di inizio di anno scolastico èpresentata in quest’Aula, perché potrebbesegnare davvero il clima e il tono di cuil’attenzione alle scuole paritarie potrà go-dere per quel che resta di questa legisla-tura. Ora non c’è dubbio che se c’è unalegislatura nella quale la scuola paritariaha goduto di un’attenzione forse non ade-guata sui bisogni, ma significativamentediversa e migliore rispetto a quelle prece-denti, è proprio con questo Governo.

L’aver riconosciuto alla scuola paritariala dignità che gli deriva dal fatto che essaè una scuola paritaria e, quindi, unascuola che ha pari diritti, oltreché paridoveri, e aver riconosciuto, quindi, impli-citamente uno dei più importanti dirittiumani che c’è, il diritto alla libertà dieducazione e il diritto dei genitori adessere protagonisti, perlomeno nelle primefasi della vita dei ragazzi, di questa scelta,

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questo significa aver fondato uno dei va-lori capisaldi della nostra democrazia. Noiabbiamo salutato davvero con grande spi-rito positivo il primo riconoscimento: ifamosi 500 milioni alla scuola paritaria.Ce ne siamo rallegrati profondamente,perché ci sembrava che fosse un fatto digiustizia, non un fatto eccezionale, anchese non le nascondo, sottosegretario – pro-prio perché so quanto lei è sensibile aquesto tema –, che la vera giustizia saràquando ogni ragazzo avrà un suo pesospecifico, un suo posto e questo sarà –come dire – una piccola dote che ilragazzo si porta là dove sceglie di andarea scuola. È quello che succede in moltiPaesi europei, ogni ragazzo ha un suobudget e questo budget viene investito lìdove lui sceglie di andare a perfezionare ilproprio percorso formativo.

Detto questo, il secondo step è statoquando noi abbiamo salutato altrettantopositivamente il momento in cui c’è statoun ulteriore stanziamento – e questavolta non erano 500 milioni, soltanto 50milioni –, ma avevano una destinazione,anche questa, che rifletteva la parità diresponsabilità e la parità di impegnoconcreto che la scuola si assume neiconfronti dei ragazzi che hanno unaqualche disabilità. Diciamo che, tra lepossibili debolezze che ci sono nella leggesulla « Buona scuola », indubbiamente ioriconosco come punto di forza di quellalegge l’insistenza positiva che c’è statavuoi sulla disabilità, vuoi sulla responsa-bilità degli insegnanti di sostegno e sulfatto che questo non potesse essere unruolo transitorio – come dire –, un ruolodi passaggio. Questo dimostra ancora unavolta che si è cercato davvero di centrarsisui diritti degli studenti, a prescindere daquello che fosse il loro handicap iniziale,per ottenere tutte le risorse necessarie esufficienti per un pieno sviluppo delleloro capacità.

Quindi, come vede, voglio esordire condue punti positivi, ma – e qui vengo alterzo punto – il terzo punto a mesembra francamente contraddittorio ri-spetto ai due punti precedenti e, devodire sinceramente, gravemente dimentico

di una realtà storica. Il terzo punto siriferisce al bando che ha come titolo« Scuola al centro ». È un bando al qualepossono concorrere solo le scuole statali;le scuole paritarie che volessero concor-rere a questo bando possono farlo esclu-sivamente in via subalterna rispetto aquello che è il ruolo giocato dalle scuolestatali. Non gli si riconosce la dignità, lacompetenza, la responsabilità, la specifi-cità, per assumere, in prima persona,iniziative complesse come sono quelle dicaratterizzare il territorio in cui stanno,con progetti formativi che in modo cre-ativo siano in grado di fare sintesi tra ibisogni espressi, le risorse disponibili euna progettualità che abbia come oriz-zonte di senso un autentico sviluppopersonale e territoriale. È quello che alivello dell’università noi chiamiamo lafamosa « terza missione »; oggi l’univer-sità, oltre all’attività di docenza e all’at-tività di ricerca, ha come must proprio laterza missione. Si è capito che l’univer-sità non è un castello, con un suo stagnointorno e con un ponte levatoio che sialza e si abbassa a seconda delle realtà.Si è capito che l’università è un territorioaperto e che quindi dall’università versoil territorio devono discendere una seriedi energie che servono a vitalizzare ilterritorio e nello stesso tempo a creare legiuste sinergie (quella collaborazione cheva sotto la sigla « più programmi diimpresa/università ») che fanno sì che cisiano possibilità di arricchirsi di un pa-trimonio di esperienze e di competenzadel territorio che ridonda totalmente avantaggio degli studenti, che poi vengonorestituite al territorio in questo modo.Quindi, tutti quelli che sono i programmidi integrazione sul territorio, che sonoricompresi in questa formula di « Lascuola al centro » che significa scuolaopen, aperta, con la porta aperta, per-mettono una ricchezza di sperimenta-zione incredibile. Beh, la scuola paritariaè esclusa.

Sarei disonesta se non citassi in questomomento uno degli esperimenti più stra-ordinariamente efficaci e anche più noti alivello internazionale di modelli della

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scuola – allora non si parlava di scuolaparitaria, ma tra due minuti, quando diròil protagonista, non ci sarà nessuno chenon lo conosca – che invece hanno fattotanto bene alla scuola italiana e tanto beneai modelli educativi. Mi riferisco a donMilani. In questi giorni è l’anniversarioche tocca proprio la sua vita. Don Milaniè stato un innovatore straordinario, pec-cato che non insegnava in una scuolapubblica, una scuola statale, anzi perdo-nate il lapsus, perché la scuola paritaria èscuola tanto pubblica come la scuola sta-tale. Lui aveva una scuola paritaria, unascuola di una straordinaria forza e com-petenza che ha permesso di innovare mo-dalità. Io potrei star qui – mi atterrò aitempi che ci sono, tranquilla la Presidente– a citare l’infinità delle formule natenelle scuole paritarie, che poi sono stateesportate nelle scuole pubbliche, i verilaboratori didattici, non solo sotto il pro-filo della sperimentazione, ma anche sottoil profilo concreto delle risposte ai bisogni,sia che si tratti, per esempio, di classisociali molto spesso con minore disponi-bilità.

I grandi santi del Novecento – mi siaconcesso dirlo – molti dei quali sonotutti i torinesi e piemontesi, penso a DonBosco – per citarne solo uno –, mapenso anche a tutto il lavoro che ha fattoFaà di Bruno, meno noto matematico chesi è occupato moltissimo della forma-zione delle persone che oggi noi diremmoconfluiscono in quelle che sono le scuolealberghiere, le scuole del servizio dome-stico, le scuole del servizio strutturate,tutte scuole paritarie, signori. Il tutorato,di cui la legge della « Buona scuola »tesse elogi or qua or là, ma chi l’hainventato ? È nato nelle scuole paritarie,cioè è nato in quella dimensione diattenzione personalizzata a ogni studentee a tutta la persona dello studente. L’e-sperienza del teatro, l’esperienza del vo-lontariato, l’esperienza della creatività,ma voglio citare anche un’altra cosa, ilicei linguistici. Signori, fino a pochi annifa non esistevano nel patrimonio scola-stico nazionale licei linguistici, se nonquelli che nascevano dalle scuole parita-

rie. La sperimentazione necessariamentenasce in un contesto più piccolo e piùcontrollato, là dove c’è un patrimoniopedagogico forte con una vocazione.Quando io ero piccola si diceva che perfare il medico, che è quello che ho fattoquarant’anni, e per fare l’insegnante civoleva la vocazione, ci vuole una voca-zione specifica anche a una donazione diservizio, a una fantasia, a una creatività,che non è strettamente misurabile, con-tabilizzabile, che va oltre.

Ecco, signori, aver escluso tutte lescuole paritarie dalla possibilità di parte-cipare al bando « La scuola al centro »significa aver dato una prova, sottoscritta,di non conoscenza storica della storiadella scuola italiana, della scuola del pen-siero pedagogico, della scuola dello svi-luppo.

Ora, io mi chiedo e chiedo al sottose-gretario come sia stato possibile tollerare,prima di tutto sul piano dell’ingiustizia,perché se paritaria è, paritaria è. Do-vremmo forse ricorrere al Ministro dellepari opportunità, che in questo momentonon abbiamo, per porre il problema ?

Perché ci sono tanti temi di disparità !Dovremo porre il problema di una dispa-rità, oppure avendo assunto all’interno delprogetto il valore di una scuola paritariacome scuola a tutto campo e in pienezzadi dignità, averla esclusa deve rappresen-tare una di quelle argomentazioni forti percui si possa fare ricorso. Ma un ricorsoserio ! Anche perché anche a livello euro-peo, si tratta di molte delle scuole piùinnovative, molte delle scuole più creative,molte delle scuole in cui tu trovi sia unasperimentazione sui ragazzi più dotati, siauna sperimentazione di inserimento e divalorizzazione di ragazzi che hanno di-versi tipi di abilità. E tutto questo cancel-lato, tutto questo non esiste per una pura,esclusiva ragione ideologica !

Mi sia concesso – e con questo chiudoquesta prima fase – di rallegrarmi, etuttora io faccio i miei migliori auguri, alPresidente del Consiglio Gentiloni, che si èricoverato al Policlinico Gemelli, Policli-nico di cui ho l’onore di essere stata tra glialunni della primissima generazione (il

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che già la dice lunga sull’età): perchéevidentemente l’eccellenza stava là, se noil Presidente del Consiglio non l’avrebberoportato là ! Allora, signori, vogliamo esclu-dere anche questo; e poi, quando ci am-maliamo, quando vogliamo mandare i no-stri figli, dove li mandiamo ? Semplice-mente perché l’ideologia ci dice che o èstatale o non è ? Ecco, io vorrei sapere ilsottosegretario cosa può dire.

PRESIDENTE. Il sottosegretario diStato per l’Istruzione, l’università e laricerca, Gabriele Toccafondi, ha facoltà dirispondere.

GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegre-tario di Stato per l’Istruzione, l’universitàe la ricerca. Presidente, ringrazio l’ono-revole Binetti, anche perché con la suaricostruzione ha ricordato alcuni passaggidegli ultimi anni, che questo Governo, eaggiungo anche questo Parlamento,hanno voluto dedicare, l’attenzione cheabbiamo dedicato al tema della paritàscolastica, della libertà di scelta educa-tiva, come la stessa onorevole Binetti haricordato. E la voglio ringraziare anchedel richiamo che ha fatto, rispetto pro-prio al tema del concetto di parità, cheva ben oltre il tema più volte utilizzato,in maniera forse troppo ideologica, discuola privata. Si tratta di scuole nonprivate ma paritarie, cioè che seguonoregole e regolamenti amministrativi, nor-mativi, nazionali, regionali, comunali:proprio per questo fanno parte del Si-stema nazionale di istruzione, come ciricorda la legge n. 62 del 2000, la co-siddetta legge Berlinguer. Quindi parita-rie, e non semplicemente private.

Veniamo al tema dell’interrogazione.L’iniziativa « La scuola al centro » ha su-scitato molto entusiasmo nel Paese, ed ècomprensibile quindi l’interesse dellescuole paritarie a partecipare e contri-buire a questa idea nuova di scuola e diapertura anche in mesi estivi, in realtàparticolarmente complesse, delle istitu-zioni scolastiche. Si è partiti, l’anno sco-lastico precedente, con un progetto speri-mentale pilota su 400 scuole in 4 aree

metropolitane del Paese: Milano, Roma,Napoli e Palermo; nel periodo estivo, comericordavo. Questa prima fase sperimentaleè stata finanziata con le risorse proprie delMinistero con il Fondo ex legge 440, inquanto ascrivibile come ampliamento del-l’offerta formativa: tale tipologia di fondi,in quanto erogabili alle sole istituzioniscolastiche statali, non ha permesso nelprimo bando sperimentale l’apertura an-che alle scuole paritarie.

Il secondo bando – e vengo all’attualità,il bando per l’anno scolastico 2016-2017,sempre sul tema « scuole al centro » eapertura estiva, ha visto invece un carat-tere nazionale, non sulle quattro areemetropolitane ricordate, e uno stanzia-mento di 240 milioni di euro.

Le scuole paritarie non sono stateescluse da questo progetto, ma è statoconsentito loro di partecipare in rete e incollaborazione con le istituzioni scolasti-che statali. È un passo in avanti ! Talepartecipazione in rete non solo è stataconsentita, ma il Ministero ha deciso difavorirla attraverso la previsione di unpunteggio aggiuntivo e premiale per quellescuole statali che hanno dato vita a talecoinvolgimento.

Il metodo della partecipazione in rete siè giustificato alla luce della tipologia dirisorse destinate al progetto, ovvero pro-venienti dal Fondo sociale europeo nel-l’ambito del PON 2014-2020. All’epoca delprogetto, difatti, ci si è attenuti a quantoprevisto nelle osservazioni della Commis-sione europea in merito all’Accordo dipartenariato relativo alla programmazione2014-2020, secondo cui le scuole paritarienon possono essere destinatarie dirette difinanziamenti; e leggo letteralmente pro-prio un passaggio dell’Accordo di parte-nariato sulla programmazione 2014-2020:« Il Fondo sociale europeo e il Fondoeuropeo di sviluppo regionale interver-ranno nel settore dell’educazione pubblica,con l’esclusione delle scuole private e/oparitarie ».

Ad oggi però il quadro giuridico si èarricchito di una recente disposizione inmerito. Giova infatti ricordare che nelcorso dell’esame della legge di bilancio di

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quest’anno, per l’anno 2017, in V Com-missione alla Camera sono stati approvatidiversi emendamenti di analogo contenuto,che miravano e mirano a chiarire inchiave interpretativa la portata della de-cisione della Commissione european. 9952 del 17 dicembre 2014, come hoappena ricordato, precisando che ove siparla di istituzioni scolastiche, con talelocuzione si debbono intendere tutte leistituzioni scolastiche che costituiscono ilSistema nazionale di istruzione ai sensidella legge n. 62 del 2000. Alla luce di ciò,l’amministrazione e il Ministero dell’istru-zione, dell’università e della ricerca stannoavviando l’iter per ottenere una specificamodifica del menzionato Accordo di par-tenariato, nel senso indicato dalla dispo-sizione recentemente approvata con di-versi emendamenti.

Voglio concludere ricordando, comeda lei stessa evidenziato sia nel testo chenell’illustrazione, come questo Governo, adimostrazione ulteriore dell’importanzache questo Esecutivo riconosce alle pa-ritarie nell’ambito del Sistema nazionaledi istruzione, ha predisposto, proprio inoccasione della legge di bilancio perl’anno 2017, importanti misure di soste-gno. Voglio ricordare il raddoppio delcontributo alle scuole che accolgonoalunni con disabilità, contributo che erauna innovazione proprio di questo Go-verno l’anno precedente, e il fondo èpassato da 12,2 milioni a 23,4 milioni dieuro; è in fase di definizione il relativodecreto, che verrà inviato anche al Par-lamento nei prossimi giorni. Sono stateaumentate le risorse destinate alla scuola,e in particolar modo è stato creato unfondo per il 2017 di 50 milioni di euro,con un capitolo di bilancio dedicato allescuole paritarie dell’infanzia. È statoesteso – e anche questa è una novitàassoluta – il tema delle detrazioni fiscali,quindi si torna al concetto di libertà discelta educativa e di aiuto economicoanche alle famiglie: da 400 euro si pas-serà nel triennio fino ad un massimale di800 euro. Voglio ricordare che alle scuoleparitarie da quest’anno potranno parte-cipare le secondarie di secondo grado, a

beneficiare dei 100 milioni di euro de-stinati a tutte le secondarie di secondogrado che attuano i progetti di alternanzascuola/lavoro. E infine, voglio ricordareche viene esteso alle paritarie il sistemadello school bonus.

Come si vede, questo Governo e questoParlamento credono nella parità scola-stica, credono che il sistema di istruzionesia unico e sia unico anche il sistema diistruzione nazionale, ovvero la scuola re-lativa ai nostri ragazzi.

PRESIDENTE. La deputata Binetti hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatta perla risposta alla sua interpellanza.

PAOLA BINETTI. Certamente sonosoddisfatta per la risposta a cui, però,voglio aggiungere una puntualizzazione. Ilmotivo principale per cui ci siamo di-spiaciuti, non solo io, ma molte persone,dell’esclusione del ruolo direttivo dellescuole paritarie nell’ambito dei progettisperimentali del progetto La scuola alcentro, nasce proprio da una discrimi-nante ideologica. Ora lei ha parlato diaccordi bilaterali e di partenariato; que-sto significa che quell’accordo era sba-gliato e non andava firmato in questomodo. Semplicemente la cultura, la tra-dizione, l’esperienza, la competenza, per-lomeno in Italia, delle scuole paritarie ètale da meritare ampiamente il ricono-scimento. Non doveva nemmeno permet-terla nell’accordo la distinzione, l’esclu-sione esplicita, così come lei l’ha letta.Perché, evidentemente, il cancro ideolo-gico nasce da là, nasce nel momento incui si sottoscrive un accordo che intrin-secamente non dà atto della verità deifatti, dà atto dei pregiudizi e delle teorie.Allora, sono molto contenta che voi vo-gliate intervenire lì a modificare, perchéqueste sono le battaglie politiche; le bat-taglie politiche sono proprio quelle cheassumono un valore, un diritto, e con-formano l’insieme dei comportamenti tra-ducendoli in forme di dovere per gli altriche devono in qualche modo farsenecarico.

Allora, detto questo, sottosegretario, atutte le cose che lei ha elencato positive,

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XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 13 GENNAIO 2017 — N. 723

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belle, io voglio aggiungere però un altropunto di criticità che, molto spesso, è ilritardo del trasferimento delle risorse dalcentro ai soggetti aventi diritto. Anchequesto è un tradimento, è un tradimentovero e proprio, perché la gente è inattesa di questo. Absit iniuria verbis, lacollega di SEL che parlava prima, parlavadi stalle, parlava del terremoto, parlavadell’urgenza e diceva come il ritardo haun sapore di morte, perché gli animalimuoiono; anche qui il ritardo ha unsapore di morte, per le scuole, perchéchiudono Non sfugge sicuramente al sot-tosegretario quante sono le scuole pari-tarie che in questi anni hanno dovutochiudere, e perché hanno dovuto chiu-dere ? Perché nella crisi generale la li-bertà si sostiene e si garantisce anchecon le risorse e le risorse per esserefruibili vanno anche date nei tempi giusti,altrimenti si caricano di quegli interessipassivi che non sono sopportabili perrealtà che non hanno scopo di lucro.Perché questa è una delle ragioni fon-dative della scuola paritaria: la parità dibilancio, ma non lo scopo di lucro; nonsono diplomifici quelli a cui noi stiamopensando, sono scuole che investono lerisorse che hanno nel servizio diretto,migliorandolo in tutti i modi possibili,agli studenti. Ci sono scuole paritarie chesono aperte il pomeriggio o il pomeriggio-sera per l’accoglienza di immigrati, perl’accoglienza di persone in difficoltà, perl’accoglienza di adulti ai corsi di alfabe-tizzazione per gli adulti e garantisconostesse risorse, analoghi professori percompiere un servizio di parità nel Paese.E hanno bisogno, semplicemente, dei lorolivelli di sopravvivenza. Non c’è un ar-ricchimento, c’è semplicemente un man-tenimento.

Allora io credo che di questo si debbatener conto e mi auguro, anzi, le saròimmensamente grata se nel momento incui si ottiene il ritocco, il cambiamento, lamodifica dell’accordo di partenariato, leice lo farà sapere. Però, mi auguro ancheche sia un’azione bella, intelligente, inte-ressante del Governo, come restituzione dimemoria storica, un bel convegno, per

quello che vale, in cui si dimostrino tantie quanti sono stati i contributi sperimen-tali, i contributi originali con cui si ècercato di rispondere. Perché oggi, noiabbiamo scuole materne diffusissime, machi se lo ricorda quando le scuole maternele tenevano soltanto i giardini d’infanzia,le suore, per permettere alle madri lavo-ratrici di andare a lavorare, perché altri-menti non avrebbero potuto lavorare intempi in cui il lavoro femminile era unasfida per la sopravvivenza e non soltanto,come peraltro è giusto che sia, una liberaaffermazione dei propri diritti ? Erano lì.E le scuole nelle condizioni disagiate ? Chiha inventato infiniti corsi di scuole pro-fessionali ? Lei, giustamente, ha fatto rife-rimento a una delle belle cose della leggesulla Buona scuola che è l’alternanzascuola-lavoro, ma chi l’ha inventato illavoro a scuola, dove le va a cercare lei lescuole con i laboratori dove i ragazzipotessero apprendere e sviluppare con-crete skills che poi servissero e fosserospendibili sul piano professionale ? Allora,cerchiamo di essere intellettualmente one-sti, come si addice a chi si occupa discuole e di formazione, e cerchiamo diriconoscere il merito lì dove il merito stae cerchiamo, davvero, di valorizzarne tuttala potenza espressiva.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svol-gimento delle interpellanze urgenti all’or-dine del giorno.

Ordine del giornodella prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l’ordine delgiorno della prossima seduta.

Lunedì 16 gennaio 2017, alle 15:

1. – Discussione sulle linee generalidella relazione sulle infiltrazioni mafiose ecriminali nel gioco lecito e illecito, appro-vata dalla Commissione parlamentare diinchiesta sul fenomeno delle mafie e sullealtre associazioni criminali, anche stra-niere (Doc. XXIII, n. 18).

Atti Parlamentari — 54 — Camera dei Deputati

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2. – Discussione sulle linee generali deltesto unificato delle proposte di legge:

MINARDO; CANCELLERI ed altri;BASSO ed altri; RICCIATTI ed altri: Di-sciplina dell’attività di ristorazione in abi-tazione privata. (C. 3258-3337-3725-3807-A).

— Relatore: Senaldi.

3. – Discussione sulle linee generalidella mozione Fedriga ed altri n. 1-01231

concernente iniziative in materia di ge-stione dei flussi migratori, anche alla lucedi recenti circolari del Ministero dell’in-terno.

La seduta termina alle 13,40.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. RENZO DICKMANN

Licenziato per la stampa alle 15,15.

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PAGINA BIANCA

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