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Sinapsi chimica e sinapsi elettrica - Proprietà delle sinapsi 21/03/13 L'altra volta avevamo cominciato a parlare delle sinapsi, avevamo visto di cosa si tratta, avevamo già fatto la differenza tra sinapsi interneuroniche o centrali e sinapsi periferiche o citoneurali. L'altra volta avevamo appunto parlato delle differenze. Vediamo l'immagine: qui abbiamo le giunzioni serrate, qui abbiamo i desmosomi e poi le giunzioni comunicanti. Una sinapsi elettrica in realtà si comporta come una giunzione comunicante, perché la giunzione serrata, l'abbiamo visto tante volte, impedisce il passaggio anzi serve proprio per evitare che determinate sostanze riescano a passare da una cellula all'altra: per quanto riguarda i desmosomi, vedete queste strutture particolari, , le potremmo definire delle ancore di caderina che uniscono e fanno in modo di bloccare, di ancorare le cellule l'una all'altra. E infine abbiamo la giunzione comunicante, qui si formano dei ponti di natura proteica, di connessina, che come dice il nome stesso servono appunto a connettere. L'altra volta dicevamo che nella sinapsi chimica non c'è un rapporto di continuità. D'altra parte se c'è uno smorzamento di un segnale non può esserci rapporto di continuità come invece c'è qua (nella sinapsi elettrica), ecco perché qua l'impulso può passare sotto forma di corrente ionica, perché lo spazio sinaptico è talmente piccolo che praticamente è come se fosse un tutt'uno e quindi come se non ci fosse separazione, proprio perché come ho già detto questi ponti di connessina permettono un passaggio di informazioni tra le due parti. Per cui quando parliamo di giunzioni comunicanti alla fin fine ci riferiamo alla sinapsi elettrica.

Sinapsi chimica e sinapsi elettrica - Proprietà delle sinapsi 21 ......Sinapsi chimica e sinapsi elettrica - Proprietà delle sinapsi 21/03/13L'altra volta avevamo cominciato a parlare

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  • Sinapsi chimica e sinapsi elettrica - Proprietà delle sinapsi 21/03/13

    L'altra volta avevamo cominciato a parlare delle sinapsi, avevamo visto di cosa si tratta, avevamo già fatto la differenza tra sinapsi interneuroniche o centrali e sinapsi periferiche o citoneurali. L'altra volta avevamo appunto parlato delle differenze. Vediamo l'immagine: qui abbiamo le giunzioni serrate, qui abbiamo i desmosomi e poi le giunzioni comunicanti. Una sinapsi elettrica in realtà si comporta come una giunzione comunicante, perché la giunzione serrata, l'abbiamo visto tante volte, impedisce il passaggio anzi serve proprio per evitare che determinate sostanze riescano a passare da una cellula all'altra: per quanto riguarda i desmosomi, vedete queste strutture particolari, , le potremmo definire delle ancore di caderina che uniscono e fanno in modo di bloccare, di ancorare le cellule l'una all'altra. E infine abbiamo la giunzione comunicante, qui si formano dei ponti di natura proteica, di connessina, che come dice il nome stesso servono appunto a connettere. L'altra volta dicevamo che nella sinapsi chimica non c'è un rapporto di continuità. D'altra parte se c'è uno smorzamento di un segnale non può esserci rapporto di continuità come invece c'è qua (nella sinapsi elettrica), ecco perché qua l'impulso può passare sotto forma di corrente ionica, perché lo spazio sinaptico è talmente piccolo che praticamente è come se fosse un tutt'uno e quindi come se non ci fosse separazione, proprio perché come ho già detto questi ponti di connessina permettono un passaggio di informazioni tra le due parti. Per cui quando parliamo di giunzioni comunicanti alla fin fine ci riferiamo alla sinapsi elettrica.

  • Ecco questa immagine rende bene l'idea delle differenze tra sinapsi elettriche e chimiche. Ci fa vedere bene come nella sinapsi elettrica (sinistra) l'elemento presinaptico e postsinaptico sono perfettamente identici e ci fa vedere come il flusso di corrente ionica che passa dal punto presinaptico al postsinaptico è uguale e quindi anche il potenziale d'azione presinaptico e postsinaptico è identico. Quindi non c'è nessuno smorzamento e non c'è neanche un potenziale locale nell'elemento postsinaptico perché il potenziale viaggia solo sotto forma di potenziale d'azione. Nella sinapsi chimica invece vediamo che l'elemento presinaptico è più piccolo del post perché è sempre un assone, o meglio ancora il bottone sinaptico dell'assone, contro il soma o contro il dendrite o un altro assone quindi lo spazio sinaptico è più ampio e c'è smorzamento di segnale quindi non parliamo più di continuità ma di contiguità e l'elemento presinaptico è completamente diverso dal postsinaptico perché nel pre abbiamo la presenza del neurotrasmettitore regolatore, quindi della sostanza chimica che poi deve veicolare il segnale, quindi nel pre avremo le vescicole contenenti il neurotrasmettitore mentre nel post avremo i recettori che

  • riconoscono il segnale. Il potenziale che noi troviamo a livello dell'elemento post, l'avevamo scritto, è PPSE o PPSI perché il potenziale post può essere eccitatorio o inibitorio e sono l'uno l'immagine speculare dell'altro, uno eccita, uno inibisce, poi ne parleremo. Nella sinapsi elettrica vige la bidirezionalità perché l'impulso può viaggiare sia un senso che nell'altro, essendo identici l'elemento pre e l'elemento post. Nella sinapsi chimica c'è la unidirezionalità perché i due elementi sinaptici sono diversi tra loro, nel pre vi sono le vescicole con il neurotrasmettitore, nel post ci sono i recettori quindi la direzione percorribile è una sola. Queste sono le differenze sostanziali.(immagine) Qui lo vediamo ancora meglio, lo spazio nella sinapsi elettrica è ridotto, 2 nm, è molto piccolo quindi anche per questo è facilitata la bidirezionalità, tra l'altro il passaggio è diretto e senza smorzamento perché c'è il connessone, questo collegamento tubulare di connessina, è una sinapsi con un impulso che viaggia più veloce e l'impulso è stereotipato, è sempre lo stesso, non è sensibile agli effetti dell'attività neuronale. La sinapsi elettrica abbiamo detto che è presente a livello del SNC ma quella che noi per eccellenza intendiamo per sinapsi è la sinapsi chimica. La sinapsi chimica è quindi la principale forma di struttura tra neuroni, si creano dei veri e propri rami sinaptici, delle reti di connessione. Vedremo più avanti anche i fenomeni di convergenza e di divergenza sinaptica, nel senso che su un neurone possono convergere più neuroni così come da un neurone singolo ne possono partire di più. La sinapsi chimica quindi ha uno spazio sinaptico più ampio, da 30 a 50 nm, non vi è continuità, questo è fondamentale, e inoltre il segnale elettrico deve innescare quello chimico, quindi vediamo che il segnale qui non viaggia sempre come corrente elettrica, ma questa volta si innesca tutto un meccanismo che è una vera e propria cascata che determinerà la liberazione di questo neurotrasmettitore. Ovviamente questo a che cosa ci porta? Ci porterà ad un'ulteriore differenza tra sinapsi elettrica e sinapsi chimica che è quella del fenomeno del ritardo di cui parleremo poi dopo a proposito delle proprietà delle sinapsi, ed è un ritardo che va da 0,3 a 1-1,5 millisecondi e anche più, dipende poi anche dalla sinapsi, se è una sinapsi centrale, una sinapsi periferica. La trasmissione quindi di conseguenza è meno veloce e la trasmissione è anche sensibile a tutta una serie di effetti che posso avvenire prima nel neurone tanto è vero che c'è un altro meccanismo di cui parleremo poi che è quello dell'inibizione presinaptica cioè ci può essere addirittura un'inibizione prima che avvenga il meccanismo e quindi si parla di comportamento sensibile agli effetti di un'attività neuronale pregressa.

  • IMMAGINE La classificazione dei neuroni l'avevamo vista quindi possiamo andare rapidamente avanti, questo tipo di classificazione si fa sul punto di contatto quindi avremo quella asso-dendritica, asso-somatica, abbiamo anche detto che le dendro-dendritiche sono delle sinapsi un pò più rare. Flusso di informazione:1- conduzione dell'impulso2- rilascio di neurotrasmettitore3- eccitazione o inibizione4- potenziale d'azioneIn questo schema vediamo il meccanismo in sequenza del passaggio di informazione e abbiamo che per prima cosa vi è la conduzione dell'impulso lungo l'assone e i suoi terminali, poi il rilascio di neurotrasmettitore dalla sinapsi, quindi eccitazione o inibizione del neurone postsinaptico, a seconda se abbiamo sinapsi di tipo eccitatorio o inibitorio, infine il potenziale d'azione. Qui in effetti è stato saltato un passaggio perché il punto 4 dice già potenziale d'azione, prima non fa riferimento al potenziale postsinaptico, si riferisce solo all'eccitazione o inibizione sinaptico, quindi dovremmo aggiungere un punto, potenziale postsinaptico, e dopo di questo il potenziale d'azione. Vediamo poi l'ultrastruttura sinaptica: il terminale pre, il terminale post, i mitocondri, perché nel terminale assonico abbiamo molti mitocondri e anche molte vescicole, invece nella fessura noi possiamo trovare: in condizioni di riposo nulla, in condizione di eccitamento il neurotrasmettitore rilasciato dalle vescicole e poi nell'elemento post i recettori. IMMAGINE Qui vediamo invece un esempio di sinapsi neuromuscolare, che è anche più grande delle altre sinapsi, e qui il neurotrasmettitore è l'acetilcolina contenuta in vescicole tondeggianti. Vi ho portato questa immagine anche per farvi vedere come queste vescicole non siano disperse libere nel citoplasma, ma sono tenute unite e ferme da una sorta di citoscheletro formato da filamenti di actina e poi vedremo come questa struttura si modifica quando arriva il segnale idoneo ad innescare la reazione a cascata. Queste vescicole sotto lo stimolo devono pertanto staccarsi e portarsi verso la membrana del terminale presinaptico e da qui comincerà il meccanismo di rilasciamento del neurotrasmettitore. D'altra parte quando insorge l'eccitamento la prima cosa che deve avvenire è l'inversione delle cariche perché questa è la simmetrica distribuzione degli ioni ai lati della membrana quindi con la negatività all'interno noi dobbiamo raggiungere l'overshoot e l'inversione delle cariche. Comunque quando noi parliamo di sinapsi chimiche non dobbiamo fare la differenza tra sinapsi chimica centrale o sinapsi chimica periferica perché le differenze stanno quasi esclusivamente nelle

  • dimensioni. Facciamo quindi un sommario delle caratteristiche ultrastrutturali delle sinapsi chimiche:- membrana pre e post sinaptica- spazio intersinaptico occupato da una sorta di glicocalice di 20-30 nm- ispessimenti pre e post sinaptici che vengono chiamati (soprattutto quello post) "membrana subsinaptica" ma è una sottigliezza; lo chiamiamo così perché abbiamo detto che nella sinapsi chimica l'elemento pre è più piccolo di quello post, e quindi la porzione dell'elemento post che corrisponde alla grandezza dell'elemento pre è chiamata membrana subsinaptica. - differenze nelle singole ultrastrutture (vescicole nel presinaptico, recettori nel postsinaptico, assenza di neurotubuli a livello presinaptico, numerosissimi mitocondri). Inoltre le vescicole appaiono tondeggianti nelle sinapsi eccitatorie, ovali in quelle inibitorie. Dal punto di vista funzionale quindi a che cosa sono deputate le due regioni? Quella pre ad elaborare, depositare e liberare la sostanza chimica, il neuroregolatore. Nella regione post invece la presenza dei recettori, e quindi dei siti recettoriali conferisce il ruolo di ricezione del segnale. Esiste comunque un'ulteriore classificazione in sinapsi di tipo I e sinapsi di tipo II secondo Gray in base all'ispessimento di membrana: in particolare le sinapsi in cui le specializzazioni di membrana hanno uno spessore simile sono dette simmetriche o sinapsi del II tipo di Gray e sono generalmente di tipo inibitorio. Invece le sinapsi in cui le specializzazioni di membrana sul lato postsinaptico sono più dense che sul lato presinaptico sono dette asimmetriche o sinapsi del I tipo di Gray e tendenzialmente sono di tipo eccitatorio.

  • Andiamo ora al discorso dei neurotrasmettitori, di cui comunque parleremo più avanti e più ampiamente. Questi sono i più comuni:acetilcolina, noradrenalina e norepinefrina, dopamina, serotonina, istamina, GABA, glutammato, aspartato, glicina.Ovviamente i neurotrasmettitori sono ben di più, anzi ogni giorno se ne scoprono di nuovi, spesso non vengono considerati neurotrasmettitori perché non se ne conoscono i recettori quindi spesso vengono considerati solo dei modulatori, poi quando vengono scoperti i recettori corrispondenti vengono classificati come trasmettitori. Alcuni di essi sono di natura inibitoria, altri eccitatoria.Facciamo un'altra classificazione delle sinapsi:-sinapsi vere: quando c'è una vera e propria giunzione sinaptica ed essa è attiva e funzionante-sinapsi false: un punto di contatto in cui però non c'è trasmissione di alcun segnale, e la chiamiamo efapsi La sinapsi vera comprende le chimiche e comprende le elettriche, le chimiche a loro volta hanno un ulteriore classificazione in:- sinapsi dirette - sinapsi citoneurali o neuroepiteliali- sinapsi indirette (non è altro che il sistema ormonale umorale)A sua volta la sinapsi chimica diretta si classifica in: - con potenziale postsinaptico eccitatorio (ESPS) efficace ---> eccitazione- con potenziale postsinaptico (ESPS) inefficace -----> inibizione

  • - inibizione presinaptica (IPSP) (ne parleremo più avanti per non confondervi le idee)

    A proposito della sinapsi eccitatoria, c'è da dire qualcosa: con la sinapsi eccitatori avremo due tipi di risposta, una immediata e una più lenta. Nel senso che noi potremo avere il neurotrasmettitore che viene rilasciato, si aprono i canali, che sono canali non selettivi per il sodio e per il potassio, e si lega ai recettori, questa sarà una risposta rapida perché l'apertura dei canali fa passare questi ioni e quindi abbiamo una risposta che si chiama ionotropica o ionotropa in quanto con il passaggio di questi ioni noi abbiamo l'eventuale depolarizzazione.Una sinapsi sempre di tipo chimico ed eccitatorio potrà dare però anche una risposta lenta che verrà chiamata non più ionotropica ma metabotropica, perché questa sinapsi eccitatoria lenta comporta l'attivazione di una proteina G che poi porterà all'attivazione di un secondo messaggero. Quindi viene attivata la proteina G sempre ad opera della stessa sostanza chimica, il neurotrasmettitore, avviene tutto il meccanismo e poi vi sarà tutta una serie di eventi tra cui fosforilazione del canale per il potassio che determinerà la fuoriuscita eventuale del potassi con conseguente depolarizzazione, ma la cosa importante è che si innesca tutto questo meccanismo che porterà ad una risposta detta "a lungo termine" che sarà finalizzata alla produzione di proteine nucleari che possono poi rimodellare il tutto e modificare la struttura neuronale come una modificazione del numero delle spine dendritiche per fare un esempio. Quindi quando noi parliamo di fenomeni di plasticità neuronale, sono dovuti a queste sinapsi la cui risposta non è immediata ma è lenta e che è molto più complessa perché rappresentata da reazioni a catena di trasduzione che col tempo appunto comportano la sintesi di nuove proteine nucleari. Ora vediamo le sinapsi dal punto di vista funzionale, quindi osserviamo il meccanismo. Il meccanismo è un meccanismo che all'inizio può sembrare complesso perché formato da più tappe, però tanto complesso non è, noi dobbiamo sempre partire dal concetto che arriva l'impulso elettrico e che genera il potenziale d'azione, quindi c'è questo potenziale d'azione che deve essere trasferito da un elemento ad un altro elemento. E allora che cosa succede, che si aprono i canali del calcio, il calcio penetra nella terminazione e si lega alla calmodulina quindi abbiamo il legame del calcio alla calmodulina e si forma quel complesso chiamato calcio-calmodulina. Una volta

  • avvenuto questo è indispensabile che la vescicola si fonda con la membrana sinaptica perché poi questa vescicola si aprirà, si contrarrà, e aprendosi libera il mediatore per esocitosi che si riversa nella fessura sinaptica. Dopodichè che cosa succede, il recettore si comporta come proteina canale, capta il segnale e ci sarà una risposta adeguata. Per quanto riguarda la risposta, se noi ci riferiamo alla risposta lenta, tra tutti i secondi messaggeri noi ricordiamo il cAMP, l'ossido di azoto, il fosfatidilinositolo, cGMP ecc che appunto sono di pertinenza solo della sinapsi lenta, la metabolotropica, il cui fine è quello di portare ad effetti più complessi quali la sintesi di proteine. Questi secondi messaggeri quindi attiveranno le chinasi che poi attivano particolari proteine cellulari, nucleari, regolatrici.Invece il meccanismo delle vescicole è un pò più complicato perché entrano in gioco tutta una serie di proteine e ci sono tappe diverse. Come prima tappa avevamo visto che deve avvenire la fusione delle vescicole con la membrana sinaptica, questo meccanismo prende il nome di avvicinamento, la seconda tappa si chiama ancoraggio, le vescicole dopo essersi avvicinate grazie al precedente intervento del calcio possono ora aderire alla membrana, la terza tappa è il contatto, la vescicola ha aderito ma non si è ancora fusa del tutto, quindi quarta tappa, la fusione, a cui segue la quinta, apertura, le proteine contrattili cominciano ad agire per lisare la vescicola, la quale si svuota, si dice che "collassa", e riversa tutto il neurotrasmettitore che era presente; ultima tappa, la riassunzione con cui la vescicola si riforma, si ripristina.Quindi abbiamo detto 7 tappe:- avvicinamento- ancoraggio- contatto- fusione- apertura- collasso- riassunzioneVediamo ora in questa IMMAGINE che oltre a questo complesso calcio-calmodulina, ha una rilevante importanza un'altra proteina, la sinapsina. Qui vediamo come in condizioni normali i filamenti di actina tengono unite le vescicole in posizione fissa, ma quando aumenta la concentrazione degli ioni calcio, si ha intanto il distacco dal citoscheletro di un certo numero di vescicole che rappresentano quello che noi definiamo "pool", e una volta che avviene questo meccanismo si ha la fosforilazione contemporaneamente di questa

  • proteina che noi chiamiamo sinapsina (sinapsina 1), la quale defosforilata (quindi in condizioni standard) serve a mantenere unite le vescicole ai filamenti di actina, ma fosforilata da una proteina calcio-dipendente permette il distacco delle vescicole. Ovviamente le proprietà delle sinapsi sono riferite solo ed esclusivamente alle sinapsi di tipo chimico. Di alcune abbiamo già parlato quindi adesso ci limiteremo a sorvolare perché sono cose già dette, quindi le proprietà sono in tutto 8:- unidirezionalità- ritardo- fatica- vulnerabilità- sommazione- facilitazione- disinibizione- disfacilitazioneDi unidirezionalità e ritardo avevamo già parlato, per quanto riguarda il concetto di vulnerabilità, abbiamo detto che la sinapsi chimica è una zona di minor resistenza, una zona più vulnerabile, ci sono varie sostanze chimiche che hanno un effetto tossico sulle sinapsi più che in altri distretti proprio per quest'alta vulnerabilità. Quindi abbiamo detto prima, effetto a catena, complesso calcio-calmodulina con tutte le altre reazioni, fosforilazione della sinapsina, le vescicole aderiscono alla membrana e vediamo che intervengono anche tutta una serie di altre proteine, la sinaptobrevina, la sintaxina, la SNAP25, ognuna di queste proteine ha un compito ben preciso nell'ancoraggio della vescicola. Quindi senza scendere troppo in concetti magari di biologia molecolare, diciamo comunque l'importanza di queste proteine. Quando queste proteine vengono bloccate ad esempio dalle tossine, ecco allora che non può avvenire l'ancoraggio vescicolare. Abbiamo per esempio la tossina tetanica, una tossina unica, o la tossina botulinica, che invece può esistere sotto varie forme, la B,D,F,A,E che agiscono in punti diversi della vescicola. Di norma la tetanica e la B, la D, e la F botulinica vanno ad agire sulla sinaptobrevina, mentre la A e la E agiscono sulla SNAP25, la C agisce sulla sintaxina. Per questo in pazienti affetti da botulismo o da tetano la sintomatologia inizia subito con disturbi della vista, diplopia, comunque tutti sintomi a carico del sistema nervoso, pure il tetano si manifesta con il prisma, la contrattura del massetere, quindi sono tutti fenomeni che dipendono da un mancato funzionamento, un blocco di queste sinapsi.

  • In questa immagine molto piccola vediamo una sinapsi colinergica, quindi sappiamo che il neurotrasmettitore è l'aceticolina. Ve l'ho voluta portare perchè mette in evidenza tutti i livelli ai quali possono agire le eventuali sostanze che bloccano il funzionamento della sinapsi. Quindi noi possiamo avere sostanze che bloccano il potenziale d'azione, e tra queste riconosciamo gli anestetici locali, ecco come agisce l'anestetico locale, si va a bloccare la trasmissione del potenziale d'azione in una determinata zona del corpo; allo stesso modo agisce anche la tetradotossina, un potentissimo veleno che viene utilizzato in fisiologia nei laboratori allo scopo di bloccare la trasmissione neuromuscolare. Poi abbiamo altre sostanze come per esempio i metalli pesanti, ioni magnesio ecc che possono bloccare l'ingresso degli ioni calcio; quindi ecco che sono sempre sostanze tossiche che bloccano la trasmissione sinaptica, ma la vanno a bloccare ad un altro livello della sinapsi, quello dei canali per il calcio. Poi ci possono essere sostanze bloccanti la liberazione di acetilcolina, e le abbiamo già viste, tossina tetanica e tossina botulinica. Poi invece possiamo avere alcune sostanze che al contrario esaltano la liberazione di acetilcolina, che però non significa far funzionare meglio la sinapsi, perché in quel momento esce tutto il neurotrasmettitore e si instaura un blocco irreversibile, tra questi troviamo il veleno dei ragni, o del cobra come l'alfa-bungarotossina e l'alfa-neurotossina, poi abbiamo l'alfa-latrotossina che è il veleno della vedova nera che ha come effetto una massiva esocitosi delle vescicole e seguita da blocco irreversibile. Poi ci sono i mimetici dell'acetilcolina, tra cui la succinilcolina, la nicotina, che vuol dire mimetico? Che vanno a funzionare come l'acetilcolina e quindi impediscono che l'acetilcolina funzioni. Abbiamo anche i bloccanti dei siti recettivi dell'acetilcolina, sostanze che si vanno a legare al recettore postsinaptico e quindi quando arriva l'acetilcolina trova il posto occupato; tra questi abbiamo l'alfa-bungarotossina, l'avevamo vista prima, abbiamo il curaro, i veleni vari dei serpenti, tra cui quello del serpente corallo, il veleno di alcuni pesci tropicali. Il curaro è un veleno molto potente, esiste in natura e veniva usato per avvelenare le frecce ma viene usato a piccole dosi anche per la costituzione di farmaci mio-rilassanti utilizzati in ambito chirurgico. Questi quindi sono i veleni che bloccano l'attacco dell'acetilcolina, ma abbiamo anche composti che vanno a bloccare la acetilcolinesterasi, tra cui la sfigmina, la fisiosfigmina. Altri composti vanno invece a bloccare l'ingresso della colina. Ecco che la possibilità di tutti questi composti di alterare il corretto funzionamento delle sinapsi ci riconduce al

  • concetto di vulnerabilità che ribadisce il fatto che la sinapsi è una zona molto sensibile e facilmente attaccabile. Ci possono essere anche altri composti ad esempio la stricnina, la conosciamo, un veleno comune che inibisce i recettori non dell'acetilcolina, ma i recettori della glicina, presenti a livello centrale, e quindi diminuisce l'attività di processi inibitori; perché sappiamo che di norma GABA e glicina sono di tipo inibitorio quindi se la glicina non può essere captata, diminuiscono i processi inibitori, mentre sappiamo che aspartato e glutammato sono di natura eccitatoria. Poi c'è la picrotossina, un altro veleno che comporta l'antagonismo del canale per il cloro ed è associato al recettore del GABA. Quest'altra IMMAGINE invece è riferita non più ad una sinapsi colinergica, ma ad una sinapsi noradrenergica: vi sono al solito elencati veleni, sostanze che vanno ad agire nell'ambito della sinapsi noradrenergica e quindi troviamo ad esempio le anfetamine o comunque sostanze che favoriscono la liberazione ma bloccano il riassorbimento di noradrenalina, tra cui troviamo quindi le anfetamine, la cocaina, o sostanze che aumentano la disponibilità di noradrenalina nel terminale, tipo i MAO inibitori (inibitori delle monoamino ossidasi), che in ogni caso sono da considerare anche farmaci, non è che sono solo sostanze tossiche per l'organismo. Quindi questo è quello che c'è da dire riguardo alla vulnerabilità.Tornando ora alle proprietà delle sinapsi di cui parlavamo prima, un'altra proprietà importantissima è la sommazione, sommazione sia temporale che spaziale. L'altra volta avevamo detto che uno stimolo, per potersi scatenare il potenziale d'azione, deve raggiungere il valore soglia, e quando ciò non è possibile possono avvenire dei fenomeni di sommazione. Che vuole dire? Vi faccio vedere qualche immagine, questo è il fenomeno della sommazione temporale, questo della sommazione spaziale, quando un singolo potenziale è insufficiente e quindi non è in grado di dare origine al potenziale d'azione, ne possono sopraggiungere altri, da altri ingressi oppure successivamente al primo attraverso lo stesso ingresso, che sommati possono raggiungere la soglia e scatenare il potenziale; qua vediamo diversi ingressi, ingresso 1, ingresso 2. In questa immagine c'è un errore, perché dice che vari potenziali d'azione si sommano per raggiungere il valore soglia. Non è vero, il potenziale d'azione ancora non c'è, quelli che si sommano sono dei potenziali locali che vanno a cumularsi per creare il potenziale d'azione. Nel caso in cui gli impulsi vengano da due o più ingressi differenti allora si parlerà di sommazione spaziale, quando invece gli impulsi giungono in

  • successione l'uno dopo l'altro attraverso lo stesso ingresso allora si parla di sommazione temporale. Perché vi sto facendo questa sequenza? Perché vi sto mettendo in evidenza quelle 8 proprietà delle sinapsi.Dopo la sommazione abbiamo altre tre proprietà, la facilitazione, la disinibizione, e la disfacilitazione. In particolar modo la disinibizione e la disfacilitazione sono strettamente legati al fenomeno della sommazione. Quindi ora ve lo faccio vedere e lo vediamo in contemporanea. Per facilitazione in poche parole intendiamo che ripetendo la stimolazione in successione facilitiamo la formazione di un potenziale d'azione che altrimenti non si formerebbe. (La prof ripete il concetto di sommazione spaziale e temporale). Questo che abbiamo detto è il caso in cui il valore del potenziale è sotto soglia, e con l'arrivo di uno o altri potenziali si raggiunge in valore soglia e si innesca la reazione. Ma ammettiamo che contemporaneamente succede questo, che invece di un altro impulso eccitatori, ne arriva uno inibitorio, e allora succede che ritorniamo al punto di partenza perché questo inibitorio va ad annullare l'impulso di prima riallontanando l'impulso dal valore soglia. Quindi a questo punto è possibile facilitare o non facilitare il processo, con l'ingresso dei vari potenziali eccitatori o inibitori perché abbiamo detto che così come si sommano, si possono anche sottrarre. Un'ultima proprietà è quella della convergenza e della divergenza di cui comunque avevamo parlato all'inizio, perché abbiamo detto appunto che su un neurone possono convergere più sinapsi così come da uno ne possono partire tante. E diciamo qualcosa sui neurotrasmettitori che poi riprenderemo la prossima volta insieme al discorso sui recettori. I neurotrasmettitori sono dei messaggeri chimici che possono avere sia effetti inibitori che eccitatori, hanno una distribuzione ben precisa a livello cerebrale, ci sono dei circuiti fissi, ad esempio colinergici, dopaminergici, serotoninergici, che agiscono in maniera prestabilita. Possono essere distinti dal punto di vista chimico, ci sono le monoamine, come noradrenalina, adrenalina, dopamina, serotonina, possono essere amminoacidi, esteri della colina, acidi grassi (endocannabinoidi). Dobbiamo pero fare la differenza con i regolatori, perché questi hanno sempre i recettori specifici. In questa immagine del prof Manasseri potete vedere uno schema che racchiude tutti i requisiti necessari affinché una sostanza possa essere classificata come neurotrasmettitore, tra cui un requisito importante è la necessità di possedere recettori specifici presenti sulla membrana postsinaptica e che possono essere

  • presenti anche sulla membrana presinaptica. Per esempio in passato c'era stata una diatriba sulla bombesina, molti dicevamo che non era un neurotrasmettitore perché non possedeva recettori specifici, ora a quanto pare sembra che abbiamo trovato i suoi recettori quindi da neuromodulatore sembra essere stato classificato come neurotrasmettitore. E poi soprattutto l'interazione della sostanza con i recettori deve dare origine alle famose due risposte, ionotropiche e metabolotropiche. Per quanto riguarda invece i neuromodulatori, di solito sono dei neuropeptidi, dei polipeptidi, e nell'ambito della terminazione sinaptica ce ne possono essere più di una, quindi ricordatevi che il neurotrasmettitore è uno e uno solo, i neuromodulatori possono essere diversi, e quindi possono coadiuvare il neurotrasmettitore modulandone il rilascio. La membrana postsinaptica inoltre può accogliere più di un recettore quindi non ci sono recettori specifici per quell'unico neuromodulatore. Vi sono tantissimi neuromodulatori e di tantissimi tipi, encefalite, endocrine, coinvolte, nel meccanismo del dolore, dell'umore e così via, e possono agire anche in maniera ormonale oltre che sinaptica. Per quanto riguarda i principali circuiti nei quali sono coinvolti i neurotrasmettitori, ne possiamo citare alcuni: per esempio nel meccanismo della veglia sono importanti sia il meccanismo dopaminergico sia il sistema noradrenergico, la dopamina ha un ruolo molto importante nel meccanismo di risveglio e nell'attenzione, mentre la noradrenalina la troviamo a livello del complesso del locus coeruleus, ed è responsabile dell'attivazione tonica che accompagna la veglia. Per quanto riguarda il sonno, il sonno non REM è relativamente più semplice perché nel sonno non REM interviene il circuito serotoninergico in cui i neuroni che utilizzano serotonina si attivano e con accumulo di serotonina favoriscono il sonno, come ad esempio dopo un pasto, quindi possiamo dire che i neuroni serotoninergici preparano il corpo alla fase REM. Nel sonno REM interviene si il circuito della serotonina, ma intervengono anche le catecolamine, l'acetilcolina che sono più che altro implicate nell'esecuzione vera e propria nel meccanismo del sonno e che sono innescate dalla serotonina. Altri circuiti importanti sono quello della fame e quello della sazietà, anch'essi meccanismi molto complessi, poi ve ne parlerà il professore. Qui il sistema serotoninergico agisce in maniera eccitatoria sul centro della sazietà, oltre a migliorare l'umore. Poi abbiamo il sistema adrenergico, in cui distinguiamo un sistema alfa e un sistema beta. Il sistema ά-andrenergico inibisce il centro della sazietà, quello ᵦ-adrenergico inibisce il centro della fame,

  • e così agisce anche il sistema delle anfetamine, che provoca una diminuzione del senso della fame perché agisce a livello del SNC inibendo il centro della fame.

    Ugo Cucinotta