4
STADI PAG 10 STADI DI PROPRIETA’: Sta per arrivare il nuovo anno zero degli stadi italiani, la svolta che cambierà radicalmente il luogo di culto del gioco calcio. La commis- sione Istruzione del Senato ha infatti approvato all’unanimità il testo del disegno di legge per i nuovi stadi di proprietà dei club, senza il bisogno di passare dall’aula. La legge bipartisan, presentata da Butti (Pdl) e Lolli (Pd), viaggia rapida su spinta del governo, e pas- sa ora all’esame della Commissione Cultura della Camera che entro l’anno dovrebbe licenziarla definitivamente e renderla operativa. «E’ auspicabile l’approvazione definita in tempi brevi – ha com- mentato il sottosegretario di Stato con delega allo Sport, Rocco Cri- mi -. In Italia potrebbe aprirsi una nuova era, le Società potrebbero avere stadi di proprietà e produttivi, che consentirebbero ai nostri club di essere competitivi con quelli europei. Inoltre, l’ap- provazione delle legge risulte- rebbe essenziale per dare forza alla candidatura italiana all’Eu- ropeo di calcio 2016». «Si tratta di un punto di par- tenza indispensabile per il futuro del calcio italiano e per l’eventua- le candidatura dell’Italia ad ospitare i campionati europei – ha detto un soddisfatto Maurizio Beretta, presi- dente della Lega calcio -. Il varo da parte del Senato del ddl è il risultato reso possibile dal grande lavoro fatto in commissione da tutti i gruppi parlamentari e dal confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione. Ora il testo passa alla Camera con l’auspicio di un percorso veloce. Abbiamo fiducia che la legge per la costruzione di nuovi stadi possa essere operante entro la fine dell’anno in corso». I nuovi stadi, con capienza minima di 10 mila posti, si faranno con un’intesa tra tutti tra tutti i soggetti coinvolti da chiudersi in conferenza di servizi, senza bisogno dell’unanimità: la conferenza potrà chiudersi, dopo 90 giorni, a cura dei proponenti «tenendo conto – stando alla legge 241/1990 – delle posizioni prevalenti». Sarà quindi possibile superare eventuali dissensi, esclusi quelli di am- ministrazioni sensibili come l’Ambiente o i Beni Culturali (superabili solo con una decisione del Consiglio dei Ministri). L’accordo raggiun- to farà scattare la variante del Piano regolatore. Per l’assegnazione dello stadio il testo precisa che «il Comune può concedere a titolo oneroso l’area, ovvero cedere, sempre a titolo oneroso, il diritto di superficie della stessa al soggetto proponente, tramite assegnazione diretta». Ovvero: niente gara ma cessione anche in proprietà alle squadre. «Bisogna fare in fretta – sottolinea Cosimo Sibilia (Pdl) – sia per sostenere al meglio la nostra candidatura, sia perché i nuovi impianti saranno un volano eccezionale per l’economia delle città». NUOVI STADI, RICAVI DOPPI L’Italia si prepara dunque ad una svolta epocale, finalmente in scia al modello inglese (tanto per metterla in numeri: sono 138 i milioni di euro che gua- dagna annualmente il Manchester United dal suo Old Trafford, contro gli appena 25 milioni che il Milan percepisce da San Siro. Michele Bergerio, direttore finanziario della Juventus, alla presentazio- ne del nuovo stadio bianconero ha sottolineato che con lo sta- dio di proprietà i ricavi potran- no addirittura raddoppiare: «Po- tremmo passare da 20 a 40 mln di euro per quanto riguarda i ricavi da stadio»). Gli stadi italiani sono fatiscenti, e ce ne accorgiamo certo bene in Lega Pro: non a caso ca- pita che in Prima Divisione, tre partite del primo turno di campionato (Crotone-Pescara, Taranto-Juve Stabia e Ternana-Real Marcianise) si giochino a porte chiuse; un controsenso per uno sport che dovrebbe essere soprattutto spettacolo. Ora, sebbene sia sfumato l’Europeo del 2012, decine e decine di club hanno deciso che è ora di cambiare, e i tempi sono maturi perché qualcosa si possa fare per davvero: a causa della Finanziaria del governo Prodi che abbatterà gli interessi, della Legge Melandri sui diritti tv, del Credito Sportivo. Soldi freschi per un giro di denaro elevatissimo: 2-3 miliardi di euro per rifondare i maggiori impianti calcistici italiani. Anche in Italia arriva insomma il momento della privatizzazione, A cura di Mario Brunelli Approvato all’unanimità il disegno di legge in Senato; entro fine anno potrebbe entrare in vigore il testo sulla costruzione degli impianti sportivi di proprietà dei Club. Le Società si muovono con grandi progetti sulla scia del modello inglese, con stadi tecnologicamente avanzati e adibiti a nuove funzioni. MOVIMENTAZIONE MERCI - GESTIONE MAGAZZINI - CARRELLISTI - PICKING Via E. Fermi, 6 - 37135 Verona Italia - Tel +39 045 8201846 - www.eurocompanygroup.com UNA SQUADRA COMPATTA. SOSTIENE I TUOI GOAL SPONSOR Progetto per lo stadio di Brighton

STADI STADI DI PROPRIETA’: L’ORA DELLA SVOLTA 3-2009 Stadi.pdf · davvero: a causa della Finanziaria del governo Prodi che abbatterà gli interessi, della Legge Melandri sui diritti

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: STADI STADI DI PROPRIETA’: L’ORA DELLA SVOLTA 3-2009 Stadi.pdf · davvero: a causa della Finanziaria del governo Prodi che abbatterà gli interessi, della Legge Melandri sui diritti

STADIPAG 10

STADI DI PROPRIETA’: L’ORA DELLA SVOLTA

Sta per arrivare il nuovo anno zero degli stadi italiani, la svolta che cambierà radicalmente il luogo di culto del gioco calcio. La commis-sione Istruzione del Senato ha infatti approvato all’unanimità il testo del disegno di legge per i nuovi stadi di proprietà dei club, senza il bisogno di passare dall’aula. La legge bipartisan, presentata da Butti (Pdl) e Lolli (Pd), viaggia rapida su spinta del governo, e pas-sa ora all’esame della Commissione Cultura della Camera che entro l’anno dovrebbe licenziarla definitivamente e renderla operativa.

«E’ auspicabile l’approvazione definita in tempi brevi – ha com-mentato il sottosegretario di Stato con delega allo Sport, Rocco Cri-mi -. In Italia potrebbe aprirsi una nuova era, le Società potrebbero avere stadi di proprietà e produttivi, che consentirebbero ai nostri club di essere competitivi con quelli europei. Inoltre, l’ap-provazione delle legge risulte-rebbe essenziale per dare forza alla candidatura italiana all’Eu-ropeo di calcio 2016».

«Si tratta di un punto di par-tenza indispensabile per il futuro del calcio italiano e per l’eventua-le candidatura dell’Italia ad ospitare i campionati europei – ha detto un soddisfatto Maurizio Beretta, presi-dente della Lega calcio -. Il varo da parte del Senato del ddl è il risultato reso possibile dal grande lavoro fatto in commissione da tutti i gruppi parlamentari e dal confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione. Ora il testo passa alla Camera con l’auspicio di un percorso veloce. Abbiamo fiducia che la legge per la costruzione di nuovi stadi possa essere operante entro la fine dell’anno in corso».

I nuovi stadi, con capienza minima di 10 mila posti, si faranno con un’intesa tra tutti tra tutti i soggetti coinvolti da chiudersi in conferenza di servizi, senza bisogno dell’unanimità: la conferenza potrà chiudersi, dopo 90 giorni, a cura dei proponenti «tenendo conto – stando alla legge 241/1990 – delle posizioni prevalenti». Sarà quindi possibile superare eventuali dissensi, esclusi quelli di am-ministrazioni sensibili come l’Ambiente o i Beni Culturali (superabili solo con una decisione del Consiglio dei Ministri). L’accordo raggiun-

to farà scattare la variante del Piano regolatore. Per l’assegnazione dello stadio il testo precisa che «il Comune può concedere a titolo oneroso l’area, ovvero cedere, sempre a titolo oneroso, il diritto di superficie della stessa al soggetto proponente, tramite assegnazione diretta». Ovvero: niente gara ma cessione anche in proprietà alle squadre. «Bisogna fare in fretta – sottolinea Cosimo Sibilia (Pdl) – sia per sostenere al meglio la nostra candidatura, sia perché i nuovi impianti saranno un volano eccezionale per l’economia delle città».

NUOVI STADI, RICAVI DOPPIL’Italia si prepara dunque ad una svolta

epocale, finalmente in scia al modello inglese (tanto per metterla in numeri:

sono 138 i milioni di euro che gua-dagna annualmente il Manchester United dal suo Old Trafford, contro gli appena 25 milioni che il Milan percepisce da San Siro. Michele Bergerio, direttore finanziario della Juventus, alla presentazio-ne del nuovo stadio bianconero ha sottolineato che con lo sta-dio di proprietà i ricavi potran-no addirittura raddoppiare: «Po-

tremmo passare da 20 a 40 mln di euro per quanto riguarda i ricavi

da stadio»). Gli stadi italiani sono fatiscenti, e ce ne

accorgiamo certo bene in Lega Pro: non a caso ca-pita che in Prima Divisione, tre partite del primo turno di campionato (Crotone-Pescara, Taranto-Juve Stabia e Ternana-Real Marcianise) si giochino a porte chiuse; un controsenso per uno sport che dovrebbe essere soprattutto spettacolo. Ora, sebbene sia sfumato l’Europeo del 2012, decine e decine di club hanno deciso che è ora di cambiare, e i tempi sono maturi perché qualcosa si possa fare per davvero: a causa della Finanziaria del governo Prodi che abbatterà gli interessi, della Legge Melandri sui diritti tv, del Credito Sportivo. Soldi freschi per un giro di denaro elevatissimo: 2-3 miliardi di euro per rifondare i maggiori impianti calcistici italiani.

Anche in Italia arriva insomma il momento della privatizzazione,

A cura di Mario Brunelli

Approvato all’unanimità il disegno di legge in Senato; entro fine anno potrebbe entrare in vigore il testo sulla costruzione degli impianti sportivi di proprietà

dei Club. Le Società si muovono con grandi progetti sulla scia del modello inglese, con stadi tecnologicamente avanzati e adibiti a nuove funzioni.

MoviMentazione Merci - Gestione MaGazzini - carrellisti - PickinGVia E. Fermi, 6 - 37135 Verona Italia - Tel +39 045 8201846 - www.eurocompanygroup.com

Una sQUaDra coMPatta. sostiene i tUoi Goal

SPONSOR

Progetto per lo stadio di Brighton

Page 2: STADI STADI DI PROPRIETA’: L’ORA DELLA SVOLTA 3-2009 Stadi.pdf · davvero: a causa della Finanziaria del governo Prodi che abbatterà gli interessi, della Legge Melandri sui diritti

PAG 11STADI

STADI DI PROPRIETA’: L’ORA DELLA SVOLTA

Il nuovo «Emirantes Stadium» dell’Arsenal

di uno stadio del club. I nuovi impianti non saranno indirizzati solo al calcio ma pensati come complessi multifunzionali con residenze, uffici e negozi. Un impianto dunque polivalente e, soprat-tutto, remunerativo; che garantisca autonomia e solidità finanziaria (i bilanci delle società non possono continuare a dipendere soltan-to dalla vendita dei diritti tv), maggiore sicurezza, fidelizzazione del pubblico, sfruttamento del merchandising. A tal proposito il parago-ne con la Premier League inglese, secondo un recente studio della Deloitte, è impietoso: gli inglesi incassano il 40% in più della serie A italiana. La ragione? Lo stadio, in Inghilterra, è di proprietà dei club; in Italia appartiene ai Comuni. Per capire meglio basta prendere l’esempio Arsenal, che fino al 2006 ha giocato nel glorioso Highbu-ry con ricavi totali per 192 milioni di euro. Col trasferimento nell’Emi-rates Stadium i ricavi sono subito schizzati a 264 milioni di euro, senza contare che la Emirates, per la sponsorizzazione dell’impianto, garantisce un contratto da 100 milioni di sterline per 15 anni.

Gli stadi di proprietà permettono di fare programmi e di calcolare i profitti nel lungo periodo. Anche per questo i ricavi di una società non correlano con la categoria o con la posizione in classifica: il campionato di serie B inglese occupa la terza posizione in Europa come media di presenze, sopravanzando la stessa serie A italiana. Per la cultura inglese una partita di calcio è uno spettacolo comodo quanto quello in un teatro. Da ogni settore la visibilità deve essere perfetta; nell’impianto si può trascorrere una giornata intera e non solo il tempo stretto della partita: si visita il museo, si acqui-stano gadgets, si passa il tempo in pub, bar e ristoranti. In Spagna il museo del Barcellona (biglietto d’ingresso a 8,50 euro, 13 per il tour

g a r d a m a r o @ g a r d a m a r o . c o m - w w w . g a r d a m a r o . c o m

Lo spirito giusto per affrontare la vita.

Bevi responsabilmente!

completo dello stadio) è quello più visitato di tutta la Catalogna: gli ingressi sono in media 1.200.000 all’anno.

Non è insomma un caso se da un’analisi condotta da Deloitte risulta un utilizzo degli impianti calcistici inglesi è vicino al 100%, quando in Italia sono davvero in pochi, anche tra i club più blasonati, a riempire gli stadi. Il Manchester Utd. è la squadra ad aver la media di presenze più alta (67mila tifosi per partita), oltre ad un utilizzo della capacità dello stadio pari al 99.5%: praticamente un tutto esaurito ad ogni partita in casa. Non è da meno il Chel-sea di Abramovich, con 42mila spettatori ha riportato un utilizzo del 98.7%, seguito ad un passo dall’Arsenal con il 98.6% e 38mila spet-tatori di media. Leggermente staccato segue il Liverpool con 42mila spettatori, ma «solo» il 93.8% di utilizzo dello stadio, mentre il «fa-nalino di coda» è l’Everton con 37mila spettatori ma «solo» il 90.8% di utilizzo della capacità dello stadio.

NUOVI STADI ITALIANI, I PROGETTILe prime società a presentare un progetto definitivo e che dovreb-

bero ultimare i lavori per il 2011 sono Juventus e Siena. Il nuovo impianto dei piemontesi sorgerà esattamente dove si trova il «Delle Alpi», costerà 135 milioni di euro e al suo interno troveranno posto palestre, ristoranti, 120 box per vip, il tutto foderato da lamiere bian-che e nere. Si estenderà su una superficie totale di 355mila metri quadrati e potrà ospitare 41mila spettatori. L’area commerciale co-prirà 34mila metri quadrati, le zone verdi si estenderanno su 30mila e saranno previsti parcheggi per 4.000 posti auto. Il Siena invece si sposta a Isola d’Arbia, zona sud della città, per uno stadio tra le col-

Terreno di gioco del «Camp Nou», Barcellona

Page 3: STADI STADI DI PROPRIETA’: L’ORA DELLA SVOLTA 3-2009 Stadi.pdf · davvero: a causa della Finanziaria del governo Prodi che abbatterà gli interessi, della Legge Melandri sui diritti

STADIPAG 12

line con una curva sola e 40mila posti a sedere al coperto; accanto il palazzetto della Montepaschi oltre a altri servizi consultabili sette giorni su sette.

Anche la Fiorentina, nel 2008, aveva presentato il suo progetto: a settembre di quell’anno il patron Della Valle, nell’illustrare la «Cit-tadella viola» (stadio da 40-50mila posti, centro commerciale, hotel e un parco a tema calcistico), chiedeva sostegno al mondo politico cittadino. Nessuna risposta. Ma ora, con il nuovo Sindaco Matteo Renzi, la discussione ruota già intorno all’area dove far nascere il complesso. Una volta sbloccata la situazione si procederà con un project financing.

La Roma tasta il terreno per costruire il suo nuovo impianto nei pressi di Torrevecchia, dove i Sensi hanno una proprietà. Il nuovo sta-dio, intitolato proprio a Franco Sensi, dovrebbe ospitare 55-60mila posti su due livelli. Ma ci vorrà ancora del tempo, visto che alle infra-strutture e le cubature limitrofe (residenze e centro commerciale più grande d’Europa) mancano ancora tutte le autorizzazioni urbanisti-che. La Lazio di Lotito è in fase più avanzata col suo «Stadio delle Aquile», nelle campagne della Tiberina: un’idea della Ama group la cui capienza sarà di 60mila posti, con una una semicopertura dotata di sistemi fotovoltaici per l’accumulo di energia. All’interno dell’im-pianto, ovviamente, verranno inseriti cinema multisala, ristoranti, supermercati, punti vendita del merchandising ufficiale. Il costo dell’operazione viene stimato in 250milioni di euro. Il progetto ha subito però una frenata a causa della zona scelta, che essendo vicina al Tevere è esposta a rischio esondazione.

Ancora incerte le sorti delle due squadre di Milano. Per l’Inter si parla di un nuovo impianto che dovrebbe sorgere in zona Rho-Pero, da rendere operativo in vista dell’Expo 2015; il Milan pensa invece a ristrutturare il vecchio San Siro per renderlo – parole di Galliani – «la nuova casa del Milan».

Ma tante altre società cominciano a muovere i primi passi: il Ca-gliari di Cellino pensa alla sua nuova Caralis Arena firmata da Jaime Manca; il Palermo di Zamparini traslocherà in zona Zen: 130 milioni di euro per 31mila posti, sala congressi, cinema e alberghi. La fa-miglia Garrone progetta di costruire a due passi dall’aeroporto di Genova con l’aiuto di una holding olandese (270 i milioni di euro da investire) per ricavare una arena da 30mila posti su tre piani. La Sampdoria punta sull’hi-tech con un mega progetto il cui disegno ricorda la forma di astronave. La copertura dello stadio sarà realizza-ta in materiale trasparente e dalla stessa sarà possibile assistere alle partite, seduti al ristorante. A Napoli De Laurentiis ha rivelato che i suoi architetti sono già al lavoro per rifare da capo il «San Paolo». L’obiettivo è quello di creare una «struttura moderna, all’avanguar-dia, su quella già esistente».

Qualcosa in Italia sta cambiando per davvero: se per Juventus e Siena la posizione ufficiale, la speranza è che anche i progetti di tutte le altre società decollino per davvero. Per il bene del calcio, dei club e di tutti i tifosi.

E VERONA?Abbiamo interpellato in tal senso Giovanni Martinelli: Pre-

sidente, cosa può dirci sulla nostra situazione?«Sicuramente all’Europeo 2016 Verona vuole esserci, e la Figc l’ha

Roma: disegno del nuovo stadio «Sensi»

Lazio: lo «Stadio delle Aquile»

Juventus: modello 3D del nuovo «Delle Alpi»

Page 4: STADI STADI DI PROPRIETA’: L’ORA DELLA SVOLTA 3-2009 Stadi.pdf · davvero: a causa della Finanziaria del governo Prodi che abbatterà gli interessi, della Legge Melandri sui diritti

PAG 13STADI

già inserita tra le 12 città che potrebbero ospitare la manifestazione, e, va detto, la situazione infrastrutturale del Bentegodi, da un punto di vista strettamente legato al dossier della Uefa per la candidatura delle città, sarebbe accettabile».

Quali sono i parametri cardine?«Innanzitutto quello numerico; noi possiamo contare su 31mila

posti effettivi (sarebbero 39, ma le parterre non vengono impiegate perché non hanno un angolo di visuale a norma) che basterebbero per essere in regola (il minimo è 30mila, ndr); anche sulla copertu-ra dello stadio ci siamo e la collocazione vicino alla stazione e alla tangenziale verso l’aeroporto ed i caselli autostradali è buona».

Quindi ci siamo in linea di massima?«Purtroppo non basta: in base al dossier della Uefa sarà obbliga-

torio costruire nuove strutture, come i quaranta «sky box» (salottini con vetrata sul campo da gioco per Vip, giornalisti, dirigenti e dotati di poltrone, bar, tavolini, ecc, ndr); andranno ampliati gli spogliatoi; all’esterno dello stadio bisognerà lavorare per creare una «fan zone» per accogliere al meglio i tifosi, con maxischermi, bar, ristoranti, negozi di gadget; andranno ridisegnati i parcheggi, secon-do le regole dettate dall’Uefa. Senza contare che ci sarebbe bisogno anche di un radicale intervento di ristrutturazione ai posti per gli spettatori, che passerebbero da 39 a 33mila con eliminazione di par-terre e con le tribune che avanzerebbero fino ai bordi del campo».

Meglio uno stadio nuovo, insomma?«Aldilà dell’importanza di Euro 2016, io stesso rigiro la domanda

a tutti i lettori: quale grande azienda può ambire a risultati impor-tanti fintantoché non diventa essa stessa proprietaria delle proprie strutture?»

La risposta, alla luce anche di quanto analizzato su queste pagine, non sembra difficile. [...continua sul prossimo numero]

Disegno di uno stadio «del futuro»: anche Verona ne avrà uno così?

EURO 2016: SITUAZIONE ITALIAIn corsa per ottenere la possibilità di ospitare le 51 partite (36

nel primo turno, 15 dagli ottavi alla finale) dell’Europeo 2016 ci sono 12 città, ma ne verranno scelte solo 9. Gli stadi saranno suddivisi a fasce: nella prima (50/60 mila posti) gli impianti dove disputare match d’apertura, semifinali e finale, nella seconda (40 mila posti) gironi eliminatori e quarti, nella terza (30 mila posti) i gironi eliminatori. Verona si trova quindi già in una posizione non certo d’eccellenza, ma qual è la situazione delle altre città?

ROMA: presentato il nuovo stadio «Franco Sensi» (55-60mila posti). Ci vorrà tempo e forse la capitale si «acconteterà» di ristru-rare l’«Olimpico», ma in ogni caso è certa la sua partecipazione.

MILANO: si adeguerà San Siro alle norme Uefa, ma così come per Roma è difficile pensare ad un Europeo senza «la Scala del calcio».

TORINO: già in corso i lavori per il nuovo «Delle Alpi» da 40 mila posti.

FIORENTINA: Della Valle già nel 2008 ha presentato la sua proposta per la «Cittadella Viola», stadio da 40-50mila posti.

BOLOGNA: la giunta comunale valuta come «un’eventualità che viene vista con favore» l’idea di un nuovo stadio.

PALERMO, NAPOLI, GENOVA E CAGLIARI: tutti i Club han-no già presentato la loro idea per un nuovo impianto all’avan-guardia.

BARI E UDINE: ristruttureranno gli impianti esistenti.

Insomma, per Verona la concorrenza non manca; gli sportivi veronesi si augurano di non dover seguire l’Europeo dalla pol-trona di casa...