68
A An nn no o X XV VI II I - - N N. . 1 1/ /2 2 - - G GE EN NN NA AI IO O- -M MA AR RZ ZO O 2 20 00 07 7 - - T Ta ar ri if ff fa a A As ss so oc ci ia az zi io on ni i S Se en nz za a F Fi in ni i d di i L Lu uc cr ro o: : P Po os st te e I It ta al li ia an ne e S S. .p p. .A A. . - - S Sp pe ed di iz zi io on ne e i in n a ab bb b. . p po os st t. . - - D D. .L L. . 3 35 53 3/ /2 20 00 03 3 ( (c co on nv v. . i in n. . L L. . 2 27 7/ /0 02 2/ /2 20 00 04 4 n n° ° 4 46 6) ) a ar rt t. . 1 1, , c co om mm ma a 2 2, , D DC CB B R Ro om ma a periodico di idee, informazione e cultura del Collegio Ipasvi di Roma

Strisciata

Embed Size (px)

DESCRIPTION

62 L’AVVOCATO DICE… Il potere disciplinare nel rapporto di lavoro infermieristico 47 Il “Registro delle ricerche” uno strumento per mappare la produzione scientifica degli infermieri al Collegio IPASVI di Milano-Lodi Gennaro Rocco (A pag. 15 il resoconto degli articoli e delle risposte del Collegio IPASVI di Roma)

Citation preview

Page 1: Strisciata

AAnnnnoo XX

VVII II

-- NN

.. 11 //22 --

GGEE NN

NNAA

II OO-- MM

AARRZZOO 22

000077 --

TTaarr ii ff

ff aa AA

ss ssoocc ii

aazz ii

oonnii SS

eennzz aa

FFii nn

ii ddii LL

uucc rr

oo::

PPooss tt

ee IItt aa

ll ii aannee SS

.. pp.. AA

.. --

SSppeeddii zz

ii oonnee ii nn

aabbbb..

ppooss tt

.. --

DD.. LL

.. 335533// 22

000033 ((

cc oonnvv ..

ii nn..

LL .. 22

77// 00

22// 22

000044 nn

°°4466)) aarr tt

.. 11 ,, cc

oomm

mmaa 22

,, DDCC BB

RRoomm

aa

periodico di idee, informazione e cultura del Collegio Ipasvi di Roma

Page 2: Strisciata

“Infermiere Oggi” pubblica articoli inediti di interesseinfermieristico, previa approvazione del Comitato diRedazione. L’articolo è sotto la responsabilitàdell’Autore o degli Autori, che devono dichiarare:nome, cognome, qualifica professionale, ente diappartenenza, recapito postale e telefonico. Il conte-nuto non riflette necessariamente le opinioni delComitato di Redazione e dei Consigli Direttivi.Quando il contenuto esprime o può coinvolgere laresponsabilità di un Ente, o quando gli Autori parlanoa suo nome, dovrà essere fornita anche l’autorizzazio-ne dei rispettivi responsabili.Il testo deve essere il più conciso possibile, compatibil-mente con la chiarezza di esposizione. Le bozze ver-ranno corrette in redazione. I lavori non richiesti enon pubblicati non verranno restituiti.Le citazioni bibliografiche devono essere strettamen-te pertinenti e riferirsi a tutti gli Autori citati nel testo.Le citazioni da periodici devono comprendere: ilcognome e l’iniziale del nome dell’Autore o dei primidue Autori, nel caso di più di due Autori, verrà indica-to il nome del primo, seguito da “et al”; il titolo origi-nale dell’articolo, il titolo del periodico; l’anno di pub-blicazione, il numero del volume, il numero dellapagina iniziale.Le citazioni di libri comprendono: il cognome e l’ini-ziale del nome degli Autori, il titolo del libro (even-tualmente il numero del volume e della pagina, se lacitazione si riferisce ad un passo particolare), l’editore,il luogo e l’anno di pubblicazione. Gli Autori che desi-derano la riserva di un certo numero di copie delnumero contenente il loro articolo, devono farnerichiesta esplicita al momento dell’invio del testo.Tutto il materiale deve essere spedito o recapitatoal Collegio IPASVI di Roma, Viale Giulio Cesare, 78- 00192 Roma.

Rubriche

Organo Ufficiale di Stampadel Collegio IPASVI di Roma

Direzione - Redazione - AmministrazioneViale Giulio Cesare, 78 - 00192 ROMA

Tel. 06.37511597 - Fax 06.45437034

DIRETTORE RESPONSABILE

Gennaro Rocco

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Nicola Barbato, Stefano Casciato, Mario Esposito, Matilde Napolano, Carlo Turci

COMITATO DI REDAZIONE

Bertilla Cipolloni, Rodolfo Cotichini, Maurizio Fiorda, Maria Vittoria Pepe, Francesca Premoselli,

Maria Grazia Proietti, Ausilia M.L. Pulimeno, Emanuela Tiozzo, Marco Tosini.

Rivista trimestrale ottobre/dicembre 2006Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A.

- Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 90del 09/02/1990

FOTO: MARIO ESPOSITO

STAMPA: GEMMAGRAF EDITORE00171 Roma - Via Tor de’ Schiavi, 227Tel. 06 24416888 - Fax 06 24408006e-mail: [email protected]

Finito di stampare: Giugno 2007

Tiratura: 26.000 copie

1 EDITORIALEdi Gennaro Rocco

3 UNO SQUARDO ANTROPOLOGICO SULLA MALATTIAdi Andrea Fidanza, Adriano Fiorini,Simona Lorè, Mario Rinaldi

7 Il coordinamento infermieristico tra leadership managementdi A.M.L. Pulimeno, M. Sorrentino

15 Il Morso del Piranha

16 Todos caballeros negli ospedalidi Mario Pirani

17 Se l’infermiere va al poterein corsiadi Mario Pirani

18 Lettera aperta a Mario Pirani

19 Lettera aperta pubblicatasul Corriere della Sera

22 Relazione assemblea iscritti 2007

29 Il lavoro delle commissioni

47 Il “Registro delle ricerche” unostrumento per mappare laproduzione scientifica degliinfermieri al Collegio IPASVIdi Milano-Lodidi Paola Gobbi

58 RECENSIONE L’Assistente sanitariodi Petronilla Pacetti e Rita Venditti

59 Gestione del team infermieristico:strumenti e metodologie

60 L’angolo de media

62 L’AVVOCATO DICE…Il potere disciplinare nel rapportodi lavoro infermieristicodi Alessandro Cuggiani

59 Infermieri in rete

Page 3: Strisciata

Sotto tiro

di Gennaro Rocco

11

Di nuovo sotto tiro e con rin-novato vigore. Forse perchécresciuti troppo, tanto da far

spavento. Fatto sta che sugli infer-mieri incombe un serrato attacco,l’ennesimo di una lunga serie.Ci attaccano su più fronti: inParlamento, nelle Regioni, nelleUniversità, sui giornali. E con ognimezzo, compresa qualche pennaservizievole. In questa chiave, le sortite di unopinionista di rango come Mario Pirani(“Linea di confine” - “La Repubblica”23/4/2007;) con l’articolo “Todos caballerosnegli ospedali italiani” e successivi, hannofatto… scuola. Anche perché la “linea diconfine” l’ha superata abbondantementecon affermazioni e anatemi che lasciano alli-biti, dannosi al Paese e al Servizio Sanitario.Come folgorato sulla via di Damasco, Piraniindividua le cause dei mali della nostra sani-tà: gli infermieri e gli psicologi. I primi che,forti della crescita professionale e della for-mazione universitaria, osano addirittura“costituire servizi autonomi con una propriagerarchia interna sottratta perfino allaDirezione Sanitaria ma facente capo diretta-mente alla Direzione Generale”; e poi per-chè “la formazione accademica è ottimacosa fino a che migliora la preparazione pro-fessionale, ma diventa aberrante se è intesacome leva per far saltare ogni principio digerarchia e di responsabilità medica”.Eccolo il nocciolo della questione: la centra-lità della figura medica. Sempre quella. E gliinfermieri? Quelli che oggi per esercitare laprofessione devono possedere un bagagliodi studio lungo almeno 16 anni e una laureaspecifica che li rende responsabili dell’assi-

stenza generale alla persona? Beh,quelli è bene che abbassino la cre-sta. Pirani volge la testa indietro eripropone ciò che tutti pensavamofosse superato dal tempo, dalla sto-ria: la “baronia” della classe medi-ca, la sua supremazia, lo jus delprimo della classe. Nella nostravisione della sanità la gerarchia è

diversa, al suo vertice c’è il malato, i suoibisogni, le sue necessità, le sue ansie e le suepreoccupazioni.In una sanità moderna il lavoro da “solisti”non paga. Bisogna lavorare in équipe. Lasquadra, il team è la prima risposta alle dis-crasie del nostro Sistema Sanitario. Medici,infermieri, fisioterapisti, logopedisti, tecnici,tutti devono lavorare in modo integrato,ognuno per la sua specificità, competenza,per il suo sapere, messi a disposizione di chiha bisogno.Viene da chiedersi: ma come si può ancoraoggi confondere l’ambito delle competenzemediche con quelle degli infermieri e deglialtri professionisti della salute? Com’è possi-bile ignorare che la diagnosi medica è cosaben distinta da quella infermieristica, cheuna cosa è prescrivere farmaci e altro ègarantirne la corretta somministrazione, cheuna cosa è la cura medica e altro l’assisten-za infermieristica?Eppure, anche in chi interviene pubblica-mente con tono autorevole sui mali dellasanità italiana, prevalgono strane amnesie. Sidimentica che sono gli infermieri ad assiste-re la persona 24 ore al giorno, per gran partedel tempo da soli, senza alcuno che li “sor-vegli” o che comandi loro che cosa e come

e d i t o r i a l e

Page 4: Strisciata

22

“va fatto”; che sono sempre loro a garantireil funzionamento di reparti e servizi non-ostante il poco invidiabile record del piùbasso numero di infermieri (in Italia 5,9infermieri per 1000 abitanti, il doppio inGermania e Irlanda, addirittura il triplo neiPaesi scandinavi). Per non dire di un altrorecord: quello dell’unico Paese al mondo incui il numero dei medici supera quello degliinfermieri (oltre 360.000 i medici, poco piùdi 340.000 gli infermieri). Di tutto ciò in certe analisi non v’è traccia.Nessun segno neppure dell’abnegazione edella responsabilità con cui, ogni giorno,questi professionisti tirano la volata alla sani-tà nazionale e ne fanno, nonostante i mali,una delle migliori al mondo. E altro non sidice: della battaglia in corso sulla Legge 43,di quanto accade in molte Regioni sulla que-stione della Dirigenza Infermieristica, dell’o-rientamento di chiusura sulle rivendicazionicontrattuali degli infermieri, sugli affondiancora una volta egemonici come quellodell’“atto medico” che tanto allarme stasuscitando a Bruxelles. Né si dà conto dellevicende e dei retroscena legati ai concorsiuniversitari per ricercatori e per altre posi-zioni.Finora, all’enorme investimento in formazio-ne e professionalità che gli infermieri italianihanno sostenuto ha corrisposto soprattuttoun aumento di responsabilità e di oneri.Anche vantaggi certo, ma pochi rispetto aquelli che sarebbe stato legittimo attendersi.

Non mancano invece offensive di chi temedi perdere privilegi antichi quanto obsoleti,quelli che spostano dal centro della sanità ilsuo vero obiettivo: il cittadino.Una strategia infruttuosa che non conviene anessuno. E poi è profondamente ingiusta. Gliinfermieri non meritano tanta acredine;aggressioni così gravi e ingenerose sonoingiustificabili. Migliaia di infermieri si iscri-vono e frequentano ogni anno Master di spe-cializzazione, di organizzazione e di mana-gement, laurea specialistica, dottorati diricerca. Lo fanno con passione e perchévogliono crescere, nonostante le ancorascarse opportunità di carriera e gli stipendiincredibilmente sottostimati rispetto al ruoloe alle responsabilità. Che cosa accadrebbese gli infermieri mettessero in atto azioni diprotesta forti? Chi e come garantirebbe i ser-vizi?Se gli infermieri italiani sono arrivati al puntoin cui sono oggi è perché hanno saputo met-tersi in gioco, hanno investito più di ognialtra categoria su formazione, cultura e pre-parazione specialistica. Lo hanno fatto gra-zie a una straordinaria caparbietà, spessocontro tutto e contro tutti. La stessa determi-nazione che non li abbandona oggi, nean-che se sono sotto tiro. Sarà pure un destino arduo, ma se ci ha por-tati fino a qui va bene lo stesso.

Gennaro Rocco(A pag. 15 il resoconto degli articoli e dellerisposte del Collegio IPASVI di Roma)

Epidurale, un Ddlper le partorienti

Le neomamme la chiedono con insistenza,ma in Italia l’anestesia epidurale segna anco-ra il passo. Questa tecnica viene infatti utiliz-zata solo per il 3,7% delle partorienti italiane,mentre in Francia e in Gran Bretagna la per-centuale sale fino al 50%. I dati sono stati pre-sentati a Pordenone nel corso di un recenteconvegno sul tema dal Ciao (Club italiano

anestesisti ostetrici). Un passo avanti in talsenso lo ha compiuto il Consiglio dei ministriapprovando un Disegno di legge dal titolo: “Latutela dei diritti della partoriente, la promozio-ne del parto fisologico e la salvaguardia dellasalute del neonato”. Uno dei principali obietti-vi del Ddl è promuovere il parto indolore, inse-rendo l’analgesia epidurale tra i livelli essen-ziali di assistenza, in modo da ridurre il ricor-so ai cesarei che, secondo gli ultimi dati uffi-ciali, in Italia, dal 1998 al 2000, sono passatidal 31,4% al 33,4%.

Page 5: Strisciata

Uno sguardo antropologicosulla malattia

di Andrea Fidanza, Adriano Fiorini, Simona Lorè, Mario Rinaldi

33

Il contatto con realtà culturali diversedalle nostre, quali sono oggi quelleche portano i flussi migratori, rende

necessario anche per l’operatore sani-tario confrontarsi con modi diversi diconcepire il mondo e quindi anche ilmondo legato all’ambiente ospedalieroed all’idea di malattia ed ai comporta-menti ad esso legati. Dovremo quindi in-teriorizzare nel nostro bagaglio di ope-ratori punti di vista diversi su concettiche oggi non possono non essere ridi-scussi. Riteniamo necessarie alcune rifles-sioni.La malattia ha avuto ed ha tutt’ora unaconnotazione particolare all’internodelle società, per la sua caratteristica dielemento capace di mettere in crisi lapresenza, e la certezza di esserci nelmondo, per questo la sua genesi, il suotrattamento, la sua gestione sono ap-pannaggio di saperi particolari.Non è lontano dalla realtà inserire la di-stinzione tra i concetti di puro e impuro,in quanto il nostro mondo occidentale ècomunque figlio dell’eredità indoeu-ropea. E’ proprio all’interno di questacultura che la purezza ha deciso le ge-rarchie sociale per secoli. Nella società in-diana la gerarchizzazione castale sibasava su una distinzione di purezzalegata ai comportamenti, ai mestieri, cheessendo poco mobili si legavano alla na-scita, nel senso che ad ogni casta corri-spondeva in linea di massima una profes-sione; più la professione, che connotavale attività personali, portava a contattocon materiale impuro, più il livello della

casta era basso. Chiaramente anche lapersona stessa che stava a contatto conqualcosa di impuro era veicolo d’im-purità.La manipolazione dei corpi era quindiproblematica, vedi l’idea di intoccabilità,ma anche lo stare a contatto conqualcosa di non puro: i liquidi biologicispecie quelli di scarto hanno una conno-tazione di massima impurità. C’è unasola eccezione: il medico, di solito dicasta braminica è l’unico che per il suostatus di bramino, la casta sacerdotale, inaggiunta alla sua connotazione di ope-ratore specializzato può toccare , mani-polare, entrare in contatto, senza conta-minarsi.Il malato è un potenziale veicolo d’im-purità ed è fondamentalmente cosa“altra”, perché assume uno status di-verso dal normale e quindi vive in ma-niera separata, tutt’oggi il malato sta inospedale, cioè in un luogo altro riservatoa tutti quelli che ricadono in una deter-minata situazione: la malattia.Il malato nel corso degli anni ha assuntoaltre connotazioni, prima terrifiche per iltimore di contagio, questo è avvenutosoprattutto nel periodo delle grandi epi-demie, poi in età moderna, ha subitouna sua evoluzione fino a divenireutente/cliente, ma non ha mai raggiuntouno status di parità sociale. La malattiarende “Altri”.Inoltre c’è un sotterraneo concetto di pu-nizione che mai palesato, sottintende al-l’idea della predestinazione: il male c’ècome conseguenza della volontà della di-

Page 6: Strisciata

44

vinità. I templi o i locali a loro annessifurono i primi esempi d’ospedali. Tor-nando alla nostra distinzione se il malatoè altro lo è in quanto emblema presentedella crisi della presenza e oggetto/corpoda manipolare ma anche da evitare. Ilmalato stesso perde il suo status e deveaccettare di essere manipolato “a fin dibene”, ma chi può manipolare? Chi neha facoltà? L’operatore specializzato. Inoccidente questo è il personale sanitarioche risulta quindi culturalmente auto-rizzato: ad infrangere delle regole di ri-servatezza, ad invadere aree personalinon normalmente valicabili. Però fac-ciamo attenzione anche l’operatoreviene connotato per questa promiscuitàcon il malato, con l’altro, con l’impuro equindi tranne il medico di cui abbiamogià detto è probabile che gli altri ope-ratori possano da una parte essere social-mente autorizzati a qualcosa di specialema allo stesso tempo rischiano di essereassociati e degradati a manipolatori del-l’impuro.Il corpo quindi non è solo oggetto maveicolo di uno status e su questo aspettodovremmo inserire un più ampio ragio-namento sulla sua valenza e sulla va-lenza della malattia e della cura in un piùampio orizzonte. Il corpo ha una valenza culturale centralein molte culture e la manipolazione delcorpo è modo e forma d’espressione, au-

toespressione e manifestazione del so-ciale.Il corpo si forma, si modella, si costruisce,non solo nella forma estetica, ma anchein quella sociale, le modificazioni delcorpo sottolineano i passaggi di età, distatus e mostrano noi stessi.I canoni stessi di bellezza cambiano e ri-sultano culturalmente indotti, secondo lenecessità le idee e le motivazioni dellesocietà che li elaborano, il classicoesempio del pavone, che mostra la suacoda per richiamare l’attenzione su di sedella femmina è un modo per mostrarequanto siamo sani e idonei alla riprodu-zione ed è una tecnica di utilizzo delcorpo.L’associazione sano bello è peculiare,può cambiare l’idea di bello, ma i dueconcetti sono di solito indissolubili. Permostrare il corpo, non solo a scopo ri-produttivo, ci sono vari modi definiti inmaniera non inappropriata tecniche. Leconcezioni riguardo alla manipolazionedel corpo sono relative ai percorsi cul-turali di ogni gruppo. Una profondadifferenza la troviamo tra l’occidente emolte culture d’interesse etnologico. Ilcontatto con popolazioni che normal-mente eseguivano manipolazioni delcorpo atte a modificarne l’aspetto,furono contatti traumatici. In realtàmolte di queste culture proprio perchéculturalmente indotti a credere nella

Antiacidi, italianida record

Le tasche degli italiani sono piene di pilloleantiacido. E questa la fotografia che emergeda uno studio italiano che ha coinvolto diver-se università e che evidenzia come le cattiveabitudini alimentari, l’ansia e lo stress spin-gano circa un terzo della popolazione nazio-nale a fare un uso spesso eccessivo degliantiacidi. La ricerca, pubblicata sulla rivista“Dimagrire”, è stata condotta su oltre milleitaliani fra i 20 e i 60 anni. Il 41% degli inter-vistati ha affermato di soffrire frequentemen-te di disturbi digestivi, contro un 25% chedice di soffrirne raramente o mai. Tra i sinto-

mi più diffusi, l’acidità di stomaco (64%), ilsenso di pesantezza (57%), l’alito pesante(52%), il mal di testa (48%) e la sonnolenza(41%). Inoltre, per il 27% degli intervistatiquesti disturbi crescono quando si mangiafuori o si è nervosi (24%). La ricerca tracciainoltre l’identikit degli antiacido-dipendenti:generalmente maschi, età media sui 40 anni,manager o liberi professionisti che di fronte aidisturbi collegati alla cattiva digestione nonesitano a ricorrere al farmaco (31%). I veridipendenti (un caso su due) non escono maidi casa senza digestivo. E anche il bicarbona-to occupa un posto di rilievo nella classificadei “dipendenti” con il 26%, mentre il 17% diquesti preferisce consumare una limonatacalda.

Page 7: Strisciata

55

umanizzazione del corpo, figlio di unostato di natura, lo modificavano per di-stinguersi dagli animali che questa ca-pacità non avevano. Il corpo poi inmolte culture ha una sacralità o almenoun’aurea d’intoccabilità, specie quellodella donna. Il controllo sulla produt-trice di produttori passa anche dall’i-naccessibilità del suo corpo e dall’in-gabbiamento della sua socialità.Quando le società si svilupparono inmaniera legata ai concetti di proprietà,di trasmissibilità delle risorse da una ge-nerazione all’altra, la certezza della di-scendenza diveniva cruciale. Quindi lacreazione culturale di tabù e di ritualitàrispetto alla parte di socialità che ri-guarda i rapporti tra i sessi coinvolgeanche la corporeità.Per tornare però alla linea di partenza illegame tra salute bellezza esposizione emanipolazione dei corpi riporta alle con-siderazioni sul corpo malato.Il corpo malato è al contrario di quantodetto fin’ora da nascondere da non mo-strare in quanto palese dimostrazione didebolezza, proprio perché non mostrasalute, ma esteriorizza in pubblico la crisidella presenza la già citata messa in dis-cussione dell’esserci nel mondo ma oggiancora di più anche l’esserci in bilicoponte tra due status.L’autopercezione stessa del soggetto ri-guardo al proprio corpo cambia, la dico-tomia corpo / mente nello stato di ma-lattia si accentua; il corpo, cosa altra,limita non consente la vita normale chela mente vorrebbe avere, si separa la car-tesiana concezione tra res cogitans e resextensa, trovando terreno fertilissimonelle concezioni cristiane e non solo.Le idee di mortificazione della carne e ingenere del mondo materiale è tra-sversale a molte filosofie e questo stra-volge i concetti perché in questo caso ilcorpo mortificato deve essere esposto emostrato proprio perché prova della ne-gazione della materialità.La centralità del corpo, al di la dell’ideache ne sottende la gestione, rimane pe-culiare in tutte le culture e quindi la ge-stione stessa dello status di malattiaassume tramite esso caratteristiche pecu-liari e distintive.Nella visione occidentale legata alla bio-medicina l’idea di salute non comprende

in modo totalizzante la realtà dell’indi-viduo.Si evidenzia la realtà dell’organo, il rap-porto tra causa ed effetto un legame traagente e corpo ma la totalità olistica del-l’unione corpo mente è ancora lontana,la ricongiunzione della separazione car-tesiana tra res cogitans e res extensalungi dall’essere ricomposta.In realtà non sarebbe neanche suffi-ciente per una visione completa dell’indi-viduo perché è indispensabile ag-giungere il contesto ambientale e cul-turale che insiste sulla singolarità dell’in-dividuo.L’idea di salute è tutt’altro che univoca,noi ci rifacciamo alla definizione del-l’OMS ma essa è un a sintesi che solonelle ultime revisioni ha inserito il latopsico- sociale della vita come elementofondante e peculiare della salute stessa.Anche questo, in fondo come ogni ele-mento, ha una determinazione culturalenon possiamo non considerare l’esistenzadelle “culture bound sindrome” cioè diquelle patologie o meglio sindromi cul-turalmente ordinate. Esempi sono sicura-mente i comportamenti socialmente de-vianti delle donne del corno d’africa, o lapiù vicina Taranta. In effetti, si crea unasintomatologia che giustifichi un com-portamento non consono con glistandard culturali delle società d’appar-tenenza e, di fatto, quindi la malattiaassume un ruolo sociale rilevante che,però ha una sintomatologia chiara eanche clinicamente rilevante ma conun’eziologia non riferibile al campo dellabiomedicina ma a quello del comporta-mento culturale.Di contro anche l’idea stessa della saluteè dipendente dalla concezione culturale,in alcune realtà l’unità del tutto, ilmondo reale e quello soprannaturale,l’uomo e il divino, sono concepiti in unagiustapposizione una discrasia tra i duemette in crisi la realtà del singolo ealcune volte anche della società in cuivive quindi prima della malattia è neces-sario come cura ristabilire l’ordine tra leparti del tutto.Questo concetto ha portato anche un’e-voluzione nelle società d’interesse etno-logico, là dove abbiamo un contatto congli occidentali si è cominciato ad avereuna differenziazione nell’utilizzo degli

Page 8: Strisciata

66

operatori, prima si consulta l’operatoretradizionale che ha il potere della cono-scenza è colui che è capace di sapere ilperché della problematica e di rimettereordine nell’ordine cosmico, poi si puòanche andare dal medico occidentale cherisolve il problema materialmente. Altradifferenza è la malattia da medico deibianchi e la malattia da operatore tradi-zionale. Queste differenze sono statenotate dagli etnologi nelle ricerche sulcampo.

PROVA

Concetti distanti, dal punto di vista occi-dentale ma non moltissimo se ci interes-siamo a qualcosa che è dietro la malattia.Le cause sociali concorrono alla nascita dipatologie anche nel ricco occidente, oggisi parla di patologie della povertà, non èdistante quindi dal dire che l’incrinare unordine sociale costituito rischia di pro-durre malattia, perché limita peresempio l’accesso alle risorse, abbassa glistandard igienici etc. Lo stress, la grandemalattia del secolo, non è forse un

disagio psico-fisico-sociale che altera l’e-quilibrio dell’uomo? E la necessità non èforse la ricomposizione di questodisagio?La considerazione ultima può essere l’esi-stenza di tanti e diversi concetti di ma-lattia e di tanti e diversi modi di viverla,le diversità nel modo di vivere il male di-pendono dalla cultura e dal contesto nelquale si sviluppa l’approccio all’”altro”non può non tenere conto di queste di-versità e del senso che al male ognicultura impone.Aprirsi a queste diversità è quasi indi-spensabile per ripensarci come operatoriin un mondo in continua evoluzione.

AUTORI

Andrea FidanzaInfermiere, Dottore in LettereAdriano FioriniInfermiere CoordinatoreSimona LorèInfermiere, Dottore in LettereMario RinaldiInfermiere CoordinatoreA2 OS P S. Camillo Forlanini - Roma

Louis Dumont “Homo Hierarchicus”Ed.AdelphiMary Douglas “Purezza e pericolo”Ed.Il MulinoGiovanni Pizza “AntropologiaMedica” Ed.CarocciDuilio F.Manara “Infermieristica Inter-culturale” Ed.CarocciFaberV.Lanternari-M.Ciminelli “Magia Me-dicina Religione Valori Vol I-II” Ed.Li-guori

Page 9: Strisciata

IIL COORDINATORE INFERMIERISTICOTRA LEADERSHIP

MANAGEMENT

A.M.L. Pulimeno, M. Sorrentino

77

ABSTRACT

Conoscenza, comportamenti, stili di lavoro chefino a ieri erano adeguati alle diverse necessitàprofessionali, oggi, risultano carenti; non bastaesercitare un prestigio scientifico o clinico percoordinare e gestire i conflitti all’interno diUnità Operative; per far si che i processi si realiz-ziano in modo adeguato e per raggiungere l’ec-cellenza serve cultura manageriale.L’iniziale opposizione all’innovazione definita

come “resistenza al cambiamento” non ha por-tato all’arresto del cambiamento stesso; quandoil “mondo cambia” conviene stare al suo passo eacquisire nuove conoscenze, magari anticiparele innovazioni con visioni che puntano all’eccel-lenza ed al prestigio professionale. Partendodall’assunzione che le organizzazioni sanitariesono CAS (Complex Adaptive System), vengonodate indicazioni utili a creare un clima salubreossia un ambiente di lavoro che massimizza lasalute intesa come benessere degli infermieri, laqualità dei risultati per il paziente/utente, leprestazioni organizzative ed i risultati sociali,1

Come il coordinatore “muove i suoi passi” all’in-terno dell’organizzazione sanitaria e, dall’anali-si di un test, se il suo stile di leadership (teoriadella leadership situazionale) è appropriato algruppo.La ricerca bibliografica è stata condotta utiliz-zando parole chiave quali: complessità sanità,caos, orlo del caos, teoria delle reti, coordina-tore infermieristico, leadership, management.Sono stati esaminati tutti gli articoli reperitinegli ultimi dieci anni, pubblicati sia su rivisteindicizzate che non, di interesse infermieristi-co. Sono stati altresì esaminati testi non pretta-mente dedicati alle Scienze Infermieristicheper avere una visione più completa degli argo-menti.

Parole chiave: Complessità, caos, teoria dellereti, coordinatore infermieristico, leadership,management

INTRODUZIONE

“ E proprio mentre si accumula sem-pre maggiore conoscenza che ci siaccorge degli abissi dell’ignoranza”2

Iprofessionisti che operano all’interno diun’Organizzazione Sanitaria sono alta-mente specializzati, godono di ampia

autonomia, si confrontano ogni giorno convalori e scelte etiche e sono responsabiliverso i pazienti per i risultati; risultati diffi-cili da definire e misurare.Ogni Organizzazione ha un suo obiettivo,un suo processo decisionale e le risorse perattuare il processo stesso.Le componenti di un sistema organizzativointeragiscono tra loro, si trasmettono atutto il sistema, interagiscono con altrisistemi e l’ambiente esterno. Allo stesso modo le OrganizzazioniSanitarie ricevono continui input dalmondo esterno, questi vengono elaborati eproducono delle risposte (output) e deirisultati (outcome) che, a loro volta, cam-bieranno il contesto sociale in cui l’organiz-zazione opera e muteranno nuovamentegli input.Per sistema si intende un insieme di parti oelementi in relazione tra loro; la parolainsieme implica che gli elementi hannoproprietà comuni.All’interno del sistema o OrganizzazioneSanitaria avvengono innumerevoli azioniconnesse tra loro; le connessioni sononumerose e “potenti”, una vasta rete nonlineare, ogni azione influenza il sistema nelsuo complesso e le sue parti, che pur aven-do proprietà comuni sono diverse tra loro.Il sistema è influenzato dal caso e dal disor-dine che ha parte attiva all’interno delsistema stesso; da agitazione, turbolenza edisordine possono nascere fenomeni ordi-nati.

Page 10: Strisciata

88

Così descritto possiamo parlare di sistemacomplesso che è diverso dal sistema compli-cato.I sistemi complessi si posizionano in unostato vitale tra ordine e disordine, in partestatico ed in parte caotico in un delicatoequilibrio “sull’orlo del caos” dove, ungran numero di piccole perturbazioni e unpiccolo numero di grandi perturbazioni,mediante distruzione, genero discontinui-tà, creazione, innovazione.3 Troppo ordinecausa morte per fossilizzazione, troppo dis-ordine causa morte per disintegrazione. L’intero non è uguale alla somma delleparti (se così fosse parleremo di sistemalineare); l’Organizzazione Sanitaria è qual-cosa di più e può essere qualcosa di meno;il meno è riferito ai vincoli che il sistema ha,vincoli legati alla legislazione, all’econo-mia, etici che, pur essendo necessari allasua stessa vita, vanno a reprimere poten-zialità.Il più della somma delle parti è riferitoall’interazione degli elementi che portanoalla nascita di “qualità”, non deducibililogicamente.Si può definire quindi che le organizzazio-ni sono complesse poiché hanno le seguen-ti caratteristiche:• Accentrate funzionano attraverso inte-

razioni spontanee fra gruppi ed indivi-dui;

• Policentriche hanno “punti” decentratiche organizzano e controllano;

• Centrali possiedono un centro decisio-nale di comando.

Il “sistema salute” non può essere valutatocon una visione “riduzionalistica” (com-prendere il tutto valutando la qualità delleparti) o “olistica” (ignorare le parti percomprendere il tutto) la sua valutazione vafatta prendendo in esame contemporanea-mente il tutto e le parti, le parti e il tutto.Il prodotto offerto agli utenti di unaOrganizzazione Sanitaria è la “salute”, lostesso bene è necessario per la sopravviven-za e per il proseguo del ciclo produttivoall’organizzazione stessa.La causa genera l’effetto che, a sua volta,retroagisce sulla causa in una relazione cir-colare che si auto-alimenta.Ne deriva:• Un processo sociale ad anello chiuso il

cui prodotto ritorna in maniera casualeall’organizzazione che lo produce (prin-cipio ricorsivo).

• Un sistema aperto e chiuso aperto almondo esterno, chiuso per mantenerela propria autonomia.

I sistemi complessi sono anche adattivi(CAS) in grado di elaborare informazioni,adattarsi al mondo che li circonda e valuta-re se l’adattamento sia utile o meno.È proprio l’adattamento a rendere il siste-

ma dinamico, piccoli cambiamenti possonocausare conseguenze non immaginabili.Nell’ Organizzazione Sanitaria meccanismidi cooperazione e competizione interna edesterna, flessibilità, innovazione e crescitacreano “evoluzione”.L’organizzazione si “auto-organizza” pergestire la complessità sostenendo la nascitae la crescita di reti dinamiche interne edesterne dove i nodi sono costituiti dall’in-telligenza delle singole persone, le connes-sioni sono le interazioni anche informali trale stesse, l’esterno è composto da tutti gliattori potenzialmente rilevanti. Nel dicembre del 1979 il fisico EdwardLorenz alla conferenza dell’AmericanAssociation for the Advancement ofScience presentò una relazione sul cosid-detto butterfly effect.E’ impossibile prevedere l’effetto di un’a-zione data la grande sensibilità del sistema,una piccola azione o errore può crescere inmaniera esponenziale nel tempo produ-cendo risultati inaspettati. L’effetto farfallasottolinea come elementi apparentementenon significativi sono in grado, interagen-do tra loro, di propagarsi ed amplificarsisino ad avere in un altro punto del sistemaeffetti catastrofici.Il funzionamento di un organizzazione nonsi può schematizzare su carta; l’organi-gramma può aiutarci a capire quali sono icentri di comando e quali gli operativi, manulla ci dice sulla rete di collegamenti uffi-ciali e non, che sono la linfa vitale dell’or-ganizzazione stessa.In condizioni di complessità, l’unico modoper apprendere è quello di procedere pertentativi, l’apprendimento non deriva dallostudio dei casi noti ma dall’azione praticain prima persona all’interno della comples-sità. Controllare i sistemi complessi implica stra-tegia e flessibilità, condivisione dei valori edegli obiettivi, e soprattutto saper coglierel’attimo.Secondo Sun Tzu, l’arte della guerra impli-ca strategia poiché si deve tener presentel’incertezza della mossa del nemico maanche ciò che il nemico pensa sia la nostramossa. Strategia vuol dire saper utilizzarele informazioni, metterle insieme e formu-lare degli schemi di azione che nel nostrocaso possono essere identificati comeobiettivi; bisogna “saper guidare”, ilcomando non basta.

ESSERE COORDINATORE,MANAGER E LEADER NELLACOMPLESSITA’

L’infermieristica ha bisogno di leader forti,coerenti e accorti, che siano visibili, ispirinogli altri e sostengano una pratica infermie-

Page 11: Strisciata

99

ristica professionale.4 Queste sono le paroledi inizio di un documento pubblicato nel2002 dall’associazione di infermieri canade-si; di seguito vengono individuate le carat-teristiche che un leader-infermiere devepossedere: professionista esperto che siagiuda per il personale meno esperto, pro-motore di un’assistenza di qualità, delcambiamento e della crescita professionale.Un interessante sunto delle abilità che devepossedere un coordinatore/leader è statoriportato in una tabella pubblicata sullarivista management infermieristico (fig. 1)ma, poco si deduce su come il coordinatoremuove i suoi passi all’interno della com-plessità.

Egli deve suscitare nel gruppo l’aspirazionea migliorare ma, deve anche saper prende-re questa aspirazione dal gruppo promuo-vendo azioni che puntino all’eccellenzadella qualità dell’assistenza infermieristicaerogata; deve saper porre obiettivi ambi-ziosi, raggiungibili e condivisi; rivedere iprocessi e migliorare la qualità insieme alteam; ottimizzare le procedure; potenziarele dinamiche interpersonali.Cogliere ed avere visioni nuove non è qual-cosa di astratto, ma può essere inteso comeil promuovere un’assistenza basata sullacentralità della persona e non sui “compi-ti” e sulla routine; motivare il gruppo, pre-stare ascolto ed essere attento ad anticipa-re problemi e difficoltà, istaurare un climadi fiducia nel gruppo e verso tutto ciò chel’organizzazione rappresenta, saper gestirei conflitti, essere professionista esperto,non aver paura dei cambiamenti ma caval-care l’onda dell’innovazione. Far si che levisioni di un singolo diventino “patrimo-nio” di tutti attraverso la tecnica della nar-razione. Nella complessità si deve attuare un proces-so che miri al costante miglioramento (nonvi è stabilità ma imprevisti); questo implicaun percorso di ricerca in cui ha la suaimportanza l’intuizione che, a sua volta,genera prospettive nuove. La diversità diidee è una ricchezza, fonte di innovazione.Secondo la visione classica il manager, nelnostro caso il coordinatore, deve trovare lerisposte ai problemi (problem solving) men-tre nella complessità egli deve avere lacapacità di riformulare il problema secondopunti di vista diversi (problem setting) pre-

stando attenzione più alle domande chealle risposte, evitando conclusioni affretta-te.La leadership è una responsabilità condivi-sa, necessaria a tutti i livelli e in tutti icampi dell’attività professionale. Se talediventa nella realtà, si possono costituirereti di professionisti, impegnati in ambiti diattività anche molto diversi, che unisconole loro forze per ottenere che l’organizza-zione fornisca prestazioni di eccellenza.5

Le nuove organizzazioni cercano elasticitàmettendo in evidenza le possibili opzioniad un problema; l’assunto è che il futuro èimprevedibile. Quando il futuro è come ilpassato, ha senso organizzare attraverso laroutine. Ma quando sfere rotonde, inaspet-tate armonie e caleidoscopici cambiamentitecnologici sono all’ordine del giorno ènecessario attuare una strategia per lacomplessità.6

Precisazione doverosa è che il modelloclassico di gestione si compensa con ilmodello della complessità: l’uno nonesclude l’altro (yin e yang) ma, a secondadelle circostanze bisogna “mettere incampo” tutte le nostre conoscenze pergestire il presente immaginando il futu-ro7.Il coordinatore leader/manager come RoadRunner deve essere in grado di anticiparegli eventi, annusa l’aria e intuisce le ten-denze prossime venture, (…) pensa e vivein modo strategico; fa parte della suaessenza, non è un processo esterno su cuiimpegnare tempo e risorse, che generaritardi (…) oggi il costo dei ritardi supera ilcosto degli sbagli. (…) La creatività è unadelle abilità di base insieme all’immagina-zione e alla non prevedibilità. Propenso alrischio pianifica in modo istantaneo(…) 8

VISIONE E NARRAZIONE

La narrazione è lo strumento per superarealcuni ostacoli che il coordinatore si trovaad affrontare ogni giorno, punta a miglio-rare i rapporti personali, innescare e guida-re i cambiamenti nell’organizzazione,infondere nuova linfa e dare forza in chiascolta (empowerment), ma non è l’unicostrumento. La narrazione unita all’approc-cio analitico portano chi ascolta “dentro”l’idea rendendola più comprensibile e, diconseguenza, la comunicazione diviene piùefficace.Poco inclini alla schematizzazione delleidee ma, pur di dimostrare che non si parladi utopie, si riportano i nove “passi” dellanarrazione tratti dal libro Scoiattoli SpA diStephen Denning ossia : come creare unastoria per far si che la visione del leader siacondivisa da tutti:1. aver ben chiaro l’obiettivo da raggiun-

figura 1: abilità richieste al coordinatore leader.

Page 12: Strisciata

1010

gere o il cambiamento che si intenderealizzare;

2. pensare ad un episodio che porti in se ilcambiamento che si intende realizzare;

3. fare in modo che l’episodio narratoabbia tratti in comune con le personeche ascoltano;

4. deve avere una collocazione spa-zio/tempo;

5. far emergere dalla narrazione l’idea delcambiamento;

6. far emergere le conseguenze di un non- cambiamento;

7. eliminare i dettagli superflui poichè dis-tolgono l’attenzione di chi ascolta;

8. fare in modo che la storia abbia un lietofine mettendo in evidenza i vantaggi enon i problemi che devono essere risolti(non è detto che ci siano problemi esoprattutto, in tempi di complessità,non si possono preventivare; il proble-ma si risolve quando ci accorgiamo dellasua esistenza; fasciarsi la testa prima dicadere crea tensione, timore e fuga!).

9. trovare un legame tra la storia e l’ideainnovativa.

In chi ascolta una “storia trampolino” crea ipresupposti per percepire il cambiamentocome qualcosa di già avvenuto pur essendoancora da attuare; idee e azioni necessariesono chiare e alla portata di tutti, l’idea delsingolo diventa l’idea del gruppo. La storia èsolo un pretesto per attrarre l’attenzione;parlare dei problemi che ci sono, porta, chiascolta, a trovare le possibili soluzioni. Il cam-biamento non è mai ordinato, l’aziendatroppo ordinata è già morta per metà (…) laparte viva di un organizzazione è disordina-ta. È un fiume di narrazioni informali. Scorreimpietoso come le rapide. È dinamico epieno di vita. Se vuoi interagire con un orga-nizzazione, devi immergerti in quel fiume,devi nuotare in esso ed assieme ad esso.9

Se sembra assurdo raccontare una storia inun mondo complesso e tecnologico chiedia-moci perchè a distanza di secoli i capi reli-giosi ancora usano le parabole per trasmet-tere dei valori, nella tradizione cristiana laparabola racconta di storie di vita quotidia-na in cui è inserito un evento “inaspettato”,tutti abbiamo ascoltato delle storie è neabbiano ricavato dei “valori”; il senso dellecose che accadono, l’importante e non per-dere di vista lo scopo che si vuole raggiunge-re. Non va dimenticato che le azioni hannopiù peso delle parole per cui si deve agire,sempre in coerenza con i valori “predicati”. La conoscenza di ogni persona si basa sullaricerca e sull’esperienza; fare in modo chericerca ed esperienze siano patrimonio delgruppo è un dovere del leader e, anche inquesto la narrazione ci viene in aiuto.Parlare dei problemi (contesto), del modoin cui sono stati risolti o non risolti (soluzio-

ne), spiegare il perché sono stati affrontatiin un determinato modo o, non affrontati(spiegazione) illustrando l’effetto delledecisioni prese, hanno come risultato lacondivisione della conoscenza; ammetterel’errore e parlarne è sempre difficile madall’analisi dell’errore si impara a valutaremeglio il contesto che ci circonda, dareimportanza a dati che prima erano sfuggitialla nostra osservazione o sottovalutati,prendere in considerazione nuovi punti divista, creare un circolo di lavoro la cui carat-teristica è l’alternanza di azioni e riflessio-ni. Un leader non si vergogna di riconosce-re gli errori e le difficoltà; l’unica cosa di cuisi dovrebbe vergognare è di non fare nien-te di concreto per superare i problemi 10.

IL COORDINATOREINFERMIERISTICO:LEADER O MANAGER

Obiettivo dello studio è valutare la percezionedi leadership su un campione di coordinatoriinfermieristici (caposala) ed in particolare:• capire quale stile di leadership è adotta-

to dal coordinatore e quale la sua perce-zione del gruppo;

• se il suo stile di conduzione è più orien-tato alle teorie manageriali o della lea-dership;

• quale la sua “percezione” dei vertici aziendali.E’ stato predisposto un questionario arisposta chiusa suddiviso in quattro parti:1. rilevazione dei dati anagrafici 2. percezione della leadership situazionale3. stile di conduzione manager/leader4. “percezione” dei vertici aziendaliIl campione è rappresentato da coordinato-ri del Policlinico Umberto I di Roma (dipar-timenti di pediatria, cardiologia, ORL,Urologia) e dell’ospedale “S. Rocco” SessaAurunca ASL CE/2. Il campione così suddivi-so è rappresentativo di due contesti diversi:piccolo ospedale e Policlinico Universitario(fig. 2). Per la tutela della privacy il questio-nario è stato presentato in forma anonima,la raccolta dei dati effettuata personalmen-te ed in busta chiusa, accompagnato dauna lettera di presentazione e spiegazionedel test; per non influenzare i coordinatori

Figura 2: coordinatori partecipanti al test divisiper clinica/ospedale

Page 13: Strisciata

1111

si è preferito consegnare il test, la lettera dipresentazione e ritirarlo in un successivomomento.

ddaattii aannaaggrraaffiicciidalla rilevazione dei dati anagrafici si è rile-vata la predominanza del sesso femminile eun età media di quaranta anni la pre-

figura 3: età coordinatori

figura 5: Altri titoli di studio.

figura 4: Titolo di studio professionale

dominanza del titolo di studio è il Diplomadi Infermiere Professionale anche se va rile-vato che, alcuni coordinatori sono in pos-sesso di più titoli di studio professionali e/oaltri titoli; sono stati presi in considerazio-ne per ogni persona il titolo di studio pro-fessionale, altri titoli di formazione post-base (fig. 4 e 5 ).

TTeesstt ppeerrcceezziioonnee ddeellllaa lleeaaddeerrsshhiipp ((lleeaa--ddeerrsshhiipp ssiittuuaazziioonnaallee))Chiave di lettura della seconda parte è, perciò che riguarda il gruppo di lavoro, il con-cetto di “maturità professionale” intesacome competenza nel lavoro (esperienzamaturata nello svolgere la professione enel raggiungere un determinato obiettivo)e maturità psicologica (capacità di assumer-

si le responsabilità, impegno nel lavoro,spirito di iniziativa, senso di appartenenzaal gruppo e all’organizzazione).La maturità alta di un gruppo deriva dalfatto che i suoi componenti possiedonocompetenza e capacità nel lavoro, lavoranoper obiettivi, sono responsabili e mostranosenso di appartenenza al gruppo stesso.Purtroppo non vi sono sistemi oggettivi permisurare la maturità e molto dipende dallacomplessità dell’attività che si svolge odegli obiettivi da raggiungere (contestoambientale in cui si agisce); A nostro avviso, ogni coordinatore do-vrebbe saper valutare la maturità comples-siva del team di lavoro e modulare il suostile di leadership al fine di garantire unclima organizzativo sano.Nel test sono stati presi in considerazione iquattro livelli di maturità del modello d’ana-lisi per la ricerca dello stile di leadership ela-borato P. Hersey e K. Blanchard11:• Maturità bassa (M1): i componenti del

team non sono sufficientemente prepa-rati e poco competenti (neo-assunti,persone non adeguate al ruolo).

• Maturità medio alta (M2): team compo-sto da persone che mostrano volontà adassumere le responsabilità ma ancoranon competenti (spesso vi è complessitàdel compito da svolgere).

• Maturità medio alta (M3): il gruppo pos-siede competenze tecniche ma non èpronto ad assumersi le proprie respon-sabilità (in genere in questo gruppomanca l’identificazione negli obiettividell’azienda e/o demotivazione).

• Maturità alta (M4): i componenti dell’e-quipe hanno un ottima conoscenza tec-nico-professionale e sono pronti adassumersi le responsabilità.

A questi sono stati associati altrettanti stilidi leadership:• Stile direttivo (S1): il coordinatore defi-

nisce ruoli, mansioni e procedure dilavoro (alto comportamento direttivo;poco spazio viene lasciato al fattorerelazionale).

• Stile da venditore o persuasivo (S2): vi è uncomportamento direttivo abbinato allastrategia di “vendere” le proprie idee e/odecisioni; il potere decisionale è comun-que nelle mani del coordinatore ma que-sto cerca di spiegare, motivare e coinvol-gere il gruppo (alto comportamento diret-tivo ed alto fattore relazionale).

• Stile coinvolgente/partecipativo (S3): illeader tende a responsabilizzare, soste-nere e coinvolgere l’intero gruppo(Basso comportamento direttivo e altofattore relazionale).

• Stile delegante (S4): il coordinatore pro-pone ma il gruppo decide in completaautonomia modalità e tempi di esecu-

Page 14: Strisciata

1212

zione (basso fattore relazionale e bassocomportamento direttivo);

figura 6: P. Hersey, K. Blanchard leadershipsituazionale

si è rilevato che la maggior parte degliintervistati sostiene di coordinare un grup-po con maturità alta mentre, lo stile di lea-dership adottato risulta essere coinvolgen-te/partecipativo.

figura 7: maturità del gruppo/stile di lea-dership

Dalla fig. 7 si deduce che, secondo la teoriadella leadership situazionale elaborata daP.Hersey e K. Blanchard, lo stile di leaders-hip in atto non è adeguato alla maturitàdel gruppo va comunque considerato che ilcampione sia pur rappresentativo di duerealtà lavorative diverse, è numericamenteristretto.

PPeerrcceezziioonnee lleeaaddeerr//mmaannaaggeerrNella terza parte il test mira a valutare lostile di direzione (tendenza alla leadership

o al management) del coordinatore. I risul-tati indicano una percezione tendente allaleadership (fig. 8)

ppeerrcceezziioonnee vveerrttiiccii aazziieennddaalliila quarta ed ultima parte ha riguardato lapercezione che il coordinatore ha dei ver-tici aziendali in merito a: mission azienda-le, inclinazione a supportare nuovi proget-ti e feedback con i vertici aziendali.

Figura 9: risposte percezione vertici azien-dali

Dall’analisi dei risultati si evince che i coor-dinatori intervistati:• Hanno una buona visione della mission

aziendale.• Accolgono un nuovo progetto come

un’opportunità di sviluppo.• Non ritengono di avere un buon feed-

back con la direzione strategica.

CONCLUSIONI

Una ricerca condotta da Hall e Donnell nel1982 “manager affermato” dimostrò che ilcomportamento umanistico di un leader omanager aveva implicazioni sulla carrieradello stesso e sul rendimento del gruppo insenso positivo. Ogni “capo” dovrebbe cer-care di essere un buon manager e un buonleader; mettere in condizione gli altri didare il meglio di se per il gruppo, per l’u-tente (che avrà un “servizio” sicuramentemigliore) e per se stesso cercando di otte-nere i risultati non con il mero esercizio delpotere (cattiva leadership) ma lavorando“con” e “sul” gruppo, attuando forme diinfluenzamento come la persuasione e l’e-mulazione. La persuasione è intesa comeun processo che tende a modificare le con-vinzioni di un’altra persona o di un gruppo,mentre per emulazione il meccanismo cheporta i componenti del gruppo ad identifi-carsi nel leader assumendolo come model-lo; non va dimenticato che, già per la cari-ca istituzionale ricoperta, il coordinatorerappresenta un modello; egli deve valoriz-zare le risorse umane, guidare il gruppo,non soffocare i cambiamenti e le nuoveidee, cavalcare l’onda dell’innovazionefigura 8: risposte percezione leader/manager

Page 15: Strisciata

1313

“ideologica” che in alcune occasioni si rive-la più importante e “potente” di quellatecnologica.In un presente in cui alle Organizzazioni

Sanitarie è chiesto di venire incontro alleesigenze esterne (cliente) in un clima dicomplessità, incertezza ed ambiguità, ènecessario che il potere decisionale siadecentrato e gestito anche da chi opera in“prima linea”, da chi si confronta ognigiorno con mille difficoltà, con relazionid’aiuto che troppo spesso equivalgono agrida di dolore e disperazione in un“mondo” che spersonalizza, cataloga, edincastra una persona come si può fare conun pezzo di un puzzle; dove si parla diumanizzazione ma, allo stesso tempo, imedici fanno la guardia, i pazienti vengo-no arruolati, i cateteri vengono armati, lestrutture sono definite divisioni o repar-ti,12. L’utente cerca un organizzazione effi-ciente e flessibile che curi o risolva il pro-blema in modo efficace senza perdere divista la relazione umana. I professionisti dioggi, con un più elevato livello di istruzio-ne rispetto al passato, chiedono di avere i“mezzi” per poter crescere professional-mente, contribuire al processo decisiona-le, desiderano che il proprio lavoro vengavalorizzato; poco importa la corsa spregiu-dicata al “buon salario”, molti sarebberocontenti di lavorare in organizzazioniche permettano loro di esprimere creativi-tà, punti di vista, avere relazioni con altriprofessionisti e “nutrire” continuamentela mente con il sapere.La “forza lavoro” viene definita dall’Orga-

nizzazione Mondiale della Sanità come ilpiù importante input del sistema sanitario(WHO, 2000) ed il perseguimento dellefinalità istituzionali dipendono in modoevidente dalla professionalità, motivazionee dal coordinamento delle persone che ero-gano le prestazioni. L’organizzazione sanitaria ha bisogno difigure che siano in grado di “tradurre” sulcampo gli obiettivi strategici e questi, dopoessere passati nella ragnatela organizzativatoccando nodi, mozzi ecc. devono esseretradotti in “modelli operativi” flessibili chesolo il team ultimo può definire nei suoiparticolari. Il “potere” diventa di fattosempre più decentrato e solo la conoscenzaci permette di gestirlo, valutando la com-plessità, nel modo più possibile appropria-to e perseguire l’eccellenza che non è unatto ma un’abitudine13. Questo articolo, tratto da un lavoro di tesiper l’acquisizione del master in manage-ment infermieristico più che annoiarevuole, fra ragni e ragnatele, struzzi e coyo-te, il volo di una farfalla, e l’audacia di pic-coli scoiattoli, dare un momento di rifles-sione.

AUTORI

Ausilia M.L. PulimenoDocente laurea in Infermieristica eMaster in Coordinamento Uniersità diRoma “La Sapienza”.Milena SorrentinoInfermiere ASL CE/2 - Master in Coordina-mento Università di Roma “La Sapienza”.

Alberto F. de Toni, Luca Comello, “Prede oRagni uomini e organizzazioni nella ragnateladella complessità “ UTET Libreria Torino 2005Anna De Santis, Iole Simeoni, “I Gruppi diLavoro Nella Sanità” Carocci Faber, Roma,2003Bocchi G., Ceruti M. (a cura di) [1985], La sfidadella complessità, Feltrinelli, Milano 1994Carlo Calamandrei, Carlo Orlandi, “la dirigen-za infermieristica” McGraw-Hill, Milano 2002Ciro Scognamiglio, Caterina Ferraro, “la cre-scita dell’infermiere dai processi aziendali allarealtà socio-antropologica” Edizioni UniversumMessina, 2006Gary Hamel, “Leader della rivoluzione”, il sole24 ore, Milano maggio 2004Gian Piero Quaglino, Chiara Ghislieri, “AvereLeadership”, Raffello Cortina Editore, Milano2004Giulio Molinari, “management e leadershipnelle organizzazioni sanitarie” , FrancoAngeli,Milano, 2005Hersey P., Blanchard K., leadership situ-

azionale, Sperling & Kupfer, Milano, 1984.James Gleick “caos – la nascita di una nuovascienza”, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano,2005Joseph O’Connor “il libro del leader – guidaree coinvolgere con la PNL” EconomidPublications, Salerno 2000Luca Benci, “Manuale Giuridico Professionaleper l’Esercizio del Nursing” McGraw-Hill,Milano 2004Roberto Alfieri, “dirigere i servizi socio sanita-ri” FrancoAngeli, Milano, 2000Rupert Brown, “Psicologia Sociale dei gruppi”il Mulino, Bologna 2002Ruth M. Tappen “ leadership e managementinfermieristico” Rossigni Editrice, Firenze 1993Sun Tzu, “l’arte della Guerra”, Etas, Milano2006Stephen Denning “Scoiattoli SpA – storie dinoci e di leadership” Etas, Milano, 2005Tiziana Lavalle, “dirigere le risorse umane” ,Carocci Faber, Roma,2003Angela Lolli, Giovanna Bollini, Monica Bianchi,

Page 16: Strisciata

1414

“la funzione infermieristica nell’attuale sistema sanita-rio e socio-sanitario: quali aspetti per il managementinfermieristico in Italia” Professioni Infermieristiche n.4 anno 2004, p.247-252Annalisa Visentin, Sabrina Marconato, Maila Taverna,Maria Caterina de Marco, Paola Toscani, “Clinicalgovernance e applicazione dei principi della comples-sità” Dedalo, n.1/2006, p. 31 - 44Canadian Nurses Association, “Nursing Leadership”Position Statement, (S.I.) 2002Canadian Nurses Association “succession planning fornursing leadership”, (S.I.) (s.d.)Carlo Calamandrei, “funzioni del caposala e capacitànecessarie per il loro svolgimento” ManagementInfermieristico n. 1/1999, p. 37 – 39Carlo Calamandrei, Carlo Orlandi, “Caposala: risultatidi un indagine” Management Infermieristico n.1/2001, p. 8 - 19Carlo Calamandrei “la leadership infermieristica”Management Infermieristico, n. 2/2004, p. 41 - 44Carlo Calamandrei “la leadership infermieristica”Management Infermieristico, n. 3/2004, p. 33 - 37Carlo Calamandrei “la leadership infermieristica”Management Infermieristico, n. 4/2004, p. 27 - 34Carlo De Pietro, “ autonomia professionale, professio-ni sanitarie codificate e gestione del personale”Mecosan vol. 12, fascicolo 48, anno 2003, p. 7 - 35 Carlo De Pietro, “la gestione del personale nelleaziende sanitarie: una rassegna della letteratura”Mecosan vol.15, fascicolo 57, anno 2006, p. 141 - 153Cinzia Perilli, Silvia Bielli, Marcello Morelli “la comuni-cazione nei servizi sanitari” Mondo Sanitario vol. 12,fascicolo 11, anno 2005, p. 14 - 20Denita Cepiku, Domenico Ferrari, Angela Greco,“governance e coordinamento strategico delle reti diaziende sanitarie” Mecosan vol. 15, fascicolo 57,anno 2006, p. 17 – 35Elena Zuffada “il ruolo dei quadri intermedi delle pro-fessioni sanitarie nel processo di aziendalizzazione.Alcune evidenze empiriche” Mecosan vol. 8, fascico-lo 32, anno 1999, p. 9 - 32Eva Krczal, Mario del Vecchio, “leadership collettiva eprocessi di cambiamento nelle aziende sanitarie”Mecosan vol. 11, fascicolo 41, anno 2002, p. 135 -146Lidija Borcic, Giuseppe Caroli, Maria TeresaErmanno, “il clima organizzativo: l’esperienzadell’Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli diPordenone” Mecosan vol. 12, fascicolo 45, anno2003, p. 121 - 131 Luigi Migliore “la leadership buona: come mettere glialtri nelle condizioni di dare il meglio di sé”Management Infermieristico n. 1/2006, p. 42 - 46Mario del Vecchio, Franco Prandi “quale formazionemanageriale:riflessioni e ipotesi intorno al lavoro den-tro il mondo sanitario” Mecosan vol.13, fascicolo 52,anno 2004, p. 99 - 106Massimo Sargiacomo “l’approccio metodologico di unprogetto di benchmarking sulla motivazione e soddi-sfazione del personale in un azienda U.S.L.” Mecosanvol. 7, fascicolo 26, anno 1998, p. 25 - 43Michele Picogna, “servono gli infermieri capi?”Management Infermieristico n. 2/2004, p. 45 – 47Nancy Harding, “il management sanitario tra mito erealtà: Un indagine empirica del caso della Polonia”Mecosan vol. 8, fascicolo 30, anno 1999, p. 153 – 165Paola Adinolfi, Hugh Flanagan, Peter Spurgeon, “for-

mare manager efficaci” Mecosan vol. 7, fascicolo 26,anno 1998, p. 105 - 115Paolo Galoppini, Atonia Peroni “il management inter-medio: la figura del caposala tra passato e futuro”Management Infermieristico n. 3/2001, p. 33 – 39Renata Vaiani, Giovanni Delpero, Chiara Sinistrero,Oreste Manzi, “direzione e comunicatività: Quando lacomunicazione non è solo parola ma gestione delpatrimonio umano” Mondo Sanitario vol. 13, fascico-lo 8, anno 2006, p. 1 – 4Roberto Brisichella, “l’infermiere coordinatore, il grup-po di lavoro e il cambiamento organizzativo:descrizio-ne di un esperienza” Management Infermieristico n.2/2003, p. 23 - 29Sonia Ferraro, Carlo Calamandrei, “ leadership dell’in-fermiere coordinatore: un questionario per la valuta-zione e la ricerca” Management Infermieristico n.2/2005, p. 43 - 47Stefania Mussi, “Comunicazione, gruppo e leadershipnel lavoro infermieristico” Nursing Oggi n. 2/2004, p.30 - 38Tiziana Gandini, “le competenze professionali dell’in-fermiere con funzioni di coordinalento” ManagementInfermieristico 3/2002, p. 41 - 45Valeria Baldini, Marzia Zironi “delega ed empower-ment in ambito infermieristico” ManagementInfermieristico n. 1/2002, p. 22 - 29Zanetti, M. “Sì alla cultura manageriale”. Il Sole 24-Ore, n. 175 (28 Giugno 1999), p. 21

Registered Nurses’ Association of Ontario (2006),“Developing and sustaining Nursing Leadership”Toronto, Canada.Ministero dell’Università e della Ricerca “leadershipCollaborativa: scambio internazionale di idee per ilcambiamento” febbraio 2003Andrea Aparo, Ugo Luigi Aparo, “Struzzi e coyote”,(2000), Corso Alta Formazione in Economia eManagement Sanitario in Ospedale, Università degliStudi di Roma “Sapienza”, Anno Accademico2004/2005

Note:1 Registered Nurses’ Association of Ontario (2006),

“Developing and sustaining Nursing Leadership”Toronto, Canada

2 A. de Toni, L. Comello Prede o Ragni3 Wikiquote.org “orlo del caos”4 Canadian Nursing Association, Nursing

Leadership5 Carlo Calamandrei, La leadership infermieristica,

Management infermieristico n. 2/2002 pag.436 (Savane 1996) De Toni, Comello, Prede o Ragni,

pag. 298 7 Tronchetti Provera, introduzione ad Hamel e

Prahalad, 1995 pag. VIII 8 A. Aparo, U. L. Aparo Struzzi e coyote9 Stephen Denning, Scoiattoli SpA, pag. 54/5510 Stephen Denning, Scoiattoli SpA, pag 17211 Life–cycle theory (teoria del ciclo di vita) leaders-

hip situazionale 12 C. Scognamiglio e C. ferraro, La crescita dell’infer-

miere dai processi aziendali alla realtà socio-antropologica pag.31

13 A. Aparo, U. L. Aparo, Struzzi e coyote

Page 17: Strisciata

1515

IL CASO “PIRANI”

P er gli infermieri è ormai il “caso Pirani”. Ha scatenato una

quantità di reazioni e la reazione dura dell’intera profes-

sione. E’ divampato con un primo articolo dell’editorialista

di La Repubblica Mario Pirani sul numero del 23 aprile, nella rubrica

“Linea di confine”. E’ proseguito la settimana successiva con un

secondo attacco all’autonomia e alla crescita degli infermieri. Con

una terza puntata Pirani ha tentato di raddrizzare il tiro, con l’ulti-

ma della serie ha chiuso il caso. Lui, non gli infermieri che in massa

hanno reagito ritenendosi offesi. Ne è nato un caso mediatico riso-

nante che ha tenuto banco per settimane. E non sono mancate testi-

monianze di solidarietà alla professione. Pubblichiamo qui i passag-

gi salienti di questa vicenda: i primi due articoli di Pirani, una delle

risposte pubbliche del presidente del Collegio di Roma, il perentorio

intervento della Federazione IPASVI sul Corriere della Sera, stralci

della trasmissione Rai “UnoMattina” che si è occupata di noi.

Page 18: Strisciata

1616

Sono anni ormai che mi occupo della sanitàpubblica con magri risultati. Talvolta solo l’e-normità di nuove nefandezze mi spinge ariproporre il tema. Ora scopro che un altrocolpo è stato inferto al ruolo dei medici, conconseguenze che ricadranno in un modo o nel-l’altro sui pazienti. Vengo ai fatti: da che mondo è mondo gliinfermieri in corsia dipendono da una (o un)caposala e costei risponde al primario e aimedici di turno. Con la riforma universitaria del3+2 è stata aperta la possibilità di una qualificaprofessionale più alta a numerose categorie,attraverso il conseguimento della cosiddettalaurea breve. Ne possono usufruire svariati set-tori tecnici collegati alla sanità (infermieri,podologi, fisioterapisti, addetti all’igiene den-taria ecc.). È un’ottima cosa fino a che migliorala preparazione professionale di queste cate-gorie; diviene aberrante se è intesa come levaper far saltare ogni principio di gerarchia eresponsabilità medica. Purtroppo è quello che sta accadendo graziealla pressione sindacale e alla complicità parti-tica. Sotto la parola d’ordine “siam tutti dotto-ri” è passato il principio che gli ex infermieri,oggi muniti di laurea, non dipendono più dairesponsabili medici del reparto ma costituisco-no un servizio autonomo, con una propriagerarchia interna, sottratta persino alla dire-zione sanitaria ma facente capo alla direzionegenerale. Impressiona la casistica che si sta evidenziando.Tre medici psichiatrici del San Giacomo diRoma (i dottori Vercillo, Elmo e Rosini) mihanno scritto una lunga e-mail che riassumo:tra i compiti dei primari (denominati a lorodispetto “dirigenti di struttura complessa”) ilprincipale era la direzione tecnica (clinica), laresponsabilità delle diagnosi, delle terapie, ditutta la conduzione delle indagini e dei tratta-menti, quando non attuati in urgenza dalmedico di guardia. Oggi il potere dei dirigentimedici è praticamente nullo e il loro compito èdiventato altro: non più responsabili del lavoroclinico, ma titolari di un ruolo “gestionale eamministrativo”. Dovrebbero occuparsi insomma di turni esoprattutto di “budget”. A leggere le normati-ve attuali non si sa chi debba coordinare il lavo-ro nel servizio: o i medici operano in totaleanarchia, responsabili, ognuno per conto pro-

prio, di diagnosi e terapia sui pazienti loro affi-dati, o i primari proseguono in realtà a svolge-re il loro lavoro come prima. La magistraturainfatti continua a considerare il loro ruoloimmutato rispetto alle responsabilità medico-legali, visto che li chiama a rispondere dellescelte cliniche errate nei loro reparti. Anche questo però sta per essere superatodavanti all’ascesa di nuove professioni che pre-mono per avere il riconoscimento di funzionidirigenziali. Ecco che, infatti, si ventila la possibilità direparti gestiti da infermieri ed altri tecnici lau-reati, con i medici ridotti a consulenti di repar-to. Organizzazioni simili sono già previste inreparti per anziani e riabilitativi, nei laboratoridi analisi, ecc. In un ospedale romano il ruolo diresponsabile del blocco operatorio, già attri-buito per 3 anni a un valente anestesista, èstato assegnato a una infermiera laureata,mentre al medico è stato chiesto di collaborarecon la «collega». Per non parlare poi della psichiatria dove l’es-senza medica degli atti diagnostici e terapeuti-ci viene costantemente negata. Qui sono glipsicologi ad ambire (anche legittimamente sesi pensa alla natura solo «gestionale e ammini-strativa» del primario) alla massima dirigenzadei servizi. E già esistono casi di servizi di salu-te mentale con primari o anche responsabili cli-nici, laureati solo in Psicologia. Se un parente,non convinto della diagnosi o delle decisioniterapeutiche adottate per un paziente, vorrà«parlare con il primario», troverà una personache, anche con la massima preparazione sullepsicologie individuali, di famiglia e di gruppo,non avrà alcuna competenza sulle richiestespecifiche. Riflettendo al fatto che vengonoelencate almeno 64 patologie non rare di tipofisico che possono causare sindromi psichiatri-che, non si capisce come uno psicologo, anchebravissimo, possa fare una diagnosi differen-ziale. Per non parlare poi della somministrazio-ne di terapie psicofarmacologiche molto com-plesse anche nelle interazioni e negli effetticollaterali. Ci si troverà insomma con servizi diretti da per-sone che avranno competenze scarse o parzia-li sul complesso processo che si svolge nel loroservizio, competenze certamente minori deimedici psichiatrici loro sottoposti. Tutti «dotto-ri» o «todos caballeros» negli ospedali italiani?

LLIINNEEAA DDII CCOONNFFIINNEE

23 Aprile 2007La Repubblica - Ed. Nazionale

TODOS CABALLEROSNEGLI OSPEDALI ITALIANI

di Mario Pirani

Page 19: Strisciata

1717

LLIINNEEAA DDII CCOONNFFIINNEE

30 Aprile 2007La Repubblica - Ed. Nazionale

SE L’INFERMIERE VAAL POTERE IN CORSIA

di Mario Pirani

Una raffica di e-mail di protesta è seguitaall´ultima «linea di confine» («Todos caballerosnegli ospedali»).Alcune sono argomentate, altre sovrabbonda-no in insulti, con frasi ricorrenti testuali, il chelascia intravedere una regia sindacale concor-data. Nella contestata rubrica segnalavo come lariforma universitaria, con l´introduzione dellalaurea breve e il possibile biennio di specializ-zazione - il cosiddetto 3+2 - aveva permessouna crescita culturale e professionale ed untitolo accademico anche ad una serie di catego-rie paramediche (infermieri, fisioterapisti, tec-nici di laboratorio e di diagnostica strumentale,ostetrici, podologi, igienisti dentali, ecc).Inoltre sottolineavo come questa riforma sifosse incrociata con le innumerevoli mutazionidella sanità pubblica con conseguenze in partepositive (il livello più qualificato degli operato-ri) ed altre negative (una miriade di carriereindipendenti con la creazione di vertici piena-mente autonomi). Riaffermo che la ricaduta sui pazienti esull´organizzazione sanitaria può rivelarsirischiosa. Alla fine alle corporazioni mediche sicontrapporranno altrettante corporazioni nonmediche senza alcun momento di direzione cli-nica unitaria. Invece che una integrazione deisaperi avremo una schizofrenia di carriereparallele, alimentate da sigle sindacali conforte influenza politica. Lo provano già a iosa lerisposte esasperate che la mia analisi ha suscita-to e a cui posso rispondere solo collettivamen-te. Ne cito un brano per tutte: «I medici sonodisposti a lavorare con noi infermieri senza con-fondere la diagnosi medica con quella infer-mieristica? La legge ha riconosciuto l´infermie-ristica come professione sanitaria autonoma enon ausiliaria. Ne consegue che non possa sus-sistere dipendenza da figure diverse - medicood altri - e sia invece necessaria una strutturagerarchica autonoma».Opposta l´opinione dei sanitari. Il consigliodirettivo dell´Ordine dei medici e odontoiatri diRoma mi esprime «incondizionato apprezza-mento» e il suo presidente, dottor MarioFalconi, scrive: «In troppi stanno operando peruna sanità fatta da professionisti che rischianosempre più di lavorare a compartimenti stagnie che non solo mal tollerano l´imprescindibileruolo di sintesi che il medico deve avere

nell´interesse primario dei pazienti, ma addirit-tura immaginano di sostituirsi ad esso».Per concludere riassumo schematicamente lasituazione. Oggi per diventare infermiere siaccede ad un corso universitario, diviso in duelivelli. Il primo consente l´acquisizione dopo treanni del titolo di infermiere laureato (non didottore). Se si continua per altri due anni siprende la laurea di II livello ed il titolo di dotto-re in Scienze infermieristiche. Va, però, eviden-ziato che tutti i titoli infermieristici acquisitiprima del 2000 (cioè prima della riforma delleprofessioni sanitarie) sono stati sanati e opelegis resi equipollenti alla laurea breve. La rifor-ma, quindi, corona anche anni di sanatorie chehanno trasformato ope legis migliaia di por-tantini in infermieri con un tocco di magia poli-tico-sindacale. Il primario non ha di fatto piùalcuna voce in capitolo nella organizzazione,gestione e regolazione del personale infermie-ristico. Altro aspetto non irrilevante è che l´acquisizio-ne di un titolo professionale indubbiamentepiù qualificato, in carenza di figure professio-nali di livello basso o intermedio, ha creatoindubbi problemi nella gestione assistenzialedel paziente. Un infermiere laureato aspiraverosimilmente ad una attività professionalesuperiore. Quando tutti gli infermieri sarannolaureati e masterizzati chi distribuirà le medici-ne ai degenti, chi porterà la padella o il pappa-gallo, chi metterà e toglierà la flebo, chi dovràfarli mangiare? A che servirà un ospedale pienodi dottori in medicina o in scienze infermieristi-che?Le conseguenze sono destinate ad ampliarsicon l´introduzione in corso d´opera di almenouna diecina di carriere parallele e autonome.La Regione Lazio, ad esempio, ha già dispostol´istituzione di nuovi servizi con relativa nominadi nuovi dirigenti per quanto riguarda, oltreall´assistenza infermieristica e ostetrica, i servizidi diagnostica strumentale, riabilitazione, pre-venzione, assistenza sociale. Le nomine dei diri-genti per un triennio avverranno dopo un col-loquio e la presentazione dei titoli. Non, però,dopo un vero concorso con graduatoria certa.La scelta spetterà, infatti, a una triade formatadal direttore sanitario e da due «espertidell´area» (alias sindacalisti?). I più bravi e qua-lificati saranno destinati anche in questi casi alasciare il passo ai meglio «targati»?

Page 20: Strisciata

1818

LETTERA APERTA A MARIO PIRANI

Egregio Dottor Pirani, qualche settimana fa hoavuto modo di leggere il suo articolo pubblicatosu “La Repubblica”dal titolo “Todos Caballerosnegli ospedali italiani” in cui ha fatto asserzioniche mi hanno lasciato sbigottito e molto ama-reggiato e che mi avevano indotto a scrivere unalettera aperta che non so se ha avuto modo dileggere (ad ogni buon fine la allego alla presen-te – VEDI WWW.IPASVI.ROMA.IT).Non pago, è tornato sull’argomento una setti-mana dopo con ulteriori considerazioni che,ritengo, abbiano offeso non solo l’intera cate-goria professionale che Lei con tanta ostina-zione umilia (nell’articolo pubblicato il 30Aprile li definisce tutti portantini sanati), mal’intero Paese e il massimo organo che lo rap-presenta: il Parlamento. Quando dicoParlamento non parlo di una o dell’altra com-pagine politica, ma di una istituzione che, aprescindere dalle maggioranze o dalle opposi-zioni, in quattro legislature successive ha sanci-to, quasi sempre con leggi approvate in modobipartisan, la necessità che anche i cittadini ita-liani, come quelli di tutti i Paesi europei edamericani, avessero il diritto di essere assistiti ecurati da professionisti con conoscenze e com-petenze elevate, al passo con i notevoli pro-gressi della medicina.Mi chiedo allora se Lei ha mai visitato un ospe-dale. Ha un’idea, seppur vaga, di ciò che fannogli infermieri? E di cosa, invece, si occupano glialtri professionisti sanitari e di cosa i medici?Perdoni la domanda, forse pleonastica ma,ritengo, non peregrina, a giudicare almeno daquanto va affermando sulla sua rubrica.Vede Dottor Pirani, che Lei abbia sostenuto,accalorandosi, la tesi secondo cui infermieripiù preparati, formati a più alto livello, auto-nomi e con una loro gerarchia professionale,non più “paramedici” ma professionisti a tuttotondo (come del resto, Suo malgrado, la leggeitaliana li riconosce) potrà avere una “ricadutasui pazienti e sull´organizzazione sanitaria chepuò rivelarsi rischiosa” non stupisce più ditanto. Almeno non gli infermieri. Disinformazione e superficialità possono colpi-re anche chi, come Lei, svolge il suo lavoro dadecano. Quando però, nonostante la ridda diprecisazioni che per Sua stessa ammissione le èpiovuta addosso dopo la prima sortita del 23aprile, insiste sulla linea del “todos caballe-ros”, allora un dubbio mi assale. È solo que-stione di non conoscenza o è parte di un dise-gno più ampio e pilotato per screditare questacategoria? Dubbi per carità, solo dubbi ma chesono sostenuti dai presupposti fallaci da cui laSua analisi muove e dalle conclusioni inverosi-mili a cui questa giunge. No, caro Dottore, nonci siamo. E la “raffica di e-mail di protesta” cheha sommerso la Sua prima sortita sull’argo-mento dovrebbe consigliarLe qualcosa. Come può denigrare a cuor leggero centinaia

di migliaia di infermieri affermando che lariforma delle professioni sanitarie “coronaanni di sanatorie che hanno trasformato opelegis migliaia di portantini in infermieri conun tocco di magia politico-sindacale”? Gliinfermieri italiani, anche quelli diplomatiprima del passaggio della formazione inUniversità, frequentavano corsi della duratadi tre anni ai quali si accedeva con una scola-rità di almeno dieci anni e che prevedevano lafrequenza obbligatoria sia alle lezioni teori-che che al tirocinio clinico per un totale dialmeno 4600 ore e conseguivano un Diplomaabilitante che è stato il primo ad essere rico-nosciuto in tutti i Paesi europei (parliamodegli anni ’70). Altro che portantini sanati!Tutti questi infermieri hanno sulle spalledecenni di esperienza professionale maturatasul campo (peraltro nel nostro caso con un’at-tività di aggiornamento obbligatoria e inten-sa – ha mai sentito parlare di ECM?) e molti diessi hanno anche una formazione specialisti-ca finalizzata sia alle funzioni direttive che aquelle clinico- assistenziali. No, caro Dottor Pirani. Al contrario di quantoafferma, poche altre categorie professionalisono cresciute in questi ultimi decenni comequella infermieristica. Non certo quella medicache Lei difende così appassionatamente.Ribadisco che noi infermieri non abbiamoalcuna intenzione ed alcuno interesse, voglia onecessità di diventare i nuovi “capitani” dellasanità. A noi interessa servire i cittadini, i“nostri” malati con competenza e professiona-lità e vorremmo farlo lavorando in team congli altri professionisti. Per noi assistere la per-sona significa applicare le tecniche più sofisti-cate e complesse, ma anche rispondere ai biso-gni psico-relazionali che ogni uomo ha e che inun sistema “medicocentrico” vengono troppospesso dimenticati. E quando parlo di assisten-za globale alla persona intendo anche garanti-re i bisogni fondamentali della persona qualiquelli dell’eliminazione o dell’alimentazione oil confort alberghiero. Beh Dottor Pirani, se questo è il Suo pensiero,faccia pure. Vuol dire che ha imparato a ragio-nare proprio come quei medici (e non sono poitanti in verità!) per i quali la priorità non è lasalute del cittadino ma il piedistallo da cuiimpartire ordini di servizio.Peccato. Gli infermieri, gli altri operatori, i cit-tadini, il sistema sanitario, non ne sentivanoalcun bisogno.

P.S. Se ha voglia e tempo, può leggere qualcuna di questeLeggi di cui la “nostra” Repubblica democraticamentesi è dotata (L.42/99; L.251/00; L.43/06 e i DM Sanità n°739/94 e DM Miur 2/4/01).

Dott. Gennaro ROCCOPresidente del Collegio IPASVI di Roma

Page 21: Strisciata

1919

Agli Infermierigeneralisti e specialistiinsegnanti e docenticoordinatori e dirigentie p.c. Al sig. Pirani,

Per ben tre volte, l’ultima il 7 maggio scorso,l’editorialista di “La Repubblica” MarioPIrani, nella sua rubrica “Linea di confine”,ha voluto ribadire il suo pensiero sulle rela-zioni che devono intercorrere tra i medici ei “paramedici” e ampliarlo con preoccupateaffermazioni sul chi farà l’assistenza ai cit-tadini in un prossimo futuro.

Leggendo la sua prima sortita del 23 aprile(“Todos caballeros negli ospedali italiani”),ci eravamo detti:“Il sig. Pirani evidentemente sa:che l’Organizzazione Mondiale della Sanitàsi sta sbagliando;che i Responsabili dei Servizi sanitari degliStati Uniti, del Canada, dell’Australia,dell’Inghilterra, della Spagna, dell’Olanda,della Svizzera, ecc. stanno seguendo indiriz-zi clinico-assistenziali e utilizzando modelliorganizzativi e gestionali aberranti e ineffi-caci;che i diversi studiosi e organizzatori chereputano fondamentale il lavoro di squa-dra, la condivisione di saperi e di percorsi ela massima integrazione per assistere bene,tendere all’azzeramento dei rischi e darerisposte di qualità ai cittadini malati, nonhanno idea di come ci si deve muovere den-tro gli ospedali;che coloro che insistono nel sostenere che lacentralità della persona e la complessità deiprocessi di cura e di assistenza richiedonoapprocci, indicazioni operative e lineegestionali multiprofessionali, non hannocapito nulla; che l’orientamento dell’Unione Europea dimantenere alte e valorizzare le competenzedegli Infermieri mantenendoli nella forma-zione accademica secondo quanto definitonell’accordo di Lisbona (il cosiddetto “3 +2”) invece di produrre ricadute positivecome per gli altri Paesi per l’Italia sarà aber-rante;che la campagna informativa promossa esostenuta dal Ministro della Salute peraumentare le iscrizioni ai corsi di laurea inInfermieristica produrrà danni notevoli per-ché fa propria l’idea che gli infermieri, indi-

spensabili per la sopravvivenza del sistemasanitario e carenti di ben 60.000 unità, pos-sono anche ricoprire ruoli di direzione.

Dopo esserci chiesti quanto tempo avrebbedovuto trascorrere prima che le intuizioni ele riflessioni del sig. Pirani venissero fatteproprie da tutti i Servizi sanitari del mondoed aver intuito che gli Infermieri potrebbe-ro continuare a formarsi in università (forseperò non nella Facoltà di Medicina eChirurgia perché non possa succedere - cosaaberrante - che un Infermiere laureato inInfermieristica, magari anche in possesso diun Master in Management oppure di unalaurea quinquennale in Scienze Infer-mieristiche, possa essere definito “collega”di un medico) abbiamo letto la secondapuntata della saga che ci vede ancora pro-tagonisti. E non ci è stata risparmiata nean-che la terza!

Che dire? Si insiste a sostenere che non vi èalcuna distinzione tra la linea clinico-assi-stenziale e la linea organizzativo-gestiona-le; si utilizza il termine “paramedici” sotta-cendo che gli Infermieri devono e voglionoruotare attorno alla persona che assistono;non si cita mai la parola integrazione; siventilano piuttosto risibili regie sindacal-corporative; si fanno affermazioni discutibi-li, più che datate e facilmente confutabili; siinsiste nel delegittimare gli uni forse perlegittimare gli altri; ci si muove sull’ondadella provocazione instillando dubbi ai cit-tadini su chi farà quelle prestazioni che gliInfermieri italiani, anche quelli con laureatriennale, quinquennale e master, nonhanno mai messo e non smetteranno mai difare e che continueranno a garantire 24 algiorno per 365 giorni l’anno.

Vorremmo e chiediamo un confronto e undibattito serio sulla realtà dei fatti. Intanto,cari colleghi Infermieri, continuiamo nelnostro impegno per la qualità dell’assisten-za alla persona, con la pacatezza, la sereni-tà e la maturità che vogliamo ci contraddi-stingua. Per noi Infermieri, checché ne dicano Piranie i medici, al centro della sanità resta il cit-tadino.

Annalisa SilvestroPresidente degli Infermieri italiani

LETTERA APERTA PUBBLICATASUL CORRIERE DELLA SERA

Page 22: Strisciata

2020

Non solo fango. I media parlano di noi anchein positivo. E per fortuna talvolta lo fannocon autorevolezza raggiungendo un grannumero di persone. E’ il caso della tv e dellatrasmissione “Unomattina” di RaiUno che hadedicato ampio spazio alla professione infer-mieristica, alle sue prospettive, al suo futuro. In studio, con la conduttrice EleonoraDaniele, il decano dei giornalisti scientificidella Rai Luciano Onder e Gennaro Rocco,presidente del Collegio IPASVI di Roma. E poi12 studenti di Infermieristica: giovani dallafaccia pulita e dalle idee chiare. Una bellaimmagine della professione, un bella vetrinamediatica.“Guardate qui: giovani, bravi. Stanno perlaurearsi infermieri - dice la conduttrice - Ilservizio sanitario punta forte su di loro perdare maggiore competenza al settore dell’as-sistenza”. Si presentano uno ad uno. Storie ecurriculum diversi. Ognuno motiva la suascelta: “voglio fare l’infermiera perché arric-chisce dentro”, “mi permette di relazionarmicon il prossimo”, “è una professione che puòdare sbocchi anche dirigenziali”, “mi permet-te se voglio di lavorare all’estero”, “perché sipuò fare anche ricerca”.Il presidente del Collegio Ipasvi spiega leopportunità offerte dalla professione, nerimarca le responsabilità e sottolinea l’entu-siasmo dei ragazzi. Onder dice: “Il nostrosistema sanitario ha bisogno di infermierisuperpreparati, per far fronte ad esigenzecomplicate, le invalidità, malati complessi,anziani difficili. E’ necessaria perciò una pre-parazione specifica. I corsi di laurea triennalisono fondamentali per questo. Oggi in Italiaabbiamo circa 320 mila infermieri, ma nonsono sufficienti. C’è necessità di averne altri,motivati e ben retribuiti perché amino il lorolavoro e lo facciano volentieri. Sono necessitàfondamentali per far funzionare i nostriospedali”.Rocco ne approfitta per fare emergere anchela figura infermieristica in ambito extraospe-daliero: “Si è abituati a vederli soprattutto inospedale, ma gli infermieri operano anchenel campo della prevenzione della malattia,dell’educazione sanitaria, della didattica edella ricerca. E lavorano molto sul territorio”.Quindi illustra il percorso di studi: “Da diecianni ormai gli infermieri si formano in uni-versità, acquisiscono un titolo abilitante, laLaurea in Infermieristica. E’ un percorsomolto impegnativo, che dura almeno tre annie che si compone di formazione teorica etirocinio clinico. Sin dai primi mesi di studi, glistudenti frequentano gli ospedali, gli ambu-

latori, gli studi. E questo fa di loro professio-nisti a tutto tondo, perché capaci immediata-mente dopo la laurea di rendersi disponibiliper le strutture sanitarie”. La discussione si sposta sul ruolo dei medianell’orientamento alla professione. “I mediadevono far capire che è una professione dalgrande futuro - afferma Onder - Non possia-mo fare a meno di infermieri preparati, checonoscano il lavoro, lo amino, lo abbiano stu-diato, che sappiano muoversi all’interno del-l’ospedale. Purtroppo questo non è avvenutonei decenni passati. C’è stato un abbandonodella professione, sono mancati gli infermie-ri, sottopagati per un lavoro molto duro, car-riere talvolta umilianti, turni faticosissimi”.“A volte però - lo interrompe la conduttrice -fra pazienti e infermieri c’è un po’ di conflit-to…”. “Ci può essere – ribatte Onder - maanche grande rispetto. Ciascuno di noi haesperienze di infermieri con grande profes-sionalità e serietà. Questo chiede la nostrasocietà: infermieri che amino il malato mache sappiano anche gestire la malattia. Servequesta laurea, questa specializzazione. Leautorità sanitarie e i politici devono ricono-scere alla professione infermieristica caratte-ristiche più attrattive”.Il presidente Rocco illustra le varie opportuni-tà di carriera: carriera clinica con le sue spe-cializzazioni, dirigenza, formazione, coordi-namento, docenza universitaria. E ne specifi-ca i percorsi formativi. Quindi descrive gliobiettivi della campagna nazionale di orien-tamento alla professione “Infermiere prota-gonista nella vita vera”. Aggiunge Onder: “Ho sentito i ragazzi dire:potremmo andare all’estero… Ecco, speroproprio di no, che non ce li rubino. Già per-ché tutti i Paesi europei hanno grande neces-sità di infermieri e fanno campagne per atti-rarli da loro”. La trasmissione si chiude con lasegnalazione del sito www.ipasvi.it per saper-ne di più e con l’invito a richiedere alleSegreterie delle Università di tutta Italia imoduli informativi. Dodici minuti nell’orario di massimo ascolto aparlare di infermieri nella trasmissione mat-tutina più popolare della Rai. E’ stata unabella occasione per la professione per metter-si in mostra al cospetto di un pubblico vasto,un passaggio utile per il suo futuro, un esem-pio di buona informazione. Mentre c’è chi ciaggredisce, noi continuiamo a promuovere laprofessione, la figura e la dignità degli infer-mieri, in ogni occasione, conquistandoci spazidi comunicazione con l’aiuto della buonainformazione. Che pure c’è.

Gli infermieri protagonisti in positivo a “Unomattina”

C’È ANCHE BUONA INFORMAZIONE

Page 23: Strisciata
Page 24: Strisciata

Relazione del presidenteall’assemblea iscritti 2007

2222

E’ una sfida continua quella cheaccompagna gli infermieri, difficilee aperta su più fronti. Ci impegna e

ci sacrifica molto ma sa darci anche qual-che soddisfazione.Il 2006 è stato per il Collegio lo specchiodella professione, un anno di rivendica-zione e di lotta, di nuovi importanti suc-cessi, ma anche di rabbia per le conquisteottenute sulla carta e ancora non reseoperative (vedi la non applicazione daparte del Governo, della legge 43 delFebbraio 2006 nella parte che prevedevala trasformazione dei Collegi in Ordini) .Un anno di progetti, pieno di iniziative enuovi servizi, impegnativo nella gestioneinterna come nei rapporti esterni e inter-nazionali. Il fronte europeo ci ha visti più che maiprotagonisti. Abbiamo assunto la guidadel primo Executive Board della FEPI(Federazione Europea delleProfessioni Infermieristiche)con l’elezione di LoredanaSasso a Presidente e del sot-toscritto, come SegretarioGenerale. Un traguardosignificativo e un’opportuni-tà per contare di più in Italiae in Europa, ma anche il rico-noscimento da parte dei col-leghi europei della straordi-naria crescita che gli infer-mieri italiani hanno saputomettere a segno in questianni. E della forza chehanno mostrato di avere,ritenuta preziosa per gestirela delicata fase di start updella FEPI e per lanciarla

definitivamente in Europa e nel mondo.Peraltro, lo scenario europeo, speciedopo l’ulteriore ampliamento dell’UE,riserva sfide normative e organizzativeparticolarmente difficili. La libera circola-zione professionale, il riconoscimento deititoli formativi, il problema della linguapongono tutti noi di fronte a un rebuscomplesso dalle soluzioni incerte. Cosìpure la difesa delle direttive di settore ela riforma delle professioni liberali resta-no nodi cruciali per la professione. Sfideardue ma che stimolano una categoria diprofessionisti senza frontiere, abituata aguardare oltre. E il peso crescente che gliinfermieri di Roma e della provinciahanno saputo guadagnarsi negli anniimpone loro la responsabilità di rappre-sentare un punto di riferimento per tanticolleghi in ambito interno ed internazio-nale.

Page 25: Strisciata

2323

Un ruolo che ci ha motivato ancor piùall’impegno profondo e costante nell’af-frontare i troppi problemi ancora apertia livello nazionale e regionale. Abbiamoprofuso grandi energie nel dare batta-glia sui temi più stringenti della profes-sione e per vigilare sulla legislazione checoinvolge gli infermieri e che talvoltaminaccia le straordinarie conquiste postefaticosamente nel paniere. Ancora oggisiamo costretti a protestare per un tratta-mento economico ingrato, che conti-nua a non riconoscere i nuovi livelli dicompetenza e di responsabilità assuntidagli infermieri e che genera un’insod-disfazione diffusa pericolosa per lostesso impianto del Servizio SanitarioNazionale.Il futuro si presenta problematico maanche pieno di opportunità, complicatoda affrontare ma esaltante nella sfidacontinua della crescita professionale. Unfuturo che possiamo condizionare inpositivo con il contributo che arriva dal-l’interno della professione infermieristi-ca, da noi tutti e dal Collegio che ci rap-presenta.Questa relazione riporta una breve sinte-si delle attività che il Collegio svolgeattraverso il lavoro degli Uffici e delleCommissioni e uno sguardo prospetticosugli obiettivi per il prossimo futuro,all’insegna dell’innovazione, della com-petenza scientifica, della ricerca e dellacomunicazione professionale. Pur senzaanticipare i contenuti delle relazioni spe-cifiche, l’azione del Collegio deve neces-sariamente essere poliedrica e interdisci-

plinare, attiva su più fronti,attenta e capillare. Deve svi-luppare la conoscenza e laricerca clinica, l’evidencebasata sulla pratica conmodelli assistenziali innova-tivi, il trasferimento delleconoscenze teoriche nelcampo operativo, garantireservizi efficienti e rapidi agliiscritti, favorire la comunica-zione e lo scambio di espe-rienze tra colleghi.Rinviando gli aspetti più spe-cifici alle relazioni di sintesidelle singole Commissioni, èopportuno gettare unosguardo d’insieme sullasituazione della professioneinfermieristica a Roma e nelLazio per inquadrarne lo

stato e le criticità, indicando strategie einterventi. Procedendo per rapidi flash,risulta utile frazionare l’analisi in capitolidistinti per tratteggiare un quadro sche-matico.

L’ESERCIZIO PROFESSIONALE

Le criticità sono rappresentate soprattut-to dalla perdurante gravissima carenza dipersonale infermieristico. Il fenomenocontinua ad essere alimentato dal bloccodelle assunzioni, dalla precarietà dimolte posizioni e dal sostanziale bloccodella mobilità. Resta per lo più inapplica-ta la legge 43/2006 specialmente perquanto riguarda l’effettiva praticabilitàdei percorsi di carriera (clinica, organiz-zativa, dirigenziale). A ciò si aggiungonoi ritardi nella formazione e nell’impiegodelle figure di supporto all’attività infer-mieristica.Da qui le strategie d’intervento che ilCollegio ha individuato per correggere larotta: sostenere ad ogni livello la peculia-rità della “questione infermieristica” ereclamare lo sblocco delle assunzionicoinvolgendo anche i sindacati; affronta-re il nodo della precarietà contrattualecon concorsi e assunzioni dirette a tempoindeterminato; sbloccare la mobilità nelrispetto del diritto del professionista atrasferirsi in strutture più vicine a casasua; applicare immediatamente la Legge43 per l’assegnazione delle posizioni dicoordinamento e sperimentare percorsidi carriera per gli infermieri specialisti ai

Page 26: Strisciata

2424

possessori dei Master di primo livellorispettivamente nelle funzioni di coordi-namento e ad indirizzo clinico; spingeresulla Regione affinché istituisca subito iDipartimenti e i Servizi Infermieristici intutte le Aziende Sanitarie in attesa che lanormativa concorsuale prevista dallaLegge 251/00 venga emanata; dare avvioimmediato ai corsi di OSS previsti dalledirettive regionali e prevedere il loro cor-retto impiego nelle strutture sanitarie,socio sanitarie, residenziali e sul territo-rio.

LA FORMAZIONE DI BASE

Sono ancora molti i punti di criticità: iposti attivati nellesedi centrali enelle sedi conven-zionate risultanonettamente insuf-ficienti; alcunesedi non possie-dono requisitiadeguati di strut-tura e di qualità; isussidi didatticisono assoluta-mente insufficien-ti e i servizi aglistudenti (bibliote-che, sale lettura,aule di informati-ca e Internet,mensa, ecc.) sono scarsi; il numero diTutor è molto al di sotto dello standardprevisto. Ciò che più preoccupa è il disinteressemostrato dalla politica e dalle istituzionisulla fondamentale questione finanziariadelle sedi pubbliche e private afferenti alSSR. Nonostante gli impegni assunti atutti i livelli, molte di queste continuanoa non percepire alcun finanziamento perla preziosa attività formativa che svolgo-no e le tasse pagate dagli studenti ven-gono riversate totalmente all’Università.Resta basso anche il numero di cattedreassegnate agli infermieri (3 professoriassociati e 2 ricercatori), con protocollid’intesa pronti ma che da tempo laRegione non riesce a deliberare, lascian-do perciò in vigore il protocollo del 1997.E poi gli ordinamenti didattici e i regola-menti dei cinque Atenei romani sede deicorsi di laurea da rivedere secondo inuovi Decreti MUR.

Ne consegue un ampio raggio di inter-venti sul fronte delle strategie: sollecita-re l’aumento dei posti da mettere abando per compensare almeno il turnover e garantire una progressiva copertu-ra delle gravissime carenze esistenti;reclamare con forza l’assegnazione e iltrasferimento di fondi alle sedi decentra-te per favorire investimenti strutturali esul personale docente; premere sulleUniversità per il bando di nuovi posti diassociati e ricercatori; ricercare nuovealleanze (politiche, sindacali, associazioniprofessionali, associazioni dei cittadini,ecc.) per ottenere una rapida approva-zione del nuovo protocollo d’intesa;lavorare in sinergia con la Federazione

alla riscritturadegli ordinamentididattici da pro-porre alle singoleUniversità contrattative serratee determinate.

LA FORMAZIONESPECIALISTICA ECONTINUA (ECM)

La rete di forma-zione specialisticaha raggiunto di-mensioni inspera-te solo qualcheanno fa. La Laurea

Specialistica è oggi una realtà nelleUniversità La Sapienza (1^ e 2^ Facoltà),Tor Vergata e Cattolica. I Master di 1°livello sono ormai numerosi in tutti gliAtenei con una vasta offerta formativa(Management, Area Critica, Infer-mieristica Forense, Sanità Pubblica, Ri-cerca, Geriatria, Infermieristica diFamiglia, Pediatria, Psichiatria, Cure pal-liative, Trapianti ed Emodialisi, Endo-scopia Digestiva, ecc.). Da ultimol’Università di Tor Vergata ha attivatoquattro posti per il Dottorato di Ricercain Scienze Infermieristiche. La tendenza sviluppata negli ultimi anniè certamente positiva e va stimolataancora. Quanto alle Lauree specialisticheoccorre lavorare sui contenuti, la qualitàe le docenze (gruppo di lavoro ad hoc insinergia e collegamento con il gruppo dilavoro nazionale). Per i Master di primolivello è necessario sviluppare maggior-mente quelli ad indirizzo clinico.

Page 27: Strisciata

2525

Negativo è invece il quadro riferitoall’ECM. Sia gli eventi sia i piani formati-vi aziendali sono assolutamente insuffi-cienti, mentre resta irrisolto il problemadei congedi e dei costi a carico del profes-sionista. Alle attuali gravi difficoltà siaggiunge il ritardo nell’attuazione delPiano Regionale della FormazioneContinua e l’incertezza sul ruolo regiona-le nell’ECM (providers, tipologia formati-va, crediti).

L’ORDINISTICA

Alle rivendicazioni di autonomia e diautodisciplina della professione chehanno visto costantemente il Collegio diRoma in primo piano, si è aggiunto unduro confronto per l’applicazione dellalegge 43/06 (segnatamente l’articolo 4)dopo il mancato esercizio della delega daparte del Governo per la trasformazionedei Collegi in Ordini e per l’istituzione dinuovi Ordini per le professioni sanitarieancora sprovviste. Così, dopo 12 anni, il 2006 ha segnato ilritorno degli infermieri italiani in piazzacon la grande manifestazione del 12ottobre, nella quale il Collegio ha assun-to un ruolo organizzativo di primo pianoraccogliendo consensi e complimenti daicolleghi di tutta Italia. A migliaia, gliinfermieri romani hanno sfilato per latutela della salute pubblica, della compe-tenza e della riconoscibilità dei professio-nisti, contro l’abusivismo, per la garanziadi qualità delle prestazioni rese ai cittadi-ni. Non è più tollerabile che gli infermie-ri vengano considerati professionisti diserie B. Oggi abbiamo titoli di studioaccademici o resi equipollenti ad essi perlegge ed allora non riusciamo a capireperché deve permanere questa distinzio-ne con le altre professioni (medici, farma-cisti, biologi ecc.), che da sempre hannoavuto il loro “Ordine” professionale.Le criticità attuali riguardano soprattuttoil Ddl Mastella, l’esercizio del poteredeontologico, i rapporti e le facoltà delCollegio in tema di ECM.Gli interventi messi in campo su questovariegato fronte vanno dal controllo edalla verifica delle iscrizioni alla gestionedelle morosità. Accanto a ciò un costantecontributo per la revisione e l’ammoder-namento dei Collegi, delle loro funzionie del loro ruolo pubblico. Infine la batta-glia per la trasformazione del Collegio in

Ordine, a coronamento di una crescitastraordinaria degli infermieri italiani,delle loro nuove competenze e delleresponsabilità di cui si fanno carico spes-so ben oltre le proprie attribuzioni.

I RAPPORTI ISTITUZIONALI NAZIONALI E INTERNAZIONALI

Sono fitti, costanti, praticamente quoti-diani. E non sempre agevoli da gestire. Irapporti istituzionali più stringenti sononecessariamente quelli con la Regione, inparticolare con gli Assessorati alla Sanitàe alla Formazione, con il Comune diRoma, il Tribunale penale e civile, leAziende e le altre strutture socio-sanita-rie pubbliche e private, le Università, leAssociazioni professionali, le Societàscientifiche infermieristiche e non, glialtri Ordini e Collegi, il CUP, l’Enpapi, leAssociazioni civiche attive in campo uma-nitario e nella tutela dei diritti dei citta-dini. Impegnativa è anche la relazionecostante con la stampa scritta specialisti-ca e generalista, con i media radio-televi-sivi e con le reti di discussione che opera-no attraverso il web.Nell’ultimo anno il Collegio ha ulterior-mente implementato i suoi rapportiinternazionali con lo sviluppo di nuoverelazioni con altri Paesi (Università Nordamericane, Università e istituzioni sanita-rie dell’UE, FEPI), contatti con altre pro-fessioni liberali europee attraverso ilCEPLIS e con l’esperienza ormai assodatadei viaggi di studio.

LE ATTIVITÀ ORDINARIE

L’attività degli uffici è in costante incre-mento e riesce a soddisfare un numerosempre più elevato di servizi. Sul pianoqualitativo, il Collegio di Roma costitui-sce un punto di riferimento importanteper molti altri Collegi italiani ed europeie l’obiettivo della certificazione ISO-9001testimonia la grande rilevanza attribuitaalla qualità dei servizi agli iscritti. E’ unobiettivo ambizioso che costringe a unosforzo consistente, ma che inseguiamocon impegno e convinzione.Il rapporto con gli iscritti permane l’inte-resse primario per il Collegio. In questachiave il Collegio sta provvedendo alcompletamento della pianta organica (ilconcorso è in atto) e alla revisione orga-nizzativa degli uffici. Si avvale di una spe-

Page 28: Strisciata

2626

rimentata rete di consulenze specifiche(legale, amministrativa contabile, infor-matica, ufficio stampa, biblioteconomia)che assicura risposte pronte alle diversenecessità operative. Nel 2006 l’Ufficiolegale ha registrato 212 interventi, 203consulenze agli iscritti e 504 telefoniche.E’ stato interessato prevalentemente suitemi della sicurezza (rischio professiona-le, orario di lavoro straordinario, stan-dard assistenziali, piante organiche, ecc.)e nei campi della responsabilità e dell’au-tonomia (attività improprie, nuoveresponsabilità, ecc.).

LE COMMISSIONI

Il lavoro delle Commissioni è incessante edà buoni frutti. Rinvio alle relazioni diciascuna Commissione il resoconto di sin-tesi delle attività e segnalo di seguitosolo alcuni esempi. (nelle pagine successi-ve sono riportate le relazioni integralidelle commissioni).Commissione relazione con gli iscritti,relazioni pubbliche e orientamento pro-fessionale: Progetto portale Web,Progetto rivista, Rete persone motivate(RPM) per l’attivazione di corsi itineranti,Progetto Team Buiding, cd sulla storia delCollegio IPASVI di Roma, Televideo,Referenti, Progetto carta dei servizi,Progetto bacheche, Progetto collanaArcobaleno, Progetto sviluppo, Progettoincontro;Commissione aggiornamento professio-nale: attività continua di aggiornamentoe formazione anche in collaborazione

con Università, ASL, AziendeOspedaliere, IRCCS, struttureprivate convenzionate e non,Associazioni e Società scienti-fiche infermieristiche; intensoprogramma di corsi ECM con8 nuove iniziative di qualitàper il 2007;Commissione standard pro-fessionisti e accreditamentodei professionisti: certifica-zione delle attività delCollegio per le azioni istitu-zionali e di conformità alDisciplinare di autoregola-mentazione, Progetto per ladefinizione di standard pro-fessionali, Progetto ISO 9001;Commissione ricerca: conclu-sione ricerca su near misses,

ricerca “Iter diagnostico-terapeutico-assi-stenziale per pazienti ultra sessantacin-quenni con frattura di femore (coll. ASP),ricerca “La gestione del rischio da movi-mentazione manuale dei pazienti” (coll.IGIEA), concorso per 6 borse di studio perlavori di ricerca infermieristica;Commissione rapporti internazionali:individuazione delle criticità derivanti dalforte incremento del numero di infermie-ri stranieri, rapporti con il Ministero dellaSalute per il riconoscimento dei titoli distudio, rapporti con istituzioni infermieri-stiche e associazioni straniere per scambidi esperienze e controllo della mobilitàdei professionisti, iniziative per migliora-re la conoscenza reciproca con cittadiniappartenenti ad altre culture per ottimiz-zare l’assistenza, apertura dello“Sportello Stranieri” (lunedì e giovedì),censimento degli infermieri stranieri,attivazione di un gruppo di lavoro per-manente di infermieri stranieri, allesti-mento di un convegno sull’infermieristicatrans-culturale;

Page 29: Strisciata

2727

Commissione documentazione, bibliote-ca e ricerca bibliografica: nel 2006 labiblioteca del Collegio ha registrato unvero e proprio boom (1046 utenti pari a+34,3% rispetto al 2005), significativoanche l’incremento delle attività di ricer-ca attraverso la banca dati (+10,9%) e delnuovo servizio di consultazione on line diun patrimonio bibliografico cresciuto a164 testate nazionali e internazionali (7di nuova acquisizione), oltre alle mono-grafie (32 di nuova acquisizione), nuoviservizi documentali attraverso il portalewww.ipasvi.roma.it, abbonamento aCINAHL, Progetto di Indicizzazione delleriviste Italiane di Scienze infermieristiche,Progetto ILISI, aggiornamenti specificiper la ricerca bibliografica, nuovo corsodi indicizzazione della letteratura scienti-fica infermieristica, ulteriore forte acqui-sizione di libri programmata per il 2007,allo studio il nuovo servizio “Documentdelivery”;Commissione libera professione: costan-te attività di vigilanza sull’esercizio liberoprofessionale, rapporti con la cassa previ-denziale ENPAPI, pubblicità sanitaria,consulenza, relazioni con agenzie dilavoro temporaneo, studi associati,cooperative, ecc.Oltre che per l’opera delle Commissioni,il 2006 ha impegnato molto il Collegionelle attività dei gruppi di studio e dilavoro (Referenti, Gruppo RPM,Commissari per gli Esami di Stato,Delegati gruppi di lavoro di altre istitu-zioni come Asclepion e Agenzia per iServizi Sanitari Regionali, gruppo di lavo-ro Tesaurus).

LA NUOVA FRONTIERA

Nel corso del 2006 e nei primi mesi del2007 il Collegio ha investito molto sullacomunicazione web, in linea con la cre-scente richiesta di nuovi servizi e infor-mazioni on line. Il sito Internet delCollegio di Roma è divenuto un vero eproprio portale, con una rassegna stam-pa aggiornata e nuovi servizi (E-Healt,Digest, Professioni, Formazione, Lex). Lo sviluppo di un efficiente sistema dicontrollo statistico degli accessi (ben246.058 negli ultimi 6 mesi) ha reso pos-sibile comprendere le esigenze degliutenti e affinare sensibilmente l’offertadei servizi. Nella top ten dei link consul-tati svetta la rivista Infermiere Oggi onli-

ne (7.805 contatti) seguita da For-mazione Post-Base-Master (7.218), con-tatti diretti con il Collegio (6.034), LaureeMagistrali per Infermieri (4.182), Serviziall’Iscritto (4.150), Collana ArcobalenoOnline (3.570). In programma nel breve periodo c’è l’e-sordio di altri due servizi: l’assegnazionedi una casella di posta elettronica consuffisso @ipasvi.roma.it e l’invio gratuitovia e-mail di una newsletter sulla sanitànel Lazio.

IL CONTRATTO

Il nodo del Contratto CollettivoNazionale di Categoria resta per gli infer-mieri un nodo scorsoio. Il Collegio non havoce in capitolo nelle contrattazioni.Auspica però di avere dalla sua parte leorganizzazioni sindacali di categoria checondurranno il confronto in vista del rin-novo contrattuale. A loro indirizza undecalogo di richieste alle quali gli infer-mieri si aspettano risposte puntuali econcrete sin dal prossimo CCNL. A cominciare dal fatto che il nuovo CCNLregoli l’applicazione dell’articolo 6 dellaLegge 43/2006. Gli infermieri reclamanociò che la legge riconosce loro: l’opportu-nità di un duplice percorso di carriera, cli-nico e organizzativo. Il professionista lau-reato o con titolo equipollente devepoter decidere se valorizzare le compe-tenze gestionali, organizzative, formati-ve, didattiche e scientifiche, avere ruoli dicoordinamento o se investire su un per-corso di sviluppo professionale che si rea-lizza nell’esperto clinico e nelle conse-guenti attività anche formative, didatti-che e scientifiche.Chiediamo l’individuazione della posizio-ne di professionista dirigente, in possessodella laurea specialistica e che abbia eser-citato l’attività professionale con rappor-to di lavoro dipendente per almeno cin-que anni, oppure con incarico dirigenzia-le ai sensi della Legge 251/00 (articolo 7 esuccessive modificazioni). Su questopunto ha lavorato proficuamente unapposito gruppo di lavoro costituitopresso il Collegio IPASVI di Roma.E’ poi necessario che il CCNL adotti stra-tegie coerenti con gli obiettivi di effica-cia, efficienza ed economicità dei servizierogati. Deve perciò promuovere, comeprevede la normativa vigente, “la valo-rizzazione e la responsabilizzazione delle

Page 30: Strisciata

2828

funzioni e del ruolo delle professioniinfermieristico-ostetriche al fine di con-tribuire alla realizzazione del diritto allasalute, al processo di aziendalizzazionenel SSN, all’integrazione dell’organizza-zione del lavoro della sanità in Italia conquelle degli altri Stati dell’UE”, deve isti-tuire i Dipartimenti e i Servizi perl’Assistenza Infermieristica, in staff allaDirezione Generale, presso tutte le ASL ele Aziende Ospedaliere.Il CCNL deve affrontare una volta pertutte il drammatico problema degli orga-nici. E’ evidente che a contingenti ade-guati di personale infermieristico corri-spondono standard assistenziali più ele-vati. Pertanto dare corso a nuove assun-zioni significa ridurre le spese per straor-dinari e prestazioni aggiuntive, tagliare icosti sostenuti per infezioni ospedaliere,incidenti, contenziosi e per le tutte leconseguenze della non-qualità.Occorrono inoltre procedure snelle perl’assunzione dei neolaureati, attraversocontratti di inserimento al lavoro perchiamata diretta, previo colloquio, per lacopertura delle vacanze di organico.Vanno previste specificatamente lemodalità di inserimento degli OSS a sup-porto e mai in sostituzione degli infer-mieri, per migliorare il comfort, poten-ziare l’assistenza di base al malato e lefunzioni socio-assistenziali a domicilio.

Il nuovo CCNL deve incentivare concreta-mente le Aziende a sperimentare servizia prevalente gestione infermieristica:ambulatori, assistenza domiciliare, resi-denze sanitarie per anziani, per malaticronici e per malati terminali, repartiospedalieri. E deve individuare una solu-zione adeguata al problema della spro-porzione tra crediti ECM da acquisire (eaggiornamenti delle abilità da consegui-re) e gli 8 giorni annui di permesso retri-buito consentiti. E’ necessario che ancheper gli infermieri siano previste 4 ore set-timanali (208 ore annue) da dedicare allaformazione continua.Chiediamo infine che sia operata unaprofonda revisione del sistema premian-te in funzione degli obiettivi di efficacia,efficienza ed economicità e che ogni ASLe Azienda Ospedaliera dia corso all’attivi-tà libero-professionale intramuraria pergli infermieri.

CONSAPEVOLEZZA E FIDUCIA

Possiamo affermare che molto è statofatto e che ancor di più resta da fare. IlCollegio conta di farlo con la collabora-zione di tutti. L’entusiasmo che ha sem-pre caratterizzato noi infermieri ci indu-ce a immaginare un futuro più roseo pernoi e per tutti i cittadini che ogni giornoassistiamo.

Incontro dei Referenti del Collegio con il Presidente

Page 31: Strisciata

IL LAVORO DELLECOMMISSIONI

2929

Commissione relazionicon gli iscritti, relazionipubbliche e orientamentoprofessionale

lReferente della Commissione è MarioEsposito, gli altri componenti sonoMatilde Napolano e Rodolfo Cotichini.

La Commissione si avvale della collabora-zione di un gruppo di colleghi che sonocoinvolti nella realizzazione dei progettiapprovati dal Consiglio Direttivo.

I pprrooggeettttii identificati dalla commissioneed approvati dal Consiglio direttivo perl’anno 2007 sono:

• Progetto portale web• Progetto rivista: si sta progettando un

intervento di miglioramento dellagrafica

• Progetto televideo• Progetto gruppo referenti• Progetto gruppo RPM ( Rete Persone

Motivate )

Riunione gruppo RPM

Page 32: Strisciata

3030

• Progetto sperimentale Corsi itinerantidel gruppo RPM

• Progetto sperimentale Team Building,presso la sede del Collegio IPASVI

• Progetto CD: attività e storia delCollegio IPASVI di Roma

• Progetto Carta dei Servizi, nell’ambitodel progetto Certificazione ISO 9000delle attività del Collegio IPASVI diRoma, in collaborazione con laCommissione Standard professionali eaccreditamento dei professionisti

• Progetto bacheche• Progetto collana arcobaleno• Progetto incontro • Progetto sviluppo.Per il pprrooggeettttoo rreeffeerreennttii sono statiindividuati in questa fase iniziale circa80 colleghi che hanno seguito un corsodi formazione nella sede del collegio eche hanno iniziato la loro attività diinformazione nelle strutture dove lavo-rano. Entro l’anno in corso il progettoverrà completato e l’elenco definitivoverrà pubblicato sulla rivista. E’ in corsol’elaborazione di un regolamento deireferenti.Per il pprrooggeettttoo RReettee PPeerrssoonnee MMoottiivvaattee(RPM) il gruppo è momentaneamentecostituito da 18 colleghi provenienti da

varie realtà sanitarie di Roma e provincia.Il progetto si articola su tre livelli di par-tecipazione alle attività del gruppo, vi siaccede attraverso un corso di inserimen-to che permette una prima selezione deicolleghi e il loro coinvolgimento nel livel-lo 1, costituito dai gruppi di lavoro; ilsecondo livello è formato da laboratorisperimentali dove le attività di ricerca edi formazione si articolano su percorsisperimentali da implementare fra le atti-vità del Collegio. Il terzo livello rappre-senta la costituzione del gruppo speri-mentale di eccellenza dove vengono ana-lizzati e codificati i diversi processi delgruppo professionale e se ne definisconole problematiche di ordine gestionale erelazionale, sia a livello professionale cheinterpersonale. Per il progetto TTeeaamm bbuuiillddiinngg si stacreando un primo gruppo di lavorodove sono coinvolti consiglieri e colle-ghi iscritti per la sperimentazione diattività sperimentali finalizzate a crearele sinergie le dinamiche il clima le rela-zioni interpersonali finalizzate allacreazione di un team che vede nellasinergia dei membri il risultato vincen-te. Si sfruttano i principi e gli strumentidi altre discipline e ambiti artistici come

Page 33: Strisciata

3131

il teatro, lo sport, la musica, il trakingecc. Per il PPrrooggeettttoo CCDD viene costituito ungruppo di lavoro formato da colleghi siainterni al Consiglio Direttivo che esterni,per documentare l’attività e la storia delCollegio.Per il PPrrooggeettttoo ssvviilluuppppoo la commissioneintende raccogliere tutte le propostedegli iscritti che vogliono sviluppare leloro potenzialità e dare spazio attraversole varie commissioni a tutte le personeche hanno capacità e competenze daesprimere. La commissione esamina levarie proposte che i singoli iscritti o grup-pi di iscritti che operano nella stessa real-tà operativa presentano e presenteranno:corsi formativi da sviluppare in collabora-zione con la commissione formazione,ricerche da prendere in considerazione insinergia con la commissione ricerca, ecc. Per il PPrrooggeettttoo iinnccoonnttrroo ogni lunedì egiovedì 2 consiglieri incontrano tutti gliiscritti che vogliano interagire con il col-legio attraverso proposte, progetti, ini-ziative ecc. Tutte le attività della commissione ver-ranno potenziate man mano che i pro-getti entreranno a regime con un cre-scente coinvolgimento di colleghi ricchi

di motivazione e voglia di esprimere emigliorare le proprie competenze. Lavolontà di questa commissione, che espri-me la volontà del consiglio direttivo, è dicoinvolgere un numero sempre più altodi colleghi che abbiano voglia di parteci-pare fattivamente alla vita del collegio.La disponibilità non è solo possibilità difare ma soprattutto impegno e condivi-sione di esperienze con colleghi che lavo-rano e credono nella crescita della pro-fessione.

COMMISSIONE AGGIORNAMENTOE FORMAZIONE

Il Referente della Commissione è A.M.L.Polimeno e gli altri componenti sonoMario Esposito, Matilde Napolano eMarco Tosini.

Il Collegio IPASVI di Roma, nel 2006, ha datovita a numerose iniziative formative orga-nizzate presso la sua sede ed in altre, in rap-porto anche al numero dei partecipanti.Dal punto di vista della percezione dellaqualità degli eventi formativi, la valuta-zione effettuata dai partecipanti allesingole iniziative, è risultata più chepositiva.

Page 34: Strisciata

3232

Evento: ““LLaa rreessppoonnssaabbiilliittàà oorrddiinniissttiiccaaddeeii CCoolllleeggii IIPPAASSVVII:: rruuoolloo ddeeii rreeffeerreenn--ttii ddeellll’’oorrddiinnee iinnffeerrmmiieerriissttiiccoo ddiiRRoommaa””33 EEddiizziioonnii TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 9900

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 0poco rilevante 3abbastanza 17rilevante 53molto rilevante 17

QQuuaalliittààscarsa 0mediocre 1soddisfacente 14buona 50eccellente 25

EEffffiiccaacciiaainefficace 0parzialmente efficace 0abbastanza efficace 16efficace 48molto efficace 26

Evento: ““IInnffeerrmmiieerree:: iill vvaalloorree ddeellllaaPPrrooffeessssiioonnee””11 EEddiizziioonnee TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 11666699

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 8poco rilevante 12abbastanza 655rilevante 813molto rilevante 181

QQuuaalliittààscarsa 12mediocre 7soddisfacente 632buona 897eccellente 121

EEffffiiccaacciiaanon rilevante 14poco rilevante 9abbastanza 640rilevante 841molto rilevante 165

1%

1%

38%

50%

10%

1

2

3

4

5

1%

0%

38%

54%

7%

1

2

3

4

5

"Infermiere: il valore della professione"

0%

1%

39%

49%

11%

1

2

3

4

5

"La responsabilità ordinistica dei Collegi Ipasvi:

ruolo dei referenti dell'ordine infermieristico di

Roma"

1

2

3

4

5

1

2

3

4

5

1

2

3

4

5

Page 35: Strisciata

3333

Evento: ““LLaa PPrrooffeessssiioonnee IInnffeerrmmiieerrii--ssttiiccaa:: ccrriittiicciittàà eedd oorriieennttaammeennttii iinnaammbbiittoo cclliinniiccoo ee pprreevviiddeennzziiaallee””11 EEddiizziioonnee TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 118800

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 1poco rilevante 3abbastanza 36rilevante 95molto rilevante 45

QQuuaalliittààscarsa 2mediocre 2soddisfacente 52buona 89eccellente 35

EEffffiiccaacciiaanon rilevante 1poco rilevante 3abbastanza 60rilevante 65molto rilevante 51

Evento: ““LLaa vvaalluuttaazziioonnee ddeell ppeerrssoonnaalleenneellllee oorrggaanniizzzzaazziioonnii ssaanniittaarriiee:: ssttrruu--mmeennttii ee mmeettooddoollooggiiee””11 EEddiizziioonnee TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 3366

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 0poco rilevante 0abbastanza 13rilevante 21molto rilevante 2

QQuuaalliittààscarsa 0mediocre 0soddisfacente 6buona 23eccellente 7

EEffffiiccaacciiaanon rilevante 0poco rilevante 0abbastanza 8rilevante 20molto rilevante 8

"La valutazione del personale nelle organizzazioni

sanitarie: strumenti e metodologie"

0%

0%

36%

58%

6%

1

2

3

4

5

0%0% 17%

64%

19%

1

2

3

4

5

0%

0%

22%

56%

22%

1

2

3

4

5

"La professione Infermieristica: criticità ed

orientamenti in ambito clinico e previdenziale"

1%

2%

20%

52%

25%

1

2

3

4

5

1%

1%

29%

50%

19%

1

2

3

4

5

1%

2%

33%

36%

28%1

2

3

4

5

Page 36: Strisciata

3434

Evento: ““MMoovviimmeennttaazziioonnee mmaannuuaalleeddeeii ccaarriicchhii ee uussoo ddeeggllii aauussiillii eerrggoonnoo--mmeettrriiccii””11 EEddiizziioonnee TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 3388

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 0poco rilevante 1abbastanza 12rilevante 20molto rilevante 5

QQuuaalliittààscarsa 0mediocre 0soddisfacente 18buona 15eccellente 5

EEffffiiccaacciiaanon rilevante 0poco rilevante 1abbastanza 16rilevante 10molto rilevante 12

Evento: ““EEdduuccaarree ll’’iinnddiivviidduuoo,, llaa ffaammiigglliiaaee llaa ccoommuunniittàà:: aassssiisstteennzzaa iinnffeerrmmiieerriissttii--ccaa ee ppaattoollooggiiee ccrroonniiccoo ddeeggeenneerraattiivvee””11 EEddiizziioonnee TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 5555

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 0poco rilevante 0abbastanza 3rilevante 40molto rilevante 12

QQuuaalliittààscarsa 0mediocre 0soddisfacente 8buona 38eccellente 9

EEffffiiccaacciiaanon rilevante 0poco rilevante 0abbastanza 10rilevante 29molto rilevante 16

0%

0%

15%

69%

16%

1

2

3

4

5

0%

0%

18%

53%

29%1

2

3

4

5

"Educare l'individuo, la famiglia e la comunità:

assistenza infermieristica e patologie cronico -

degenerative"0%

0%

5%

73%

22%

1

2

3

4

5

"Movimentazione manuale dei carichi e uso degli

ausili ergonometrici"

0%

3%

32%

52%

13%

1

2

3

4

5

0%

0%

48%

39%

13%

1

2

3

4

5

0%

3%

40%

26%

31%1

2

3

4

5

Page 37: Strisciata

3535

Evento: ““ LLee iinnffeezziioonnii iinn aarreeaa ccrriittiiccaa::uunnaa ssffiiddaa ppeerr ll’’iinnffeerrmmiieerree””11 EEddiizziioonnee TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 8800

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 0poco rilevante 0abbastanza 3rilevante 52molto rilevante 25

QQuuaalliittààscarsa 0mediocre 0soddisfacente 10buona 41eccellente 21

EEffffiiccaacciiaanon rilevante 0poco rilevante 1abbastanza 8rilevante 54molto rilevante 17

Evento: ““LLee ffiigguurree ddii ssuuppppoorrttoo aallll’’aass--ssiisstteennzzaa iinnffeerrmmiieerriissttiiccaa:: ggeessttiirree iillccaammbbiiaammeennttoo””11 EEddiizziioonnee TToottaallee ppaarrtteecciippaannttii == 5511

RRiilleevvaannzzaanon rilevante 0poco rilevante 1abbastanza 6rilevante 34molto rilevante 10

QQuuaalliittààscarsa 0mediocre 0soddisfacente 8buona 29eccellente 14

EEffffiiccaacciiaanon rilevante 0poco rilevante 0abbastanza 15rilevante 20molto rilevante 16

"Le figure di supporto all'assistenza infermieristica:

gestire il cambiamento"

0%

2%

12%

66%

20%

1

2

3

4

5

0%

0%

16%

57%

27%1

2

3

4

5

0%

0%

29%

40%

31%1

2

3

4

5

"Le infezioni in area critica: una sfida per

l'infermiere"

0%

0%

4%

65%

31%1

2

3

4

5

0%

0%

14%

57%

29%1

2

3

4

5

0%

1%

10%

68%

21%

1

2

3

4

5

Page 38: Strisciata

3636

Numerosi sono stati gli incontri dellacommissione formazione (Maria Cipol-oni, Mario Esposito, Ausilia Pulimeno(referente), Marco Tosini) con SocietàScientifiche, Università, OrganizzazioniSanitarie (ASL, ASO, IRCSS, strutture pri-vate convenzionate e non), AssociazioniInfermieristiche e gruppi di colleghi percondividere iniziative formative in colla-borazione o tramite patrocinio delCollegio, oltre che per discutere su tema-tiche che riguardassero la formazione dibase, post-base e permanente relativaalla professione infermieristica.Nel 2007 pensiamo di dover continuarein questo percorso coinvolgendo efacendoci coinvolgere in iniziative for-mative che mirino sempre di più amigliorare lo status professionale e lecompetenze infermieristiche e a parteci-pare a scelte di politica sanitaria riguar-danti la formazione in qualsiasi ambitoci sia la possibilità, utilizzando strategiedi miglioramento della professionalitàinfermieristica.La formazione ECM, nella fase sperimen-tale, si conclude il 30 giugno 2007 ed è invia di definizione il prosieguo da partedel Ministero della Salute. LaCommissione formazione è pronta pernuove iniziative formative sulla basedegli obiettivi determinati dallaCommissione Nazionale ECM. Oltre adessere noi stessi gli organizzatori di alcu-ni progetti formativi, siamo convinti chela nostra partecipazione attiva a qualsia-si iniziativa formativa per gli infermieri,sia proficua per quello che rappresentia-mo per dibattere e condividere principi,scelte e strategie utili per monitorare eimplementare l’evoluzione della profes-sione.Un ambito che vorremo fosse oggetto diapprofondimento è la discussione suivalori etici della professione, l’umanizza-zione dell’assistenza correlata allaresponsabilità professionale, alla sua mis-sion, per rispondere sempre meglio aduna richiesta/diritto del cittadino chericeve assistenza infermieristica.In particolare sono già stati programmatialcuni eventi formativi (ed è già statochiesto l’accreditamento ECM):24 aprile ’07 (Ospedale Cristo Re) “Clinicainfermieristica in chirurgia laparoscopica:dalla sala operatoria all’U.O. di degenza”

08 maggio ‘07 (Ospedale Cristo Re)“L’anziano in Chirurgia addominale edassistenza infermieristica”24 – 25 maggio ’07 – in collaborazionecon l’INPS (IRCSS IDI) “Sviluppo e gestio-ne dei processi clinico-previdenziali inambito infermieristico”16 giugno ’07 (Valmontone – RM) “Lasfida del cambiamento: l’Infermiere inpsichiatria”Inoltre è in via di preparazione l’ormaiannuale iniziativa in collaborazione conSANIT, che si terrà probabilmente entroil mese di aprile, alla (nuova) Fiera diRoma.Di particolare importanza pensiamo sia ilViaggio di Studio organizzato dalCollegio in Cina per il mese di giugno (03– 12) 2007, con un programma interes-sante che vuole scandagliare, per quantopossibile, sull’organizzazione sanitaria esulla formazione infermieristica; taleesperienza aggiungerà ulteriori possibili-tà di scambio culturale.

COMMISSIONE STANDARDPROFESSIONALI EACCREDITAMENTO DEIPROFESSIONISTI

Nell’anno 2006 la Commissione, costitui-ta da Maria Vittoria Pepe, FrancescaPremoselli, Maria Grazia Proietti, CarloTurci (referente), ha avviato due progettidi organizzazione aziendale:

1. Certificazione da parte di un Enteterzo accreditato (Sincert) delle attivitàdel Collegio IPASVI di Roma per le atti-vità istituzionali.

2. Certificazione da parte di un Enteterzo accreditato che le attività delCollegio IPASVI di Roma siano svolteconformemente ad un Disciplinare diautoregolamentazione.

Page 39: Strisciata

3737

I progetti, entrambi a valenza strategica,sono fortemente correlati in quanto ilraggiungimento del primo facilita il per-seguimento del secondo. E’ proprio dalsecondo che il Collegio, con una buonaattività di lancio e diffusione dello stan-dard, potrebbe ricavare i maggiori ritorniin termini di investimento.Il grado di innovazione che caratterizza ilsecondo progetto è totale. Si tratterebbenon solo di raggiungere una Certifi-cazione sull’efficienza di gestione attra-verso la ISO 9000, quindi rispondere agliiscritti di una corretta organizzazione alloro servizio, ma, e soprattutto di poterdimostrare all’intera Comunità l’efficaciadei servizi erogati.

Progetto ISO 9001

LLaa nnoossttrraa qquuaalliittàà.. Nel mese di ottobre èpartito il progetto della Certificazione diQualità che vedrà coinvolta la strutturanel suo insieme nell’adeguarsi alla con-formità alla norma ISO 9001.

PPeerrcchhéé qquueessttaa sscceellttaa.. Il Consiglio haritenuto doveroso, oltre che opportuno,fare questa scelta considerandola unaforma di rispetto nei confronti dei propriiscritti, che troveranno sanciti, nei docu-menti elaborati, i propri rapporti con ilCollegio. Ha ritenuto inoltre che il recu-pero di efficienza, che con l’adozione diun Sistema Qualità si determina, è uninnegabile vantaggio sia per chi usufrui-sce dei servizi sia per chi professional-mente ha il compito di erogarli.

CCoossaa ccoommppoorrttaa.. Adottare un SistemaQualità nella struttura, come in tutte lestrutture che erogano servizi, comporta

essenzialmente un “riesame” del lavoroquotidiano che, seppure senza grandisconvolgimenti, condurrà tutti ad opera-re secondo schemi definiti. Questo è ilprimo passo per conoscere le attività esuccessivamente migliorarle. La fase dimiglioramento è il vero obiettivo.Migliorare le prestazioni, ascoltare lavoce del “cliente” interno ed esterno,progettare con maggiore incisività nuoviservizi, sono target che saranno resi tan-gibili e il raggiungimento dei quali saràsotto gli occhi di tutti.

CChhii ppaarrtteecciippaa.. “Per fare qualità è indi-spensabile il contributo di tutti”. E’ previ-sto il coinvolgimento più ampio possibiledi tutti i soggetti interessati, sia comeattività formativa che informativa.Operativamente il Consiglio ha indivi-duato un Gruppo di lavoro che dedicheràparte del proprio tempo alla realizzazio-ne del progetto e costituirà l’interfacciacon la consulenza esterna nella redazio-ne delle procedure, individuate e da indi-viduare. Attraverso riunioni periodiche sianalizzeranno le nuove situazioni emersee si valuteranno quelle pregresse con irelativi “compiti a casa” che è necessarioportare avanti tra un incontro e l’altro. E’inoltre opportuno prevedere un aggior-namento costante sul sito e sulla rivistaper tenere informati tutti gli interessatialla riuscita dell’iniziativa.

II tteemmppii ee lloo ssttaattoo ddeell pprrooggeettttoo. La pia-nificazione di dettaglio delle attivitànecessarie alla realizzazione del progettoè contenuta nel documento Piano diCommessa allegato. La conclusione delprogetto, sancita dalla verifica di certifi-cazione da parte di Ente Terzo accredita-to, è prevista tra il 15 - 31 luglio 2007. Lostato avanzamento del progetto è inlinea con quanto contenuto nel Piano diCommessa e precisamente redazionedella procedura “Funzionalità attività disede” (AS03) che corrisponde alla scheda“attività 06” del piano.

LLee ccrriittiicciittàà di questo tipo di approcciosono essenzialmente di:metodo: la mancanza di attitudine alavorare per procedure può costituire unostacolo;merito: la generalità della norma di rife-

Page 40: Strisciata

3838

rimento non prevede di entrare nello spe-cifico delle attività e questo non fornisceuna “leggibilità” del lavoro intrapreso intermini di risultati immediati. Si otterràsenza meno una maggiore incisività e/oefficienza nell’erogazione dei servizi enell’organizzazione generale al terminedel percorso di implementazione.

RRiissuullttaattii aatttteessii:1. “Mettere un po’ d’ordine nelle attivi-

tà quotidiane”;2. Predisporre uno schema organizzativo

che metta in grado tutti gli interlocu-tori, interni ed esterni, di interfacciar-si con chiarezza con le funzioni indivi-duate, definendo le aspettative emisurandole con i risultati attesi;

3. Acquisire visibilità attraverso il rag-giungimento di un target riconosciutoa livello internazionale;

4. acquisire gli strumenti “esportabili”(LINEE GUIDA) di come una strutturadi servizi può dotarsi di uno standardorganizzativo.

PROGETTO CERTIFICAZIONE DIPROCESSO/SERVIZIO

CChhee ccoossaa èè iill DDiisscciipplliinnaarree.. E’ un docu-mento quadro che raccoglie gli impegniche si intendono assumere nei confrontidei stakeholders (portatori di interessi):Iscritti; Organi Istituzionali; Utenti delSistema Sanitario, Comunità. L’obiettivodel Disciplinare è dimostrare la “Capacitàdel Collegio di Roma di valutare i requisi-ti all’eccellenza degli iscritti” Ovvero con-cedere al professionista che agisce nellaprovincia di Roma la possibilità di richie-dere al Collegio la certificazione dei pro-pri requisiti all’eccellenza contenuti nellaspecifica. La richiesta può arrivare dalServizio Infermieristico o dal professioni-

sta stesso ma la certificazione riguarda irequisiti del professionista.I requisiti all’eccellenza contenuti nelDisciplinare riguardano 4 macro argo-menti:1. Organizzazione e gestione2. Clinica3. Ricerca e formazione4. Qualità e sicurezza

II tteemmppii ee lloo ssttaattoo ddeell pprrooggeettttoo.. Laconclusione del progetto è prevista dopoaver ottenuto la certificazione ISO 9001 ecomunque entro dicembre 2007.L’individuazione dell’obiettivo delDisciplinare costituisce lo stato di avanza-mento del progetto per il quale verràredatto, a breve, un Piano di Commessadedicato.

RELAZIONE COMMISSIONERICERCA

La Commissione Ricerca Infermieristica,composta da Maria Grazia Proietti,Alessandro Stievano e Marco Tosini (refe-rente) nell’anno appena trascorso èriuscita ad ottenere risultati moltoimportanti.Il più importante è stata la conclusionedella ricerca infermieristica sul “NNEEAARRMMIISSSS”, realizzata in collaborazione connumerosi nosocomi romani, l’AO “SanMartino” di Genova e l’Università diToronto. I primi risultati sono stati pre-sentati nel mese di febbraio nel contestodi SANIT 2006.Ancora in corso è la collaborazione tra ilCollegio IPASVI di Roma e l’ASP (Agenziadi Sanità Pubblica) per una ricerca e spe-rimentazione in vari ospedali romani edella regione Lazio sull’ ““iitteerr ddiiaaggnnoossttii--ccoo –– tteerraappeeuuttiiccoo –– aassssiisstteennzziiaallee”” nneeii

Page 41: Strisciata

3939

ppaazziieennttii uullttrraasseessssaannttaacciinnqquueennnnii aaff--ffeettttii ddaa ffrraattttuurraa ddii ffeemmoorree. Questoprogetto vede il Collegio coinvolto inprima persona anche nella formazionedei rilevatori; la fase sperimentale inizianel mese di maggio 2007 e dura circa 6mesi. Sulla base dei risultati ottenuti, lelinee guida saranno estese a tutti gli altriospedali della Regione.Altro progetto di ricerca che il Collegiosta portando avanti è quello in collabora-zione con IGIEA, riguardante la ggeessttiioonneeddeell rriisscchhiioo ddaa mmoovviimmeennttaazziioonneemmaannuuaallee ddeeii ppaazziieennttii. Il progetto pre-vede la formazione dei rilevatori, attra-verso un corso accreditato ECM, la speri-mentazione inizierà a partire dal mese dimaggio in vari ospedali, sia romani chedella provincia.Come già pubblicato sul sito e sul nume-ro 3/2006 della rivista “Infermiere Oggi”,il Collegio, su proposta della Com-missione, ha dato il via alla terza edizio-ne del CCoonnccoorrssoo aa 66 bboorrssee ddii ssttuuddiiooppeerr llaavvoorrii ddii rriicceerrccaa iinnffeerrmmiieerriissttiiccaa,di cui 3 riservate a studenti infermieri. Lascadenza dei termini per la presentazio-ne è prevista alle ore 12 del 30 settembre2007. Infine la collaborazione con la Com-missione Documentazione, biblioteca ericerca bibliografica e con la Com-missione Aggiornamento e formazionesicuramente è stato uno dei punti diforza del nostro lavoro e sempre più saràintensificato, per arrivare ad un grandeprogetto unitario che riguarda la ricercainfermieristica.

COMMISSIONE RAPPORTIINTERNAZIONALIAusilia Pulimeno, Alessandro Stievano,Emanuela Tiozzo

La società complessa, caratterizzata dal

superamento delle visioni unilineari del-l’esistenza, dal superamento della fram-mentarietà dei singoli saperi, dall’ap-proccio interdisciplinare alla soluzionedei problemi, dal profondo cambiamentodell’esperienza del tempo e dello spazioper tutti gli abitanti del nostro pianeta,dall’aumento vertiginoso delle comuni-cazioni e dei processi di immigrazione edi emigrazione, impone al professionistainfermiere di sviluppare nuove compe-tenze per rispondere ai bisogni di assi-stenza infermieristica della persona. Ilnostro mondo simultaneo frutto dellarivoluzione informatica e dell’interdipen-denza dei paesi poveri da quelli opulentioccidentali ha proiettato le persone por-tatrici di culture “altre” al nostro fianco. L’intensificazione degli scambi, la circola-zione della popolazione, la diffusione deimessaggi e degli stili di vita che costitui-scono la cultura di massa, hanno comeeffetto la distruzione dell’autonomia edella relativa unità interna delle cultureseparate e danno luogo a situazioni cul-turali nuove, ibride, contaminate, metic-cie.Nella società complessa in cui l’infermie-re si trova ad esperire la sua opera pro-fessionale, la sua nozione d’identità pro-fessionale è multipla, dinamica e riflettela varietà di fili intrecciati che si struttura-no nella sua formazione professionale enel suo processo di educazione continuain medicina. E’ emersa in questo anno,quindi, con forza, la assoluta necessità daparte del Collegio Ipasvi di Roma di:– individuare criticità e tematiche emer-

genti oggi per l’assistenza infermieri-stica che nascono dall’inserimento diunità infermieristiche con formazionee programmi di base di altri paesieuropei ed internazionali;

– mantenere rapporti con il Ministerodella Salute per il riconoscimento deititoli professionali di infermieri prove-nienti da altri Paesi;

– sviluppare rapporti con le istituzioniinfermieristiche e le associazioni alivello europeo e mondiale anche permezzo di scambi guidati e comunica-zioni a tutti i livelli;

– migliorare la conoscenza sull’assisten-za a pazienti provenienti da diversicontesti di riferimento e sulla realtàdegli infermieri operanti a Roma e

Page 42: Strisciata

4040

Provincia provenienti da realtà cultu-rali altre, iscritti al Collegio Ipasvi diRoma;

In questo quadro strutturale si è resa evi-dente la necessità di aprire, secondo learee di intervento già prefissate dalCollegio Ipasvi di Roma, presso la sededello stesso Collegio, Viale Giulio Cesare78 -00192 – Roma, il 2° e il 4° lunedì diogni mese, dalle ore 16,30 alle ore 18,00,a cominciare da lunedì 12/02/2007, unosportello informativo per infermieri stra-nieri che permetta una migliore cono-scenza dell’ambito sanitario, delle dina-miche inscritte nel contesto sanitariopubblico e privato, degli articolati nor-mativi riguardanti la professione infer-mieristica da parte dei colleghi stranieri ed’altro canto una migliore conoscenzadei colleghi stranieri presenti nella realtàlavorativa della Provincia di Roma.A tal proposito, dovrà essere costruito unquestionario conoscitivo e di approfondi-mento infermieristico per sondare, con icolleghi infermieri rappresentanti dellemaggiori etnicità infermieristiche, la real-tà lavorativa degli infermieri stranieri edeffettuare, in tal modo, un censimentodegli infermieri provenienti da altrenazionalità iscritti al Collegio Provincialedi Roma.

Attività che si intendono realizzare nel2007:– un censimento degli infermieri prove-

nienti da altre nazionalità iscritti alCollegio Ipasvi della Provincia diRoma;

– un Gruppo di Lavoro permanentedegli infermieri stranieri iscritti alCollegio IPASVI di Roma rappresen-tante le maggiori etnicità presenti nelterritorio di Roma e Provincia;

– un Convegno su tematiche riferiteall’assistenza infermieristica trans/in-terculturale per promuovere edimplementare la conoscenza su talitemi e per promuovere la culturadell’assistenza individualizzata ri-spetto alle specificità culturali dell’individuo;

La commissione per la realizzazione ditali obiettivi si avvarrà della collaborazio-ne di infermieri esperti nell’infermieristi-ca trans/interculturale e di infermieri pro-venienti dalle culture maggiormente rap-

presentate nell’ area urbana di Roma enella Provincia.Inoltre la Commissione intende migliora-re gli scambi culturali tra professionistiattraverso la promozione della conoscen-za della lingua inglese. Per tale obiettivoun intervento che pensiamo di organiz-zare è un percorso formativo per piccoligruppi di inglese e inglese scientifico,presso la sede del Collegio.

COMMISSIONE DOCUMENTAZIONE,BIBLIOTECA E RICERCABIBLIOGRAFICA

Rapporto relativo all’attività dellaBiblioteca del Collegio Ipasvi per l’anno2006. Il Referente della CommissioneCarlo Turci componenti Matilde Napo-lano e Nicola Barbato

1. UTENZANell’anno 2006 la Biblioteca è stata fre-quentata da n.1046 utenti per la consul-tazione finalmente esercitata due pome-riggi a settimana, il lunedì e il giovedì, siè così registrato un incremento percen-tuale del 35,31% rispetto all’anno passa-to (utenti del 2005: 773). L’in-terrogazione della banca dati Cinahleffettuata prevalentemente il martedìmattina, con l’assistenza del personale,ha raggiunto il numero di 101 utentirispetto ai 91 dello scorso anno con unincremento del 10,98% rispetto all’annoprecedente.I dati annuali confermano la tendenzagenerale estremamente positiva riscon-trata negli ultimi anni. La struttura biblio-tecaria è sentita dall’utenza come validocentro di gestione ed accesso alla docu-mentazione scientifica infermieristica.La maggioranza degli utenti è costituitada studenti dei Corsi di LaureaUniversitari in Scienze Infermieristiche eda studenti dei Master che frequentanola biblioteca nelle diverse fasi della loroformazione, si rileva così una crescentecapacità di orientamento, di utilizzodegli strumenti bibliotecari e delle fonti,fino ad una fruizione per l’aggiornamen-to personale e per la ricerca infermieristi-ca; si evidenzia poi una proficua frequen-tazione anche da parte di studenti einfermieri stranieri.

Page 43: Strisciata

4141

Consueta è la frequentazione da partedei docenti universitari, per l’aggiorna-mento personale e la ricerca scientifica; siriconosce un loro impegno programmati-co nell’orientamento degli studenti all’u-so delle fonti scientifiche, conducendo,talvolta, intere classi alla consultazione inbiblioteca. Questo lavoro educativo,assieme a quello del personale dellabiblioteca, teso a fornire/segnalare stru-menti informativi per le diverse necessitàdell’utenza, produce una disinvolta uti-lizzazione da parte degli studenti ed unacontinuità nel frequentare la struttura.Le diverse fasi formative dell’utenzacomportano differenti approcci alla ricer-ca documentaria: è prevalente l’utilizza-zione di fonti documentarie italiane perla compilazione di tesine, contro unampio accesso alle fonti primarie e spe-cialistiche, e quindi alla consultazionedelle riviste straniere, per la tesi di finecorso o per la ricerca infermieristica; inquesto caso l’utente richiede, o gli si rac-comanda, la consultazione del Cinahl perottimizzare i tempi di ricerca bibliografica.La lingua inglese, poco conosciuta dagran parte dell’utenza, rappresenta sem-pre l’ostacolo oggettivo nella consulta-zione della letteratura scientifica sia sulcartaceo, sia sul web.L’utilizzo delle ppoossttaazziioonnii iinnffoorrmmaattii--cchhee per la navigazione su internet èmonitorato, per motivi legali e statistici.Si richiede infatti di compilare un modu-lo con dati anagrafici, indicazione dellapostazione usata, orario di navigazioneed elenco dei siti visitati. L’accesso è statodi 106 utenti, il numero non comprendegli accessi agli OPAC (SBN, ACNP ecc)finalizzati a localizzare fonti cartaceenon reperite in sede, e quindi consideratiparte della consultazione. Gli utenti dichiarano nei moduli di usarei principali motori di ricerca, per reperiredocumentazione su un particolare sog-getto, di consultare siti istituzionali(www.ipasvi.it, www.ministerodellasalu-te.it, www.regionelazio.it, www.gazzet-taufficiale.it), siti per la ricerca, di asso-ciazioni ed altro (www.infermieri.com,www.nursesarea.it, Aniarti, Pubmed,www.antognoli.it, www.cancer.org ecc.).C’è un’ampia forbice nelle competenzeinformatiche dell’utenza, cresce il nume-ro delle persone che lo utilizza in comple-

ta autonomia, ma persistono persone chehanno bisogno di essere orientate edassistite. Lo spazio riservato all’orientamento del-l’utenza, per la rriicceerrccaa bbiibblliiooggrraaffiiccaa ssuummaatteerriiaallee ccaarrttaacceeoo, risulta in generale,meno gravosa: la distribuzione dell’uten-za, seppure cresciuta, su due pomeriggidi consultazione permette di soddisfarele richieste in modo non convulso e diseguire attentamente l’utente nel per-corso di acquisizione bibliografica; la dis-ponibilità dei cataloghi cartacei in sede esul sito del Collegio permette un accessoautonomo, consapevole e critico allefonti. Parte degli utenti arriva in biblio-teca con richieste mirate, avendo già con-sultato i cataloghi su internet, altri li uti-lizzano con attenzione e autonomia insede, un discreto numero ritiene di repe-rire le fonti affidandosi alle conoscenze ealle indicazioni del bibliotecario.L’interrogazione della bbaannccaa ddaattiiCCiinnaahhll, come accennato, ha visto un dis-creto incremento; l’interrogazione assi-stita è sempre impegnativa in quanto,come detto, non essendo diffuse né laconoscenza della lingua inglese, né lemodalità di interrogazione, è necessariocon ciascun utente riformulare parole diaccesso e stringhe di interrogazione.Si riscontra certamente una crescentecapacità, maturità nell’usare gli strumen-ti e il materiale tradizionali della biblio-teca, contro una diversificata capacità diutilizzare le fonti informatiche.

Si registra una generale soddisfazionedell’utenza per l’ampliamento della con-sultazione. La redistribuzione su duepomeriggi aumenta il tempo dedicato aciascun utente, conseguentementemigliora la qualità dell’orientamento edelle risposte date ai bisogni di docu-mentazione e di informazione. La cresci-ta dei numeri conferma il consolidarsi delrapporto biblioteca-utenza ed il perse-guito obiettivo di dare il più ampio acces-so al patrimonio bibliografico.

2. PATRIMONIO BIBLIOGRAFICO

2.1. RivisteNel 2006 la biblioteca ha mantenuto ilproprio patrimonio bibliografico, in par-ticolar modo per ciò che concerne le rivi-

Page 44: Strisciata

4242

ste straniere, che costituiscono, conside-rata l’esigua produzione nazionale, stru-mento elettivo per la ricerca bibliograficaassieme alle banche dati.Al 31.12 .2006 erano presenti in bibliote-ca 164 testate di riviste così suddivise:70 titoli di riviste straniere in abbona-mento (inglesi - francesi - americane -canadesi);24 titoli di riviste italiane in abbonamento;70 titoli di riviste italiane, cessate, ricevu-te in omaggio dagli editori, o in regimedi scambio con i diversi Collegi Ipasvi delterritorio nazionale.La collezione dei periodici, in particolarequelli stranieri, caratterizza la bibliotecadel Collegio conferendole una ricchezza,quasi esclusiva, nella gestione della cono-scenza infermieristica, come testimonia-no le numerose richieste di DocumentDelivery da parte di biblioteche biomedi-che per testate possedute esclusivamentedal Collegio; si segnala a proposito che,in occasione della sottoscrizione degliabbonamenti 2007, la collezione è stataulteriormente incrementata, per coprirele aree di interesse ancora scoperte, siaggiungono quindi nuovi titoli quali:Advances in Neonatal Care, Journal ofFamily Nursing, Advances in Skin andWound Care, Journal of OrthopaedicNursing, Journal of Wound, Ostomy andContinence Nursing, Journal for Nurses inStaff Development. Come consueto l’accesso ai periodici(titoli delle testate, annate possedute,collocazione) è dato da un catalogoaggiornato, sia in versione cartacea cheonline. Trattandosi, di fatto, del maggior patri-monio culturale ed economico dellabiblioteca, necessita sempre di ampierisorse temporali per la gestione, catalo-gazione, inserimento, riordino.Aree importanti e sempre frequenta-te sono quelle dedicate alle pubblica-zioni del Collegio, dove la “CollanaArcobaleno” e la Rivista “InfermiereOggi” sono consultabili e scaricabili,full-text, gratuitamente. Dopo unperiodo di assenza causato dai “lavo-ri in corso” del sito, è tornata la pagi-na della biblioteca dove sono consul-tabili i cataloghi dei libri e delle rivi-ste (http://www.ipasvi.roma.it/ita/staticpa-ges/index.php?page=biblioteca).

Nel catalogo dei libri la ricerca può esse-re effettuata per autore, per soggetto oper parte del titolo, in quello delle rivistedeve invece essere inserito il titolo. Lavisione completa dei cataloghi è possibilelasciando in bianco la casella di inseri-mento e premendo il tasto “invio”.

2.2 MonografiePer quanto riguarda l’incremento dellemonografie, la biblioteca ha acquistatonel corso dell’anno, a completamentodella precedente cospicua acquisizione,32 nuovi libri delle più diverse aree, sitratta di novità editoriali e delle nuoveedizioni dei manuali, si devono poiaggiungere alcuni libri offerti in omag-gio dalle stesse case editrici. Si accennache con il nuovo anno è stata previstauna nuova, imponente, acquisizione.

2.3 Banche datiLa biblioteca sottoscrive annualmentel’accesso via web alla banca dati CINAHL(Cumulative Index to Nursing and AlliedHealth Literature), strumento elettivoper la ricerca infermieristica. L’accessoautonomo alla banca dati è possibile neipomeriggi di apertura della biblioteca,la consultazione con l’assistenza del per-sonale bibliotecario si svolge invece ilmartedì mattina, per appuntamento. Ilsuo utilizzo è fortemente raccomanda-to, nei luoghi di formazione universita-ria e nella stessa biblioteca, ad oggi leconsultazioni autonome rilevate (12)sono da considerare un grande successorispetto agli anni scorsi. Gli utenti intotale sono stati 101, si registra quindiun incremento dall’anno passato del10,98%.L’utenza si rivolge alla banca dati pervagliare in modo esaustivo la documen-tazione bibliografica relativa ad un par-ticolare soggetto, nel più ampio panora-ma internazionale, confortata dalla con-creta possibilità di reperire i documentipresso la stessa biblioteca, o per reperi-re documenti su temi innovativi, pocotrattati in ambito italiano; è uno stru-mento particolarmente utile per argo-menti di interesse clinico o teorico-scien-tifico. L’assistenza data nella consultazionedella banca dati è finalizzata, oltre loscopo immediato, ad introdurre lo stu-

Page 45: Strisciata

4343

dente/ricercatore all’uso dell’interfacciaper successive consultazioni autonome.Si sollecita la partecipazione dell’utentechiedendo di preparare le parole chiavein inglese, espressione degli argomentida individuare e che, poste in correlazio-ne, identifichino un numero limitato didocumenti rilevanti; la risposta dell’u-tenza è in relazione al grado di forma-zione raggiunto, è generale l’aspettati-va di usare nell’interrogazione un lin-guaggio naturale.

2.4 On line: notizie dal Collegio IPASVIdi Roma. Il nuovo sito internet delCollegioL’abbiamo annunciato, era nell’aria, ciabbiamo lavorato molto e l’estate èstata il banco di prova del nuovo sitoweb del Collegio Ipasvi di Roma.Cambia pelle, stile, filosofia. Al passo coitempi e con le evoluzioni tecniche, maallo stesso tempo, uno strumento “pie-gato” alla professione infermieristica:un “portale” per gli infermieri di Romae provincia.Accanto ai servizi istituzionali (quindinon ci abbandona né la “collana arcoba-leno”, né la rivista “Infermiere Oggi” informato digitale e neppure gli atti deicorsi e convegni del Collegio), se neaffiancano altri, con una maggiore inte-rattività:News; un servizio, a cura della redazio-ne, che segnala le ultime novità nelmondo infermieristico e della salute nelmondo. La vera novità è che anche gliutenti registrati al sito possono contri-buire alla segnalazione di articoli, attra-verso la funzione “scrivi” del portale. Lenews sono consultabili attraverso l’ho-mepage, oppure attraverso l’archiviostorico suddiviso per categorie.Funzioni utente; ovvero, la registrazio-ne univoca del visitatore. Attraverso laregistrazione (gratuita) avrete accesso aservizi altrimenti preclusi ai visitatori“anonimi”, come la segnalazione di sitiweb, l’invio di articoli alla redazione, lafruizione del “calendario ecm persona-lizzato” oppure all’invio via email degliarticoli che vi interessano. Altri servizisono in via di attivazione, sempre dedi-cati agli utenti registrati. Collabori con ilCollegio? Sei un referente o appartieniai gruppi di studio? Se sì, stiamo

approntando delle Aree dedicate esclu-sivamente a te. Se no, ti aspettiamo tra icollaboratori per far parte dei gruppi.Chiedi ai consiglieri del Collegio comefare.Calendario Ecm; la segnalazione deiconvegni, corsi ed incontri, ora avvieneattraverso un calendario. Le segnalazio-ni degli eventi prossimi in arrivo avven-gono anche in homepage. Se non voletemancare ad un appuntamento, aggiun-gete l’evento al vostro “calendario per-sonale”, e non vi passerà inosservato.Potete utilizzare il Calendario personaleanche come un calendario tradizionale,aggiungendo i vostri impegni quotidia-ni, e rimarrà visibile e fruibile solo a voi(comodo se volete avere a portata dimouse tutti i vostri appuntamenti, con-vegni o ricorrenze)Supporto Tecnico; siete in panne? Aveteproblemi? Vi serve aiuto per risolvereproblemi tecnici o di accesso? Una pagi-na dedicata, costantemente aggiornata,cerca di spiegare tutti i servizi delCollegio, come funzionano e gli erroripiù frequenti. Se siete completamentepersi, una email segnalata a fondo diquesta pagina vi metterà in contattodirettamente con il gestore tecnico delsito.(a cura di Fabrizio Tallarita Webmasterdel Collegio IPASVI di Roma [email protected])

3. PROSPETTIVEI dati annuali di gestione sono estrema-mente positivi, confermano la necessitàe l’adeguatezza degli investimenti pro-grammati per la Biblioteca – Centro diDocumentazione, il raggiungimento diuno standard di soddisfazione stimolacerto ad un’ottimizzazione ed incre-mento dei servizi, si sente indispensabi-le per esempio un prossimo servizio diDocument Delivery per l’utenza stessa,limitatamente a documenti (articoli)localizzati in biblioteche di altre città onon aperte alla consultazione. Ad oggi,però, le risorse assicurate prevedono uncostante incremento del patrimoniobibliografico della biblioteca (periodicie monografie) ed una priorità operativaper il progetto in essere della Banca DatiILISI (Indice della Letteratura Italiana diScienze Infermieristiche) che è il massi-

Page 46: Strisciata

4444

mo obiettivo che il Collegio di Roma si èprefisso per la valorizzazione dellaconoscenza infermieristica italiana edella Biblioteca IPASVI, di cui si specificameglio a seguire. Lo strumento biblio-grafico, prodotto nel centro di docu-mentazione, darà rapido accesso allaletteratura italiana scientifica, sarà a dis-posizione dell’utenza e, via-web, dellacomunità infermieristica.

3.1 ATTIVITA’ DELLA COMMISSIONE BIBLIO-TECA, DOCUMENTAZIONE, RICERCALa commissione ha raccolto nel corsodel 2006, oltre alle professionalità deiConsiglieri Carlo Turci, MatildeNapolano, Nicola Barbato, anche la dis-ponibilità di esperti di Scienze infer-mieristiche applicate al mondo delladocumentazione informatica comeFabrizio Tallarita, Alessandro Mon-tevecchi, nonché esperti della forma-zione e della ricerca quali GiovannaFinocchi, Patrizia Nappini, EleonoraBruno, Alessandro Stievano, inoltrehanno partecipato ai lavori quali esper-te di biblioteconomia AlessandraBonfigli, bibliotecaria originaria delCollegio IPASVI, e Edvige Fanfera,attuale collaboratrice esterna respon-sabile della gestione della biblioteca. La commissione come consueto promuo-ve la diffusione della conoscenza infer-mieristica attraverso un’ottimizzazionedei servizi bibliotecari, la preparazione dieventi formativi inerenti la ricerca infer-mieristica, la creazione di strumentibibliografici che facilitino la ricerca stessa.Si specificano quindi i progetti in essere.La commissione nel 2006 ha:

dato priorità assoluta al Progetto diIndicizzazione delle Riviste Italiane diScienze Infermieristiche, nominato daora in poi Progetto ILISI (Indice dellaLetteratura Italiana di ScienzeInfermieristiche).

aggiornato i contenuti del Corso “LARICERCA BIBLIOGRAFICA NELLE DISCIPLI-NE INFERMIERISTICHE. METODOLOGIE ESTRATEGIE DI INDAGINE”, le cui relazio-ni sono finalizzate alla nuova edizione,necessaria, del libro “Le fonti multime-diali per la ricerca infermieristica”;istituito il nuovo Corso “L’INDICIZZAZIO-

NE DELLA LETTERATURA SCIENTIFICANELLE SCIENZE INFERMIERISTICHE”, pro-

pedeutico per la realizzazione di unabanca dati bibliografica”.

3.2 PROGETTO ILISI Il progetto, con il proficuo lavoro di tuttii membri della commissione, ha raggiun-to la sua definizione completa ed è ope-rativo, se ne rappresentano sinteticamen-te i tre obiettivi fondamentali raggiunti,che permettono ora di varare l’iniziativa,indicandone organizzazione e scadenze :La banca dati è gestita da un’applicazio-ne web gratuita, WIKINDX, la cui inter-faccia è stata tradotta per facilitare l’u-tenza.E’ stato redatto il Thesaurus Italianodi Scienze Infermieristiche (ThiSI)Il vocabolario controllato (Thesaurus)dei termini preferiti è indispensabile perl’indicizzazione precoordinata, ha laduplice funzione di impianto cognitivoche organizza la conoscenza, quindi stru-mento per l’indicizzatore, e di vocabola-rio di accesso per il ricercatore; a dicem-bre 2006 è stata elaborata una prima ver-sione, tenendo conto delle linee guidaper la costruzione e lo sviluppo dei the-sauri monolingue (norma UNI/ISO 2788:1993). Riferimenti generali sono stati ilMesh, il vocabolario utilizzato dalKarolinska Institute, il core curriculumdel Corso di Laurea in Infermieristica, ilprofilo professionale; il vocabolario èorganizzato su tre livelli gerarchici(Categorie, Descrittori maggiori, De-scrittori minori).E’ prevista una periodica revisione sullabase delle esigenze segnalate dal gruppodegli indicizzatori. Esiste l’opportunitàdi registrare la proprietà intellettuale delThiSI da parte del Collegio IPASVI diRoma, sulla scorta dell’esperienza di altriThesauri. La commissione, ha ritenuto di creare conil progetto un’ulteriore occasione di cre-scita culturale e professionale per i colle-ghi infermieri interessati alla ricerca ealla gestione della conoscenza infermieri-stica “italiana”, ha quindi deciso di sele-zionare colleghi capaci e motivati fra ipartecipanti del Corso “L’INDICIZZAZIO-NE DELLA LETTERATURA SCIENTIFICANELLE SCIENZE INFERMIERISTICHE Corsopropedeutico per la realizzazione di unabanca dati bibliografica ”. L’evento for-mativo, concepito per dare validi conte-

Page 47: Strisciata

4545

nuti (16 crediti), autonomi rispetto alprogetto, è stato, in questa fase, finaliz-zato a individuare persone preparate,capaci con il loro impegno di sostenerlo.Le persone individuate sono chiamate apartecipare ad un’ulteriore fase formati-va, si tratta di incontri quindicinali pressoil Collegio, in cui i colleghi indicizzano gliarticoli sul software, monitorati dai tutor.

ORGANIZZAZIONE DEL PROGETTO ILISI –GRUPPO DI LAVOROPoiché il processo di indicizzazione ha neisuoi riferimenti teorici la necessità diverificare periodicamente l’adeguatezzae l’adesione dello strumento principe, ilthesaurus, ai contenuti della disciplinache va ad indicizzare, è necessario unsistema di aggiornamento periodico.Fondamento del progetto è quindi lacreazione di un gruppo di lavoro coeso,in comunicazione paritaria continua (viae-mail), che periodicamente si incontri(10 riunioni nel corso dell’anno) perriflettere sull’attività svolta e raccoglierei nuovi suggerimenti che nascono dall’e-sperienza e dal materiale visionato (ipo-tesi di nuovi descrittori) per giungere allarevisione semestrale o annuale del ThiSI(accrescimento “controllato”). Funzionalmente è necessario individuaretre livelli gerarchici: 1° Referenti di Collegio: C. Turci, M.Napolano2° Gruppo di Progetto: E. Bruno, A. Bon-figli, E. Fanfera, G. Finocchi, P. Nappini, A.Montevecchi, F. Tallarita.3° Indicizzatori: 20-25 persone.Al primo livello compete trasmettere,rappresentare, l’indirizzo e le decisionidel Collegio relativamente al progetto ingenerale, al secondo competono le deci-sioni relative ai contenuti delle disciplineinfermieristiche e biblioteconomiche, daassumere però dopo attento ascolto, edeventuale negoziazione, degli apporti edelle istanze portati dal terzo livello,quello degli indicizzatori, i quali nondevono essere intesi come meri esecutoridi compiti, ma parte creativa del proces-so stesso.

INDICIZZAZIONE RESIDENZIALELa banca dati è sul web, quindi l’indiciz-zatore accede con password, via internet,dalla propria abitazione. Assunto l’impe-

gno di indicizzare le testata di cui èomaggiato da parte del Collegio, puòsvolgere il lavoro in autonomia, secondoi tempi editoriali e propri.Il mandato di indicizzazione è di utilizza-re esclusivamente il ThiSi ufficiale (revi-sione approvata), quindi di non prenderedecisioni autonome rispetto all’uso dinuovi descrittori, ma di segnalare suapposite schede eventuali incongruenzedei descrittori legate ad uno specificodocumento; quando la segnalazionedata sarà assunta nella revisione delThesaurus, sarà possibile modificare l’in-dicizzazione del documento con il nuovodescrittore.Relativamente all’indicizzazione delleannate pregresse, l’indicizzatore dovràprelevare presso il Collegio i fascicolifotocopiati.Poichè vengono utilizzati computer econnessioni personali è contemplato unrimborso/record per le spese sostenute.

OBIETTIVO ANNUALE DI INDICIZZAZIONE– ABBONAMENTI RIVISTE Individuate 30 riviste italiane fra le piùnote di Scienze infermieristiche, deiCollegi IPASVI, di area sanitaria e giuridi-ca, l’ambizioso obiettivo annuale è diinserire nel database tutti gli articolidelle riviste dal 2005 al 2007, entrodicembre 2007. Per un’annata corrente e due pregresse sicalcolano circa 4000-4500 articoli.L’inserimento delle sole annate correnti(circa 1500- 2000 articoli all’anno) saràobiettivo possibile dal 2010 in poi, termina-to l’inserimento del pregresso (sino al 2000).Il progetto prevede quindi che il Collegiosottoscriva un pacchetto di doppi abbo-namenti delle riviste italiane a favoredegli indicizzatori. Si ritiene che questosia necessario fino a quando la BancaDati ILISI non abbia raggiunto una discre-ta consistenza e visibilità, sarà allora pos-sibile contattare le diverse Case Editrici eproporre loro di omaggiare il progetto diun abbonamento, in cambio della diffu-sione bibliografica data ai contenutidelle loro riviste.

PATTO COLLEGIO-INDICIZZATORI La Commissione è consapevole che la vul-nerabilità del progetto è nell’adesione“volontaria” degli indicizzatori. Rappre-

Page 48: Strisciata

4646

sentare loro le potenzialità del progetto,le diverse motivazioni di crescita cultura-le e professionale, per sé e la disciplinainfermieristica, il prestigio di far partedell’iniziativa, unica in Italia, la nuovacompetenza acquisita, la disponibilitàgratuita di un abbonamento, ha permes-so oggi di catturare entusiasmo e dispo-nibilità di persone sensibili al tema, giàattivamente impegnate nella formazio-ne, nella clinica e nella dirigenza, ma èprevedibile e fisiologico che nel tempo,la complessità del compito richiesto, fat-tori contingenti professionali o personalipossano far scemare la loro collaborazio-ne, compromettendo la sostenibilità delprogetto stesso, a prescindere dal dispie-go di risorse intellettuali ed economicheper esso impiegate. Nel corso dei lavori si è concepita quindil’idea di un Patto Collegio – In-dicizzatore, un formale impegno da sot-toscrivere, un’assunzione di responsabili-tà da parte dell’indicizzatore rispetto allavoro individuale da svolgere e alla par-tecipazione all’intero Progetto, chedipende dall’insieme degli apporti indivi-duali, il Collegio dalla sua si impegna asostenere con forza il Progetto, a tutela-re ed assicurare visibilità ai contributiindividuali dati, a gratificare il rapportodi collaborazione nelle modalità attual-mente consentite: disponibilità personaledi un abbonamento ed un rim-borso/record per le spese sostenute. Siconfida che entusiasmo e tensione mora-le possano tutelare il forte investimentodi conoscenze e risorse economichemesse in atto per la disciplina infermieri-stica.

COMMISSIONE LIBERAPROFESSIONE

La Commissione è composta da NicolaBarbato, Francesca Premoselli, Gian-

franco Del Ferraro, Maurizio Fiorda(Referente), Laura Sabatino. La Com-missione si avvale della consulenza dellegale del Collegio per individuare gliambiti operativi rispetto alla libera pro-fessione.La Commissione supporta il ConsiglioDirettivo nell’attività di vigilanza sui pro-fessionisti iscritti:

iscrizione all’albo dei professionisti,sia per coloro che svolgono attivitàindividuale che per coloro che svolgo-no attività in forma associata;iscrizione alla Cassa di Previdenzapubblicità sanitaria;esercizio esclusivo della professionerispetto delle norme etiche e deonto-logiche;Inoltre la Commissione fornisce consu-lenza agli iscritti su;significato della libera professione;strumenti della libera professione –regolamento/tariffario;aspetti tecnico-professionali.

Gli obiettivi per l’anno 2007 preve-dono:elaborazione di un questionario semi-strutturato costituito da circa 10items, per instaurare un primo“aggancio” con i professionisti iscrittipresso l’ENPAPI ed individuare le esi-genze culturali e professionali deglistessi;acquisizione delle conoscenze rispettoal processo di accreditamento degliinfermieri che esercitano la libera pro-fessione, delle cooperative, delle asso-ciazioni;Osservatorio sulla “libera professio-ne” attraverso l’Anagrafe degli iscrittiche esercitano la libera professione,sia di coloro che svolgono attività informa individuale che di coloro cheesercitano in forma associata, aggior-nata ogni sei mesi.

Page 49: Strisciata

Il “registro delle ricerche”uno strumento per mappare la

produzione scientifica degli infermierial Collegio IPASVI di Milano-Lodi

4747

INTRODUZIONE

V iviamo ed operiamo in un pe-riodo nel quale ci si interrogasulla qualità dell’assistenza sani-

taria e sui suoi costi elevati: le aziendesanitarie, gli amministratori delle stesse,gli Ordini Professionali e soprattutto gliutenti del Servizio Sanitario Nazionale siaspettano che i professionisti docu-mentino l’efficacia dei loro servizi(Hinshaw, 2000; Hinshaw, Feetham eShaker, 1999; Rosswurm e Larrabee,1999; Titler, 1999). Prioritariamente sichiedono: “In che modo i servizi infer-mieristici fanno la differenza?” Il mes-saggio è chiaro: il modo in cui consu-matori ed operatori percepiscono ilvalore del contributo degli infermieri de-termina il ruolo della professione in qua-lunque sistema futuro di erogazione del-l’assistenza (Buerhaus, 1996; Rosswurm eLarrabee, 1999). Gli standard della Joint Commision onAccreditation of Healthcare Organi-zations (JCAHO, 1999) richiedono, perl’accreditamento, che le aziende sanita-rie implementino quei programmi chesiano in grado di dimostrare il collega-mento tra l’assistenza di qualità ed i risul-tati economicamente efficaci per ilpaziente. Il Cabinet and Council on NursingResearch dell’American Nurses Asso-ciation (ANA, 1997) ha riconosciuto ilbisogno di ricerca a tutti i livelli delladisciplina infermieristica. I membri della

commissione hanno proposto che tuttigli infermieri debbano essere impegnatiin questo progresso attraverso la condu-zione di ricerche e l’utilizzo del materialeda esse derivato nell’attività pratica. L’indagine scientifica promuove laresponsabilità, che è uno dei tratti distin-tivi della professione infermieristica euno dei concetti fondamentali del CodiceDeontologico degli infermieri (2001), sta-bilito dall’ANA. Questa responsabilità èstata riconosciuta anche per gli infermie-ri italiani sia dalle norme che regolanol’esercizio professionale, sia dagli ordina-menti didattici e dal Codice deontologicodel 1999.Il Consiglio Internazionale delleInfermiere (ICN) ha prodotto, nel 1987,questa definizione di ricerca infermieri-stica: “Ha l’obiettivo di sviluppare leconoscenze nell’assistenza alla personasana o ammalata. E’ volta alla compren-sione dei meccanismi genetici, fisiologici,sociali, comportamentali ed ambientaliche influiscono sulla capacità della perso-na o della famiglia di mantenere omigliorare una funzionalità ottimale eridurre gli effetti negativi della malat-tia.” Il Rapporto del Comitato dei Ministri delConsiglio d’Europa (1996) definisce laricerca infermieristica come “la strategiaper offrire nuove conoscenze scientifi-che, le quali contribuiscono ad elevare glistandard di assistenza infermieristica”.Nel documento sopra citato il termine“ricerca” viene impiegato in modo moltospecifico per parlare di ricerca fonda-mentale e/o applicata, svolta da infer-

di Paola Gobbi

Page 50: Strisciata

4848

mieri, nell’ambito della pratica e dei ser-vizi, della formazione e dello sviluppodella teoria infermieristica.Da quanto finora esposto, appare giusti-ficata la scelta di attingere dal settoredella ricerca, applicata alla disciplinainfermieristica ed in particolare alla clini-ca, il tema da affrontare nel lavoro ditesi. Il rapporto degli infermieri con la ricercaè sempre stato un po’ controverso: men-tre in linea di principio la professione nedichiara l’importanza per la pratica e perla progressione delle conoscenze, nelquotidiano essa viene vissuta e conside-rata come qualcosa che appartiene adaltri e quindi scarsamente praticabile.I motivi alla base di questo vissuto sonodiversi: – povertà di conoscenze sulla metodolo-

gia della ricerca; – mancanza di tradizione di ricerca nella

professione; – non riconoscimento, da parte degli

altri professionisti, della possibilità edimportanza che gli infermieri faccia-no ricerca;

– mancanza di opportunità, in terminidi tempi e risorse (umane ed economi-che).

Nonostante le difficoltà esiste fortunata-mente una produzione originale di ricer-ca da parte degli infermieri, limitata (perora) in Italia, più importante all’estero(Di Giulio, Tognoni, 1999).La diffusione diInternet e soprattutto delle riviste, sia alivello nazionale che internazionale, hareso più facile anche per gli infermierirendere visibile questa produzione scien-tifica, attraverso la pubblicazione di scrit-ti e articoli.La domanda iniziale, che ha dato vita aquesto lavoro, scaturita anche dalla circo-stanza di ricoprire un ruolo istituzionaleall’interno dell’ordine professionale degliinfermieri, è stata: Esiste una produzione scientifica “origi-nale” da parte degli infermieri milanesi elodigiani? Se si, è pubblicata o comunqueresa visibile al di fuori della propria real-tà lavorativa? Ha una autorevolezza, siadal punto di vista metodologico che deicontenuti, tale che i risultati possanoessere esportati e condivisi dagli altri col-leghi?Un ruolo fondamentale allo sviluppodella ricerca in ambito infermieristico, inparticolare nel settore clinico-assistenzia-

le, può e deve essere svolto dagli organi-smi di rappresentanza della professione(Federazione Nazionale IPASVI, CollegiProvinciali e Associazioni). Rientranoinfatti tra i compiti istituzionali deiCollegi sia la promozione di iniziativeformative, sia l’elaborazione di progettied il sostegno (anche economico) a favo-re della ricerca. L’articolo 3.1 del CodiceDeontologico dell’Infermiere va proprioin questa direzione: “L’infermiereaggiorna le proprie conoscenze attraver-so la formazione permanente, la riflessio-ne critica sull’esperienza e la ricerca, alfine di migliorare la sua competenza.L’infermiere fonda il proprio operato suconoscenze validate e aggiornate, così dagarantire alla persona le cure e l’assisten-za più efficaci .L’infermiere partecipa allaformazione professionale, promuove edattiva la ricerca, cura la diffusione deirisultati, al fine di migliorare l’assistenzainfermieristica.”Il Collegio IPASVI di Milano-Lodi, checonta quasi ventimila infermieri iscritti,ha sempre avuto un’attenzione particola-re al tema della ricerca. Da alcuni anni èstata attivata una apposita Commissione,con destinazione di risorse professionalied economiche ad hoc e, tra gli obiettividel mandato del triennio in corso (2006 -2008) l’attuale Consiglio Direttivo ha pre-visto di “sviluppare la ricerca per unanuova cultura orientata all’appropriatez-za delle prestazioni e dei servizi, ancheattraverso l’Evidence Based Nursing; dimigliorare l’accesso alle fonti bibliografi-che attraverso Internet e la consultazioneindicizzata dei testi e delle riviste presen-ti in biblioteca; di potenziare i networkinternazionali e il forum sulla ricerca perla realizzazione e validazione di lineeguida e protocolli al fine di implementa-re percorsi di best practice”.

Obiettivi:Lo scopo della tesi è rappresentato dallastesura del progetto cartaceo di realizza-zione di un data base che avrà la funzio-ne di registrare, classificare, “mappare”la produzione scientifica originale degliinfermieri iscritti al Collegio IPASVI diMilano-Lodi.Il punto di partenza della costruzionedello strumento può essere così sintetiz-zato:“Il divario tre le conoscenze basate sullaricerca e la loro applicazione nella prati-

Page 51: Strisciata

4949

ca è un problema conosciuto, ma non perquesto meno allarmante. Le pubblicazio-ni di rilievo relative alla scienza infermie-ristica e ai risultati della ricerca sono, inlarga misura, sconosciute al di fuori degliambienti accademici.. Il primo passo versol’utilizzo di tali informazioni è quello ditrovare la via ed i mezzi, per facilitare ladivulgazione dei lavori di ricerca”.(Consiglio d’Europa, 1996)Due erano gli obiettivi che si volevanoraggiungere:11.. ll’’iinnddiivviidduuaazziioonnee ddeeggllii eelleemmeennttii

ssttrruuttttuurraallii ffoonnddaammeennttaallii ddeelllloo ssttrruu--mmeennttoo, che consentono – una voltarealizzato il data base – di estrapolarevelocemente dai lavori di ricerca/tesiinseriti i dati/le informazioni principali(processo di indicizzazione). I dati rela-tivi ad un articolo formano il record,che è l’unità del database, e si chiama-no campi del record. Infatti la funzio-nalità di un database dipende in modoessenziale dalla sua progettazione; lacorretta individuazione degli scopi delregistro e quindi delle tabelle, da defi-nire attraverso i loro campi e le relazio-ni che le legano, permette poi unaestrazione dei dati più veloce e, ingenerale, una gestione più efficiente.

22.. llaa ddeeffiinniizziioonnee,, iinn mmooddoo rriiggoorroossoo,,ddeeii ccrriitteerrii ddii iinncclluussiioonnee ddeeii llaavvoorriiddii rriicceerrccaa//tteessii,, criteri che consenti-ranno al comitato scientifico delCollegio, incaricato di questo compito,di selezionare i lavori di ricerca e tesiproposti dai propri iscritti e permette-re, quindi, il loro inserimento nellabanca dati.

Materiali e metodiPer la definizione degli elementi fonda-mentali dello strumento o campi (obietti-

vo n.1) è stata condotta una ricerca e suc-cessiva analisi di:–– bbaanncchhee ddaattii bbiibblliiooggrraaffiicchhee ssaanniittaa--

rriiee: EMBASE (The Excepta MedicaDatabase); MEDLINE-PUBMED

–– bbaanncchhee ddaattee sseeccoonnddaarriiee: TheCochrane Library (CDSR, DARE e CEN-TRAL); ClinicaL Evidence; EBMGuidelines

–– rreeggiissttrrii ddii ssppeerriimmeennttaazziioonnii cclliinnii--cchhee:: ClinicalTrials.gov; InternationalClinical Trias Registry Platforms (OMS);DEC-net; Osservatorio Nazionale sullasperimentazione clinica dei medicinali(OsSC )

–– bbaanncchhee ddaattee bbiibblliiooggrraaffiicchhee iinnffeerr--mmiieerriissttiicchhee:: CINAHL (Cumulate Indexto Nursing&Allied Literature); NUR-SING LIBRARY (The Virginia HendersonInternational Nursing Library, fondatadalla nota teorica con l’obiettivo dioffrire a tutti gli infermieri nel modol’accesso on line alle informazioni cheriguardano la disciplina infermieristi-ca, in modo che siano facilmente utiliz-zabili e condivise).

–– rreeggiissttrrii iinnffeerrmmiieerriissttiiccii:: attraverso ilsito dell’International Council ofNurses (ICN) sono stati reperiti gli indi-rizzi dei siti di associazioni infermieri-stiche internazionali che si occupanodi ricerca (vedi box 1).

Ogni sito è stato consultato, alla ricercadegli strumenti elaborati dalle singoleassociazioni per archiviare i lavori diricerca degli infermieri. Molti siti riman-dano a database di cui si è già parlatoall’inizio del paragrafo (Medline, Cinahl,Cochrane Library), dove effettivamente èpossibile accedere agli articoli pubblicatidagli infermieri su riviste indicizzate..

BBooxx 11 :: AAssssoocciiaazziioonnii iinnffeerrmmiieerriissttiicchhee ddii rriicceerrccaa

A.R.S.I - Assocation de Recherche en Soins Infirmiers

The Canadian International Nurse Researcher Database (CNRD)

Council on Health Research for Development (COHRED)

Global Forum for Health Research

nurse2nurse.ie online network of irish nurses

SCGH Medical Research Site

Working Group of European Nurse Researchers

Page 52: Strisciata

5050

Dato l’obiettivo della tesi ““mappare laproduzione scientifica (recente e in corsodi svolgimento) degli infermieri iscritti alCollegio Ipasvi Milano-Lodi, attraversol’utilizzo di uno strumento appositamen-te predisposto”, sono due i siti del box 1che contengono uno strumento origina-le, elaborato dalle stesse associazioni,con lo scopo di archiviare la produzionescientifica dei propri iscritti e quindiautoalimentato dai lavori, anche nonpubblicati, degli infermieri. In particolarequesti database vogliono raggiungere letesi prodotte dagli infermieri sia al termi-ne del percorso di base, sia della forma-zione post base.

ASSOCIATION DE RECHERCHE ENSOINS INFIRMIERS – A.R.S.I((www.arsi.asso.fr/)Questa associazione francese con sede aClermont de L’Oise ha come obiettivi di: é sviluppare, sostenere e diffondere la

ricerca é fare formazione in questo ambito é collaborare a progetti di ricerca in

Francia, Europa e a livello internazio-nale.

Nella sezione “Banque de donnéesRecherche en Soins Infirmiers” sono elen-cati gli obiettivi che hanno portato l’asso-ciazione a creare un data base di ricercheinfermieristiche, in collaborazione con laBanque de Données de Santé Publique(B.D.S.P.), data base di risorse scientifichedestinato agli operatori sanitari, sostenu-to dal governo francese e gestita dallaScuola nazionale di sanità pubblica, conaccesso gratuito dal 1° gennaio 2006. Neldata base infermieristico sono contenutitutti gli articoli della rivista scientifica“Recherche en Soins Infirmiers” (R.S.I.,circa 500 attualmente), con la possibilitàdi ricercare ciò che interessa attraversol’autore, le parole chiave riferite ai conte-nuti dell’articolo, il titolo dell’articolostesso..

IRISH NURSES ORGANISATION(Federazione degli InfermieriIrlandesi)www.ino.ieIl sito della Federazione degli Ordinidegli infermieri Irlandese ospita un’inte-ressante sezione con un proprio indirizzoweb wwwwww..nnuurrssee22nnuurrssee..iiee dedicatoalla diffusione su larga scala della cono-scenza scientifica propria della disciplina

infermieristica. Tutti gli infermieri irlan-desi, con la propria password (numero diiscrizione all’ordine, previa registrazio-ne), hanno libero accesso alle risorse di :• Cumulative Index to Nursing & Allied

Health Literature (CINAHL) • British Nursing Index (BNI) • Medline • Più di trenta riviste di Infermieristica e

Ostetricia con articoli in full text

La ricerca nelle banche dati può essereeffettuata anche attraverso appositedirectory, suddivise per argomento dinatura clinico-assistenziale e specializza-zioni del nursing.Gli infermieri irlandesisono poi invitati a pubblicare le propriericerche, inviando un abstract ad un indi-rizzo di posta elettronica. I requisiti perpoter pubblicare sono l’originalità dellaricerca; gli autori (infermieri o ostetricheirlandesi) i lavori di tesi o report di casi,revisioni, ricerche condotte all’internodel proprio contesto lavorativo.

Per la definizione dei criteri in base aiquali il comitato scientifico del Collegio,incaricato a questo compito, selezionerài lavori di ricerca e tesi proposti dai pro-pri iscritti e li inserirà nel data base(obiettivo n.2) si è fatto riferimento aiseguenti documenti, internazionali enazionali:• Consiglio internazionale delle infer-

miere. Guidelines for Nursing ResearchDevelopment. Ginevra, 1987;

• Organizzazione Mondiale della Sanitàe Centre for Health and MedicalEducation., Leadership for health forall the challenge to nursing. A strate-gy for action. Ginevra, 1987;

• Consiglio d’Europa. Ricerca infer-mieristica. Rapporto e Raccoman-dazioni. Strasburgo, 29 aprile 1996

• Comitato centrale Federazione IPASVI(a cura di). La ricerca infermieristica inItalia – Linee guida per la ricerca infer-mieristica”, 2003.

Risultati

OObbiieettttiivvoo 11:: LLaa rreeaalliizzzzaazziioonnee ddeelllloossttrruummeennttooIl registro delle ricerche classificherà laproduzione scientifica degli infermierimilanesi e lodigiani in:• lavori di ricerca e lavori di tesi• ricerche completate, ricerche in corso

e quelle programmate per il futuroPer ogni lavoro di ricerca segnalato al

Page 53: Strisciata

5151

Collegio verranno estratti i dati principa-li (processo di indicizzazione) che costi-

tuiranno i diversi campi del data base(vedi tabella 1)

IInnffoorrmmaazziioonnii ggeenneerraallii Numero di iscrizione al registroAutore/i e recapiti*Tipo di ricerca: originale o tesi*Titolo della ricerca/tesi e anno di produzione*Popolazione oggetto dello studio*Parole chiave (max quattro - tratte dalthesaurus di CINAHL) *

Contesto:*- clinica- organizzazione- formazione- professione- etica e legislazione- teoria- altroSponsor/promotore/conflitti d’interesse degli autori

CCaarraatttteerriissttiicchhee ddeelllloo ssttuuddiioo Tipologia dello studio :*- osservazionale- sperimentale- qualitativo- racconto- altroBreve descrizione del protocollo:contesto, obiettivi, ipotesi, materiali e metodibibliografia di riferimentoSe non è ancora concluso:data inizio, data fine, arruolamento in corso(se si, criteri di arruolamento)Se non è ancora iniziato:protocollo integraleApprovazione del comitato etico

OOrrggaanniizzzzaazziioonnee Lista dei centri attivi Lista dei Paesi coinvolti (per studi internazionali)

RRiissuullttaattii Sintesi dei risultati (analisi, compresi dati statistici,e discussione) e congruenza con l’ipotesi iniziale;i migliori commenti ai risultatiRiferimenti bibliografi (se già pubblicato) Indirizzo del sito web dello studio

NNoottaa: I campi contrassegnati con l’asterisco rappresentano quelli sui quali è possibile effettua-re ricerche mirate dello studio o tesi.

TTaabbeellllaa 11:: ll’’iinnddiicciizzzzaazziioonnee ddeeii llaavvoorrii ddii rriicceerrccaa ee ddii tteessii

UUnn eesseemmppiioo ddii iinnddiicciizzzzaazziioonnee ddii uunnllaavvoorroo ddii rriicceerrccaaAl fine di rendere visibile la propostadello strumento, si propone l’inserimen-to nel data base “cartaceo” di un lavoro

di ricerca di infermieri iscritti al CollegioIpasvi di Milano-Lodi, pubblicato sullarivista indicizzata Assistenza infermieri-stica e Ricerca (il Pensiero ScientificoEditore) – box 2

Page 54: Strisciata

5252

Box 2: un esempio di indicizzazione nel registrodelle ricerche

IINNFFOORRMMAAZZIIOONNII GGEENNEERRAALLIINNuummeerroo ddii iissccrriizziioonnee aall rreeggiissttrroo01 RICERCA

AAuuttoorree** ee rreeccaappiittiiBiasioli Sandro, Destrebecq Anne, Longobardo Susanna, Negri Aurora, Tacconi Paola,Sponton Anna - Servizio Infermieristico, Azienda Ospedaliera San Paolo, Milano

TTiippoo ddii rriicceerrccaaLavoro originale

TTiittoolloo ddeellllaa rriicceerrccaa//tteessii** ee aannnnoo ddii pprroodduuzziioonnee**Studio di prevalenza sulle lesioni da decubito in un ospedale lombardo, 2001

PPooppoollaazziioonnee ooggggeettttoo ddeelllloo ssttuuddiioo**Adulti, ricoverati, allettati o parzialmente allettati, reparti ospedalieri

PPaarroollee cchhiiaavvee**Prevalence survey – Pressure sore – Support surfacesIndagine di prevalenza - Lesioni da decubito – Superfici antidecubito

CCoonntteessttoo**Clinica

SSppoonnssoorrHill Rom, Milano

CCoonnfflliittttii dd’’iinntteerreesssseeNon dichiarati

CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE DDEELLLLOO SSTTUUDDIIOO

TTiippoollooggiiaa ddeelllloo ssttuuddiioo**Studio osservazionale, descrittivo, indagine di prevalenza

BBrreevvee ddeessccrriizziioonnee ddeell pprroottooccoollllooContesto: Azienda ospedaliera S. Paolo, situata nella zona sud-ovest di Milano. Ha unbacino di utenza prevalentemente di anziani. L’ospedale conta di 18 unità operative perun totale di 523 posti letto. Il San Paolo vive il disagio di una carenza cronica di persona-le infermieristico. L’insorgenza di lesioni da decubito (ldd) è un indicatore importantedella qualità delle cure.

Obiettivi dello studio: valutare la prevalenza delle lesioni da decubito nell’ospedale, sututti i pazienti ricoverati; definire la gravità della lesione; valutare il livello di rischio delpaziente; valutare l’utilizzo dei presidi antidecubitoMateriali e metodi: La rilevazione è stata eseguita in una giornata indice da 4 infermieripreparati ad hoc; sono stati osservati tutti i pazienti allettati o parzialmente allettati, peridentificare la presenza di lesioni o eritemi persistenti; per tutti i pazienti è stata compi-lata la scala di Waterloo; le lesioni sono state classificate in 4 stadi, secondo la classifica-zione di NPUAP.

Page 55: Strisciata

5353

Bibliografia di riferimento:Cullum N et al . Pressure sores. Clinical Evidence 2000Cullum N et al. Beds, mattress and cushions for pressure sore prevention and treatment.Cochrane Library, 2000 De Astis V et al. Le lesioni da decubito nella popolazione afferente al nucleo operativoassistenza anziani e RSA post-acuti nella USL 3 genovese. AIR, 1999Shea JD. Pressare sores classification and management. Clin Orthop Rel Res, 1975Waterloo.J. A risk assessment card. Nursing Times, 1985

AApppprroovvaazziioonnee ddeell ccoommiittaattoo eettiiccoo

Non dichiarato nel protocollo

RRIISSUULLTTAATTII

AAnnaalliissii ddeeii rriissuullttaattii pprriinncciippaallii

Sono stati valutati 320 pazienti, di cui 16 (5%9 avevano lesioni da decubito. Escludendoi pazienti con eritema persistente (9), la % scende al 3%. 10 pazienti avevano sviluppatola lesione in ospedale, gli altri erano stati ricoverati già lesionati.

L’81% dei pazienti con lesione è nella fascia di età >70. Ogni paziente aveva solo unalesione. 9 lesioni (56,2%) erano di primo stadio, 4 (25%) di secondo stadio, 1 (6,2%) di4° stadio e 2 (10%) erano escare. I pazienti già ricoverati con lesione avevano escare (2),una lesione di primo stadio, due di secondo ed una d quarto.

I pazienti a rischio. 170 pazienti (53%) non erano a rischio; dei rimanenti il 22% (71) eraa medio rischio, l’11% ad alto rischio ed il 14% (44) a rischio altissimo. Il 25% (128)aveva un punteggio di Waterloo >15. L maggior parte dei pazienti con lesione (87%)aveva un indice >15.

Sede delle lesioni. La maggioranza delle lesioni (9) erano localizzate al sacro, 6 ai tallonie 1 alle scapole.

Uso dei presidi antidecubito. Il 93% dei pazienti a medio rischio, l’86% di quelli ad altorischio ed il 71% di quelli ad altissimo rischio (valutati con la scala di Waterlow) eranoposizionati su un materasso standard ospedaliero.

DDiissccuussssiioonnee

Il numero di pazienti con lesione è molto basso. Questo è in controtendenza con quantosuccede in altre sedi, dove si registra una prevalenza media dell’8%. Escludendo gli eri-temi persistenti, le lesioni erano 7, di cui 4 insorte prima del ricovero.

Una sola giornata di rilevazione non è sufficiente per poter affermare se il fenomenodelle lesioni da decubito è ben controllato in ospedale. I risultati ottenuti da questo stu-dio sono particolarmente positivi se si considera l’alto numero di pazienti a rischio (il25% presentava un rischio altissimo). Infatti la maggior parte dei pazienti con lesionefaceva parte di questo gruppo (Waterlow>15).

Molti pazienti ad altissimo rischio continuano ad essere posizionati sul materasso stan-dard: si tratta di un comportamento ormai scorretto, in particolare alla luce della recen-te metanalisi della Cochrane Collaboration.

RRiiffeerriimmeennttii bbiibblliiooggrraaffiiccii

Biasioli S, Destrebecq A, Longobardo S et al. Studio di prevalenza sulle lesioni da decubi-to in un ospedale lombardo. Assistenza infermieristica e Ricerca 2002; 21(1): 14-16

Page 56: Strisciata

5454

OObbiieettttiivvoo 22: II ccrriitteerrii ddii iinncclluussiioonnee ddeeiillaavvoorrii ddii rriicceerrccaa ee tteessiiAi fini di pubblicizzare, attraverso il “regi-stro delle ricerche”, i propri lavori scienti-fici, gli infermieri iscritti al Collegio IPASVIdi Milano-Lodi dovranno produrre:

1. ricerche (in corso o concluse), proget-ti, lavori di tesi che abbiano comeobiettivo la pprroodduuzziioonnee ddii nnuuoovveeccoonnoosscceennzzee per la scienza infermieri-stica e gli infermieri

2. le nuove conoscenze devono tradursiin ccaammbbiiaammeennttii nneellllaa pprraattiiccaa pprroo--ffeessssiioonnaallee, o costituire progetti fina-lizzati al cambiamento

3. sono da preferire ricerche svolte nel-l’ambito della cclliinniiccaa iinnffeerrmmiieerriissttii--ccaa, che abbiano come popolazioneoggetto di studio le persone/pazientie che si propongono:• di migliorare/sviluppare le capacità

delle persone di pendersi cura dellapropria salute e/o benessere

• di rispondere in modo adeguato aibisogni/problemi assistenziali deipazienti, in particolare delle fascedi popolazione più a rischio

• di ridurre i problemi di salute cau-sati da comportamenti individuali oda condizionamenti ambientali

4. sono altrettanto importanti le ricercheche hanno come ppooppoollaazziioonnee ddii ssttuu--ddiioo ggllii sstteessssii iinnffeerrmmiieerrii e che si pro-pongono:• di elevare gli standard di assistenza

infermieristica erogata• di sviluppare modelli, metodi e

strumenti per garantire la qualitàdell’assistenza

• di sviluppare nuovi modelli orga-nizzativi e per la formazione infer-mieristica, ai vai livelli.

5. le ricerche dovranno seguire un pprroo--ttooccoolllloo bbeenn ddeeffiinniittoo, ed essereapprovate, laddove necessario, dalccoommiittaattoo eettiiccoo llooccaallee

6. i rriissuullttaattii delle ricerche (ottenuti oche si ipotizza di ottenere) dovrannopoter eesssseerree uuttiilliizzzzaattii da altri infer-mieri che si trovano ad affrontaresituazioni/problemi simili

7. possono essere inviate: • ricerche individuali o di gruppi •

infermieristico o multidisciplinari

• effettuate a livello locale o multi-centriche

• se trattasi di tteessii: di llaauurreeaa ttrriieenn--nnaallee, di llaauurreeaa ssppeecciiaalliissttiiccaa(magistrale), di mmaasstteerr (in coordi-namento, in infermieristica legale eforense, clinici: assistenza in areageriatrica, psichiatrica, critica,pediatrica, salute mentale, ecc)

La realizzazione del registroProssimamente lo strumento “il registrodelle ricerche” verrà pubblicizzato attra-verso il sito del Collegio IPASVI di Milano-Lodi (www.ipasvimi.it), la rivista “IoInfermiere” e tramite lettera inviata aiSITRA delle strutture pubbliche e privatedi Milano, Lodi e province, alle Universitàmilanesi e alle associazioni professionalicon sede in Milano.I colleghi verranno invitati a segnalare iloro lavori di ricerca/tesi, inviando tutti iriferimenti necessari a consentire la loroeventuale pubblicazione (autori, recapiti,protocollo, articolo, ecc). I lavori sarannoselezionati, sulla base dei criteri soprariportati, da un comitato scientifico isti-tuito presso la commissione Ricerca delCollegio, ed inseriti nel registro, consul-tabile liberamente e gratuitamenteattraverso il sito del Collegio.

ConclusioniLa costruzione dello strumento costituiràun tassello, piccolo ma importante, per ilCollegio IPASVI di Milano-Lodi. Senza la progressione delle conoscenzeuna disciplina è destinata a morire, o aconfluire in un altro contenitore. Ritengoche la professione infermieristica sia sem-pre più importante nel panorama sanita-rio nazionale e mondiale; sta a noi, anchee soprattutto attraverso la ricerca, farcitrovare pronti a rispondere ai nuovi/vec-chi bisogni/problemi di salute che presen-tano le persone che assistiamo quotidia-namente.

AUTORE

Paola GobbiConsigliera Collegio Ipasvi di Milano -Lodi

Page 57: Strisciata

5555

1. AA.VV. Infermieri e ricerca: contenutie metodi. Rivista dell’infermiere1998; 1:2-57

2. AA.VV. Ricerca infermieristica: sfidadi ieri, necessità di oggi. Atti del con-vegno nazionale C.N.A.I., Roma 18-20 ottobre 2001

3. American Nurses Association. Codefor nurses with interpretative state-ment.. Washington, DC 2001, TheAssociation

4. American Nurses Association. Imple-menting nursing’s report card.Washington, DC 1997, The Asso-ciation

5. Biasioli S, Destrebecq A, Longo-bardo S et al. Studio di prevalenzasulle lesioni da decubito in un ospe-dale lombardo. Assistenza infermieri-stica e ricerca 2002; 21(1): 14-16

6. Comitato centrale Federazione IPA-SVI (a cura di). La ricerca infermieri-stica in Italia – Linee guida per laricerca infermieristica”, 2003

7. Consiglio internazionale delle infer-miere. Codice deontologico per laprofessione infermieristica (traduzio-ne a cura di Lolli A.) Professioniinfermieristiche 2001; 54(2):108-113

8. Consiglio internazionale delle infer-miere. Guidelines for Nursing Re-search Development. Ginevra, 1987

9. Consiglio internazionale delle infer-miere. Migliorare la salute delle per-sone attraverso la ricerca infermieri-stica. Professioni infermieristiche1996; 49(1):25-44

10. Di Censo A, Cullum N, Ciliska D.Implementing evidence based nurs-ing: some misconceptions [Editorial].Evidence Based Nursing 1998; 1:38-40

11. Di Giulio P. Una rivista come proget-to culturale di ricerca per l’infermiere.In “Ricerca infermieristica,:sfida diieri, necessità di oggi”. Atti del conve-gno nazionale C.N.A.I., Roma 18-20ottobre 2001

12. Federazione nazionale CollegiIpasvi. Codice deontologico dell’In-fermiere. Roma, 1999

13. Federazione nazionale CollegiIpasvi. Linee guida per l’elaborazio-ne dei regolamenti universitari.Laurea in infermieristica. Laurea inspecialistica in Scienze infermieristi-che. Protocollo tra Regione eUniversità per la formazione infer-mieristica. Roma, gennaio 2002

14. Joint Commission on Accreditationof Healthcare Organizations. Accre-ditation manual for hospitals.Oakbrook Terrace, IL1999, TheCommission

15. Kirkevold M. The contribution ofnursing research. Knowledge aboutthe patient. A key note paper for the7° WENR Biennal Conference, Oslo,1994

16. Lo Biondo-Wood G, Haber J.Metodologia della ricerca infermieri-stica. Mc Graw-Hill, 2004

17. Magri M. A proposito di ricerca. IoInfermiere, 2000, 3:24

18. Redazione (a cura di). Monografiaspeciale ricerca. Rivista dell’infer-miere 1998; 17(1)

19. Rosswurm MA, Larrabee JH. Amodel for change to evidence-basedpractice. Image 1999; 31(4):317-322

20. Royal College of Nursing for the UKand Royal College of Midwifery –Annexes 1-4 of the Report of the Task-force on the Strategy for Research inNursing Midwifery and health Visiting.London, 1999

21. Royal College of Nursing. Etic rela-ted to research in nursing. London,1977

22. Sansoni J. Scrivere e pubblicare unarticolo di ricerca: una guida.Professioni infermieristiche 2000;53(1):2-10

23. Titler MG et al. From book to bedside: putting evidence to use in the careof the elderly. J Qual Impovement1999; 25 (10): 545-556

24. Tognoni G. Aneddoti, blob, storie epersone. La narrazione come prioritàinfermieristica. Assistenza infermieri-stica e Ricerca 2005; 24(3):110-12

25. Tranoy KE. Research and ethical

Page 58: Strisciata

5656

responsability. The Central Committee forNorwegian Research. Oslo, 1981

26. Tranoy KE. Science-sociel power anf for-mof life. Oslo, 1986

27. Vellone E, Sciuto M. La ricerca bibliografi-ca. Mc Graw-Hill, 2001

Normativa OMS• Dichiarazione di Helsinki adottata dalla 18°

Assemblea Generale dall’AssociazioneMedica Mondiale a Helsinki, Finlandia, nelgiugno 1964 e nelle successive Assemblee,fino alla 52° Assemblea Generale aEdimburgo, Scozia, nell’ottobre 2000.

• Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS). Formulating strategies for health forall by the year 2000. Ginevra, 1979

• Organizzazione Mondiale della Sanità.People’s needs for Nursing care: aEuropean study. Copenaghen, RegionalOffice for Europe, 1987

• Organizzazione Mondiale della Sanità eCentre for Health and Medical Education.,Leadership for health for all the challenge tonursing. A strategy for action. Ginevra, 1987

• Organizzazione Mondiale della SanitàWHO Collaborating centres. General guide-lines and information. Regional Office forEurope, Copenaghen, 1991

Europea• Consiglio d’Europa. Ricerca infermieristica.

Rapporto e Raccomandazioni. Strasburgo,29 aprile 1996

• Ministero della Sanità e dell’azione umani-taria, Francia. Decreto n. 93/221 del 16 feb-braio 1993 relativo alle regole professionalidegli infermieri e delle infermiere.Infermiere Informazione, 1993; 5

Italiana– generale• Legge 28 marzo 2001, n. 145. Ratifica ed

esecuzione del Consiglio d’Europa per laprotezione dei diritti dell’uomo e della digni-tà dell’essere umano riguardo all’applica-zione della biologia e della medicina.Convenzione sui diritti dell’uomo e sullabiomedicina, fatta ad Oviedo il 4 aprile1997, nonché del protocollo addizionale del12 gennaio 1998, n. 168, sul divieto di clo-nazione degli esseri umani. GazzettaUfficiale n. 95 del 24 aprile 2001

- esercizio professionale• Ministero della Sanità. Decreto 14 settem-

bre 1994 n. 739. Regolamento concernentel’individuazione della figura e del relativoprofilo professionale degli infermieri.Gazzetta Ufficiale n. 6 del 3 marzo 1995

formazione/università• D.P.R. 11/07/1980 n. 382 “Riordinamento

della docenza universitaria, relativa fasciadi formazione nonché sperimentazioneorganizzativa e didattica”

• Legge 19/11/1990, n. 341 “Riforma degliordinamenti didattici universitari”

• D.M. 24/07/1996 “Approvazione dellatabella XVIII-ter recante gli ordinamentididattici universitari dei lavori di diplomauniversitario dell’area sanitaria, in adegua-mento all’articolo 9 della legge 19/11/1990,n. 341”

Internet (ultima consultazione: mese di otto-bre 2006)

Siti esteriAssociation de Recherche en Soins Infirmiers– A.R.S.I - www.arsi.asso.fr/Banque de Données de Santé Publique(B.D.S.P.) - www.bdsp.tm.frCINAHL (Cumulated Index to Nursing & AlliedHealth Literature) www.cinahl.comClinical Evidence - www.clinicalevidence.orgClinicaltrials.gov – www.clinicaltrials.gov Cochrane Library - www.cochrane.orgEBM Guidelines - www.ebm-guidelines.comEMBASE (The Excerpta Medica Database) -www.embase.comHonor Society of Nursing, Sigma Theta TauInternational’s Virginia Henderson Inter-national Nursing Library - www.nurs-inglibrary.orgIrish Nurses Organisation - www.ino.ieInternational Council of Nurses (ICN) -www.icn.chInternational Clinical Trials Registry Platforms -www.who.int/ictrp/en/MEDLINE - PUBMED - www.ncbi.nlm.nih.govWorkgroup of European Nurse Researchers(WENR) – www.wenr.orgSiti italianiAIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) –www.aifa.it

Page 59: Strisciata

5757

Centro EBN Bologna - www.evidencebased-nursing.itCollegio IPASVI Milano-Lodi - www.ipasvimi.itConsociazione Nazionale AssociazioniInfermieri (CNAI) - www.cnai.infoFederazione Italiana Collegi IPASVI www.ipasvi.itGruppo Italiano per la Medicina basata sulleEvidenze- www.gimbe.org

Osservatorio Nazionale sulla SperimentazioneClinica dei Farmaci

https://oss-sper-clin.agenziafarmaco.it/Portale sulla salute partecipata e consapevole- www.partecipasalute.itProgetto di formazione a distanza dell’AIFAper gli operatori sanitari www.aifa.progettoec-ce.it

Page 60: Strisciata

PPeettrroonniillllaa PPaacceettttii –– RRiittaa VVeennddiittttiiEdizioni Universitarie Romane 2006Pagine 189, euro 17,50

Le autrici sono Assistenti Sanitarie chehanno percorso un iter formativo ed espe-rienziale nell’ambito dell’assistenza sani-taria molto significativo.Il testo affronta, per la prima volta in

Italia, la ricostruzione del percorso stori-co-evolutivo degli Assistenti Sanitari edoffre, attraverso il recupero delle sueradici, un’ immagine attuale di questafigura. Propone, inoltre, un modello con-cettuale di riferimento e la sua realizza-zione pratica in relazione al bisogno disalute della persona nella sua globalitàdelineando l’approccio metodologico diun professionista che opera per la pro-mozione della salute e l’ integra-zione fra sociale e sanitario. Illibro rappresenta attualmenteanche l’unico un’importantetesto base per gli studenti deicorsi di laurea in AssistenzaSanitaria e uno strumento di rifles-sione, anche deontologica, per i pro-fessionisti che vogliono analizzare leproprie esperienze per affrontare quellaseparazione tra teoria e pratica che spes-so diventa un ostacolo rilevante per chiopera nelle strutture socio-sanitarie.

Ausilia M.L. Pulimeno

RECENSIONE

LL’’AASSSS IISSTTEENNTTEE SSAANNIITTAARRIIOO

5858

Page 61: Strisciata

5959

MM.. EEssppoossiittooGestione del Team Infermieristico Strumenti e Metodologie HOEPLI 2007

Attraverso un linguaggio semplice e concreto, questo libro descrive e contestualizza nellarealtà infermieristica, una serie di elementi utili a lavorare in team e al raggiungimen-to di obiettivi. Gli strumenti e le tecniche presi in considerazione vogliono innanzitutto

fornire un metodo scientifico e professionale che possa essere fondante e condiviso dal grup-po. In secondo luogo creare un ambiente relazionale basato sulla condivisione e la standardiz-zazione di comportamenti operativi, che al di là del contesto geografico e culturale permetta-no di motivare al cambiamento e al miglioramento attraverso l’applicazione di tali metodolo-gie. Il volume è ricco di esempi ed illustrazioni a colori che permettono di adattare in tempi bre-vissimi i vari strumenti a qualsiasi realtà operativa. Il testo si adatta e si colloca perfettamentenel panorama culturale odierno volto a promuovere una formazione infermieristica di livelloelevato nei diversi corsi universitari.Emerge in primo piano la valorizzazione di alcuni strumenti operativi necessari per la identifica-zione immediata delle problematiche che più frequentemente si presentano nella gestione dellehuman resources e, in virtù di questa, strategie per una risoluzione agevolata delle stesse.Incentivare i professionisti, gli studenti dei corsi di base, dei master, dei corsi di laurea magistralein scienze infermieristiche ed ostetriche ad acquisire metodologie di lavoro, che non siano anacro-nistiche rispetto allo spazio geografico e culturale di riferimento, consente un forte aumento dellamotivazione al cambiamento e, quindi, unaconseguente applicazione delle metodologiestesse. Sfogliando il libro se ne coglie con imme-diatezza la matrice artistica e creativa che tra-spare dall’accurata descrizione degli strumentidi analisi e progettazione delle attività infer-mieristiche come il brainstorming, il diagram-ma causa effetto, il metaplano, le mappe men-tali, sei cappelli per pensare, la ruota di deming,la matrice swot, il cruscotto direzionale, la fine-stra di johari, il tipo tipico, la cartella integrata,la raccolta dati con visualizzazione , la scheda dicontinuità assistenziale,l’ebn, la comunicazioneattiva, il role play ecc…Nel testo si apprezzano la diversità e la varie-tà di ogni tecnica descritta e al di là di ognimigliore aspettativa, il risultato è unico e spe-ciale, mai banale e ne sono la dimostrazionetutti gli schemi, le foto, le vignette inseriti neltesto, veri e propri capolavori frutto dell’im-pegno e dell’esperienza maturata dall’autorenella sua decennale attività di docente e deidiscenti che hanno dimostrato motivazioneed entusiasmo nell’applicazione didatticadelle metodologie acquisite.

Dottor Gennaro Rocco

RECENSIONE

GGeessttiioonnee ddeell tteeaamm iinnffeerrmmiieerriissttiiccoo::ssttrruummeennttii ee mmeettooddoollooggiiee

Page 62: Strisciata

Gli infermieri lo sanno bene: lacategoria guadagna la ribaltadella cronaca solo per eventi

negativi. Così difficilmente i media si dis-costano da quello che è ormai divenutoun clichè, dai casi di malasanità a quelli diassenteismo, dagli scandali al consuetorefrain sulla carenza di infermieri.Su quest’ultimo fenomeno, però, conti-nua a mancare l’analisi. E soprattutto lastrategia. Su questo fronte quotidiani,periodici, radio e tv propinano titoli eservizi di pura denuncia, spiegando (se vabene) quanti infermieri mancano in que-sta o in quella struttura. I più avveduti sispingono fino a rimarcare i turni massa-cranti, i sacrifici e l’abnegazione di tanticolleghi. Ma nulla più di questo. Perciò il recente articolo di BarryGallo su “L’Arena di Verona”, daltitolo “Infermieri, organiciinsufficienti” merita unamenzione speciale. Non silimita infatti alla solitadenuncia delle carenze mapropone analisi e soluzioniconcrete per arginare laperdurante emergenzainfermieristica. Ne citiamosolo alcuni passaggi: <Ilproblema vero è la qualitàdell’assistenza che per sceltepolitiche consapevoli di conteni-mento dei costi si è sempre piùdegradata. Si fanno grandi interventi suipazienti, ma poi gli stessi vengono “scari-cati” in reparto senza un’assistenza ade-guata. Questa situazione è sicuramentederivata dall’eccessivo numero di nosoco-mi, ma anche da scelte a monte quali: ilnumero chiuso della facoltà diInfermieristica che costantemente produ-ce un numero di infermieri di molto infe-riore alla necessità; la creazione di unafigura simile all’infermiere generico,figura importante e necessaria nell’orga-nizzazione del lavoro, ma che se diventail sostituto dell’infermiere che mancaporta con sé gravi conseguenze. (…) Lariflessione da fare è che il sapere assisten-

ziale è tanto importante quanto quellomedico ed è dall’intreccio dei due saperiche si determina una vera qualità sanita-ria>.Come detto, raramente gli infermierifiniscono sulla stampa perché autori digesti e comportamenti positivi. Vale lapena allora segnalare l’articolo con cui ilquotidiano “La Sicilia” dà notizia di unagiovane paziente ricoverata presso l’o-spedale “Vittorio Emanuele” per unabanale frattura che, nel giorno di SanValentino, ha tentato il suicidio. Un gestoinsano che avrebbe avuto un tragico epi-logo se la ragazza non fosse stata salvatada due infermieri del reparto diOrtopedia. I quali, senza pensarci su,hanno afferrato per le gambe la giovane

proprio mentre stava per saltare giùda una finestra del quarto piano,

in preda ad una crisi ansiosa chei colleghi hanno subito ricono-sciuto.Nell’edizione del 6 marzoscorso, “La Nuova Venezia”pubblica una bella storiatitolando: “Medaglia aManuela e Roldan, infermie-ri coraggiosi”. E’ la vicenda

che ha visto protagonisti duecolleghi, Manuela Scan-

tamburlo e Roldan Diaz Garcia,che nel pauroso incendio divampa-

to il 22 gennaio nel reparto diGeriatria dell’ospedale di Noale riusciro-no a trarre in salvo ben 27 pazienti. E cheper quel soccorso eroico hanno ricevutoun meritatissimo encomio speciale.Il periodico “Vita Nuova” dedica grandespazio nel numero di marzo 2007 al meri-torio esempio umano e professionale diInes Ubaldi. Lo fa con il servizio da titolo“Quel modo di essere infermiera” in cuiriferisce dell’intitolazione a Ines Ubaldi,storica figura dell’infermieristica italianae fondatrice dell’Associazione delle infer-miere cattoliche, della “Casa Protetta diSan Leonardo” di Parma. <L’infermieraprofessionale scomparsa a Parma nel1983 - si legge nel servizio - conosciuta

6060

Page 63: Strisciata

6161

per la sua straordinaria dedizione allaprofessione e ai “suoi” malati. Grazieanche a lei, a metà anni ‘50, nacque ilCollegio Ipasvi di cui fu a lungo presiden-te. Ines Ubaldi è una di quelle personeche Parma dovrà a lungo ringraziare, siaper la sua umanità sia per la dote, rara, disaper affrontare con umiltà e spirito d’i-niziativa le difficoltà degli altri>.Seguono ampi stralci del ricordo scrittoda Maria Gabriella De Togni, sua allieva eoggi membro del Consiglio Superiore diSanità.Altra notizia che non ha trovato eco suimedia a diffusione nazionale è quellapubblicata da “Il Tirreno” il 17 febbraioscorso dal titolo “L’Argentario avrà il 118 atempo pieno”. L’articolo di Paola Tanariferisce di una soluzione innovativa allagrave carenza di infermieri del 118 locale.Sarà il Comune ad assumere un infermiereper potenziare il servizio e renderlo ope-rativo 24 ore al giorno. Si tratta di unespediente di grande interesse per molticomuni marini o montani, che devonoassicurare la copertura del servizio in unperiodo limitato che coincide con la sta-gione turistica. La soluzione individuatacoinvolge sia la Asl di competenza (chepaga l’infermiere quando il servizio H24 èattivo) sia il Comune (che versa alla Asl ilcorrispettivo del costo per i giorni dell’an-no in cui il servizio è inattivo).Non manca la “buona stampa” infermie-ristica quanto più ci si avvicina ai territo-ri, alla realtà quotidiana, sulle testatelocali. Bello lo zoom sulla professionepubblicato da “La Sentinella delCanadese” il 2 aprile con il titolo “La reteche sostiene il paziente fuori e dentro l’o-spedale” sull’esperienza di formazioneinfermieristica di Ivrea. C’è anche unaltro aspetto importante della professio-ne sulle testate locali: l’educazione sani-taria. Ne scrive “La Prealpina” riferendodell’iniziativa dell’Università dell’Insu-bria, a Busto Arsizio, che coinvolge intirocini pratici gli studenti di Infermie-ristica, chiamati a svolgere lezioni di igie-ne personale, infortuni domestici e dannida fumo nelle scuole elementari dellacittà lombarda. Il servizio svela un’altraverità. L’ideatore del progetto è un’asses-sore, che nella vita fa l’infermiere. Ecco,qualche infermiere in più nella vita e nel-l’amministrazione pubblica farebbe benea tutti.La grande stampa, quella nazionale, pre-ferisce altri argomenti. Il “Corriere dellaSera” del 4 aprile titola “Siete incinte,niente concorso” sul caso dell’ospedale

Niguarda di Milano, dove una decina diinfermieri si sono visti respingere il gior-no della prova di un concorso pubblicointerno perché temporaneamente a casaper infortunio sul lavoro, malattia o gra-vidanza a rischio. “Il Sole 24 Ore Sanità” del 3 aprile pre-senta con taglio positivo l’innovazione diun ambulatorio infermieristico nel belmezzo di un centro commerciale. Il servi-zio (siglato M. Per. dal titolo “Al centrocommerciale spunta l’ infermiere”) rac-conta dell’esperienza pilota in corso inuno shopping center dell’Olgiata, aRoma. Sulla scia di analoghe iniziativesperimentate da tempo negli Stati Uniti,in Spagna e in Gran Bretagna, si riferiscedi costi più contenuti rispetto al ticket delPronto Soccorso per le prestazioni nonurgenti e di un’ampia offerta di servizi(monitoraggio dei parametri pressori,bendaggi e cura delle ferite, trattamentodelle piaghe da decubito, iniezioni endo-venose, intramuscolari e sottocutanee difarmaci e vaccini, fluidoterapia, cateteri-smi e drenaggi, nutrizioni enterali eparenterali, ecc.). Conclude il servizio: <Èchiaro che l’iniziativa punta a colmare unvuoto esistente sul territorio, un buconella maglia dei servizi extraospedalieri.L’anomalia tutta italiana per cui, se serveun’iniezione, ci si rivolge ad amici e fami-liari. E raccoglie la sfida dell’invecchia-mento della popolazione, penetrandonella breccia aperta dalle dimissioni sem-pre più precoci dall’ospedale>.Per chiudere, non può non essere citato ilcaso dei colleghi inglesi, alle prese conuna situazione difficile almeno quanto lanostra, tra stipendi miseri e personaleche scarseggia sempre più. Qui, comeriferisce “Internazionale” del 26 marzo,la vulcanica autrice Noreena Herz, docen-te all’Università di Cambridge, perora lacausa degli infermieri lanciando appelliaffinché si investa molto e bene sulla for-mazione infermieristica. Alla sua ultimacampagna hanno aderito già molte stelledel calcio britannico. Ogni calciatoredevolverà lo stipendio di un giorno agliinfermieri inglesi fra i quali sarà distribui-ta la somma raccolta. Un giorno partico-lare: il 13 maggio, ultima giornata delcampionato inglese che coincide con lafine della Settimana internazionale del-l’assistenza infermieristica”. Se l’iniziati-va avrà successo, considerando che l’am-montare giornaliero dei compensi di tuttii calciatori della prima divisione è di circa2,2 milioni di euro, sarà stata davverouna buona idea.

Page 64: Strisciata

IL POTERE DISCIPLINARE NEL RAPPORTO

DI LAVORO INFERMIERISTICO

di Alessandro Cuggiani

6262

In più di un’occasione è stato affron-tato il tema della responsabilità del-l’infermiere sia civile sia penale e

all’interno della responsabilità civile si èfatto cenno alla responsabilità disciplina-re.Questo articolo è il primo di una serie diarticoli che tratteranno il tema dellaresponsabilità disciplinare nel rapportodi lavoro dipendente degli infermieri.L’alto tecnicismo della materia mi haindotto ad operare alcune semplificazio-ni e quindi a non trattare temi importan-ti (per gli esperti in diritto del lavoro) afavore di una maggiore comprensibilitàdel tema esposto.In ogni caso, ho riportato gli estremidelle norme perché i più curiosi possanoavere dei riferimenti concreti e magariun punto di partenza per un approfondi-mento della materia. La responsabilità disciplinare è tipica delrapporto di lavoro subordinato (privato opubblico) in cui il lavoratore dipendenteè sottoposto al potere direttivo e al pote-re disciplinare del datore di lavoro (artt.2094,2104,2105, e 2106 cod. civ. applica-bili anche al rapporto di pubblico impie-go in virtù del rinvio operato dall’art.2,comma 2, d.lgs. 165 del 2001).Stipulato il contratto di lavoro, il lavora-tore deve adempiere alle proprie obbli-gazioni (la principale è lo svolgimentodella prestazione lavorativa) “con la dili-genza richiesta dalla natura della presta-zione dovuta” e “osservando le disposi-zioni per l’esecuzione e per la disciplinadel lavoro” impartite dal datore di lavo-ro (art. 2104 cod. civ.). Inoltre, il lavora-tore non può svolgere attività in favore

di altri soggetti in concorrenza con l’im-prenditore o comunque che possanoarrecare pregiudizio (art. 2105 cod. civ.).Per la verità quest’ultima disposizione ètipica del rapporto di lavoro privato(quello, per intenderci, che di regola siinstaura ad esempio, tra un infermiere euna casa di cura ancorchè convenzionata,o con un laboratorio di analisi etc.) men-tre nel rapporto di pubblico impiego siapplica, più propriamente, la disciplinasulle incompatibilità e sul divieto dicumulo di impieghi e incarichi previsto ingenerale dall’art. 53 d.lgs 165/01 (salve lederoghe previste dal medesimo articolo).Il rapporto di lavoro (pubblico o privato)nasce da un contratto. Dal contratto deri-vano a carico delle parti delle obbligazio-ni. L’inadempimento anche parziale daparte del lavoratore alle proprie obbliga-zioni comporta che (in forza della normacitata) è in potere del datore di lavoro diapplicare una sanzione disciplinare.

*** *** ***

Il potere disciplinare è, come abbiamodetto, un potere proprio del datore dilavoro che può esercitare con ampio mar-gine di discrezionalità. Ad esempio, ildatore di lavoro può sanzionare unadeterminata condotta nei confronti di undipendente e invece soprassedere, per unfatto analogo, nei confronti di altrodipendente.Questo potere, quindi, è previsto dallalegge ma nasce dal contratto (di lavoro)e può subire delle limitazioni, come hasubito proprio da questi atti: la legge e ilcontratto (collettivo).

Page 65: Strisciata

6363

La disposizione di legge che ha tempera-to la discrezionalità del potere disciplina-re è l’art. 7 L.300/70 (lo statuto dei lavo-ratori) applicabile –seppure solo in parte-al rapporto di pubblico impiego in forzadell’espresso rinvio operato dall’art.55d.lgs. 165/01.Analizziamo questi limiti.Le norme disciplinari relative alle sanzio-ni e alle infrazioni in relazione alle qualiciascuna di esse può essere applicata edalle procedure di contestazione dellestesse, devono essere portate a conoscen-za dei lavoratori mediante affissione inluogo accessibile a tutti. Queste sono leparole dell’art. 7 che al comma 1 introdu-ce il principio della ppuubbbblliicciittàà ddeell ccooddii--ccee ddiisscciipplliinnaarree.Insomma, per non ridurre una potestàgiuridica a mero arbitrio, il Legislatoreimpone al datore di lavoro l’affissionedel codice disciplinare che deve contene-re l’indicazione anche sommaria o percategorie di fatti che sono consideratiillecito, i tipi di sanzione e i criteri di col-legamento tra illecito e sanzione.La legge prevede che il codice disciplina-re sia predisposto con un regolamentod’azienda e cioè con un atto unilateraledel datore di lavoro.Generalmente però questo è concordatocon le organizzazioni sindacali e si trovaall’interno dei contratti collettivi. L’art. 7, come abbiamo visto, prevede cheil codice disciplinare sia “affisso” e la giu-risprudenza ha interpretato la norma insenso piuttosto rigido nel senso di nonammettere forme diverse di pubblicità(quali, ad es., la consegna a mani dellavoratore del contratto collettivo conte-nente il codice). Pertanto se il codicedisciplinare non è affisso in luogo accessi-bile a tutti, la sanzione irrogata è nulla.Questa regola subisce un temperamentosolo per il licenziamento disciplinare,ossia licenziamento irrogato per giustacausa o per giustificato motivo soggetti-vo. Il licenziamento è la più estrema dellesanzioni disciplinari e si applica solo neicasi più gravi di inadempimento del lavo-ratore.Il motivo per cui la mancata affissione delcodice disciplinare non inficia la validitàdel licenziamento, è che esso trova il suofondamento e quindi la sua motivazionedirettamente nella legge. La giusta causa è una causa (l’ inadempi-

mento) tanto grave che non consente laprosecuzione, neppure provvisoria, delrapporto (art.2119 cod. civ.). Si parla piùcomunemente di “licenziamento senzapreavviso”.Il giustificato motivo soggettivo consistein un notevole inadempimento degliobblighi contrattuali del lavoratore(art.3 L. 604/66). Prima di tutto occorre soffermarci sullegaranzie procedimentali, disciplinate dal-l’art. 7 L.300/70 e dall’art. 41 CCNL sanitàprivata del 2003 (per il settore della sani-tà privata); per il settore pubblico legaranzie sono contenute nell’art. 55d.lgs. 165/01 e nell’art. 12 CCNL sanitàpubblica del 2002.Innanzitutto, la Legge codifica le sanzio-ni disciplinari che sono: il richiamo verba-le, il rimprovero scritto, la multa fino a 5ore di retribuzione, la sospensione dallavoro e dalla retribuzione fino ad unmassimo di 10 giorni.A queste, che sono definite sanzioni con-servative, si aggiunge il licenziamentoche è la sanzione espulsiva.L’art. 7 prevede in linea di principio che,a parte il richiamo verbale, tutte le altresanzioni devono essere precedute dal“contraddittorio” tra gli interessati, chesi svolge in questo modo: l’azienda devenecessariamente contestare per iscritto allavoratore, a pena di inefficacia dellasanzione, i fatti che gli vengo addebitatiquali illecito disciplinare. Sempre secon-do l’art. 7, il lavoratore ha cinque giornidi tempo per presentare le sue giustifica-zioni scritte e per chiedere (se lo ritengaopportuno) di essere ascoltato di personaa sua discolpa anche assistito da un rap-presentate sindacale. Soltanto quandosia esaurito il termine per le giustificazio-ni allora il datore può applicare la sanzio-ne disciplinare.L’art. 41 dell CCNL sanità privata recepi-sce l’art. 7 CCNL senza apportare modifi-che (che, peraltro, potrebbero essere solomigliorative per il lavoratore e, quindi,più garantiste). Nel settore privato, quin-di, il procedimento per applicare unasanzione disciplinare è quello appenadescritto ossia è quello generale previstodalla legge.Invece, la contrattazione del settore pub-blico apporta delle deroghe a beneficiodel dipendente che, in questo modo, sivede maggiormente garantito.Anche in questo caso la contestazione

Page 66: Strisciata

6464

del fatto illecito deve avvenire per iscrit-to, ma entro 20 giorni da quando l’ufficioistruttore è venuto a conoscenza delfatto.Nel comparto pubblico, è obbligatorioche l’Amministrazione convochi il dipen-dente per sentirlo a sua discolpa. Allaconvocazione può partecipare, su richie-sta dell’interessato, un rappresentantesindacale ovvero altro procuratore cui ildipendente conferisca mandato. Se illavoratore non si presenta, trascorsi inu-tilmente quindici giorni dalla convocazio-ne per la difesa del dipendente, la san-zione viene applicata nei successivi quin-dici giorni.Con il consenso del dipendente la sanzio-ne applicabile può essere ridotta, ma intal caso non è più suscettibile di impu-gnazione.Il procedimento disciplinare deve conclu-

dersi entro 120 giorni dalla data dellacontestazione dell’addebito. Qualoranon sia stato portato a termine entro taledata, il procedimento si estingue. Questanorma, per la verità, è contenuta nell’art.29 CCNL sanità pubblica del 1995; tutta-via essa è ancora applicabile in virtù delrinvio contenuto nell’art. 12 del CCNLultimo.

*** *** ***

Questo scritto è sicuramente ostico daleggere per i non addetti ai lavori ma loritengo impartante per diffondere la cul-tura delle regole del rapporto di lavoro espero che contribuisca a conoscere larealtà del lavoro come “contratto” equindi come fonte di obblighi e diritti.

Avv. Alessandro Cuggiani

Farmaci equivalenti, via alla campagnaAifaUsare i farmaci correttamente, senza abu-sarne e senza fare di testa propria. E nondiscriminare gli equivalenti, i medicinalinon “griffati” contenenti lo stesso principioattivo, ma a brevetto scaduto, dai farmacidi “marca”. Sono i due obiettivi della nuovacampagna di comunicazione dell’Agenziaitaliana del farmaco (Aifa). Rivolta soprat-tutto a donne e anziani, l’iniziativa“Farmaci equivalenti e corretto uso del far-maco” è condotta in collaborazione con imedici di medicina generale, i farmacisti ele associazioni di consumatori. Opuscoli,locandine, interventi di esperti sulle reti

Rai e camper su strada, da un estremoall’altro della penisola, saranno il punto diforza di questa nuova campagna. Ottomilioni di opuscoli saranno distribuiti inoccasione di eventi, negli studi medici enelle farmacie. Si tratta di vere e proprieguide per imparare a utilizzare corretta-mente i medicinali e a conoscere i benefi-ci degli equivalenti. Non solo opuscoli elocandine, però. La campagna dell’Aifaprevede anche camper itineranti che per-correranno l’intero territorio nazionale.Sulle fiancate le immagini delle locandineche invitano i cittadini a un uso appropria-to dei farmaci e ad aver fiducia nei medici-nali non “griffati”.

Page 67: Strisciata

RRaasssseeggnnaa EEvviiddeennccee BBaasseedd NNuurrssiinngg((EEBBNN))

Una piccola rassegna di riti web italiani estranieri che trattano in modo approfon-dito l’Infermieristica basata sulle prove diefficacia.Senza pretesa di esaustività, ecco le risor-se per cominciare l’approccio all’argomen-to:

CCeennttrroo EEbbnn SS..OOrrssoollaa--MMaallppiigghhii ::hhttttpp::////wwwwww..eevviiddeenncceebbaasseeddnnuurrssiinngg..iittIl primo progetto italiano di Infer-mieristica basata sulle prove di efficacia;troverete definizioni, revisioni sistemati-che di letteratura, traduzioni prestigiosedel Joanna Brigggs Institute (Australia)dall’inglese all’italiano, della rivista“Evidence Based Nursing” (British MedicalJournal) e della Cochrane Library.

GGIIMMBBEE::hhttttpp::////wwwwww..ggiimmbbee..oorrgg Un sito storicoper la Medicina basata sulle prove di effi-cacia: un buon punto di partenza pervedere e scoprirne le origini, iniziare eprocedere dalla teoria alla pratica. In part-nership con il Centro Ebn S.Orsola-Malpighi (descritto in alto).

EEbbnn IInnffeerrmmiieerrii OOnn LLiinnee::hhttttpp::////wwwwww..iinnffeerrmmiieerriioonnlliinnee..nneett//IIBBEE..hhttmmUna piccola recensione sull’argomento, acura dell’Associazione Infermieri On line.

UUnniivveerrssiittàà ddeell MMiinnnneessoottaa::hh tt tt pp :: // // ee vv ii dd ee nn cc ee .. aa hh cc .. uu mm nn .. ee dd uuIl progetto “Evidence-Based Health Care”è quello di promuovere all’interno delCampus, ed in tutto lo Stato delMinnesota, tale disciplina. Di particolare

rilevanza, la rassegna Best Practice diInfermieristica.

EEBBNN BBlloogg::hhttttpp::////eevviiddeennccee--bbaasseedd--nnuurrssiinngg..bbllooggssppoott..ccoommNon ce lo saremmo mai potuto aspettare:un Blog sull’Evidence Based Nursing andMidwifery! Curato da Stephen Barnett,dell’Australia del Sud, offre spunti diriflessione personali e link ad articoli(commentati).Peccato che l’autore non scriva frequente-mente, ma al lettore attento non manche-rà di stupire…!

GGeerrmmaann CCeennttrree ffoorr EEvviiddeenncceeBBaasseedd NNuurrssiinngg::hhttttpp::////wwwwww..mmeeddiizziinn..uunnii--hhaallllee..ddee//ppfflleeggeewwiisssseennsscchhaaffttUna degna rappresentanza tedesca per lapratica infermieristica di eccellenza.

BBiibblliiootteeccaa MMeeddiiccaa VViirrttuuaallee::hhttttpp::////wwwwww..bbmmvv..bbzz..iittNella Biblioteca Medica Virtuale diBolzano, possiamo trovare link, risorse edarticoli inerenti il mondo sanitario gene-rale. Nello specifico, possiamo consultarecataloghi online di periodici. E’ presenteuna pagina dedicata all’Evidence BasedNursing.

A cura di Fabrizio TallaritaWebmaster del Collegio IPASVI di Romawweebbmmaasstteerr@@iippaassvvii..rroommaa..iitt

Page 68: Strisciata

IVIV

Riunione Referenti Collegio IPASVIRoma

Periodicamente i referenti si riuniscono nella seda IPASVIe vengono informati e aggiornati su tutte le novità

professionali e le attività del Collegio di Romaper portare poi capillarmente tali informazioni

ai colleghi delle sedi operative