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Spedizione in Abbonamento Postale Regime libero Modena tassa riscossa, Tax percue. Autorizzazione della Filiale di Modena Poste Italiane spa a soli € 0.50 in edicola 06 luglio 2012 ANNO XIII N. 26 ATTUALITà, CULTURA, SPETTACOLO, MUSICA, SPORT E APPUNTAMENTI Settimanale di “RIVOGLIAMO LE NOSTRE CASE” CRESCE LA RABBIA TRA GLI SFOLLATI. “FINO A QUANDO LA REGIONE NON EMETTERA’ LE LINEE GUIDA PER LA RICOSTRUZIONE, ABBIAMO LE MANI LEGATE E LE NOSTRE CASE RIMANGONO INAGIBILI. QUESTA LENTEZZA E’ INTOLLERABILE”. I VOLONTARI DEL GUERZONI IN PRIMA LINEA FRANCESCO COCCO: PROFESSIONE FOTOGRAFO A LEZIONE DI CANOA CON IL CAMPIONE ANTONIO ROSSI IN 40MILA HAN TENUTO BOTTA AL PARCO FERRARI Antonio Rossi

Tempo n°26

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Su questo numero: "Rivogliamo le nostre case"; L'Unione vince la sfida sul campo; Senzatetto in aumento; Anziani: come faremo?; Succursale Pio: silenzio totale; La famiglia Boldrin riceve la benedizione del Papa; "Questo non è un terremoto anomalo"; "Ora al campo tende del Piazzale delle Piscine le cose sono migliorate"; Il nostro patrimonio monumentale è seriamente ferito; "Il Teatro Comunale è una priorità"; Giuliano Gasparini Casari lancia un grido di aiuto; Il Circolo Guerzoni in prima linea; Lezioni di cucina e di sala tra gli sfollati; In 40mila han tenuto botta al Parco Ferrari di Modena; Terremoto: come stanno i nostri amici a quattro zampe?; Un sorriso per la Bassa; Francesco Cocco: professione fotografo; Francesco Predieri: a Lisbona, sognando il Brasile; Linea ferroviaria Carpi - Modena: continuano soppressioni e ritardi; Europei 2012: Grazie Italia; Carpi bel gotha della pallamano italiana; A lezione di canoa con il campione olimpionico Antonio Rossi.

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Spedizione in Abbonamento Postale Regime libero Modena tassa riscossa, Tax percue. Autorizzazione della Filiale di Modena Poste Italiane spa

a soli € 0.50 in edicola

06 luglio 2012 ANNO XIII N. 26attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti

Settimanale di

“rivogliamo le nostre case”

cresce la rabbia tra gli sfollati. “fino a quandola regione non emettera’ le linee guida per la ricostruzione, abbiamo le mani legate e le nostre

case rimangono inagibili. questa lentezza e’ intollerabile”.

i volontari del guerzoniin prima linea

francesco cocco:professione fotografo

a lezione di canoa con il campione antonio rossi

in 40mila han tenuto botta al parco ferrari

Antonio Rossi

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2 06.07.2012 n° 26

Direttore responsaBile Gianni prandicaporeDattoresara GellireDaZioneJessica Bianchi, Valeria Cammarota, Francesca Desiderio, Enrico Gualtieri, Federico Campedelli, Francesco Palumbo, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino.

impaGinaZione e GraFica Liliana Corradini

puBBlicita’Multiradio - 059698555 stampaCentro stampa delle Venezie - 049-8700713

reDaZione e amministraZioneVia Nuova Ponente, 24/A CARPITel. 059 645566 - Fax 059 [email protected], [email protected]

attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti

COOPERATIVA RADIO BRUNO arlRegistrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999

Chiuso in redazione il 3 luglio 2012

TrA le rIghe...lA FOTO dellA seTTImANA

FrAse dellA seTTImANA...

La IenaIl graffio

“Il sisma ci ha cambiati e deve così cambiare anche il modo di rapportarci tra di noi”.Dichiarazione del sindaco Enrico Campedelli durante il Consiglio Comunale del 25 giugno.

L’ombra della criminalità organizzata si staglia sul nostro territorio per accaparrarsi il business della ricostruzione. Della ricostruzione invece, nemmeno l’ombra...

Particolare del Duomo Ph Luciano Arletti l’unione vince la sfida sul campo

e’ stato giudicato un ente inutile, “nè carne nè pe-sce”, da abolire perché

pletorico. E invece, l’unione terre d’argine si è rivelata preziosa nell’emergenza lega-ta al terremoto.Un tempo, prima del 2006, i comuni di carpi, novi, cam-pogalliano e soliera viveva-no ognuno di vita propria, ognuno con i suoi assessorati, ognuno a governare il proprio territorio. Una visione locali-stica superata dall’Unione che raggruppa i quattro Comuni e ne gestisce le competenze: Polizia Municipale, Istruzio-ne, Servizi sociali, Statistica e Ced...I dipendenti comunali si sono ritrovati a essere dipendenti dell’Unione e si sono abituati a lavorare, gomito a gomi-to, con altri colleghi di altri comuni. Per questo, correre in aiuto a Novi, dove il terre-moto ha colpito duro, è stato automatico. Con la sede co-munale di Palazzo Scacchetti a Carpi chiusa perché inagibi-le, i dipendenti dell’Istruzione lì impiegati, una trentina in tutto, insieme al dirigente Francesco scaringella hanno raggiunto Novi ogni giorno, a turno, per supportare l’attività dei colleghi. Si sono prestati per presidiare la zona rossa, per gestire le domande di contributo per l’autonoma sistemazione, per sostenere i seimila sfollati e trovare una solu-zione per le utenze fragili.Senza sede comunale, uffici e computer per lavorare hanno usato dei foglietti con gli appunti sopra mentre la gente impazziva. Prove pratiche di Comune uni-co: un risultato a cui la politica non era ancora arrivata.

Sara Gelli

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306.07.2012 n° 26

muri di gomma

Dicono ci sia un tempo per ogni cosa. Un tempo per piangere. E uno per ridere. Dopo lo sgomento e la paura causati da questo maledetto terremoto, ora è

giunto il tempo della rabbia. Dell’indignazione. C’è tanta voglia di ricominciare tra i carpigiani ma le istituzioni si son fatte improvvisamente mute. Muri di gomma contro cui ogni domanda, ogni richiesta e ogni chiarimento rimbal-zano. Inascoltati e privi di risposte, molti nostri concitta-dini non sanno più a quale santo appellarsi. Le storie che popolano i parchi e si diffondono per i campi autogestiti, hanno tutte il medesimo ritornello: “vogliamo tornare nelle nostre case il prima possibile, ma qualcuno deve dirci come procedere con la ricostruzione”. Sono i nostri vicini, i nostri famigliari. Stanchi di essere ignorati lanciano un grido di aiuto a quelli che “contano”: alle istituzioni, dal Comune alla Regione, al Governo. “Fate qualcosa e fatelo in fretta, perchè l’inverno è già qui, alle porte. E noi non abbiamo una casa alla quale tornare”. Dov’è la Regione? Perchè le linee guida per la ricostruzione non sono ancora state emesse? Perchè non è ancora stato stabilito come l’edilizia privata lesionata dal sisma dovrà essere rimessa in sicurezza, legando, di fatto, le mani a progettisti e inge-gneri? Le case dichiarate inagibili dovranno essere sempli-cemente “aggiustate” e riportate allo stato precedente il sisma o dovranno invece essere eseguiti degli interventi di miglioramento sismico? E se sì, in quale misura? Cosa verrà risarcito e in che percentuale? Siamo stanchi di sentirci dire che l’Emilia ce la fa. Che siamo gente laboriosa. Gioviale. Noi sappiamo ciò che siamo e quanto valiamo. Delle parole non sappiamo che farcene. Abbiamo bisogno di chiarezza e di soldi. Tanti. Per ricostruire le nostre case, i nostri palazzi. Le nostre vite. Perchè una vita in tenda, a 50 °C non è vita. Esigiamo chiarezza per prendere le necessarie misure. Vale la pena demolire o ricostruire? La gente non chiede carità ed elemosina. Resi esausti dall’incertezza, i cittadini chie-dono solo indicazioni precise per non rischiare di gettare al vento centinaia di migliaia di euro. Errani dichiara di aver domandato “comunicazioni precise sulle percentuali di rimborso per gli interventi su capannoni e abitazioni private al Governo”. Ma la lentezza è un male comune. Dopo oltre un mese dal sisma, ci vorranno almeno altre due settimane prima di finire tutte le verifiche di agibilità nei territori colpiti e i tecnici regionali sono in gravissimo ritardo nella compilazione delle schede Aedes (tese a classificare l’entità dei danni inferti al patrimonio edilizio). Ognuno si prenda le proprie responsabilità senza giocare a rimpiattino. La posta in gioco è troppo alta. E’ tempo di dare delle risposte. Lo Stato chiarisca cosa e quanto rimbor-serà e la Regione, nel frattempo, invece di passare la mano, agisca. Al via un piano per “requisire” le abitazioni sfitte da mettere a disposizione degli sfollati e via libera all’instal-lazione di moduli abitativi temporanei. Non c’è tempo da perdere. Perchè domani è Natale.

J.B.

“Tutti i miei sacrifici sono qui. In questa casa. E ora, il terre-

moto si è portato via tutto. In un attimo. Ho 63 anni, sono in pensione, con una moglie e un figlio che va ancora a scuola, a carico. Non so come fare e nessuno mi dà risposte. Informazioni. Viviamo nella precarietà e siamo stanchi”. A parlare è Osvaldo Frappa che, al momento, vive in tenda a ridosso del campo sportivo di Fossoli. La palazzina nella quale viveva, insieme ad altre tre famiglie, costru-ita nel 1963, in via Fratelli Saguatti 3, è inagibile. “Il piano terra è completamente da rifare così come la scala”, continua. Tutti i muri sono infatti segnati da numerose crepe a ics, le stesse che connotano numerosi edifici della frazione. Ma al danno si somma anche la beffa: “dopo la verifica svolta dai Vigili del Fuoco abbiamo ricevu-to una lettera nella quale il Comune di Carpi ci invita ad eseguire al più presto i lavori di messa in sicurezza e di consolidamento dell’edificio per scongiurare eventuali danni a terzi, poiché è nostra responsabilità civile e penale tutelare l’incolumità delle persone. Noi siamo pensio-nati - continua Osvaldo a cui fanno eco anche la sorella Elisabetta Frappa, 73 anni e il marito Giancarlo Piccolo di 72, che occupano un altro appartamento della palazzina - non abbiamo soldi e non sappiamo da che parte cominciare. Come dobbiamo muoverci? Siamo rovinati”. Martin Reies, altro proprietario dello stabi-le, è disperato quanto i suoi vicini: “sto ancora pagando il mutuo sulla casa. Cosa dovrei fare ora? Chiedere un altro finanziamento per rimettere tutto a posto?”. “E’ inaccettabile - prosegue Osvaldo - non possiamo es-sere noi ad accollarci tutte le spese per la rimessa in sicu-rezza. E lo Stato dov’è? Tutti

cresce la rabbia tra gli sfollati. “fino a quando la regione non emettera’ le linee guida per la ricostruzione, abbiamo le mani legate e le nostre case rimangono inagibili. questa lentezza e’ intollerabile”.

“rivogliamo le nostre case”

i soldi delle donazioni, dove vanno a finire? Ho chiesto al Comune, alla Protezione Ci-vile, nessuno dice nulla. Per ristrutturare tutto occorre una cifra enorme e i soldi chi ce li dà?”. Ed è proprio questo il punto: se gli sfollati non hanno nemmeno il denaro sufficiente per rimettere le case in sicurezza, chi lo farà al posto loro? Evidentemente nessuno. Per capirlo basta camminare per le vie della frazione dimenticata. Percor-rendo via Mar Tirreno, tra le più piagate, a spiccare sono solo i cordoni bianchi e rossi posti dai Vigili del Fuoco intorno alle sei palazzine che si snodano, l’una dopo l’al-tra, completamente crepate. Nessun puntellamento le regge. E mentre le famiglie, a cui questo terremoto bastar-do ha rubato case e speranza, incrociano le dita sperando che non arrivi la scossa che farebbe crollare, in un sol colpo, le proprie case, già profondamente ferite dalle scosse del 29 maggio, la Re-gione tace. Colpevole di non aver ancora emesso le linee guida per la ricostruzione. E questo ritardo gravissimo costituisce l’altro nervo sco-perto. “Noi - spiega Marco Bianchi, residente in una

palazzina inagibile, costruita nel 1999, sulla Statale Ro-mana Nord - per evitare che la casa ci crollasse davanti agli occhi abbiamo imme-diatamente provveduto alla messa in sicurezza. Autono-mamente ci siamo prodigati per trovare uno studio che si facesse carico del progetto e poi abbiamo contattato una ditta che si occupasse del conseguente puntellamen-to. Abbiamo speso 15mila euro per i lavori, a cui se ne sommano 800 per il pro-getto ingegneristico, che

dovranno essere suddivisi tra 12 famiglie, tutte sfollate. Abbiamo persino provvedu-to a togliere, sempre a spese nostre i camini pericolanti, per tutelare l’incolumità de-gli operai, poiché il Comune ci ha risposto picche. Non essendoci infatti il rischio di crollo su un’area pubblica, ci hanno spiegato, la rimozione non era di loro competen-za. Qualcuno ci risarcirà? Impossibile avere risposte, ma noi siamo stanchi di aspettare. Non c’è tempo da perdere”. Il dilemma ora è se

riportare la casa alla condi-zione pre sisma o se prov-vedere invece a un adegua-mento antisismico dell’intera struttura. “I costi che ci sono stati paventati sono altissimi. Occorrono dai 600 agli 800 euro al metro quadro per ren-dere antisismica la struttura e il 10% dell’importo totale costituirà il prezzo da corri-spondere all’ingegnere come parcella. Noi siamo disposti a mettere a posto i nostri immobili ma ci occorrono risposte. Al più presto”. Cosa verrà rimborsato? Quale tipologia di intervento? “Sa-ranno risarciti solo i ripristini o anche gli adeguamenti antisismici? Quando la Re-gione si degnerà di dettare le linee guida? Io sono esausto - continua Marco - ho vissuto in tenda per alcune settima-ne, ora sono ospite a Campo-galliano per un paio di mesi, poi non so... E’ impossibile raccontare lo stress a cui si è sottoposti in questi momenti di incertezza e disagi. Io voglio tornare a casa mia, ma per farlo servono risposte certe e veloci, perchè l’inver-no è alle porte e allora, cosa faremo? Che fine faranno gli sfollati? Non si può andare avanti in questo modo. E’ una vergogna”. “Siamo stan-chi di vivere come zingari, sempre con una sporta in mano. Al caldo. Nelle tende. Le istituzioni si devono sbrigare”, incalza Elisabetta. E mentre Marco mi fa vedere le lesioni a croce di Sant’An-drea che punteggiano i muri portanti della casa e i segni che le scosse hanno impresso a sangue nel vano scale, lo sguardo cade sul giardino antistante la palazzina: qui “sta morendo tutto - mi dice - essendo inagibili ci hanno piombato acqua e gas. Non sappiamo come innaffiare le piante e il prato. A danni si sommano danni. Al denaro, altro denaro. Ho chiesto all’amministratore di ridarci l’acqua, in fondo questa è una situazione di emergen-za, ma il Comune non ha previsto deroghe: per riavere l’acqua occorre l’agibilità.

Non se ne esce più”. Un cane che si morde la coda. La gente è stanca. Dopo la paura, è giunta lei. La rabbia. Lecita più che mai. “Il Governo non dice l’entità dei rimborsi, la Regione non dà direttive. E noi? Io non vorrei starmene qui con le mani in mano, ma il rischio è quello di rimettere tutto a posto per niente. Ripristino la casa esattamente come prima, come se nulla fosse, come se non fossimo seduti su una bomba a orologeria. Poi, se viene un’altra scossa che mi riapre i muri, cosa faccio? Chi mi rimborsa, visto che lo Stato, casualmente, col decreto legge del 15 maggio 2012 (nominato Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile) si era già cautelato dicendo che non si sarebbe più accollato le spese di ricostruzione in caso di terremoto e calamità naturali? Sarà un caso che questo decreto sia soprag-giunto pochi giorni prima del disastro che ci ha colpiti... Che fosse un disastro annun-ciato, nonostante i sismo-logi continuino a dire che i terremoti non possono essere previsti? Resta il fatto che la prossima volta, a farsi carico delle spese di ricostruzione e ristrutturazione di case o aziende distrutte, saranno i singoli cittadini. Oggi, quin-di, - conclude Marco Bianchi - io voglio tutelare me, la mia famiglia e il nostro futuro, capendo a quale tipo di lavori potremo dare il via libera per poter rendere le nostre case finalmente sicure e antisismi-che (almeno al piano terra) e quale sarà la percentuale di rimborso che riceveremo”. I tempi stringono. La bella Emilia, l’operosa, l’efficiente Emilia, ha tradito le nostre aspettative. L’Aquila e i suoi mastodonti spiaggiati dopo tre anni dal violento terre-moto che l’ha massacrata, sono lì. Ancora. Un monito al quale guardare per continua-re a tenere alta l’attenzione e l’indignazione. Noi, quella fine, non vogliamo farla.

J.B.

Puntellamenti

Da sinistra Giancarlo Piccolo, Elisabetta e Osvaldo Frappa e Marco Bianchi

Marco Bianchi ci mostra le lesioni della sua casa

contributi fino all’80% per le abitazioni: troppe le zone d’ombra

mentre andiamo in stampa dalla Regione arrivano alcune novità. Il decreto del Governo ha infatti assegnato il 95% delle risorse stanziate (2,5 miliardi di euro)

all’Emilia Romagna. Il provvedimento prevede la possibilità di ripartire le risorse per le abitazioni private fino a un massimo dell’80% del costo per riparare i danni. Vasco errani, commis-sario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione ha precisato che “nelle prossime settimane verranno definite le modalità e i meccanismi per realizzare una distribuzione equa delle risorse”. Sono oltre 23mila gli edifici pubblici e privati controllati con sopralluoghi per la valutazione dell’agibilità post-sismica (schede Aedes): di questi il 36% sono risultati inagibili. Si stima che le verifiche saranno ultimate entro la terza settimana di luglio. Prima di allora il Piano casa resterà latitante.

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sono 252 gli anziani che hanno trovato ospitalità presso strutture protette dell’emilia romagna e delle regioni limitrofe e ammontano a una settantina quelli collocati presso gli alberghi della riviera e dell’appennino. nei prossimi mesi diventerà prioritario pianificarne il rientro, ma dove saranno sistemati coloro che non hanno più una casa a disposizione?

anziani: come faremo?

Una rivoluzione epocale. Ecco cosa è stato in grado di

scatenare in città questo maledetto sisma. Uno scossone violento alle nostre certezze, al nostro abitare, ai nostri rappor-ti sociali... E ora, cosa accadrà? Quali sono gli interrogativi cui occorrerà dare una risposta nel me-dio e lungo periodo? Tra le emergenze emerse vi è sicuramente la cura dei cosiddetti fragili, ovvero la fascia più debole della cittadinanza: gli anziani non autosufficienti, i di-sabili, i malati terminali... persone che, giorno dopo giorno, vivono grazie alle cure di chi sta loro accan-to. Il nostro Comune da anni persegue una politica di sostegno alla domicilia-rità. Una risorsa preziosa questa, che numerose famiglie scelgono per sal-vaguardare il più possibile i propri cari, usufruendo della collaborazione di assistenti famigliari e, spesso, dell’assistenza a domicilio da parte di in-fermieri e operatori socio-sanitari. Gli eventi sismici

che hanno duramente colpito il nostro territorio hanno però fortemente rimesso in discussione tale opzione, a causa dei danni riportati dalle abitazioni. Una grandissima risorsa - sul piano sociale ed eco-nomico - oggi versa quindi in grave difficoltà. Quali risposte sono state messe in campo per quei fragili che oggi hanno abitazioni inagibili o fortemente le-sionate? “Durante la prima fase dell’emergenza - ci spiega l’assessore alle Po-litiche Sociali del Comune di Carpi, Alberto Bellelli - abbiamo creato cinque strutture intermedie - ad oggi ne restano soltanto due: l’asilo Peter Pan e la scuola d’infanzia Alber-tario - per dare una prima risposta concreta e garan-tire assistenza ai fragili, tra cui anche neo mamme e neonati”. Inizialmente infatti abbiamo assistito a fenomeni di abbandono di anziani da parte di alcune badanti - a volte persino parenti - in preda al panico o, al contrario, di assistenti famigliari che si sono fatte carico dei loro “vecchiet-

ti” allontanandoli di peso da casa. “Oggi, laddove vi erano i presupposti per rientrare in casa in sicurez-za, garantendo pienamente la gestione della fragilità, molte persone hanno fatto ritorno alle proprie abi-tazioni ma sono ancora molti gli anziani che hanno trovato ospitalità presso strutture protette dell’Emi-lia Romagna e delle regio-ni limitrofe (252) e presso gli alberghi della riviera e dell’Appennino (70)”. Nei prossimi mesi quindi diventerà prioritario discu-tere della collocazione di queste persone, oltre 300, pianificandone il rientro. Il nodo cruciale però resta: dove saranno sistemati coloro che, al momento, non hanno più una casa a disposizione? Le strutture residenziali cittadine infat-ti sono già al collasso, an-che perché, ricordiamolo, la casa protetta di Novi di Modena è stata evacuata in quanto inagibile. E quindi? “Il sisma ha completamen-te ridisegnato il panorama. I danni agli edifici che, di fatto, interdicono il rientro delle famiglie nelle pro-

prie case, equivalgono a 2/3 case protette virtuali saltate”, continua l’asses-sore. E ora, cosa accadrà? Impensabile per le fami-glie lasciare “parcheg-giati” i propri cari al di fuori dei confini regionali, troppo oneroso recarvisi in termini economici e di tempo. E, ancora, chi sarà disposto a ripristina-re in tempi rapidi le case e a rimettervi dentro un anziano o un allettato alla luce di quanto accaduto? Chi se ne assumerà nuova-mente il rischio? Un pezzo di domiciliarità è saltato e le strutture residenziali del territorio non hanno la capacità di riassorbirne i numeri. La risposta della nostra città alla gestione della fragilità non è più adeguata alla domanda. Il terremoto ha cambiato le carte in tavola e ora oc-corre correre ai ripari. Il prima possibile. “Mutando il fabbisogno della doman-da e dell’offerta - conclude Bellelli - dovremo ripensa-re la programmazione so-ciosanitaria del territorio. E sarà una sfida difficile”.

Jessica Bianchi

sono 4 gli edifici di edilizia residenzialepopolare (erp) inagibili a carpi, per un totale di 56 alloggi 110 le persone rimaste senza un tetto

senzatetto in aumentos

ono 4 gli edifici di edilizia residenziale popolare (Erp) inagi-

bili a Carpi, per un totale di 56 alloggi. 110 le persone che oggi si ritrovano senza un tetto sulla testa (il dato è aggiornato al 29 giugno). Persone che, avendo diritto a una casa popolare, il cui canone di locazione medio è di 120 euro al mese, di certo non possono permet-tersi il pagamento di un affitto, seppure con contri-buto (100 euro pro capite). Dove saranno sistemate queste persone in attesa di fare ritorno alle proprie abitazioni? “Qualsiasi meccanismo di ospitalità venga messo in atto nei confronti di questi cittadini, non perderanno il diritto a usufruire del patrimonio Erp”, ha rassicurato l’as-sessore Alberto Bellelli. La situazione però resta gravissima. “Nei 18 comu-ni terremotati il patrimonio Erp consta di 295 condo-mini, ovvero 2.123 alloggi, di questi ben 267 sono stati dichiarati inagibili poichè fortemente danneggiati dal sisma. Ci sono 615 persone che, probabilmente - ma potrei dire sicuramen-te - a Natale non avranno ancora una casa alla quale tornare”, spiega William Zaccarelli, vice presidente di Acer Modena. Ovvia-mente, essendo questi edifici di proprietà dei Comuni, dovranno essere proprio gli Enti Pubblici - economicamente in ginoc-chio già prima dell’inizio delle scosse - a farsi carico del bisogno abitativo di queste persone particolar-mente svantaggiate. Ma come? Il panorama è a dir poco desolante. A Carpi su 63 edifici di edilizia popo-lare (636 alloggi), 4 sono inagibili per un totale di 56 alloggi (in via 1° dicembre 1944 civico 28 a Cortile - 5 alloggi inagibili; in via

Sangallo civico 6 a Carpi - 3 alloggi inagibili; in via Pioppi civico 1 a Fossoli - 8 alloggi inagibili; in via Pioppi civico 9 a Fossoli - 9 alloggi inagibili. La lista non è completa poiché le verifiche all’interno degli alloggi è tuttora in corso), ciò comporta che oltre un centinaio di nostri con-cittadini, spesso privi di una rete parentale in grado di sostenerli, vivono nei campi tenda allestiti dalla Protezione Civile o in ap-partamenti di fortuna. “E’ necessario - continua Zaccarelli - che la Regio-ne congeli al più presto le regole di accesso all’edi-lizia residenziale popo-lare, stabilendo una linea comune per tutti i comuni terremotati. Un utente che esce dalla casa popolare, perchè crollata o lesionata gravemente, deve mantene-re il suo diritto ad accedere nuovamente al patrimonio Erp”. E nel frattempo? Gli Enti Pubblici caldeggiano fortemente la sistemazione autonoma con contributo. Purtroppo però i prezzi del mercato dell’affitto sono a dir poco insostenibili: “la Regione, in questa situazio-ne disperata, deve stabilire che queste persone continu-ino a pagare ai privati, che metteranno a disposizione i propri appartamenti sfitti, la stessa cifra che corri-spondevano prima. L’affitto deve essere proporzionato al reddito”, conclude Zac-carelli. Il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, infatti, invita i sindaci a “requisi-re” le abitazioni inoccupate da mettere a disposizione degli sfollati. Numerosi, nel frattempo, i proprietari che si sono dati alla mac-chia. Sarà difficile requisire appartamenti fantasma, figuriamoci a calmierarne i costi...

Jessica Bianchi

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scuole superiori a carpi

vallauri, meucci e itis agibili forse a partire da ottobre

tutti gli edifici che ospitano gli istituti superiori nel territorio provinciale sono stati controllati dai tecnici del settore edilizia della Provincia di Modena a seguito del sisma. A Carpi l’ipsia Vallauri, l’itc meucci e l’itis Da Vinci,

che presentano inagibilità relativamente consistenti, potranno essere nuovamen-te accessibili entro il mese di ottobre. Agibile è invece il liceo Fanti che ha subito danni di lieve entità. Il costo complessivo previsto per gli interventi in Provincia si aggira sui 60 milioni di euro. Parte di questi fondi arriva da donazioni private.

nessuna istituzione si è presentata all’incontro convocato dal comitato genitori delle scuole medie a. pio per fare il punto sulla succursale che ha sede nell’edificio quattrocentesco di castelvecchio

succursale pio: silenzio totaleN

on si è presentato nessuno a rispondere alle doman-de dei genitori, non c’era

nessuno a placare le loro ansie e preoccupazioni: sabato 30 giugno alle 15.30 presso la Casa del Vo-lontariato era stato organizzato dal Comitato genitori delle Scuole medie A. Pio un incontro “per raccontarsi come erano andate le cose in occasione della scossa delle 9 del mattino del 29 maggio e per avere informazioni sui sopral-luoghi e le verifiche all’interno dell’edificio scolastico” spiega la presidente Sara Rovatti . “Sono stati invitati anche l’assessore e la preside dell’Istituto Comprensivo Carpi centro: nessuno vuole disto-gliere le istituzioni dal loro impe-gno e rubare loro tempo prezioso, ma pensiamo che le testimonianze dei genitori e dei ragazzi possano far luce sul reale svolgimento degli avvenimenti, che non sono andati esattamente come comunicato dalla preside in una lettera ai geni-tori. Siamo consapevoli dello stato d’emergenza e che al momento non si possono avere risposte certe, ma adesso la sensazione generale è quella di un abbandono totale, Internet, il cartaceo e l’albo della scuola rimangono le vie che le isti-tuzioni privilegiano per qualunque informazione ai genitori ma in un momento particolare come questo è il contatto umano quello che può fare la differenza, sapere che la scuola è presente e lavora per ritor-nare alla normalità”. Erano almeno 70 i genitori presenti all’incontro e hanno definito l’assenza delle isti-tuzioni una “latitanza scandalosa”. Finora hanno pazientato ma adesso pretendono delle risposte in parti-colare sull’edificio in cui ha sede la succursale delle Pio: il quattro-centesco Castelvecchio in piazzale

Re Astolfo, uno degli edifici più antichi e rinomati di Carpi. Le sole informazioni di cui i genitori dei 220 alunni della succursale di-spongono (e la Presidente Rovatti le ha avute 4 giorni prima dell’in-contro dopo ripetute richieste) sono riferite ai due sopralluoghi del 5 e 9 giugno che stabiliscono, in base a indagini visive, l’agibilità di Castelvecchio, dove hanno sede anche le Scuole elementari M. Fanti, “a esclusione del primo e secondo piano”. “Anche se non ci sono danni strutturali – spiega la Rovatti - quello non è un edificio adatto a ospitare 500 alunni tra elementari e medie. Un’ala era già stata danneggiata dalla scossa del 20 maggio ed era stata chiusa per alcuni giorni escludendo una delle possibili vie di fuga che in tutto sono tre”. I racconti dei ragazzi e di alcuni professori testimonia-no la drammaticità dei momenti successivi alla scossa: dal secondo piano (che per altezza potrebbe

essere un terzo e basta fare le scale per capirlo al volo) ci vuole un’eternità per scendere lungo scale non autoportanti, senza un parapetto adeguato, lunghe, strette e ripide. “A ciò si aggiunge il fatto che i ragazzi le hanno trovate intoppa-te da altri alunni che come loro dovevano scendere. Il piano di evacuazione è andato in tilt e gli alunni hanno rischiato di rimanere intrappolati” aggiunge un genitore presente all’incontro. Per iniziati-va di un’insegnante si sono diretti verso la via di fuga alternativa la cui uscita dà nel cortile delle Fanti lungo via Carducci. “Quando sono arrivata in piazzale Re Astolfo e non ho visto mio figlio stavo per impazzire: non era nella zona di raccolta prestabilita o perlomeno in quella dove i ragazzi erano soliti raccogliersi dopo le esercitazioni, ho pensato subito che fosse rima-sto dentro” racconta una mamma. “Mi sono diretta verso l’ingresso ma un Vigile del Fuoco, suppongo, mi ha impedito di entrare e mi ha detto che l’edificio era tutto vuoto. Solo allora ho saputo che mia figlia era uscita da un’altra via di fuga e mi aspettava su via Carducci”. E’ successo che alcuni siano caduti, ma alla fine sono scesi tutti, sani e salvi. “I ragazzi sono rimasti choc-cati. Solo dopo una settimana mia figlia è riuscita a dirmi: mamma, io ho avuto paura di morire lì dentro perché non sapevo dove scappare”. Se anche Castelvecchio venisse di-chiarato agibile, i genitori non vo-

gliono rimandare i loro figli lassù a scuola perché è un edificio, per le sue caratteristiche, troppo perico-loso. Si appelleranno al prefetto e chiederanno una perizia privata pur di non rientrare in quelle aule che vedono come una trappola. Volevano incontrare l’assessore e il dirigente per “lavorare insieme a tutela del bene dei nostri ragazzi. Volevamo essere motivo di spunto e miglioramento ma la questione è stata presa sul personale e non c’è

dialogo. Le uniche informa-zioni le abbiamo avute dopo ripetute richieste, nessuno si è esposto personalmente. Non si mette in dubbio che gli organi preposti stiano lavo-rando, ma il silenzio ci butta nello sconforto, ci dà l’im-pressione che, nonostante gli sforzi, non si riuscirà a tornare alla normalità. Solo il dirigen-te Francesco Scaringella ha ascoltato le nostre paure e con grande umanità ha cercato di darci delle risposte; per il re-sto abbiamo ricevuto risposte secche e a volte anche poco gentili”. “A Soliera, Novi e Rovereto – aggiunge un

genitore - le istituzioni hanno in-contrato i cittadini. Perché a Carpi non mostrano la stessa sensibilità? Perché mal sopportano ogni or-ganismo di democrazia diretta?”. “Non mi interessa la burocrazia” dice una mamma. “Io avrei voluto che qualcuno mi chiedesse: come state? Nessun gesto umano, nessun calore a riscaldare una fine d’anno scolastico così difficile per tutti”.

S.G.

Sara Rovatti

Famiglia Boldrin

la famiglia di davide boldrin, è stata ricevuta dal papa in occasione della visita a rovereto

la benedizione del santo padrel

a famiglia di Davide Bol-drin, è stata ricevuta dal Papa in occasione della

visita a Rovereto, zona fortemente colpita dal sisma. Boldrin, incontrare il papa non è cosa da tutti i giorni, com’è stato possibile?“La possibilità di incontrare il Santo Padre ci è stata offerta dal vice-sindaco Italo Malagola, al quale è stato affidato il compito di contattare alcune famiglie direttamente dalla Gendarmeria Vaticana. Anzi, già che ci siamo ci terremmo tantissimo a ringraziar-lo pubblicamente per aver pensato anche alla nostra famiglia. Come mai noi e altri, tra tanti? Semplice reciproca stima personale”.Quanti sono i componenti della sua famiglia?“Io e Margherita siamo sposati da tredici anni. Il 29 maggio era il nostro anniversario di matrimo-nio… indimenticabile, è la parola appropriata. Francesca ha dieci anni e Chiara nove. Insieme a noi, dal Santo Padre è stata ricevuta anche mia suocera, Domenica, di 76 anni”.immaginiamo l’emozione…“L’incontro si è svolto in maniera molto semplice. Qualche doman-

da a tutti noi, con un atteggia-mento affettuoso e paterno verso ciascuno. Ha domandato i nomi di tutti, a Francesca e Chiara – le mie figlie - che classe frequentano. Mia moglie Margherita ha salutato il Papa anche a nome della locale comunità di Comunione e Libera-zione, e il Papa ha sorriso, grato. Mia suocera, donna dalla fede granitica e genuina, gli ha racco-mandato: “Preghi per noi”. Io gli ho rivolto semplicemente il mio ringraziamento, che ha colto”.

siete ‘terremotati’ come tanti altri abitanti di rovereto. che sentimenti prevalgono, fiducia nel futuro o dispera-zione?“Nel futuro c’è speranza. In fondo anche una cosa del genere, diver-samente da ciò che si può pensare, ha degli aspetti, se vogliamo az-zardare, positivi. Personalmente, fino all’età di 30 anni, non ho mai avuto grossi problemi. A 40 cogli ulteriormente che un benessere diffuso aveva anche fatto sì che si

perdessero di vista le cose essen-ziali, dando per scontato tutto ciò che si ha. Si impara ad apprezzare meglio le cose quotidiane, che talvolta rischiano di essere relega-te nella banalità. Nonostante tutto, poi, rappresenta una bella lezione di vita per le mie figlie. I disagi avuti ora sono anche terminati, almeno in parte. La scossa del 20 maggio, oltre a incrinare la casa colonica adibita a deposito attrez-zi dell’azienda agricola di mio cognato Sergio, ha fatto sì che il tetto si staccasse. La scossa del 29 ha messo ancora più in pericolo il tutto, con il rischio che la struttu-ra, crollando, lesionasse la casa di fronte, dove abitiamo, che non ha invece subito danni strutturali. Paradosso dei paradossi, vien da salutare come dato fortunoso il fatto che la ‘casa vecchia’ avesse nel retro una tettoia in eternit: grazie a questo, infatti, il sindaco ha potuto emanare un’ordinan-za di abbattimento per messa a rischio dell’incolumità pubblica, e questo ha fatto sì che potessimo accelerare i tempi di abbattimento. Abbiamo dormito in una roulotte, prestataci da alcuni amici, fino a pochi giorni fa. Una volta messa in sicurezza, siamo potuti rientrare

in casa seppure, sulle prime, con un poco di ‘fifa’. Ora per fortuna sta passando anche quella, perché occorre reagire”. c’è chi, nei giorni scorsi, ha sostenuto che meglio avreb-be fatto il papa a restarsene a casa, da un lato perché la sua venuta avrebbe causato innumerevoli disagi a per-sone già provate dal sisma, dall’altro perché la visita non sarebbe stata altro, a detta dei detrattori, che un’opera-zione simpatia per farsi bello agli occhi dell’opinione pub-blica. lei che l’ha incontrato cosa ne pensa?“Abbiamo visto com’è andata. E in merito alla “visita di facciata”, non credo che il Papa ne avesse bisogno. Il Papa è il ‘capo’ della Chiesa. A chi è cattolico, non è certamente sfuggito il fatto che tra i paesi della Bassa modenese sia venuto proprio dove è morto un sacerdote: come un padre che, a seguito di un evento drammatico, va trovare i figli. E la maggior parte di chi non crede, in fondo, dopo la paura dei disagi o un certo pregiudizio, si è ricreduto. Dietro le transenne ho visto tanti che, pur dicendosi anticlericali, avevano stampato in faccia un sorriso tale da far pensare che sul palco, inve-ce del Santo Padre, ci fosse Che Guevara”.

Marcello Marchesini

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6 06.07.2012 n° 26

le scosse in numeriDal 20 maggio a oggi ( 27.06.2012) sono stati regi-strati:

2.122 eventi sismici;1.520 con magnitudo >2;27 eventi con 4 < magnitudo < 5;7 eventi magnitudo > 5.

numeroso il pubblico accorso in occasione della conferenza tenutasi a novi di modena alla presenza del geologo daniele brunelli, dell’ingegnere sara salvatore e della psicologa enrica pedrielli

“questo non è un terremoto anomalo”il sisma: dalla a alla z

la teoria della tettonica delle placche ci insegna che l’involucro più esterno della Terra è suddiviso in placche litosferiche dotate di moti propri e indipendenti rispetto a quelle adiacenti. Se

osserviamo la mappa dei terremoti nel mondo, aggiornata in tempo reale, noteremo che gli eventi sismici sono tutti concentrati entro fasce ben delimitate del pianeta, ad esempio lungo tutta la costa occidentale delle Americhe, oppure la fascia che dal Giappone prosegue nelle Filippine, fino a largo dell’Australia. Tali zone deli-neano i margini delle placche terrestri e la penisola italiana sorge esattamente in corrispondenza del limite tra la placca africana e quella euroasiatica. Ne resta fuori solo la Sardegna che, trovando-si all’interno della placca euroasiatica, non risulta interessata da attività sismica degna di nota. L’avvicinamento reciproco tra due placche fa dunque sì che la litosfera sia continuamente sottoposta a stress tettonici, con conseguente formazione di faglie e fratture: l’energia elastica rilasciata dalla nuova rottura di una porzione di faglia genera un sisma, il quale si propaga sottoforma di diversi tipi di onde: quelle di volume (P ed S) e quelle di superficie (Rayleigh e Love). Le prime, più veloci, si propagano, come dice il nome, nell’in-tero volume del globo terrestre e, se di magnitudo superiore a 4, vengono registrate da tutti i sismografi della Terra: un’onda P, che si allontana dall’ipocentro a una velocità pari a 6-8 km al secondo, impiega all’incirca 20 minuti per raggiungere l’altro capo del pia-neta. Oggi sappiamo che il fronte nordorientale degli Appennini è sommerso dalla coltre di sedimenti della pianura padana: in questa catena montuosa sepolta, soggetta ai movimenti compressivi delle placche in gioco, sono collocati gli ipocentri dei sismi che hanno colpito l’Emilia a partire dal 20 maggio scorso. Ma chi ha detto che quello emiliano sia stato un sisma anomalo? Per rispondere, occorre prima definire cosa si intende per terremoto ‘normale’. Di sicuro non si tratta di un evento raro, dal momento che sono 800, ogni anno, i sismi di magnitudo compresa tra 5 e 6 che avvengono sul nostro pianeta, 6.200 con magnitudo compresa tra 4 e 5 e 49.000 con magnitudo tra 3 e 4. Neppure è cosa facile tradurre in una semplice legge matematica eventi che, per definizione, sono “catastrofici” e vanno sotto il nome di eventi dalla criticità autor-ganizzata – sappiamo più o meno quanti eventi ci saranno in un dato tempo, ma non esattamente quando. Tuttavia, il sismologo giapponese Omori scoprì che il numero di scosse diminuisce in maniera esponenziale in seguito all’evento di massima intensità. Insieme a quella di Omori, una seconda legge utile è quella di Gutenberg-Richter - lo stesso scienziato che ha dato il nome alla scala di magnitudo - secondo cui il numero di terremoti decresce esponenzialmente con il crescere della magnitudo (vale a dire che si avranno tante scosse di bassa intensità mentre la maggior par-te dell’energia verrà prodotta da poche scosse di alta intensità). Basta raccogliere i dati pubblicati in rete dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia o da analoghe agenzie scientifiche estere per verificare facilmente che il sisma emiliano soddisfa entrambe queste leggi, caratterizzandosi così come un terremoto come tanti altri. Un’unica, importante raccomandazione: accertarsi che le fonti da cui si attinge siano debitamente accreditate.per un’informazione sicura: www.terra.unimore.it, www.iris.edu, http://tersiscio.blogspot.it/.

Domitilla santi

“Non so se troviate la notizia consolante, ma sul nostro territo-

rio non potremo mai avere un sisma di magnitudo su-periore a 6.2 gradi, perché l’intensità dipende dalle masse in gioco e dall’am-piezza delle faglie. Nel no-stro caso è la placca africa-na a metterci a dura prova, premendo contro quella euroasiatica e causando il restringimento della pianu-ra padana di un millimetro l’anno”. Sono molte le precisazioni di questo tipo fatte lo scorso 27 giugno dal geologo dell’Università di Modena Daniele Bru-nelli, tra i relatori (insieme all’ingegnere Sara Sal-vatore e alla psicologa Enrica Pedrielli) della conferenza tenutasi a Novi di Modena e organizzata dal Circolo Naturalistico Novese in collaborazione con Legambiente. Molte le domande rivolte al geologo dalle centinaia di persone accorse per farsi un’idea più chiara del fenomeno e delle sue cause, alle quali lo scienziato ha risposto con chiarezza, senza però rinunciare alla precisione. “Intorno al 1570 c’è stato un terremoto più forte di questo, così come nel 1640. Il sisma più violento della pianura padana risale al 1170 circa: in nessuno di questi casi c’erano trivella-zioni. Inoltre qui l’attività di estrazione è minima e le trivellazioni sono sospese da anni. Non risultano poi operazioni di fracking e qui

non ci sono neppure i tipi di rocce metamorfiche, povere di gas, per le quali questa tecnica è richiesta. Per que-sto escludo che il deposito di Rivara o il fraking pos-sano aver causato il sisma”. Insomma, molte delle teorie ‘cospirative’ circolanti in questi giorni ed emerse dalle domande del pubbli-co, non si rivelano altro che voci prive di fondamento. “Molti di voi sanno quanto io mi batta contro lo sfrutta-mento dissennato del suolo – ha incalzato il geologo, fortemente contrario all’au-tostrada Cispadana – ma occorre capire che questa è sempre stata zona sismica,

così come il resto d’Italia, Sardegna a parte. Pensare che il terremoto possa esse-re causa dell’uomo rischia di farci perdere di vista il fatto che dobbiamo impa-rare a convivere con questa condizione, costruendo di conseguenza ed eseguen-

do una microzonazione sismica particolareggiata del territorio”. Ma allora, ha chiesto qualcuno, come mai il sismografo collocato a Novi ha registrato ma-gnitudo più alte di quelle ufficiali? “Perché era più vicino all’epicentro, mentre la magnitudo generale si calcola attraverso una media dei dati delle rileva-zioni di diversi apparecchi presenti su un’area di terri-torio molto più vasta. Vorrei rassicurare tutti, questo non è un terremoto anomalo. Purtroppo in questo caso i tempi lunghi tra una scossa e l’altra hanno fatto sì che la natura ci aiutasse a dimen-ticare, ma è anche vero che il terremoto di Correggio del 1996 avrebbe dovuto far alzare le antenne alle istituzioni”. Secondo il geologo ci sono due cose importanti da fare: mettere in sicurezza i centri decisionali e prepararsi tra-mite esercitazioni. “Muni-cipi, scuole, commissariati, ospedali, tutti questi edifici devono essere antisismici, perché in caso di scosse è proprio a questi centri che le persone si rivolgono per ricevere aiuto. In seconda battuta mi sono accorto che i nostri ragazzi hanno saputo reagire meglio al trauma. Questo perché a scuola si fanno periodica-mente, da anni, esercitazio-ni per l’evacuazione in caso di emergenza. Dovremmo iniziare a farle anche noi adulti”.

Marcello Marchesini

Daniele Brunelli

Il volto della città di Carpi è cambiato. Ci sono ovunque alte gru

al lavoro per puntellare o demolire le torrette e le altane delle ville storiche: le scosse hanno provocato un movimento rotatorio della sommità rispetto alla base, si sono ‘svitate’ come il tappo di un tubo di crema.E’ il caso della torretta della neogotica Villa Richeldi, oggi sede di un prestigioso hotel, all’angolo tra via Be-rengario e via Guido Fassi, di fronte a San Nicolò.Il 9 giugno scorso era stata messa in sicurezza perché pericolante, ma nella giornata del 3 luglio sono iniziate le operazioni di demolizione, con grande rammarico dei proprietari la cui attività proseguirà comunque nel corpo centra-le della villa.Nel 1943 Villa Richeldi era sede di un comando tedesco e ospitava anche quei mili-tari ausiliari che la popola-zione definiva ‘mongoli’ per

i tratti orientali: originari del Turkestan, erano partico-larmente rozzi e sempre ubriachi durante i com-battimentiVilla Richeldi ha resistito alla

devastione della seconda guerra mondiale ma non ha retto al terremoto.

il volto della città di carpi è cambiato. ci sono ovunque alte gru al lavoro per puntellare o demolire le torrette e le altane delle ville storiche

villa richeldi: si demolisce la torre

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rocco cosentino è il direttore della croce rossa italiana che, dal 3 giugno scorso, è a carpi per gestire la cucina del campo basilicata allestito nel piazzale delle piscine. dopo le polemiche sollevate la scorsa settimana da alcuni ospiti, circa la scarsa varietà del cibo preparato, lo abbiamo incontrato per far luce sulle criticità emerse

“ora al campo le cose sono migliorate”V

iene da Roma, Roc-co Cosentino, il di-rettore 46enne della

Croce Rossa Italiana che, dal 3 giugno scorso, è a Carpi per gestire la cuci-na del Campo Basilicata allestito nel Piazzale delle Piscine. Dopo le polemi-che sollevate la scorsa settimana da alcuni ospiti del campo, circa la scarsa varietà del cibo prepara-to, lo abbiamo incontrato per far luce sulle criticità emerse.il primo nodo riguarda l’approvvigionamen-to delle materie prime. molti lamentano il fatto che la cri respinga aiuti materiali provenienti da cittadini solidali. perchè non accettate cibo o ve-stiario?“Dobbiamo rispettare delle normative ben precise. La tracciabilità dei viveri è fondamentale per garan-tire le migliori condizioni igienico - sanitarie all’in-terno del campo. Grandi agglomerati di persone, soprattutto a fronte delle temperature di questi gior-ni, sono potenziali focolai di malattie. E’ perciò di vitale importanza seguire ogni regola per assicurare la massima igiene. Per tale motivo non accettiamo cibo di cui non possiamo conoscere nel dettaglio l’origine o vestiti usati”.il campo Basilicata conta ad oggi (2 luglio) 420 per-sone. solo il 20% degli ospiti è italiano e que-sto ha creato numerosi malumori, soprattutto i primi giorni. Quali le cri-ticità maggiori dal punto di vista della cucina?“All’interno del campo vi è una folta comunità musul-mana. Per rispondere alle loro esigenze, in mensa viene servita solo carne macellata Halal e, natu-

ralmente, il maiale è stato bandito”.alcuni ospiti italiani del campo denunciano la scarsa varietà delle pietanze preparate. come commenta? “Dopo alcuni problemi iniziali, legati alla contin-genza dell’emergenza, ora le cose sono nettamente

migliorate. Il Comune di Carpi ha ora individuato la Ego Tre slr di Venezia (azienda di dimensioni internazionali che opera da più di 15 anni nel settore delle forniture navali e vanta esperienze di rilievo anche nelle forniture di campi militari delle nostre Forze Armate) come part-

ner per gli approvvigiona-menti. Tale operazione ci consente di avere dai 3 ai 4 rifornimenti alla settimana e ciò comporta maggiore varietà di materie prime. Per noi infatti stivare la merce è problematico: ricordiamo che questo è un campo e che, nonostante, le varie celle alimenta-te con luce e gasolio, lo spazio è risicato. A giorni monteremo poi un’altra tensostruttura, simile a quella della mensa, per creare un ulteriore spazio da dedicare allo stoccaggio della merce”.Quanti pasti preparate giornalmente? e quanti sono gli operatori presenti?“Circa 3mila pasti: di cui una parte è destinata agli ospiti del campo e in parte al resto della popolazione bisognosa. I pasti da aspor-to vengono rigorosamente distribuiti in vaschette monouso per garantire la massima igiene. Gli operatori, provenienti da

ogni parte d’Italia, sono 40 e si alternano ogni 10-15 giorni”.assumere molta acqua con queste temperature è vitale per mantenere un buono stato di salute. e’ vero che l’acqua viene razionata?“Assolutamente no. Ov-viamente l’acqua fredda in bottiglia viene distribuita in alcuni momenti precisi della giornata poiché prele-vata poco prima dalle celle frigorifere ma, e ci tengo a sottolinearlo, per averne altra basta venire in cucina. Noi siamo a disposizione senza alcuna preclusione.

scriverebbe le condizio-ni igieniche del campo? alcuni carpigiani hanno definito i bagni “inde-centi”...“Al campo convivono cul-ture diverse con usi com-pletamente differenti dai nostri e questo, soprattutto all’inizio, ha comportato screzi e malumori. Ora stiamo installando in tutti i bagni dei tubi di gomma grazie ai quali ci si potrà lavare le parti intime senza ricorrere ad altri espe-dienti (ndr bottigliette) che venivano poi gettati a terra. Ogni settimana poi, il campo viene derattizzato e disinfestato onde evita-re il proliferare di topi e insetti dannosi. Noi stiamo davvero facendo del nostro meglio”.la tenda che ospita la mensa, nelle ore più calde, pranzo compreso, diventa un forno. ave-te pensato di adottare qualche accorgimento in più?“La tenda, pur essendo do-tata di quattro bocchettoni per rinfrescare l’aria, nelle ore più calde e a fronte dei numerosi astanti, diventa molto calda. Abbiamo ri-chiesto dei ventilatori con nebulizzatori per cercare di dare un poco di sollievo”. lei ha già prestato la sua opera anche in occasio-ne di altre emergenze, aquila compresa. Quan-do pensa verranno smo-bilitate le tende?

Siamo uomini della Croce Rossa e, in quanto tali, pronti ad aiutare tutti, sen-za limiti e senza remore”.al momento come de-

“Purtroppo credo vi reste-ranno ancora per molto. Ad oggi sono 2.836 le persone sfollate a Carpi, mentre sono 945 le richie-ste pervenute al Coc per la richiesta di sistemazione autonoma con contributo. Restano un migliaio di per-sone che dovranno essere assistite”.E sono gli stranieri, privi di una rete parentale o amica-le in grado di sostenerli. E, ancora, le categorie sociali maggiormente svantag-giate, i fragili... Di fronte a noi, l’orizzonte è tutt’altro che roseo.

Jessica Bianchi

Rocco Cosentino e Claudia Ferrari presidente del comitato carpigiano della Cri

La preparazione dei pasti da asporto

La linea self service per gli ospiti del campo La tenda adibita a mensa

Il nuovo cuoco siciliano

I bocchettoni dell’aria della mensa

Bagni

ospedale

la provincia di roma dona un centro per dializzati a carpi

una tenda gonfiabile di circa 100 metri quadrati, completa di

illuminazione e di condiziona-mento insieme a un gazebo di circa 10 metri quadrati: sono queste le attrezzature che la provincia di roma ha consegnato il 4 luglio a Carpi, alle popolazioni colpite dal terremoto per affrontare l’emergenza e che divente-ranno un centro per dializzati. La tenda è stata collocata nel piazzale antistante l’Ospedale, consentendo di risolvere il problema degli spostamenti di chi ha bisogno di cure quotidiane. Accanto alla struttura è stato siste-

mato anche il gazebo con funzione di ufficio. L’intera operazione è stata realizzata grazie alla disponibilità di 18 volontari di sei associazioni della Provincia di Roma, che saranno coordinati da due funzionari della Protezione civile provinciale. Il loro lavoro rientra tra gli impegni previsti dal protocollo di gemellaggio

che i presidenti delle Province di Roma e Modena, nicola Zingaretti ed emilio sabat-tini, hanno sottoscritto per la gestione dell’emergenza in Emilia e per promuovere progetti e iniziative destinate in modo particolare al rilancio delle attività commerciali delle piccole e medie imprese del territorio.

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sono ancora in corso a carpi i controlli sul patrimonio storico e monumentale di proprietà del comune, per verificare i danni causati dai due eventi sismici del 20 e 29 maggio ma il quadro, seppur parziale, non è certamente roseo

il nostro patrimonio monumentale è feritos

ono ancora in corso i controlli sul pa-trimonio storico e

monumentale di proprietà del Comune di Carpi, per verificare i danni causati dal terremoto ma il quadro, seppur parziale, non è certa-mente roseo.palazzo pioPalazzo Pio presenta due elementi principali di criticità. La sommità della Torre del Passerino, dalla quale si sono staccati due merli, ha lesioni alle strut-ture murarie; il cupolino della Torre dell’Orologio ha subito uno spostamento dei pilastrini che sorreggono l’intera struttura. In entram-bi i casi si prevede la messa in sicurezza delle parti danneggiate e pericolose, che determinano l’attuale chiusura di buona parte dell’area di piazza Martiri. Internamente al Palazzo e più precisamente nell’area dei Musei di Palazzo dei Pio, a un primo sopralluogo non sono visibili lesioni che abbiano intaccato in modo grave la struttura portante del complesso. Indagini più accurate motiveranno interventi di restauro e consolidamento: nessun danno agli intonaci dipinti degli appartamenti rinasci-mentali e alle opere d’arte della Collezione civica. Le aree a piano terra (Cortile d’onore, sala ex Poste, parte del Museo Monumento al Deportato) oltre all’Ap-partamento inferiore non hanno subito anch’esse per fortuna lesioni significative e saranno così riaperte al pubblico in occasione del Festival Filosofia del pros-simo settembre. La porzio-ne della Rocca Vecchia che ospita l’Archivio Storico comunale e il Centro di Ricerca etnografico e la zona a nord del Castello dei ragazzi (Biblioteca) risul-tano invece agibili e hanno riaperto – pur con parziali limitazioni di spazi e ser-vizi – nei giorni scorsi. Qui saranno temporaneamente collocati anche gli uffici dei Musei di Palazzo dei Pio (presso il Centro di Ricerca etnografico), in attesa degli interventi previsti. I Mu-sei rimarranno comunque chiusi al pubblico fino alla realizzazione degli inter-venti di ripristino.Situazione di totale ina-gibilità presenta invece il Torrione degli Spagnoli, di proprietà dello Stato, unica parte del complesso di Palazzo dei Pio ancora non restaurata. Gli eventi si-smici hanno determinato il cedimento, con la caduta di

alcuni pinnacoli, di parte del coronamento del cornicio-ne, dove, oltre agli elementi emergenti lesionati, altri sono stati precauzionalmen-te rimossi per l’incolumità delle persone. La struttura muraria risulta danneggiata, attraversata da lesioni già presenti precedentemente che si sono ampliate e che hanno in parte ridotto la capacità di resistenza del manufatto. Sono previste opere provvisionali di pri-mo intervento per la messa in sicurezza delle parti che sembrano più a rischio: si procederà con la chiusura di parte delle aperture di coro-namento del sottotetto e con altre opere di ritegno alla muratura esterna e di quella di sostegno del tetto.teatro comunaleIl Teatro Comunale risulta parzialmente inagibile a causa del sisma del 20 mag-gio scorso, quando ha cedu-to una parte della copertura (per la rottura di una trave secondaria) senza danneg-giare comunque la platea. Non sono stati rilevati dalle indagini eseguite ulteriori particolari aggravamenti delle lesioni a seguito del si-sma del 29 maggio. Bisogna prioritariamente intervenire su tutta la copertura in coppi che, per il generale movi-mento tellurico non assolve più alla propria funzione di tenuta all’acqua: eventua-li diffuse percolazioni di acqua piovana potrebbero danneggiare in modo grave la grande volta affrescata che copre la platea.tempio san nicolòIl Tempio di San Nicolò

risulta inagibile dal 20 maggio scorso, data del primo sisma. Sono presenti lesioni (che si sono ampliate con i movimenti tellurici del 29) maggio al tiburio, ai campanili e all’abside centrale. Sono già state attivate le opere di primo intervento per la messa in sicurezza della chiesa, al fine di evitare i crolli di que-ste parti dell’edificio sacro, che rimarrà inagibile fin tanto che non saranno state

eseguite ulteriori verifiche e approfondimenti su altri cedimenti avvenuti in forma minore ma diffusi all’inter-no del fabbricato.campo di concentramen-to di FossoliCon ordinanza del 9 giugno scorso è stato poi dichiarato inagibile anche l’ex Campo di concentramento di Fos-soli, dove è stata danneggia-ta la Baracca ristrutturata e sono crollate numerose altre baracche, già in stato di

precaria condizione.castelvecchioCastelvecchio, che ospita la scuola primaria Man-fredo Fanti e la succursale della secondaria di 1° grado Alberto Pio, è agibile solamente al piano terra. Nessun danno alle strutture portanti, ma sono presenti diffuse lesioni a tramezze e distacchi di intonaco da un soffitto nell’ala nord: un generale smottamento delle tegole a canale ha reso il tet-

to non in grado di resistere agli agenti atmosferici.Biblioteca e sinagogaNessuna lesione significa-tiva per la Biblioteca Loria, che è stata riaperta al pub-blico il 21 giugno scorso, e per gli ambienti dell’ex Si-nagoga di via Rovighi, dove sono già rientrati al lavoro gli operatori della Fonda-zione ex Campo Fossoli, a esclusione della Sinagoga vecchia nel sottotetto (dove è avvenuto il crollo di una porzione del soffitto in arel-le e gesso).convento di san roccoL’antico convento di San Rocco, che ospita l’Isti-tuto di Alti studi musicali Tonelli-Vecchi e gli uffici dell’assessorato alle Politi-che culturali è parzialmente inagibile nell’ala est e in una porzione del Cortile, per il rischio indotto da un possibile crollo del campa-nile sul tetto tra il convento e l’annessa chiesa. Presso l’antico convento saranno temporaneamente collocati anche gli uffici del Teatro comunale.sagra e torre Infine la Torre della Sagra, uno dei più antichi edifici di Carpi, costruito tra il 1217 e il 1231, riaperta al pubblico dopo i restauri nel settembre 2011, non ha avuto alcuna lesione, congiuntamente alla Pieve romanica che si trova a fianco e che ha retto al sisma senza mostrare criticità evidenti.

Torrione degli Spagnoli e sotto un dettaglio della

Torre del Passerino

alessia ferrari

“il teatro comunale è una priorità”e’ malconcio il nostro teatro ma, nono-stante ad oggi sia

parzialmente inagibile, il nostro gioiello tornerà a splendere. Parola di alessia Ferrari, assesso-re alle Politiche Culturali del Comune di Carpi. “Al momento si sta facendo la conta dei danni e sulla base dell’intervento che dovrà essere messo in campo decideremo quale strada intraprendere”. Al vaglio degli ammini-stratori infatti vi sono varie opzioni. “Ovvia-mente la stagione tea-trale classica a ottobre non partirà ma stiamo valutando varie soluzioni: ovvero se optare per un teatro tenda in attesa della fine dei cantieri o per una riapertura, in tempi ragionevolmente brevi, del teatro stesso”. Tutto è ancora in divenire ma, assicura, Ferrari, “il Comunale è una delle nostre priorità. Appena conosceremo l’entità dei danni e i tempi per la rimessa in sicurezza dello stabile, decideremo come muoverci. Pian piano ci rimetteremo in piedi”.

J.B.

Rottura di una trave e cedimento della copertura

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tra i gioielli danneggiati dal sisma anche la quattrocentesca residenza estiva dei pio di sant’antonio in mercadello. giuliano gasparini casari, la cui famiglia abita le stanze affrescate della maestosa dimora sin dal 1857, chiede un intervento urgente

un grido d’aiuto

Con il trascorrere dei giorni, la reale entità dei danni al patrimonio

storico artistico si svela sem-pre più in tutta la sua entità. Le scosse non si sono limitate a danneggiare chiese e campanili: tra i gioielli in pericolo anche la quattrocentesca residenza estiva dei Pio di S. Antonio in Mer-cadello. E Giuliano Gasparini Casari, la cui famiglia abita le stanze affrescate della maestosa dimora sin dal 1857, lancia un grido d’aiuto. “Sono venti giorni che abbiamo chiesto, attraver-so un sollecito protocollato in Comune, l’intervento urgente dei tecnici. Con la seconda forte scossa di martedì 29 sono crollate le quattro torri, e il corpo centrale è parzialmente distrutto. Da settimane vivo in una roulotte nel parco della magione insieme a mia moglie, la famiglia di mio cugino e un vicino che abbiamo ospitato. Nel pomeriggio di venerdì 22 sono venute quattro persone, due del Comune e due della Regione, ma quanto tempo è passato! La mia preoccupazione è che, date le premesse, prima di poter inter-venire si farà in tempo a invec-chiare. Se fosse per gli aiuti che abbiamo ricevuto, potrei anche essere morto sotto le macerie e nessuno lo saprebbe”. Secondo una prima valutazione, per ripri-stinare l’edificio dagli ingenti danni subiti occorrerebbero 2,5 milioni di euro. L’architetto Alice Cavazza spiega come il

palazzo sia tra i beni tutelati dal Comune per l’interesse storico-artistico e come, ironia della sorte, soltanto qualche settima-na prima del sisma si stessero completando le procedure per farlo inserire tra i beni tutelati dalla Sovrintendenza. “Già nel 1986 la Sovrintendenza inviò una lettera al Comune di Novi nella quale chiedeva di vincolare il palazzo, poi non se ne fece più nulla. Adesso la priorità è che ci dicano al più presto se lo stabile è agibile o meno, perché ancora non lo sappiamo”. Ed è proprio il fatto di dover restare in que-sto limbo, insieme alla visione della sua amata abitazione in rovina, a gettare nella dispera-zione il signor Giuliano. “Sono nato qui 67 anni fa e speravo che qui sarei morto, ma ora non so proprio cosa succederà. Spero che questo appello sia utile a smuovere le cose”. Il palazzo, tra i beni di interesse storico più antichi di tutto il Comune di Novi, comprende anche una chiesa del 1600, e anche nel grande parco che lo circonda si trovano alcune piante secolari che fanno parte del patrimonio arboreo comunale. “Chiediamo che il Comune intervenga con mezzi idonei per mettere al ri-paro dalle intemperie almeno la parte centrale del palazzo, così come ci è stato raccomandato anche da un ingegnere dei Vigili del Fuoco venuto dopo le prime scosse”.

Marcello Marchesini

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i volontari del centro sociale guerzoni in prima linea per sfamare i vigili del fuoco e gli agenti della polizia locale di milano accorsi in città per prestare il proprio aiuto alle zone terremotate

una grande famigliaC

’è Giuseppe Cattini, che ti accoglie con un sorriso grande

così e, senza stare mai fermo, senza smettere mai di chiedere se hai bisogno di qualcosa, trova anche il tempo per sparare battute a raffica, mentre ti accom-pagna al tavolo, una mano sulla spalla e mille pensieri che gli frullano in testa con-temporaneamente. Ci sono Piero e Savino, due giovani volontari pugliesi dell’As-sociazione Amica, che raccontano di essere felicis-simi di poter dare una mano perché “questa bella gente ci ha fatto veramente respi-rare aria di casa”. Ci sono Elis e Franca, ‘le veterane’ del circolo, qui da quando è nato che, con fare materno, accolgono gli ospiti e, come tutte le mamme italiane che si rispettano, per i propri ospiti non hanno che lodi. “Sono splendidi, il primo giorno addirittura volevano aiutarci a servire e sparecchiare portando i piatti in cucina. Quello che facciamo è il nostro modo di ringraziare questi ange-li”. C’è Sergio, che con il suo corpo segaligno riesce, non si sa come, ad apparire ovunque per domandarti, mentre stai mangiando, se vuoi ancora qualcosa e, soprattutto, sorprendendosi un po’ se non si assapora un

bel bicchiere di Lambrusco. Poi ci sono loro, le centi-naia di Vigili del Fuoco e agenti di Polizia locale di Milano che, ogni giorno, dal lunedì alla domenica, arrivano qui al Centro sociale Guerzoni, al civico 1 di via Genova, per gustare il pranzo preparato loro dai volontari. “Oggi ci sono 124 coperti – spiega con fie-rezza Giuseppe – ma io non mando mai via nessuno. Questi ragazzi sono arri-vati da Livorno, Grosseto, Camaiore, Varese, Torino, Cuneo, Brescia, Bergamo, Venezia. Insomma qui ci è passata tutta Italia. Fino ad oggi, dal 7 giugno, abbia-mo preparato 2mila pasti e un gruppo da Ferrara ci ha persino portato la salama da sugo”... Ovviamente nes-suno degli ospiti della tren-tina di volontari deve sbor-sare un euro. “Gli facciamo tutta roba genuina, garantita e fatta in casa – spiega uno dei cuochi con una certa fierezza molto emilia-na – si va dalle lasagne, molto gradite dai Vigili del Fuoco di Salerno e dell’Al-to Adige, le pappardelle

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I volontari

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nonostante il sisma sono numerosi i momenti aggregativi e culturali programmati in centro e nelle frazioni, per grandi e piccini, praticamente tutti a ingresso gratuito

lacarpiestate ci saràQuella del 2012 sarà

un’estate diversa dalle altre per la Cor-

te dei Pio ma non mancherà la consueta programmazione cu-rata dall’Assessorato alle Po-litiche culturali. Nonostante il sisma sono numerosi i mo-menti aggregativi e culturali programmati in centro e nelle frazioni, per grandi e piccini, praticamente tutti a ingresso gratuito: perché Carpi è viva e qualche ora di svago può essere di sollievo per chi ha sofferto per il sisma e per chi vuole riappropriarsi del centro storico della città. “Fare vive-re Carpi, creare momenti di incontro e socializzazione at-traverso occasioni ricreative, aggregative e culturali: que-sta la filosofia di base de La-CarpiEstate, e che mai come quest’anno sarà una manife-stazione costruita con e per la nostra città”, ha spiegato l’as-sessore alle Politiche culturali e giovanili Alessia Ferrari. Per gli amanti del cinema dal

10 luglio torna ogni sera alle 21.30 fino al 15 agosto (ma non nel chiostro di San Rocco bensì nell’area antistadio del

Cabassi, con ingresso da via Ugo da Carpi 27) la rassegna Tenera è la notte, a cura del Cinema Ariston di San Ma-rino in collaborazione con il circolo cinematografico Ni-ckelodeon. Anche nel 2012 verrà riproposta nelle frazioni Così lontano così vicino, ciclo di appuntamenti sostenuto da Sinergas e Goldoni tra musi-ca, letture, spettacoli. Confer-mati anche gli appuntamenti serali con Lugliodivino nelle Cantine vinicole di Carpi. Torneranno le serate de La dama della torre anche se in Piazza Martiri, di fronte al Teatro Comunale: fino al 31 agosto tutti i giovedì e i venerdì dalle 21.30 alle 24 Arci e Ludoteca del Castello dei ragazzi proporranno un

luogo d’incontro per ragazzi e adulti con una vasta scelta di giochi di società, tanti libri ed esperti animatori. Non vanno dimenticati poi gli spettacoli in Piazza Garibaldi, il corso pratico di meditazione che animerà i Giardini della Pre-tura, i laboratori per bambini in Piazza Martiri. Musica e parole saranno poi protago-niste in Piazza Garibaldi e in Piazzale Re Astolfo: il 20 luglio si svolgerà lo spetta-colo Mo pensa te Live show con Andrea Barbi, mentre il 30 luglio si esibirà il pianista Stefano Bollani: il concerto è a pagamento (10 euro) per raccogliere fondi per il restau-ro del Teatro Comunale. Nei mesi di luglio e agosto in giro per le vie della città sarà possi-

bile poi vedere un ludobus con animatori che coinvolgeranno i più piccoli, un’iniziativa resa possibile grazie all’associa-zione Ali per giocare. “Ritornare ad avere una Piazza Martiri e un centro storico frequentato quanto prima – afferma dal canto suo l’assessore al Centro storico e al Commercio, Simone Morelli - è l’obiettivo prin-cipale. Ma affinché il cuore della città continui a essere quel consolidato punto di ri-ferimento, anche commercia-le, per carpigiani e non solo, nessuno sforzo va lesinato: il lavoro comune svolto da di-versi soggetti per approntare il cartellone de LaCarpiEstate, anche se forzatamente ridotto, va in questa direzione”.

Stefano Bollani

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all’emiliana, gnocco fritto, insomma avete capito”. Sì, in effetti basta ascoltare in sala le centinaia di risate e gli accenti più diversi per comprendere come il buon cuore delle nostre genti non è soltanto un modo di dire o una comoda leggenda. I ‘ragazzi’ del Guerzoni sono riusciti, da soli, nell’impre-sa più grande: far sentire chi è venuto ad aiutare i terremotati a casa propria, accolto con affetto, cura e cameratismo. Tanto che Giuseppe, mentre indossa con orgoglio una maglia dei pompieri, donatagli da una delle squadre per ricono-scenza, ribadisce: “qui andremo avanti finché ce ne sarà bisogno”. Anche Lucio Napoli, Vigile del Fuoco di Perugia, conferma: “trovare situazioni come questa a noi fa estremamente pia-cere, perché ci aiutano ad alternare a momenti molto intensi e faticosi di lavoro altri di serenità e tranquil-lità”. La cosa più bella di questo pranzo trascorso insieme alla grande fami-glia del Guerzoni? Vede-re Giuseppe Cattini che traduce, per un Vigile del Fuoco del Sud Italia, una strofa del poeta dialettale Loris Guerzoni incisa su di una targa. Come dire: noi emiliani non ci acconten-

tiamo di farli ingrassare, vogliamo persino insegnar-gli il dialetto.

Marcello Marchesini

i cimiteri di carpi e frazioni

numerosi i danni

nel cimitero di Carpi sono state riscontrate lesioni nei porticati

del Cimitero Monumentale, a livello di arcate, catene e nella zona dell’ingresso di Viale dei Cipressi (dove sono già state re-alizzate opere di puntellamen-to), slittamento di parti delle coperture, danni a intonaci in-terni della Chiesa e a parti delle decorazioni esterne. Dopo tre giorni dal sisma, si è provveduto a riprendere le sepolture, (tu-mulazioni nel reparto del nuovo ampliamento anni 1999/2000 e inumazioni nel campo n° 5 del Cimitero Monumentale) de-finendo specifici percorsi per i cortei dei funerali e ponendo una limitazione della presenza di partecipanti (massimo 10) per ragioni di sicurezza.I Cimiteri di Cortile e Fossoli sono stati chiusi a causa del-la gravità dei danni riportati (parziali crolli dei porticati e lesioni importanti alle strut-ture delle Cappelle interne ai Cimiteri). Inoltre in entrambi i casi la viabilità di accesso ri-sulta interdetta per lo stato in cui versano le Chiese poste in prossimità dei Cimiteri (Fossoli parzialmente crollata e Cortile inagibile per rischio crolli). Per tutte due le strutture è neces-sario prevedere chiusure per lunghi periodi.I Cimiteri di Gargallo, Santa Croce, Migliarina, Budrione, San Marino e San Martino Secchia sono stati dichiarati inagibili. In tutte queste strut-ture si sono riscontrati problemi di stabilità degli intonaci, con la conseguente necessità di ve-rificare in quota lo stato delle opere a corredo delle facciate delle Cappelle interne e gli spostamenti delle coperture (slittamento delle tegole).In tutti i Cimiteri lo stato delle lapidi è precario e molte pre-sentano situazioni di instabilità; si tratta di un numero eleva-to di manufatti (circa 5.000), per molti dei quali occorrerà procedere alla messa in sicu-rezza mediante l’installazione di ganci. Salvo imprevisti, se-neca prevede di completare le opere entro il mese di luglio, per poi procedere al definiti-vo controllo, unitamente agli Uffici Tecnici del Comune, e se sussisteranno le condizio-ni, consentire la riapertura ai visitatori. Per il cimitero di Carpi è in corso una valutazione sul-le opere necessarie per poter procedere all’utilizzo, ai soli fini delle sepolture, di un consisten-te reparto del Cimitero al fine di recuperare la disponibilità di loculi e garantire le sepol-ture per un lungo periodo. I lavori relativi, salvo imprevisti, potranno essere conclusi entro il mese di luglio.

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sono 3.633 le persone interessate a carpi da un’ordinanza di inagibilità della propria unità abitativa.diverse famiglie (in tutto 647 persone finora) hanno avuto la possibilità di rientrare a casa dopo aver effettuato lavori di ristrutturazione e ripristino delle condizioni di sicurezza nella loro unità abitativa.

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sono 3.633 le persone interessate a carpi da un’ordinanza di inagibilità della propria unità abitativa.diverse famiglie (in tutto 647 persone finora) hanno avuto la possibilità di rientrare a casa dopo aver effettuato lavori di ristrutturazione e ripristino delle condizioni di sicurezza nella loro unità abitativa.

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“una questione etica, non solo economica”

l’INTerVeNTO dI NICOlA mArINO, dIreTTOre dell’UFFICIO dIOCesANO per lA pAsTOrAle del lAVOrO

“Chi è nel mondo dell’eco-nomia non lasci sola que-sta popolazione”. Così

monsignor Francesco cavina si è espresso in relazione alla gravissima situazione economi-ca determinata dal terremoto. Difendere l’economia di un ter-ritorio è difendere la vita stessa delle persone, lo sviluppo socia-le della comunità, la possibilità di realizzare il bene comune. Con questa convinzione l’uffi-cio diocesano per la pastora-

misure straordinarie, da parte dello Stato, per sostenere il ri-pristino della normalità. E’ una questione economica ed etica allo stesso tempo: economica, in quanto un’Emilia incapace di produrre sarebbe un danno importante per le stesse casse del Paese; ma è soprattutto un imperativo etico sostenere in modo solidale la popolazione e aiutarla a ripartire. Da anni

la Diocesi di Carpi richiama all’importanza dei valori etici nel lavoro: nello schierarsi contro le delocalizzazioni, nella necessità di un lavoro e di imprese che siano attenti al bene di tutta la comunità, nel richiedere a tutti gli attori senso di responsabilità. Abbiamo fatto appello non solo alla buona volontà, ma anche alla ragione, dimostrando che responsabilità sociale, radica-mento nella comunità, valoriz-zazione delle persone non sono

solo belle parole ma, se pratica-te, portano un valore aggiunto di ricchezza economica, oltre che benessere sociale. Ora, an-cora di più, dobbiamo puntare su questi valori. E, con noi, lo devono fare le istituzioni e il governo con adeguati e rapidi interventi, credendo e investen-do sulla nostra gente.

cara amica Rosa, sicuramente ci conosciamo ma in

questo momento non rie-sco a capire chi sei, dovrei vederti, comunque volevo rispondere alla tua presa di posizione piuttosto netta e ben descritta.Purtroppo non sei la prima a lamen-tarsi del trattamento della Protezione Civile. Posso dirti invece che qui a Fossoli le cose funzionano meglio e, pur con qualche

I leTTOrI CI sCrIVONO

le del lavoro si schiera a fianco delle istituzioni e delle diverse associazioni di categoria che in questi giorni chiedono alla politica nazionale interventi di carattere fiscale per permettere al tessuto economico locale di trovare una boccata di ossigeno e qualche risorsa per ripartire. Idee come la no tax area, il rinvio del pagamento dell’Iva, l’acces-so a prestiti a tasso zero per

imprese e tutte le altre proposte che, in modo corale, sono state esposte in questi giorni, ci tro-vano assolutamente concordi, in quanto mirano, senza assi-stenzialismo, a lasciare risorse sul territorio per favorire così il mantenimento del lavoro, a partire dalla valorizzazione del-le singole imprese. Le imprese possono fare molto con le loro forze, ma non tutto: occorrono

la situazione al parco del due ponti è sfuggita di mano

a seguito alle diverse richieste telefoniche di intervento per

vigilare sul parco del quartie-re Due ponti avanzate da me e da altre persone residenti che si trovano a campeggiare (causa terremoto) in questo parco - nello specifico in via Terenzio 24 - e non avendo, ad oggi, avuto nessun inter-vento da parte della polizia municipale per verificare la situazione sul posto, sotto-pongo alla Redazione questa lettera.

Nel parco si verificano episodi di schiamazzi notturni fino a tarda ora e c’è non rispetto delle parti comuni dal mo-mento che si gioca a calcio tra le tende, con bambini molto piccoli e anziani seduti sulle panchine colpiti dalle pallonate. Inoltre si usano parti del parco come bagni pubblici. Ora, è chiaro che siamo tutti costretti a una convivenza all’aperto per la quale vige la regola della buona educazione e del buon senso, ma se questa regola

non viene più rispettata cosa dovrebbe fare il cittadino se non rivolgersi alle Forze dell’Ordine affinchè interven-gano per verificare cosa sta succedendo? Si sono infatti accesi i toni delle discussioni con ragazzi e genitori nel mo-mento in cui è stato chiesto loro di poter rispettare lo spa-zio comune poichè ci sono bambini piccoli e persone invalide e soprattutto perchè non è consentito giocare a calcio in un parco pubblico e disturbare la notte fino a

tarda ora. Queste persone hanno risposto e reagito in malo modo, esasperando i loro comportamenti per provocare il litigio, afferman-do che loro faranno quello che vogliono come e quando gli pare. Richiedo quindi nuovamente un intervento dal momento che in data 28.06.12 è stata pubblicata la Comunicazione del Centro Operativo Comunale in cui si invita al rispetto delle aree comuni dove sono presenti le tende. Alla mia richiesta

telefonica del 28.06.12 ore 17:00 è stato risposto dalla persona che ha preso la tele-fonata al comando dei vigili che se la Polizia Municipale deve intervenire per ripren-dere queste persone e non permettere loro di sballonare e schiamazzare, allora deve intervenire anche per fare togliere le tende perchè non si potrebbe campeggiare nel parco. Nella comunicazione emanata dal comune, viene però specificato che in via straordinaria gli assembra-menti sono ancora autoriz-zati. E’ corretto? E siccome

non ho avuto modo di farlo presente alla persona con cui parlavo al telefono perchè ha chiuso la comunicazione, vorrei gentilmente sapere se la richiesta di un cittadino alla propria Polizia Municipale può essere ascoltata. Siamo tutti in una situazione di emergenza e convivenza co-stretta e, proprio per questo, ritengo che si debba poter contare sul servizio di vigi-lanza pubblica. Purtroppo, dal 29.05.12 questa richiesta non è mai stata presa in considerazione.

sara

“non so dove siano finite l’emilia e le istituzioni”difficoltà, la convivenza con persone di altra fede non è così conflittuale. Come dicevi il nostro campo è autogestito e lo dirigono alcuni ragazzi volontari che vengono un po’ da tutta Italia e con il loro modo di essere sono riusciti a far funzionare il campo in modo abbastan-za corretto. Sto parlando del campo allestito presso

il campo sportivo di Fosso-li: qui abbiamo a dispo-sizione anche le docce e i bagni e se escludiamo i primi giorni, sono accetta-bili. All’inizio pensavamo tutti di aver fatto la scelta sbagliata a non seguire quelli che dicevano di dirigerci presso i campi allestiti dalle varie associa-zioni, poi invece abbiamo capito di aver fatto la

scelta giusta. Certo la tua è una situazione comples-sa ed è difficile trovare una risposta. Purtroppo il ter-remoto ci ha privato della serenità e della sicurezza e ci ha catapultati fra quelli che hanno bisogno e qui sono uscite tutte le stortu-re della nostra Emilia. Non ci sono risposte, nessuno te le dà e tutti scaricano sugli altri responsabilità

quotidiane lasciandoci nel caos più totale. Noi, per nostra fortuna, abbiamo la casa agibile ma viviamo costantemente a contatto con persone che hanno più o meno i tuoi problemi e in più ci si mette anche la paura di una nuova scossa che non ti abbandona un attimo. Non so dire cosa stia succedendo e dove siano finite l’Emilia e le istituzioni; probabilmente, sotto i colpi dei musulmani

che sbracciano e sbraitano - e guai a toccarli - passe-remo per razzisti. Il fatto è che siamo meridionali anche noi e probabilmen-te siamo nati nell’epoca sbagliata: quando siamo venuti qui ci chiamavano terroni e ora se ci permet-tiamo di dire qualcosa a certi personaggi passiamo pure per razzisti. Che bella fregatura: razzisti e terroni.

un gruppo di fossolesi

“il mercato torni subito in piazza martiri”

altro che trasporti gratuiti...

tiom a bota

la tranquilite’ , l’ è cal lavorc’ an capiva s’as fos,

a ghiva ogni tant un quel dulor,na malatia, un colp ed tos

Mo dal vint ed mag in pina not la tranquilite’ l’è sparida, l’Umoun al sa’ desde’e po’ incora al veintnov eter du gran bot,al sa’ propria devaste’.

Ma la me ca’ che fin l’ ha fat?Al me lavor, am sembra ed gnir mat!Tut a un trat al mond l’e’ cambie’,da un brot sogn alla realte’.

Subit a som ste’ uni’,e tant volontari in parti’per gnires ad aiuter,vigili, pumper e militer,ma che breva gintai fan tut per nueter seinsa vler ninta.

Nueter emilian a son ginta tosta e dura,sas stom insem an ghe’ d’aver paura,an mulom maiper risolver i noster guai

e sa ghe’ da rifer na ca’, na scola, un uspidelai fom ancora piu’ bel.Tirom su al manghi alla risvolta,lavurom sod e tut al tornara’ come na volta.

Aiom tniu a bota alora,e atniom a bota incora

umberto lodi

il rispetto prima di tutto

uno spet-tro

s’aggira per Carpi: l’agonia del centro stori-co! Di fronte a questa morte annunciata, che tutti vedono, l’Ammini-strazione Comunale tarda ad assumere decisioni. Una di queste sarebbe il ritorno del mercato nel cuore della città. Infatti, il mercato ambulante e Piazza Martiri rappresentano un binomio tanto inscindibile che nell’ immaginario dei carpigia-ni non esiste l’uno senza l’altra. Se questo è evidente, perché gli amministratori non riportano nei tre quarti di piazza libera e nelle vie limitrofe il vivace e grande mercato del giovedì e del sabato? Si otterrebbero così due risultati: si lancerebbe un concreto messaggio di ritorno alla normalità, il che è molto importante e si ridarebbe ossigeno all’intero sistema commerciale del centro storico. I negozi del centro, infatti, soffrono, si sentono abban-donati e rischiano una chiu-sura di massa. Gran parte del commercio del centro da sempre vive in simbiosi col mercato e oggi bloccare a lungo questo rapporto può essere esiziale sia per il mer-cato, sia per il commercio.

Del re-sto gli spazi agi-bili in centro sono più

che sufficienti: la parte libera della piazza ha un’estensione enorme e, all’occorrenza, si potrebbero utilizzare via Mazzini, Alberto Pio e piazza Garibaldi, tutte pedonaliz-zate. Insomma è possibile assume-re decisioni che, nonostante il terremoto, riportino la si-tuazione quasi alla normalità. Certamente crea meno problemi trasferire il mercato al parcheggio delle piscine, come oggi avviene, e atten-dere quattro o cinque mesi finché la situazione non sarà stabilizzata. Ma amministrare non significa assicurarsi la tranquillità, né scegliere le soluzioni più facili, significa affrontare i problemi della comunità. In questo caso portare i cittadini a rianimare senza timore il centro storico significa indurre una perce-zione di normalità e anche cercare di salvare il commer-cio del cuore urbano. Credo che il sindaco non vorrà ignorare questo problema e darà una risposta.andrea De pietri, cittadino

di carpi ed ex assessore all’urbanistica del

comune di modena

chi scrive è una lettrice di Tempo. Chi scrive è carpigiana. Chi

scrive è cattolica. Per questi motivi mi sento di ringraziare l’autore o l’autrice del com-mento alla visita del Papa pubblicato a pagina 5 dello scorso numero del giornale. Fossero tutti così rispettosi i carpigiani! Non come quella

“persona” (le virgolette sono volute) che, in un luogo pubblico, dove si parlava del terremoto, a chi diceva “ ...... e poi sono crollate tutte le chiese” ha risposto, in perfetto carpigiano (che io traduco perchè non so scriverlo) “Quello è niente, è peccato che erano vuote” e questo mentre si era ancora

con tante scosse e si tremava anche solo al pensiero che potesse essere rimasto sotto anche solo un cane o un gatto. Si rimane senza parole e con la certezza che c’è tanta bontà in giro, ma c’è anche tanta tanta cattiveria assolutamente gratuita. Grazie ancora per i begli articoli sulla visita del Papa e cari saluti.

paola

egregio direttore,vivo sola, non posseg-go che una bicicletta

per spostarmi in città. Da un anno a questa parte, quando ho necessità di recarmi per visite mediche fuori Carpi, mi avvalgo del benemerito servizio dei volontari della croce Blu o di anziani in rete, sempre molto dispo-nibili, cortesi e premurosi. Mercoledì scorso avendo saputo che sia il Faro che la Croce Blu, erano impegnati, mi sono rivolta telefonica-mente per un appuntamento alla sede dell’auser di carpi, che da alcuni mesi si propone in maniera gratuita (così dice il volantino distribuito), per il trasporto di anziani e disabili, per visite me-diche o altro. Infatti avevo avuto tempo fa, l’occasione di utilizzare il loro servizio di traspor-to. Sarà stato il caldo, ma l’incarica-to che mi

ha risposto al telefono mi chiedeva chi io fossi e poi mi rispondeva in questo modo: “No signora, per lei non pos-siamo fare nulla, in quanto lei non ci paga mai la corsa; io sono un pensionato (?) e non intendo pagare il gasolio della macchina per lei”.Può immaginare signor Di-rettore, come ci sono rimasta male, e come mi sono sentita offesa e umiliata, ma soprat-tutto delusa dal comporta-mento di quest’uomo, che contraddice fra l’altro la pub-blicità dell’Auser e lo spirito del volontariato! Desidero precisare: non navigo nell’oro e gli assistenti sociali del

Comune conosco-no la mia situazio-ne; non è assolu-tamente vero che non ho mai pagato, quando ho il denaro,

pago tutti, potete chiede-re al Faro, alla Croce Blu e all’Auser stessa; ho sempre dato il mio piccolo contributo e, qualche volta, mi sono scusata dicendo che avrei pagato la volta successiva. Infine mi domando: è questa la maniera d’essere asso-ciazione di volontariato? E’ questo il modo di chiedere un contributo per il trasporto? Non penso proprio che sia lui a pagare per me il gasolio! Come si è permesso quel signore di rispondermi in quel modo al telefono? Sebbene lui, non mi abbia detto il suo nome, l’ho riconosciuto! Non vada in giro a propagandare, “trasporti gratuiti” e poi come si permette di umiliare le persone in questo modo?Fare del volontariato non è un obbligo, né un passatem-po; chi lo esercita se lo deve sentire dentro e si propone agli altri mettendoci gratuita-mente il suo tempo, la dedi-zione e l’impegno, non certo facendo discriminazioni.

Flavia

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L’Angolo di Cesare Pradellalezioni di cucina e di sala tra gli sfollati

moglia

pretty fashion outlet riapre coi saldi

pretty Fashion outlet di Moglia riapre i bat-tenti dopo gli avve-

nimenti sismici delle scorse settimane con una nuova veste, più sicura. Le collezio-ni, rigorosamente made in Italy, offrono proposte moda Primavera/Estate 2012 per donne dalle taglie regolari e quelle curvy. A partire dal 21 giugno, inizierà una vendita straordinaria che accompa-gnerà le acquirenti fino ai super saldi che inizieranno ufficialmente il 6 luglio con sconti fino al 70% su tutta la merce. Una parte del ricavato verrà devoluto all’associa-zione Biancaneve di mo-glia, a favore degli interventi successivi al terremoto.

lezioni di cucina e di sala tra gli… sfollati. Questa la singolare e

pregevole iniziativa della Scuola alberghiera Naza-reno di Carpi che da alcu-ne settimane fa svolgere ai propri allievi le lezioni non più all’interno dell’Isti-tuto di viale Peruzzi, ma sotto le tende del Campo della Protezione civile del Gruppo Lucania allestito nel piazzale delle piscine. “Una grande opportunità di crescita professionale e formativa dai risvolti umanitari e solidaristici – ha commentato il direttore della Scuola, Luca Fran-chini, affiancato dallo chef Fabio Zecchetti – che è stata accolta con entusia-smo dai nostri 30 ragazzi che si sono integrati in cu-cina e in sala a fianco degli addetti della Croce Rossa, che gestiscono la struttura dal punto di vista della preparazione dei pasti”.Il capo della struttura ricettiva della Cri, Rocco Cosentino, con un pas-sato di volontario in tante parti ‘calde’ del mondo, ha aggiunto: “noi abbiamo

l’incarico di preparare la colazione, il pranzo e la cena per i 400 ospiti del campo delle piscine ma prepariamo altri 1.500 pasti da asporto per gli sfollati delle tendopoli sparse nella Bassa e siamo stati lieti di poterci avva-lere della collaborazione generosa ed entusiasta di questi 30 allievi della Scuola alberghiera carpi-giana che sapevamo già essere una delle migliori

d’Italia”.“Invece di far svolgere le lezioni ai nostri allievi del primo anno all’interno dell’Istituto per fare termi-nare loro l’anno scolastico, bruscamente interrotto dal-le scosse di terremoto del 20 e 29 maggio, – continua Franchini - abbiamo pre-ferito dare il nostro con-tributo umanitario a chi ne ha davvero bisogno, come le centinaia di sfollati, e abbiamo messo a disposi-zione della Croce Rossa i nostri allievi di cucina e di sala. Gli studenti faticano nelle ore di scuola e di apprendimento del mestie-re ma, allo stesso tempo, sono lieti e orgogliosi di essere utili al prossimo in difficoltà, consapevoli di lavorare per una causa giusta, secondo gli inse-gnamenti del fondatore dell’Istituto Nazareno, don Ivo Silingardi”.Alla presentazione della singolare collaborazione Scuola alberghiera-Campo della Croce Rossa, era presente anche la presi-dente carpigiana della Cri, Claudia Ferrari.

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il concerto a favore delle popolazioni colpite dal terremoto organizzato da radio bruno al parco ferrari di modena ha permesso di raccogliere 150mila euro

in 40mila han tenuto botta!“

Vogliamo cantare an-cora”: questa l’esor-tazione lanciata tra gli

applausi da Paolo Belli in apertura del concerto a favo-re delle popolazioni colpite dal terremoto organizzato da Radio Bruno in colla-borazione con il Comune di Modena, martedì 3 luglio. Ben quarantamila, le persone che hanno gremito il Parco Ferrari di Modena per assistere a Teniamo botta, l’iniziativa finaliz-zata a raccogliere fondi per finanziare progetti mirati, con un’attenzione particola-re al mondo dell’infanzia e della scuola. Presenti anche alcuni sindaci dei Comuni dove si sono registrati i dan-ni maggiori. Uno spettacolo al quale hanno prontamente aderito molti artisti, da Emma a Francesco Renga, dagli Stadio ai Nomadi, da Dolcenera ai Modà. Sul palco, come già al Concer-to per l’Emilia allo Stadio Dall’Ara di Bologna, anche cinque ragazzi incontrati da Paolo Belli nelle tendo-poli dell’Emilia che hanno presentato il singolo Noi cantiamo ancora (com’é com’é): i proventi delle vendite del brano, dispo-nibile negli store digitali, saranno devoluti per la ricostruzione di una scuola materna a Medolla e per la realizzazione di spazi dedi-cati ai giovani e alla musica. L’evento modenese targato Radio Bruno ha permes-so di raccogliere 150mila euro, come ha annunciato il cantante-showman Belli in chiusura della maratona musicale di oltre 5 ore. Con una piccola parte dei fondi incassati finora grazie alle magliette Teniamo Botta ideate da Radio Bruno è già stato finanziato un primo progetto: il noleggio della tensostruttura che ospita 135 bambini delle scuole di Concordia, Fossa e Vallalta, in attesa da settimane di poter avere un centro estivo.

“grazie a tutti voi”

il colpo d’occhio di quelle mani alzate a perdi-ta d’occhio dal palco era impressionante. Fino laggiù, in fondo, a destra, a sinistra, uniti, vicini;

sorrisi e canzoni, musica ed energia. Commozione vera. Autentica. Come quella di Dolcenera: canta Ci vediamo a casa e ricorda chi la casa l’ha persa. E piange dietro il palco, passa qualche minuto prima che possa riprendersi e scendere per l’intervista in diretta radio. Kekko dei modà ha gli occhi lucidi davanti a tanto entusiasmo e rischia una lacrima anche paolo Belli, splendido conduttore della serata, quando saluta i ragazzi della zona rossa che cantano la sua Com’è com’è e torneranno a dormire nelle tende, in questa lunga attesa di risposte ufficiali. Francesco renga sale sul palco emozionatissimo, come emma che sbircia la folla prima di esibirsi e fuma nervosamente ripetendo: “che meraviglia”. marco mengoni arriva e compra subito 10 magliette: non male per uno che per essere lì ha anche posticipato di due giorni l’attesa vacanza negli States già prenotata da tempo. Il mercoledì mattina radio Bruno è tempestata da sms di persone felici di dire “io c’ero”, che si sono emozionate, divertite. E alessia scrive: “Noi sappiamo reagire alla negatività. Con la musica. Insieme. Ieri mi avete dato la forza di dire: teniamo botta”. Un ringra-ziamento va a Paolo Belli per la genuina disponibilità, a tutti gli artisti e i musicisti che si sono mossi senza alcun compenso pur di portare il loro contributo, ai sindaci che hanno voluto essere insieme a noi con le loro testimonianze, a tutti quelli che si sono impegnati affinchè tutti i dettagli rendessero unica questa serata. Ma il grazie più grande va al pubblico, bellissimo di tutte le età: grazie, davvero, a chi ha voglia di cantare ancora. Insieme a noi.

clarissa martinelli

Ph: Studio Image

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grande successo di pubblico a maranello per la serata di moda organizzata per raccogliere fondi da destinare alle famiglie terremotate della bassa

un sorriso per la bassaV

enerdì 22 giugno, in Piazza della Libertà, a Maranello, si è tenuto

l’apprezzatissimo evento di moda e spettacolo Maranello Fashion Night. Una prima per la città del Cavallino, conquistata dalle edizioni rivierasche di Beauti-ful Fashion Night, organizzate da Pd Video Production, del carpigiano Pasquale Vassallo e Visualgraf di Correggio con il patrocinio del Comune di Ma-ranello, il Consorzio Terra di Motori, Radio Stella, Radio Bruno, Confindustria, Lapam Carpi, DV8 Scuole Parrucchie-ri, Bottega del Cuoco e Mara-nello Caffè. Protagoniste della sfilata di moda pret a porter le più importanti e prestigiose griffe italiane del panorama nazionale e internazionale: Clips, Kartika, Impero Couture, Rosanna Alpi, Rosyemme, L’Officina - Chi-mica in movimento, La Gioja e tante altre. La manifestazio-ne, presentata dalla bellissima Antonella Mosetti ha visto in passerella anche Samantha De Grenet, testimonial d’eccezione per Impero Couture e Fabrizio Corona per il brand L’Officina. Applauditissimi dal numeroso pubblico presente. Ai lati della passerella, due magnifiche Ferra-ri, una di Formula 1 utilizzata dal

grande pilota Michele Alboreto e una Gran Turismo di Michael Schumacher. Un gradito spetta-colo, nello spettacolo!“In occasione della serata - ha commentato Vassallo - abbiamo organizzato una grande cena di gala per raccogliere fondi da destinare direttamente al movi-mento creato dalle famiglie terre-motate che hanno perduto la casa a Rovereto e nella Bassa. Il nome del progetto di raccolta fondi è Risolleviamo la Bassa - svegliarsi

con un sorriso patrocinato dal Comune di Maranello che ha la finalità di ricostruire abitazioni in bioedilizia più economiche e antisismiche, ridando così un’op-portunità di vita dignitosa alle fa-miglie costrette a vivere in tenda o nei container”. Presenti, tra gli astanti anche il sindaco di Mara-nello, Lucia Bursi, e il presidente del Consorzio terra dei motori, Ombretta Guerri. L’evento andrà in onda su 7 gold nazionale il 10 luglio, dalle 18 alle 19.

per i cani e i gatti inizia il periodo peggiore, caldo, abbandoni e terremoto. “il canile è agibile. speriamo solamente che il terremoto non sia l’ennesima scusa per liberarsi di un giochino che ci ha stancato”.

come stanno i nostri animali?I

l terremoto non ha sconvolto solo noi, rendendo impreve-dibili e piene di inquietudine

le nostre giornate, ma chi ha subito in maniera altrettanto pesante le conseguenze di questo terribile fenomeno naturale sono i nostri amici a 4 zampe. E’ chiaramente l’incolumità dei padroni il nostro primo pensiero, ma ora che lentamente stiamo tornando alla normalità, bisogna pensare anche a loro che soprat-tutto adesso rischiano di essere abbandonati e dimenticati. Il Canile comunale di Carpi, e il Gattile hanno fortunatamente retto. “Sinceramente pensavamo di aver subito maggiori danni – ci spiega Fabiola, volontaria al Canile - ma l’edificio è agibile, gli animali si sono spaventati ma non hanno perso energie e appetito. Purtroppo sembra che tante persone stiano approfittan-do della situazione: su 60 nuovi ospiti, solo 20 cani sono stati ri-presi dai propri padroni. Noi non offriamo un servizio da ostello, ma comprendendo la gravità del-la situazione abbiamo cercato di

dare una mano prendendoci cura di quei cani che non potevano essere tenuti in tenda. Speriamo solamente che il terremoto non sia l’ennesima scusa per liberarsi di un giochino che ha stancato”. E’ dunque chiaramente in aggua-to il tipico fenomeno dell’ab-bandono estivo che, affiancato alle problematiche legate al terremoto, potrebbe aumentare in maniera incisiva il numero di animali domestici indeside-rati. “Il problema principale è stato la mancanza di volontari

– ci racconta Jessica, anche lei volontaria al canile di Carpi - ma per fortuna gli aiuti, anche esterni, non sono mancati e con uno sforzo generale la situazione è stata affrontata nel migliore dei modi”. Ringraziamo dunque tut-ti i volontari che hanno dedicato tempo e fatica agli animali che in questo momento non poteva-no rimanere coi propri padroni, con la speranza che non venga-no dimenticati perchè loro non dimenticheranno voi.

Francesco Palumbo

Fabiola

e’ stata allestita a rovereto sulla secchia, frazione di novi di modena, la prima ludotenda per bambini e ragazzi. a breve ne verrà creata un’altra a novi

ripartiamo dai più piccoli

e’ stata allestita a Rovereto sulla Secchia, frazione di Novi di

Modena, la prima Ludo-tenda della Fondazione paideia, realizzata grazie ai fondi raccolti con il proget-to Paideia per l’Emilia. L’iniziativa, promossa in collaborazione con il centro

per le Famiglie del comu-ne di Ferrara, il comune di novi di modena, il settore istruzione e il centro per le Famiglie dell’unione terre d’argine, è nata con lo scopo di offrire sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto attraverso l’acquisto e l’allestimento di

particolari tensostrutture. La Ludotenda, destinata a ospitare i bambini del Centro estivo di Rovereto, costituisce un’occasione ricreativa e di aggregazione dopo gli eventi sismici che hanno colpito du-ramente il territorio, renden-do inagibili tutte le strutture scolastiche ed educative. Le

strutture ospiteranno oltre 100 bambini dai 3 ai 13 anni, seguiti dagli animatori dell’anspi di rovereto, della cooperativa Gulliver, del gruppo scout rovereto 1 e dagli insegnanti del territo-rio. Verranno proposte attività educative e ludiche che permetteranno ai bambini di usufruire di spazi idonei, pensati per i

loro bisogni di crescita, e ritornare al più presto alla normalità. La struttura, ubi-

cata nel campo parrocchiale dietro alla chiesa, oltre a soddisfare le necessità legate all’emergenza, per le sue caratteristiche tecniche potrà essere utilizzata in modo permanente come centro di aggregazione giovanile. A fianco della tensostruttura verranno inoltre installati ser-vizi igienici accessibili anche per le persone con disabilità. Una seconda ludotenda verrà realizzata a Novi.

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18 06.07.2012 n° 26

francesco cocco, carpigiano d’adozione, lavora per l’agenzia contrasto realizzando servizi fotografici. “nonostante la crisi dell’editoria, c’è ancora spazio per chi ha delle cose da dire”. in occasione della prima scossa ha iniziato a lavorare nelle zone colpite dal sisma e da allora non si è ancora fermato

professione fotografo

Ci sono due donne che camminano in mezzo alle tende.

Piove e con un cellopha-ne si riparano la testa e le spalle. Sembrano due fantasmi. “Ma la foto a cui sono più legato è quella in cui una donna sta racco-gliendo effetti personali fra le macerie della sua casa”. Francesco Cocco, carpi-giano d’adozione, foto-grafo, fa parte dal 2003 dell’Agenzia Contrasto: in occasione della prima scossa, quella del 20 mag-gio, ha iniziato a lavorare nelle zone colpite dal sisma e da allora non si è ancora fermato, ma i segni della stanchezza comincia-no a farsi sentire. “A differenza del passato, racconto qualcosa che è successo a casa mia, sul territorio in cui vivo e ciò mi tocca profondamente”. Cocco è stato tre volte in Afghanistan in zone di cri-si per raccontare, per conto di Emergency, la storia delle vittime della guerra. E’ andato in Cambogia per realizzare scatti che parlas-sero dei diritti negati. Ha seguito per mesi un’equipe di Medici Senza Fron-tiere impegnata a portare assistenza sanitaria agli stranieri che sbarcano sulle nostre coste. Immagini forti. Insomma, non si può proprio dire che gli manchi la corazza.“Eppure stavolta è diver-so. Non basta un volo in aereo o un lungo viaggio per trovare tregua rispetto al lavoro, rientrando nella propria casa. Non si può restare immuni perché tutto è qui, a casa mia e ha ferito profondamente la mia gente che adesso vive nel dolore e nel disagio”.Le sue fotografie sono fini-te su Vanity Fair, Panora-ma, l’Espresso e l’Interna-zionale, che ha dedicato la copertina al terremoto.A volte sono i foto editor delle testate nazionali o estere che lo contattano direttamente. A volte è l’agenzia Contrasto che

individua il fotografo più adatto per un certo tipo di servizio fotografico.“Il mio è un lavoro d’auto-re in bianco e nero. Il colo-re lo uso solo se espressa-mente richiesto. La scelta del bianco e nero risponde a una visione. La lettura di una fotografia in bianco e nero è più immediata: per forma e contenuto, il bian-co e nero è un modo più diretto per raccontare. Non è vero che enfatizza e ren-de più tragico il contenuto di una foto: semplicemen-te un’immagine a colori colpisce anche per la scelta estetica dei colori stessi. Io non li vedo ma non perché sia daltonico”.Quando, durante i wor-kshop, qualcuno domanda se oggi c’è ancora spazio per chi del fotogiornalismo vuole fare un mestiere, “sono in difficoltà a ri-spondere. Con la crisi la situazione si è complicata. Oggi è più facile che sia il fotografo a raccogliere storie e a proporle, per cui occorre investire su di sé e sul proprio lavoro”. Un settimanale può pagare un servizio 2.500 euro, una copertina può arrivare a 800 euro.“Il fatto è che Prisons è un servizio sul quale ho inve-stito quattro anni e mezzo mentre Nero per Medici Senza Frontiere è un lavo-ro di circa tre anni”. Con l’avvento del digitale sono diventati tutti foto-grafi ma “se posso dare un consiglio – rivela Cocco – io credo che chi vuole fare questo tipo di mestiere deve avere delle cose da dire. Fare il fotografo a certi livelli presuppone un rapporto molto diretto con il mondo, di cui si deve avere una visione persona-le. E’ questo che può fare la differenza: la visione foto-grafica viene di conseguen-za, supportata dal talento e dal costante allenamento. Non è per niente facile e, di sicuro, non lo si fa per guadagnare soldi.

Sara Gelli

Finale Emilia

Tendopoli di San Felice

Francesco Cocco in Afghanistan

Afghanistan

©Francesco Cocco/Contrasto

twin-set girl apre a firenze

Buone notizie da Carpi: la collezione Twin-Set Girl Simona Barbieri, uno dei nomi di spicco del distretto emiliano, non solo sfila alla Sala della Ronda della Fortezza da Basso di

Firenze, ma inaugura nel capoluogo toscano il primo monomarca dedicato interamente a questa linea. Prossima tappa, Milano. Il marchio in piccole taglie è al centro di un potenziamento iniziato con la primavera-estate 2012, quando la licenza è stata riportata in house e l’offerta si è estesa ad accessori e beachwear. L’opening fiorentino, in via Porta Rossa 38r angolo via Calimala, rientra nell’impegno, da parte dei vertici della Light Force cui fa capo la label, di rafforzare anche il côté distributivo, con la prospettiva di inserire in un nuovo store Twin-Set Simona Barbieri - in arrivo in corso Vittorio Emanuele a Milano - un corner interamente focalizzato sulla ragazzina.

tiziano sgarbi e simona barbieri restano alla guida della società

carlyle acquista la maggioranza di twin setThe carlyle Group

acquista dai soci fondatori tiziano

sgarbi e simona Barbieri e dal fondo italiano di pri-vate equity DGpacapital una quota di maggioranza del capitale sociale di light Force, la società cui fa capo il marchio italiano di abbigliamento femminile twin-set. Sgarbi e Bar-bieri, si legge in una nota, continueranno a guidare la società e a detenere una significativa partecipazione di minoranza in Light Force. I termini della transazione, il cui closing è atteso entro la fine di agosto 2012, non

sono stati resi noti. Nel 2011 il brand Twin-Set di Simona Barbieri ha raggiun-

to ricavi per 103 milioni di euro in crescita del 400% rispetto al 2007. Light Force

ha la sua sede centrale a Carpi (Modena) e, con circa 300 dipendenti, è una delle società a più alto tasso di crescita nel settore dell’ab-bigliamento femminile e del lusso accessibile. Le collezioni Twin-Set Simona Barbieri sono distribuite attraverso 16 boutique a marchio proprio, una rete di rivenditori autorizzati e un canale dedicato di vendite online. L’investimento in Light Force è stato effet-tuato da Carlyle attraverso Carlyle Europe Partners III LP, fondo di buyout chiuso nel 2007 con una raccolta di 5,3 miliardi di euro.

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1906.07.2012 n° 26

il 27enne carpigiano francesco predieri, laureato in antropologia e con in tasca un master sui fenomeni migratori e le trasformazioni sociali, da aprile vive a lisbona, dove lavora nel centro di accoglienza per rifugiati del consiglio portoghese

a lisbona, sognando il brasileI

l 27enne carpigiano Fran-cesco Predieri, laureato in Antropologia e con in tasca un

Master sui fenomeni migratori e le trasformazioni sociali, da aprile vive a Lisbona, dove lavora in un centro di accoglienza per rifugiati politici.Francesco, quando e perchè hai deciso di partire alla volta di lisbona?“Dopo essermi laureato in Antro-pologia nel dicembre del 2011, ho frequentato un Master sull’Immi-grazione, i fenomeni migratori e le trasformazioni sociali all’Uni-verità Cà Foscari di Venezia, e dopo un mese e mezzo passato a inviare curriculum vitae senza ottenere nessun riscontro, ho deciso di partecipare al progetto dell’Unione Europea Leonardo da Vinci che offre ai giovani l’oppor-tunità di compiere un’esperienza di formazione e lavoro in un altro Stato europeo. Fortunatamente ho vinto la borsa di studio e, ad aprile, sono finalmente volato a Lisbona”.Di cosa ti occupi nella capita-le portoghese?“Lavoro come stagista nel Cen-tro di Accoglienza per Rifugiati del Consiglio Portoghese. Nello specifico mi occupo della ricerca dell’alloggio per quei rifugiati che finiscono il loro periodo di per-manenza all’interno del centro, cercando per loro case su Internet, prendendo contatti con il proprie-tario dell’immobile e accompa-gnando direttamente il rifugiato a vedere l’alloggio. Svolgo poi un ruolo di assistenza e traduzio-ne accompagnando i rifugiati, qualora ve ne sia bisogno, dall’av-vocato o all’ospedale. Inoltre mi occupo direttamente dell’approv-vigionamento di cibo e vestiti e della conseguente distribuzione all’interno del centro e partecipo alla realizzazione di alcuni eventi come la Giornata mondiale dei bambini, per la quale ho ideato un gioco contenente parole in tante lingue diverse, alla cui realiz-zazione hanno contribuito con

entusiasmo anche i rifugiati”.come vivono i giovani a lisbona e con quali opportu-nità di studio e di lavoro? “I giovani lisbonesi hanno le nostre stesse paure in merito alle scarse possibilità occupazionali una volta terminato il percorso di studi. Tuttavia, essendo una capitale, Lisbona ha una dimen-sione internazionale che lascia aperti maggiori sbocchi di lavoro e permette di conoscere gente proveniente da tutto il mondo”.la crisi mondiale sta inciden-do negativamente anche sull’economia portoghese. confermi?“Sicuramente la crisi si sta facen-do sentire anche qui in Portogallo. Lo si può percepire parlando con

la gente per strada, vedendo molti alloggi invenduti e sentendo le lamentele dei negozianti e dei ristoratori per la scarsa affluenza di clienti negli ultimi due anni. Ma se devo fare un confronto con l’Italia posso dire che qui la depressione economica è vissuta in modo diverso, accettata e argi-nata con uno spirito d’iniziativa molto spiccato, soprattutto nelle donne, che si sono reinventate nei lavori più svariati. E poi i portoghesi sanno accontentarsi di poco e quindi sono in grado di vivere questa crisi con maggiore positività. Per quanto riguarda l’occupazione è molto difficile ri-uscire a far coincidere il percorso formativo con quello lavorativo. Molti giovani si stanno adattando

a qualsiasi tipo di la-voro pur di mantenersi e, spesso, affiancano l’esperienza di stage con un lavoro serale per potersi pagare l’uni-versità. Gli stipendi sono relati-vamente bassi ma anche il costo della vita lo è; tuttavia sono tanti i giovani che decidono di intra-prendere esperienze lavorative all’estero perché qui non hanno soddisfacenti possibilità d’impie-go”.consiglieresti a un giovane di trasferirsi a vivere lisbona?

“Per un’esperienza come la mia di stage o di formazione tempo-ranea sicuramente sì. Lisbona è una città stupenda: pur essendo una capitale è a misura d’uomo, vivibile e per nulla caotica. Oltre a quest’aspetto, la città è anche ric-ca di parchi ed è un perfetto con-nubio tra il sapore dell’antico in quartieri come Alfama e il fascino della modernità a Baixa-Chiado o Oriente. L’oceano poi è a due passi e si può fare la traversata in battello del fiume Tejo che attra-versa la città. Per non parlare della vibrante e variopinta vita notturna che si snoda nelle antiche stradine del Bairro Alto tra osterie, bar, boutique di tendenza e antiche librerie dal sapore retrò”.il tuo futuro dove lo vedi?“Sono molto intrigato dall’idea di intraprendere un’esperienza in

Brasile. Vorrei poter continuare a lavorare nel sociale cercando di valorizzare il mio percorso forma-tivo costituendo un’associazione che si occupi di europrogettazio-ne, ovvero di sviluppo e realizza-zione di progetti europei, quindi finanziati dall’Unione Europea. Nel frattempo penso a godermi l’ultimo mese qui, Lisboa até o fim”.

Chiara Sorrentino

Francesco PredieriIn basso uno scorcio di Lisbona

proroga degli abbonamenti bus e di trasporto locale ferroviario per i residenti delle zone colpite dal sisma

carpi - modena: si proroga!

proroga degli abbonamenti bus e di trasporto locale ferroviario per i residenti delle

zone colpite dal sisma in Emilia: per l’abbonamento annuale c’é la possi-bilità di rimborso delle mensilità non utilizzate, oppure di riconversione dei mesi residui su una nuova tratta regionale. Lo prevede un accordo tra la regione emilia romagna, trenitalia e seta in favore degli abbonati residenti nelle zone colpite

dal sisma, in particolare per coloro che si spostano lungo le tratte che attraversano i comuni di Carpi, Rolo, Villanova di Reggiolo, Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, San Felice, Mirandola. E’ prevista anche la proroga, sino alla fine del 2012, della validità della convenzione Mi Muo-vo sulla tratta Carpi-Modena, che consente di utilizzare con un unico titolo di viaggio i servizi ferroviari e quelli urbani di Modena e Carpi.

linea ferroviaria: promesse non mantenute

continuano soppressioni e ritardi

Dopo tre settimane dall’avvio del nuovo orario cadenzato sulla Modena - Carpi -

Mantova, Giuseppe poli di Feder-consumatori modena ed emilia-romagna avanza alcune riflessioni sull’andamento del servizio. L’associazione ha infatti monito-rato attraverso i dati forniti da Fs italiane i 360 treni della settimana dal 18 al 23 giugno da cui emergo-no numerose criticità.

“Nella settimana esaminata - spiega Poli - sono stati soppressi complessivamente 9 treni. Un numero che eguaglia la media di 10 soppressioni settimanali dello scorso anno! Un’inaccettabile mancanza di affidabilità del mezzo ferroviario che non si risolve con bus sostitutivi”. Le cose non vanno meglio nemmeno per quanto riguarda i ritardi: “tutti i treni diretti a Mantova raggiungono il capo-

luogo lombardo con un ritardo medio di 5 minuti, inaccettabili per gli utenti che subiscono già rallentamenti e soste tra Modena e Carpi (previste in orario) di circa 10 minuti. I treni Modena-Carpi e viceversa terminano il percorso con regolare anticipo di 3-4 minuti, pur in presenza della fermata di Quattro Ville. Un orario da rivede-re in ottica di un miglioramento complessivo dei tempi di percorren-za sull’intera Modena-Mantova”. Anche il treno 33531 (ex 20703) anticipato in arrivo a Modena (7:38) per favorire l’ingresso degli studenti negli istituti modenesi non mantiene l’orario previsto, arrivan-do a Modena in “regolare” ritardo di 4-5 minuti, fatto preoccupante in vista della riapertura a settem-bre delle scuole. “Questa prima verifica - conclude Poli - conferma la necessità di migliorare in modo significativo l’efficienza e l’affidabi-lità del nuovo orario. Il permanere di questi disservizi, molti dei quali previsti e prevedibili, rischia di vani-ficare i vantaggi promessi trasfor-mando il cadenzamento dell’orario in un’inutile gabbia. Federconsu-matori auspica che le istituzioni, i committenti e le imprese ferroviarie sappiano intervenire tempestiva-mente a limitare le conseguenze di quanto segnalato”.

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20 06.07.2012 n° 26

europei 2012

Grazie Italia!

oscar Wilde sostenne che l’unico modo per libe-rarsi da una tentazione è

cedervi. Correva la fine dell’Ot-tocento, e la Sinistra Storica bre-vettava il clientelismo trasformi-sta nell’Italia neonata. Per noi, insomma, questa sentenza è di-ventata subito una dottrina. Sarà perciò complicatissimo allontanare l’istinto che ci invita ad accatastare il cappotto della finale nel mucchio delle grandi apocalissi. Il passivo è un record assoluto. La differenza è stata abissale. Ma se azzereremo il senso di questo Europeo, non commetteremo un semplice errore. Decreteremo la fine del nostro calcio. Non abbiamo bisogno di ricordarci quante malattie ha. Nei prossimi mesi ne rivedremo tutti i sintomi. Società che si iscrivono coi soldi del Monopoli. Vivai in agonia. Giocatori che scommet-tono contro sé stessi. Un contratto collettivo impossibile. Stadi vuoti, pericolosi, fatiscenti, irraggiungi-bili. Una governance vecchia ed incrostata fino all’incapacità di prendere posizioni. Se non saremo in grado di distinguere il concime dalla polvere, ci spegneremo.

NOI, STRAORDINARI SECONDI La Nazionale si è fermata all’ul-timo chilometro, non avendo più benzina da opporre a una macchina che non si stanca mai perché fa sudare il pallone. Presi singolarmente, Xavi e Iniesta valgono due volte tutto il nostro centrocampo. E oltre. Rovesciano le simulazioni alla playstation. Ne rendono la facilità di gioco approssimata per difetto, anziché per eccesso. Finché resistono, circondati da compagni in grado di capire, assecondare, condividere la loro musica esclusiva, risulte-ranno ingiocabili per chiunque non li affronti al top. Noi siamo stati migliori di loro dall’esordio fino all’ultimo atto. Li abbiamo imitati senza vergognarci di farlo. E ab-biamo spesso avuto più profondità. Sembrava essere giunto il nostro tempo. Ma al momento della staffetta non è bastato il destino dell’allievo che supera il maestro. Prandelli ha sbagliato scelte e cambi. Non sarà mai un generale, è nato sacerdote. Asseconda più la carità che la fermezza. Si è lasciato sedurre dalla riconoscenza verso i suoi fedeli, sopravvalutandone la condizione. Ma ha comunque costruito una religione straordi-naria. La delusione non deve farci dimenticare che siamo partiti dal Sudafrica di “Macello” Lippi per diventare qualcosa di assolutamen-te nuovo. Torniamo da secondi, ma con la consapevolezza d’aver gettato il seme del futuro. Questa affermazione è avvenuta in semi-finale.

NOI, NEMESI DEI TEDESCHIRispondo a un amico che la sera stessa mi ha chiesto come mai ci riesce così facile battere i tede-schi. I motivi sono due. Il primo è socio-culturale. Da 70 anni ci affrontano col dente avvelenato. Il 5 Settembre 1943 li abbiamo traditi in guerra. Alle spalle. Firmando di nascosto un armistizio con gli an-glo-americani che prevedeva una

piccola ma fondamentale postilla: sarebbe divenuto esecutivo solo una volta pubblico. Cioè tre giorni dopo, l’8 settembre. Giusto il tem-po utile al Re e a Badoglio per darsi alla macchia. Un minuto più tardi il nostro vecchio nemico divenne il nostro nuovo alleato. Così, mentre noi trovammo un escamotage per contenere i danni, la Germania perse il conflitto due volte: col Mondo e in Italia, dovendo riparare improvvisamente a Nord, insieme a Mussolini. Si capisce bene in-somma che di motivi per avercela con noi ne hanno in abbondanza. Da allora però, tutte le volte che ci incontrano trovano il modo di mo-tivarci, caricandosi alla rovescia. Riempiono i giornali di “Pizza e Spaghetti”, dimostrando di capirci non molto più di nulla che vada ol-tre loro stessi. Con tutto quello per cui potrebbero giustamente sfotter-ci, perché proprio sulla cucina? Ma non si rendono conto che ci fanno un complimento? Pizza e spaghetti ce li teniamo volentierissimo, se le alternative sono le schifezze che mangiano loro!Il secondo motivo è bio-storico, e si trasferisce in campo. “Si può fare sport solo nel modo in cui si vive”. E’ una teoria che galleggia sul calcio. Ha molti contro-esem-pi che la invaliderebbero, però nei casi più importanti regge. Il calcio all’italiana nasce proprio l’8

Settembre 1943. Eravamo sfatti, distrutti da una guerra a cui non avremmo dovuto partecipare. So-prattutto denutriti. Non avevamo mangiato carne per un decennio, quasi solo polenta e aringhe. Tutta la successiva generazione di atleti non avrebbe mai potuto reggere il vigore degli anglo-sassoni, che invece si erano alimentati meglio. Così, dallo svantaggio fisico, dal voltagabbanismo che ci spinge a mollare l’alleato per convenienza e a scappare un minuto dopo nel letto del nemico, dall’opportuni-smo atavico che è in noi, germogliò spontaneamente il catenaccio. Ovvero: libero staccato dietro la difesa; mediano basso; mentalità risparmiatrice; uso del gruppo come valore aggiunto; prepara-zione della partita sull’avversario, azzerandone i pregi e stressandone i difetti. E soprattutto contropiede. Cioè: guadagnare spazio facendo salire gli altri per contrattaccarli alle spalle. Anche questo è nel no-stro genoma: gli Orazi infilarono i Curiazi in controtempo lasciandoli avanzare. A tutto ciò, i tedeschi non hanno mai avuto risposte. In campo sono i più organizzati e i più solidi. Arrivano in fondo, si piazzano sempre. Se non vincono ci vanno vicinissimo. Giocano per-ciò anche loro esattamente come vivono. Hanno un bisogno mania-cale di regole. Non si pongono mai

il problema di quanto siano ferree, o illogi-che. Sono convinti che bastino per campare bene. Naturalmente, dentro una società così cristallizzata ci si svi-luppa in modo virtuoso: non si sgarra, si lavora meglio, non ci si racco-manda a vicenda perchè il rischio non vale la candela. E ovviamente non ci si indebita oltre le possibilità. Ma è an-che vero che la luna ha sempre due facce. Nel rigore militaresco ci si inaridisce. Si smette di pensare. Alla lunga fini-scono le idee. Quando i tedeschi scoprono una diversità, rimangono spiazzati. Ha infatti trovato molta

diffidenza Loew, il più contempo-raneo dei ct. Forse il primo uomo della storia dello sport tedesco ca-pace di leggere il mondo nel modo corretto. Aprendo alle differenze, naturalizzando gli immigrati. Ha aggiunto forza esplosiva negroide e genio balcanico all’organizzazio-ne autoctona che aveva già. Esclu-sa la Spagna che ha troppo talento individuale per esser confrontata col resto, la Nazionale di Loew è nettamente la migliore dell’ultimo quadriennio. Tra gli scorsi Mon-diali e questi Europei non sem-plicemente ha battuto, ha travolto mezzo mondo: 4 gol all’Argentina, 4 all’Australia, 4 all’Inghilterra, 3 all’Uruguay, 4 alla Grecia, una lezione di calcio totale all’Olan-da che ne fu pioniera. Prima di incontrarci, Loew aveva perso solo con la Spagna per un gol da palla inattiva. Ma con noi nemmeno il suo modernismo può bastare. Noi costringiamo i tedeschi a pensare. Ad avere idee migliori delle nostre. E’ in questo che vanno in default. Noi ne siamo la nemesi, il loro opposto drammatico. Ogni volta che facciamo una legge abbiamo già pronto l’inganno. Non badia-mo a rispettarla, pensiamo anzi a come raggirarla. Questo ci rende inesorabilmente quel che siamo: il passo costantemente più lungo della gamba, conti in rosso, un espediente dietro l’altro, emergen-ze continue, scandali, corruzione, mafia quando peggio. Ma anche per noi esiste il lato opposto della luna: l’altra faccia del nostro modo di vivere è proprio l’imprevedibili-tà. Il nostro contropiede è fuori dal loro paradigma come la pizza e gli spaghetti. Non lo capiscono, non lo tollerano, quasi preferiscono rifiu-tarne l’esistenza. Glielo proponia-mo da 60 anni, e non hanno ancora trovato l’antidoto.

MARIO L’ALIENOBalotelli li ha finiti alle spalle mentre rientravano dal corner. Come Del Piero a Dortmund, Tardelli e Altobelli a Madrid, Riva e Rivera in Messico. Pro-prio il precedente del 1970 è il più simile al presente. Dunque esiste per insegnarci qualcosa. Anche allora venivamo dalle macerie che la Corea di Pak Doo Ik ci aveva rovesciato addosso. Anche allora,

in una semifinale da leggenda, riuscimmo ad affermare definitiva-mente un modo unico, tutto nostro, di coprire il campo. E anche allora crollammo all’ultima curva. Con il torto di presentarci sfiniti davanti a un tiranno come Pelè, che non aveva ancora finito di dominare. Rientrammo cambiando in volo la pista d’atterraggio per sfuggire alla contesta-zione. Ma i giocatori vennero comunque coperti da ortaggi e infamie, pur avendo lasciato una grande eredità alla genera-zione successiva. Che impiegò 12 anni per rifarsi. Se oggi sapre-mo dimostrarci maturi

al punto da sostituire i pomodori con gli applausi, l’attesa per il riscatto sarà meno lunga. Anche perché stavolta, rispetto al pas-sato, siamo andati molto oltre. Abbiamo inaugurato una pagina nuova della nostra storia. Abbiamo dimostrato di poter annientare un grande avversario in tutte le zone del campo, non solo alle spalle come ci viene semplice fare. Oltre a disporre del solito grande contro-piede, e della solita grande difesa, abbiamo acquisito il controllo della palla. Con un creativo in più al posto del mediano classico. E soprattutto abbiamo Balotelli. Un talento insopportabilmente esage-rato. Ma che prima o poi ti costrin-ge a guardare tutto dal suo punto di vista. Incarna l’integrazione necessaria nel mondo in movimen-to. I cui cittadini delle comunità sono coloro che ne contribuiscono allo sviluppo, pur non nascendovi necessariamente. Cosa rappresenti per il nostro movimento ce lo ha detto scaraventando il pallone al sette con una violenza mai vista. E togliendosi successivamente la maglietta. E’ l’alieno che tendiamo a respingere, ma di cui non dobbia-mo avere paura: viene a diffondere una civiltà superiore, per evolvere quella precedente.

IL SEME DEL FUTUROSe Balotelli non rimarrà isolato e traccerà il solco, domineremo. La nostra scuola, la nostra buro-crazia di gioco, la nostra menta-lità votata all’arte d’arrangiarsi, il nostro equilibrio, mescolati a tutto ciò che non abbiamo mai avuto: lo strapotere fisico degli africani.Questo cocktail non solo ci ren-derà migliori. Può farci diventare illegali, nell’epoca che verrà. Questa purtroppo è ancora della Spagna. El equipazo mas valioso en la historia del futbol del viejo continente. Merita i nostri com-plimenti, ovvi ma non meno che sinceri. Senza però dimenticarsi di rivolgerne altrettanti a Prandelli e a tutti gli Azzurri. Che oltre ad aver inventato un sogno, hanno raccon-tato dove sta il futuro. A noi, Paese cosparso di disastri e debiti, che ne abbiamo un gran bisogno. Di cuore, grazie.

Enrico Gualtieri

Mario Balotelli

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2106.07.2012 n° 26

pallavolo femminile - g.s.m. mondial città di carpi

campionesse d’italiala tenacia, il sacrificio, la determinazione, l’orgoglio, la grinta, la passione, il gioco di

squadra sono le caratteri-stiche vincenti delle ragaz-ze della G.s.m. mondial città di carpi.Alle finali di Lignano Sab-biadoro, la squadra - gui-data da Coach meschieri - è stata perfetta. Esaltante nella Finale disputata con-tro il Volley salese (PD), la squadra si è imposta grazie a un atteggiamento ag-gressivo, lucido e preciso. I pochi palloni che tornava-no nel campo delle carpi-giane erano sistematica-mente rigiocati e conclusi a proprio favore con un largo

25-6 che ha tolto ogni velleità di vittoria alle avversarie. Il resto dei set non si discostava molto: 25-9

e 25-20. All’ultimo pallone anna Bar-toli, silvia Bassoli, claudia Bellentani, laura Boni, alessia capasso, cristi-na corghi, erika corsi, silvia Dallari, sara Fiorini, laura Garcia, camilla Guerzoni, lucrezia morselli, alessia pucillo e Giada trevisani hanno potuto scatenare la loro gioia insieme allo staff dirigenziale e ai genitori.

raffa bocce - ai campionati italiani femminili di cat. a1 secondo posto per l’atleta della mp filtri rinascita di budrione maria losorbo che mantiene il primato in classifica generale

la losorbo stacca le campionesse del mondo

ai Campionati Italiani Femminili di categoria A1 l’atleta della mp Filtri

rinascita di Budrione, maria losorbo conquista il secondo posto sul podio dietro la veterana Germana cantarini. La Losorbo comincia il primo incontro sabato 30 giugno contro Franca ma-scagni del comitato di Bologna: perde la prima partita (8-2), vince la seconda (8-3) e la terza (8-3). Nel secondo turno la Losorbo incontra la campionessa del mondo Barbara Guzzetti del comitato di Legnano: perde la prima partita (8-1) ma vin-ce la seconda (8-5) e la terza (8-4)

portandosi in semifinale. Domenica 1° luglio contro la giovane linda cristofori della Società Olimpia Reggio Emilia l’atleta della MP Filtri Rinascita perde la prima partita (8-4) ma vince le due successive (8-5 e 8-1) approdando alla finale contro Germana Cantarini della Canottieri Cremona, regina della raffa, sei volte campionessa del mondo, veterana delle bocce con più di trent’anni di esperienza alle spalle. Maria Losorbo perde male la prima partita (8-0) ma ha il merito di non abbattersi e nella seconda gioca benissimo vincendo (8-1). Purtroppo l’esperienza dell’avversa-

ria e la sfortuna le costano il primo posto. Prima classificata: Germana Cantarini (Canottieri Cr); seconda classificata Maria Losorbo (MP Filtri Rinascita Mo); terza classificata lea morano (Osteria Grande Bo). Con la finale dei campionati italiani si de-termina anche la classifica generale alto livello FIB che incorona Maria Losorbo regina della raffa davanti a tutte le campionesse del mondo: prima classificata Maria Losorbo (MP Filtri Rinascita Mo) con 26 punti; seconda classificata Germana Cantarini (Canottieri Cr) con 21 punti; terza classificata elisa lucca-rini (Reggio Emilia) con 20 punti.Maria Losorbo

la handball carpi giocherà nel massimo campionato italiano. un evento storico per lo sport carpigiano e per la società biancorossa

carpi nel gotha della pallamano italiana“dopo quel che abbiamo fatto in questi tre anni, ci aspettavamo una risposta diversa da carpi. e invece gli imprenditori ci hanno abbandonato”.

e’ arrivata l’ufficialità: Han-dball Carpi giocherà nel mas-simo campionato italiano. Un

evento storico per lo sport carpigiano e per la società biancorossa che, dopo due promozioni dalla B all’A1 e il primo posto ex aequo con Cassano, corona una lunga rincorsa. Nel fine settimana la Figh ha ufficializzato la riforma dei campionati che uni-sce Elite e A1: così alle 12 squadre dell’ultima Elite si aggiungono quel-le dei due gironi di A1 e le promosse dall’A2 per formare un’unica cate-goria (nuovo nome “Serie A Prima divisione nazionale”) che ruoterà intorno a tre gironi da 12 squadre ciascuno. “Siamo molto soddisfatti – spiega il d.g. biancorosso Claudio Cerchiari – perché tre anni fa Carpi era in C e ora si ritrova nel gotha della pallamano italiana e si potrà con-frontare con tante realtà affermate. L’obiettivo è di farci trovare pronti: in questi mesi abbiamo lavorato per l’Elite e l’arrivo di Molina, che spe-riamo presto possa diventare italiano, ne è la conferma. Il nostro sogno è quello di costruire una squadra che possa provare a centrare i playoff scudetto e giocarsi magari l’accesso a una coppa europea. Per Carpi sarebbe un altro evento storico. Anche se le note liete finiscono qui”. Cerchiari è infatti molto amareggiato per la risposta negativa della città e degli imprenditori locali all’impennata della Handball Carpi. “Dopo quel che abbiamo fatto in questi tre anni di successi, con due promozioni e un primo posto, appena 5 sconfitte in tre campionati, ci aspettavamo una risposta diversa da Carpi. E invece gli imprenditori locali ci hanno abban-donato – attacca – si sono dimostrati ancora una volta insensibili allo sport locale, pensano solo ai lori interessi. In questi mesi abbiamo sondato tante piste, ma la risposta è stata sempre negativa, nessuno vuole darci una mano. Capiamo la crisi e gli effet-ti devastanti del terremoto, ma noi non cerchiamo un main sponsor, ci basterebbero un pool di marchi per rinforzare la società. E quindi

devo andare avanti da solo, perché a Carpi, evidentemente, a nessuno interessa una squadra che punta all’Europa”.MERCATO. Dopo l’annuncio di Molina, Cerchiari è a caccia di un terzino sinistro e di un pivot, men-tre nel segno del ringiovanimento salutano due pezzi “storici” della rosa biancorossa come il capitano Stefano Bonazzi, che lascia dopo tre stagioni e l’altra “bandiera” Willy Zafferi, tornato due anni fa a Carpi. “Sono stati due esempi per i nostri ragazzi, li ringrazio e faccio loro un grande in bocca al lupo”, spiega Cerchiari.LA STAGIONE. La Figh ha rese note anche formula e date della nuo-va serie A, in cui si potrà schierare un solo straniero fra comunitari ed extracomunitari. Al termine dei tre gironi (22 giornate) le squadre classificate al primo e secondo posto

di ogni girone più le due migliori terze prenderanno parte ai playoff scudetto (quarti, semifinali e finali al meglio delle tre gare). Si parte il 22 settembre, chiusura il 30 marzo 2013 con un mese di sosta fra metà dicembre e metà gennaio. I quarti dal 13 al 23 aprile, semifinali dal 27 aprile al 7 maggio, finale tra l’11 e il 25 maggio. La squadra campione d’Italia parteciperà alla Champions League dell’anno seguente, mentre seconda e terza classificata prende-ranno parte alla Challenge Cup. Le squadre classificate all’ultimo posto di ciascun girone al termine della fase regolare retrocederanno in serie A2. Cambia anche la Coppa, che si giocherà solo con la final four il 2 e 3 febbraio e vi partecipano le tre capolista e la miglior seconda (semi-finali e finale) dei tre gironi al termine dell’andata.GIRONE. Con la nuova formula Carpi rischia di finire nel girone B, quello del Centro Italia, visto che in quello settentrionale ci sono sul-la carta già 12 squadre più a Nord dei biancorossi: Bolzano, Pressano, Trieste, Bressanone, Ambra, Mezzo-corona, Cassano, Merano, Mestrino, Oderzo, Cologne e Parma. Oltre alle altre emiliane (Bologna, Ferrara, Mordano, Casalgrande e Castena-so) dovrebbero esserci marchigiane, abruzzesi e forse Sassari.

Claudio Cerchiari

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22 06.07.2012 n° 26

il campione olimpionico antonio rossi si è recato al circolo canottieri ai laghetti di campogalliano per tenere una lezione di canoa ai bambini provenienti dalle zone del sisma, regalando loro l’emozione di pagaiare in sua compagnia

un giorno di (stra)ordinaria normalitàg

iovedì 28 giugno nel Centro Sportivo di San Felice sul Pana-

ro, l’olimpionico Antonio Rossi ha incontrato il vice sindaco Giovanni Giovan-nelli, l’assessore allo Sport Massimo Bondioli e il vice presidente del CSI di Mo-dena, Raffaele Della Casa per portare il suo saluto alle popolazioni colpite dal sisma. Antonio Rossi, ac-compagnato dalle istituzioni presenti, ha visitato uno dei campi di accoglienza per le popolazioni sfollate, gesti-to dalla Protezione Civile e, successivamente, si è recato nella zona rossa del centro storico. Il campione di canoa è stato nella Pro-vincia di Modena in qualità di ambasciatore dell’Happy Meal Sport Camp, il camp estivo multidisciplinare organizzato da McDonald’s e dedicato ai bambini dai 6 agli 11 anni, per dare la possibilità ai bambini di otto città diverse, di vivere cinque giorni all’insegna di attività motorie, sportive, momenti ricreativi e ludici seguiti da istruttori profes-sionisti e da nutrizionisti. In considerazione del difficile momento vissuto dalla

popolazione modenese, la tappa di Modena del Camp, iniziata lunedì 25 giugno, è stata aperta gratuitamente

a 60 bambini provenienti dalle zone colpite dal sisma, con la speranza di dare ai piccoli sportivi la possibilità

di vivere qualche giorno di distrazione e “normalità” grazie allo sport. Proprio per questo motivo, dopo

l’incontro con le istituzioni, Antonio Rossi si è recato al Circolo Canottieri ai la-ghetti di Campogalliano per

tenere una lezione di canoa a tutti gli iscritti al Camp, re-galando loro l’emozione di pagaiare in sua compagnia.

tennis

lo sporting conferma la serie bHa quasi dell’incre-dibile l’impresa dei ragazzi dello

sporting club carpi, che domenica scorsa sono riusciti a battere in trasferta il c.t. Viterbo per 4-1 (dopo il pareggio all’andata di 3-3 sui campi di casa). A intasca-re la vittoria non ce l’ha fatta solo Gianluca marchiori che ha incontrato privato, classifica 2.3 loro numero uno e assente nella trasferta di Carpi. Tutti gli altri hanno fatto centro. Incontenibi-le la felicità dei giocatori carpigiani che non hanno perso l’ottimismo nemme-no per un istante, convinti di potercela fare. “Per me questo successo è come se avessi vinto la Coppa Davis” ha esclamato andré rizzo-li, mentre capitan artioli ha detto soltanto: “siamo stati grandi!” Ora ci sono nove mesi di tempo per perfezio-nare la squadra che dispu-terà un altro campionato in Serie B. Mentre la squadra

viaggiava verso Viterbo, sui campi dello Sporting si di-sputavano invece le finali del Campionato Giovanile Un-der 10, 12, 14, 16 maschile e femminile. In totale sono

stati una novantina i tennisti che si sono sfidati nelle varie categorie. Un dato degno di nota è che la maggior parte di loro proveniva dalle zone fortemente colpite dal sisma.

Foto torneo Under

Squadra serie B dello Sporting Club Carpi

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2306.07.2012 n° 26

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