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16/06/2016 1 Turni prova finale del 28 giugno (Aula 2) STUDENTI NON FREQUENTANTI: ore 11.30 Da PISTRITTO a ZUFFI: ore 13.30 Da FRANCESCATI a PINTUS: ore 15.30 Da AHMED a FONT MAYOL: ore 17.30 Prove d’esame per i frequentanti Prova intermedia Test con 15 domande a risposta chiusa e 1 domanda a risposta aperta, dura 40 minuti Lunedì 16 maggio, ore 16.30, aula 4 Consegna della relazione di gruppo Mercoledì 15 giugno in versione bozza Lunedì 27 giugno in versione finale Fine del corso Mercoledì 15 giugno Prova finale Test con 15 domande a risposta chiusa ed esercizi con SPSS, dura 100 minuti Martedì 28 giugno, a partire dalle ore 11.30, aula 2 Orale Su tutto il programma e sulla relazione di gruppo, dura 5/10 minuti Per potere essere ammessi all’orale è necessario superare entrambe le prove e consegnare la relazione di gruppo Giovedì 30 giugno, a partire dalle ore 9.30, aula 23 Possibilità di recuperare eventuali insufficienze (prova finale) nell’appello per frequentanti di luglio Scritto: lunedì 11 luglio 2016, ore 14.30, aula 2 Orale: mercoledì 13 luglio 2016, ore 9,00, aula 24

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Turni prova finaledel 28 giugno (Aula 2)

• STUDENTI NON FREQUENTANTI: ore 11.30

• Da PISTRITTO a ZUFFI: ore 13.30

• Da FRANCESCATI a PINTUS: ore 15.30

• Da AHMED a FONT MAYOL: ore 17.30

Prove d’esame per i frequentanti• Prova intermedia

– Test con 15 domande a risposta chiusa e 1 domanda a risposta aperta, dura 40 minuti

– Lunedì 16 maggio, ore 16.30, aula 4

• Consegna della relazione di gruppo– Mercoledì 15 giugno in versione bozza

– Lunedì 27 giugno in versione finale

• Fine del corso– Mercoledì 15 giugno

• Prova finale– Test con 15 domande a risposta chiusa ed esercizi con SPSS, dura 100 minuti

– Martedì 28 giugno, a partire dalle ore 11.30, aula 2

• Orale– Su tutto il programma e sulla relazione di gruppo, dura 5/10 minuti

– Per potere essere ammessi all’orale è necessario superare entrambe le prove e consegnare la relazione di gruppo

– Giovedì 30 giugno, a partire dalle ore 9.30, aula 23

• Possibilità di recuperare eventuali insufficienze (prova finale) nell’appello per frequentanti di luglio

– Scritto: lunedì 11 luglio 2016, ore 14.30, aula 2

– Orale: mercoledì 13 luglio 2016, ore 9,00, aula 24

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Prove d’esame per frequentanti

• Alcune precisazioni:

– non è possibile saltare le prove

• sarebbe contraddittorio con l’obiettivo del percorso per frequentanti

– è possibile recuperare eventuali insufficienze

• A meno che non siano gravi (< 12/30)

– è possibile rifiutare il voto delle prove

DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI E POLITICHE

Decima settimana

PARADIGMI DI RICERCA

Anno Accademico 2015/2016Metodologia della Ricerca Sociale e Valutativa (GLO)prof. Ferruccio Biolcati Rinaldi

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Di che cosa parleremo questa settimana?Riferimenti Bibliografici

• Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa

• Paradigmi scientifici

• Il positivismo e Durkheim

• Il dibattito sul metodo in Germania e Weber

• Durkheim e Weber

• Positivismo logico

• Il linguaggio delle variabili di Lazarsfeld

• Il post-positivismo di Popper

• Gli sviluppi dell’interpretativismo

• de Lillo A. et al., Metodi e tecniche della ricerca sociale, Pearson, Milano, 2011: pp. 6-14.

• Meraviglia C. (2004), Metodologia delle scienze sociali. Un’introduzione, Carocci, Roma,: pp.35-55.

• Per approfondire

• Campelli E. (1999), Da un luogo comune. Elementi di metodologia delle scienze sociali, Carocci, Roma.

• Cardano M., Il sociologo e le sue muse, Rassegna Italiana di Sociologia, XXXII, 2, 1991.

• Corbetta 2003 I

• Durkheim E. (1895), Le regole del metodo sociologico, qualsiasi edizione.

• Oldroyd D. (1998), Storia della filosofia della scienza, Est, Milano.

• Perrone L. (1977), Metodi quantitativi della ricerca sociale, Feltrinelli, Milano.

• Popper K.R. (1970), Logica della scoperta scientifica, Einaudi, Torino.

• Rossi P., Mori M. e Trinchero M. (1975), Il problema della spiegazione sociologica, Loescher, Torino.

• Smelser N.J. (1982), La comparazione nelle scienze sociali, il Mulino, Bologna.

• Von Wright G.H. (1988), Spiegazione e comprensione, il Mulino, Bologna.

• Weber M. (1922), Il metodo delle scienze storico-sociali, qualsiasi edizione.

Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa

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Quattro aspetti della dicotomia RQN/RQL (Corbetta 2003 I, 49-93)

• Impostazione della ricerca

• Rilevazione dei dati

• Analisi dei dati

• Caratteristiche dei risultati raggiunti

Impostazione della ricerca (Corbetta 2003 I, 49-93)

RQN RQL

Strutturazione delle varie fasi

Cerchio Doppia elica

Rapporto tra teoria e osservazione

Impostazione sostanzialmente deduttiva

Deduzione e induzione intrecciate

Analisi sistematica della letteratura scientifica

Maggiore importanza Minore importanza

Carattere dei concetti Chiuso Aperto

Rapporto generale con l’ambiente studiato

Manipolazione controllata Approccio naturalistico

Interazione psicologica studioso-studiato

Distacco Immedesimazione empatica

Interazione fisica tra studioso e studiato

Distanza Prossimità

Ruolo del soggetto studiato

Passivo Attivo

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Rilevazione dei dati (Corbetta 2003 I, 49-93)

RQN RQL

Disegno della ricerca

Chiuso Aperto

Rappresentatività Statistica Sostantiva

Carattere dello strumento di rilevazione

Uniforme Variabile

Natura dei dati Hard Soft

Analisi dei dati (Corbetta 2003 I, 49-93)

RQN RQL

Oggetto dell’analisi

Variabili Casi

Obiettivo dell’analisi

Spiegare la varianza

Comprendere gli attori sociali

Tecniche matematiche e statistiche

Maggiore utilizzo Minore utilizzo

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Caratteristiche dei risultati raggiunti (Corbetta 2003 I, 49-93)

RQN RQL

Presentazione dei risultati

Tabella, prospettiva relazionale

Narrazione, prospettiva narrativa

Generalizzazione dei risultati

Modello causale Tipo ideale

Portata dei risultati

Ampiezza Profondità

Qualità o quantità? (Corbetta 2003 I, 49-93)

• È dunque meglio fare ricerca sociale utilizzando la prospettiva quantitativa o quella qualitativa? Si possono individuare diversi punti di vista in proposito.

• Incompatibilità completa– Incommensurabilità epistemologica, divergenti impostazioni

filosofiche di fondo > superiorità/inferiorità, non scienza vs. scimmiottamento della scienza.

• Incompatibilità parziale– Punto di vista riscontrabile e diffuso all’interno della

componente “quantitativa” degli scienziati sociali, e corrisponde alla posizione di chi, avendo fatto una scelta per il paradigma neopositivista, tuttavia non nega che un valido contributo possa venire anche dalle tecniche qualitative: collocate in un contesto esplorativo prescientifico, funzione di stimolo intellettuale, esterno alla fase scientifica vera e propria, visione ancillare.

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Qualità o quantità? (Corbetta 2003 I, 49-93)

• Compatibilità nell’uguaglianza

– Piena legittimità, utilità e pari dignità dei due metodi; si auspica lo sviluppo di una ricerca sociale che, a seconda delle circostanze e delle opportunità, scelga per l’uno o per l’altro approccio.

– Bryman (1988): le differenze tra i due modi di fare ricerca non sono epistemologiche, ma puramente tecniche.

– King, Keohane e Verba (1994): il quadro di riferimento sottostante è rappresentato dalla stessa logica… le differenze fra le tradizioni quantitativa e qualitativa sono solo stilistiche, prive di importanza metodologica e sostantiva.

• Compatibilità nella differenza

– Corbetta: RQN e RQL sono l’espressione diretta e logicamente consequenziale di due diverse visioni epistemologiche, la declinazione in termini di metodi di ricerca di due diversi paradigmi che implicano modi alternativi di intendere la realtà sociale, gli obiettivi della ricerca, il ruolo del ricercatore, la strumentazione tecnologica.

– È difficile se non impossibile contemperare i due approcci dentro lo stesso disegno di ricerca. È altresì difficile che uno stesso ricercatore possa condurre con pari risultati ricerche seguendo i diversi approcci: struttura della personalità scientifica, difficile flessibilità.

– I due approcci portano a conoscenze diverse. Ma questo non è un limite, ma un arricchimento, in quanto c’è la necessità di un approccio multiplo e differenziato alla realtà sociale per poterla effettivamente conoscere.

I paradigmi scientifici

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Molte tradizioni, molti metodi?(Meraviglia 2004, 29-55)

• Uno dei motivi per cui non disponiamo di una sola ricetta per condurre una buona ricerca empirica è che nella sociologia confluiscono più tradizioni di pensiero, relativamente a come si deve fare ricerca empirica e all’oggetto di questa ricerca.

• È possibile ricondurre la grande varietà delle diverse impostazioni a due sole grandi tradizioni di pensiero: ci basterà approfondirle per avere un quadro chiaro sia delle prospettive teoriche sia di quelle metodologiche.

• Positivismo (Durkheim), interpretativismo (Weber), relativi sviluppi.

• Importante premessa: la contrapposizione tra queste è utile didatticamente ma risulta semplificante e rischia di oscurare i punti di contatto tra le due parti. Al di là dei rispettivi manifesti ideologici, sul terreno della ricerca empirica i due studiosi si comportano in maniera assai simile.

Definizione di paradigma scientifico(Corbetta 2003 I, 11-15)

• Col termine paradigma Kuhn designa una prospettiva teorica:a) condivisa e riconosciuta dalla comunità di scienziati di

una determinata disciplina;b) fondata sulle acquisizioni precedenti della disciplina

stessa;c) che opera indirizzando la ricerca sia in termini di:

1) individuazione e scelta dei fatti rilevanti da studiare;2) formulazione di ipotesi entro le quali collocare la spiegazione

del fenomeno osservato;3) approntamento delle tecniche di ricerca empirica necessarie.

• La nozione di paradigma scientifico è legata a una diversa concezione del progresso scientifico.

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Fino a che punto possiamo parlare di paradigmi nelle scienze sociali?

(Corbetta 2003 I, 11-15)• Risposta pre-paradigmatica (a-paradigmatica).

In questa prospettiva le scienze sociali, in quanto prive di un unico paradigma largamente condiviso dalla comunità scientifica, si troverebbero in una collocazione pre-paradigmatica (forse con l’eccezione dell’economia).

• Risposta multi-paradigmatica. Ridefinizione del concetto di paradigma, nel quale restano tutti gli elementi della definizione originaria salvo uno, il carattere della condivisione da parte della comunità scientifica. In questo modo si apre la possibilità di compresenza, all’interno di una determinata disciplina, di più paradigmi.

Principali autori e scuole dei diversi paradigmi scientifici

Post/positivismo Interpretativismo

• Durkheim

• Circolo di Vienna

• Popper

• Lazarsfeld

• Dibattito sul metodo

• Weber

• Interazionismo simbolico

• Analisi della vita quotidiana

• Etnometodologia

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Il positivismo e Durkheim

Il positivismo (Meraviglia 2004, 29-55)

• Il positivismo è una corrente di pensiero filosofico che nasce in Inghilterra e in Francia nella prima metà dell’Ottocento da radici illuministe, ma al tempo stesso come tentativo di superarle.

• La fede assoluta nella ragione dell’illuminismo viene sostituita con la fiducia nella scienza, arrivando a costituire la base di una sorta di nuova religione laica.

• Il positivismo inglese, con John Stuart Mill, rimane fedele alla tradizione empirista, rifiutando la “religione della scienza” proposta invece in ambito francese da Comte.

• Concezione totalizzante della scienza: la scienza è un unico edificio in cui coabitano le varie discipline, che si differenziano in base al grado di maturità raggiunto. Il criterio di riferimento è costituito dal metodo scientifico di derivazione galileiana applicato in fisica.

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Le caratteristiche principali del positivismo (Meraviglia 2004, 29-55)

1) Monismo metodologico: il metodo scientifico è unico, indipendentemente dall’oggetto di ricerca (natura o società).

2) Le scienze naturali esatte forniscono un ideale modello metodologico, in base al quale misurare il grado di sviluppo e di perfezione di tutte le altre scienze.

3) La spiegazione dei fenomeni osservati avviene tramite il ricorso a leggi naturali.

Durkheim (1895, cap. I)

Che cos’è un fatto sociale?• Oggetto e metodo.• Necessità di distinguersi dal linguaggio

quotidiano.• I fatti sociali esistono al di fuori delle

coscienze individuali…• e sono dotati di un potere operativo e

coercitivo.• Specificità dei fatti sociali.• Vs. i partigiani zelanti di un individualismo

assoluto.• Le correnti sociali.• L’educazione dei bambini.

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Durkheim (1895, cap. I)

Che cos’è un fatto sociale?

• «È un fatto sociale ogni modo di fare, più o meno fissato, capace di esercitare sull’individuo una costrizione esterna – oppure un modo di fare che è generale nell’estensione di una società data, pur avendo esistenza propria, indipendente dalle sue manifestazioni individuali».

Durkheim (Meraviglia 2004, 29-55)

Il metodo• I fatti sociali devono essere trattati come cose: «è una

cosa tutto ciò che è dato, tutto ciò che si offre o si impone all’osservazione» e i fatti sociali sono appunto i dati a disposizione del sociologo.

• In questo modo Durkheim apre la via all’applicazione del metodo scientifico impiegato dalle scienze naturali: se i fatti sociali sono in tutto uguali a cose, possono essere studiati come si studiano normalmente le cose che appartengono al mondo sensibile.

• «Dal momento che la legge di causalità è stata verificata negli altri domini della natura, e che essa ha esteso progressivamente il suo imperio dal mondo fisico-chimico al mondo biologico, abbiamo il diritto di ammettere che essa è ugualmente vera per il mondo sociale; ed è possibile oggi aggiungere che le ricerche istituite sulla base di questo postulato tendono a confermarlo»

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L’influenza delle scienze della natura sulle scienze sociali (Stefanizzi 2003, 40)

• Durkheim, emulando la legge della gravitazione universale di Newton, propose nell’opera La divisione sociale del lavoro (1893) la «legge di gravitazione del mondo morale». In particolare, la rivisitazione di Durkheim consisteva nel trasferire i concetti newtoniani di volume, massa e densità nel dominio dell’azione umana.

• Ad esempio, il volume e la densità della società consistevano in due fattori: «Il numero degli individui in rapporto e la loro prossimità materiale e morale». Il loro aumento produce «l’aumento della massa e della densità sociale» che è «il fatto che determina i progressi della divisione del lavoro e della civiltà» (Durkheim, 1893; trad. it. pp. 262, 266, 268, 333).

Durkheim (Meraviglia 2004, 29-55)

Il metodo

• Secondo il principio di causalità, lo scienziato sociale deve investigare le causa dei fatti sociali: la causa dei fatti sociali può essere cercata e trovata solo in altri fatti sociali, e non in fatti di altra natura.

• Es. del suicidio.

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Il dibattito sul metodo e Weber

Durkheim e Weber

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Durkheim contro Weber?(Perrone 1977, 21-35)

• Cercheremo di dimostrare che, nella misura in cui i contendenti teorici di scuole opposte si impegnano nella ricerca empirica, le esigenze interne di quest’ultima li costringono a fare un certo numero di compromessicon i rispettivi punti di partenza teorici, compromessi che spesso li portano molto più vicini a livello di sostanza e di metodo di quanto i rispettivi enunciati teorici iniziali o “paradigmi” possano far sospettare.

Durkheim e WeberLe opposizioni formali (Perrone 1977, 21-35)

DURKHEIM WEBER

1. Ruolo dell’osservatore

Liberarsi da tutti i preconcetti Relazione ai valori

2. Ruolo dell’osservato

Vs. spiegazioni psicologiche: la causa dei fatti sociali va cercata solo in altri fatti sociali

L’azione è sociale in quanto il suo significato soggettivo tiene conto del comportamento altrui

3. Inferenza causale

Leggi causaliAssoluta individualità, infinità e quindi irriducibilità della realtà alle leggi causali

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Durkheim e WeberI compromessi empirici (Perrone 1977, 21-35)

DURKHEIM WEBER

1. Introduzione di categorie tipiche

«È probabilmente vero che nessuna società storica corrisponde esattamente alla descrizione (dell’orda) [e che la nozione di orda può essere] concepita sia come realtà storica sia come ipotesi di ricerca scientifica».

Tipo ideale

2. Identificazione di sequenza causali con variabili intervenienti

Ricorso a variabili soggettivamente significanti per fornire l’interpretazione che lega un fatto sociale a un altro fatto sociale

Mediazione psicologico-intenzionale per interpretare il nesso tra una data situazione sociale e certi comportamenti

3. La verifica delle ipotesi causali

Integrazione del metodo delle variazioni concomitanti con quello della differenza

Approssimazione del metodo della differenza di Stuart Mill

I canoni dell’induzione di John Stuart Mill

• Primo canone (metodo della concordanza)

• Secondo canone (metodo della differenza)

– Se un caso in cui il fenomeno investigato si verifica, e un caso in cui non si verifica, hanno tutte le circostanze in comune tranne una, e quell’una si verifica solo nel primo caso, (allora) la circostanza in cui solamente differiscono i due casi è l’effetto, o la causa, o una parte indispensabile della causa del fenomeno.

– Quindi, se A, B, C, …, sono seguiti da a, b, c, …,e B, C, …, sono seguiti da b, c, …,se ne può inferire che A è la causa di a (o a è l’effetto di A).

• Terzo canone (metodo congiunto della concordanza e della differenza)

• Quarto canone (metodo dei residui)

• Quinto canone (metodo delle variazioni concomitanti)

– Ogni fenomeno che vari un qualche modo ogniqualvolta vari in qualche modo particolare un altro fenomeno, è una causa o un effetto di quel fenomeno, o gli è connesso per qualche fatto di causalità.

– Così, se A fa variare a in modo concomitante (B, C, ecc. e b, c, ecc. restando tutti costanti), se ne può inferire che A è la causa di a.

(A, B, C; ecc. stanno per particolari antecedenti a certi conseguenti a, b, c, ecc.)(Oldroyd 1998, 194-205)

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Gli sviluppi del positivismo e dell’interpretativismo

Neopositivismo o positivismo logico (Meraviglia 2004, 29-55)

• Critiche e profonde riformulazioni del positivismo ottocentesco

• Circolo di Vienna• Fondamento logico-matematico del metodo

scientifico e monismo metodologico• Il positivismo logico individua nel cosiddetto

criterio di verificazione lo strumento per distinguere ciò che è scientifico da ciò che non lo è; secondo tale criterio, solo le proposizioni che si possono dimostrare logicamente vere (per le quali è quindi possibile trovare un metodo di verifica) sono da considerarsi scientifiche.

• «Il significato [senso] di una proposizione consiste nel metodo della sua verifica» (Russel).

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Neopositivismo o positivismo logico (Meraviglia 2004, 29-55)

• Poiché per il positivismo logico tutto verte attorno alle regole logico-matematiche, anche la verificazione poggia su basi logiche: essa viene infatti condotta grazie al principio di induzione. Questo rappresenta il caposaldo della fondazione logica del metodo neo-positivista: il principio di induzione «determina la verità delle teorie scientifiche. Eliminarlo dalla scienza significherebbe nientemeno che privare la scienza del potere di decidere la verità o la falsità delle sue teorie» (Reichenbach).

• Quale è il legame tra il principio di induzione e la verità delle teorie?

Formulazione di una teoria, se vogliamo che essa sia dichiarata scientifica è necessario confrontarla con i dati di fatto; se i dati vanno nella direzione della teoria, teoria verificata; se invece non portano conferme della teoria, teoria falsificata poiché prevede l’accadere di fenomeni o eventi che nella realtà non accadono.

Il linguaggio delle variabili di Paul F. Lazarsfeld (Corbetta 2003 I, 25-31)

• Ogni soggetto sociale, a partire dall’individuo, veniva analiticamente definito sulla base di una serie di attributi e proprietà, e a queste ridotto; e i fenomeni sociali analizzati in termini di relazioni tra variabili. La variabile, coi suoi criteri di neutralità, oggettività e operativizzabilitàmatematica, diventava così la protagonista dell’analisi sociale, senza più bisogno di passare per la ricomposizione unitaria dell’individuo originario (spersonalizzaione).

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Il linguaggio delle variabili di Paul F. Lazarsfeld (Corbetta 2003 I, 25-31)

• Per andare oltre il «linguaggio quotidiano notoriamente vago [in un processo di] chiarificazione e purificazione del discorso [che è] fondamentale per lo scienziato sociale; […] la nostra conoscenza poteva essere organizzata in una qualche forma manipolabile […] ed il senso comune riformulato in proposizioni tali da poter essere sottoposte a test empirico» (Lazarsfeld e Rosenberg 1955, 2, 11).

• In questo modo tutti i fenomeni sociali potevano essere rilevati, misurati, correlati, elaborati e formalizzati, e le teorie convalidate o falsificate in maniera oggettiva e priva di ambiguità.

Il tacchino induttivista (http://www.wikipedia.org/)

• Un tacchino, in una fattoria statunitense, decise di formarsi una visione del mondo scientificamente fondata (una wissenschaftliche Weltauffassung, secondo i neopositivisti del Wiener Kreis). Nel primo giorno osservò che il padrone gli aveva portato da mangiare alle 12:00, evento che colpì in modo particolare il suo intuito di osservatore scientifico.

• Il giorno dopo, il fatto si verificò nuovamente, e lo stesso accadde nei mesi successivi, indipendentemente dalle condizioni climatiche, dal colore del vestito del padrone, dal fatto che questi fosse solo o in compagnia. Il tacchino ne trasse dunque la seguente decisa inferenza induttiva: "indipendentemente dal tempo, dal colore del vestito, dal fatto che sia solo o in compagnia, il padrone della fattoria mi dà da mangiare alle 12:00 ogni giorno".

• L'inferenza viene però confutata in tronco nel Giorno del Ringraziamento, quando il tacchino viene destinato al consumo alimentare come piatto principale della festa americana.

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Il falsificazionismo di Popper (Meraviglia 2004, 29-55)

• Critica del principio di induzione: una teoria non può essere dimostrata vera una volta per tutte

• Proposta del criterio falsificazionista: non un semplice artificio

• «Da un sistema non esigerò che sia capace di essere valutato in senso positivo una volta per tutte; ma esigerò che la sua forma logica sia tale che possa essere valutato, per mezzo di controlli empirici, in senso negativo: un sistema empirico per essere scientifico deve poter essere confutato dall’esperienza» (Popper 1995, 22).

Il falsificazionismo di Popper (Meraviglia 2004, 29-55)

• Critica feroce della propria teoria: non dogmatica difesa ad oltranza; più una teoria resiste alle prove più dure, più ne esce rinforzata e acquisisce valore

• «Il suo [dello scienziato] scopo non è quello di salvare la vita a sistemi insostenibili, ma al contrario scegliere il sistema che al paragone si rivela più adatto, dopo averli esposti tutti alla più feroce lotta per la sopravvivenza» (Popper 1995, 24) .

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Il problema dell’oggettività in Popper (Meraviglia 2004, 29-55)

• Ripercussione sui criteri di oggettività• Realtà oggettiva e oggettivamente conoscibile

del positivismo ottocentesco

• «Le teorie scientifiche non sono mai completamente giustificabili e verificabili ma […] nondimeno possono essere sottoposte a controlli. Dirò pertanto che l’oggettività delle asserzioni della scienza risiede nel fatto che esse possono essere controllate intersoggettivamente» (Popper 1995, 27).

• Importanza del controllo intersoggettivo

Alcune scoperte che mettono in crisi la scienza ottocentesca (Corbetta 2003 I, 25-31)

• Principio di

indeterminazione di

Heisenberg in fisica: la velocità e la posizione di una particella di energia non possono essere stabilite contemporaneamente, perché la luce necessaria a illuminare la particella per stabilirne la posizione ne altera la velocità e la traiettoria.

Page 22: Turniprovafinale del 28 giugno(Aula2) · spiegazione sociologica, Loescher, Torino. • SmelserN.J. (1982), La comparazione nelle scienze sociali, il Mulino, Bologna. ... scienziato

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Alcune scoperte che mettono in crisi la scienza ottocentesca (Meraviglia 2004, 29-55)

• Teorema di Goedel in

logica: ogni teoria è costruita su assunti di base che essa non può dimostrare né veri né falsi: è necessario fare ricorso a una teoria più generale che li giustifichi.

Alcune scoperte che mettono in crisi la scienza ottocentesca (Corbetta 2003 I, 25-31)

• Salti quantici: secondo la meccanica quantistica ci sono dei processi nella fisica elementare che costituiscono fatti assolutamente imprevedibili governati da leggi probabilistiche: per esempio, la disintegrazione di un atomo, con le conseguenti emissioni radioattive, in determinate circostanze è un effetto non prevedibile in maniera certa, per quanto grande sia la nostra conoscenza di tutti i fattori rilevanti che precedono l’evento.