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Ultramici Webmagazine numero 10

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Ultràmici magazine è un settimanale sportivo, scritto dai tifosi del Napoli , che cerca di trasmettere l'incontenibile passione degli stessi verso la propria squadra. Uniti si vince

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WEB DESIGNER: Michele Torre

REDATTORI:Enrico Ariemma

Marcello BarbutoEttore Buonincontri

Rosario D’OrsoAlberto FeolaGianluca Ficca

Armando GrimaldiMario Improta

Bruno MarchionibusDanilo Marino

Domenico “Sennolino” MarottaRodrigo Mazzeo

Gianfranco MinervinoDiana MiragliaTina Miraglia

Massimo MondòGiovanni Onorato

Marcella PolimeiRoberto Rey

Ottorina SalomoneDonatella SaponeFrancesco SellittoDomenico SerraSerena Starita

ORGANIZZAZIONE EDITORIALE:Gianluca Ficca

CONSULENZA INFORMATICA:Stefano “Snipershady” Perrini

i fumetti fotografici sono a cura di Giovanni Onorato, Francesco Sellitto e Michele Torre

PROGETTO GRAFICOGraphiweb

la redazione

VISTO IL RENDIMENTO DEI MIEI PORTIERIE POICHÉ VOGLIO MODERNIZZARE IL CALCIO,

PER L’ANNO PROSSIMO HO DECISO DI COMPRARE UN PAIO DI...CITOFONI DI ULTIMA GENERAZIONE !!!

La vignetta di Rey

DIECI !Una pausa. Del campionato, della più o meno appassionante corsa al triangolino tricolore, ai posti nelle Coppe, alla salvezza, agli obiettivi che ciascuna squadra si è prefissato. Abbiamo riflettuto, per non più di tre minuti, a dire il vero, sull’opportunità di concedercela anche noi. E la risposta che ci siamo dati è stata: ma no, per amor di Dio, già la settimana è insopportabilmente vuota senza la consueta attesa della partita domenicale; vogliamo annoiarci ancor di più privando noi stessi e voi delle vignette di Rey e delle scaramanzie di Onorato? Dei battiti e dei numeri azzurri? Delle abituali “farneticazioni”, insomma, che riempiono le pagine del nostro magazine?Quindi non solo abbiamo partorito un nuovo numero, ma addirittura abbiamo moltiplicato i nostri sforzi per renderlo eccellente. Da dieci in pagella. Dieci, come i numeri usciti sin qui. Un risultato sorprendente, se si pensa alla natura spontaneistica e amatoriale del lavoro che c’è dietro. Dieci, come il numero che a Napoli tanto amiamo, e non c’è bisogno che ve ne precisiamo la ragione. Dieci, come i punti che dovremmo fare in più, rispetto agli “zebrati”, per coronare il Sogno. Ma poiché sono così tanti – troppi - ecco la considerazione che ha ispirato il tema centrale di questa settimana. Dimentichiamo la Juve, lasciamo perdere le ossessioni bianconere e le paranoie a striscie verticali. Ritroviamo il gusto di guardare il calcio azzurro e di goderci i tre punti, quando arrivano, come sono arrivati questa settimana al termine della famigerata “girandola di emozioni”.

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di Diana Miraglia

Armi in pugno! Col Torino, col Genoa, col Milan e sino al 19 maggio, preparate nove sfide come solo voi sapete fare, senza guardare avanti. E attenti a chi proditoriamente attacca alle spalle.Da tifosa, comincio da Morgan De Sanctis: a questo campione

consiglierei vivamente di riguardarsi tutti i video in cui i suoi interventi hanno deciso il risultato e la vittoria del Napoli, affinchè dimentichi in fretta qualche distrazione mai perdonata ai portieri che non gareggiano per il pallone d’oro. Al capitano,

vittima domenica scorsa di un ‘autogollonzo’, dico invece grazie di aver continuato per la sua strada, nella sua città, troppo spesso nemica e intollerante. In ombra ha vissuto una condanna che, per chi è innocente, penetra nelle gambe e nel cuore, e con un sorriso è

LETTERA APERTAAGLI 11 LEONI

“Un’invocazione a undici capitani

coraggiosi.”

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tornato tra la diffidenza di persone più prevenute che competenti. A Hugo Campagnaro, rivolgo un perchè: perchè non ha combattuto per restare? Lei ha sempre lottato come un leone, e i tifosi l’hanno accolta e coccolata perchè dimenticasse quel triste agosto. Perchè? E’ in tempo per dire ‘resto’ ? A Valon Behrami una ‘ola’ personale: generoso, tosto e sempre ammaccato. Il Denis atalantino gli ha rifilato un calcio, non visto dall’arbitro, ha finito l’incontro con una contusione al naso, ma non ha protestato, tanto che a farsi espellere per proteste è

stato Bigon ! A Christian Maggio, darei un Oscar per la serietà e la caparbietà con cui ordina alle sue gambe di correre: quella Ferrari che dal 14 marzo del 2012 si è inceppata a Londra e cammina con classe ma senza forza. A Goran Pandev, chiedo tanti sorrisi, come solo lui sa fare quando gli riesce il colpo di un campione “incompiuto”. Alla classe pura di Marekiaro, erede di un Rivera o un Platini, chiedo che accenda il sole su Napoli e sul Napoli, insieme a Lorenzo, timoroso ancora di

dimostrare e mostrare. E agli altri leoni, Zuniga, Gamberini, Inler, l’urlo dei guerrieri leali: con l’acuto del Matador. Sarebbe difficile per un allenatore o un giocatore della grande Juventus diventare capitano coraggioso: un romanzo di Kipling in cui un giovane, viziatissimo, cade in mare e, raccolto da una barca di pescatori, impara a gioire di ogni piccolo successo. Non ti curar di loro, Napoli, ma guarda e passa.

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di Mario Improta

numeri azzurriI NUMERI DI EDISON CAVANI E DI ANTONIO CARECA: 95 RETI CON IL NAPOLIEDINSON CAVANIIn gol in 65 partite. Ha realizzato1 quadripletta, 7 triplette e 13 doppiette.Ha realizzato 69 reti in campionato (su 96 presenze), 6 in coppa italia (su 8 presenze), 19 nelle coppe europee (su 25 presenze) e 1 gol in supercoppa italiana (1 presenza).Il totale è di 95 reti in 130 presenze. (quoz 0,73%)Ha segnato a 32 squadre. 23 squadre italiane e 9 europee.Ha realizzato 36 reti in trasferta, 58 in casa e 1 in campo neutro.Cavani ha siglato 18 reti a gennaio, 16 a dicembre, 15 a settembre, 13 a novembre, 9 a marzo, 7 a febbraio ed aprile, 5 ad agosto, 3 ad ottobre e 2 a maggio.

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ANTONIO FILHO CARECAIn gol in 81 gare. Nelle quali ha realizzato 1 tripletta e 12 doppietteHa realizzato 73 reti in campionato (con 164 presenze). 13 in coppa italia (con 31 presenze) e 7 nelle coppe europee (con 25 presenze).Il totale è di 95 reti su 195 presenze (quoz 0,48%)Ha segnato a 33 squadre di cui 29 italiane e 4 europee.Ha realizzato 32 reti in trasferta, 63 in casa.Careca ha segnato 14 reti a settembre, 13 ad aprile, 12 a novembre, 11 a gennaio, 10 a maggio e dicembre, 9 ad ottobre, 6 a febbraio e marzo e 4 ad agosto.Per molti addetti ai lavori Careca avrebbe 96 reti con il Napoli ma non è così. Viene erroneamente attribuita al giocatore brasiliano la rete siglata nella gara di ritorno con il Werder Brema finita 5-1 per i tedeschi. Il gol di Careca fu deviato dal difensore Bratseth a cui l’Uefa ha attribuito l’autorete.

Careca e Cavani a confronto

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di Enrico Ariemma

Guardare avanti: adelante, con juicio, e con strabismo, anche. Guardare con un occhio a un metro da noi, a questi ventisette punti da piazzare tutti in cascina, nessuno escluso, e guardare con l’altro lontano lontano, là dove il filo dell’orizzonte definisce il crinale su cui si muovono incertezza del futuro e necessità inderogabile di programmare. Vincere a casa del Toro, strapazzare i fratelli

genoani, giocarsela a San Siro; e poi riflettere sulla ritrovata condizione psicofisica di Pandev; rallegrarsi dell’esuberanza fisica e tecnica di Armero; valutare se far rifiatare ancora Inler; sperare che i due esterni titolari stiano tornando armi da taglio o ballerine sinuose; consacrare un Hamsik immenso a Lìder maximo (e unico) di questa squadra; venerare e coccolare, ora più di sempre, il Matador;

mandare in analisi, e da uno bravo, il Guardaporta e il Capitano. Ecco il programma a breve-medio termine. Ma, incidenti di comunicazione a parte, come non pensare che Mazzarri, dentro di sé, abbia già sancito, dentro di sé, il proprio destino? Attaccato a questi lidi come un’ostrica allo scoglio o proiettato verso il ponentino della capitale o le nebbie di una strisciata a caso? Come

Uno sguardo al DOMANI, e uno al DOPODOMANI

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non pensare che sulle scrivanie che contano non ci sia già un piano di rafforzamento (o di ristrutturazione – dipende tutto dai 63 milioni) bello e pronto? Un piano A, conseguenza del secondo posto, e un piano B, al quale non voglio nemmeno pensare? Marzo è il mese destinato alla definizione, il più possibile chiara, del futuro, e, al tempo stesso, alla presa di coscienza definitiva della propria caratura tecnica per l’anno in corso. A marzo si decide molto dell’avventura sportiva in essere, e altrettanto dell’allestimento della rosa prossima ventura, tecnico incluso. Ma i maitre à penser di queste parti indossano il solito

abitino da radicalchic ostentando puzza sotto il naso per dichiarazioni, quelle del Presidente, che alimentano l’ingordigia di ridde di papabili: meglio le papabili da gossip, allora? E dunque, guardare avanti. Tanto ci siamo, ci saremo, e non per ottuso e stolido attaccamento. Perché, come ha detto il più grande tra gli scrittori viventi, “tutti hanno qualcosa davanti a cui si sentono disarmati, e io ho la bellezza, la vedo e mi acceca, impedendomi di scorgere ogni altra cosa”. La bellezza di quell’azzurro che ci rappresenta. E anche perché, aggiungo io, il “kitemmuorto” è la nostra fede.

Marzo è il mese destinato alla definizione del futuro.

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“Papino, papino?.” Sbadiglio. “Che c’è?” Antonellina, sangue del mio sangue, piume delle mie piume, è attonita di fronte al genitore ultràmico che alle 14.45 di domenica pomeriggio sta ancora sonnecchiando sul divano. Prova a

scuotermi portandomi il kit per assistere al match in TV: gagliardetto “cuore azzurro”, piccola alce portafortuna da serrare spasmodicamente nei momenti cruciali, caffè ristretto per sostenere il sistema neurovegetativo. Ma il mio sguardo è quello spento di un uomo duramente provato

dalle recenti sofferenze. Afferro alce e gagliardetto con aria indifferente. Ci sono i bergamaschi, piccolina, sto pensando. Con in mente il ricordo dell’ 1-3 dello scorso anno, a cui assistetti annichilito nei distinti, su cui si fonda il triste presentimento della solita partitaccia resa funesta dal Carneade di turno, sia egli Carmona (tre gol in serie A, due al Napoli) o Bonaventura. In men che non si dica, come non mi capitava da almeno cinque anni, inizio un sonnellino poco ristoratore. Mentre entro nello Stadio (quello 2 del sonno, non il San Paolo), persino russando un po’, ecco un urlo forsennato. “Matadooooooooooor”. Rialzo le palpebre, vedo Cavani che esulta, penso a un sogno (da quando in qua il cronista Sky esulta così tanto per un gol azzurro?), poi capisco che siamo in vantaggio.

di Wild Mattolini

IL PAR(TEN)ANOICO*

par(ten)anoico

* Il titolo della rubrica è un’invenzione di Paolo Cunsolo.

MI SENTO IL MAGO OTELMA DELLA SCONFITTA SPORTIVA.

DALLA TELEPATIA ALLA TELEAPATIA (E RITORNO…)

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Ma non riesco a venire fuori dall’apatia. Sto lì, steso sotto un plaid con cui mia figlia mi ha pietosamente coperto, attendendo impietrito l’inevitabile. Che arriva ben presto, sotto forma di uno sketch di Paperissima, protagonista l’impavido Fabio. Lo sapevo, lo sapevo, “me lo sentivo di scendere”. Lo scroscio di pioggia che incupisce Roma durante l’intervallo rinforza i nefasti presagi, crudelmente resi realtà dal Tanque Denis dopo un illusorio vantaggio. Per inciso, io i giocatori che non esultano per gratitudine verso il vecchio pubblico li manderei volentieri al confino. Buttala fuori la palla, se ci vuoi bene, no? Scornacchiato. Ma ad un tratto, quando già pensavo di potermi fregiare ancora una volta del poco invidiabile titolo di Mago Otelma della sconfitta sportiva, sento un tuffo al cuore e un brivido. I due segni

somatici di quando sta per girare il vento. E’ questione di un attimo. Prima ancora che Armero la metta al centro, sto già esultando. Il guizzo di Pandev e la palla in porta li ho “sentiti”un paio di secondi prima, come per uno Shining calcistico.Scaglio l’alce sul soffitto, inizio a gridare e saltare, le mie premonizioni hanno improvvisamente cambiato qualità. Antonella mi guarda con un misto tra pietà e raccapriccio. “Forse eri meglio prima”, mi apostrofa. Ma tutto sommato è felice.

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di Bruno Marchionibus

L’annata del Napoli è ad una svolta importante. Per la prima volta dall’inizio della stagione, infatti, gli azzurri non devono più concentrare l’attenzione sul cammino dell’avversario per eccellenza: la Juventus. Troppi, realisticamente, i 9 punti di distacco dai bianconeri per poter pensare ad una rimonta che avrebbe tutte le caratteristiche del miracolo. Ed allora, accantonati per quest’anno i sogni di gloria tricolori, adesso per Cavani e compagni inizia un nuovo campionato: quello per il secondo posto, da giocarsi con un nutrito gruppo di squadre inseguitrici, prima fra tutte il Milan. Non sarà facile mettere da parte la rivalità sportiva con la Juventus; fin dalla scorsa estate, infatti, i partenopei sono stati accreditati dagli

addetti ai lavori come l’anti-Juve, e la Supercoppa, vinta dai bianconeri a Pechino tra mille polemiche, ha acuito ancora di più l’antagonismo tra gli uomini di Mazzarri e quelli di Conte. Dall’inizio del torneo i tifosi azzurri hanno sognato, al di là delle scaramanzie e delle dichiarazioni di rito, di poter raggiungere il primo posto proprio a scapito dei nemici, sportivamente parlando, di sempre. Domenica dopo domenica così, anche involontariamente, il cammino dei partenopei è stato sempre valutato in funzione di quello dei bianconeri “Siamo a meno tre”, “Alla prossima giornata hanno una partita difficile, potrebbero anche perdere”,”Ci giochiamo tutto nello scontro diretto”. Ora, invece, c’è da

superare questa fase; la Juve ha un vantaggio difficilmente colmabile, e allora per questi due mesi va dimenticata, come se non esistesse. Giocherà il suo finale di stagione come fosse in un campionato a parte, mentre il Napoli ha un risultato fondamentale da ottenere, per cui lottare fino all’ultima giornata: la qualificazione alla prossima Champions League. Solo raggiungendo questo traguardo, d’altra parte, la società di De Laurentiis può mantenersi sugli alti livelli delle ultime stagioni, e lanciare nuovamente la sfida alla Juventus già a partire dalla prossima stagione.

E ORA..METTIAMO DA PARTE LA JUVE

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... RIDIAMOCI SU

ultràfumetti

di Giovanni Onorato e Francesco Sellitto

Al tornello

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Sembravano andati in letargo, non se ne vedeva più in giro nemmeno uno. La loro squadra del cuore arrancava nei bassifondi della classifica prendendo sberle da ogni squadra che avesse un briciolo di voglia di vincere. Sì, parlo dei milanisti; un autunno da incubo il loro, costretti com’erano a starsene rintanati in casa per non essere sbeffeggiati dai fortissimi cugini nerazzurri e dagli odiati juventini ai quali non perdonano ancora quel gol fantasma di Muntari che avrebbe cambiato l’esito dello scorso campionato a loro vantaggio. Poi la trasferta di Napoli. Pronti, via e siamo

già due a zero per noi con Inler che ridicolizza Abbiati con un tiro degno della serie TV Holly & Benji e Lorenzo Insigne che raddoppia, lasciando intravvedere all’orizzonte una serata trionfale. Ma noi napoletani siamo un popolo generoso e siamo sempre pronti ad aiutare chi ne ha più bisogno, così decidiamo di smettere di giocare e di regalare un punticino al Faraone e ai suoi compagni. Chi se lo sarebbe aspettato che, di lì a poco, quella stessa squadra sgangherata avrebbe inanellato una serie impressionante di risultati utili, tanto da arrivare fin lassù nella tanto insperata zona Champions?

staje luntan’ da stu core

ROSSONERI: SORRISO E SICUMERA

di Marcello Barbuto e Tina Miraglia

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Io no, ma vi assicuro che nemmeno i tifosi rossoneri più sfegatati ci avrebbero puntato un Euro. Le cose ormai sono andate così e noi “emigranti”

adesso dobbiamo sorbirci le battutine non solo di coloro che stanno per vincere il loro settantesimo scudetto sul campo, ma anche dei milanisti

che, assieme a Mario Balotelli, si sono ripresi tutta la loro spocchia e la loro sicumera e sono tornati a uscire allo scoperto col petto gonfio. Paolone, simpaticissimo milanista, proprietario della Farmacia in Piazza, mi guarda e sorride. Ma lo conosco quel sorriso: assomiglia tanto a quello di chi è convinto di fare 27 punti nelle prossime 9 partite e volare dritto in Champions League. Chissà se anche lui sa che il sorriso che gli ricambio ha per me lo stesso significato.

STAJE LUNTAN’ DA STU CORE

NEMMENO I MILANISTI PIÙ SFEGATATI AVREBBERO PUNTATO UN EURO SULLA

LORO RIMONTA.

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Carissimi Ultràmici, bentornati!

Caro Giovanni, come sei diventato ultràmico?

Mi ha coinvolto Alberto Feola. Persona fantastica, ci conoscemmo durante il ritiro del Napoli a Lindabrunn. In quel periodo chiacchieravo con chiunque mi ascoltasse, pagavo ancora la batosta psicologica del terremoto di L’Aquila. Mi diede retta e in lui trovai un grande tifoso e un amico.

Quindi non vivi a Napoli ma sei abbonato e ogni partita in casa per te è una vera trasferta. In questo periodo un po’ nero dove hai trovato la motivazione per essere

sempre presente?

Ho sempre sofferto la lontananza da Napoli e dal Napoli. 250 sono i km che mi separano da quella che sento ancora essere la mia città ma li percorro con piacere. Non mi sento di dire che faccio sacrifici, i sacrifici sono altri. La motivazione è l’amore! Amore incondizionato verso maglia e colori. A prescindere dalla categoria, dall’avversario, dalla competizione, io voglio esserci.

La cessione di Lavezzi ha diviso la tifoseria in due. Da che parte ti schieri?

Premesso che ritengo Lavezzi un gran bel giocatore, ma non un campione, sono stato

favorevole alla cessione. Lui é voluto andare via da Napoli. È stato accontentato. Avere uno scontento in casa è pericoloso. Ho esultato e gioito con lui, ma adesso gioca con un’altra maglia e non vedo perché applaudire un avversario. Di una cosa sono certo, Lavezzi non ha lasciato il Napoli per vincere. Se vuoi vincere vai al Barça, non al Paris Saint Germain.

Qual è il tuo calciatore preferito di sempre?

Senza dubbio Marek Hamsik. È un campione totale dentro e fuori dal campo. Vorrei un calcio con più persone come lui. Se dovessero fare una campagna per il calcio pulito credo che lui sarebbe

di Serena Starita

SERENAmente

serenamente

Intervista a: Giovanni “Partenopeo” Calise

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il testimonial perfetto: “Più Hamsik, meno Doni”.

Il Matador è tornato. In queste settimane l’ambiente napoletano ha dato il peggio di sé, ognuno si è sentito in diritto di sputare la propria dose di veleno. Qual è la tua opinione in proposito?

Credo che le vicende private debbano rimanere tali. A Napoli purtroppo non succede. A me interessa ciò che fanno i giocatori in campo, non a casa. Parlare di queste cose è da provinciali. La tifoseria deve crescere sotto questo aspetto e i tifosi devono spalleggiare la

squadra sempre nel bene e nel male.

La questione dei diritti di immagine è un limite per la crescita di questa squadra?

Senza dubbio è una condizione che non ci porterà mai Messi. Però, allo stesso tempo, non credo che sia impossibile vincere. Il calcio, e in particolar modo il calcio italiano, è cambiato. Il calcio non è più di “mecenati che spendono soldi solo per diletto (vedi la Premier League con gli sceicchi), ma è gestito da imprenditori. Il Napoli ha un presidente imprenditore e questo non

è necessariamente un male. Un’impresa che va bene fa crescere i fatturati. Il Napoli sta crescendo e questo mi da certezza sugli investimenti futuri. Ai tifosi chiedo di guardare la posizione in classifica più che il conto in banca del Presidente.

Allegaci una tua foto da tifoso.

Prima permettimi di ringraziare il deck 4. Vivere le partite insieme è davvero una bellissima esperienza; perciò vi saluto con affetto e ci vediamo dopo Pasqua!

serenamente

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Dal bagno di casa Onorato (piccolo manuale a puntate su calcio e scaramanzia)

La tavoletta sul divanodi Giovanni Onorato

manuale a puntate sul

calcio

La sconfitta di Verona con il Chievo è stata un colpo durissimo. Si è portata via con sé, definitivamente (quasi), il sogno tricolore. Per tutta la settimana mi sono sentito svuotato, senza mèta, come se si fosse concluso l’anno scolastico ed io non avessi ancora deciso cosa fare delle mie vacanze. Come se non avessi ancora pensato al modo in cui riempire i giorni a venire senza compiti, cioè senza i vari riti scaramantici assegnatimi dalla mia amica e voce interiore Miagolina. Sono cosciente che vi ho deluso in tanti, vi ho fatto credere che con i miei consigli scaramantici saremmo potuti arrivare chissà dove… cosa volete che vi dica, è palese che a Torino i nostri concittadini emigrati abbiano esportato la nostra arte scaramantica: e quelli, che non gli pareva vero che gli stessero regalando qualcosa senza doversela conquistare onestamente, subito se ne sono appropriati.

Domenica, prima della gara con l’Atalanta, mi sembrava di vivere una di quelle insipide domeniche di fine giugno. Che non vai al mare perché ci troveresti troppo caos e che il tempo pare che non passi mai e tu sei lì, ad oziare su un dondolo in giardino mentre ti

gusti un po’ di gelato, servito in un bicchiere di plastica - solito gusto, fragola e limone - che non fa altro che aumentare la tua depressione di astinenza da campionato di calcio. Alle quindici in punto la partita ha inizio in un clima surreale. Niente segno della croce ripetuto per un numero infinito

di volte, niente battiti accelerati e, soprattutto, niente sguardi carichi di odio e rabbia verso mia moglie, colpevole di stare li ad asciugare ancora l’ultimo piatto. Non avverto tensione, non mi dispero al doppio pareggio della Dea, forse anche perché avverto sensazioni positive. Sul due a uno per il Napoli, in altri tempi, sarei scappato in bagno ed avrei atteso la fine lenta della partita, questa volta no, la tavoletta, volgarmente oggi chiamata Tablet, me la sono messa sulle ginocchia con me sul divano e, sopra di essa, scrivevo tutte le mie sensazioni durante il match. A volte, vedete, non serve rompere solo gli schemi ma anche le tavolette e,i fatti ancora una volta mi hanno dato ragione. Ora vi saluto, devo leggere per ben 5 volte di seguito la notizia riportata a pagina 241 del televideo RAI. Sono riprese le lezioni e, con esse, il nostro grande campionato.

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TEMPO DI PRIMAVERA

Sebbene mi aspetti di poter essere aspramente criticato dai docenti per ciò che sto per dire, ritengo che non si possa dare troppo addosso ad un ragazzo che trascura per un po’ i suoi doveri di studio nell’imminenza di un esame importante, vicinissimo. Un’esame che potrà magari segnare un passaggio importante della sua vita.

Specie se questo ragazzo ha già sin qui dimostrato di essere di un livello superiore, tutto l’anno con i migliori voti in pagella. Ecco, la sua media gli è già sufficiente a finire l’anno come uno dei cinque migliori della sua classe, ma nella consapevolezza di poter dare ancora molto di piu. Al punto di rallentare la corsa nel finale, per prepararsi al meglio alla grande sfida di una vita.

Nei suoi primi esami, questo ragazzo ha già avuto

risultati brillanti. Cosi, la sua mente vola, libera, verso il giorno della laurea, davanti a tutti i suoi cari. Al giorno, cioè, in cui egli spera di diventare, finalmente, uomo, com un futuro roseo davanti a sè. Giusto cosi. Ed allora lasciamolo libero, quel ragazzo. Cerchiamo di aiutarlo a sopportare il “peso” del giorno che si avvicina, per consentirgli, in quel momento, nel “suo” giorno, di esprimersi nel migliore dei modi.

Quale migliore ultimo ostacolo degli “alunni” a detta di tutti, più bravi d’Italia? Certo, gira e rigira, siamo qua a parlare sempre di loro. Gli avversari piu forti, forse anche quelli piu temibili. Ma quelli che spingono ad avere una marcia in più. Quelli contro i quali è più bello vincere. Quelli a cui, per usare una parola da “studenti”, serve una lezione. Che gli va insegnata fin da piccoli!

di Rodrigo Mazzeo

tempo di primavera

Con la testa sempre “lì”

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Il Napoli. Una passione nata, come per tanti, da piccola. Quando, alle elementari, imparavo ad amare il calcio e quasi unica, tra le bambine, seguivo le partite e mi emozionavo per un gol. Quando un riccioluto calciatore dall’ accento sudamericano decise che Napoli sarebbe stata la sua casa, il suo mondo, il posto in cui voleva riuscire in ció che nessuno era riuscito prima: portare lo Scudetto all’ ombra del Vesuvio. Perché in tanti ci avevano provato, alcuni ci erano andati vicini, ma mai nessuno avevo potuto regalare alla cittá una delle gioie piú grandi nella vita di un tifoso. E allora io, dal balcone di casa dei miei nonni, sulla collina di Posillipo, guardavo lo stadio, li al centro di Fuorigrotta, tremante ad ogni magia del suo nuovo ídolo.Era come essere ipnotizzata, la domenica pomeriggio (perché

allora solo di domenica si giocava), seduta a terra, la radio accesa, in attesa di quel brivido che sapevo sarebbe arrivato. E all’ improvviso, ancor prima che il radiocronista interrompesse il collega di turno che in quel momento stava parlando, io giá sapevo che era successo. Lo stadio iniziava a tremare, il rumore arrivava fin lassú, al mio balcone… e io sapevo che il Napoli aveva segnato.

Oggi é come essere li, affacciata a quel balcone, con la speranza che un altro giocatore, anch’egli con l’ accento sudamericano, differente per fisicitá e movenze, possa riuscire ancora in quel sogno fantastico che da troppo tempo non si realizza a Napoli. La differenza per me é che adesso sono a quasi 3.000 km di distanza. I miei nonni non ci sono piú e quel balcone, probabilmente, fa emozionare qualcun’ altro. Ma la

COME SUL BALCONE D’INFANZIA

di Ottorina Salomone

LO STADIO INIZIAVA A TREMARE, IL RUMORE

ARRIVAVA AL MIO BALCONE, E IO SAPEVO CHE IL NAPOLI AVEVA

SEGNATO

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passione e l’ amore per la cittá e la squadre sono piú forti di allora, perché piú consapevoli, piú maturi. E forse perché da lontano ti rendi conto delle cose che ti mancano e che dai per scontate quando sei li. Vivere il prepartita con gli altri, parlarne, discuterne, fremere per una settimana intera fino al fischio d’ inizio. Farlo in compagnia é un’ altra cosa. E il dopopartita, soprattutto se c’ é stata una vittoria, é ancora piú bello. Gli scambi di opinioni, le analisi tecniche, le critiche o i complimenti a questo o quel giocatore. C’ é un altro gusto a viverle li, quando la mattina entri al bar e si respira l’ aria di Napoli, del Napoli. Ti

trovi immerso in discussioni che, anche se non le stai facendo tu, ti riguardano comunque: perché parlano di te, del tuo amore, della tua passione … e magari ti ritrovi a scambiare opinioni con uno sconosciuto senza nemmeno accorgertene. E poi lo stadio, la possibilitá di andaré a vedere la tua squadra quando vuoi (tasca permettendo), e magari di conservare i soldi per regalarti quell’ abbonamento tanto voluto.

continua nel prossimo numero…

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Questa settimana, a causa degli impegni delle Nazionali maggiori, i vari campionati Europei si sono presi un turno di pausa, e le mie attenzioni si sono rivolte ai campionati minori. Come si evince dal titolo, proverò con una multipla fatta di tutte vittorie casalinghe, che moltiplicano circa diciannove volte la giocata effettuata.In Lega Pro del nostro campionato, do fiducia a tre delle candidate a salire in B, e per la precisione al Lecce, al Trapani e al Latina, impegnati rispettivamente contro, il Pavia il Como e il Prato, nella League Two del campionato Inglese, ho scelto invece il segno 1 nella gara tra il Burton e il Wycombe, dove i padroni di casa hanno ruolino casalingo

impressionante, per finire, nella Liga Adelante vittorie per il Villareal e Girona impegnate contro l’Huelva e il Mirandes.

Riassumendo:

Lecce – Pavia segno 1 Q 1.43Trapani – Como segno 1 Q 1.52Latina – Prato segno 1 Q 1.60Burton – Wycombe segno 1 Q 1.80Villareal – Huelva segno 1 Q 1.60Girona – Mirandes segno 1 Q 1.75Totale giocato € 10.00 Vincita presunta € 193.00

di Danilo Marino

L’ANGOLO DELLE SCOMMESSE

SEI VOLTE 1