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UN ANNO DI RESISTENZA NELL’ OSSOLA (settembre 1943 - settembre 1944) PREMESSA L’Ossola, il triangolo di terra italiana che s’incunea nella Sviz- zera, tra il Canton Ticino ed il Vailese ed è limitata a sud dal lago Maggiore, dal massiccio del Mottarone, dal lago d’Orta e dal crinale che dal monte Rosa scende fino ai margini della pianura novarese, fu, durante la guerra di liberazione, per le caratteristiche geografiche che ne fecero un punto chiave verso la vai Padana, protetto alle spalle dalla catena delle Alpi Lepontine, confinanti colla Svizzera neutrale e per il carattere stesso dei suoi abitanti, un importante campo di epiche lotte. Sui confini i facili valichi, sin dall’inizio, richiamarono le schiere degli esuli che cercavano la salvezza nella vicina Svizzera e facilitarono i contatti coi nuclei di resistenza che quivi segretamente operavano, mentre le vallate secondarie, che si aprono a ventaglio sulla più pro- fonda e sinuosa pianura del Toce, offrirono asilo a coloro che alla sicurezza dell’esilio preferirono la lotta per la Patria. I due anni di guerra clandestina possono essere, per l’Ossola, suddivisi in tre fasi ben distinte. La prima, che dal settembre ’43 va al settembre ’44, segna il periodo del formarsi dei gruppi politici e delle formazioni militari, entrambi impegnati a fondo, sin dall’inizio, nella guerra contro i na- zifascisti, che ebbe qui il battesimo di sangue nella insurrezione di Villa e gli episodi più salienti nella battaglia di Megolo, ove cadde il Capitano Beltrami, e nel grande rastrellamento del giugno. II secondo periodo, breve ma intenso di vita, comprende i qua- ranta giorni della repubblica ossolana, ed ha un particolare valore storico. Infatti mentre i partigiani, dopo le fortunose azioni che li hanno portati alla liberazione della zona, devono completamente tra- sformare la tattica di lotta (non più ora guerriglia alle spalle del nemico, ma, per l’esistenza di un « fronte », vera e propria guerra), gli uomini politici si cimentano nella prima esperienza di libero go- verno democratico dopo vent’anni di fascismo.

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UN ANNO D I R ESISTEN ZA N E L L ’ OSSOLA

(settem bre 1943 - settem bre 1944)

P R E M E S S A

L ’Ossola, il triangolo di te r ra ita lian a che s ’incunea nella Sviz­zera , t ra il C anton T icino ed il Vailese ed è lim ita ta a sud da l lago M aggiore, dal m assiccio del M ottarone, dal lago d ’O rta e dal c rinale che dal m onte Rosa scende fino ai m arg in i della p ian u ra novarese, fu, du ran te la guerra di liberazione, p e r le ca ra tte ris tiche geografiche che ne fecero u n pun to chiave verso la vai P ad an a , p ro te tto alle spalle dalla catena delle A lp i L epon tine , confinanti colla Svizzera n eu tra le e p e r il ca ra tte re stesso dei suoi ab itan ti, un im portan te cam po di epiche lo tte .

Sui confini i facili valichi, sin d a ll’in izio , rich iam arono le schiere degli esuli che cercavano la salvezza nella vicina Svizzera e facilitarono i con ta tti coi nuclei di resistenza che quivi segretam ente operavano, m en tre le valla te secondarie, che si ap rono a ventaglio sulla p iù p ro ­fonda e sinuosa p ian u ra del Toce, offrirono asilo a coloro che alla sicurezza de ll’esilio p re fe rirono la lo tta p e r la P a tria .

I due anni di guerra clandestina possono essere, p e r l ’Ossola, suddivisi in tre fasi ben d istin te .

La p rim a , che dal settem bre ’43 va al settem bre ’44, segna il periodo del form arsi dei g rupp i p o litic i e delle form azioni m ilita ri, en tram bi im pegnati a fondo, sin d a ll’in izio , nella guerra contro i n a ­zifascisti, che ebbe qu i il battesim o di sangue nella insu rrezione di V illa e gli episodi p iù salienti nella ba ttag lia di M egolo, ove cadde il C apitano B eltram i, e nel grande rastre llam ento del giugno.

II secondo periodo , breve m a intenso di v ita , com prende i q u a ­ran ta giorni della repubb lica ossolana, ed ha un p artico lare valore storico. In fa tti m en tre i p artig ian i, dopo le fortunose azioni che li hanno p o rta ti alla liberazione della zona, devono com pletam ente t r a ­sform are la ta ttica di lo tta (non p iù ora guerrig lia alle spalle del nem ico, m a, p er l ’esistenza di un « fron te », vera e p ro p ria guerra), gli uom ini po litic i si cim entano nella p rim a esperienza di libero go­verno dem ocratico dopo v en t’anni di fascismo.

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4 Anita Azzari

P o i, dopo la caduta della repubb lica ossolana, fino a ll’ap rile ’45, si r ito rn a alla guerrig lia e a ll’attiv ità c landestina, che tan to coopere­ranno alla v itto ria finale.

I

I P R IM O R D I D E L L A R E S IS T E N Z A N E L L ’O S SO L A

1. - Situazione a ll’8 settem bre 1943. — 2. - C ostituzione ed organiz­zazione dei grupp i pa trio ttic i e delle p rim e form azion i m ilitari.

1. - G li avvenim enti d e ll’8 se ttem bre ebbero im m ediate r ip e r ­cussioni n e ll’Ossola.

In essa cercarono na tu ra le rip a ro i vallig iani ap p arten en ti a l d i­sciolto esercito che erano riusc iti a so ttrarsi alla ca ttu ra tedesca.

Vi giunsero dai cen tri d e ll’I ta lia se tten trionale , coi m ezzi p iù im pensati e con i p iù stran i travestim enti. G li a lp in i da A osta m ar­ciarono per g iorni e n o tti attraverso la cerch ia delle m ontagne; cam m ino sim ile, m a ancor p iù lungo ed aspro tennero coloro che presidiavano la F ran c ia ; alcuni riuscirono ad arrivare alla loro casa sin dalla lo n tana Jugoslavia.

A questi uom ini si. un irono sovente com pagni che non potevano raggiungere il lo ro paese e che cercavano di r ip a ra re in Isvizzera, ebrei p rofughi, p rig ion ieri alleati dai cam pi di concentram ento della Lom bardia.

I l panico e l ’incertezza del m om ento indussero ancora a r ip a ra re nei villaggi fuori m ano e sugli alpeggi p iù bassi m olti borghesi che, p er la loro prestanza fisica, tem evano l ’arruo lam ento coatto e la de­portazione in G erm ania.

In tan to , m en tre i fascisti, fa tti baldanzosi p er i recen ti avveni­m enti, andavano riorganizzandosi ed affiancandosi ai tedeschi nella occupazione della zona, i vecchi e p rovati antifascisti gettarono le basi della fu tu ra organizzazione clandestina (1).

f i ) Interessanti le testim onianze in proposito fo rn ite dai giornali locali: « I l Popolo d e ll’Ossola » nel li. 37 del 10 - 9 - 1943 ancora pubblicava un proclam a che i rappresentanti dei p a rtiti, riun itisi a T orino , lanciavano al popolo italiano, chiam ato « a fianoo dei suoi fratelli in arm i » a « d ifendere l ’arm istizio , il prim o passo necessario per la rinascita della Patria d ilaniata », a « trovare nella serietà della coscienza la forza e la dignità di rim anere al p roprio posto di lavoro ed a guardare con fede a qu e ll’avvenire che su tante sventure dovrà per v irtù nostra essere riconquistalo ». Ma nei num eri successivi lo stesso g iornale doveva già dare ospitalità alla propaganda nazifascista ed ai suoi vari p roclam i e m anifesti.

Sul num ero seguente, in fatti, il prefetto B allerò con un proclam a vietava

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 5

E ’ p rem atu ro p a rla re ora di C .L .N .; ci troviam o di fro n te a g ruppi di uom ini, legati da vecchie am icizie e dalla com une avver­sione al fascism o, a volte anche di opposte tendenze po litiche , che si uniscono p er fronteggiare gli eventi.

Ogni c ittà , ogni cen tro im po rtan te ebbe il suo gruppo. N ell’Os- sola e v icinanze i p iù im p o rtan ti sorsero a Dom odossola, P allanza ed Omegna. Nei p rim i due cen tri essi ebbero v ita im m ediatam ente dopo l’8 settem bre. A Pallanza si ebbe un nucleo po liticam ente eteroge­neo; ad una sua p rim a riun ione in fa tti risu ltano p resen ti: l ’a w . M e­no tti di In tra , dem ocristiano; il sig. A ndrean i, socialista; il t ip o ­grafo A iro ld i, lib era le ; il sig. C atena, com unista; ed il sig. Miaffioli di M ergozzo, ex garibald ino di Spagna ed ex confinato politico.

P artico la re cara tte re socialista ebbe invece il g ruppo di D om o­dossola, ciò anche p er le idee del suo na tu ra le capo ed an im ato re , il prof. E tto re T ib a ld i, una bella figura di provato antifascista (2). A nche qui però non m ancarono uom ini di diverse tendenze politiche.

A nalogam ente furono p resen ti in questi g rupp i tu tti i ceti sociali. A Dom odossola, p e r esem pio, accanto al prof. T ib a ld i, colto e valente m edico, a ll’avv. Paolo F erra ris e ad a ltri p rofessionisti, la- * 22 * * 25

soste in torno a carri arm ati, a m acchine m ilitari, nelle vicinanze di depositi e di m unizioni ed ancora gli assem bram enti superiori a tre persone, l ’affissione di avvisi e m anifesti ; am m oniva infine che i trasgressori erano passib ili di pena di m orte. Ad esso faceva seguito un o rd in e per la consegna delle arm i ed un proclam a del com ando germ anico che suonava così: « chiunque asporterà o dan­neggierà oggetti od arm i delle forze arm ate germ aniche o ita liane, chi nascon­derà arm i e non le consegnerà entro ven tiquattro ore dalla pubblicazione del proclam a, sarà fucilato . I m ilita ri ita lian i dovranno presentarsi subito al p iù vicino com ando germ anico : i trasgressori saranno deferiti al tribunale di guerra ». Un bando del com ando della ventitreesim a legione di stanza ad A rona, in data22 settem bre, firmato dal 1° seniore Falla G arretta Cesare, invitava poi ufficiali e sottufficiali della M .V .S.N . a presentarsi subito ed annunciava gravissime san­zioni agli inadem pienti.

(2) G iovanissim o, nel 1911, egli era stato a capo del m ovim ento per l ’U n iver­sità italiana a T rieste. Nel 1913, appena laureato , avendo esaltata la repubblica , venne processato per vilipendio alla istituzione m onarchica. Nel 1914 com battè in F rancia con la legione M azzini; al suo scioglim ento, tornò in Ita lia ove partecipò al m ovim ento in terventista. Allo scoppio della guerra partì volontario . Si congedò nel 1919 e fu subito candidato alle elezioni po litiche nella lis ta : Com battenti, repubblican i dem ocratici di sinistra a Pavia. Dopo un breve periodo, dedicato esclusivam ente agli studi scientifici, nel 1920 prese- parte alle prim e reazioni al fascism o. A Pavia fondò la sezione « Italia libera » che sostenne qiuasi da sola la lo tta antifascista in città e provincia. C ontem poraneam ente com inciarono le persecuzioni poliziesche. Nel 1926, infine, fu costretto ad abbandonare Pavia e solo grazie ad una m utilazione di guerra e ad una m edaglia al valore potè evitare i l confino. Stabilitosi a Domo continuò a m antenere contatti coi repubblican i e coi dem ocratici di sinistra di M ilano e Pavia. Nel 1935, coll’in ten to di dar vita ad una larga organizzazione antifascista, fece un giro per l ’Italia centrale, sp ingen­dosi fino a Perugia, ed avvicinando elem enti di sicura fede dem ocratica. Dopo il25 luglio organizzò a D om odossola il prim o nucleo antifascista. Vi facevano parte anche il p itto re Carlo Fornara , Rediroisto F abbri, l ’avv, Paolo Ferraris ,

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vorarono, con iden tità d ’in ten ti e con com une passione, artig ian i ed opera i. F ra questi la be lla figura del com unista R edim isto F ab b ri di V illa.

Non m ancò il c lero : il cappellano de ll’ospedale don G audenzio C abalà fu uno dei p iù attiv i co llaboratori ed organizzatori della re s i­stenza ossolana; valida cooperazione diedero i p ad ri rosm in ian i ed in partico la r m odo il prof. Don Luigi Z oppetti (3). M olti giovani sacerdoti dettero po i preziosi a iu ti alle bande arm ate che gravitavano nei d in to rn i delle loro parrocchie.

L ’a ttiv ità c landestina ebbe in o ltre qualche favoreggiatore fra gli in d u stria li, m a trovò so p ra ttu tto sim patizzanti fra F um ile gente, in partico la r m odo fra la popolazione locale, nei paesi m inori e nelle valla te secondarie, ove il fascismo non aveva m ai fatto grandi con­quiste. I contad in i ossolani serbavano anzi rancore al regim e, che aveva troncata l ’em igrazione, da secoli p e r essi fonte di guadagno, benessere e a volte ricchezza, che li aveva vessati con tro p p e leve p er guerre che non sentivano e non volevano e del quale m al sopporta ­vano le • gonfiature di grandezza, tan to in contrasto colla lo ro vita du ra e frugale.

U n grave fatto p o i, che ebbe larga eco ne i d in to rn i, aveva p ro ­fondam ente scosso l ’opin ione pubb lica e resi odiosi fascisti ed occu­pan ti. A Baveno, subito dopo l ’8 settem bre, elem enti delle S. S. ave­vano sorpreso alcuni ebrei e, secondo i lo ro delittuosi sistem i, li avevano tru c id a ti e b u tta ti ne l lago.

Dopo qualche giorno i loro m iseri corp i, o rrendam ente straziati, vennero a galla ed offrirono un ben tris te spettacolo alle popolazioni te rro rizzate .

Q uesto il clim a nel quale in iziarono la loro opera gli uom ini della resistenza ossolana.

N essun nucleo clandestino agiva isolatam ente. Subito dopo l ’B settem bre c’erano stati con ta tti tra l ’Ossola ed i sorgenti C .L .N . di T orino , di M ilano e partico larm ente di N ovara, tram ite il p rof. P ie ­tro F o rn ara , ed i fra te lli B onfantin i. A nzi, subito il 14 od il 15 set­tem bre , ad A rona, nella casa del vecchio socialista B errin i, si r iu ­niva una specie di C .L .N ., che poteva considerarsi già un com itato m ilita re .

A ta le riu n io n e erano p resen ti: i fra te lli M ario e C orrado B on­fan tin i, T ibald i che rapp resen tava l ’Ossola, M oscatelli per la Val

(3) L autrice ricorda che i fascisti, liv id i, scarabocchiavano i m uri con la scritta : « Don Zoppetti e P ad re Cabalà, invece di insegnare ai giovani la via della v irtù , insegnano quella della m ontagna ».

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Sesia, il figlio del B errin i, Aldo, che prom ise di assicurare i colle­gam enti con tu tto il basso V erbano , M enotti p e r l ’alto V erbano 3 qualche altro .

Essi stab ilirono di tenere convegno ogni due dom eniche, m a poi, p er vari m otiv i, dopo qualche a ltro incontro non fu p iù possibile tenere le riu n io n i.

I l g ruppo T ibald i in o ltre , p e r mezzo d e ll’ing. G iorgio B allarm i che, d ire tto re del tronco ita liano della ferrovia D om odossola-Locarno, godeva di partico la ri facilitazioni p er il passaggio in Isvizzera, si m ise a contatto con il vice console inglese a Lugano, De G arston , il quale, diffidente a l prim o incon tro , dopo aver assunto in form azioni, accet­tò di co llaborare e diede p u re qualche aiu to .

2. - In tan to i problem i che andavano im ponendosi nella zona erano m olteplici : organizzare la resistenza nelle fabbriche e nei paesi, sovvenzionare e sostenere i g rupp i a rm ati che andavano fo r­m andosi su lle m ontagne, ricercare arm i, salvare, po rtando li in Isviz- zera, num erosi ex p rig ion ie ri a llea ti e persegu ita ti po litic i (4).

In questa u ltim a a ttiv ità m olto lavorarono p u re i ferrov ieri e gli stessi con trabband ieri.

U na delle m aggiori p reoccupazioni del p rof. T ibald i fu la crea­zione di nuclei operai di resistenza, i quali, a rm ati, dovevano vigi­la re sulle grandi dighe e cen trali e le ttriche di valle A ntigorio , For- m azza, D evero ed A ntrona. Questi opera i erano sovente degli ex-m i­lita r i, i p rim i partig ian i che il T iba ld i riusciva a far assum ere dalla società E dison, in accordo con l ’ing. C alciati di questa.

U na organizzazione a base nettam en te operaia si iniziò nei cen­tri in d u stria li di Dom odossola, V illadossola e P ieve V ergonte. A V illa e a P ieve operava R edim isto F a b b ri; a Dom o, Giacomo R oberti.

N elle vallate si a rruo larono ren iten ti locali, i quali sarebbero dovuti rim anere nelle loro case a rm ati e p ro n ti ad ogni even tualità ; accordi si presero con elem enti delle guardie di finanza che, p u r rim anendo ai loro posti ed assoggettandosi ap paren tem en te ai nazifa­scisti, erano però in accordo con i partig ian i e clandestinam ente ne appoggiavano il nascente m ovim ento.

Im portanza p artico lare ebbero i g rupp i che erano andati fo r­m andosi nelle vallate e qua e là sulle m ontagne. A lcuni di essi, al p rim o u rto col nem ico, si sciolsero; a ltri resiste ttero invece p er due

(4) In valle Anzasca, in questo scorcio di tem po, i tenenti L am pugnani, B edin e R izzato, collegati con M ilano e Novara, riuscirono a trarre in salvo, facendo loro varcare i l confine, circa 180 persone.

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anni e con alterne vicende ebbero p a rte im p o rtan te nello svolgersi dei successivi avvenim enti.

A lcuni sorsero sulla sponda del lago M aggiore: alla b a ita S'tep- p io , sopra In tra , si r iun irono dapprim a una qu ind ic ina di ragazzi del luogo; erano a rm ati di qualche rivo lte lla ed a iu ta ti da elem enti del P a rtito d ’Azione e dalla generosità dei p rivati.

In to rn o a P ian Cavallone, in valle In trag n a , si era accam pato un a ltro g ruppetto di giovani p roven ien ti dalla p ian u ra lom barda e soste­n u ti dal C .L .N . di B usto, m en tre due ufficiali, M ario C h iaro tto e G igione avevan dato v ita alla ban d a V iggiona, dal nom e del paese dove erano accam pati (5).

Su, nelle valla te de ll’Ossola troviam o, a M ontecrestese, M ario M uneghina con 17 uom ini quasi tu tti m ilanesi (6) e, verso la vai Bo- gnanco, il tenen te P iccone con u n gruppo di domesi.

A Prem osello , D ionigi S uperti ebbe sin da ll’in izio sensibili v an ­taggi p er la sua qualità di d irigente l ’im presa cc Taglio boschi » che gli perm ise di avere partico la ri d ispon ib ilità di viveri e la possib ilità di m ascherare da boscaioli i giovani che si rifugiavano presso di lu i. I l suo g ruppo, sorto im m ediatam ente dopo l ’8 settem bre, alla m età dello stesso m ese era già form ato , secondo alcune notiz ie , da qualche ufficiale e da una sessantina d ’uom ini.

N el Cusio, verso la fine di settem bre, giunsero i fra te lli A lfredo ed A ntonio di Dio con una ven tina di com pagni e si stab ilirono a M assiola (7).

A d Omegna il 19 settem bre sera un buon num ero di sbandati si r iu n ì p er un com une esam e della situazione e p e r una unanim e decisione.

D giorno dopo una ven tina d ’essi salì a Q uarna, a ll’alpe F re ra , * il

(5) R elazione M ilit. B rigata « Cesare B attisti », n e ll'A rc h iv io Storico de lla Fondazione C. V. L . (che citerem o per l ’innanzi con la sigla Ar. C .V .L .), Os le , b.

(6) R elazione M ilit. B rigata « V aigrande M artire », n e ll’Ar. C .V .L ., Os, le , a.(7) I fra te lli Di Dio erano n a ti a Pa lerm o, A lfredo il 4 - 7 - 1920, Antonio

il 17 - 3 - 1922. A Crem ona avevano frequentato le scuole classiche. N el 1939 A lfredo entrò n e ll’accadem ia m ilitare di M odena, nel 1941 fu destinato come sot­to tenente al 1° R eggim ento carristi di V ercelli ove fu sorpreso dagli avvenim enti de ll’8 settem bre com andante di com pagnia. Subito dopo l ’arm istizio si diresse coi suoi uom ini verso M ilano, ove sperava di trovare un nucleo d i resisten ti aij tedeschi. Alla piazzaforte di Novara si difese con le arm i in pugno contro uffi­ciali ita lian i che gli avevano chiesta la resa e p roseguì; ma nelle vicine cam­pagne cadde in una im boscata. D istru tti allora i carri ancora efficienti, sciolse i suoi uom ini e si diede alla m acchia. Dopo qualche giorno fu raggiunto a Cava- glio d ’Agogna dal fratello A ntonio che era riuscito a fuggire ai tedeschi che l ’avevano fatto p rig ioniero a Parm a, ove frequentava la scuola di applicazione di fanteria , Da Cavaglio essi passarono coi com pagni a M assiola.

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 9

col preciso in ten to di opporsi ai nazi-fascisti ; il loro arm am ento era costituito sem plicem ente da un m oschetto e da due p isto le (8).

Poiché m ancava loro un capo, spontaneam ente e di com une ac­cordo essi si rivolsero a ll’a rch ite tto F ilip p o B eltram i, inv itandolo ad assum ere il com ando (9).

Da allo ra , fino alla sua m orte , con assoluta dedizione, con eroico disprezzo del perico lo , colla sua p ro n ta in telligenza, F ilip p o B eltram i divenne l ’am ato capo di questi anim osi che egli subito volle orga­nizzare, r ifo rn ire di m agazzini di viveri.

La fiducia e la stim a che godeva fecero sì che nuove reclu te venissero a lu i; alla fine di o ttob re egli aveva già al suo fianco una qu aran tin a d ’uom ini.

Il C .L .N . di T orino , in una riu n io n e ten u ta nella p rim a decade di o ttobre , giustam ente Io annoverava fra i p rim i com andanti p a r ti­giani e guardava a lu i con fiducia (10).

P e r questi g rupp i im portan te era la ricerca di viveri e di oggetti di vestiario , spasm odica quella delle arm i.

T iba ld i e S uperti riuscirono a fa rne perven ire un cam ion pieno da M ilano; il C olonnello M oneta, di M alesco, ufficiale effettivo di cavalleria, che a ll’8 settem bre com andava il centro rifo rn im en ti q u a­d ruped i di G rosseto, dalla valle fece sin laggiù p iù viaggi, in treno ed in cam ioncino, p er andarv i a p relevare le arm i che aveva nascoste al m om ento d e ll’arm istizio .

In valle Anzasca, i ten en ti R izzato e B edin , con un fo rtunato colpo di m ano alla caserm a delle guardie di finanza di Staffa, r ic u ­perarono p u re arm i e m unizioni. Con lo stesso in ten to e con lo stesso risu lta to elem enti della V iggiona si spinsero sino a L uino, m en tre a D om odossola ci si im padron iva di tu tte le arm i che erano sta te ab ­bandonate alla caserm a U rli.

In o ttob re anche il cap itano B eltram i, avendo orm ai organiz- 8 9 10

(8) Relazione M ilit. « D ivisione alpina », n e ll’o r . C.V.L., O s la , a. Con essa, pe r queste notizie e p e r le seguenti, concordano: G. BeI trami Gadola, Il Capitano, M ilano, G entile , 1946; A. Marchetti, Il Ribelle, M ilano, T uffalon i, 1947, pp . 33 e seguenti.

(9) F ilippo M aria B eltram i era nato a Cireggio di Om egna il 14 lug lio 1908. L aureatosi in a rch ite ttu ra nel 1932, si acquisto ben presto no torie tà fra i p ro ­fessionisti di M ilano, ove vinse anche il 2° prem io nel concorso per la siste­m azione di piazza Duom o. R ichiam ato alle arm i nel m aggio ’43 col grado di tenente, a ll’8 settem bre, dopo aver invano tentato di organizzare una resistenza fattiva nella sua caserm a di Baggio, raggiunse la fam iglia che era sfollata al paese natio.

(10) Cfr. Cronache del Comitato Piemontese di L. A .. a cura di P . Greco, in « A spetti della Resistenza in P iem onte », T orino , Set, 1950, pp . 107 sgg. (Q ua­derni de ll’Istitu to Naz. per la storia del M ovim ento di L iberazione in Italia , I).

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zato il suo g ruppo , iniziò le operazioni di ricupero . I l giorno 2, una p rim a azione a Pettenasco fru ttò alla nascente form azione 35 m o­schetti; i l 15 una squadra , m im etizzatasi con divise della m ilizia, prelevava a G argallo 84 paia di scarpe ed il g iorno dopo 600 m etri di stoffa in un paese p resid ia to dai tedeschi. A ltre arm i ancora ven­nero alla form azione come fru tto di qualche azione m inore (11).

II

L ’IN SU RREZIO N E DI VILLADOSSOLA

In tu tta la zona del Cusio, d e ll’Ossola, del V erbano gli uom ini che, organizzatori nei cen tri ab ita ti o arm ati sui m o n ti, lavoravano per la lib e rtà , operavano orm ai in fattiva collaborazione.

In tensa fu la loro a ttiv ità tra la fine di o ttobre e l ’inizio di no ­vem bre. E ’ di allora il progetto di costituzione di regolari b riga te che raggruppassero i nuclei resisten ti sparsi p e r la zona. Si pensò a m a­gazzini viveri e si presero accordi, per rifo rn im en ti, coi m ulin i Saini di Cressa F ontaneto .

Ma l ’8 novem bre, a V illadossola, u n ’azione p rem atu ra , dovuta a ll’im pulso generoso di giovani, sconvolse i p ian i ed annullò buona p a rte del lavoro fatto .

Verso la fine di o ttobre un gruppo di giovani m ilanesi capeg­giati da R enato Cucchi, dopo vari spostam enti nella zona, si era sta­b ilito a V illa ove, a contatto col g ruppo operaio organizzato da F a b ­b r i , ed in possesso di parecchie di quelle arm i che erano state p re ­levate dal g ruppo T ibald i alla caserm a U rli di Dom odossola, insorse apertam ente (12).

I l m attino de ll’8 novem bre una squadra di p a trio ti p a rtì da V illa in cam ion ed andò ad assalire il presid io tedesco di A n trona , forte di 15 uom ini. Ne seguì un furioso com battim en to ; i partig ian i lasciarono sul cam po un m orto ed un ferito , m a o ttennero la resa dei tedeschi che avevan pure avuti 2 m orti. I p rig ion ieri furono con­dotti a V illadossola.

Quivi la rivolta era scoppiata alle nove del m attino e dalle ca­serm e dei carab in ieri e delle guardie di finanza, i cui uom ini erano 11 12

(11) Relazione M ilit. D ivisione alpina « B eltram i », op. cit.(12) Mi sono servita per la ricostruzione dei fa tti di V illa , o ltre che delle

solite fon ti, opuscoli e giornali, della testim onianza verbale del prof. T iba ld i, d e ll’ing. C ristofoli e d i Ugo Scrittori (M irco).

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Un anno di Resistenza nell’Ossola J1

stati d isarm ati, si estese alle fabbriche. Si ebbero vari m orti e feriti da am bo le p a rti.

I l F ab b ri stesso dovette essere ricoverato a ll’ospedale di Domo. I partig ian i non desistettero tu ttav ia dalla b a ttag lia , n ep p u re q u an ­do com inciarono ad arrivare a iu ti ai nazi-fascisti. F u rono affrontati un prim o treno b linda to ed un cam ioncino di tedeschi e, nello scontro, fu ucciso un com andante della m iliz ia di Dom o.

I nazi-fascisti chiesero allo ra rin fo rz i a N ovara. La colonna ac­corsa dal p iano arrivò a sera sino ai m arg in i del paese; con tra ttac ­cata, lasciò sul cam po alcuni m orti e si r itirò .

II 10 m attin a però le forze nem iche, costitu ite da una colonna corazzata appoggiata da tre apparecchi leggeri da bom bardam ento che m itragliavano l ’ab ita to , en trarono in V illa , m en tre i partig ian i si r itiravano sulla m ontagna.

V ano fu il ten tativo di M irco di lib e ra re il F ab b ri che, p re le ­vato d a ll’ospedale, fu fucilato tra Pallanzeno e V illa il m attino del- I’i l novem bre con a ltri cinque com pagni (13). P rim a de ll’esecuzione furono costretti a scavarsi la fossa.

F u qu ind i concessa dai nazi-fascisti una tregua d i qu indici giorni con il perm esso ai p a tr io ti di r ito rn a re alle loro case. E ra un trucco : dopo qualche giorno la colonna fascista rito rn ò im provvisam ente ad arresta re q u an ti, in buona fede, erano r ie n tra ti in fam iglia.

Parecch i giovani furono così a rresta ti, tra d o tti alle carceri di N ovara e processati: 9 di essi vennero d ep o rta ti, 5 fucilati (14).

o Mjv/'Gì'W.

( 13) Q uesti i lo ro nom i: Valdè A lbino, P reion i G iuseppe, Rossi L uigi, Fi- notto Italo , Com ina A ndrea.

(14) Com m ovente la lettera che uno di essi, il ventenne Novello B ianchi, scrisse a lla m adre poco prim a di m o rire :

« Negli u ltim i istanti della m ia vita il m io pensiero è a te e a tu tti i m iei cari. Io sono rassegnato alla m ia sorte e m uoio tranqu illo con l ’anim o teso verso D io, nella speranza che Egli m i accolga nel suo regno ; una cosa sola io voglio, che tu sia forte e che sappia sopportare questa grave sciagura che ti colpisce, devi sopravvivere a tu tto questo e pregare per m e. Io , d a ll’alto , nella certezza che Gesù m i accolga tra i suoi fedeli, saprò guardarti e ti proteggerò in attesa che tutto questo dolore che ti colpisce così crudelm ente, vada dim inuendo ada­gio adagio. Devi resistere a tutto ciò e pensa che hai un figlio lontano, Gustavo, che da m olti anni non vedi, sopporta serenam ente tutto e a ttendilo e dagli uni bacio p e r m e, che fino a ll’u ltim o istante l ’ho sem pre ricordato . Non voglio che si pianga per m e, accusate il dolore ma siate fo rti come lo sono io in questo terrib ile m om ento che da poco mi separa dalla m orte. Ti ripeto sii forte e corag­giosa, prega pe r m e e ti chiedo perdono se in passato ti feci m olto soffrire, andrò da D io ; anch’Egli saprà perdonarm i e di lassù verrò sem pre a trovarti. I l m io u ltim o pensiero è a te, cara m am m a, ricordam i sem pre che io ti voglio m olto bene, sii forte e coraggiosa, un tem po ci rivedrem o ancora, ti bacio tanto e col pensiero,.unito al tuo ti stringo a me e li dico m am m a addio , tuo figlio^NtjyelIo ».

Questo l ’anim o dei condannati, quello dei nem ici risu lta dal m odo in cui fu condannato G iuseppe B ianchetti, l ’u ltim a vittim a. Egli e ra un

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12 Anita Azzari

Dei superstiti, alcuni rip a ra ro n o in Isvizzera, u n esiguo g ruppo si r itirò in m ontagna atto rno ai fra te lli S critto ri (Ugo ed O ttavio). L ’ingegner Cristofoli, d ire tto re della « M ontecatin i » di V illa , che m olto si era adoperato p rim a p er l ’assunzione di giovani, poi per salvare q uan ti si erano com prom essi n e ll’insurrez ione , fu il loro m aggior sostenitore.

I fa tti d i V illa ebbero p rofonde ripercussion i in tu tta la zona.In a ltr i paesi, insurrezioni m in o ri fecero eco alla m aggiore som ­

mossa. A Pontem aglio una pattug lia del cap itano M ario M eneghina attaccò u n ’autom obile del com ando tedesco uccidendo due ufficiali e ferendo l ’au tista . I l giorno dopo la sede del com ando partig iano fu attaccata ed incendiata da re p a rti delle S .S .; un p a trio ta ca ttu ­ra to fu seviziato ed ucciso, anche un civile fu ferito (15). I l gruppo si spostò qu ind i a S. B ernard ino e si u n ì a S uperti.

Dopo quésti fa tti, i nazi-fascisti approfittarono di ogni m inim o incidente p e r a rrestare ogni persona sospetta.

II p ro f. T ibald i, orm ai gravem ente ind iziato e perseguito da m andato di ca ttu ra , fu costretto ad abbandonare la zona e, dopo un breve soggiorno a M ilano, r ip a rò in Isvizzera. I l suo attivo e prezioso co llaboratore Erasm o Tosi fu invece arrestato (16).

Poco dopo la stessa sorte toccava a C arlo Viglio che co ll’ing. B al­la rm i e coll’avv. F erra ris svolgeva la sua a ttiv ità in valle Vigezzo. Con lu i venivano pu re ca ttu ra ti due inglesi, che egli ospitava in una sua b a ita a ll’alpe Cam pra in attesa di po ter far loro varcare il con­fine.

A nche Superti che, secondo alcune notiz ie , a ll’inizio del mese già disponeva di un centinaio di a rm ati, dopo un ten tativo di im pa- * 15 16

operaio, pad re di fam iglia estraneo al m ovim ento; il giorno de ll’insuriezione rien trando dal lovoro s’era im battu to in M irco che l ’aveva pregato di condurre un sergente tedesco, p rig ioniero e ferito , ad un posto di m edicazione. Dopo alquanto tem po il sergente tedesco lo incontrò e, riconosciu to lo , lo accompagnò a calci in caserm a e lo fece processare. Fu fucilato a Novara il 9 Febbraio 1944.

(15) Relazione M ilit. B rigata « V aigrande M artire », n e ll’o r . C .V .L ., op . cit.(16) Erasmo T osi, giovane novarese cresciuto n e ll’am icizia della fam iglia Bon-

fan tin i, a ll’8 settem bre si trovava sotto le arm i. Dopo aver tentato invano di sol­levare il suo reparto contro il com andante di tendenze naziste, rip arò a Novara con vari uom ini e rip rese i contatti con C orrado B onfan tin i. Fu da questi inviato in Ossola presso il T iba ld i, con l ’incarico d i tenere i contatti tra l ’Ossola, Novara e Torino per i l comando piem ontese del P . S. I. Dopo l ’arresto il Tosi, condotto a N ovara, poi alle Nuove di T orino , v i passò otto m esi di durissim a carcerazione. L iberato per uno scam bio, divenne poi uno dei p iù attivi « gappisti » m atteot- lini a M ilano, quindi com andante di form azioni sotto la d irezione d i Corrado B onfantin i (Corrado) ed ebbe notevole parte nelle giornate m ilanesi del 25-26- 27 aprile .

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 1S

dron irsi della caserm a dei ca rab in ie ri di Prem osello , subì un m o­m entaneo sbandam ento della sua form azione e p er ragioni di sicu­rezza dovette ritira rs i verso la V aigrande (17).

Solo B eltram i, un poco lon tano dal luogo d e ll’insurrezione, non accusò alcun colpo. Egli anzi, d a ll’alpe Comasca ove da qualche gior­no si era r itira to coi suoi uom in i, fece due colpi di m ano a P ella ed a C esara per il ricupero di a rm i ed il giorno 11, p er a iu ta re gli in so rti di V illa , con u n a sessantina d ’uom in i, attaccò, nei pressi di Ornavasso, l ’autocolonna inv iata in Ossola, facendo p u re subire al m unito presid io di G ravellona la p e rd ita di due uom ini e i l ferim ento di a ltr i tre .

III

LE U LTIM E V IC EN D E DEL 1943

1. - La ripresa del C .L .N . d i Domodossola dopo i fa tti d i V illa e losviluppo delle form azion i m ilitari d i B eltram i e Superti. —

2. - L e loro azioni e la reazione dei nazi-fascisti.

1. - V illa chiuse il p rim o periodo de ll’a ttiv ità c landestina osso- lana con un battesim o di sangue e preziosi insegnam enti.

I l nem ico si era rivelato vigile e p ro n to ad in te rven ire con sover- ch ian ti forze p e r spegnere nel sangue ogni ten ta tivo insurrezionale.

Si dim ostrò pericoloso ogni facile ottim ism o e con m aggiore cau­tela si dovette p rocedere n e l lavoro clandestino , che fu continuato a Domo da don G audenzio C abala, P ao lo F e rra ris , don Luigi Zop- p e tti, G iacom o R oberti.

A nche a ll’ospedale si continuò l ’opera del d ire tto re o rm ai esule e, m en tre l ’alloggio del cappellano divenne luogo di clandestin i con- * I

(17) A proposito delle forze num eriche partig iane è im portan te ch iarire un punto che ha dato luogo sovente ad in te rp retazion i inesatte e talvolta ad d irittu ra a m aldicenze e calunnie.

I dati delle forze possono sem brare esagerali quando si confrontino a l n u ­m ero assai in ferio re di uom ini im pegnati poi p raticam ente nelle diverse azioni. Ciò proviene dal fatto che non tu tti erano arm ati. I dati però venivano com u­nicati in tal m odo e giustam ente per o ttenere dagli alleati arm i pe r tu tti e m ezzi di sussistenza. Nei period i di grandi azioni difensive ed anche offensive, i non arm ati, a cura degli stessi com andi, si sbandavano e si m im etizzavano, salvo a riapparire in caso di sventura per sostitu ire i m ancanti, od in caso di v itto ria pe r poter essere arm ati anch’essi.

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vegni, le coraggiose suore in iziarono quella varia attiv ità che andrà sem pre p iù aum entando nei successivi anni d i lo tta , consistente nella fo rn itu ra d i bende e m edicinali ai re p a r ti, nella cura dei fe riti n a ­scostam ente in tro d o tti da una p o rtic in a secondaria, n e lla organizza­zione di fughe di p rig ion ie ri convalescenti p ian to n a ti dai fascisti.

G li ered i di T ibald i si trovarono dunque di fron te a nuove d if­ficoltà e a nuovi perico li. E ra o rm ai im possibile con tinuare a siste­m are i giovani nelle fabb riche e sperare aiu to dagli in d u stria li resi p ru d en ti e diffidenti dalla recente esperienza. L ’unico a continuare l ’attiv ità fu l ’ing. C ristofoli della « M ontecatin i » di V illa.

F urono tu ttav ia m an ten u ti i con ta tti coi C .L .N . di N ovara, T o­rin o , M ilano sopra tu tto tram ite C orrado B onfan tin i (18).

I l colonnello M oneta fece ancora alcune p u n ta te a Grosseto p er p renderv i arm i. F erra ris e B allarm i furono in d o tti d a ll’im m inenza d e ll’inverno a m im etizzare nelle loro case i giovani della zona che seguivano i l m ovim ento e davano sicuro affidamento.

In tan to in m ontagna, o ltre che in to rno a B eltram i, anche a t­to rno a S uperti e Di Dio andavano nascendo nuove form azioni.

A l m om entaneo sm em bram ento della form azione S uperti, seguì una im m ediata ricostituzione. A d essa si erano u n iti, provenienti d a ll’a lta Ossola, M ario M uneghina ed il tenen te R izzato. Dopo b re ­ve sosta in valle S. B ernard ino , fu eletta quale residenza V illa Om pi sopra P rem osello , ove la presenza di num erose ba ite rendevano più 18

(18) A proposito d i rapporti coi vari C .L .N . e de ll’attiv ità di C orrado B on­fan tin i in Ossola è da osservare che sulle p rim e, in base alla divisione geogra­fica tradizionale, tu tto i l te rrito rio d e ll’Ossola doveva m ilitarm ente essere consi­derato alle dipendenze del C om itato m ilita re del C .L.N . regionale d i T orino (poi del Com ando C.V.L.) e da T orino avrebbe dovuto ricevere tu tti i possib ili so­stegni ed a iuti m ilita ri. In p ra tica ciò avvenne per opera del C .L .N . provinciale di Novara. D a T orino però C orrado B onfantin i, che aveva assunto il com pito de ll’organizzazione delle form azioni m ilita ri socialiste (le b rigate M atteotti), con­tinuava a m antenere contatti m ilita ri con l ’Ossola, ed, o ltre i continui rap p o rti col p rof. T iba ld i, con le form azioni m ilita ri B eltram i, Valtoce e qu ind i Val- dossola.

Ad u n certo m om ento però , considerata la grande distanza e difficoltà di rap ­porti con T orino e, per contro , la vicinanza e la relativa facilità di com unicazioni con la L om bardia e M ilano, lungo la tradizionale linea Dom odossola-Arona-M ila- no, i l C om itato m ilita re del C .L .N . lom bardo ed in particolare Po ldo G asparotto, com inciarono ad in teressarsi de lle form azioni del V erbano e della bassa Ossola e si stab ili poi che l ’Ossola passasse alle d ipendenze di M ilano. R im ase tuttavia un dualism o poiché se il C .L .N . prov. di N ovara, che già tanto aveva dà faro coi rifo rn im en ti e rapporti nella zona della Val Sesia, del Cusio e del basso V erbano, rinunciò ad ogni introm issione m ilitare ne ll’Ossola, non stim ò però di dover rinunciare al contatto e controllo politico coi C .L .N . di tutta la provincia, fra cui TOssola.

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 15

agevole il ricovero degli uom ini che continuavano ad affluire so p ra t­tu tto da M ilano e da Sesto C alende.

N ella p rim a decade di novem bre giunse da P inero lo , ove aveva già avuta una p rim a esperienza p artig ian a , A rm ando C alzavara (A r­ca) (19), seguito a breve d istanza dai com pagni P lazzotta e P e ro tti (Selva e M arco) che, un itis i ai ragazzi di P ian Cavallone, diedero m aggior v ita a quella form azione, la fu tu ra « Cesare B attis ti » che aveva a llo ra una forza di sei ufficiali e di q u ind ic i uom ini a rm ati di 4 p isto le , 5 fucili d i vario generò e due fucili da caccia (20).

Ma la form azione che in questo scorcio di tem po ebbe m aggior sviluppo fu quella di B eltram i. In dicem bre essa si fuse col g ruppo Di D io; m otivo della fusione era stato u n fatale equivoco che costò la v ita a uno degli uom ini di B eltram i e p er poco non ebbe anche p iù gravi conseguenze e che rese m anifesta la necessità di u n a m ag­giore collaborazione fra i vari g rupp i. S i form ò così u n ’unica b r i ­gata cc p a trio ti V al S trona » su due com pagnie: la Q uarna e la Mas- siola. A l m om ento della fusione la nuova form azione aveva una forza di 70 uom ini che si s tab ilirono a C am pello M onti.

E ’ p u re del dicem bre l ’idea di u n com itato m ilita re unico p er la zona O ssola-V erbano, p e r il quale già esistevano accordi tra Poldo G asparo tto ed il Com itato m ilita re lom bardo e Superti. Ma l ’arresto del p rim o esecutivo lom bardo , con G asparo tto e Pugliese, m andò in fum o ta le p rogetto , su cui si dovrà p iù volte to rn a re in avvenire e la cui costituzione sarà effettuata solo d u ran te il periodo della lib e ra ­zione de ll’Ossola.

2. - Le azioni effettuate in questo periodo m iravano ancora so­p ra ttu tto al ricupero di a rm i ed al rifo rn im en to di viveri e vestiario .

Sulle sponde del V erbano, m entre A rca e la sua nascente fo r­m azione ancora tacevano, S uperti da V illa O m pi si spingeva nei cen­tr i vicini ed a volte sino al p iano . Sono di questo periodo le pun ta te 19 20

(19) A rm ando Calzavara, veneto, ufficiale dei bersaglieri, l ’8 settem bre a P inero lo , si diede alla macchia con quante arm i potè trasportare dalla caserma e con alcuni com pagni. La spontanea e so lidale collaborazione della popolazione gli diede l ’idea della possib ilità di una organizzazione partig iana e subito si m ise a ll’opera. A lpin i della IV A rm ata che, sbandati, rien travano dalla F rancia , in ­grossarono il gruppo. La cattura di un sottufficiale tedesco causò un rastre lla ­m en to ; il gruppo fu d istru tto . In questa occasione Arca fece la prim a cono­scenza con le spie. Una di esse era caduta qualche giorno prim a nelle sue m ani e avrebbe dovuto essere fucilata : fu invece rilasciata per la m ancanza d i prove che dessero l ’assoluta certezza della sua colpevolezza. D urante il rastrellam ento fu essa che guidò le S. S. tedesche contro i partig ian i.

(20) R elazione M ilit. B rigata « Cesare B attisti », op. cit.

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contro In tra , B ieno ed u n ’azione contro il cam po S .I.A .I. di Sesto Calende.

A ttivissim o fu B eltram i; il 30 novem bre coi suoi uom ini e con un g ruppo di garibald in i p roven ien ti dalla V al Sesia e com andati da M oscatelli, scese per la p rim a volta in Om egna e l ’occupò p er un paio d ’ore, il tem po cioè p e r essere festosam ente accolto dalla po p o ­lazione, tenere un breve com izio, incend iare la casa del fascio, r i t i ­ra re alcuni q u in ta li di a rm i e m unizioni alla fabbrica Inuggi ed altro bo ttino alla caserm a dei ca rab in ie ri con due au tocarri ed arrestare alcuni fascisti. Uno di essi, a l m om ento d e ll’arresto , ten tò di fuggire e, nel breve scontro che seguì, cadde ucciso.

Q ualche ora dopo la p artenza dei p a rtig ian i, arrivò in c ittà un centinaio di fascisti che, p re levati ostaggi ed appostate m itrag lia tric i agli angoli delle strade , in iziarono una fitta sp ara to ria . Un bim bo, M asciardi Luciano, che giocava su una terrazza , venne colpito a m orte (21).

C inque giorni dopo il capitano B eltram i guidava i suoi uom ini in una p u n ta ta n o ttu rn a a Cressa Fon taneto p er un fo rte p re leva­m ento di farina ai m ulin i Saini. P e r strada si scontrò con una m ac­china tedesca. Due nazisti furono uccisi, la m acchina e le arm i d iven­nero p reda bellica della form azione. Q ualche giorno dopo u n ’azione alla po lveriera di S. M aurizio fru ttò quasi 200 m oschetti, circa 80 q u in ta li di m unizioni ed altro m ateria le bellico. Colpi di m ano si susseguirono quasi g iornalm ente. La reazione nazi-fascista non poteva ta rd a re a farsi sen tire ; e n ep p u re la stam pa ufficiale, che avreb­be vo len tieri ignorato il fa tto , poteva tacere.

Concetto P e ttin a to , su « La S tam pa » del 29 dicem bre di quello stesso anno, dedicava u n acre articolo al m ovim ento dei ribe lli della zona e confessava che cc la cosa è grave e im porta m oltissim o », d i­pingendo il capitano B eltram i come « una specie di Innom inato che si dà arie di governare il paese e a ll’occorrenza di proteggerlo ».

In tan to , m en tre le au to rità fasciste ed il com ando tedesco inv ia­vano al C apitano un u ltim atum con p roposte di resa, da lu i decisa­m ente resp in te , 400 m ilita ri avevano occupata Om egna. E ra questo il p relud io alla lo tta a fondo contro questa form azione e segno della m anifesta volontà di d istruggerla. 21

(21) A Om egna i suoi funerali riuscirono una im ponente dim ostrazione a n ti­fascista; o ltre cinquem ila persone vi in tervennero , fra di esse num erosi p a tr io ti; una loro corona spiccava fra le altre per la scritta : « 1 Pa trio ti non ti d im en ti­cheranno » e la fascia tricolore.

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 17

IV

I P R IM I M E SI D E L 1944

1. - Ulteriore sviluppo delle form azion i d i S uperti e d i B e ltra m i;m inacce tedesche e trasferim ento in Ossola d i B eltram i. —

2. - L ’attacco a V illa O m pi; com battim en to d i M egolo e m orteeroica d i B eltram i.

1. - U n prim o censim ento delle forze p artig ian e d e ll’I ta lia set­ten trio n a le , fa tto al colmo de ll’inverno del ’43, aveva rilevato circa 10.000 vo lontari in q u ad ra ti ne lle forze p iù o m eno rego lari della m on­tagna.

In questo quadro com plessivo non ind ifferen ti erano le forze del- l ’Ossola, so p ra ttu tto quelle del cap itano B eltram i. Q uesti, secondo i docum enti della form azione om onim a, nel gennaio 1944, accoglieva a tto rno a sè circa 500 uom ini. Come si era po tu to verificare u n così rap id o aum ento di forze? I l suo nom e e ra orm ai popo lare , c ircon­dato anzi da un alone di leggenda; il popolo am ava quest’uom o che sapeva leale , onesto, gentile e coraggioso, ed i giovani accorrevano a lu i, m olti dai paesi v icini, a ltr i da rem oti. I l tenen te B ettin i, per esem pio, lo raggiunse dal Bergam asco ove aveva vissuta una prim a esperienza partig iana ed il suo g ruppo era stato ann ien ta to in r a ­stre llam ento . Q ualcuno vi andò forse con tro p p a fac ilità , p iù per cercarvi un sicuro asilo che p er com battere i nazi-fascisti. Saranno coloro che nel m om ento cruciale lo abbandoneranno . ¡Mólti erano però i valorosi. Basti pensare ai fra te lli A lfredo ed A ntonio Di D io, ad Aldo ed A lberto Li G obbi (22). In un g ruppo di com unisti, inviati 22

(22) A lb e r to L i G o b b i, u ffic ia le d i a r tig lie r ia in S .P .E . , aveva g ià d a to p rova d i n o n co m u n e v a lo re d u ran te i l p r im o p e r io d o b e l l ic o . L ’8 se tte m b r e , d o p o va r ie p e r ip e z ie , r iu sc ì a p assare le l in e e ed a ra g g iu n g ere l ’I ta lia m e r id io n a le . F req u en ta to i l corso d i ra d io te leg ra fis ti e p a ra ca d u tis ti in A fr ica , i l 5 d icem b re v e n n e p aracad u ta to n e i p ress i d i B ie l la . N o n l im itò la sua a ttiv ità a l l ’O sso la , m a es te se la sua o rg a n iz z a z io n e a tu tta la p ian u ra p a d a n a , a T o r in o , M ila n o e G e­n o v a . I l 31 m a rzo 1944 v e n n e arrestato a G en o v a in v ia S . L u ca c o n e lem en ti: d e lla O tto ed i l fr a te llo A ld o ch e v e n n e a llo ra c o lp ito a m o r te . R if iu tò d i f u g ­g ire p er n o n a g g ravare la s itu a z io n e d i q u e st i, m o rto i l q u a le , s u b i an cora a tro c i tortu re sen za la sc ia r si m a i sfu g g ir e u n a p a ro la ch e p o te ss e trad ire i com pagni,' d i lo tta . In v ia to a F o s s o l i , r iu sc ì a fu g g ir e ; su b ito d o p o r ip rese i l su o p o sto di) co m b a tt im e n to .

A ld o L i G o b b i (F lo r e s ) è u n a figura p iù d e lica ta d e l fr a te llo A lb e r to , m a u g u a lm en te e ro ica . D i lu i fu p r e z io s o c o lla b o r a to r e p er la sua co m p ete n z a d i u f ­f ic ia le ra d io te leg ra fis ta , p er i l co ra g g io ch e g li fa cev a a ffro n ta re co n a sso lu ta c a l­m a le p iù cr it ic h e s itu a z io n i. I l 31 m arzo 1944, a l m o m en to d e l l ’arresto in via S . L u ca a G en o v a , aveva co n sè im p o r ta n ti te leg ra m m i c ifra ti ed i l fa zzo le tto -c ifr a ch e n e ren d ev a p o s s ib ile la le t tu r a ; p erch è n o n ca d essero in m a n o n em ica ten tò una d isp era ta fu g a . C o lp ito a m o r te da una raffica d i m itra , r iu sc ì an cora ad in -

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18 Anita Azzari

dal p a rtito alla form azione di B eltram i, erano il giovanissim o G a­spare P a je tta e G ianni C itte rio ; en tram bi cadranno a fianco del Ca­p itan o , e con loro erano m olti um ili ed affezionati figli del popolo , i cui nom i è spesso diffìcile rin tracc iare .

La presenza di un nucleo com unista p o trebbe erroneam ente far pensare ad u n preciso o rien tam ento politico della form azione, nella quale era invece com une ideale la lib e rtà d e ll’Ita lia dal giogo nazi­fascista, sentito come un im perativo della coscienza; in fa tti in essa era lasciata assoluta lib ertà di convincim enti e di ind irizzi po litic i ai com ponenti (23). B eltram i visse in quel clim a di accordo politico che fu uno dei ca ra tte ri della lo tta clandestina e che fu ovunque una rea ltà n e i C .L .N .

Q uasi in funzione di lu i sorse il C .L .N . di Om egna com posto da suoi am ici. N el gennaio la form azione aveva non solo una forza non ind ifferen te , m a aveva anche perfezionato il suo arm am ento e, con la venuta dei fra te lli Li G obbi, si era a rricch ita di una stazione rad io , ista lla ta a Cam pello M onti, che la m etteva in com unicazione d ire tta con gli inglesi.

L ’a ttiv ità p a trio ttica andava però ogni giorno incon trando nuove difficoltà e nuovi perico li. I nazifascisti puntavano ora i lo ro stra li contro B eltram i e cercavano con ogni mezzo di d istruggerne la fo rm a­zione. Questo inasprim ento è denunciato anche dal m anifesto che il 1° gennaio 1944 B eltram i indirizzò ai suoi com patrio ti, nel quale , di contro ai ca ra tte ri di gentilezza e di cavalleria di cui egli aveva im ­pron ta to la lo tta , m ise in risalto la cieca ferocia della p a r te avver­sa (24). * 24

go ia re i l fa z z o le tto , n o n s o lo , m a p er b en 17 o re so ffr ì co n s to ic a fer m e z z a , senza la sc ia r si sfu g g ire u n a p a ro la , l e to rtu re a lle q u a li lo so tto p o sero i n azi-fa scisti( p er in d u r lo a r iv e la z io n i su i ca m p i d i la n c io . E g li sa lv ò c o s ì la v ita a c irca d u e ­cen to p a r tig ia n i ch e p res id ia v a n o a llo ra i ca m p i d e lla p ia n u ra p ad an a .

(.23) S u lle a m ic h e v o li c o n v e r sa z io n i p o l i t ic h e fa tte tra i c o m p o n e n ti d e lla fo rm a z io n e p arla G . Beltrami, Il Capitano, o p . c i t . , p . 89 sgg.

(24) Q u esto i l testo d e l m e ssa g g io , r ip o rta lo in G . Beltrami, Il Capitano, o p . c it . , p . 131 sg g . e in A . Marchetti, Ribelle, o p . c it . in a p p resso , p . 33:« I ta lia n i,

F a n n o ch e q u e s t’o g g i s i in iz ia sarà l ’a n n o d e lla l ib e r a z io n e d e lla P a tr ia . M o l­te p lic i in d iz i c o n fo r ta n o q u esta sp era n za , d a n n o q u esta a sso lu ta cer tezza . Ma p iù la m èta sarà v ic in a p iù dura sarà la lo tta c o n tro l ’in v a so re stran iero e con tro l ’in fa m e o p p resso re fa sc is ta .

E a n o i , ch e s in d a l l ' in iz io d i q u esta a z io n e d i p a tr io ti v o le v a m o , c o n so n i a lle tra d iz io n i d e l n o stro p o p o lo , im p ro n ta re la lo tta a ca ra tter istich e d i g en tile zza e d i ca v a lle r ia , im p r o v v isa m en te è cad u ta la b en d a d a g li o c c h i . A g li Z u r lo , a i P a g a n i, ai S erra v a lle , a i C in to li, tra n q u illa m en te r im a n d a ti a lle lo ro case e a lle lo r o fa ­m ig lie , sta n n o , trag ico co n fr o n to , le v it t im e d i B o r g o se s ia , d i B ie l la , i fu c ila t i d i N o v a ra , p o v e r e s p o g lie se v iz ia te , ir r ig id ite n e llo sp a s im o d i u n a a troce a g o n ia , la sc ia te n e l fa n g o d e l le v ie c itta d in e e n e i fo ssa ti d e l le fo r te z z e : v it t im e e f u c i ­

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thi anno di Resistenza nell'Ossola »

Già verso la fine di novem bre era sta ta posta una tag lia di un m ilione sulla testa di B e ltram i; poco dopo erano sta ti scoperti, n e lle file della form azione, un ufficiale ed un m ilite della G .N .R ., inviativi col preciso proposito di uccidere il com andante. L ’ufficiale fu fucila­to , il m ilite chiese ed o ttenne di rim anere nella form azione come partig iano .

In tan to il già m unito p resid io tedesco di Om egna andava sem pre p iù aum entando di forze, tan to che il 10 gennaio, B eltram i ed A ntonio di D io, furono costretti a sch ierarsi sulle posizioni difensive della V al S trona.

Quasi contem poraneam ente le S. S. sferrarono un vio lento a t ­tacco contro le form azioni garibald ine di M oscatelli. I l 15 B eltram i inviò in aiu to di quelli p a rte dei suoi uom in i, com andati da A lberto Li G obbi e dei suoi ufficiali R u tto , B runo , A ntonio Di D io. Essi si sch ierarono d apprim a tra Borgosesia e la galleria della C rem osina, qu ind i si spostarono a C astagnea ed a Cavaglia ove, in un aspro com battim ento , cercarono di a rg inare qualche infiltrazione n em i­ca (25).

In quegli stessi g iorni im a seconda rap id a discesa dei partig ian i in O m egna suscitò entusiasm i ed acclam azioni fra la popolazione. I l 25 gennaio, sem pre in Om egna, in u n nuovo scontro , B eltram i p e r­deva una dei suoi m ig liori uom in i: W alter B enedetti.

U n u lte rio re arrivo in c ittà di fo rti re p a r ti della gendarm eria tedesca, p roven ien ti da V erona e venuti a raffo rzare il già m unito p resid io , rese m anifesto il pericolo di un im m inen te attacco. F u al­lo ra che B eltram i, vista la schiacciante superio rità nem ica, stab ilì di abbandonare m om entaneam ente la zona.

I l 27 gennaio la com pagnia Q uarna, com andata da R u tto , e la com pagnia « Com ando » agli o rd in i di M assara, vennero inv iate in V aigrande presso la form azione di S uperti. A p resid iare la Val Stro- 25

la t i la c u i u n ica co lp a f u d i aver am ata v era m en te la P a tr ia e , d e st in o a n cor p iù tra g ico , d i a ver a ttraversa to ig n a re la strada a lla u r la n te can ea d i sa n g u in a r i a s­sa ss in i. E a llo ra i l p o p o lo ha d ir it to d i g r id a re: Basta! Basta con questo infamie, basta con questi massacri!

E q u esto gr id o ch e g ià g on fia i p e t t i s ia ra ffica d i m itra ch e tu tto sp a zz i, ch e tutto d istru g g a d avan ti a sè . T e r r ib ile d iv e n t i la n o stra ira , l ’ira d i tu tta la n ostra g en te m artor ia ta ed o p p ressa .

V iv a IT ta lia ! F i l ip p o B e lt r a m i» .

(25) R e la z io n e M ilit . D iv is io n e A lp in a « B e ltr a m i » , n e l l ’A r . C.V.L.', o p . c it . In se g u ito a q u esto co m b a tt im e n to , g li u o m in i d i M o s c a te lli r ip araron o in V a l S trona p resso B e ltr a m i, da cu i eb b ero g en ero sa o sp ita lità ed a iu ti c h e fa c ilita r o n o lo ro i l r ito rn o in V a l S esia e n e im p e d ir o n o lo sb a n d a m en to .

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20 Anita Azzari

n a , a fianco del cap itano , rim ase la « M assiola » com andata da A n­tonio Di Dio.

I l giorno 28 la notizia che A lfredo Di D io, inviato in m issione segreta a M ilano, vi era stato a rresta to con a ltr i com pagni, colp ì do­lorosam ente gli uom in i, il cui m orale era già in ribasso p e r le notizie del prossim o attacco. L 'im m inenza del pericolo ebbe decisiva in ­fluenza su quei giovani che, p riv i ancora di sp irito com battivo e di o rien tam ento politico , si erano rifu g ia ti da B eltram i con la spe­ranza di trovare un sicuro asilo per sfuggire alla ca ttu ra tedesca e alla ch iam ata alle arm i.

A lla form azione si erano p u re aggregati e lem enti m alfidi e p rez ­zolati dal nem ico che facevano opera d isgregatrice. Bastò il giorno 28 una p a ttug lia tedesca a te rro rizzare un gruppo di quegli uom ini ed a far lo ro abbandonare le arm i.

F u questo un episodio dolorosissim o p e r il cap itano che, nel m om ento del pericolo , vide la sua form azione, quella p e r cui aveva abbandonato ogni cosa e che egli stesso aveva sostenuto finanziaria- m en te , sgretolarsi e dar cattiva prova di sè.

P u re ta lu n i dei re p a rti che si erano a llon tan a ti avevano subito disgregazioni. B eltram i fu infine disgustato a causa di alcuni a tti di vandalism o a cui si era abbandonato qualcuno dei suoi uom ini (26).

Ma non si sgom entò. Con energico provvedim ento il 29 gen­naio elim inò dalla form azione gli elem enti d isadatti alla guerra par- tig iana ed alla dura vita di m ontagna e li rim andò alle loro case.

P o i, m en tre A lberto Li G obbi con A lbino C aletti (tenen te B ru ­no) ed una ventina d ’uom ini si dirigevano verso G rignasco ad atten- * Io,

(26) D i q u esti fa tti c o s t itu isc o n o un in te re ssa n te d o c u m e n to le se g u e n ti le t te r e :« C ari R u tto e F ra n cesco n i,

f in a lm en te o g g i h o avu to v o stre n o t iz ie . E ro stato m o lto in p e n s ie r o ,' n o n a v en d o sa p u to p iù n ie n te d i v o i lu tt i . L e co se so n o an d ate m a lis s im o in v a lle S tro n a ; p er p o c h is s im o , se B a ld in i n o n a v esse sp arato c o l m io m itra , c i la sc ia ­vam o la p e l le , sia A lb er to ch e io . G li u o m in i h a n n o avu ta una pau ra in sp ie g a b ile d a van ti ad u n a p a ttu g lia d i se tte -o tto ted esch i ed h a n n o ab b a n d o n a ta la p o s i ­z io n e ; c o s i ab b ia m o fa tto i l v a lic o sop ra F o rn o e s ia m o a rr iva ti q u i lu n e d i sc o rso .

D e lla co m p a g n ia d i A n to n io era n o r im a sti 17 u o m in i in gam b a . Io h o a sp e t­tato g iù a fo n d o v a lle v o stre n o t iz ie . C osì h o sa p u to p r im a ch e L in o era d ov u to a n d a rsen e p er l e g a m b e , p o i ch e R ed i era r im a sto con 15 u o m in i e ch e M assara, attaccato a B u tto g n o , aveva d isp erso le tru pp e d ie tro u n fa lso o rd in e v erb a le c o ­m u n ic a to g li a m io n o m e .

In sostan za siam o sta ti c ir co n d a ti da s p ie .I o , o r a , cu ro i l r io rd in o d e l g ru p p o . S o n o m o lto c o n ten to ch e i v e c c h i s ian o

an cora in p ie d i e c o n v o g lia d i co m b a ttere . P er ora sta te d o v e s ie te ; p o s s ib il ­m e n te senza fare a z io n i e co m u n q u e lim ita ta m e n te a q u e lle ch e v i o rd in erà i l m a g g io re S u p er ti. F ra d u e o tre g io rn i v i in v ierò o r d in i d e f in it iv i in b ase ai q u a li v ed rem o d i r iu n irc i tu tti p er la vera lo tta . D ite a g li u o m in i ch e i l ca p ita n o è con -

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 21

dere un lancio prom esso dagli am erican i, egli con una lunga m arcia si po rtò in Val d ’Ossola. Dopo aver attaccato il p resid io fascista di Prem osello si attestò a Me gol o ove in tendeva rio rganizzare le sue forze.

2. - Queste in tenzioni egli aveva p u re m anifestate a M asera in una riun ione di esponenti di vari C .L .N ., tenu to nella casa d e ll’avv. F e r­ra ris e p resen ti anche G. B ig lieri, p e r il C .L .N . p iem ontese (27), e M enotti di P allanza , e dove si discusse della sua situazione come com andante, della ricostruzione della resistenza m ilita re sotto il suo com ando e della questione di un colloquio che, richiestogli r ip e tu ­tam en te , Egli aveva concesso ad un com andante tedesco. Q ualcuno degli am ici lo sconsigliò circa la sede di M egolo, m a egli si a ttenne al p rim itivo disegno.

Già stava quivi radunando i suoi g rupp i sparsi per le v a lla te ; già Io * * * * * * * * * * * * * *

te n to d i lo r o e ch e a ss iem e r ip ren d erem o la v ia d e l l ’o n o r e sen za p iù f u g h e d i ­s o n o r e v o li.

S a lu ta te p er m e i l m a g g io re S u p e r ti, a cu i sc r iv e r ò in s e g u ito . S tate u n it i ed a sp etta te m ie n u o v e , m a sc r itte , n o n v e r b a li.

v o stro a ff.m o (firmato Beltrami »).« C aro M o s c a te ll i ,

o g g i è v en u to d a m e i l tuo in ca r ica to R o n c h i (eb reo erran te) i l q u a le m i ha p orta ta la tua le t te r a . N a tu ra lm en te in q u esti m o m e n ti d if f ic i l i g li a g en ti p ro v o ­ca to r i e d iffu so r i d i fa lse n o t iz ie so n o tan ti ch e r ie sce d iff ic i le d is t in g u e r e i l vero d a l fa ls o . A d o g n i m o d o so n o p ersu a so ch e le n o tiz ie c ir co la n ti su i n o str i ra p ­p o r ti s o n o d e s t itu ite d i fo n d a m e n to . La tua le ttera h a se rv ito a d iss ip a r e l e u l t i ­m e n u b i e q u in d i ti r in g ra z io d i a v erm ela sp ed ita .

C irca tu tti i d e lin q u e n t i , gran d i e p ic c o l i , ch e s i so n o ap p ro fitta ti d e lla m ia o p era p er lu cro p erso n a le o p er d ev a sta z io n i a ssu rd e , io ti d irò ch e ti sarò r ic o n o ­sc e n te se in m ia a ssen za p ro v v ed era i a lla lo ro r e c lu s io n e ed e lim in a z io n e n e i casi p iù grav i.

L ’I ta lia ch e d ev e r iso rg ere da q u esta n ostra travaglia ta ep o ca n o n ha b iso g n o d i d e lin q u e n t i .

Io o rm a i so n o in p ie n a fa se d i r ip resa a v en d o s n e l l i t o i l p e so d e l le m ie fo r ­m a z io n i a tu tto v a n ta g g io d e l l ’a rm a m en to . A q u esto p ro p o s ito cred o ch e a n ch e tud eb b a a sp etta re , tram ite A lb e r to , u n a iu to c o n s id e r e v o le . S p er ia m o . H o se n titod e lla cattura d e i p er so n a g g i ted esch i e d e l le tra tta tive p er lo sc a m b io d i o sta g g i.T i r ico rd o a q u esto p ro p o s ito ch e in q u esto m o m en to n o i a b b ia m o in p r ig io n e aN ovara c in q u e n o str i u o m in i tra i q u a li i l T e n . A lfred o D i D io , fr a te llo d i A n ­to n io ch e tu h a i c o n o sc iu to e ch e è un e s p o n e n te d e l F .L .N .; o ltre a q u esti so n o inp r ig io n e a ss iem e a lu i G io v a n n i B o n a e C arlo Z a n in i e L u p i m ie i u ff ic ia li .

R o n c h i m i d ic e ch e se i in p o sse sso d i in g e n ti fo n d i e ch e h a i g en ero sa m e n teoffer to d i fa rc i a v ere u n a so m m a . N o i ti s ia m o p er ta n to grati.

T i sa lu to a ss iem e a R e d i . (firmato Beltrami).M e g o lo , 11 feb b r a io 1944.

(27) G io v a n n i B ig l ie r i , d i o r ig in e n o v a rese , fu u n o d e g li u o m in i p iù a ttiv i d e lC o m ita to r e g io n a le d i T o r in o , e d i l ì a p o co d o v ev a m o r ire ero ica m en te fu c ila tocon g li o tto d e l « p ro cesso P e r o n i » ,

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22 Anita Azzari

R ed i, B ettin i e M assara lo avevano raggiunto e R u tto era stato inv i­ta to a farlo , quando si sferrò l ’attacco nem ico (28).

Questo fu dapprim a rivolto verso la form azione Superti. Essa in questi u ltim i tem p i aveva continuato a fare , quasi in d is tu rb a ta , le sue p u n ta te verso il p iano . In un giorno di gennaio i com andanti S uperti e M uneghina con qu a ttro uom in i si erano trova ti di fronte ad una sessantina di elem enti della M uti. Ne nacque una fitta spa­ra to ria , du ra ta una ventina di m in u ti, dopo la quale i p a trio ti si e ran p o tu ti r i t ira re senza perd ite , m en tre i fascisti avevan lasciato sul cam po qua ttro m o rti ed undici feriti. La lo ro rab b ia si e ra poi sfogata su case e cascinali vicin i, che vennero incend ia ti e d is tru tti; una vecchina inerm e era sta ta uccisa.

L ’8 febbra io , verso le dieci del m attin o , o ltre 500 fascisti, soste­n u ti da tedeschi, dopo una p reparazione di fuoco di m orta i e di arm i au tom atiche, a ttaccarono V illa O m pi, ove si trovavano i rep a rti di S uperti e di R u tto .

D ue r ip e tu ti a ttacchi vennero resp in ti dai p artig ian i, p u re a r­m ati di a rm i au tom atiche, che si trovavano in posizione m olto favo­revole. N el pom eriggio passarono al contrattacco e, dopo m olte ore di accanito com battim ento , m isero in fuga il nem ico, infliggendogli gravi p erd ite in uom ini e in arm i. N el secondo giorno di ba ttag lia i p artig ian i, p er o tto ore, sostennero il n u trito fuoco del nem ico e po i, p er non lasciarsi accerchiare ed an n ien ta re , si r itira ro n o in zona re tro stan te .

La com pagnia Q uarna uscì dal com battim ento senza p e rd ite ; alla form azione di S uperti furono invece fa tti tre p rig io n ie ri, ai quali devono aggiungersi la m oglie del com andante ed u n ’a ltra co llabora­trice . P u re in quel giorno gravi p e rd ite furono inflitte alle forze nazi- fasciste (29). 28 29

(28) D a M e g o lo , in data 9 - 2 - ’4 4 , E g li aveva in v ia to q u e s to b ig l ie t to , r ip o r ­tato in A . Marchetti, Ribelle, o p . c it . in a p p resso , p . 61:

« C aro R u tto ,h o d e c is o d i r io rg a n izza re i l gru p p o n e lla zo n a d i M e g o lo e C o llo r o . P r o v ­

v e d i q u in d i a l r ien tro d e l tuo p lo to n e , s e c o n d o le v ie ch e li in d ich erà i l C ., v ia g ­g ia n d o d i n o tte e m a n d a n d o u n a sta ffetta ad a v v ertirm i d e l tuo a rr iv o .

Q u i n e l l ’O sso la c ’è m o lt is s im o da fa re . T i a sp e tto a ff. (firmato Beltrami).(29) R e la z io n i M ilit . D iv is io n e A lp in a « B e ltr a m i » e B r iga ta « V a ig ra n d e M ar­

tire » , n e l l ’A r. C.V.L., o p p . c it . - L e d u e r e la z io n i co n co rd a n o p er fe tta m en te su i p a r tico la r i d e lla b a tta g lia . R ig u a rd o a lle fo rze n e m ic h e la r e la z io n e « Beltrami » parla d i 70 a u to ca rr i d i fa sc is t i e te d e sc h i, l ’a ltra d i 500 u o m in i , n e l p r im o g io r n o , a cu i v a n n o a g g iu n ti u n a q u aran tin a d i au tocarr i n e l se co n d o g io r n o . La se co n d a è g en erica c irca le p e rd ite su b ite d a l n e m ic o , la p r im a p arla d i 10 m o r ti e d i d u e ca m io n d i fe r it i ,

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 23

In tan to nella no tte del giorno 12, il C apitano B eltram i col pio tone del ten . R ed i si era po rta to tra Cuzzago e Prem osello , lungo il percorso della linea Dom odossola-M ilano, co ll’in ten to di deviare una trad o tta m ilita re di cui si prevedeva il passaggio; in m ancanza di essa si disarm arono due m iliti e si r icuperarono due m itra e due pistole.

A ll’alba, quasi contem poraneam ente al rito rn o di B eltram i, giunsero a Megolo autom ezzi carichi di tru p p e . Le sentinelle che avrebbero dovuto dare l ’a llarm e m isteriosam ente scom parvero. A l­cuni partig ian i vennero sorpresi nel sonno in paese e furono im m e­diatam ente fucila ti sulla locale p iazzetta.

I nazifascisti si accinsero qu ind i ad attaccare l ’accam pam ento poco discosto d a ll’ab itato . Il C apitano B eltram i, in ferio re ai nem ici p e r forze (aveva a llo ra al suo fianco una cinquan tina d ’uom ini) e per arm i, quan tunque si trovasse in condizione poco felice, accettò il com battim ento . Con A ntonio Di Dio costituì il centro dello sch iera­m ento , la cui arm a m aggiore era un m itra . A destra si schierò il g ruppo di R ed i con un fucile m itrag lia to re , a sin istra quello di Bet- tin i con qualche m itrag lia trice . D i fron te stavano i tedeschi ed i fascisti, num erosissim i ed arm atissim i, fo rn iti d i arm i au tom atiche, di tre m orta i e di un cannoncino. La battag lia si p ro trasse furiosa p e r qua ttro ore.

D i Dio e B eltram i non ind ietreggiarono d i u n passo e caddero sul luogo stesso ove avevano in iziato il com battim en to . R edi cadde p u re al cen tro , m en tre sotto la pressione nem ica cercava di portarsi verso l ’ala sin istra , l ’un ica ad avere alle spalle u n a possib ilità di r itira ta . U sufruendo di questa il tenen te B ettin i ed i superstiti p o ­terono r ip a ra re alla m eglio sulla re tro stan te m ontagna. F urono in- ferte gravi p erd ite al nem ico, m a sul cam po rim asero sette p a trio ti m orti ed un m oribondo (30).

F u questa una delle p iù dolorose battag lie della resistenza I ta ­liana che perse in essa uom ini di non com une valore, fra i quali prim eggia la lum inosa figura del cap itano B eltram i; tu tt i ricordano quanto la gente de ll’Ossola lo am asse e lo am m irasse; anche i nem ici ne sentivano il fascino e ne provavano tim ore , a giudicare dal fatto che il suo ap p arire profondam ente li sconcertasse.

Col C apitano m orirono i valorosi ufficiali G ianni C itterio (R edi), A ntonio Di D io, che lascerà in retaggio al fra te llo A lfredo il p rose­guim ento della lo tta fino ad una a ltre ttan to tragica m orte , ed, ancora, 30

(30) S u lla b a tta g lia d i M e g o lo e s u lla m o r te d e l ca p ita n o B e ltra m i h o a ttin to n o tiz ie d a lla R e la z io n e M ilit . d e lla fo r m a z io n e « Beltrami » già c ita ta , da A. M ar­chetti, Ribelle, M ila n o , 1947, p p . 83 sg g . e d a lla te s t im o n ia n za d i M assara.

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24 Anita Azzari

G aspare P a je tta , che era arrivato adolescente alla form azione. Ai fascisti sem brò con questa v itto ria di aver soffocato il m ovim ento partig ian o , tan to che la loro stam pa annunziò in lungh i artico li, con tito li a ca ra tte ri cub ita li, i l com battim ento di M egolo e la m orte di B eltram i (31).

In quelF infausto febbraio la m orte di tan to uom o non fu la sola calam ità della resistenza ossolana. A M asera veniva arrestato l ’a w . Paolo F erra ris che andrà a m orire nei cam pi d i elim inazione di M authausen . D a Dom o l ’ing. B a lla rm i, ricercato , p er ev itare la ca t­tu ra , si rifugiò in Isvizzera e da In tra N ata le M enotti dovette pu re r ip a ra re a M ilano.

A n it a A z z a r i

(continua) 31

(31) « L a G azzetta d i N o v a ra » , g io r n a le d e l L ago M a g g io re — C u sio -O sso la - a n n o X X V II, N . 15 — , p e r e s e m p io , p u b b lica v a u n lu n g o a r t ic o lo a t ito lo « La Ban­da Beltrami sgominata» , e co m e s o t to t ito lo : « L a m o rte d e l c a p o . - N e l la zo n a ritorn a la tra n q u illità » , n e l q u a le s i sc r iv ev a tra l ’a ltro :

« . . . i l cap o d i u n a b an d a r ib e l le o p era n te n e l l ’O sso la h a trovato la m o r te in un c o m b a ttim e n to . L o sc o n tr o è a v v en u to n e l le p r im e o r e d e l m a ttin o a M e g o lo , o v e e le m e n ti tu r b o le n t i ten ev a n o la m o n ta g n a a l co m a n d o d e l l ’e x ca p ita n o F ilip p o B e ltra m i. A d affrettare i l r ito rn o a lla n o r m a lità , v is t i in u t i l i g li in v it i e l e in ­g iu n z io n i, rep arti m ilita r i d ’assa lto ted esch i co a d iu v a ti da m ili t i co n fin a r i e da gu ard ie d e lla 29 .a le g io n e , h a n n o stre tto u n cerc h io in to r n o a l q u a rtier g en era le d e l B e ltra m i. A v v ista ti i r ib e l l i , c irca u n c e n t in a io , v e n n e lo r o in tim a ta la resa . E ss i p erò p re fer iro n o re s istere e in iz ia r o n o u n v ero e p ro p r io co m b a ttim e n to d u ­rato u n p a io d ’o r e . . . . S i sp era d i p o te r v iv ere d ’ora in p o i sen za l ’a g ita z io n e c o s i tu rb o len ta co m e q u e lla d e lla b a n d a arm ata . N o n passava g io r n o , in fa t t i , sen za ch e s i d o v essero la m en ta re a tti te rro r is tic i »,