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UN ANNO D I R ESISTEN ZA N E L L ’ OSSOLA

(settem bre 1943 - settem bre 1944)

P R E M E S S A

L ’Ossola, il triangolo di te r ra ita lian a che s ’incunea nella Sviz­zera , t ra il C anton T icino ed il Vailese ed è lim ita ta a sud da l lago M aggiore, dal m assiccio del M ottarone, dal lago d ’O rta e dal c rinale che dal m onte Rosa scende fino ai m arg in i della p ian u ra novarese, fu, du ran te la guerra di liberazione, p e r le ca ra tte ris tiche geografiche che ne fecero u n pun to chiave verso la vai P ad an a , p ro te tto alle spalle dalla catena delle A lp i L epon tine , confinanti colla Svizzera n eu tra le e p e r il ca ra tte re stesso dei suoi ab itan ti, un im portan te cam po di epiche lo tte .

Sui confini i facili valichi, sin d a ll’in izio , rich iam arono le schiere degli esuli che cercavano la salvezza nella vicina Svizzera e facilitarono i con ta tti coi nuclei di resistenza che quivi segretam ente operavano, m en tre le valla te secondarie, che si ap rono a ventaglio sulla p iù p ro ­fonda e sinuosa p ian u ra del Toce, offrirono asilo a coloro che alla sicurezza de ll’esilio p re fe rirono la lo tta p e r la P a tria .

I due anni di guerra clandestina possono essere, p e r l ’Ossola, suddivisi in tre fasi ben d istin te .

La p rim a , che dal settem bre ’43 va al settem bre ’44, segna il periodo del form arsi dei g rupp i p o litic i e delle form azioni m ilita ri, en tram bi im pegnati a fondo, sin d a ll’in izio , nella guerra contro i n a ­zifascisti, che ebbe qu i il battesim o di sangue nella insu rrezione di V illa e gli episodi p iù salienti nella ba ttag lia di M egolo, ove cadde il C apitano B eltram i, e nel grande rastre llam ento del giugno.

II secondo periodo , breve m a intenso di v ita , com prende i q u a ­ran ta giorni della repubb lica ossolana, ed ha un p artico lare valore storico. In fa tti m en tre i p artig ian i, dopo le fortunose azioni che li hanno p o rta ti alla liberazione della zona, devono com pletam ente t r a ­sform are la ta ttica di lo tta (non p iù ora guerrig lia alle spalle del nem ico, m a, p er l ’esistenza di un « fron te », vera e p ro p ria guerra), gli uom ini po litic i si cim entano nella p rim a esperienza di libero go­verno dem ocratico dopo v en t’anni di fascismo.

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4 Anita Azzari

P o i, dopo la caduta della repubb lica ossolana, fino a ll’ap rile ’45, si r ito rn a alla guerrig lia e a ll’attiv ità c landestina, che tan to coopere­ranno alla v itto ria finale.

I

I P R IM O R D I D E L L A R E S IS T E N Z A N E L L ’O S SO L A

1. - Situazione a ll’8 settem bre 1943. — 2. - C ostituzione ed organiz­zazione dei grupp i pa trio ttic i e delle p rim e form azion i m ilitari.

1. - G li avvenim enti d e ll’8 se ttem bre ebbero im m ediate r ip e r ­cussioni n e ll’Ossola.

In essa cercarono na tu ra le rip a ro i vallig iani ap p arten en ti a l d i­sciolto esercito che erano riusc iti a so ttrarsi alla ca ttu ra tedesca.

Vi giunsero dai cen tri d e ll’I ta lia se tten trionale , coi m ezzi p iù im pensati e con i p iù stran i travestim enti. G li a lp in i da A osta m ar­ciarono per g iorni e n o tti attraverso la cerch ia delle m ontagne; cam m ino sim ile, m a ancor p iù lungo ed aspro tennero coloro che presidiavano la F ran c ia ; alcuni riuscirono ad arrivare alla loro casa sin dalla lo n tana Jugoslavia.

A questi uom ini si. un irono sovente com pagni che non potevano raggiungere il lo ro paese e che cercavano di r ip a ra re in Isvizzera, ebrei p rofughi, p rig ion ieri alleati dai cam pi di concentram ento della Lom bardia.

I l panico e l ’incertezza del m om ento indussero ancora a r ip a ra re nei villaggi fuori m ano e sugli alpeggi p iù bassi m olti borghesi che, p er la loro prestanza fisica, tem evano l ’arruo lam ento coatto e la de­portazione in G erm ania.

In tan to , m en tre i fascisti, fa tti baldanzosi p er i recen ti avveni­m enti, andavano riorganizzandosi ed affiancandosi ai tedeschi nella occupazione della zona, i vecchi e p rovati antifascisti gettarono le basi della fu tu ra organizzazione clandestina (1).

f i ) Interessanti le testim onianze in proposito fo rn ite dai giornali locali: « I l Popolo d e ll’Ossola » nel li. 37 del 10 - 9 - 1943 ancora pubblicava un proclam a che i rappresentanti dei p a rtiti, riun itisi a T orino , lanciavano al popolo italiano, chiam ato « a fianoo dei suoi fratelli in arm i » a « d ifendere l ’arm istizio , il prim o passo necessario per la rinascita della Patria d ilaniata », a « trovare nella serietà della coscienza la forza e la dignità di rim anere al p roprio posto di lavoro ed a guardare con fede a qu e ll’avvenire che su tante sventure dovrà per v irtù nostra essere riconquistalo ». Ma nei num eri successivi lo stesso g iornale doveva già dare ospitalità alla propaganda nazifascista ed ai suoi vari p roclam i e m anifesti.

Sul num ero seguente, in fatti, il prefetto B allerò con un proclam a vietava

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E ’ p rem atu ro p a rla re ora di C .L .N .; ci troviam o di fro n te a g ruppi di uom ini, legati da vecchie am icizie e dalla com une avver­sione al fascism o, a volte anche di opposte tendenze po litiche , che si uniscono p er fronteggiare gli eventi.

Ogni c ittà , ogni cen tro im po rtan te ebbe il suo gruppo. N ell’Os- sola e v icinanze i p iù im p o rtan ti sorsero a Dom odossola, P allanza ed Omegna. Nei p rim i due cen tri essi ebbero v ita im m ediatam ente dopo l’8 settem bre. A Pallanza si ebbe un nucleo po liticam ente eteroge­neo; ad una sua p rim a riun ione in fa tti risu ltano p resen ti: l ’a w . M e­no tti di In tra , dem ocristiano; il sig. A ndrean i, socialista; il t ip o ­grafo A iro ld i, lib era le ; il sig. C atena, com unista; ed il sig. Miaffioli di M ergozzo, ex garibald ino di Spagna ed ex confinato politico.

P artico la re cara tte re socialista ebbe invece il g ruppo di D om o­dossola, ciò anche p er le idee del suo na tu ra le capo ed an im ato re , il prof. E tto re T ib a ld i, una bella figura di provato antifascista (2). A nche qui però non m ancarono uom ini di diverse tendenze politiche.

A nalogam ente furono p resen ti in questi g rupp i tu tti i ceti sociali. A Dom odossola, p e r esem pio, accanto al prof. T ib a ld i, colto e valente m edico, a ll’avv. Paolo F erra ris e ad a ltri p rofessionisti, la- * 22 * * 25

soste in torno a carri arm ati, a m acchine m ilitari, nelle vicinanze di depositi e di m unizioni ed ancora gli assem bram enti superiori a tre persone, l ’affissione di avvisi e m anifesti ; am m oniva infine che i trasgressori erano passib ili di pena di m orte. Ad esso faceva seguito un o rd in e per la consegna delle arm i ed un proclam a del com ando germ anico che suonava così: « chiunque asporterà o dan­neggierà oggetti od arm i delle forze arm ate germ aniche o ita liane, chi nascon­derà arm i e non le consegnerà entro ven tiquattro ore dalla pubblicazione del proclam a, sarà fucilato . I m ilita ri ita lian i dovranno presentarsi subito al p iù vicino com ando germ anico : i trasgressori saranno deferiti al tribunale di guerra ». Un bando del com ando della ventitreesim a legione di stanza ad A rona, in data22 settem bre, firmato dal 1° seniore Falla G arretta Cesare, invitava poi ufficiali e sottufficiali della M .V .S.N . a presentarsi subito ed annunciava gravissime san­zioni agli inadem pienti.

(2) G iovanissim o, nel 1911, egli era stato a capo del m ovim ento per l ’U n iver­sità italiana a T rieste. Nel 1913, appena laureato , avendo esaltata la repubblica , venne processato per vilipendio alla istituzione m onarchica. Nel 1914 com battè in F rancia con la legione M azzini; al suo scioglim ento, tornò in Ita lia ove partecipò al m ovim ento in terventista. Allo scoppio della guerra partì volontario . Si congedò nel 1919 e fu subito candidato alle elezioni po litiche nella lis ta : Com battenti, repubblican i dem ocratici di sinistra a Pavia. Dopo un breve periodo, dedicato esclusivam ente agli studi scientifici, nel 1920 prese- parte alle prim e reazioni al fascism o. A Pavia fondò la sezione « Italia libera » che sostenne qiuasi da sola la lo tta antifascista in città e provincia. C ontem poraneam ente com inciarono le persecuzioni poliziesche. Nel 1926, infine, fu costretto ad abbandonare Pavia e solo grazie ad una m utilazione di guerra e ad una m edaglia al valore potè evitare i l confino. Stabilitosi a Domo continuò a m antenere contatti coi repubblican i e coi dem ocratici di sinistra di M ilano e Pavia. Nel 1935, coll’in ten to di dar vita ad una larga organizzazione antifascista, fece un giro per l ’Italia centrale, sp ingen­dosi fino a Perugia, ed avvicinando elem enti di sicura fede dem ocratica. Dopo il25 luglio organizzò a D om odossola il prim o nucleo antifascista. Vi facevano parte anche il p itto re Carlo Fornara , Rediroisto F abbri, l ’avv, Paolo Ferraris ,

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vorarono, con iden tità d ’in ten ti e con com une passione, artig ian i ed opera i. F ra questi la be lla figura del com unista R edim isto F ab b ri di V illa.

Non m ancò il c lero : il cappellano de ll’ospedale don G audenzio C abalà fu uno dei p iù attiv i co llaboratori ed organizzatori della re s i­stenza ossolana; valida cooperazione diedero i p ad ri rosm in ian i ed in partico la r m odo il prof. Don Luigi Z oppetti (3). M olti giovani sacerdoti dettero po i preziosi a iu ti alle bande arm ate che gravitavano nei d in to rn i delle loro parrocchie.

L ’a ttiv ità c landestina ebbe in o ltre qualche favoreggiatore fra gli in d u stria li, m a trovò so p ra ttu tto sim patizzanti fra F um ile gente, in partico la r m odo fra la popolazione locale, nei paesi m inori e nelle valla te secondarie, ove il fascismo non aveva m ai fatto grandi con­quiste. I contad in i ossolani serbavano anzi rancore al regim e, che aveva troncata l ’em igrazione, da secoli p e r essi fonte di guadagno, benessere e a volte ricchezza, che li aveva vessati con tro p p e leve p er guerre che non sentivano e non volevano e del quale m al sopporta ­vano le • gonfiature di grandezza, tan to in contrasto colla lo ro vita du ra e frugale.

U n grave fatto p o i, che ebbe larga eco ne i d in to rn i, aveva p ro ­fondam ente scosso l ’opin ione pubb lica e resi odiosi fascisti ed occu­pan ti. A Baveno, subito dopo l ’8 settem bre, elem enti delle S. S. ave­vano sorpreso alcuni ebrei e, secondo i lo ro delittuosi sistem i, li avevano tru c id a ti e b u tta ti ne l lago.

Dopo qualche giorno i loro m iseri corp i, o rrendam ente straziati, vennero a galla ed offrirono un ben tris te spettacolo alle popolazioni te rro rizzate .

Q uesto il clim a nel quale in iziarono la loro opera gli uom ini della resistenza ossolana.

N essun nucleo clandestino agiva isolatam ente. Subito dopo l ’B settem bre c’erano stati con ta tti tra l ’Ossola ed i sorgenti C .L .N . di T orino , di M ilano e partico larm ente di N ovara, tram ite il p rof. P ie ­tro F o rn ara , ed i fra te lli B onfantin i. A nzi, subito il 14 od il 15 set­tem bre , ad A rona, nella casa del vecchio socialista B errin i, si r iu ­niva una specie di C .L .N ., che poteva considerarsi già un com itato m ilita re .

A ta le riu n io n e erano p resen ti: i fra te lli M ario e C orrado B on­fan tin i, T ibald i che rapp resen tava l ’Ossola, M oscatelli per la Val

(3) L autrice ricorda che i fascisti, liv id i, scarabocchiavano i m uri con la scritta : « Don Zoppetti e P ad re Cabalà, invece di insegnare ai giovani la via della v irtù , insegnano quella della m ontagna ».

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Sesia, il figlio del B errin i, Aldo, che prom ise di assicurare i colle­gam enti con tu tto il basso V erbano , M enotti p e r l ’alto V erbano 3 qualche altro .

Essi stab ilirono di tenere convegno ogni due dom eniche, m a poi, p er vari m otiv i, dopo qualche a ltro incontro non fu p iù possibile tenere le riu n io n i.

I l g ruppo T ibald i in o ltre , p e r mezzo d e ll’ing. G iorgio B allarm i che, d ire tto re del tronco ita liano della ferrovia D om odossola-Locarno, godeva di partico la ri facilitazioni p er il passaggio in Isvizzera, si m ise a contatto con il vice console inglese a Lugano, De G arston , il quale, diffidente a l prim o incon tro , dopo aver assunto in form azioni, accet­tò di co llaborare e diede p u re qualche aiu to .

2. - In tan to i problem i che andavano im ponendosi nella zona erano m olteplici : organizzare la resistenza nelle fabbriche e nei paesi, sovvenzionare e sostenere i g rupp i a rm ati che andavano fo r­m andosi su lle m ontagne, ricercare arm i, salvare, po rtando li in Isviz- zera, num erosi ex p rig ion ie ri a llea ti e persegu ita ti po litic i (4).

In questa u ltim a a ttiv ità m olto lavorarono p u re i ferrov ieri e gli stessi con trabband ieri.

U na delle m aggiori p reoccupazioni del p rof. T ibald i fu la crea­zione di nuclei operai di resistenza, i quali, a rm ati, dovevano vigi­la re sulle grandi dighe e cen trali e le ttriche di valle A ntigorio , For- m azza, D evero ed A ntrona. Questi opera i erano sovente degli ex-m i­lita r i, i p rim i partig ian i che il T iba ld i riusciva a far assum ere dalla società E dison, in accordo con l ’ing. C alciati di questa.

U na organizzazione a base nettam en te operaia si iniziò nei cen­tri in d u stria li di Dom odossola, V illadossola e P ieve V ergonte. A V illa e a P ieve operava R edim isto F a b b ri; a Dom o, Giacomo R oberti.

N elle vallate si a rruo larono ren iten ti locali, i quali sarebbero dovuti rim anere nelle loro case a rm ati e p ro n ti ad ogni even tualità ; accordi si presero con elem enti delle guardie di finanza che, p u r rim anendo ai loro posti ed assoggettandosi ap paren tem en te ai nazifa­scisti, erano però in accordo con i partig ian i e clandestinam ente ne appoggiavano il nascente m ovim ento.

Im portanza p artico lare ebbero i g rupp i che erano andati fo r­m andosi nelle vallate e qua e là sulle m ontagne. A lcuni di essi, al p rim o u rto col nem ico, si sciolsero; a ltri resiste ttero invece p er due

(4) In valle Anzasca, in questo scorcio di tem po, i tenenti L am pugnani, B edin e R izzato, collegati con M ilano e Novara, riuscirono a trarre in salvo, facendo loro varcare i l confine, circa 180 persone.

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anni e con alterne vicende ebbero p a rte im p o rtan te nello svolgersi dei successivi avvenim enti.

A lcuni sorsero sulla sponda del lago M aggiore: alla b a ita S'tep- p io , sopra In tra , si r iun irono dapprim a una qu ind ic ina di ragazzi del luogo; erano a rm ati di qualche rivo lte lla ed a iu ta ti da elem enti del P a rtito d ’Azione e dalla generosità dei p rivati.

In to rn o a P ian Cavallone, in valle In trag n a , si era accam pato un a ltro g ruppetto di giovani p roven ien ti dalla p ian u ra lom barda e soste­n u ti dal C .L .N . di B usto, m en tre due ufficiali, M ario C h iaro tto e G igione avevan dato v ita alla ban d a V iggiona, dal nom e del paese dove erano accam pati (5).

Su, nelle valla te de ll’Ossola troviam o, a M ontecrestese, M ario M uneghina con 17 uom ini quasi tu tti m ilanesi (6) e, verso la vai Bo- gnanco, il tenen te P iccone con u n gruppo di domesi.

A Prem osello , D ionigi S uperti ebbe sin da ll’in izio sensibili v an ­taggi p er la sua qualità di d irigente l ’im presa cc Taglio boschi » che gli perm ise di avere partico la ri d ispon ib ilità di viveri e la possib ilità di m ascherare da boscaioli i giovani che si rifugiavano presso di lu i. I l suo g ruppo, sorto im m ediatam ente dopo l ’8 settem bre, alla m età dello stesso m ese era già form ato , secondo alcune notiz ie , da qualche ufficiale e da una sessantina d ’uom ini.

N el Cusio, verso la fine di settem bre, giunsero i fra te lli A lfredo ed A ntonio di Dio con una ven tina di com pagni e si stab ilirono a M assiola (7).

A d Omegna il 19 settem bre sera un buon num ero di sbandati si r iu n ì p er un com une esam e della situazione e p e r una unanim e decisione.

D giorno dopo una ven tina d ’essi salì a Q uarna, a ll’alpe F re ra , * il

(5) R elazione M ilit. B rigata « Cesare B attisti », n e ll'A rc h iv io Storico de lla Fondazione C. V. L . (che citerem o per l ’innanzi con la sigla Ar. C .V .L .), Os le , b.

(6) R elazione M ilit. B rigata « V aigrande M artire », n e ll’Ar. C .V .L ., Os, le , a.(7) I fra te lli Di Dio erano n a ti a Pa lerm o, A lfredo il 4 - 7 - 1920, Antonio

il 17 - 3 - 1922. A Crem ona avevano frequentato le scuole classiche. N el 1939 A lfredo entrò n e ll’accadem ia m ilitare di M odena, nel 1941 fu destinato come sot­to tenente al 1° R eggim ento carristi di V ercelli ove fu sorpreso dagli avvenim enti de ll’8 settem bre com andante di com pagnia. Subito dopo l ’arm istizio si diresse coi suoi uom ini verso M ilano, ove sperava di trovare un nucleo d i resisten ti aij tedeschi. Alla piazzaforte di Novara si difese con le arm i in pugno contro uffi­ciali ita lian i che gli avevano chiesta la resa e p roseguì; ma nelle vicine cam­pagne cadde in una im boscata. D istru tti allora i carri ancora efficienti, sciolse i suoi uom ini e si diede alla m acchia. Dopo qualche giorno fu raggiunto a Cava- glio d ’Agogna dal fratello A ntonio che era riuscito a fuggire ai tedeschi che l ’avevano fatto p rig ioniero a Parm a, ove frequentava la scuola di applicazione di fanteria , Da Cavaglio essi passarono coi com pagni a M assiola.

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col preciso in ten to di opporsi ai nazi-fascisti ; il loro arm am ento era costituito sem plicem ente da un m oschetto e da due p isto le (8).

Poiché m ancava loro un capo, spontaneam ente e di com une ac­cordo essi si rivolsero a ll’a rch ite tto F ilip p o B eltram i, inv itandolo ad assum ere il com ando (9).

Da allo ra , fino alla sua m orte , con assoluta dedizione, con eroico disprezzo del perico lo , colla sua p ro n ta in telligenza, F ilip p o B eltram i divenne l ’am ato capo di questi anim osi che egli subito volle orga­nizzare, r ifo rn ire di m agazzini di viveri.

La fiducia e la stim a che godeva fecero sì che nuove reclu te venissero a lu i; alla fine di o ttob re egli aveva già al suo fianco una qu aran tin a d ’uom ini.

Il C .L .N . di T orino , in una riu n io n e ten u ta nella p rim a decade di o ttobre , giustam ente Io annoverava fra i p rim i com andanti p a r ti­giani e guardava a lu i con fiducia (10).

P e r questi g rupp i im portan te era la ricerca di viveri e di oggetti di vestiario , spasm odica quella delle arm i.

T iba ld i e S uperti riuscirono a fa rne perven ire un cam ion pieno da M ilano; il C olonnello M oneta, di M alesco, ufficiale effettivo di cavalleria, che a ll’8 settem bre com andava il centro rifo rn im en ti q u a­d ruped i di G rosseto, dalla valle fece sin laggiù p iù viaggi, in treno ed in cam ioncino, p er andarv i a p relevare le arm i che aveva nascoste al m om ento d e ll’arm istizio .

In valle Anzasca, i ten en ti R izzato e B edin , con un fo rtunato colpo di m ano alla caserm a delle guardie di finanza di Staffa, r ic u ­perarono p u re arm i e m unizioni. Con lo stesso in ten to e con lo stesso risu lta to elem enti della V iggiona si spinsero sino a L uino, m en tre a D om odossola ci si im padron iva di tu tte le arm i che erano sta te ab ­bandonate alla caserm a U rli.

In o ttob re anche il cap itano B eltram i, avendo orm ai organiz- 8 9 10

(8) Relazione M ilit. « D ivisione alpina », n e ll’o r . C.V.L., O s la , a. Con essa, pe r queste notizie e p e r le seguenti, concordano: G. BeI trami Gadola, Il Capitano, M ilano, G entile , 1946; A. Marchetti, Il Ribelle, M ilano, T uffalon i, 1947, pp . 33 e seguenti.

(9) F ilippo M aria B eltram i era nato a Cireggio di Om egna il 14 lug lio 1908. L aureatosi in a rch ite ttu ra nel 1932, si acquisto ben presto no torie tà fra i p ro ­fessionisti di M ilano, ove vinse anche il 2° prem io nel concorso per la siste­m azione di piazza Duom o. R ichiam ato alle arm i nel m aggio ’43 col grado di tenente, a ll’8 settem bre, dopo aver invano tentato di organizzare una resistenza fattiva nella sua caserm a di Baggio, raggiunse la fam iglia che era sfollata al paese natio.

(10) Cfr. Cronache del Comitato Piemontese di L. A .. a cura di P . Greco, in « A spetti della Resistenza in P iem onte », T orino , Set, 1950, pp . 107 sgg. (Q ua­derni de ll’Istitu to Naz. per la storia del M ovim ento di L iberazione in Italia , I).

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zato il suo g ruppo , iniziò le operazioni di ricupero . I l giorno 2, una p rim a azione a Pettenasco fru ttò alla nascente form azione 35 m o­schetti; i l 15 una squadra , m im etizzatasi con divise della m ilizia, prelevava a G argallo 84 paia di scarpe ed il g iorno dopo 600 m etri di stoffa in un paese p resid ia to dai tedeschi. A ltre arm i ancora ven­nero alla form azione come fru tto di qualche azione m inore (11).

II

L ’IN SU RREZIO N E DI VILLADOSSOLA

In tu tta la zona del Cusio, d e ll’Ossola, del V erbano gli uom ini che, organizzatori nei cen tri ab ita ti o arm ati sui m o n ti, lavoravano per la lib e rtà , operavano orm ai in fattiva collaborazione.

In tensa fu la loro a ttiv ità tra la fine di o ttobre e l ’inizio di no ­vem bre. E ’ di allora il progetto di costituzione di regolari b riga te che raggruppassero i nuclei resisten ti sparsi p e r la zona. Si pensò a m a­gazzini viveri e si presero accordi, per rifo rn im en ti, coi m ulin i Saini di Cressa F ontaneto .

Ma l ’8 novem bre, a V illadossola, u n ’azione p rem atu ra , dovuta a ll’im pulso generoso di giovani, sconvolse i p ian i ed annullò buona p a rte del lavoro fatto .

Verso la fine di o ttobre un gruppo di giovani m ilanesi capeg­giati da R enato Cucchi, dopo vari spostam enti nella zona, si era sta­b ilito a V illa ove, a contatto col g ruppo operaio organizzato da F a b ­b r i , ed in possesso di parecchie di quelle arm i che erano state p re ­levate dal g ruppo T ibald i alla caserm a U rli di Dom odossola, insorse apertam ente (12).

I l m attino de ll’8 novem bre una squadra di p a trio ti p a rtì da V illa in cam ion ed andò ad assalire il presid io tedesco di A n trona , forte di 15 uom ini. Ne seguì un furioso com battim en to ; i partig ian i lasciarono sul cam po un m orto ed un ferito , m a o ttennero la resa dei tedeschi che avevan pure avuti 2 m orti. I p rig ion ieri furono con­dotti a V illadossola.

Quivi la rivolta era scoppiata alle nove del m attino e dalle ca­serm e dei carab in ieri e delle guardie di finanza, i cui uom ini erano 11 12

(11) Relazione M ilit. D ivisione alpina « B eltram i », op. cit.(12) Mi sono servita per la ricostruzione dei fa tti di V illa , o ltre che delle

solite fon ti, opuscoli e giornali, della testim onianza verbale del prof. T iba ld i, d e ll’ing. C ristofoli e d i Ugo Scrittori (M irco).

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stati d isarm ati, si estese alle fabbriche. Si ebbero vari m orti e feriti da am bo le p a rti.

I l F ab b ri stesso dovette essere ricoverato a ll’ospedale di Domo. I partig ian i non desistettero tu ttav ia dalla b a ttag lia , n ep p u re q u an ­do com inciarono ad arrivare a iu ti ai nazi-fascisti. F u rono affrontati un prim o treno b linda to ed un cam ioncino di tedeschi e, nello scontro, fu ucciso un com andante della m iliz ia di Dom o.

I nazi-fascisti chiesero allo ra rin fo rz i a N ovara. La colonna ac­corsa dal p iano arrivò a sera sino ai m arg in i del paese; con tra ttac ­cata, lasciò sul cam po alcuni m orti e si r itirò .

II 10 m attin a però le forze nem iche, costitu ite da una colonna corazzata appoggiata da tre apparecchi leggeri da bom bardam ento che m itragliavano l ’ab ita to , en trarono in V illa , m en tre i partig ian i si r itiravano sulla m ontagna.

V ano fu il ten tativo di M irco di lib e ra re il F ab b ri che, p re le ­vato d a ll’ospedale, fu fucilato tra Pallanzeno e V illa il m attino del- I’i l novem bre con a ltri cinque com pagni (13). P rim a de ll’esecuzione furono costretti a scavarsi la fossa.

F u qu ind i concessa dai nazi-fascisti una tregua d i qu indici giorni con il perm esso ai p a tr io ti di r ito rn a re alle loro case. E ra un trucco : dopo qualche giorno la colonna fascista rito rn ò im provvisam ente ad arresta re q u an ti, in buona fede, erano r ie n tra ti in fam iglia.

Parecch i giovani furono così a rresta ti, tra d o tti alle carceri di N ovara e processati: 9 di essi vennero d ep o rta ti, 5 fucilati (14).

o Mjv/'Gì'W.

( 13) Q uesti i lo ro nom i: Valdè A lbino, P reion i G iuseppe, Rossi L uigi, Fi- notto Italo , Com ina A ndrea.

(14) Com m ovente la lettera che uno di essi, il ventenne Novello B ianchi, scrisse a lla m adre poco prim a di m o rire :

« Negli u ltim i istanti della m ia vita il m io pensiero è a te e a tu tti i m iei cari. Io sono rassegnato alla m ia sorte e m uoio tranqu illo con l ’anim o teso verso D io, nella speranza che Egli m i accolga nel suo regno ; una cosa sola io voglio, che tu sia forte e che sappia sopportare questa grave sciagura che ti colpisce, devi sopravvivere a tu tto questo e pregare per m e. Io , d a ll’alto , nella certezza che Gesù m i accolga tra i suoi fedeli, saprò guardarti e ti proteggerò in attesa che tutto questo dolore che ti colpisce così crudelm ente, vada dim inuendo ada­gio adagio. Devi resistere a tutto ciò e pensa che hai un figlio lontano, Gustavo, che da m olti anni non vedi, sopporta serenam ente tutto e a ttendilo e dagli uni bacio p e r m e, che fino a ll’u ltim o istante l ’ho sem pre ricordato . Non voglio che si pianga per m e, accusate il dolore ma siate fo rti come lo sono io in questo terrib ile m om ento che da poco mi separa dalla m orte. Ti ripeto sii forte e corag­giosa, prega pe r m e e ti chiedo perdono se in passato ti feci m olto soffrire, andrò da D io ; anch’Egli saprà perdonarm i e di lassù verrò sem pre a trovarti. I l m io u ltim o pensiero è a te, cara m am m a, ricordam i sem pre che io ti voglio m olto bene, sii forte e coraggiosa, un tem po ci rivedrem o ancora, ti bacio tanto e col pensiero,.unito al tuo ti stringo a me e li dico m am m a addio , tuo figlio^NtjyelIo ».

Questo l ’anim o dei condannati, quello dei nem ici risu lta dal m odo in cui fu condannato G iuseppe B ianchetti, l ’u ltim a vittim a. Egli e ra un

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Dei superstiti, alcuni rip a ra ro n o in Isvizzera, u n esiguo g ruppo si r itirò in m ontagna atto rno ai fra te lli S critto ri (Ugo ed O ttavio). L ’ingegner Cristofoli, d ire tto re della « M ontecatin i » di V illa , che m olto si era adoperato p rim a p er l ’assunzione di giovani, poi per salvare q uan ti si erano com prom essi n e ll’insurrez ione , fu il loro m aggior sostenitore.

I fa tti d i V illa ebbero p rofonde ripercussion i in tu tta la zona.In a ltr i paesi, insurrezioni m in o ri fecero eco alla m aggiore som ­

mossa. A Pontem aglio una pattug lia del cap itano M ario M eneghina attaccò u n ’autom obile del com ando tedesco uccidendo due ufficiali e ferendo l ’au tista . I l giorno dopo la sede del com ando partig iano fu attaccata ed incendiata da re p a rti delle S .S .; un p a trio ta ca ttu ­ra to fu seviziato ed ucciso, anche un civile fu ferito (15). I l gruppo si spostò qu ind i a S. B ernard ino e si u n ì a S uperti.

Dopo quésti fa tti, i nazi-fascisti approfittarono di ogni m inim o incidente p e r a rrestare ogni persona sospetta.

II p ro f. T ibald i, orm ai gravem ente ind iziato e perseguito da m andato di ca ttu ra , fu costretto ad abbandonare la zona e, dopo un breve soggiorno a M ilano, r ip a rò in Isvizzera. I l suo attivo e prezioso co llaboratore Erasm o Tosi fu invece arrestato (16).

Poco dopo la stessa sorte toccava a C arlo Viglio che co ll’ing. B al­la rm i e coll’avv. F erra ris svolgeva la sua a ttiv ità in valle Vigezzo. Con lu i venivano pu re ca ttu ra ti due inglesi, che egli ospitava in una sua b a ita a ll’alpe Cam pra in attesa di po ter far loro varcare il con­fine.

A nche Superti che, secondo alcune notiz ie , a ll’inizio del mese già disponeva di un centinaio di a rm ati, dopo un ten tativo di im pa- * 15 16

operaio, pad re di fam iglia estraneo al m ovim ento; il giorno de ll’insuriezione rien trando dal lovoro s’era im battu to in M irco che l ’aveva pregato di condurre un sergente tedesco, p rig ioniero e ferito , ad un posto di m edicazione. Dopo alquanto tem po il sergente tedesco lo incontrò e, riconosciu to lo , lo accompagnò a calci in caserm a e lo fece processare. Fu fucilato a Novara il 9 Febbraio 1944.

(15) Relazione M ilit. B rigata « V aigrande M artire », n e ll’o r . C .V .L ., op . cit.(16) Erasmo T osi, giovane novarese cresciuto n e ll’am icizia della fam iglia Bon-

fan tin i, a ll’8 settem bre si trovava sotto le arm i. Dopo aver tentato invano di sol­levare il suo reparto contro il com andante di tendenze naziste, rip arò a Novara con vari uom ini e rip rese i contatti con C orrado B onfan tin i. Fu da questi inviato in Ossola presso il T iba ld i, con l ’incarico d i tenere i contatti tra l ’Ossola, Novara e Torino per i l comando piem ontese del P . S. I. Dopo l ’arresto il Tosi, condotto a N ovara, poi alle Nuove di T orino , v i passò otto m esi di durissim a carcerazione. L iberato per uno scam bio, divenne poi uno dei p iù attivi « gappisti » m atteot- lini a M ilano, quindi com andante di form azioni sotto la d irezione d i Corrado B onfantin i (Corrado) ed ebbe notevole parte nelle giornate m ilanesi del 25-26- 27 aprile .

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 1S

dron irsi della caserm a dei ca rab in ie ri di Prem osello , subì un m o­m entaneo sbandam ento della sua form azione e p er ragioni di sicu­rezza dovette ritira rs i verso la V aigrande (17).

Solo B eltram i, un poco lon tano dal luogo d e ll’insurrezione, non accusò alcun colpo. Egli anzi, d a ll’alpe Comasca ove da qualche gior­no si era r itira to coi suoi uom in i, fece due colpi di m ano a P ella ed a C esara per il ricupero di a rm i ed il giorno 11, p er a iu ta re gli in so rti di V illa , con u n a sessantina d ’uom in i, attaccò, nei pressi di Ornavasso, l ’autocolonna inv iata in Ossola, facendo p u re subire al m unito presid io di G ravellona la p e rd ita di due uom ini e i l ferim ento di a ltr i tre .

III

LE U LTIM E V IC EN D E DEL 1943

1. - La ripresa del C .L .N . d i Domodossola dopo i fa tti d i V illa e losviluppo delle form azion i m ilitari d i B eltram i e Superti. —

2. - L e loro azioni e la reazione dei nazi-fascisti.

1. - V illa chiuse il p rim o periodo de ll’a ttiv ità c landestina osso- lana con un battesim o di sangue e preziosi insegnam enti.

I l nem ico si era rivelato vigile e p ro n to ad in te rven ire con sover- ch ian ti forze p e r spegnere nel sangue ogni ten ta tivo insurrezionale.

Si dim ostrò pericoloso ogni facile ottim ism o e con m aggiore cau­tela si dovette p rocedere n e l lavoro clandestino , che fu continuato a Domo da don G audenzio C abala, P ao lo F e rra ris , don Luigi Zop- p e tti, G iacom o R oberti.

A nche a ll’ospedale si continuò l ’opera del d ire tto re o rm ai esule e, m en tre l ’alloggio del cappellano divenne luogo di clandestin i con- * I

(17) A proposito delle forze num eriche partig iane è im portan te ch iarire un punto che ha dato luogo sovente ad in te rp retazion i inesatte e talvolta ad d irittu ra a m aldicenze e calunnie.

I dati delle forze possono sem brare esagerali quando si confrontino a l n u ­m ero assai in ferio re di uom ini im pegnati poi p raticam ente nelle diverse azioni. Ciò proviene dal fatto che non tu tti erano arm ati. I dati però venivano com u­nicati in tal m odo e giustam ente per o ttenere dagli alleati arm i pe r tu tti e m ezzi di sussistenza. Nei period i di grandi azioni difensive ed anche offensive, i non arm ati, a cura degli stessi com andi, si sbandavano e si m im etizzavano, salvo a riapparire in caso di sventura per sostitu ire i m ancanti, od in caso di v itto ria pe r poter essere arm ati anch’essi.

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vegni, le coraggiose suore in iziarono quella varia attiv ità che andrà sem pre p iù aum entando nei successivi anni d i lo tta , consistente nella fo rn itu ra d i bende e m edicinali ai re p a r ti, nella cura dei fe riti n a ­scostam ente in tro d o tti da una p o rtic in a secondaria, n e lla organizza­zione di fughe di p rig ion ie ri convalescenti p ian to n a ti dai fascisti.

G li ered i di T ibald i si trovarono dunque di fron te a nuove d if­ficoltà e a nuovi perico li. E ra o rm ai im possibile con tinuare a siste­m are i giovani nelle fabb riche e sperare aiu to dagli in d u stria li resi p ru d en ti e diffidenti dalla recente esperienza. L ’unico a continuare l ’attiv ità fu l ’ing. C ristofoli della « M ontecatin i » di V illa.

F urono tu ttav ia m an ten u ti i con ta tti coi C .L .N . di N ovara, T o­rin o , M ilano sopra tu tto tram ite C orrado B onfan tin i (18).

I l colonnello M oneta fece ancora alcune p u n ta te a Grosseto p er p renderv i arm i. F erra ris e B allarm i furono in d o tti d a ll’im m inenza d e ll’inverno a m im etizzare nelle loro case i giovani della zona che seguivano i l m ovim ento e davano sicuro affidamento.

In tan to in m ontagna, o ltre che in to rno a B eltram i, anche a t­to rno a S uperti e Di Dio andavano nascendo nuove form azioni.

A l m om entaneo sm em bram ento della form azione S uperti, seguì una im m ediata ricostituzione. A d essa si erano u n iti, provenienti d a ll’a lta Ossola, M ario M uneghina ed il tenen te R izzato. Dopo b re ­ve sosta in valle S. B ernard ino , fu eletta quale residenza V illa Om pi sopra P rem osello , ove la presenza di num erose ba ite rendevano più 18

(18) A proposito d i rapporti coi vari C .L .N . e de ll’attiv ità di C orrado B on­fan tin i in Ossola è da osservare che sulle p rim e, in base alla divisione geogra­fica tradizionale, tu tto i l te rrito rio d e ll’Ossola doveva m ilitarm ente essere consi­derato alle dipendenze del C om itato m ilita re del C .L.N . regionale d i T orino (poi del Com ando C.V.L.) e da T orino avrebbe dovuto ricevere tu tti i possib ili so­stegni ed a iuti m ilita ri. In p ra tica ciò avvenne per opera del C .L .N . provinciale di Novara. D a T orino però C orrado B onfantin i, che aveva assunto il com pito de ll’organizzazione delle form azioni m ilita ri socialiste (le b rigate M atteotti), con­tinuava a m antenere contatti m ilita ri con l ’Ossola, ed, o ltre i continui rap p o rti col p rof. T iba ld i, con le form azioni m ilita ri B eltram i, Valtoce e qu ind i Val- dossola.

Ad u n certo m om ento però , considerata la grande distanza e difficoltà di rap ­porti con T orino e, per contro , la vicinanza e la relativa facilità di com unicazioni con la L om bardia e M ilano, lungo la tradizionale linea Dom odossola-Arona-M ila- no, i l C om itato m ilita re del C .L .N . lom bardo ed in particolare Po ldo G asparotto, com inciarono ad in teressarsi de lle form azioni del V erbano e della bassa Ossola e si stab ili poi che l ’Ossola passasse alle d ipendenze di M ilano. R im ase tuttavia un dualism o poiché se il C .L .N . prov. di N ovara, che già tanto aveva dà faro coi rifo rn im en ti e rapporti nella zona della Val Sesia, del Cusio e del basso V erbano, rinunciò ad ogni introm issione m ilitare ne ll’Ossola, non stim ò però di dover rinunciare al contatto e controllo politico coi C .L .N . di tutta la provincia, fra cui TOssola.

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 15

agevole il ricovero degli uom ini che continuavano ad affluire so p ra t­tu tto da M ilano e da Sesto C alende.

N ella p rim a decade di novem bre giunse da P inero lo , ove aveva già avuta una p rim a esperienza p artig ian a , A rm ando C alzavara (A r­ca) (19), seguito a breve d istanza dai com pagni P lazzotta e P e ro tti (Selva e M arco) che, un itis i ai ragazzi di P ian Cavallone, diedero m aggior v ita a quella form azione, la fu tu ra « Cesare B attis ti » che aveva a llo ra una forza di sei ufficiali e di q u ind ic i uom ini a rm ati di 4 p isto le , 5 fucili d i vario generò e due fucili da caccia (20).

Ma la form azione che in questo scorcio di tem po ebbe m aggior sviluppo fu quella di B eltram i. In dicem bre essa si fuse col g ruppo Di D io; m otivo della fusione era stato u n fatale equivoco che costò la v ita a uno degli uom ini di B eltram i e p er poco non ebbe anche p iù gravi conseguenze e che rese m anifesta la necessità di u n a m ag­giore collaborazione fra i vari g rupp i. S i form ò così u n ’unica b r i ­gata cc p a trio ti V al S trona » su due com pagnie: la Q uarna e la Mas- siola. A l m om ento della fusione la nuova form azione aveva una forza di 70 uom ini che si s tab ilirono a C am pello M onti.

E ’ p u re del dicem bre l ’idea di u n com itato m ilita re unico p er la zona O ssola-V erbano, p e r il quale già esistevano accordi tra Poldo G asparo tto ed il Com itato m ilita re lom bardo e Superti. Ma l ’arresto del p rim o esecutivo lom bardo , con G asparo tto e Pugliese, m andò in fum o ta le p rogetto , su cui si dovrà p iù volte to rn a re in avvenire e la cui costituzione sarà effettuata solo d u ran te il periodo della lib e ra ­zione de ll’Ossola.

2. - Le azioni effettuate in questo periodo m iravano ancora so­p ra ttu tto al ricupero di a rm i ed al rifo rn im en to di viveri e vestiario .

Sulle sponde del V erbano, m entre A rca e la sua nascente fo r­m azione ancora tacevano, S uperti da V illa O m pi si spingeva nei cen­tr i vicini ed a volte sino al p iano . Sono di questo periodo le pun ta te 19 20

(19) A rm ando Calzavara, veneto, ufficiale dei bersaglieri, l ’8 settem bre a P inero lo , si diede alla macchia con quante arm i potè trasportare dalla caserma e con alcuni com pagni. La spontanea e so lidale collaborazione della popolazione gli diede l ’idea della possib ilità di una organizzazione partig iana e subito si m ise a ll’opera. A lpin i della IV A rm ata che, sbandati, rien travano dalla F rancia , in ­grossarono il gruppo. La cattura di un sottufficiale tedesco causò un rastre lla ­m en to ; il gruppo fu d istru tto . In questa occasione Arca fece la prim a cono­scenza con le spie. Una di esse era caduta qualche giorno prim a nelle sue m ani e avrebbe dovuto essere fucilata : fu invece rilasciata per la m ancanza d i prove che dessero l ’assoluta certezza della sua colpevolezza. D urante il rastrellam ento fu essa che guidò le S. S. tedesche contro i partig ian i.

(20) R elazione M ilit. B rigata « Cesare B attisti », op. cit.

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contro In tra , B ieno ed u n ’azione contro il cam po S .I.A .I. di Sesto Calende.

A ttivissim o fu B eltram i; il 30 novem bre coi suoi uom ini e con un g ruppo di garibald in i p roven ien ti dalla V al Sesia e com andati da M oscatelli, scese per la p rim a volta in Om egna e l ’occupò p er un paio d ’ore, il tem po cioè p e r essere festosam ente accolto dalla po p o ­lazione, tenere un breve com izio, incend iare la casa del fascio, r i t i ­ra re alcuni q u in ta li di a rm i e m unizioni alla fabbrica Inuggi ed altro bo ttino alla caserm a dei ca rab in ie ri con due au tocarri ed arrestare alcuni fascisti. Uno di essi, a l m om ento d e ll’arresto , ten tò di fuggire e, nel breve scontro che seguì, cadde ucciso.

Q ualche ora dopo la p artenza dei p a rtig ian i, arrivò in c ittà un centinaio di fascisti che, p re levati ostaggi ed appostate m itrag lia tric i agli angoli delle strade , in iziarono una fitta sp ara to ria . Un bim bo, M asciardi Luciano, che giocava su una terrazza , venne colpito a m orte (21).

C inque giorni dopo il capitano B eltram i guidava i suoi uom ini in una p u n ta ta n o ttu rn a a Cressa Fon taneto p er un fo rte p re leva­m ento di farina ai m ulin i Saini. P e r strada si scontrò con una m ac­china tedesca. Due nazisti furono uccisi, la m acchina e le arm i d iven­nero p reda bellica della form azione. Q ualche giorno dopo u n ’azione alla po lveriera di S. M aurizio fru ttò quasi 200 m oschetti, circa 80 q u in ta li di m unizioni ed altro m ateria le bellico. Colpi di m ano si susseguirono quasi g iornalm ente. La reazione nazi-fascista non poteva ta rd a re a farsi sen tire ; e n ep p u re la stam pa ufficiale, che avreb­be vo len tieri ignorato il fa tto , poteva tacere.

Concetto P e ttin a to , su « La S tam pa » del 29 dicem bre di quello stesso anno, dedicava u n acre articolo al m ovim ento dei ribe lli della zona e confessava che cc la cosa è grave e im porta m oltissim o », d i­pingendo il capitano B eltram i come « una specie di Innom inato che si dà arie di governare il paese e a ll’occorrenza di proteggerlo ».

In tan to , m en tre le au to rità fasciste ed il com ando tedesco inv ia­vano al C apitano un u ltim atum con p roposte di resa, da lu i decisa­m ente resp in te , 400 m ilita ri avevano occupata Om egna. E ra questo il p relud io alla lo tta a fondo contro questa form azione e segno della m anifesta volontà di d istruggerla. 21

(21) A Om egna i suoi funerali riuscirono una im ponente dim ostrazione a n ti­fascista; o ltre cinquem ila persone vi in tervennero , fra di esse num erosi p a tr io ti; una loro corona spiccava fra le altre per la scritta : « 1 Pa trio ti non ti d im en ti­cheranno » e la fascia tricolore.

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 17

IV

I P R IM I M E SI D E L 1944

1. - Ulteriore sviluppo delle form azion i d i S uperti e d i B e ltra m i;m inacce tedesche e trasferim ento in Ossola d i B eltram i. —

2. - L ’attacco a V illa O m pi; com battim en to d i M egolo e m orteeroica d i B eltram i.

1. - U n prim o censim ento delle forze p artig ian e d e ll’I ta lia set­ten trio n a le , fa tto al colmo de ll’inverno del ’43, aveva rilevato circa 10.000 vo lontari in q u ad ra ti ne lle forze p iù o m eno rego lari della m on­tagna.

In questo quadro com plessivo non ind ifferen ti erano le forze del- l ’Ossola, so p ra ttu tto quelle del cap itano B eltram i. Q uesti, secondo i docum enti della form azione om onim a, nel gennaio 1944, accoglieva a tto rno a sè circa 500 uom ini. Come si era po tu to verificare u n così rap id o aum ento di forze? I l suo nom e e ra orm ai popo lare , c ircon­dato anzi da un alone di leggenda; il popolo am ava quest’uom o che sapeva leale , onesto, gentile e coraggioso, ed i giovani accorrevano a lu i, m olti dai paesi v icini, a ltr i da rem oti. I l tenen te B ettin i, per esem pio, lo raggiunse dal Bergam asco ove aveva vissuta una prim a esperienza partig iana ed il suo g ruppo era stato ann ien ta to in r a ­stre llam ento . Q ualcuno vi andò forse con tro p p a fac ilità , p iù per cercarvi un sicuro asilo che p er com battere i nazi-fascisti. Saranno coloro che nel m om ento cruciale lo abbandoneranno . ¡Mólti erano però i valorosi. Basti pensare ai fra te lli A lfredo ed A ntonio Di D io, ad Aldo ed A lberto Li G obbi (22). In un g ruppo di com unisti, inviati 22

(22) A lb e r to L i G o b b i, u ffic ia le d i a r tig lie r ia in S .P .E . , aveva g ià d a to p rova d i n o n co m u n e v a lo re d u ran te i l p r im o p e r io d o b e l l ic o . L ’8 se tte m b r e , d o p o va r ie p e r ip e z ie , r iu sc ì a p assare le l in e e ed a ra g g iu n g ere l ’I ta lia m e r id io n a le . F req u en ta to i l corso d i ra d io te leg ra fis ti e p a ra ca d u tis ti in A fr ica , i l 5 d icem b re v e n n e p aracad u ta to n e i p ress i d i B ie l la . N o n l im itò la sua a ttiv ità a l l ’O sso la , m a es te se la sua o rg a n iz z a z io n e a tu tta la p ian u ra p a d a n a , a T o r in o , M ila n o e G e­n o v a . I l 31 m a rzo 1944 v e n n e arrestato a G en o v a in v ia S . L u ca c o n e lem en ti: d e lla O tto ed i l fr a te llo A ld o ch e v e n n e a llo ra c o lp ito a m o r te . R if iu tò d i f u g ­g ire p er n o n a g g ravare la s itu a z io n e d i q u e st i, m o rto i l q u a le , s u b i an cora a tro c i tortu re sen za la sc ia r si m a i sfu g g ir e u n a p a ro la ch e p o te ss e trad ire i com pagni,' d i lo tta . In v ia to a F o s s o l i , r iu sc ì a fu g g ir e ; su b ito d o p o r ip rese i l su o p o sto di) co m b a tt im e n to .

A ld o L i G o b b i (F lo r e s ) è u n a figura p iù d e lica ta d e l fr a te llo A lb e r to , m a u g u a lm en te e ro ica . D i lu i fu p r e z io s o c o lla b o r a to r e p er la sua co m p ete n z a d i u f ­f ic ia le ra d io te leg ra fis ta , p er i l co ra g g io ch e g li fa cev a a ffro n ta re co n a sso lu ta c a l­m a le p iù cr it ic h e s itu a z io n i. I l 31 m arzo 1944, a l m o m en to d e l l ’arresto in via S . L u ca a G en o v a , aveva co n sè im p o r ta n ti te leg ra m m i c ifra ti ed i l fa zzo le tto -c ifr a ch e n e ren d ev a p o s s ib ile la le t tu r a ; p erch è n o n ca d essero in m a n o n em ica ten tò una d isp era ta fu g a . C o lp ito a m o r te da una raffica d i m itra , r iu sc ì an cora ad in -

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dal p a rtito alla form azione di B eltram i, erano il giovanissim o G a­spare P a je tta e G ianni C itte rio ; en tram bi cadranno a fianco del Ca­p itan o , e con loro erano m olti um ili ed affezionati figli del popolo , i cui nom i è spesso diffìcile rin tracc iare .

La presenza di un nucleo com unista p o trebbe erroneam ente far pensare ad u n preciso o rien tam ento politico della form azione, nella quale era invece com une ideale la lib e rtà d e ll’Ita lia dal giogo nazi­fascista, sentito come un im perativo della coscienza; in fa tti in essa era lasciata assoluta lib ertà di convincim enti e di ind irizzi po litic i ai com ponenti (23). B eltram i visse in quel clim a di accordo politico che fu uno dei ca ra tte ri della lo tta clandestina e che fu ovunque una rea ltà n e i C .L .N .

Q uasi in funzione di lu i sorse il C .L .N . di Om egna com posto da suoi am ici. N el gennaio la form azione aveva non solo una forza non ind ifferen te , m a aveva anche perfezionato il suo arm am ento e, con la venuta dei fra te lli Li G obbi, si era a rricch ita di una stazione rad io , ista lla ta a Cam pello M onti, che la m etteva in com unicazione d ire tta con gli inglesi.

L ’a ttiv ità p a trio ttica andava però ogni giorno incon trando nuove difficoltà e nuovi perico li. I nazifascisti puntavano ora i lo ro stra li contro B eltram i e cercavano con ogni mezzo di d istruggerne la fo rm a­zione. Questo inasprim ento è denunciato anche dal m anifesto che il 1° gennaio 1944 B eltram i indirizzò ai suoi com patrio ti, nel quale , di contro ai ca ra tte ri di gentilezza e di cavalleria di cui egli aveva im ­pron ta to la lo tta , m ise in risalto la cieca ferocia della p a r te avver­sa (24). * 24

go ia re i l fa z z o le tto , n o n s o lo , m a p er b en 17 o re so ffr ì co n s to ic a fer m e z z a , senza la sc ia r si sfu g g ire u n a p a ro la , l e to rtu re a lle q u a li lo so tto p o sero i n azi-fa scisti( p er in d u r lo a r iv e la z io n i su i ca m p i d i la n c io . E g li sa lv ò c o s ì la v ita a c irca d u e ­cen to p a r tig ia n i ch e p res id ia v a n o a llo ra i ca m p i d e lla p ia n u ra p ad an a .

(.23) S u lle a m ic h e v o li c o n v e r sa z io n i p o l i t ic h e fa tte tra i c o m p o n e n ti d e lla fo rm a z io n e p arla G . Beltrami, Il Capitano, o p . c i t . , p . 89 sgg.

(24) Q u esto i l testo d e l m e ssa g g io , r ip o rta lo in G . Beltrami, Il Capitano, o p . c it . , p . 131 sg g . e in A . Marchetti, Ribelle, o p . c it . in a p p resso , p . 33:« I ta lia n i,

F a n n o ch e q u e s t’o g g i s i in iz ia sarà l ’a n n o d e lla l ib e r a z io n e d e lla P a tr ia . M o l­te p lic i in d iz i c o n fo r ta n o q u esta sp era n za , d a n n o q u esta a sso lu ta cer tezza . Ma p iù la m èta sarà v ic in a p iù dura sarà la lo tta c o n tro l ’in v a so re stran iero e con tro l ’in fa m e o p p resso re fa sc is ta .

E a n o i , ch e s in d a l l ' in iz io d i q u esta a z io n e d i p a tr io ti v o le v a m o , c o n so n i a lle tra d iz io n i d e l n o stro p o p o lo , im p ro n ta re la lo tta a ca ra tter istich e d i g en tile zza e d i ca v a lle r ia , im p r o v v isa m en te è cad u ta la b en d a d a g li o c c h i . A g li Z u r lo , a i P a g a n i, ai S erra v a lle , a i C in to li, tra n q u illa m en te r im a n d a ti a lle lo ro case e a lle lo r o fa ­m ig lie , sta n n o , trag ico co n fr o n to , le v it t im e d i B o r g o se s ia , d i B ie l la , i fu c ila t i d i N o v a ra , p o v e r e s p o g lie se v iz ia te , ir r ig id ite n e llo sp a s im o d i u n a a troce a g o n ia , la sc ia te n e l fa n g o d e l le v ie c itta d in e e n e i fo ssa ti d e l le fo r te z z e : v it t im e e f u c i ­

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thi anno di Resistenza nell'Ossola »

Già verso la fine di novem bre era sta ta posta una tag lia di un m ilione sulla testa di B e ltram i; poco dopo erano sta ti scoperti, n e lle file della form azione, un ufficiale ed un m ilite della G .N .R ., inviativi col preciso proposito di uccidere il com andante. L ’ufficiale fu fucila­to , il m ilite chiese ed o ttenne di rim anere nella form azione come partig iano .

In tan to il già m unito p resid io tedesco di Om egna andava sem pre p iù aum entando di forze, tan to che il 10 gennaio, B eltram i ed A ntonio di D io, furono costretti a sch ierarsi sulle posizioni difensive della V al S trona.

Quasi contem poraneam ente le S. S. sferrarono un vio lento a t ­tacco contro le form azioni garibald ine di M oscatelli. I l 15 B eltram i inviò in aiu to di quelli p a rte dei suoi uom in i, com andati da A lberto Li G obbi e dei suoi ufficiali R u tto , B runo , A ntonio Di D io. Essi si sch ierarono d apprim a tra Borgosesia e la galleria della C rem osina, qu ind i si spostarono a C astagnea ed a Cavaglia ove, in un aspro com battim ento , cercarono di a rg inare qualche infiltrazione n em i­ca (25).

In quegli stessi g iorni im a seconda rap id a discesa dei partig ian i in O m egna suscitò entusiasm i ed acclam azioni fra la popolazione. I l 25 gennaio, sem pre in Om egna, in u n nuovo scontro , B eltram i p e r­deva una dei suoi m ig liori uom in i: W alter B enedetti.

U n u lte rio re arrivo in c ittà di fo rti re p a r ti della gendarm eria tedesca, p roven ien ti da V erona e venuti a raffo rzare il già m unito p resid io , rese m anifesto il pericolo di un im m inen te attacco. F u al­lo ra che B eltram i, vista la schiacciante superio rità nem ica, stab ilì di abbandonare m om entaneam ente la zona.

I l 27 gennaio la com pagnia Q uarna, com andata da R u tto , e la com pagnia « Com ando » agli o rd in i di M assara, vennero inv iate in V aigrande presso la form azione di S uperti. A p resid iare la Val Stro- 25

la t i la c u i u n ica co lp a f u d i aver am ata v era m en te la P a tr ia e , d e st in o a n cor p iù tra g ico , d i a ver a ttraversa to ig n a re la strada a lla u r la n te can ea d i sa n g u in a r i a s­sa ss in i. E a llo ra i l p o p o lo ha d ir it to d i g r id a re: Basta! Basta con questo infamie, basta con questi massacri!

E q u esto gr id o ch e g ià g on fia i p e t t i s ia ra ffica d i m itra ch e tu tto sp a zz i, ch e tutto d istru g g a d avan ti a sè . T e r r ib ile d iv e n t i la n o stra ira , l ’ira d i tu tta la n ostra g en te m artor ia ta ed o p p ressa .

V iv a IT ta lia ! F i l ip p o B e lt r a m i» .

(25) R e la z io n e M ilit . D iv is io n e A lp in a « B e ltr a m i » , n e l l ’A r . C.V.L.', o p . c it . In se g u ito a q u esto co m b a tt im e n to , g li u o m in i d i M o s c a te lli r ip araron o in V a l S trona p resso B e ltr a m i, da cu i eb b ero g en ero sa o sp ita lità ed a iu ti c h e fa c ilita r o n o lo ro i l r ito rn o in V a l S esia e n e im p e d ir o n o lo sb a n d a m en to .

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20 Anita Azzari

n a , a fianco del cap itano , rim ase la « M assiola » com andata da A n­tonio Di Dio.

I l giorno 28 la notizia che A lfredo Di D io, inviato in m issione segreta a M ilano, vi era stato a rresta to con a ltr i com pagni, colp ì do­lorosam ente gli uom in i, il cui m orale era già in ribasso p e r le notizie del prossim o attacco. L 'im m inenza del pericolo ebbe decisiva in ­fluenza su quei giovani che, p riv i ancora di sp irito com battivo e di o rien tam ento politico , si erano rifu g ia ti da B eltram i con la spe­ranza di trovare un sicuro asilo per sfuggire alla ca ttu ra tedesca e alla ch iam ata alle arm i.

A lla form azione si erano p u re aggregati e lem enti m alfidi e p rez ­zolati dal nem ico che facevano opera d isgregatrice. Bastò il giorno 28 una p a ttug lia tedesca a te rro rizzare un gruppo di quegli uom ini ed a far lo ro abbandonare le arm i.

F u questo un episodio dolorosissim o p e r il cap itano che, nel m om ento del pericolo , vide la sua form azione, quella p e r cui aveva abbandonato ogni cosa e che egli stesso aveva sostenuto finanziaria- m en te , sgretolarsi e dar cattiva prova di sè.

P u re ta lu n i dei re p a rti che si erano a llon tan a ti avevano subito disgregazioni. B eltram i fu infine disgustato a causa di alcuni a tti di vandalism o a cui si era abbandonato qualcuno dei suoi uom ini (26).

Ma non si sgom entò. Con energico provvedim ento il 29 gen­naio elim inò dalla form azione gli elem enti d isadatti alla guerra par- tig iana ed alla dura vita di m ontagna e li rim andò alle loro case.

P o i, m en tre A lberto Li G obbi con A lbino C aletti (tenen te B ru ­no) ed una ventina d ’uom ini si dirigevano verso G rignasco ad atten- * Io,

(26) D i q u esti fa tti c o s t itu isc o n o un in te re ssa n te d o c u m e n to le se g u e n ti le t te r e :« C ari R u tto e F ra n cesco n i,

f in a lm en te o g g i h o avu to v o stre n o t iz ie . E ro stato m o lto in p e n s ie r o ,' n o n a v en d o sa p u to p iù n ie n te d i v o i lu tt i . L e co se so n o an d ate m a lis s im o in v a lle S tro n a ; p er p o c h is s im o , se B a ld in i n o n a v esse sp arato c o l m io m itra , c i la sc ia ­vam o la p e l le , sia A lb er to ch e io . G li u o m in i h a n n o avu ta una pau ra in sp ie g a b ile d a van ti ad u n a p a ttu g lia d i se tte -o tto ted esch i ed h a n n o ab b a n d o n a ta la p o s i ­z io n e ; c o s i ab b ia m o fa tto i l v a lic o sop ra F o rn o e s ia m o a rr iva ti q u i lu n e d i sc o rso .

D e lla co m p a g n ia d i A n to n io era n o r im a sti 17 u o m in i in gam b a . Io h o a sp e t­tato g iù a fo n d o v a lle v o stre n o t iz ie . C osì h o sa p u to p r im a ch e L in o era d ov u to a n d a rsen e p er l e g a m b e , p o i ch e R ed i era r im a sto con 15 u o m in i e ch e M assara, attaccato a B u tto g n o , aveva d isp erso le tru pp e d ie tro u n fa lso o rd in e v erb a le c o ­m u n ic a to g li a m io n o m e .

In sostan za siam o sta ti c ir co n d a ti da s p ie .I o , o r a , cu ro i l r io rd in o d e l g ru p p o . S o n o m o lto c o n ten to ch e i v e c c h i s ian o

an cora in p ie d i e c o n v o g lia d i co m b a ttere . P er ora sta te d o v e s ie te ; p o s s ib il ­m e n te senza fare a z io n i e co m u n q u e lim ita ta m e n te a q u e lle ch e v i o rd in erà i l m a g g io re S u p er ti. F ra d u e o tre g io rn i v i in v ierò o r d in i d e f in it iv i in b ase ai q u a li v ed rem o d i r iu n irc i tu tti p er la vera lo tta . D ite a g li u o m in i ch e i l ca p ita n o è con -

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 21

dere un lancio prom esso dagli am erican i, egli con una lunga m arcia si po rtò in Val d ’Ossola. Dopo aver attaccato il p resid io fascista di Prem osello si attestò a Me gol o ove in tendeva rio rganizzare le sue forze.

2. - Queste in tenzioni egli aveva p u re m anifestate a M asera in una riun ione di esponenti di vari C .L .N ., tenu to nella casa d e ll’avv. F e r­ra ris e p resen ti anche G. B ig lieri, p e r il C .L .N . p iem ontese (27), e M enotti di P allanza , e dove si discusse della sua situazione come com andante, della ricostruzione della resistenza m ilita re sotto il suo com ando e della questione di un colloquio che, richiestogli r ip e tu ­tam en te , Egli aveva concesso ad un com andante tedesco. Q ualcuno degli am ici lo sconsigliò circa la sede di M egolo, m a egli si a ttenne al p rim itivo disegno.

Già stava quivi radunando i suoi g rupp i sparsi per le v a lla te ; già Io * * * * * * * * * * * * * *

te n to d i lo r o e ch e a ss iem e r ip ren d erem o la v ia d e l l ’o n o r e sen za p iù f u g h e d i ­s o n o r e v o li.

S a lu ta te p er m e i l m a g g io re S u p e r ti, a cu i sc r iv e r ò in s e g u ito . S tate u n it i ed a sp etta te m ie n u o v e , m a sc r itte , n o n v e r b a li.

v o stro a ff.m o (firmato Beltrami »).« C aro M o s c a te ll i ,

o g g i è v en u to d a m e i l tuo in ca r ica to R o n c h i (eb reo erran te) i l q u a le m i ha p orta ta la tua le t te r a . N a tu ra lm en te in q u esti m o m e n ti d if f ic i l i g li a g en ti p ro v o ­ca to r i e d iffu so r i d i fa lse n o t iz ie so n o tan ti ch e r ie sce d iff ic i le d is t in g u e r e i l vero d a l fa ls o . A d o g n i m o d o so n o p ersu a so ch e le n o tiz ie c ir co la n ti su i n o str i ra p ­p o r ti s o n o d e s t itu ite d i fo n d a m e n to . La tua le ttera h a se rv ito a d iss ip a r e l e u l t i ­m e n u b i e q u in d i ti r in g ra z io d i a v erm ela sp ed ita .

C irca tu tti i d e lin q u e n t i , gran d i e p ic c o l i , ch e s i so n o ap p ro fitta ti d e lla m ia o p era p er lu cro p erso n a le o p er d ev a sta z io n i a ssu rd e , io ti d irò ch e ti sarò r ic o n o ­sc e n te se in m ia a ssen za p ro v v ed era i a lla lo ro r e c lu s io n e ed e lim in a z io n e n e i casi p iù grav i.

L ’I ta lia ch e d ev e r iso rg ere da q u esta n ostra travaglia ta ep o ca n o n ha b iso g n o d i d e lin q u e n t i .

Io o rm a i so n o in p ie n a fa se d i r ip resa a v en d o s n e l l i t o i l p e so d e l le m ie fo r ­m a z io n i a tu tto v a n ta g g io d e l l ’a rm a m en to . A q u esto p ro p o s ito cred o ch e a n ch e tud eb b a a sp etta re , tram ite A lb e r to , u n a iu to c o n s id e r e v o le . S p er ia m o . H o se n titod e lla cattura d e i p er so n a g g i ted esch i e d e l le tra tta tive p er lo sc a m b io d i o sta g g i.T i r ico rd o a q u esto p ro p o s ito ch e in q u esto m o m en to n o i a b b ia m o in p r ig io n e aN ovara c in q u e n o str i u o m in i tra i q u a li i l T e n . A lfred o D i D io , fr a te llo d i A n ­to n io ch e tu h a i c o n o sc iu to e ch e è un e s p o n e n te d e l F .L .N .; o ltre a q u esti so n o inp r ig io n e a ss iem e a lu i G io v a n n i B o n a e C arlo Z a n in i e L u p i m ie i u ff ic ia li .

R o n c h i m i d ic e ch e se i in p o sse sso d i in g e n ti fo n d i e ch e h a i g en ero sa m e n teoffer to d i fa rc i a v ere u n a so m m a . N o i ti s ia m o p er ta n to grati.

T i sa lu to a ss iem e a R e d i . (firmato Beltrami).M e g o lo , 11 feb b r a io 1944.

(27) G io v a n n i B ig l ie r i , d i o r ig in e n o v a rese , fu u n o d e g li u o m in i p iù a ttiv i d e lC o m ita to r e g io n a le d i T o r in o , e d i l ì a p o co d o v ev a m o r ire ero ica m en te fu c ila tocon g li o tto d e l « p ro cesso P e r o n i » ,

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22 Anita Azzari

R ed i, B ettin i e M assara lo avevano raggiunto e R u tto era stato inv i­ta to a farlo , quando si sferrò l ’attacco nem ico (28).

Questo fu dapprim a rivolto verso la form azione Superti. Essa in questi u ltim i tem p i aveva continuato a fare , quasi in d is tu rb a ta , le sue p u n ta te verso il p iano . In un giorno di gennaio i com andanti S uperti e M uneghina con qu a ttro uom in i si erano trova ti di fronte ad una sessantina di elem enti della M uti. Ne nacque una fitta spa­ra to ria , du ra ta una ventina di m in u ti, dopo la quale i p a trio ti si e ran p o tu ti r i t ira re senza perd ite , m en tre i fascisti avevan lasciato sul cam po qua ttro m o rti ed undici feriti. La lo ro rab b ia si e ra poi sfogata su case e cascinali vicin i, che vennero incend ia ti e d is tru tti; una vecchina inerm e era sta ta uccisa.

L ’8 febbra io , verso le dieci del m attin o , o ltre 500 fascisti, soste­n u ti da tedeschi, dopo una p reparazione di fuoco di m orta i e di arm i au tom atiche, a ttaccarono V illa O m pi, ove si trovavano i rep a rti di S uperti e di R u tto .

D ue r ip e tu ti a ttacchi vennero resp in ti dai p artig ian i, p u re a r­m ati di a rm i au tom atiche, che si trovavano in posizione m olto favo­revole. N el pom eriggio passarono al contrattacco e, dopo m olte ore di accanito com battim ento , m isero in fuga il nem ico, infliggendogli gravi p erd ite in uom ini e in arm i. N el secondo giorno di ba ttag lia i p artig ian i, p er o tto ore, sostennero il n u trito fuoco del nem ico e po i, p er non lasciarsi accerchiare ed an n ien ta re , si r itira ro n o in zona re tro stan te .

La com pagnia Q uarna uscì dal com battim ento senza p e rd ite ; alla form azione di S uperti furono invece fa tti tre p rig io n ie ri, ai quali devono aggiungersi la m oglie del com andante ed u n ’a ltra co llabora­trice . P u re in quel giorno gravi p e rd ite furono inflitte alle forze nazi- fasciste (29). 28 29

(28) D a M e g o lo , in data 9 - 2 - ’4 4 , E g li aveva in v ia to q u e s to b ig l ie t to , r ip o r ­tato in A . Marchetti, Ribelle, o p . c it . in a p p resso , p . 61:

« C aro R u tto ,h o d e c is o d i r io rg a n izza re i l gru p p o n e lla zo n a d i M e g o lo e C o llo r o . P r o v ­

v e d i q u in d i a l r ien tro d e l tuo p lo to n e , s e c o n d o le v ie ch e li in d ich erà i l C ., v ia g ­g ia n d o d i n o tte e m a n d a n d o u n a sta ffetta ad a v v ertirm i d e l tuo a rr iv o .

Q u i n e l l ’O sso la c ’è m o lt is s im o da fa re . T i a sp e tto a ff. (firmato Beltrami).(29) R e la z io n i M ilit . D iv is io n e A lp in a « B e ltr a m i » e B r iga ta « V a ig ra n d e M ar­

tire » , n e l l ’A r. C.V.L., o p p . c it . - L e d u e r e la z io n i co n co rd a n o p er fe tta m en te su i p a r tico la r i d e lla b a tta g lia . R ig u a rd o a lle fo rze n e m ic h e la r e la z io n e « Beltrami » parla d i 70 a u to ca rr i d i fa sc is t i e te d e sc h i, l ’a ltra d i 500 u o m in i , n e l p r im o g io r n o , a cu i v a n n o a g g iu n ti u n a q u aran tin a d i au tocarr i n e l se co n d o g io r n o . La se co n d a è g en erica c irca le p e rd ite su b ite d a l n e m ic o , la p r im a p arla d i 10 m o r ti e d i d u e ca m io n d i fe r it i ,

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Un anno di Resistenza nell’Ossola 23

In tan to nella no tte del giorno 12, il C apitano B eltram i col pio tone del ten . R ed i si era po rta to tra Cuzzago e Prem osello , lungo il percorso della linea Dom odossola-M ilano, co ll’in ten to di deviare una trad o tta m ilita re di cui si prevedeva il passaggio; in m ancanza di essa si disarm arono due m iliti e si r icuperarono due m itra e due pistole.

A ll’alba, quasi contem poraneam ente al rito rn o di B eltram i, giunsero a Megolo autom ezzi carichi di tru p p e . Le sentinelle che avrebbero dovuto dare l ’a llarm e m isteriosam ente scom parvero. A l­cuni partig ian i vennero sorpresi nel sonno in paese e furono im m e­diatam ente fucila ti sulla locale p iazzetta.

I nazifascisti si accinsero qu ind i ad attaccare l ’accam pam ento poco discosto d a ll’ab itato . Il C apitano B eltram i, in ferio re ai nem ici p e r forze (aveva a llo ra al suo fianco una cinquan tina d ’uom ini) e per arm i, quan tunque si trovasse in condizione poco felice, accettò il com battim ento . Con A ntonio Di Dio costituì il centro dello sch iera­m ento , la cui arm a m aggiore era un m itra . A destra si schierò il g ruppo di R ed i con un fucile m itrag lia to re , a sin istra quello di Bet- tin i con qualche m itrag lia trice . D i fron te stavano i tedeschi ed i fascisti, num erosissim i ed arm atissim i, fo rn iti d i arm i au tom atiche, di tre m orta i e di un cannoncino. La battag lia si p ro trasse furiosa p e r qua ttro ore.

D i Dio e B eltram i non ind ietreggiarono d i u n passo e caddero sul luogo stesso ove avevano in iziato il com battim en to . R edi cadde p u re al cen tro , m en tre sotto la pressione nem ica cercava di portarsi verso l ’ala sin istra , l ’un ica ad avere alle spalle u n a possib ilità di r itira ta . U sufruendo di questa il tenen te B ettin i ed i superstiti p o ­terono r ip a ra re alla m eglio sulla re tro stan te m ontagna. F urono in- ferte gravi p erd ite al nem ico, m a sul cam po rim asero sette p a trio ti m orti ed un m oribondo (30).

F u questa una delle p iù dolorose battag lie della resistenza I ta ­liana che perse in essa uom ini di non com une valore, fra i quali prim eggia la lum inosa figura del cap itano B eltram i; tu tt i ricordano quanto la gente de ll’Ossola lo am asse e lo am m irasse; anche i nem ici ne sentivano il fascino e ne provavano tim ore , a giudicare dal fatto che il suo ap p arire profondam ente li sconcertasse.

Col C apitano m orirono i valorosi ufficiali G ianni C itterio (R edi), A ntonio Di D io, che lascerà in retaggio al fra te llo A lfredo il p rose­guim ento della lo tta fino ad una a ltre ttan to tragica m orte , ed, ancora, 30

(30) S u lla b a tta g lia d i M e g o lo e s u lla m o r te d e l ca p ita n o B e ltra m i h o a ttin to n o tiz ie d a lla R e la z io n e M ilit . d e lla fo r m a z io n e « Beltrami » già c ita ta , da A. M ar­chetti, Ribelle, M ila n o , 1947, p p . 83 sg g . e d a lla te s t im o n ia n za d i M assara.

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24 Anita Azzari

G aspare P a je tta , che era arrivato adolescente alla form azione. Ai fascisti sem brò con questa v itto ria di aver soffocato il m ovim ento partig ian o , tan to che la loro stam pa annunziò in lungh i artico li, con tito li a ca ra tte ri cub ita li, i l com battim ento di M egolo e la m orte di B eltram i (31).

In quelF infausto febbraio la m orte di tan to uom o non fu la sola calam ità della resistenza ossolana. A M asera veniva arrestato l ’a w . Paolo F erra ris che andrà a m orire nei cam pi d i elim inazione di M authausen . D a Dom o l ’ing. B a lla rm i, ricercato , p er ev itare la ca t­tu ra , si rifugiò in Isvizzera e da In tra N ata le M enotti dovette pu re r ip a ra re a M ilano.

A n it a A z z a r i

(continua) 31

(31) « L a G azzetta d i N o v a ra » , g io r n a le d e l L ago M a g g io re — C u sio -O sso la - a n n o X X V II, N . 15 — , p e r e s e m p io , p u b b lica v a u n lu n g o a r t ic o lo a t ito lo « La Ban­da Beltrami sgominata» , e co m e s o t to t ito lo : « L a m o rte d e l c a p o . - N e l la zo n a ritorn a la tra n q u illità » , n e l q u a le s i sc r iv ev a tra l ’a ltro :

« . . . i l cap o d i u n a b an d a r ib e l le o p era n te n e l l ’O sso la h a trovato la m o r te in un c o m b a ttim e n to . L o sc o n tr o è a v v en u to n e l le p r im e o r e d e l m a ttin o a M e g o lo , o v e e le m e n ti tu r b o le n t i ten ev a n o la m o n ta g n a a l co m a n d o d e l l ’e x ca p ita n o F ilip p o B e ltra m i. A d affrettare i l r ito rn o a lla n o r m a lità , v is t i in u t i l i g li in v it i e l e in ­g iu n z io n i, rep arti m ilita r i d ’assa lto ted esch i co a d iu v a ti da m ili t i co n fin a r i e da gu ard ie d e lla 29 .a le g io n e , h a n n o stre tto u n cerc h io in to r n o a l q u a rtier g en era le d e l B e ltra m i. A v v ista ti i r ib e l l i , c irca u n c e n t in a io , v e n n e lo r o in tim a ta la resa . E ss i p erò p re fer iro n o re s istere e in iz ia r o n o u n v ero e p ro p r io co m b a ttim e n to d u ­rato u n p a io d ’o r e . . . . S i sp era d i p o te r v iv ere d ’ora in p o i sen za l ’a g ita z io n e c o s i tu rb o len ta co m e q u e lla d e lla b a n d a arm ata . N o n passava g io r n o , in fa t t i , sen za ch e s i d o v essero la m en ta re a tti te rro r is tic i »,


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