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1 UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA CORSO DI LAUREA IN LINGUE E LETTERATURE STRANIERE MODERNE LINGUE NATURALI E LINGUE ARTIFICIALI: LA SINTASSI DELL'INGLESE E DELL'ESPERANTO Relatore: Chiar.mo Prof. Giuliano Berbini Tesi di Laurea di Paola Pruzzi Anno Accademico 1990/91

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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA

CORSO DI LAUREA IN LINGUE E LETTERATURE STRANIERE MODERNE

LINGUE NATURALI E LINGUE ARTIFICIALI: LA SINTASSI DELL'INGLESE E DELL'ESPERANTO

Relatore: Chiar.mo Prof. Giuliano Berbini Tesi di Laurea di Paola Pruzzi Anno Accademico 1990/91

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INTRODUZIONE La comparazione e la classificazione delle caratteristiche e delle forme comuni di organizzazione delle lingue costituiscono uno dei settori della linguistica in costante, rapido sviluppo. Tale prospettiva di ricerca ha interessato generalmente lo studio di lingue naturali, formatesi e modificatesi attraverso un divenire storico. In questo caso verranno invece poste a confronto una lingua naturale, l'inglese, e una lingua artificiale, l'esperanto che, pur avendo subito dalle origini ad oggi un concreto processo evolutivo, resta comunque una lingua costruita, nelle regole e nel lessico, sulla base di una serie di convenzioni prestabilite. Nel primo capitolo viene presentata una panoramica dei principali progetti di lingue artificiali ideati a partire dal XVII° secolo, periodo di grande sviluppo economico e scientifico e per questo maggiormente sensibile al problema del plurilinguismo imperante che i linguaggi universali costruiti si proponevano di contrastare. Tra essi l'unica proposta di lingua artificiale che si sia dimostrata realmente valida sotto il profilo dell'applicabilità nel campo delle comunicazioni internazionali e dell'attività letteraria, è l'esperanto. Partendo dalla descrizione della genesi di tale lingua vengono fornite notizie sul suo sviluppo, alla luce anche dei vari esperimenti compiuti per dimostrarne il valore propedeutico, di supporto all'apprendimento di altre lingue straniere. Dalla presentazione del "fenomeno esperanto" si passa nel secondo capitolo a una descrizione delle caratteristiche fonologiche, morfologiche e sintattiche, secondo un approccio prettamente linguistico, elencando in appendice le 16 regole grammaticali formulate dall'ideatore, Zamenhof. Il capitolo successivo introduce il tipo di analisi che verrà applicata nel confronto diretto tra inglese ed esperanto. Ci si e' basati sull'esame comparativo tra inglese e tedesco delle proprieta' linguistiche in variazione, proposto da Hawkins (1986). Seguendo un punto di vista universale-tipologico, Hawkins giunge a generalizzazioni sui contrasti linguistici osservati, riguardanti tra gli altri l'ordine delle parole, le relazioni grammaticali e le strutture di sollevamento, basandosi sugli aspetti semantici delle variazioni morfologiche e sintattiche. Alla luce dei parametri individuati, nel capitolo quarto sono stati esaminati, ponendo un confronto tra la versione originale inglese e quella tradotta in esperanto, i seguenti brani: A mad tea-party (AMTP) tratto da "Alice's Adventures in Wonderland" di Lewis Carroll, tradotto da William Auld; The musical banks (TMB) tratto da "Erewhon" di Samuel Butler, tradotto da Alec Venture; The speckled band (TSB) tratto da "Sherlock Holmes – Selected Stories" di Arthur Conan Doyle, tradotto da Gerold D.Jervis; The dead (TD) tratto da "Dubliners" di James Joyce, tradotto da Alec Venture; I brani in esperanto sono tratti da Angla Antologio II (1987) 1 e la traduzione è avvenuta per mano dei citati scrittori esperantisti. Dall'analisi comparata delle due versioni sono emerse alcune differenze sostanziali tra le strutture dell'inglese e le corrispondenti strutture dell'esperanto. Data l'esistenza di un comportamento linguistico per lo più omogeneo da parte dei diversi

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scrittori esperantisti è possibile giungere alla conclusione che l'esperanto, al pari di una lingua naturale, presenta caratteristiche sue proprie e ben definite e che risulta tipologicamente più affine al tedesco che non all'inglese per una maggiore libertà nell'ordine dei costituenti nella frase e in generale per una minore discrepanza tra sintassi e semantica. CAPITOLO 1

L'esperanto tra i progetti di lingue artificiali L'esigenza di una lingua universale che risolvesse il problema, da sempre avvertito, Dell'incomprensione tra i popoli derivante dalla molteplicità delle lingue nel mondo, divenne ancora più pressante con lo sviluppo delle relazioni internazionali, incrementatosi intorno al XVII°secolo, periodo di grande sviluppo economico e scientifico. I francesi Louis Couturat e Leopold Leau (1903) propongono una rassegna dei principali progetti, ideati a partire dal 1600, tra i quali una apposita commissione, la Délégation pour l'adoption d'une langue internationale, fondata nel 1900 dagli stessi Couturat e Leau, avrebbe dovuto scegliere e poi diffondere, in collaborazione con accademie e studiosi, la lingua ausiliaria internazionale più valida a contrastare il plurilinguismo dominante. Vengono considerate dapprima le lingue artificiali cosiddette "a priori", aventi cioè lessico e strutture grammaticali arbitrariamente costruiti, non basati su modelli di lingue naturali e che prevalsero tra i vari progetti del XVII° e del XVIII°secolo. Tra esse è importante citare il progetto dello scozzese George Dalgarno2che, nella seconda metà del XVII° secolo, ideò una lingua il cui lessico si basa sulla classificazione logica di tutte le idee. Le parole sono formate da lettere cui corrispondono concetti generici: A esseri, cose H sostanze E accidenti I esseri concreti H corpi Y mente U uomo M concreti matematici N concreti fisici F concreti artificiali B accidenti matematici D accidenti fisici generali G qualità sensibili P accidenti sensitivi

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T accidenti razionali K accidenti politici S accidenti comuni. Le parole designanti concetti appartenenti alle diverse classi, presentano la lettera iniziale corrispondente alla relativa classe. Ciascuna delle 17 classi si divide in sottoclassi. Ad esempio: da K "accidenti politici" si ottengono ka - relazioni d'ufficio ke - materia giudiziaria ki - ruolo delle parti ko - ruolo del giudice ku. - guerra ska - religione Ogni sottoclasse comprende un certo numero di parole composte da diverse lettere finali. Ad esempio skam,- grazia skan - felicità skaf - adorare skab - giudicare skad - pregare skag - sacrificio skap - sacramento skat - mistero skak - miracolo L'ordine determinato in cui si succedono le vocali e le consonanti corrisponde ai loro valori numerici: 1 A M 2 H N 3 E F 4 O B 5 Y D 6 U G 7 AI P 8 EI T 9 OI K 0 I L Sia la relazione tra le lettere iniziali delle parole e le classi dei concetti generici cui appartengono le parole stesse, sia i successivi accostamenti di lettere sono totalmente convenzionali e arbitrari, indicando solo il numero d'ordine prestabilito della sottoclasse nella classe e della parola nella sottoclasse. Inoltre Dalgarno aveva ideato, ex novo, pronomi, particelle e morfemi grammaticali. Nonostante quindi le premesse dell'autore, che si era proposto di creare una lingua "con la quale gli uomini di idiomi diversissimi

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potranno, nello spazio di due settimane, mutuamente comunicare tutti i sensi dell'animo loro"3, in effetti tale lingua presentava una eccessiva artificiosità e quindi difficoltà di apprendimento e di utilizzo pratico. Un progetto di lingua artificiale "a priori", di poco successivo a quello di Dalgarno, fu ideato dal filosofo tedesco Gottfrìed Wilhelm Leibniz 4. Egli sosteneva che tutte le idee complesse sono combinazioni di idee semplici, così' come tutti i numeri non primi sono prodotti dei numeri primi. La composizione delle idee fra loro è analoga alla moltiplicazione aritmetica e la decomposizione scomposizione di un numero nei suoi fattori primi. Ogni ragionamento è analogo a un calcolo numerico. Alle prime 9 cifre vengono quindi fatte corrispondere le prime 9 consonanti b, c, d, f, g, h, l, m, n e alle unità decimali successive (1, 10, 100, 1000, 10000) corrispondono le 5 vocali a, e, i, o, u. La formazione dei numerali avviene combinando insieme la consonante corrispondente alla cifra con la vocale corrispondente all'ordine decimale:ba=1 be =10 -bi=100 bo =1000 ecc. Un numero come 81.374 mubodilefa puo' anche venir indicato come bodifalemu, non cambiando il valore numerico totale. Da questa intuizione fondamentale, Leibniz intendeva procedere all'elaborazione di un lessico, partendo dalla scomposizione di tutte le idee generali in elementi semplici, e di una grammatica, analizzando e isolando le diverse possibili relazioni tra idee, espresse mediante particelle e affissi. Leibniz iniziò il progetto ma lo lasciò incompiuto. E' rimasto quindi solo un abbozzo incompleto della grammatica. Essa doveva essere assolutamente regolare, senza eccezioni o anomalie. Era contemplata la presenza di una sola declinazione e di una sola coniugazione. Nell'ambito della coniugazione erano previste ulteriori semplificazioni: la distinzione di numero e genere venivano abolite poiché già indicate dal soggetto; la distinzione morfologica di numero nel nome era giudicata superflua in quanto già espressa dall'articolo o dall'aggettivo determinativo. La distinzione dei tempi nelle forme verbali è pero mantenuta e viene estesa anche a sostantivi e aggettivi. Inoltre non vengono riproposte le distinzioni morfologiche del sistema dei casi, che vengono espresse da preposizioni. Il progetto di Leibniz, utopisticamente basato su una classificazione simmetrica di idee in relazione matematica fra di loro, era destinato a rimanere un tipo di lingua artificiale teorica e impraticabile, anche se il filosofo ebbe intuizioni che furono riprese e rielaborate da altri nelle proposte successive. Un ulteriore originale tipo di lingua a priori fu ideato dal francese Jean-Frangois Sudre 5nei primi anni del XIX° secolo, prendendo come elementi di base per la formazione del lessico le sette note musicali. Queste offrivano la possibilità di essere utilizzabili in modi diversi: scrivendone il nome internazionalmente noto o indicandone solo l'iniziale si o s, sol o so, cantandole o suonandole, rappresentandole su un pentagramma, abbinandole con i primi sette numeri o con i sette colori dello spettro solare, con lo scopo di essere utilizzate per diversi tipi di comunicazione. A differenza dei tipi di lingue "a priori" precedenti, il lessico non è basato su una classificazione logica delle idee, ma e' interamente arbitrario, essendo le parole formate dalla successione di sillabe rappresentanti le note musicali. Una sola nota rappresenta particelle: si "si" , do "no", re "e", mi "o", sol "se"; due note rappresentano pronomi: dore "io", domi "tu", dofa "egli" ecc. Le combinazioni

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di tre note sono le parole più usate: doredo "tempo", doremi "giorno", dorefa "settimana", doresol "mese", dorela "anno" ecc. Le combinazioni di quattro note sono distribuite in sette classi secondo la nota iniziale: DO uomo fisico e morale RE famiglia MI azioni ed errori umani FA campagna, viaggi, guerra e marina SOL arti e scienze LA industria e commercio SI rapporti politici e sociali I derivati delle parole di base vengono determinati tramite l'accentazione sulla prima, seconda, terza o quarta sillaba della parola, se essa è rispettivamente nome di cosa, di persona, aggettivo e avverbio derivanti da una forma verbale non accentata. Ad esempio: sirelasi (non accentata) "costituire" sìrelasi "costituzione" sirélasi "costituente" sirelàsi "costituzionale" sirelasi "costituzionalmente" L'antonimo è costituito dall'inversione dell'ordine delle sillabe della parola positiva 6 Il genere femminile e il numero vengono espressi rispettivamente con la ripetizione della vocale della nota finale: sisol "signore", sisool "signora" e con la ripetizione della consonante iniziale della nota finale: dofaa "essa", doffaa "esse", doffa "essi". Quando il sostantivo è accompagnato dall'articolo, le distinzioni di numero e genere vengono veicolate da esso. Esiste solo l'articolo determinativo, che subisce la distinzione genitivo/ablativo. L'aggettivo è invariabile e si colloca dopo il sostantivo. Il verbo è invariabile; infinito e indicativo presente hanno la stessa forma e la coniugazione viene realizzata tramite particelle ausiliarie indicanti tempo e modo: dodo, indicativo imperfetto rere indicativo trapassato remoto mimi futuro fafa condizionale presente solsol imperativo lala participio attivo sisi participio passivo Anche se il progetto incompleto, presentato dall'inventore all'Accademia delle Belle Arti di Parigi nel 1827, incontro' il favore di molti uomini di cultura e venne riconosciuto da varie commissioni di scienziati dell'Institut de France, il successo fu però effimero, data la effettiva impossibilità di una reale applicazione pratica. Il tentativo di esprimere tutte le idee umane per mezzo di solo sette sillabe e la loro continua inevitabile ripetizione, genera possibilità di equivoci nella ricezione orale delle parole, con conseguenti problemi

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di incomprensione e di una mancata realizzazione comunicativa. Ad esempio famisi domido "portare l'universo" e fami sidomido "questo luogo", sono facilmente quivocabili. Tra le lingue artificiali "a priori" e quelle "a posteriori", che derivano lessico e strutture dalle lingue naturali, Leau e Couturat pongono i progetti di tipo "misto". II volaptik 1 ideato alla fine dell'800 dal prete cattolico tedesco Johann Martin Schleyer, ne è un chiaro esempio, in quanto attinge dalle lingue naturali - l'inglese in particolare - le radici delle parole, mentre pronomi, congiunzioni ed elementi della declinazione sono costruiti arbitrariamente. Le relazioni sintattiche tra i costituenti della frase sono espresse tramite un sistema di casi indicati dalle vocali a- per il genitivo, :.-e per il dativo, -i per l'accusativo, aggiunte all'elemento radicale: Nom. dom casa Gen. doma della casa Dat. dome alla casa Acc. domi la casa Gli aggettivi si formano con l'aggiunta al sostantivo della desinenza -ik: gud "bontà", gudik "buono", giet, "grandezza", gletik "grande". I pronomi personali ob "io", ol "tu", om "egli", of "ella", os esso, obs "noi", ols " voi" oms " essi", ofs " esse",sono flessi come i sostantivi. Gli aggettivi possessivi si formano aggiungendo il suffisso aggettivale –ik ai pronomi personali: obik "mio", olik "tuo", omik "suo"(di lui) ecc. I pronomi possessivi derivano dagli aggettivi possessivi, con l'aggiunta del suffisso –el al radicale: obikel, "il mio", obsikel "il nostro" ecc. I verbi presentano una coniugazione regolare. La diatesi e il tempo sono indicati da prefissi, la persona da un suffisso, e il modo da un suffisso aggiunto alla desinenza personale: Indicativo presente di lofön "amare" (radice lóf--) löfob io amo löfobs noi amiamo löfol tu ami löfols voi amate löfom egli ama löfoms essi amano löfof ella ama löfofs esse amano löfos esso ama Gli altri tempi dell'indicativo si formano prefissando al presente: ä- per l’imperfetto : älöfob " amavo" e- per il pass. prossimo e remoto elöfob "amai/ho amato" i- per il trapassato prossimo e remoto : elöfob "avevo amato" o- per il futuro : olöfob "amerò" u- per il futuro anteriore : ulöfob " avrò amato" Gli altri modi si formano aggiungendo alle singole forme ell'indicativo i suffissi -la, per il congiuntivo, ös per il condizionale, öd per l'imperativo, ön per l'infinito, öl per il participio:

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elöfobla "che io abbia amato" löfomla, "che egli ami" älöfobla "che io amassi"etc.. Per la forma passiva si aggiunge il prefisso p- o pa- (per il presente) alla forma attiva: palöföl "tu eri amato" polöfol "sarai amato" palöföl "amato ecc." Questo sistema, rigidamente agglutinante, mostra una regolarità estema nelle strutture e fu concepito con l’intento di creare una lingua universale che si propagasse anche oltre i confini europei, come è da intendersi anche nella denominazione stessa della lingua: vol-a-pük "lingua del mondo" da vol "mondo" dall’inglese world ; pük "lingua" da speak. Le divergenze che si vennero a creare tra Schleyer e uno dei maggiori propagandisti, Auguste Kerckhoffs, sull’utilizzo del volapük, dopo l’iniziale entusiasmo, durato una decina d'anni e precisamente fino ai primi del '900. Fino a qui Tra la notevole quantità di progetti di lingue universali proposte dai due autori francesi, di cui sono stati citati solo i principali, forse l'unica lingua internazionale artificiale che abbia raggiunto una notevole diffusione sia come numero di parlanti che come quantità di pubblicazioni, risulta essere una lingua "a posteriori", l'esperanto .7. Il suo inventore, un medico oculista ebreo polacco, Lazar' Ludwig Zamenhof 8, giustifica la creazione della sua lingua, avvenuta ufficialmente nel 1887, come tentativo di sanare una situazione di incomprensione e ostilità tra le diverse comunità nazionali (ebraica, polacca, russa e tedesca) presenti nella sua città natale Bial'ystock, all'epoca parte dell'Impero zarista. Se in un primo momento il suo obiettivo era quello di recuperare una delle grandi lingue classiche, egli successivamente abbandonò tale progetto, per dirigere i suoi studi verso una semplificazione radicale della grammatica, poiché riteneva la grammatica di un alingua naturale troppo complessa e densa di irregolarità per poter essere adottata in un ambito universale. Affrontò quindi le difficoltà connesse con la creazione del vocabolario, ideando un sistema regolare di affissi con cui derivare da una sola radice il maggior numero possibile di vocaboli. Per quanto riguarda le radici, scartando l’ipotesi iniziale di creare ex novo elementi arbitrari e regolari, utilizzò elementi lessicali già presenti per lo più nelle lingue romanze e germaniche e scelti in base al principio di internazionalità, ossia comuni al maggior numero di ligue europee possibile: ad es. FLAM- , MARŜ- , radici presenti in tedesco, francese, italiano e tedesco.9 Da un primo prototipo di "lingwe universala" risalente al 1878 e, nel corso degli anni, sottoposto a rielaborazioni e miglioramenti, nasce nel 1887 la lingua del "Doktoro Esperanto" (Dottore Speranza), pseudonimo con cui Zamenhof si firmo' come autore di Internacia Linrvo - Antaŭparolo kai plena lernolibro "Lingua Internazionale - Introduzione e libro di testo completo", un opuscolo pubblicato a sue spese. Tale pseudonimo divenne la denominazione comune della nuova lingua.

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Zamenhof fu abbastanza aperto all'inizio alle modifiche e alle proposte di cambiamenti, ma esse furono talmente numerose e contradditorie che nel 1894 stabilì come base, dopo un referendum tra gli abbonati al periodico La esperantisto, l'originale Fondamento de esperanto del 1887, pur permettendo alla lingua stessa l'evolversi naturale a opera dei parlanti.L’Esperanto10ebbe all’inizio una diffusione lenta. La propaganda nei primi anni interessò l’Impero Russo, la Germania e la Svezia; prese poi notevole impulso a opera del filologo francese Louis de Beaufront e, dalla Francia, il movimento si irradiò in Inghiltera, svizzera, Italia e Spagna. Una tappa importante fu il primo congresso internazionale tenuto nel 1905 a Boulogne Sur Mer, nella Francia settentrionale, durante il quale furono istituiti il "Comitato di organizzazione" dei congressi futuri e il "Comitato linguistico", composto da esperantisti di tutti i paesi, che avrebbero dovuto pronunciarsi su tutte le questioni e dubbi relativi all’esperanto.Inoltre fu approvata una "Dichiarazione sull’essenza dell’esperantismo", con cui veniva affermata la natura dell’esperanto come lingua ausiliaria, neutra e autonoma. Da allora i congressi si tennero ogni anno, ad esclusione del periodo interessato dalle due guerre mondiali, durante il quale si verifico' un arresto nella diffusione della lingua. Durante i congressi vengono organizzati corsi, rappresentazioni teatrali, conferenze tenute da gruppi di specialisti dei vari settori o da associazioni professionali i cui membri provengono da varie nazioni. In questi frangenti l'esperanto ha provato la sua utilità come mezzo di comunicazione. La principale organizzazione esperantista internazionale è la UEA, Universale Esperanto Asocio "Associazione Esperantista Universale", fondata nel 1908, cui appartengono i membri di più di cento nazioni, con sede a Rotterdam. All'UEA aderiscono, oltre ai membri individuali di ogni nazione, 44 organizzazioni esperantiste nazionali, tra cui la Federazione Esperantista Italiana, con sede a Milano, e 36 associazioni internazionali specializzate. L'Organo Ufficiale della UEA è il mensile Esperanto, pubblicato a Rotterdam, ma numerose altre riviste letterarie o periodici vengono regolarmente pubblicati. Usato come lingua per scopi commerciali, turistici, scientifici, i suoi parlanti costituiscono il più grande gruppo singolo di praticanti una lingua ausiliaria, anche se risulta difficile calcolare il numero dei conoscitori, poiché molti agiscono all'esterno delle organizzazioni esperantistiche di cui si hanno statistiche certe. Si stima peraltro che il numero di coloro che sono a conoscenza almeno di alcune regole basilari dell'esperanto superi ì dieci milioni. Alla base di tale successo e della conseguente notevole diffusione dell'esperanto non compare solo la regolarità estrema della struttura linguistica poiché, come abbiamo visto, altri progetti di lingue artificiali, poi destinati al fallimento, presentavano come arma vincente una certa perfezione del sistema linguistico, oltre che facilità di apprendimento. Zamenhof, in primo luogo, non aveva ristretto l'uso dell'esperanto a determinati campi e settori limitati né si era rivolto esclusivamente alla classe intellettuale, ma aveva investito il suo progetto di superamento della babele del pluralismo linguistico da alti ideali e valori morali. L’esperanto come lingua internazionale doveva, agli occhi del suo creatore, essere neutra, alla portata di tutti e nemica di ogni privilegio o egemonia. Nonostante il proliferare di associazioni e accademie e l’adesione incondizionata di parecchie persone, l’esperanto non ha mai incontrato un consenso assoluto da parte di nessun governo nazionale, pur avendo il pluralismo linguistico creato disparità e favorito

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alcuni popoli a scapito di altri, poiché solitamente il gruppo linguistico dominante in campo economico e sociale impone la sua lingua. Non è esistita finora una netta presa di posizione da parte di nessuno Stato, forse a causa di un sedimento culturale che da secoli ha insegnato a concepire le relazioni internazionali come una continua competizione, come un dialettico contrapporsi di idee e di uomini. Inoltre la presenza di una certa diffidenza da parte delle istituzioni nei confronti di una lingua artificiale ha impedito l'introduzione ufficiale dell'esperanto come materia di insegnamento, sia pur sperimentale, a livello scolastico. Sono stati peraltro compiuti esperimenti tesi a dimostrare il valore propedeutico dell'esperanto nell'insegnamento di lingue straniere, studi che ebbero, come obiettivo primario, la dimostrazione che la conoscenza dell'esperanto è di supporto nell'apprendimento delle altre lingue.In particolare i due esperimenti cosiddetti "delle cinque nazioni" (kvinlandaj eksperimentoj), descritti da Dan Maxwell (1988), miravano a dimostrare che l'esperanto risulta di più facile apprendimento rispetto alle altre lingue straniere insegnate a scuola. 11 primo esperimento si tenne negli anni 1971/72 con la collaborazione di insegnanti e studenti di Bulgaria,Ungheria, Italia, e Slovenia. Dei 36 gruppi partecipanti, composti da bambini di età compresa tra i 9 e i 16 anni, 22 furono sottoposti all’insegnamento dell’esperanto, gli altri dell’inglese, tedesco, italiano e russo, tutti per un periodo variabile tra le 52 e le 100 ore. Al termine di tale periodo, gli studenti furono sottoposti a esercizi di verifica quali, ad esempio, descrizione di figure, e in particolare a test volti a misurare il grado di competenza attiva per scopi comunicativi. I risultati ottenuti sembrano avvolorare l’ipotesi di maggior facilità di apprendimento dell’esperanto, in quanto la quantità di frasi prodotte e di frasi corrette era notevolmente superiore negli studenti di esperanto, rispetto agli apprendimenti di altre lingue. L’attendibilità di tali risultati deve essere però considerata con una certa cautela, poiché durante l’esperimento non si è potuto tener conto di fattori importanti quali il numero di partecipanti per ogni gruppo, il livello di preparazione degli insegnanti, le percedenti esperienze de straniere e le motivazioni degli apprendenti. Il secondo esperimento, supportato da maggiori dati, essendo noti i progetti, gli scopi e i metodi di insegnamento usati, coinvolse per due anni, dal 1975 al 1977, classi di studenti in Belgio, Francia, Germania, Grecia e Paesi Bassi. Dopo 100 ore di insegnamento di esperanto, distribuite in 2 anni, si sottoposero gli studenti a esercizi di traduzione dall'esperanto nella lingua madre. Agli stessi test fu sottoposto un gruppo di bambini tedeschi esposto all'inglese da 3 o 4 anni. La percentuale di frasi correttamente tradotte risultava nettamente superiore in bambini apprendenti l'esperanto rispetto agli altri e ciò sembrerebbe confermare la relativa facilità di apprendimento dell'esperanto rispetto ad altre lingue straniere. Numerosi altri esperimenti pedagogici sono stati condotti in varie nazioni e la maggior parte di essi ha conseguito risultati affini per quanto riguarda la facilità di apprendimento e l'influenza positiva dell'esperanto sullo studio successivo di una seconda lingua e sullo sviluppo di interesse nei confronti delle diverse culture e lingue europee da parte di bambini in età scolastica. Una caratteristica dell'esperanto che non si è manifestata negli altri progetti di lingue artificiali, riguarda il precoce adattamento della lingua alla poesia. Già nel 1893 Antoni Grabowski 11 pubblicava La liro de la Esperantistoj, una raccolta di poesie da lui

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composte assieme a Zamenhof e ad altri esperantisti. Da allora in poi il fiorire di opere letterarie in esperanto è stato notevole, sia per quanto concerne opere originali che tradotte. Oltre alle varie antologie delle letterature nazionali, sono stati tradotti molti grandi classici letterari, comprese opere appartenenti alla letteratura orientale (cinese e giapponese). L'evoluzione della lingua in campo lessicale, cui le traduzioni letterarie hanno contribuito notevolmente, avvenuta con l'introduzione graduale di nuovi elementi radicali e nuovi affissi, per adeguarsi alle esigenze di un linguaggio sempre più complesso in campo letterario, scientifico e tecnico, è chiaramente visibile dall'esame dei vortaroj "dizionari" apparsi in un arco di tempo di circa 100 anni. L'Universala Vortaro "Dizionario Universale", elaborato da Zamenhof, fu pubblicato nel 1894 e comprendeva più di 2000 voci tra radicali sostantivali, aggettivali e verbali, avverbi, correlativi, congiunzioni, preposizioni, interiezioni, desinenze grammaticali e affissi. Pur con una limitata scelta lessicale, l'esperanto dei primordi ha potuto essere utilizzato come lingua letteraria nelle prime opere di Zamenhof e di Grabowski. Fermo restando il nucleo originario del lessico contenuto nel Fundamento, l'arricchimento con neologismi era già stato previsto da Zamenhof in una delle 16 regole fondamentali della Grammatica, da lui enunciate nel Fundamento. In particolare con la 15^ regola,12 ammetteva l'acquisizione di "parole straniere" fremdaj vortoi, previo adattamento all'ortografia e alla morfologia dell'esperanto: taxi > taksio. Zamenhof stesso fu il primo e più attivo neologista, in quanto, in un'opera di poco successiva all'Universala Vortaro, il Piena Vortaro Rusa-Internacia "Dizionario completo Russo - Lingua Internazionale", da lui elaborata, si trovano 500 radici in più rispetto all'Universala Vortaro. Infatti già nell'antaŭparolo '(introduzione) del Fundamento, Zamenhof aveva trattato il problema dell'evoluzione della lingua in termini precisi, ammettendo la possibilità di arricchire la lingua con nuovi vocaboli, sottoponendo pero' i neologismi all'approvazione di una commissione appositamente istituita. Il Lingva Komitato "Comitato linguistico", nato durante il primo congresso universale del 1905 , inizio' la sua attività approvando, nel 1909, circa 800 radici, quasi interamente tratte dalla traduzione dell'Amleto di Shakespeare e il nuovo affisso -aĉ con connotazione di disprezzo: ( libro "libro", libraĉo 'libraccio"). Da allora in poi a ogni riunione venivano approvati e quindi introdotti nuove radici e nuovi affissi. II Plena Ilustrita Vortaro "Dizionario illustrato completo", pubblicato nel 1970 per iniziativa della Senacieca Asocio Tutmonda, e compilato da una equipe di oltre 50 specialisti per le varie branche del lessico, contiene circa 16.000 radici da cui si possono formare circa 160.000 parole. 11 notevole incremento rispetto ai dizionari che l'hanno preceduto è dovuto sia all'adozione di termini appartenenti ai vari settori tecnici e scientifici, sia all'inclusione nel Plena llustrita Vortaro dei nomi propri di persona e di personaggi storici e mitologici. Contemporaneamente allo sviluppo lessicale ufficialmente riconosciuto prese l'avvio, fin dall'inizio, una evoluzione a livello privato, individuale, con la creazione di neologismi non sottoposti all'autorità linguistica. Valevoli come proposte a carattere non obbligatorio, essi vennero tollerati da Zamenhof, che pero' consigliava di non usarle nelle comunicazioni internazionali ma solo per scopi letterari. Agli scrittori venne quindi lasciata ampia libertà di scelta sia lessicale che sintattica, grazie alla estrema flessibilità della lingua, utile anche nell'ambito delle traduzioni.

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William Auld (1978), sottolinea che, a differenza delle traduzioni da una lingua europea a un'altra lingua europea, di cui solitamente il traduttore non domina a sufficienza le sfumature lessicali e semantiche, le traduzioni in esperanto hanno come lingua di partenza quella nativa dello scrittore e come punto di arrivo una lingua che permette, con il suo sistema di agglutinazione, una precisione estrema. Questa tuttavia è una considerazione poco obiettiva, essendo Auld uno dei maggiori sostenitori dell'esperanto ed egli stesso scrittore di prosa, di poesia e trduttore. CAPITOLO 2 L’ESPERANTO 1) . FONOLOGIA La classificazione dei fonemi consonantici dell'esperanto, secondo modo e luogo di articolazione, è illustrata dalla tabella 1. Tabella 1 Bilab. Labiodet Labiovel Dentali Alveol Alveopal Palatali Velari Laring. Occlusive p b td K g

Fricative fv s z x h Affricate ts Tſ d3 Nasali m n Liquide r-1 Semicons, w j E' possibile parlare di fonemi in quanto, commutando un elemento del piano dell'espressione con un altro elemento, si ottiene una variazione sul piano del contenuto. Ad esempio commutando successivamente la fonia del vocabolo baro [baro] "blocco", caro [tsaro] "zar", ĉaro [ſaro] "carro", faro [faro] "fatto", haro [paro] "testa", laro [laro] "gabbiano", maro, [maro] "mare", paro [paro] "coppia", taro [taro] "tara", si osserva che le unità acustiche [b], [ts], [tſ], [f], [h], [l], [m], [p], [t], sono portatrici di una differenziazione del significato e possono quindi essere considerate unità minime funzionali o distintive. Per quanto riguarda le vocali, si può invece far riferimento al triangolo vocalico: anteriore…………………………………………………………….posteriore

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alto i u ………………………………………………………………………………. e o ……………………………………………………………………………….. basso a In esperanto esiste, a differenza dell'italiano o dell'inglese, una corrispondenza biunivoca tra grafema e fonema: ogni segno rappresenta costantemente un solo suono e viceversa (come affermato dalla 9^ regola grammaticale di Zamenhof), al contrario dell'italiano dove si puo' trovare un solo grafema c a rappresentare due diversi fonemi /k/ e /tſ/, mentre un solo fonema /k/ è rappresentato da due diversi grafemi: c davanti ad a,o,u, ch davanti ad e,i. Fonema: /p//b//t//d//k//tſ//g//d3//f//v//s//z//ſ// 3 //h//x//ts//m//n//r//1// Grafema:p b t d k ĉ g ĝ f v s z s i h ĥ c m n r l Esempi dell'occorrenza dei fonemi indicati in parole dell'esperanto, con trascrizione fonetica: 1) bono [bono] "bontà" celo [tselo] "obiettivo" 2) ĉeno [tſeno] "catena" danci [dantsi] "ballare" 3) festo [festo] "festa" gliti [gliti] "scivolare" 4) ĝemelo [d3emelo] "gemello" haro [haro] "capelli" 5) ĥoro [xoro] "coro" ĵaluza [3aluza] "geloso" 6) kameno [kameno] "camino" libro [libro] "libro" 7) modelo [modelo] "modello" nek [nek] "né" 8) patro [patro] "padre" regno [regno] "stato" 9) sceno. [stseno] "scena" ŝanco, [ſantso] "probabilità" 10) telefono [telefono] "telefono" veni [veni] "venire" 11) zorgi [zorgi] "preoccuparsi" 12) domoj [domoj] "case" ankaŭ [ankaw] "ancora" Le due semiconsonanti J [j] e Ŭ [w] compaiono entrambe solo nei dittonghi. Le parole sono parossitone, cioé accentate sulla penultima sillaba: pàtro "padre"; libro "libro"; sukéro "zucchero" ecc. Anche in esperanto non si può comunque trascurare l'influenza esercitata su un suono del linguaggio dai suoni vicini, precedenti o seguenti. E' il caso dell'italiano vento e vengo in cui le due /n/ sono, dal punto di vista fonetico, molto differenti tra loro:in vento, la n è dentale, in vengo è velare. Le due varianti combinatorie o allofoni sono determinate dal contesto in cui il suono si trova e causate da un fenomeno meccanico di anticipazione della qualità del suono successivo. L'esperanto infatti presenta nel caso di kiso "bacio", kaso "cassa" e kuzo "cugino" diverse realizzazioni fonetiche dello stesso fonema /k/, in particolare si ha k prevelare in kiso, k velare in erg, k postvelare in kuzo13E’il caso

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anche dei due allofoni del fonema /n/ in banko [banko] "banca" e lando, [lando] "terra", dove compare rispettivamente la -n velare e quella dentale. Inoltre in esperanto sono da considerarsi anche le realizzazioni fonetiche individuali, o varianti libere, che sono dovute all'influenza della L1 dei parlanti e che non costituiscono, allo stesso modo delle varianti combinatorie, unità distintive. Ad esempio l'uso della n dentale [n] in posizione precedente una velare, è una caratteristica dell'esperantista russo14. Come riporta John Wells (1989), già Zamenhof si poneva in una posizione di tolleranza nei confronti della pronuncia, inevitabilmente differente da parlante a parlante. Affermava infatti che "Batali kontraŭ tia natura emo en la eluparolado Ŝajnas al mi afero tute sencela": "Contrastare quella tendenza naturale (di pronunciare n dentale davanti a suoni velari), nella pronuncia, mi sembra una cosa interamente senza scopo". E' stato osservato come il sistema fonologico dell'esperanto rispecchi quello del polacco, del russo e soprattutto dello yiddish, la lingua materna di Zamenhof. L'esperanto infatti non possiede le combinazioni velare + semivocale ku e gu: gvidi "guidare", kvalito "qualità". Inoltre presenta, all'interno della stessa radice, gruppi consonantici che compaiono nelle lingue tedesche e slave: pc [pts] subskripcio [subskrip'tsio] "ordinazione" sc [sts] disciplino [distsi'plino] "disciplina" ŝk [ſk] ŝkoto ['ſkoto] "vela" ŝm [ſm] miri ''['ſmiri] "ungere" ŝn. [ſn] ŝnuro ['ſnuro] "corda" ŝn [ſp] ŝparo ['ſparo] "risparmio" ŝpr [ſpr] ŝpruci ['ſprutsi] "emettere" ŝr [ſr] ŝraŭbo ['ſrawbo] "vite" ŝt [ſt] ŝtalo ['ſtalo] "acciaio" ŝv [ſv] ŝvebi, ['ſvebi] "volare" § 2. MORFOLOGIA Comrie (1983:77-79) afferma che la tipologia morfologica è sempre stata di una certa importanza nella storia della linguistica, pur non avendo subito, dalle origini ad oggi, un concreto processo evolutivo ma essendosi piuttosto fossilizzata nei suoi principi generali. Secondo la tipologia morfologica tradizionale che riconosce in genere i tre tipi linguistici isolante, agglutinante e fusivo, l'esperanto puo' essere considerato come una lingua tendenzialmente agglutinante, i cui morfemi, cioé, vengono affissi a un morfema portatore del significato lessicale di base. John Wells (1989:27-28)) pone a confronto l'esperanto e lo zulù, lingue entrambe di tipo agglutinante, con la lingua latina, di tipo fusivo, in cui più morfemi si realizzano in uno

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stesso morfema superficiale, per mostrare come vengano realizzate le forme verbali dell'indicativo presente del verbo "scrivere", da tipi linguistici diversi: latino esperanto zulù scrib-o mi skrib-as ngi-ya-bhâla scrib-is vi skrib-as u-ya-bhâla scrib-it li skrib-as í-ya-bhâla Nei morfemi :.-o, -is, -it delle forme latine, si fondono le indicazioni di modo indicativo, tempo presente, numero singolare e persona, mentre nel caso dell'esperanto il suffisso -as indica solo il tempo presente (la persona è espressa dal pronome), così come gli affissi della lingua zulù indicano separatamente la persona (ngi- , u-, í-) e il tempo (-ya), caratteristica tipica delle lingue agglutinanti. In esperanto, quindi, ogni parola è composta da un radicale a cui vengono aggiunti morfemi che ne determinano classe formale e significato. I morfemi non convogliano mai più di una valenza grammaticale o semantica e rimangono sempre ben definiti e separati dalla radice anche. quando, nel caso di alcune forme vezzeggiative, avviene una contrazione della radice: paĉjo da pa(tr) - ĉj -o "papà" padre - DIM.VEZZ. – N In un'altra lingua agglutinante quale il turco, invece, il morfema portatore della valenza di plurale assume due diverse forme in base ai suoni vocalici che lo precedono, diversamente dall'esperanto, il cui morfema plurale :, -j resta sempre invariato: TURCO ESPERANTO Ev-ler domo-j "case" Göz-ler okulo-j "occhi" Elma-lar pomo-j "mele" kiz-lar knabino j "bambine" In esperanto quindi non sono presenti allomorfi. John Wells (1989:35-36) propone l'esempio di come, da una sola radice manĝ-, si possano formare più parole, che confronta con le corrispettive inglesi per evidenziare la molteplicità di radici utilizzate in questa lingua per parole con una base semantica affine: manĝ-i mangiare to eat

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manĝ-o pasto meal manĝ-aj-o cibo food manĝ-ad-o "il mangiare" eating manĝ-a "cosa da mangiare" eating manĝ-ej-o "sala da pranzo" dining hall manĝ-uj-o "mangiatoia" manger manĝ-il-ar-o "posateria" cutlery and crockery manĝi-ebl-a "mangiabile" eatable/edible manĝ-ind-a "mangiabile" eatworthy15 manĝ-em-a "affamato" hungry manĝ-et-o "spuntino" snack manĝ-et-i "sgranocchiare" to nibble manĝ-eg-i "mangiare di gusto" to eat heartily manĝ-aĉ-i "gozzovigliare" to guzzle Tra le unità morfologiche che espletano funzione di formazione delle parole, come i suffissi sopraindicati, potrebbero venir considerate anche quelle che caratterizzano le quattro classi di parole dell'esperanto: -o del sostantivo -a dell'aggettivo -i del verbo -e dell'avverbio Tali suffissi di classe grammaticale possono essere affissi a tutti gli elementi lessicali (radici) e di formazione di parola, ma non si possono combinare tra loro. Bruno Migliorini (1986:102-103) distingue gli affissi dalle desinenze fra le quali include -o, -a, -i, -e assieme a –n, morfema dell'accusativo, -j del plurale, e il sistema di elementi che esprimono modo e tempo nella coniugazione verbale. Questa classificazione viene condivisa anche da John Wells (1969:30-35). Malovec (1988:13) opera una distinzione tra "morfemi lessicali", tra i quali include la radice, e "morfemi grammaticali" tra i quali compaiono i morfemi caratterizzanti le classi di parole. Nella parola maljunulinojn "vecchie" (riferito a persone), considera morfemi lessicali: mal- indicante una valenza contraria a quella espressa dalla radice; -iun radice con significato di "gioventu` -ul- indicante individuo con caratteristiche indicate dalla radice; -in- indicante il genere femminile; e morfemi grammaticali: -o- sostantivo, -j- plurale -n accusativo Con certezza può essere considerato morfema grammaticale solo -n , dell'accusativo.

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Contemporaneamente a caratteristiche prevalentemente agglutinanti, l'esperanto, quindi, ne mostra anche di tipo isolante, avendo la possibilità di separare i singoli affissi, rendendoli utilizzabili anche come parole indipendenti, con un proprio significato autonomo: arb-ar-o "foresta" -ar- > ar-o "gruppo" nuĝado "nuotata" -ad- > ad-o "azione" Pennacchietti (1987:132 e segg.) riferisce di uno studio effettuato sulla base del sistema di classificazione fondato da Greenberg16 Dai dati ottenuti è emerso il carattere agglutinante dell'esperanto e la sua particolare somiglianza con le lingue della famiglia turchica, con caratterizzazione tipologica di valore medio tra i tipi linguistici estremi rappresentati dalle lingue semitiche (di tipo flessivo) da un lato e dal cinese (isolante) dall'altro. Questa particolarità garantisce la facoltà di apprendimento dell'esperanto per persone con le più diverse abitudini linguistiche. Pennacchietti sottolinea pero' che l'agglutinazione nell'esperanto, pur essendo un tratto importante e distintivo della sua struttura, resta comunque una caratteristica linguistica indipendente dal complesso dei fenomeni sintattici che caratterizzano normalmente una lingua completamente agglutinante (postposizioni, mancanza di pronomi relativi ecc.). Si delinea quindi, già dall'osservazione delle caratteristiche morfologiche, lo "status" dell'esperanto di lingua autonoma con un proprio sistema distintivo che la differenzia da ogni altra lingua. 3. SINTASSI L'ordine delle parole della frase è un parametro tipologico molto significativo per la classificazione delle lingue che vengono così raggruppate in base alla diversa disposizione lineare dei costituenti nell'ambito di una clausola.17 Il primo contributo fondamentale che ha dato impulso allo sviluppo di tale tipologia linguistica, è stato fornito da Greenberg (1966/1976), sebbene egli stesso sottolineasse il carattere provvisorio delle sue generalizzazioni, effettuate su un campione di 30 lingue e basandosi su concetti intuitivi della struttura superficiale quali soggetto e oggetto che si pongono secondo un ordine determinato rispetto al verbo. Le possibili combinazioni SOV, SVO, VSO, VOS, OVS, (OSV) sono rappresentate in diversa misura da tutte le lingue del mondo ad esclusione della combinazione OSV, e con prevalenza delle combinazioni SOV,SVO. L'esperanto mostra una costruzione dominante del tipo SVO, ma teoricamente l'ordine delle parole è libero, non avendo Zamenhof dato indicazioni a questo proposito. Per evidenziare ad esempio un elemento della frase, sono corrette ed ammissibili costruzioni del tipo: La hundo vidis la katon (SVO) La hundo la katon vidis (SOV) Vidis la hundo la katon (VSO) Vidis la katon la hundo (VOS) Il cane vide il gatto"18 In inglese l'ordine fondamentale SVO è invece fisso in quanto la frase The dog saw the

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cat. se modificata nell'ordine lineare dei costituenti, puo' acquisire un significato diverso 192. Se l'esperanto ammette l'ordine delle parole libero, ciò è dovuto alla presenza della distinzione morfologica dell'accusativo, che permette di codificare la relazione grammaticale "oggetto", con l'aggiunta della desinenza -n al sostantivo. Nelle proposizioni con verbo intransitivo, l'ordine dominante è SV. Wells (1989:42-43) afferma che l'ordine VS è possibile quando, ad esempio, il SN contiene modificatori del nome-testa, per cui il verbo può essere evidenziato in prima posizione e cita l'esempio: Malaper - is tiu stranĝ-a vir-o kun nigr-a kapel -o Scomparire - V.PASS.. DEM. Strano –A uomo-N. PREP. Nero-A cappello-N "Scomparve quello strano uomo con il cappello nero"20 Nei casi di frasi composte da SN + predicato nominale, la parte nominale del predicato si accorda con il soggetto prendendo il nominativo, e quindi l'ordine dominante delle parole è SV anche se è possibile trovare, accanto alle forme usuali: Tiu plum – o est- as DEM. piuma- N essere- V.PRES. rossa-A "Quella piuma è rossa" Tiu plum- o est -as skrib - il - o DEM. piuma-N essere -V.PRES. scrivere-strum.- N "Quella piuma è una penna (lett.uno strumento per scrivere)", le forme: Ruĝa estas tiu plumo Skribilo estas tiu plumo 21 Wells sottolinea che se la parte nominale è un aggettivo predicativo, il senso della frase non muta variando l'ordine dei costituenti, ma se essa è costituita da un nome, può essere modificato il significato: Leono estas besto Besto estas leono "II leone è una bestia" "La bestia è un leone" Per questo motivo egli afferma che in tali frasi si usa solitamente l'ordine: Soggetto, Verbo (copula), Nome del predicato. Prendendo in esame l'ordine delle parole all'interno del sintagma nominale, si presentano diversi casi. L'articolo determinativo la22 'precede il sostantivo che determina: la hundo "il cane", la leterojn "Le lettere" (Acc.), tranne in costruzioni come Reĝo Luizo la Dekkvara "Re Luigi il XIVº". Anche gli altri determinanti del nome (aggettivi possessivi, dimostrativi, indefiniti, interrogativi) precedono il nome ad eccezione di formule prestabilite quali Patro nia "Padre nostro" o in casi dove esiste distinzione tra senso indefinito e definito: amiko mia " un mio amico" , corrispondente all'inglese A friend of mine e mia amiko "il mio amico" ing. My friend. Per quanto riguarda la posizione degli aggettivi numerali 23essi si collocano dopo gli aggettivi determinativi ma prima dell'aggettivo qualificativo.

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Gli aggettivi qualificativi possono precedere o seguire il sostantivo, cioé tra i due ordini basici possibili AN o NA, l'esperanto li permette entrambi con una preferenza per l'ordine AN. L'aggettivo segue il sostantivo se assume funzione distintiva o se è composto da più elementi: homo malgrandanima kaj ege avara "uomo meschino ed estremamente avaro" ideo fantazia sed tamen interesa "idea fantasiosa ma tuttavia interessante". Se l'aggettivo qualifica un pronome indefinito, solitamente lo segue: okazis io stranĝa "accadde qualcosa di strano". L'aggettivo è invariabile in genere e concorda con il sostantivo cui si riferisce24 In relazione con l'ordine AN, è l'ordine del nome-testa e della frase relativa nella costruzione relativa. Tra i due ordini possibili, quello in cui la testa nominale precede la frase relativa o quello in cui la frase relativa precede la testa nominale, l'esperanto segue la forma NRel25: La letero. kiun mi jus trovis "La lettera che ora ho trovato ". Nel caso di proposizioni relative incassate, la nuova clausola modificante viene aggiunta sempre alla destra del SN cui si riferisce: Johan -o leg is la libr- o- n kiu -n Maria26 verk -is "Giovanni -N" leggere –V PASS ART libro –N –ACC REL-ACC Maria scrivere –V. PASS Putr -a est -is la fromaĝ -o kiu-n manĝ -is la rat-o kiu-n Avariato –A esere –V.PASSArt. formaggio –N REL-ACC mangiare –V.PASS ART topo –N REL Mort -Ig is la kat –on kiu-n vid-is Johan Morire-causativo- V.PASS Art gatto –N –ACC REL-ACC vedere-V. PASS Giovanni-N "Avariato era il formaggio che mangiò il topo che uccise il gatto che vide Giovanni" Wells (1989) fa notare che nell'ultima frase domina l'ordine OVS che permette alla frase incassata la posizione a destra, mentre in inglese, che pur presenta la clausola relativa a destra, un equivalente letterale non è possibile senza modificare totalmente la struttura della frase come in It was rotten. the cheese eaten bv the rat which was killed bv the cat John saw, Questa caratteristica dell'esperanto potrebbe creare problemi a parlanti di una madre lingua che presenta le clausole modificanti relative a sinistra del SN come in giapponese. L'ordine del genitivo e del nome-testa in esperanto è NG nel caso in cui il genitivo sia espresso da costruzioni con la preposizione de: la vosto de la hundo "la coda del cane", ma GN nel caso di composti quali hundovosto. L'inglese pure conosce due costruzioni possessive: il genitivo sassone : the man's hat "il cappello dell'uomo", con ordine GN e il genitivo normanno the roof of the house "il tetto della casa" con ordine NG. Per quanto riguarda il parametro riguardante la presenza in una lingua di preposizioni o posposizioni, l'esperanto mostra un ordine AdN cioé possiede solo preposizioni. Basandosi sulle combinazioni dei quattro parametri VSO/SVO/SOV, Pr/Po, NG/GN, NA/AN , Joseph Greenberg2728 arriva alla formulazione di generalizzazioni riguardanti i 24 tipi linguistici logicamente possibili. Di questi, solo 15 tipi sono effettivamente attestati nel suo campione, pur essendo la distribuzione delle lingue tra tali tipi estrememente varia e poco uniforme. Prevalgono infatti 4 tipi comprendenti un numero di lingue maggiore rispetto ai rimanenti 11: VSO/Pr/NG/NA SVO/Pr/NG/NA SOV/Po/GN/AN

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SOVTPo/GN/NA Scartando i tipi che prevedono l'uso di posposizioni, l'esperanto può essere incluso nel tipo SVO/Pr/NG/AN, cui appartengono tedesco, olandese, islandese, slavo, ecc., pur non essendo la sua appartenenza a esso rigorosamente assoluta, data la relativa libertà di posizione delle parole nell'ambito della frase, caratteristica che, come si vedrà in seguito nel raffronto sintattico tra inglese ed esperanto, verrà sfruttata, pur entro certi limiti, dallo scrittore esperantista a sua discrezione e secondo gli intenti stilistico-linguistici che vuole perseguire. Appendice Zamenhof nel suo Fundamento de Esperanto (1887) aveva tracciato le 16 regole fondamentali della grammatica così riassumibili: 1) Non esiste l'articolo indeterminativo, esiste solo l'articolo determinativo la, invariabile in genere e numero. Si usa davanti a un nome generico che segnali la totalità di componenti: la homo esta mortema "l'uomo è mortale" o che designi un oggetto conosciuto, determinato: la homo kiu venis "l'uomo che venne". Zamenhof precisa pero' che l'uso dell'articolo è opportuno ma non necessario e i parlanti lingue che solitamente non lo usano, possono benissimo ometterlo. Non si pone comunque mai davanti ai nomi generici: Doktoro Zamenhof "Il Dottor Zamenhof', ai nomi propri Petro. Parizo, al sostantivo se già determinato da un aggettivo possessivo, dimostrativo, indefinito, interrogativo: mia frato "mio fratello", tifa domo "quella casa" Ciu homo ciascun uomo". 2) I sostantivi terminano con il suffisso 4 al nominativo singolare. Per formare il nominativo plurale si aggiunge j, Per formare invece l'accusativo singolare o plurale, si aggiunge _ 1 al nominativo. Tutti gli altri casi sono espressi tramite l'uso di preposizioni. L'accusativo, che Zamenhof considera obbligatorio, viene usato: - per indicare l'oggetto diretto del verbo; - per indicare complementi di tempo, misura,durata , prezzo: la_lastan fojon "l'ultima volta"; alta kvin metroin "alto cinque metri"; mi restos tri taeoin "rimarrò tre giorni"; tiu ĉi libro kostas ses frankojn "questo libro costa sei franchi". -per indicare il complemento di moto a luogo: mi iras Parizon "vado a Parigi";

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la kato saltas sur la tablon "il gatto salta sul tavolo"; kien vi iras? Hejmen "dove andate? A casa mia". 3) L'aggettivo termina in za al nominativo singolare. E' invariabile in genere e concorda con il sostantivo cui si riferisce: bona "buono"; blanka "bianco"; bonaj amikoj "buoni amici"; mi amar la bonain infanojn "amo i buoni fanciulli". La declinazione del sostantivo e dell'aggettivo si riassume nel paradigma seguente: Singolare Plurale Nom. La bona patro "il buon padre" la bonai patroj Acc. La bonan patron la bonain vatrojn I gradi dell'aggettivo si formano mediante avverbi: comparativo di uguaglianza tiel...kiel ,"tanto.. quanto"; comparativo di maggioranza pli...ol "più ... di"; comparativo di minoranza malpli...ol "meno..di"; superlativo di maggioranza plej...el "il più ... di"; superlativo di minoranza malolej...el "il meno ... di) superlativo assoluto tre-"Molto". 4) I numeri cardinali sono invariabili: 1 unu; 2_du; 3 trj; 4 kvar; 5 kvin; 6-ses; 7 map; 8 ok; 9 naŭ; 10 dek; 100 cent; 1000 mil. I multipli delle decine, centinaia, migliaia si formano premettendo a dek. cent. mil il numero cardinale necessario. Gli altri numeri si formano facendo seguire alle decine, centinaia e migliaia le unità del gruppo inferiore: 11 dekunu; 12 dekdu; 21 dudekunu; 2457 dumil kvarcent kvindek sep. Gli aggettivi ordinali si formano aggiungendo ai numeri cardinali il suffisso –a: unua, "primo" dua "secondo". Gli avverbi ordinali si formano per mezzo del suffisso -e: unue "primariamente" due "secondariamente". Per sostantivare i nomi dei numeri cardinali basta aggiungere loro il suffisso -o: unuo "unità"; duo "coppia, paio". 5) I pronomi personali sono: mi "io"; ci "tu"; vi "tu e voi"; li "egli"; ŝi "ella"; ĝi "esso"; ni "noi"; ili "essi, esse". Il ci "tu" non si usa quasi mai in esperanto poiche nell'uso comune anche persone in relazioni amichevoli tra loro si danno del "voi" vi. Il ci si usa solo quando occorre insistere su una grande familiarità nei rapporti. Esiste anche il pronome riflessivo ù che vale per tutti i numeri e generi e si riferisce sempre al soggetto di terza persona della proposizione in cui si trova: li lav - as si -n "egli si lava" ili komb - as si - - n "essi si pettinano" 3sg lavare-V.PRES rifl-Acc 3pl pettinare-V.PRES. rifl- Acc tiu verb -o postul-as post si la akuzativ -o - n DEM verbo- N richiedere -V.PRES prep rifl. Art. accusativo-N -Acc "Quel verbo richiede dopo di sé l'accusativo" Oni è il pronome indefinito corrispondente al "si" italiano (man tedesco), nei casi in cui il soggetto è una persona indeterminata. I pronomi seguono la declinazione dei sostantivi, aggiungendo quindi il suffisso -n all'accusativo e rimanendo invariabili negli altri casi: li salut - is vi - n "egli ti salutava";

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3sg salutare- VPASS 2sg-Acc mi send os al vi la libr - o - n "ti mando il libro"; lsg mandare-V.FUT prep 2sg art libro-N-Acc. I pronomi e gli aggettivi possessivi si formano aggiungendo il suffisso -a ai pronomi personali corrispondenti: mia, via, lía, ŝia, ĝía, nia, ílía , sia: Johan - o hav - as si- a- j -n libr - o-j - n Giovanni-N avere-VPRES 3sg-A-pl-Acc libro- N-pl-Acc. "Giovanni ha i suoi (propri) libri" Johan -o hav - as li - a- j- n Ilibr-o-j-n Giovannì-N avere `JPRES 3sg-A-pl-Acc libro-N-pl-Acc "Giovanni ha i suoi (di una terza persona maschile) libri". Per quanto riguarda i pronomi e aggettivi indefiniti, interrogativi, dimostrativi e relativi, si fa generalmente riferimento a una tabella, in cui compaiono anche gli avverbi, che dimostra chiaramente come essi siano tutti collegati tra loro. Essi infatti sono formati da combinazioni di 5 elementi iniziali: ti_dimostrativo, ki- interrogativo e relativo, i-,, ĉi- , neni indefinito, con 9 elementi finali -o pronome, -u, pronome e aggettivo, -a aggettivo, -es possessivo, -e avverbiale locativo,-el avverbio modale, -oni avverbio di quantità, -al avverbio dì causa, -am avverbio temporale. AGGETTIVI

PRONOMI

Indef. Ia qualche

Iu qualcosa

Io qualcosa

Ies di qualcuno

Ĉia ogni

Ĉiu ciascuno

Ĉio tutto

Ĉies di ciacuno

Nenia nessuno

Neniu nessuno

Nenio niente

Nenies di nessuno

Interrog. relativi

Kia quale

Kiu chi

Kio cosa

Kies Di chi

Dimostr. Tia tale

Tiu colui

Tio ciò

Ties di un tale

AVVERBI Di luogo Di tempo Di causa Di modo Di quantità

Indef. Ie Qualche parte

Iam Un Giorno

Ial Per una rag. Qualunque

Iel In un modo Qualunque

Iom Un pò

Ĉie Ovunque

Ĉiam Sempre

Ĉial Per tutte le ragioni

Ĉiel In tutti i modi

Ĉiom Il tutto

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Nenie Da nessuna parte

Neniam Mai

Nenial Per alcuna ragione

Neniel In alcun modo

Neniom Niente del tutto

Interr. Relat.

Kie dove

Kiam quando

Kial perchè

Kiel come

Kiom quando

Dimostr. Tie Là

Tiam Allora

Tial Per questa ragione

Tiel Così

Tiom tanto

La forma in -es è invariabile, nel determinare il nome non concorda con esso: ies kapo "la testa di qualcuno" , ties mano '1a mano di un tale". La forma in :-o di cui esiste solo il numero singolare, puo' assumere la -n dell'accusativo e si comporta come un sostantivo autonomo: tjo estas vero "ciò è vero" La forma in -u e in -a è variabile in numero e puo' assumere la -n dell'accusativo. La forma avverbiale in :-e puo' assumere la -n dell'accusativo: Mi iras ien Vado ovunque". 6) Il verbo è invariabile in persona e numero. Il soggetto deve essere obbligatoriamente espresso. Presenta una coniugazione uniforme che si realizza per mezzo di sei finali: -as per il presente; -is per il passato; ,-os per il futuro; - .-us per il condizionale; -u per l'imperativo-congiuntivo; -i per l'infinito. Esistono inoltre tre participi attivi e tre participi passivi:

Attivo Pres..-ant : parolanta "che parla, parlante"; Pass. -int : parolinta "che ha parlato" ; Fut. -ont : parolonta "che parlerà";

Passivo Pres. –at : laborata "che è lavorato"; Pass. –it : laborita "che è stato lavorato"; Fut.: -ot : laborota "che sarà lavorato". Le vocali a, i, o caratterizzano quindi rispettivamente i tre tempi principali presente, passato e futuro. L'unico ausiliare è il verbo esti, con cui si formano i tempi secondari dell'attivo (con i participi attivi) e tutti i tempi del passivo (con i participi passivi). Coniugazione completa del verbo amare:

Attivo Infinito presente: ami "amare" Infinito passato: esti aminta "essere amato"

futuro: esti amonta "dover amare"

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Participio presente: amanta "amante"

passato: aminta "avendo amato " futuro: amonta "che amerà"

Indicativo presente: amas ( vale per tutte le persone) " passato: amis c.s. (pass.remoto e imperfetto)

futuro: amos c.s. • perfetto: estas aminta c.s.(pass.prossimo)

piuccheperfetto: estis aminta c.s. (trapassato prossimo e remoto) • futuro anteriore: estos aminta c.s. Condizionale presente: amus c.s. " passato:estus aminta c.s. Imperativo/congiuntìvo presente: amu c.s.

passato: estus aminta c.s. Passivo Infinito presente: esti amata (essere amato)

passato: esti amita (essere stato amato) • futuro: esti amota (dover essere amato) Participio presente: amata (che si ama)

passato: amita (che si è amato) futuro: amota (che si amerà)

Indicativo presente: estas amata (vale per tutte le persone) passato: estis amata c.s.

• futuro: estos amata c.s. Indicativo perfetto: estas amita (vale per tutte le persone) • piuccheperfetto: estis amita c.s.

futuro anteriore: estos amita c.s. Condizionale presente: estus amata c.s. Passato: estus amita c.s. Imperativo/Congiuntivo presente: estu amata c.s.

passato: estu amita c.s. I verbi riflessivi si costruiscono con i pronomi personali tranne per la terza persona che usa il riflessivo: mi lavas min, "mi lavo", vi lavas vin ,"ti lavi', li lavas sin, ŝi lavas sin "si lava". Dal momento che Zamenhof non aveva enunciato alcuna regola per l'uso dei modi, per tentare di delineare un modello uniforme di comportamento linguistico, il Marchese De Beaufront 129 precisò:

- l'indicatìvo è il modo della certezza, si usa per presentare un fatto positivo o presentato come tale: mi kredas ke pluvas "credo che piova";

- - il condizionale è il modo del desiderio, della supposizione che si avverino determinate condizioni: se vi volus, vi estus feliĉa (se voleste sareste felici); mi kredus tion. se mi ĝin vidus "lo crederei se lo vedessi";

- - l'imperativo-congiuntivo è il modo del comando, della necessità, della volontà, del bisogno: mi ordonis. ke li venu "ordinai che venisse"; mi volas. ke vi skribu "voglio che scriviate"; ni deziras. ke vi sukcesu "ci auguriamo che riusciate";

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mi bezonas. ke li venu "ho bisogno che egli venga". Le proposizioni interrogative, marcate dalla particella ĉu, posta all'inizio di frase, quando non contengono alcuna parola interrogativa, non modificano il modo; ĉu vi kredas ke pluvas? "credete che piova?";_ mi dubas ĉu li venas "dubito che venga". Nelle proposizioni subordinate si usa il presente, passato o futuro se il fatto espresso dal verbo risulta contemporaneo, passato o futuro in rapporto a quello che esprime il verbo della proposizione principale: mi kredis. ke vi estas kuracisto "credevo foste medico"; mi ne esneras. ke li venos "non spero che egli venga". 7) Gli avverbi 130 si formano aggiungendo il suffisso g al radicale: bone "bene", cetere "del resto". 8) Tutte le preposizioni reggono il nominativo dopo di sé. 9) Vocali e consonanti si pronunciano separatamente e a ogni lettera corrisponde uno e un solo suono, qualunque sia la posizione in cui compaiono. 10) Le parole sono parossitone. 11) Le parole composte sono formate per semplice accostamento dei singoli radicali, ponendo quello dominante, che assume il suffisso –o posizione finale: vapor - ŝip – o "battello a vapore"; vapore-nave -N. skrib - tabl - o (skribotablo per eufonia) "scrivania"; scrivere-tavolo-N. 12) Non è possibile avere la doppia negazione in una frase, quando è presente nella proposizione una parola negativa. 13) Nel complemento di moto a luogo si usa l'accusativo. 14) Ogni preposizione possiede un significato ben definito, ma nei casi in cui sorge il preposizione indeterminata jg che può sostituire qualsiasi altra preposizione: plena ie sablo "pieno di sabbia"; je la lasta, fojo "l'ultima volta". 15) I vocaboli stranieri subiscono l'adattamento all'ortografia e alla morfologia usuale dell'Esperanto: hotelo "(hotel)". 16) La vocale finale dei sostantivi e degli articoli si può elidere, ponendo al suo posto l'apostrofo, quando si trova in un contesto vocalico: de l'am' "dell'amore".

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CAPITOLO 3 Caratteristiche sinitattiche dell’inglese Un analisi chiara e precisa delle peculiarità sintattiche della lingua inglese è stata svolta da John Hawkins (1986) con un approccio di tipo innovativo rispetto agli studi precedenti la sua opera31. Egli infatti prende in esame parecchie proprietà linguistiche in variazione, entro un numero limitato di lingue e precisamente solo inglese e tedesco, mentre in precedenza altri linguisti avevano analizzato un ristretto numero di caratteristiche entro una vasta gamma di lingue. Hawkins segue un punto di vista universale - tipologico e tenta di unificare le generalizzazioni che si possono fare a proposito dei contrasti fra la struttura dell'inglese e del tedesco, partendo dall'intuizione che le differenze riscontrate tra le due lingue prese in esame non sono del tutto casuali, bensì correlate tra loro. L'unità di interpretazione dei contrasti linguistici tra inglese e tedesco si basa sugli aspetti semantici delle variazioni morfologiche e sintattiche. In inglese le strutture superficiali presentano meno corrispondenza con la loro rappresentazione semantica rispetto a quelle tedesche e dove esiste contrasto netto tra le due lingue, regolarmente si rileva l'enorme distanza che esiste tra forma e contenuto in inglese. Si può notare, in effetti, una certa tensione interna, un particolare rapporto tra le regole che governano la forma linguistica e quelle che proiettano il significato sulla forma: la relativa semplicità delle prime puo' portare a una relativa complessità nelle altre e viceversa. Ciò è chiaramente visibile in inglese, dove, a un tipo di sintassi semplice, corrisponde una certa complessità nella proiezione significato - forma, mentre un tipo di sintassi complesso, con restrizioni e regole ben definite, permettono più chiarezza, meno ambiguità e una corrispondenza semantica più evidente, come in tedesco. Infatti come si vedrà più avanti, è caratteristico dell'inglese presentare strutture superficiali semplici del tipo: The book reads well in cui però la corrispondenza tra forma e significato non è immediata. Il SN The book è il soggetto superficiale della frase, ma costituisce in realtà l'oggetto logico del verbo read32. Nella traduzione in tedesco: Man liest das Buch leicht, l'oggetto superficiale e l'oggetto logico coincidono e viene introdotta la forma impersonale Man liest per evidenziare che qualcuno (soggetto inteso) compie l'azione di leggere il libro. Anche nel caso di frasi come Fred saw and thanked the king, in cui viene eliminato dalla struttura superficiale il SN oggetto the king della 1ˆclausola, presente invece nella struttura profonda, si nota come sia necessaria, da parte del parlante, una continua rielaborazione interna per ricostruire l'appropriata relazione semantica eliminata dalla sintassi, mentre in tedesco la proiezione significato-forma è più diretta: Fritz sah den kónig und dankte ihm. Per quanto riguarda le caratteristiche morfologiche, l'inglese ha sempre presentato fin dalle origini la tendenza spiccata a una progressiva eliminazione degli elementi flessivi della lingua e alla contemporanea creazione di nuove strutture di tipo analitico, con

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differenze molto evidenti in rapporto alle altre lingue germaniche coeve. Tale evoluzione è stata sottolineata dalla perdita, nel tempo, del valore funzionale delle desinenze. Infatti nell'ambito della morfologia del nome è gradatamente andata estinguendosi la distinzione dei casi con la sola conservazione della desinenza :i aggiunta al SN per il genitivo: the man's dog. La flessione pronominale appare più ricca di elementi conservativi, mantenendo, nel caso dei pronomi personali, la distinzione tra soggetto e complemento, anche se l'inglese possiede sempre una o due forme (it. he/him) là dove il tedesco ne possiede due o tre (es/ihm, er/i$m/ihn). Inoltre dove il tedesco ha tre forme (ich. mich. mir) queste sono rispettivamente di caso nominativo, accusativo e dativo; dove ne presenta due, si puo' trovare nominativo e accusativo in opposizione a dativo (sie. ihngt) oppure nominativo in opposizione ad accusativo e dativo (wir. uns). Le due forme dell'inglese sono invece esclusivamente nominativo vs accusativo + dativo (I/me. he/him), cioé soggetto in opposizione a non-soggetto. L'inglese dà quindi notevole forza espressiva alla distinzione soggetto/non-soggetto nei pronomi, tranne che per you e it. Anche nel caso della flessione verbale c'é stata, fin da fasi antiche, una tendenza alla uniformazione delle desinenze. Sapir (1921/1969:166-168) afferma che la perdita della flessione morfologica in inglese è responsabile dello stabilirsi dell'ordine fisso SVO e ha una controparte sul piano della semantica. Nella dimensione diacronica in inglese33 è risultata molto forte la tendenza ad assorbire in un vocabolo unico e invariabile le possibili sfumature di significato veicolate originariamente da più parole . Le forme più arcaiche whither, hither, e thither, avverbi di luogo con valore direzionale, sono stati gradualmente assorbiti da where. here e there, avverbi con originario valore statico, Bleibe bier and wàrte auf mirch! Sie ist gestern hierher gekommen. Er war zufalling dort. Leg(e) die Zeitung dorthin! Dove invece sia l'inglese che il tedesco prevedono una forma avverbiale o una preposizione unica, l'opposizione stato/moto viene comunque espressa in tedesco dall'uso rispettivamente dei casi dativo o accusativo, mentre in inglese solo il verbo veicola tale opposizione. Esempi: behind the table hinter dem Tisch -(dat: statico) hinter den Tisch. (acc:direzionale) on the chair auf dem Stuhl (dat:statico) auf den Stuhl (acc: direzionale) on the wall an der Wand (dat:statico) L'esempio del verbo inglese to leave al quale corrisponde la serie dei verbi tedeschi

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lassen, verlassen, überlassen, abreisen, abfahren, gehen, non intercambiabili e pertinenti a una situazione, è molto significativo, come pure quello del verbo inglese To put on, cui corrisponde in tedesco una serie di verbi specifici che sottocategorizzano lessemi con tratti semantici particolari. Esempi: Where may I leave my hat? Wo kann ich meinen Hut lassen? He left his old friends Er verliess seine alten Freunde Leave it to me please! Überlassen Sie es bitte mir! At what time did he leave? Um wieviel Uhr ist er abgereist? She left with her husband’s car Sie fuhr mit dem Auto ihres Mannes ab The train is leaving at ten Der Zug geht um zehn Uhr to put on: coat, gloves, shoes, socks, dress etc. anziehen: Mantel, Handschuhe, Schuhe, Socken. Kleid to put on: hat, crown, wig , mask, glasses etc. aufsetzen: Hut, Krone, Perücke, Maske, Brille etc. to put on: robe. vestment, armour, medals etc. anlegen: Robe, Ornat, Riistung, Orden etc. to put on: tie,scarf, belt etc. umbinden: Kravatte, Kopftuch, Gürtel etc to put on: tie, necklace etc umlegen: Stola, Halsbandetc to put on: ring, brooch etc. anstecken: Ring, Brosche.34 Si noti come sia evidente una certa trasparenza semantica nei verbi tedeschi che è invece assente nei termini generici inglesi. Ad esempio anziehen è usato per indumenti "che si infilano", Aufsetzen lett."porre sopra" è usato per elementi di vestiario "che si appoggiano", umbinden lett."legare attorno" è usato per elementi di vestiario "che si allacciano o si annodano", umlegen lett."posare intorno" è usato per elementi di vestiario "che circondano parti del corpo" come collane, sciarpe ecc.. Il parlante tedesco, a differenza di quello inglese, deve quindi operare continuamente una scelta specifica del verbo adatto a ogni particolare situazione. Ancora una volta l'inglese riunisce più distinzioni semantiche sotto un'unica forma, basandosi sulle condizioni pragmatiche della comunicazione o sul contesto situazionale per la loro identificazione. Lingue come il tedesco, che impongono una stretta selezione di significato, sono lingue le cui relazioni grammaticali di base (soggetto, oggetto, complemento indiretto) sono ben

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differenziate semanticamente, ossia a ogni funzione sintattica corrisponde un ruolo semantico ben preciso. Invece lingue come l'inglese permettono una esempio un complemento locativo o strumentale puo' essere proiettato nella struttura superficiale come soggetto, come si vedrà in seguito. Nell'analisi delle divergenze sintattiche tra le due lingue, Hawkins (1986:37-51) prende in considerazione anche l'ordine delle parole nella frase. L'ordine delle parole in tedesco è più libero di quello inglese, anche se si puo' parlare di libertà relativa, poiché questa interessa solo movimenti di parole interni alla clausola. Hawkins (p.37) cita come esempio la frase Peter gave the gamma book to his brother for Christmas con la traduzione in tedesco: Peter gab zu Weihnachten dem Bruder das Buch e le 24 possibili combinazioni nella posizione dei 4 costituenti. Tutte le 24 frasi risultanti dalla mutazione nell'ordine delle parole, possono essere considerate grammaticalmente corrette, con una accentuazione appropriata del soggetto nel caso esso compaia in posizione finale. Applicando le stesse mutazioni alla frase inglese, quelle che prevedono il posizionamento del soggetto dopo il verbo sono grammaticalmente scorrette e complessivamente solo 10 possibili mutazioni sono considerate accettabili (v.poco più sotto). Secondo l'interpretazione più accreditata, l'ordine fisso in cui si susseguono gli elementi di un enunciato in inglese (S V O) di per sé codifica le relazioni grammaticali di base altrimenti inespresse, data la mancanza di una adeguata morfologia nominale e verbale. La posizione immediatamente prima del verbo è riservata al soggetto, quella immediatamente dopo il verbo all'oggetto diretto . Le permutazioni nell'ordine delle parole sono possibili in una lingua dove la conservazione della distinzione dei casi permette sempre e comunque la codificazione delle relazioni grammaticali. Secondo Keenan (1978:120) esiste in ogni lingua il principio35 in base al quale processi sintattici e morfologici aventi la stessa funzione variano in funzione uno dell'altro: se in una lingua si osserva la presenza di un processo, necessariamente la funzione dell'altro viene meno. Questo principio viene confermato anche dalla teoria di Sapir(1921/69:166-168), che collegava il sincretismo dei casi al graduale stabilirsi dell'ordine delle parole. La relativa rigidità dell'ordine delle parole influisce direttamente sugli aspetti pragmatici. Per lingue come il tedesco le varie possibili combinazioni di parole sono portatrici di valori funzionali a livello pragmatico. Esaminando alcune fra le frasi grammaticalmente corrette derivate dal mutamento nell'ordine delle parole nella frase

1) Peter gab zu Weihnachten dem Bruder das Buch 2) Peter gab dem Bruder zu Weihnachten das Buch 3) Peter eab dem Bruder das Buch zu Weihnachten 4) Peter gab zu Weihnachten das Buch dem Bruder 5) Peter gab, das Buch zu Weihnachten dem Bruder 6) Peter gab das Buch dem Bruder zu Weihnachten 7) Dem Bruder gab Peter zu Weihnachten das Buch 8) Dem Bruder gab zu Weihnachten Peter das Buch 9) Dem Bruder gab Peter das Buch zu Weihnachten; 10) Zu Weihnachten gab Peter dem Bruder das Buch 11) Zu Weihnachten gab dem Bruder Peter das Buch;

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12) Zu Weihnachten gab Peter das Buch dem Bruder; 13) Das Buch gab Peter dem Bruder zu Weihnachten; 14) Das Buch gab Peter zu Wihnachten dem Bruder; 15) Das Buch gab zu Weihnachten Peter dem Bruder.

si osserva che esse , pur essendo equivalenti dal punto di vista semantico, costituiscono vari modi produttivi di strutturare la stessa informazione per riflettere il flusso del "dato" vs quello "nuovo". In inglese invece, dove solo alcune delle possibili frasi derivanti dal mutamento nell'ordine dei costituenti sono grammaticalmente corrette e precisamente:

3') Per gave his brother the book for Christmas; 1') Peter gave for Christmas his brother the book; 6') Peter gave the book to his brother far Christmas 5') Peter gave the book for Christmas to his brother; 4') Peter gave the book for Christmas to his brother; 9') To his brother Peter Bave the book for Christmas 10')For Christmas Peter Bave bis brother the book; 12')For Christmas Peter cave the book to his brother; 14') The book Peter Bave far Christmas to his brother;

13')The book Peter Bave to his brother for Christmas36,

i ruoli pragmatici hanno una parte molto marginale nella struttura sintattica della frase e solo con un opportuno uso di accento e intonazione è possibile evidenziare per scopi comunicativi, un costituente piuttosto che un altro. Anche Comrie (1983) sottolinea come le funzioni pragmatiche dei sintagmi nominali in inglese non siano grammaticalizzate. Ad esempio il fuoco, ossia il frammento di informazione nuova veicolata da una frase, non è il fattore determinante dell'ordine delle parole, come invece avviene in altre lingue, tranne nel caso delle domande parziali in cui l'elemento interrogativo che esprime il fuoco deve stare in posizione iniziale come in Who(m) did Bill see? Oppure nel caso della distinzione tra topic(tema) e comment(rema) che viene. evidenziata in una lingua come il russo, la quale permette una certa libertà nell'ordine delle parole, con l'apposizione della vecchia informazione a sinistra del verbo e della nuova a destra. L'inglese non grammaticalizza lo stato di nuova informazione rispetto all'elemento che è dato per già conosciuto. Infatti, esaminando le due domande: And what about John?: And what about the bike? in cui la scelta del tema da parte dell'interlocutore è obbligata, si osserva che la risposta John sold the bike è pertinente entrambe. Tutt'al più è possibile, sempre nell'ambito di una struttura SVO, l'uso di intonazione e accento per sottolineare la nuova informazione.Ed è appunto utilizzando tali strategie che l'inglese puo' esprimere la distinzione tra affermazioni tetiche e categoriche. Tali concetti sono stati esaminati e definiti da Hans-Jiirgen Sasse (1987) che ha riconosciuto il loro carattere di fenomeno linguistico a tutti gli effetti, trascurando qualsiasi implicazione filosofica che invece stava alla base delle teorie originali proposte da Brentano e Marty37. In inglese la differenza tra espressione tetica e categorica è segnalata dall'intonazione. Quando in una frase composta da soggetto + predicato verbale domina l'accentuazione

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del soggetto come nell'esempio: HARry's coming, viene segnalata una fusione tra l'elemento denotante l'individuo e l'elemento denotante l'evento per cui l'espressione è tipicamente tetica in quanto è sua caratteristica primaria l'essere una forma espressiva unitaria con funzione informativa di un evento, un dato di fatto, una situazione reale o un'entità. Se al contrario entrambi i costituenti presentano accentuazione come in HARry's SINging viene segnalata una separazione tra essi, poiché dapprima viene selezionato, tramite l'accentuazione, un elemento come entità e quindi viene selezionato il secondo elemento che "predica" l'attività del primo, dando luogo quindi a una espressione categorica, caratterizzata cioé da una successione di due fasi:

1° Nominare un'entità. 2° Esprimere un'affermazione su di essa.

Dal momento che sintatticamente le due forme si equivalgono, la scelta da parte del parlante di porre in atto una piuttosto che l'altra, è condizionata dal tipo di informazione che l'ascoltatore si aspetta di ricevere. E il caso dei due annunci emanati da notiziari radiofonici delle morti di Truman e di Johnson comunicate rispettivamente con: TRUman's DIED (espressione categorica) e JOHNson's died eventi insoliti o inattesi: HARry's coming; affermazioni generiche: The DInosaur became extinct; descrizioni di sfondo38: NIGHT is coming; espressioni di tempo atmosferico: The SUN is shining; affermazioni inerenti a parti del corpo: My TOOTH hurts. L'accentuazione del soggetto non è l'unica strategia utilizzata per la resa delle espressioni tetiche in inglese. Le frasi con there,, infatti, sono tipicamente tetiche, in quanto introducono un'entità, generalmente un SN indefinito, come in There was a king, ma non comunicano alcuna informazione su di essa. Inoltre non occorrono quando il loro soggetto si riferisce a un'entità precedentemente menzionata. In italiano le espressioni tetiche sono caratterizzate dall'inversione del soggetto come in Arriva Fabrizio oppure Soffiava un vento caldo e fiacco. Come l'italiano, numerose altre lingue che solitamente presentano l'ordine basico SV, utilizzano l'inversione per esprimere affermazioni tetiche. Tali strategie vengono utilizzate dopo una domanda del tipo Che successe? , in esclamazioni, in frasi con funzione presentativa o in qualsiasi momento del discorso sia necessario offrire un insieme globale dello stato di fatto. Tornando al problema dell'ordine delle parole, la causa del fissarsi del verbo inglese nella posizione tra soggetto e oggetto è stato motivo di grande discussione tra i linguisti. Uno dei movimenti di deriva della lingua inglese individuati da Sapir (1921/1969) riguarda appunto la tendenza ad avere posizioni stabilite nella frase, determinate dalle relazioni sintattiche delle parole. Egli sostiene che il sincretismo dei casi è stato il fattore dominante che ha influenzato l'ordine fisso inglese SVO, poiché con la perdita della flessione, le relazioni grammaticali di base dovevano obbligatoriamente venir espresse tramite l'ordine delle parole e la posizione del verbo che si fissa a destra del soggetto e a sinistra dell'oggetto diventa punto di riferimento rispetto a tali relazioni grammaticali. Hawkins, cosi' come altri linguisti, non condividono pienamente la teoria di Sapir, ma sostiene che, pur essendo stato il ruolo del sincretismo dei casi sicuramente importante nella riduzione graduale della libertà di posizione delle parole, esso non puo' venir

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considerato come l'artefice principale dello stabilirsi del verbo nella sequenza SVO. Hawkins (1986:49) infatti afferma che possono esistere lingue OV con sistema di casi, lingue VO con sistema di casi, lingue VO senza sistema di casi. Il passaggio dell'antico inglese da lingua OV con sistema di casi a lingua VO senza sistema di casi, potrebbe quindi essere avvenuta attraverso la fase intermedia di lingua VO con sistema di casi ed essere percio' il sincretismo dei casi successivo o contemporaneo allo stabilirsi del verbo nella posizione VO. Tuttavia sebbene la spinta verso lo stabilirsi dell'ordine SVO in inglese abbia potuto realizzarsi indipendentemente dal sincretismo dei casi, sicuramente tale deriva è stata senz'altro favorita dal progressivo livellamento tra il caso soggetto e il caso oggetto. Hawkins (1986:53-73) si sofferma, in un capitolo successivo, sull'esame delle relazioni grammaticali di base.La classe. dei soggetti e degli oggetti diretti in inglese è notoriamente molto ampia. Una relazione grammaticale puo' essere associata a una vasta gamma dì ruoli semantici. Comrie (1983:11.'114) propone l'esempio di quattro frasi in inglese in cui la relazione grammaticale soggetto riveste funzione rispettivamente di agente, paziente, strumento ed esperiente: John hit Mary: Mary was hit by John; The stone hit John; John saw Mary. A sua volta Hawkins, nel confronto linguistico con il tedesco, osserva che numerosi sintagmi nominali che nella struttura superficiale inglese compaiono come soggetto od oggetto, non svolgono lo stesso ruolo in tedesco. In questa lingua, infatti, solo i sintagmi nominali oggetto retti da verbi che richiedono l'accusativo permettono la costruzione passiva diventando soggetto. Es.: Ich liebe ihn - Er wird geliebt e non quelli che dipendono da verbi reggenti il dativo . Es.: Er half ihm - Ihm wurde geholfen. Lo stesso vale per una costruzione tipica dell'inglese quale la cancellazione del sintagma nominale equivalente: Er hofft,geliebt zu werden; *Er hofft. Geholfen zu werden.39 L'inglese non presenta questa distinzione tra complementi, per cui in entrambi i casi I love him, e He helped him il sintagma nominale oggetto him viene proiettato nella struttura superficiale come soggetto he in he is loved e he was helped e può subire l'applicazione della cancellazione del sintagma nominale equivalente: He hopes to be loved; He hopes to be helged. Quindi la classe degli oggetti diretti in inglese è molto più ampia di quella tedesca, in quanto essa comprende sia i sintagmi nominali in dativo che i sintagmi nominali in accusativo del tedesco. Questa differenza tra inglese e tedesco ha conseguenze anche semantiche. Verbi indicanti uno stato o un'azione che investe un ricevente oppure inclinazione o avversione, piacere o dispiacere, generalmente reggono il caso superficiale dativo e infatti in tedesco a verbi che rivestono tali ruoli semantici sistematicamente viene assegnato il dativo: Ich gab ihm (dat.) den Brief; Ich danke meinem Freund (dat.); Er hilft mir (dat.) bei der Arbeit; Sie antwortete ihrer Mutter (dat.) Invece l'inglese tende a unificare in una comune struttura superficiale le differenti funzioni semantiche profonde (agente, strumentale, dativo, oggetto, locativo) per cui la traduzione inglese delle medesime frasi sarà: I give him the letter;

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I thank my friend: He helps me with the work; She answered her mother. II valore di oggetto diretto superficiale in inglese è quindi semanticamente meno specifico che in tedesco, dove l'oggetto diretto deve necessariamente essere in rapporto di opposizione polare al soggetto. Nelle frasi tedesche: Er liest das Buch; Der Lehrer kennt schon seine Schüler; Er begrüsst seinen Gast; Sie fragt Hans nach dem Weg , das Buch, seine Schüler, seinen Gast e Hans, sono direttamente investiti dall'azione espressa dal verbo. Anche per i soggetti la classe sintattica relativa in inglese è più ampia rispetto al tedesco. Infatti a costruzioni tedesche dove il ruolo semantico di chi è affetto dall'azione espressa dal verbo è svolto dal dativo o dall'accusativo (es. mir ist warm, mich frier ) corrispondono costruzioni inglesi dove all'esperiente è assegnato lo status di soggetto al nominativo: I am warm; I am freezing. Esiste quindi una certa differenza nella gamma semantica di soggetto tra inglese e tedesco.Molti casi di formazione del soggetto che sarebbero possibili in inglese sono giudicati non grammaticali in tedesco. Ad esempio: Thig hotel forbids dogs ; My guitar broke a string; The book sold 10.000 copies, This tent sleeps four; Our plains have to start afre. L'inglese quindi fa rientrare nella categoria dei soggetti anche sintagmi con funzione strumentale: These ingredients will bake four cakes; locativa: Portugal is cold and rainv, di dativo: John wounded his leg in the war e temporale: Tomorrow will, be rather cold and showerv in most places. A un soggetto inglese non agentivo corrisponde di solito una frase preposizionale in tedesco, peraltro possibile anche in inglese, previa accentuazione del soggetto.

Berlin will again be very hot; In Berlin wird es wieder sehr heiss sein; In Berlin IT will again be very hot; The tunnel was seeping water from its roof; Im Tunnel sickerte Wasser durch die Decke; In the tunnel WATER was seeping through the roof.

Le relazioni grammaticali di base, soggetto e oggetto diretto, sono semanticamente espresse in modo diverso in inglese e in tedesco e la causa di questa divergenza è la perdita del sistema dei casi in inglese. Infatti le modificazioni morfologiche della parola usate per esprimere la relazione sintattica con il resto dell'enunciato, caratteristiche di un sistema di casi, esprimono una grande varietà di ruoli semantici per cui il ruolo strumentale finale, obliquo, di paziente o di esperiente, sono già rappresentati dai casi. Il proiettare nella struttura superficiale tanti ruoli semantici in un'unica forma, porta a una grande ambiguità strutturale, come è già stato visto per la morfologia o per l'ordine delle parole.La caratteristica di disporre di una serie di processi sintattici che servono a rendere disponibile la stessa relazione grammaticale per un certo numero di ruoli semantici è evidente nelle particolari costruzioni denominate raising structures, 'strutture di sollevamento', che anche Hawkins (1986:75-85) prende in

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esame.Tali strutture prevedono che un ruolo espresso come soggetto od oggetto di una frase incassata vengano innalzati nella frase matrice a oggetto o soggetto. Un esempio di innalzamento di soggetto a soggetto è John seems Ø to be ill dove Ø indica la posizione originaria del soggetto nella struttura profonda. II tedesco apparentemente presenta in strutture superficiali una forma simile a quella inglese in Johann scheint krank zu sein, ma tale formazione non è da considerarsi una vera e propria regola di elevazione a soggetto in quanto è possibile avere forme in cui il costituente sollevato non è soggetto: Ihm scheint geholfen zu werden; An dem Wagen scheint noch gearbeitet zu werden a cui peraltro corrispondono strutture innalzate in inglese: He seems to be helped; The car seems still to be worked on. In tedesco quindi esistono poche possibilità di formazione di tali strutture mentre in inglese, dove compaiono verbi quali begin. continue. cease. Prove. tend. be art, be liable, sono possibili le strutture di innalzamento. In inglese esiste anche la regola di innalzamento di soggetto a oggetto, che permette a un soggetto di una frase subordinata di essere espresso come oggetto diretto di una principale: I believe John to be ill [I believe John (Ø to be ill)] la cui resa letterale tedesca è completamente agrammaticale poiché non è possibile in tale lingua una forma simile. L'ultima regola di sollevamento riguarda la promozione di oggetto a soggetto evidente nella frase Linguistics is easy to. studv [Linguistics is easy (to study Ø)]. Una struttura di tale tipo è possibile anche in tedesco, ma solo con leicht, pinfach, t;chwer., schevierig. interessante solo quando il sintagma nominale oggetto sta in rapporto diretto con il verbo, mentre in inglese l'innalzamento è possibile sia per i complementi diretti che per gli indiretti. He is easy to convince: Er ist leicht zu überzeugen; The boy is easy to work with; * Der Junge ist leicht mit zu arbeiten The book is easy far me to force Harrv to read Das Buch ist leicht fiir mich Heinrich zu lesen zu zwinaen; Mary is homely to look at; Givón (1990: 767-778) tenta di dare una spiegazione semantica alle strutture di sollevamento, basandosi anche sugli studi di Postal (1974) e affermando che esse solitamente occorrono, rispetto alle varianti non sollevate, quando l'esperiente della clausola principale è stato coinvolto in prima persona o ha avuto contatto diretto con l'oggetto della clausola subordinata: It struck me that Julius Caesar was honest (non soll.) Julius Caesar struck me as honest (soll.) She saw that he had left (non soll.) She saw him leave (soll.) Givón attribuisce inoltre alle strutture di sollevamento valore pragmatico. Egli afferma infatti che i referenti "sollevati" sono messi maggiormente in risalto rispetto ai corrispettivi non sollevati e aggiunge che il sollevamento a soggetto è più produttivo, per la tematizzazione, rispetto al sollevamento a oggetto. L'interpretazione di queste strutture di superficie, come sottolinea Hawkins (1986:79-82), implica necessariamente l'andare oltre il senso che assumerebbero se si considerassero i sintagmi nominali nell'ambito della clausola principale. Occorre sempre interpretare i sintagmi nominali innalzati come appartenenti alla clausola incassata. Nella frase The noise ceased to get on his nerves non ci si puo' fermare interpretando The noise ceased

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ma bisogna considerare la clausola subordinata. Non è il caso invece della costruzione denominata "Cancellazione del sintagma nominale equivalente" (Equitype structure) nella quale il soggetto della frase subordinata e il SN della frase principale sono coreferenti, a prescindere dal loro ruolo semantico: John wants to be ill; I persuaded John to visit the doctor. In queste frasi il soggetto o l'oggetto diretto superficiali sono interpretati come argomenti sia della frase in cui operano sia della proposizione incassata. Così nella prima frase John è sia argomento di want che di be ill e nella seconda frase John, è sia l'argomento di persuade che di visit. Le regole di sollevamento in genere quindi sono molto produttive per l'inglese e ciò vale per tutti i movimenti esterni alla clausola. L'analisi delle differenze che Hawkins rileva tra inglese e tedesco lo porta a una generalizzazione importante: i contrasti tra le due lingue seguono una linea comune. Esistono cioé determinate e precise relazioni tra la maggior parte delle strutture divergenti. L'uniformità nelle divergenze puo' essere ricondotta al rapporto tra forma e significato. Infatti dove le grammatiche inglese e tedesche contrastano, le strutture morfologica e sintattica superficiali del tedesco sono in stretta corrispondenza con il significato sottostante. In inglese invece compare maggior ambiguità nelle strutture superficiali, con l'effetto di un eccessivo raggruppamento, sotto stesse forme superficiali, di differenti tipi semantici, dove invece in tedesco c'é corrispondenza più stretta tra forma e significato.In inglese c'é minor corrispondenza tra la struttura superficiale della frase e quella profonda che contiene tutta l'informazione semantica. L'inglese spesso permette che elementi fondamentali della frase occupino una posizione nella struttura superficiale che non è loro pertinente semanticamente. Ciò risulta evidente dall'uso abbondante di strutture di innalzamento. Inoltre l'inglese rimuove con facilità dalle strutture superficiali, elementi che sono presenti anche nella struttura profonda. Abbiamo quindi notevole uso di cancellazione di sintagmi nominali da strutture superficiali alle quali essi appartengono semanticamente come nel caso di frasi quali: He went through the tunnel and out of the tunnel comunemente resa come He went through and out of the tunnel, mentre in tedesco l'unica forma possibile è Er ring durch den Tunnel und aus dem Tunnel. Inoltre, mentre l'inglese cancella il pronome anaforico di rinvio al contenuto della frase precedente come nel caso di I know that he has passed the exam. but he doesn't, il tedesco lo mantiene : Ich weiss dass er das Examen bestanden hat. aber er weiss es nicht. Quindi il tedesco tiene in rapporto più stretto struttura di superficie e rappresentazione semantica con conseguente minor ambiguità, minor manipolazione di argomenti e predicati e minor uso di cancellazione rispetto all'inglese. Il tipo di spiegazione comunemente proposto per giustificare questi contrasti tra le due lingue è stato il sincretismo morfologico, poiché il sincretismo automaticamente crea grande ambiguità nella morfologia stessa, producendo fenomeni quali l'ordine fisso delle parole e la decadenza delle distinzioni semantiche nelle relazioni grammaticali di base. I parlanti inglese devono quindi costantemente estrapolare il significato dalla forma, escludendo sistematicamente le interpretazioni inappropriate da forme superficiali ambigue seppur certamente più semplici sotto il profilo grammaticale, rispetto a quelle tedesche.

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CAPITOLO 4 TESTI A CONFRONTO: INGLESE – ESPERANTO PREMESSA Dall'analisi comparata delle due versioni, quella originale inglese e quella tradotta in esperanto, dei brani indicati in introduzione40 emergono alcune differenze sostanziali che interessano più aree grammaticali. Le variazioni riscontrate non sono casuali ma ricorrono con una certa regolarità, tanto da poter proporre alcune generalizzazioni di tipo descrittivo. L'occorrenza in esperanto di fenomeni linguistici simili tra loro e contrastanti la struttura inglese corrispondente è significativa se posta in rapporto al fatto che in tutti gli scrittori esperantisti di cui si sono esaminate le traduzioni, si sono riscontrate le medesime peculiarità sintattiche, pur essendo stato possibile accertare con sicurezza la nazionalità e la L1 solamente di due di essi : William Auld e Alec Venture41 entrambi di nazionalità e di L’inglese, in quanto iscritti come delegati all'Esperanto Asocio de Britujo e quindi citati nello "Jarlibro 1991"(p.i69/177), annuario mondiale degli esperantisti42. Verranno confrontate le due lingue alla luce dei parametri individuati nel capitolo precedente, estendendo quindi lo studio dei fenomeni di variazione linguistica introdotto da Hawkins (1986), al confronto tra una lingua naturale e una lingua artificiale quale l'esperanto. § 1 ORDINE DELLE PAROLE Come abbiamo visto l'ordine dei costituenti della frase in inglese è fondamentalmente fisso nella sequenza SVO, considerando l'ordine delle parole nelle proposizioni principali

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dichiarative, più basico di quello di altri tipi di frase più marcati43 Per quanto riguarda l'esperanto invece il problema è complesso. Janton (1988:67-68) afferma che la distinzione morfologica -n . dell'accusativo permette una notevole libertà nella disposizione dei costituenti della frase e che, pur essendo l'ordine SVO quello dominante, viene lasciata libera agli esperantisti la possibilità di conformare la struttura della frase in esperanto a quella della propria L1, a condizione che la chiarezza e la semplicità del testo non vengano sacrificate. Anche Migliorini (1986:93) sottolinea la totale libertà nell'ordine delle parole precisando comunque che se non è necessario evidenziare un elemento particolare della frase, viene seguito solitamente l'ordine SVO. Wells (1978:41) e Malovec (1988:79) condividono la teoria emergente dalle grammatiche consultate: libertà teorica nell'ordine dei costituenti ma ordine dominante SVO. In effetti è impossibile trovare una lingua naturale che (Cfr.Siewierska 1988:1) poiché in molte lingue, il cui ordine delle parole è stato spesso definito libero, si è trovato che comunque uno degli ordini era più basico degli altri44 Anche l'esperanto quindi sembrerebbe comportarsi come una lingua naturale. Confrontando le due versioni dei brani esaminati, quella originale inglese e quella tradotta in esperanto prendendo in considerazione frasi principali stilisticamente neutre, indipendenti, con verbo all' indicativo in cui il soggetto è un SN definito, agentivo e animato e l'oggetto è un SN definito, paziente e il verbo rappresenta una azione, non uno stato o un evento, secondo la definizione proposta da Siewierska (1988:8), emerge che l'ordine basico è SVO:

(1.1) The March Hare had just upset the milk-jug into his plate AMTP p.66 r.26 (1.2) La Marta Leporo ĵus renversis la laktokruĉon sur sian teleron AMTP p.268 r.15/16

"La Marzolina Lepre appena verso' la brocca del latte sul suo piatto"45 (1.3) ..Holmes pushed back the frill of black lace TSB p.45 r.30/31 (1.4) ..Holmes reŝovis la falbaleton el nigra pasamento TSB p.312 r.16

" Holmes sollevo' la trina di nero pizzo" (1.5) My companion noiselessly closed the shutters TSB p.61 r.8/9 (1.6) Mia kunulo senbrue fermis la ŝutrojn TSB 323-33 1 24647

"II mio compagno silenziosamente chiuse le imposte" (1.7) Aunt Kate drew Gabriel aside hurriedly TD p.131 r.14 (1.8) Onklino Kanio rapide flankentiris Gabrielon TD p.375 r.16

" Zia Kate rapidamente tiro' da parte Gabriel" Nei brani in esame tutte le proposizioni con le caratteristiche sopra citate presentano indistintamente l'ordine SVO. L'esperanto rientra quindi nella categoria di lingue con caratteristiche designate

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dall'universale 1 di Greenberg (1966/1976:119), le quali cioé presentano, in frasi dichiarative con soggetto e oggetto nominali l'ordine dominante in cui il soggetto precede l'oggetto. Considerando invece un campione di 100 proposizioni principali48 e verificando l'ordine relativo del SN oggetto e del SN soggetto rispetto al verbo, includendo tra i SN anche i pronomi personali, si è osservata la seguente diversa occorrenza dell'ordine delle parole: ordine SVO 73 frasi ordine SOV 17 frasi ordine OSV 7 frasi ordine OVS 3 frasi ordine VOS 0 frasi ordine VSO 0 frasi (vd. Tabella 1) In esperanto quindi l'ordine basico SVO è anche l'ordine dominante in quanto è statisticamente prevalente. Per quanto riguarda l'ordine lineare SOV, si è osservato che esso occorre nella maggioranza dei casi quando il SN oggetto è costituito da pronomi. Esempi:

(1.9) He did not examine it TMB p.93 r.10 (1.10) Li ĝin ne49 ekzamenis TMB p.281 r.23

"Egli esso non esaminò" (1.11) I was always sorry for them TMB p.97 r.112 (1.12) Mi ĉiam ilin kompatis TMB p.284 r.20

"io sempre loro compatisco" (1.13) Sherlock Holmes ran her over TSB p.36 r.10 (1.14) Sherlock Holmes ŝin detale esploris TSB p.306 r.14 50"

Anche gli avverbi di negazione precedono l'unità grammaticale che determinano (Malovec 1988:80) Anche in questo caso l'avverbio precede il verbo e non viene separato da esso nella sequenza SOAvvV.

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Sherlock Holmes la dettagliatamente osservo' (1.15) ..it has awakened me TSB p.41 r.28

(1.16) tio min vekadas TSB p.309 r.2951

"cio me sveglia" (1.17)..you have heard it TSB p.41 r.31 (1.18) ..vi ĝin aŭdis TSB p.309 r.31

"tu esso udisti" (1.19) I have traced her TSB p.48 r.20 (1.20) Mi ŝin spuris TSB p.314 r.17

"Io lei ho seguito" (1.21) You put me off TSB p.48 r.28 (1.22) Vi min deflankigas TSB p.314 r.23

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"Tu mi sconcerti" (1.23) She had preceded him TD p.125 r.14 (1.24) Ŝi lin antaŭiris TD p.371 r.26

"Ella lo precedette" (1.25) Gabriel had known her TD p.125 r.18 (1.26) Gabrielo ŝin konis, TD p.371 r.29/30

"Gabriel la conobbe" (1.27) The man in the hotel cooked it TD p.144 r.24/25 (1.28) La kuiristo en la hotelo ĝin kuiris TD p.383 r.18/19

Il cuoco nell'hotel lo cucino' Anche in esperanto quindi, come in molte altre lingue,52 l'ordine dei pronomi è diverso da quello degli altri SN53 L'inglese invece, pur ponendo, nel caso dei pronomi personali la distinzione tra soggetto e complemento e quindi sarebbe teoricamente possibile sfruttare un ordine delle parole diverso da SVO, mantiene lo stesso ordine dei costituenti. L'ordine SOV in esperanto è stato riscontrato anche nel caso in cui il SN oggetto è un pronome dimostrativo, e quindi, come i pronomi personali, definito, oppure nel caso in cui esso sia un pronome indefinito. Esempi:

(1.29) He does not say so TSB p.37 r.29 (1.30) Li tion ne diras TSB p.309 r.2954

"Egli cio' non dice" (1.31) I doubt it strongly TD p.155 r.5/6 (1.32) Mi tion forte dubas TD p.389 r.30/31

"Io cio' fortemente dubito" (1.33) He knows nothing TMB p.98 r.27 (1.34) Li nenion scias TMB p.285 r.26

"Egli nulla sa" (1.35) ..the doctor never ordered anything of the kind TD p.133 r.-9/10 (1.36) ..la kuracisto nenion tian preskribis TD p.376 r.22/23

"Il medico nulla di simile prescrisse"

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§ 2 ORDINE DELLE PAROLE E FUNZIONI PRAGMATICHE DEI SINTAGMI NOMINALI L'occorrenza dell'ordine delle parole in cui il SN oggetto compare in posizione iniziale (OSV e OVS) è stata riscontrata nei casi in cui un costituente oggetto della frase viene evidenziato in quanto portatore di informazione nuova (fuoco) o in quanto punto di partenza noto di un enunciato (tema)55 Siewierska (1988:65) osserva che la posizione solitamente occupata dal soggetto nella sequenza SVO è la localizzazione più comune per il topic (tema) mentre quella che solitamente spetta all'oggetto diretto viene riservata al fuoco. L'inglese, non potendo permettere un ordine delle parole diverso da SVO, tende a soggettivizzare l'elemento che funziona da tema e a evidenziare nella lingua parlata, a livello di intonazione, l'elemento con funzione di fuoco. Nelle traduzioni in esperanto si sono riscontrati casi in cui sia il tema che il fuoco occupavano la medesima posizione iniziale nell'ordine lineare della frase, con le realizzazioni del tipo OSV e OVS. Nel caso dei testi presi in esame occorre precisare che la tematizzazione e la focalizzazione avvengono spesso a livello soggettivo, ossia in base a quanto il traduttore ha ritenuto di interpretare dalla sua analisi del testo originale inglese, specialmente quando dal contesto non sono facilmente individuabili i due diversi ruoli. Come sottolinea anche Comrie (1983:101) è importante evidenziare che vengono osservate le relazioni che legano i SN argomento ai loro predicati e non le proprietà inerenti dei SN56. Si potrebbero considerare esempi di tematizzazione:

(2.1) I don't see any wine AMTP p.60 r.16 (2.2) Vinon mi ne vidas AMTP p.263 r.11

" Vino io non vedo" La frase è preceduta nel testo dall'invito Have some wine AMTP p.60 r.13, Prenu vinon AMTP p.263 r.10, "Prendi del vino"

(2.3) .I recall the case TSB p.37 r.12 (2.4) .la kazon mi memoras TSB p.307 r.3

"il caso io ricordo" Poco prima si è parlato della S.ra Farintosh che fu aiutata da Sherlock Holmes nella soluzione di un caso particolarmente difficile. In questa affermazione si prende come punto di partenza il costituente "Farintosh",la kazon, già noto, per fornire l'informazione nuova mi memoras, "io ricordo".

(2.5) The name is familiar to me TSB p.38 r.4/5 (2.6) La nomon mi konas TSB p.307 r.23

"Il nome io conosco"

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(Riferito al nome Roylotts of Stoke Moran). (2.7) we don't keep a cat TSB p.55 r.34 (2.8)katon ni ne posedas TSB p.319 r.26

"un gatto noi non teniamo" (In risposta a There isn't a cat in it for example? TSB p.55 r.30, Ne troviĝas kato en ĝi. ekzemple? TSB p.319 r.22)57 "Non si trova un gatto in esso per esempio?"

(2.9) You sueak of danger TSB p.58 r.28 (2.10) Danĝeron vi mencias TSB p.322 r.2

"Pericolo voi citate" (Preceduto poco prima nel testo da There is a distinct element of danger TSB p.58 r.22/23, Troviĝas klara elemento de danĝero TSB p.321 r.29) In questo caso si noti la posizione del verbo prima del soggetto, strategia utilizzata dall'esperanto per la resa degli enunciati tetici (Si veda §D3). Le interrogative si comportano, per l'ordine dei costituenti, come gli altri tipi di proposizioni indipendenti.

(2.11) We don't want any light TD p.175 r.10 (2.12) Lumon ni ne volas TD p.403 r.16

"Luce noi non vogliamo" (Nella frase precedente il portiere dell'albergo si scusava per la mancanza della luce elettrica). Negli esempi considerati, l'elemento preso come punto di partenza dato, di cui si parla (tema), sul quale viene apportata una informazione nuova, era già stato introdotto in precedenza; nei casi seguenti, invece, il costituente che veicola il frammento di informazione nuova (fuoco) compare per la prima volta nella frase in esame e si rivela un punto di estrema importanza nel contesto, per lo sviluppo successivo del discorso. Anche in questo caso si è riscontrato l'ordine OSV con il SN oggetto "fuoco" in posizione iniziale.

(2.13) she said this TM B p.94 r.28 (2.14) ĉi tion ŝi diris TMB p.282 r.28/29

"proprio questo ella disse" (2.15) There are a thousand details which I should desire to know TSB p.46 r.7/8 (2.16) Mil detalojn mi volus ekkoni TSB p.312 r.24

"Mille dettagli io vorrei conoscere" (2.17) I saw nothing remarkable TSB p.58 r.28

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(2.18) Nenon eksterordinaran mi vidis TSB p.322 r.6

"Niente di straordinario io vidi" (2.19) I could not hear a sound TSB p.61 r.30/31 (2.20) Nenian sonon mi povis aŭdi TSB p.324 r.11

"Nessun suono io potei udire" (2.21) But I saw nothing TSB p.62 r.23 (2.22) Sed nenion mi vidis TSB p.324 r.31

"Ma nulla io vidi" Solo in due casi si è trovato l'ordine OVS:

(2.23) It unnerved him to think TD p.145 r.22 (2.24) Lin senfortiĝis la penso TD p.383 r.35/36

"Lo snervo' il pensiero" (2.25) A shameful consciousness of his own Derson assailed him TD p.179 r.2/3 (2.26) Lin atakis hontiga konscio pri lia propra persono TD p.406 r.17/18

"Lo assalì una vergognosa consapevolezza della sua stessa persona" In entrambi i casi (2.23/24) e (2.25/26) il SN oggetto è costituito da un pronome personale.Non è possibile comunque effettuare una generalizzazione in questo caso poiché gli esempi sono tratti dallo stesso brano The Dead, tradotto da Venture, mentre in un altro testo si è trovata una realizzazione del tipo VOS in cui il SN oggetto era ugualmente un pronome personale:

(2.27) A vague feeling of impending misfortune impressed me TSB p.42 r. 13/14 (2.28) Premis min malprecisa sento de minacanta katastrofo TSB p.310 r.9/10

"Opprimeva me un indefinito senso di incombente disgrazia" Potrebbe essere un'eccezione dovuta alla presenza di un costituente pesante come SN soggetto ma il confronto con (2.25) e (2.26) dove si ritrova similmente un SN soggetto composto da sei elementi, esclude tale ipotesi. A dimostrazione di quanto precedentemente osservato riguardo alla scelta soggettiva da parte del traduttore esperantista dell'elemento da porre in risalto in una proposizione, si possono trovare esempi in cui il fuoco non viene evidenziato in posizione iniziale. Ad esempio nel caso della risposta:

(2.29) Thev lived on treacle AMTP p.65 r.19 (2.30) Ili manĝis melason AMTP p.267 r.13

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"Esse mangiavano melassa" preceduta dalla domanda What did they live on? AMTP p.65 r.17, Kion ili manĝis?AMTP p.267 r.12 " Cosa mangiavano?", il fuoco che in esperanto è costituto da un SN oggetto, melason, non viene posto in rilievo Così nel caso di:

(2.31) I see a white man TD p.174 r.1 (2.32) ..mi vidas blankan viron TD p.402 r.13

"Io vedo un bianco uomo", in cui il fuoco blankan viron non è stato posto in prima posizione e in entrambe le lingue viene seguito l'ordine SVO. Comrie (1983:100) sottolinea come l'inglese, pur non grammaticalizzando il tema o il fuoco, presenti alcuni tipi limitati di essi che possono essere grammaticalizzati, spostando ad esempio, per la tematizzazione, SN con funzione di tema all'inizio della frase come in John. I know,in uso specialmente nella lingua parlata. Nei testi esaminati si è trovato il caso di The rest you will leave in our hands TSB p.57 r.19, tradotto in esperanto come: En miaj manoi vi lasos la ceteron TSB p.321 r.2 "Nelle mie mani voi lascerete il resto". Si è osservata inoltre la particolare costruzione As for x che introduce il tema della frase, nell'esempio:

(2.35) As for the system itself I never understood it TMB p.90 r.16, reso in esperanto con: (2.36) La sistemon mem mi nek tiam komprenis TMB p.279 r.12 " "Il sistema stesso io né allora compresi".

Per quanto riguarda il fuoco, invece, è possibile trovare costruzioni con It's x that.. come: It's that one over there that I know, peraltro non incontrate nei testi in esame. § 3 ENUNCIATI TETICI Come è stato esposto nel capitolo precedente, l'inglese utilizza determinate strategie quali l'uso di accento e intonazione o la costruzione di frasi con there per sottolineare la distinzione tra enunciati tetici e categorici. L'esperanto utilizza, come molte altre lingue58 un differente ordine delle parole, collocando il verbo in prima posizione per esprimere enunciati tetici. Tra le espressioni tetiche incontrate nei testi, si è osservato che prevalgono in inglese le forme con there. Sasse (1987) sottolinea come queste costruzioni svolgano funzione presentativa, introducendo cioé un'entità che verrà ripresa in seguito nell'ambito del discorso. Tale caratteristica non è invece solitamente espletata tramite la sola accentuazione del soggetto59. Quando il soggetto è indefinito e sono quindi possibili entrambe le soluzioni come in AMAN is coming e there is a man coming , la funzione presentativa è svolta dalla seconda forma che viene pertanto utilizzata a scopi introduttivi nei testi narrativi in esame. L'esperanto utilizza indifferentemente sia per la resa delle costruzioni con there che per quella degli altri enunciati tetici, l'ordine VS.

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Si sono osservati alcuni tra i domini semantici più ricorrenti quali: descrizioni di sfondo

(3.1) ..a Dormouse was sitting between them AMTP p.60 r.3 (3.2) ..inter ili sidis Dormomuso AMTP p.263 r.2 " tra loro sedeva un Ghiro" (3.3) ..there were men and boys singing TMB p.92 r.15/16. (3.4)..kanti60 viroj kai knaboj TMB p.280 r.38/39 "cantavano uomini e ragazzi" (3.5) About nine o'clock the light among the trees was estinguished TSB p.60 r.6/7 (3.6) Ĉirkaŭ la naŭa estingiĝis la lumo inter la arboj TSB p.323 r.9 "Circa alle nove svani' la luce tra gli alberi" (3.7)..and some couples carne out TD p.131 r.13/14 (3.8)..kai elvenis kelkaj paroj TD p.375 r.15/16 "e vennero alcune coppie" (3.9) There was grace and mistery in her attitude TD p.168 r. 12 (3.10) Troviĝis en sia sinteno ia gracieco kai mistereco TD p.398 r. 15/16 "Si trovava nel suo atteggiamento grazia e mistero" Eventi inattesi o insoliti: (3.11) ..the conversation dropped AMTP p.61 r.29/30 (3.12) ..ĉesis la konversacio AMTP p.264 r.11112 "cesso' la conversazione" (3.13) A series of disgraceful brawls took place TSB p.39 r.22/23 (3.14) Okazis serio da hontindaj interbatigoj TSB p.308 r.17 "Avvenne una serie di terribili disgrazie" (3.15) Julia went there TSB p.40 r.22 (3.16) Tie vizitis Julia TSB p.398 r.42 "Là andò Julia" (3.17) Mr Clancy is coming TD p.141 r.13 (3.18) Venos sinjoro Clancy TD p.381 r.3 "verrà il signor Clancy" (3.19) Mr.Browne came in from the doorstep TD p.163 r.16/17 (3.20)..envenis de sur la perono sinjoro Browne TD p.395 r.11/12

"venne da sopra il pianerottolo il signor Browne" E' da notare che in questi casi gli enunciati con there sono in minor occorrenza

poiché non introducono propriamente un'entità ma descrivono genericamente una situazione reale o un evento.

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Espressioni i esistenziali o presentative (3.21)..there were three little sisters AMTP p.65 r.14 (3.22) ..vivis tri fratinetoj AMTP p.267 r.9 "vivevano tre sorelline" (3.23) There's no such thing AMTP p.66 r.6 (3.24) Ne ekzistas tiaj AMTP p.268 r.1 "Non esistono tali cose" (3.25) ..there were beautiful old trees TMB p. 91 r.34 (3.26) ..staris belai malnovai arboj TMB p.280 r.17 "esistevano bei vecchi alberi" (3.27) ..there was no music in the country TMB p.92 r.17 (3.28) .ne ekzistis en la lando tia muziko TMB p.280 r.40 "non esisteva nel paese tale musica" (3.29) ..there was hardly anyone there TMB p.92 r.34/35 (3.30) tie troviĝis preskaú neniu, TMB p.281 r.8 "là (si) trovava quasi nessuno" (3.31)..there's a cheetah and a baboon TSB p.55 r 34.35 (3.32) ..ĉe estas gepardo kay paviano TSB p.319 r.26 "li' (vi) sono un ghepardo e un babbuino" (3.33) But there's such a thing TD p.149 r.8 (3.34) Sed ekzistas tio TD p.385 r.32 "Ma esiste ciò" (3.35) There was a great deal of confusion TD p.152 r.22 (3.36) Estis multe da konfuzo TD p.388 r.10 C'era abbastanza di confusione" Per questo gruppo semantico tutte le frasi nel testo originale inglese presentano le costruzioni con there, mentre l'esperanto, come già detto, utilizza sempre proposizioni enunciative con ordine VS. § 4 RELAZIONI GRAMMATICALI DI BASE La peculiarità della lingua inglese di conferire alla classe grammaticale dei soggetti e degli oggetti diretti la possibilità di veicolare una vasta gamma di ruoli semantici, non si ritrova in misura così ampia in esperanto. Se l'inglese puo' associare la relazione grammaticale soggetto ai diversi ruoli semantici di agente, paziente, strumento ed esperiente, l'esperanto tende a ridurre la discrepanza tra semantica e sintassi. In molti casi dove l'inglese usa un soggetto non agentivo l'esperanto preferisce un non-soggetto. Si è trovato l'esempio della frase inglese: (4.1) My evidence showed that TSB p.44 r.1 che viene resa in esperanto con: (4.2) Laŭ atesto eĉ mia propra TSB p.311 r.8 "Secondo la testimonianza pure mia personale" ; oppure nel caso di (4.3) An inspection of his c air showed me TSB p.65 r.31/32 (4.4) Esplorante lian seĝon, mi konstatis TSB p.326 r.30/31

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"Esplorando la sua sedia io constatai", il soggetto superficiale inglese inspection, con ruolo semantico di strumento viene sostituto dalla forma avverbiale Esplor ant -e. esplorare - V.PART.Pres. -Avv., part. pres. con funzione avverbiale, la cui resa in italiano esplorando è una proposizione implicita con gerundio, con valore temporale. Si è notato che in alcuni casi a soggetti inglesi con valore semantico di esperiente corrispondono SP in esperanto come in: (4.5) ..she liked the review TD p.141 r.8/9 (4.6) ..la recenzo multe plaĉis al ŝi TD p.380 r.30/31 "la rivista molto piacque a lei" (4.7) Lily[..] was literally run off her feet TD p.121 r.1 (4.8) Al Lilia [..] estis preskaŭ forfrotitaj la piedoj TD p.370 r.1 "A Lily erano quasi rovinati i piedi" (4.9) ..this new generation[..]will lack those qualities TD p.159 r.26 p.160 r.1 (4.10) ..al ĉi tiu nova generacio[..] mankos tiui kvalitoj TD p.393 r.5/6 "A questa nuova generazione mancano tali qualità" Peraltro in esperanto non è stata notata, come per il tedesco, la sistematica corrispondenza tra la relazione grammaticale soggetto e il ruolo semantico agentivo, carat teristica per cui il tedesco impiega, per la resa di un soggetto inglese non agentivo, una sintagma preposizionale61. Infatti si sono osservati in esperanto casi in cui soggetti non agentivi rivestono comunque la funzionae superficiale di soggetto. Esempio: (4.11) But a terrible change came over our stepfather TSB p.39 r. 12 (4.12) ,Sed terure ŝanĝiĝis mia vicpatro TSB p.308 r.11 "Ma terribilmente cambio' il mio patrigno" In questo caso, presumibilmente per una scelta stilistica, il traduttore trasforma il SN oggetto della versione originale inglese in un SN soggetto con valore semantico di esperiente, mentre il contenuto se o veicolato dal SN soggetto inglese a terrible change, viene trasferito nel SV terur -e ŝanĝ - iĝ - is terribilm.-Avv cambiare-divenire- V.PASS. Ma la differenza tra inglese ed esperanto per quanto riguarda il rapporto tra la relazione grammaticale soggetto e ruolo semantico, diviene maggiormente evidente nel caso delle costruzioni passive. In inglese nelle frasi passive un paziente viene collocato in superficie nella posizione di soggetto62. . Esempio (4.13) John was killed by Mary. L'esperanto invece tende a investire il SN oggetto del ruolo di paziente, trasformando le costruzioni passive inglesi nella corrispondente forma attiva. Il SN soggetto dell'inglese diviene SN oggetto in esperanto mentre il complemento d'agente, retto da b, diventa soggetto. Esempi:

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(4.14) ..which are sent over to him by a correspondent TSB p.40 r.3/4 (4.15) ..kiujn sendadas al li korespondanto TSB p.308 r.27/28 "che manda a lui un corrispondente" In questo caso il pronome relativo which riferito a Indian animals svolge ruolo di soggetto, mentre in (4.15) kiujn e' chiaramente oggetto diretto come mostra il morfema -n dell'accusativo. (4.16) Mrs Malins was helped [..] by her son and by Mr.Browne TD p.166 r.20 (4.17) Sia filo kay Sinjoro Browne helpis al63 sinjorino Malins TD p.397 r.15 "Suo figlio e il sig.Browne aiutarono alla sig.na Malins" (4.18) they were held up by Mary Jane TD p.155 r.27/28 (4.19) ilin haltigis Maria Johana TD p.390 r.12 "li fermò Mary Jane" 64 (4.20) The horse was whipped up TD p.167 r.21 (4.21) Li vipis la ĉevalon TD p.398 r.3 "Egli frusto' il cavallo" In esperanto è frequente anche la resa delle costruzioni inglesi passive nella forma attiva impersonale, ottenuta mediante l'impiego del pronome indefinito e invariabile oní65. Esempi: (4.22) ..young men were generally induced to enter TMB p.97 r.29 (4.23) ..oni kutime persvadis la junulojn eniri TMB p.284 r.40/41 "Abitualmente si persuadono i giovani ad entrare" (lett. si abitualmente persuadono i giovani ad entrare)" (4.24) Mrs Hudson has been knocked up 66 TSB p.35 (4.25) Oni vekis s-inon Hudson TSB p.305 r.23 "Si sveglio' la signorina Hudson" (4.26) In her right hand was found the charred stump of a match. TSB p.43 r.27/28 (4.27) En sia dekstra mano oni trovis bruligitan alumetstumpon TSB p.311 r.2/3 "Nella sua destra mano si trovo' un carbonizzato fiammifero" (4.28) The walls were carefully sounded TSB p.44 r.5 (4.29) La murojn oni zorge sondis TSB p.311 r.10 "I muri si controllarono attentamente (lett.i muri si attentamente controllarono)" (4.30) A ventilator is made. a cord is hung TSB p.59 r.16 (4.31) Ventolan aDerturon oni kreas, ŝnuron oni pendigas TSB p.322 r.17/18 "Una ventilante apertura si crea, una corda si appende" (4.32) ..the huge pudding was trasferred to the table TD p.390 r.9/10 (4.33) ..oni transmetis la erandegan uudingon sur la tablon67 TD p.390 r.9/10 "si trasportò il grande budino sul tavolo" (4.34) The hall door was closed TD p.168 r.20 (4.35) Oni fermis la eksteran pordon TD p.398 r.22 "Si chiuse la esterna porta" (4.36) ..he was buried in Oughterard TD p.181 r.5 (4.37) ..oni lin enterieis en Oughterard TD p.408 r.2 " Lo si seppellì in Oughterard (lett.si esso seppellì ecc.) Anche le costruzioni passive particolari che non si ritrovano in italiano, come (4.38) ,.I am told TMB p.90 r.21

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(4.39)..oni diras al mi TMB p.279 r.15 (4.40) I had never however yet been asked TMB P.91 r.11112 (4.41) ili ankoraú neniam invitis al mi TMB p.279 r.37 "essi ancora mai chiesero a me", sono presenti in inglese grazie alla tendenza ad unificare in una comune struttura superficiale le differenti funzioni semantiche profonde, caratteristica riscontrata anche per l'oggetto diretto che riveste in questa lingua i diversi ruoli semantici di paziente, ricevente, beneficiario ecc. In esperanto le diverse funzioni semantiche profonde tendono invece ad essere differenziate in superficie, per cui verbi indicanti uno stato o un'azione che investe un ricevente o un beneficiario, i quali solitamente reggono il caso superficiale dativo, come abbiamo visto per il tedesco, vengono seguiti in esperanto da un SP. Esempi: (4.42) I told you. AMTP p.62 r.8 (4.43) Mi diris al vi AMTP p.264 r.18 "Io dissi a te" (4.44) I asked them TMB p.90 r.3 (4.45) Mi demandis al ili TMB p.279 r.2 "Io domandai a loro" (4.46) I had to give him TMB p.93 r.5 (4.47) Mi devis doni al li TMB p.281 r.20 "Io dovetti dar a loro" (4.48) They soon joined me TMB p.93 r.22 (4.49) Ili baldaú aliĝis al mi TMB p.281 r.33 "Essi presto si unirono a me" (4.50) They did not please me TMB p.96 r.23/24 (4.51) Tiuj ĉi ne plaĉis al mi TMB p.284 r.4 "Quei tali non piacevano a me" (4.52)..that may help us in TSB p.37 r.20 (4.53)..kio povus helpi al ni TSB p.307 r.9 "cio potrebbe aiutare a noi" (4.54)..he married my mother TSB p.38 r.29 (4.55)..li edziĝis al mia patrino TSB p.307 r.39 "egli sposò a mia madre" (4.56) The panellig of the walls were brown. worm-eaten oak TSB p.54 r. 22 (4.57) La murpaneloj estis el bruna larvborita kverkajo TSB p.318 r.11/12 "I pannelli del muro erano di scura tarlata quercia" (4.58) don't mind me TD p.150 r.3 (4.59) ne havu zorgojn pri mi TD p.386 r.25 "non abbiate preoccupazioni per me" (4.60) Gabriel [..] paid the driver TD p.174 r.6/8 (4.61) Gabrielo [..] pagis al la veturigisto TD p.402 r.18/19 "Gabriel pago' al vetturino" Dagli esempi citati è possibile osservare come la gamma dei ruoli semantici68 ricoperta dalla sola relazione grammaticale oggetto è estremamaente vasta. Si trovano riceventi come in (4.42) e (4.43), (4.48) e (4.49), beneficiari come in (4.46) e (4.47), (4.52) e (4.53), (4.58) e (4.59),(4.60) e (4.61) esperienti come in (4.50) e (4.51)

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ecc. La maggioranza dei SP in esperanto è composta dalla preposizione al. Si potrebbe quindi affermare che in tale lingua solo l'elemento su cui si esplica direttamente l'azione del verbo transitivo può rivestire funzione grammaticale di oggetto, come avviene per il tedesco. C'é una particolarità sottolineata da Janton (1988:62) ma non incontrata nei testi in esame, riguardante la possibilità dell'esperanto di utilizzare la desinenza -n dell'accusativo in sostituzione della preposizione pertinente, se il verbo indica un movimento diretto verso il SN cui si riferisce come in Mi kuras al la lernejo "Io corro alla lezione" equivalente al Mi kuras la lernejon. Migliorini (1986:49) cita l'esempio : Mi iras Romon69.. Peraltro la possibilità di poter disporre di entrambe le forme, esclude che il ruolo semantico di locazione venga sempre e comunque proiettato in superficie come SN oggetto diretto. La scelta tra le due costruzioni avviene quindi esclusivamente a discrezione dell'esperantista. § 5 STRUTTURE DI SOLLEVAMENTO Givón (1990:767-778) parla delle strutture di sollevamento come di uno dei fenomeni più curiosi della sintassi e che non tutte le lingue permettono. Come abbiamo visto tali regole sono molto produttive per l'inglese. L'esperanto invece non possiede alcun equivalente sintattico delle strutture di sollevamento ma impiega determinate e diverse strategie per la loro resa. Considerando dapprima le costruzioni di sollevamento da soggetto a soggetto, con cui un ruolo espresso come soggetto di una frase subordinata viene espresso come soggetto della principale, si sono osservate le seguenti occorrenze: (5.1) The Hatter's remark seemed to her to have no sort of meaning in it AMTP p.62 r.27/28 (5.2) Ŝajnis al ŝi ke al la rimarko de l'Ĉauelisto tute mankas signifo AMTP p.265 r.1/2 "Sembrava a lei che all'osservazione del Cappellaio totalmente manca il significato" Confrontando le due frasi si osserva che l'esperanto ha innanzitutto introdotto il verbo mank-i, mancare, intransitivo, per la resa di to have no, per cui il SN soggetto sollevato The Hatter's remarle della frase inglese diventa in esperanto un SP al la rimarko de l'Capelisto, il verbo seemed, del soggetto sollevato, The Hatter's remark, diviene il verbo impersonale da cui dipende la proposizione soggettiva composta da un SP, V, e SN (signifo) In inglese sarebbe peraltro possibile una realizzazione simile a quella dell'esperanto: It seemed to her that the Hatter's remark had no sort of meaning in it ma la variante "sollevata" è quasi sempre impiegata quando è necessario conferire risalto al referente che viene cosi' promosso a soggetto della principale. E’ il caso anche di: (5.3) The singers seemed to have derived their inspiration TMB p.92 r.18/19 (5.4) Ŝajnis. ke la kantantoj ricevis inspiror, TMB p.280 r.41 "Sembrava che i cantanti derivavano l'inspirazione" (5.5) I seem to see dimly TSB p.59 r.29 (5.6) Ŝajnas, ke mi malklare vidas TSB p.322 r.29

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"sembra che io oscuramente vedo", dove si osservano le medesime costruzioni. Un altro esempio di come l'esperanto realizzi le strutture di sollevamento da soggetto a soggetto presenti in inglese, è stato notato nella resa della frase:70 (5.7) I seemed to hear a low whistle TSB p.42 r.24. Pur essendo presente la stessa forma verbale delle frasi (5.1), (5.3) e (5.5), l'esperanto utilizza, a differenza di (5.2), (5.4) e (5.6) un differente tipo di costruzione: (5.8) Mi ŝaine aúdis mallaŭtan ekfaifon TSB p.310 r.16 "Io verosimilmente udii un debole fischio" Non si ritrovano più due clausole ma una sola proposizione principale. Ponendo le due frasi a confronto si nota che il valore semantico del verbo seemed sia stato trasferito all'avverbio ŝajne. Similmente in: (5.9) I happened to have in my pocket one of the Musical Bank pieces TMB p.93 r.2/3 (5.10) En la poŝo mi havis okaze unu el la moneroj de la Muzika banko TMB p.281 r.18/19 "Nella tasca io avevo casualmente una delle monete della Musicale Banca", dove il significato di "capitare casualmente" veicolato da hanpened viene assorbito dall'avverbio okaze, e in (5.11) Mr.Browne still seemed not to understand TD p.157 r.4/5 (5.12) Sinjoro Browne ŝajne ankoraŭ ne komvrenis TD p.391 r.6/7 "II sig.Browne verosimilmente ancora non comprendeva" E importante sottolineare che nel caso di (5.7/8) e di (5.9/10; 5.11/12), si tratta di esempi di traduzione effettuati da due diversi autori, Jervis e Venture, e non una realizzazione singola e personale. Per quanto riguarda la regola di sollevamento da soggetto a oggetto, che permette a un ruolo espresso come soggetto di una frase subordinata di venir espresso come oggetto diretto di una principale71, si è osservato, nella maggioranza dei casi, un solo tipo di resa in esperanto. (5.13) ..we saw a sudden lieht sDrine up TSB p.58 r.17/18 (5.14) ..ni vidis. ke subita eklumo bureonas TSB p.321 r.26 "noi vedemmo che un'improvvisa luce balena" L'esperanto realizza una frase complessa con una principale ni vidis e una proposizione oggettiva ke subita eklumo burgonas72 Anche in questo caso è possibile la forma simile in inglese: We saw that a sudden light snranea up. Si sono riscontrati altri esempi con formazioni simili, tradotti da Jervis e Venture. (5.15)..when you hear him retire for the night TSB p.57 r.11 (5.16) ..kiam vi aŭdos. ke li eniras sian cambron por la nokto TSB p.320 r.29 "quando tu udirai che lui raggiunge la sua stanza per la notte" (5.18) ..forcing Eva to eat the sirabout TD p.129 r.4/5 (5.19) ..postulante, ke Eva manĝu la griaĵort TD p.374 r.3/4 "insistendo che Eva mangi il porridge " (5.20) ..he wanted me to put them on TD p.129 r.15 (5.21) ..li volis. ke mi ilin surmetu TD p.374 r.7/8 "egli volle che io essi metta su" (5.22) He saw his wife malcine her way TD p.143 r.20

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(5.23) Li rimarkis. ke lia edzino aliras TD p.382 r.28 "Egli vide che sua moglie avanza" Solo in un caso si è osservata una differente resa: (5.24)..he could hear two Dersons taiking TD p.131 r.20 (5.25) ..li povis aúdi du personoin. kiwi interparolis TD p.375 r.21/22 "egli poté udire due persone che parlavano" In questo caso si è utilizzata una proposizione relativa, retta dal pronome relativo kiuj riferito al SN oggetto della principale du personojn. Sempre del medesimo autore Venture, nella traduzione di The dead si sono trovate alcune frasi particolari, all'apparenza tentativi di un calco strutturale delle costruzioni di sollevamento: (5.26) I never heard your voice sound so fresh TD p.147 .12/13 (5.27) Neniam antaúe mi aŭdis vian voĉon sori tiel freŝa TD p.384 r.33 "Mai prima io udii la vostra voce suonare così melodiosa" (5.28) Gabriel heard his wife answer yes and saw her come down, TD p.169 r. 12 (5.29) Gabrielo aǔdis sian edzinon respondi iese kai vidis sin veni malsupren TD p.399 "Gabriel udì sua moglie rispondere di sì e vide lei venire giù" Si noti che sia i verbi delle proposizioni principali che quelli della coordinata sono verbi di percezione. Inoltre essendo stati riscontrati questi esempi solo in un caso e per un singolo autore, si potrebbe supporre che si tratti di una scelta soggettiva e non di una regola generale. Della terza regola di sollevamento (da oggetto a soggetto), esemplificata in Linguistics is easy to study, non si sono riscontrati esempi nei testi in esame. Come abbiamo visto per la resa delle strutture di innalzamento non esiste tra gli esperantísti una linea di condotta unitaria, fermo restando il fatto che comunque l'esperanto tende a evitare l'uso di movimenti esterni alle clausole, come peraltro avviene per il tedesco. CAPITOLO 5 CONCLUSIONI Come è stato visto per l'inglese, una eccessiva semplicità nelle regole sintattiche implica necessariamente una complessità nelle regole che assegnano loro il significato. Viceversa una lingua come il tedesco che presenti strutture superficiali appropriate per ogni distinzione semantica che vuole esprimere, evita sicuramente il pericolo dell'ambiguità e dell'indeterminatezza, pagando pero' in complessità sintattica. L'esperanto si colloca in una posizione particolare, presentando una certa discordanza con le strutture inglesi. La relativa semplicità delle regole sintattiche, caratteristica dell'esperanto, non porta comunque al livello di ambiguità e indeterminatezza presente in inglese. Dal confronto linguistico tra inglese ed esperanto compare infatti in quest'ultima lingua una maggiore corrispondenza tra le strutture superficiali e la loro rappresentazione semantica. Se l'inglese infatti dispone di una serie di processi sintattici che servono a collocare in diverse relazioni grammaticali lo stesso ruolo semantico e permettono altresì che la stessa relazione grammaticale sia disponibile per un certo numero di ruoli semantici, in

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esperanto le relazioni grammaticali di base generalmente rivestono le funzioni semantiche che sono loro più pertinenti, con una certa discordanza quindi con le costruzioni inglesi che vengono solitamente trasformate e modificate nella resa in esperanto [Cfr. Cap.4° § 4]. E' stato osservato infatti che in molti casi in cui l'inglese usa un soggetto non agentivo, l'esperanto generalmente preferisce un non-soggetto. La costruzione passiva, ad esempio, che colloca un paziente nella posizione di soggetto, subisce in esperanto la trasformazione in forma attiva per conferire il ruolo semantico di soggetto all'elemento agente a cui esso spetta di diritto. Allo stesso modo SN che nella struttura superficiale della frase inglese compaiono come oggetti diretti, non svolgono lo stesso ruolo in esperanto, dove solitamente i ruoli semantici di esperiente, ricevente o beneficiario vengono proiettati in superficie come SP mentre la funzione grammaticale di oggetto diretto viene attribuita all'elemento che nella struttura profonda appare come direttamente investito dalla azione del verbo transitivo. Anche nel caso delle strutture di sollevamento, processi sintattici con cui in inglese ruoli semantici espressi come soggetti od oggetti di clausole subordinate vengono sollevati a soggetti od oggetti diretti di frasi principali, l'esperanto non prevede forme grammaticali equivalenti ma opera varie trasformazioni superficiali per ottenere una resa semantica il più possibile adeguata alla versione inglese. In inglese, quindi, le relazioni grammaticali sono più indipendenti rispetto all'esperanto e mostrano un basso grado di correlazione con i ruoli semantici e quelli pragmatici. L'esperanto non possiede la gamma di processi sintattici con cui le relazioni grammaticali possono venir sottoposte ai vari cambiamenti che permette l'inglese. Per quanto riguarda l'ordine delle parole, pur essendo sottolineata dai sostenitori esperantisti la estrema libertà di disposizione dei costituenti grazie alla possibilità di codificare la relazione grammaticale oggetto tramite l'uso della distinzione morfologica -n, dell'accusativo, si è riscontrato che questa è abbastanza limitata. L'ordine basico SVO è anche l'ordine dominante essendo statisticamente prevalente, pur essendosi osservata l'occorrenza degli ordini delle parole OSV e OVS nei casi di evidenziazione dei ruoli pragmatici dei SN. In particolare, sia nel caso in cui un elemento svolge funzione di fuoco , sia quando esso riveste funzione di tema, tale costituente viene collocato in posizione iniziale. In inglese, invece, l'ordine delle parole è determinato dalle relazioni grammaticali ed è indipendente dai ruoli pragmatici. Questo vale anche per la differente espressione degli enunciati tetici e categorici, per cui se l'inglese utilizza una diversa intonazione o la costruzione di frasi con there per la resa di espressioni tetiche, l'esperanto sfrutta un diverso ordine delle parole, collocando il verbo in posizione iniziale per esprimere tali enunciati. Dai dati emersi è possibile osservare che l'inglese e l'esperanto sono dissimili dal punto di vista dell'interazione dei vari ruoli semantici, pragmatici e relazioni grammaticali. Si puo' quindi escludere, almeno per quanto riguarda i testi esaminati, l'influenza della L1 dell'e speranti sta sulla traduzione effettuata. L'esperanto si profila anzi come un sistema linguistico autonomo. Pennacchietti (1982:133 e segg.) è giunto alla conclusione che, nonostante lo stesso Zamenhof avesse affermato il carattere di universalità e di internazionalità della sua lingua artificiale, l'esperanto possiede una propria fisionomia, chiaramente delineata e

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distinta, ma con particolarità di strutture sintattiche molto vicine al tedesco. L'esperanto è quindi tipologicamente orientata, per gli aspetti morfosintattici, al gruppo di lingue indoeuropee quali tedesco, yiddish, polacco, russo e lituano, che costituiscono il sostrato linguistico di Zamenhof

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1) Fonologia………………………………………………………33 2) Morfologia……………………………………………………..39 3) Sintassi…………………………………………………………47

Appendice………………………………………………………….57 CAPITOLO 3 Caratteristiche sintattiche dell’inglese……………………………………..67 CAPITOLO 4 Tesi a confronto : inglese-esperanto……………………………………………107 Premessa………………………………………………………………..107

1) Ordine delle parole………………………………………………….109 2) Ordine delle parole e funzioni pragmatiche dei

sintagmi nominali……………………………………………………119 3) Enunciati tetici……………………………………………………….129

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4) Relazioni grammaticali di base………………………………………136 5) Strutture di sollevamento……………………………………………..150 CAPITOLO 5

Conclusioni……………………………………………………………………….159 BIBLIOGRAFIA………………………………………………………………….164 NOTE: 1 Raccolta di alcuni brani significativi della letteratura inglese, tradotti in esperanto a partire dal testo originale. 2 Cfr. Leau-Couturat (1903/1979:15-18) 3 Dall'opera Ars Sienorum- vulgo .bara .er univ -rsalis et Lingua Philoso hi a (1661) come citato da Bausani (1974:105)) 4 Cfr. Leau-Couturat (1903/1979:23-28) 5 Cfr. Leau –Couturat (1903/1979 : 33-39) 6 Cfr. E’ interessante notare che questo procedimento non di ritrova in alcuna lingua naturale 7 Il Comitato della Delegazione fondata da Leau e Couturat scelse, seppur con riserva, l'esperanto come miglior progetto di lingua ausiliaria internazionale (Cfr.Bausani 1974:128) 8 Nella raccolta di lettere di L.L.Zamenhof, curata da Adolf Holzhaus (1975), si trova la grafia Zamengof secondo l'uso grafico cirillico, dove dvale [h]. Il cognome è yiddish, lingua parlata dalla maggioranza egli ebrei dell'Europa orientale. Pronuncia: [zamenhof] 9 Inglese flame march announce Tedesco Fllamme Marsch Annonce Francese flamme marche annonce Italiano fiamma marcia annuncio Russo plamja marš 10 Cfr. Lapenna (1987) Migliorini (1986) Leau-Couturat (1903:304-363) 11 cfr. bausani (1974:122) 12 Si vedevano le 16 regole grammaticali citate nel Fundamento, in appendice al Cap.2º. 13 Cfr. Wells (1989: 15-16) 14 Cfr Pennacchietti (1987:130-139) 15 L’asterisco indica una forma ricostruita su calco strutturale dell’esperanto ma grammaticalmente inesistente in inglese. 16 (Greenberg (1966/1976:171-192) aveva infatti stabilito 5 bai claificatorie e un isieme d 10 indici tipologici per calcolare la posizione di ogni lingua in rapporto a ognuna di esse) 17 Si è utilizzato il termine "clausola" nel significato inteso da Simone (1990) che definisce "clausola" un’unita sintattica intermedia tra sintagma e frase, composta da un soggetto ed eventualmente un suo predicato e che può far parte di una frase più estesa; Cfr. Akmajan- Demers- Harnish. (1982). 18 Cfr. Wells (1989:41-42) 19 The dog the cat saw "Il cane che il gatto vide" The Cat the dog saw "Il gatto che il cane vide" The cat saw the dog "Il gatto vide il cane"

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Altre costruzioni non sono grammaticalmente corrette. 20 Come si vedrà nei capitoli 3e 4, per questo tipo di espressioni denominate tetiche [Cfr.Sasse (1987)] l’esperanto generalmente colloca il verbo in posizione inizaile, indipendentemente dal numero di elementi da cui è composto il SN soggetto. Si veda Cap.4 es.3.11, 3.12. 21 Esempi tratti da Wells (1989:42) 22 Cfr. la 1^ regola di Zamenhof (1887) citata in Appendice. 23 A differenza degli altri aggettivi, gli aggettivi numerali cardinali sono invariabili: 1 unu, 2 du, 3 tri ecc.I sostantivi "milione" miliono e "miliardo" miliardo presentano il caratteristico suffisso –o del sostantivo e formano il plurale regolarmente. Esempio : miaj kvar amikoj "i miei quattro amici" du grandaj arboj "due grandi alberi". 24 L’aggettivo usato come predicato, anche se riferito a un accusativo, non prende mai il suffisso -n, ciò per distinguere l’aggettivo con funzione attributiva da quello con funzione predicativa:mi trovis la botelon rompitan "trovai la bottiglia rotta"; mi trovis la botelon rompita "trovai rotta la bottiglia" 25 Cfr. Wells (1989:49-53) 26 Malovec (1988:26) fa notare che i nomi propri femminili in esèeranto generalmente terminano con il suffisso –a, a differenza dei nommi comuni che, per il genere femminile acquisiscono il suffisso -in-. 27 28 Cfr. Greenberg (1966/1976 :150-151) 29 Citaz. Da Leau-Couturat (1903/1979:316) 30 L’avverbio viene solitamente collocato prima dell’elemento che esso modifica (Janton 1988:67/68) 31 Il problema della determinazione di categorie linguistiche generali come per una classificazione delle lingue secondo tipi, è sempre stato avvertito, anche se parecchio tempo gli studi di tipolgia non hanno goduto di particolare credito fra i linguisti.Con lo studio di Greenberg (1966) che riesamina l’opera di Sapir (1921) viene dato impulso notevole ai progetti di ricerca legati specificamente alla tipologia e al problema degli universali linguistici, con un incremento di studi e ricerche in questo settore che ancora oggi è particolarmente evidente. Cfr. Ramat (a cura di ) (1976), Comrie (1983), Croft (1990). 32 Read appartiene alla classe dei verbi che Burzio (1986:27-31) definisce "ergativi. Read, come pure sell, drive, wash, ecc. sono nte transitivi ma possono dire intransitivi permettendo all’oggetto che reggono come verbo transitivo di divenire soggetto del verbo intransitivo, 33 Sapir (1921/1969) ha introdotto il termine drift "deriva" per indicare la tendenza strutturale di una lingua a evolversi secondo una direzione che le è peculiare. Da un ceppo linguistico unico la selezione inconscia, compiuta dai parlanti, di quelle variazini individuali che si concentrano in una specifica direzione , ha prodotto la frammentazione nelle diverse lingue. 34 Esempi tratti da Hawkins (1986:31) 35 Tale principio viene chiamato da Keenan (1978) "Principio di covariazione degli equivalenti funzionali". 36 Negli esempi dal 9') al 13') non c’è una precisa corrispondenza tra l’ordine dei costituenti della frase tedesca poiché il tedesco utilizza l’ordine VS. 37 Alla fine del secolo scorso i due filosofi Brentano e Marty, in contrasto con la teoria aristotelica che contemplava un unico tipo possibile di affermazione, quello composto da soggetto e predicato, proposero la differenzazione tra due tipi di giudizio logico. La struttura classica soggetto-predicato veniva assegnata al tipo di giudizio che chiamarono categorico o doppio giudizio poiché composto da due atti successivi: l’affermazione dell’esistenza di un’entità e la espressione di un giudizio su di essa. Il giudizio semplice o tetico invece era semplicemente l’affermazione o la negazione di un evento o di una situazione. 38 Sasse (1987:556) parla di “ Background description”, definizione che si ritrova anche in Hopper (1979) che distingue tra foreground sentences, frasi con cui vengono descritti eventi fondamentali per lo sviluppo del discorso, e background sentences, frasi che non apportano alcuna informazione nuoa al corpo della narrazione ma sono di supporto a essa poiché solitamente introducono ampliamnti e commenti. 39 Le forme contrassegnate da asterisco sono agrammaticali. 40 Le due versioni dei brani saranno contraddistinte dalla sigla del brano, dal numero della pagina e della riga da cui si è estratta la citazione. 41 Auld ha effettuato la trduzione di A mad tea-party; Venture ha tradotto The musical banks e The dead. 42 L'esperanto Asocio de BBr5itujo è l'associazione esperantista inglese che, assieme ad altre 43 organizzazioni esperantiste nazionali aderisce all'EUA (Universala Esperanto Asocio) " Associazione Esperantista Universale". L'Eua pubblica annualmente uno Jarlibro. "annuario", che riporta tutti i nomi e gli indirizzi di tutti i "delegati", ossia di tutti i parlanti esperanto che siano membri individuali della UEA.

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43 Comrie (1983:132) nota che in inglese l'occorrenza dell'ordine OSV nelle frasi interrogative parziali come in Who (m) did John see? non compromette l'assunto che l'inglesesia una lingua SVO poichè nel classificare una lingua come appartenente a un determinato ordine si considerano i principali tipi di frase presenti in tale lingua. 44 Comrie (1983:132) cita l'esempio del russo in cui qualsiasi possibile combinazione tra S, V, O è grammaticalmente corretta ma l'ordine SVO è il più frequente, specialmente quando mancano le distinzioni morfologiche che differenziano i SN soggetto e i SN oggetto. 45 Le traduzioni in italiano sono letterali e riferite al testo in esperanto di cui seguono anche l'ordine dei costituenti. 46 Come gia citato in appendice al Cap.2° l'avverbio, che in esperanto si forma aggiungendo il suffisso -e al radicale, (es.bon-e, "bene") viena solitamente posto davanti all'elemento che esso determa e non può esserne separato. Vd. anche es. (1.13-14). 47 I questo caso, come pure nell'esempio (1.1-2), si noti che, anche se la sequenza è interrotta,l'ordine rimane sempre S(X)VO. 48 Si sono considerate le prime 25 frasi di ogni brano. 49 Anche gli avverbi di negazione precedono l'unità grammatiocale che determinano ( Malovec 1988:80) 50 Anche in questo caso l'avverbio procede il verbo e non viene separato da esso nella sequenza SOAvvV. 51 L'uso in questo caso di una forma verbale al presente, (-as è il suffisso di tempo presente) appare insolito dal momento che l'azione espressa dal verbo si riferisce a un evento verificatosi il giorno precedente. Probabilmente il traduttore ha voluto utilizzare lo stesso tempo verbale della prima delle due coordinate: I am a light sleeper, and it has awakened me. Mi dormas nur malprofunde, kaj tio min vekadas. "Dormo solo leggermente e quello (riferito a uno strano sibilio udito la notte precedente) mi sveglia". 52 Comrie (1983:133) cita il caso francese dove i pronomi clitici oggetto precedono il verbo a differenza degli altri oggetti che invece lo seguono: La garcon a vu la jeune fille La garcon l'a vue, e ciò vale anche per l'italiano : "Mario conosce la giovane signora"; "Mario la conosce". 53 In Esperanto, come pure in Inglese, non esiste il sottosistema morfologico dei pronomi clitici ma compare solo la forma che in Italiano viene detta "tonica" del pronome personale in funzione di complemento. 54 Dove l'inglese usa l'avverbio so, l'esperanto introduce il pronome dimostrativo ti -o -n ciò -N -Acc. 55 Le definizioni di tema e fuco sono tratte da Comrie (1983:98), il quale precisa che la terminologia impiegata nella descrizione delle funzioni pragmatiche non è standardizzata e presenta differenze a livello concettuale. Introduce perciò le definizioni alle quali si attiene nel corso della sua trattazione. 56 Comrie cita l'esempio della domanda What did you see? e di due possibili risposte: I saw the dog e I saw a dog. Entrambi i SN oggetto the dog e a dog sono fuochi anche se nel primo caso l'uso dell'articolo determinativo presuppone la conoscenza comune del cane, il quale perciò costituisce un'informazione vecchia, pur essendonuova se posta in relazione all'azione di vedere. 57 In questo caso si noti la posizione del verbo prima del soggetto, strategia utilizzata dall'esperanto per la resa degli enunciati tetici (Si veda §3). Le interrogative si comportano, per l'ordine dei costituenti, come gli altri tipi di proposizioni indipendenti. 58 Sasse (1987:511) afferma che il comune di espressione degli enunciati tetici in molte lingue romanze è l’inversione del soggetto e cita l’esempio dello spagnolo : En ese momento entrò un soldato e Se rasgò el papel e dell’italiano E’bruciata la torta. 59 60 La sfumatura du azione nel tempo, veicolata dalla forma inglese –ing, non viene riprodotta nel tempo in esperanto. 61 Si veda Cap.3. Es: Berlin will again be very hot cui corrispondente in tedesco In Berlin wird es wieder sehr heiss sein. 62Givón (1990:569 vol.II) sostiene che la "promozione" a soggetto, che viene realizzata nella costruzione passiva, di un elemento non agente della frase attiva, viene effettuata per evidenziare a scopi pragmatici, l'elemento in questione che cosi' viene sintatticamente promosso al ruolo primario di soggetto e quindi collocato nella posizione che solitamente spetta al tema di un enunciato. 63 In questo caso il soggetto della frase inglese non viene trasformato in oggetto diretto nella resa in esperanto poichè come si verídà più avanti, l'esperanto richiede dopo alcuni versi tra cui helpi la preposizione al. 64 Il valore semantico di "tenere saldamente" e quindi "fermare" che in inglese viene conferito al verbo to

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hold, "tenere" dalla particella up, in esperanto viene veicolato in questo caso dal suffisso -jg- con valore causativo di "far diventare, rendere: halt - ig - i fermare - caus. - V.INF., quindi rendere fermo, fermare. 65 Un fenomeno simile è descritto da Comrie (1983:123) per il russo che presenta come equivalente più comune del passivo inglese senza agente, la costruzione impersonale senza soggetto con il verbo alla 3^ persona plurale: Mašu ubili "Hanno ucciso Masa" mentre in inglese la resa sarebbe Masha has been killed. 66 Dove l'inglese usa un verbo to knock up che racchiude in sé il significato specifico di "svegliare bussando", l'esperanto utilizza in questo caso un verbo generico. E stato peraltro osservato che spesso, per cercare di riprodurre in massima misura il significato specifico di determinati verbi inglesi l'esperanto usa la strategia di unire al verbo generico un avverbio che specifichi il verbo stesso. Esempi: she smiled back TSB p.42 r.3 tradotto con ĝi ridete respondis TSB p.310 r.1 "sorridente rispose"; I sprang up TSB p.45 r.16 tradotto con Mi salte leviĝis TSB p.312 r.6 "saltando (mi) alzai. 67 Si noti il morfema –n dell’accusativo in tablon a indicare il moto a luogo. 68 Non esiste una denominazione comune ben precisa delle varie funzioni semantiche ricoperte dagli argomenti. Si Berruto (1971:133 e segg.). 69 Migliorini cita anche altri casi in cui viene impiegato l'accusativo: per indicare il tempo e la durata di un'azione: mi vojaĝis du monatoin "io viaggiai due mesi" o per indicare misure o quantità: la libro pezas unu kilogramon "il libro pesa un chilogrammo". 70 Si noti che la differente resa di (5.5/6) e (5.7/8) è stata realizzata dal medesimo traduttore Gerold D. Jervis. 71Givón tenta una classificazione su base semantica dei verbi coinvolti nelle strutture di sollevamento a oggetto:verbi di intenzione, percezione, cognitivi, il cui soggetto è tipicamente un esperiente e quindi to see, to know, to believe, to say, to want, to consider ecc. 72 Si noti che l'esperanto utilizza nella clausola subordinata un verbo di tempo presente se l'azione che esprime è contemporanea in rapporto a quella espressa dal verbo della principale