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via Pancrazi 10 - 20145 Milano tel. 02.7740.5915 - fax 02.7740.5914 email:[email protected] - www.agesol.it
Un'occhioalla Legislatura:
il PacchettoSicurezza
Un'indagine:criminalità e immigratispaventano menogli italiani
Ilsovraf-follamentodellecarceri:numeri cheaumentanodi giorno ingiorno
luglio 2009
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Agesol:
7 mesid'attività,siamo ancoraall'inizio
sostieniAgesol
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Un'occhio alla Legislatura:il Pacchetto Sicurezza
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Il sovraffollamentodelle carceri: numeri cheaumentano di giorno ingiorno
Agesol:7 mesi d'attività,siamo ancora all'inizio
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Un'occhio allaLegislatura:il PacchettoSicurezza
Una pagina buia nella vitademocratica del nostro paese è stata scritta conl'approvazione del cosiddetto “pacchetto sicurezza”,DDL passato al Senato il 2 luglio 2009.
Nessuna “pietas” per chi disperatamente cercascampo da guerre, persecuzioni, miseria, fame. Unpaese che ha perso la memoria di come i 27 milionidi nostri connazionali hanno vissuto la terribileesperienza dell'emigrazione e dell'intolleranza.Solidarietà, accoglienza, enunciati costantementeda molte parti ed anche da fonti autorevoli dellaChiesa, s'infrangono contro le campagnemediatiche che proclamano allarmi, invasioni einoculano paura dell'altro diverso da noi nel cuoree nella testa degli italiani.
Sono 7 anni che viviamo con la legge Bossi Fini sullepolitiche per l'immigrazione, non è stato quindi ilbuonismo o le politiche di accoglienza e diintegrazione che hanno creato allarme sociale, male politiche portate avanti da anni su principi ispiratialla tolleranza zero, alla difesa della italianità ecomminando anni di carcere per ogni minimainfrazione e soprattutto inflessibili verso i reaticommessi dai “poveracci”, non certo verso quellidei “colletti bianchi”.Si sta alimentando paura e sospetto nel confrontidel diverso, hanno fatto campagne contro
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minoranze per giustificare il ricorso sempre piùmassiccio al controllo sociale con l'esercito primae le ronde adesso. Hanno spinto i ceti popolari,che si sentono giustamente indifesi nei confrontidel futuro per via della recessione e delladisoccupazione, contro gli ultimi della società pernascondere l'inesistenza delle politiche di welfaree verso la famiglia.
Alla giustizia sociale, al potenziamento dei servizie alla universalità nell'accesso al welfare si stacontrapponendo solo politiche improntate allabeneficenza e al sussidio economico selettivo neiconfronti delle fragilità sociale. Utilizzando ilcarcere come contenitore, ormai traboccantedi tutte le marginalità, povertà e differenze.Dobbiamo aver la consapevolezza che l'attacco aidiritti e alla dignità dei migranti e un attacco aidiritti di tutti.
Dopo le osservazioni del Capo dello Stato, e lecritiche di ONU e Consiglio d'Europa, il PacchettoSicurezza entra anche nel mirino della CommissioneUE, unico organismo internazionale in grado diimporre modifiche qualora la norma violasse leregole comunitarie. Le critiche di Bruxelles sarannocontenute in una lettera al governo italiano.Secondo quanto riferiscono fonti Ue, tra i dubbidi Bruxelles c'è anche il reato di immigrazioneclandestina: l'Italia è in grado di garantire che lanuova fatt i specie toccherà so lo g l iextracomunitari? La seconda norma che nonconvince la Ue riguarda l'iscrizione all'anagrafe deifigli dei clandestini. In terzo luogo i sospetti diBruxelles sono rivolti all'aggravio dei costi per ilpermesso di soggiorno.
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Infine i riflettori della Ue si accenderanno sullenuove regole per il trasferimento del denaro daparte degli immigrati, i cosiddetti money transfer.
La legge prevede che i dati sui versamenti versoil paese d'origine vengano raccolti e immagazzinatidalle autorità, con il timore da parte di Bruxellesdi una violazione delle regole sulla tutela dei datipersonali. Ma non finisce qui, perché laCommissione è intenzionata a non fare sconti esi prepara a esaminare a fondo i decretid'attuazione delle varie disposizioni previste daldll sicurezza. E se l'Italia non convincerà la Ue,il commissario Barrot potrebbe ingiungere dellemodifiche.
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Un'indagine:criminalità e immigratispaventano meno gli italiani
La paura della criminalità e perfino degli immigratisembrano improvvisamente scendere nelleimpietose classifiche dei sondaggi. Questa è lafotografia che si deduce dal secondo RapportoDemos-Unipolis curato da Ilvo Diamanti. Le paurenon solo diminuirebbero d'intensità, ma stannocambiando direzione.
Negli ultimi mesi l'opinione pubblica italiana hasubito infatti una velocissima trasformazione e ilnesso che sembrava inscindibile tra insicurezza ecriminalità sembra modificarsi. La spirale generatadal circuito fra realtà, opinione pubblica e medianegli ultimi anni ha alimentato l'insicurezza,facendola giungere a livelli elevatissimi, come èemerso dal primo rapporto dell'anno scorso.
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"Dopo molti anni - dice Diamanti - assistiamo al sensibileripiegamento delle paure legate all'incolumitàpersonale. Si riduce la quota di persone che ritengonoin aumento la criminalità in ambito nazionale. Madiminuisce in modo ancor più rilevante la componentedi persone che considerano aumentata la criminalitàa livello locale: dal 53% al 40%".
Contemporaneamente, cala il timore di essere vittimadi furti, violenze, rapine, truffe. Altra novità rilevante:nell'ultimo anno arretra anche la paura degli immigrati,che anzi - per una grossa fetta di cittadini italiani -cominciano ad essere considerati una risorsa, piuttostoche un problema. Secondo i risultati della ricerca,l'insicurezza non è affatto un fenomeno neutrale e"oggettivo".
Si conferma che il senso d'insicurezza viene in generealimentato da quattro ordini di ragioni.Il primo è la "perifericità" sociale. L'insicurezza risultapiù elevata tra i ceti più bassi, fra le persone con ungrado di istruzione meno elevato, tra le donne, nelcentro-sud. Il secondo è il "capitale sociale".L'insicurezza cresce fra le persone esterne ai circuitidella partecipazione; mentre si riduce sensibilmentefra coloro che sono inseriti in reti di relazioni amicalie di vicinato molto fitte. Il terzo è "l'esposizione aimedia", in particolare alla televisione. Quando il"consumo" televisivo supera le 4 ore al giorno l'angosciacresce. Il quarto è "politico": il problema della sicurezzaè denunciato con maggior forza dagli elettori delcentrodestra.
Non più un criminale: l'immigrato è una risorsa peril 42% dei cittadini
Il numero degli italiani che vedono gli immigrati come"fonte" di criminalità, o comunque come "causa" dellasua crescita, si riduce sensibilmente, oggi, a vederel'immigrazione come una insidia per
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l'ordine pubblico e la sicurezza delle personeè circa un rispondente su tre (36%). Dall'altraparte, invece, quanti considerano ilfenomeno migratorio come sorgente diarricchimento e apertura culturaleammontano a circa il 42%.
Il grado di insicurezza cresce insieme al"consumo" televisivo
Anche se si discute molto tra gli espertiquale sia il rapporto vero di causalità fra emozione etelevisione, la relazione fra la percezionedell'insicurezza e l'esposizione mediatica appareevidente. Sembra ormai certo che il grado di insicurezzaespresso dai cittadini cresce insieme alle ore di"consumo" televisivo (ad eccezione delle "paureglobali"). In questo clima di disgelo emotivo, anchel'atteggiamento verso gli immigrati diventa meno ostile:sul pregiudizio negativo tende spesso a prevalere quellopositivo: che costituiscano una risorsa.Si accentuano ulteriormente le preoccupazioni legateall'economia, al reddito, al lavoro.
La paura della criminalità.Sebbene persista nell'opinione pubblica la diffusaconvinzione di una progressione dei fenomeni criminali,si ridimensiona negli ultimi dodici mesi attestandosiintorno all'82%. Gli indicatori d'inquietudine si abbassanoin modo ancora più sensibile se consideriamo legrandezze riferite al contesto di vita e al "quotidiano"delle persone.Quanti infatti percepiscono un aumento della criminalitànella propria zona di residenza sono tornati ampiamentesotto la maggioranza assoluta, attestandosi intorno al40%. A seguire troviamo invece il timore di subire unatruffa legata ai sistemi di pagamento elettronico e lapaura del furto del mezzo di trasporto (auto, moto,bicicletta, scooter): anche in questo caso il trend è incalo.
Il sovraffollamentodelle carceri:numeri che aumentano digiorno in giorno
Il sovraffollamento record nelle carceri italiane stasuperando quota 64mila detenuti (di cui 23mila stranieri),contro una soglia regolamentare di 43.327. Queste sono leconseguenze di una politica miope e scellerata che vedenell'incarceramento la soluzione a tutti i problemi diemarginazione e disagio sociale, sappiamo tutti che è piùfacile promettere sicurezza con il carcere che produrrelegalità e inclusione sociale per tutti.
La situazione nelle carceri col caldo torrido estivo e lamancanza di spazio è ormai esplosiva: in questo periodoogni giorno sono quotidianamente una trentina le carceridove si protesta. Per ora si tratta solo di sciopero del vittoe battitura delle sbarre da parte dei detenuti, ma lasituazione è "altamente critica".Proprio per questo il capo del Dipartimentodell'Amministrazione Penitenziaria, Franco Ionta, ha decisodi istituire un sistema di monitoraggio, un gruppo dilavoro composto da sei persone (due magistrati, un dirigentepenitenziario, un ufficiale giudiziario e due poliziottipenitenziari), con il compito di verifica e proposta, ancheattraverso visite negli istituti. Nel frattempo, vista anchela protesta degli agenti penitenziari, Ionta ha deciso diconvocare i sindacati e allo stesso tempo ha inviato a tuttii Provveditorati una circolare dando indicazioni su comefar fronte ai disagi del sovraffollamento aggiunti al caldoestivo.
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dati luglio 2009
Agesol:
7mesi d'attività,siamo ancora all'inizioAgesol, pur godendo attraverso i suoi socifondatori di una grande esperienza pregressasul carcere, sta facendo ancora i primi passi,
ovvero in questi primi sette mesi di vita abbiamo creato le condizioni e lepremesse per l'attività futura, sapendo di lavorare in condizioni di contestodifficili (il sovraffollamento carcerario in primis) e nella ricerca costante difondi (ormai scarsi per tutti) per finanziare le attività che ci siamo prefissi.
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Tratteggiamo per punti quanto realizzato:
Proseguiamo costantemente con le nostre attivitànell'ambito del Progetto Ekotonos di San Vittore, involontariato.
Gestiamo Gruppi di Auto-Aiuto al Nuovo Settimo Repartodi Bollate (con le persone transessuali e con i “protetti),in volontariato.
Abbiamo concluso a giugno i laboratori artistico-culturalie sulla salute delle donne alla Sezione Femminile diBollate, in parte in volontariato in parte con un piccolocontributo della Provincia di Milano a sostegno dellespese. Dobbiamo valutare se ci sono le condizioni perriprendere in autunno.
Abbiamo partecipato a marzo alla Fiera “Fa la cosagiusta” con un nostro piccolo stand nel settore economiacarceraria, si valuterà se intervenire ancora all'edizionedel prossimo anno, magari insieme ad altri soci nelmedesimo spazio, per economizzare costi e risorseumane.
Abbiamo preso contatti significativi con l'Agenzia art.27 del PRAP, l'Agenzia per il Lavoro Penitenziario dellaLombardia, per trovare sinergie operative e di promozionedel lavoro dei detenuti, anche in vista delle opportunitàofferte dall'EXPO'.
Abbiamo partecipato ai bandi della legge Regionale8/2005 con due piccoli segmenti di attività: sul nuovocomplesso di Bollate e sullo Sportello Informativo pressoUEPE.
Proseguiamo con l'attività del servizio INFOPOINT Impresee INFODET, al momento autofinanziato da Agesol, sispera in un piccolo contributo presentato alla FondazioneCariplo, nel 2009 abbiamo avuto 48 contatti INFOPOINTe 106 contatti INFODET.
Facciamo consulenza a soci e cooperative nell'ambitodella progettazione
In autunno ci siamo impegnati a formare un ComitatoScientifico, il Consiglio Direttivo ha individuato alcuninomi significativi che possono aiutarci nellaprogrammazione delle azioni e attività (soprattutto inambito culturale e promozionale)
Da Luglio 2009 accogliamo presso la sede una detenutadi San Vittore in art. 21 (lavoro all'esterno) in BorsaLavoro fino a maggio 2010.
Da dicembre Agesol avrà ilproblema della sede, inquanto è in scadenza ilcontratto di comodato d'usocon la Provincia di Milano.
via Pancrazi 1020145 Milanotel. 02.7740.5915fax 02.7740.5914email:[email protected]
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La DirettriceLicia Rita Roselli
Associarsi ad AgesolLe quote associative per l'anno 2009 sono:Soci Promotori: Euro 1.000 (mille)Soci Sostenitori Benemeriti: Euro 3.000 (tremila)Soci Sostenitori: Euro 500 (cinquecento)Soci Collettivi (coop./consorzi,associazioni,imprese, ecc): Euro 100 (cento)Soci Individuali: Euro 10 (dieci)
Le quote associative vanno versate sul Conto Corrente Bancariointestato ad Agesol Agenzia di Solidarietà ONLUSI BAN IT08 H030 6909 4531 0000 0000 106presso:Banca Intesa San Paolo filiale 3980 Corso Sempione 39 - 20145 Milano
Chi volesse diventare Socio di Agesol, deve inoltrare la richiesta tramite il modulo diadesione e spedirla firmata via fax al numero 0277405914 oppure via mail [email protected],e versare la quota associativa.
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RICHIESTA DI ADESIONE
associazione agesol onlus agenzia di solidarietà via Pancrazi 10 – 201454 Milano
Codice Fiscale 95516060155 tel. 02 7740.5915 – fax 02 7740.5914
www.agesol.it [email protected]
Il/La sottoscritto/a …………………….…………………………………………………………………………………
via …………………………………….…………………………………………………………………………………………..
telefono ………………………………….. FAX …….……..………………………….Cell.……………………………
Città………………………………………………………. CAP…..………………….. Provincia……..…………….
Codice Fiscale …………………………………………………………………………………………….
presa visione dello Statuto della Associazione Agenzia di Solidarietà - Agesol –
onlus, costituita con atto notarile in data 18 dicembre 2008, di cui condivide scopi e
finalità e che s’impegna ad osservare in ogni sua parte,
chiede
che sia ammesso/a in qualità di Socio/a Individuale dell’Associazione, ai sensi
dell’art. 6 dello Statuto e invia la quota annuale di € 10.
Firma ………………………………………..
Milano,