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Utilizzo del concordato preventivo in Italia: osservazioni empiriche Alessandro Danovi, Università degli Studi di Bergamo Roberto Fontana, procura della Repubblica di Piacenza Silvia Giacomelli, Dipartimento Economia e Statistica Banca d'Italia Patrizia Riva, Università del Piemonte Orientale 1 L’EMERSIONE DELLA CRISI E LA SUA SOLUZIONE CON IL CONCORDATO PREVENTIVO. DATI PRELIMINARI DI UNA RICERCA EMPIRICA SU 3.000 CONCORDATI Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

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Utilizzo del concordato preventivo in Italia: osservazioni empiriche

Alessandro Danovi, Università degli Studi di Bergamo

Roberto Fontana, procura della Repubblica di Piacenza

Silvia Giacomelli, Dipartimento Economia e Statistica Banca d'Italia

Patrizia Riva, Università del Piemonte Orientale

1

L’EMERSIONE DELLA CRISI E LA SUA SOLUZIONE CON IL CONCORDATO PREVENTIVO. DATI PRELIMINARI DI UNA RICERCA EMPIRICA SU 3.000 CONCORDATI

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

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Contractualised Distress

Resolution in the shadow of the

law (Co.Di.Re.)

JUST/2014/JCOO/AG/CIVI 4000007627

1.1PremessaLa ricerca di cui si presentano alcuni dati preliminari è svolta dall’Osservatorio Crisi e Risanamento delle Imprese (OCRI) del centro di ricerca ELab dell’Università degli Studi di Bergamo

e dal Dipartimento di Economia e Statistica della Banca d’Italia

nell’ambito del progetto Co.Di.Re. finanziato dall’Unione europea (www.codire.eu),

in collaborazione con il CESPEC (Centro Studi Procedure Esecutive e Concorsuali).

La raccolta dei dati si è giovata della collaborazione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, dei magistrati di 60 tribunali di 15 regioni italiane, ed è avvenuta con il supporto informatico di Fallco (Zucchetti Software Giuridico).

Trattandosi di dati preliminari non si esclude che future elaborazioni possano condurre a conclusioni differenti.

2

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1.2 Evoluzione normativa della disciplina del concordato• Regolamentato nel nostro ordinamento dal r.d. 16 marzo 1942 n. 267 (Legge

fallimentare) il concordato preventivo è stato interessato da significative modifiche introdotte a più riprese a partire dal decreto legge 14 marzo 2005 n. 35, dal decreto legislativo 12 settembre 2007 n. 169, dalla legge 7 agosto 2012 n. 134 e dal decreto legge 83/2015, convertito in legge n. 132 del 6 agosto 2015.

• Nell’ambito della riforma fallimentare il concordato ha avuto ampio utilizzo quale efficace alternativa al fallimento, cercando di contemperare la tutela dei creditori e la conservazione del valore aziendale. Nei vari interventi riformatori, infatti, è possibile rintracciare una preferenza per la continuazione ed il rilancio dell’attività d’impresa, nonostante la fattispecie liquidatoria, come si avrà modo di illustrare, continui ad essere significativamente rappresentata.

• Lo strumento pare porsi in linea con l’approccio suggerito dalla Raccomandazione 2014/135/UE e con i recenti sviluppi del quadro normativo comunitario, che rivolgono agli Stati membri l’invito a intervenire con modifiche legislative che incentivino le ristrutturazioni e consentano ai debitori di sanare le aziende e di prevenire l’insolvenza.

3Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

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1.3 La ricerca sulle imprese in concordato

Negli anni scorsi l’OCRI ha portato avanti ricerche empiriche sull’ utilizzo del concordato preventivo come strumento di gestione della crisi, a partire dal tribunale di Milano.

La ricerca è stata ora estesa a tutta l’Italia, nell’ambito del progetto Co.Di.Re., diretto dall’università di Firenze, con il supporto di numerosi magistrati, del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (CNDCEC) e grazie alla collaborazione informatica di Fallco (gestito da Zucchetti Software Giuridico srl).

Tra gli obiettivi che si pone la ricerca si citano i seguenti:

• verifica della concreta funzionalità della procedura di concordato preventivo;

• analisi della prospettiva di soddisfacimento dei creditori;

• analisi della prospettiva di continuità aziendale;

• predisposizione di un quadro informativo utile per l’elaborazione scientifica, per l’orientamento degli operatori e del legislatore, impegnato in questi mesi nell’esame del disegno di legge di riforma organica delle procedure concorsuali.

4Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

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1.4 La ricerca – STRUTTURA DEI QUESTIONARI

La ricerca è stata condotta attraverso la somministrazione ai commissari, tramite il portale Fallco, di un questionario suddiviso in tre parti, contenente ciascuna domande specifiche in merito ad altrettante fasi della procedura concordataria.

1. Per la fase iniziale e precedente l’istanza di ammissione al concordato preventivo si sono raccolti i dati identificativi delle società coinvolte; si è cercato di ottenere informazioni sulla presenza di segnali di crisi nel periodo precedente alla presentazione del concordato, e, infine, si sono formulate domande inerenti al contenuto e alle caratteristiche della proposta di concordato e del piano in essa contenuto.

2. La seconda parte è stata articolata con il fine di ottenere, attraverso un’analisi più approfondita della domanda di concordato e del giudizio espresso su di essa da parte dei creditori, informazioni sull’iter dalla procedura successivo all’ammissione, con particolare riguardo alle caratteristiche e alle motivazioni del giudizio di omologa, nonché alla relazione del commissario.

3. Il terzo ed ultimo gruppo di domande riguarda la fase di esecuzione e ha cercato di raccogliere risposte in ambito di rispetto dei termini, durata e performance della procedura omologata.

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 5

Nonostante la ricerca sia ad oggi ancora in corso, il presente report presenta sinteticamente le prime osservazioni empiriche alla luce dei risultati raccolti

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2. Le procedure concorsuali in ItaliaNumero di procedure avviate per anno

6

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Fallimenti 6159 7504 9381 11232 12153 12543 14128 15685 14729 13472

Concordati preventivi 423 566 957 1027 975 1119 2279 1828 1415 817

Accordi di ristrutturazione 12 55 65 96 71 212 168 151 137

Dati Cerved Group

Concordati preventivi e fallimenti(numeri indice; 2007=100)

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

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3.1 Il campione: distribuzione geograficaConfrontando la distribuzione geografica del campione con quella dell’universo di riferimento emerge una sovra-rappresentazione delle regioni settentrionali, in particolare del Nord Ovest.

7Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

• Circa 3.000 procedure di concordato (nelle quali è stato presentato un piano), avviate nel periodo 2009-2015;

• Il campione è pari a circa il 30% del totale di tutta Italia, il numero di tribunali coinvolti nella raccolta dati è pari a 71 (poco meno della metà del totale).

3. La ricerca: numerosità del campione

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REGIONE 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 TOTALE

CALABRIA 0 0 0 1 3 0 1 5

CAMPANIA 3 3 0 2 3 1 4 16

EMILIA ROMAGNA 12 14 20 44 49 50 39 228

FRIULI VENEZIA G. 2 5 3 7 16 13 11 57

LAZIO 3 3 12 21 18 25 20 102

LIGURIA 2 5 4 18 20 16 8 73

LOMBARDIA 97 98 104 229 306 275 174 1283

MARCHE 12 12 13 25 18 15 13 108

PIEMONTE 16 26 35 56 106 54 30 323

PUGLIA 0 0 0 1 6 8 8 23

SICILIA 0 1 0 6 5 11 2 25

TOSCANA 1 1 3 12 14 14 6 51

TRENTINO ALTO A. 1 1 2 0 2 2 3 11

UMBRIA 0 0 0 0 1 3 0 4

VENETO 74 58 57 140 143 129 82 683

Totale 223 227 253 562 710 616 401 2992

3.1 Il campione: distribuzione geografica

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3.2 Il campione: distribuzione temporale

Guardando alla distribuzione temporale, emerge come la rappresentatività del campione migliori negli anni più recenti.

9Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

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3. 3 Il campione: dimensioni delle imprese

La dimensione media delle imprese che accedono al concordato misurata sulla base del numero di dipendenti è pari a 31 (il valore mediano è pari a 12);

poco meno del 45 per cento ha meno di dieci dipendenti.

3.4 Il campione: distribuzione settoriale

Considerando i settori di attività, la quota maggiore è rappresentata dalle imprese del settore manufatturiero, seguita dal commercio e dalle costruzioni.

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 10

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4. Concordati, pre-concordati e altre procedure

La possibilità di presentare domanda di pre-concordato introdotta nel 2012 è ampiamente utilizzata. Considerando i concordati avviati nel biennio 2013-15, la percentuale di quelli in cui la presentazione del piano è stata preceduta dalla “prenotazione” è pari a circa l’80%.

11

Attivazione di altre procedure prima del concordato(quota sul totale; valori percentuali)

Sulla base dei dati Cerved e della % di concordati con pre-concordato risultante dal campione, si può stimare che la quota di pre-concordati che dà origine a un piano sia compresa tra il 44% e il 51%.

DOMANDE IN BIANCO PRESENTATE IN ITALIA DAL 2012 AL 2015 (RIELABORAZIONE DA CERVED GROUP)

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4.1 Scoring delle imprese(Cerved z-score, valori più elevati indicano maggiore rischiosità)

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 12

Appare confermato un effetto anticipatorio sulla domanda dopo l’introduzione del pre-concordato

Le imprese fanno domanda in una situazione meno deteriorata

Le imprese che propongono la continuità diretta presentano una situazione meno grave

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5. La procedura: caratteristiche

13Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

Ripartizione del concordato per finalità prima e dopo il 2012 (quota sul totale; valori percentuali)

Finalità del concordato(quota sul totale; valori percentuali)

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5.1 Numero di concordati aperti divisi per anno e per tipologia di piano

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Tavola di contingenza: Tipologia di Concordato*Anno

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Totale %*

Tip

olo

gia

Co

nco

rdat

o

Liquidatorio tout court

177 160 191 384 456 370 235 1.973 65,9%

Con contratto d'affitto 34 44 42 96 116 106 54 492 16,4%

In continuità – con continuità dell’attività in capo all’istante

5 12 10 60 84 56 40 267 8,9%

In continuità – con cessione d’azienda

6 9 7 17 30 23 16 108 3,6%

In continuità – con conferimento d’azienda

1 1 2 4 7 4 2 21 0,7%

Dati Mancanti 1 1 1 17 57 54 131 4,4%

Totale 223 227 253 562 710 616 401 2.992 100%

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017

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5.2 I creditoriLa quota di crediti privilegiati sul totale del passivo è pari a poco meno del 30%. Per tipologia emerge il ruolo prevalente degli intermediari bancari (45% del passivo), seguita dai fornitori (26%).

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 15

Ripartizione dei crediti per tipologia e soggetti

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5.2 I creditoriLa quota maggiore di crediti garantiti è detenuta dalle banche

(42%) e dai detentori di privilegio generale (erario e dipendenti), la quota dei fornitori è pari al 9%. I maggiori detentori di crediti

chirografari sono le banche (42%) e i fornitori (31%).

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 16

Ripartizione dei crediti privilegiati e chirografari per soggetti

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5.3 La composizione dell’attivo(quota sul totale; valori percentuali)

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 17

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6. Esito giuridico delle procedure

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 18

ESITO PROCEDURA 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 tot.

Ammesso 223 227 252 557 691 534 318 2802

Totale ricorsi

presentati*

223 227 253 562 701 578 3662910

Omologato 164 167 177 375 469 397 175 1924

Revocato 14 23 30 97 125 62 37 388

No maggioranza

creditori

37 27 37 52 56 38 24271

Altro** 8 10 9 38 60 119 165 409

totale ** 223 227 253 562 710 616 401 2.992

*La numerosità dei ricorsi analizzati è inferiore a quella complessiva del nostro campione in quanto sisono eliminate 82 procedure nell’ambito delle quali i dati rilevati erano assenti o non congrui**La voce altro comprende concordati non omologati, ritirati o dati mancanti

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6.1 Esito giuridico delle procedure(quota sul totale; valori percentuali)

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 19

Non emergono differenze sostanziali nelle percentuali di omologa per tipologia di concordato e considerando il caso in cui sia stata presentata domanda di pre-concordato.

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6.2 Omologazione: differenze territoriali

Emerge un’elevata variabilità tra i tribunali: la percentuale varia tra poco meno del 50 e il 100%.

20Nota: nella figura è riportato il dato relativo ai tribunali del campione per i quali si hanno più di 10 osservazioni

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6.3 Il parere del commissario giudiziale

Il parere sul piano è positivo nella gran parte dei casi (86%) e anticipa in genere l’esito della procedura;

solo il 4% dei concordati per il quali il commissario ha espresso parere positivo non vengono omologati.

In un terzo dei casi in cui il parere del commissario è negativo, il concordato viene comunque omologato.

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 21

Favorevole Contrario

Omologato 1825 101

Non Omologato 77 208

Totale 1902 309

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7. Esecuzione dei concordatiI concordati non eseguiti

• Un elemento di rilievo per la valutazione dell’efficacia del concordato è costituito dal grado di rispetto dei termini previsti per l’esecuzione.

• Il termine previsto è raramente rispettato (in media in circa il 13% dei casi tra i concordati il cui termine è scaduto); distinguendo per la finalità del concordato emerge che il rispetto dei termini è molto superiore nei concordati in continuità diretta (34% dei casi).

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 22

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 TOT

Eseguiti 21 12 29 26 42 23 5 158

Non eseguiti 53 65 70 138 97 27 0 450

Non ancora

scaduti0 2 7 85 220 264 132 710

Dato

Mancante90 88 71 126 110 83 38 606

Tot. omologati 164 167 177 375 469 397 175 1924

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7.1 Tempi di esecuzione dei piani• I piani prevedono un termine esplicito di esecuzione in circa

due terzi dei casi. La durata media prevista è pari a 33 mesi (mediana 34).

• La durata media è superiore per i piani che prevedono la continuità dell’attività dell’impresa (48) rispetto ai liquidatori e a quelli che prevedono la continuità indiretta; la maggiore durata prevista dei piani dei concordati in continuità è coerente con l’obiettivo di accrescere i flussi di cassa da distribuire ai creditori.

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 23

TEMPI DI ESECUZIONE DEI PIANI IN MESI PER ANNO

2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

MEDIANA 24 24 24 30 36 36 36

MEDIA 31,29 28,77 28,15 32,41 32,8 34,59 33,04

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8.Esito economico dei concordati8.1 Le proposte nei piani: creditori privilegiati

Le proposte nei confronti dei creditori privilegiati prevedono percentuali molto prossime al recupero integrale, anche tenendo conto delle quote eventualmente declassate per incapienza della garanzia.

Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 24

media mediana media mediana media medianaBanche 887 95.2 100 121 95.2 100 284 94.2 100

Fornitori 1363 96.2 100 184 98.3 100 469 96.5 100

Professionisti 1023 96.6 100 143 99.0 100 340 97.4 100

Dipendenti 1370 99.0 100 199 100.0 100 511 99.7 100

Erario 203 92.2 100 33 91.3 100 93 92.5 100

Altro 1592 96.1 100 209 96.5 100 525 95.8 100

Erario per IVA 1158 97.4 100 152 97.9 100 390 99.1 100

Creditori liquidatorio continuità diretta continuità indiretta

num oss num oss num oss

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8.2 Le proposte nei piani: i creditori chirografari

25

Media Mediana Media Mediana Media MedianaMedia ponderata 1731 26.9 20.0 225 33.6 25.1 545 22.2 18.2

Banche 1568 27.0 20.0 204 34.8 25.1 513 22.5 18.2

Fornitori 1688 27.2 20.0 215 34.6 25.0 532 22.7 19.0

Fondi Rischio 686 28.0 20.0 77 40.1 25.0 224 24.2 20.0

Privilegi Incapienti 166 20.6 13.3 26 27.9 23.3 63 13.0 10.0

Altro 1235 27.7 20.0 145 33.9 22.6 405 22.5 18.1

continuità indiretta

num ossPropostaProposta

num oss

liquidatorio continuità diretta

num ossPropostaCreditori

Anno Percentuale Privilegiati Capienti Percentuale Privilegiati Degradati a Chirografo

2009 95,06 4,94

2010 97,54 2,46

2011 99,58 0,42

2012 99,52 0,48

2013 98,24 1,76

2014 98,01 1,99

2015 97,80 2,20

Media 97,97 2,04

Mediana 98,01 1,99

• I tassi di recupero proposti ai creditori chirografari sono pari al 27 per cento in media (20 in mediana) per i concordati liquidatori, al 34 per cento (25 in mediana) per i concordati in continuità diretta, al 22 per cento (18 in mediana) per i concordati in continuità indiretta. Non si registrano scostamenti rilevanti tra le diverse categorie di debitori.

• Il dato sull’offerta mediana fornisce indicazioni rispetto al possibile impatto della introduzione della soglia minima di soddisfacimento per i creditori chirografari (20 per cento); poiché nel passato in circa la metà dei concordati la percentuale offerta è stata inferiore a quella prevista dalla soglia

• La quota di privilegio degradata non è elevata

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Milano, Banca d’Italia – 3 aprile 2017 26

8.3 Percentuali proposte per tipologia e anno

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9. 1 Percentuali di recupero effettive nei concordati eseguiti

• Le informazioni sui recuperi effettivi sono disponibili per un numero limitato di concordati. Ciò in ragione del fatto che per i concordati aperti negli anni più recenti, che sono anche i più numerosi, l’esecuzione del piano non è ancora giunta a termine. I tassi di recupero effettivi calcolati per i concordati eseguiti (anche oltre il termine previsto dal piano) comprendoni il 4% del campione; il numero di osservazioni è particolarmente esiguo per i concordati in continuità.

• Per il privilegio capiente i tassi di recupero medi si attestano intorno al 95%; se si considerano le medie ponderate per gli importi emergono differenze tra i concordati in continuità e quelli liquidatori (come atteso, nei concordati in continuità diretta eseguito, il recupero avviene in misura integrale).

• Per i creditori chirografari i tassi di recupero variano con la tipologia. Il tasso di recupero effettivo nei concordati liquidatori è pari in media al 19 per cento, al 15 considerando i valori ponderati. I tassi di recupero effettivi sono più alti nei concordati in continuità (37 il valore medio nella continuità diretta; 23,5 nella continuità indiretta) e per la continuità indiretta crescono considerando i valori ponderati.

27

n. oss. mediamedia

ponderatamediana n. oss. media

media

ponderatamediana

Liquidatorio 79 94.6 84.8 100 79 19 14.7 12.4

Continuità diretta 15 96 100 100 14 37 37 21.3

Continuità indiretta 25 94.2 96.8 100 24 23.5 32.6 25.2

Crediti garantiti Crediti chirografari

Nota: medie ponderate per gli importi

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• L’analisi è stata condotta con riferimento anche a quanto corrisposto ai creditori alla data della rilevazione (metà 2016 per buona parte del campione). Il dato è ovviamente da considerare provvisorio e parziale. Il dato 2015 non è significativo.

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Esito economico dei concordati9.2 Percentuali di recupero effettive

PERCENTUALI MEDIANE CORRISPOSTE AI CREDITORI CHIROGRAFARI PER ANNO

ANNO BANCHE FORNITORI ALTROPRIVILEGI

DEGRADATI

2009 16,18 16,45 11,05 11,48

2010 10,99 11,30 8,81 5,75

2011 10,60 12,00 5,54 1,50

2012 4,15 4,08 3,96 1,19

2013 10,81 13,00 9,51 -

2014 4,00 6,98 0,50 -

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Esito economico dei concordati10. Durata delle procedure

• La durata complessiva delle procedure di concordato (dal deposito del piano alla decisione circa l’omologazione dello stesso) è pari in media a 287 gg. (mediana 257 gg.); il tempo medio dalla domanda alla decisione circa la sua ammissibilità è pari a 54 gg. (mediana 34 gg.). emerge una durata più elevata della procedura per i concordati in continuità diretta rispetto alle altre tipologie.

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• La variabilità della durata delle procedure tra i tribunali del campione è elevata.

• Nelle procedure nelle quali è stata presentata domanda di pre-concordato, il tempo medio per la presentazione del piano è pari a 132 gg. (123 gg il tempo mediano).

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10. Durata delle

procedure per tribunale

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10.2 Confronto tra i tempi di recupero nei fallimenti e nei concordati liquidatori

Considerando la durata media prevista dei piani nei concordati liquidatori e i tempi medi di conclusione delle procedure, si può stimare che i tempi necessari per giungere alla liquidazione con un concordato siano pari a circa 1.200 gg. (più di 1.300 se si includono i tempi medi per la presentazione dei piani in caso di pre-concordato); la durata media effettiva dei fallimenti nel 2015, secondo i dati del Ministero della Giustizia, era pari a 2.759 gg.

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È opportuno evidenziare che mentre nel caso della durata dei fallimenti si considerano i tempi effettivi per giungere alla liquidazione, nel caso dei concordati si stanno considerando i tempi previsti nei piani che, come abbiamo visto, sono rispettati in una percentuale ridotta di casi; ne consegue che la durata effettiva dei concordati potrebbe essere significativamente superiore (fig. 12). Non abbiamo informazioni sulla durata effettiva dei piani.

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Esito economico dei concordati10.3 I costi delle procedure

L’incidenza media sull’attivo delle spese per prestazioni professionali a favore del debitore è pari al 6% dell’attivo (3% il valore mediano) dei valori esposti nel piano; la spesa per gli organi di giustizia è pari in media al 7,3% (3,8 il valore mediano).

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Conclusioni

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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