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Vadim Zeland - Scardinare Il Sistema Tecnogeno

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Gentile Lettrice,

Gentile Lettore,

i testi che ti proponiamocoinvolgono molte personetraduttori, redattori di testiinformativi e promozionali,correttori bozze, attivitàamministrative eburocratiche…

 

Sono tutte personeappassionate e competentiche sono impegnate in questilavori e ne ricavano lerisorse economiche per vivere. Se i libri (cartacei oin forma di ebook) e Dvd chediffondiamo, invece di essereacquistati, vengono duplicati,riducendo le nostre entrate,

er noi può risultare difficilecompiere gli investimentinecessari alla produzione dinuovi materiali. Per questo,

 

Gentile Lettrice e Lettorecontiamo sulla tua solidarietà per appoggiare e

avorire la diffusionedell’editoria indipendente.

estiamo a tua disposizioneer ogni ulteriore

chiarimento, puoi scrivercialla seguente email:[email protected] 

 

 ..e Buona

 Lettura!!! 

Lo staff Gruppo Editoriale Macro 

 

Vadim Zeland

SCARDINARIL SISTEMATECNOGEN

 

www.gruppomacro.com

 

vviso di Copyright ©

Tutti i diritti sono riservati.essuna parte di questo libro

digitale può essere riprodotta otrasmessa in alcuna formatramite alcun mezzo elettronico,digitale, meccanico, fotocopie,registrazioni o altro, senza il 

reventivo permesso scrittodell’editore. Il file acquistato è siglato digitalmente, risultaquindi rintracciabile per ogniutilizzo illegittimo. Il filetrasmesso è immodificabile, ognialterazione dei contenuti èillegale.

 

Per maggiori informazioni suquesto autore e sulla stessacollana visitate il nostro sito:www.gruppomacro.com

Titolo originale: ВЗЛOМTЕХНOГЕННOЙ СИСTЕМЫCOPYRIGHT: OAO -ИЗДАTЕЛЬСКАЯ ГРУППА“ВЕСЬ” 2012Гордиенко Арина “The Shard of Time” 2012

n copertina: Гордиенко Арина -Gordienko Arina

 

coordinamentoeditoriale

Sara Broccoli

traduzione dal russo

Vera Giovanna B(www.russiainedi

revisione Paola Dimanno

editing  Danila Ganzerla

copertina Matteo Venturi

 I edizioneeBook 

dicembre 2013

collana  Nuova Saggezza

 ISBN  9788862296380

© 2013 Macro Edizioniun marchio del Gruppo Editoriale

 

MacroVia Giardino 30 - 47522 Cesena(FC)[email protected]

ebook by ePubMATIC.com

 

Indice

remessa

Parte IIL TR ANSURFING

Siete in grado di crearvi ilmondo che più vi piaceL’inizio della trasformazionePosso fare tutto!

 

Le diapositive degliinnamoratiL’idrodinamicadell’intenzioneMiriadi di riflessi

oker Face

Parte IILA TECNOSFERA

I parassiti socialiLa cattura dell’attenzione

 

La coscienza tecnogenaL’artefatto d’intenzioneUn segreto spaventosoFreddo e fameSui topi e sulle volpiPeso sano in corpore sanoTransurfing o trasgressione?L’imprinting infantileHo visto un arcobaleno

Parte IIILA BIOSFERA

 

Questioni viveSe mi ami, mangia!La vita non è roba chimica invitroIl principio della societàLa sostanza viva e quellamortaLa sopravvivenza inambiente tecnogenoLa mamma ha mangiato lakašaAcquetta vivificante

 

La legge di attrazione dellaForza

equiem alla carne altruiSi bemolle maggioreLa fattoria umanaGuerra nella Terra di MezzoL’equazione della VitaLettere dalla Terra di MezzoEsoterismo realeStrane domandeLe voci di EywaCioccolato vivo

 

Un nuovo gradino della piramide

Parte IVLA SOCIETÀ-IL

SOCIALE

Punturati, con un joystick all’internoL’involuzione dellacoscienzaIl controllo del supportovitale

 

Aprire lo sportelloLo scardinamento el’unificazione della personalitàParabola di riflessioneAnatomia dell’importanzaLe mollette mentaliLa corsa degli invalidiL’intossicazione dainformazioniLe mollette somaticheI ricevitori e i trasmettitori

 

Due block notesLa realtà dello specchiodualeLa trasmissionedell’intenzioneLa liberazione della ForzaUn festa in arancione

 

Premessa

Cari Lettori,vi sta davanti un libro

creato dalla Forza. Non sonostato io a scriverlo, è il libroche mi ha mosso. Posso dirlocon piena certezza perché, in primo luogo, non avrei potuto scrivere un testo delgenere. In secondo luogo,

 

senza il sostegno dellaForza1, come suggerisce iltitolo stesso del libro, ciò nonsarebbe stato possibile.Perché? Perché il contenutodel libro, come scoprirete presto, è pienamente coerenteal suo titolo. Parlare diqueste cose, semplicementecosì, senza permesso, non èconsentito a nessuno. Si può parlare delle fini del mondo,degli extraterrestri, dei

 

sostenitori o degli oppositoridi una qualsiasi causa, deidifetti e dei vizi della nostrasocietà, persino del governomondiale segreto, che si diceche controlli il mondo. Manon si può parlare in alcunmodo dello scardinamentodel sistema stesso. È un tabù.Avete mai sentito parlare diuna cosa del genere? Non si tratta di questioni

di ecologia dell’ambiente,ma di un problema diverso, e

 

non meno serio. Perché,anche se non si è rivelatoancora in modo esplicito,esso cela dentro di sé unaminaccia nei confronti di ciòche l’uomo ha di piùimportante: la sua libertà eindividualità. È unaquestione di ecologia dello spirito, che per qualchemotivo interessa a pochi.L’attenzione generale vienedeviata verso problemiirrilevanti e insignificanti,

 

mentre il mondo stacambiando rapidamente edalla sua parte meno visibile,dal retro. Può sembrare chenulla stia succedendo, manon è così. In realtà, staavvenendo qualcosa.

Esteriormente ciò non simanifesta in modo particolare. Tutto sembra procedere come al solito, conla nostra civiltà impegnata aseguire il cammino del progresso tecnologico. Di

 

fatto, però, il progresso,inteso come processo portatore di frutti utili per l’uomo, si è già concluso eora si sta muovendo versouna direzione unicamentefavorevole al sistema, cioè auna struttura che si evolve inmodo autonomo. Il sistema,come un cancro, hacominciato da solo a crescerein modo molto attivo,indipendentemente dallavolontà dell’uomo. E tutto

 

ciò è indizio del fatto che il processo si trova già fuoricontrollo.

Per l’uomo questasituazione non è priva diconseguenze: le sue capacitàsi bloccano, le sue potenzialità vengonodrasticamente ridotte e ciò proprio allo scopo di evitarela sua interferenza, evitareche egli ostacoli il sistemaimpedendo ad esso dievolversi come ad esso stesso

 

serve. L’uomo, però, nonvede e non sente nulla, perché “l’operazione”avviene in anestesia generale,in uno stato di sonno profondo che egli, paziente,nemmeno sospetta. Nella suacoscienza viene inserito ilcodice:

Sta seduto buono al tuo posto, nella tua celletta,e fai clic sul pulsante,come si deve. Crea i

 

 prodotti del sistema econsuma tutto quelloche il sistema ti dà. Rispetta la regola del  pendolo, “fai come faccio io”. Segui il  principio della società:“Se lo fanno tutti, alloraè giusto”. E che non tivenga in mente diabbandonare le fila! E,ancora, la cosa piùimportante: sii semprecollegato con la rete. Sii

 

nel sistema. Non separarti mai dai gadgetche ti permettono diesserlo sempre. Prestaattenzione al flusso diinformazioni in entrata. Partecipa al corocollettivo, rispondi aicomandi per essere sempre in risonanza conla rete, per esserne una parte. Non cercare latua strada: essa ti verràindicata. Non pensare,

 

non affaticare la testa:ti verrà tutto raccontatoe mostrato. Quello chedevi fare è impararare arispondere ai comandinel modo più primitivo, formarti i riflessicondizionati necessari per rispondere al posto giusto e al momento giusto, con un clic dimouse , con un tasto, conun carrello della spesa ocon un bollettino

 

elettorale. E quandoarriva l’ora, sii pronto ariempire le filanumerose di tutti coloroche marciano indirezione di… insomma,la direzione te laindicheranno. L’importante è che tu,ingranaggio, sia pronto.

Provate a immaginare diessere arrivati al lavoro oall’università e di aver 

 

trovato là un sognocollettivo. Tutti voglionoavere successo, ma agisconocome se fossero in sogno, alivello di algoritmi e istinticomuni. Anche voi vorresteavere successo e distinguervidalla massa generale, macome potete ottenerlo se sietedegli ingranaggi ordinari, inmarcia al passo con tutti, conlo stesso livello di coscienzaed energia degli altri? Ora lamassa è colta, tutti hanno

 

letto The Secret   [di RhondaByrne, Macro Edizioni,Cesena, 2007; N.d.T .]. Anchevoi lo conoscete. E allora?Qual è il vostro vantaggiorispetto agli altri? Nessuno.Avete anche voi pochechances.

Un sistema tecnogeno, per sua natura, è assolutamentedistruttivo, sia rispetto alla biosfera del nostro pianetasia rispetto a quella delle persone. Ma siccome nel

 

mondo tutto tendeall’equilibrio, per ogniazione finalizzata a violarel’armonia c’è una reazionecorrispondente. In questocontrasto nasce la Forza dicui si diceva sopra. Non èquestione di distruggere ilsistema, chè probabilmente èun fatto impossibile, a menoche il sistema non sidistrugga da solo o non vengadistrutto da un cataclismanaturale. Si tratta invece

 

della possibilità diottimizzaresignificativamente la qualitàdella propria vita, cosa che si può ottenere se si conosconoi princìpi del funzionamentodel sistema e le sue regoledel gioco, quelle nondichiarate. Ciò significa checi si può trovare all’internodel sistema, sfruttarlo a proprio vantaggio e alcontempo non essernevincolati.

 

E ora immaginatevi unascena diversa. La vostracoscienza è libera e chiara, ilvostro potenziale energeticoè molto più alto di quellogenerale, avete smesso di pensare e di fare “cometutti”. Siete usciti dai ranghi,senza però abbandonarli.Fingete di essere deisognatori, ma lo fate dasvegli. Ora vi èassolutamente chiaro cheintorno tutti dormono,

 

mentre voi siete svegli.Coloro che escono dai ranghiottengono sempre deivantaggi:1.  Vedono dove stanno

andando gli altri,standosene in disparte.

2.  Si sbarazzano delle“schegge” e deglisterotipi della società.

3.  Imparano a vedere e acapire quello che gli altrinon sono in grado di

 

vedere e capire.4.  Smettono, infine, di

aspirare a essere i primi e puntano invece adiventare gli unici.

Quando vi libererete dailimiti e dalle convenzionalitàimposti dal sistema, vi saràdata la chance  di vendicarvidel fatto che il sistema halivellato la vostra personalità. Siete personeuniche, e ora siete anche

 

libere. È un privilegio raro.Sfruttate il vostro privilegio.

AVVERTENZE

 Nel presente volumesono presentatialcuni interventi dilettori, ovverolettere scritte da persone di diverso background culturalee con diverse

 

capacità espositive. Nella traduzione si ècercato di rimanerequanto più possibilefedeli all’originale,mantenendo anchecerte incongruenzenel contenuto o nellaconsequenzialitàdell’esposizionedegli eventi.Quando l’autore, nel presente testo, siriferisce a

 

Transerfing real’nosti  intende laserie in 5 volumi,rispettivamente : Prostranstvovariantov I (LoSpazio dellavarianti), Šelest’ utrennych zvezd - II (Il fruscio delle stelle del mattino),Vpered v prošloe III,(Avanti nel passato),Upravlenie

 

real’nosti - IV (La gestione dellarealtа)-, Jabloki padajut v nebo V (Lemele cadono incielo), edizioni VES’ 2006.  Versionei t a l i a n a : Serie Reality Transurfing ,Macro Edizioni2009-2011 - LoSpazio della varianti I , (2009), Il frusciodelle stelle del 

 

mattino II   (2010), Avanti nel passato III , (2010), La gestione della realtà IV ,  Le mele cadonoin cielo V .

Per quanto riguarda ill i b r o АpokrifičeskijTranserfing   (IlTransurfing apocrifo),EKSMO 2010, abbiamosegnalato la versioneaggiornata dello stesso

 

testo, contenuta in: ŽivojTranserfing , EKSMO2010 (versione italiana: Il Transurfing Vivo , MacroEdizioni 2011).

I libri Veršitel’ real’nosti(L’arbitro della realtà),edizioni Ves’ 2005 e Forum snovidenijaObratnaja svjaz’ 1, 2 , (Ilforum dei sogni.Feedback 1, 2), edizioniVes’ 2006, citati nel

 

testo, non sono statitradotti in italiano.

Vera Giovanna Bani

 

Parte IIL

TRANSURFI

 

Siete in grado dicrearvi il mondoche più vi piace

Oggi è di gran moda parlare del fatto che il pensiero è materiale. Comefisico, posso dichiarare, con

 

una certa autorità, chequest’affermazione èun’assurdità.

Il pensiero non è materialese non altro perché non puòvenir registrato daglistrumenti fisici di rilevazionee non ha una velocità di propagazione. Non appena pensate a qualcosa, il vostro pensiero si ritrovaimmediatamente ai marginidell’Universo, senza subirealcun ritardo (di

 

trasmissione).L’elettroencefalogrammaregistra gli impulsi cerebralirisultanti dall’attivitàmentale del cervello, ma noni pensieri. Allo stesso modo,le lampadine chelampeggiano sul computer non mostrano i programmistessi ma il processo dellaloro elaborazione.

Quando si tratta di energia,invece, è tutto più semplice:

 

l’energia può essere fissata,sentita e anche visualizzatadall’oscilloscopio. Con i pensieri, invece, la questioneè molto più complicata. Sequalcuno dice di essere ingrado di spostare deglioggetti con “la forza del pensiero”, di nuovo, non è proprio così. Gli oggettivengono mossi dall’energia.Essa sì è materiale. I pensieri, invece, non lo sono.

Ma cos’è un pensiero, ci

 

avete mai riflettuto?Parlando del pensiero èchiara solo una cosa: essocontiene un certainformazione. Ma che cos’èesso precisamente, lo potetespiegare?

Allo stesso modo, non si può spiegare cosa sial’infinito. Immaginate dimuovervi sempre più lontanodalla Terra, di oltrepassare ilsistema solare, di volare al di

 

là della galassia, di lasciarvialle spalle tutti gli ammassistellari, di raggiungere iconfini del nostro Universo edi vedervi, forse, venireincontro già altri universi ealtri ancora, e cosìall’infinito… Ebbene, tuttociò è impossibile daimmaginare, per quanto ci sivoglia sforzare. Io, personalmente, immaginandoquesta situazione, provo unsenso di smarrimento e di

 

disagio nella mia mente.Come può essere una cosadel genere?

Ma non è tutto. Esiste unfatto che crea un disagioancora maggiore: l’infinito eil punto. L’infinito e il puntosono topologicamente lastessa cosa. Immaginate dimuovervi nell’infinito nonverso l’esterno ma versol’interno: superata lamolecola, l’atomo, volateoltre gli elettroni che

 

orbitano attorno al nucleocome pianeti, vi introducetenel protone e dentro il protone ecco già i quark, ecosì via, in un percorsoanch’esso infinitamentelontano e lungo. Nessunafine, nessun inizio e nessunmodo per trovarli. E neppureun sostegno, un fondamento,una piattaforma su cui far atterrare la propria ragionenel tentativo di capirciqualcosa.

 

Che fare? Si è costretti adaccontentarsi di modelli che,con un’approssimazionegrossolana, spiegano chisiamo e in quale mondoviviamo. Diversamente, “lanostra ragione perderebbe illume della ragione”. Ed ècosì che avviene: se laragione perde il suo appoggioin questo mondo, il suo“punto di unione” vienespostato in un altro mondo, parallelo, col risultato che la

 

 persona, secondo l’opinionedegli altri, “ha perso laragione, è impazzita”. Restail fatto che, comunque sicerchi di dare unaspiegazione, qualsiasi siano imodelli che vengonocostruiti, i problemirimangono irrisolti, ora cosìcome lo erano prima.

Anche il modello delTransurfing è una delle tante possibili interpretazioni,elaborata per cercare di

 

spiegare più o menochiaramente alla ragionecome affrontare questa realtàstrana e incomprensibile.L’unica consolazione è chequesto modello, se nonspiega proprio tutto, quantomeno funziona.

Il principio alla base delTransurfing è che l’uomo coni suoi pensieri si forma la suarealtà. Sembrerebbe strano: perché mai un fenomeno del

 

genere è possibile, se i pensieri non sono materiali?Risposta: perché i pensierinon si trovano nella testa manello spazio metafisico e nonmateriale delle varianti, checonserva in modo stazionariotutto ciò che era, è e sarà.

I pensieri sono come icanali del televisore, el’uomo è semplicemente un biotelevisore perfetto, ingrado di connettersi a piacereall’uno o all’altro settore

 

 particolare dello spazio, dovesi trovano questi stessi pensieri, “programmitelevisivi”. E, similmente aun televisore, l’uomo non“genera” i programmi, licapta.

Tutti gli esseri viventi delnostro mondo “sonoconnessi” a un qualche programma. Le piante hannoi loro programmi,rigorosamente fissi. Gli

 

esseri che sanno strisciare,nuotare, correre, volare,hanno dei programmi piùflessibili, ma comunque“cuciti” in modo piuttostoaderente, a livello di istinti.Solo l’uomo è in grado disaltare liberamente econsapevolmente da un“canale” all’altro. Purtroppo, però, egli non utilizza pienamente questa sua possibilità e ciò a causa delfatto che si appassiona troppo

 

al “ serial   televisivo mandatoin onda” nella sua realtà.Questo serial , spesso triste,non finisce mai perché “iltelecomando” si trova bloccato sullo stesso tasto.

L’uomo, però, è in gradodi prendere in mano “il suotelecomando” e cambiarecanale. Sì, la realtà noncambierà immediatamente:all’inizio, per forza diinerzia, verrà trasmesso lostesso programma, ma se si

 

insisterà a premere sul tastogiusto, il vecchio serial lascerà progressivamente posto alle scene del nuovo programma e alla fin fine lanuova realtà sostituiràcompletamente quella precedente. Così simaterializzano i pensieri.L’unica condizione che bisogna osservarestrettamente è la seguente:affinché la forma-pensiero simaterializzi, è necessario

 

issare su di essa la propriaattenzione a lungo e in modo sistematico. Nella teoria del

Transurfing ci sono diversimodelli “dimostrativi” cheillustrano come questofunzioni. Uno di essi è statocreato in analogia al procedimento disintonizzazione della radio suuna frequenza: le personecapitano su quella linea dellavita i cui parametri

 

corrispondono all’“emissionementale” che hanno in testa.In altre parole, ci si trovanella realtà corrispondentealla frequenza d’onda su cuici si è sintonizzati.

Faccio notare che i termini“emissione mentale” ed“energia del pensiero”, usatinei primi libri, non sono pienamente corretti e servono più a facilitare lacomprensione del concetto

 

che a spiegare la struttura delmondo. Ci dimentichiamosempre di trovarci in piedi difronte allo specchio delmondo, per questo moltecose ci sembrano girate atesta in giù. Ripeto, noi non“emettiamo pensieri”, mafacciamo esattamente ilcontrario, ci colleghiamo adessi poiché essi si trovano lìdove devono essere glioggetti non materiali, nellospazio metafisico. Come

 

avvenga esattamente questocollegamento nessuno lo sa.

Per farsi un’idea del processo, si può dire cheall’inizio è come seilluminassimo con la torciadella nostra attenzione uncerto settore dello spaziodelle varianti eintercettassimo leinformazioni lì presenti,ragion per cui ci sembra che i pensieri nascano nella nostratesta; in seguito, se

 

quest’illuminazione vienefatta durare per un tempo piuttosto lungo, succede chela forma-pensierocorrispondente si incarnanella realtà, si materializza.

Un altro modello utilizzatonel Transurfing è quello dellospecchio. La realtà che cicirconda è l’immaginespeculare (se non proprio precisamente speculare, adessa si avvicina molto) di ciò

 

che si trova nei nostri pensieri. E qui è tutto moltosemplice: il compito diciascuno è solo quello diformare quell’immagine chevuole vedere nello specchio.Se volete vedere una facciafelice, vi basterà sorridere; sevolete che l’immagineriflessa vi venga incontro, vi basterà fare un passo inavanti. Tuttavia, la difficoltàsta nel fatto che gli uominicadono facilmente prigionieri

 

dell’illusione speculare.Come incantati, senzastaccare gli occhi, fissano lospecchio, cioè la realtà che licirconda. Ed esattamentecome succede in sogno, sidimenticano di se stessi edella propria immagine di partenza, non si ricordanoche dovrebbero seguirla emantenerla consapevolmentenella forma desiderata.

Sembrerebbe che non cisia nulla di difficile in questo

 

 processo, non è così? Bastadistogliere l’attenzione dallospecchio, reindirizzarla versol’immagine di partenza,formare l’immagine che sivuole vedere e poi osservarequello che succede nelriflesso. Ma no, l’uomo faesattamente il contrario: difronte alla “dura realtà” sispaventa, crede che siaveramente così e così

sempre sarà, si fissa un

 

modello mentale e vive inquesta realtà triste, senzaavere la forza di distoglierelo sguardo dallo specchio edirigerlo su di sé, sui suoi pensieri, e trovare lì un tastoda schiacciare per cambiare.

Anche in questo caso si pone l’annosa questione: checosa possiamo fare? La prima cosa da fare èmantenere la consapevolezza,fare in modo che lo specchio

 

non ci trascini nel suoincantesimo come in unsogno. In secondo luogooccor re  guardare non lo specchio, ma se stessi. Solose si osservano queste duecondizioni, la realtàcircostante, cioè lo strato delvostro mondo, comincerà acedere, non da subito, ma a poco a poco. L’importante ètenere costantemente efermamente nei propri pensieri l’immagine

 

desiderata,indipendentemente da quelloche sta accadendo nellarealtà. Comunquel’immagine riflessa, alla finfine, si conformeràall’immagine di partenza.

on ha altra scelta!Di fatto, siete veramente in

rado di creare per voi stessiil mondo che più vi piace.Quando la vostra attenzione,o consapevolmente e con perseveranza, o

 

involontariamente e coninsistenza, è fissata su unacerta immagine mentale, larealtà che vi sta intornocomincia a trasformarsi.Accadono cose strane.L’oggetto su cui concentratela vostra attenzione comincialetteralmente a invadere ilvostro mondo e a capitarvisempre sotto gli occhi. Glialtri fenomeni del mondo,invece, non occupando più ivostri pensieri, finiscono per 

 

scomparire da qualche parte,senza lasciar traccia. Come può succedere una cosa delgenere? La realtà non è forseuna per tutti? Non esattamente. È vero,

la realtà è una sola, maognuno in questa realtà ha ilsuo  strato  singolo, separatoda quello degli altri. Non è larealtà generale a cambiar e,ma la configurazione dello strato del mondo di ognuno.Al vostro fianco un’altra

 

 persona può esistere in unarealtà completamentediversa. È una cosa che puòsembrare incredibile, ma èdavvero così. Il mondo interoè molto eterogeneo e questavarietà basta per unamoltitudine di possibiliconfigurazioni per ognisingolo strato. Con i vostri pensieri vi costruite unaversione  unica e personalizzata del vostromondo. Lì è incluso o escluso

 

ciò che è rispettivamente presente o assente nei vostri pensieri.

Così, ad esempio, unadonna che odia gli alcolisti,se li ritroverà sempre davantinella sua realtà. Come sapete,ciò che vi dà fastidio è

roprio ciò che possiede ivostri pensieri. Non solo, ma per soprammercato entra ingioco la polarizzazionecreata dal potenzialesuperfluo. Succede così che i

 

fattori irritanti vengonoattratti dallo strato delmondo di una persona comela limatura di ferro vieneattratta da una calamita.

Alla fine, se la donna delnostro esempio eccellerà nelsuo odio nei confronti degliubriaconi, questi ultimifiniranno col popolaretotalmente lo strato del suomondo, che si troverà invasoda una caterva di beoni

 

appiccicosi, barcollanti ostesi a terra. Beoni sarannotutti i suoi uomini e beonidiventeranno i suoi figli.

Allo stesso modo, un uomoche nel profondo della suaanima è consapevole diessere lontano dalla perfezione e perciò cerca diconvincere se stesso che tuttele donne sono delle puttane,o, nel migliore dei casi, dellestupide, incontrerà sempredonne di questo tipo. Le

 

donne “di lega superiore”vivranno ben lontano dal suostrato, giacché egli stesso hafatto la sua scelta e l’haannunciata al mondo.

Vi sembra una storiafantastica? Niente affatto,questa è semplicemente larealtà speculare nellamoltitudine infinita delle suemanifestazioni. Può darsi chelo scenario che ho disegnatosembri spaventoso per 

 

qualcuno… comunque sia,non vale la pena di preoccuparsi. Si tratta solodel lato esterno, visibile,dello specchio duale. Larealtà che si nasconde alnostro sguardo è molto piùspaventosa.

RIEPILOGO

  I pensieri non sono materiali, non sono nella testa, ma in uno spazio 

 

metafisico.  I pensieri sono come i 

canali televisivi.  L’uomo non genera e non 

emette pensieri ma si collega ad essi come se fosse un bio-televisore.

  L’uomo è in grado di passare consapevolmente e deliberatamente da un canale a un altro, cioè di controllare il corso dei suoi pensieri.

  L’uomo non sfrutta questa sua abilità  in toto a causa del fatto che si fa troppo appassionare dal  “serial”

 

che va “in onda” nella realtà.

  La forma-pensiero è un “programma televisivo” fisso, cui la persona può connettersi e che può diffondere nel mondo circostante.

  Affinché una forma-pensiero si materializzi, occorre fissare su di essa la propria attenzione in modo sistematico e per un tempo piuttosto lungo.

  La realtà è una per tutti, ma ognuno ha il proprio strato separato di realtà.

 

  Con i vostri pensieri costruite una versione unica e individuale del vostro mondo.

  In esso finisce o non finisce ciò che è presente o assente nei vostri pensieri.

NOTE A MARGINE

L’errore principaledell’uomo consiste nel fattoche egli agisce nel ruolo diosservatore passivo:guarda incantato lospecchio della realtà senzaessere in grado di

 

distogliere il suo sguardo.Come se fosse un bio-televisore, egli guarda letrasmissioni che glivengono impostedall’esterno. Perchéavviene ciò, vi saràdefinitivamente chiaro soloalla fine del libro. Percreare il proprio mondo,non si deve guardare loschermo esterno (lospecchio), ma quellointerno (se stessi). Nonguardare i programmitelevisivi altrui, matrasmettere i propri.

 

L’inizio dellatrasformazione

E adesso una domanda:come dare al proprio strato laconfigurazione desiderata? Èmolto semplice. Prendete unfoglietto di carta e scrivete levostre forme-pensiero,

 

ovvero un ritratto sinteticodel mondo che vi circonda edel vostro posto in esso, untesto di poche frasi chedescriva come vi piacerebbevedere tutto ciò.

Ad esempio: «Mi prendocura del mio mondo e il miomondo si prende cura di me.l mio mondo si prenderà

 sempre cura di tutto e sistemerà ogni cosa. Non homotivo di preoccuparmi. Mi sta andando tutto bene. A

 

oco a poco il mio pianetinoersonale si sta

trasformando in un angoloaccogliente. Mi riesce tutto.

o un aspetto meraviglioso,che migliora di giorno in

iorno. Sono una personalitàmolto affascinante, emettouna luce interiore, la gente la

ercepisce e prova per me simpatia. Ho una salute di

erro, un forte potenzialeenergetico e un super intelletto. Posso facilmente

 

ar fronte a tutti i problemi. anche la Forza è con me, laorza mi guida, per questo

accio tutto in modo geniale ebrillante».

E così via… potete personalizzare il testo a piacere, concretizzarlo,aggiungerci tutti i particolariche volete, espanderlo con ifini cui ambite e i risultatiche volete raggiungere. Cosìcreerete una sorta di file  di

 

configurazione, del tipoconfig.sys, per il “sistemaoperativo” del vostro mondo.

Scrivere proprio sullacarta, nero su bianco, questotipo di configurazione delvostro mondo non saràsuperfluo, se non altro perchévi aiuterà a sistematizzare e aordinare i vostri pensieri.Forse non avete mai pensatodi sedervi un attimo eriflettere specificatamente sucome vi piacerebbe vedere la

 

realtà che vi circonda.Ebbene, fatelo, formulate lavostra visione personale.

“Il file  di configurazione”vi servirà per i primi tempi,fintantoché tutti i parametriregistrati non si sonostampati in modo chiaronella vostra mente. Però nonappendete il foglietto al murosotto gli occhi di tutti. Levostre forme-pensiero sonouna questione personale tra

 

voi e il vostro mondo,insieme al quale vi troveretea realizzarli.

Vediamo ora che cosa sidovrà fare dopo. Primo. Ognivolta che guarderete ilmondo (cioè guarderete nellospecchio), dovrete farloattraverso il prisma dellaconfigurazione che vi sietedati. In altre parole, primadovete guardare voi stessi esolo dopo nello specchio.

 

Qualsiasi cosa stiasuccedendo lì dentro, dovreteissare il raggio della vostra

attenzione solo su ciò che vi soddisfa e vi piace, e, al tempo stesso, dovrete sforzarvi di allontanarequesto raggio da queienomeni che vi irritano o vi

disturbano.  Che questeinterferenze rimangano pure, per il momento, l’importanteè che non ve ne occupiate,che voltiate ad esse le spalle.

 

Presto tutti questi residuiverranno spazzati via dalvostro pianeta.

In questo stesso modo potete filtrare le persone concui vi trovate ad avere a chefare. Trattenete la vostraattenzione sulle persone bellee positive, sulle donne e gliuomini che vi interessano di più. Godetevi la lorocompagnia, frequentateli,sorridete loro e assicuratevi

 

il piacere e l’emozione dellaloro compagnia. In quantoalle persone che non vi piacciono, sopportateleeducatamente, tenendo gliocchi socchiusi e “dandovi inaffitto” [vedi Lo spazio dellevarianti, Macro Edizioni,Cesena, 2009; N.d.T.]. Se poinon avete una reale necessitàdi frequentarle, evitatele,tenetevene lontani, passateoltre, non lasciate indugiareil raggio della vostra

 

attenzione su di loro. A pocoa poco il vostro mondo sarà pieno solo di persone per voigradevoli, e, cosasorprendente, lo sarà persinoin quei luoghi dovedifficilmente ci si puòaspettare di contare sulla presenza di un pubblico piacevole.

Le cose non sempreandranno lisce o così come sivorrebbe. Di tanto in tanto vitoccherà comunque fare i

 

conti con gli aspetti negatividella realtà. Ma voicontinuate lo stesso, in modotranquillo e metodico, a far  passare tutte queste coseattraverso il filtro dellavostra configurazione.Comunque sia, ostinatevi adaffermare a voi stessi che ilmondo sa meglio di voi come provvedere alla vostra cura eche tutto sta andando nelmigliore dei modi, perché il principio del coordinamento

 

dell’intenzione, se vieneseguito, funzionaimmancabilmente.

Secondo. Dichiarate levostre forme-pensiero in ognioccasione possibile, soprattutto quando ad essetrovate conferma. Dedicate aquest’attività del tempo daritagliare espressamente, e portatevi sempre dietro levostre forme-pensiero, fate inmodo che siano sempre presenti sullo sfondo, per 

 

ripeterle il più spesso, comese fossero una preghiera. Inquesto modo, in primo luogoimparerete a controllare ilcorso dei vostri pensieri, eciò equivale a controllare larealtà. In secondo luogotrasformerete la realtà che vista intorno, conformandolaall’aspetto che vi serve.

Letteralmente, ciò vainteso nel modo seguente:voi prendete “la pellicola”

 

che vi interessa, la inseritenel vostro proiettore e lì lafate girare in modosistematico e continuo. Che i pensieri qualche volta partano pure per la tangente,che vi si incuneino pure deiquadri negativi, non importa!

on lottate con questifenomeni ma occupateviinvece di ritornare ancora eancora una volta sul vostroscenario prediletto. Risulteràcosì che un bel giorno

 

vedrete scorrere nella vostrarealtà la stessa pellicola cheavete fatto girare nel vostro

roiettore virtuale. Non importa nemmeno

come pronuncerete le vostreformepensiero, se ad altavoce o mentalmente. Le parole sono secondarie, sonosolo uno spostamento d’aria.Hanno valore solo i pensieri,e per giunta solo quelli chevengono trasmessisistematicamente e

 

costantemente. Secomincerete ad andarvene ingiro, dalla mattina alla sera,come una telericeventeambulante a trasmettere unostesso o alcuni programmiselezionati e fissati, lo stratodel vostro mondo progressivamente arriverà adassumere la configurazione prescelta.

Ribadisco il concetto: leorme-pensiero devono

 

essere trasmesse sistematicamente. Si tratta diun lavoro reale, concreto, nondi un vagabondaggio tra lenuvole. Ed è questo l’unico segreto  che doveteconoscere, che segreto, poi, proprio non è. Non c’è infattialcun mistero. Tutta ladifficoltà sta nel fatto che ilrisultato non compare subitoe che bisogna avere pazienzae tenacia nell’inviareall’Universo,

 

inflessibilmente, e pur anchealla cieca, come potràsembrare in un primomomento, la propria, giustaconfigurazione. E bisogneràfarlo nonostante là, per ilmomento, avvengano cosecompletamente diverse daquelle desiderate.

Sarà ancora bene tener  presente che i pensieri, quelliche vengono proiettatimeccanicamente, in modoinconsapevole e sconsiderato,

 

non hanno un gran vigore.L’intenzione esterna vieneinnescata solo dai pensieriche provengono dal cuore, pronunciati con sentimento,nell’unità di anima e ragione.

Una forza maggioreacquistano le forme-pensieroscritte. Non a caso si dice:«Ciò che è scritto con la penna, non si taglia conl’accetta» [equivalente delnostro verba volant ,  scripta

 

manent ;  N.d.T.]. Quando nonsolo riflettete su qualcosa main aggiunta lo dichiarate informa scritta, l’anima e laragione vengono attivati etendono a raggiungerel’unità. Per questo motivonella vita degli scrittori nondi rado trovano realizzazionesoggetti, eventi e persone dicui essi scrivono nei lorolibri. Posso confermarequesto fatto con la miaesperienza personale.

 

In una lettera,specialmente se compostacon sentimento e indirizzataa una persona concreta, ècontenuta la forza del pensiero al quadrato. Per questo bisogna tener presenteche con i messaggi scritti sideve essere molto cauti.Oggigiorno in internet èfacile scontrarsi consituazioni di questo tipo:qualcuno, nel tentativo disfogare la propria bile, invia

 

a molti o a una persona unasua forma-pensierooltraggiosa, sprezzante odostile. Se frequentate glispazi virtuali, vi sareteaccorti che essi ospitanospesso gli interventi di personaggi desiderosi dicolpire e umiliare qualcuno,di rovinare l’umore allagente. Non è detto che sitratti di persone cattive,forse, anzi, al contrario.Spesso sono persone sole e

 

infelici che in forza del lorodisagio cercano diautoaffermarsi a spese diqualcun’altro o di estenderele loro proiezioni sugli altri.Sembrerebbe che, se ci siscontra con una situazioneche non piace, non ci sianiente di più facile che passare oltre e dirigersi in posti più gradevoli, allaricerca di quello che possafar stare bene. In ogni caso,se qualcuno ha detto o creato

 

qualcosa, forse è perchéserve a qualcun’altro, perchéce n’è un motivo, per non parlare poi del fatto che ilavori degli altri hanno lostesso diritto di esistenza deinostri, che noi vezzeggiamo.E invece no. Ci sono personeche non possono passare oltrequello che non aggrada loro,e che devono a tutti i costi“segnare il territorio”,contaminarlo, e solo dopoaverlo fatto, soddisfatti di sé,

 

 possono proseguire oltre.Guardo queste persone conun sentimento di estaticoterrore, come si guardano gliautolesionisti. Questiindividui non vengonominimamente sfiorati dal pensiero che i loro attacchi ele loro critiche, indirizzatiagli altri, possano tornareloro indietro come un boomerang. Perché, infatti,come potrebbe esserediversamente? In una forma

 

o in un’altra, e probabilmenteanche in misura maggiore,tutta la loro ostilità torneràloro immancabilmenteindietro. È come gettarel’immondizia controvento,con la sola differenza che il boomerang non tornaindietro subito. Non solo, manon sempre, quando ritorna,è delle dimensioni che avevaquando era stato inizialmentelanciato. Non vedendo i legami

 

causa-effetto, le persone noncapiscono che pagare, cioè prendersi una bella botta sulnaso, tocca comunque, perciòcontinuano, ignari, a versarespazzatura nel proprio pianeta.

Per contro, è evidente che,dal punto di vista pratico,lanciare un boomerangnegativo contro qualcuno è poco conveniente. Perché nonlasciare in giro fiori al posto

 

di disseminare schifezze?Perché non inviare al mondodelle parole di solidarietà, partecipazione, gratitudine?Sebbene a volte si abbia unagran voglia di sfogare inqualche modo la propria bile,consiglio vivamente dievitarlo. È meglio non farlo,è meglio passare oltre questotipo di ostacolo o addiritturariuscire a invertireintenzionalmente il propriomodo di rapportarsi alla

 

situazione, facendoladiventare di segno opposto,da meno a più. Per quantostrano sembri, “ri-configurare” il proprio boomerang da negativo a positivo è molto semplice esi può fare in qualsiasimomento: basta svegliarsi,capire la situazione e volerlacambiare. Il messaggio di benevolenza sarà fortequanto lo sarebbe statoquello d’ira, mentre

 

maggiore sarà lasoddisfazione che ne otterràil mittente, sia all’istantedell’invio che in seguito.Perché anche i boomerang diamore e bontà ritornanoindietro, eccome!

RIEPILOGO

  Il  file di configurazione compie una funzione importante: ordina e chiarisce i pensieri, i desideri e gli scopi.

 

  Guardate al mondo attraverso il prisma della configurazione che vi siete dati.

  Fissate il raggio dell’attenzione sulle cose che vi soddisfano e vi piacciono, facendolo deviare da ciò che vi suscita irritazione e disturbo.

  Dichiarate le vostre forme- pensiero in ogni momento possibile, specialmente quando trovate conferma di esse.

  La pellicola che gira nel vostro proiettore virtuale è il 

 

film che vedrete nella realtà.  Le forme-pensiero vanno 

trasmesse sistematicamente.

  Le forme-pensiero scritte acquistano una forza aggiuntiva.

  Il principio del boomerang è il seguente: se non volete vedere nel riflesso ostilità,aggressività, critica,dissenso, non inviate al mondo le immagini corrispondenti.

NOTE A MARGINE

 

I l file   di configurazione viservirà inizialmente permettere in ordine i vostripensieri. In seguito, da unaparte, con il raggio sottiledella vostra intenzionedovrete filtrare solo il buonoda tutto ciò che capiterànello strato del vostromondo; dall’altra partedovrete trasmettereintenzionalmente nellarealtà che vi circonda tuttociò che ancora non avete,ma che vorreste vedererealizzato.Dovrete diventare alcontempo riflettore e

 

proiettore. Sono i primipassi della vostrameravigliosa metamorfosida ricevitore atrasmettitore.Vedrete che, facendoseguito alla vostratrasformazione, nella vostrarealtà si produrrannocambiamenti qualitativi.

 

Posso fare tutto!

Dunque, abbiamo in manoquattro metodi grazie ai qualici diventa possibiletrasformare lo strato delnostro mondo: il   file diconfigurazione, il raggiodell’attenzione, il proiettoree il boomerang.  Vediamo,

 

con esempi concreti, comeavviene la trasformazione.

 Esiste una spiegazionedel fatto che da tre giorni di seguitoincappo sempre in gatti? Prima è morta sotto aimiei occhi la gatta deivicini; il giorno dopo, inun film visto al cinema(era la prima volta,quest’anno, che ciandavo) ho visto

 

un’altra gatta chemoriva; dopo, nella miaterrazza (al quinto piano) è finito un gattonero che ha miagolatotutta la notte. Insomma,ho cominciato a far casoa una serie diinterrelazioni, anzi, di parole, oggetti, azioniche si ripetono, ma noncapisco da che cosa possa dipendere tuttociò.

 

È semplice: nello stratodel suo mondo si accumulatutto quello su cui lei fissa lasua attenzione. Dapprima,come una ricevente, lei capta,dal flusso entrante diinformazioni, un certosegnale; poi, se questosegnale è riuscito a occuparela sua attenzione, leicomincia a trasmetterlo, colrisultato che il segnale, in base alla catena di retro-azione, diventa sempre più

 

forte.

«Sto cercando lavoro.Tutte le proposte che horicevuto provengono da grandi aziendeoccidentali (come voglioio), ma si tratta dicompagnie di tabacco odi birrifici. Io non bevo,non fumo e ho deciso fermamente di non voler lavorare per questeaziende, sarebbe

 

contrario ai miei princìpi. Però continuoa ricevere offerte proprio da questo tipodi ditte. Quando i mieiamici mi chiedono comeva la mia ricerca dilavoro, rispondo chericevo offerte solo dai“sigarettai” e dai“birrai”. Forse è per il  fatto che lo ripeto atutti, che attiro proprioquesto tipo di

 

aziende?».

I suoi pensieri sono invasida quello che lei fortementenon accetta. Lei, infatti, nonrifiuta semplicemente, macontinua a ripetereostinatamente il suo rifiuto, eciò significa che lei fissa sudi esso l’attenzione e per questo riceve la realizzazionecorrispondente nellospecchio della realtà. Si puònon bere e non fumare, ma

 

avere un rapporto tranquillorispetto a quello che fannogli altri. Perché non permettere agli altri di esserese stessi?

«In quest’ultimo mese lacifra “222” mi capita sempre sotto gli occhi,in modo quasi intuitivo.Guardo, per esempio, il contachilometri, e vedolì 3-4 cifre uguali (non solo due). Guardo

 

l’orologio e anche lì lecifre si ripetono in modo strano: 11-11, o 22-22, equesto succede molto spesso. Una volta non succedeva così, mentrenegli ultimi mesi la cosa si ripete continuamente.Cosa possono stare a significare questecifre?».

Queste cifre non stanno asignificare assolutamente

 

nulla. Nello strato del suomondo prende il sopravventoquello che capita sotto ilraggio della sua attenzione,specialmente se si tratta difenomeni che la stupiscono ola irritano. Di esempi ne posso riportare un’infinità.Se lei prova disgusto per ivagabondi senzatetto, neincontrerà continuamentesulla sua strada; se la irritanoi vicini o dei compagni diviaggio, sarà costretto a fare i

 

conti con la loro presenza. Se poi le piace guardare le belleragazze, avrà modo divederne sempre di più. Se leisi arrabbia molto quandosbagliano a darle il resto oquando le danno della mercedi bassa qualità, questi casi sirinnoveranno con maggior frequenza. Nel caso concreto lei si è

fissato con le cifre. Tutto ècominciato dal momento incui la sua attenzione è stata

 

catturata da una cifrasimmetrica che le è capitatasotto gli occhi. I suoi pensieri, in un modo o in unaltro, si riflettono nellospecchio del mondo e sirealizzano nella realtà che lacirconda. Per questo, dopo un po’ di tempo, lei si imbatte dinuovo in una stranacombinazione di cifre. Lei, aquesta vista, si sorprende, el’anima e la ragione nelfrattempo si fondono in

 

un’armoniosa unione, se ilsentimento èsufficientemente forte. Ilrisultato è che davanti allospecchio si delineaun’immagine netta e precisa.Poi il processo continua, confrequenza crescente. Quellosu cui lei ha fissato la suaa t t e n z i o n e riempieletteralmente lo strato del  suo mondo.

La normale ragione umanafa gran fatica a credere che i

 

 pensieri, in questo modo,siano in grado di formare larealtà circostante. Eppure sivorrebbe tanto scaricare lacolpa sulla selettività della percezione, non è vero?Possibile che sia io, con imiei pensieri, a creare questisenzatetto, questi vicini equeste belle fanciulle? Mano, tutto ciò esisteoggettivamente, però sono ioche concentro in essioltremisura la mia attenzione

 

e per questo, alla fin fine, micapitano continuamente sottogli occhi!

Comunque non è tutto cosìsemplice. La selettività della percezione ha effettivamenteun certo ruolo, ma è solometà dell’opera. Se lei fa bene attenzione, si accorgeràcon stupore di un fenomenomolto strano: quandoqualcosa cessa di toccarla sulvivo, questo qualcosa finisce per sparire dalla sua vita, e,

 

al contrario, basta che lei si“fissi” su qualche fenomeno perché esso cominci a perseguitarla senza tregua.Qui si capisce benissimo chela percezione non c’entraniente. Sperimenti un po’:smetta, per esempio, di prestare attenzione aivagabondi. Vedrà che prestonon se li troverà più tra i piedi. Dove mai sarannospariti? Oppure: se ha trovatocon chi fare coppia fissa,

 

incontrerà sempre più di radodelle belle ragazze. Pensa chele belle ragazze sianodiventate di meno? Oppure:finalmente, dopo anni diirritazione, si è rassegnato alfatto che le strade sonosporche. Si guarda in giro escopre che le strade sonodiventate all’improvviso più pulite. Perché?

Questi fenomeni trovanospiegazione nel fatto che inogni persona lo strato di

 

mondo ha una determinataautonomia, una sua“singolarità”. Tutti questistrati si sovrappongono e siintersecano, ma al contemposi muovonoindipendentemente l’unodall’altro nella direzioneindicata dal raggio diattenzione del titolare  dellostrato. La realtà è una per tutti, come un tavolo, ma lecarte disposte sopra il tavolosi mescolano. Non appena il

 

titolare dello strato fissa ilraggio della sua attenzione suun determinato oggetto, ilsuo strato (carta) comincia amuoversi nella regione dovesi trova, concentrata, unagrande quantità di questostesso oggetto. In realtà, nonsiamo noi a materializzare i personaggi e le cose su cuiabbiamo concentrato i nostri pensieri, è lo strato del nostromondo che “va” lì dove essisi trovano in gran quantità.

 

«Scrivo musica e testi in stile “rap”. Mi è successo spesso che glieventi di cui ho scritto si siano poi verificati nellarealtà, con me o conqualcun’altro. Sono stato sconvolto quando sono venuto a sapere dainotiziari di un caso cheavevo descritto una odue settimane prima cheaccadesse. Il testo erauna specie di

 

 storytelling e l’avevoinventato di sana pianta,era un ritornello chedescriveva una situazione inventata, cheben si adattava allamusica e al ritmo. Casidel genere si sonoripetuti più di una volta, per questo ora sono particolarmente cautocon le mie invenzioni. Ho anche capito perchécantanti tipo  50cents

 

 sono riusciti a costruirsiun’intero patrimonio: ne parlavano molto primadi diventare famosi ericchi. Ora starò molto più attento nella sceltadei temi e filtrerò sicuramente i mieitesti».

 No comment.«Nel mondo avvengonocatastrofi e cataclismiche coinvolgono masse

 

di persone. Se ho capitobene, quello che succedeè il risultato dei nostri pensieri. Posso supporreche una persona abbiaavuto il presentimentodi una qualchedisgrazia, ma non si può però affermare che tuttele persone in essacoinvolte abbiano avutola stessa sensazione».

L’opinione che tutti gli

 

eventi che succedono siano ilrisultato dei nostri pensierinon è un principio delTransurfing, ma piuttosto una posizione di “esoterismo puro”, cioè di metafisicaelevata all’assoluto. E sitratta di un’opinione errata.

Viviamo in un mondoduale, formato da unacomponente fisica e unametafisica, per questodobbiamo considerare sial’una che l’altra.

 

ell’“equazione della realtàfisica” ci sono troppevariabili. Quando si produceuna particolare congiunzionedi circostanze, che sortisce,in risultato, una variantefatale, nella vita di ognuno, persino di una personaorientata molto positivamente, può succederequalsiasi cosa. Come si puòevitare un terremoto se sivive in una zona sismica? Si può pertanto parlare solo di

 

una correlazione dei pensieric o n la probabilità  delladisgrazia.

Inoltre, non si esiste dasoli nel mondo. Gli strati dimolte altre persone siintersecano nel tempo e nellospazio. Per questo non si puòisolare totalmente lo stratodel proprio mondo eorganizzarlo in modoasettico, senzacontaminazioni dall’esterno.Di contaminazioni esterne ce

 

ne saranno sempre, non è possibile evitarle. Ma per quanto riguarda le catastrofie i cataclismi, se riuscirete anon prestare attenzione allenotizie che ne parlano, allorac ’ è un’alta probabilità  cheessi non entrino nel vostromondo.

«Se lo strato del miomondo è formato in gran parte dai miei pensieri, significa che se, a

 

 proposito di qualcosa, provo un desideriotroppo forte (fino atemere che esso non sirealizzi), teoricamentenon dovrebbe riuscirminiente».

Il nostro mondo non èstrutturato in modo tanto primitivo da reagire come undispositivo automaticosecondo il principio o sirealizza o non si realizza. La

 

realtà delle cose è costituitada miriadi di unità e zero, e ilrisultato è un sistemacomplesso in cui tutto è alcontempo sia determinatoche casuale. Sembrerebbe, a prima vista, che le casualitànon dovrebbero esserci. Ognieffetto ha la sua causa.Tut tav ia , in forza dellacomplessità del sistema, diatto osserviamo un

comportamento della realtànon determinato ma

 

robabile.  Noi stessi nonsiamo strutturati in modosemplice. Non abbiamo intesta una lampadina che siaccende o si spegne aseconda dei casi. La nostra psiche è molto piùcomplessa. E la nostrainterrelazione con la realtà èancora più complessa.

Per questo, quando sifanno supposizioni su “cosasuccederebbe se...”, si parlanon di leggi assolute e rigidi

 

algoritmi, ma di tendenze e probabilità. Non avete prestato attenzione al fattoche nel Transurfing non cisono leggi ma solo princìpi?Per esempio, quanto più forteè il desiderio (misto alla paura di non vederlorealizzato), tanto minore è la probabilità di ottenerel’oggetto desiderato. Ma nonè detto da nessuna parte chenon otterrete nulla se avreteun po’ di paura di non

 

ottenerlo. O, al contrario, seavrete “un seme di senape difede” potrete ribaltare lemontagne. Ma, di nuovo,nessuno vi dice quanta diquesta fede sia necessaria per ottenere il risultato. “Il semedi senape”, qui, è ovviamenteuna metafora.

Dunque, non c’è nulla diassoluto. E per fortuna!Perché se ogni desiderio odogni minimo timore sirealizzassero, nel mondo

 

regnerebbe il caos.

«Da ogni fronte ricevonotizie su cataclismiincombenti e mi preparoad affrontare questeavversità. Mi sento una specie di  stalker 1, vadoin giro per le strade e mi sembra di trovarmi in unaltro mondo. Intorno ame tutto gira, vedo unmondo rotante doveviene venduta ogni sorta

 

di merce, cose brutte,che non servono anessuno. Odori e suoninon naturali… I  problemi della gente sembrano inesistenti…la civiltà si stacontraendo in unamatrix? Non è diconforto tutto ciò».

Uno “ stalker ” deveguardare a tutte questemanifestazioni della matrix

 

in modo compassato. Cheesistano pure. Comunque sianon si è in grado di“vincerle”. Al contrario, conquesto tipo di rapporto sirischia solo di portar dentroil proprio mondo delciarpame inutile. Nonconviene esprimere dissensorispetto a quello che non piace e manifestareattivamente la propriainsoddisfazione o, ancor  peggio, entrare in conflitto

 

con i pendoli. Ciò verso cuiuna persona prova ostilità disolito occupa interamente isuoi pensieri e, diconseguenza, riempie inabbondanza il suo strato dimondo.

Al contrario, bisognaaccettare ciò che suscitairritazione (nell’ottica di pensiero: “Ne prendo atto”),farselo passare oltre elasciarlo andare, facendo conla mano un segno di saluto.

 

Quando voi per primi visarete lasciati alle spallequesti fenomeni, essi stessi poi vi lasceranno.

«Ecco qual è il mio problema. Per le mieidee politiche mi schierocon gli occidentalisti, iliberali, i democratici, equello che sta ora succedendo in Russia(movimento verso un sistema totalitario) è

 

 per me uguale alla peste. Come vivere? Nonè possibile cancellaretotalmente la politicadalla vita. Cerco diignorare le notizie sucatastrofi, assassinii ealtro, ma non è possibile schermarsi dall’ondatadi negatività che siriversa da internet e daimass media. Quandovedo la foto “delle personalità eminenti”

 

del nostro Paese, non posso fare a meno di provare irritazione.Come fare? Mi sembrache quest’irritazionequotidiana azzeri tutti imiei sforzi diapplicazione del Transurfing».

Lei sbaglia quando collegala società in cui vive al benessere dello strato del suomondo. A prima vista potrà

 

sembrare strano, ma di fattoqui non c’è assolutamentealcun legame. Lei può esserefelice o infelice in uno statoqualsiasi, che sia totalitario odemocratico. Tanto più che ladifferenza tra il primo e ilsecondo, di fatto, è prettamente decorativa. Lei èin grado di recitare ogni tipodi spettacolo sullo sfondo diqualsivoglia decorazione.Quando se ne renderà conto,la politica cesserà di

 

 preoccuparla.

«Vorrei porre unadomanda a propositodell’intenzione maligna. Lei ha scritto cheinviare messaggiall’insegna di questotipo di intenzione portaa risultati negativi per colui che li ha inviati.Vorrei sapere perché ècosì. Infatti, se io ho una ferma intenzione che,

 

 facendo così, non neverrò danneggiato, cosìdovrebbe essere! Quale forza entra in atto sealla fine le cose vannodiversamente? La forzadella giustizia cosmica,che punisce il malfattore!? Ma lei hadetto che il karma nonesiste! Del resto, esiste pure la magia nera, i cuiadepti sanno benissimocosa fanno e non temono

 

alcuna punizione!».

Il karma non esiste per lei,se esso non esiste nel suo“ file di configurazione”.

Il karma è una cosasoggettiva, come il destino.Per chi si è rassegnato alfatto che il destino è già statoscritto, così sarà senz’altro.Per chi invece ha preso lagestione del destino nelle suemani, il destino saràgestibile.

 

Tuttavia esiste la leggeoggettiva del boomerang: seinviate a qualcuno unmessaggio negativo, esso viritornerà indietro, in un modoo nell’altro, in una forma o inun’altra. Il mondo, infatti, èuno specchio: “Riporta l’ecodi chi ha gridato”.

Con i maghi neri lasituazione è diversa. Essiagiscono non direttamente,ma attraverso la mediazionedei loro pendoli, ed è per 

 

questo che il boomerang nonritorna loro indietro.Pertanto, se lei vuoledanneggiare qualcuno, devesaper usare il pendoloadeguato, oppure nonoccuparsi proprio di cose delgenere. Non le conviene.

«Per alcuni anni ho studiato in centri diversi per lo sviluppo spirituale, ma, dopo un po’ di tempo, ho

 

cominciato a notare che,nonostante tuttal’efficacia dei metodi,essi non mi avevanoavvicinato al mio fine principale: il raggiungimento diun’esistenza serena, senza problemi. Nerisultava una sorta di“scalpitio con saltelli sul posto”. Un risultatoche non mi soddisfaceva, e ciò

 

 sebbene gli effetti di sette anni di “saltelli sul  posto” fossero del tuttoimpressionanti: potevo, per esempio, gestire il tempo atmosferico,interrompere la pioggia,materializzareappezzamenti di terra,macchine, eccetera. Nonostante questecontinue ondate di fortuna, un’esistenza serena, però, non si

 

realizzava. Ogni successo veniva seguitoda una sconfitta».

Per portare lo strato del proprio mondo a uno statostabile di serenità ènecessario praticaresistematicamente, concostanza invariante, il principio di coordinazionedell’intenzione e la tecnicadell’amalgama, descritti neilibri della serie Transerfin

 

real’nosti  [ RealityTransurfing ;  N.d.T.] . Tutto il  segreto sta nella costanza.Lo specchio funziona con uncerto ritardo, per questo unarealtà stabile viene creatanon dagli sforziestemporanei, ma dalleabitudini fisse e dal modo di pensare. L’amalgama e lacoordinazione devonodiventare un’abitudine.Questa è la condizionenecessaria e sufficiente per 

 

scivolare ininterrottamentesull’onda della fortuna. Ètutto semplice: ci voglionocostanza e coerenza nei pensieri e nelle azioni.Invece le persone, per abitudine, agiscono in modo poco coerente, si accendonofacilmente per un progettoma altrettanto facilmente siraffreddano, e per questovedono prodursi, nella lorovita, un’alternanza di striscenere, interrotte qua e là da

 

“saltelli” estemporanei.

«Ho perduto il mio statodi integrità e gioiainteriore. Cerco diricordare com’era,cerco di riviverne la sensazione, ma è tuttoinutile. Nella mia testa fluttuano tanti pensieri, si intrecciano tra diloro, senza però portarea un’idea compiuta. Non sono presa dal panico,

 

tuttavia questo stato dicose non mi piaceaffatto. Che cosa si puòintraprendere in una situazione del genere?So cosa voglio: sicurezza, benessereinteriore e gioia».

Quello che le serve èraddrizzare la sua realtà ,cioè portare lo strato del suomondo fuori dalla nebulositàche lo sta avvolgendo,

 

 portarlo fino a una zona pulita dello spazio dellevarianti. Come fare? C’è unaricetta semplicissima, cometutte le cose geniali. Quandoun bambino piange, come losi può calmare? Le persuasioni non servono anulla. Al bambino bisognastar dietro, dimostrare premure, partecipazione,attenzione. Quindi, quandolei si sente male, è il bambino dentro di lei che

 

 piange. Si occupi di lui.Anche se molti di noisembrano persone forti,affermate, serie eccetera,tutti noi, in sostanza,rimaniamo dei bambini. Se loricordi. “Porti se stessa a fareun giro in giostra”, cioè adire, faccia quello che più le piace. Si prenda, per ilraddrizzamento della realtà,una pausa, un “time-out ” chele serva solo per riposare,senza pensare ai problemi.

 

Dica a lei stessa: “Oggi io eil mio mondo andiamo a farciuna passeggiata!”. È una pausa importante, che serveal mondo per depurarsi. Daquesto “time-out ” dipendemolto. Si compri il suo cibo preferito: “Mangia questecose buone, mio tesoro,rimettiti in salute”. Questolei deve dirsi. Dedichi ungiorno intero a se stessa, aquello che più le fa piacere.Abbia cura di se stessa, si

 

metta a letto: “Dormi, miotesoro, e non pensare a nulla.Il tuo mondo si occuperà ditutto”.

Dopo un po’ di tempo leisi accorgerà che la realtà chela circonda comincerà adacquistare sfumature via via più calde, accoglienti: il suomondo sta uscendo dallanebulosità. A questo puntocerchi di fare degli sforzia f f i nché il principio dicoordinazione

 

dell’intenzione, e, accanto adesso, le tecniche ditrasformazione della realtà,ovvero la configurazione, il raggio dell’attenzione, il 

roiettore e il boomerang,diventino un’abitudine,l’immagine dei suoi pensierie della percezione delmondo. E arriverà il giornoche le farà dire: io possotutto.

 

RIEPILOGO

  Nello strato del vostro mondo si accumulano i fenomeni su cui fissate la vostra attenzione.

  I vostri pensieri possono essere invasi da ciò che fortemente non accettate.

  Quando qualcosa cessa di toccarvi sul vivo, sparirà dalla vostra vita. Al contrario, non appena vi fissate su qualcosa, questo qualcosa comincerà a perseguitarvi senza tregua.

  Lo strato del mondo di una persona si muove lì dove 

 

viene attratto il raggio della sua attenzione.

  Siete in grado di recitare spettacoli di ogni tipo, con decorazioni di ogni tipo.

  D’altra parte, non tutto vien definito solo dai vostri pensieri, poiché il mondo è duale e anche perché gli strati di persone diverse si possono intersecare.

  In forza della complessità del sistema, osserviamo un comportamento della realtà non determinato ma probabilistico.

  La realtà stabile viene 

 

creata non da sforzi  unatantum, ma da abitudini e modi di pensare radicati.

NOTE A MARGINE

Più avanti, su esempiconcreti, studieremo ledomande che sorgonospontaneamente durante ilprocesso di creazione delproprio mondo.

 

Le diapositivedegli innamorati

«Si può inserire una persona concreta nelladiapositiva del fine?».

Sistemando lo strato delvostro mondo con i metodi

 

del Transurfing, finirete per materializzare dallo spaziodelle varianti tutto quello cheavete intenzione di ottenere.

È come se andaste in unnegozio e vi portaste a casale cose che vi servono e cheavete comprato in questonegozio. Lo spazio dellevarianti contiene veramentetutti i beni che si possonomaterializzare: case,automobili, yacht, unacarriera di successo, eccetera.

 

È un cliché che conserva tuttigli scenari e le decorazioni possibili. Ma esiste qualcosache lì non si possa trovare?Sì. Lì non c’è il vostro amoree nemmeno il vostro odio,non c’è il benessere interioree nemmeno l’oppressione,non c’è la gioia e non c’è latristezza. Capite che cosa nonsi può trovare lì? Lì non c’èla vostra anima. E sapetequal è la differenza tra le persone reali e i personaggi

 

dello spazio delle varianti,con cui vi incontrate duranteil sonno? La differenza stanel fatto che quei personaggi,a differenza delle personevere, non hanno né anima néautocoscienza. Sonosemplicemente dei modelli,dei manichini, dei programmi pseudo-viventi.Se in un sogno lucido provaste a far loro delledomande del tipo: “Ma voisapete che io dormo e vi sto

 

sognando?”, non sentireste inrisposta nulla di più di unastupida risata, perché essinon sono in grado dicomprendere il senso diqueste domande. I personaggidei sogni agiscono in base auno scenario dato, come glieroi dei videogame  o deifilm. Loro si comportanosecondo quanto previsto dalcopione della pellicola chevoi state guardando in uncerto momento. Ovviamente,

 

di pellicole con scenaridiversi ce n’è una quantitàinfinita. Per questo ilcomportamento dei personaggi può cambiare plasticamente, a secondadelle aspettative dellaragione, che interviene sianel ruolo di spettatore che nelruolo di cine-meccanico(generatore di idee). La ragione, quando vede

un film, con le sue aspettativee le sue idee apporta dei

 

correttivi immediati allo scenario, e per questo la

ellicola cinematograficacambia all’istante. Ne risultache si crea l’illusione chel’uomo non guardi il sognoma lo viva come una vitareale. Ma si tratta comunquedi un’illusione. Tutto quelloche avviene lì non è realtà,anche se al contempo esistein modo reale e oggettivo(analogamente, il cinema èun’illusione, mentre la

 

 pellicola inserita nel proiettore è una realtà).Anche i personaggi che sonolì non sono vivi, ma sono deimodelli inanimati.

Cosa succede quandoinserite una persona concretanella vostra diapositiva?Illuminate con il raggiodell’attenzione la pellicoladello spazio delle varianticon il modello  della personache vi interessa. Ma chesenso ha? Nello spazio delle

 

varianti non c’è la personaviva. È come se guardaste unfilm e pensaste di essere incontatto diretto e reale conl’eroe del film. La stessacosa succede quando sievocano “gli spiriti deimorti”. I partecipanti allesedute spiritiche credonoingenuamente di entrare incontatto con “i morti”, cioècon persone morte da tempoe ora viventi nell’aldilà. Difatto, “gli esseri” con cui essi

 

entrano in contatto non sonomai nati e non sono maimorti. Sono gli stessi personaggi dei sogni, calchi,copie, pellicolecinematografiche, chevivevano e vivono archiviatisugli scaffali dello spaziodelle varianti. Mentre glioriginali, le vere anime deimorti, o si sono giàreincarnate in altri corpifisici, o fluttuano nelle sferecui solo Dio può accedere.

 

In linea di principio ci si può proiettare in testa unadiapositiva in cui ci si vedeinsieme alla personadesiderata, innamorati.Anche questo è uno scenarioe, di conseguenza, esistecome gli altri nello spaziodelle varianti, lo si puòteoricamente trasportare dalmondo metafisico a quellofisico, cioè materializzare.

Ma ribadisco: un’altra persona non è un oggetto

 

 passivo ma un essere vivo,che realizza attivamente lasua intenzione. Può darsi chequalcosa vi riesca con ladiapositiva, ma si tratterà diuna soluzione poco efficace, perché una persona viva nonsta ferma e impassibile nellospazio delle varianti ma simuove sempre da qualche parte. Mentre siete avisualizzarla nella vostradiapositiva, la personaoggetto del vostro interesse

 

 potrebbe trovarsivelocemente un partner più“terrestre”.

Più in generale, esercitare pressioni sulle persone è incontraddizione con i princìpidel Transurfing. Nel negozio potete scegliervi la merceche più vi aggrada, ma se provate a prendere qualcuno per il gomito e a portarlodove volete voi, cosasuccederebbe? Ecco dove stail problema. Magari a questa

 

 persona non servono affattole sdolcinatezze e le coccoleche cercate potenzialmente diimporgli nel vostro filmamoroso. Non so quali meccanismi

agiscano, ma probabilmentel’anima della persona,oggetto di una diapositivasentimentale, sentequest’invasione. E se nondovesse piacerle, la persona può provare una ripugnanza

 

inconscia nei confronti di chil’ha inserita nella suadiapositiva. È questo ciò chevolete? Probabilmente no. Neconsegue che è meglio nonsperimentare con lametafisica ed è invece piùefficace cercare di costruireun rapporto diretto, magariutilizzando la tecnica delFreiling. I rapportiinterpersonali rappresentanoil caso in cui bisognainteragire con una persona

 

viva, e non volare tra lenuvole e i sogni. E se per ilmomento non avete nessunoin vista, utilizzate ladiapositiva con un ideale, una personalità astratta. Alloraarriverà il momento in cuiincontrerete una personamolto vicina ai vostridesideri.

«E se mi immagino una persona felice (dopo unadose di “prelibatezza

 

energetica”), perché inquesto caso non ci sarebbe alcunaviolazione? Lei ha scritto che unavisualizzazione benevolaè un regalo a livellomentale. Nel mio casoconcreto, l’oggetto del mio interesse è unaragazza. Cerco diimmaginare come ledono il mio amore, senza aspettarmi nulla

 

in cambio. Ma se non èconsigliabilevisualizzare una persona concreta, perché invece si possono fare dei regalienergetici? Anchequesta è unarappresentazione della persona in una situazione insolita?».

Lei scrive che dona il suoamore! Ma è sicuro che

 

questa ragazza abbia bisognodel suo amore? Forse chenella tecnica del regaloenergetico è detto che leidebba portare piacere a una persona? No. Nella tecnica siafferma che bisognaimmaginare la persona in unasituazione in cui è soddisfattae sta bene: mentre corre in bicicletta, mentre è sedutacon un boccale di birra,mentre sta giocando a calcioeccetera. La sua presenza in

 

questo scenario èassolutamente supeflua. Nellibro si dice anche che bisognerebbe capire qualetipo di regalo fare alla persona, oggetto di interesse.E a questo fine sarebbeopportuno provare, verso la persona, un interesseautentico: in quale situazione può sentirsi a suo agio, checosa le può mancare? E nonsi tratta di una diapositivafine a se stessa, ma di un

 

regalo energetico. La personacosì “beneficata” prova piacere a essere vicino a lei perché l’emissioneenergetica che proviene dalei contiene quello che mancaalla persona stessa.

Bisogna leggere i libri con più attenzione. Proprioleggerli, almeno la primavolta, e non ascoltarli.Ascoltandoli si trascuramolto. E occorre leggere proprio il libro, non il testo

 

elettronico. Il libro è una sostanza viva.

Quando comunicate collibro direttamente, il libro viaiuta. È un fatto verificato.

«In che modo operarenel caso in cui il fine èrappresentato da una persona, un potenziale partner sentimentale? È un mio fine trovare una persona che soddisfi pienamente le mie

 

esigenze di amorecorrisposto. Non faccio fatica a visualizzare al  punto giusto l’immaginedel mio fine, ma la miavisualizzazione si protrae da tempo senzaevidenti segni o indiziche possano indicarequalche cambiamento di situazione. A dire laverità, vivo dellavisualizzazione dellamia diapositiva del fine

 

 già da più di una decinadi anni».

Le cause di questo possoessere due. Prima causa: unavisualizzazione a vuoto. Ladiapositiva deve reggersisulla “pellicola”dell’intenzione. Lei dovrebbenon solo immaginarsi nei pensieri le scene dellarealizzazione dei desideri,ma proprio aver intenzione diottenere il risultato, e,

 

ovviamente, muoversi indirezione del fine. Secondacausa: lei passa oltre le porteche si stanno aprendo, comese i suoi occhi e le sueorecchie fossero chiusi.

Se, in qualche misura, si producono queste due cause,la situazione assomiglia allascena seguente: mi sonoaddentrato nel bosco per andare a funghi. Ho vagato per il bosco e mi sonoimmaginato di averne

 

raccolto un cesto pieno, diaverli cucinati e mangiati. Ladiapositiva è ideale, sottotutti i punti di vista. Mancasolo una cosa: tutti i miei pensieri e le mie azioni sonooccupati solo dallavisualizzazione: sogno,guardando le cime deglialberi, senza nemmeno fareattenzione a dove cammino.Magari ho anche lasciato ilcestino a casa, o addirittura“ho raccolto i funghi”

 

standomene disteso suldivano. I funghi da soli nonsaltano sul divano, bisognacomunque andare nel bosco araccoglierli.

«Non riesco in alcunmodo ad accettarmi. Ad accettarmi e ad amarmi. Per far ciò mi pongo sempre delle condizioni; per esempio, mi dico: se fossi bella, allora sì chemi amerei, eccetera

 

eccetera… Nel profondodell’anima mi rendoconto che si tratta diassurde convenzionalità. D’altra parte, ho dei seri difetti fisici: unacicatrice sulle labbra,un naso irregolare… a parte questo sono unaragazza carina, peròquesti difetti rovinanotutto. Ovvero, non idifetti di per sé, ma il mio modo di

 

rapportarmi ad essi.Quando ero piccola, ero sicura che, a causa del mio aspetto, sareirimasta sola. Invece a20 anni mi sono sposatae ho avuto una bambina. Ma nonostante questoho sempre sentito di star  facendo qualcosa di sbagliato. Mio maritoera una brava persona,buono, premuroso,affezionato a me e a

 

nostra figlia. Pensavo diamarlo. Però… per quanto ricordo, durantetutti gli anni dimatrimonio mi sentivoinfelice. Piangevo sempre senza motivo. Non potevo spiegare lecause delle mie lacrime, sentivo solo che la miaanima piangevaamaramente, come fa unbambino.Un giorno un amico di

 

 famiglia ci ha portatol’audiolibro sul Transurfing. Mi sonointeressata subitoall’argomento, hocominciato a proiettarmi ladiapositiva del mio fine. E ha funzionato! Macosì come ho fatto io, forse non si doveva fare, perché io miimmaginavo felice,amata e piena di amore,

 

 però non verso miomarito, ma versoun’altra persona. Daallora è andato tutto storto. Mio marito haavvertito qualcosa e sen’è andato. A essereonesti, sono anchecontenta che se ne siaandato. Mi sono tolta un peso dall’anima, però…lui è mio marito e so cheancora adesso mi ama e soffre, e non può

 

 perdonarmi. Via internet ho conosciuto un uomo.Ci siamo scritti per un po’, poi lui è venuto atrovarmi. Mi è piaciutomolto, mi ha veramentecolpito. Ma lui forse non provava nulla di similee, insomma, non ne èvenuto fuori niente.Quando è partito, mi hadetto che avremmo potuto continuare a scriverci, ma non l’ha

 

 fatto. Evita i contatticon me. Una volta chemi ha risposto, mi hadetto che potevamo scriverci ma sarebbe stato meglio farlo dopo, sarebbe stato meglioaspettare. Ma quantoaspettare? Non voglio perdere quest’uomo,voglio che ritorni da me.Tanto più che non mi hadetto apertamente “no”. Ecco, ora, come

 

diapositiva del fine,immagino lui e me stessa come coppiaideale. Si può farecosì?».

Bisogna assimilare beneuna semplice verità. In primoluogo: se la sua metà se n’èandata via, significa che nonè la sua metà. Ci pensi un po’: forse che la sua metà può lasciarla? È un’assurdità.

Ma le persone, purtroppo

 

 per loro, di solito noncomprendono questasemplice verità.

Secondo: se una persona se n’è andata, non si può

arla tornare indietro.   Chi pensa diversamente si sbagliadi grosso. E anche qui lasituazione è semplice. Nonc’è alcun “orto psicologico”da recintare. Se anche a voltequalcuno riesce a far tornarela persona amata, non neviene fuori nulla di buono.

 

Ma questo è già un altro temasu cui torneremo dopo. Difatto, lei non ha niente da far ritornare, perché non c’èniente che lei abbia perduto.

on ha senso nutrirsi diillusioni e perdere in questomodo insensato il tempodella propria vita. Questotempo non è poi così tanto.Lei si nutre della speranzache «lui non ha detto “no”apertamente». Ma non tutti possono dire direttamente e

 

apertamente “no”, e nonsempre. C’è anche gente chenon sa nemmeno dire “no” ingenerale. Non solo, masarebbe bene sapere che, se per una donna la situazione«io non ho detto “sì” e tu nonhai detto “no”» indica piuttosto una promettenteindeterminazione nei pensieridi lei, per un uomo questastessa situazione indica unrifiuto inequivocabile. Lamentalità maschile, a questo

 

riguardo, è assolutamenteinequivocabile, direiaddirittura fondata sul principio “nero-bianco”.

Si può visualizzare una persona concreta solo nelcaso in cui non ci sia altra possibilità di scelta. Ma a leinon lo consiglio, perché leinon ha incontrato la suametà. Quando incontrerà ilsuo uomo, non avrà bisognodi lottare per conquistarlo:lui verrà da solo ai suoi piedi.

 

Mentre invece, con la persona che lei ha in mente,con tutta probabilità avrebbesolo sofferenze. Quindi nonc’è motivo per soffrire ora.Utilizzi la tecnicadell’amalgama e dellacoordinazionedell’intenzione.

Quanto ai difetti fisici,sono una sciocchezza! Alcontrario, difetti simili, cheesulano dagli standard

 

estetici, aumentano solol’interesse. Lei crede che gliuomini cadano ai piedi solodelle donne con l’aspetto da bambole? Scemenze. Daquesto punto di vista lei puòstare tranquilla e accettarsicome un neonato, così com’è.E allora le persone che lacircondano la accetteranno diconseguenza,automaticamente. Il mondocircostante è solo unospecchio.

 

«Forse lei ha ragione. Ma come devo intendere“avrebbe con lui solodelle sofferenze?”. Leivuol dire che, seriuscirò in qualchemodo ad attrarlo dinuovo nella mia vita,non sarò comunque felice con lui?».

Il fatto è che se la porta èquella Sua, essa la accoglieràcon piacere, tutto andrà per il

 

verso giusto e senza intralcio.Se invece fin dall’inizio c’èqualcosa che non va, oppurela porta, che all’inizio si eraaperta, si richiude bruscamente davanti al naso,significa che la porta era dialtri. In porte di questo tipoci si può anche insinuare, madi solito non ne viene fuoriniente di buono. Per questocredo che lei non abbiaassolutamente nulla di cuirammaricarsi.

 

La stessa cosa vale per lasua metà. Finora non le èriuscito di incontrare la Sua.È un problema che ha lamaggior parte della gente.

on è la sola in unasituazione del genere.Trovare il Proprio fine e laPropria metà sono i duecompiti più difficili che ci sitrova ad affrontare nella vita.Tutto il resto è banale inconfronto. È propriodell’anima innamorarsi e

 

appassionarsi, e spesso lesembra di aver trovato “ilsuo”. Ma poi emerge che sitrattava di una passione passeggera. Non bisognascoraggiarsi, ma continuare acercare. Se l’intenzione c’è,tutto andrà bene.

«Evidentemente,visualizzare una persona ècome invadere la sua realtà,il suo mondo interiore, ècosì? Però vorrei lo stesso

 

 sapere quali sono leconseguenze nel caso in cuicontinuassi a rappresentarel’uomo che desidero nellamia diapositiva del fine…Cosa può succedere? Devo sapere a cosa vado incontroe capire se devo ritenermiresponsabile di questo».

 Non porta a nulla di gravee lei non dovrà sentirsiresponsabile di nulla, se solonon si farà prendere dal senso

 

di colpa. La responsabilitàmorale grava sulle spalle dicoloro che hanno deciso diricorrere ai servizi dei maghiallo scopo di stregare eincatenare a sé qualcuno.Sono tecniche sporche. Una persona normale non haaccesso diretto alla coscienzadi un’altra persona. I pendoli,invece, ce l’hanno. Un magosi assicura l’accessoattraverso la mediazione diun pendolo. Se il fine viene

 

raggiunto, il committenteottiene “un amore-zombie”.Ovviamente, questo tipoartificiale di felicità prima o poi si tramuta in disgrazia.

L’unica cosa che si puòottenere con una diapositivaè di attirare una persona nellostrato del proprio mondo.Può darsi che si producanosituazioni più frequenti diincontro e quindi è possibileche si offra un’occasione dicontatto diretto. Ma “far 

 

innamorare” di sé unadeterminata persona conl’aiuto di una diapositiva nonle riuscirà. Mentre invece èmolto probabile che si possaottenere l’effetto opposto, se,come ho già detto, l’animadella persona che lei desiderasi accorge di esserevisualizzata e se questo nonle dovesse piacere. Ed è quasisicuro che non le piaccia.Provi a immaginare divenire, volgarmente

 

 parlando, “posseduta” daqualcuno mentre lei si trovain uno stato di incoscienza.D’altra parte, se proprio citiene tanto ad attirare questa persona concreta nella suavita e non c’è altro modo difarlo, può anche arrischiarsidi visualizzarla. Ma allora lodovrà fare, come lei forsecapirà da sola, in modosincero e con grande tatto.Cioè senza osare di permettersi virtualmente

 

quello che non si permetterebbe nella realtà.

RIEPILOGO

  Visualizzare una persona concreta è sconsigliabile perché non è efficace e può produrre l’effetto contrario.

  Visualizzare una persona concreta si può solo nel caso in cui non ci sia altra via di uscita.

  L’unica cosa che si può ottenere, visualizzando una determinata persona nella 

 

propria diapositiva, è di attrarre questa persona nello strato del proprio mondo.

  Bisogna non solo rappresentarsi nei pensieri le scene relative alla realizzazione dei propri desideri, ma anche avere l’intenzione di ottenere il risultato desiderato, e inoltre muovere i piedi in direzione del fine.

NOTE A MARGINE

I rapporti interpersonali

 

rappresentano il caso in cuibisogna comunicare condelle persone vive.Utilizzate, a questo scopo,il Freiling [vedi i libriTranserfing real’nosti I- (Reality Transurfing I-V )].

 

L’idrodinamicadell’intenzione

«Se in me si è già formata “l’intenzione diavere”, devo praticarelo stesso lavisualizzazione?».

 

Quando lei avràl’intenzione di avere, lanecessità di porre domandedel genere cadrà da sola, perché allora lei avrà giàottenuto tutto quello che era sua intenzione  avere. Masiccome lei chiede, vuol direche dovrà ancora lavorare inquesta direzione. Sel’intenzione di avere  è pura,senza aggiunte di dubbio etimore, il Portieredell’Eternità la farà accedere

 

al supermercato dello spaziodelle varianti, e lei qui, senza problemi, si prenderà il Suo.

Ricordiamo l’esempioclassico con il chiosco deigiornali. Lei non ha certo ildubbio di non trovarci il suogiornale del mattino(risolutezza ad avere). Vatranquillamente al chiosco elì se lo compra (risolutezzaad agire). Quando sono presenti, in forma pura, larisolutezza ad avere e quella

 

ad agire, lei otterràincondizionatamente quelloche vuole. Vuole camminaresull’acqua? Nessun problema! Se invece esistonocomunque delle briciole didubbio o di timore, toccheràlavorare con la diapositivadel fine, non c’è nient’altroda fare.

Il lavoro consiste nello sviluppare l’intenzione conla fede, così come si fa con

 

una pompa idraulica: magarisolo per un po’, ma in modoregolare e mirato. Il risultatodi queste azioni sistematicheè che si viene ad accumulareuna forza enorme e si vieneinoltre a estendere la zona di benessere, in modo tale chenella realtà circostanteavvengono delletrasformazioni evidenti.

Dal settore dello spaziometafisico, che voi insistete a

 

illuminare con la vostraattenzione, allo strato fisicodel vostro mondo, viene pompato, letteralmente sotto pressione, tutto quello che prima non c’era e non potevanemmeno esserci. Ecco comefunziona “l’idrodinamica”della vostra intenzione. E per rafforzare ulteriormente lafede riporterò, nel corso dellamia esposizione, i riscontridei lettori. Si tratta diinterventi che parlano da soli.

 

«Mi sento come Neo del  film  Matrix , quandoall’improvviso si rendeconto che tutto èun’illusione. Il Transurfing mi ha pienamente confermatonella comprensione diuna cosa così semplicequal è il concetto che il mondo è nulla. Perciò guardo al mondo senzatimore e con gioia, come facevo da bambina. A

 

volte, a dire il vero, midimentico di questo ecomincio a farmi prendere da un’inutileagitazione, ma riesco presto a sbarazzarmi didossoquest’allucinazione. Leimi ha davvero fatto scoprire la libertà, e conla libertà posso farequello che voglio. Per esempio impormi delleregole mie e vivere in

 

base ad esse, senzadimenticare che sono stata io a crearle. Possoanche prendermi tuttoquello che voglio, possoriempirmi la vita diquello che mi piace. È una sensazione magica,come quella che, comeadesso ho capito, vivevonell’infanzia».

A dire il vero il mondo nonè del tutto illusorio. Esso è

 

formato da due componenti:una materiale e una nonmateriale. Di questo è meglionon dimenticarsi. Ma unadelle meravigliose proprietàdi questa dualità è il fatto chesiamo in grado di trasportarenel nostro mondo fisico lecose che si trovano in quellometafisico. Lo spazio dellevarianti, a differenza di unarchivio di informazioni,sottintende la possibilità direalizzazione dell’una o

 

dell’altra variante di eventi.Potete non solo prendere undisco dallo scaffale eguardarlo, ma anche attivarela vostra trasmissione, far sìche la vostra pellicola girinella realtà.

«Ho assimilato il Transurfing immediatamente, come se fosse una parte dellamia vita. I risultati nonhanno tardato a farsi

 

vedere, ma si trattava di piccolezze. Quando mi serviva una macchina,l’ho avuta senza problemi; quandodovevo trovare unalloggio più spazioso,l’ho trovato, non solo,ma sembrava che fossero le varianti atrovare me. Ma non potevo certoimmaginarmi che la forza dell’intenzione

 

 fosse sconfinata, e chele fossero sconosciuti iconcetti limitanti di spazio e tempo. Insomma, prima vivevocome tutti, nella piùnormale routine. L’anima chiedeva, anzi,implorava di fare unacosa, ma la ragione,influenzata dalle persone“benintenzionate”, faceva l’esatto opposto.

 

 E così è continuato finoa che l’anima si èrivolta alla ragione e leha detto: “Lascia che provi io, passami il comando, solo per unavolta, per un minuto”. La ragione haacconsentito dimalavoglia. Ma èaccaduto l’impossibile. La realtà è cambiata nel  giro di un giorno! Laragione era in stato di

 

 shock, mentre l’animacantava e volava dalla gioia! Ho capito checos’è il Cammino che possiede il cuore!Ognuno di noi è padronedel proprio mondo, soloche fin dall’infanziaveniamo deviati dalla società (matrix). Maquando si devono prendere delle decisioni, soprattutto nei momentidi svolta della vita,

 

bisogna riuscire amandare a quel paesetutti “i benintenzionati”e i buoni consiglieri,bisogna immergersi nel  silenzio, spegnere il televisore, andare nel bosco, chiudersi incamera, cessare di pensare, soppesando i più e i meno, e lasciarsi semplicemente andareall’ascolto della voce sommessa del cuore. La

 

 sua risposta saràl’unica soluzione giusta,anche se a prima vista potrebbe sembrareillogica. Tutto quelloche serve per essere felice nella vita, l’uomoce l’ha sempre sotto il naso. E se egli hatrovato questo camminocon il cuore, tutto il resto (i vari benimateriali) arriverà da sé, a seconda delle sue

 

necessità. Non sonoconsiderazioni vuote,ma basate sulla miaesperienza: io questecose LE HO PROVATE. Auguro a tutti felicità e fortuna! Nella vita nonc’è nulla di impossibile,l’importante è non farsimai prendere dallo sconforto, qualsiasi siano le circostanze! Lavita è molto piùenigmatica e

 

 stupefacente della finzione più estrema».

Posso solo aggiungere che bisogna spegnere non solo iltelevisore che è all’esterno,ma anche quello che è dentrola testa. Per quanto strano possa sembrare, la gente nonriesce a fare la cosa piùelementare: fermarsi,mettersi seduta, prendere unfoglietto di carta e una pennae formulare le richieste da

 

avanzare al mondo e al proprio posto in esso, cosìcome lo si desidererebbevedere. Formare il proprioile di configurazione per poi

(almeno una volta al giornodopo il risveglio) caricarlonello strato del propriomondo come se fosse unsistema operativo. Nessunolo fa, è incredibile. Le persone corrono di qua e di làcome se avessero una carica,non hanno mai tempo,

 

rimandano tutto a dopo e,alla fin fine, non c’è maitempo per nulla.  Provate asforzarvi di dare unaconfigurazione ai vostri pensieri, così come si dicevain precedenza. Se lo farete,vedrete che, innanzitutto, èun compito che val la penacompiere, e in secondoluogo, vi convincerete chefunziona. Ecco ancora unesempio, molto chiaro sul piano pratico.

 

«Vado al lavoro inmacchina e a volte, siaall’andata che al ritorno, carico delle persone1. Non solo perché 50-300 rubli in più non mi dispiacciono,ma soprattutto perchémi piace farlo. Mi piace guidare e mi piacel’elemento di azzardoche subentra quando sicaricano passeggeri per 

 

 strada. Mi piace anche parlare con gente sconosciuta (anche senon con tutti e non sempre). Queste 2-3 oreal giorno praticamentenon si intersecano con il resto della mia vita. Esco di casa, miimmergo per un’ora,un’ora e mezza in questo gioco, arrivo al lavoro elì trovo un altro mondo,un’altra vita. Finisce la

 

mia giornata di lavoroed ecco che si presentano di nuovoun’ora, due, raramentetre per girare inmacchina, tenendocomunque il corso versocasa. Potrei non farlo,ma in questo modo mi priverei non solo di soldi extra, ma di unaggiuntivo interesseverso la vita. Ebbene, unbel giorno ho fatto la

 

conoscenza del Transurfing, e mi èvenuto in mente questo pensiero: il miomovimento da casa al lavoro può essererappresentato come una piccola vita: con il suoinizio, la sua fine, il suo percorso, i suoi successie le sue sconfitte, le suecasualità e le suecostanti, le sue possibilitragedie (incidenti

 

 stradali), la speranza inincontri fortunati (conuna qualche Bellissima passeggeraSconosciuta), e la possibilità di incontriostili (vigili con il radar appostati dietro aicespugli) eccetera. E la cosa più importanteè che tutto l’andamentodi questo processodipende totalmente solodalla mia SCELTA.

 

 Dipende da qualeitinerario scelgo, dallamia decisione di far  salire o no nella miamacchina quest’uomodalla testa rasata, che puzza di alcool e divestiti mal lavati, dallamia decisione di volaredavanti al giallo del  semaforo o fermarmiubbidientemente allo stop. Eccetera eccetera. A pensar bene, il 

 

risultato di questo piccolo viaggio dipendeveramente SOLO E UNICAMENTE dallamia scelta. In tutto.Quello che succede nel mio cammino dipendedalla scelta che ho fatto prima di mettermi inviaggio! A proposito: eche cos’è il RISULTATOin questo caso concreto? Beh, innanzitutto unacifra finale, cioè la

 

 somma che riesco a guadagnare durante imiei giri in macchina. Ma non è tutto, anzi. C’èancora da calcolare lo stato emotivo in cui mitrovo quando arrivo al lavoro e poi a casa. Puòtrattarsi di una sensazione residua spiacevole e oppressiva,o, al contrario, di una sensazione radiosa, unbuon umore generale

 

dovuto a un viaggio particolarmente piacevole e fortunato, auna conversazione con gente simpatica.Quando ho capito chel’andamento di questiviaggi si inscriveva perfettamente nei princìpi che deve seguire un transurfer,ho deciso di provare aosservare quanto segue:

 

- azzerarel’importanza del risultato materialedel viaggio. Seriesco a guadagnarequalcosa, perfetto.Se invece no, nonimporta. Domaniandrà meglio;

- non lottare mai per il cliente, noncercare di superare gli altriautomobilisti, non

 

negoziare sul prezzo,non far salire persone che per qualche motivo nonmi piacciono;

- nella sceltadell’itinerario,“calcolare” di menoe rimettermi pienamente agliimpulsi interni:andare dove voglio,dove mi vien voglia

 

di andare, dove mi sento meglio;

- per la strada, cedereil passo a tutti,evitare diinvischiarmi in gareassurde;

- la cosa, forse, piùimportante: non aver  MAI rimpianti e PER NULLA, non scoraggiarminemmeno nei casi di

 

aperto inganno. Per esempio, mi è successo un giornoche stavo guidando per la corsia destradella prospettiva Žukov, quando hovisto una bellaragazza con una giacca bianca. Dentro di me mi sono illuminato e mi sono detto: è mia! Inquel momento dalla

 

corsia vicina, unavecchia carriola sgangherata mi hatagliato la strada, sìda farmi frenareall’istante, e haraccolto con grazia“la MIA ragazza”.Qualche tempo prima avrei lanciato parolacce (tra me eme o anche ad altavoce) e mandato aquel paese il 

 

 padrone dellacarriola, la ragazzae (importante!) me stesso, per essererimasto con un palmo di naso. Oggi,invece, in situazionidel genere cerco di sorriderebonariamente e didirmi: beh, non saràmica l’ultimaragazza del pianeta? Ne troverò un’altra,

 

e migliore! Ebbene,quest’approccio funziona al 100%. Prima, se il mioviaggio cominciavacon qualche problema, midemoralizzavo e lecose poi andavano solo peggio. Ora cheinvece non me ne frega niente (oquasi), un infelice(secondo i vecchi

 

 standard) inizio diviaggio non influisce IN ALCUN MODO sul corso successivo.

 Ed ecco una domandaconcreta: in tutto ciò sto guadagnando di più? Rispondo sinceramente:non lo so! Forse sì o forse no. Non sto segnando i miei guadagni. Comunque sia, non ho notato un

 

“salto” particolare, un forte aumento di questiextra. D’altra parte honotato un evidentecambiamento su un altro fronte: mi capitano inmacchina personecompletamente diverse!Sono sparite lecompagnie di beoni chemi costringevano ad arieggiare con forza lamacchina, non incontro più gli arroganti

 

“mažori”  [i nuoviricchi; N.d.T.] , pronti a fare osservazioni sucome guidare lamacchina, e persino “le persone di nazionalitàcaucasica” (contro cui,tra l’altro, non honiente) sono diventate dimeno. Per contro, sonoaumentate le coppietteinnamorate, lequarantenni socievoli, gli uomini amanti (come

 

me) del rock classico edel calcio. È come sequesta raggiuntariduzione della tensioneinteriore abbiacondizionato il miomondo, riempiendolo ditoni vivi e buoni».

RIEPILOGO

  Le persone corrono indaffarate di qua e di là,non hanno mai tempo per 

 

nulla, rimandano le cose a dopo, e alla fin fine non riescono mai a fare niente.Bisogna smettere di rimandare la vita a un dopo,bisogna cominciare a vivere adesso.

  Il lavoro sistematico con la diapositiva del fine riempie la vostra intenzione di fede,come fa una pompa idraulica: magari per poco,goccia a goccia, ma comunque in modo sistematico e mirato.

NOTE A MARGINE

 

In testa non ci sonopensieri. Essi si trovanonello spazio delle varianti.Quando vi occupate divisualizzazione,praticamente prendete da lìla pellicola che vi serve ecominciate a farla girare, agirare il vostro film. Se lofate per un tempo piuttostolungo, il film simaterializzerà nella realtà.Così funziona il principiodel “trasferimento”, dallospazio delle varianti, diquella realtà che vi serve.

 

Miriadi diriflessi

Continuiamo lo studioapprofondito di alcunequestioni importanti legateall’applicazione delTransurfing. A giudicaredalle lettere, molte lacune

 

riguardano la tecnica dellediapositive.

«Io so perfettamentequello che voglio.Voglio vivere per me stessa, avere una casamia, viaggiare,occuparmi del mio sviluppo personale, studiare lingue straniereeccetera. Non voglioavere un progetto mio, foss’anche preferito. In

 

altre parole, la fonte per il raggiungimento del mio fine deve diventareun’eredità o unarendita. Faccio bene alavorare solo con ladiapositiva del fine dovevivo virtualmente nellamia casa e guido la miamacchina? O devocreare una diapositivain cui mi vedo firmaredei documenti per l’ottenimento di

 

un’eredità?».

La diapositiva devecontenere la scena del fineraggiunto, cioè: una casa di proprietà, i viaggi, eccetera.La firma dei documenti per l’ottenimento di un’ereditànon è un fine ma un mezzo.

on deve programmare ilmezzo di raggiungimento delfine se non è sicura di quale possa essere. In che modo ilsuo fine verrà raggiunto, non

 

è affar suo. Affare dellaragione è focalizzarel’attenzione sulla diapositivadel fine, diversamente il processo potrà solo venir frenato. Se manterràfermamente l’attenzione suuna scena in cui lei si stadeliziando di ogni tipo di bene, dopo un po’ di tempo siaprirà la porta giusta, cioè ilcammino che porta al fine.Di che porta si tratti, non sisa. Ma essa si aprirà solo nel

 

caso in cui, trovandosi inquesta tappa, lei si permetterà di non sapere e dinon pensare a questo. Si godacon maggior piacerel’ammirazione delladiapositiva del fine. Quandofinalmente la porta si aprirà,l’anima e la ragionedovranno arrivare a unaccordo, concordare che ilmezzo vada bene. E quandol’accordo verrà raggiunto,tutto andrà nel migliore dei

 

modi.

«È da quando vivo che provo la sensazione di star picchiando la testacontro un muroinvisibile. Non solo, mami sento anche perseguitata dalla sensazione, o forse dal  sapere, che al di là diquesto muro si estendeuna meravigliosainfinità in cui tutto è

 

 possibile. Il dolore el’angoscia mi hanno portata da un libroall’altro. Ogni volta cheleggevo un nuovo libro,all’inizio provavo unenorme entusiasmodovuto alla nuovavisione del mondo chetrovavo nelle pagine, madopo provavo tristezza,constatando che tutto,alla fin fine, rientravanella normale routine. Il 

 

dolore c’è ancora. Lavita non cambia. I suoi libri mi hannoriempita di un enormeentusiasmo. Ma ho un po’ di paura che, comenegli altri casi, passerà. D’altronde, nel mioregno queste emozioni sono permesse. Ho dei problemi con la tecnicadelle diapositive. Comedev’essere ladiapositiva, come la

 

devo impostare?».

La sua vita non cambia proprio perché lei continua aguardare ininterrottamente,come incantata, lo schermocinematografico e provaentusiasmo solo per le sceneemozionanti che le stannomostrando. Leggendo i libridegli altri, lei guarda lediapositive degli altri. Equest’attività, ovviamente,non produce alcun

 

cambiamento. Il cinema, latelevisione, gli altri massmedia e persino i libri sonotutti un mondo di illusione,un’invenzione geniale dellamatrix, ideata allo scopo di bloccare, nell’uomo, la suacapacità di creare la suarealtà. Cosa non si fa pur diimpedire all’uomo diapportare, con la suacreazione, il caos nel processo ordinato dimovimento del sistema. Il

 

sistema si muove nelladirezione che gli serve. Ma alei personalmente, in qualedirezione serve muoversi? Nessuno, ad eccezione di

lei stessa, può impostare lasua diapositiva. Lei devesmettere di ammirare i filmdegli altri e deve invececominciare a produrre il suo.La regola del gioco èsemplicissima: lei vedrànella sua realtà la stessa

ellicola che si sta facendo

 

irare in testa.Si immagini tutto ciò non

come “una serie di istruzionida seguire”, ma come leviene spontaneo, propriocome viene, perché lavisualizzazione è una cosaestremamente individuale, ein ognuno assume formediverse. Non ci sonoistruzioni particolari daseguire. L’unica condizioneimportante è questa: recitare

 

il ruolo ora spetta a lei, e leidovrà farlo in modo daaverne piacere.

«Lavoro con ladiapositiva del fine manon riesco in alcunmodo a staccare il cervello. In testa ho sempre un sacco di problemi, a volte prividi fondamento (che cosa pensano gli altri di unacosa, come viene vista

 

dall’esterno, valuto se è possibile o no, perché, per come, eccetera). Dauna parte mi sembra di sapere tutto, capisco cheè un gioco dei pendoli,che li devo ignorare, manon ci riesco, i pensierimi frullano come sevenissero caricati dauna chiave. Se bevo, latesta si ferma. Nonvoglio bere ma non vedoaltre vie di uscita».

 

Bloccare il miscelatore di pensieri non ha senso. Anzi, èun lavoro faticoso e del tuttoassurdo nel contesto dellatecnica del Transurfing. Il problema sta nel fatto chenon bisogna bloccare il proprio cineproiettore ma bisogna mettergli dentro la pellicola giusta.

Se il suo cineproiettore siferma, la coscienza vola giàin un altro film, non nel suoma in quello di qualcun altro

 

(e non si sa di chi).Pensieri simili

emergerannoinevitabilmente, così è fattala nostra ragione. La cosa piùimportante è che il vettorecentrale dei suoi pensieriindichi il fine.  Può averedubbi, timori, persino caderenello sconforto, ma cerchi dinuovo di ritornare alladiapositiva del fine,comunque sia.

 

«La mia società crea e produce moda per  giovani. La merce vienevenduta nei negozi deinostri clienti, cui diamoi vestiti in conto-vendita. Vorreimigliorare le venditecon l’aiuto dellavisualizzazione. Mi sono scontrato con undilemma: bisognavisualizzare l’immaginedi un cliente che entra

 

ogni giorno nel negozioe compra i nostrivestiti? Ma i negozi sono tanti e anche lamerce».

In questo caso concretonon occorre “vedere” comeviene ben venduta la merce.Basta dichiarare conconvinzione laformapensiero. Per esempio,si può utilizzare la tecnicadel “generatore di

 

intenzione”1  senzavisualizzazione,semplicemente con unaforma-pensiero che racchiudala dichiarazione della suaintenzione. Dichiarando lasua intenzione, lei invia allospecchio del mondoun’immagine che prima o poisi svilupperà sulla superficieriflettente. La cosa principaleè fare ciò sistematicamente.

on si dimentichi che lospecchio reagisce con un

 

certo ritardo.

«Io e mio maritoabbiamo parlato del  sogno che ognuno di noiha e abbiamo scopertoche essi praticamentecoincidono. Sogniamo diavere una casa signorile, nostra, in rivaal mare, una Porsche,uno yacht e di viaggiarein giro per il mondo. Malei non scrive da

 

nessuna parte che il  sogno possa esserecomune. E da qui sorgono le domanderispetto allavisualizzazione: anche se a parole cidescriviamo l’un l’altrala nostra residenzaideale, lo yacht e tutto il resto, comunque ciimmaginiamo la cosa inmodo diverso. Questo fatto non potrebbe

 

essere di freno allarealizzazione del nostro sogno e al nostrotrasferimento sulle lineedella vita desiderate? Forse sarebbe meglio sedella visualizzazione sioccupasse solo uno dinoi? Oppure lo possiamo fare tutti edue, senza ostacolare il risultato? La nostravisualizzazione, infatti, si basa su un sogno

 

comune. Lo yacht lovoleva mio marito; nel mio sogno, per esempio,non c’è. Ho acconsentitoallo yacht mentalmente, perché la mia anima, per il momento, non puòaccettarlo. Mi sembrache sia una cosa troppocara (anche se, e qui stail paradosso, è chiaroche l’acquisto di unterreno e di una casaverrebbe a costare

 

molto di più)».

La visualizzazione si può eanzi si deve praticare in due.Ognuno, nella propriadiapositiva, dovrà inseriresolo gli attributi dei suoidesideri personali. Se, per esempio, lo yacht non laattrae particolarmente, leinon si deve sforzare diimmaginarlo. Nella primatappa consiglio di lasciar  perdere “i” dettagli

 

geografici. E non si preoccupi di lanciarel’immaginazione troppo inalto, l’importante è che ognidettaglio, anche lussuoso,rientri nella sfera del suo benessere, una sfera che, tral’altro, può essere ampliatadalle diapositive. Non pensi acome e a quando verràraggiunto il fine. Lavori conla diapositiva e si metta inattesa. L’attesa potrà durareanche più di un anno, del

 

resto, cosa vuole? Il settoredello spazio delle variantidove lei vive in una palazzinadi lusso probabilmente sitrova a una certa distanzadalla sua situazione attuale.Ci vorrà del tempo per far sìche la sua realtà si trasferiscain questo settore. Quindi, siarmi di pazienza e si occupidella tecnica dellediapositive in modosistematico. Se non rinunceràal suo fine, lo otterrà.

 

«Lei dice che non si puòvisualizzare una persona concreta inqualità di partner  sentimentale. Ma se si è già in coppia, si può praticare lavisualizzazione,immaginarsi di come si sta bene insieme e come si starà ancorameglio?».

La questione non sta tanto

 

nel fatto se si possa o meno,ma se questo ha senso. Sesiete già in coppia, è ora dismettere di visualizzare ed èinvece tempo di occuparsidel proprio amore. L’amoreun bel giorno arriva, e arrivada solo. Ma quando arriva, bisogna averne cura ecustodirlo, come si fa con ilfuoco nel focolare. I rapportiinterpersonali si possonocostruire con l’aiuto delFreiling. Qui le diapositive

 

non c’entrano più. Si tratta diun lavoro concreto, non solodi un allegro passatempo. Manon è così difficile. Il principio fondamentale qui èquello di orientare in modocorretto il vettoredell’attenzione edell’intenzione: non ottenerema dare. Siccome lei si trovadi fronte a uno specchio,dovrà solo fare il primo passo in modo chel’immagine raffigurata le si

 

muova incontro. Non appena lei avrà

rifiutato l’intenzione di averee l’avrà sostituita conl’intenzione di dare, otterràtutto quello cui avevarinunciato. È tutto moltosemplice, ma se non ci sioccupa di fare questo lavoro,l’amore potrebbe prestosfiorire.

«Si viene a creare un potenziale superfluo se,

 

durante lavisualizzazione,immagino di avere già il desiderato ma a questo pensiero mi rallegro fino al punto di piangere? In realtàquesto mi succede anchenella vita: se sono al colmo della felicità, posso piangere di gioiae di gratitudine. O tuttociò è una manifestazionedi potenziale

 

 superfluo?».

Si rallegri a volontà, nondanneggia affatto. Solo chedeve praticare lavisualizzazione in modosistematico e mirato, alloral’euforia cesserà e i risultatisi toccheranno con mano.

«Amo guardare i filmdel genere “fantasy,horror, action”. Durante questi film di

 

 solito si partecipaemotivamente allevicende del protagonistao ci si mette nei suoi panni. Ne risulta che i pensieri di uno spettatore che guardaregolarmente film del  genere o legge libri dicontenuto analogovengono trasmessi nei settori negativi dello spazio delle varianti edevono essere

 

realizzati?».

La risposta è affermativa.Se lei rinuncia al ruolo dicreatore attivo e si immergetotalmente nel ruolo dispettatore passivo, diconsumatore di informazioneesterna (e con lamaggioranza delle personeaccade proprio così), la suacapacità di creare una sua propria realtà vieneannullata. Allora, se, per 

 

esempio, nelle orecchie,negli occhi e nei pensieri gira“Vladimirskij central ”2, leifinirà per ritrovarsi proprioin questo posto. Ciò su cui leifocalizza la sua attenzione, inuna forma o in un altra,comparirà nella sua vita.

«Vorrei legare il mio futuro al cinema, omeglio alla regia. Per il momento non vedo leopportunità per 

 

cominciare la strada chemi condurrà al mio fine, però a questo propositonon mi preoccupo, preferisco lasciare il  problema alladiscrezionedell’intenzione esterna. A questo fine, tuttavia,dovrei proiettarmi intesta la diapositiva del  fine ultimo. Ebbene, quiho dei problemi».

 

Si immagini tutto quelloche può essere legato al suofuturo lavoro. Non pensi aquello che è giusto osbagliato, ma si conceda il piacere di una sua realtàvirtuale. Quandocominceranno ad aprirsi le porte, vedrà da solo cosa faree come andare avanti.

«Già quando eroadolescente, mi capitavadi svegliarmi nel sonno,

 

cioè di rendermi contodi star dormendo. Ognivolta che finivo in un sogno mi chiedevo prima: ma è un sogno ono? Facevo dellemattane o cose che nellavita reale non so fare, e se mi riuscivano per meera una vera gioia. Nei periodi fortunatidella mia vita, quandomi sentivo sulla crestadell’onda, mi sembrava

 

che il mondo fosse un sogno, e io ne fossi il  padrone. Con la forzadel pensiero distruggevo gli edifici, volavo come superman alla velocitàdi un missile,attraversavo i muri,insomma, me la spassavo come potevo.Tutto mi veniva facile perché in testa mi si erainstaurato lo stereotipoche il sogno è il mio

 

mondo e lì faccio quelloche voglio. La mia questione, però,è un’altra. Nei suoi libric’è l’idea che, se si pensa a qualcosa dibrutto, questo arriva. Io però ho un talento:quanto più chiaramenteriesco a immaginare uncerto avvenimento futuro, tanto minori sono le possibilità cheesso si realizzi.

 

 Intenzionalmente non posso costringermi adisegnare delle scenevive che riguardino possibili eventi.Teoricamente,dovrebbero realizzarsile diapositive più vive. In realtà, per un qualchemotivo, nel mio caso sirealizzano le diapositive più opache, quelle piùindefinite. Nella mia

 

eterna ricerca delleverità e dei princìpidella struttura del mondo mi avvicino sempre di più all’ideache non esiste alcunaidea. Esiste solo quellache lei chiama “L’unitàdi anima e ragione”. Mentre le idee sono una parte del mondomateriale e siamo noi stessi a crearle».

 

Quello che è vero, è vero.Come sia strutturato ilmondo, nessuno lo sa e probabilmente nessuno losaprà mai, perché il quadrodel mondo non è statico enon è “a variante unica”, essoè infinitamente eterogeneonelle sue manifestazioni,come la fila infinita diriflessi che si produconomettendo due specchi uno difronte all’altro. Non ha mai provato ad avvicinarsi a uno

 

specchio tenendone un altroin mano? Quello che leivedrà, è quello che risultaessere il modello piùadeguato del nostro mondo:un’infinità di riflessi dispecchio.

Siamo in grado di studiaree di capire solo singoliriflessi, cioè l’una o l’altradelle manifestazioni dellanostra poliedrica realtà.

Il riflesso che si ottiene

 

dipende dalla concezione(specchietto) con cui ci siavvicina allo specchio delmondo. Se il vostro riflesso è basato sui princìpi delmaterialismo, otterrete unavisione del mondocorrispondente. Se invece è basato sull’idealismo (nonimporta se soggettivo odoggettivo), anche in questocaso il mondo non porràobiezioni e vi costruirà unriflesso pienamente logico e

 

coerente.

Dunque, ci dobbiamoaccontentare di modelli chequanto menoapprossimativamentespiegano chi siamo e in chemondo viviamo. I modellidel mondo saranno tantiquanti sono quelli che leiavrà scelto di prendere.L’importante è un’altra cosa:cosa può ottenere con l’aiutodi un modello o dell’altro.

 

Per esempio, costruire una bomba atomica o creare unasocietà umanistica, che possacoesistere in armonia con la biosfera del pianeta; fluttuare passivamente secondo lacorrente o gestireintenzionalmente il propriodestino.

Per quanto riguarda laquestione della realizzazioneo non realizzazione dellediapositive, nella sua letteraci sono due frasi chiave: «…

 

mi sembrava che il mondoosse un sogno, e io ne fossi

il padrone»  e«Intenzionalmente non possocostringermi a disegnaredelle scene vive».

Il fatto è che la scena delladiapositiva deve venir stesasul telo dell’intenzione, e nonessere semplicementesospesa nello spaziodell’immaginazione. Quandonel sonno lei si immaginava

 

 padrone della realtà,l’intenzione non eranecessaria, poiché lasensazione “io posso tutto” sitrovava fuori della zona difede o non fede, cioè sitrattava di una cosasottintesa, diun’impostazione predefinita.

Ciò che viene accettatodall’anima e dalla ragione inmodo incondizionato, per impostazione predefinita,viene realizzato dallo

 

specchio subito, in modoirreprensibile. Tuttavia, laragione è più rapita dallacontemplazionedell’illusione speculare chedalla realizzazione della sua propria intenzione, e per questo poco le riesce.Affinché le cose riescano, èinvece necessario gestireintenzionalmente il proprio“cineproiettore”.

Se invece la qualità della

 

rappresentazione risultaincerta, occorrerà espugnarequesta fortezza conun’assedio costante, proiettarsi il proprio film inmodo sistematico. Lediapositive di buona qualitàle riuscivano in modospontaneo, automatico, per questo stavano sospese nellospazio dell’immaginazione,ma senza aver forza. Mentreinvece le immagini opacheche lei cercava di disegnarsi

 

in maniera intenzionale, coltempo trovavanorealizzazione. Proprio per questo consiglio di nonattribuire grande importanzaalla tecnica dellavisualizzazione di per sé. Lagaranzia di successo sta nellavoro sistematico e mirato.

RIEPILOGO

  La diapositiva deve contenere la scena del fine 

 

raggiunto, e non lo scenario e i mezzi per il raggiungimento del fine.

  Nella vostra realtà assisterete alla visione della stessa pellicola che avete i testa.

  Non c’è necessità di fermare il monologo interno.L’importante è che il vettore principale dei vostri pensieri sia orientato verso il fine.

  Nei casi in cui è difficile crearsi un’immagine visiva,si può utilizzare una forma- pensiero verbale, anche grazie alla tecnica del “generatore di intenzione”.

 

  consigliabile costruire e curare i rapporti interpersonali in base ai princìpi del Freiling. Qui le diapositive non servono.

  Se nelle orecchie, negli occhi e nei pensieri gira sempre la canzone “Vladimirskij central”, (vedi nota p. 57), vi ci ritroverete.

  La scena della diapositiva dev’essere stesa sul telo dell’intenzione, e non semplicemente fluttuare nello spazio dell’immaginazione.

  Se la qualità dell’immagine non è molto chiara, bisogna 

 

espugnare la fortezza con un assedio costante, ovvero girare il proprio film in modo sistematico.

 

 Poker Face

«Lei ha scritto chebisogna proiettarsi intesta la diapositivaalmeno mezz’ora al  giorno. È un particolareche mi è rimasto bene inmente. A guardaredall’esterno, appare

 

chiaro che questa“mezz’ora” èconvenzionale, una formula del tipo“lavarsi i denti” o “fare sport”. Cioè, non è tantoimportante lacorrettezza el’obbligatorietà quantola sistematicità e la sintonizzazione periodica sulla frequenza del fine. Perònella pratica tutto ciò si

 

trasforma in un piccoloincubo. Ecco la miaesperienza personale: per alcuni giorni o per una settimana mi proietto in testa ladiapositiva ogni giorno, per non meno dimezz’ora, e tutto vameravigliosamente. Maecco che un giorno mi sveglio col pensiero che“devo” dedicare del tempo alla proiezione e

 

 subito compare il timoreche di tempo libero, quel  giorno, potrei nonaverne. La ragione nonvuol sentir argomenti ecomincia a opprimerecon un potenziale superfluo così forte cheuna minaccia, seppur minima, di irregolaritàdi lavoro con ladiapositiva si trasformain un senso oppressivodi angoscia, un peso nel 

 

cuore. L’importanza del  fine comincia a predominare. Ma qui mivengono in mente le sue parole sul fatto che lavisualizzazione non devetrasformarsi in unobbligo e ciò non fa cheaumentare il mio statodi angoscia. Ne risultaun circolo vizioso, anzi,un manicomio!».

Ogni tanto bisogna

 

lasciarsi andare, organizzarsiun giorno di ferie, senzalavoro. Castaneda chiamaquesta pratica “arte del non-fare”. Quando lei,consapevolmente, si permettedi non fare alcunché,l’energia accumulata dei potenziali superflui sidissolve, così come accadequando si agisce. Allo stessotempo l’intenzionedell’azione che ci si accingea compiere si tende, come la

 

corda di un arco. E quando,dopo l’“arte del non-fare”,questa corda si mette inmovimento, si libera la forzaaccumulata in precedenza.

C’è ancora un modo:affinché il lavoro sistematiconon diventi un peso, bisognatrasformarlo in abitudine, ma per far ciò all’inizio bisognerà investire deglisforzi di volontà. Quando poiil processo sarà diventatoun’abitudine, non farà più

 

 pressione. Ancora meglio èavere l’abitudine di proiettare la diapositivacome sfondo su cui si svolgela propria attività quotidiana.È il metodo più efficace.

Qualsiasi cosa lei stiafacendo, faccia in modo diritornare costantemente col pensiero al suo fine, diconfrontare ogni tipo diinformazione in entrata conquello cui lei ambisce. In

 

altri termini, tengacostantemente inserita la pellicola del fine nel suo proiettore. Si muova in modoconsapevole e non si preoccupi di nulla.

«A proposito dellavisualizzazione,ultimamente sto facendoconfusione o forse sto facendo le cose controppa tensione. Ha senso spendere tempo e

 

 forza per immaginareuna scena completa eben definita oppure si può lasciare che vengatutto come viene?».

 Non ha senso costringersi.L’importante, qui, è laconcentrazione,  e nonl’abnegazione.Concentrazione eabnegazione sono due cosediverse. È meglio procurarsisemplicemente il piacere di

 

visualizzare. È sempre piùsemplice concentrarsi suquello che piace.

«Mi sono posta il fine diottenere unappartamento, poichéabito in una casa dello studente. All’inizio,quando mirappresentavo la mianuova casa, il cuore mi si riempiva di gioia, miveniva voglia di saltare,

 

cantare e ballare. Ma poi ho capito che questonon era il mio vero fine,il fine che mi serviva. Ho capito che mi farebbe più piacerevivere in una casa fuoricittà, e non in unappartamento in città. Però la mia situazione ètale che in primo luogomi interessa avere unalloggio di mia proprietà.. Forse per il 

 

momento non sonoancora pronta per cambiamenti globali(evidentemente sonoancora fuori dalla zonadel mio benessere)».

Lei deve fare subito unordine al grado massimo.Questo l’aiuterà a estenderela zona del suo benessere e aorientarla su quella lineadella vita che in un modo o inun altro la porterà al fine per 

 

la strada più corta.Ovviamente, se il fine è piuttosto complesso eambizioso, l’intenzioneesterna le potrà proporre,all’inizio, delle varianti piùmodeste. In questo caso leidovrà rallegrarsi di questimodesti regali e sapere che iregali più cari la aspettano più avanti.

«Bisogna proiettare ladiapositiva come se

 

 fosse unlungometraggio, cioèmostrare eventiininterrottamentedurante un certo tempoe con la mia diretta partecipazione o posso far girare per tantevolte una scena breve?».

Come vuole lei. Nellatecnica delle diapositive nonci sono regole rigide e fortilimitazioni. Lei può e anzi

 

deve fare quello che ritienenecessario e nel modo che leè più comodo. Quando sifanno le cose con comodità,le cose vengono bene.L’importante è che non sianodi peso ma procurino piacere,e che la diapositiva non siauna scena estranea sulloschermo ma un frammentodella vita virtuale della persona che col tempo sitradurrà in realtà. Non bisogna nemmeno porre delle

 

limitazioni temporali. Si puòdire che ognuno deve avereuna propria tecnica

ersonale di visione dellediapositive.

«Ho un’amica che ha un potenziale energeticoenorme: riesce a far realizzare tutto quelloche desidera. Siccomevoleva aiutarmi,all’inizio abbiamodeciso che lei avrebbe

 

dovuto visualizzarmicon le persone giuste enelle situazioni ideali. Purtroppo, però, non leè riuscito: non è mairiuscita a vedere lo sviluppo del mio business. Come potrebbelavorare con lavisualizzazione per aiutarmi?».

In alcun modo. Solo lei haa disposizione lo strato del

 

suo mondo, la sua amica inquesto non la può aiutare.Ciascuno di noi ha la suarealtà, anche se le personevivono vicino. Così come leinon è in grado di esercitareun’influenza mentale(metafisica) sulla realtàaltrui, allo stesso modo lealtre persone non possonocondizionare la sua realtà.

Una realtà comune puòessere creata da sforzicollettivi, solo che bisognerà

 

dividere le competenze. Per esempio, il suo businessdovrà essere il suo e la suaamica non potràcondizionarlo. Mentreinvece, per fare un esempio,costruire una casa comunedove poter viver insieme èuna prospettiva pienamentereale.

«Studio al VGIK (Istituto diCinematografia) e

 

attualmente, insieme aun amico, sto preparando uncortometraggio. La sceneggiatura è parzialmente basata sulle mie vicendevissute, con ladifferenza che il finaledel film si distinguedalla mia storia personale, non ancoraconclusa. In questo filmio svolgo il ruolo del 

 

 protagonista. Quandoabbiamo girato la prima scena, abbiamo capitoche era meglio rivederela sceneggiatura. Per  giorni ho pensato allevarianti del finale, maogni volta che arrivavoa qualcosa diinteressante e me lo segnavo, la mia vitacominciava a muoversiin direzione della storia fissata nei miei appunti.

 

 Mi sembra diimpazzire».

Come vede, lo specchiofunziona letteralmente in base al principio vedretenella realtà la stessa

ellicola che gira nel vostro“cineproiettore”. Se poi nonsolo ci si limita a pensare e aimmaginare la scena ma siarriva anche a fissarla per iscritto, l’efficacia aumentanotevolmente. Per questo io

 

consiglio: non siate pigri,scrivetevi le vostre forme- pensiero e in questo modo vicreerete letteralmente laconfigurazione della vostrarealtà. Al mattino potetescrivere l’impostazione per ilraggiungimento di qualcosa,mentre la sera poteteconstatare i vostri successi ei vostri avvicinamenti al fine.Sia gli uni che gli altriverranno fissati in modo piùsolido nel vostro modello

 

mentale, e, di conseguenza,nella realtà.

«Per quanto riguarda lavisualizzazione, è tutto più o meno chiaro. Macome fare con i dubbi?Si insinuano semprenella diapositiva».

Con i dubbi non servelottare. Se si sono infilatinella sua diapositiva, permetta loro di oscillare un

 

 po’ nella sua testa e poiconvogli di nuovo e confermezza la sua attenzioneverso il fine, come se fossegià stato raggiunto. La bandierina dell’attenzione può ogni tanto fluttuare, mal’importante è che il suovettore medio indichi consicurezza il fine. Con lediapositive bisogna lavoraresistematicamente e conassiduità. Allora i dubbitemporanei non creeranno

 

ostacoli.

«Formulo il mio fine nel modo seguente: una vitaindipendente, agiata,confortevole, senza lanecessità di lavorare.Secondo lei, come puòapparire la diapositivadel fine che riflette uno stato di fine giàraggiunto? Oltre,ovviamente, a contenerel’immagine del conto in

 

banca. Non creda che a scriverle sia uno sfaticato che passa il tempo steso sul divano.Sono uno specialistariuscito e autore dialcuni libri. Solo che prima lavoravo nel miocampo professionale con piacere, mentre ora (chel’età si avvicina aiquaranta) hoincominciato a stancarmi».

 

Deve solo proiettarsisistematicamente nei pensierila festa della vita, così comelei se la immagina. Non sitratta solo di conti in banca,vero? Viva nel suo mondoinventato virtualmente. Iochiamo questo tipo di attività“vagabondaggio consapevoletra le nuvole”. Col tempo siapriranno le porte che ledaranno le possibilità dicapitare in questa festa.

Lo specchio del mondo è,

 

in generale, una cosameravigliosa, una cosa che farestare senza fiato. Lei non sideve spaccare la testa a pensare in che modo si potrebbero realizzare i suoisogni. Sarà lo specchio amostrarlo. L’unica difficoltàsarà quella di non farsicoinvolgere nell’illusionespeculare. Nella realtà,soprattutto all’inizio, si produrranno eventicompletamente diversi da

 

quelli che girano nel suocineproiettore e ciò lacostringerà a dubitare, preoccuparsi, temere. Capitaspesso che l’uomo butti lasua pellicola e cominci aosservare con terrore glieventi che si svolgono sotto isuoi occhi. Proprio questa èl’illusione creata dallospecchio.

Invece, fino alla fine bisogna essereconsequenziali, direi anzi

 

furbi. Giochi al gioco del“ Poker Face”: mi fanno paura, mi prendono per ilnaso, mi deridono, ma ioconservo la mia impassibilitàe porto avantitranquillamente la mia linea.

on guardo con gli occhispalancati l’incubo che si stasvolgendo sullo schermo, maci dò un’occhiata furtiva, disottecchi, continuando aseguire la pellicola inseritanel mio cineproiettore. « No,

 

he can’t read my poker face »[no, non può decifrare la miafaccia inespressiva; N.d.T.].In poche parole, non si facciacoinvolgere dal gioco che leimpongono, faccia il suogioco. La scena nellospecchio, comunque, prima o poi si conformerà alla sua pellicola, non può andarediversamente. Queste sono leregole.

«Da una parte

 

l’intenzione deve venir dichiarata al tempo presente, come se io fossi già entrato in possesso del mio fine, per esempio unamacchina. Posso facilmente immaginarmidi averla già, di averla parcheggiata sotto le finestre di casa. Possoimmaginarmi di usciredi casa, entrare inmacchina, accenderla e

 

 partire, o di comprare i pezzi di ricambio che mi servono, le gommeinvernali eccetera… Macome collegare tutto ciòal fatto che la macchinaancora non c’è? E allora dov’è? La miaragione mi molestacontinuamente conquesta domanda».

È un gioco al “credo-noncredo” con lo specchio del

 

mondo. Lo specchio, infatti,gioca con lei e la fa girare asuo piacimento, sfruttando ilfatto che la sua attenzioneviene facilmente coinvoltad a l  serial   che gira nellarealtà che la circonda. Eccocosa succede: lei guarda lospecchio ed esso le mostraquanto il mondo tutt’intornosia scomodo e poco cedevole,come sia difficile averesuccesso, come sianecessario girare come una

 

trottola nel tentativo diraggiungerlo, come si debbasempre fare i conti con lecircostanze, come si siacostretti a sottomettersi adesse e a trovarsi sempre inuno stato di tensione per ottenere qualcosa o per paurao per dubbi (specialmente inse stessi). Insomma, ci sisente appesi a un filo, comemarionette. Lei crede aquest’illusione? Sì,ovviamente. Il gioco, infatti,

 

è univoco giacché lei stessoha concordato col ruoloapatico di spettatore passivoin quest’illusione. Ma oracrei la sua personale illusione per lo specchio. Gli ordini difare così: adesso guarda quie fai quello che ti dico io. Elo specchio stesso, siimmagini un po’, concorderàvolentieri col suo ordine. Lospecchio la guarderà eragionerà: “Credo-noncredo”. Che le creda o non le

 

creda, che lo faccia da subitoo dopo, dipende da quantosinceramente lei loingannerà. E, ovviamente,anche da quanto lei simanterrà nella posizione dicolui che distribuisce lecarte. Diversamente lei potrebbe gettare le carte eritornare a guardareottusamente lo schermo, sìche di nuovo comincerebbela vecchia solfa: le vengonomostrati dei trucchi e lei ci

 

crede.Dunque, quando lei

distoglierà lo sguardoincantato dallo specchio econvoglierà l’attenzione su disé, su quella pellicola chegira nella sua testa, la realtàcomincerà lentamente atrasformarsi. È un processoche comincerà non subito,anzi, sullo schermo, per inerzia, continuerà a girare ilv e c c h i o serial   e sisvolgeranno degli eventi che

 

non concordano affatto con lasua impostazione e potrebbero addiritturaevolversi peggiorando lasituazione che lei stavivendo. Ma a questo puntolei dovrebbe ricordarsi diquale gioco si staconducendo e di chi stacercando di ingannare chi.

Se lei si manterrà saldonella sua direzione, vedrà presto che dallo strato del

 

suo mondo cominceranno progressivamente a spariregli attributi del passato e acomparire gli indizi delfuturo, di quel futuro che leisi era disegnato nella suainverosimile sceneggiatura.Succede come a teatro,quando vengono cambiati gliscenari e le decorazioni, conla sola differenza che quitutto avviene in modo appena percettibile, come se unaqualche altra realtà

 

appartenente a un mondo parallelo si insinuasse nelmondo presente. E tanto piùsfrontatamente lei mentirà,tanto più naturale le riuscirà.Alla fine lo specchio lecrederà senz’altro e sicomporterà ubbidientementenell’illusione che lei hacreato, esattamente come leifaceva prima, quandoubbidiva all’illusioneimpostale dall’esterno.

Pertanto, il senso iniziale e

 

la convenzione di questogioco consistono in quantosegue: c’è chi crea l’illusionee chi semplicemente la

uarda. Lei da solo si sceglieil ruolo che preferisce.

RIEPILOGO

  Non si deve trasformare il lavoro con la diapositiva del fine in un pesante obbligo.

  Affinché il lavoro sistematico non diventi un peso, bisogna trasformarlo 

 

in abitudine.  Nelle diapositive, il valore 

decisivo risiede nella concentrazione, non nello zelo.

  Nella tecnica delle diapositive non ci sono rigide regole e limitazioni.Potete e dovete fare così come vi viene comodo.

  A vostra disposizione c’è solo lo strato del vostro mondo. Non siete in grado di esercitare un’influenza mentale sulla realtà degli altri.

  Se non solo mediterete e 

 

immaginerete la vostra diapositiva ma la riporterete anche per iscritto, l’efficacia aumenterà sensibilmente.

  Con le diapositive bisogna lavorare semplicemente e assiduamente, allora i dubbi temporanei si dissiperanno.

  Proiettatevi intenzionalmente nei pensieri la festa della vita,così come ve la immaginate. Siate pronti a vivere virtualmente nel vostro mondo inventato e a “fluttuare nelle nuvole“ in modo mirato.

  Non lasciatevi coinvolgere 

 

nel gioco che vi viene imposto. Fate il vostro gioco.

  Giocate col mondo a “credo-non credo“. Create la vostra illusione per lo specchio. Ordinategli: ora guarda qui e fai quello che ti dico io.

NOTE A MARGINE

Se in modo fermo einflessibile continuerete aproiettare nei vostri pensierila vostra diapositiva, larealtà prima o poi si

 

confermerà ad essa. Nonha altra via di scelta,questa è la sua proprietà.Non solo voi dipendetedalla realtà, anch’essadipende da voi. Laquestione sta in chiprenderà per primo l’iniziativa.

 

Parte IILA

TECNOSFE

 

I parassiti sociali

«Segodnja samyj lučšij den’ Segodnja bitva s durakami».

(Oggi è il giorno più bello,oggi è il giorno della

 battaglia contro gli stupidi).

(Gruppo Mašina vremeni)1

 

Per comprendere il motivo per cui la gente incontradifficoltà con il Transurfing, bisogna capire com’èstrutturata la nostra società.Cominciamo con alcuni teminon proprio piacevoli. Avolte, non spesso, ricevolettere da persone che sisentono, evidentemente,offese o le cui aspettative sulTransurfing non sonorisultate per qualche motivosoddisfatte.

 

«Lei sta andando sicuramente per la strada giusta! Si sta facendo i soldi, fintantoché il suo nomeè di moda e sulla boccadi tutti!».

Ecco, detto in modoconciso e chiaro. Propongo discrivermi lettere di contenutosimile proprio in questoformato, perché se ilmessaggio fin dall’inizio si

 

connotasse come ostile efosse più lungo di due-trerighe, rimarrebbe non letto everrebbe inviato in quelloche è il suo posto, cioè nelcestino. In questo modo illavoro andrebbe perduto…invece così, in terminilaconici e pertinenti, lafreccia raggiunge il bersaglioe io vengo sconfitto eabbattuto.

In generale, non avreivoglia di toccare questo

 

tema. È vero però che si possono ignorare le provocazioni di singolemarionette-pendoli, ma seesiste un certo fenomeno nonè facile far finta di niente. Eil fenomento esiste. Unadelle sue manifestazioniconsiste in questo: ricevolettere di personesinceramente convinte che ilmio lavoro non debba essereretribuito. Per esempio:

 

«Una delle cause che mihanno indotto a leggereil Transurfing è stata proprio l’approcciodisinteressato: l’autorediffondeva liberamenteil libro senza richiederenulla in cambio. Inveceadesso il Transurfing  sembra un progettocommerciale».

Beh, innanzitutto non misono mai occupato della

 

diffusione gratuita dei mieilibri. Vero è che, se aqualcuno serve il testo, glielospedisco. In secondo luogo,se lei è convinto che si debbalavorare gratuitamente, vada pure a farlo. Suvvia, perchénon va lei a prestar serviziovolontario gratuito? O vuolefare il furbo e scapolare?

A essere onesti, tutti, in unmodo o nell’altro, produciamo qualcosa ericeviamo per questo un

 

compenso. Se andassidall’autore di questa lettera achiedere qualcosa che egli produce, non me lo darebbegratuitamente per alcunmotivo. Però nella sua testasi è ben radicata laconvinzione che io gli debbaqualcosa. E non solo gli devoma sono obbligato a dargli ilmio lavoro in cambio dinulla. Questa è la mentalitàdei parassiti.

 

Lettere come queste nonmi toccano, misbalordiscono. Guardo aqueste cose con disgusto e alcontempo con la curiosità diun ricercatore. Questofenomeno, infatti, presentaun interesse quasi medico edè degno di uno studioapprofondito. Esistono i parassiti del corpo, noti atutti, ed esistono i meno noti parassiti della coscienza. Maci sono anche i parassiti

 

sociali, che, stranamente,sono stati poco studiati comefenomeno. Siccome non padroneggio il tema concompetenza, non mi cisoffermerò molto ma mi permetto solo di fare alcuneosservazioni.

In questi casi, curiosa estupefacente non è tanto lamanifestazione dellasostanza del parassita, quantol’indescrivibile stupiditàdelle sue pretese. Ditemi un

 

 po’, come si può accusare di«tendenza viziosa alcommercio» un artista, unmusicista, un compositore,uno scrittore, persino uncuoco? Provate a lasciare iltavolo di un ristorante,entrare nelle cucine e urlareal cuoco: «Perché sei qui afar denaro sulle nostre spalle,cane che non sei altro?!».Oppure ai musicisti duranteun concerto: «Anche voi sietequi a far soldi a nostre spese!

 

Voglio arte pura e gratuita!».Ebbene, tu che parli tanto,

 per quale motivo sei andatoal ristorante o al concerto?Hai bisogno di ottenerequalcosa, non è così?Diversamente, se non nevalesse la pena, non staresti aspender soldi. Pagare per illavoro altrui a un parassitanon piace proprio per niente,non lo vorrebbe proprio fare!Per scroccare qualcosa èsempre in prima fila, ma se

 

non gli riesce di scroccare,eccolo lì pronto ad accusare per primo gli altri ditornaconto! Proprio così sicomporta il verme: mette ilnaso fuori dal suo buco, girala testa, si indigna: oh, chemercato si sono permessi diallestire! Il cuoco lo nutre, ilmusicista lo diverte, ma lacosa non gli piace affatto.Certo, se tutto fosse gratisallora sì che andrebbe bene esarebbe giusto. Lui magari

 

nel frattempo sistema in bella fila i salami nel suonegozietto e guai se qualcunogli chiede qualcosa inomaggio! E poi, belladifferenza, penserebbe: imiei concreti salumi pregiatiin cambio delle vostremenate artistiche!

Mi abbasso appositamentea questo primitivismo per spiegare cose chesembrerebbero evidenti. Peròci sono persone che queste

 

cose semplici non lecapiscono lo stesso.

Quelle enormi cifre che pare si faccia a sbafo unautore, nell’immaginazionedi un verme, in realtà nonesistono. Sono di gran lunga più modeste. Allo stessotempo, il rapporto tral’intensità che è dietro allavoro dello scrittore e ilritorno materiale che egli neha è assolutamente

 

sproporzionato. Chi non ha provato a occuparsene non selo può neanche immaginare.

Anche il CentroTransurfing (http://tsurf.ru/ )non dà tregua ai vermi, non possono accettare il fatto chequalcuno stia guadagnandosoldi sulla formazione. Ma ilCentro è sorto in seguito alladomanda di formazione equindi a qualcuno ènecessario. Ciò significa chegli insegnanti debbano

 

lavorare gratuitamente? Laconduzione delle lezionirichiede competenze elevatee una totale dedizione al progetto. I parassiti, credo,non sanno quanto costi a uninsegnante fare lezione inclasse. È gente che nonapprezza il lavoro degli altrie che di certo non è abituata adare molto nel lavoro.Personalmente non ricevoalcun reddito dal CentroTransurfing, perché non

 

tengo alcuna lezione. Quandodeciderò di fare l’insegnante,allora percepirò unaretribuzione. O forse anche inquesto caso non ne avrei ildiritto?

Se proprio bisogna parlaredi rapporti commerciali verie propri, va detto che nelcommercio di per sé, non c’ènulla di male: il business  èbusiness. E tutti siriferiscono con rispetto eattenzione ai princìpi del

 

business, quando si tratta diun business personale. Invecesul business  creato da altri,molti sono pronti a incollareetichette di tornaconto, frode,gioco sleale. E poi,scusatemi, di che tipo dicommercio si può parlaregiudicando i miei libri chetrattano argomenti scomodicome il regime alimentare ditipo vegetariano crudista? Èforse un tema così popolare?[In Russia; N.d.T.]. Se

 

 parlassi di carne, allorasarebbe un altro discorso!

Comunque sia, se io perdessi la fiducia in unautore che prima leggevo emi piaceva, non ci pensereidue volte: me lo lascerei allespalle e me ne andrei per altri percorsi, evitando in futurodi avvicinarmi e di toccare lecose che lui fa. Voi invece(mi rivolgo agli autori dimessaggi simili a quello inoggetto), perché siete ancora

 

lì a scalpitare sul posto?Potete tranquillamenteandarvene, uscire. Ho sempredetto che con me non invitonessuno.

In realtà la maggior partedel mio lavoro non vieneretribuita. Il lavoro dicorrispondenza con i lettoriche si rivolgono a me con larichiesta di aiutarli in variesituazioni esistenzialiconcrete porta via molto

 

tempo e molte forze, e qui ioaiuto a titolo gratuito lagente, in misura delle mie possibilità e per quel tantoche riesco a fare. Se io non percepissi reddito dai mieilibri, allora dovrei occuparmidi qualcos’altro per guadagnarmi da vivere, e inquesto caso non miresterebbe il tempo per farequello che adesso stofacendo. E qui mi fermo.

Tutto ciò suona come

 

un’assurdità, una cosa daselvaggi, non è vero? E forseche le pretese dei vermi nonsuonano selvagge? Peròanche loro sono persone chesi trovano in mezzo a noi, eche la società considera pienamente adeguate, ingrado di intendere e volere.Ma perché ha luogo questofenomeno?

Da noi, in Russia, dove lamalattia del parassitismo

 

sociale ha raggiunto unaforma acuta, questofenomeno è condizionato dacaratteristiche storiche. Sianel Medioevo che ai tempidella servitù della gleba2,nonché durante il socialismo,la responsabilità per il pagamento di un dazio in unmodo o in un altro ricadevasulla comunità (kolchoz), piuttosto che sui singoli.Succedeva che alcuni

 

lavoravano con coscienza,mentre gli altri potevanoanche permettersi di non far nulla, tanto la comunitàavrebbe pagato per tutti. Unideale terreno fertile per la proliferazione dei parassiti!

Dopo la caduta del regimezarista, che vide il sistema burocratico svilupparsi sino araggiungere livelli patologici, i bolscevichiavevano covato la speranzadi distruggerlo alle radici:

 

«Sradicheremo il morbo e poi…». Lo distrussero manon ne venne fuori nulla:dopo la rivoluzione la burocrazia fiorì peggio di prima, in tutta la suamostruosità.

Lenin, osservando quelloche stava prendendo formadopo la rivoluzione, fu in preda alla disperazione piùviva, non sapendo cosa fare.Lo angustiavano più di tutto

 

non la crisi e la devastazione,non la resistenza dei contro-rivoluzionari e nemmeno glisciocchi e le strade dacostruire, bensì la rapidacrescita del sistema burocratico che sembravaevolversi da solo, secondoleggi proprie, e cui nessunadirettiva poteva far fronte.

Molti di noi ricordanoancora come in epocasocialista e fino al suo crollosi portasse avanti una

 

campagna attiva contro la burocrazia. Oggi della burocrazia non ci si preoccupa più, si è occupatidalla lotta contro lacorruzione. E, ancora unavolta, sembra che non ne possa venir fuori nulla di buono. La storia, come si sa,non insegna niente. È ovvioche contro i parassiti sociali,così come contro quelli delcorpo, lottare non ha senso.Quello che bisogna fare è

 

creare un ambiente tale per cui la loro esistenzadiventerebbe impossibile.

Ma anche tenendo contodell’eredità storica, facciofatica a comprendere che gliuomini civili e istruiti di oggi possano ritenere in buonafede che qualcuno debba loroqualcosa, mentre loro non siritengono assolutamenteobbligati a dare qualcosa incambio. Per dirla in breve,come nel celebre film Dersu

 

Uzala3: « skol’ko let tajgachodi – ponimaj netu»[«quanti anni andare in taigà,capire niente»; [ N.d.T.].

E se si scopre che non cicapiamo l’un l’altro in lineadi principio, significa chesiamo troppo diversi, quasivenissimo da altri pianeti, edunque dobbiamo tenerciopportunamente a distanza.Solo che non sempre si riescea ignorare la manifestazione

 

dell’essenza di una creaturaaliena, quando essa è al difuori del suo ambiente. Se, per esempio, si ignorano i parassiti del corpo, essi si possono insediare da qualche parte e starsene lìtranquillamente agozzovigliare a spese altrui.Anche ignorare i parassitisociali non funziona: vai daun funzionario per avere uncertificato, e lui con unamano te lo tende e con l’altra

 

te lo trattiene. Il Transurfingnon salva né dai primi né daisecondi. Il rimedio contro i parassiti del corpo e dellacoscienza, per fortuna, è statotrovato: cibo vivo, acqua vivae aria viva. Ma il rimediocontro i parassiti socialidov’è? Nessuno l’ha ancoratrovato, ma lo cercheremo.

RIEPILOGO

  Il sistema comincia il suo 

 

sviluppo con la formazione di un apparato burocratico.

NOTE A MARGINE

Caro Lettore!Com’è noto, i libri sulTransurfing sono “di libero”accesso in rete. Tuttavia,nulla si dà per nulla. O siottiene un falso a bassocosto, come al mercatodelle pulci, o si servono gliinteressi di personecasuali. Ritengo mio dovereavvertirvi: se scaricate leversioni elettroniche da

 

risorse illegali, non possogarantire che si tratti ditesti miei. Lì ci si puòinserire tutto quello che sivuole, ed è già stato fatto.Leggere l’originaledell’editore, o raccattare le“copie usate” che sono ingiro per il web, è unaquestione di scelta e diresponsabilità personale.Se avete bisogno del testo,scrivetemi e ve lo manderò.Non lo nego a nessuno, semi viene chiesto. Non hobisogno di una vostraricompensa, accettatelocome un dono. Mi interessasolo una cosa: che non

 

circolino falsi con il marchio“Transurfing”.

 

La catturadell’attenzione

Dopo la risonanza ottenutadal libro ApokrifičeskijTranserfing   [ Il Transurfing vivo, cit.; N.d.T.] sono statoletteralmente sommerso dalettere di lettori e richieste da

 

vari periodici (anche esteri)relative agli articoli eall’intervista, ragion per cuiil mio tempo libero ne hafatto le spese e questo libroha avuto una lungagestazione.

D’altra parte, questo vivointeresse fa piacere ed èindizio del fatto che la rotta“AggiornamentoTransurfing” seguita negliultimi libri è stata sceltacorrettamente e per tempo.

 

L’idea della pulizia delcorpo, del potenziamentodell’energia e dellaliberazione della coscienzaattraverso un regimealimentare basato sul cibovivo ha trovato un fortesostegno tra i lettori. Ricevotante lettere piene dientusiasmo e gratitudine per il Transurfing nel suo nuovoorientamento, che parefunzionare molto piùefficacemente rispetto a

 

quello classico.Francamente, non contavo

in un simile consenso, perchéil nuovo corso presceltosembrava assai strano,insolito e particolarmenteimpopolare [in Russia, doveil crudismo e il mangiar sanonon hanno ancora largamenteattecchito; N.d.T.], almeno inun primo momento. Nonsolo, ma ho dovuto contenereuna fortissima pressione da parte di molti lettori convinti

 

che io “stia ingombrando dirifiuti inutili” l’essenzastessa della filosofia delTransurfing. Nonostantequesti ostacoli, però, lanuova filosofia non solo stainiziando a mettere radici,ma sta anche ispirando profondamente (ormai)molti.

Evidentemente il tema delcibo vivo tocca le corde profonde dell’anima, lascia

 

intravvedere nuovi spiragli diluce alla fine del tunnel. Piùavanti cercherò di spiegare perché è così. Ma oracominciamo da questo:

.juunzen ekulzar v ‘vobjul taksi, juunzerbzeb ‘lad v‘saliladu I. ogonsetuzeb,oben v aluntem,ogonnesevdop tsovch az jaalitavhS. Jynnesevdop ypal aS? Otc aZ. jynesevB? otK.asteatlob – uzjal.

 

Gjznnesevonvaruen, usel opa ‘salelP 

Vi siete svegliati? Chiedovenia, cari lettori. Ho usatoquesto metodo per attivare lavostra attenzione. (Ilframmento è stato tratto dall ib ro  Forum snovidenij  [ Il orum dei sogni;  N.d.T.]).

Diversamente avreste potutonon cogliere il significato delmessaggio che vorrei far giungere fino a voi. Sapete

 

come succede nei sogni:quando accade qualcosa ditroppo eccentrico,l’attenzione si risveglia el’uomo si rende contoimprovvisamente che stasognando. Ma la cosa principale non è il fatto chelui se ne renda conto, quantoquello che a partire da questaconsapevolezza egli cessa diessere uno zombie ecomincia a vedere conchiarezza e a capire quello

 

che sta succedendo intorno alui.

Recentemente mi sonoaccorto con sorpresa di unfenomeno strano. Nellelettere che ricevo, la gente mifa continuamente domandesu temi espostidettagliatamente nei mieilibri. Per esempio, nel libroviene posta una domandadiretta cui faimmediatamente seguito unamia risposta diretta e chiara.

 

Certe persone, però, dopoaver letto i libri, mi scrivono presentandomi la stessadomanda, quasi parola per  parola.

All’inizio non ho prestatogrande attenzione a questacircostanza, ritenendola ilfrutto di una semplicedisattenzione. Maultimamente questi casi sistanno ripetendo confrequenza crescente,

 

assumendo le caratteristichedi un fenomeno generale.

Si ha l’impressione che lamaggior parte dell’attenzionedella persona nel momento dileggere il libro vengacatturata da qualcuno oqualcosa. Lo stessofenomeno succede conl’energia: se una persona èmalata, quasi tutta la suaenergia è convogliata acombattere la malattia.Oppure, se una persona si è

 

 presa in carico un peso diresponsabilità maggiore allesue forze, la maggior partedella sua energia libera sitrova bloccata, occupatadagli obblighi che si èassunta. Nei miei primi libri avevo

scritto di come un pendolo possa catturare l’attenzionedi una persona, quandoquesta, irritata, ansiosa ospaventata, finisce per cadere

 

in uno stato di “ stupor ”, ditorpore, si immerge acapofitto nel suo problema,come in un sogno, e smette divedere e di capire quello chesta accadendo nella suarealtà. Allora, però, nondescrivevo questo fatto comeun fenomeno di massa.Invece adesso notochiaramente una regolarità didimensioni estese.Francamente, consideroquesto fenomeno come un

 

segno già preoccupante, perché solo due o tre anni fanon era così pronunciato. Per questo motivo più avantitornerò più di una voltasull’analisi di questamanifestazione, mentre orariporterò alcuni altri esempiche illustrano l’effetto dellacattura dell’attenzione.

Prendiamo, a titolod’esempio, il testo dellanewsletter   sui parassiti

 

sociali1. A volte spiego perché faccio questo oquello, a volte no. In queltesto specifico avevochiaramente spiegato perchéavevo deciso di affrontarel’argomento. Ciononostantealcuni lettori, dopo aver lettola mia spiegazione, mi hannosubito chiesto: «Ma perchélei fa questo?», specificando più avanti: «Nel mio mondonon ci sono parassiti!».

 

Ecco, se si assolutizzanostupidamente i princìpi delTransurfing, ci si puòimmergere in un’illusionecreata da se stessi e tale per cui non si riesce nemmenosemplicemente a valutare inmodo adeguato la realtà,figuriamoci poi acontrollarla.

Di questo mi preoccupo: si può sicuramente ignorare deisingoli provocatori, maignorare un fenomeno

 

sarebbe da stupidi. Unfenomeno va quanto menostudiato da una posizione diosservatori, non ignorato allamaniera degli struzzi chenascondono la testa sotto lasabbia. Ebbene, i parassiti delcorpo, della coscienza e gliscrocconi sociali, esistonosicuramente nel vostromondo e non spariscono solo perché avete dichiarato chenon ci sono.

 

I primi se ne stannoacquattati nel vostro corpo buoni e zitti ed è proprioquello che gli serve per farein modo che voi non notiatela loro presenza. I secondi possono facilmente occuparela vostra coscienza a unlivello tale che voi non ve neaccorgete neppure. E con iterzi, comunque, in un modoo in un altro siete costretti aincontrarvi o scontrarvi neiluoghi della burocrazia o

 

simili.Quindi, ripeto, i parassiti

non vanno ignorati ma comeminimo osservati, meglio secon una lente diingrandimento. Quando li sitira fuori dall’oscurità, dovegli è comodo brulicare, e li siespone alla luce del giorno,cominciano subito adimenarsi e a contorcersi, perché, per loro, esibire il proprio aspetto sgradevole è pari alla morte. Quando il

 

 parassita finisce sottoosservazione, “sotto la lentedi ingrandimento”, come neiromanzi di Hoffmann, tuttala sua essenza vieneilluminata e non può piùoccuparsi tranquillamentedelle sue attività. È per questo che io sollevoquestioni di questo tipo. Eora chiedetemi di nuovo: perché faccio questo?

Con la stessa edizione

 

della newsletter   è successaancora un’altra storiacuriosa. Il CentroTransurfing (http://tsurf.ru/ )ha dato annuncio di unwebinar   [seminario online;

.d.T.] gratuito, cui si èinaspettatamente iscritto ungran numero di persone, al punto che si è dovutochiudere la registrazione ilgiorno stesso per esuberanzadi richieste. Di fatto, però, alwebinar   avrebbe poi preso

 

 parte una quantità altrettantoinaspettatamente bassa di persone. Interessato dallacausa di tale risultato (perchéregistrarsi per poi non partecipare?), il CentroTransurfing ha fattoun’inchiesta sui motivi delladefezione, che si sonorivelati banali: qualcuno nonaveva fatto in tempo, qualcunaltro aveva confuso i fusiorari, era entrato nel webinar troppo presto o troppo tardi e

 

 poi non aveva tentato diriparteciparvi, altri avevanoindicato indirizzi sbagliati enon erano poi stati invitatieccetera.

Tutto ciò è indice del fattoche le persone, nella maggior  parte dei casi, dormono,agiscono letteralmente comein uno stato di torpore, nongestiscono la propria vita e lavita con loro accade. Non èdifficile supporre che se ilwebinar   fosse stato a

 

 pagamento, l’affluenzasarebbe stata assicurata. Ma possibile che solo i soldisiano in grado di attivarel’attenzione della gente? Sequesta è la statistica tra itransurfer, cosa si può diredegli altri? Ho l’impressioneche l’effetto “sonnolenza”stia velocemente prendendovigore. Solo qualche anno fala gente non era cosìaddormentata. Persino nelbusiness, che richiede uno

 

stato di massimaconsapevolezza per ilraggiungimento dei fini prefissati, si notano a voltedei ristagni di attenzione edelle fissazioni inmeccanismi stereotipati.

Ad esempio, recentementeho ricevuto una proposta dicollaborazione da parte di unservizio di mailincommerciale. L’obiettivo eraquello di trasferire la miautenza da Subscribe.ru  su

 

questo nuovo servizio.Tuttavia, quando glioperatori di questo serviziohanno saputo che l’archiviodegli indirizzi suSubscribe.ru  non èdisponibile agli autori dellenewsletter   (e io comunquenon mi sarei permesso di fareun trasferimento su miainiziativa senza il benestaredegli iscritti), mi hanno proposto di pagare per gliarticoli che avrei scritto e che

 

loro si sarebbero occupati didiffondere. Quest’approcciomi ha reso perplesso perchéil marchio Transurfing attiraspontaneamente le persone edi conseguenza lavorasull’allargamento della basedegli iscritti al servizio, fattoche di per sé è molto più prezioso del denaro che si può guadagnare sull’autore.Ma il discorso non è tantoquesto. Dopo che mi sonorifiutato di collaborare a

 

 pagamento, lo stesso serviziomi ha comunicato quantosegue:

«Pubblicheremo i suoiarticoli gratuitamente acondizione che lei nonnomini i suoi prodotti».Capite come funziona il pensiero geniale dell’uomod’affari? Come se la filosofiadel Transurfing si potessemettere in vetrina, in mezzoal salame e alle scarpe daginnastica. Nei miei articoli

 

avrei potuto parlare di unaqualsiasi cosa astratta, manon del prodotto Transurfing!

In questo caso,evidentemente, l’attenzioneera occupata da una passioneinteramente assorbente:invece di avere l’intenzionedi fare il primo passo difronte allo specchio per farein modo che l’immagineriflessa si muovesse incontro,si coglieva l’aspirazione ad

 

afferrare a tutti i costiquest’immagine riflessa e adattrarla a sé con forza. Una psicologia allontanatasi di poco dall’infantile:“Dammi!”. E al contempo il“terror panico” di fronte alla possibilità, non voglia Iddio,di far pubblicità gratuita.

Questo comportamento èsintomo di un’attenzione nonlibera, incapace di cogliere ilsenso del principio“rinunciate all’intenzione di

 

ricevere, sostituitela conl’intenzione di dare eotterrete ciò cui avevaterinunciato”.

Io, per esempio, da questo punto di vista mi sentoassolutamente libero, e nonsoffro di insonnia al pensieroche qualcuno possaguadagnare qualcosa grazieai miei consigli. Prego, allasalute! Se consiglio qualcosa,lo faccio non con il fine di

 

 promuovere un certo prodotto ma semplicemente per facilitare agli altri laricerca di risorse affidabili. Enon capisco proprio perchétutti si preoccupino tanto delrischio di fare pubblicitàgratuita.

Ancora un altro esempiodell’effetto-catturadell’attenzione. Quando unacompagnia di amici va a fareun picnic fuori città, cosatende a fare per prima cosa?

 

Apre le portiere dellamacchina e accende la radioa tutto volume. Sembra unacosa strana: invece diriposare dai rumori dellacittà e ascoltare il silenziodel bosco e il canto degliuccelli, l’istinto è quello diripristinare subito l’abitualefracasso. O forse sono tuttiappassionati di musica e dinotiziari?

Provate a confrontare

 

l’uomo moderno con l’uomoche viveva mille anni fa,quando non c’erano négiornali, né cinema, né radio,né televisione, né internet, nètelefoni cellulari. Si tratta di persone completamentediverse! E la differenza principale non sta nel livellodi intelligenza, cultura oistruzione. Il fatto è chel’uomo moderno soffre didipendenza da informazioni,non è in grado di fare a meno

 

di un flusso esterno diinformazioni. È proprioquesto flusso, generato dalsistema, a creare l’effettodella cattura dell’attenzione.

Potete credere di esseretotalmente concentrati suquello di cui vi stateoccupando in un datomomento, ma in realtà solouna piccola frazione dellavostra attenzione è attiva. Lamaggior parte di essa èinvece collegata con un filo

 

invisibile alla ragnatela diinformazioni del sistema, ècome se fosse già statariservata dal flusso digestione esterno, al pari diuna cassetta di sicurezza in banca. Un’altra partedell’attenzione, non menosignificativa, è invece bloccata e si trova in unostato di ibernazione. Il bloccoè indotto dal cibo sintetico,che, come qualsiasi altro prodotto chimico, provoca

 

uno stato alterato dicoscienza di livello più omeno importante.

L’attenzione, e diconseguenza laconsapevolezza, sono inoltre bloccate dal cibo morto, cioèsottoposto a trattamentotermico. Questa scoperta fufatta per la prima volta daArnold Ehret, già all’iniziodel secolo scorso. Manemmeno Ehret potevasupporre quale sarebbe stata

 

l’influenza sulla coscienzadel cibo sintetico.

Dunque, nella realtà dioggi si stanno manifestandodue processi paralleli: lacattura e il bloccodell’attenzione. Si tratta difenomeni che risultano essere parte integrante di un piùcomplesso meccanismo disviluppo del Sistema-matrix.

RIEPILOGO

 

  La gente, nella stragrande maggioranza, dorme e agisce letteralmente come nel sonno: non controlla la propria vita e la vita accade.

  Al posto dell’intenzione di fare il primo passo davanti allo specchio, per fare in modo che l’immagine riflessa si muova incontro,le persone cercano di catturare quest’immagine riflessa e di attirarla a sé con forza.

  L’uomo moderno è informazione-dipendente e non può fare a meno di un flusso esterno di 

 

informazione.  Il flusso di informazione,

creato dal sistema, genera l’effetto della cattura dell’attenzione.

  Solo una quota minima dell’attenzione è attiva. La maggior parte è occupata già dal flusso esterno di informazione, come lo è una cassetta di sicurezza in banca.

  Un’altra parte dell’attenzione, non meno consistente, è in stato di ibernazione. Il blocco è indotto dal cibo sintetico.

 

NOTE A MARGINE

Il fenomeno della catturadell’attenzione, che siosserva in questi ultimianni, è il primo sintomo esegno del fatto che ilsistema inizia a crescerevigorosamente, come untumore. Per l’uomo questonon avviene senzaconseguenze: le sue abilitàsono bloccate, le possibilitàsono drasticamente ridotte.Abbiamo iniziato coldiscutere le fondamenta delTransurfing e alcuni

 

problemi legati ad esse.Ora vediamo perchésorgono questi problemi.

 

La coscienzatecnogena

In concomitanza con losviluppo della tecnica e delletecnologie  si deve formareuna corrispondente coscienzatecnogena, o coscienza deicyborg , se preferite. Le prime

 

sono impossibili senza laseconda, è tuttointercorrelato. Se ti nutri dicibo sintetico, diventi uncyborg . Se diventi un cyborg ,ti nutri di cibo sintetico. Per l’uomo questo significa unacosa sola: egli diventa unacellula di matrix, equest’esito non ènient’affatto fantastico.

Perché di questo non si parla apertamente echiaramente da nessuna

 

 parte? Perché, e ci siamo dinuovo, si inscrive in questalogica. In primo luogo, per ilsistema questo tipo diinformazione ècontroproducente; in secondoluogo, la consapevolezzadelle persone è giàfortemente bloccata, mentrel’attenzione vienecostantemente catturata econvogliata verso aspettisecondari e di minoreimportanza. Che cosa si può

 

contrapporre a questi processi? Molti, nel loro percorso di ricerca spirituale,approdano con speranza adantichi insegnamenti e a pratiche esoteriche. Inqualche modo questo puòrappresentare un sostegno euna fonte di ispirazione, manon si possono riporre particolari speranze su pratiche vecchie di milleanni, sviluppatesi in epochein cui le persone erano molto

 

diverse e vivevano incondizioni completamentedifferenti da quelle attuali.

Si può anche affinare la propria consapevolezza finoa raggiungere un livellosuperiore tramite un processo puramente mentale,attraverso il costantemonitoraggio di se stessi, dei propri pensieri, delle proprieazioni e della realtàcircostante. Tuttavia, educarecostantemente se stessi e

 

trovarsi perennemente in unostato di allerta è piuttostodifficile, richiede unadisciplina da Guerriero enotevoli sforzi di volontà.

on a tutti è dato, e ben pochi si impegnerebbero intale approccio.

In considerazione diquanto sopra, la pratica dialimentazione naturale e possibilmente cruda (su cuiho iniziato a scrivere già nel

 

2005, nel mio libro Veršitel’ real’nosti  [L’Arbitro dellarea l tà ;  N.d.T.]), è la piùsemplice, naturale e allostesso tempo efficace. Essa,come minimo, sbloccal’attenzione. La coscienza sirischiara e si libera davvero, per non parlare dell’aumentodel tono generale, del potenziale energetico e dellasalute. Sono effetticonfermati da tutti coloro chehanno capito il beneficio di

 

questo tipo di alimentazionee l’hanno provato su di sé. Èuna cosa che richiede poco,solo capire e provare.

Recentemente i notiziarihanno parlato di una ragazzasofferente di una forma didisturbo ossessivo-compulsivo: era costretta aripetere più volte la stessaazione insensata, per esempiocontare i suoi passi ochiudere le porte. Si tratta diun grado estremo di cattura

 

dell’attenzione da parte dei parassiti della coscienza. Imedici la farciscono di psicofarmaci, ma invano.Questo tipo di “cure” servesolo a una cosa: trasformarela ragazza in un vegetale.Aiutarla veramente, invece, èmolto semplice: basterebbecambiare la sua dieta e proporle verdure fresche esoprattutto vegetali verdi infoglia. I parassiti delle suacoscienza se ne andrebbero

 

da soli, senza alcunanecessità di psicofarmaci, nédi psicoterapeuti. Purtroppo,con questi rimedi non possoaiutarla, perché non miascolterebbero. I dottori noncapiscono neanche quello chefanno, perché anche la loroattenzione è catturata dafattori esterni. E questasituazione mette tristezza.

* * *

 

Il cielo fu oscurato dallacaligine della tempesta. Essafaceva volteggiare i vortici dineve, piangeva come unanimale e ululava come un bambino. Non ho capito: lacaligine o la tempesta?Vabbè, non importa. Glianimali e i bambini siinfuriarono e gettarono sullacaligine delle fiaccoleincandescenti. Dio, benedicigli animali e i bambini.

Chiedo ancora un briciolo

 

della vostra attenzione, e ora parlo sul serio. Il fenomenodella cattura dell’attenzione è piuttosto grave, per non dire preoccupante. Ricordatecome gli scrittori difantascienza ci spaventavanocon gli scenari di invasionedella Terra da parte deglialieni? Può essere però che il pericolo (come succedespesso) provenga da unadirezione completamentediversa, inaspettata. Si sa sin

 

dai tempi antichi che tuttociò che entra direttamentenell’uomo forma il suo corpofisico, la sua coscienza e, diconseguenza, la sua realtàindividuale. Dopo migliaia dianni, però, questo principiofondamentale si ètrasformato in uno stereotipocosì trito e ritrito da passareinosservato. Le persone se nesono collettivamentedimenticate e si sono messe aricercare nuovi segreti per 

 

migliorare la vita. Non è forse strano che la

maggior parte della gentenon si chieda nemmeno cosa,come e perché mangi:mangia e basta.  Il massimodi cui si preoccupa è che siaqualcosa di gustoso o almeno pratico. Ovviamente il livellodi consapevolezza in questodiscorso è diverso per tutti.Per esempio, immaginateviuna vecchietta che, per pura praticità, fa le scorte di pasta,

 

farina bianca, farinaintegrale, margarina, olioraffinato, zucchero. Si trattadi ingredienti già di per séinutili, che producono dei piatti finali ancor peggiori,cibo per torturati, malati,quelli che molti diventanodopo 40 anni, se non prima.Questo è un gradomassimamente basso diconsapevolezza: mangiare semplicemente quello che ècommestibile. E la magra

 

 pensione qui non c’entraniente, perché con gli stessisoldi la vecchietta avrebbe potuto comprare molti più prodotti naturali. Nella giovane casalinga

che alla televisione guarda i programmi “di avanguardia”sulla corretta alimentazione,il grado di consapevolezza è più alto, ella già riflette suquello che mangia e mette intavola alla famiglia. Tuttavia,molto di quello che viene

 

reclamizzato dai mass media,in un modo o nell’altro,rappresenta gli interessi deigrossi produttori, ai quali,ovviamente, non interessatanto la salute della nazionequanto qualcos’altro, sebbeneogni pubblicità parli di“prodotti sani e naturali”.

Prendiamo ad esempio unodei prodotti più diffusi, lafarina bianca. Laconsapevolezza della giovane

 

casalinga non arriva acomprendere che la farina bianca (e i prodotti suoiderivati) è un prodottosintetico, una gastronomia portata all’assurdo. La parte più preziosa del grano ècontenuta nel germe enell’involucro. La farina bianca di prima qualità siottiene da un processo diraffinazione che elimina ilgerme e l’involucro, cioè la parte più utile del chicco di

 

grano, e lascia solo la partemorta, costituita per lo più daamido e prevista dalla naturacome riserva, una sorta di botte di grasso per il germe.

utrirsi di prodotti di farina bianca di prima qualità ècome comprare in negoziodell’amido e mangiarselo colcucchiaio per pranzo.

Del resto, non vale la penadi nutrire illusioni nemmenoverso il pane nero di segale.La gente non sa che la farina

 

è un prodotto altamentedeperibile. I tocoferoli (lavitamina E), le vitamine delgruppo B e altre sostanzenutrienti, a contatto conl’aria si ossidano moltorapidamente. La farinaappena macinata perderapidamente il suo aspettocommerciale, la consistenzanecessaria, l’umidità e lealtre proprietà necessarie per il suo uso nelle ricette. Èovvio che queste condizioni

 

non sono vantaggiose né per i produttori né per icommercianti. Al fine direnderla un prodotto usabile,la farina viene sottoposta aun serio trattamento chimico.Ma questo, lo ripeto, lo sannoin pochi.

I cibi derivati dalla farinasintetica vengono prodottisulla base dei lievititermofili. Si tratta di una pratica che si è ampiamentediffusa in tempi recenti, negli

 

anni della seconda guerramondiale. Il lievito è più pratico dei fermenti naturali.Si aggiunge direttamente alla pasta e questa cresce. Ma checos’è il lievito? Di fatto èuna colonia di funghi, chehanno una vitalità paragonabile alla vitalità dei parassiti più pericolosi: nonli uccidono neanche le altetemperature, da qui il loronome, termofili.

 

E adesso immaginatevi chenel vostro organismo si èinstaurato un essere alieno,un fungo, che risistema ilvostro ambiente interno cosìcome gli fa comodo. Per ilmomento si sa solo che ilieviti inibiscono lamicroflora simbiotica (e quisi spiega la popolarità, oggisenza precedenti, dei vari tipidi yogurt – di nuovo,sintetico! –, che teoricamente“ripristinerebbe” questa flora

 

danneggiata). Sulle altrealterazioni degenerative si può giudicare solo sulla basedel numero di morti per nuove malattie, e dei ricavidelle aziende farmaceutiche, poiché mancano studispecifici (non è redditiziorivelare la verità).

Cosa può fare una giovanecasalinga trovandosicircondata ovunque da cibomorto sintetico?

 

Immaginate ora un’altrascena. Nella vostra cucinacampeggia una meravigliadella tecnica, il mulinoelettrico (può anche darsi chemolti non sappianodell’esistenza di una talemeraviglia). Questo significache in qualsiasi momento potete macinarvi il grano dasoli e preparare tutto quelloche vi piace, dal pane alla pasticceria raffinata, con lasicurezza di star utilizzando

 

una farina senza sostanze néadditivi chimici e ricca dellesue sostanze benefiche.Vedrete allora il vero coloredella farina, che non risulterà bianca, come l’amido, mamarrone, e arricchita dai preziosi frammentidell’involucro e del germe digrano. Questa è l’autenticafarina, quella che usavano inostri antenati e che voi nonavete mai visto.

In realtà, preparare un

 

fermento naturale e cuocereil proprio pane non è affattodifficile, non più difficile chefare dei banali biscotti. Se poi vorrete ottenere un prodotto che faccia bene allasalute, dovrete prima far germinare il grano e poiessiccarlo, e anchequest’operazione non è cosìdifficile. Il grano ecologicosi può comprare senza problema (almeno, per ilmomento) nei negozi

 

specializzati, od ordinarlo viainternet. Sempre in internetsi possono trovare tantericette e gli indirizzi per acquistare il mulino elettrico.Quest’apparecchio diventeràil vostro preferito, quandocapirete qual è la suameraviglia e quanto vi liberadalla ghenga numerosa einsaziabile dei produttori dicibi sintetici. Ma per questooccorre che laConsapevolezza della

 

giovane casalinga si siaelevata di almeno un gradino,capite?

P.S.: ops, a quanto pare hodi nuovo fatto pubblicità diqualcosa. Ma questa volta, a bella posta, non indicheròalcun indirizzo utile per l’acquisto del mulinoelettrico. Chi vuole, lo potràtrovare nel libro pokrifičeskij Transerfing 

[contenuto ne Il Transurfing 

 

vivo, cit.; N.d.T.] o ininternet. Ma se a qualcunoserve proprio tanto e subito,mi potrà scrivere e io glielospedirò. In gran segreto.

RIEPILOGO

  Se ti nutri di cibi sintetici,diventi un  cyborg. Quando diventi un  cyborg ti nutri di cibi sintetici.

  Il sistema convoglia sempre l’attenzione del singolo in direzione di cose 

 

secondarie e inconsistenti.  Tutto quello che entra 

nell’uomo direttamente,forma il suo corpo fisico, la sua coscienza e di conseguenza anche la sua realtà.

  La maggior parte delle persone non si chiede nemmeno che cibo mangia,come e perché lo mangia.Mangia e basta.

  Nutrirsi con alimenti naturali e possibilmente vivi come minimo sblocca l’attenzione.La coscienza diventa chiara e libera, per non parlare poi dell’aumento del tono 

 

generale, del potenziale energetico e della salute.

NOTE A MARGINE

Guardatevi intorno: personesonnolente, impotenti,malate comprano damangiare nelle catene deisupermercati, perdonotempo nei meandri degliuffici sanitari locali,prestano cieco ascolto aimessaggi pubblicitari…L’umanità ha raggiunto unlivello di idiozia tale daindurla ad autodistruggersi,

 

a rovinare se stessa, non acausa dell’ambiente, madirettamente, attraverso ilcibo. Una stupidità difficileda aspettarsi da esseri chesi ritengono ragionevoli.

 

L’artefattod’intenzione

Vi propongo una tecnica potente, e tra l’altro antica,che nel contesto attuale dicattura e bloccodell’attenzione risulta essereassai utile.

 

Innanzitutto vi serve uncerto attributo, che puòessere un giocattolino, unsouvenir, un talismano, unguanto… un qualsiasioggettino che vi ispirisimpatia. Potrebbe ancheessere il regalo di qualcuno ouna cosa acquistata o fatta davoi, o trovata per caso eraccolta dopo aver conquistato la vostraattenzione.

La tecnica si riduce a un

 

semplice rito “pagano”, daeseguire al mattino e allasera. Dovete prendere inmano l’oggettino e dirgli:«Buongiorno (buona notte),mio caro. Ti voglio tanto bene e avrò cura di te, ma tudovrai aiutarmi a realizzare ilmio desiderio». Dopodichédovrete pronunciare la vostradichiarazione di intenzioneriguardante ciò che voleteraggiungere. Per esempio:

 

«Il mio mondo mi ama,il mio mondo si preoccupa di me,incontro la mia anima gemella (o sarà la miaanima gemella atrovarmi, come preferite), mi offrono unottimo lavoro, realizzobrillantemente il mio progetto, mi si offrel’opportunità di avereuna casa mia, trovo il mio fine, la mia attività

 

è al massimo…»  e cosìvia, nominando ciò che più desiderate.

Un desiderio per ognigiocattolo. Se avete più di undesiderio, dovrete procurarvioggettini diversi e“sussurrare” a ognuno lavostra dichiarazione.Quest’ultima dovrà essereespressa in modo sintetico,chiaro e preciso, in formaaffermativa e al presente e

 

non come preghiera orichiesta. Essa infattiverbalizza un’intenzione, enon deve contenere nécondizioni né spiegazioni.

el pronunciare ladichiarazione dovrete nondesiderare, ma essereintenzionati. Sieteintenzionati di fare e fate.Siete intenzionati di riceveree ricevete. Se ladichiarazione vieneformulata in modo corretto,

 

vi sentirete invasi da unsenso di sicurezza, dicertezza  di ottenere quelloche avete chiesto. Nonostante l’apparente

semplicità e innocenza (oaddirittura ingenuità), ilgioco è piuttosto serio. Ora vispiegherò come e perchéfunziona. Il suo meccanismoè basato su due funzioni: la prima, ovviamente, è il 

ancio dell’intenzione. Nellarealtà di oggi le persone sono

 

fortemente influenzatedall’effetto della catturadell’attenzione, ragion per cui fissare l’intenzione sulfine diventa sempre piùdifficile. Potete osservarvi dasoli nel vostro quotidiano evedere quante sono le buoneintenzioni che rinviate a undopo, quanto spessoinsorgono questioni urgenti efattori di distrazione che viimpediscono di soffermarviun minuto e concentrarvi sui

 

vostri fini.Questo rituale, da

inglobare nel vostro regimeorario obbligatorio, funzionainvece come un “lazo”,obbligandovi a focalizzare lavostra attenzione su ciò sucui dovete assolutamente esistematicamente fermarvi sevolete ottenere dei risultati.

La seconda funzione non ècosì evidente, poiché giacenella sfera della metafisica

 

ed è intangibile. Alla pari delmondo fisico, esiste unmondo altrettanto obiettivoma invisibile, popolato daessenze sottili, reali comesiamo noi. Questo mondoviene da noi percepito soloindirettamente, sotto formadi fenomeni paranormali. Delresto, analogamente, leessenze del mondo sottile percepiscono la nostra presenza solo in forma diriflessi, proiezioni fantasma

 

di un’altra dimensione.Immaginate che, durante

degli scavi archeologici,nello strato antico di migliaiadi anni scoprite un oggettochiaramente innaturale, forseanche di origineextraterrestre. Davanti aquesto reperto vi sentiteletteralmente paralizzati, presi da un fremito che si puòdefinire estatico, perché iltermine “sorpresa” non èadatto, tanto è irreale ciò che

 

vedete.Un simile oggetto si

c h i a m a artefatto.ell’enciclopedia gli viene

data la definizione seguente:«Processo, oggetto, proprietàdi un oggetto o di un processo, la cui comparsa per cause naturali nellecondizioni osservate èimpossibile o altamenteimprobabile. È un segno diinterferenza deliberata  nel

 

 processo osservato, o di presenza di alcuni fattoritrascurati».

Ebbene, allo stesso modo,un oggetto illuminatodall’intenzione  si presentaalle essenze sottili come unartefatto, suscitando in lorouna forte curiosità. Il mondodegli altri oggetti materialiche ci circondano per questeentità rimane invisibile. Noi,di regola, non attribuiamoimportanza  alle cose, non le

 

investiamo di intenzione, male usiamo solomeccanicamente comeutensili o accessori per lacasa. L’unico anellouniversale che collega inostri mondi è l’intenzione el’amore.

Se si investe un oggettomateriale di intenzione, esso,da pezzo di materia senzavita, si trasforma in oggettodi Forza, che nel mondo

 

sottile diventa già visibile.Per le entità sottili essoappare come un artefatto diintenzione  recante in sé ilsegno di un intervento mirato proveniente da una qualcherealtà parallela. Inoltre, se inesso viene riposto amore,l’artefatto comincia a brillaree ad attirare le entità sottili,come il nettare attira lefarfalle. Queste entitàindipendenti (non pendoli)sono tutte diverse, grandi e

 

 piccole, più o menosviluppate. Non hanno unaccesso diretto al nostromondo, ma ne sono moltointeressate, e se si presental’occasione, entranovolentieri in contatto. Neimiei libri precedenti ho giàscritto che ognuno di noi è ingrado di creare delle entità-fantasma, che può mantenerein vita con la forzadell’energia mentale.

Vi potrebbe anche

 

accadere di attrarre e domareun’entità già matura, chediventerà il vostro alleato.L’artefatto d’intenzione, ilvostro giocattolino, è unanello di congiunzione, unasorta di filo telefonico tra voie il vostro alleato. Nonimporta in quale formaavverrà la vostra“comunicazione”:funzioneranno le regole chefisserete voi. Vi è solorichiesta un’attenzione più o

 

meno costante e sistematica,e un rifornimento di energiad’intenzione e di amore. Un piccolo rituale mattutino eserale sarà più chesufficiente.

Dunque, quando portate acompimento il rituale con ilvostro giocattolo, su di esso,come una farfalla su un fiore,si posa l’entità sottile,crogiolandosi ai caldi raggidel vostro amore e prestandoascolto con interesse alla

 

vostra intenzione. E non ènemmeno importante sel’essenza capisce o menoquello che voletecomunicarle. Essa si metteràad ascoltare come si ascoltauna storia o una canzone, e poi volerà via, portandoovunque, come un’eco, le parole: «Il mio mondo miama! Il mio mondo si preoccupa di me! Col miosogno, ci incontreremo presto!». Questa eco altro

 

non è che quell’additivoimportante che miglioreràsignificativamente la vostraintenzione.

RIEPILOGO

  Se un oggetto materiale viene investito di intenzione,esso, da pezzo di materia senza vita, si trasforma in un oggetto di Forza, che nel mondo sottile già diventa visibile.

  L’artefatto d’intenzione è un 

 

anello di collegamento, una sorta di filo telefonico tra vo e il vostro alleato.

  La dichiarazione dev’essere formulata in modo conciso,chiaro e preciso, in forma affermativa, al presente o in un tempo continuato e non come richiesta o preghiera,ma come intenzione, senza condizioni né spiegazioni.

  Se la dichiarazione è formulata correttamente,verrete invasi da una sensazione caratteristica di sicurezza, di certezza di sapere che otterrete il vostro, ciò che avete 

 

desiderato.  Questo rituale fissa 

l’attenzione sul fine.

NOTE A MARGINE

I miei libri, e soprattuttoquesto, sono delle entitàassolutamente indipendenti,delle personalità autonome.E queste personalità sonopiù forti di me. Esse siscrivono da sole, non sonoio a farlo. E si scrivonocosì come vogliono loro, enon come io vorrei. E poi,quasi per beffa, cominciano

 

a comandare. I redattoridella casa editrice mi hannoraccontato che, quandoarriva un mio libro, essocomincia a riorganizzare illoro orario a suopiacimento, come se fosseun capo.Negli ultimi sei mesi dilavoro su questo libro mitrovavo in uno stato che mifaceva dire: «Ecco, siamoalla fine». E invece no.Sopraggiungeva qualchenuova Forza che avanzavaancora delle questioni,costringendo a lavorarci su.Questo libro è esso stesso

 

un oggetto di Forza, unartefatto di Forza, ne sonoassolutamente sicuro. Miritengo un esecutoremediocre ma il libro non midava tregua, mi prendevasempre per la collottola emi faceva lavorare fino ache non arrivava aspremermi fuori tutto quelloche gli serviva.

 

Un segretospaventoso

Il capitolo L’artefattod’intenzione  era stato pubblicato come newsletter .Qui rispondo ad alcunedomande, continuando iltema della cattura

 

dell’intenzione.

«La tecnica che lei hadescritto non sidifferenzia in nulla dairituali sciamanici. Leinon è mai stato in gradodi dire qualcosa dinuovo, né prima, néadesso».

Ma quando mai hoaffermato di rivelarequalcosa di nuovo? Mi scusi,

 

ma forse è il contrario. Hosempre chiamato ilTransurfing una conoscenzaantica, che, tra l’altro, è notaa molti e senza tanti libri,giacché molti di noi sonoanime antiche.

Ma lei non ha ancoracapito che tutti scrivono dellastessa cosa, a cominciaredagli antichi Veda per finirecon Elena PetrovnaBlavatskaja? Degli autoricontemporanei non parlo

 

nemmeno. Nel nostro mondonon c’è nulla di nuovo, perché questo mondo è giàabbastanza vecchio.

Le svelerò un segretospaventoso, ma non lo dica anessuno! Non si tratta delnuovo che l’uno o l’altroautore può rivelare a lei personalmente, ma del nuovoche lei stessa  è in grado discoprire per sé leggendoautori diversi. Lei può

 

affrontare con lo stessosuccesso un serio trattatofilosofico o una storia di poche pretese, perché il risultato, fondamentalmente,dipende non dalla fonte diinformazione esterna ma daquali pensieri le volteggianoin testa mentre sta leggendoquelle pagine.

La domanda doveva essereformulata in modo diverso:«Nel leggere il suo testo, nonho scoperto nulla di nuovo».

 

E, più avanti, una serie di precisazioni:

1.  “Nuovo in senso generaleo nuovo per me?”. Lei sirenderà conto che si trattadi cose completamentediverse.

2.  “Perché non ho scopertonulla di nuovo?”. Di chi èla colpa, mia odell’autore?

3.  “A cosa stavo pensandonel momento in cui

 

leggevo il testo?”. Forseal fatto che lei è moltointelligente e sa tutto?

4.  «Come funzionava il miointelletto mentre leggevoil testo?».

Quest’ultima precisazioneè assai significativa.Abbiamo già discusso sulfatto che l’uomo mediomoderno è più consumatoreche creatore di informazione.

el nostro mondo sono poche

 

le persone coinvolte nel processo di creazione diinformazione, meno dell’1%della popolazione. Tutte lealtre consumano solamente. Eanche coloro che creanorisultano a loro volta deiconsumatori. In che senso?

Provate a immaginarequesta scena, un po’esagerata. Al cinema è sedutoun organismo cibernetico(supponiamo che si sia giàimparato a farli) in grado di

 

eseguire due semplicissimefunzioni: inghiottire popcorne far lampeggiare le suelucine in risposta agli effettiesterni visivi e uditivi.Quando il cyborg   guardasemplicemente il film, senza pensare a nulla, e mastica il popcorn, nel suo organismosi svolgono due processi.

Primo processo: il popcornentra attraverso un orifizio esi muove in direzione di un

 

altro, venendo al contemposottoposto ad alcunemetamorfosi digestive.

Secondo processo: allostesso modo, negli orifiziadiacenti entrano leinformazioni, che fannogirare di conseguenzaqualche ingranaggio(registrando una reazione dientusiasmo del tipo “Wow!Pazzesco!”) e lampeggiare lelucine esterne.

 

I processi sembrerebberodiversi, ma la sostanza è lamedesima: sia il popcorn chele informazioni entrano edescono, semplicemente,senza generare alcuncambiamento e tanto menoispirare creazioni eilluminazioni. Non voglio affatto dire che

guardare film e leggere librisolo per divertimento nonabbia senso. Tutto ha unsenso, se viene fatto

 

consapevolmente. Ma se gliingranaggi sono impostatisolo sul consumo diinformazione, espellere dal proprio orifizio di uscitadelle conclusioni critiche, deltipo “non è nuovo, è pocointeressante, non è degnodella mia persona” è comeminimo anti-estetico.

Se una persona, dopo aver letto un libro, dichiara di nonavervi trovato nulla di nuovo,

 

siamo in grado di ritenerecon assoluta certezza che sitratti di un consumatore primitivo. E non di uncreatore e certamente non diun artefice. Perché impararequalcosa di nuovo dalle parole di altre persone non èné un conseguimento, né unacreazione. Conseguire ecreare avviene quando,sfogliando vecchie pagine, sifanno nuove scoperte da soli.In questo caso ogni desiderio

 

di criticare, al pari di lasciareun segno su un palo,scomparirebbecompletamente, perchél’intenzione sarebbe occupatada tutt’altro e la mentefunzionerebbe a un regimecompletamente diverso.

Ora chiariamo un po’ cosac’è di nuovo nella tecnica“l’artefatto d’intenzione”. Ineffetti, una tecnica simileveniva e viene utilizzata dai pagani, dai maghi, così come

 

dai bambini. Ma, nonostantel’apparente somiglianza,queste tecniche, in sostanza,sono diverse.

In breve, le differenzesono le seguenti. I maghiripongono nei loro artefattil’intenzione, trasformandoliin amuleti, talismani e inaltri oggetti di Forza.L’intenzione funziona inmodo piuttosto efficace. Nei pagani non si tratta più di

 

intenzione, ma di richiesta,supplica, fede, speranza,culto e paura. È ovvio cheuna tecnica basata sulla fedemista a reverenza è molto piùdebole. I bambini non hannoné fede, né intenzione, mahanno amore. Essisemplicemente amano i loroanimaletti senza chiederenulla in cambio e senza dar loro troppa importanza. Nella tecnica “l’artefatto

dell’intenzione” viene usata

 

una doppia forza, quelladell’intenzione e quelladell’amore.

Credo che non servanoulteriori spiegazioni. Si trattasolo di capire quanto volete equanto amore siete in gradodi investire in un oggettino.Ovviamente l’amore sarebbeindirizzato non all’oggettinostesso ma all’essenza che vista dietro. E non èsentimentalismo, come può

 

sembrare, ma una sorta di“amore di calcolo”, poiché,in un modo o nell’altro,confidate nell’aiuto da partedell’essenza cui vi rivolgete per il tramite delgiocattolino. Pur nontrattandosi di un amoreveramente “puro”, anchequesto possiede una forzasufficiente. Di solitocominciamo ad amare le persone di cui ci occupiamo,e anche voi, dandogli

 

un’attenzione particolare, vioccupereste del vostrogiocattolino. E poi, come nonamarlo, se è così tenero,sempre pronto ad ascoltare lemie favole e le miecanzoncine, sempre pronto adaiutarmi senza voler nullatranne qualche goccia diattenzione.

Tuttavia, ripeto, questatecnica non è adatta a tutti,dipende dalla mentalità e dalcarattere di ciascuno. Se essa

 

non si inscrive nella sfera delvostro benessere, non preoccupatevi, consideratelouna cosa normale e provatealtre tecniche.

«Se l’artefatto dopo un po’ di tempo realizza lamia intenzione, devolasciarlo e cercarmeneun altro per sostenereun altro nuovo fine? Inaltre parole, èmultiuso?».

 

Forse che l’eco è“monouso”? Forse che illettore di musica serve per unsolo disco? Ovviamente unastessa essenza potrà all’iniziotrasmettere un’intenzione e poi passare a un’altra, perchéfunziona come un’eco, omeglio, come una lucciolache svolazza per il mondosottile irradiando ladichiarazione della vostraintenzione come un programma, un segnale radio.

 

Quello che vi viene richiestoè solo precisione econsequenzialità, per nonconfondere né l’essenza, névoi stessi.

«Cosa fare con l’oggettodi Forza, con l’Alleato,quando il fine è statoraggiunto? Smettere di prestargli attenzione edargli amore? Se fossecosì sarebbe difficile, perché l’oggettino

 

diventa caro come un figlio, tanto più se è stato trovato e noncreato».

Quando il programma èstato completato, passate aun altro con lo stesso oggettodi Forza. Per il resto, capireteda soli. Siamo responsabili dicoloro che addomestichiamo.Per esempio, se il vostroanimale domestico non è più“stimolante”, decidere cosa

 

farne ricade sulla vostracoscienza. Certo, le essenzedel mondo sottile non simanifestano in modo cosìchiaro come gli abitanti delmondo materiale. È difficiledire cosa può succedere aun’essenza dopo che la si èlasciata. Essa può spegnersi,svanire, oppure può iniziare avivere una sua vita. Non sonostati condotti studi suquest’aspetto. Però, anche le persone si lasciano e

 

cominciano a vivere una lorovita. Tutto può succedere.Comunque sia, la decisionespetta solo a voi. Consigliounicamente di non farsitroppi alleati, per non averein futuro troppi oneri.

RIEPILOGO

  Le conoscenze che si possono ricavare da un libro, dipendono fondamentalmente non dal suo contenuto, ma da quello 

 

che il lettore stesso è in grado di scoprire per sé, nel libro.

  Imparare qualcosa di nuovo dalle parole dette da altri non è né un conseguimento,né una creazione. Il conseguimento e la creazione avvengono quando, sfogliando vecchie pagine, fate nuove scoperte da soli.

NOTE A MARGINE

L’oggetto di Forza perquesto libro è il quadro

 

riprodotto in copertina.L’autrice è un’artista diLondra, ARINA (ArinaGordienko). È stata Arinastessa a propormi di creareun bel vestito per il miolibro, e di questo le sonomolto grato. Il suo quadronon è semplicemente bello.Potete forse notare che laSacerdotessa in essoraffigurata è la perfezionestessa. È viva, mentre ilcubo del sistema è morto einquietante. È fuor di dubbioche il quadro porti ilmarchio della Forza. Si puòfare la conoscenza dell’artedi Arina nel suo sito

 

http://www.arina-art.com/.

 

Freddo e fame1

Mi arrivano spesso letterecontenenti domande diquesto tipo:

«Dove trovare cibo vivoin inverno? Non so proprio cosa fare!».

 

Sì. Freddo e fame. Freddo perché si ha fame e fame perché si ha freddo. Non c’èun filo d’erba, bisognacercare il cibo sotto il mantodi neve.

Mentre scrivevo questerighe era pieno inverno, ma iltempo avevainaspettatamente fatto uninchino ed era venuta a fareun salto da noi la primavera.I germogli di tulipani e ditarassaco avevano fatto

 

capolino, pensando chel’inverno fosse già allespalle. Ma invano avevanoavuto questo pensiero. Erasuccesso così che, senzavolerlo, ero stato io aspaventare l’inverno. O forsenon l’avevo propriospaventato, ma confuso,insomma non lo so. Solo cheè davvero successa una cosastrana.

Quest’inverno da noi è

 

caduta tanta neve, fattotutt’altro che tipico per lazona in cui vivo. In casa nonavevo nemmeno gli sci, perché la neve di solito danoi è poca e non rimane alungo. Invece quest’inverno,fin dall’inizio di dicembre,dovevo ogni mattina prendere in mano la pala espalare. Alla fine mi sonostancato, così ho preso unadecisione: basta, adesso vadoa comprarmi gli sci. La mia

 

famiglia ha accolto l’ideacon grande scetticismo, maio sono stato irremovibile. Il problema stava anche nelfatto che nella nostra zonanessuno scia2, ragion per cuinon si trovano sci nei negozisportivi. Io, però, ero già sul piede di guerra control’inverno e non avevo dubbicirca il fatto che avrei trovatogli sci che mi servivano. O ilTransurfing non avrebbe

 

funzionato?!?Iniziai la mia ricerca con

una grave violazione dei princìpi stessi delTransurfing (ricadute diquesto tipo mi succedonospesso, dato che la maggior  parte della mia vita si èsvolta all’insegna dell’anti-Transurfing). Ragionavo inquesto modo: nel negoziovicino, a fianco di casa, scinon ce ne dovrebbero essere, perché non è possibile

 

(ammesso che sia possibile laloro presenza nella nostracittà). La ricerca degli scidovrà essere necessariamentelunga e difficile, e a trovarlisarà solo colui che è piùintelligente di tutti gli altri,colui che sa che gli sci lo potranno aspettare solo nelnegozio specializzato piùlontano. Ed essi spetterannosolo a colui che avrà superatoogni difficoltà e privazionesulle strade innevate, a colui

 

che avrà bevuto l’amarocalice della delusionederivante da una ricercainfruttuosa.

Così fu (del resto, l’avevoordinato io). Dopo che la miafaticosa escursione per tuttala città non fu coronata daalcun successo, entraisenz’alcuna speranza nelnegozietto vicino a casa,dove gli sci mi stavanoaspettando, belli e pronti,riservati apposta per me.

 

Portai gli sci a casa e li piazzai in bella vista, comespaventapasseri.

Il giorno successivo piovve e la neve cominciò asciogliersi. Tutto è successodue settimane fa, e la pioggiacontinua da allora. Nonabbiamo visto nemmeno il“gelo del battesimo”[kreščenskie morozy... ]3. Per questo i vegetali più inquietisi sono immaginati che la

 

 primavera fosse arrivata ehanno pensato di svegliarsisul serio.

Ora, però, ho un altro problema. Penso… e adessocosa faccio? O nascondovelocemente gli sci nellosgabuzzino, così l’invernoritorna e ricopre di nevequesti sciocchi vegetali,oppure aspetto l’inverno alvarco e non appena siavvicina corro a comprarmi i pattini da ghiaccio. E magari

 

il bastone da hockey, vistoche non ce l’ho. A dire ilvero sono tante le cose concui ci si potrebbeequipaggiare. Mah, ci devo pensare, ancora non so. Chivivrà, vedrà.

Qualcosa di simile mi eraaccaduto anche prima, aHong Kong, per esempio,dove sono stato invitato alla presentazione dei miei libri.Sapevo che sarei andato là

 

nella stagione delle piogge e per questo mi eroequipaggiato di un ampioombrello. In tutti i giorni incui mi trovavo lì, però, non cifu pioggia. I nostri amici diHong Kong si chiedevano,stupiti: «Ma cosa stasuccedendo? Non piove perché c’è Zeland con noi?».«No» risposi, «perché c’è ilmio ombrello».

Ma ritorniamo ora allaricerca del cibo. Di fatto, se

 

non avete idea di cosamangiare in inverno, per voinon è ancora venuto ilmomento di passare aun’alimentazione viva al100%. Non siete ancora intema. Dovrete solointeressarvi di più di cibovivo e di tutto ciò che ad essoè connesso. In internet e neilibri potete trovare molteinformazioni scritte da persone che hanno giàmaturato una preziosa

 

esperienza in questo campo. Non consiglio solo di

credere a tutto quello che sidice sul cibo alla televisione,in particolare sul cibo vivo.Di questo amano discutere, diregola, proprio quelle persone che non ne hannoesperienza alcuna. I massmedia più importanti,sempre, in un modo onell’altro, lavorano avantaggio di grandi produttori e commercianti.

 

Quando si rivela una qualche“dura verità sul cibo”,chiedetevi: per chi èvantaggioso questo programma televisivo?

Se si scende in mezzo al pubblico, si può vedere chespettacolo divertente vienemesso in scena: se per questa“dura verità” soffrono i produttori, allora vince lamedicina, se vengonocompromessi gli interessi

 

dell’industria cosmetica,crescono in classifica i prodotti farmaceutici, se inun certo momento vengono pubblicamente battuti alcunicommercianti, allo stessotempo ne trionfano deglialtri, e così via, incombinazioni diverse. È inatto una battaglia senza finetra grandi pendoli, una battaglia intesa a conquistarenoi, acquirenti econsumatori. È nostro

 

compito non inserirci inquesta battaglia e noninghiottire l’esca, maosservare da lontano, come siguarda uno spettacolocircense, rendendosi contoche si tratta di un circo.

Se non sapete che cosamangiare o di cosa nutrirvisenza violare alcuna regola,fate una cosa semplice:

ermettetevi di violare laregola.

 

In questo caso sarebbesaggio farsi guidare daiseguenti princìpi:

1.  Se non siete pienamentecerti di voler e poter mangiare solo ed esclusivamente cibivegetali freschi e vivi, viconviene fissarvi deilimiti flessibili, per esempio nutrirvi di cibi prevalentemente vivi,concedendovi delle

 

eccezioni in questa fase.2.  Se fate delle eccezioni,

conviene dare la preferenza a quei prodottiche contengonoveramente qualcosa diutile e prezioso, e nonsono semplicementecommestibili.

3.  Utile e prezioso si puòconsiderare quel cibo che,essendo caratterizzato daun alto contenuto

 

nutritivo, è in grado didepurare l’organismo,non di intasarlo.

4.  Agire non in base al principio della rinuncia,ma in base a quello della sostituzione di alcuni prodotti con altri, più benefici.

5.  E non dimenticarsi del principio fondamentale:il passaggio aun’alimentazione

 

vegetariana vivadev’essere graduale, devecorrispondere al propriogrado di maturazione enon essere il prezzo disforzi di volontà oallenamenti emotivi.

Il terzo principio necessitadi un commento. I prodottiatti più a depurare che aintasare l’organismo ci sono,a dire il vero, anche nel cibomorto. Si tratta, innanzitutto,

 

di germogli di cereali eleguminose. Crudi, essimanifestano le loro qualità almassimo, ma anche cottifanno bene.

Ad esempio, i germogli difagioli mung e di ceci purificano l’organismo a tuttii livelli, dalle cellule aisistemi di filtraggio, possedendo inoltre un elevatovalore nutritivo. Cucinarli èmolto semplice. Bisogna prima setacciarli (a volte ci

 

sono sassolini), poi coprirlicon acqua e lasciarli a riposo per una notte. Al mattino bisogna metterli in unoscolapasta, coprirli conquattro strati di garza umidae metterli in un luogo caldo.La sera bisogna far bolliredell’acqua, aggiungerci unafoglia di alloro, del pepe ingrani e dei chiodi digarofano, gettare i germoglinell’acqua bollente e farlicuocere per 3-5 minuti. Dopo

 

averli scolati, bisognaaggiungere dell’olio di zuccao di cedro (siberiano),eventualmente anche un po’di sale e della salsa adzhikanaturale (senza pomodori). Il piatto che si ottiene ha unvalore nutrizionale superiorea quello della carne, e dalle proprietà depurative secondesolo ai germogli vivi.

Il “boršč ” vegetariano4

appena preparato ha, per 

 

quanto strano possasembrare, un potenzialeossido-riduttivoconfrontabile a quellodell’acqua viva. Certo, nonme la sento di consigliare ilboršč   bollito nel brodo dicarne, però quellovegetariano sì. Se a qualcunosembrasse troppo insipido, si possono aggiungere dei pomodori soffritti in padellacon dell’aglio, mentre ilcavolo previsto dalla ricetta

 

 può essere in parte fresco e in parte acido, per un maggior gusto. Tutte le verduredevono venir bollite fino ametà cottura, non di più.Anche questo è un piatto prezioso e benefico, seppur cucinato.

Un altro cibo molto utile edimenticato è la rapa, col suoelevato contenuto di calcio,ferro e potassio. Per contenuto di vitamina C la

 

rapa supera persino il limone.Contiene molto fosforo emagnesio ed è ottima nella prevenzione del cancro, per rafforzare i denti e loscheletro e per ladepurazione e la cura deltratto gastrointestinale. Èconosciuta come “il cibo deicostruttori delle piramidi”grazie al suo alto valorenutritivo. Nessuno può dire con

certezza se le piramidi siano

 

state costruite “col sudoredella fronte”, ma anche inEgitto, così come in Russia,fino alla diffusione delle patate le rape erano uno deglialimenti di base. Poi, con losviluppo della civiltàindustriale e dell’idioziagenerale, molti prodotti preziosi sono finiti neldimenticatoio. Se al mercatoriuscite a trovare qualchevecchietta5  che vende rape,

 

consideratevi fortunati. Per fortuna le persone checapiscono abbastanza diqueste cose non si sonoancora estinte, però sonomolto poche.

Se in inverno voletemangiare qualcosa di denso ecaldo, provate a cuocere avapore una rapa (se avete lafortuna di trovarla), magarianche con una patata, ecinque minuti prima di finecottura aggiungete alcune

 

cipolle. Sia la frutta che laverdura vanno mangiate conla buccia (con rare eccezioni,ad esempio banane eagrumi), perché essa contienele sostanze necessarie per lacompleta digestione delfrutto cui appartiene. Bisogna però sapere che le patateinvernali vecchie devonoessere mondate dalla buccia:in essa si accumulano lesostanze tossiche. La bucciadella rapa vecchia può anche

 

essere lasciata, mentre lezone verdi sia delle rape chedelle patate vanno sempretagliate. Non stiamo parlando qui di

cibo vivo vero e proprio madelle eccezioni e delleaggiunte ammissibili in unregime tendenzialmentecrudista. Il senso è che, se

roprio si vuole violare il regime di alimentazione abase di cibi crudi e vivi,allora bisogna farlo con la

 

testa, con perdite minime emassimo vantaggio per l’organismo. Ad esempio, le“kaše” (pappette) di cereali possono venir sostituite dagermogli di leguminose,mentre al posto delle patatesi possono mangiare rape. Unaltro prodotto esclusivo inquesto senso è il cosiddettoriso selvatico, una pianta che,a parte la somiglianzaesterna, col riso non c’entraniente.

 

A suo tempo il risoselvatico era uno dei prodotti più importanti per gli indianidel Nord America (comel’amaranto per i Maya e gliAztechi). Fa benissimoall’organismo: migliora lavista, la reazione e infondeuna forte carica di energia.Tonifica molto bene edequilibra il sistema nervoso.È ricco di proteine ed è unforte afrodisiaco: con lostesso successo si possono

 

mangiare sia ostriche cheriso selvatico.

Viene preparato in diversimodi, a seconda della specie.Il principio generale è ilseguente. Prima bisognaimmergerlo in acqua per un’ora, meglio se per unanotte, se non si deforma (far germogliare il riso selvatico, purtroppo, non è possibile, perché di solito è sottopostoa un trattamento ad altatemperatura per garantire una

 

lunga conservazione). Poi vacotto per 20-25 minuti (ilrapporto tra acqua e riso è di3:1). Nella pentola di cotturaesso va poi avvolto in unacoperta per due ore. Lo si puòcondire con salsa di soia (sene trovate senza glutammato)e olio di cedro siberiano.

Trovare il riso selvaticosul mercato non è facile, per la stessa ragione di cui sidiceva per la rapa: la gente,

 

nella maggior parte dei casi,non capisce nulla di cibo, nonsa niente e non vuole sapereniente. Mangia semplicemente ciò che ècommestibile. Ecco perchédico che, avvicinandosi aquesta nuova pratica delTransurfing, ovverossiaalimentandosi con cibonaturale e vivo, si entra in unclub d’élite.

Di solito il riso selvatico èvenduto nelle boutique

 

gourmet, ma anche ininternet lo si può trovare.

Per quanto riguarda gliortaggi di serra e i vegetaliverdi in foglia, in inverno èmeglio non cibarsene efocalizzarsi invece sullealghe e sui crauti bianchi. Lecolture di serra sono di granlunga inferiori a quellenaturali per contenuto disostanze nutritive, e le si puòconsumare sistematicamente

 

solo se siete sicuri che sonostate coltivate senza ricorrereall’uso di fertilizzantichimici. A volte ci si puòanche vezzeggiare con gliortaggi del supermercato,non ne verrà un gran danno.Però bisogna evitare i prodotti provenienti da Paesiextra-UE perché si corre ilrischio di incappare in OGM.

Per quanto riguarda lafrutta, è preferibile comprarequella di stagione e di

 

coltivazioni biologiche. Adesempio, le banane, learance, i mandarini, i limoni,l’ananas e altri tipi di frutta possono essere consumatisenza gran timore se hannoun aspetto, un profumo e ungusto naturali. Le banane biologiche (come anche altritipi di frutta) di solitodeperiscono presto,coprendosi di macchie scure.

Le verdure surgelate (non

 

 precedentemente sbollentate)e i frutti di bosco sono unalimento più che accettabile per l’inverno. Con i frutti di bosco si può fare un ottimo piatto che io chiamo yogurt vivo, essendo pienamenteall’altezza del suo nome per una serie di proprietà benefiche, a differenza deisurrogati venduti alsupermercato. Ecco la ricetta.

Frutti di bosc 

 

surgelati: 300-400 g Mele: 2-3 pezzi Banane: 2-3 pezzi Tè delle Curili:cucchiaini abbondanti Polline di fiori:cucchiai da tavola Polline di api: 1cucchiaio da tavola Acqua: 2 bicchieri 

Scongelare le bacche(ribes, mirtilli, fragole oanche mezzo ananas).Affettare le mele lasciandoci

 

i semi. Mescolare il pollinedi fiori e di api con un po’ dimiele, come indicato nellericette sistematizzanti (vediil libro Il Transurfing Vivo ,cit.).

Il tè delle Curili è un’erbaessiccata, nota per essere unodei migliori rimedi contro ladisbiosi. (La disbiosi, odisbatteriosi, è una forma dialterazione della microfloraintestinale causata

 

dall’ingestione di panelievitato, cibi sintetici emorti. Praticamente l’intera popolazione mondiale soffredi disbiosi, che si manifestain forma di scarsa immunitàe di patologie del trattogastrointestinale. La personamangia molto, ma il suoorganismo assimila unaminima parte delle sostanzenutritive).

Dunque, tutti gliingredienti vanno messi nel

 

frullatore e frullati per bene.Il risultato è un prodotto dialto valore nutrizionale: 400-500 g saranno sufficienti per una prima colazionesostanziosa e salutare per ogni giorno dell’inverno.Questo yogurt vivo è particolarmente prezioso per i bambini e gli atleti.

Ed ecco un’altra ricetta,ottima per la depurazione delfegato e dell’intestino ed

 

estremamente benefica:aumenta il tono fisicogenerale e fornisceall’organismo tutte lesostanze necessarie.

Chicchi di grano: 200gBanane: 3 pzOlio di cardo: 5cucchiai da tavola

Far germogliare i chicchidi grano (vedi “Le ricette

 

sistematizzanti” ne Il Transurfing vivo).Sminuzzare in un tritacarne agrana fine prima le banane, poi i germogli di grano.Aggiungere l’olio di cardo emescolare. È un cibo benefico, gustoso, daconsumare come piattosingolo e da non mescolarecon altro (è una ricetta presaa prestito dalla compagnia,Tinjatov-http://www.tiniatov.

E in conclusione la ricetta

 

di una bevanda. Il deficit divegetali verdi in foglia ininverno può esserecompensato non solo dallealghe, ma anche da infusionicon erbe essiccate.

Tè delle Curili: 1cucchiaio colmoEpilobio: 1 cucchiaiocolmoHibiscus (rosasudanese): 1cucchiaio colmo

 

Bacche di rosacanina: 3-4 cucchiaicolmiBacche di sorbo o dibiancospino: 1cucchiaio colmoAcqua viva: 1 l

Macinare la rosa canina inun macinino da caffè.Immergere tutti gliingredienti in acqua fredda(meglio se viva e attivata),mescolarli e lasciare a riposo

 

 per alcune ore durante ilgiorno o per una notte.Conservare in frigo, per evitare che acidifichi.Bevanda deliziosa daconsumare con il miele. Ècomoda da preparare nellateiera a stantuffo da 1 l, matutte le parti dello stantuffodevono essere metalliche,diversamente risulta difficilefiltrare l’infusione. Le erbeessicate si possono comprarequi:

 

http://www.taiga.etnoshop.neTutte le bacche,

ovviamente, vanno essicate atemperatura ambiente, ed èmeglio svolgerequest’operazione da soli per essere sicuri della qualità.Per me è inconcepibileessiccare, come fanno molti,le bacche di rosa canina inforno, versarci dell’acqua bollente (magari anchemetterle in un thermos), e poi bere quest’infuso facendo

 

finta che si tratti di una bevanda ricca di vitamina C.Che cosa può rimanere di prezioso dopo un trattamentodel genere? Forse solo la pectina… È un procedimentoassurdo come fare losciroppo di rosa canina per evaporazione e poi, nonrimanendo vitamine naturali,aggiungerci delle vitamineartificiali. Però molti siimpegnano in questeoperazioni con la massima

 

serietà, addirittura su basi“scientifiche”.

In generale, quello chevoglio dire è che non c’èmotivo di soffrire la fame sesi hanno le informazionigiuste e si sa dove cercare ilcibo. E per saperlo basta solo porsi questo fine. Buonacaccia!

RIEPILOGO

  Se non avete idea di che 

 

cosa mangiare in inverno,allora per voi è prematuro passare a un regime composto al 100% di cibo vivo. Non abbiate fretta,muovetevi gradualmente.Potete nutrirvi per lo più di cibo vivo, ammettendo delle eccezioni.

  Occorre dare la preferenza a quei prodotti che contengono davvero qualcosa di benefico e prezioso, e non mangiare solo ciò che è commestibile.

  Benefico e prezioso può essere considerato quel 

 

cibo che, avendo un alto valore nutrizionale, è in grado di depurare e non intasare l’organismo.

  Non bisogna seguire il principio della rinuncia ma quello della sostituzione di alcuni prodotti con altri, più preziosi.

  Il passaggio a un regime vegetariano a base di cibi vivi dev’essere graduale,deve corrispondere al livello di maturità raggiunta e non essere il risultato di sforzi d volontà e di allenamenti emotivi.

 

NOTE A MARGINE

In qualsiasi stagionedell’anno i germogli sono labase dell’alimentazioneviva. Consumando igermogli si risolvono subitoi problemi più impellenti:

Di che cosa cibarsiin inverno?Con che cosacompensare il deficitdi proteine?Come sopperire alfabbisogno divitamine e

 

amminoacidi?Come nutrirsi ingenerale, se ovunquesi è circondati daprodotti chimici eOGM?

Il vantaggio dei germoglista nel fatto che il lorovalore nutritivo è di granlunga superiore a quello deisemi dormienti. I semi ingerminazione, perdefinizione non contengonoOGM. Essi contengonotutte le sostanze di cuinecessita l’organismo e chein precedenza provenivanoo, non provenivano , da cibi

 

di orgine animale. Unapreziosa riserva di vegetaliverdi si può ottenere anchein inverno, coltivando ilgrano in vasi posti suldavanzale. Maggioriinformazioni sui germogli sipossono trovare nel libro diNatalija Kairos Prorostkiživaja eda. Alchimija pitanija. (I germogli: un cibovivo. L’alchimiadell’alimentazione).

 

Sui topi e sullevolpi

Continuo nell’opera disistematizzazione delle tantedomande che provengono dailettori. Per cominciare se ne possono considerare due trale più fondamentali.

 

La prima: « Perché mentre si leggono i suoi libri si

rovano euforia ed eccitazione e poi queste sensazioni se ne vanno,

assano?».E perché me lo chiedete?

Ora saprete la risposta che visembrerà tanto semplicequanto poco evidente.

Allora: dove va a finirel’euforia, perché sparisce?Sparisce perché mentre

 

leggete il libro vi vienedimostrato che la realtà puòessere gestita come un sognolucido. Ma quando lasciate illibro e vi immergete inquesta stessa realtà, vidiventa chiaro che non è cosìfacile come sembra. Vitrovate una volta di più nellostesso sogno inconscio di prima, quello che gestiscevoi. Da un sogno (il libro)siete saltati a un altro sogno(la realtà), che non è già così

 

roseo.La risposta è chiara?

Dunque, è tutto moltosemplice. Ma non è cosìevidente. In caso contrario,se fosse stato evidente, nonvi sareste posti questadomanda, giusto? È solo ora,che ho spiegato tutto con parole esplicite, che tutto èdiventato definitivamentechiaro. Ma cosa c’era primadi queste parole? Nebbia intesta, ecco cosa c’era. Ho

 

ragione? Oppure no? Certo,dipende dalle persone.Ognuno ha il proprio livellodi consapevolezza e di Forza.Ed è proprio di questo chestiamo parlando.

Ricordate come succedevaquando, dopo aver visto unfilm che vi aveva particolarmente ispirato ecaricato, vi dicevate,assolutamente convinti:“Anch’io posso fare così!

 

D’ora in poi diventerò unaltro/un’altra! Farò comelui/lei!”.

Ma dopo poco temporicadevate nello stesso sognodi prima, infantile eimpotente, e tutte le promesse che avevate giuratodi mantenere si dissolvevano,finivano da qualche parte,sciolte, come l’euforia di cuisi diceva sopra.

La seconda domanda

 

fondamentale (che poi è forsela prima) è: « Perché in

enerale sorgono ledomande?». Sembrerebbeche i libri soddisfino ogniquesito, in essi è tutto scrittoin modo comprensibile. Peròle domande emergono, non sicapisce da dove, e sonosempre nuove.

La risposta è la seguente:le domande sorgono perchénon siete in grado dicontrollare il vostro sogno a

 

occhi aperti, cioè la vostrarealtà. Se vi riuscisse, nonsorgerebbe alcuna domanda,vero?

E perché non ci riuscite?Come abbiamo visto in precedenza, l’uomocontemporaneo è piùconsumatore di informazioniche creatore. Se siete deiricevitori, significa che stateguardando il film di qualcunaltro. Se invece siete dei

 

trasmettitori, create i vostri.Capite di cosa sto parlando?Quando si guarda un filmaltrui, ci si trova immersi inun sogno inconscio. Per rendere conscio un sognoinconscio occorretrasformarsi da ricevitore atrasmettitore.

Trasmettitore è colui chenon segue gli stereotipi e leconvenzioni che gli imponela società, colui che hal’audacia di stabilire le sue

 

leggi e le sue regole. Le leggidella società (a differenzadelle leggi di Natura) sono unelemento mobile... per non parlare delle regole. Stantel’obiettività della realtàcomune a tutti, il vostromondo è il vostro mondo, ilvostro sogno è il vostrosogno. Se avete laconsapevolezza e l’intenzionedell’Arbitro, il vostro sogno(la vostra realtà) diventeràgestibile, nonostante la

 

 presenza di circostanzeapparentemente insuperabili,di “cause di forza maggiore”.

E non dovete nemmenotemere l’espressione spietata“cause di forza maggiore”.Consideriamo, ad esempio,un fatto incredibile, seppur abituale: un pipistrello savolare. Sa volare eccome!Però dal punto di vista delsenso comune e delle leggiconosciute  della meccanicanon dovrebbe essere così.

 

on può proprio essere così!Ma invece sì, funziona, comeil Transurfing.

Se avete mai visto il volodi un pipistrello, dovetesapere che esso nonassomiglia a nulla dianalogo: né al volo di unuccello, né a quello di uninsetto. Nel suo movimentoc’è qualcosa di mistico, diextraterrestre, oserei dire. Ilvolo del pipistrello è

 

virtuoso. Il pipistrello, inconfronto a un uccello, ècome un UFO in confronto aun elicottero. Perché stodicendo tutto questo? Locapirete dopo.

La domanda principale è:come trasformarsi daricevitore a trasmettitore?R i s p o s t a : liberando lacoscienza e aumentando il 

otenziale energetico.Una parte significativa

 

della coscienza dell’uomomoderno (come si dicevaquando discutevamo l’effettodella cattura dell’attenzione)è occupata dal flusso esternodi informazioni imposto dalsistema, mentre un’altra parte non meno significativaè bloccata  dai prodottidell’ambiente tecnogeno: ilcibo morto sintetico, lesostanze chimiche, gli OGM,le radiazionielettromagnetiche e altri

 

fattori. La testa è invasa dallanebbia, i pensieri fluttuano,concentrarsi è difficile etrasmettere “il proprio film”in modo mirato risulta praticamente impossibile.

Gli stessi fattori causanola cattura e il bloccodell’energia. Una partedell’energia viene tolta dalsistema, poiché l’uomo comeelemento dello stesso non può godere dei suoi beneficigratuitamente, a fondo

 

 perduto. Un’altra parte vieneinevitabilmente estinta dallatecnosfera, ancora una volta perché l’uomo, essendo unacreazione della natura, non può “raffreddarsi cosìimpunemente” in unambiente tecnogeno,innaturale per il suoorganismo. E infine un’altra buona fetta di energia va acoprire i costi di gestione: ladigestione dei cibi mortisintetici, la lotta contro le

 

malattie e lo stress, ilsostegno degli obblighi-pesimorti che ci si appendeaddosso volontariamente edei problemi psicologici. Ilrisultato è che di energialibera, fonte di alimentazionedell’intenzione cosciente, nerimane ben poca.

Con l’età, la coscienzadiventa ancora piùannebbiata e l’energia siestingue con maggior forza.Il risultato è quello che io

 

chiamo “il fenomeno del vecchio comò”. Lo poteteseguire da soli o sulla basedella vostra esperienza personale, se avete non pochianni di età, oppureosservando i vostri familiarianziani. Molte cose che prima si facevano volentieri,con vigore ed entusiasmo,dopo anni si fanno “a stento”,o non si fanno per niente.

Ad esempio, se prima

 

amavate apparecchiare concura la tavola, arredare conamore gli interni della vostracasa, fare bene le pulizie,occuparvi con piacere dellamacchina, prendervi cura divoi stessi, col tempo tutto ildesiderio di perfezionismo pare dissolversi, svanire daqualche parte. Si perdel’interesse e la voglia di faree si finisce conl’apparecchiare la tavola conil minimo necessario, con

 

l’essere indifferentiall’arredamento di casa, colfare le pulizie in modosuperficiale, e in generale collasciar andare tutto comeviene.

Come risultato, lì dove untempo vi erano festa,splendori e lucori, ora regnala fiacca desolazione che sitrascina per inerzia, queltanto che serve per giungereal suo termine, simile a unvecchio comò,

 

immancabilmenteimpolverato, con tutti i suoisoprammobili ammuffiti.

Ovviamente non è semprecosì e non capita a tutti.Molto dipende dal livello dicultura e di educazione… Sele tradizioni culturali difamiglia sono abbastanzaforti, in casa ci sarà sempreordine e pulizia, sul comònon si formeranno gli stratidi polvere, e ciò nonostante

 

uno stato di stanchezzadell’animo. Se invece infamiglia si pratica unaregolare indisciplina, ilfenomeno del vecchio comòsi manifesta moltochiaramente.

Riporto questi esempi atitolo illustrativo, affinchésia chiara una cosa: se consiffatte energia e coscienza leforze non bastano per gestirela realtà persino sul pianomateriale, allora sul piano

 

sottile non c’è proprio possibilità alcuna diintraprendere qualcosa.

Il fenomeno del vecchiocomò vi ghermirà cosìrapidamente e di sorpresa chenon avrete nemmeno iltempo di aprir bocca. Perchéultimamente questi due processi , la cattura e il blocco dell’energia e dellacoscienza, hanno unatendenza a svilupparsi

 

esteriormente in modoimpercettibile ma accelerato.Sul vostro comò la polvere sideporrà molto prima diquanto avveniva sul comò deivostri genitori.

Ora l’eterna domanda: chefare? Anche in questo casodobbiamo sollevare unargomento che infastidiscealcune persone. Sono ancorauna volta costretto a ripetereche il Transurfing dev’essereconsiderato come un

 

approccio olistico, unadottrina integrale, costituitada tre componenti principali:come pensiamo, come cialimentiamo, come cimuoviamo.

Cosa significai n s e g n a m e n t o olistico?Significa che se si eliminanouno o più di uno dei suoicomponenti, si ottienequalcosa di “non finito” e latecnica perde il suo pieno

 

 potenziale.

 Il pensiero  è il vostromodo di relazionarviallo specchio delmondo, cioèl’immagine cheformate davanti a talespecchio e la reazioneche avete rispettoall’immagine riflessa. L’alimentazione  è ciòche entra in voidirettamente: il cibo e

 

l’informazione. Il movimento include ilvostro stile di vita:attivo o sedentario, e lavostra capacità digestire il vostro corpoe il vostro potenzialeenergetico.

Il primo componente, notoa tutti come il Transurfingclassico, è riportato nel libroTransurfing real’nosti   I-V[ Reality Transurfing I-V ,

 

Macro Edizioni, Cesena,2009-2012; N.d.T.]. Tuttavia,recentemente stannodiventando sempre piùimportanti il secondo e ilterzo componente, perchésolo il primo non èsufficiente (le basi delsecondo e del terzocomponente sono riportatinel libro Živoj Transerfing  [ Il Transurfing vivo; N.d.T.]).

Costruirsi una realtà di proprio gusto e colore non è

 

come “andare a farsi una passeggiata”. L’energia e laconsapevolezza non bastano.Certo, la visualizzazione saràdi enorme aiuto, ma al fine dicontrollare la realtà come unsogno lucido bisogna avereuna coscienza e un forte potenziale energetico

 Il senso di tutto ciòconsiste nel riuscire a viverein un sistema (matrix) chederuba energia e coscienza,

 

ur essendone al contempodistaccati.  E ciò può essereraggiunto solo grazie alsecondo e terzo componente.Tutti gli altri tipi di approccimentali, come le varie formedi meditazione, l’arresto delmonologo interiore, leimmersioni nelle profonditàdell’inconscio, tutto ciò èassolutamente inutile. Dal  sistema vi potete staccare solo utilizzando lo stessomodo con cui esso vi lega.

 

Bisogna cioè agire per opposizione. Se il sistema vicostringe a condurre una vitasedentaria, voi fate ilcontrario: iniziate a curareseriamente la vostra formafisica; se il sistema vi nutrecon cibi sintetici, passate adalimenti naturali; se ilsistema cerca di infarcirvi diogni tipo di informazione,schivatela, fingendovi“vuoti”; se il sistema viavvelena con sostanze

 

chimiche e radiazioni,sforzatevi di scegliere intutto un percorso ecologico,dalla casa alla cosmesi. Eccoquant’è semplice questo principio. Non dico che si debba

 passare subito al crudismo oa isolarsi in un eco-villaggio.Cominciate da quello che vi è più accessibile e semplice.Cominciate, imboccatequesto Cammino e poi sarà ilCammino a condurvi nel

 

 posto giustoPer esempio, se soffrite di

 problemi psicologici comecomplessi e fobie, potreste perdere anni nella lottacontro voi stessi, praticandoautoanalisi e ricorrendoall’aiuto di psicologi e di psicoterapeuti e senzaottenere risultati.

Ma vi basterebbe passare aun regime alimentareseparato a base di prodotti

 

naturali e prendervi cura delvostro corpo fisico e delvostro potenziale energetico per veder sparire da soli tuttiquesti complessi. E perché?Perché il secondo e il terzocomponente liberano una parte significativadell’energia e della coscienzache erano state risucchiatedal sistema tecnogeno.Quando il potenzialeenergetico e la coscienzaraggiungono una certa massa

 

critica, tutto il restocomincia a sistemarsi da solo.  Di questo parleremodettagliatamente più avanti

Qualcuno può dire: il mioTransurfing funziona benissimo, e il resto non miinteressa. È vero, funziona, però ora posso dichiarare concertezza che non funziona piùcon la stessa efficacia concui funzionava 5-7 anni fa, eciò in forza dello stessoeffetto di cattura e di blocco

 

dell’energia e dellacoscienza di cui si diceva in precedenza. È un fatto cheriguarda tutti noi. La realtàcambia molto velocemente ese continuerete a viveresecondo i vecchi princìpiritenendo che “tanto tuttofunziona lo stesso, il restonon è importante”, rischiatedi restare indietro e perdere iltreno.

D’altra parte, ciascuno

 

sceglie il proprio livello diForza, a seconda del propriofabbisogno. Succede la stessacosa con le auto: alcuni preferiscono una macchina potente, altri sono soddisfattidi una macchina leggera.Quindi, otterrete la Forza cheavete intenzione di avere. Sevi prefiggete il fine di avereuna coscienza e un potenzialeenergetico elevati, non avrete problemi del tipo “l’euforia èfinita da qualche parte”.

 

Un bel giorno, quando,dopo aver chiuso il libro oessere usciti dal cinema, penserete di creare qualcosanella vita, la cosa finalmentevi riuscirà. Non vi occorrerà parcheggiare il vostro sognosul fondo di un cassetto profondo, come avete semprefatto, ma potrete subitocominciare a realizzarlo perché l’energia e lacoscienza (come succede coni soldi) per quel momento

 

saranno già sufficienti. E nonlo saranno a prezzo di grandisforzi di volontà comesuccede ora, ma si darannodavvero con facilità. L’evoluzione delle specie è

una chiara dimostrazione delfatto che si possa scegliere illivello di forza a propriadiscrezione. Provate aguardarvi intorno: ci sonoesseri viventi che nuotano,altri che corrono, altri chestrisciano, altri che volano, e

 

c’è chi sta sempre fermo. Èuno stato di cose abituale,semplice e comprensibile:uno ha ciò che gli è statodato, così è sempre stato esempre sarà. Ma è un fattoovvio? No!

Mi pongo la domandatipica dei bambini: perché?Perché qualcuno vola equalcun altro striscia? Chi può rispondere? Se vi porreteogni tanto le domande che

 

fanno tipicamente i bambini,scoprirete intorno a voi unamoltitudine di cose abitualima assolutamente non ovvie.

Esiste un ordine dimammiferi assai curioso, ichirotteri, comunemente noticome pipistrelli. Tra di essici sono delle specie che possono solo volare, ma cisono quelle che possonoanche correre, nuotare edecollare dall’acqua. Provatea immaginare, in un tempo

 

 passato gli esseri viventi sierano suddivisi in base alleloro preferenze: qualcuno erarimasto a terra, ma per qualcun altro questo erasembrato poco. Nella realtà(almeno in quella che siestende nel tempo) “la forzamaggiore” non esiste. Unacreatura vuole correre sullezampe? Prego, che corra pure. Un’altra vuole volare?Ma per carità, voli quanto piùle pare. Lo possono fare solo

 

gli uccelli? E chi l’ha detto?Ognuno si sceglie il propriolivello di Libertà e di Forza.

E persino per coloro chehanno scelto le ali, le preferenze in termini di forza possono fondarsi su una vastagamma di possibilità.Mettiamo a confronto due tragli esseri più interessanti: un pipistrello e una volpevolante. Il pipistrello  è una delle

 

creature più perfette emisteriose create dalla

atura. Non a casol’immagine del superuomoBatman si ispira ad esso. Il pipistrello vive di notte e possiede la visione diretta1. Nella comunità scientifica

è diffusa l’opinione che i pipistrelli si orientino nellospazio utilizzandol’ecolocazione ultrasonica.Ma è un’opinione dubbia.

 

essuno sa con cognizione dicausa perché ai pipistrellidovrebbe servirel’ecolocazione (o forsequalcuno fa finta di saperlo).La maggior parte dei pipistrelli si nutre di insetti.Durante il volo i pipistrelliemettono segnali, canzoni, per lo più di richiamoall’accoppiamento. Non tuttequeste canzoni sono percepibili dagli esseri umani poiché la loro frequenza può

 

essere al di sopra della sogliadella nostra percezione di 20kHz. Possono cadere inanabiosi (letargo) durante la persistenza di condizioniambientali avverse. La volpe volante  ha una

vita notturna e diurna. Sinutre principalmente difrutta, nettare, fiori. La suaapertura alare raggiunge ilmetro e mezzo. Il suo volo ègoffo, in compenso sa planare bene. Le volpi

 

volanti non sono in grado dicadere in anabiosi. Non possiedono né visione direttané ecolocazione. Vivono incolonie rumorose, bisticcianocontinuamente tra di loro esono in generale chiassose eindisciplinate.

Se un pipistrello e unavolpe volante si potesseroincontrare e potesserochiacchierare tra di loro, si potrebbe assistere a un

 

dialogo del genere:

 – Sono una volpe volante!E tu, chi sei ? – Sono un pipistrello. – Oh, povera bestiolina!

Sei così mostruosa! – Guardati tu! Hai un

 brutto muso peloso, un ventreispido e un mozzicone dicoda. – Guarda bene le mie

orecchie, guarda come sono

 

 belle, altro che le tue buffecartilagini! – Io però possiedo

l’ecolocazione, anche se per vedere perfettamente nel buio non mi serve affatto. Atutti, per qualche motivo, èvenuto di pensare che conl’ecolocazione ci si possaorientare in volo. Cheidiozia! È come se un ciecocercasse i funghi nel boscocon un bastone. Ho bisognodi inseguire le farfalle, e sai

 

 bene quanto siano agili! – E allora a che ti serve

l’ecolocazione? – È una cosa che non deve

riguardare nessuno. Sonoaffari miei. – Che figata, mio caro, che

figata! Però adesso vedi dinon scoppiare, con tutta latua importanza! – Ma figurati! Noi siamo

topi tranquilli, voliamo con piacere, ci godiamo la vita,

 

mentre voi, volpi bisbetiche,non fate che litigare eschiamazzare nelle vostrecolonie. Forse sieteincattivite per il fatto diessere così goffe e buone anulla? – E tu, perché mai

squittisci mentre voli? – Squittisco dal piacere

che mi procura il fatto disapere che posso volare comevoglio.

 

 – Ma anch’io volo! – Sì, ma come un cane, se

avesse le ali:“Sopra i boschi e sopra i

campiSe solo io potessi volare!Con le ali di un cane, potrei la terra folgorare!” – Ti conviene volar via da

qui, sennò rischi che ti pappiin un boccone! – Niente da fare, mia cara,

sei vegetariana!

 

E così via. Allo stessomodo, tra di noi ci sono siavolpi volanti che pipistrelli.In fin dei conti siamo tuttidiversi, ognuno con le sueesigenze e i suoi interessi.Ognuno si sceglie il propriolivello di Libertà e di Forza.Ma le esigenze e gli interessi possono cambiare nel tempo.Oggi sono alcuni, domani,altri. E un giorno, se mai viincontrerete, vi potrete forsedire, come una parola

 

d’ordine: – Io sono un pipistrello, un

topo volante!2. – E io sono una volpe

volante! – Io sono un topo! – Io sono una volpe! Ma se

voglio, anch’io possodiventare un topo. Ecco!

RIEPILOGO

  Quando leggete un libro,

 

credete che la realtà si possa gestire come un sogno lucido. Ma quando vi allontanate dal libro e vi immergete in questa stessa realtà, vi diventa chiaro che non è tutto così facile come sembra.

  La realtà è difficile da gestire perché la persona vi agisce come un consumatore, non come un creatore, come un ricevitore e non come un trasmettitore.

  Per rendere lucido il sogno inconscio occorre trasformare se stessi da 

 

ricevitori a trasmettitori.  Trasmettitore è colui che 

non segue gli stereotipi e le convenzioni imposte dalla società e ha invece l’audacia di stabilire le sue leggi e le sue regole.

  Per trasformarsi da ricevitore a trasmettitore,occorre liberare la coscienza e aumentare il potenziale energetico.

  Una parte significativa della coscienza dell’uomo moderno è occupata al flusso di informazioni esterno imposto dal sistema, mentre un’altra 

 

parte, non meno significativa, è bloccata dai prodotti dell’ambiente tecnogeno.

  Gli stessi fattori causano l’effetto della cattura e del blocco dell’energia.

  Con l’età la coscienza si annebbia ancora di più, e l’energia si smorza. Il risultato è l’insorgenza del “fenomeno del vecchio comò”.

  Ultimamente i processi di cattura e blocco dell’energia e della coscienza presentano una tendenza all’accelerazione,

 

esteriormente impercettibile ma di fatto molto forte.

  Il Transurfing va considerato come una dottrina olistica, fondata su tre componenti principali: come pensiamo, come ci alimentiamo, come ci muoviamo.

  Il senso di tutto ciò consiste nel riuscire a vivere in un sistema (matrix) che deruba energia e coscienza, pur essendone al contempo distaccati.

  Dal sistema ci si può staccare solo utilizzando lo stesso modo con cui esso 

 

lega, cioè agendo per opposizione ad esso.

  Quando l’energia e la coscienza raggiungono una certa massa critica, tutti gli altri problemi scompaiono da soli.

  Ognuno sceglie il proprio livello di Libertà e Forza, a seconda delle proprie esigenze.

NOTE A MARGINE

A volte qualcuno mi scrive:«In internet ci son informazioni contrastant 

 

sul metodo di Bronnikov.Non si sa a cosa credere».Di solito le persone tendonoa credere a quello che ètrasmesso dai mass media,cui internet appartiene. Mainternet è al contempo unapreziosa fonte diinformazioni e un’enormediscarica di spazzatura.Non vi era mai venutoquesto pensiero? In unostesso spazio, su unostesso scaffale, convivonoinformazioni attendibili emenzogne spudorate. Delresto, nessuno puòcontrollare questo

 

processo.Per quanto riguardaBronnikov, per ilbenpensante, il suo metodoè talmente fantastico danon poter essere vero. Perquesto i perbenistiignoranti, tirando fuori lalingua, scrivono ogni sortadi cattiverie per giustificare,anzi, difendere la loroignoranza. Del resto,quante assurdità sono statescritte sul Transurfing?

 

Peso sano in

corpore sano

Della propria costituzionefisica potete parlare o conorgoglio, se possedete uncorpo atletico e sportivo, ocon auto-ironia, se siete delle persone robuste ma brave e

 

 buone quanto le vostrefattezze fisiche. Ma che cos’èla salute, che cosa dovrebbeessere? Oppure, ponendo ladomanda in modo piùinteressante: ma esiste lasalute?

Ai tempi d’oggi le persone perfettamente sane sono pochissime unità, ammessoche ce ne siano, perchél’uomo, in relazione al proprio corpo, è un sadicosopraffino che pare

 

sottoporsi deliberatamente adelle prove che la Natura nonaveva previsto.

La Natura, infatti, non poteva prevedere cheall’uomo venisse in mente diversarsi in corpo l’alcool, diavvelenarsi con il tabacco, dicucinare sul fuoco, dicircondarsi di ogni sorta disostanza chimica e diradiazioni elettromagnetiche,e che, invece di prediligere il

 

movimento attivo, per cui ilsuo corpo era statoevidentemente predisposto,finisse per condurre uno stiledi vita sedentario.

Per questo si scopre che sein base alla diagnosi preliminare un paziente è piùvivo che morto, in base aquella finale è più che altromalato e sicuramente nonsano. Persino se lo si devespedire nello spazio1.

 

 Esistono due falsi stereotipi.  Primo: unamalattia c’è quando qualcosaincomincia a far male. Inveceil corpo umano, grazie allesue grandi risorse, dà notiziadi sé con manifestazioni didolore solo nell’ultima fase,quando vivere alle condizionidi prima diventa praticamente impossibile.Secondo: la malattia puòessere curata dai medici edalle medicine.

 

 Non ascriveremo i dannidell’organismo alla categoriadelle malattie, qui è piùadatto il termine “rotture”,alterazioni che si possonoriparare. Ma il guaio è cheormai si è abituati a“riparare” quasi tutte lemalattie, cioè ad applicarealle malattie croniche imetodi della medicinad’urgenza.

Così come non si mette inordine una strada

 

riempiendone solo le bucheche compaiono in primavera2, allo stesso modol’organismo non può venir risanato rappezzandolo qua elà. I medici, però, sonocostretti a occuparsi propriodi “rattoppare i buchi”, nonrimuovere le cause masoffocare le manifestazionidei sintomi: se la pressione èalta, prescrivono la pillola per abbassarla; se sale la

 

febbre, fanno la stessa cosa;se appare la tosse, lasoffocano; se compare unmal di testa, lo stordiscono;se lo stomaco si fa sentire, lo bloccano! Ci sono moltimodi per chiudere la boccaall’organismo: che siimpasticchi pure, basta checoi suoi lamenti noninfastidisca né il suolegittimo proprietario, né imedici che lo seguono.

E che cos’altro resta da

 

fare? Come si può curarel’uomo, figlio della Natura,che ha violato tutte le legginaturali esistenti? Chiedete aun qualsiasi medicoragionevole: si può curareuna malattia con pillole,lozioni e impacchi?Giammai! La si può al limitecacciare in un angolo, non per molto, forse. Ma curarladefinitivamente non si può. Incompenso ci si puòcostantemente occupare di

 

curarla, come si fa quando siriparano le strade.

Qual è dunque lavia di uscita?

L’accademico I.P. Pavlovamava ripetere:«L’organismo è un sistema diauto-regolazione e auto-

uarigione». Esso si guarisceda solo. Ma per questo ènecessario creargli delle

 

condizioni che siano naturali per il suo normalefunzionamento, com’è stato previsto dalla Natura.

Le più importanti di questecondizioni sonol’alimentazione naturale e ilmovimento.Sull’alimentazione mi sonoespresso già molte volte in passato. Questa volta parleròdella necessità diun’adeguata attività fisica.In generale tutti sanno che il

 

movimento è necessario, èuno stereotipo noto. Ma a cheine  sia davvero necessario

muoversi quasi nessuno pensa, proprio per la ragioneche questo fatto è fuor didubbio. Non tutte le cose semplici sono evidenti, nontutte le cose evidenti sonocomprensibili.  Qui cercheròdi dare una risposta breve echiara per rendere l’evidenteanche comprensibile.

 

La malattia èun’inondazione

La malattia insorge lì dove per qualche ragione si produce un’alterazione dellamicrocircolazione delsangue, della linfa e delliquido intracellulare.L’organismo, inteso allamaniera di Pavlov come unsistema di auto-regolazione,dirige sempre il flusso delle

 

sue risorse di “riparazione”verso la zona alterata. E sel’afflusso di risorse nonincontra ostacoli nel suocammino, il problema, disolito, viene eliminato.Quando però la capacità di passaggio dell’alveo delfiume (la rete sanguigna) non può far fronte a dei volumieccessivi, si produce larottura degli argini,l’inondazione, il ristagno,l’infiammazione.

 

I vasi sono comedegli alvei secchi

elle persone che conduconouna vita sedentaria, la retedelle vene e dei capillari nonè sviluppata. I capillarimuoiono, le vene siatrofizzano. Inoltre, inseguito a una cattivaalimentazione i vasisanguigni sono intasati comevecchie tubature idrauliche.

 

Il risultato è che si seccanonon i fiumi stessi (perché disangue ce n’è a sufficienza),ma i loro alvei. Un fiume in piena finisce per trasformarsiin un ruscello o addirittura sisecca. Questa è la causa diuna moltitudine di effettinegativi.

I muscoli sonocome “vogatori

 

costieri”

Il cuore è in grado di pompare il sanguerapidamente solo nei grossivasi. Nei piccoli vasisanguigni il sangue giunge proveniendo dallacontrazione dei muscolischeletrici, che vengonoc h i a m a t i  secondo cuore proprio per questo motivo.Per la linfa e il liquidointracellulare non è previsto

 

un cuore singolo, sì che lacircolazione di tali sostanzedipende interamente dallostato dei muscoli scheletrici,“vogatori” sulle rive dei vasi-fiumi.

Ciò che non vieneutilizzato, siatrofizza

Sì, esiste questa spiacevole

 

legge di Natura da cui non si può sfuggire. Lo status quonon esiste, c’è progresso odegenerazione. Fino a circa20 anni il corpo si sviluppa per lo più in modo autonomo,ma poi tutto cambia: o siinvestono degli sforzi per losviluppo ulteriore o ilmantenimento di una buonaforma, oppure si assiste alsuo graduale decadimento. Sei muscoli non vengonoesercitati, questi “vogatori”

 

sulle rive dei fiumi siindeboliranno e il loronumero comincerà adiradarsi. I corpi dei“vogatori” nell’organismo diun uomo con uno stile di vitasedentario, per formaricorderanno lui stesso esaranno o pesanti e goffi odeboli e deperiti.

Non esistono

 

muscoli inutili

La natura non crea nullainvano. Se c’è qualcosa,significa che serve, compresii muscoli, cui di solito non si presta molta attenzione. Macome si evince da quantosopra, se certi muscoli nonvengono caricati di lavoro, siatrofizzano. Un’incompletaattività motoria (così come la passività) comporta unadistribuzione non uniforme

 

dei carichi di lavoro: alcunimuscoli vengono utilizzati più frequentemente, altriraramente (o mai). In alcuniluoghi i “vogatori” sono di più, in altri di meno oaddirittura assenti. Da una parte c’è una “valle del

ilo”, dall’altra c’è undeserto morto.È normale?

o. È tipico? Per l’uomomoderno, sì.

 

Che fare?

Immaginate che i vostri“vogatori” siano il vostroesercito, da cui dipendono lavostra sicurezza e la vostrastessa vita. Non si possonolasciar oziare dei soldati, bisogna tenerlicostantemente pronti alcombattimento. Ricordate: ovi evolvete o vi degradate. Icarichi di lavoro dovrannoessere regolari, sistematici

 

ma non estenuanti. Tutto va bene quando è nella giustamisura, che si tratti di lavoroo di tempo libero. Ilmovimento dev’essere fontedi piacere, se non lo èsignifica che l’organismo ècompletamente intossicato edev’essere depurato. Gliesercizi dovranno esseremassimamente vari, per sviluppare tutti i gruppimuscolari, senza eccezioni.

Come vedete, non c’è nulla

 

di nuovo sotto la luna: è tuttosemplice ed evidente. Ma oraè anche comprensibile, non èvero? Quando gli alvei deifiumi si ripristineranno e i“vogatori” riprenderanno leforze, le malattie viabbandoneranno, il corpodiventerà bello, sarete insalute e il peso saràveramente sano.

RIEPILOGO

 

  Oggi come oggi le persone perfettamente sane sono pochissime.

  Il corpo umano dà notizia di sé con il dolore quando è all’ultimo stadio di una patologia.

  Per le malattie croniche da noi si è già abituati ad applicare i metodi della medicina di emergenza.

  L’organismo è un sistema di auto-regolazione e auto- guarigione.

  La causa principale delle malattie nella maggior parte dei casi è dovuta 

 

all’alterazione della microcircolazione.

  Nelle persone che conducono una vita sedentaria, le reti capillari dei vasi linfatici e sanguigni si atrofizzano.

  Nei piccoli vasi sanguigni il sangue e la linfa circolano principalmente grazie alla contrazione dei muscoli scheletrici, chiamati non a caso “secondo cuore”.

  Lo status quo non esiste: c’è progresso o degenerazione.

  Non esistono muscoli inutili.

 

  I vostri “vogatori” sono il vostro esercito, da cui dipende la vostra sicurezza e la vostra stessa vita.

  I carichi devono essere regolari, sistematici, ma no estenuanti.

  Gli esercizi devono essere massimamente vari.

NOTE A MARGINE

La tecnosfera ci sottrae lasalute, l’energia,l’attenzione, laconsapevolezza e indefinitiva anche la libertà.

 

La cosa strana è chevediamo tutto, ma allostesso tempo non ce neaccorgiamo. Per esempio,avete avuto il tempo direndervi conto di come, inmodo rapido e silenzioso,nel giro di due-tre decenni imateriali sintetici hannosostituito quasicompletamente quellinaturali?Al fine di realizzare ilprincipio di base delTransurfing, la scelta,occorre almeno essere aconoscenza del fatto chelimitarsi solo a ciò che

 

impone la tecnosfera non èaffatto d’obbligo. Bastaavere la conoscenza el’intenzione, chè il cibo e ivestiti naturali, piacevoli alcorpo e all’anima, nellospazio delle varianti sitroveranno.Una meraviglia dimenticataè il lino azzurro. Sipotrebbe parlare molto diquesto tessuto, ma non è ilcaso. Meglio non perderetempo in parole. Nellatecnosfera bisognautilizzare il tempo perandare a caccia di questotesoro. Del resto, i vestiti di

 

lino sono un’oasi di biosferaper il corpo. Guardate chemeraviglie ci sono nelmondo: http:otrada.by .

 

Transurfing otrasgressione?

Ricevo spesso lettere concommenti entusiastici: «IlTransurfing funziona!». Madi storie concrete, dove siracconta che è stato fattoquesto e quello e si è ottenuto

 

questo e quest’altro, ce nesono poche. Ciò lasciaintendere che le personeconfondono la gestioneintenzionale e consapevoledella realtà con l’effetto disincronicità, quandoqualcosa, che ha catturatol’attenzione, si manifestamiracolosamente nella realtà.

Se voi, con stupore, viaccorgete per la prima voltache tra i vostri pensieri e larealtà è sorto un legame

 

spontaneo, questo ancora nonsignifica che il vostroTransurfing funzioni.Ovvero, funziona, ma dasolo, indipendentementedalla vostra volontà. E in piùnon si tratta di Transurfingma di una ingestibilesincronicità, un fenomenoche si può solo osservare e dicui ci si può stupire.

Al fine di iniziare a gestirequesto processo, cioè

 

imparare ad allestirsi delle“sorprese” premeditate e pianificate, è necessario,come ho già detto,ricostruire il proprio modo di

ensare, “saldare” qua e lànella testa il proprio schemain modo tale che il vostroricevitore passivo diventi untrasmettitore, passi a unregime di trasmissione delle sue intenzioni.

Ci si può chiedere: quanto

 

spesso e quanto a lungo bisogna trovarsi in un regimedi trasmissione? È comechiedere quanto dovrà remareuna barca per mantenere uncorso invariato in un flussoin continuo cambiamento.

on appena lasciate i remi,verrete subito risucchiatidalla corrente dellecircostanze esterne, createnon da voi. La vostra vitadiventerà dipendente daicopioni e dagli scenari di una

 

realtà che non è la vostra. Ivostri remi capiteranno nellemani di viaggiatori più attivi.Così stanno le cose.

Per questo occorresforzarsi di trasmettere il quadro della propria realtàideale  al mondo esterno inmodo costante, in regimediretto e di fondo. Anche sevi state semplicementeriposando, se state passeggiando, leggendo,guardando o ascoltando film

 

e programmi allestiti da altri,lo spettacolo del vostro film personale e la trasmissionedella vostra radio non devesmettere mai. Voi stessicolorate il vostro mondocome volete. Se veramente lovolete. Qualunque cosa stiasuccedendo nella realtà,insistete ad affermare lavostra posizione, come nellafamosa canzone:

Oranževoe nebo,

 

oranževoe more,oranževaja zelen’,oranževyj verbljud.Oranževye mamyoranževym rebjatamOranževye pesnioranževo pojut.(Un cielo di color arancione, un mare dicolor arancione, verduredi color arancione, uncammello di color arancione.

 

Mamme di color arancione, a bambini dicolor arancioneCantano arancionamentecanzoni di color arancione).

Potete magari avereintorno a voi, ad esempio, poliziotti di color arancione,funzionari di color arancione,capiufficio di color arancione, sciocchi di color arancione, strade di color 

 

arancione, eventuali problemi di color arancione,tutto di color arancione! E ilmondo diventerà subitodivertente! Dopo tutto, per quanto nere siano le nuvole,dovete sempre ricordare chesopra di esse brillacostantemente un cielo blu.Oppure, se preferite, di color arancione.

Beh, è una specie di“spiegazione dei maghi” informa semplificata.

 

Più in generale, ogni tipodi informazione in entrata può scatenare analogie olegami con il vostro mondointeriore. Se siete in regimedi trasmissione, i dati inentrata “del trasmettitore” sitrasformano in associazioni,mentre quelli in uscitarilasciano le dichiarazionidella vostra intenzione.Quando guardate un filmaltrui, basterà porsi il fine di

 

cogliere le associazioni e allostesso tempo di girare il proprio filmato, cioèdichiarare l’intenzione del proprio “mondo di color arancione”: da loro è tuttogrigio, da me, invece, è dicolor arancione; nel loromondo ci sono dei problemi,nel mio invece no; quelle persone vivono ristrette entrocerte limitazioni, ma questonon mi tocca; le grandi personalità creano

 

capolavori, e anch’io però posso fare qualcosa; lorosono belli, forti, coraggiosi,ma anch’io ho le mie bellequalità; quella cosa io non lafaccio entrare nel miomondo, quest’altra, invece, èciò che fa per me, e così via.

Un altro sistema daadottare è ridurre tutte leinformazioni in entrata alcomune denominatore delvostro fine. Se per esempiodesiderate intensamente

 

avere quanto prima una casavostra, dovrete trasmettere inregime continuato il programma “La Mia Casa eIo in Essa”. Quando vedetedal vivo, al cinema o allatelevisione, una casa,confrontatela con quella deivostri desideri e poidisegnatevelanell’immaginazione. Se avetevisto in un negozio o in una pubblicità degli oggetti utili,guardateli, sceglieteli, con

 

l’intenzione di trovarci unasistemazione nella vostracasa. Se avete occasione divisitare angoli diversi dimondo, immaginatevi dovevorreste vivere. Dipingetetutto il mondo con i coloridel vostro sogno, in modoserio e deciso, senza prestareattenzione a chi, come dice lacanzone, vi dirà «queste cosenon esistono». Da loro questecose non esistono, da voi,invece, esistono.

 

Per qualcuno trovarsi inquesto regime ditrasmissione potrà sembrarestressante e gravoso, se nonaddirittura un esercizioinutile. Ovviamente, tuttodipende dalla presenza di unfine nella vita, così comedalla forza del desiderio diraggiungerlo. Quantoall’onerosità, è una questionedi abitudine. Un atto chediventa abitudine quotidianacessa di diventare sforzo, di

 

creare tensione. Per ristrutturare il proprio mododi pensare e trasformarlo inun regime di trasmissione si può iniziare dalle cose più banali. Il Transurfing offreun sistema potente e al tempostesso semplice: il principiodella coordinazionedell’intenzione. Loricordiamo.

Se avete l’intenzione diconsiderare come positivo unevento che vi sembra

 

negativo, allora diventerà sicuramente positivo.

Ricordate, per quanto maleviviate adesso, più avanti viattenderà una sorpresa molto piacevole, a condizione chein questo momentomanteniate la coordinazione.Perché succede così?

La vita umana, comequalsiasi altro movimentodella materia, è una catena dicause ed effetti. L’effetto,

 

nello spazio delle varianti, sitrova sempre vicino alla suacausa. Come uno derivadall’altra, così i settoriadiacenti dello spazio dellevarianti si dispongono nellelinee della vita. Ogni eventonella linea della vita ha duediramazioni, una favorevolee l’altra sfavorevole. Ognivolta che vi trovate a vivereun qualsiasi eventoesistenziale, scegliete ilmodo in cui affrontarlo. Se

 

considerate l’evento come positivo, capiterete nelladiramazione favorevole dellavita. Purtroppo, la tendenzaal negativismo costringespesso a esprimereinsoddisfazione e a optare per la diramazionesfavorevole. E ogni volta chequalcosa suscita fastidioarriva di seguito qualchealtra contrarietà. Risulta cosìche “le disgrazie nonvengono mai da sole”. La

 

serie di guai, però, fa seguitonon al primo fastidio ma almodo in cui ci si è rapportatiad esso. La regolarità èormata dalla scelta che

viene fatta al bivio di cui sidiceva sopra.  Il principiodella coordinazionedell’intenzione vi offrirà la possibilità di cadere sempresulla diramazione felice dellavita.

Perché ripeto ancora unavolta quello che sapete da

 

tanto? Perché tra il sapere  eil fare  c’è un intero abisso.Dite la verità: conoscete beneil principio dellacoordinazione delleintenzioni, ma siete sicuri diapplicarlo veramente? Noncredo che faccia parte dellevostre abitudini quotidiane,diversamente non avrestetanti  dei numerosi problemidi cui mi scrivete nelle vostrelettere. Pur conoscendo ecapendo tutto, continuate a

 

reagire agli eventi e allecircostanze negative in modonegativo, ecco cosa fa partedelle vostre abitudini. Ed è proprio quest’abitudineinconscia, non certo la vostraintenzione cosciente, acontrollare la vostra realtà.

Vorrei chiarire per bene lasituazione perché il principiodella coordinazione dovrebbeessere veramente utilizzato.A questo fine consideriamoun fenomeno che pare non

 

avere attinenza a questotema, il déjà vu,  quando unconcorso di circostanzeindica che qualcosa di similesia già successo in precedenza. Unacaratteristica distintiva deldéjà vu consiste nel fatto chela persona è quasi sicura cheun evento simile si sia già prodotto ma non riesce aricordare esattamente quandoe dove sia successo. Accadedi solito che gli eventi del

 

 passato si confondano e nonsia possibile determinare sesi tratti di un deficit dimemoria o di confusionenella realtà stessa.

Si possono citare due possibili ragioni delfenomeno. Prima variante: ildéjà vu  avviene per il fattoche un evento simile ha avutoluogo in un sogno. Una persona non ricorda semprequello che ha sognato, maquando incontra nella realtà

 

condizioni e circostanzesimili, nella sua memoriaaffiora una vaga e alcontempo netta sensazione diaver già vissuto l’evento.

Seconda variante. Nelcorso della sua vita una persona passa continuamenteda una linea all’altra. Duelinee della vita, come due pellicole cinematografiche, possono contenere nel passato eventi contrastanti. È

 

come se si incollasseroinsieme due pellicolediverse, le cui storie, fino al punto di incollaggio, sidifferenziano. In rari casi gliscenari possono differireradicalmente. Tali transizioni parrebbero portare a unaviolazione dei legamicausaeffetto, ma di solitoevidenti conflitti non sicolgono, mentre invece sidelinea qualcosa di simile aun “malinteso”, quando non è

 

chiaro se è la persona ad aver confuso le cose o se c’èconcretamente qualcosa dianormale. In ogni caso, non è possibile né confermare nésmentire la situazioneincomprensibile, cioè prendere la realtà per mano,“coglierla sul fatto”. Risultacosì che la persona sembraricordare che nei fotogrammi precedenti della pellicolac’era una cosa, mentre le persone che la circondano,

 

che non “hanno saltato” dauna pellicola all’altra, leassicurano che quella cosanon c’ era, ed era tuttocompletamente diverso.

E a questo punto si toccanonuove questioni, cheriguardano la struttura dellamemoria umana.Supponiamo che il processodel ricordo si presenti comeuna sorta di collegamentoalle pellicole che sonoarchiviate nello spazio delle

 

varianti. In questo casosorgerebbe la domanda: una persona “guarda” proprio lasua pellicola, ottenuta dalrisultato di numerosiincollaggi durante le suetransizioni da una lineaall’altra, oppure puòcollegarsi a pezzi interi trattida quelle pellicole che in passato non ha vissuto?Insomma, in questo labirintoci si può perdere.

 

La confusione sorge nonsolo nella vita, dove si puòfar riferire tuttoall’imperfezione della psicheumana, ma anche neilaboratori di fisica. Il noto principio di indeterminazionedi Heisenberg mostra proprioquesto lato insidioso dellarealtà: essa non si lascia“cogliere sul fatto”, riesce inogni modo a svincolarsi e afuggire quando si tenta diinchiodarla al muro per 

 

osservarla come si deve.Un esempio tipico di tale

confusione, simile al déjà vu,è riportato nel libro diSiderskij e Privalov, OkoVozroždenija dlja novojepochi  (L’occhio dellarinascenza per una nuovaera). Qui si illustra unfenomeno chiamatotransgressija, cioètrasgressione da una vitaall’altra. Un uomo,ricercatore presso un

 

laboratorio segreto situato inSiberia, si svegliòimprovvisamente in unarealtà diversa, ritrovandosisposato con una donna checonosceva e non conosceva,facendo un lavorocompletamente diverso, chesapeva e non sapeva fare. Il“trasgressore” aveva lachiara sensazione di star vivendo due vitecompletamente diverse,trovandosi nella stessa

 

incarnazione corporea.Sapendo esattamente dove sitrovava l’azienda segreta per cui lavorava, l’uomo decidedi partire per la Siberia manel posto previsto non trovanulla.

Anche Carlos Castanedaracconta di una situazioneanaloga quando, dopo essersigettato da un dirupo, siritrovò nel suo appartamentodi New York. Anche qui eraavvenuto un incollaggio:

 

Castaneda teoricamentedoveva sfracellarsi, ma inrealtà era passato da unarealtà all’altra, finendo per ritrovarsi nella linea in cuiera vivo. Non spetta a me giudicare

se è vero o no ciò di cui siscrive in questi libri, tanto più che nella vita ci sonostate non meno sorprendenti prove di movimento nellospazio e nel tempo.

 

Comunque la realtà sfuggecome sempre e non dà unarisposta chiara: è successo onon è successo, in che modoe perché. Un fatto è fuori didubbio: la trasgressionecome spostamento tra lediverse linee di vita, vicine olontane, ha luogo senz’altro.

on solo: la viviamo ognivolta che prendiamo unadecisione a un bivio.

Anche nella mia vita cisono state esperienze del

 

genere. Ecco uno dei ricordilontani.

Hai dimenticato da me ituoi guanti. Li haidimenticati o li hai lasciatiapposta, per tornare indietro?Ho la strana sensazione chequalcosa sia successo tra dinoi, ma non ho la chiaracertezza che si sia trattato diun sogno o di realtà.

Il giorno prima, a casamia, la nostra allegra

 

compagnia era in festa. Miricordo che io e te eravamousciti in terrazza a fumare. Lìnon c’era nessun altro, oltre anoi, e a un certo puntoabbiamo incominciato a baciarci, con ardore. Per miavergogna, quella sera avevo bevuto così tanto da non poter, il giorno dopo,distinguere la realtà dalsogno.

Quando ci siamoincontrati, mi guardavi in

 

modo strano, ma allo stessotempo, in base al tuocomportamento, non riuscivoa capire se c’era stato tra dinoi qualcosa o era tutto ilfrutto della miaimmaginazione. Ti ho chiestose avevi dimenticato i guantie se volevi entrare, e tu,continuando a guardarmi inmodo strano, hai risposto cheforse li avevi dimenticati.

on capivo niente e non potevo dire niente, perché

 

non mi ricordavo niente di preciso. Anche tu tacevi.Sembrava che qualcosa cifosse stato, ma anche no. Inche situazione ero capitato!Bisognerebbe bere di meno!

Poi, quando la sborniafinalmente mi passò, nellamemoria mi balenò un altroflash, più forte del precedente. Di nuovo cistavamo baciando, giànell’ingresso, entrambi giàeccitati e accaldati. Tu, di

 

solito calma e pacata, gettavivia febbrilmente le scarpe ecercavi di strapparmi lacamicia… Poi non ricordavo più niente. Ancora una voltail vuoto. Che roba!! Ma èsuccesso o non è successo?

o, basta, bisogna smetteredi bere così tanto.

Passano due giorni. Tu nonvieni a prenderti i guanti.Quindi, non li hai lasciatiapposta ma li hai

 

dimenticati… e io mi sonosognato tutto? No, è assurdo.E poi per quale motivo? Tusei con un altro, io sono conun’altra. E poi non ho maiavuto un pensiero del genere,non ho mai pensato ditradire. Perché mai? Parto per un viaggio di lavoro. Miimmergo in altri problemi. Ildéjà vu  passa in secondo piano. Torno a casa. I tuoiguanti sono spariti. Adessosono davvero in un vicolo

 

cieco.

Come sia potuto succederetutto ciò, l’ho capito soloora.È avvenuta unatrasgressione da quella lineadove davvero era successoqualcosa che poteva avere unseguito, a un’altra linea, dovenon c’era niente, né in premessa né in conclusione.L’incollaggio si è verificatoal bivio, nel momento in cuiavevo preso la decisione:

 

“Non è successo niente”.Comunque sia, prendere larealtà “con le mani in pasta”,cioè scoprire dove e comeerano spariti i guanti, allora proprio non mi riuscì.

Ed ecco un’altra storia,questa volta del mio passatorecente.

Fuori fa un freddo gelido,siamo in inverno. Devouscire e andare in legnaia a prendere i ceppi per il

 

camino. Devo ricordarmi dimettere il telefono in tasca, perché sto aspettando lachiamata del mio editore. Inquello stesso momento midistraggo e non ci penso più.Esco di casa. Tocco iltelefono, è in tasca. Quindi,non l’ho dimenticato, è qui.Dove sarebbe megliometterlo perché non diafastidio? Ho fatto male a prenderlo. Mentre saròindaffarato attorno ai ceppi

 

 potrei rovinarlo. Devotrovargli un posto. Di nuovomi distraggo. Il gatto delvicino ha violato il mioterritorio. Lo inseguo, lo prendo per la collottola e loallontano ma quelmascalzone ha già fatto intempo a marcare la mia porta. Finalmente mi occupodella legna. Mi viene inmente il telefono. Devotirarlo fuori di tasca emetterlo da qualche parte.

 

Frugo nelle tasche. Non c’è.Forse mi è caduto mentreinseguivo il gatto. Ok, lotroverò dopo. Mi distraggonuovamente. Torno a casa. Iltelefono è sul tavolo.

Evidentemente di nuovo èavvenuto un incollaggio.Questa volta, però, possogiurare di aver chiaramente palpato il telefono quandoera in tasca. Com’è potutofinire sul tavolo? Forse si èverificato uno scoppio

 

spontaneo del mio potenzialeenergetico, perché per trasgressioni come queste,“in pieno giorno”, si richiedeuna quota significativa dienergia. Adesso, quandosuccede che il mio potenzialeenergetico va fuori norma, idispositivi elettronici a voltesi guastano. Ed è già da tantoche non bevo.

In breve, perché vi storaccontando tutte queste

 

cose? Il déjà vu  è unfenomeno incontrollabile che succede, come il sognoinconscio. Finchéinconsciamente, come indelirio, prendiamo decisionichiave di fronte a biviimportanti e, come ostriche,reagiamo primitivamente ai piccoli problemi di tutti igiorni, la nostra vita si presenterà come unatrasgressione ingestibilelungo le linee infelici della

 

vita. Se invece ciaddestriamo a rispettare il principio della coordinazionedell’intenzione in ogni tipodi situazione, la nostra realtàinizia a muoversi e ascivolare sull’onda delsuccesso. E allora questa nonsarà più trasgressione, maTransurfing.

Tutta la meraviglia dellacoordinazione sta anche nelfatto che essa raddrizza larealtà nel modo più perfetto

 

 possibile: non occorre darsimolto da fare per colorare il proprio mondo. Ad esempio,desiderate che tutto vi vada bene così come deve andarema non sapete cosa significhiche tutto vada bene e comedeve andare. Nessun problema. Non occorrespaccarsi la testa, basta prendere l’abitudine disvegliarsi immediatamente,ogni volta che qualcosa va per il verso storto, e invertire

 

coscientemente lo spiacevolein piacevole. Per questi casidovreste avere la vostrariserva di reazioni particolari.

«Wow, che meraviglia,chissà che gioiosoevento mi attenderà! Oh, sicuramente mi aspettauna piacevole sorpresa!Staremo a vedere! Che fortuna! Che gioia! Che felicità! Che

 

meravigliosacoincidenza! Che grande opportunità! Sì,questa è la miaoccasione! Il mio mondomi ha protetto da guaiben peggiori! Oh, cheemozione! È veramente fantastico! Attendo conimpazienza regali eauguri!».

Dovreste esprimervi (insilenzio o ad alta voce, non

 

ha importanza) con tuttequeste “inappropriate”esclamazioni ogni volta chesuccede qualcosa dispiacevole, anche nel caso di piccoli fastidi o quando ilcopione che avevate predisposto viene per qualchemotivo compromesso.Imparate a rallegrarvi per il brutto tempo, le code da fare,i problemi, ogni negatività.Questa specie di masochismovi aiuterà a liberare

 

gradualmente il cielo sopra ilvostro mondo. Dovete solo preoccuparvi di riflettere suquali vantaggi otterretedall’una o dall’altrasfortunata circostanza. E cosìsarà, ve ne accorgerete voistessi e più di una volta. Solonelle fasi iniziali vi sonorichiesti degli sforzi divolontà per fare in modo chela coordinazione diventiun’abitudine, diventi una parte del vostro Io. Superato

 

questo momento, tutto andràcome deve. Questo è il primo passo per trasformarsi daricevitore a trasmettitore.

RIEPILOGO

  Non si deve confondere la gestione intenzionale e consapevole della realtà con l’effetto di sincronicità.

  Se tra i vostri pensieri e la realtà è sorto un legame spontaneo, ciò non significa ancora che il vostro 

 

Transurfing funzioni.  Al fine di iniziare a gestire 

questo processo, occorre ristrutturare il proprio modo di pensare in modo tale che il ricevitore passivo diventi un trasmettitore, passi a un regime di trasmissione delle intenzioni.

  Bisogna sforzarsi di trasmettere costantemente al mondo esterno il quadro della realtà desiderata, in diretta o in regime di fondo.

  Per quanto cupe siano le nuvole che vi stanno sovrastando, dovete ricordarvi che al di là di 

 

esse splende sempre un cielo chiaro.

  Quando vedete scenari imposti dall’esterno,prefiggetevi il fine di cogliervi associazioni utili per voi e allo stesso tempo ricordatevi di proiettare il vostro film, dichiarare l’intenzione del vostro “mondo di color arancione”.

  Portate tutte le informazioni che ricevete in entrata al comune denominatore del vostro fine.

  Partendo con la coordinazione dell’intenzione si può 

 

iniziare a ristrutturare il proprio modo di pensare per metterlo in regime di trasmissione.

  Se siete intenzionati a considerare come positivo un evento apparentemente negativo, allora diventerà positivo.

  Assistiamo a fenomeni di trasgressione ogni volta che prendiamo una decisione a un bivio.

  Imparate a rallegrarvi del maltempo, delle code, degli ingorghi, dei problemi, di ogni negatività.

 

NOTE A MARGINE

Potete ascoltare La canzone arancione   (nellasua versione originale) nelblog di Laura Lotus e DragoCh ivong Transerfing na praktike   (Transurfing inpratica)http://transerfingon.ru/.  Lacanzone è stata cantata perla prima volta da unabambina di otto anni, IrmaSochadze, credo, circa 40anni fa. Da allora ha trovatomolti altri interpreti(evidentemente non a

 

caso). Nella canzone èracchiusa tutta laquintessenza delTransurfing. Il testo è statoscritto da Grigorij Gorin eArkadij Arkanov, la musicaè di Konstantin Pevzner.Sulla pagina del blog c’èanche il testo integrale. Ilblog è simpatico: è tuttomolto interessante e moltoarancione.

 

L’imprintinginfantile

Continuo il tema delcapitolo precedente, in cui sitrattava della coordinazionedell’intenzione. Abbiamodipinto di colore arancioneeventi e circostanze aventi

 

una tonalità“presumibilmente negativa”.Infatti, è in nostro potererendere piacevoli tutte (oquasi tutte) le questionispiacevoli. Resta solo daapplicare lo stesso principioalle persone e a quello chefanno.

Ora parleremo di come pulire il proprio mondo dairifiuti superflui. Se avetefatto ben attenzione, vi sareteaccorti che il Transurfing non

 

si occupa di “curare” i problemi ma di eliminarne lecause, taglia i nodi gordianid’un solo colpo. Inoltre, nonconsiglia nemmeno dioccuparsi di ricercare lecause dell’insorgenzadell’una o dell’altrasituazione: porterebbe viatroppo tempo e farebbecorrere il rischio di perdersi.

La cosa migliore che si può fare per alleggerirsi il

 

cammino è sbarazzarsi dellecose che danno origine aqueste cause. In questo modoi problemi in corso sirisolverebbero da soli, e dinuovi non ne sorgerebbero.

In altri termini, non bisogna guardare al passato enemmeno al presente, ma al“futuro del fine”. Bisognamuoversi in avanti,indipendentemente da quelloche ci si è lasciati alle spalle, perché in questo modo si

 

arriverà solo lì dove si èfocalizzata l’intenzione. Inquesto contesto, la notaaffermazione “vivi ora, ilmomento corrente”, non è deltutto corretta. Nel momentocorrente non vi è alcuna

orza. La Forza è nel momento che precede, è proprio questo momento chesi porta dietro il corso delvostro sogno a occhi aperti.Ma di questo parleremo piùavanti, per ora ne scrivo solo

 

a titolo informativo, comespunto di riflessione.

Dunque, ritornando alla bambina che dipingeva il suomondo di color arancione, cisi può chiedere: ma comemettere in pratica tutto ciò?Fortunatamente non èrichiesta alcuna abilità néalcuno sforzo particolare: ilmondo stesso, da solo,acquista tonalità gioiose segli viene applicato il principio di coordinazione

 

sia rispetto alle circostanzeche si vengono a creare, siain relazione alle azioni e aicomportamenti degli altri.

Coloro che ora hannoattivato la loroconsapevolezza, mi potrannocapire immediatamente:“azioni e comportamentisono la stessa cosa”. Il problema è proprio questo:siamo abituati, con o senzamotivo, a criticare gli altri

 

 per il minimo errore e ainsultarli per errori maggiori.Lo facciamo senzarendercene conto,automaticamente. Per lamaggior parte di noi èletteralmente un riflessoincondizionato. Non appenaqualcosa non ci aggrada,subito, da qualche parte nellatesta, si accende una lucinarossa e si dà avvio allo sfogo,a voce o per iscritto.

Soprattutto internet, dove

 

ovviamente nessuno ti può prendere per la collottola odarti un calcio nel didietro, èun paradiso di libertà per icritici di ogni risma.

Per quanto si dica sulrapporto tranquillo neiriguardi della critica, in essanon c’è assolutamente nulladi buono per nessuno, né per l’oggetto criticato né per il portatore della critica. Laquale, come minimo, non è

 

mai bella.Se in questo momento

godete di un’equilibratadisposizione d’animo, provate a immaginareoggettivamente come apparechi impreca contro qualcunoo qualcosa, chi esprimecritica, disappunto, rigetto. Èdavvero uno spettacolo bruttoda vedere, e ciòindipendentemente dal fattoche tale reazione siagiustificata o meno. Ma

 

allora perché le personeagiscono spesso in questoruolo poco simpatico?

Perché la nostra mentalità,fin dalla prima infanzia, èstata marchiata da unimprinting: se qualcuno degliadulti ci sgrida con tonosicuro e rabbioso, significache ha ragione e noi siamocolpevoli di qualcosa,abbiamo fatto qualcosa disbagliato, perché gli adulti

 

sono più saggi, migliori,mentre noi siamo piccoli,siamo inferiori a loro, peggiori. Capite? Mentre noinon vorremmo essereinferiori ad alcuno! È dunquecosì, fin dall’infanzia, che sielabora un modello direazione: se non ti sgridanoma sei tu a sgridarequalcuno, significa che hairagione, sei il migliore, seisuperiore a coloro che sgridi.

La reazione, a ben vedere,

 

è abbastanza primitiva, alivello di invertebratiinferiori. Però creal’illusione di una certasuperiorità, seppur temporanea, e in qualchemodo ci eleva sopra gli altri.

Dobbiamo tuttaviarenderci conto che ciò non èaltro che un’illusione, edelevata lo sembra solodall’interno, mentre vista daldi fuori appare sempre poco

 

attraente.Ad esempio, se si prende

internet, considerando il posto di rilievo che occupanella nostra realtà, e ci siimmagina com’è il criticone(e di questi ce sono tanti) chenaviga in lungo e in largo incerca di autoaffermazione,non credo sia difficilerappresentarselo come uncane da cortile, con la codaritta, qui pronto ad abbaiare,là pronto ad alzare la zampa

 

e a imbrattare… Avrà pur ragione, delle volte, ma qualè il suo vero motto? Adifferenza del motto deigrandi del passato [veni, vidi,vici;  N.d.T.], il suo sarebbe:«Sono venuto, ho imbrattato,ho lasciato le mie tracce».

E allora viene da chiedersi:le gesta di chi e quali traccesi lasciano dietro questi personaggi? Le gesta dicoloro che sono stati

 

aggrediti dai criticonirimarranno di sicuro, perchédi solito questi tipi non se la prendono per cose di pococonto. Ma cosa resterà dopoil passaggio dei criticonistessi? Prima o poi la nevesciolta dal sole di primaverametterà a nudo “la loro arte”e la pioggia d’estate laveràvia tutto, senza lasciaretraccia delle loro schifezzeche poco rallegrano la vista1.

 

Sono costretto a occuparmidi questi bozzetti poco piacevoli solo per necessità, per mettere alla berlinal’imprinting infantile e dareun esempio del reale statodelle cose. Ma lo squallorenon è l’unica cosa checaratterizza la reazione primitivadell’insoddisfazione e dellacritica che la segue. Ci sonoaltre tre buone ragioni per cuinon conviene lasciarsi

 

abbandonare a questosentimento.

Prima ragione: l’effettoboomerang . Qualunque cosasi getti sullo specchio, tuttovi volerà indietro, si tratti dicose belle o di cose brutte.Da qui la conclusione ovvia:non conviene buttare quelloche non si vorrebbe ricevereindietro. Provate a fare caso aquesto fatto: quando sigiudica qualcuno, dopo un po’ di tempo ci si ritrova nel

 

ruolo dell’imputato e spesso per la medesima voced’accusa. Succede moltospesso. Più raramente, macomunque inevitabilmente, il boomerang tornatrasformato: vi si puòcondannare per altre vostreazioni, oppure ci si imbattein un fastidio che non sembralogicamente collegato alla pietra che si era precedentemente lanciata nelgiardino di qualcuno. Non ha

 

senso chiedersi: “Ma da dovemi viene così tanto male?” sesi impreca contro tutto e tuttie poi si ottiene in rispostauna grandinata di boomerangda cui ci si deve parare.Certo, le conseguenze nonsono tutte così fatali einequivocabili, però una certacostanza in questi casi sirileva. Notiamo così che un

fenomeno innocuo, quale pare essere l’imprinting

 

infantile, genera in realtà unamoltitudine di conflitti, chevanno dagli scandalifamiliari alle guerre stellari.

Seconda ragione: l’effetto specchio. Lo specchioconstata spassionatamente ilcontenuto del rapporto,ignorando il suoorientamento. Allo specchionon importa se esprimeteapprovazione o condanna.Esso riflette semplicemente

 

il vostro messaggio. Nel casodella condanna, però, questoriflesso cade nella vostrarealtà come un’ombra ancora più scura, poiché la condannasi esprime sempre consentimento, nell’unitàdell’anima e della ragione.Esprimendo insoddisfazionee critica rispetto a qualcosa,intasate da soli il vostromondo. Del resto, all’esternosi proietta lo stesso film cheè contenuto nel proiettore.

 

Infine, la terza ragione:otreste aver torto.

Attaccando qualcuno con lavostra critica avrete quasicertamente torto, perché non potete sapere tutti i dettagli,non potete sapere concertezza perché questa persona fa una cosa che nonvi piace. Cosa avreste fattovoi se foste stati al suo posto? In ogni caso, èimpossibile conoscere tuttele circostanze, le condizioni e

 

i motivi che hanno guidatoun’altra persona. Molte cosein questo mondo sonorelative, con rare eccezioni.

Per non andare troppolontano, prendiamo adesempio le critiche chevengono fatte al mioindirizzo. C’è chi mi accusadi aver contaminatol’esoterismo con “accessorida cucina” che non c’entranoniente. E che comunque,indaffararsi in cucina non è

 

affare da uomini. Non è chequesta critica mi abbia profondamente toccato, peròmi ha colpito la posizione dacui si è tentato di emettere ilverdetto. Tra l’altro, sarebbeutile ragionare ogni tanto nonin linea retta, da uomini, ma“in linea perpendicolare”,come pensano “le bionde” (equi non mi riferisco a nientee a nessuno). Nellarisoluzione di un compitodifficile, le mosse non lineari

 

e non logiche, l’approcciotrasversale, che sembra “nonavere nulla a che fare con il problema in oggetto”, moltospesso porta a illuminazioni.Per quanto concerne “l’affarenon da uomini”, anche qui ètutto relativo.

Ricordo che quando facevoil militare, nel mio grupponon amavamo quelli che nonsapevano fare niente. Suquelli che erano abituati aiservizi delle mamme e delle

 

“njanj”2  non si potevaassolutamente contare. Inesplorazione, con tipi comequesti non si andava. Non socome sia adesso, ma ai mieitempi bisognava farsi tuttoda soli, cucina compresa.Delle volte ci toccava procurarci il cibo nel bosco,in pieno inverno. Colpire unalepre con il kalašnikov  èdifficile, e inoltre fare la posta all’animale richiede del

 

tempo. Per questoadottavamo una tecnicacrudele, molto da uomini.Bisognava fare un cappio conl a polevka, un pezzo di cavotelefonico con fili d’acciaio,e appenderlo a un ramo soprail sentiero battuto dalle lepri.La lepre di notte correvalungo il sentiero, scivolavanel cappio, senzaaccorgersene, ma con lazampa posteriore siagganciava al filo, che si

 

tirava. Al mattino latrovavamo già intirizzita,sulla neve rossa, con lazampa segata fino all’ossodal cappio metallico.Preferiva battersi finoall’estremo e morire piuttosto che attendere chisarebbe venuto a prenderla.Quando di una persona pococoraggiosa si dice “anima dilepre”, il confronto èingiusto. Per forza d’animola lepre non è inferiore al

 

lupo. Tutto è relativo.Ebbene, il senso di tutto

quello che ho raccontato stanel fatto che, manifestandoinsoddisfazione oimprecando contro ilgoverno, gli impiegati, icalciatori, il tempo, icolleghi, i vicini, i familiari, per non parlare poi dei figli,trasmettete allo specchio delmondo un’immaginesquallida e ricevete diconseguenza, di riflesso, una

 

realtà altrettanto squallida.Trasmettere alla frequenzadella radio “Onda dellafortuna” o della radio“Sciacquone del cesso” è unaquestione di sceltaconsapevole (oinconsapevole). Non voglio certo dire che

non si debba per principio nédiscutere, né difendere sestessi o altri, né metterequalcuno in riga quando è

 

veramente necessario.L’importante è che le vostreazioni e il vostro modo dirapportarvi alla situazionenon siano gestitedall’imprinting infantile masiano mosse da un’intenzioneconsapevole. Ci si scontraspesso con circostanze in cuinon è affatto obbligatoriomanifestare una reazionenegativa. Perché lamentarsidi cose che non vi riguardanodirettamente o di persone che

 

non vi hanno fatto personalmente alcun male?

on potete cambiare quelloc h e  si è già prodotto  nelmondo, così come non poteteinfluire su un film che vedeteallo schermo. Però è invostro pieno potere cambiarela pellicola. Aggredire loschermo o regolare il proiettore sono due modi diesistere completamentediversi, e, di nuovo, unaquestione di scelta personale.

 

In molti casi è meglio passare semplicemente oltrele cose che suscitano reazioninegative, non focalizzarvil’attenzione, non preoccuparsi troppo di quelloche non si vorrebbe averenello strato del propriomondo. Perché basta che voi permettiate a qualcuno dicatturare la vostra attenzionecon un qualche tocco dinegatività per vederequest’ultima realizzarsi

 

i m m e d i a t a m e n t e , entrarenella vostra realtà. Se invecenon siete riusciti a passar oltre e siete caduti nellatrappola emotiva, non dovetetrattenervici a forza. Sarebbeun’azione vuota. Dovetecapire che occorre gestirenon le emozioni ma il mododi rapportarsi alla situazione. Che si puòsempre invertire, se si riescead accendere la propriaconsapevolezza. Per esempio,

 

al posto di sgridare qualcuno,fate l’opposto, elogiatelo. Ifunzionari degli uffici vihanno fatto perdere la pazienza? Provate a guardarlida un altro punto di vista: macome sono diligenti! Macome si danno da fare! La polizia stradale vi hafermato? Ma che bravi!Come si preoccupano che ionon faccia incidenti! I vicinidi casa vi stannotormentando col loro

 

rumore? Ma che creativi!Come sanno divertirsi! Icalciatori vi stannodeludendo? Però comecorrono bene per il campo!Come sono bravi! E che belladivisa! I colleghi di lavoro vihanno offeso? Grazie a loromi sono svegliato e ho capitoqualcosa di nuovo. Grazie,ragazzi! Abituatevi a elogiaretutto e tutti. Per ognimessaggio negativo si trovasempre un riscontro quanto

 

meno “ironico-giocoso”.Meraviglioso! Magico!Colossale! E che i pendoli sirodano dalla cattiveria per essere rimasti con un pugnodi mosche in mano.

Checché se ne dica, laazienza e la condiscendenza

 sono virtù dei re. Non è così?Aggiungo a questo

 proposito ancora una breveconsiderazione per quantoriguarda il movimento nella

 

corrente delle varianti. Nellarealtà di tutti i giorni capitaspesso di scontrarsi con piccole osservazioni, proposte, fatte da qualcunoen passant , consigli di variogenere o semplicementeopinioni astratte. Si tratta di piccolezze che possonosembrare insignificanti, masolo in apparenza. Dovetesapere che le persone che vicircondano, a differenza divoi (se non state dormendo a

 

occhi aperti), permangono inuno stato di sonno profondo.Le muove il sogno, ed esse,nella maggior parte dei casi,nuotano secondo la lorocorrente, facendo solo debolie rari tentativi di cambiarla.Vostro compito non ènuotare, ma muoverviconsapevolmente nel flussodella corrente, sfruttando lasua forza e prestandoattenzione solo ai segni chesi incontrano per strada.

 

Ebbene, come segni possonoservire proprio leosservazioni, le proposte, iconsigli, le opinioni di cui sidiceva sopra, soprattutto se èevidente che sono statiespressi senza intenzione, en

assant , cammin facendo. Inquesti casi sarebbe moltoutile contenere l’istintonaturale di contraddirli,obiettarli o ignorarli. Non siè ovviamente obbligati aseguire immediatamente i

 

 primi consigli che vengonodati, ma non farà male,tuttavia, tenerli presente.Fate vostra una nuova regola:ascolta la donna e fai quelloche ha detto. Capite di cosa parlo? Con gli uominifunziona di rado, perchél’uomo è fondamentalmenteguidato dalla ragione e nondall’intuizione. L’uomo ha bisogno di essereattentamente ascoltato edelogiato. «Ma come sei

 

 bravo!», bisogna dirgli.Consiglio: non è obbligatoriofare quello che dice un uomo,ma elogiarlo val bene la pena. Gli uomini amanoessere ascoltati ed elogiati,quando succede, chiudono unocchio su tutto il resto. Peròquando parlano in modoinconsapevole, non saràsuperfluo tener conto delleloro parole perché potrebberorivelarsi un segno delcammino, un suggerimento

 

saggio proveniente dallacorrente delle varianti che sista muovendo lungo il percorso ottimale.

 Mantenetevi svegli quandotutt’intorno la gente èimmersa in un sognoinconsapevole collettivo, e

uardate ad esso come aun’avventura coinvolgente.

E un’ultima cosa: affinchétutto funzioni occorreaddestrarsi ad accendere la

 

consapevolezza al momentogiusto. Ogni volta chequalcosa non vi piace e c’èun motivo per dare sfogo allareazione negativa,controllatevi. In testa si èaccesa una lampadina rossa?Perfetto! Si sta accendendo ilregime di osservazione.Segue la domanda: cosa bisogna fare? Come andareavanti lo sapete già. Se visforzerete, non subito, dopouna serie di infruttuose

 

cadute e ricadute nel sogno,acquisterete gradualmentel’abilità giusta el’inconsapevole imprinting di prima cesserà di gestire lavostra vita. Scoprirete constupore che i motivi diinsoddisfazione attorno a voidiventeranno sempre dimeno. Il vostro mondo siripulirà del superfluo ecomincerà a brillare di uncaldo colore arancione.

 

RIEPILOGO

  Il mondo acquista tonalità gioiose se ad esso si applica il principio della coordinazione dell’intenzione, sia rispetto alle situazioni che rispetto alle azioni e al comportamento degli altri.

  Fin dall’infanzia ci hanno marchiato con un imprinting particolare: se qualcuno degli adulti ci sgrida con tono sicuro e rabbioso,significa che ha ragione e che noi abbiamo fatto qualcosa di sbagliato.

 

  Fin dall’infanzia viene inculcato un modello di reazione: se non ti sgridano ma sei tu a sgridare qualcuno, significa che hai ragione, sei migliore e stai più in alto di quelli che stai sgridando.

  Qualsiasi cosa gettiate contro lo specchio, bella o brutta che sia, vi tornerà indietro.

  Esprimendo insoddisfazione e non accettazione, intasate da soli il vostro mondo.

  Aggredendo qualcuno con le critiche avrete quasi sicuramente torto.

 

  Manifestando insoddisfazione verso qualcosa o imprecando contro qualcuno trasmettete allo specchio del mondo un’immagine squallida e nel riflesso riceverete di conseguenza un’altrettanto squallida realtà.

  Ciò, tuttavia, non significa che non si debba discutere,mettere in riga qualcuno,difendere se stessi o gli altri quando serve.

  Il vostro modo di rapportarvi al mondo e le vostre azioni devono essere guidate da un’intenzione consapevole,

 

non dall’imprinting assimilato nell’infanzia.

  Non potete cambiare quello che si è già compiuto in questo mondo, però è in vostro potere cambiare la pellicola nel proiettore.

  Aggredire lo schermo o regolare il proiettore sono due modi di esistere completamente diversi.

  Non bisogna gestire le emozioni ma il modo di rapportarsi alle situazioni.

  La pazienza e l’accondiscendenza sono le virtù dei re.

 

  Muovetevi lungo la corrente delle varianti prestando attenzione ai segni che incontrate lungo il cammino.“Ascolta la donna e fai quello che ti ha detto”.

  Mantenetevi svegli e lucidi quando intorno a voi il mondo sprofonda in un sogno inconscio, e percepite tutto ciò come un’avventura coinvolgente.

  Bisogna addestrarsi ad accendere la consapevolezza al momento giusto. In testa si è accesa una lampadina rossa? Perfetto, si sta 

 

attivando il regime di osservazione.

NOTE A MARGINE

Quando qualcosa oqualcuno suscita la vostrairritazione, significa chestate dormendo. Nonappena vi rendete contoche qualcosa vi staopprimendo, poteterisvegliarvi dal sogno, siaesso a occhi aperti o nelsonno. Se poi avreteenergia e chiarezza dicoscienza a sufficienza,

 

potrete gestire questosogno.

 

Ho visto unarcobaleno

Questa volta ho deciso difare quello che facciorarissimamente: invece di pubblicare le lettere che parlano di problemi, pubblicare delle storie di

 

successo. Di queste ne ricevomolte, potrei comporne ungrosso libro. Credo che vi possa interessare saperecome molta gente riesce arealizzare il Transurfing consuccesso.

«Ho deciso di scriverle eraccontare cosa precisamentemi è riuscito e come. Hoincominciato a leggere ilTranserfing za 78 dnej(Transurfing in 78 giorni). Il

 

lavoro previsto dal libro èandato subito bene, anche perché avevo un fortedesiderio di liberarmi da unadepressione che stavaincombendo. Lamentarsi erattristarsi sono un lusso chenon ci si può concedere! Atitolo sperimentale mi sonocreata l’intenzione di cercareun lavoro nuovo e piùinteressante. Molti princìpidel libro, come quello diaspettarmi dal mondo solo il

 

meglio e di avere una fermasicurezza nella propria stella,coincidevano con quello cheavevo cercato di fare fino aquel momento. Il risultato èstato che la ricerca di lavorosi è conclusa con successo eora è già da tre mesi che sonoinsediata nel mio nuovo posto. Praticamente, i princìpi del libro erano tuttoquello che avevo usato per convincere il mio intelletto aritenere che tutto funzionava

 

a meraviglia. Non misoffermo nemmeno a parlaredei piccoli colpi di fortuna,come i mezzi di trasporto chearrivano al momento giusto ealtre piacevoli “casualità”.

Ora come ora mi stooccupando della proiezionedi un intero complesso discene che prevedono deicambiamenti molto piùsignificativi della semplicericerca di un lavorointeressante. I cambiamenti

 

si stanno delineando congradualità, del resto la sferadi azione è piuttosto ampia.

on nascondo che ci sonoancora momenti che miinducono allo scavo interioree al masochismo mentale, main questi casi mi faccioaiutare dalla cura del corpofisico (docce di contrasto,deliziose insalate, lunghe passeggiate, esercizi diginnastica) o cerco direindirizzare la mia

 

attenzione verso il mondocircostante, comprese le persone che mi stanno vicino.Comunque sia, ultimamenteil mondo attorno a me èdiventato come un enormemeccanismo che prima sonoriuscita a fermare, e poi a far girare in direzione opposta.Certo, all’inizio tutto ciò procedeva a fatica, constridii, ma ogni giorno che passa mi accorgo che gliingranaggi ruotano sempre

 

 più velocemente.Per quanto riguarda la

trasgressione, mi è venuto inmente un caso che mi èsuccesso alcuni anni fa. È da più di dieci anni che porto,senza mai toglierlo, un anelloche avevo comprato quandoero ancora adolescente. Ungiorno, improvvisamente,quest’anello mi erascomparso dal dito. In altritempi mi sareidemoralizzata, ma allora i

 

miei pensieri seguirono unaltro corso, non so perché.Era come quando si fa unsogno reale e poi ci si svegliae si cerca di capire se quelloche si è visto è successoveramente o si è solosognato. Quella volta avevoavuto una sensazione simile.Mi ricordo perfettamenteancora adesso le prime scene:metto la mano in borsa equando la tiro fuori ho dinuovo l’anello al dito. In quel

 

momento non mi eronemmeno sorpresa. Avevoguardato il mio anello,l’avevo accarezzato e, in unostato quasi letargico, avevocontinuato per la mia strada».

«Se l’amico tuo disempreSi fa gaio bruscamentePur in modo un po’indecentenon si affligge, non va

 

in bassonon impreca a ogni passo...ti dirò tutto d’un fiato:un transurfer èdiventato!Tu gli dici: “Il sole èavaro”Lui in risposta: “Chiamadenaro!”L’estate è finita, la pioggia bagna...Lui ride: “Di soldi ne

 

avrai una montagna”Sbeffeggiare sembraappostaCade la neve, lui:“Arriva la festa”C’è un freddo cane: “Fa bene al pane!”Io già sto zitta, non osoobiettare…lui mi dice senza esitareSe il capo urla convilipendioVuol dir: “Fa bene allo

 

stipendio”Se ti si rompono lecalze:“Avrai vestiti per nuovedanze”Se nel parcheggio lamulta ti danno:“Attendi novità per tuttol’anno”Per lui Lunedì è: “Ladolce vita!”La settimana, unadolcezza infinita!

 

Se dal lavoro ti hanlicenziatoPer lui: “In amore saraifortunato”Scodinzolando un caneti fissa lo sguardodi soldi ne avrai più diun miliardoSe un gatto l’orecchio sigratterà:“È segno che prestovivrai da pascià”Per lui ogni evento è un

 

divertimentoSe crolla il tetto è untrasloco nettoTutte le strade portano aRomaMa anche al mare,direttamenteIo ormai non dico piùniente...Oggi lui, come unuccellocome una piuma leggeroe bello

 

sull’onda della fortunavola contentoe se ne va, gestendo ilventoCambia lui e cambia il paesaggioMentre fluttua nel suoviaggio...Dietro a lui correr nonserveC’è il tuo mondo qui cheti serveCosa importa se è avaro

 

il sole:In Egitto ce n’è unamole!L’estate è finita, la pioggia bagna:ma agli esami sarà unacuccagna!Le scarpe sono strette, le braghe son corte:la primavera è gia alle porte! Non hai sandali? Niente paura!

 

Il tuo beneamato licomprerà su misura!Ogni acciacco venuto ascopertodi lunga vita è segnocerto,fino a cent’anni, e nonnovanta!Una vita felice tantatantaViver già è una fortunaTutto il Transurfing è inquesta runa!»1.

 

«Una volta, l’invernoscorso, mentre passeggiavoverso sera, cercavo di praticare la visualizzazionedel mio fine. Mi immaginavola mia futura casa, ed essaera già presente nei miei pensieri: vedevo come neavevo organizzato gli interni,vedevo l’arredamento e lamia famiglia già dentroQUESTO quadro. Non misoffermo sui particolari degliesterni, di come la mia casa

 

stava rispetto al sole. Vedevotutto e mi immaginavo dicome entravo in cucina,vedevo lì mia moglie, sentivonelle stanze la luminosità delgiorno, vedevo i raggi delsole che, entrando dallefinestre, si disperdevano sul pavimento, sentivo il caloredell’energia del sole, così piacevole al tatto dei piediscalzi. Fantastico! Scrivoqueste righe ora, mentre mitrovo LÌ, all’interno di questo

 

spazio!Ebbene, allora, alla fine

della mia passeggiata, avevodeciso di praticare latransazione. Era ilcrepuscolo, una parte dellagiornata che io adoro perchémeglio delle altre mostra lemeraviglie del nostro mondo!

on è né chiaro né buio, nécaldo né freddo, un’ora in cuiio sento profodamentel’armonia assoluta delmondo! È una fase effimera:

 

nell’arco di pochi minuti ilchiaro si fa scuro, ma quandoriesco a cogliere il momentodi questo passaggio, provo unsenso di mite entusiasmo.Era successo anche questavolta, ma in tutto ciò, inmodo incomprensibile, eraavvenuta anche una fusionenello spazio della causa edell’effetto, tutto era “qui eadesso”. In strada c’era moltaneve dopo la nevicata delgiorno precedente, per questo

 

dovevo fare attenzionenell’attraversare la strada.Durante il giorno, poi, laneve si era sciolta e versosera si era formata una crostadi ghiaccio, ma, a parte ciò,la mia passeggiata serale sistava svolgendo senza particolari problemi. Per arrivare a casa mi restavasolo da attraversare unastradina e imboccare ilmarciapiedi, già spalato dallaneve.

 

 Nel momento stesso in cuiappoggiai il mio piedesinistro sul marciapiede pulito e il mio piede destroera pronto a seguire ilmovimento del sinistro, lamia attenzione, al fine discongiurare ogni pericolo discivolamento, si concentròsul bordo. In quel momentoebbi UNA VISIONE! Era unframmento di realtà di formaindeterminata, con i bordiesterni strappati ma con un

 

contorno ben delineato,com’è, in un planisfero,un’isola nell’oceano.

“Ma guarda che roba!”, pensai, capendo che non eraun sogno ma un fenomenoche era avvenuto realmentenell’istante che ero riuscito acogliere. Grazie alla lucetipica del crepuscolo, ilquadro si presentava diottima definizione, solo chenon aveva particolariabbellimenti, come succede

 

nei sogni a colori, pur nonessendo inferiore ai sogni per illusione di realtà. Non so perché ho deciso diraccontare proprioquest’episodio, forse perchéera più vivido rispetto aglialtri, come una stella che brilla all’improvviso in uncielo stellato pulito e di cui siè certi che un secondo primanon ci fosse! O forse perchéquello che avevo osservato ilgiorno prima sopra la mia

 

testa mentre praticavo lavisualizzazione era unsegmento di arcobaleno in uncielo che non promettevaalcuna pioggia. El’arcobaleno mi avevaindotto a pensare che neidieci minuti in cui esso eraapparso, in pochi l’avevanonotato, come spesso succede:chi è occupato a far la spesa,chi dorme, chi beve… mentreio avevo vistoquest’arcobaleno! Forse

 

 proprio questo è laFELICITÀ!».

«Di recente ho litigato conmio figlio di 12 anni a causadei suoi studi. È un ragazzinoabbastanza ubbidiente, ma avolte parte per la tangente.L’ho sgridato perché, passando il tempo alcomputer e nelle reti sociali,stava andando male a scuola.Insomma, eravamo quasiarrivati a picchiarci, perciò

 

ho deciso di punirlo. Per  punizione doveva ognigiorno, fino al suocompleanno, chiedermi scusae ripetere che si eracomportato male. Tre giornidopo, rendendomi conto chemi stavo comportando comeun manipolatore dei piùclassici, ho deciso dicambiare. Gli ho detto ched’ora in poi avrebbe dovutoricordarmi di essere il figlio più bello, più bravo, più

 

capace a scuola, piùubbidiente, più disponibile adaiutare in casa e, in generale, baciato dalla fortuna.

Dopo questo miocambiamento non mi sonoaffatto stupita di vederlo farei compiti praticamente senzail mio intervento: dopo lelitigate, succedeva semprecosì. Mi sono sorpresa,invece, oggi: mentretornavamo a casa, dopo lascuola, e lui mi raccontava

 

della sua vita in classe, mi hadetto che, secondo l’ultimaclassifica fatta dalle suecompagne per scegliere “ilragazzo più ammirato dellaclasse”, a lui era statoassegnato il primo posto.Sono rimasta senza fiato per l’emozione!».

«Quello che Lei “hacombinato” nella mia vitacon i suoi libri è difficile daesprimere a parole: non passa

 

giorno che non proviammirazione. Ho comprato ilSuo primo libro nell’estatedel 2005. L’ho letto tuttod’un fiato. Poi ho comprato estudiato i libri successivi. Misono iscritto alla suanewsletter . Ho cominciato adapplicare nella vita gliinsegnamenti ricevuti e oracerco di vivere ogni giornosecondo il Transurfing. Lamia vita è cambiata su tutti ifronti, e ovunque solo in

 

meglio. Non solo, ma èdiventata così come mel’“ero disegnata!”. Facciosubito un esempio: mi sonocomposto la tabella “I MIEIFINI durante un certo anno”.

e sono venuti fuori 10 punti. Ho lasciato perdereogni pensiero sui soldi, datoche il giorno in cui hocomposto la tabella avevomeno della decima partedella somma che mi serviva.Però ho stampato la mia

 

tabella in vari esemplari: unome lo sono appeso a casa,sopra la mia scrivania, unaltro me lo portavo sempre ingiro e il terzo l’ho appeso indača2. Poi ho cominciato alavorare secondo “le prescrizioni” del dottor Zeland. Il primo fine era:comprare una macchina.Siccome avevo deciso primail modello, mi ero procuratotutte le informazioni

 

necessarie: foto, video,risultati del test-drive, prospetti, riscontro nei forumeccetera. Avevo messo inmostra le foto della macchinache mi interessava in casa,nei posti più evidenti,qualche foto me la portavodietro e ogni tanto, durante lagiornata, la guardavo,cercavo “la mia macchina” instrada e nei parcheggi,l’ammiravo nei saloni doveogni tanto andavo. Con una

 

macchina ho anche fatto ungiro di prova. Ed ecco ILRISULTATO: sono sedutooggi al volante dellamacchina dei miei sogni,anzi, quella che ho compratoè un’auto della stessa marcama di un modello più caro emigliore. Credo che diquest’ultimo particolare sisia occupato IL MIOMONDO, che meglio di mesa ciò che mi serve. E diquesto sono più che contento.

 

Per farla breve, dei 10 punti che avevo fissato per quell’anno se ne sonorealizzati 9. Dellarealizzazione del decimo misto occupando ora.

A proposito, quasi midimenticavo… un anno emezzo fa, in modoassolutamente consapevole evolontario, ho smesso di bere bevande alcoliche. Un annofa sono passato a un regimealimentare vivo. Grazie ai

 

Suoi libri sono riuscito arealizzare tutto questo. E lamia salute è diventataun’altra: sono ringiovanito,ho perso 20 chili, sonosempre arzillo, contento,resistente alle faticheeccetera, eccetera».

«Quando mi proietto intesta il film del mio fine,immagino la mia vita futura,quello che trasformerà la miavita in festa: sono un esperto

 

di finanza, ho una famigliameravigliosa; eccomi allavoro, nel mio ufficio altrentesimo piano di ungrattacielo. Entro nel mioufficio, mi siedo sulla mia poltrona, vicino alla finestra.Alzo le veneziane e ammiroil panorama… resto senzafiato. Entra la segretaria conla posta. Prendo in mano iltagliacarte per aprire le buste. Il manico deltagliacarte è comodo, di

 

legno. Apro un lettera. Lacarta è di qualità, frusciasotto le dita. La letteracontiene un invito a unanniversario della miauniversità. Poi vado inriunione. Mentre facciogirare nella mia testa questofilm, ho la piena sensazionedi essere un asso nel miolavoro, di essere unospecialista di classe… miimmagino che dopo il lavorovado a cena con mia moglie,

 

o a giocare a tennis con unamico. E poi volo via a NeYork, in trasferta di lavoro.

Poi mi immagino mentresono a casa. Mi sveglio perché il mio cane carlinocerca di salire sul mio lettoma è grassoccio e non ciriesce. Mi alzo. In casa c’èodore di pane fresco. Miavvicino alla vetrata, enorme,dal pavimento al soffitto. Laapro ed esco in terrazza.Davanti a casa c’è un piccolo

 

lago, e vedo i miei figli chestanno giocando lì vicino.

E così via. Faccio in mododi cambiare le miediapositive e di tornare il piùspesso possibile a vederle.Un giorno mi vedo mentregiro per l’Europa con la miafamiglia, il giorno dopomentre sono in trasferta dilavoro in Siberia, il giornosuccessivo mi vedo al teatro“Marinskij”3. E in tutte

 

queste scene rimane costantela sensazione che si trattadella mia vita. Tutto ciò chevedo intorno a me sono lemie cose. Sento, ascolto,vedo. Tutto ciò mi piacemolto, mi sento bene perchésono riuscito ad ampliarenotevolmente la zona del mio benessere.

Se prima perdevo tempo a pensare a come poter fare araggiungere la realtà dei mieisogni, ora non ho più di

 

questi problemi. So che avròe basta. Tutto sta andandocome deve e il mondo mi stavenendo incontro. Sono giàsuccesse un sacco di cose cuisolo poco tempo prima nonavrei potuto credere.

Però, non molto tempo fanel forum ho letto che non si possono proiettarediapositive composte, che ècome se io non vivessi la miavita. Come fare?».

 

Lei sta facendo tuttocorrettamente. Continui purea crearsi la sua realtà virtualee a vivere in essa. Se lo faràsistematicamente, otterrà ilsuo film nella realtà (V. Z.).

«Vivo in Ucraina. Afebbraio il canale televisivo“STB” ha organizzato, per un programma, un castindestinato a cuochi amatoriali(non con formazione professionale e non operanti

 

nel settore). Ho individuato il piatto da presentare (era unatorta), ma non sapevo comedecorarla, perché in casa nonho mai decorato i miei piatti,invece per quest’occasionedovevo farlo... Insomma, lasera ho fatto una ricerca ininternet, ho trovato degliingredienti da usare e sonoandata a dormire. Al mattinomi sono alzata e hocominciato a preparare lamia torta in velocità, perché

 

mio marito dovevaaccompagnarmi sul posto prima di andare al lavoro. Masiccome non avevo maidecorato nulla prima diallora, non mi riuscivaniente… Intanto mio maritomi soffiava sul collo, così hodeciso di utilizzare il principio di coordinazionedell’intenzione: gli hochiesto di uscire al lavoro per non disturbarmi e, in cucina,mi sono messa a cantare una

 

canzone che suonava più omeno così: “Andrà tutto ameraviglia, la mia torta saràil piatto Migliore, usciròcampionessa e mi prenderanno per il programma…”, e così via. In breve, la mia torta è venutauno spettacolo: al casting  mihanno chiesto se potevo preparare torte suordinazione per matrimoni ocompleanni, e quando hodetto che lo facevo per la

 

 prima volta, non mi hannocreduto».

«Mi sono reso conto chequanto più precisamentedirigo il mio pensiero, tanto prima esso si realizza. Hoeliminato tutti i pensieridistruttivi, e in unasettimana, partendo da zero,ho organizzato un miobusiness: ho aperto il video-studio che da tempodesideravo aprire. È andata

 

così. Non avevo neanche unsoldo superfluo, a volte ildenaro non mi bastavanemmeno per pagare l’affittodell’appartamento in cuivivevo. In una situazione delgenere, altro che pensieri dibusiness… Non potevochiedere un prestito, poichéne avevo già ottenuto uno chenon avevo terminato di pagare. Nonostante ciò horaccolto i miei pensieri e hodeciso di focalizzarli in

 

direzione del mio desiderio.Vivevo letteralmente diquesti pensieri.

Mi sono fatto un pianodelle entrate, mi sono resoconto che lavorare per sestessi è molto più redditizio e più piacevole che lavorare per altri. In questi pensieri hotrovato un sacco di vantaggi,mi faceva piacere rifletterci,gustarmi le immagini delmio progetto senza pensareminimamente ai soldi

 

necessari per iniziarlo. Poi,un giorno alcuni miei amicimi hanno proposto un prestito e mi hannosollecitato ad aprire l’attivitàdei miei sogni. L’hanno fattocosì, per piacere personale,senza chiedermi nulla incambio, solo una cassa di birra con i primi guadagni.Ebbene, mi sono deciso. Oraè da sei mesi che lavoro per me, vivo in un nuovoappartamento, seppur 

 

anch’esso in affitto,guadagno benone. Sono giàriuscito a saldare il mio primo debito. Tra qualchemese chiuderò anche ilsecondo. Ecco com’èandata!».

«I suoi libri hannoletteralmente cambiato lamia vita. L’ ApokrificeskijTransurfing   [ Il Transurfing apocrifo, edizione italianacontenuta ne Il Transurfing 

 

vivo; N.d.T.] è il mio livre dechevet . L’organismo senteistantaneamente la differenzatra cibi naturali e cibi morti.Quando ho incominciato a preparare la gelatina viva,all’inizio il gusto non era proprio il massimo… ora, però, come Lei ha scritto,non ne posso fare a meno.Adesso mangio sempre semigerminati, biscotti vivieccetera. L’effetto èstupefacente! Ho scoperto

 

con sorpresa che prima nonsapevo cosa significasse“salute”. Utilizzo concostanza anche le tecnichedescritte ne “Il generatored’intenzione” e “Un bicchier d’acqua” [vedi Il Transurfing vivo; N.d.T.], sistemimooooolto potenti, chefunzionano al 100%! Primadi leggere i suoi consigliavevo praticato gli esercizi diOko vozroždenija  [vedicinque tibetani] per un anno

 

e mezzo, ma senza effettisignificativi. Grazie aisuggerimenti descritti neiSuoi libri ho finalmentesentito tutta la potenza diquesto complesso di esercizi.La potenza e l’energia nerisultano triplicate, si vuolefare tutto e subito. E, cosaimportante, ti rendi conto chela forza e il buonumore bastano per fare tutto, e la pigrizia non c’è più».

 

«Non posso dire che sonocompletamente passato a unregime di cibo vivo, a voltericorro a quello trattatotermicamente, ma mangiomolto più spesso verdura,frutta e pesce leggermentesalato. Ho 48 anni. IlTransurfing ha cambiato mee la mia vita. Prima ho perso peso, poi l’ho riacquistato, poi di nuovo la taglia dei

eans è diminuita. Il potenziale energetico è

 

aumentato nettamente.L’umore è sempre positivo.Faccio molto sport. La cosa più sorprendente è che hocominciato a vederel’emissione di luce intornoalle persone, colgo bene ledimensioni di questa luce ene distinguo un po’ il colore.Ho così scoperto che viviamoin un mondo di esseriluminosi e brillanti! Avevoletto di questo fenomeno, manon avevo mai pensato di

 

 poter arrivare a vederlo».

«Sono riuscita a cambiaredavvero molto nella mia vita.Se, per esempio, primacercavo di fare soldi, ora miarrivano da soli. Di solitofaccio un ordine, dico per cosa esattamente mi servonoi soldi e poi portoquest’ordine nella zona delmio benessere. Due-tresettimane di norma sonosufficienti: i soldi mi

 

arrivano, oserei dire che simaterializzano. I mieiguadagni sono aumentatimediamente di dieci voltedopo circa sei mesi cheavevo iniziato a mettere in pratica le sue tecniche! Sonosicura che ci sarebbe volutomolto meno tempo se non cifosse stato l’ostacolo diorganizzare questa “zona di benessere”. I primi tempi,infatti, dovevo persuadermicontinuamente, la mia mente

 

si ostinava a non credere chePOTESSI PERMETTERMIDI AVERE molto di quelloche ho adesso. Due anni fa per nulla al mondo avreicreduto a questa situazione,ma ora è diventata già cosìfamiliare e naturale. Ci sono,a dire il vero, anche momentidi calma, quando non tuttofila proprio liscio, ma so chesi tratta di un fenomenotemporaneo e facilmentesuperabile».

 

«Volevo raccontare la miastoria di successo. Ho 20anni, ho concluso i miei studidi architettura pressol’istituto di Mosca e sonoentrata in una società dicostruzioni, ovviamentecome architetto più giovane.Ora sono il vice capo deldipartimento di architettura.Quello che ho fatto è stato“darmi in affitto”, e,sinceramente, l’ho fattodapprima istintivamente,

 

solo poi è subentrata laconsapevolezza. Nel miocaso ha funzionato benissimoil Freiling. Grazie ad esso ilmio capo mi stima molto. Sì,sono sempre raggiante e positiva. Grazie mille! Oranon ho né limiti, néconfini!!! Ho la sensazione diessere un cavallo che primaarrancava per il sentierosenza alzare gli occhi mentreora ha messo le ali. Sonodiventata spensierata e

 

libera… come un bambino!Sì! Ecco come si può definireil mio stato. E se il mio giocomi stancherà, non succederànulla… ne inventerò un altronuovo. Nella vita non c’èniente di più serio chemonitorare la condizionedell’anima. E la mia èstupenda».

«Nella mia vita è cambiatoletteralmente tutto, dairapporti in famiglia a quelli

 

con gli amici e i conoscenti.Ho persino cominciato inmodo inspiegabile a vincerele partite a biliardo, perché prima non giocavo matartassavo il mio sistemanervoso, e non solo il mio. Laconquista maggiore è statol’avvicinamento a miamoglie: solo per questo lesono infinitamente grato.Abbiamo anche iniziato acollaborare per un progettocomune! Da quando ho

 

smesso di pensare alla miaimportanza, ho notato comesono cambiati in meglio irapporti degli altri nei mieiconfronti! Non mi assalgonostrane idee, indotte dai massmedia, e non solo perché nonguardo più la TV, ma perché per esse non c’è posto nelmio flusso di pensieri positivi. Chi mi sta attorno sistupisce della mia reazionealle notizie negative. Giudicola mia esistenza attuale come

 

uno stato di assenza di peso.Sono stato un pilota militaree so di cosa parlo. Un mesefa ho compiuto 40 anni e lasensazione “la vita è finita” èstata sostituita da quella“tutto è appena cominciato».

«Lei ha risposto a unadomanda che mi hatormentato tutta la vita: perché ottengo sempre ilcontrario di quello chevoglio? Se ero sicura che si

 

verificasse un certo evento,quest’evento non sirealizzava,indipendentemente dal fattoche fosse una cosa positiva onegativa. Le cose arrivavanofino all’assurdo. Una volta, presso l’Istituto per lacomunicazione, mi avevanoregistrato dei dischetti con unarchivio di programmi ed erosicura che avrei ricevutosenza problemi il materialedesiderato. Non c’era niente

 

che potesse ostacolarmi. Idischetti erano già pronti e bastava solo andare aritirarli. Persino in caso dieventuali contrarietà sentivodi non aver nulla da temere, perché i dischetti sisarebbero potuti sempreripristinare. Ma il giorno prima che, a nome mio, imiei conoscenti andassero aritirare il materiale, l’Istitutodi comunicazione, e più precisamente il Centro

 

computer dove giacevano imiei dischetti, bruciò in unincendio. Così svanì il miosogno. Quando notai laregolarità di simili eventi,iniziai a utilizzareattivamente a mio vantaggioquesto “fenomeno”. Se avevo bisogno di qualcosa,convincevo me stessa e chimi era vicino del fatto chenon mi sarebbe riuscito nulladi buono. Il risultato era chefunzionava tutto al contrario

 

e io ottenevo il risultatodesiderato.

Ho utilizzato questatecnica per 30 anni, senza checi fossero mai eccezioni! La probabilità di riuscita dellecose era del99,9999%!!!!!!!!!! Ma allafine mi sono stancata. Perchénon ero come tutti gli altri?Perché dovevo pensare alcontrario per ottenerequalcosa?

 

Tutti in giro mi dicevanoche è necessario inviare pensieri buoni e pensare in positivo. Ebbene: ogni voltache facevo così succedevaesattamente il contrario. Poi, per caso, qualcuno mi haconsigliato i suoi libri. Ilmondo si è improvvisamentecapovolto, e tutto è diventatochiaro. Nel giro di un meseho risistemato i miei pensieri, e ora le mieintenzioni funzionano così

 

come dev’essere. Anzi,funziona tutto molto megliodi prima, è tutto piùsemplice, più comprensibilee più divertente! Ho ricevutole risposte a tutte le miedomande e, in sovrappiù,anche la tecnica per raggiungere il mio fine e proteggermi dai pendoli. Lateoria delle diapositive, poi, èsemplicemente stupenda!Funziona tutto!».

 

«Non vorrei stancarla conl’elenco crescente deimiracoli (diversamente non li potrei chiamare) che misuccedono grazie a questoSAPERE. In poche paroledirò che prima vivevo la vitadisgustosa e opaca dellametropoli, mentre ora, nelgiro di una misera quantità ditempo, sto vivendo con lamia splendida moglie inun’isola tropicalenell’oceano, e ogni minuto

 

della mia vita è colmo disignificato e di gioia. Comedice Lei, “l’anima canta e laragione si strofina le manisoddisfatta”. Solo che a voltemi amareggia e mi stupiscevedere quanta gente cieca cisia intorno, e come coloro cuiregali il miracolo delTRANSURFING, dopo aver letto il libro non capiscano

ULLA di esso… brontolanoma continuano a vivere laloro odiata routine

 

quotidiana. Comunque ciònon mi turba particolarmente, perchéognuno si sceglie lo stratodel suo mondo».

«Che cosa faccio io?Supponiamo che mi siaarrivata una notizia brutta,dal mio punto di vista.Comincio col fregarmi lemani, l’una contro l’altra,sorrido (a volte a forza, inmodo tirato), e mi dico:

 

“Tutto sta andando comedeve. Fantastico! È tutto OK!È tutto meraviglioso!”. E poicomincia una cosa strana,una sorta di “gesto interiore”.

on riesco nemmeno a capirecos’è, figuriamoci se riesco aspiegarlo! È come se, dentrodi me, qualcosa si contraesse(come fanno i bambini piccoli quando, per lafelicità, stringono i pugnetti e poi li agitano). Insomma, micostringo a fare la stessa

 

cosa. E funziona davvero! Lasituazione non solo cominciaa volgere a mio favore, maalla fine mi porta anche unaqualche inaspettata e piacevole sorpresa! E quandosuccede posso solo dire:“Wow! Non è possibile!”».

«Quando ho iniziato aleggere il Suo primo libro,mi sono sorpresa del fattoche tutto quello di cui Leiscriveva mi fosse familiare e

 

chiaro: quando ero piccola, più o meno fino a circa 12-14anni, sapevo fare tuttoquesto. Certo, non conoscevotutti i dettagli, ma in qualchemodo, intuitivamente, sapevomuovermi e tutto mi riuscivacon successo. Poi, col tempo,dovevo sempre più spessoagire con buon senso e com’ègiusto fare. “Grazie”all’esperienza accumulatanella vita, ho incominciato aclassificare tutto per bene, a

 

disporre ogni cosa nel suoscompartimento inconformità ai concetti digiusto e sbagliato. Il risultatonon si è fatto attendere: oraho perso tutto quello cheavevo raggiunto un tempo,che era importante eincrollabile. Alcuni eventihanno distrutto certe mieferme convinzioni. Per fortuna ho deciso difermarmi e riflettere su ciòche mi stava succedendo. Per 

 

caso sono venuta aconoscenza dei Suoi libri, mali ho trovati presto. Forseanche questo è un segno. Orasembro un’atleta che primaera una campionessa ma acausa della sua sicumera hasubito un trauma e ora dinuovo impara a camminare.Avrò modo di ricordare lamia infanzia».

«Quando ho letto ilTransurfing, due anni fa, non

 

 potevo nemmeno sognare di potermi trovare un giornoall’estero, soprattutto aLondra. E del fatto che ci siagente che può discutere per decidere su quale parte delleAlpi andare a sciare, anchequesto l’ho saputo dal suolibro. È allora che ho capitoche questo era anche il miodesiderio. Allora misembrava veramente irreale,ma sapevo che se ilTransurfing avesse

 

funzionato, sarebbe statocosì. Insomma, ora sono asciare sulle Alpi, quindi, latecnica funziona e ciò mi permette di fissare, per ilfuturo, dei fini ancora piùincredibile e folli. Del resto,non c’è nulla di impossibile,siamo noi a porci da soli deilimiti».

«Fin dall’inizio il miofine, la mia intenzione eraquella di cambiare casa. Però

 

non avevo ben chiaro cosavolessi. Se due anni primavisualizzavo con forzaun’appartamento di tre stanzenel centro della mia città, unanno e mezzo più tardi avevofinalmente capito che la miaanima aspirava a un bell’appezzamento di terrenoe a una casa fuori città.Volevo vivere e lavorarevicino alla terra e preferibilmente a distanzadal centro della mia città.

 

Ed ecco che tre giorni faquesta felicità mi èletteralmente caduta dal cielosotto forma di un’ottimaoccasione di acquisto di ungrande appezzamento diterreno (7 ha) per lacreazione di una fattoria. Hogià calcolato che con ilricavato dalla vendita delmio appartamento attuale misarà possibile costruire una bella casa. Dunque, senzaipoteche e simili sistemi

 

vincolanti di credito, ho la possibilità di cambiare il mio bilocale in un quartiere periferico della città con unmeraviglioso cottage  di 150mq in un terreno enorme di buona terra fertile, circondatada un bosco, vicino a unfiume e a un’ora di macchinadalla città. Ecco dove troveròlo spazio per la mia fantasia,quante cose potrò realizzarelì! A dire il vero, quandoquesto colpo di fortuna mi è

 

caduto dall’alto, è stato cosìinaspettato che in un primomomento sono stata presa dal panico. Voglio dire che, sì,avevo intenzione di averetutto, ma non così presto!

on ero pronta a uncambiamento così radicale ditutta la mia vita! Ho dovutolavorare con me stessa per un po’, calmarmi e risistemare ilcervello. Così ho capito: larealizzazione dell’intenzioneavviene quando si è

 

chiaramente consapevoli diquello che ci serveesattamente. E solo se se neha realmente bisogno. Nonsarei rimasta soddisfattaottenendo un trilocale incentro città. Non era il miofine. Appena mi sono resaconto del mio vero fine, l’horaggiunto immediatamente».

«L’anima viveva,l’anima soffriva,l’anima languiva e

 

chiamava,l’anima esser liberavoleva.Di volare, amare, il maldimenticare,voleva ridere, giocare,gioire della vitavedere un mondo difelicità infinita.Ma improvvisamente levennero pensiericonsigli ragionevoli maneri:

 

 Non creder… nonserve… non esiste…Scendi a terra ... daldesiderar desistiAhimé, quanto spesso lanostra ragionedi costruir inferno èmaestra e cagioneL’anima invece, semprecon sorrisosi sforza ovunque dicreare un paradiso…»4.

 

«Ho iniziato a leggere isuoi libri e non potevosmettere. Ho trovato rispostea tutte le mie domande,comprese quelle che nonriuscivo nemmeno aformulare. Tutto ciò che holetto si organizzava in unsistema armonico che nonostacolava niente e nessunoe, anzi, era di aiuto a tutto.Mi sono diventate evidentimolte cose, la cui essenza prima non riuscivo a capire o

 

su cui avevo dei dubbi.Fin da quando ero bambino

mi ponevo delle domandeche, come dicevano gliadulti, erano di un passo piùavanti della mia età. Mentretutti dicevano: “Così non si può fare, devi fare in questomodo, in caso contrario nonotterrai nulla”, io cercavoaltri percorsi. Non mi è quasimai piaciuta la strada che battevano i miei coetanei esolo ora mi rendo conto che

 

stavo cercando una strada per me, la mia strada verso“l’armonia dell’anima e dellaragione”.

Dopo aver trovato queste parole mi è parso che ilmondo fosse cambiato, comese qualcuno mi avesse toltodegli occhiali che avevoaddosso. Osservavo il mondoche mi circondava ed erofuori di me dalla gioia di poter vedere finalmente tutto

 

con i miei veri occhi. Eracome se mi fossero cresciutedelle ali! Era tutto cambiatointorno a me. E quello chefino a quel momento facevoin modo inconsapevolesembrava corrispondere aquanto scritto nelTransurfing.

Così, ormai senza ombradi dubbio, ho cominciato adandare per la mia strada, aseguire la direzionedell’armonia dell’anima e

 

della ragione. È risultato chetutto, come mi piace dire, “ètalmente semplice dasembrare ridicolo”. Sonospariti i continui sbalzi diumore alla minima provocazione, anzi, ora trovodivertente che, per esempio,in autobus una vecchiettacominci a sgridarmi. Sonoscomparsi i fini“irraggiungibili”, perchéinfatti non esistono. Sonofiniti i problemi di

 

comunicazione, studio, soldi,tutto si è come vanificato.Ora so che al di là di tutto ciòc’è una cosa vera. Per la prima volta nei miei 18 annidi vita sono davvero felice.Perché sono fuggito dallafattoria. Sono libero! E lì nonci tornerò mai più».

«Un’amica mi ha dato daleggere le sue newsletters sulcibo sintetico. Credo che Leidebba sapere che Le è

 

riuscito di indirizzare suquesta strada un’altra persona, me. Non mi è statodifficile passare al cibo vivo perché sono abituata a faredigiuni regolari e il mioorganismo è allenato.Durante il digiuno mi sento bene e ho un sacco dienergia, ma non potevonemmeno immaginare di poterne avere ancora di più!Si ha davvero la sensazionedi essere stati sottoposti a

 

doping , si ha voglia di volaree creare.

Ma la cosa principale nonè neanche questa. Non misono mai lamentata della miasalute e della mia coscienza, perché è da anni che vivocoscientemente e tutte le mieintenzioni si avverano. Ma prima, alla mattina, sentivouna sorta di angoscia e nonriuscivo a capire da dove provenisse, era un’ansiaingiustificata che si

 

trasformava in paura. Poi però ho capito: l’organismo provava una sorta didipendenza dai prodottisintetici. Quando li hoeliminati, è sparito tutto.Prima delle cose miriuscivano a volte difficili, perché potevo prefiggermi unfine, realizzarlo, ma i tempisi spostavano. Ora ècomparsa la tranquillità. Nonho più urgenze, solo unachiara intenzione, senza

 

ulteriori sforzi. Vado al miofine e basta. È diventato tuttosemplice. E pensare che non potevo nemmeno supporre imotivi delle mie difficoltà.Se qualcuno prima li avessecollegati all’alimentazione,non ci avrei creduto.Continuavo a cercare le causenel mio carattere,nell’insufficienza didisciplina e in altre cose. Esolo dopo aver realizzato checi sono molte cose di cui non

 

si sospetta neanchel’esistenza, comel’alimentazione, nel miocaso, si fa presto a cambiarela propria realtà. Le hoscritto questa lettera affinchéLei sappia QUANTO ha fatto per me».

NOTE A MARGINE

Va osservato che dopol’uscita del libroApokrifičeskij Transurfing 

 

[ I l Transurfing apocrifo ,contenuto ne Il Transurfing vivo; N.d.T.] di storie felicine sono arrivate molte dipiù. Più avanti nel libro cisarà un altro capitolo suiriscontri dedicatiall’alimentazione viva e acome riesce a cambiareradicalmente il mondo.

 

Parte IIILA

BIOSFERA

 

Questioni vive

Dai lettori arrivano moltedomande sullo stile di vitanaturale. I capitoli cheseguono trattano di questo, enon solo.

«È vero che i rapporti sessuali frequenti

 

 portano a un calo dienergia creativa, come si scrive in uno deiromanzi di Dreiser, doveil protagonista, unartista, smette didipingere dopo essersi sposato?».

 No, non è vero. Non portano a un calodell’energia creativa edell’energia in generale, acondizione che, ovviamente,

 

non si superino certi limitiragionevoli. I rapporti intimirientrano in una sfera di fortiemozioni e, in un certo senso,di relativo equilibrio, per questo motivo il tema sessoabbonda di miti soggettivi.

La domanda è: che cosa siintende per “rapporti sessualifrequenti”? Ogni tipo diattività, e non solo il sesso,toglie energia se ci si offre adessa oltre misura. Dove si

 

trovi questa misura, ognunolo definisce per se stesso,giacché siamo tutti diversi.

Bisognerebbe solo tener conto di un aspetto.L’energia è come la forzadella corrente, essa simanifesta solo nelmovimento. In altre parole,l’energia si trova lì dove c’èmovimento, mentre non c’ènel ristagno. Non si puòaccumulare energia se non lasi spende allo stesso tempo.

 

Ciò che non viene utilizzatosi atrofizza gradualmente.Per assenza di utilità. Così èfatta la Natura.

«È vero che, secondol’opinione dei maghi diCastaneda, dopo il concepimento, nelleauree dei due partner si formano dei buchineri?».

 No, non è vero. Non risulta

 

che qualcuno abbia maisentito nel proprio involucrouna perforazione dopo aver concepito un bambino.Credete davvero che la

atura sia interessata a“bucherellare” una persona per aver realizzato la suafunzione naturale primaria?Piuttosto è il contrario. Non èil caso di credereletteralmente e ciecamente atutto quello che qualcuno hadetto una volta.

 

«È vero che la potenza sessuale viene inibita daun regime alimentare abase di cibi vivi?».

 No, non è vero. All’iniziodiminuisce e poi aumenta.Cercate di mangiare in modovario e nutriente. Quando latransizione da un regimealimentare all’altro si saràcompletata, tutto siripristinerà e tornerà allanorma.

 

«Perché Osho dice che è sufficiente fare sesso solo una volta all’annoe che in generale il  sesso non è unacomponenteobbligatoria della vitaumana?».

E perché sarebbeabbastanza proprio una voltal’anno e non due o dodici?Qual è il criterio? Se per sesso si intende procreazione

 

e continuazione della specie,allora è tutta un’altrafaccenda. Sesso e funzioneriproduttiva sono due cosediverse.

Per quanto riguarda ildiscorso del sesso intesocome componente nonobbligatoria della vita, èvero. Di fatto, molte personevivono senza avereun’attività sessuale e peraltrosenza che ciò influisca sulresto delle loro funzioni

 

vitali. Potete nominare delleevidenti differenze di principio tra coloro checonducono una vita sessualeattiva e coloro per cui questasfera esistenziale non èancora iniziata o è già statasuperata?

Più semplicemente,quando avete a disposizioneun certo tipo di energia, potete sfruttarla o meno, ètutto a vostra discrezione. Se

 

decidete di non sfruttarequest’energia, finerete per  perderla progressivamente,ma del resto la perderestecomunque se decideste diusarla oltre misura.

In ogni caso, ripeto, si puòtranquillamente vivere senzaquesto tipo di energia se nonse ne sente la necessità, e ciòsenza danno per il resto.

«Lei ha scritto che senon c’è energia non si

 

 può fare nulla: nonbasta l’intenzione. Recentemente mi sono fatto coinvolgere moltodalla meditazione e il  fatto è che, nonostante segua un regimecrudista, ho la sensazione di non aver abbastanza energia per mantenermicostantemente in uno stato di lucidità. Per questo motivo ho

 

cominciato a pensare dilimitare la mia attività sessuale, passare al brahmacharya[continenza o astinenzas e s s u a l e ;  N.d.T.]. Il motivo della miadomanda è che ho unaragazza cui sono moltolegato. Non vorrei scegliere tra il percorsodell’anima e l’amore per la mia ragazza».

 

 Non si deve confondere undono divino con le uovastrapazzate, l’amore con ilsesso, la spiritualità conl’ascesi, l’autodisciplina conuna continenza fanatica. Sitratta di cose completamentediverse. Se non si usa unacerta forma di energia, essasi atrofizzerà, ma questo non sta a significare che vengano

otenziati gli altri tipi dienergia.

Se c’è movimento, c’è

 

energia. Confronti un fiumedi montagna e una paludestagnante. Dove si troval’energia? Non so che tipo di

meditazione lei stia praticando e che cosa le dia.Posso solo dire una cosa: lameditazione, nel senso diarresto del monologointeriore, immersione in unacerta profondità dellacoscienza e tentativo di

 

raggiungimento di una certaverità o cose simili, non haalcuna attinenza con ilTransurfing.

Che cosa sono riusciti araggiungere di tanto specialei seguaci delle pratichemeditative? Per quanto si sa,il primo e l’ultimo cui siariuscito effettivamente diraggiungere qualcosa  (e checosa, di preciso, ancora nonsi sa), è stato Buddha. Di

 

clamorosi successi da partedi suoi seguaci non si sanulla. Non è forse così?

Il monologo interiore nondev’essere arrestato maincanalato nella direzionegiusta, al fine di trasmetterenel mondo circostante la propria intenzione mirata, il proprio intento propositivo.La trasmissione èmovimento. La meditazioneè un arresto, un collasso daun sogno a un altro, ancora

 

 più profondo. E chi sarà inquesto sogno a controllare isuoi pensieri, se sarà lei o leessenze sottili che qui sitrovano nel loro ambientenaturale, è una domanda nonda poco. Anche seguire unregime alimentare a base dicibi vivi, crudista, non è unagaranzia di illuminazione,nonostante esso agisca comeun ascensore che porta subito più in alto di alcuni piani.

 

L’acquisizione di queldeterminato livello dicoscienza tale per cui larealtà viene percepita comeun sogno lucido, subordinatoall’intenzione, cosa che, difatto, risulta essere il fine delTransurfing, è un cammino piuttosto lungo che richiedeautocontrollo eautodisciplina. Ma nonautolimitazione. Coglie ladifferenza?

 

L’alimentazione a base dicibi vivi non dev’essereconcepita comeun’autolimitazione inqualcosa, ma come un principio fondamentalmentediverso di esistenza, in gradodi elevare l’essenza di una persona alla somma gammadi vibrazioni e, ovviamente,tale da facilitarle la via diacquisizione di uno stato diconsapevolezza. Ma, ripetodi nuovo, non

 

immediatamente.

«La shungite1  serve acontrastare gli effettidelle radiazionielettromagnetiche?».

 Non lo so. Ci sono produttori che sostengonoche le piastrine di shungiteaiutino a schermare il campoelettromagnetico. In internetsi può anche trovare un videoche mostra un indicatore che

 

registra la diminuzione delcampo di un telefonocellulare, provvisto di unalastrina di shungite. Di fatto,un pezzo di pietra non può innessun modo schermare uncampo. Una casseruola lo può fare, ma la shungite no.Ho un indicatoreelettromagnetico e mi sono preso la briga di controllare personalmente. Purtroppo lacasseruola è scomoda dausare.

 

La schermatura, cioè lariduzione dell’intensità delcampo, è possibile solo in presenza di uno schermo. Sesi parla di protezione controle radiazionielettromagnetiche deltelefono, quindi, non si puònemmeno prendere inconsiderazione laschermatura, in quanto ildispositivo nonfunzionerebbe. Non si puòestinguere l’emissione di

 

radiazioni, la si può soloarmonizzare, cioè rendere piùo meno fisiologica.

La shungite è in grado diarmonizzare il campo. Inteoria. Ma in che misura lo possa fare, è tuttavia difficileda dire. I produttori su questoargomento tacciono perchénon dispongono di daticoncreti. Per verificare tuttociò servirebbero delleattrezzature speciali, per questo non resta loro altro da

 

fare che dichiarareciecamente che la shungite presumibilmente protegge.Sarebbe bello se qualcuno sioccupasse di una verificaqualificata.

«Una mia amica lavorain una sala dove sieffettua la tomografia arisonanza magnetica. Cilavora da tre anni. Daqualche tempo hacominciato a notare,

 

dopo il lavoro, una forte stanchezza che nemmenoun sonno prolungato laaiuta a superare. Passai giorni festivi adormire: va a letto il venerdi alle 21:00, sirisveglia il sabato alle9:00, sta in piedi un paio di ore e poi dinuovo ritorna a dormire. Dorme e dorme. Ha fattouna vacanza di un mesema anche questo non le

 

è servito. La stessa cosa sta accadendo alla suacollega. Mi dica, possibile che si tratti diun effetto dellaradiazioneelettromagnetica? O il  problema sta inqualcos’altro? È  possibile risolvere laquestione in qualchemodo senza esserecostretti a cambiare il  posto di lavoro?».

 

È meglio cambiare il postodi lavoro. I conducenti ditreni elettrici, tram, filobus,gli astronauti, i marinai deisottomarini, gli aviatori etutti coloro che devonolavorare circondati daapparecchi elettrici fanno le professioni più pericolose. Laradiazione elettromagneticaagisce principalmente sulsangue e il biocampo umano.I globuli rossi si raggruppanoin aggregati (cluster ), proprio

 

come avviene dopo una dosedi alcol. Il biocampo umanosubisce deformazionisignificative. Dispositivispeciali mostrano che nelle persone che non si staccanodal telefono cellulare otrascorrono un sacco ditempo al computer, l’aura è piena di fenditure. Questo è il prezzo da pagare per l’utilizzo delle “comodità”tecnogene.

 

Del resto, la stragrandemaggioranza delle personenon si cura della cosa, poiché per lo più permane in unostato di serena ignoranza,come se tutto fosseassolutamente normale(aggiungo che l’ignoranza ètanto più spensierata proprio perché collettiva). Ciò duradi solito fino al momento incui le riserve del corpo siesauriscono e prendono avvioi processi degenerativi, ma

 

anche in questo caso c’è chicontinua a fregarsene del proprio stato di salute.

Che cosa si può consigliarea coloro che non sonoindifferenti? Non ci si puònascondere dalle radiazioni,le si può solo armonizzare,cioè renderle fisiologiche eaccettabili dall’organismo. Amio parere, oggi come oggiquesto compito vienedignitosamente svolto da undispositivo chiamato KFS

 

(Korrektor Funkcional’nogoSostojanija - CSF [Correttoredello Stato Funzionale;

.d.T.] , http://www.center-region.com/ ). Non voglio imporre nulla a

nessuno, tanto più che questogiocattolino non è moltoeconomico. Tuttavia, ritengoun mio dovere condividerecon gli altri le informazionisu ciò che uso. Tratto tuttoquesto come informazioni

 

destinate a coloro che possono ricavarne unaqualche utilità, e non come pubblicità. Non guadagnosoldi su questo. Mi fa piacereoffrire informazioni sullecose che agiscono incontrasto con i prodotti dellatecnosfera, ampiamente pubblicizzati, e lo facciovolontariamente econsapevolmente. Lo ritengoun mio modesto contributoalla causa della

 

conservazione della preziosae fragile biosfera del nostrocaro pianeta.

Il CSF è una piccola piastra che, a voler parlare in breve e in generale, struttural’acqua, armonizza i campinon fisiologici e crea dellecondizioni di disagio per gliorganismi estranei come i parassiti. Fra l’altro, i varitipi di piastrina hannofunzioni e proprietà diverse.In altre parole, il CSF

 

garantisce alla personaun’oasi locale (personale) disicurezza in mezzo a unambiente esterno aggressivo.Fonte di alimentazione è ilcampo magnetico dellaTerra. Informazionidettagliate si possono trovaresul sito del produttore. Credosia doveroso avvertire che, per una persona non preparata, dette informazioni possono suscitareincomprensione, diffidenza e

 

 persino rifiuto. Purtroppo, il produttore, SergejValentinovic Kol’cov, non siè preoccupato di presentarela descrizione della suacreazione in linguaggioaccessibile e semplice,sufficientemente chiaro ailettori privi di unaformazione tecnico-scientifica. E ciò si notasoprattutto nelle lezioni: siha l’impressione che parli ungenio, mentre si rivolge ai

 

suoi colleghi, ad addetti ailavori che padroneggiano lamateria e per i quali è tuttochiaro ed evidente.

Infatti, in un primomomento vi sarà quasi tutto poco comprensibile. Dovreteascoltare un bel po’ di video-lezioni e leggere una discretaquantità di materiali prima diiniziare a capirci qualcosa.Tanto più che la base teoricadel CSF è in contrasto con il paradigma delle scienze

 

fondamentali. Del resto,questa discrepanza è piuttosto un vantaggio, poiché proprio questo paradigma ha portato allacreazione della tecnosfera, ingrado di ucciderci in tempimolto rapidi e inattesi,oppure in tempi lunghi egradualmente. In questosenso la scienza suscita più paura che fiducia.

A essere onesti, non posso

 

darvi una garanzia del 100%sul fatto che il prodottofunzioni davvero come vienedichiarato. Le sensazioni possono essere soggettive,mentre per una provaoggettiva servirebbero delleattrezzature costose, di cui ionon dispongo. Si può solocredere al produttore, i cuidispositivi mostrano chel’aura viene davveroricomposta e i globuli rossidisgregati. Io personalmente

 

ho fiducia in questo produttore, anche se allostesso tempo non possoconsigliarvi di credere aquello in cui credo io.Decidete da soli, ovviamentese il CSF ha suscitato ilvostro interesse.Diversamente, prendeteneatto e dimenticatevene. Puòdarsi che nel vostro mondo sitrovi per voi qualche altromezzo di protezione. Ognunoha il suo cammino e i suoi

 

giocattoli.

«Cosa offrono le lezioniorganizzate dal Centrodi Transurfing? Lei unavolta ha affermato cheuna persona puòimparare tutto da sola, senza ricorrere all’aiutodi corsi particolari».

Dall’epoca in cui lo dissisono passati molti anni. Larealtà cambia rapidamente e

 

di conseguenza anche ilTransurfing. I cambiamentiavvengono in tempiaccelerati. La nuova realtàcomincia a manifestarsi prima che possa comparireuna nuova tecnica diTransurfing aggiornata e adessa corrispondente. El’uscita di nuovi libri è ancor  più tardiva. Presso il Centrosi ha l’opportunità diimparare le ultimissimetecnologie di gestione della

 

realtà. Naturalmente, con la

giusta determinazione ci si può arrangiare senza corsiformativi, ma è vero ancheche non tutti possiedono taledeterminazione e moltihanno bisogno di una spintadall’esterno per iniziare unmovimento autonomo.Soprattutto in questi ultimitempi, nei quali l’effettodella cattura dell’energia edella coscienza, fatto di cui

 

ho scritto nelle mie ultimenewsletter , comincia amanifestarsi in forma sempre più forte. Le persone stannodiventando sempre piùassonnate. La vita dell’uomosembra affogare nelcaleidoscopio di eventi chenon dipendono dalla suavolontà, ed egli non può far nulla per impedirlo.L’energia e laconsapevolezza vengono amancare.

 

Inoltre, come succedespesso, tra la comprensionedella teoria e l’azione, intesacome capacità di risolvere un problema pratico, potrebbeesserci un abisso. Com’ènoto, il problema del cane èche capisce tutto ma non può parlare. Il problemadell’uomo, invece, è diverso:capisce tutto, può parlare manon può fare. Così, leggendoi libri imparate a capire.Seguendo i corsi imparate ad

 

applicare le conoscenze, ametterle in pratica, a fare.

«Seguo da sei mesi unregime alimentarecrudista ma a volte nonce la faccio e mi abbuffodi pesce crudo o carnedi agnello. Quandomangio carne diagnello, mi rintontisco subito. In generale mi sento leggero,aggressivo, e sono

 

dimagrito in modoanomalo. Ho persol’interesse per il sesso.Sono diventato molto pallido, forse a causa diun deficit di vitamina B12 , che nei vegetali sitrova in bassissimaquantità».

Si tratta di fenomenitransitori. Quando latransizione si saràcompletata, tutto tornerà alla

 

normalità. Ecco perché ionon consiglio di passare dicolpo a un regime crudistaesclusivamente vegetariano.Il passaggio dev’essere liscioe armonico, senza effetticollaterali. Il corpo necessitadi più di un anno per depurarsi e ristrutturarsicompletamente.

Per quanto riguarda lavitamina B12, ne avevo già parlato ma posso ripetere: il

 

nostro organismo ha bisognodi una quantità minima diquesta vitamina. Fonti divitamina B12  sono: l’uva,l’uva passa nera (blu), lealghe di mare, l’aceto dimele naturale, il polline difiori, il polline d’api, icereali germogliati. Levitamine essenziali vengonoinoltre prodotte dallamicroflora intestinale. Ma per farlo essa dev’essere in

 

 buona salute. La microflorasi ripristina moltolentamente, ed ecco ancoraun buon motivo per passare progressivamente, e non dicolpo, a un regimealimentare crudista.

RIEPILOGO

  L’energia c’è quando c’è movimento. Nel ristagno non si trova alcuna energia.

  Ciò che non viene utilizzato 

 

si atrofizza.  Se avete in mente di 

passare a un regime alimentare a base di cibi vivi, fatelo con gradualità,cercando di nutrirvi sempre in modo equilibrato e vario.

  Quando la transizione si sarà completata, tutto rientrerà nella norma.

  Seguire un’alimentazione a base di cibi vivi non significa limitarsi nel mangiare qualcosa ma adottare un principio esistenziale sostanzialmente diverso.

 

  L’alimentazione a base di cibi vivi porta l’uomo, come essenza, a percepire la gamma superiore di vibrazioni.

  Non ci si può sottrarre all’effetto delle radiazioni elettromagnetiche ma lo si può solo armonizzare, cioè renderlo fisiologico e accettabile per l’organismo.

NOTE A MARGINE

Non mi piace il termine“crudismo” e cerco di nonusarlo perché è stato già

 

sufficientemente screditatosia dai media che daicrudisti stessi. Nonconsiglio a nessuno dipassare bruscamente a unregime alimentare a base dicibi vivi. Nel libroApokrifičeskij Transerfing [Il Transurfing apocrifo ,contenuto ne Il Transurfing vivo; N.d.T.] ho giàillustrato il mio approccioalla questione. Rinunciareai prodotti sintetici dasupermercato sarebbe giàun grande risultato. ArnoldEhret, il fondatore delladottrina alimentare a basedi cibi vivi, avvertì a suo

 

tempo: «Non dimenticatemai che ogni estremismo èdannoso. Evitate ogni tipodi estremismo».

 

Se mi ami,mangia!

«Non so cosa fare.Vorrei passare aun’alimentazione viva poiché ritengo che sitratti del sistemamigliore, ma vivo con

 

mio marito che in questonon mi sostiene affatto,anzi: dice che sonoesagerata e un’egoistache pensa solo a se stessa. Da parte mia ionon gli impongo nulla,al contrario: lui mangiaquello che vuole ma micostringe a mangiarequello che mangia lui stesso. Dice: se mi ami,mangia! Lui ritiene che nella

 

nostra vita ci debbaessere sia il buono che il cattivo e per questovuole che io mangi il cibo cotto e bevabevande alcoliche, per abituare il mioorganismo ad affrontarele varie malattie, perché se invece mangiassi solocibi crudi, il mio corpo si indebolirebbe e miammalereicontinuamente.

 

 I cibi che lui mi imponenon mi piacciono, ma mitrovo costretta amangiarli perché lui melo ordina. Mi dice:“Come puoi sapere cosavuole il tuo organismo? Lo sanno solo i medici perché si occupano proprio di questo. Lamedicina non è statainventata per caso. E devi prendereassolutamente anche le

 

medicine!”.Un giorno mi ha detto:“Scegli: o me o il crudismo. Se vuoi essereuna crudista, alloradivorziamo. Non vogliovivere con una persona stupida come te”».

 Non posso dare consigliconcreti in situazioni simili. Irapporti di famiglia sono unasfera in cui è meglio nonimmischiarsi con consigli

 

tratti “dal proprio statuto”.Ma non le è mai venuto da pensare che i disaccordi consuo marito, in sostanza, nonriguardino l’alimentazionema ben altro?

Ecco, per esempio, un casotipico, descritto nel librodella famiglia Butenko

ulinarnaja kniga syroeda[Il libro di cucina delcrudista; N.d.T.]:

«Sergej Butenko  – Un

 

giorno, dopo le lezioni aicorsi di cucina, mi siavvicinò una donna (il suonome era Wendy) che miraccontò che stava per lasciare il marito perché luinon voleva nemmeno sentir  parlare di cibo crudo.

onostante il fatto che lei era passata a mangiare cibi crudisolo un mese prima, si eragià stancata di convincere ilmarito ed era sicura che ognitentativo di cambiarlo

 

sarebbe stato inutile.Un anno dopo ricevetti una

email da Peter, ormai exconiuge di Wendy, nellaquale mi informava di essersiseparato da Wendy e diessersi fidanzato con un’altradonna, insieme alla quale era passato a un regime dialimentazione crudista. Peter era entusiasta del nuovo tipodi alimentazione e michiedeva se io e mia sorella potessimo allestire il

 

 banchetto in onore del suomatrimonio. Alla fine dellasua lettera, Peter menzionò,non senza ironia, lacircostanza che Wendy,invece, aveva smesso dimangiare cibi crudi».

 Non posso fare a meno dicitare un altro passo daquesto stesso meravigliosolibro, che si può comprareall’indirizzo.www.ozon.ru/context/detail/i

 

«Valja Butenko –  Ecco un brano tipico di uno dei mieiinnumerevoli dialoghi con glialtri studenti.

Io: Ciao.Henry: Ciao.Io: Come va?Henry: Ieri sera ho

vomitato in tutta la camera.Ho dormito solo 3 ore. Latesta mi ticchetta come unmeccanismo a orologeria.

Io: Caspita!

 

Henry: E tu, invece?Io: Io sto benissimo, mi

sento molto riposata.Henry: Sono intontito, in

tutte le materie mi sentoindietro. Ma tu capisci cosadice l’insegnante?

Io: Sì.Henry: Ieri alla festa è

stata una figata!Io: Sì, davvero.Henry: Sto così male…

odio questa scuola! Non vedo

 

l’ora che finiscano le lezioni.Io: Io invece oggi sto

 benissimo. È interessante che per determinare la densità diun corpo occorra considerareil rapporto della massarispetto al suo volume. Pensaun po’ cosa viene fuori: ladensità dell’acqua è un’unitàe la densità del ghiaccio èsolo nove decimi. Il ghiaccioè più leggero dell’acqua del10% e per questodell’iceberg è visibile solo la

 

sua punta (cioè proprio quel10% che è più leggerodell’acqua).

Henry: Sì, interessante…ma tu come lo sai?

Io: Ma ce l’hanno spiegatooggi alla lezione di fisica!

on ti ricordi?Henry: Caspita! (si gira

 per allontanarsi) Ciao!Io: Ciao ciao».

«Ma come convincere i

 

bambini a passare aun’alimentazione viva? Non è facile spiegareloro che primamangiavamo una cosa eora bisogna mangiarequest’altra».

Spieghi le cose come lecapisce lei. Anche i bambinicapiranno e persino meglio dilei. Certo, a condizione chenon siano stati portati adiventare consumatori

 

incalliti di prodotti sinteticida supermercato. Purtroppo,le cose sintetiche possiedonoun fascino perverso esuscitano una dipendenzanarcotica, per questo agliechi della natura autentica,ammesso che da qualche parte si facciano sentire,restano poche chances  difarsi ascoltare dall’intelletto. Non è nemmeno facile

 proteggersi dall’influenza deigenitori premurosi o da

 

quella dell’ambienteaggressivo dei coetanei, incui a nessuno viene in mentedi augurare a qualcun’altrodel bene.

Comunque sia, lacoercizione in materia dialimentazione dev’essereassolutamente evitata. Tuttoquello che lei può fare è dareil suo personale esempio

ositivo. Niente di più. Lacoercizione e la guerra con i

 

familiari, in qualsiasi formaesse si manifestino, non porteranno alcun frutto, anzi, potrebbero solo peggiorare lasituazione.

Riporto ancora un estrattodal libro di Butenko

ulinarnaja kniga syroeda(Il libro di cucina delcrudista). Ancora una volta,non posso farne a meno. È un brillante esempio di come i bambini si sappiano

 

destreggiare tra di loro. Gliadulti possono soloinvidiarli:

«Valja Butenko –   Unavolta, in terza elementare,abbiamo fatto “la festa della pizza”, un evento che per i bambini di terza ha unsignificato pari alla festa di

atale o di Capodanno. Ioero seduta con i miei amici estavo mangiando unamacedonia di mele, arance,

 

mirtilli, lamponi e miele,quando una ragazza diun’altra classe prese postoaccanto a me. Sapevo già per esperienza che dalla sua presenza ci si potevanoaspettare solo guai. – Guarda che bella pizza

che ho! – disse, facendomiroteare davanti al naso un pezzo di pizza dall’aspetto poco fresco. – Tu invece non ce l’hai! I

 

conigli non mangiano la pizza! – Se l’avessi voluto, avrei

avuto anch’io la pizza – dissiio – ma non ne ho bisogno. – Davvero? – chiese

sarcasticamente la miainterlocutrice. – E perché? – Beh, se proprio vuoi

saperlo – dissi con un sospiro  è perché la farina è stata

fatta con un granogeneticamente modificato,

 

impollinato da pesticidi cosìtossici che le persone chel’hanno trattato eranocostrette a indossare tute di protezione e maschereantigas. Il formaggio sullatua pizza è di qualche anno più vecchio di te e sembrache l’abbiano appena tiratofuori dalle scorte scadutedell’esercito. I pomodorisono stati raccolti ancoraverdi, sono stati messi infrigo e fatti diventare rossi

 

 per mezzo dell’etilene.Quanto al salame, è statofatto con la carne, gonfiata daormoni, di animali che eranostati prima tenuti in mezzo auna tale sporcizia chevomiteresti solo al vederlo.Personalmente non ho laminima voglia di mangiarequesti cibi. I miei genitoriconoscono il proprietariodella pizzeria, e lui gli hadetto che sta guadagnandoabbastanza bene proprio

 

 perché gli ingredienti per la pizza gli costano una miseria.

Le altre bambine sedute almio tavolo rimasero con la bocca aperta. La sera miamamma ricevette latelefonata di una signoraarrabbiata: voleva saperecosa avevo detto a sua figlia,che si ostinava a rifiutare lacena».

 Naturalmente questo non

 

significa che si debbanosmontare tutti quelli checercano di prenderti in giro.Anche perché, per risponderea tono, bisogna saperlo fare.Sapete cosa serve? Serve solosvegliarsi per tempo,guardare la scenadall’esterno e fare a se stessiun rapporto sobrio: capireche cosa sta accadendo inquel determinato momento.In altre parole, si richiede diavere una coscienza chiara.

 

Credo che ognuno possaammettere di essere riuscitoa trovare troppo tardi le parole giuste in risposta aun’offesa, e ciò non solo unavolta.

Ovviamente, queste duecitazioni di Valja Butenkodimostrano i vantaggi cheottiene una persona che sinutre di cibi vivi. Vedochiaramente, capiscochiaramente e mi esprimochiaramente. Sono libero,

 

tranquillo e sicuro di me.

«Ho compreso eaccettato il Transurfing immediatamente. Quelloche non sono riuscita acapire subito, invece, sono state le newsletters sulla cucina e l’acquaviva. In quel momentonon ero pronta. Ero follemente alla ricercadi qualcosa d’altro, diun qualche significato.

 

 Mi sono fattacoinvolgere da dottrinediverse, dopo di chenella mia vita sono sopraggiunte alcune piccole tragedie. Poi hocomprato il   Transurfingapocrifo e l’ho lettod’un fiato, senza peròriuscire ad assimilarlo perché, quasi per caso eimprovvisamente, mi sono ritrovata alle Maldive. Non so cosa

 

 sia successo, ma sonotornata a casacompletamente diversa!Ora è da nove mesi chemangio cibo vivo. Hoincluso nella mia dietal’olio di semi di lino,l’olio di cardo, il pollinedelle api, bevo infusi dierbe e sono passata allacosmesi naturale, sostituendo anche moltecreme con succhivegetali. Ho un aspetto

 

meraviglioso! Sonoorgogliosa di poter dire: più invecchio e piùringiovanisco. Ma sono disorientata! Nel mio ambiente nonc’è nessuno che abbialetto i libri sul Transurfing. Il mioragazzo se n’èinteressato ma mi haridato il libroliquidandolo come“pura demagogia”. Nel 

 

mio ambiente nessuno sinutre di cibi naturali evivi, nessuno condivideil mio punto di vista. Ionon lo impongo di certo,e rispondo con pazienzaa coloro che michiedono perché nonmangio l’uno o l’altro prodotto. È da nove mesiche ascolto sermoni sulla mancanza di proteine e di altrevitamine nella mia dieta

 

quotidiana. Io stomeglio di giorno in giorno, ma irrito tutti. Risultato: ho rovinato irapporti con i mieiamici, è in crisi la miavita privata, ovunque,intorno a me, colgoincomprensione».

 Non è lei a irritare tutti,ma è a lei che tutti dannofastidio perché lei non permette agli altri di essere

 

diversi da lei. Ecco cosasuccede: lei vuole che tutto ilsuo ambiente si interessi deisuoi hobby. Lo specchioall’inizio riflettesemplicemente il fatto che leidesidera proprio questo: “Iovoglio! Sì, è vero. Beh,continua a volere”. Poi lei siaccorge che il suo volere nonfa cambiare nulla. Leicontinua a desiderare, ma giàcon un tocco di irritazione emalcontento: “Ma perché

 

mai gli altri non vogliono lestesse cose che voglio io?”.Lo specchio di nuovo rifletteimpassibile la sua preoccupazione e irritazione.

Ora lei vede una fotodiversa: nel mondocircostante appaionosfumature di aggressività neisuoi confronti, inconseguenza del messaggioche lei stessa ha fattocircolare. La sua reazioneulteriore (assolutamente

 

naturale, ma nonconsapevole) è quella didifesa e contrattaccoall’aggressione esterna. Leiinizia a combattere, stando in piedi davanti allo specchio, enel riflesso cosa vede? Lastessa cosa: le sue proiezioni.

Anche nel mio mondonessuno si interessa diTransurfing. A casa mia la parola “Transurfing” nonviene nemmeno pronunciata.

 

E nessuno dei miei familiariè un appassionato dialimentazione a base di cibicrudi, se lo immagina?Tuttavia, questo non rovinain alcun modo i miei rapporticon loro. Perché? Perché nonimpongo ad alcuno la miavisione del mondo, noncomincio neanche a parlarne,ammesso che io non vengaesplicitamente interrogato.

La stessa cosa riguardal’alimentazione. Posso

 

sedermi alla stessa tavola dichi consuma carne e bevealcolici, mentre nei miei piatti e nel mio bicchiere c’ètutt’altro. Se una personasceglie di non mangiarecarne e non bere alcolici, puòdar motivi per la rottura di unrapporto?

Conosco molte personeche, al pari di me, rimangonofedeli alla loro scelta diregime alimentare nonostante

 

il fatto che i loro amici ofamiliari non la condividano.Bisogna solo seguire il primo principio del Transurfing: permettetevi di essere voistessi e permettete agli altridi essere loro stessi. Seinvece lei non si permette diessere se stessa, anche glialtri non glielo

ermetteranno, capisce?D’altra parte, quando si

rinuncia alla carne,all’alcool, al tabacco e ad

 

altre sostanze che suscitanodipendenza (la carne, tral’altro, è un forte narcotico),si passa a percepire lagamma più alta di vibrazionie quindi si potrebbe cessaredi essere in risonanza con lacompagnia precedente, si potrebbe finire per perdere illinguaggio che si aveva prima in comune. Per esempio, se una personasmette di bucarsi, non ha piùnulla da condividere con gli

 

amici tossicodipendenti cheaveva prima. Se smette di bere, non le interessa piùsocializzare con gli excompagni di bevute.

Tuttavia, se lei,cambiando, rimaneugualmente flessibile e riescea seguire il primo principiodel Transurfing, i suoi amicil’accetteranno così com’è eanche lei li accetterà cosìcome sono rimasti. E tra voici sarà ancora molto in

 

comune.Per esempio, i miei amici,

con i quali un tempo mifacevo delle belle bevute,non hanno smesso di essermiamici dopo che ho rinunciatoall’alcool. Per non parlare poi delle differenzefondamentali nei nostrimenù. Solo che molti dicoloro che hanno continuatoa bere ora sono già morti,mentre quelli che sono

 

ancora vivi hanno un bruttoaspetto, seri problemi con lasalute e in generale con laqualità della loro vita. Nel suo caso personale, o

lei non ha rispettato il primo principio e ha finito perciò per alienarsi dalla suacompagnia di amici, o il suoambiente ha smesso dicorrisponderle. Perché se ilmotivo della rottura è potutoessere un cambio di abitudinialimentari, c’è motivo di

 

chiedersi: ma mi servedavvero una compagnia delgenere?

Una volta sono statoimpressionato dal disinvoltoentusiasmo con cui una notafrequentatrice di salotti eanimatrice di feste miraccontava dei suoi problemi:

«– Oh, domani daremo unafesta: verranno tanti amici,dovremo preparare un saccodi cose, comprare vino,

 

carne, fare questo equest’altro, bla bla bla... – Ma tu non bevi, e non

mangi neanche carne.Il suo viso, per un

momento, fu contratto da unasmorfia di sincero sconcerto. – Beh, e allora? – Ma come sono i tuoi

amici, come sono? – Oh, loro sono così e così!

Bla bla bla bla…».

 

Mi capisce? È unatrasmissione di tutt’altrogenere. La mia conoscentenon si preoccupava se i suoiamici volessero o menoquello che voleva lei. Si

reoccupava semplicementedel suo mondo, e il suomondo si preoccupava per lei. Tutto qui. Smetta diinviare allo specchio le proiezioni delle sueaspettative, vedrà che il suoambiente la lascerà in pace.

 

Se poi ne avrà cura, riceveràdall’esterno la stessa cura.Un elementare Freiling.

RIEPILOGO

  I prodotti sintetici da supermercato possiedono un fascino perverso e provocano dipendenza.

  Bisogna assolutamente escludere un approccio di coercizione in materia di regime alimentare. Tutto quello che potete fare per convincere gli altri è 

 

presentare il vostro esempio personale positivo.

  Permettete a voi stessi di essere voi stessi e agli altri di essere diversi.

  Non cercate di discutere,imporre o dimostrare la vostra opinione. Non cercate di convertire il prossimo alla vostra fede.Cercate persone che condividano le vostre scelte.

NOTE A MARGINE

Nonostante tutti i vantaggi

 

offerti dai cibi vivi, vi esortoad avvicinarvi conattenzione e cautela aquesto campo e a nonbuttarvici a capofitto. Iostesso mantengo unaposizione moderata sullaquestione. I miei princìpisono l’equilibrio e lagradualità. Purtroppo, tra icrudisti si incontranotalvolta quelli di cui si puòdire: “Se costringi unosciocco a pregare, sispacca la fronte da solo”1

(parlo in generale, non inriferimento alle lettere cheho qui riportato).

 

La vita non èroba chimica in

vitro

«I medici dicono che ilatticini sonoassolutamente necessari per la salute dei denti e

 

dei capelli. In checondizione sono i suoidenti e i suoi capelli?».

La solita solfa sulla principale fonte di calcio,latte e latticini, è una solfa pura e semplice, peraltrofatta suonare non tanto dagliallevatori e dai mediciquanto dai produttori e daicommercianti. A loro, infatti,serve trovare sempre degliargomenti incisivi affinché la

 

gente apra con immutatacostanza e piacere il suo borsellino per acquistare lamerce.

I produttori e i distributorisono delle strutture così potenti da essere in grado dicreare qualsiasi mito. Setutto a un tratto, per qualchemotivo, la produzione di lattee il commercio di prodotticaseari diventasse pococonveniente, state pur certiche non perderebbero tempo

 

a comporre una nuova solfa,anzi, una canzone moltoconvincente, moltointelligente e bella, da far inmodo che tutti vi credano. Sitroverebbero subito anche gliesecutori, dalle stelle dello show business  ai professori.E gli acquirentil’ascolterebbero e direbbero:“Oh, ma che bella nuovaintelligente canzone!”. Ealtrettanto volentieri porterebbero al supermercato

 

i loro borsellini. Comesapete, è una cosa che si puòorganizzare in modosapiente, ed è quello che sifa.

Oltre alle canzoni,vengono composte anchestorie spaventose, storie delterrore.

«Se tu, non voglia Iddio, tirifiuterai di mangiare ilnostro delizioso “mogurt”, ticadranno tutti i capelli e ti

 

dovranno estrarre le unghie perché esse crescerannoall’interno! Se non ne vorraimangiare tanto, del nostronutriente “mogurt”, tidovranno mandare dalterribile e spaventosodentista, già pronto adaspettarti con le manichearrotolate e un paio di pinzein mano! Se continuerai aostinarti a pensare di poter sopravvivere senza il nostro benefico “mogurt”, sai cosa

 

ti succederà? Ti cadrannotutte le ossa e allora potraisolo strisciare come unaserpe mentre tutte le persone belle e in buona salute ti sifaranno intorno, tenendo inmano le loro tazzine dimiracoloso “mogurt”, erideranno di te e su di te punteranno il dito! Ma è proprio questo che vuoi?(“No, no, non lo voglio!”). Eallora mangia ancora di piùdel nostro “mogurt”, così

 

 benefico e naturale».

Inoltre, si compongonofalsi miti, trappole, dottrine eopinioni sfavorevoli per screditare gli altri.

 An apple a day keeps thedoctor away.  Una mela algiorno toglie il medico ditorno. No, sbagliato. Unamela al giorno e tolgo ilmedico di torno, vado adammazzarlo. Chi mangia

 

mele diventa uno psicopatico, si trasforma inun terribile terrorista! No,sbagliato. Una goccia dinicotina uccide un cavallo,una mela uccide il medico.

on mangiate mele, fannomalissimo!

Insomma, cose del genere.Io personalmente preferiscocredere alla Natura, perchéessa non è alla ricerca di benefici personali, non

 

compone canzoni e nonallestisce alcuno spettacolo.In natura di latte si nutronosolo i neonati, per di più dellatte della loro madri e nonaltrui.

Inoltre, ho la tendenza averificare tutto sulla miaesperienza. Quando i prodottidi origine animale sono stati

radualmente esclusi  dallamia dieta e sostituiti  converdure vive, tutti i problemicon i denti si sono risolti da

 

soli, senza il coinvolgimentodi “un terribile e spaventosodentista”. Alcuni denti mihanno creato disturbo masono caduti da soli e in modocompletamente indolore enaturale, e al loro posto nesono spuntati di nuovi.Presso i crudisti fenomenidel genere non sono unararità, però solo pressocoloro che non vanno agliestremi e si alimentano inmodo equilibrato e

 

eterogeneo.

I miei capelli sono folti eforti come li avevo ingioventù, e non si stannoincanutendo, anche sesarebbe già ora. Sul viso nonc’è accenno di rughe e ciònon è indizio di mie particolari caratteristicheindividuali. Al contrario,nella mia vita c’è stato un periodo in cui i segni deltempo, brutti denti, rughe,

 

capelli grigi, avevanocominciato a manifestarsi piuttosto chiaramente. Ma poi, con mia grande sorpresa,ho scoperto che i processidegenerativi si possono nonsolo fermare, ma addiritturainvertire. L’ho scopertoquando nella mia dieta hannocominciato a prevalere cibivegetali vivi di vario tipo. Èemerso che, se si ritorna alleleggi della Natura, sirisveglia nel corpo la

 

capacità di rigenerarsi.Molto, se non tutto, siripristina e torna allanormalità.

Ma sottolineo ancora unavolta: non bisogna andareagli estremi. L’alimentazionedev’essere, soprattutto, variae nutriente, e non da fanatici,come succede quandoqualcuno sente vagamente parlare delle meraviglie delcibo vivo e comincia anutrirsi di sole mele. La

 

transizione dev’esseregraduale e naturale. Il principio di fondo nondev’essere né la limitazione,né la rinuncia a mangiarecerti cibi, ma la sostituzionegraduale di alcuni cibi conaltri. Non abbiate fretta a

rinunciare al formaggio, allaricotta, alle uova e al burro,se sentite che non sieteancora pronti. E ricordatevi

 

che un valore particolare ècontenuto non tanto nellafrutta e nella verdura quantonei vegetali verdi in foglia,nei germogli di cereali enelle alghe di mare. Per contenuto di vitamine,minerali e altre sostanzenutrienti, i vegetali verdi infoglia superano le altreverdure di decine o centinaiadi volte. È vero, tuttavia, chenon si può mangiare tantaerba da sola: è difficile e non

 

è particolarmente gustoso.Ma è stata già studiata unavia di uscita: frullati verdi ezuppe verdi. Di questo si è parlato dettagliatamente nell i b r o ApokrifičeskijTranserfing   [versioneitaliana ne Il Transurfing vivo].

«Ho 22 anni e da sempre sono impegnato inattività sportive. Ora gioco a calcio, e mi

 

alleno regolarmente in palestra per “faremassa”. Domanda: daquali fonti, essendo ioun sostenitore del crudismo, possoricavare le proteinenecessarie per lacrescita muscolare? Miamamma, che è un buondottore di formazione emi vuole molto bene,dice che senza proteineanimali non si può avere

 

alcuna crescitamuscolare».

A questa domanda ho giàrisposto molte volte, ma ilettori continuano a pormela.Certo, sua madre ha ragione.

essuna mamma in naturanutrirebbe il proprio figliovitello con della carne o il proprio figlio tigrotto condell’erba. La questione è: diquale essere vivente si tratta,con che cosa è stato svezzato

 

e con che cosa è statocresciuto?

Perché un individuo,quando rinuncia ai cibianimali cotti e passa a unregime alimentarevegetariano e vivo, subisceuna forte perdita di peso,soprattutto se il passaggio è brusco?

Qui hanno luogo due processi. In primo luogo, ilcibo vivo non blocca il

 

meccanismo di escrezionedelle tossine e delle scorie,così come invece succedecon il cibo bollito (morto), e,al contrario, lo corrobora.Prima nell’organismoentravano alimenti distruttidal fuoco, quasi velenosi. Ilcibo cotto è tossico per suanatura. La sostanza morta èmorta. Giudicate voi: checos’è la vita e che cos’è lamorte?

Confrontate ogni essenza

 

vivente con l’essenza morta.Per qualche motivo sentiamoe capiamo ancora molto benela differenza tra un esserevivente e un cadavere, equesta differenza fa una forteimpressione quando gli occhivedono davanti a sé uncadavere o una piantaappassita, morta. La morte si presenta come uno spettacolomolto sgradevole eassolutamente nonappetitoso. Non è vero?

 

Però, quando il discorsoarriva fino alla tavola da pranzo, per qualche motivoce ne dimentichiamoimmediatamente. Questa è laforza dell’abitudine,inoculata fin dalla nascita.Questo è lo stereotipo, ilmodello mentale formatodalla società. Immaginateviil cadavere bollito di unuomo. Non l’avete mai visto?Disgustoso solo al pensarci?Ma è forse qualcosa di

 

fondamentalmente diversodal cadavere bollito di unagallina? Non proseguiremo oltre

nella differenziazione tra lasostanza viva e quella morta.Pensateci solo un po’: cosatocca fare all’organismo conil cibo morto? La Natura non poteva prevedere unasituazione in cui a una suacreatura venisse in mente diuccidere il cibo con il fuoco.Ma per ogni eventualità ha

 

 predisposto una grandequantità di riserva e diresistenza. In questo sensosiamo molto più perfetti diqualsiasi altro animale. Se unanimale venisse sottoposto atutti quegli eccessi estremi ea quelle violazioni delle leggidella natura cui si sottoponel’uomo, non vivrebbe alungo.

Ebbene, il corpo ècostretto ad assimilare in

 

qualche modo il cibo morto, poiché è stato messo in talicondizioni. Essosemplicemente non ha altrascelta. E affronta questocompito con successoalterno, grazie alla riserva diresistenza e di preparazionealle situazioni estreme cheesso possiede. D’altra parte,tale preparazione non èsufficiente nel caso in cui lasituazione estrema si protraesse per tutto il tempo,

 

 per sempre. Capite?L’organismo non è in gradodi espellere costantemente irifiuti risultantidall’elaborazione del cibomorto. Dopo tutto, lasostanza morta è sostanzamorta. Il cibo non è solo unamateria prima chimica, unamiscela di certe molecole, dicerte sostanze utili.L’organismo non è solo unimpianto chimico, in cuidalla materia prima vengono

 

 prodotti dei materiali. E lavita non è un semplicecomplesso di reazionichimiche.

Tutto è molto piùcomplicato. Persino lascienza, nonostante fino adora non sia riuscita a spiegarecosa sia la vita, è d’accordo.

a sostanza viva dev’esserealimentata dalla sostanzaviva.  Questa è la leggeassoluta della Natura. Anchele piante, le uniche creature,

 

tra tutte quelle viventi, ingrado di ricavare sostanzenutrienti direttamente daiminerali, si nutrono diminerali vivi e non di quellimorti! Provate a far crescereuna pianta da appartamentoin un vaso contenente dellaterra dopo aver fatto“cuocere” questo vaso nelforno e averci poi piantato ilgermoglio: la pianta morirà.Perché la sostanza morta èsostanza morta. La pianta

 

non ha le risorse di cuidispone l’uomo, che puòassimilare la sostanza mortae tramutarla in viva.

Ripeto: la vita non èchimica in vitro. L’uomo, per ogni pasto che fa a base dicibo morto, è costretto aconsumare una parte della sua energia vitale. Al livellointeso dalla scienza di oggi,si tratta dell’energia dienzimi vivi. Ma non è ancoratutto, la situazione è molto

 

 più complessa. Anche glienzimi non sono semplicireattivi chimici ma sostanzeviventi, con la loro luce, laloro aura. Essi rimangono invita per qualche tempo anchein un corpo che è statoabbandonato dall’anima. Mase si frigge questo corpo, divivo non resta nulla.

D u n q u e , l’organismo ècostretto a distribuire dovecapita i rifiuti derivanti dalla

 

trasformazione del cibomorto, poiché le sue risorsenon consentono di eliminaretutto.  In fin dei conti, in unmodo o in un altro nel sangueentrano sia le sostanze viveche quelle morte, ciò che ènecessario e ciò che èsuperfluo, ciò che può essereassorbito e ciò che invecenon può esserlo. La Natura,ancora una volta, non poteva prevedere che l’uomo,lasciandosi appassionare

 

dalla chimica, sarebbe statocosì pazzo da introdurla nellasfera della sua esistenza, e in particolare nel cibo.L’organismo imbuca tuttaquesta zavorra in giro per ilcorpo, dove trova posto, edessa si accumula ovunque nelcorso di tutta la vita. Uncorpo pesante, se non si trattadel fisico di un sollevatore di pesi, testimonia proprio della presenza di questa zavorra, enon è indizio di salute e forza

 

dei muscoli.Quando si passa a

un’alimentazione a base dirodotti vivi, si innesca un

meccanismo di auto-depurazione.  Le riserve deisistemi escretori si liberano el’organismo comincialentamente a estrarre da ognisuo angolo e a espellere lescorie accumulate nel corsodegli anni. Proprio comesuccede con le masserizieche ingombrano una vecchia

 

casa e i cui abitanti, ormai inmarasma senile, continuanoimperterriti ad accumulare.

Quindi, il primo processoresponsabile della perdita di peso è la depurazione. Ladepurazione può durare anni,giacché i detriti si sonoaccumulati nel corso deglianni. Non è così facilesbarazzarsi di questiammassi, lo posso dire per esperienza personale. Per 

 

quanta attenzione io abbiadedicato alla depurazione delmio organismo e alla sanaalimentazione, a tutt’oggivedo e sento come da essocontinuino a fuoriuscire leschifezze che prima avevointrodotto con tanta alacrità.

Lo potete constatare di persona: è come se lo spiritodi una cosa, che magari nonconsumate già da tempo,fuoriuscisse dal vostroorganismo. Può trattarsi di

 

un’eruttazione da birra, diun’effimera sensazione digusto di tabacco, vino o patatine fritte… Da dove proverrebbe questasensazione se avete smessoda tempo di introdurre questi prodotti? Si tratta proprio diquesto, dello spirito del prodotto morto e tossico, insenso letterale e figurato:esso viene esplulso come lescorie e le tossine a livellocorporale, e come imprint 

 

(l’impronta introdotta) alivello mentale. Dopo di che,questo prodotto cessacompletamente di essere“desiderato”. Se ancora oggiavete voglia di salame, per esempio, o di patate fritte,significa che le tossine diquesti prodotti circolanoancora nel vostro corpo.

Insieme alla depurazione prende avvio un secondo processo, la sostituzione. La

 

sostituzione di cosa concosa? Provate a pensare: incosa si differenzia l’uomo daun animale erbivoro, dellacui carne egli si nutre? Sidifferenzia letteralmentenella carne. Essi si trovano alivelli diversi della piramidealimentare e hanno tuttodiverso, la digestione, lacarne, le ossa e la coscienza.

E ora immaginate chequest’uomo,improvvisamente, senza

 

alcuna ragione apparente,cessi di mangiare cibi diorigine animale e cominci amangiare solo cibi vegetali, per di più non bolliti, come prima, ma crudi. Cosa glisuccederebbe? Il suoorganismo innanzituttosperimenterebbe un forteshock. Che sta succedendo?Esso sarebbe confuso, noncapirebbe quello che gliviene richiesto. Poi,ritornando in sé,

 

comincerebbe a occuparsid e l l a ristrutturazione

enerale di tutto se stesso.L’organismo sarebbecostretto a sottomettersi, perché con le leggi della

atura c’è poco da discuteree dovrebbe trasferirsi aun’altro scalino della piramide, con tutti i profondicambiamenti che ciòrichiederebbe. La forma,forse, resterebbe invariata,ma il contenuto, il materiale,

 

sarebbe completamentediverso. Nell’organismo si

 produrrebbero dunque due processi, la depurazione  e la sostituzione. Unaristrutturazione non daridere. Che cosa neconsegue?

RIEPILOGO

  Gli stereotipi in tema di alimentazione sono 

 

fondamentalmente promossi dai produttori e dai commercianti di alimenti.

  La Natura non cerca vantaggi, non compone canzoni e non allestisce spettacoli. In Natura, solo i neonati si nutrono di latte,del latte della loro madre e non di quello delle altre.

  Un’alimentazione a base di cibi vivi assicura capelli voluminosi, contrasta la canizie e fa crescere nuovi denti. Ma solo se il regime alimentare è vario e completo. E, anche in questo caso, non da subito.

 

  Se si ritorna alle leggi della Natura, nell’organismo si risveglia la capacità di rigenerarsi.

  La transizione dev’essere graduale e naturale. Il principio di base non dovrà essere né la limitazione, né la rinuncia a un cibo, ma la sostituzione graduale di un cibo con un altro fino a completa eliminazione dei cibi nocivi.

  Non abbiate fretta di rinunciare a formaggio,ricotta, uova e burro, se sentite di non essere ancora pronti per questo passo.

 

  Un valore particolare hanno le verdure verdi fresche in foglia, i germogli di cereali e le alghe marine, più ancora che frutta e ortaggi.

  Il cibo non è semplicemente della materia prima chimica,ma una miscela di molecole e sostanze particolarmente utili per l’organismo.

  L’organismo non è solo un impianto chimico in cui dalle materie prime si producono materiali.

  La vita non è solo un complesso di reazioni chimiche.

 

  L’uomo, per ogni assunzione di cibo morto,deve spendere parte della sua energia vitale.

  L’organismo è costretto a imbucare i rifiuti derivanti dalla lavorazione del cibo morto in tutti gli interstizi che trova, perché le sue risorse non gli consentono di espellere tutto.

  Le sostanze vive devono nutrirsi di sostanze vive.

  Quando una persona passa ad alimentarsi con cibi vivi,si innescano dei meccanismi di auto- depurazione dell’organismo.

 

  La pulizia può durare anni.Del resto, anche le scorie si sono accumulate nel corso degli anni.

  L’organismo si appresta a occuparsi della ristrutturazione generale di se stesso.

NOTE A MARGINE

I mezzi di comunicazione dimassa del sistema viconvinceranno che il cibovivo è una brutta modalanciata da persone pocosane nella mente e nel

 

corpo. Vi mostreranno uncrudista patito (ce ne sonoabbastanza) vicino a unpersonaggio fiorente eprospero per il fatto dimangiare “come tutte lepersone normali”. È veroperò che talvolta imangiatori di carne e icrudisti si equivalgono. Gliuni possono eccellere inignoranza, apertamenzogna, tendenziosità ediffamazione, gli altri inristrettezza mentale,fissazione e irrazionalefanatismo. L’ignoranza, difatto, è una grande forza!

 

Il principio dellasocietà

Ci siamo fermati al puntoin cui si diceva che quandol’organismo passa a unregime alimentare basato sucibi vegetali freschi, in essoavviene una ristrutturazione

 

enerale, accompagnata da processi di depurazione e sostituzione. La zavorra dellescorie e delle tossineaccumulate nel corso di moltianni viene espulsa esostituita da un corpoletteralmente nuovo,costituito da un nuovobiomateriale, che dispone giàdi un nuovo metabolismo e unnuovo meccanismo didigestione. Non si può affermare che

 

il meccanismo delladigestione e del metabolismocambi in maniera radicale,tuttavia un cambiamentosignificativo della microflorasimbiotica e già il fatto che icibi vegetali crudi inizino aessere completamenteassimilati, parlano da sé.

Vi chiedo, cari lettori, diattivare ora la vostraattenzione e comprendere ilsignificato delle

 

formulazioni sopra riportate.Capite davvero di che cosa sista parlando? Non si tratta diuna dieta, né di uncambiamento superficialedelle proprie abitudinealimentari e nemmeno divegetarianismo, che ammette prodotti lattiero-caseari e iltrattamento termico. Si parladi un passaggio a un diversolivello della piramidealimentare,  con tutte leconseguenze che ne derivano.

 

 Nel capitolo precedente(pubblicato nella newsletter )ho menzionato questo fattosenza però accentuarlo, esembra che nessuno si siaaccorto che “nel sogno eraavvenuto qualcosa distraordinario”. Al contrario,molti si sono interessati soloai nuovi denti. Ma i denti nonsono niente, sono solo “uneffetto collaterale” dellatransizione. Il discorso verte sull’essenziale capacità

 

dell’organismo dirigenerarsi, nel senso che i processi degenerativi possono essere invertiti.Proprio questa è la questionefondamentale.

Certo, per ora èimpossibile dichiararecategoricamente la possibilità di unarigenerazione al 100%, anchese nella storia ci sono staticasi relativi alla ricrescita diarti perduti nell’uomo, come

 

succede con le salamandre.Ma già i processi chesperimento su me stessodanno tante speranze, quindiil punto di vista della scienzaufficiale su quest’argomento per me non è di alcuninteresse.

Per qualche ragione,dell’alimentazione a base dicibi vivi come di un passaggio a un gradinodiverso della piramide

 

nessuno ha mai parlatochiaramente. E nemmeno io,fino ad ora, ne ho parlato inquesta prospettiva, per nonscioccare troppo il pubblico eintrodurre nel modo piùmorbido possibile tutti gliinteressati al tema. Ma pensoche sia giunto il momento dichiamare le cose col loronome.

Lì, su quel gradino della piramide, la gente è giàmolto diversa. Con un’altra

 

visione del mondo, un’altra percezione, energia, salute,intelligenza, qualità dellavita, con un altro corpo,infine. È una specie di clubd’élite, tenendo presente i privilegi straordinari cheesso offre. E, a differenza dialtri club privilegiati,chiunque voglia puòaccedervi (e in qualsiasimomento può uscirne, nontrattandosi di una setta).

 

Ma per un passo cosìstraordinario devonosussistere delle buoneragioni. Vi pare uno scherzo passare a un altro gradinodella piramide, tanto piùnella nostra società,zombizzata da stereotipiradicati? Sorgono spontaneetre domande ragionevoli:

1.  Quali sono i vantaggi diquesto passo?

2.  Com’è possibile farlo?

 

3.  Ed è possibile, ingenerale, farlo?

Rispondendo alla primadomanda, elenchiamo i principali vantaggi: un corpo pulito e sano, un potenteintelletto e una coscienzachiara, una buona formafisica, una mente sana, unorganismo libero da parassiti,libertà da dipendenze da ciboe da altri prodotti,superamento di malattie

 

croniche e degenerative comele malattie cardiovascolari, ilcancro, il diabete, l’artrite,l’AIDS, l’obesità, le allergie,la depressione, lanevrastenia, l’infertilità,l’invecchiamento precoce, lostress, la stanchezza cronicaecc, e per coronare il tutto, ecome naturale conseguenza,il potenziamento del tonovitale e della qualità dellavita in generale. Se si possano considerare tutti

 

questi motivi abbastanzaconvincenti o meno,giudicate voi stessi.

Se invece si consideral’alimentazione viva comeuna delle componenti delTransurfing, il vantaggioevidente in questo caso èquello di aumentare l’energiae la chiarificazione dellacoscienza, aspetti che per ilcontrollo del sogno a occhiaperti, cioè della realtà, siritengono di prima necessità.

 

Si inizia a vedere e capire ciòche gli altri non vedono enon capiscono.

L’acquisizione di almenouno di detti benefici permettedi ottenere un vantaggio suglialtri che di tali benefici nongodono. In generale, quandoabbandonate i ranghi ecominciate a fare qualcosa didiverso da quello che fannogli altri, otterretesicuramente qualche

 

vantaggio. Dovrebbe esservinoto dai principi delTransurfing. Ricordate laregola del pendolo “fai comefaccio io”?

Coloro che marciano nellefile comuni obbedisconociecamente al seguente principio: se tutti pensanocosì e fanno così, allora è

iusto.  Su questo principio,in sostanza, si regge lasocietà, ma esso è lungidall’essere giusto.

 

L’incremento di malattiedegenerative, per esempio,statisticamente è chiaramentecorrelato alla comparsa e allosviluppo di nuove tecnologiedi preparazione dei cibi,come la conservazione, laraffinazione e ogni forma ditrattamento chimico. Oggi letecnologie alimentari non sisviluppano per motivi legatia uno stile sano dialimentazione, ma perché il 

 

rodotto è buono, è praticoda usare, è di moda, loconsumano tutti.

Forse, tanto tempo fa, lecose andarono in questomodo: a qualcuno venne inmente di eliminare daicereali e dal riso l’involucroe il germe, cioè le sostanze più nutrienti. Così i prodottidel grano diventarono dicolore bianco, morbidi esoffici.

 

Può darsi che un giornoqualcuno sia andato a far visita a qualcun altro, abbiavisto delle focaccine invitantie un bel riso bianco e abbia pensato: che meraviglia! Livoglio anch’io! E cosìl’hanno voluto tutti e cihanno fatto l’abitudine. Soloche poi sono cominciate lemalattie. Ma a nessuno èvenuto in mente di collegarel’emergere di nuove malattieai mutamenti della

 

tecnologia alimentare. Quasinessuno ci ha pensato e ancheoggi solo poche persone ci pensano. La gente mangia e si ammala. Si ammala emangia.

È interessante osservareche nella Francia medievale, patria della cucina raffinata,una grande ciotola di insalataverde era il piatto principalee quotidiano della gentecomune. Il popolo si nutrivadi cibo naturale e integrale.

 

Le delizie culinarie eranoconsiderate un privilegiodella nobiltà. Proprio per inobili lo chef cercava dicucinare dei piatti speciali,mentre lui stesso e il restodella servitù, seduti incucina, mangiavano intereciotole di insalate fatte conerbe diverse. Nel menudestinato ai signori, invece,queste stesse erbe venivanousate solo come spezie ocome ornamento.

 

Ebbene, le malattie e i varitipi di disturbi, a quel tempo,erano un segno distintivo delceto aristocratico. Eraaddirittura di moda sfoggiareun volto pallido e i signori passavano tutto il giorno aletto a lamentarsi, spossatidalla malinconia tipica“dell’alta società” e da unmalessere generale. Per contro, un aspetto sano everace, un volto abbronzato,erano un tratto caratteristico

 

del volgo. Le personesemplici non avevano iltempo di ammalarsi, erano piene di forze, lavoravanotutto il giorno come se nientefosse e la sera trovavanosenza problemi l’energia per scambiarsi tenerezze neifienili.

Con il tempo, però, lacucina elaborata si diffuseovunque, e ciò anche graziealla moda. I cibi in scatola,ad esempio, furono inventati

 

allo scopo di rifornire letruppe di Napoleone di viveri pratici da consumare. Ma poientrarono in voga come unodei risultati del progresso. Miimmagino una tavolata di persone servite da scatolamedi ogni sorta. Probabilmenteallora anche a tavola si parlava di prodotti in scatola:“Quali cibi in scatola avete provato oggi? Noi abbiamoassaggiato questi e questialtri. Cosa? Non mangiate

 

cibi in scatola? Ma sieteveramente indietro con itempi!”.

All’inizio la tecnologia diconservazione alimentare silimitava a un prolungatotrattamento termico. Piùtardi, però, vennero inventatianche i vari tipi diconservanti, esaltatori disapidità, aromi, additivi.

Questo tipo dialimentazione non crea

 

semplicemente un’abitudine,ma qualcosa di più. Essa provoca una fortissimadipendenza narcotica, unadipendenza da cibo. Nonsolo, ma, fatto ancora piùimportante, emerge che lacosa è conveniente per tutti, produttori, distributori econsumatori. Sono tuttidipendenti dalla stessasostanza. Da cui ognuno traei suoi benefici. E, di nuovo:la gente mangia e poi sta

 

male, sta male e mangia.Si ha l’impressione che

l’uomo moderno non sia unomo Sapiens  ma un tipo

umano addomesticato,domato e appositamentenutrito DA QUALCUNO. Unessere che non si rende contodel cibo con cui viene nutritoe del motivo per cui vienenutrito. Un Homo Mansuetus,un uomo domestico possedutoda un padrone. Qui,ovviamente, lavoro di

 

fantasia. Di fatto questoQUALCUNO non è unindividuo ma il sistema, la“matrix”. La sostanzacomunque non cambia.

Il sistema è interessato afar marciare tutti nella stessafila. Gestire questa fila è particolarmente semplice, sesono tutti legati alla stessamangiatoia. Ed è ancor piùfacile se tutti aspirano aglistessi fini surrogati e hanno

 

le stesse paure. Provate adare un’occhiata ai massmedia. Vedrete un quadro insostanza assai primitivo: daun lato, da tutti gli schermi eda tutte le copertine ci vieneimposto il culto del successoe del consumo,  mentredall’altro lato veniamos p a v e n t a t i da notizieangoscianti. È così che vienemantenuto l’ordine nelle file.

Dunque, come uscire dalle

 

file comuni per smettere dimarciare dietro al successodelle altre persone edirigersi, invece, alla ricercadel proprio? A questo fine ènecessario scardinare il principio della società, cioècessare di credere che “se loanno tutti, allora è giusto”.

In un certo senso, una talemossa può essere vista comeuna sorta di hacking del  sistema operativo della società, di una società che

 

alletta costantemente la gentesbandierando i successi altruie allo stesso tempo lamantiene entro determinaticonfini, la costringe aoperare secondo undeterminato programma,sprofondandola e tenendolaimmersa in un sognocollettivo. Liberandovi daquesto programma sarete ingrado di creare il vostro programma personale, che potrete integrare poi nel

 

sistema in modo tale chequest’ultimo funzioni per voie non viceversa. Sarà cosìche un giorno il vostrosuccesso diventerà punto diriferimento per gli altri,rimasti ancora intrappolatinelle spire dell’algoritmo.

RIEPILOGO

  Il vecchio corpo viene letteralmente sostituito da un corpo nuovo, costituito 

 

da un nuovo biomateriale e già dotato di un nuovo meccanismo di digestione e metabolismo.

  Non si tratta di una dieta né di un cambiamento superficiale del menù quotidiano, e neanche di vegetarianismo, che ammette i prodotti lattiero- caseari e il trattamento con il fuoco. È invece un passaggio a un diverso livello della piramide alimentare, un regime di alimentazione e di esistenza nuovo in linea di principio.

  Si tratta della fondamentale 

 

capacità dell’organismo di rigenerarsi, nel senso che i processi degenerativi possono essere invertiti.

  La coscienza diventa chiara, si comincia a vedere e a capire ciò che gli altri non vedono e non capiscono.

  Quando si abbandonano le file comuni e si inizia a fare qualcosa di diverso da quello che fanno gli altri, si ottiene sicuramente qualche vantaggio.

  Il principio della società è: se tutti la pensano così e fanno così, allora è giusto.

 

  La crescita di malattie degenerative è chiaramente correlata statisticamente con la comparsa e lo sviluppo di tecnologie alimentari.

  Pochi pensano a questa correlazione. Mangiano e si ammalano. Si ammalano e mangiano.

  Il cibo sintetico provoca uno stato di estrema dipendenza, un attaccamento narcotico al mangiare.

  Tutti dipendono dallo stesso narcotico e ognuno ottiene i benefici che gli servono. Ma 

 

ancora una volta: mangiano e si ammalano, si ammalano e mangiano.

  L’uomo moderno, ritenuto un tempo indipendente e sapiens, è ora un tipo addomesticato, domato e intenzionalmente svezzato dal sistema.

  Il sistema è interessato a far marciare tutti nelle stesse file. Gestire queste file è particolarmente facile se tutti si fanno spaventare dalle stesse storie dell’orrore, se tutti perseguono gli stessi obiettivi e sono attaccati 

 

alla stessa mangiatoia.  Per cessare di marciare 

dietro al successo altrui e dirigersi alla ricerca del proprio, occorre scardinare il principio della società secondo cui “se tutti fanno così, allora è giusto”.

NOTE A MARGINE

Oggettivamente mi trovo atrattare questi temi non perparticolare attaccamentoalla causa “verde”, maperché, per controllare larealtà, è necessario prima

 

di tutto sapere come sipresenta questa realtà.

 

La sostanza vivae quella morta

Continuiamo il tema deicapitoli precedenti. Tra ivantaggi offerti dal passaggioa un nuovo gradino della piramide alimentare si possono elencare molti

 

 benefici piacevoli.Per le donne ciò significa,

soprattutto, l’eliminazionedel problema dellem e s t r u a z i o n i , realmenteinnaturale e illogico,unitamente all’assenza digestosi in gravidanza e alla presenza di un parto indolore.

Ecco cosa scrive in proposito il dottor ArnoldEhret:

 

«Quando l’organismo femminile vienecompletamente depuratoda una dieta di guarigione, lemestruazioni cessano. Nelle Sacre Scritturequesto fenomeno sichiama proprio così,“depurazione”, cioècessazione della scadenza mensile di sangue impuro con scorie.

 

Tutte le mie pazienti,che hanno seguito un processo di depurazionetramite la dieta di guarigione(alimentazione viva),hanno riferito che lemestruazionidiventavano sempre piùrare, con intervalli didue, tre, quattro mesi, fino a scomparire del tutto. Il mal di testa, il mal di

 

denti, la nausea e tutti gli altri cosiddetti“malesseri” tipici dello stato di gravidanzacessano, il parto avviene senza dolore e il neonato che viene allaluce è insolitamente“pulito” rispetto aglialtri; la madre produce,a sufficienza, un lattemolto dolce; hoosservato tutto questo indonne che seguivano la

 

dieta di guarigione. Non si consiglia dicambiare radicalmentela propria alimentazionedurante la gravidanza ol’allattamento al seno.Ciò dovrebbe essere fatto almeno due o tremesi prima del concepimento»1.

Un’utile acquisizione per gli uomini sarà un marcatoaumento della stabilità della

 

 psiche contro le influenzeesterne, o, in altre parole, unincremento della capacità diresistenza allo stress .Compare un caratteristicosenso di serena fiducia in sestessi, un senso di Forza,equilibrio, depurato da isteriee aggressività ingiustificate.

Come sapete, in qualsiasisituazione difficile, conflitticompresi, la qualità più preziosa è costituita

 

dall’autocontrollo e dallacapacità di contenersi, piuttosto che dalla forzafisica. Ma coltivarel’autocontrollo è più difficileche pomparsi i muscoli.Dunque, la fiducia in sestessi viene inoculata,stranamente, non da un pezzodi carne ma da verdure verdiin foglia fresche. Non tantola frutta e verdura quanto proprio le verdure verdi infoglia fresche meglio di tutto

 

stabilizzano il sistemanervoso. Perché? Proverò aspiegarlo.

 Non si può dire che,insieme al cibo vivo,l’organismo riceva una certaforza. In questo caso, la forzanon arriva ma viene liberata.Confrontate la volontà e la psiche di una persona sana edi un tossicodipendente.L’euforia e l’incremento diforze nel tossicodipendente si

 

manifestano per poco. Per lamaggior parte del tempo egliè in uno stato di recessione,di astinenza. La sua energia èsimile a un secchio bucherellato: gli servono dosisempre nuove per compensare le perdite. Lostato di intossicazione loderuba di forze e siripercuote moltonegativamente sul suosistema nervoso, rendendoloinstabile e debole.

 

L’impatto del cibo mortonon si manifesta cosìchiaramente come avvienecon le droghe pesanti, ma lalogica è assolutamentesimile. Tutto dipende dalletossine che, in un modo onell’altro, si vengono aformare. L’assunzione diqualsiasi sostanza che provochi intossicazionecomporta sempre uno stato diastinenza, il quale richiedenuove dosi necessarie per 

 

frenare questa stessaintossicazione. Ci si vuole dinuovo bucare, si vuole ancora bere, fumare o mangiare,l’oggetto della dipendenzanon fa differenza, la natura èla stessa. Ma se le cosestanno veramente così, perché le persone vivonofelici e contente(relativamente, s’intende)mentre dovrebbero essersigià avvelenate? O perché, per esempio, una persona può

 

fumare per lungo temposenza conseguenze pesanti e,cosa più importante, rapide,considerando che il fumo ditabacco contiene un centinaiodi veleni diversi?

Il fatto è che l’organismoha la capacità di incapsularele tossine che non ha avuto iltempo di espellere e dificcarle dove capita, a pattoche sia il più lontano possibile dagli organi vitali.Allo stesso modo, in fretta e

 

furia, ma non per disperazione sebbene per grande stupidità, l’uomoseppellisce i rifiuti chimici,cercando di allontanarseli il più possibile dalla vista. Macome i barili di sostanzetossiche sul fondo del Mar Baltico non possono star lì per sempre, allo stesso modogiungerà inevitabilmente ilmomento in cui le pareti deidepositi tossicidell’organismo si

 

sfalderanno. Nel frattempo, però, tutto si limita a unostato di sbornia continua.

Il cibo vivo, a differenza diquello morto, non è tossico.La sostanza viva è viva, èsempre fresca e pulita. Unaqualsiasi pianta viva è più pulita di una qualsiasi pappetta di cereali (kaša)morta, per quanto “benefica estrabenefica” essa sia. Lasostanza morta è sempre,almeno un po’, già impura.

 

Perché la sostanza morta èmorta. La foglia verde è inassoluto la manifestazione primaria e più perfetta di unaforma superiore di vita. Nellafoglia verde è contenuto unenorme potenziale, un

rogramma per lo sviluppo.In una foglia morta la vita ègià finita. Dove la vitafinisce, prende avvio un processo di decadimento, di putrefazione. La vita e ildecadimento sono due

 

 processi opposti, suddivisi dauna linea di demarcazionesottile ma assolutamentedefinita nel suo significato.

In piedi, di fronte allospecchio, capite perfettamente la differenzatra realtà e immagineriflessa. Sapete che lospecchio ha un limite, la suasuperficie, da un lato dellaquale c’è una cosa, mentredall’altro ce n’è un’altracompletamente diversa. In

 

 piedi, di fronte a un corpomorto, distinguete in modoaltrettanto netto la differenzatra la vita e la morte. E ciò vifa persino impressione. Maquando il discorso sconfinanel cibo, la capacità disentire questo limitescompare del tutto. Le persone sono così abituate alcibo morto da non riuscire più a distinguere una melafresca da una mela cotta.Ovvero, capiscono che si

 

tratta di consistenza e saporediversi. Ma la comprensionedel confine stesso, cioè di ciòche contraddistingue in lineadi principio  la sostanza vivada quella morta, ècompletamente assente.

La vita, nella sua essenza,sottintende la presenza di un potenziale, di una possibilitàdi ripristino e sviluppo. Maquando il limite tra vivo emorto è superato, si innescaun programma di

 

degenerazione, didisfacimento. Da qui provengono le scorie tossichecome parte integrante delcibo morto. E dove c’èintossicazione, ripeto, ci sonoastinenza, fuga di forze,soppressione della volontà,disfunzione del sistemanervoso. Il buco nel“secchio” è come un buconell’Anima, un buco cherichiede continuamente divenir tappato con qualcosa.

 

In realtà, il cibo bollito(morto) non aveva unimpatto così dannoso sulcorpo umano mentrecontinuava, per secoli esecoli, a rimanere naturale.Le riserve del corpo umanosono sorprendentementeenormi, ma con l’avvento elo sviluppo di metoditecnologici di trasformazionedei prodotti alimentari, lasituazione è andata peggiorando di anno in anno.

 

Una caratteristica della psiche dei bambini di oggi,vale a dire l’iperattività e il connesso deficit diattenzione, viene liquidatacome “fenomeno indaco”. Èdiventato comodo connotarlain questo modo (se non se neconosce il vero motivo), perciò oggi si dice confacilità che i bambini di oggisono tutti indaco. In realtànon si tratta di nulla delgenere. Il comportamento

 

isterico ormai comune nei bambini di oggi fin dalla piùtenera età è condizionatodall’elevato contenuto di prodotti chimici e di sintesiutilizzato in tutti i mangimida supermercato. I prodottisintetici morti sono di granlunga più tossici del cibosemplicemente bollito manaturale. Ecco da dove traeorigine il sistema nervosoirritabile. Il bambino fluttuacome una banderuola al

 

vento, ha difficoltà nellostudio, fa fatica a concentrarel’attenzione e a stare seduto.

Ai miei tempi, quandoeravamo dei pionieri2,riuscivamo a stare fermiseduti. La mia generazione siricorda ancora bene di comea scuola ci costringevano astare seduti, immobili, a braccia conserte. Perché i bambini di oggi non lo possono fare? Il loro umore e

 

la loro energia sono incontinuo cambiamento. Main cosa si differenziano i bambini di oggi dai pionieridi un tempo, dai bambinidella nostra generazione?Anche noi eravamo degliscavezzacollo, mariuscivamo anche aconcentrarci, senza problemi.

I bambini di oggi, direi,non sono più dei monelli(come del resto dovrebberoessere), ma sembrano

 

 piuttosto stanchi. Una volta,in estate, ero al mare e stavo passeggiando lungo la rivaquando ho visto un foltogruppo di bambini, probabilmente di unacolonia. Erano appenaarrivati, li avevano fattispogliare e avevano permesso loro di entrare inacqua. Mi ero già preparatoall’idea di affrontare unafolla imbizzarrita di piccolimostri urlanti e saltellanti…

 

e invece no. Niente di tuttoquesto. Quei bambini sicomportavano come fanno i pensionati dopo un pastoabbondante. E questononostante il fatto che ilmare, di solito, eccita i bambini.

Certo, i bambini sono tuttidiversi e anche sugli adulti lesostanze chimiche agisconoin modo diverso. Però ilquadro generale è piuttostoomogeneo: l’intossicazione

 

da sostanze sintetiche morte,con tutti gli annessi e iconnessi, è già diventata unanorma. Si ritiene che tuttociò sia normale, inconformità al principio che«se lo fanno tutti vuol direche così dev’essere». Maveramente dev’essere così?

Gettate via questo stupidostereotipo e provate ariflettere: possibile che sia daconsiderare normale il fatto

 

che all’interno del vostrocorpo, del vostromeraviglioso e amato corpo,qualcosa si stiadecomponendo e marcendo?Perché dovrebbe essere così?Forse perché succede a tutti?E se io non volessi esserecome tutti?

Quindi, se vi deciderete ascardinare il principio dellasocietà in materia di prodottialimentari, vi succederannodelle cose anomale ma

 

incredibilmente piacevoli.Per esempio, potrebberocrescervi dei denti nuovi perché il vecchio programmadi degenerazione si chiude e per contro si avvia un nuovo programma di rinnovamentoe sviluppo. Cambia, ingenerale, tutta la pelle. Ma lacosa principale è che vidisintossicate e in questo processo si libera unsensibile potenziale di Forza.Questo è un grande vantaggio

 

rispetto a coloro che permangono ancora in unostato di sbornia continua.

RIEPILOGO

  L’eliminazione dalla vita di un problema così innaturale e illogico quali sono le mestruazioni, l’assenza di gestosi in gravidanza e un parto indolore.

  Un incremento sensibile della resistenza agli stress.

  La sicurezza in se stessi viene data, per quanto 

 

strano sembri, non da un pezzo di carne ma da verdura verde fresca.

  La forza non arriva dall’esterno, insieme al cibo vivo, ma si sprigiona dall’interno.

  Il cibo vivo, a differenza del cibo morto, non è tossico.La sostanza viva è sostanza viva ed è sempre fresca e pulita.

  La foglia verde è in assoluto la manifestazione primaria e più perfetta di una forma superiore di vita. Nella foglia viva è contenuto un potenziale esplosivo, un 

 

programma di sviluppo.  In passato, per tutti i secoli 

durante i quali era rimasto naturale, il cibo bollito (morto) non aveva avuto un impatto così devastante sull’organismo dell’uomo.

  L’iperattività e il deficit di attenzione dei bambini sono direttamente correlati alla presenza di sostanze sintetiche nei cibi.

  I prodotti di sintesi morti sono di gran lunga più tossici del cibo semplicemente bollito ma naturale.

 

NOTE A MARGINE

Come in passato le personemorivano stupidamente acausa dello scorbuto, cosìora la gente muorestupidamente a causa delcibo tecnogeno, senzacapire i reali motivi diquesta morte. Gli animaliseguono stupidamente icambiamenti degli areali,dei loro habitat. Con l’arrivodel freddo si spostano gliungulati e dietro a loro ipredatori. L’uomo segueanch’esso stupidamente

 

questo percorso: corsa alguadagno-forza lavoro abasso costo-prodotto dibasso costo. Di nuovoguadagno-cibo a bassocosto-consumo sventato.L’uomo consuma tutto ciòstupidamente, senzapreoccuparsi della qualità,pensando solo al guadagno.È come se, a testa bassa,“egli seguisse la migrazionedegli ungulati”. Come neitempi antichi. Col temponon ha progredito.

 

Lasopravvivenza in

ambientetecnogeno

Molti sono rimastiimpressionati dalla morte di

 

Steve Jobs. Anch’io non posso passare sotto silenzioquest’evento perché hosempre considerato SteveJobs un grande genio e untransurfer nella vita. Il suoslogan principale era:«Abbiate il coraggio di seguire la via del vostrocuore e dell’intuizione, tuttoil resto è secondario».

E ancora mi piace los logan : «Restate affamati,restate dissennati!».  Lo

 

intendo così: non diventatesazi, non diventate adulti,rimanete dei bambini capacidi stupirsi e di guardare ilmondo con gli occhispalancati, non ascoltatenessuno, solo la voce delvostro cuore, cercate il vostrofine ma non scoraggiatevimai, non fermatevi mai perché il fine è un cammino enon un punto di arrivo.

Dispiace che la morte

 

giunga così assurda e precoce. Ci convinciamoogni volta che la morte nondistingue i suoi clienti in VIPe comuni, non si lasciaimpressionare dalle qualitàstraordinarie né dallecreazioni grandiose. I soldinon servono per scamparla enemmeno un intelletto brillante può esser di aiuto.

La realtà è tale cheesistono malattie mortali. Daquesta certezza non si può

 

sfuggire e non c’è un postoda cui aspettarsi un aiuto.Tuttavia aiutare si può: siacoloro che se ne sono giàandati, e per i quali ora si puòdire che li si poteva aiutare,sia coloro che sono in unasituazione a rischio e per iquali la domanda è “Li si potrà o non li si potràaiutare?”.

Al fine di aiutare se stessi(perché in questo campo

 

nessun altro può essered’aiuto), bisogna accettare ilfatto che in un ambientecivilizzato la questione della sopravvivenza  non è menoattuale che in un ambienteselvaggio.

La gente spesso mi chiede:ma tutti questi preparativi equeste cerimonie con l’acquaviva, l’aria viva e il cibo, nonsono faticosi? Perché è tuttocosì difficile, e ne valedavvero la pena?

 

In realtà non è néfastidioso né difficile, è solostrano. Ti piazzi a casa e inufficio uno ionizzatore erespiri aria fresca. Sostituisciun bollitore per l’acqua conun attivatore e ti bevidell’acqua viva. Dove sta il problema? Con il cibo, a direil vero, le cose non sono cosìsemplici, ma qui bisognadavvero rispondersi alladomanda: perché, a che fine

 

lo faccio? Ne vale o non nevale la pena?

Le condizionidell’ambiente selvaggiorichiedono l’applicazione disforzi costanti per procurarsie preparare il cibo, ripararsidalle intemperie edall’attacco degli animaliselvatici. Se non si voglionocomplicazioni, ci si puòsemplicemente stendere aterra e morire di freddo, difame o per opera dei

 

 predatori. Se si vuolesopravvivere, bisognaaccettare tutte questedifficoltà e cercare disuperarle in qualche modo.

In condizioni dicivilizzazione pare che tuttosia già stato preparato emesso a disposizione degliutenti. Un riparo c’è, fattocon materiali tossici ma incompenso economico eveloce da costruire. Ci sono

 

anche gli articoli per la casa,tutto sintetico, però praticoda usare. Non serve neanchemuoversi con le propriegambe. E perché mai? Per fare cento metri in più c’è lamacchina. Per l’intrattenimento e lacomunicazione è stato creatoun intero mondo virtuale. Èvero, esso produce un po’ diradiazioni elettromagnetiche,ma che importa? Non sivedono neanche, quindi forse

 

va tutto bene, è tutto“passabile”. Di cibo si è pieni, mangia quanto ne vuoi,se non vuoi, non mangiare.Ma c’è forse qualcuno chenon vuole mangiare?… C’èsì in giro qualche vaganotizia sulle sostanzechimiche, gli OGM, ladipendenza da cibo… Matutto è così delizioso e, dinuovo, pratico da consumare.

ella “fattoria” è veramentetutto semplice: puoi anche

 

sdraiarti sul pavimento delsupermercato e, senza alzarti,allungare le mani verso gliscaffali della merce.

Ma è davvero tutto cosìsemplice, in questa civiltàsintetica, tutto così“passabile”? Le sostanzechimiche, le radiazioni e gliOGM non si percepiscono mauccidono in modo reale, soloche lo fanno lentamente. Sitratta di una morte lenta.Quella che offrono è la via

 

della morte, non della vita.Bisogna essere molto ingenui per credere che tutte queste“comodità sintetiche” noncausino conseguenze. Nonsiamo mica degli androidi,giusto?

Certo, si può non pensare atutto ciò. Oggi ci si puòdivertire festeggiando comefalene attorno a un lampione.Ancora un giornospensierato, e va bene. E poi

 

ancora un altro giorno e unaltro… Quanti di questigiorni vorreste vivere così?Le falene non riflettono maisu quest’esistenza. Noi,esseri umani, ci riflettiamoquando è già troppo tardi.

Su tutti fa sempre unaforte impressione la morte diuna persona famosa,specialmente se in vita avevaraggiunto un grandesuccesso. Ma pochi restanoimpressionati dalla statistica

 

globale, che resta semprenell’ombra, dietro le quinte.La statistica è la seguente.

In Russia muoiono dicancro 300mila personeall’anno. Negli Stati Uniti,mezzo milione. La popolazione di un piccolo paese, di un piccolo Stato.Provate solo a immaginare:ogni anno, all’interno di ognigrande Stato, si estingue unintero staterello. Solo a causa

 

del cancro. E ogni annoqueste cifre aumentano inmodo significativo. Negliultimi tempi si è inoltrenotato un notevole“ringiovanimento” dellamalattia. Non riporto i dati sulla

mortalità causata dal diabetee dalle malattie cardio-vascolari: sono comunque digran lunga maggiori dei precedenti. C’è una statisticaancora più interessante: un

 

terzo della popolazione degliStati Uniti, il Paese piùavanzato dal punto di vistadella tecnosfera, soffre diinfertilità, un altro terzosoffre di obesità e un terzoancora assume regolarmentefarmaci anti-depressivi.

Il 40% della popolazioneeuropea, secondo i dati delgiornale «New Scientist», ègià considerato psichicamente fuori norma.

 

Difficile crederlo? Se siconsidera che la depressione, per esempio, è cresciuta finoal livello di pandemia, nonc’è motivo di stupirsi. Leallergie, l’artrite, i problemialla colonna vertebrale sonoanche questi tutte epidemiedi massa.

Ma la depressione è ancoraniente. Solo in Russia, nelcorso degli ultimi duedecenni, 800.000 persone sisono tolte la vita. Ne deriva

 

che abbiamo una media di40.000 suicidi all’anno, genteche muore non per causa dimalattia, ma perché ritieneche continuare a vivere siasemplicementeinsopportabile.

Ogni giorno muoiono difame 37.000 persone. Ogni 5secondi un bambino muore difame. Un tempo qualcuno ciha promesso che gli OGMavrebbero nutrito e salvato

 

dalla morte per fame tuttal’umanità. La propagazionedegli OGM, invece, non solonon è stata in grado di far fronte al problema, ma haanche causato una diffusainfertilità, oltre che la mortedegli insetti coinvoltinell’impollinazione, fattoche, visto in prospettiva, presenta conseguenzedisastrose.

Questa è oggigiorno latriste statistica, una statistica

 

che non viene apertamente pubblicizzata e rimane dietrole quinte. Ma la cosa piùimportante non è data tantodalle cifre, quanto dal fattoche tutte queste malattie sonodegenerative. Ciò significache l’organismo si sta progressivamente sfaldandosotto l’attacco di condizioniambientali aggressive eartificiali.

L’origine di tutte queste

 

malattie e disfunzioni,compreso anche il suicidio, è

uramente tecnogena. Nellastoria dell’umanità, primadella penetrazione capillaredella tecnosfera in tutti gliaspetti della vita e nellafattispecie nella tecnologiaalimentare, non si verificavanulla di tutto ciò.

E allora, cosa dite, esiste ono il problema della sopravvivenza in un ambiented i civiltà sintetica? Dove si

 

annidano un maggior  pericolo e un danno, nella biosfera o nella tecnosfera? Evale la pena di investire certisforzi per assicurarsi lasopravvivenza? Quest’ultimadomanda non è nemmenoretorica, è idiota. Anche se,come dire, se sei in una stallae ti trovi davanti al naso unamangiatoia, non è daescludere che non ti importiniente di tutto il resto.

 

Se invece non è così, allorasi fa strada una domanda cheappartiene a un pianodiverso: se non si vuoleaffatto fuggire dalla fattoria,è possibile vivere nel suocontesto, nutrirsi al suoriparo e al contempo nonesservi attaccati?

La risposta è sì. Solo chein questo caso bisogna averecerte conoscenze ed essere pronti a fare dei piccolisforzi. Bisogna cioè

 

conoscere le regole per un’esistenza sicura in unambiente tecnogeno. Perchého chiamato la morte per cancro assurda? Poichél’insorgenza del cancro,come di una qualsiasi altramalattia degenerativa, puòessere prevenuta. Per ognieffetto esterno negativo, chesi tratti di radiazioni o diintossicazione da sostanzechimiche, si può trovare unrimedio, quanto meno in

 

grado di ridurre il rischio e ildanno.

In particolare, il rischio dicancro aumentanotevolmente a causadell’eccessiva acidificazionedel corpo, quando la dietagiornaliera consiste principalmente di prodotti disintesi o di origine animale.L’eccesso di radiazionielettromagnetiche provenienti dai telefoni e daicomputer agisce da

 

catalizzatore.Cosa può servire da mezzo

 per contrastare questi effetti?Il cambiamentodell’alimentazione indirezione di un aumento deicibi vegetali freschi. Maanche se non si desideramodificare il proprio regimealimentare, l’acqua e l’ariaviva sono il minimo chechiunque può permettersi.Dopo tutto, non è difficile né

 

oneroso. Ed è semplice. Sitratta di norme basilari disicurezza, da trattare comeelementari norme di igiene.Chi ha detto che le primesiano opportune solo neiluoghi di lavoro e le secondesolo in casa?

RIEPILOGO

  In un ambiente civilizzato la questione della sopravvivenza non è meno 

 

attuale che per un ambiente selvaggio.

  Le sostanze chimiche, le radiazioni, gli OGM non si percepiscono ma uccidono realmente, solo che lo fanno in tempi lunghi. Provocano una morte lenta. Sono una via di morte, non di vita.

  Le malattie degenerative si hanno quando l’organismo letteralmente si sfalda,attaccato da condizioni ambientali innaturali e aggressive.

  L’origine di queste malattie degenerative è puramente tecnogena.

 

  tuttavia possibile vivere nel sistema, utilizzandone certi suoi benefici e essendone al contempo distaccati.

  A questo fine occorre conoscere le regole per un’esistenza sicura in un ambiente tecnogeno. Di questo tratta tutto il libro.

NOTE A MARGINE

In realtà, la questione didove ci troviamo e cosa succede intorno a noi   èforse la più importante e la

 

più complessa. Siamo ingrado di vedere solo lasuperficie dei fenomeni ericonoscere solo alcuniaspetti singoli della realtà.Uno degli aspetti piùevidenti e allo stesso tempo(paradossalmente) piùocculti è la trasformazionedella nostra civiltà in“matrix” tecnogena.

 

La mamma hamangiato la

kaša1

Prima di andar e avanti,occorre chiarire di cosa cistiamo occupando e qualisono i nostri fini. Di tanto in

 

tanto mi trovo costretto afarlo, perché al nostro pubblico si aggiungonocontinuamente nuove persone, che spessoconoscono solo le basi delTransurfing e per le quali nonsempre è chiaro dove sianoapprodati e che cosa succedain questo sito2.

Il numero degli iscrittisupera già i 45.000,equivalente al pubblico di un

 

grande stadio. Poche rivistehanno una tiratura dellostesso ordine. Tra di noi cisono personaggi noti, stelledello spettacolo, politici,uomini d’affari, studenti discuole superiori appenaaffacciatisi alla vita e pensionati, per cui la vita èaltrettanto all’inizio,considerando che fanno partedel nostro gruppo.

Il fatto che il nostronumero non diminuisca e che

 

di giorno in giorni aumentisuggerisce che gli argomentidiscussi sono degni dellavostra attenzione. E devo direche è difficile attrarrel’attenzione di un pubblicocosì folto, ed è ancora piùdifficile mantenerla. Però per il momento ce la faccio, giàda dieci anni, dal momento incui, nell’agosto 2003, uscì il primo numero dellanewsletter.

 

Trattenere l’attenzione del pubblico è ancora piùdifficile perché negli ultimitempi gli effetti di blocco ecattura dell’energia e dellacoscienza, di cui ho scrittonelle mie precedenti edizioni,si manifestano con forza viavia crescente. La coscienzadell’uomo è strutturata inmodo tale che essa, essendola coscienza di un individuo,da una parte è libera, ma allostesso tempo non può

 

trovarsi in condizioni di vololibero o in uno stato disospensione. La coscienzarichiede un supporto, come aun uccello serve il ramo. Sefin dall’inizio dello sviluppodella civiltà questo supportoera stato offerto dallareligione, ora l’iniziativa, inmodo impercettibile mafermo, è passata al sistema,alla “matrix” energetico-informazionale.

La nuova realtà cambia

 

con tempi accelerati. Nel2003 la situazione era bendiversa, e il Transurfing eraun altro. È un bene che inmolti l’abbiano capito, come posso constatare dalle lettereche ricevo. Però ci sonoanche molti che permangonoancora nell’euforia dovuta alfatto che “il Transurfingfunziona, il resto nonimporta”. In realtà il vecchioTransurfing, quello classico,non funziona più come

 

 prima. Se non si tiene inconsiderazione la specificitàdel momento contingente,l’euforia passerà presto edopo di essa si ritornerà allarealtà ingestibile di prima,nella quale gli eventiseguono il loro corso senza prestare attenzione ai“voglio” o “non voglio” diciascuno.

Per questo devo armarmidi pazienza e rispondere di

 

tanto in tanto a domande chesi assomigliano tutte nellaloro inopportunità. Non sonoopportune per lo stessomotivo: una persona puòritenere di essere sana dimente e in buona salute, madi fatto la sua energia e la suacoscienza sono già in gran parte bloccate, sono già statecatturate dal sistema. Che benefici si possono otteneredal Transurfing se la realtà èimmaginata in modo

 

distorto?

«Steve Jobs era appuntouno dei leader del  sistema tecnogeno».

Una cosa è creare deigadget pratici per la gente eun’altra è inventare, per esempio, una bomba atomicao gli OGM. Bisogna fare gliopportuni “distinguo”. Vuoleforse rinunciare al telefonocellulare o al computer? Sì, è

 

vero, si tratta di prodotti delsistema. Noi però non parliamo di scappare dalsistema ma di utilizzarloconsapevolmente, restandoneal contempo distaccati.

«Steve Jobs nonmangiava carne, però siè ammalato lo stesso».

Proverò a esprimermi intermini morbidi… Maqualcuno ha mai detto che se

 

non si mangia la carne non cisi ammala di cancro?

«Buongiorno Vladimir. Da tempo leggo i Suoilibri e ho deciso diiscrivermi alla Suanewsletter . Il Transurfing mi haaiutato in molte cose, però ci sono comunquevari aspetti che restanoin sospeso. Per esempio,ho notato che il 

 

Transurfing funzionanon sempre, ma“selettivamente”. Oggiho letto il suo articolo sulla morte di Steve Jops e ci tenevo molto aesprimere il mio puntodi vista. In uno dei programmi televisivi si è parlato molto dellabiografia di Steve Jops, si diceva che dopol’università lui havisitato l’India, è

 

diventato buddista evegetariano!!!».

A giudicare dal fatto chelei chiama me Vladimir eSteve “Jops” possoconcludere che la suaattenzione è già statafortemente agganciata dalsistema e lei non cogliesemplicemente la sostanzadel discorso che cerco di portare avanti. Tiene lontanidal cancro non il regime

 

vegetariano ma il cibonaturale vivo, sono due cosecompletamente diverse. Nell i b r o ApokrifičeskijTranserfing   [edizioneitaliana: Il Transurfing vivo;

.d.T.] ciò è scritto nero su bianco, perché tutti lo possano vedere e capire. Malei comunque non vede e noncapisce e per questo il suoTransurfing funziona“selettivamente”.

 

Queste lettere non sonoisolate e non le si puòliquidare come prodotti diuna banale distrazione. Oraquasi tutta la generazione dei più giovani soffre di deficitdi attenzione. Sapete perché èstato introdotto l’EGE3? Nona causa della pocalungimiranza di qualcuno,ma per un motivo legittimo,giacché oggi come oggi sonomolto pochi i giovani in

 

grado di pensare edesprimersi chiaramente. Per la maggior parte di essi lacoscienza basta solo per mettere un segno di spuntanel posto giusto.

Immaginate come si puòfar fare un esame a undormiente? Solo ponendodomande monosillabiche osuggerendo le risposte dascegliere. Egli non è in gradodi pronunciare un discorsoarticolato e coerente, però

 

 per il momento, nel suodelirio, è in grado di dare deisegni di risposta emanifestare delle minimereazioni. Ovviamente quiesagero, ma in sostanza lecose stanno così.

Il blocco dell’attenzione ètuttavia ancora il minore deimali.

Gli stereotipi mentalirestringono i confini della percezione e non permettono

 

di vedere la realtà come essaè. Le persone vedono per la prima volta un aereo e se lorappresentano come “uncarro volante”. Guardano lalocomotiva e vedono “uncavallo di ferro”. Vi parlo delcibo vivo (peraltro, nonnecessariamente vegetale) e avoi sembra che io parli divegetarianismo.

Con l’avvento dei mezzi edella comunicazione dimassa, gli stereotipi mentali

 

hanno cominciato a radicarsinella coscienza in modoancora più attivo, fermo e,soprattutto, centralizzato,come se fossero sotto ilcontrollo di un certo sistemaoperativo sotteso alla basedella società tecnocratica. Lacoscienza sta diventandochiaramente fresata a misuradel sistema. Il sistema nonmanda in diretta le cose chenon gli conviene esternare. Eanche se qualcosa trapela, la

 

coscienza non se ne accorgeo la percepisce in modoalterato.

Presto si sarà costretti aspiegare il significato di ogni parola o a scrivere, comenell’abbecedario: «Lamamma ha lavato il telaiodella finestra. Maša  hamangiato la kaša». Anche sesi troveranno quelli checapiranno al contrario anchequeste frasette e diranno:«Ma come! La mamma ha

 

mangiato la kaša di Maša?!».O, ancora meglio: «Lamamma ha lavato la kaša.

aša  ha mangiato il telaiodella finestra»4.

«Se avessi volutoiscrivermi a unanewsletter  sull’alimentazione sana,l’avrei fatto. Pertantoannullo la miaiscrizione a questanewsletter e la prego di

 

 scusarmi».

Queste parole dovrebberodeludermi, invece, alcontrario, mi è molto più piacevole e facilecomunicare con coloro chesono in grado di distinguereil telaio della finestra dallakaša. Quindi non c’è bisognodi scuse. Da tempo mi sonoabituato al fatto che non si

uò spiegare a tutti e nontutti capiscono.  Ripongo la

 

mia speranza solo sui pochiche hanno già capito che,nonostante la somiglianza nellessico e nella semantica, nonsi sta affatto parlando qui diuna sana alimentazione. Lasalute qui appare solo investe di effetto collaterale ein alcun modo come fine deldiscorso. Di salute ealimentazione in generale, amio avviso, non è nemmenointeressante parlare.

 

Sono consapevole del fattoche il tema non sia molto popolare (magari qualcunoora, svegliandosi, comedurante una lezione, potrebbechiedere di nuovo: di qualetema si sta parlando?).

Se inseguissi la popolarità,non toccherei questioniscomode. Ma io sonoabituato a guardare la realtànegli occhi. Secondo le miestime (sono passati già alcunianni dalla pubblicazione dei

 

miei primi libri e ora possotrarre delle conclusioni), di persone in grado di percepirein qualche modo ilTransurfing se ne possonocontare non più del 5%. Ilrestante 95% non siavvicinerebbe nemmeno agliscaffali con questi libri. Diquesto 5%, poi, solo il 10% èin grado di comprendere ilcontenuto del libro pokrifičeskij Transurfing 

[ed. it. Il Transurfing vivo].

 

Evidentemente, il pubblico sista riducendo sempre di più.Perché ne avrei bisogno?Perché continuo a insisterecon lo stesso spirito?

Perché ho avuto a che farecon un’altra deludentestatistica. Di coloro chehanno conosciuto lefondamenta del Transurfing,solo pochi, e qui ho difficoltàa nominare un numero, sonoriusciti a capire veramentetutto e ad applicare queste

 

conoscenze nella pratica. Lamaggior parte praticamentenon ha capito nulla e sullaloro vita questo Sapere nonha avuto alcun effetto. Possogiudicarlo sulla base delledomande che continuano adarrivarmi, come se nonfossero mai usciti i libri.Dovrei forse cominciare tuttoda capo? Ma perché mai?Siete venuti a conoscenza del“Segreto”, che altro vi serve?

 

Si sarebbe potuto procedere nel modo piùtriviale: continuare aspiegare le basi delTransurfing, masticarleancora e ancora una volta e poi sistemare sugli scaffaliquello che dovrebbe essereovvio automaticamente. Maallora sarebbe stato il“Transurfing dell’irrealtà”.

erché non viene capito ciòche dovrebbe essere capito?

 

Quindi, nella realtà ci sonoalcuni aspetti che non eranostati presi in considerazione prima. Tanto più che questarealtà cambia letteralmentesotto i nostri occhi.

Ovviamente, ballare sullalastra di granito di un Saperecongelato è “per molticomodo e anchemeraviglioso”. E popolare.Ma non è realistico. Laconoscenza deve compiereuna periodica voluta nel suo

 

sviluppo ed elevarsi a unnuovo livello, dove quelloche non era comprensibile prima diventa già ovvio echiaro. Ed è davvero così.Ecco ancora un altro punto divista, di naturacompletamente diversarispetto al precedente, e ciò proprio perché proviene daquesto stesso nuovo livello diSapere di cui si è appenadetto:

 

«In effetti, con unregime alimentarenaturale il Transurfing viene percepito in modototalmente diverso! Prima, quando leggevo ilibri, mi sembrava che fosse tutto chiaro… però, a volte la pigrizia,a volte qualcos’altro… E ora riescoletteralmente a leggeretra le righe e ad attrarre gli eventi desiderati

 

nella mia vita».

Dunque, di che cosastiamo parlando? Di sanaalimentazione? No. Enemmeno di alimentazioneviva in sé e per sé. Comeforse avrete notato, sonomolto lontano da forme difanatismo in materie comequesta. Bisogna distinguere iini e i mezzi. Lì dove

l’obiettivo è la perdita di peso, per esempio, o la cura

 

di certe malattie, i mezzi e idiscorsi sono altri. Il lessico può essere simile, e anche latematica può essere vicina,ma il fine è diverso, capite?E, di conseguenza, anche ilsignificato e il percorso sonocompletamente diversi. Non leggerete né sentirete

 parlare da nessuna parte diquello di cui si sta parlandoqui. Perché il fine non siinscrive nei limiti deglistereotipi del sistema.

 

uoriuscire dai ranghicomuni, vaganti a casaccionon si capisce bene dove,liberarsi dal sogno collettivo,ecco, questo è il fine, diquesto si parla e in questo stail senso di tutto. E uno deimezzi,

quanto meno,almeno,e per cominciare,

è cessare di consumare ciòche è largamente diffuso.

 

Poiché sono generalmente proprio ciò che è diffuso eciò che viene consumatodirettamente che fannoimmergere in questo stesso sogno collettivo.

Ciò che entra direttamentein contatto con il corpo e laragione di una persona (cibo,informazione, condizioniambientali) forma in primissima istanza anche lasua coscienza.

 

Il sistema non ha altreforme di influenza sullacoscienza oltre al cibo,all’informazione e allecondizioni dell’ambienteesterno. Per questo ilTransurfing non si puòtrattare solo nel suo aspettoclassico, cioè come

ensiamo.  Per esserecompleto devono esserenecessariamente consideratialtre due componenti: comeci alimentiamo  e come ci

 

muoviamo.Ultimamente si sta

osservando una fortecurvatura informazionale indirezione della tecnosfera: lamaggior parte delleinformazioni riflette nellafattispecie gli interessi dei produttori, dei commercianti,dei politici o delle strutturefinanziarie, il che in generalesignifica gli interessi delsistema tecnogeno.

 

 Il fine della tecnosfera  èquello di cacciare l’uomonella celletta della “matrix”,cancellare la suaindividualità, “ritagliare” dauna personalità uningranaggio standardizzato.A questo fine vengonolargamente e sfrontatamenteutilizzati mezzi didisinformazione e dicomunicazione tendenziosa.L’ingranaggio non dev’esserein buona salute per evitare

 

che abbia energia liberadisponibile, e dev’essere preferibilmente “rintronato” per non capire dove si trovi.

 Il fine dell’individuo  èquello di conservare la sualibertà, indipendenza, unicità,consapevolezza, energia,salute. Possono conservaretutte queste qualità solocoloro che avranno ilcoraggio di abbandonare lefile comuni. Ad attendere i

 

sostenitori della tecnosferac’è invece “un’unificazione”di massa, un adattamentototale alle necessità delsistema. E non è unafinzione.

Come evitare“l’unificazione”?

Il primo e più importante passo è quello di scardinare il principio della società,cessare di credere che “setutti pensano e fanno così

 

vuol dire che è giusto”.Fuoriuscire dai ranghicomuni. Smettere di marciareall’inseguimento di un falsosuccesso altrui e invecedirigersi alla ricerca del proprio.

Cosa dà tutto ciò?Chi esce dalle file comuni,

ottiene sempre dei privilegi: può seguiredall’esterno ladirezione di marcia

 

degli altri; può sbarazzarsi delle“mollette mentali” edegli stereotipi dellasocietà;impara a vedere e acapire ciò che glialtri non vedono enon capiscono;cessa, infine, disforzarsi di essere il primo, aspirando adiventare l’unico.

 

 A cosa serve tutto ciò?Ognuno decide per se

stesso, se questo gli serve omeno. Se non avete qualità etalenti particolari, non viresta altra via che uscir fuoridai ranghi e permettervi didiventare unici. Guardando larapidità con cui cambia larealtà in direzionedell’unificazione universale,si può supporre che tracinque-dieci anni lasituazione sarà davvero

 

interessante. E lo saràsoprattutto per coloro che sono usciti dai ranghi e oraosservano tutti gli altri.

 Nella pratica dei Toltechiquesto si chiama Stalking .Provate a immaginarviquesta situazione: sietearrivati al lavoro oall’istituto e lì regna il sognocollettivo. Tutti mirano alsuccesso ma si muovonocome in un sogno, a livello di

 

algoritmi e istinti comuni.Anche voi vorreste aver successo e distinguervi dallamassa, ma come poteteriuscirci se siete degliingranaggi ordinari, in filainsieme agli altri, con lastessa coscienza e lo stesso potenziale energetico deglialtri? Ora tutti sono istruiti,tutti conoscono “il Segreto”,e anche voi lo conoscete. Eallora? Che vantaggio avetesugli altri? Nessuno. Avete

 

 ben poche possibilità.Ed ecco un’altra scena: la

vostra mente è libera echiara. Il potenzialeenergetico è di gran lungasuperiore a quello degli altri.Avete cessato di pensare“come tutti” e di fare “cometutti”. Siete usciti dai ranghima senza lasciarli. Vi fingetedormienti ma in realtà visiete risvegliati. Ora vi è perfettamente chiaro che ingiro tutti dormono, mentre

 

voi siete in stato di veglia.Poi inizia lo Stalking , cioè lagestione del sogno a occhiaperti. In questo sogno sietePadroni e Arbitri. Ed è già ilgradino successivo delTransurfing che offre deivantaggi reali. Non posso ora passare a

spiegare lo Stalking  e ciò per un semplice motivo: è unostato che non si spiega, ma siriconosce. Siete in grado di

 

svegliarvi nella realtà comesuccede in un sogno? Per farequesto, prima dovetenecessariamente liberare lamente e aumentare il vostro potenziale energetico.L’alimentazione a base dicibi vivi non è la questione principale, ma solo uno degliaspetti. Però è già il primo passo verso lo Stalking . Sifinge di essere “dei normalimatti” ma senza ingoiare pasticche. Si passa la notte

 

nella fattoria, facendo fintadi far parte “della mandria”,di essere “come tutti”, peròci si nutre di libertà e non diquello che viene messo sottoil naso.

È un mio dovere portare aconoscenza il Sapere in modoconsequenziale per coloroche lo vogliono assimilare.Diversamente in seguito nonsarebbe del tutto chiaro esicuramente “non sarà per tutti”.

 

RIEPILOGO

  La coscienza non può trovarsi in uno stato di volo libero o di sospensione. Ha bisogno di un sostegno,come l’uccello ha bisogno del ramo.

  Se un tempo tale funzione d sostegno veniva svolta dalla religione, ora l’iniziativa, in modo impercettibile ma fermo, sta passando al sistema, alla “matrix” energetico-informazionale.

  La nuova realtà sta 

 

cambiando in tempi rapidissimi.

  Con l’avvento dei mezzi e della comunicazione di massa, gli stereotipi mentali hanno cominciato a radicarsi nella mente in maniera attiva, forte e centralizzata.

  Proprio ciò che è largamente diffuso e viene consumato direttamente è responsabile di questa stessa immersione nel sogno collettivo.

  Per influenzare la coscienza, il sistema non ha altri mezzi oltre al cibo,

 

all’informazione e alle condizioni ambientali.

  La maggior parte delle informazioni riflette, nella fattispecie, gli interessi dei produttori, dei commercianti, delle strutture politiche o finanziarie, cioè, in generale, gli interessi del sistema tecnogeno.

  Il fine della tecnosfera è quello di cacciare l’uomo in una celletta di “matrix”,cancellare la sua individualità, “ritagliare” dalla sua personalità un ingranaggio standard.

 

  Il fine dell’individuo è invece quello di conservare la sua libertà, indipendenza,unicità, consapevolezza,energia e salute.

  Il fine del Transurfing aggiornato è quello di uscire dalle file comuni, in marcia verso una direzione sconosciuta, e di liberarsi dal sogno collettivo.

  Uno dei mezzi, quanto meno, almeno, e per cominciare, è smettere di consumare ciò che è largamente diffuso.

  Scardinare il principio della società, cessare di credere 

 

nel fatto che “se tutti pensano e fanno così, allora è giusto”.

  Smettere di inseguire il falso successo altrui e dirigersi verso il proprio.

NOTE A MARGINE

La coscienza umana ècostantemente sottopostaalla codificazione: “Faicome me; omologati aglisterotipi e ai fini proposti;produci e consuma tuttoquello che viene prodotto econsumato nel sistema;

 

desidera quello che ti dà ilsistema; sii semprecollegato, rispondi a tutte levibrazioni del web; sii nelsistema; alla fin fine tutti lofanno, e tu sai che se tuttipensano e fanno in questomodo, vuol dire che ègiusto”. Questo codiceviene intessuto nellacoscienza.

 

Acquettavivificante

In questo capitolo sonocontenute le risposte alledomande sull’“acqua viva”.

«Lei dice che dovremmobere acqua alcalina,

 

mentre l’autore Z afferma il contrario,bisogna bere acquaacida».

Ho consigliato di bere“l’acqua viva”, non l’acqua“alcalina”. L’acqua viva hauna reazione alcalina dovutaal valore negativo dell’ORP(potenziale di ossido-riduzione) e non alla presenza di sali di metallialcalini contenuti nel terreno.

 

ell’acqua viva prevalgonogli antiossidanti, molecole-donatore caratterizzate da unelettrone libero. L’acquamorta ha una reazione acida perché ha un ORP positivo.

ell’acqua morta prevalgonoi radicali liberi, molecole-vampiro che mancano di unelettrone. L’acqua vivaringiovanisce l’organismo,“carica le sue batterie” e puòessere bevuta a volontà.L’acqua morta ha proprietà

 

antibatteriche, per questoviene usata a scopimedicinali secondo un programma speciale. Leterapie non rientrano nellemie competenze, sì che non posso dare ricette per l’usodell’acqua morta.

Per quanto riguarda laseconda parte della domanda,l’autore Z ha creatoconfusione nelle opinioni.Secondo i suoi consigli, ladieta giornaliera deve

 

assolutamente includeredell’acqua acida. Non solo.Ma da bere anche con polvere di acido citrico. Ilfatto è che l’intera teoria di Zè stata elaborata in relazionea un’area geograficacaratterizzata dalla presenza,nelle acque, di molti sali dicalcio (queste sono, adesempio, le acque del corsoinferiore dei grandi fiumi). Isali di durezzacontribuiscono alla

 

formazione di depositi sulleareti dei vasi sanguigni e

delle articolazioni. Può darsiche l’acqua acida in qualchemisura favorisca laneutralizzazione del processodi deposizione del sale. Maquesto è solo nel caso in cuisi beva acqua dura. Però miviene da chiedere: ma perchémai bisogna bere l’acquadura? Depuratela coldistillatore o il filtro aosmosi inversa e bevetevela

 

alla salute.Personalmente vorrei

ancora aggiungere che non posso ritenere autorevolel’opinione dell’autore Z per un motivo che supera tutti glialtri: si è permesso degliattacchi negativi neiconfronti di Paul Bragg eGennadij Malachov, e la cosanon è affatto carina. Quelloche Malachov e Bragg hannofatto per la salute di interenazioni Z se lo può solo

 

sognare. Ci si può fidare diuna persona impegnata ascreditare gli insegnamenti dialtri? Non farò il nome di Z.Chi segue il tema, lo conoscegià.

«Si può bere semprel’acqua distillata?».

Sì, però è consigliabile bere non quella distillata pura, ma quella arricchita dashungite e silicio. Tutti i

 

liquidi del nostro organismosono degli elettroliti, per questo l’acqua potabiledev’essere leggermente,appena appena,mineralizzata. La shungitee/o il silicio sono i prodottimigliori per questo scopo.

«È vero che la shungitee il silicio dopo sei mesi si deteriorano?».

Sì, le pietre devono essere

 

lavate almeno una volta ognidue settimane e cambiateogni sei mesi perché in essesi forma inevitabilmente una patina, anche se si usa acquadistillata. Non è possibileottenere in casa acqua sterile.

«Posso usare il filtro aosmosi inversa invecedel distillatore?».

Sì, si può. È più semplice e più economico. È vero,

 

tuttavia, che il distillatorefornisce un’acqua di miglior qualità, si sente anche algusto. Anche il filtro amembrana depura benel’acqua, persino dai salicalcarei. Bisogna però sapereche la struttura dell’acquaottenuta dal filtro amembrana è fortementealterata. L’acqua non puòessere bevutaimmediatamente, dev’essereassolutamente prima rimessa

 

in ordine, con la luce delsole, la shungite, il silicio ol’“Aqvadisk” [vediTransurfing vivo], e ancor meglio con il CSF(Correttore dello StatoFunzionale, vedi il capitolo“Questioni vive”).

Il filtro a membrana noncancella nemmeno la vecchiainformazione. Forse la sottileripartizione non impedisce ai“bit” di ripristinarsi subito.Per quanto si sa,

 

l’informazione viene come“archiviata”, ma senzascomparire del tutto(sottolineo chel’informazione e la strutturadell’acqua non sono la stessacosa). Però, se si fa uso delCSF, su questo fatto si puòchiudere un occhio perché ilCSF registra rapidamente efortemente nell’acqua molteinformazioni di guarigioneche con buona probabilitàriescono a cancellare tutta la

 

vecchia negativitàaccumulata. Questa è la miaopinione.

«Mi interessa la suaesperienza conl’organizzazione della produzione di acquaviva, nella fattispeciequali contenitori usa edi che volume».

Innanzitutto bisognaottenere l’acqua distillata. A

 

questo scopo io uso ildistillatore (“DE-4 Tjumenmedica”) e, talvolta, il filtroa membrana di marca“Geyser Prestige” (senzamineralizzazioneaggiuntiva).

L’acqua distillata vieneversata in un contenitoresmaltato di 25 l sul cui fondodevono essere precedentemente messe le pietruzze (circa 1 kg disilicio e 1-1,5 kg di

 

shungite). Riguardo al tempodi riposo non occorre preoccuparsi particolarmente, sonosufficienti anche un paio diore. Consiglio di coprire ilcontenitore con uncanovaccio di cotone per evitare il deposito di polvere.È importante sapere chel’acqua, prima di essere bevuta, deve anche “vedere laluce del giorno” (nonnecessariamente i raggi

 

diretti del Sole). Pertanto,dopo che il contenitore èstato riempito con acquadistillata appena preparata, bisognerà rimuovere ilcanovaccio almeno per un’ora.

Perché si fa tutto questo?Per il fatto che l’acqua, dopola distillazione (e a maggior ragione dopo il passaggioattraverso il filtro amembrana), ha una strutturadissestata. Più precisamente,

 

la struttura in essa è assente.Si tratta di acqua tecnica, nonentrata in contatto con iminerali naturali e la lucesolare e proprio per questoessa, per l’organismo, non èisiologica. Gli astronauti e i

marinai che venivanodissetati con quest’acqua siammalavano spesso. Al finedi rendere l’acqua accettabile per il nostro organismo, ènecessario dunque esporlaalla luce naturale,

 

sincronizzare la sua strutturacon quella del Sole. Anche lashungite e il siliciostrutturano parzialmentel’acqua, rendendolafisiologica, naturale. Non occorre gettar via lo

strato inferiore dell’acqua delcontenitore perché essa è già ben pulita. Ma le pietredovrebbero essere lavate ognidue settimane sotto l’acquacorrente. Prima del primouso, ricordo, devono essere

 

lavate accuratamente con unaspazzola, specialmente lashungite. È anche meglio nonmettere subito molte pietre

erché le pietre freschedanno una fortemineralizzazione.

Il passo successivo èl’attivazione, cioè la preparazione dell’acqua viva.Personalmente sono pienamente soddisfattodell’elettroattivatore “AP-1”

 

[vedi dettagli ne Il Transurfing Vivo ;  N.d.T.]. Iltempo di attivazione dipendedalla posizione della frecciadell’indicatore e può variareda un minuto a un’ora. Ilcriterio principale per unagiusta durata è il seguente:l’acqua viva nel recipienteesterno non dovrà avere néodore né sapore alcalino;anche l’acqua morta,contenuta nel bicchiere diceramica interno, non

 

dovrebbe avere alcun sapore,ma solo un leggerissimo,appena percettibile odore diacido. Le caratteristichefisico-chimiche ottimalidell’acqua viva sono leseguenti: ORP = -150 - 200, pH = 8-8,5. L’acqua morta può essere messa a riposo per ventiquattro ore e poiriversata nel serbatoio. Sial’ORP negativo che quello positivo col passare deltempo si riducono fino a

 

diventare neutri. Tuttavia,l’acqua morta conserva le suecaratteristiche più a lungo diquanto avvenga con l’acquaviva. Lo si può giudicaredall’odore.

L’ultima tappa è lastrutturazione definitiva.L’acqua viva viene versata inuna brocca postasull’Acquadisco(“Aqvadisk”) evigorosamente mescolata conun bastoncino di legno in

 

senso antiorario. Oltreall’Acquadisco uso anche ilCSF, poiché l’uno nonostacola l’altro e addiritturasi integrano bene. La piastrina del CSF (la alterno:un giorno il tipo N. 1, ilgiorno successivo il N. 2)1  èvicino alla brocca,appoggiata al muro.

In questo modo l’intero processo si riduce altravasamento dell’acqua da

 

un recipiente all’altro.L’acqua così preparata puòessere portata via per tutto ilgiorno. Si può godere dellasua forza vivificante mentrealtri si tormentano con bevande pesanti.L’organismo fa davverofatica a digerire le bevande,di qualsiasi genere essesiano, a eccezionedell’infusione di erbe nellastessa acqua viva. Anche ilsucco di frutta appena

 

spremuto non è una bevandama un cibo. L’organismonecessita di acqua purasoprattutto per depurarsi emantenere il suo bilancioidrico.

A causa del caffè, del tè edi analoghe bevande ilsangue diventa denso eviscoso. Se bevete caffè e tè,non dimenticate dirinfrescarvi e depurarvimezz’ora dopo con

 

dell’acqua pura. Non ci si può torturare tutto il giornoingoiando continuamente bevande. Volete avere uncorpo simile a un fiume dimontagna o preferiteassociarvi a una paludestagnante? Per saperne di piùsull’acqua viva si veda ill i b r o ApokrifičeskijTransurfing  [ed. it. contenutan e Il Transurfing vivo;

.d.T.].

 

«Dopo l’attivazione,l’acqua ha acquisito uncattivo sapore, un gustochimico».

Bisogna che l’acqua di partenza sia pura, distillata o passata attraverso un filtro aosmosi inversa, e solo dopomessa a riposo con shungite esilicio. Il tempo diattivazione di tale acqua conl’attivatore “AP-1” èdeterminato a seconda della

 

 posizione della frecciasull’indicatore. Se la frecciasi trova nella zona verde, iltempo è meno di un minuto.Se si trova tra la zona verde equella gialla, tre minuti. Seinvece è a zero, si deveattendere fino a un’ora.

Molto, inoltre, dipendedalla conduttività del bicchiere di ceramica.Recentemente hanno iniziatoa utilizzare bicchieri porosi,tali per cui persino l’acqua

 

molto debolmentemineralizzata porta la freccianella zona verde. Pertanto, ilcriterio principale, ripeto, è ilseguente: l’acqua viva nelrecipiente esterno non deveavere alcun odore né alcunsapore alcalino, mentrel’acqua morta contenuta nel bicchiere di ceramica nondeve avere alcun sapore madovrebbe presentare undebolissimo e appena percettibile odore di acido.

 

Se il sapore c’è, significa cheil tempo di attivazione è statoampiamente superato. Se poicompaiono dei fiocchi, vuoldire che l’acqua è moltodura.

Sarà bene, inoltre, tener  presente che il bicchiere e glielettrodi col tempo siincrostano. Bisogna lavarlialmeno una volta al mese. Aquesto fine l’apparecchio vastaccato dalla presa dicorrente e riempito come al

 

solito, però non con acquama con aceto al 6%. Lasciarecosì per mezz’ora e quindilavare accuratamente.

«Posso caricare conl’attivatore l’acqua di sorgente?».

L’acqua di sorgente è dura.L’attivatore la renderà unasoluzione torbida con fiocchigalleggianti. I fiocchi sono proprio i sali calcarei di

 

durezza da cui il suoorganismo dovrà poi inqualche modo liberarsi.L’unico vantaggio dell’acquadi sorgente è l’informazione.Ma solo a condizione che sitratti davvero di una buonafonte, sgorgante in una zonaecologicamente pulita.

«Un professore hacercato moltodiligentemente diconvincermi che persino

 

un passaggio al 50%all’acqua viva èdannoso per l’organismo, per non parlare poi di un passaggio completo che,come dice lui, ancoranon si sa qualiconseguenze possaavere».

Se «non si sa qualiconseguenze possa avere»,non ha senso dare giudizi. Io

 

so quali sono e per questodico quello che so. Effettinegativi non ce ne sono dicerto. L’acqua è vivificante,deliziosa, si ha sempre vogliadi berla e non solo quando siha una sete particolare.

«Qualcuno ritiene chel’essiccatore, così comel’acqua strutturata e“vivificata”artificialmente, nonabbiano in alcun modo

 

alcuna attinenza con il crudismo. Cosa può dire Lei in proposito?».

Anch’io non ho in alcunmodo alcuna attinenza con ilcrudismo. Più precisamente,non mi classifico nellacategoria dei crudisti, né inquella dei maestri spirituali,né in quella dei ricercatorispirituali. E non mi piacenemmeno il termine“crudismo”, non a caso lo

 

uso di rado. In generale,“avere attinenza conqualcosa” significa aderire auna colonna, accettare certidogmi. Io non accetto e non predico dogmi. Non impongouna scelta ma dòinformazioni per una scelta.

Tutte queste manipolazionicon l’acqua possonosembrare poco degne diattenzione, tempo e fatica, ea qualcuno potranno

 

sembrare inutili e onerose.Ed è davvero così. In realtàtutti sanno che una cattiva benzina rovina il motore.L’acqua cattiva, invece, èinnocua per l’organismo.Porto una prova. Se nel corpoumano viene introdotta per via orale dell’acqua di scarsaqualità, l’organismo nonmostra alcuna reazionevisibile: non produce bolle,non si agita in convulsioni esicuramente non romba e non

 

emette fumo. Diconseguenza, val la pena preoccuparsi della qualitàdella benzina, mentreall’acqua non serve pensare.

Se questa prova non visoddisfa, non posso farciniente. Non ne ho altre da presentare. Ma c’è un’altralogica, diversa da quellalargamente diffusa. Si trattadi capire che cosa vogliate onon vogliate avere.L’intenzione è la

 

determinazione ad avere e adagire. Da questo tutto prendeinizio. La logica è semplice.Il potere dell’intenzione èdirettamente proporzionale al potenziale energetico. In unorganismo pulito l’energiascorre facilmente eliberamente, come in unfiume pulito di montagna. La pulizia dei vasi sanguigni,delle articolazioni e, diconseguenza, dei canalienergetici, dipende in gran

 

 parte dalla qualità dell’acqua potabile. Quindi, tutto questonon significa affaccendarsi avuoto ma prendersi cura dellecose più importanti cheabbiamo.

D’altra parte, il processodi preparazione di acqua dialta qualità si può alcontempo utilizzare per allenare la forzad’intenzione. In realtà, laqualità dell’acqua èdirettamente dipendente dalla

 

volontà che investite nellevostre azioni. Se le azionivengono eseguitemeccanicamente,inconsciamente, a forza, daesse non si sprigioneràalcuna intenzione.

Se invece tutto questoviene fatto:

in modo ragionato  (sapeteinfatti perché lo fate);

in modo consapevole  (virendete conto di quello che

 

state facendo in quel precisomomento);

con l’anima  (dopo tutto viimpegnate per voi stessi),la vostra acqua acquisirà una

orza  particolare. Non saràmero H2O, ma un’intenzioneregistrata su un veicololiquido. Un’intenzione che vitornerà indietro conraddoppiata energia.

 

RIEPILOGO

  L’acqua viva ringiovanisce il corpo, “carica le sue batterie” e può essere bevuta a volontà.

  I sali calcarei, di durezza,contribuiscono alla formazione di depositi sulle pareti dei vasi sanguigni e nelle articolazioni.

  Tutti i liquidi che circolano nel nostro organismo sono degli elettroliti, per questo l’acqua da bere dev’essere leggermente, appena appena, mineralizzata.

  La struttura dell’acqua 

 

ottenuta da un filtro a membrana è fortemente dissestata. L’acqua non può essere bevuta immediatamente,dev’essere prima necessariamente strutturata.

  Prima del primo utilizzo, il silicio e la shungite devono venire accuratamente lavati con una spazzola. Bisogna anche limitare la quantità di pietre da mettere la prima volta, perché le pietre fresche danno una forte mineralizzazione.

  L’acqua viva non dovrebbe 

 

avere né fiocchi né odore o sapore alcalino. Se sono presenti, significa che si utilizza una tecnologia sbagliata.

  L’organismo ha bisogno di acqua pura soprattutto per depurarsi e mantenere il suo bilancio idrico.

  Il potere dell’intenzione è direttamente proporzionale al potenziale energetico.

  In un organismo pulito l’energia circola facilmente e liberamente, come in un fiume di montagna dalle acque pulite.

 

  La pulizia dei vasi sanguigni, delle articolazioni e, di conseguenza, la pulizia dei canali energetici,dipende in gran parte dalla qualità dell’acqua potabile.

  Quindi, tutto questo non è vuoto affaccendamento ma cura e attenzione per le cose più importanti che abbiamo.

NOTE A MARGINE

L’intenzione torna indietrocon energia raddoppiata.Da dove provenga

 

quest’energia e in cosaconsista l’allenamentodell’intenzione lo tratteremoin maniera specifica nelcapitolo successivo.

 

La legge diattrazione della

Forza

 Nel capitolo precedente cisiamo fermati sul fatto che,con l’aiuto di procedure banali come la preparazione

 

dell’acqua viva, si puòaddestrare l’intenzione. Nella vita, insieme alle

cose piacevoli, esistonoincombenze non proprio piacevoli e il lavoro diroutine. Non si ha voglia difare il lavoro di routine,spesso è di peso. Ma ancheassecondare la propria pigrizia è un’attivitàdifficile, dolorosa eimproduttiva. Non fa star meglio, perché comunque si

 

sa che da questo non siottiene un gran guadagno.L’inattività stanca ancora di più.

Domanda: come affrontarela pigrizia? Non si puòvincerla, perché fare unlavoro per forza non fa passare la pigrizia. Il senso diincombenza, di dovere,d’obbligo, rimane comunquee non ha importanza se lo si prova verso se stessi o verso

 

altri.Contro la pigrizia, però, un

rimedio c’è: mettere l’animain quello che non si ha vogliadi fare.  Fare il lavoro diroutine nel miglior modo possibile, con pienadedizione. Senza esagerarema mettendoci l’anima.Forse si può, in qualchemisura, ingannare se stessi,far finta che la cosa piaccia.Trasformare il dovere in passione e farlo

 

consapevolmente eintenzionalmente. In questocaso la pigrizia scomparerealmente. Potete verificarlodi persona, se ancora nonconoscete questo segreto. Io,intanto, cercherò di spiegare perché succede così.

Lo stato di pigrizia oinazione è un ristagnoenergetico, un tappo, un blocco. Se non c’èmovimento, non c’è energia.

 

Se non c’è energia, non c’èvoglia di fare alcunché. È uncircolo vizioso. Quando, allafin fine, si inizia unmovimento, compare “lacorrente” e il motore siavvia, seppur a bassavelocità. L’energia alimental’intenzione, l’intenzionegenera il movimento e cosìvia, secondo una catena diretroazione.

E tuttavia questo ancoranon è sufficiente. Se il lavoro

 

viene sentito come unobbligo, l’intenzione non basta: la pigrizia nonscompare, il lavoro non produce gioia e il risultato ènegativo. Ma se si comincia afare un’attività, anche la più banale, con coscienza ediligenza, succede che, dalnulla, compare un flusso dienergia. E ciò non richiedesforzi particolari. Dopo tutto,le opzioni sono solo due: ofare il lavoro al minimo, in

 

modo sciatto, o farlo conimpegno. Ma nel primo casol’energia viene spesasoprattutto per contrastare esuperare la propria pigrizia,mentre nel secondo l’energiaarriva da sé. Da dove proviene, dunque?

È il risultatodell’intervento di una Forzaesterna. O, in altre parole,dell’intenzione esterna. È laforza di cui parlavano i Jedidella saga di Star Wars . E

 

non solo loro, ovviamente.on si tratta di fantasie,

questa Forza esisterealmente. Che cos’è precisamente?

Se consideriamo la realtàin modo semplificato,immaginandola come ilmovimento di un nastro in uncerto cineproiettore, la Forzaè il motorino che gira il proiettore. Il compito dellaForza è spingere questa

 

realtà, muovendolaincessantemente al fine dievitare arresti. Perché non può esserci alcun arresto. Lamateria e lo spazio, la Forzae il movimento, nonché iltempo inteso come “effettocollaterale” del movimento,sono tutti degli assoluti, sonoi fondamenti immutabili delnostro mondo. Essi non sonomai comparsi e non sono maiscomparsi, esistono dasempre.

 

Ogni individuo ha la sua pellicola cinematografica, lostrato del suo mondo.L’uomo, con i suoi pensieri ele sue azioni, fa girare questa pellicola nel suo proiettore.Quando qualcuno,intenzionalmente econsapevolmente,coscientemente ediligentemente, nell’unitàdell’anima e della ragione, sicrea il suo piccolo film come

arte di uno più grande,

 

avorendo in tal modo lamissione della Forza,quest’ultima lo vede e si

recipita immediatamente in soccorso.

La Forza interviene inquesto modo non “per qualche scopo” e non “per qualche motivo”, masemplicemente perché tale èla sua caratteristica.L’impulso interno traina unarisposta esterna.

 

 Non a caso gli antichimaghi, così come i maestri diarti marziali, costringevano iloro studenti a svolgerelavori di routine che nonavevano alcuna attinenza conla loro pratica. Si puòspazzare la strada in modomeccanico, senza pensarci,ma si può trasformarequest’attività in un effettomagico: spazzare fino a chequalcosa non comincia adiventare chiaro nella testa,

 

fino a quando non ci si rendeconto di quello che si stafacendo e di come lo si stafacendo.

Per illustrare comefunziona, riporto di seguitoalcuni esempi tratti dalla miaesperienza personale.

* * *

Uno dei corsi principaliche ci facevano seguire allafacoltà di fisica era la storia

 

del PCUS (per chi non losapesse, o se lo èdimenticato, il PCUS era ilPartito Comunistadell’Unione Sovietica). E nonsi trattava di brevi lezioni madi un corso fondamentale,distribuito su tre semestri.Oggi la storia del partito,forse, potrebbe anchesuscitare la mia curiosità, main quegli anni questa materianon rientrava in alcun modonella cerchia dei miei

 

interessi. Però i voti avevanouna notevole influenza sulladestinazione post-universitaria1. Allo stessotempo, la storia non è unamateria che permette di“scapolare”. O le cose le saio fai scena muta.

Gli esami non eranonemmeno la prova peggiore.Di peggio c’era che ognisettimana dovevamo essere pronti per rispondere ai

 

seminari. I seminari sisvolgevano in un rigorosoclima cerimoniale chericordava le esecuzionimedievali. Ognuno di noisperava solo di non esserel’interrogato del giorno. Per tutti noi queste lezioni eranouna vera e propria tortura.Studiare era duro, ma saliresul patibolo lo era ancora di più. Il docente, per contro,ricavava da questi incontriun’enorme riserva di piacere,

 

 beandosi di trovarsi allostesso tempo nelle vesti diuno spettatore al circo e diPilato al processoinquisitorio.

Questa situazione non misoddisfaceva affatto. Ildilemma che avevo era: non posso e non voglio studiare,ma non posso e non voglioneanche prendere brutti voti.Era insopportabile trovarsi pressati da una necessità

orzata. Almeno per me. Mi

 

sembrava come il lavorodegli antichi schiavi nellegalee: ti fanno vivere finchétiri la cinghia e al contemponon ti fanno vivere perché seiuno schiavo. Un tristecompito. Bisognava prenderequalche decisione.

Fu così che decisi di prepararmi alle lezioni comese si trattasse della miamateria preferita. Senzafarmi violenza, però. Avevo

 

 pensato a qualcosa didiverso, che si reggeva piuttosto sul principio “tanto peggio è, tanto meglio sarà”.Durante le lezioni mi sedevoin prima fila, mangiavo ildocente con gli occhi e prendevo scrupolosamenteappunti.

Durante i seminari, mentretutti gli altri tremavano comefoglie, con le teste ritrattenelle spalle, io alzavo lamano e facevo rapporto con

 

entusiasmo: «Ma lei sa che inun certo Congresso del partito fu programmato dimaggiorare gli obblighisocialisti per superare il piano di produzione ditrattori e macchine per laraccolta?! E nel pianoquinquennale relativoall’anno tot i colcosianiriuscirono a portare neiserbatoi della Patria tottonnellate di grano» (sì, inaltri tempi era così, altro che

 

oggi. Giusto per restare intema). Nessuno riusciva a capire

che cosa mi fosse successo.Ero forse impazzito? Quantoal docente, all’iniziosembrava soddisfatto, ma inseguito, vedendo il mio braccio teso a ogniseminario, cominciò a daresegni di nervosismo anche senon osava interrompere lemie relazioni. Il desiderio eramio, l’iniziativa era mia e io

 

rispondevo come mi pareva emi piaceva.

Era un circo giàcompletamente diverso enessuno capiva se si trattassedi una cosa seria o di unimbroglio. Alle mie“bizzarrie” comunque siabituarono tutti ben presto.

L’imbroglio, ovviamente,non c’era, ma c’era, d’altra parte, un intento preciso(mischiato a una buona dose

 

di protesta interiore)generato da questa stessanecessità forzata: “Se voi miobbligate a fare così, alloraio vi obbligo a fare colà”.

on posso dire che alloraabbia finito per interessarmidavvero alla storia del partito(anche se era la storia delmio Paese). Di fatto, mi erodato in affitto a me stesso.

on studiavo la materia, mami preparavo semplicemente per ogni seminario specifico,

 

facendo gli schemi e prendendo meticolosamenteappunti di ogni materialenecessario. (Alle lezioni civeniva permesso dicontrollare gli appunti fatti acasa, ammesso che fosserostati preparati).

In quel periodo feci unascoperta sorprendente: ci si può dare in affitto a se stessi,ma se lo si fa con pienadedizione, tutto diventaacile! Allora non capivo da

 

dove provenisse questafacilità, però mi era evidenteun fatto: il lavoro forzatosulle galee poteva in qualchemodo essere trasformato inlavoro coinvolgente. Non c’è più qualcuno che ti costringea fare ma sei tu stesso chedichiari la tua volontà. Cosìil lavoro non è più un peso esenti di avere la libertà inmano. Splendido!

Continuò così, di sessione

 

di esame in sessione, conl’unica differenza chedurante la sessione nonfacevo assolutamente niente,contrariamente al solito. Non perché fossi pronto, anzi, nonsapevo quasi nulla (anche sequalcosina, ovviamente,assimilavo comunque). Leinformazioni volavano fuoridalla testa subito dopo ognilezione, poiché il tema nonmi interessava e non miserviva. Ma sapevo che il

 

docente non aveva più laforza di ascoltare le mietirate anche all’esame e lecose andavano veramentecosì.

Ogni mio esame in storiadel partito si contraeva in undialogo rapido e nervoso:

 – Allora, vediamo…Mmmmm, eeee… Parlidell’argomento della secondadomanda! – Nella seconda domanda

 

si imposta il tema seguente… – Basta, vada avanti,

avanti! – Sulla terza domanda

vorrei soffermarmi in modo particolare perché… – Basta, vada, ottimo,

cinque2!

* * *

Ecco un altro episodio

 

simile legato alla mia vita damilitare. L’esercito è unambiente che si presta molto bene per illustrare certimeccanismi, perché tutti i problemi sociali lì sidelineano con grandecontrasto. Nei primi mesi di servizio

nel nostro reggimento, per lereclute era in vigore ilcriterio seguente: lacompagnia doveva mettersiin riga davanti all’ingresso

 

della caserma. Veniva dato ilcomando: «Rompete le righe,di corsa nei locali, avanti,marsh!», e chi entrava per ultimo avrebbe dovuto lavaretutte le scale.

Quest’ordine non siinscriveva nella mia mente.Avevo altre idee sui princìpimilitari: solidarietà, aiutoreciproco, per non parlare poidel detto “muori tu ma salvail compagno”… Per i

 

comandanti, invece, era piùconveniente operare in baseal principio divide et impera.

Subordinare un collettivo èinfatti molto più difficile.

on a caso circolava un altro principio ancora: affinché lavolontà della recluta diventimalleabile come creta molle, bisogna assolutamentecomplicare la sua vita.

I locali della nostracompagnia erano situati al

 

terzo piano. Tutti i pianerottoli e le scale eranorivestiti di piastrelle bianchecome la neve. Provate aimmaginare in che cosa si potessero trasformare dopo il passaggio di una mandriaimpazzita di quaranta paia dianfibi. Ed è quello chesuccedeva non una, non duema molte volte al giorno,avanti e indietro. E in ognicaso, «l’ultimo è un capronee lava le scale». Insomma,

 

l’idea è chiara. La situazioneera esattamente come nellegalee di cui si parlava poc’anzi. In me si risvegliòdi nuovo il sentimentofamiliare di protesta interioree decisi dimostrativamente direstare sempre l’ultimo.

Eseguivo il mio lavoro conogni diligenza possibile,anzi, dirò di più, con piacere.Sapone, spazzolone, straccio,secchio. E un po’ dimasochismo. Ma solo un po’.

 

Un goccio. Risultava chequanto peggio era, tantomeglio sarebbe stato. Per me,infatti, il lavoro era facile emi faceva sentire libero.

Gli ufficiali e i sergenti,guardandomi, provavanoun’autentica stizza. Avreidovuto arrendermi, prima o poi, pensavano. Ma aguardarmi si capiva che,invece di soffrire, provavo unvero piacere a lavare le scale.

 

Il meccanismo che avevanosempre usato con le recluteora non funzionava più. Cosa potevano fare con me?Dovettero introdurre unnuovo ordine. Interruppero lecorse “a chi arriva prima” ecominciammo a lavare lescale a turno. Di lì a poco citrasferirono in un’altracaserma. Io allora non mi eroreso pienamente conto diquello che avevo fatto, peròtra me e me avevo pensato:

 

ma guarda un po’! Il sistemasi può scardinare!

* * *

Ancora un episodio tipicodella vita militare. Stavamocorrendo su un terrenoaccidentato. Lo stavamofacendo già da lungo tempo,equipaggiati di tutto punto.Caldo, polvere, la gola secca,il torace ormai spaccato,sentivamo la morte vicina e

 

l’obiettivo finale era ancoralontano.

Ci comandava un sergenteaitante e ben addestrato. Più precisamente, non cicomandava ma ci prendeva ingiro come poteva. «Sietedelle femminucce! Farò divoi dei veri uomini!». Sivedeva bene che, sulla nostra pelle, si beava di se stesso edei suoi trionfi. Intanto, però,lui correva senza zaino e condelle scarpe da ginnastica.

 

Anch’io stavo morendocome tutti gli altri. Pensavosolo a una cosa: che questatortura finisse al più presto.Ma allo stesso tempo lasituazione mi facevaarrabbiare. “Ma guarda a chelivelli siamo arrivati”, midicevo. “Mi tocca sopportareun sergente che pretende di‘fare di fare di me un uomo’.Se è così la situazione èseria”.

 

Mi era venuto in mentequello che si diceva suisamurai: «Vivi come se fossigià morto». E ricordavocome essi si addestravano:correvano fino a esaurimentoe poi facevano trecentoflessioni. Correvano di nuovoe di nuovo facevanoflessioni. Poi ancoracorrevano. Si fermavano, nonce la facevano più. Di più era proprio impossibile. «Beh»,diceva il loro Sensei, «per il

 

momento basta». «Anzi, no.Siamo o non siamoguerrieri?!». «Banzai!»,gridavano tutti. E facevanoancora trecento flessioni. Ecorrevano ancora.

Io però non ce la facevo più veramente. Non avevo più forze. Loro, in fondo,erano samurai e poi erano giàmorti tutti. Io invece, porcavacca, stavo tirando le cuoia,come un cane. E questosergente, pezzo di canaglia...

 

Mi prese l’ira. Pensai: “Va bene, sono morto. Ma adesso, però, di corsa, avanti,facciamogliela vedere a ’stostronzo”.

In quel momento sentiicome se una Forza miafferrasse e mi portasse via.Colsi di nuovo la sensazionedi leggerezza. Dopo un po’ ditempo mi girai e vidi che ilsergente si indaffarava araggiungermi ma

 

infruttuosamente, perché laForza che un minuto primaera con lui, ora era passatainteramente dalla mia parte.Dopo, ovviamente, erafurioso, sebbene cercasse difar vedere che non erasuccesso nulla.

* * *

E infine l’ultimo esempio,già tratto dalla storia. Icosacchi del Zaporož’e nel

 

Medioevo utilizzavano delle pratiche magichesorprendenti. Quando uncosacco cadeva prigionierodei nemici, questi ultimicercavano di spezzare la suavolontà con la tortura e allafine gli tagliavano la testa.Ma prima che succedesse,egli diceva: «Ma che stai quia perder tempo e a tagliarmila testa! Infilzami con un palo e poi scorticami vivo,allora poi sì che vedremo». E

 

quando lo facevano, il suospirito passava nel corpo delnemico.

È ovvio che non serveattirare a sé la Forza in modicosì brutali. E poi lesituazioni critiche nella vitasono relativamente rare. LaForza può essere catturatanella vita quotidianaordinaria anche con altriespedienti. Ricordate, per esempio, con quali parole,nel film Džentl’emeny udači

 

(I gentlemen di successo), il protagonista, maestro discuola materna, riusciva aconvincere con successo isuoi piccoli allievi amangiare la colazione:

«Buongiorno signori, unattimo di attenzione, prego.Oggi la colazione al nostroasilo è stata cancellata.(Urrà!, gridavano i bambini).Il nostro missile sta volandoverso Marte. Prego tutti di

 

 prendere in mano gli astro-cucchiai. Bisogna mangiare per bene. Il missile nonrientrerà sulla Terra finoall’ora di pranzo».

Insomma, la morale dellastoria è che se vi trovate inuna situazione di necessitàforzata, quando qualcuno vicostringe o voi stessi vicostringete a eseguire deicompiti, cercate ditrasformare la pressione

 

esterna in un’intenzionesegreta.

Immaginate che vi statetrascinando a testa bassa inuna colonna di schiavi, inlenta marcia verso i lavoriforzati. All’improvviso visvegliate, vi riscuotete ecominciate a sollecitare ilvostro aguzzino: “Da’ un po’qua la frusta! Mi fustighimale!”.

Trasformate la situazione

 

“mi costringono a fare” inun’espressione della vostralibera volontà: “Faccio dame!”.

Così spesso fanno i bambini. Essi sentono inmodo particolare la presenzadella Forza. Quando iniziatea manovrare con azzardo il motore della vostra realtà, la

orza vi rivolge attenzione eoi si unisce a voi.

Se il lavoro dev’essere

 

fatto in ogni caso, non avetealtra via di uscita cheeseguirlo nel modo miglioreintenzionalmente econsapevolmente, con tuttal’anima. Quando si investonosforzi, l’anima vi aderisceautomaticamente. E quandol’anima aderisce, ad essa siunisce la Forza. È più facileeseguire ogni incombenzacon impegno che non connegligenza. Chi non conoscequesto segreto si tortura per 

 

tutta la vita, lottando controla necessità forzata eun’invincibile pigrizia.

Se invece si utilizza lalegge di attrazione dellaForza, si può dire addio allaroutine e alla pigrizia.Persino le azioni piùsemplici, come la preparazione dell’acqua viva,acquisiscono Forza eleggerezza se vengonoeseguite consapevolmente,intenzionalmente, con

 

l’anima. Allora non sitratterà semplicemente dimovimenti meccanici ma diuna pratica magica con la partecipazione della Forza.Quando questa praticadiventerà un’abitudine, laForza sarà sempre con voi. Ese la Forza sarà con voi, potrete creare capolavori.

RIEPILOGO

  Lo stato di pigrizia o di 

 

inazione significa ristagno energetico, tappo, blocco.Quando non c’è movimento,non c’è energia.

  Rimedio contro la pigrizia: mettere l’anima in quello che non si ha voglia di fare.Eseguire i lavori di routine nel miglior modo possibile,con piena dedizione. Senza strafare, ma mettendoci l’anima.

  Ci si può dare in affitto, ma se lo si fa con piena dedizione alla causa, tutto diventa facile! 

  Trasformate la situazione: “Mi costringono a fare” in 

 

un’espressione di libera volontà: “Sono io che voglio fare!”.

  Quando si investono degli sforzi, l’anima aderisce automaticamente. E quando l’anima aderisce, ad essa si unisce la Forza.

  Quando iniziate a girare con azzardo il motorino della vostra realtà, attirate l’attenzione della Forza ed essa si unisce a voi.

NOTE A MARGINE

Ricordate il fenomeno del

 

“vecchio comò”? Se non vibasta la vostra energia, lalegge di attrazione dellaForza vi servirà come fonteulteriore.

 

 Requiem allacarne altrui

«Kak prijatno otčego-to Znat’, čto kto-to gde-toest’  Ili rjadom budet kto-to, Kogo možno vkusno s’est’».

 

[È un vero piacere per qualche ragioneSapere che in giro inqualche regioneO forse in un postoancor più vicinoSi trovi qualcun damangiare per benino; N.d.T.].

In questo capitolo vorreichiarire ulteriormente laquestione affrontata per la

 

 prima volta in uno dei primilibri sul Transurfing,Veršitel’ real’nosti( L’Arbitro della realtà ).Ricevo molte lettere da persone desiderose di passarea una nuova fase della piramide alimentare, ma allostesso tempo diffidentirispetto a un regimealimentare senza proteineanimali, temendo danni allasalute e all’aspetto fisico.

I loro timori sono suscitati

 

 principalmente dal fatto chequasi tutti i nutrizionisti e imedici affermanounanimemente: «Senza carnenon si può stare al mondo, proprio no!».

Secondo loro la carneconterrebbe delle sostanzeassolutamente necessarie per l’organismo. Anche il principio della societàcontribuisce a frenare glientusiasmi: tutti mangiano

 

carne, vuol dire che bisognafarlo. E infatti, quando siapre il menù di qualsiasiristorante, diventa subitochiaro: quello che non ècarne di qualcuno, non ècibo.  In altri termini: cibo èciò che risulta essere lacarne di qualcuno.

Tuttavia, in India, per esempio, il 70% della popolazione è costituito davegetariani. E non sembrache soffrino di sfinimento. Al

 

contrario, presto per crescitademografica supereranno laCina. Quindi c’è qualcosache non torna qui, c’èqualcosa che non va conquesto “principio dellacarne”.

 Non è mia intenzionecercare di disavvezzarequalcuno dalle sue abitudinialimentari, non ne ho alcuninteresse. Il mio compito èquello di fornire

 

informazioni oggettive. Nelsistema tecnogeno tutte leinformazioni sono predipostein modo da servire il sistema.Una concezione qualsiasi dialimentazione naturale puòessere ribaltata e distorta dafar piangere tutte le icone.

Rivolgiamoci allora, per consigli, alle fonti piùaffidabili e autorevoli, alla

atura, al buon senso e aiclassici, Arnold Ehret e MaxBircher-Benner, in qualche

 

modo stranamentedimenticati.

Per cominciare, vediamoun po’ che cosa sono le proteine. Non si tratta dicarne di maiale o di manzo, odi pesce o di qualche altroanimale, ma di una molecolagigantesca, una lunga catenadi amminoacidi. Che cosadovrebbe fare l’organismo per trasformare le proteine intessuto muscolare? Una

 

 bistecca di manzo diventauna parte del nostro corponon appena la si mangia? No,

er assimilare una molecolaroteica altrui essa

dev’essere prima decompostanei suoi amminoacidi di

artenza, i quali a loro volta sintetizzano la loro molecola.

Le proteine sono ovunque,nelle polpette e nelle foglieverdi. Ma, a differenza deicibi animali, le piantecontengono sia le proteine

 

che gli amminoacidiessenziali, cioè il materialeda costruzione primario, imattoni. Ovviamente le piante, e soprattutto leverdure verdi in foglia, sonola migliore fonte non solo di proteine, ma anche dimateriale di partenza per laloro sintesi.

Si può trovare unaconferma visiva di ciòdirettamente nella padella.

 

All’atto della cottura, un pezzo di carne di animalenutrito dai mangimi “ricchidi proteine” riduce il suovolume di due o tre volte,mentre la carne di un animalecresciuto in fattoria ealimentato da erba naturale efieno, rimane quasiimmutata. Le cosiddette“proteine animali complete”,ovunque aggiunte aimangimi, fanno ingrassare i bovini più che crescere le

 

loro carni.Rispetto al tema

“proteine”, è tutto girato alcontrario. Di fatto, sidovrebbero considerare“complete” le proteinevegetali, ossia, a dirla intermini più precisi, quegliamminoacidi, minerali evitamine a partire dai qualivengono sintetizzate le proteine e che sono presentiin abbondanza nei vegetali.

 

Gli alimenti vegetali vivicreano la massa muscolare intempi lenti, ma in modonaturale ed efficace. Il ciboanimale, al contrario,favorisce un rapido aumentodi peso ma di quel pesoinutile, che si scioglie in padella e rende felice il cuoredel produttore.

Per questo il produttoreinforma allegramente i suoiclienti che le proteineanimali sono le migliori: con

 

esse si può anche nutrire il bestiame, e poi,naturalmente, alimentarel’uomo. E il consumatore cicrede ciecamente, perché ilsuo animo ingenuo accettafacilmente questa logica primitiva, su cui non c’èalcun bisogno di pensare: per formare i muscoli, si devonomangiare questi stessimuscoli; per formare le proteine, si devono mangiare proteine; per formare il

 

grasso, si deve mangiare ilgrasso, e, ovviamente, lamadre che allatta al senodeve bere latte per produrrelatte.

Ma in omaggio a questastessa logica, il torodev’essere nutrito con lacarne (cosa che, in realtà, giàsi fa, perché nel mangime per animali viene aggiunta farinadi ossa e di pesce, e nonsolo), e la mucca con il latte.Con la stessa logica, dal

 

momento che la casa ècostituita da pareti, la sidovrebbe costruire di pareti enon di mattoni. Anzi, ancorameglio, di intere “casecomplete”. Quante caseserviranno per la costruzionedi una casa? Non importasapere cosa succederà nelcantiere, è una faccenda deicostruttori. Il nostro compitoè portare nell’area dicostruzione la quantitàsufficiente di case e che poi

 

si arrangino loro. Non èrilevante che in seguito glioperai dovranno scomporrele pareti in mattoni singoli, lacosa più importante è cheabbiamo fornito i materialiedili in assoluto “piùcompleti”.

Il mito che gli alimenti diorigine animale contenganoqualcosa di insostituibile, dicui l’organismo non può proprio fare a meno, non ènemmeno un mito. È

 

ignoranza o menzognamirata. Non si trova in naturanulla che non sia contenutoin taluni o talaltri vegetali. Ese la scienza disponesse diinformazioni attendibiliriguardo a quello chel’organismo è in grado omeno di sintetizzare, problemi come il cancro e ildiabete, per esempio,sarebbero già una questionerisolta. Nel frattempo,invece, bisogna considerare il

 

fatto che la scienzadell’uomo è ancora in fase diricerca, ragion per cui nonvale la pena confidare tropposu di essa.

L’unica cosa su cui hasenso confidare sono le leggidella natura e del buon senso.Proprio su questi princìpi poggia la concezione deldottore svizzero MaximilianBircher-Benner. Illustro brevemente i capisaldi dellasua teoria, semplice e chiara.

 

Tutti noi, alla fine, cinutriamo dell’energia del Sole. Essa è la nostra fonte primaria di energia. Tutto ilresto, compreso il carbone, il petrolio e il gas, sonosecondari. Non prendiamo per il momento inconsiderazione l’energiacosmica. Le piante assorbono

l’energia solaredirettamente. Sono le uniche

 

creature sulla Terra che lo possono fare (nonconsidereremo ora “imangiatori di sole” el’alimentazione pranica per non complicare il discorso). Insieme alle piante

consumiamo energia solareanche noi.  In altre parole,l’energia del Sole arriva a noiattraverso le piante. Glianimali, che si trovano algradino successivo della piramide alimentare, si

 

nutrono anch’essi di piante.Gli animali predatori, chesono in un gradino più inalto, si nutrono dei corpi(cadaveri) degli animalierbivori.

Coloro che si nutrono diiante ricevono energia

 solare di prima mano. Chi sinutre di animali, la riceve diseconda mano, e se questistessi animali (uccellicompresi), come ora succede,

 

vengono alimentati da proteine animali, allora è giàdi terza mano. Le piante sono cibi di

rima specie.  Essicontengono in sé sia proteinevegetali, facilmenteassimilabili, che gliamminoacidi primari, da cuivengono sintetizzate le proteine.

 La carne di animalierbivori è cibo di seconda

 

 specie.  Dopo le piante, glianimali erbivori sono isecondi intermediari nellacatena di trasmissionedell’energia solare. Tutti gliintermediari successivi dellacatena possono essereconsiderati come fonti dicibo di ordini inferiori. Sono pochi, in Natura, a mangiarela carne dei predatori.Digerire questo tipo di carne,in linea di principio, è possibile, ma solo per coloro

 

che ne sono capaci e che sonofatti in un certo modo.

Ma siccome l’uomo nelsuo “processo produttivo” di preparazione del cibo vaanche oltre, Bircher-Benner introduce ancora il concettodi necrobiosi, mortificazione prima della carne viva e poidi quella morta.

Com’è noto, l’uccisione diuna creatura che si trova a unlivello sufficientemente

 

elevato di coscienza per rendersi conto di venir uccisa, non passa senzalasciar traccia nel suo corpo.

el suo sangue vengonodisperse delle sostanze chelasciano sulle carniun’impronta, il sigillo dellamorte. E ciò avviene anchesul piano fisico-chimico edenergetico-informazionale.

e consegue che talialimenti, se considerati dal punto di vista di fonte di

 

energia solare, diventano diqualità ancora più bassa.

Il passo successivo è lamortificazione della carnemorta. In questo, ormai, nontroviamo assolutamente nulladi insolito e sorprendente, dalmomento che fin dallanascita assistiamo a questo“processo” tanto daconsiderarlo, nell’abitudine,una parte integrante enormale della vita.

 

Ma è davvero normale dal punto di vista della Natura?Immaginate di non aver maivisto come si frigge la carnee di non avere alcuna ideache ciò sia possibile e anchenecessario fare. E così lofate. La carne è già morta di per sé, e voi, cucinandola, larendete ancora più morta. Ègià molto strano. C’èqualcosa che non va, che nonquadra.

 

Allora, chi siamoveramente? Figli della

atura o pervertiti edegradati? Forse nessuno haancora impostato laquestione in questa prospettiva.

 I prodotti cotti sono fontealimentare di terza specie.Riguardo al discorsodell’energia, è un processo diindebolimento, diabbassamento del potenzialeenergetico. La sostanza viva

 

è sostanza viva. La sostanzamorta è sostanza morta.L’energia e la Forza sitrovano lì dove c’è la vita.

Tanto più forte è l’azionedel fuoco, tanto minore è il potenziale energetico residuodel cibo. Per non parlare delfatto che nel processo dicottura si producono sostanzetossiche. Ogni prodotto è più prezioso nella sua formanaturale. Certo, la carne

 

cruda non è proprio unadelicatesse, a eccezione,forse, dei frutti di mare. Delresto, nel mare la vita ècostruita in modo molto piùnaturale e armonioso rispettoalla terraferma. Persino lacarne dei pesci e deglianimali marini predatori,rispetto a quelli terrestri, è pienamente commestibile.

Sulla base di quanto detto, possiamo già trarre leconclusioni principali.

 

1.   È meglio ricevere energiadi prima mano, piuttostoche da intermediari.

2.   La sostanza viva è sempree sotto tutti i punti divista meglio della sostanza morta.

E qui non si dice nulla dinuovo. Bircher-Benner hasemplicemente chiamatotutte le cose con il loro nome.E quando le cose vengono

 

chiamate con il loro nome,esse acquistano il loro verosignificato.

RIEPILOGO

  Il principio della società dice: il cibo è quello che risulta essere la carne di qualcun altro.

  Nel sistema tecnogeno tutte le informazioni sono poste al servizio del sistema.

  Al fine di assorbire una molecola proteica altrui, è necessario scinderla prima 

 

nei suoi amminoacidi di partenza, che successivamente sintetizzano a loro volta una molecola.

  Le piante, e soprattutto le verdure verdi in foglia, sono la migliore fonte non solo di proteine, ma anche del materiale di partenza per la loro sintesi, cioè degli amminoacidi.

  Gli alimenti vegetali vivi creano la massa muscolare lentamente, però in modo naturale e di qualità.

  Tutti noi, alla fine, ci nutriamo di energia solare.

 

  Le piante assorbono l’energia solare direttamente.

  Insieme alle piante, anche noi consumiamo energia solare.

  Coloro che si nutrono di vegetali ricevono l’energia solare di prima mano.

  Le piante sono cibo di prima specie.

  La carne di animali erbivori è cibo di seconda specie.

  I prodotti cotti sono una fonte alimentare di terza specie.

  Sulla carne macellata è 

 

impresso un sigillo di morte.

NOTE A MARGINE

Ma non è tutto. È rimastatutta una serie di domandeinteressanti:perché mai le personehanno preso gusto per lacarne?Dov’è più convenientetrovarsi? In cima allapiramide o a un gradinoinferiore?Da dove viene la forzavitale, dalle proteine, daigrassi o dai carboidrati?

 

Tutti questi problemi,soprattutto l’ultimo, nonsono banali. Per evitare unsovraccarico di senso, litratteremo nel capitolosuccessivo.

 

Si bemollemaggiore

«Čelovek, odetyj včernom,Učtivo poklonivšis’, zakazal  Mne Rekviem i skrylsja...

 

 Mne den’ i noč ’ pokojane daet  Moj černyj čelovek».(PUŠKIN,  M OZART E S  ALIERI )

[Un uomo, di nerovestito,facendomi un inchinodeferente, mi ordinòu n Requiem  e sidileguò...giorno e notte non mi dà

 

treguail mio uomo nero; N.d.T.]

Ci occuperemo oggi di ciòcui è dedicata, in sostanza,tutta la teoria delTransurfing: una soluzionesemplice di problemicomplessi. E sebbene non visia qui alcunché dicomplicato, vi convinceretedi quanto sorprendente e scioccante  può essere il 

 

banale e lo scontato. Saretevisitati dalla stranasensazione di aver riscoperto per voi stessi ciò checonoscevate bene e da tempo,ma che al contempo nonconoscevate affatto. E tutto perché le cose meno evidentinel nostro mondo sono quelle semplici, quelle cui di solitonon si presta attenzione.

Proviamo a riformulare la prima questione: perché, a

artire da un certo punto,

 

qualcuno ha cominciato amangiare qualcun altro?Immaginate di essere arrivatisulla Terra e di avervi trovatosolo ed esclusivamente piante. Inesistente il concettodi fauna. Una cosa del genereè possibile? Sì, lo è benissimo. Le piante sonoinfatti le creazioni più perfette. Per vivere hanno bisogno solo di minerali,acqua, sole e aria. E sonoanche le creature più

 

tranquille e incantevoli. Nonattaccano nessuno, nonrovinano l’ambiente, non siavvelenano le une con le altrecon sostanze chimiche e noninventano la bomba atomica.L’unica manifestazione diaggressività da parte loro,ammesso che si possa parlaredi aggressività in un casocome questo, è il lorodesiderio di ottenere più solee spazio per la loro esistenza.Dopo tutto ognuno ha questo

 

diritto, è il diritto alla vita!Tuttavia, in ogni società,

 persino la più prospera e pacifica, in forza della leggeinesorabile della dialettica, sitroverà sempre almeno unelemento “asociale”, o troppoavido e ingordo, o deprivatodi qualcosa. Ecco cosa gli potrebbe venire in mente: “Ese io, al posto diindaffararmi, come gli altri,in un’estenuante e lentafotosintesi, prendessi e

 

inghiottissi qualche vicino?O magari mi trovassi undocile ‘amico’, lo stringessiin ‘un abbraccio affettuoso’ esorseggiassi pian pianino ilsuo succo?”.

Così, probabilmente,comparvero gli altri, coloroche vivono a spese altrui eanche a scapito della vitaaltrui. Gli altri si affrettaronoa moltiplicarsi e a crescere,in forza della stessa

 

dialettica. Nella piramidealimentare stavano già a ungradino superiore rispettoalle piante e ciò dava loro un preciso vantaggio. Molti diloro impararono a muoversinello spazio, mentre lamaggior parte degli“inferiori” restava ancoralegata a uno stesso luogo. E presto cominciarono adapparire esseri ancora piùarroganti e ingordi, chesalirono al gradino

 

successivo e si misero amangiare gli altri, quelli cheancora si contentavano delle piante.

Ora chiedetevi: qual è il  significato di tutto questo?Vale davvero la pena salire incima alla piramide perché lìsi sta meglio? E che cos’èdavvero meglio: mangiare glialtri o alimentarsi da soli,direttamente, come fanno le piante?

 

A prima vista si fa stradauna conclusioneapparentemente “naturale”: più in alto ci si trova, piùforti si è e più conveniente èla posizione che si occupa.Ma ricordiamo, tuttavia, il principio di Bircher-Benner:tutti noi, in ultima analisi, cinutriamo dell’energia del Sole. Ne consegue che chi è più

vicino alla sorgente diquest’energia e ha il minor 

 

numero di intermediari, sitrova di fatto nella migliore posizione sulla piramidealimentare. Ma allora, perchée da dove ha tratto originequesta competizione di “chimangia chi”? La situazioneappare assurda. È forse la

atura che si contraddice?

La risposta è tantosemplice quanto paradossale:a qualcuno tocca mangiarequalcun altro non perché sia

 

meglio (più nutritivo, piùustoso), ma perché non vi è

null’altro da mangiare.Pensate a questa frase. Soloin questo, e non in altro,consiste la ragione dellacorsa su per la piramide. Ilfatto che in natura, ovunque esempre, “qualcuno mangiqualcun altro” sembraassolutamente naturale, non èvero? Ma se ignoriamo lostereotipo diffuso, diventerà più evidente anche un’altra

 

c o s a : non è affattoobbligatoriamente naturaleche “qualcuno mangiqualcun altro”. Il fatto chesia abituale non significa chesia naturale e normale. Ed èanche possibile che il nostro pianeta, sotto questo punto divista, sia una delle pocheeccezioni. Mentre “daqualche parte, in una galassialontana lontana…” di questonon si possa nemmeno sentir  parlare.

 

Da noi invece è così. Ineffetti, nel nostro mondosono successe e succedonosituazioni varie, tali per cui ilcibo in un certo luogo e in uncerto momento non èdisponibile. Le piante sono più adatte ad affrontare ledifferenti avversitàclimatiche. Alcune possonoanche caderetemporaneamente inanabiosi.

Gli animali, invece, in

 

 periodi di siccità o di gelo,hanno grandi difficoltà. Eallora, cosa possono fare? La bestiola affamata, avanzandocon passi felpati sul terrenodeserto, pensa con angoscia:“Con me non c’è nessuno esono triste per qualchemotivo, giuro che dareiqualsiasi cosa per trovarequalcuno, per trovarequalcuno…”1. Si capisce bene perché: per mangiarlo.

 

Se in giro non c’èvegetazione alcuna, ti vienvoglia di divorare chiunque passi per strada. Lasopravvivenza è l’istinto primario. Senza alternative.

Allo stesso modo funziona per gli uomini. Non si sa dadove e quando sianocomparsi sulla Terra e inquali condizioni sianoesistiti, ma non è difficilesupporre che, trovandosi inuna situazione tale per cui

 

nel loro habitat per un certomotivo sono cominciate asparire le piante, sarannostati costretti a fare un passoavanti nella piramidealimentare. E ciò nonostantequesto sia assai pococonveniente, e non tanto per la ragione che il cibo diseconda specie è di qualitàinferiore, ma soprattutto perché esso è molto piùdifficile da procurare. Nonc’è bisogno di andare a

 

caccia di piante: sono tante,non scappano, non mordono enon attaccano. La caccia, di per sé, è un’attività moltofaticosa, e non solo per gliuomini.

Chi non ha familiarità conla vita reale della faunaselvatica può credere che i predatori crescano e prosperino nell’abbondanza.

essuno li minaccia, possonomangiare chi vogliono o,quanto meno, chi riescono a

 

uccidere. E nessuno ha pretese sulle loro carni, sìche possono andarsene ingiro, divorare a volontà egodersi la libertà, con tuttiquegli stupidi erbivori esciocchi pesci che ci sono ingiro, prede a portata dizampa!

In realtà è tutto molto piùcomplesso e, purtroppo, piùtragico. Che sia tuttosemplice è solo un’illusione

 

della percezione. Sulloschermo si vede il leone cheabbatte facilmente un toro, oun orso che cattura un pesce,o un lupo che afferra unalepre… o un bravo cacciatoreche spara a un cervo… e cosìvia. Ma si vede solo il finale, perché l’intero processo precedente sta dietro lequinte. Ecco perché sembrache tutto sia facile esemplice: se sei in cima alla piramide, sei il re e il dio e

 

hai accesso a tutto.In realtà è vero il

contrario. Il paradosso sta nelfatto che quanto più alto è il tuo livello sulla piramidealimentare, tanto più ti èdifficile nutrirti. E, diconseguenza, quanto più inbasso sei sulla piramide,tanto maggiori sono per te ledisponibilità di cibo. Strano,non è vero? Ma è davverocosì.

 

Il vero stato delle cose è ilseguente: sui gradini più altidella piramide regna la fame.La sopravvivenza èletteralmente ai limiti del possibile. Soprattutto dalmomento in cui sullasommità massima della piramide si è piazzatol’uomo. Pochi sanno diquesto (la fame), e menoancora ne parlano. Quando per carestia muoiono milionidi persone in Africa, è una

 

tragedia. Ma quando, per mancanza di cibo, muoiono i predatori, ciò viene percepitocome un processo naturale,una normale regolazionedella popolazione.

Pochi sanno che un brancodi leoni a volte non mangia per mesi. I leoni reali (nonquelli dello zoo o del circo)in quei periodi sembranoscheletri ambulanti. I lupi possono correre per settimane alla vana ricerca di

 

 prede. Gli orsi polari sonocadaveri ambulanti ancheloro quando per mesi nonriescono a trovare cibo. Lemegattere, che si nutrono diaringhe, non hanno la possibilità di nutrirsinell’arco di sei mesi (!).Mentre il fitoplancton, che sitrova sulla parte inferioredella piramide, mangiaquando e come vuole.

Molte sono le ragioni per 

 

cui esistono queste difficoltàdi alimentazione sulla Terra.Il cambiamento climatico, lestagioni, la migrazione dianimali, uccelli e pesci, ecosì via, è una storia lunga.Ma l’essenza di questa storiaè che tutti i rappresentantidei diversi gradini della piramide si trovano indipendenza  l’uno dall’altro secondo una catena. Tanto più in alto ti trovi, tanto piùlunga e complessa è la catena

 

e tanto maggiore è ladipendenza da tutti gli esseriinferiori. E il seguente paradosso sta nel fatto chechi è in alto di fatto non è ilRe della Natura ma un

rigioniero delle circostanzee un mangiaufo dei suoi sudditi “commestibili”.

Con l’uomo la situazione èidentica. L’uomo modernocivilizzato è impotentequando si trova in condizionidi natura selvaggia. Ma il

 

fatto che sia impotente non èneanche il peggiore dei mali.Grave è il fatto che lui stessosi sia cacciato all’ultimostadio di dipendenza. Per luiciò che non è carne non ècibo.

In un documentario delles e r i e  Discovery  è statoripreso quest’esperimento:un gruppo di sette volontari,normalmente residenti incittà, è stato abbandonato in

 

Alaska. Il compito era quellodi resistere il più possibile.Erano equipaggiati di tenda,fucili, canne da pesca e altreattrezzature necessarie, ditutto tranne che di cibo. Einoltre ognuno aveva uncercapersone con pulsanteche, se fosse stato premuto,avrebbe inviato il segnale aun elicottero che sarebbeintervenuto a porre fine allesue sofferenze.

Era l’inizio o la metà

 

dell’autunno. Il primo giornodi missione passòallegramente. La natura erameravigliosa, l’umore eragagliardo, era tutto perfetto.Poi cominciò a piovere.Erano tutti bagnati e nonerano ancora riusciti a procurarsi del cibo, ragion per cui dovettero sistemarsi per la notte a stomaco vuoto.Ma nel gruppo c’erano un pescatore dilettante e unadonna appassionata di caccia,

 

 per cui speravano di avere buone possibilità di successonei giorni successivi.

Al mattino si accorseroche le scarpe, messe adasciugare al fuoco, si erano bruciate. Dovetteroarrangiarsi con delle fasce per avvolgere in qualchemodo i piedi. Tutti ormaivolevano follementemangiare. La ricerca diselvaggina nella zonacircostante non aveva portato

 

ad alcunché di buono. Quelterritorio generoso, per qualche motivo, pareva nonavere alcuna fretta di rivelarele sue ricchezze a questiospiti inattesi. La cacciatricedisse che doveva esplorare lazona più a monte e si diresseal suo lavoro, promettendoche in serata avrebbero avutocarne. Tanta carne.

Gli altri, nel frattempo,gettarono le canne da pesca.

 

C’era infatti un bellissimoruscello di montagna lìvicino. Ma dopo alcuni lanciinfruttuosi l’entusiasmoscemò. Il pescatore delgruppo giunse allaconclusione che in quelleacque non ci fossero pesci.Quindi, niente da fare, bisognava cercare la carne.

Ben presto si accorsero chevicino al campo viveva untopo. Si prefissero il compitodi acciuffarlo. Ma in che

 

modo? Certo, erano tutte persone istruite e intelligenti,e quindi il metodo fu prestoinventato, per di più unmetodo geniale, mica unascemenza! Riempirono unagran pentola con dell’acqua,vi appoggiarono un bastone elungo i bordi della pentolaattaccarono un filo chereggeva un tubicino in modotale che questo tubicinogirasse liberamente sul filo.L’idea era la seguente: il

 

topo si sarebbe arrampicatosul bastone, avrebbe corsolungo il filo, sarebbescivolato e sarebbe caduto inacqua, così… avrebberoottenuto la loro preda!

Pensate che avevano preparato la trappola con lamassima serietà. Si misero inagguato e attesero a lungo. Iltopo, infatti, sembrava nonaver alcuna intenzione difinire in pentola, perciò sioccupava tranquillamente

 

delle sue faccende. Ebbene…Un’altra sconfitta. Nel frattempo la

telecamera che filmava ilgruppo mostrava lo sfondocircostante: si vedeva ilfiume e, in esso, una trotache nuotava (quindi il pescec’era!), si vedevano le bacchesui cespugli e nell’erba, gliarbusti di bardana lungo lerive del fiume e molto altroche non ricordo. La radice di

 

 bardana, per esempio, se proprio si vuol parlare diquesto, si può cuocere e nonè peggio delle patate. Ma gliesploratori non eranointeressati alle piante. Eranoalla ricerca di carne.

Alla fine, uno degli uominiscorse uno scoiattolo su unalbero e riuscìmiracolosamente (wow!!) asparargli e a centrarlo. Senza pensarci su molto,scuoiarono l’animaletto

 

(questa è una cosa chesapevano fare bene) e neappesero il corpicino, poco più grande di quello di untopo, ad arrostire sopra ilfuoco. Facevano tutto ciò conla massima serietà, sebbenefosse evidente che, dividendola carne per sei persone, sisarebbe ottenuta una porzione pari alla punta di unmignolo. Cucinato il cibo,ogni membro del gruppoinghiottì rapidamente il suo

 

 pezzettino. Non avevanotenuto conto del settimomembro (la cacciatrice), perché ella sarebbe arrivata presto portando tanta tantacarne.

La donna, infatti, arrivò.Incattivita e a mani vuote. Inquei posti tre volte maledettinon c’era l’ombra diselvaggina! Quando peròvenne a sapere che, in suaassenza, i suoi colleghi sierano divorati lo scoiattolo,

 

divenne letteralmentefuriosa. Dopo tutto erano unasquadra! Come avevano potuto farle questo! E preseavvio una lunga e noiosadiscussione.

 Non ebbi poi la possibilitàdi vedere il seguito diquest’avventura. Ma non èdifficile immaginare comesia finita e del resto non ècosì importante. Avete giàcapito tutto.

 

RIEPILOGO

  Le cose meno evidenti nel nostro mondo sono quelle semplici, perché ad esse non si presta attenzione.

  Chi è più vicino alla fonte di energia primaria, il Sole, e ha il minor numero di intermediari, si trova a occupare la posizione migliore nella piramide alimentare.

  A qualcuno tocca cibarsi di qualcun altro non perché sia meglio (più nutriente, più gustoso), ma perché 

 

storicamente e spontaneamente questo succedeva quando non c’era altro da mangiare.

  Ai gradini superiori della piramide regna la fame.

  Chi si trova ai vertici della piramide non è di fatto il Re della Natura ma un prigioniero delle circostanze e un mangiaufo dei suoi sudditi “commestibili”.

  L’uomo moderno civilizzato si è cacciato da solo all’ultimo stadio di dipendenza.

 

NOTE A MARGINE

Chiarimento: “Si bemollemaggiore” è il tono cheMozart amava usare nellesue opere. Ma… i violinihanno finito di suonare eora risuona una marciamilitare. Più avanti saràancora più interessante.

 

La fattoriaumana

Continuo la mia messa dicommemorazione per la“carne altrui”, augurandomi,in tutto ciò, che voi non virapportiate con fanatismo aquanto ho scritto. Nel

 

Transurfing non ci sonoregole (le regoleappartengono ai pendoli), equasi non ci sono leggi, maesistono solo i princìpi che, adiscrezione personale, si possono seguire o nonseguire, nell’unità dell’animae della ragione.

Ritengo inoltre miocompito dareun’informazioneindipendente, che non

 

esprima gli interessi diqualcuno e si contrappongaalla propaganda sfrenata promossa dai produttori e daicommercianti e diffusacapillarmente in tutto ilnostro mondo.

Dovremmo essere tutticonsapevoli del fatto che lemerci che ci circondano sono prodotte non tanto perchésenza di esse non ci potremmo arrangiare, ma perché qualcuno le produce,

 

qualcun altro le vende e tuttihanno bisogno di guadagnare.  solo in una prima tappa

che si produce e si vendequello di cui qualcuno habisogno. Ma poi comincia un

rocesso completamentediverso, la corsa al profittoad ogni costo. Viviamo in unmondo in cui questa corsa è permanente e sapete bene chein questo contesto pochi si preoccupano dei mezzi.

 

La menzogna e ladisinformazione sono mezzimolto efficaci. Infatti, per vendere, per esempio, un prodotto alimentare senzaritardare nella corsa contro laconcorrenza, occorre creare ilmito non solo della suautilità, ma anche della suainsostituibilità: senza questocibo non si può propriovivere. (Senza carne e lattenon si può vivere, nel modo più assoluto).

 

Ora è di moda una nuovatendenza, “il tutto naturale”,tendenza cui, in una certamisura, hanno contribuitoanche i miei libri. Domanda:come si può vendere, inqueste condizioni, unalimento che non ha alcunaattinenza coi prodottinaturali? Semplicissimo:chiamandolo naturale, tuttoqui. E così vediamo sulloschermo un bel bambino,roseo e sano (ricercato a

 

 bella posta da qualche parte),che mangia a quattro palmenti un qualche prodottosintetico da un barattolo dilatta, mentre una voce cispiega che fa così “perché ètutto naturale!”.

E a questo propositoqualcuno mi deve spiegarecome si possa definirenaturale un prodottoconservato, “rinchiuso eseppellito” in un barattolo dilatta o in una confezione con

 

validità di uno o due anni.Ma così lo definiscono, senza problemi. La produzione e ilcommercio hanno ottimecapacità di mimesi, sannoadattarsi rapidamente allenuove tendenze. E noninvestono alcuno sforzo per rendere la loro “favola” unastoria vera. Perché sarebbe più costoso che nonturlupinare velocemente esenza tanti problemi gliingenui consumatori.

 

Il periodo di validità di unalimento, in linea dimassima, si può paragonaredirettamente al “termine direclusione” dato a uncondannato: quanto esso èmaggiore, tanto più pericoloso è “il prigioniero”.Probabilmente pochiricordano i tempi in cui ladurata di conservazione di un barattolo di maionese non era più di tre settimane infrigorifero, il latte in

 

 bottiglia si inacidiva dopodue o tre giorni e la birradiventava torbida già dopouna settimana. Molti nonhanno mai visto queste cose,altro che ricordarle!

L’universale corsa al profitto ha reso noi stessi prigionieri, ostaggi degliinteressi dei produttori e deicommercianti. Nei negozi i prodotti davvero naturaliquasi non si trovano.L’ultimo rifugio è rimasto il

 

mercato delle aziendeagricole e i frutti di mare(ovviamente quelli che nonvengono allevatiartificialmente). E anche quinon vige la massima onestà.

Se ritorniamo a fareriferimento allaclassificazione del dottor Bircher-Benner, si potrebbeintegrare la sua tabellaalimentare con il cibo diquarta specie, un concetto di

 

cui egli ai suoi tempi non poteva avere alcuna idea,cioè i prodotti sintetici da supermercato,  la produzionedella classe più bassa, praticamente gli alimentitecnogeni per i cyborgs che sitrovano ai vertici della piramide alimentare.

L’idea è semplice elineare. Tante più sostanzesintetiche sono contenute nel prodotto, tanto minori sono icosti di produzione. Tanto

 

 più lunga è la durata diconservazione, tanto piùfacile è vendere la merce.

La domanda è: ma chediritto hanno di darci damangiare queste schifezze?Com’è potuto accadere cheattorno a noi si trovino, oggi, per lo più prodotti sintetici?E ciò non riguarda solo ilcibo ma tutto.

E di nuovo la spiegazioneè molto semplice: se la

 

coscienza del consumatore sitrova a un livello basso,letteralmente al livello di unozombie, gli si può propinarequalsiasi cosa ed egli crederàche tutto questo è non soloutile ma anche indispensabile per la sua vita, per la suastessa salute.

Vedete, se la coscienzadegli individui presisingolarmente e dell’interasocietà fosse di almeno unlivello più in alto, saremmo

 

ancora a bere latte e birranaturali, a mangiare unsalame senza soiageneticamente modificata ecosì via. Ma noi non siamoindividui liberi econsapevoli. Noi… nonvorrei usare un terminevolgare perciò mi esprimeròmoderatamente: ci troviamorinchiusi in una fattoria e per questo mangiamo quello checi viene dato. Questa è lanostra situazione! Pensate

 

che ciò non abbia attinenzacol Transurfing?

Ed è veramente così:mangiamo quello che ci vienedato. Perché nella nostrasocietà avanzata e civilizzatavige una legge che si puòformulare nel modoseguente: prima la merceviene prodotta, poicostringono la gente aacquistarla. Spiego che cosasignifica.

 

Come si è già detto sopra,nella prima fase inizia la produzione della merce per cui vi è domanda.Supponiamo che tutti sianovenuti a sapere che daqualche parte, in un villaggiodi montagna, gli abitanticentenari bevono una bevanda miracolosa che limantiene in ottima salute e di buono spirito. Perché noniniziare a preparare questo prodotto per la città? Nessun

 

 problema, si avvia la produzione e il processocontinua fruttuosamente. Ma poi si inseriscono iconcorrenti, che si mettono afare la stessa cosa. Comecompetere con loro? Ilmercato, intanto, è già invasodal prodotto. Come fare intempo a smerciarlo?

Tutti questi problemi sirisolvono facilmente: basta produrre la stessa bevandama sinteticamente. Non è più

 

il liquido che bevono nelvillaggio di montagna, ma ilsuo costo è notevolmente più basso mentre più lungo è ilsuo periodo di conservazione.E i consumatori si possonoabbindolare facendo lorocredere che si tratti dellostesso elisir miracoloso. Loroci crederanno, poiché sonomolto affamati e moltofiduciosi.

Quando poi, più tardi, la

 

 produzione si è già perfezionata, si innesca un processo di altro genere: lamerce dev’essere tuttavenduta, propinata aiconsumatori con qualsiasimezzo. Se noi la produciamo,voi la dovete comprare. E sevoi non la volete comprare,vi convinceremo contrasporto. Un po’ comesuccede nell’esercito: se non puoi, te lo insegniamo noi, senon vuoi, ti costringiamo.

 

Come facciamo ainsegnarvelo? Viracconteremo, con l’aiuto diuna pubblicità diffusa, con ilcoinvolgimento di autorevoli pareri di medici (che, in lineadi principio, se ne freganodella salute della gente,giacché hanno bisogno di pazienti malati e non sani),che il tale prodotto è buono per la salute e indispensabilein generale, contenendo essotutto il necessario eccetera

 

eccetera Come facciamo acostringervi?

È molto semplice. Sugliscaffali non c’è niente altro,solo la nostra mercesintetica, special for you, per voi, esseri superiori, beh, sì,in fattoria che… perché noivi amiamo molto e ci prendiamo cura di voi! Etutto ciò avviene non perché i produttori e i commerciantisiano una categoria dicattivoni e malintenzionati.

 

In realtà è il sistema che licostringe ad agire così e nondiversamente. E così come larivoluzione divora i suoifigli, i figli del sistema siritrovano nelle sue fauci.

In qualità di esempio quisarebbe il caso di ripetere ciòcui si accennava nel libro Il Transurfing apocrifo. Nel 1974 il governo degli

Stati Uniti dichiarò chel’obiettivo di ridurre la

 

 popolazione nei Paesi delTerzo Mondo si poneva comeuna questione di sicurezzanazionale. In che modo si prevedeva di attuare questalinea politica? Il segretario distato Henry Kissinger, in unmemorandum per lasicurezza nazionale degliStati Uniti, consigliò senzamezzi termini, oltre alsistema di provocare delleguerre, l’uso di determinati prodotti alimentari in qualità

 

di strumento per ridurre la popolazione. All’inizio sioccuparono dell’elaborazionedi armi chimiche, ma poicapirono che sarebbe statomolto più convenienteseguire “una via pacifica”.

La tecnologia transgenicaè un’invenzione geniale delsistema. Prende subito due piccioni con una fava: èinfatti al contempo sia unmezzo per ridurre la popolazione, sia un mezzo

 

 per indebolire la sicurezzaalimentare di singoli Paesi, perché i semi delle piantemodificate non germoglianoe di conseguenza la banca deisemi è sempre nelle manidelle corporazioni. È unmetodo ideale dimanipolazione. Così nonserve neanche scatenare unaguerra, basta rifiutare aiPaesi disobbedienti latempestiva fornitura disementi, in tal modo si può

 

fare con loro quello che sivuole. Molti Paesi sono giàstati messi in ginocchio.

Ma la cosa più interessanteè che la politica del governodegli Stati Uniti, direttacontro i Paesi del TerzoMondo, si è rivoltata conconseguenze impreviste per gli stessi Stati Uniti.

Le corporazioni, nella lorocorsa al profitto, hannocominciato a produrre OGM

 

in quantità tale da non saper  più dove smerciarli. Ma bisogna assolutamentesmerciarli! E qui inizia adagire la legge di cui sidiceva: prima producono, poicostringono a comprare. Echi costringono? In primoluogo, i loro stessi cittadini.

Ora il mondo intero è pieno di queste schifezze.Cibo per non-umani.L’epidemia diffusa diinfertilità, obesità,

 

depressione e di altrimalesseri e spaventosedisfunzioni è unasciocchezza. La cosa principale è la corsa al profitto. Nei Paesi in cui illivello di consapevolezza è più elevato e dove le personehanno rispetto per se stessec’è almeno la possibilità discelta.

Vediamo, ad esempio, laScandinavia: lì si trovano

 

 prodotti sintetici ma anche biologici. E si dannoinformazioni con chiarezzasu che tipo di prodotti sistanno acquistando alsupermercato. In Russia,invece, non abbiamo il dirittodi sapere se il prodottocontenga o meno OGM.Pensate un po’: l’assenza diquesto diritto è statalegalizzata. Del resto, siamoin una fattoria. Non è forsecosì?

 

 Non solo, quando il mondoè andato in crisi ed è rimasto poi impantanato in una profonda recessione, la corsaal profitto è diventata ancora più acuta. E ora questo siriflette molto bene sullaqualità della merce, di tuttala merce, non solo dei prodotti alimentari. In ogniarticolo per la casa, a partiredalle vernici per finire allelampadine, vengono aggiuntiingredienti chimici a basso

 

costo che rappresentano unaminaccia diretta non solo per la salute ma financo per lavita.

Per qualche ragione, diquest’aspetto della crisinessuno parla chiaramente eapertamente. Ma è proprioquest’aspetto che si sta orasviluppando in tempiaccelerati. Può sembrare chenulla stia cambiando, ma nonè vero. Se ieri aveteacquistato un articolo di uso

 

quotidiano, oggi esso saràmolto diverso. La corsa ècorsa.

I produttori stessi, allafine, dovranno consumare iloro stessi prodotti. La leggedel “prima produciamo e poicostringiamo a comprare” siapplica a tutti senzaeccezione. A dirla in parolechiare significa: “Nonsputare nel pozzo e nonscavare le fosse agli altri”1.

 

Ma, ripeto ancora una volta, i produttori e i commerciantinon sono un male astratto,incombente oltre ai confinidella società civile. È gentecome tutti, che ha famiglia, bambini, e che soffre deglistessi effetti della corsa al profitto. Tutto il problemasta nel sistema. Esso ti usamentre tu credi di goderti i suoi frutti.

I diversi modelli disistema funzionano in modi

 

diversi. Quello socialistanega la libertà di scelta.Quello capitalista schiavizza.Quello tecnogeno funziona inmodo assai interessante. Nonopprime direttamente e nonesercita una pressione diretta. sso crea delle condizioni

tali per cui i suoi elementi, i suoi ingranaggi, si affilanoda soli a seconda delleesigenze del sistema ecominciano a desiderarequello che è vantaggioso per 

 

esso.Tutto è costruito su

rapporti di dipendenza.Qualsiasi cibo sinteticooscura la mente e provocauna forte tossicodipendenza.Il sistema non ha altri mezzi per influenzare la coscienzaoltre al cibo, l’informazionee le condizioni ambientali.Per questo ne devo parlare,anche se, credetemi, non mifa affatto piacere farlo. Moltidei miei colleghi scrittori

 

 preferiscono ignorare questitemi, come se non fosseroimportanti.

Ma se tutto questo non haimportanza, allora cioccuperemo di gestione dellarealtà nella stalla. Non possoassumermi una taleresponsabilità, cioè offrirviqualcosa di effimero e puramente metafisico. IlTransurfing si distingue per il fatto di utilizzare al

 

massimo un approcciorealistico e globale (olistico).Avendone un’intenzioneconsapevole, si possonoindossare degli occhiali rosae si può colorare il propriomondo di arancione. Mavolare su, verso le nuvole,no, non si può. Su in cielodevono volare “le mele”. Voiinvece dovete camminare coi piedi per terra, diversamentel’intero Transurfing sitramuterebbe in un’illusione.

 

RIEPILOGO

  Le merci che ci circondano sono prodotte non tanto perché senza di esse non ci si potrebbe arrangiare, ma perché qualcuno le produce,qualcun altro le vende e tutti hanno bisogno di profitti.

  La produzione e il commercio hanno ottime capacità di mimetizzazione e si adeguano rapidamente alle nuove tendenze, “al tutto naturale”! 

  Il periodo di validità di un prodotto può essere 

 

direttamente paragonato al termine di reclusione: quanto più è lungo, tanto più è pericoloso “il prigioniero”.

  La corsa universale al profitto ci ha reso prigionieri, ostaggi degli interessi dei produttori e dei commercianti.

  Gli alimenti sintetici da supermercato sono cibo di quarta specie, produzione della classe più bassa, cibo di “matrix” per  cyborg.

  Siamo in una fattoria, per questo motivo mangiamo quello che ci danno.

 

  Nel sistema tecnogeno la merce prima viene prodotta e poi si costringe a comprarla.

  Dopo che la produzione viene perfezionata,comincia un processo di altro genere, finalizzato a smerciare tutto, a propinarlo ai consumatori con ogni metodo. Se noi lo produciamo, voi dovete comprarlo.

  L’epidemia diffusa di infertilità, obesità,depressione, di malattie e disfunzioni è una sciocchezza. La cosa 

 

principale è la corsa al profitto.

  In ogni articolo di uso quotidiano, dalle vernici alle lampadine, vengono aggiunt ingredienti chimici a basso costo che rappresentano una minaccia diretta non solo per la salute ma addirittura per la vita stessa.

  Il sistema ti utilizza mentre ti sembra che sia tu a godere dei suoi frutti.

  Il sistema tecnogeno crea delle condizioni tali per cui i suoi elementi, i suoi ingranaggi, si auto-affilano a 

 

seconda delle esigenze del sistema e cominciano a desiderare ciò che è vantaggioso per esso.

  Tutto è costruito su rapporti di dipendenza.

NOTE A MARGINE

Nel prossimo capitoloverrete a sapere qualcosache nessuno vi ha maidetto e che potrebbesconvolgervi. Ma nonsiamo qui per scherzare oraccontare favole. IlTransurfing presuppone una 

 

prontezza a vedere e a conoscere la realtà com essa è veramente , e non uninvito a continuare arimanere sprofondati in unostato di sogno collettivo, diillusione. Allo stessotempo, ancora una volta,vorrei mettere in guardiacontro gli esperimentiestremi e il fanatismo inrelazione al proprio corpo eallo stile di vita. Se voletecambiare qualcosa in voi,dovete farlo in modointelligente, equilibrato earmonioso.

 

Guerra nellaTerra di Mezzo

 Nel capitolo precedente cisiamo fermati col dire che la“matrix” tecnogena impostail suo sistema di gestionedelle persone in base arapporti di dipendenza.

 

Innanzitutto dal cibo. Alcentro di tale dipendenza stanon un naturale fabbisognofisico ma una fame narcotica.Perché il cibo di terza specie(cioè quello trattato con ilfuoco, soprattutto se è cibo diorigine animale) provocaintossicazione, e tutto ciò che provoca intossicazionegenera tossicodipendenza.

La sostanza morta è morta.Il cibo morto è già di per sétossico ma lo diventa ancora

 

di più nel processo didigestione, perché ladigestione di sostanza morta,in violazione alle leggi di

atura, è in gran parte unrocesso putrido  (e ciò

motiva, chiedo perdono per idettagli, l’odorecorrispondente quando sifrequenta il bagno).

La carne bollita o fritta èun narcotico in forma pura.Proprio per questo se ne ha

 

sempre voglia. Ci sonoappassionati che senza carnenon riescono a trascorrerenemmeno una giornata.Quando scocca l’ora, dicono:Se adesso non mangioqualcuno, ammazzo qualcunaltro. Poi assumono la dosedi turno, l’intossicazione per un po’ si arresta e possonotirare avanti.

Per chiarezza, ricordo checos’è l’intossicazione. Non sitratta tanto di un livello di

 

intasamento dell’organismodovuto a sostanze e prodottitossici del metabolismo, madi quel preciso momento  incui le tossine iniziano avenire espulse. Il corpoumano, nel corso della suavita, viene intasato in uncrescendo continuo. È un processo che ricorda ilseppellimento dei residuichimici in zone diverse dalconsumo; allo stesso modo,infatti, gli organi emuntori

 

del nostro corpo, nonriuscendo a far fronte alsovraccarico di lavoro per losmaltimento dei rifiuti,devono innescare un piano diriserva. Secondo questo piano “B”, l’organismoincapsula e infila i rifiutiovunque, badando bene,tuttavia, di tenerli lontanidagli organi criticamente piùimportanti. Ogni volta cheriesce a liberarsi dalla faticadi digerire un pasto morto, il

 

nostro corpo comincia quindia depurarsi. Quando ciòavviene, le tossine finiscononel flusso sanguigno, fattoche però stimolaautomaticamente la reazione: bisogna prendere un’altradose. L’uomo, ovviamente,lo fa, ed è così che il “pianoB”, pur essendo di riserva,finisce per funzionare aregime continuato. A primavista non vi è alcunché diterribile, gli scarti vengono

 

incapsulati (per un po’), e lavita può continuare (dinuovo, per un po’). Però èsolo a prima vista: senza ladose di turno, infatti, viverenon si può.

Ecco, questa stessadipendenza è stata la ragione principale per cui l’uomo èsalito sul gradino più altodella piramide alimentare e poi vi si è piazzato, in modostabile e a lungo.

 

Sembrerebbe che laquestione dellasopravvivenza in condizionidi ambiente selvaggio ecostante mancanza di cibooggigiorno non sia piùattuale. Oggi, infatti,abbiamo la possibilità dirinunciare tranquillamente ai prodotti di origine animale,ma nonostante ciò ladipendenza da carne non èvenuta meno. Attualmente lamaggior parte del raccolto

 

delle piante non è destinataall’uso diretto ma alla produzione di mangimi per ottenere proprio la carne.

Persino nelle forestetropicali, dove l’eterogeneitàe la ricchezza del mondovegetale sono costantemente presenti, i nativi non cessanodi occuparsi di caccia e ciò perché se si prova, almenouna volta, la carne fritta, sene avrà ancora voglia. Ladipendenza, tra l’altro, forma

 

l’abitudine. E l’abitudine, asua volta, crea uno stereotipomentale (sociale), unaspiegazione (collettiva)ragionevole del perché e ache fine serve fare così. Non solo, con l’invenzione

delle tecnologie alimentariindustriali l’uomo si è spintoa un livello ancor più forte didipendenza, perché lesostanze chimiche esintetiche provocano un forte

 

effetto di assuefazione, unattaccamento al mangiare. Edè chiaro a chi è vantaggiosotale attaccamento. Se noi

roduciamo e vendiamo, tudevi comprare.  Lecomponenti sintetichevengono aggiunte ai prodottiintenzionalmente e in modoassolutamente consapevole.

Gli esempi abbondano.Una volta ho avuto la possibilità di vedere, in unostabilimento, la scena

 

seguente: sul nastrotrasportatore si muoveva un pezzo di carne e dall’alto, suquesto pezzo, si abbassavaqualcosa di simile a una pressa, irta di unamoltitudine di aghi-siringhe.

ella carne venivanoiniettate delle sostanzechimiche, forse per darlevolume, peso, colore econdizione, e ciò sebbene inessa fosse già presente unadiscreta quantità di sostanze

 

chimiche, antibiotici, ormonie altre schifezze che vengonoaggiunte al mangime, per noncontare poi la cadaverina e i prodotti metabolicidell’animale in agonia. Comesapete, non c’è alcunché chenon si possa intraprenderequando si è impegnati nellacorsa al profitto. Nonesistono né norme né princìpiche non si possano violare inquesta corsa.

La dipendenza è rafforzata

 

anche dalla circostanza che ilcibo cotto, specialmentequello animale, sembramolto più nutriente di quellonaturale, vivo. Ma lo sembrasoltanto. Secondo la legge diEhret, di cui ho già scritto nellibro Il Transurfing apocrifo,quando il cibo cotto entranello stomaco, si arrestal’eliminazione delle tossine.L’effetto è simile a un colpoallo stomaco inferto da unamazza. L’organismo cade in

 

uno stato di semi-stordimento a causa delsovraccarico di lavoro.Questa stessa sensazione dicongestione, unitamente al 

iacere derivantedall’arresto del processo didisintossicazione, viene di solito confusa con la sazietà.

Ma ecco la domanda che si pone: il cibo animale èdavvero più nutritivo diquello vegetale? Il dottor Walter Veith, noto

 

smascheratore del mito dellatte, riporta il seguenteesempio: una donna africanadi colore, che durante tutta la sua vita  non beve latte,secondo le statistiche ricevedalla sua alimentazione unapporto di 350 mg di calcioal giorno, mentre una donnaamericana consuma 1400 mgdi calcio al giorno. InAmerica le donne ingravidanza soffrono spesso dideficit di calcio

 

(osteoporosi), mentre nelledonne africane tale carenza èmolto rara.

I processi che avvengononell’organismo non sono cosìsemplici come la tabella delcontenuto di calcio. Non sitratta di quanto calcio siacontenuto nel tale prodottoma di quanto ognuno di noine possa assimilare. E ciòdipende da molti fattori. Ildottor Veith paragona questo processo al lavoro di un

 

costruttore. Supponiamo cheun muratore sia in grado di posare solo 500 mattoni algiorno. Aumenteranno le sue prestazioni se avrà adisposizione un numeromaggiore di mattoni? Anchese lo riempirete di mattoni,egli non potrà lavorare piùvelocemente.

Il concetto tradizionale che pone l’attenzione unicamente sull’apporto calorico  e il 

 

valore nutrizionale  dei prodotti è una chimera, perché non si tiene conto diun punto fondamentale:quanto ci vuole perché il prodotto venga assimilato.

Anche il discorso delabbisogno giornaliero  di

vitamine, minerali, micro emacro-elementi è piuttostodivertente. Se siraccogliessero tutti glialimenti che si dovrebberomangiare per compensare il

 

fabbisogno giornaliero, se neaccumulerebbe unamontagna, che sarebbefisicamente impossibileingoiare nell’arco di ungiorno. E ciò considerandoche ogni prodotto contienequalcosa di più o qualcosa dimeno di queste sostanze e ingenerale di tutto un po’.

Confrontare l’organismoumano con una caldaia dilocomotiva è, come minimo,

 

non corretto. Il metabolismonon è chimica in vitro, in provetta, ma qualcosa didiverso che a tutt’oggi non èstato ancora capito. Lascienza spiega i processi cheavvengono nel nostroorganismo con argomenti checorrispondono al livello diconoscenza che, per esempio,non può spiegare come mai ineonati guadagnino pesorapidamente e crescanoquando sono alimentati con il

 

solo latte materno. Cosa pensate, qual è il contenutodi proteine nel latte materno?Solo l’1%! E come riesconoa sopravvivere senza cibo “imangiatori di sole”? Basarsisulla scienza non convienefoss’anche per il solo fattoche essa non è in grado diguarire un’umanità giàtotalmente malata esofferente di obesità.

Vediamo, dunque, cosaabbiamo. Da un lato, gli

 

evidenti vantaggi deglialimenti vegetali vivi,dall’altro, uno stereotipoconsolidatosi nei secoli e in base al quale il cibo animaleè nutriente e quello cotto è più facilmente digeribile.

È vero, infatti, che la pratica dimostra che nonappena l’uomo passa a unregime alimentare a base divegetali freschi e vivicominciano i problemi:

 

indigestione, perditaimprovvisa di peso,deterioramento della salute,nevrosi, esacerbazione divecchie malattie e persinoallergie diffuse in tutto ilcorpo. Come si può risolverequest’annosa disputa tra isostenitori del cibo vivo equelli del cibo morto?

La soluzione risiede non lìdove la si cerca ma in un piano completamentediverso. Il discorso non è

 

tanto se è più nutritivo e piùfacilmente assimilabile ilcibo vivo o quello morto,quello vegetale o quelloalimentare, ma piuttosto suquale gradino della piramide si trova un uomo e verso che specie di cibo è orientato il  suo organismo.

A diversi livelli della piramide, e per diversespecie di cibo, esistono tipifondamentalmente diversi di

 

digestione. Inoltre, il tipo didigestione dipende in largamisura dalla microfloraintestinale, ed essa, a secondadei livelli della piramide, èdifferente.  Non si possonotrarre conclusioni in meritoall’assimilazione dei cibo

rima che si sia completato il assaggio da un livelo

all’altro. Dopo tutto, nessunosi sognerebbe di cercare dialimentare una mucca con lacarne o una tigre con

 

dell’erba e poi di trarre delleconclusioni.

Tuttavia, nei confrontidell’uomo viene avanzato proprio questo tipo diconclusioni senza senso, eciò perché non si capisce ladifferenza fondamentale tracibo vivo e cibo morto, tra idiversi tipi di digestione aseconda dei livelli della piramide, tra la vita e lamorte.

 

E come può una menteordinaria capire che cos’è lavita se persino la scienza nonarriva a capirlo? Quale chesia la definizione“scientifica” data alla vita,sono tutte ugualmenteassurde. Ad esempio: «Lavita è un modo di esistenza dicorpi proteici». Pensate un po’: c’è in questa definizionefoss’anche un goccio dicomprensione e disignificato? Allo stesso modo

 

si potrebbe dare un’analogadefinizione “scientifica”: ilsesso è un modo dicopulazione di corpi proteici.

Ha qui luogo unadifferenza di categorianell’approccio scientifico edesoterico alla comprensionedell’essenza delle cose. Cisono cose che sarebbeopportuno non capire espiegare ma sapere, non per mezzo della ragione bensì

er il tramite dell’anima e

 

del cuore.La Natura non spiega

nulla, mostra solo ciò che ènaturale e ciò che è contronatura, indica dove c’è ilcuore e dove non ce n’èneppure l’ombra. La Naturasa che la sostanza viva devenutrirsi di sostanza viva.

ate ai vivi la vita, e lasciatetutto il morto ai morti. Nonha senso intavolare dibattitiscientifici con la Natura.

 

C’è tuttavia un modo che permette di avvicinarsialmeno un po’ allacomprensione dell’essenzadelle cose: chiamare le cosecon il loro nome. Più avanti,molto brevemente per nonmettere alla prova la vostra pazienza, mi occuperò, carilettori, proprio di questo.

Si può a lungo difendere egiustificare un tipo o l’altrodi alimentazione. Vi è una

 

serie di cosiddetti tipi“giusti” di regimi: la dietadei gruppi sanguigni, quellasecondo il tipo dicostituzione, il vegetarismo,il veganismo,l’alimentazione kosher,ayurvedica, lamacrobiotica… Tutti questiapprocci hanno un aspetto incomune: tutti, in sostanza,non sono altro chenecrobiosi.

La necrobiosi (dal greco

 

nekrós, morto, e bíos, vita,immagine di vita), per definizione, è un processo dialterazioni della cellula inuno stato che precede la suamorte. Tutta la vita di unuomo che si ciba di alimentimorti è una continuaanticamera di morte, una preparazione alla morte,un’aspirazione a una morte precoce.

La necrobiosi è anche un

 

tipo speciale di digestione edi metabolismo cui il corpo ècostretto ad adattarsi quandoviene alimentato da cibomorto. Questi processiinducono la formazione di un particolare tipo dimicrorganismi in grado diassorbire il cibo morto, lanecroflora.

Al contrario, quando nelcorpo viene esclusivamente o principalmente introdottosolo cibo vivo, in esso si

 

instaurano processi didigestione e di metabolismofondamentalmente diversi, lavitabiosi  ( probiosi). E anchela microflora è un’altra, èvitaflora.

La vitaflora si differenziadalla necroflora più o menocome gli elfi e le fate sidifferenziano dai goblin edagli orchi: da un lato,creature magiche e pure chevivono in un paese magico e

 

 puro; dall’altro, esserispaventosi, mutanti,sporcizia, parassiti, fetore,marcescenza, divoramento dicadaveri. Allo stesso modo sidifferenziano i pannolini deineonati nutriti dal lattematerno da quelli dei bambini alimentati da latteartificiale. Dei soggettiadulti, taccio. Non dobbiamo illuderci

 per il fatto che da fuorisembra tutto normale e a

 

volte persino bello. Si puòanche occultare la sostanzainterna, ma essa comunquerimarrà e non cambierà.

ecrobiosi significa:sostanza morta in entrata,sostanza morta e sporcaall’interno, sostanza morta esporca in uscita.

Vitabiosi (probiosi)significa: sostanza viva inentrata, sostanza viva e pulitaall’interno, sostanza viva e

 

 pulita in uscita.Questo è lo stato reale

delle cose. Sono fatti che nonrichiedono spiegazioni.

In realtà c’è un unico fattoche richiede spiegazioni ecioè perché il passaggio a unregime alimentare a base dicibi vivi e freschi vieneaccompagnato da fenomenidi crisi (che sono comunquetemporanei). A questo proposito va detto che

 

quando il cibo fresco entra inun ambiente sporco, putrido,coperto di necroflora, iniziaimmediatamente un processodi pulizia. La necroflora, da parte sua, non può assimilareil cibo vivo. I goblin e gliorchi sono abituati adalimenti di tipocompletamente diverso.

Che cosa serve, allora,affinché il cibo vivo comincia essere completamenteassimilato e a portare quei

 

 benefici che deve portare?Serve ripulire tuttol’ambiente interno, cacciar via dall’organismo tutti glialieni, gli intrusi e leschifezze in modo da far sìche al posto della necroflora si instauri una flora nuova,vitale, la vitaflora. È una pulizia che non si può fareimmediatamente. Una taleristrutturazione assomigliaalla lunga guerra nella Terradi Mezzo di cui si parla nella

 

t r i log ia  Il Signore deglinelli. I goblin e gli orchi

non se ne andranno via cosìsemplicemente. Latransizione può durare untempo indefinitamente lungo,a seconda dello stato disalute e di intasamentodell’organismo. Ci sono casiin cui tutto avviene in tempirapidi e in modo indolore.

L’importante è capire lasostanza del discorso: sitratta davvero di una

 

ristrutturazione seria, diun’autentica guerra nellaTerra di Mezzo,accompagnata da un cambiodi potere nel regno con tuttigli annessi e i connessi. Il 

assaggio a un nuovoradino della piramide

alimentare avverrà quandonella digestione cesserannotutti i processi necrobiotici e si instaurerà un metabolismovivo, la vitabiosi (probiosi).Sarà allora che

 

nell’organismo cominceràun’autentica vita. Una vitanuova.

A sostituire gli orchi e igoblin nella microfloraarriveranno gli elfi e le fate evi sentirete come se vi fostetrasformati in elfi o fate. Edentro di voi ospiterete nontetri e marci sotterranei maun paese pulito e magico.Sulla base della miaesperienza personale possodire che si tratta di una

 

sensazione strana,meravigliosa e dimenticatanel tempo: hai 50 anni e tisenti come se ne avessi 17.

RIEPILOGO

  Il cibo morto diventa ancora più tossico nel processo di digestione, perché l’assimilazione di sostanza morta è in gran parte un processo di putrefazione.

  Le componenti sintetiche vengono aggiunte nei 

 

prodotti intenzionalmente per assuefare i consumatori al cibo.

  Secondo la legge di Ehret,quando il cibo cotto entra nello stomaco, si arresta l’eliminazione delle tossine.

  La sensazione di congestione, unitamente al piacere dovuto all’arresto del processo di disintossicazione, viene di solito confusa con la sazietà.

  Confrontare il corpo umano con una caldaia di locomotiva è come minimo non corretto.

 

  Ai livelli diversi della piramide, e per diversi tipi d cibo, si instaurano tipi fondamentalmente differenti di digestione.

  La necrobiosi è un tipo speciale di digestione e di metabolismo cui il corpo è costretto ad adattarsi quando è alimentato con cibo morto.

  In presenza di questo tipo di digestione si forma un particolare tipo di microflora in grado di assorbire il cibo morto: la necroflora.

  Quando nel corpo viene esclusivamente o 

 

principalmente introdotto del cibo vivo, in esso si instaurano dei processi di digestione e di metabolismo fondamentalmente diversi,la vitabiosi (probiosi) e la vitaflora.

  Quando il cibo vivo finisce in un ambiente sporco,rivestito di necroflora, inizia immediatamente a pulire tutto.

  Il passaggio a un nuovo livello della piramide alimentare avverrà quando nella digestione cesseranno tutti i processi necrobiotici e si instaurerà un 

 

metabolismo vivo, la vitabiosi (probiosi).

NOTE A MARGINE

Ma non siamo ancora giuntialla fine, anzi... questo erasolo il preludio al tema piùimportante, che prestoverrete a conoscere.

 

L’equazionedella Vita

 Nel capitolo precedente cisiamo fermati dicendo che il 

assaggio a un nuovo livellodella piramide alimentareavviene quando nelladigestione cessano tutti i

 

rocessi necrobiotici e siinstaura la vitabiosi, unmetabolismo di sostanze vive.È allora che per l’organismoinizia una vita autentica. Unavita nuova. È una vita nuova perché aumentanonotevolmente la vostravitalità, la vostra intenzione,la Forza e di conseguenza lacapacità di influenzare il corso degli eventi. Per capireda dove tragga origine questaForza, rinfreschiamo

 

un’equazione geniale, per quanto a lungo dimenticata,l’equazione che il dottor Arnold Ehret rilevò ancoraall’inizio del secolo scorso:

L = C-R 

doveL è la forza vitaleC è un valoresconosciuto,l’incognitaR è il carico, i costi.

 

L’incognita qui è l’energiache muove il meccanismoumano. Si tratta davvero diun valore sconosciutogiacché nessuno sa da doveun organismo vivente traggala sua energia. La vita non èun insieme di sostanzec h i m i c h e in vitro, che possono essere calcolate. Ilmodello fisico-chimico (notoanche come “caldaia dilocomotiva”) è solo una delletante spiegazioni primitive

 

date a questo meccanismo edè solo un aspetto, nemmenoil più importante. Gli altriaspetti si trovano nel regnodelle congetture. Oltre a tuttociò, l’uomo, come ogniessere vivente, risulta essereanche un consumatore e al tempo stesso un generatoredi energia cosmica. In questo senso possiamo dire che C è,al contempo, la forza fisica,l’energia Qi e la forza dello spirito.

 

R è il lavoro speso principalmente per ladigestione del cibo morto e larimozione dei prodotti delmetabolismo. L’organismo,la cui funzionalità intera si basa sulla necrobiosi, insostanza si occupa solo diquesto. Non ha tempo dioccuparsi di auto-depurazione, ripristino esviluppo. Il processo dinecrobiosi, a differenza diquello probiotico, si svolge

 

in tempi lenti, è sporco,viscoso e richiede un grandedispendio di energia. R è unacongestione, un fardello cheil corpo deve sopportare per tutta la sua esistenza e chenel corso degli anni aumentacostantemente poiché lariserva di risorse si riduce eil peso dei prodotti noneliminati si accumula…

Malgrado l’apparentesemplicità, l’equazione diEhret è di fondamentale

 

importanza. Non è meno preziosa della famosaformula di Einstein E = mc2,essendo, in sostanza,l’equazione della vita.  Ea n c h e l’equazione dellamorte. Se R diventa maggioreo uguale a C, la vita cessa.

L’analogo tecnico diquest’equazione è: la potenzareale  (il coefficiente dieffetto utile/coefficiente di prestazione) di una vettura è

 

 pari alla potenza del suomotore meno tutte le spese ele forze di resistenza. Quandola forza di resistenza superala potenza della vettura,questa si arresta.

Il senso principaledell’equazione di Ehretconsiste in quanto segue:quali che siano gli elementiche compongono l’energia C,la forza vitale L, alla fin fine,dipende direttamente e

 

 principalmente dalle spese R.Sono proprio le spese ameritare l’attenzione principale, perché ridurre R èmolto più semplice cheaumentare C.

Di solito si usa aumentareil valore della capacitàenergetica e della capacità didistribuzione dell’organismo,ovvero la cosiddetta energiaQi, attraverso pratichecomplesse e faticose. Queste pratiche sono finalizzate

 

esclusivamenteall’incremento di C. Tuttavia,come risulta dall’equazionedi Ehret, il potenzialeenergetico può essereaumentato in un modo moltodiverso e più facile. Bastaliberare il corpo dalsovraccarico di lavoro cui èsottoposto, eliminare tutti i processi necrobiotici e passare a un tipo dimetabolismo più ottimale emeno dispendioso, la

 

vitabiosi (probiosi). È come passare dalla locomotiva allaFormula 1…

L’alimentazione a base di prodotti di basso ordine e potenziale porta asvogliatezza, ottusità,stanchezza cronica, obesità,riduzione del tono vitale eoffuscamento dellacoscienza. Si tratta di sintomievidenti già in gioventù, per quanto in questa fase della

 

vita la situazione non siaancora critica. Verso lamezza età questo tipo dialimentazione causadisfunzioni del sistemanervoso simpatico, degliorgani di circolazione delsangue, dei reni, della pelle,dei sistemi respiratorio edigerente. Più avanti neltempo cominciano i processi patologici.

Il cibo vivo, per contro,

 

non solo non sovraccarical’organismo, ma lo purifica,stabilizza il sistema nervoso,rende chiara la coscienza e,cosa ancor più interessante,gli ridona la capacità dirigenerarsi. Una capacità chel’organismo ha davvero!

Avrete già sentito dire cheil cervello umano, secondofonti diverse, è attivo solo inuna piccola percentuale.Pochi però sanno che in unorganismo medio funzionano

 

attivamente non più del 20%(!) di tutte le sue cellule. Lealtre permangono in unostato come di “semi-veglia” acausa dell’ipoenergia(assenza dell’energianecessaria nelle cellule).

Ma quando l’organismo,durante la transizione versoun nuovo gradino della piramide, si libera del pesoR, il suo potenzialeenergetico aumenta

 

 bruscamente e le sue cellulesi attivano. In questo caso è possibile ripristinare moltedelle funzioni e dei processiche al livello precedentedella piramide venivanogiustamente consideratiirreversibili. Al nuovo livellomolto è reversibile. Eccocome descrive le sueimpressioni Arnold Ehretdopo aver fatto la suascoperta:

 

«Un senso indescrivibilee finora sconosciuto di salute eccellente,energia vitale, capacitàdi prestazioni superiori,resistenza e forza sopraggiunse,apportandomiun’enorme gioia e felicità già solo per il  fatto che io fossi in vita. Non si trattava solo diuna sensazione fisica. Dei cambiamenti

 

 significativi si erano prodotti nelle miecapacità mentali, e ciò si tradusse in unmiglioramento della percezione e dellamemoria. Comparveroin me la speranza, laquiete e persino il coraggio, e mi sentivoinvaso da una sorta diilluminazione spirituale,come la luce al sorgeredel sole. Tutte le mie

 

capacità fisiche d’untratto aumentaronobruscamente, superandodi gran lunga quelle che possedevo negli annidella mia giovinezza sana e piena di energia. Affrontai facilmente unviaggio in bicicletta di800 miglia da Algeri aTunisi. E pensare cheero un candidato allamorte, condannato erifiutato dai medici».  E

 

 più avanti: «Il vostrocervello inizierà alavorare così da sorprendervi. La vostravita precedente vi sembrerà un sogno, e per la prima volta lavostra coscienza sieleverà al livello diun’autentica auto-coscienza».  [Traduzionein italiano dal testo inrusso; N.d.T.].

 

Io stesso, in base alla miaesperienza, posso mettere lamia firma sotto ogni parola.Mi dispiace solo di avere adisposizione solo parole,incapaci di rendere l’interatavolozza delle miesensazioni. E mi dispiace chenon tutti capiscano perché parlo di stranezze come il passaggio a un diverso livellodella piramide e introducoconcetti orribili comenecrobiosi o uso allegorie

 

astratte come “Guerra nellaTerra di Mezzo”…

Tutto ciò appareeffettivamente molto strano.Troppo lontano dalla cerchiadelle questioni relativeall’esoterismo cui tutti sonoabituati. Il motivo per cui mioccupo di questo tema sta nelfatto che i nuovi princìpi delTransurfing, princìpi moltostrani, recano in sè una Forzaenorme che non immaginatenemmeno.

 

E lo stile di esposizionenon è stato scelto per caso, perché scardinare glistereotipi mentali pietrificatinel tempo è assai difficile.Per un numero non basso di persone, tra l’altro, questistereotipi non si possononemmeno scardinare. Èmolto difficile far capire aidormienti che non si tatta disana alimentazione ma dicose nuove in linea di

 

 principio, seppur giacenti insuperficie. I dormienti, pienidi sé, insistono sul loro: “Edov’è qui il Transurfing?

on lo vedo proprio. Vedosolo alimentazione sana. Eche cosa mi dà questo?”.

Dà un’impareggiabilesensazione di libertà,chiarezza della mente, folleenergia ed euforialetteralmente giovanile. Viricordate la rispostaall’enigma del Guardiano?

 

Otterrete la libertà quandocesserete la vostra battaglia.Ma questo è solo l’aspettoiniziale del Transurfing, èsolo il primo passo, il primo

rado di libertà.  Otterretenuovi gradi di libertà quandovi svincolerete dagli ultimifili con cui vi tiene e vimanovra il sistema. Gliultimi fili della marionettasono il cibo, le informazionie le condizioni ambientali.Quando vi renderete conto

 

della realtà di questi fili e li spezzerete, otterrete unalibertà che non avete mainemmeno avuto il coraggio di sognare.

Tutto ciò di cui scrivosono i miei tentativi didimostrare e spiegare inqualche modo che i fili che vicollegano al sistema sonoreali. Solo voi li potetesentire; li sentirete soloquando proverete a liberarvida essi. Come dicevo prima,

 

nonostante i miei 50 anni, misento come se ne avessi 17, ea dire il vero non è nemmenocosì, è molto meglio. Perchéora il valore della miacomponente R  è irrisoriorispetto alla congestione cheavevo a 17 anni. Un taleeffetto non si puòraggiungere con l’aiuto della sola visualizzazione e proprio per questo occorre utilizzareun metodo integrale: come

ensiamo, come ci nutriamo,

 

come ci muoviamo.Mi sento così carico da

non saper dove investire lamia energia. Sembra ilmomento adatto per fare

arcour ,  free-style  o altreattività estreme, buone per scavezzarsi il collo. È unvero e proprio sballo, masenza pasticche, e per di più proprio in questo momento,quando il sole della vita disolito comincia a declinare, avolgere verso il tramonto. La

 

sensazione che ho è quella diaver scardinato non solo ilsistema ma qualcos’altroancora, di molto più serio.

on riesco al momento aformulare pienamente questasensazione, ma forse la cosa più interessante è ancora di làda venire.

Perciò, quando qualcunomi viene a dire che tuttoquello di cui scrivo negliultimi tempi è una

 

sciocchezza, mi sento invasoda un sentimento di profondostupore. Ma in che altromodo posso spiegare, comeancora posso mostrarel’esistenza dei fili che vilegano?! E, di nuovo, midispiace che chi parla non può sentire e forse nonsentirà mai tutto questosballo di libertà e di folleenergia.

Però mi arrivano ancheriscontri diversi, da persone

 

che hanno provato il gustodel passaggio a un nuovogradino della piramide ehanno sperimentato le stessesensazioni che ho avuto io.Prego, inviatemi lettere conle vostre esperienze affinchétutti gli altri sappiano cheesiste una via di uscita versouna dimensione della realtà edella qualità di vitaassolutamente diversa.

Se avete un sogno

 

segreto,se il vostro fine èdifficile da raggiungere,se in molti voglionoquello che volete anchevoi,se vi tocca stare in unalunga fila, in attesa diottenere il vostro sogno,se non avete spiccatecapacità e talenti…

dovete sapere che avete unachance particolare, unica.

 

L a chance  di ottenereuna priorità che gli altrinon hanno.L a chance di scardinarela “matrix” e uscire inlibertà.Dovete almeno sapereche questo è possibile.

RIEPILOGO

  Passando a un gradino nuovo della piramide,aumenteranno bruscamente 

 

il vostro tono vitale, la vostra intenzione, la Forza e, insieme a tutto ciò, anche la capacità di influenzare il corso degli eventi.

  L’equazione di Ehret: L(forza vitale) = C  (energia viva) – R  (carico).

  L’uomo è un consumatore e al tempo stesso un generatore di energia cosmica.

  C al contempo è forza fisica, energia Qi e forza dello spirito.

  R è il lavoro speso soprattutto per la digestione 

 

del cibo morto e l’eliminazione dei prodotti del metabolismo.

  L’organismo, la cui funzionalità è basata interamente sulla necrobiosi, si occupa esclusivamente di questo.

  Ridurre R è molto più semplice che aumentare C.

  Il tipo di metabolismo ottimale e meno dispendioso in assoluto è la vitabiosi (probiosi).

  Il modo più semplice per aumentare il potenziale energetico è alleggerire 

 

l’organismo dal sovraccarico di lavoro checostretto a fare, eliminare tutti i processi necrobiotici che avvengono in esso.

  Un’alimentazione a base di prodotti di ordine e potenziale basso provoca svogliatezza, ottusità,stanchezza cronica,obesità, calo del tono vitale generale e offuscamento della coscienza.

  Il cibo vivo non solo non sovraccarica l’organismo,ma lo depura. Inoltre,stabilizza il sistema nervoso, rende chiara la 

 

coscienza e ripristina le capacità di rigenerazione.

  Gli ultimi fili della marionetta sono il cibo, l’informazione e le condizioni ambientali.

  Quando riconoscerete l’esistenza di questi fili e li spezzerete, otterrete quella libertà che non avete mai avuto il coraggio di sognare.

NOTE A MARGINE

Presso l’editore EKSMO èuscito il libro del dottorArnold Ehret Živoe pitani (L’alimentazione viva).

 

«Arnold Ehret ha lasciat all’umanità una grand eredità, probabilmente la più importante mai ricevuta dagli uomini nell’ultim millennio. La teoria di Ehre porta ai suoi sostenitor salute, felicità e risvegli spirituale, un tesoro pi prezioso di tutte l ricchezze del mondo»(Professor B.W. Child). Illibro contiene la miaprefazione.

 

Lettere dallaTerra di Mezzo

Cari Lettori! Ricevo da voimolte lettere contenenti levostre esperienze personali di passaggio al nuovo gradinodella piramide. Non posso pubblicarle tutte, perché

 

sarebbero troppe, ragion per cui ne ho scelto alcune aillustrare il fatto che ognunosperimenta un proprio percorso individuale. Primadi tutto bisogna ascoltare il proprio cuore e avanzare per la propria strada, così comesentite sia giusto fare.L’unica cosa che si dovràinequivocabilmente evitare èil fanatismo, qualsiasi nesiano le manifestazioni. Seopererete con gradualità,

 

nell’armonia di anima eragione, vi riuscirà tutto. E viriuscirà come dev’essere per ciascuno di voi, perché ogni persona è unica.

«La mia esperienza è laseguente: 25 anni dialimentazione tradizionale(che anche in base aglistandard tradizionali èconsiderata molto dannosa),con chiari sintomi dialcolismo, e poi due anni e

 

mezzo di progressivatransizione versoun’alimentazione a base dicibi vivi.1. Come sono passato al

cibo vivo.Ci sono passatogradualmente, seguendola mia intuizione e la miavolontà. Grazie a ciò nonho avuto quasi alcunfastidio. Io e mia moglieabbiamo fatto tutto

 

insieme, quindi la miaesperienza può esseremoltiplicata per due.All’inizio ho rinunciatoalle sigarette e all’alcol,quindi alla carne, poi al pesce, poi alle uova, poial pane, poi sonodiventato un vegano e poisono passato al cibo vivo,aumentando, parallelamente, laquantità di cibi crudinella mia dieta

 

giornaliera e allo stessotempo rifiutandoconserve alimentari,zucchero e tutti gli altri prodotti dannosi.Tutto ciò si è svoltonell’arco di due anni emezzo. Sono sicuro chese fossi passatoimmediatamente al cibovivo, o non ce l’avreifatta, o avreisperimentato periodi

 

molto duri, siafisiologicamente che psicologicamente. Chi va piano…

2. Cosa mi ha dato questopassaggio aun’alimentazione a basedi cibi vivi. Non mi ha reso “unatrottola a orologeria”,come succede con quelliche la “matrix” “punge inquel posto”, ispirando

 

loro la convinzione che più si agitano, piùsuccesso avranno. Questaè la tipicarappresentazionedell’asino e della carota.Ci sono persone incliniall’iperattività eall’affaccendamento.Sono queste persone cheabboccano all’amo della“matrix”. Lo dico per esperienza personale:anch’io sono

 

episodicamente cascatoin vortici di questo tipo.Il passaggio al cibovivente fornisce energiadi un altro tipo:un’energia tranquilla,moderata, misurata,sicura. La definirei “unasana energia”. L’energiasana si ha quando una persona fatranquillamente quelloche le serve, senzasovraffaticamento, senza

 

crisi, senza sbalzi diumore, valutandochiaramente le proprieforze e arrivando a portare ogni attività aconclusione. Hosperimentato questo tipodi energia ancor prima di passare aun’alimentazione viva.Ho improvvisamentecominciato a muovermiin quei contesti dove prima mi fermavo e

 

giravo a vuoto sul posto.Affari che avevo “insospeso” hannocominciato a progredire,mentre al contemporinunciavo a impegni eobblighi che in precedenza mi eroaccollato. Sonocominciate a venirmi inmente non idee deliranti efolli, ma idee pertinenti,“di lavoro”, quelle chenon si estinguono ma che

 

finiscono per darerisultati reali. È moltodifficile disporre diquesto tipo di sanaenergia quando ci si nutrein modo tradizionale.Di solito l’uomo simuove per la vita passando “dalla padellaalla brace”. Spesso lagente si rende conto deimotivi che stanno amonte delle cose, ma nonha le forze per cambiare

 

la situazione. Ora capiscoche l’alimentazione giocaqui un ruolo primario.Anche se qui non si trattasolo di alimentazione, madi “consumo”. Per esempio, una persona checonsuma ogni giorno lenotizie della televisione odi internet non puòmuoversi per la vitasenza avere paura, non può valutare con luciditàle sue capacità. Questo

 

l’ho visto su di me. Ilcibo, i libri, i film, lamusica, le merci, tuttoquello che entra in noidev’essere filtrato, in unmodo o nell’altro. E ilcibo qui è sicuramente al primo posto.

3. Cosa non mi ha datol’alimentazione a basedi cibi vivi.I pendoli amano mostrareall’umanità il cosiddetto

 

approccio ispirativo versotutto. Nei film diHollywood si vede il protagonista, prostrato emalinconico, che a uncerto punto haun’illuminazione e si precipita, ispirato, acompiere qualcosa… Cihanno conficcato in testaq u e s t o chipdell’ispirazione e noi celo portiamo in giro. Per lagioia del pendolo. Il

 

 passaggio aun’alimentazione biologica, a differenzadegli “specchietti” della“matrix”, non produce uneffetto “wow!”, quantomeno in caso di passaggio morbido. Siinstaura semplicementeuna gioia tranquilla, unsenso di sicurezza praticamente in assenzadi paure. La vita diventadi giorno in giorno

 

migliore e più stabile. I problemi spariscono,finendo da qualche parte.Il movimento verso ilfine cessa di essere unalotta. Compaiono irisultati, i successi, maavviene tutto in modotranquillo, senza euforia.Così tranquillamente enaturalmente che quasinon te ne accorgi.Quindi, almeno nel miocaso, l’alimentazione

 

viva non mi ha procuratoentusiasmi, euforia edestasi, non mi ha reso unatrottola a orologeria,capace di lavorare senzatregua. Non mi trovo avivere in uno stato di“eterna positività”. Credodi aver ricevuto qualcosadi più, qualcosa che non può essere descritto enemmeno dimostrato.Una cosa da provareassolutamente.

 

4. I miei consigli.Le case farmaceuticheelaborano medicine per ogni tipo di malattia,complessi vitaminici chedovrebbero migliorareleggermente la salutedelle persone, antibioticie così via, investendomiliardi di dollari emiriadi di altre risorse.Invece Victoria Butenko,un giorno, ha frullato inun miscelatore acqua,

 

frutta dolce e verdure afoglia verde. Il risultato èstato l’invenzione piùimportante (a mio parere)del XXI secolo, il frullatoverde ( green smoothie),un autentico elisir disalute e giovinezza.La mia vita (compresaquella della mia famiglia)ha acquisito una qualitàcompletamente diversa. Èmeravigliosa!

 

Amo questa vita!».

«Tutto è iniziato alcunianni fa, quando ascoltai per la prima volta Transurfinreal’nosti  [ Il Transurfing della realtà; si intendono i 5libri che compongono ilciclo;  N.d.T.]. Fino a quelmomento mi si eranorealizzate tante intenzioni esapevo che “questo”funziona. Onestamente, però,non riuscivo a capire il

 

contenuto del libro. Avevo provato in un modo enell’altro, ma non miriusciva niente.

Passò circa un anno. Dauna persona sentii dire che ilconsumo di alcol influiscesul livello di consapevolezza.Perciò decisi di provare:rinunciai completamenteall’alcol. Non bevevonemmeno alle feste. Dopo pochi mesi ebbi comeun’illuminazione. Cominciai

 

finalmente a capire di checosa trattavano i libri delTransurfing. Cominciai nonsolo ad ascoltare, ma anche asentire. Quando arrivai al e g g e r e ApokrifičeskijTransurfing   [ed. it. Il Transurfing vivo; N.d.T.], erofermamente determinato averificare su di me l’effettodegli alimenti vivi. Nel libro l’autore più di

una volta menziona

 

l’importanza del passaggiograduale, ma io avevo cosìtanta voglia di sperimentaregli effetti del cibo vivo che passai bruscamente a questotipo di regime. Smisi di beretè e caffè. Bevevo solo acquaviva.

I risultati non si feceroattendere. Prima dellatransizione a questo tipo diregime alimentare il mio potenziale energetico era basso. La sera, dopo cena, gli

 

occhi mi si chiudevanoimmediatamente e miaddormentavo. Il mio pesoera di 85 kg per 174 cm dialtezza. Cominciai a perdere peso molto rapidamente. Intre mesi calai di circa 15 kg econtinuavo a perdere peso.Le mie sensazioni eranoeccellenti, avevo voglia divolare. L’energia eradiventata più che sufficiente.Di notte mi bastavano 4-5 oredi sonno per riposare.

 

Cominciai a fare ginnastica ea camminare e, nonostanteciò, l’energia era troppa enon sapevo dove investirla.

Tutti i miei familiari e imiei amici cominciarono a preoccuparsi molto della miarapida perdita di peso. Allavoro era impossibilemangiare con i colleghi. Miguardavano sempre nel piattoe facevano i loro commenti.Mia moglie e mia suocerasmisero di sentirsi

 

necessarie, poiché nonavevano nulla da cucinare eloro a far da mangiare eranogià abituate. Mi svegliavoalle 5:00 e non sapevo dicosa occuparmi. Sentivo cheavevo dormito a sufficienza.Col tempo avevo acquisitouna visione sorprendentedelle situazioni, mi venivanoin mente idee e pensierigeniali. Al lavoro potevorisolvere facilmente ogni tipodi problema, riuscivo a

 

vedere le difficoltà dal difuori e a risolverle consemplicità.

A un certo punto, dopoaver raggiunto un peso di 65kg, decisi di fermarmi. Miero reso conto che nella miasituazione non dovevo permettere dei cambiamenti bruschi, che avrebbero potutocomportare altricambiamenti per i quali nonero ancora pronto. Questovaleva anche per il lavoro.

 

on ero pronto a cambiarlo,era un lavoro che mi piaceva.Per questo tornaiall’alimentazione di prima.Ripresi anche a mangiarecarne. Presi quindi ladecisione di tornareall’alimentazione viva, malentamente, nell’arco di treanni. Ora ho 27 anni e per imiei 30 ho intenzione diconcludere la mia transizionea un regime di cibi vivi. Sono passati circa sei mesi dal

 

momento in cui ho iniziato ilmio passaggio graduale elento. Questa lentezzaconsiste nel privilegiarefrutta fresca e insalate nellamia dieta giornaliera.Continuo a non bere caffè nétè, ma a volte, alle feste, miconcedo un po’ di alcool.L’energia che ho mi èsufficiente, mi basta per essere consapevole eaffrontare le mie azioni e lemie incombenze quotidiane.

 

Di solito mi sveglio primadella sveglia, ma non così presto come succedeva aitempi dell’alimentazioneesclusivamente a base di cibivivi.

Di recente ho scoperto unfatto curioso: ho smesso disentire il gusto della carne.La carne è diventataassolutamente insapore almio palato e non riesco piùad apprezzare quei piatti dicarne che una volta amavo.

 

Preferisco mangiareun’insalata di verdure frescheche non dei peperoni farcitidi carne.

Insomma, consiglio a tuttiuna transizione graduale emorbida. Col tempo avretemolta più energia e dovrete pensare anche a comeinvestirla. I cambiamentigraduali, inoltre, nonsconvolgeranno i vostrifamiliari. A proposito: il mio

 

 peso si è ora fermato allivello di 70 kg. E ne sono pienamente soddisfatto».

«Ho cercato di inserire ilcibo vivo nel mio menùgiornaliero gradualmente,utilizzando un approccio disostituzione a tappe dei prodotti, come consiglia lei, però mi sono resa conto chevolevo affrettare i tempi efare a modo mio, senza tantisistemi. Così, a partire dal 2

 

gennaio, dopo aver finito dimangiare tutte le insalate preparate per le feste diCapodanno, ho deciso dismettere di mangiare cibitrattati termicamente. Avevosmesso di bere alcool e difumare circa un mese prima.

Ora ogni tanto ho dellecrisi, ma ho deciso di permettermele, di non farmiviolenza, così, se proprio neho voglia, mangio certe cosesenza poi soffrire di rimorsi

 

di coscienza. Questo è il miomodo di sperimentare latransizione. E le crisidiventano sempre di meno.Più difficile è stato smetteredi fumare, perché mi sentivosempre “tirata per il gancio”.La cosa più semplice è statosmettere di bere alcolici. Nonne ho assolutamente voglia enon me ne viene neanche sesono in compagnia di bevitori. Mi diverto cometutti gli altri, ma senza alcol.

 

Dire che ho cominciato asentirmi meglio sarebbeminimizzare. Ho lasensazione che finalmente lamia anima sia svincolata dacatene pesanti e sia salitaverso il cielo. Ho cominciatoa sentirmi leggera e libera,invasa da energia. E questo èsolo l’inizio! Non sonoancora abituata a tutto econtinuo a sorprendermi,anche se mi rendo conto chenon lo dovrei fare, dato che

 

lei in ogni sua newsletter  parla di questo.

D’altra parte, una cosa èleggere, e tutt’altra èsperimentare in prima persona».

«Sono felice per il fattoche sette mesi fa tutta lanostra famiglia è passata aseguire il percorso dialimentazione viva. Èsuccesso all’improvviso etutto in una volta. All’inizio

 

dell’estate mi eroappassionata ai libri sulTransurfing, e dopo questalettura avevo guardato un po’di traverso “l’apocrifo”. Daun lato, mi fidavo pienamente dell’autore econcordavo con i pensieriespressi nei suoi primi libri,dall’altro, trattavo congrande ironia le persone consimili eccentricità nel cibo e, pur non orientandomi neltema, ritenevo che gente così

 

avesse tempo da perdere.Esitai a lungo ma alla fine

la mia curiosità ebbe ilsopravvento e decisi dicomprare il libro online.Forse l’avevo fatto per averegli argomenti per criticareuna volta per tutte questosistema e non ritornarci piùsopra.

Dopo aver ricevuto il pacco con i libri che avevoordinato, mi occupai subito

 

d e l Transurfing apocrifo, perché non mi dava pace.Potevo allora sapere comesarebbe radicalmentecambiata, dall’oggi aldomani, la mia visione delmondo? Il contenuto e lateoria dell’alimentazioneviva mi sconvolsero… Avevola sensazione che,finalmente, tutti i pezzitornavano al loro posto e il puzzle si era sistemato.

A quel tempo stavo

 

tentando, invano, disbarazzarmi di un caricoconsistente di chili superflui.Avevo l’aspetto di una tipicaflorida bellezza russa, sullostile di Kustodiev1 e un pesodi un centinaio dichilogrammi. Al contempoero anche sempre piùassiduamente presa daldesiderio di allungare la miagiovinezza e migliorare lasalute. Dopo la lettura del

 

libro comparve in me unforte desiderio di cominciareda subito a mangiare un verocibo vivo.

Parlai con mio marito chemi appoggiò totalmente, cosache di rado avveniva. Conmio figlio fu più dura…Aveva 12 anni, e in quelmomento, con un’altezza di164 centimetri, pesava 87 kg.I costanti tentativi di perdere peso lo esaurivano senza portargli alcun risultato.

 

Ogni dieta e restrizione glicausavano debolezza evertigini e abbassavano il suotono emotivo, già scarso di per sé, mentre l’attività fisicagli riusciva male e la facevadi controvoglia. Credo checoloro che hanno un problema simile mi possanocapire. Mio figlio amavamangiare tanto e bene (comenoi), perciò non accolse con piacere la nostra idea. Aforza di promesse e

 

 persuasioni lo convincemmotuttavia a provare e resistere per una sola settimana, per il bene di quest’esperimento,accordandoci che poi avrebbedeciso da solo e noi nonavremmo insistito.

Così il nostro esperimentocominciò. Con nostrasorpresa, la cosa non fudifficile come pensavamo ein più l’inizio di luglio era unmomento perfetto per cominciare. Per i primi tempi

 

avevamo deciso di noneliminare il latte di mucca, la panna e il pesce crudomarinato in succo di limone.Certo, per noi era tutto moltoinsolito: non provavamo lasolita sensazione di sazietà,anche se non facevamo altroche mangiare e mangiare.Però la prima settimanaeravamo tutti scesi di 5 kg!Tutto ciò era così inaspettatoe meraviglioso che mio figliodisse: “Va bene, andrò avanti

 

fino alla fine del mese manon di più”. Noiapprovammo, aggiungendoanche che avrebbe potutosmettere in qualsiasimomento e che gli avremmo preparato da mangiare come prima. Facendo un salto inavanti, dirò che questomomento non sarebbe maiarrivato.

I primi miglioramenti nonsi fecero attendere a lungo.Era diventato più facile e più

 

gioioso svegliarsi al mattino,l’energia era notevolmenteaumentata ed era comparso ildesiderio di muoversi, quasidimenticato. In tutti noiscomparvero i problemi distomaco, la pelle eradiventata più fresca, liscia,erano scomparse le impurità.In me sparirono i primicampanelli di allarme di undiabete incombente,cambiarono gli odori delcorpo, diventando meno forti.

 

Insomma, erano cambiatetante cose. Nell’arco del primo mese, in tre avevamo perso 31 kg!!

Mio figlio guardava ciòche stava succedendo già conmaggior entusiasmo, maancora, di tanto in tanto,diceva: “Quando perderò peso, ritornerò al mangiare disempre, tenetelo presente!”.

oi concordavamo, ma parallelamente e senza far  pressioni gli spiegavamo

 

l’essenza dell’alimentazionea base di cibi freschi e vivi. Elui comunque questeinformazioni in qualchemodo se le registrava. Così passarono luglio e agosto.Poi andammo al sud, al mare, per quasi un mese, e lìtrovammo un vero e proprio paradiso della frutta. Il nuovostile di alimentazioneattecchì in modo indolorenella nostra famiglia, anchese, a volte, non era facile. Ci

 

tormentavano gli odori che“ci agganciavano” con forzaalla nostra vita passata.Lungo la strada che portavaverso il mare era pieno dicaffè, ristorantini, chioschiche vendevano spiedini ecarne grigliata. Ci fu unmomento in cui questi odorici sconfissero del tutto:decidemmo,consapevolmente, di fare unostrappo e di comprare un pollo arrosto.

 

È stato interessante seguirei nostri pensieri in quelmomento: erano unatempesta di emozionicontrastanti! Da un lato ciaspettavamo il piaceredesiderato e garantito proveniente da un cibo cheun tempo era il nostro preferito, dall’altro avevamouna chiara comprensione ditutto il processo che avrebbeavuto luogo nel nostro corpodopo questa mangiata. Del

 

resto, si trattava di unesperimento fatto in pienacoscienza. Il piacere attesodurò in realtà solo i primiminuti e poi sopraggiunse la piena delusione e un senso didisagio. Il pollo ci rimasesullo stomaco, come unsasso, e si fecero vivi il bruciore di stomaco, giàquasi dimenticato, lasvogliatezza e la sete.Sensazioni molto contrastantiin confronto al benessere cui

 

ci eravamo già abituati. Sonomolto grata a quel polloarrosto: dopo averlomangiato, tutti gli odori che prima ci seducevanovenivano ora percepiti conassoluta tranquillità eindifferenza. Per dirla con le parole della famosaleggenda, avevamo ballatouna piccola danza, per nondoverne ballarne in futurouna grande.

A fine settembre mio

 

figlio andò a scuolacompletamente cambiato: da87 kg di peso era arrivato a pesarne 62. Dimagrito,imbellito, abbronzato, eradiventato un altro. Inutiledire che il primo giorno discuola molti erano sconvoltidai cambiamenti che si eranoverificati in lui. Alcuni deglistudenti provenienti da classi parallele non lo avevanonemmeno riconosciuto!L’autostima gli era cresciuta,

 

e di conseguenza eracambiato il rapporto coi suoicompagni di classe: oraaveva più amici e anche leragazze lo guardavano. Eracresciuto anche il suorendimento, sì che senzatroppa fatica uscì da certisuoi brutti voti. Ecco cosasuccede con il magico cibovivo!

La cosa interessante è chemio figlio, proprio grazie aquest’alimentazione, sta

 

crescendo attivamente, sia inaltezza che in larghezza (nelsenso che si sono irrobustiti imuscoli e le ossa), gli sonocomparsi i baffetti e gli ècambiata la voce, insomma,si sta sviluppando come previsto dalla sua età. Sì, èdentro il sistema, il cibo vivonon impedisce di restarci, masemplicemente lui nonmangia più alla mensascolastica. Capisce benissimoche cos’è il sistema, si è

 

risvegliato, però non si mettein mostra, non si contrapponeagli altri e non parla in girodel cibo vivo perché tantonon verrebbe capito lo stesso.

Ancora un’osservazioneriguardo al dimagrimento: per me e mio figlio laquestione era estremamenteattuale, per mio marito un po’ meno. Il suo fine principale era ripristinare lasalute, la giovinezza e il potenziale energetico. È

 

fortemente dimagrito nei primi due mesi, ma oraquesto processo si è fermatoe lui sta gradualmente prendendo peso. È una cosache succede a molti. Non sidiventa distrofici, si perdequello che serve e incompenso si guadagna insalute e giovinezza.

Quanto a me, in sette mesiho perso facilmente 40 kg esenza cedimenti! La mia

 

 pelle, alla mia età di 37 anni,ha l’aspetto di quella di unaventicinquenne, liscia,elastica e pulita. Il mio cuorenon è affaticato: prima avevostabilmente 110 battiti alminuto, ora la mia frequenzacardiaca è di 62-65 battiti. È passata la mia eternastanchezza cronica, cosìcome la debolezza e lasonnolenza, ed è comparsauna buona resistenza: possofare tranquillamente dieci

 

 piani a piedi e per più di unavolta, e ciò senza dolorimuscolari e senza fiatone! Intutto questo periodo nessunodi noi si è ammalato diinfluenza e di raffreddore,cosa che una volta era parteintegrante di ogni inverno. E,fatto interessante, è sparita latosse! Era un problema perenne per tutti noi, al puntoche ci era più facile abituarciad essa piuttosto che curarla.Pensavamo che avremmo

 

avuto freddo, in inverno,senza cibo caldo né tè, manon è stato così! Temevamoche in inverno avremmotrovato poco cibo adatto anoi, ma i nostri timori eranoinfondati. Germogli dicereali, frutta, verdure, alghe,noci, miele, polline neabbiamo sempre trovati inabbondanza. Nel momento in cui scrivo

abbiamo già da tempoescluso il latte e il pesce, ed è

 

una decisione che è giunta dasola, al seguito di sensazioniinteriori. L’organismo hacominciato a reagire al cibo:in bocca riconosceinfallibilmente la frutta-verdura “chimica”.

Con tutta la famiglia orafacciamo yoga, non perché cisentiamo obbligati, ma perché ci piace e ne abbiamovoglia. Le lezioni ci procurano un autentico

 

 piacere. L’intuizione si èaffinata. È cambiato anche ilnostro giro di amicizie: civediamo con persone per noiinteressanti, mentre si stannoallontanando quelle con cuinon abbiamo più nulla daspartire. Stanno facendo laloro comparsa i primigermogli di risultati provenienti dalla pratica delTransurfing. A dire il verofaccio ancora fatica adabituarmi all’idea che il mio

 

mondo è felice di prendersicura di me e di portarmi in braccio. Mi è ancora difficileconfidare pienamente nelmio mondo. Diciamo chesiamo ancora agli inizi, peròè piacevole constatare che “cisi addormenta” sempre più dirado, mentre con maggior forza si fa sentire il custodeinteriore.

Vorrei dire anche qualcosasui “contro”dell’alimentazione viva. Uno

 

dei “contro più seri” è iltotale rifiuto della TV e dellamaggior parte dei film:andare al cinema è diventatauna noia (con rare eccezioni),i programmi televisivi sono buffi per la loro prevedibilitàe impostazione commerciale,la pubblicità divertesinceramente. I notiziari misono già fisicamenteinsopportabili. Già prima nonamavamo la televisione, maora per noi è quasi un affare

 

chiuso. Il vuoto che si ècreato è stato compensato da passeggiate, letture di libri,lezioni di yoga e altro. Èmolto più importantecostruire la propria vita chestarsene sul divano aguardare sullo schermo lavita degli altri.

Quali altri svantaggi?Qualche crisi, qualche peggioramento temporaneodi salute. Sì, ci sono stati periodi problematici, quando

 

cadevano i capelli, la pelledelle mani era diventatasecca, l’osteoporosi si eraacutizzata, erano comparseafte ai lati della bocca, eraaumentata la sensibilità deidenti eccetera. Ma tutto èstato affrontato concomprensione e gioia:l’organismo si staristrutturando, c’è un processo in atto. E tutto,infatti, è passato.

 

Mio figlio ha detto: ok,fino a 18 anni sono con voi e poi vediamo. Se resteretedavvero giovani e sani, allorarimarrò con voi anche dopo.Ecco le sue condizioni! Nonstaremo a indovinare cosasuccederà, comunque sia ioche mio marito non ciimmaginiamo in mododiverso. Interessante… forseda qualche parte, nello spaziodelle varianti, sono rimastidei “noi - altri”, cioè una

 

variante di noi non partita per questo percorso. Ma avrei paura di guardare lì anchecon un solo occhio!».

«Oggi io e mio maritosiamo andati ad acquistare ilgrano saraceno verde. Cisiamo messi in contatto conun giovane di nome Aleksej eabbiamo concordato luogo eora dell’appuntamento. Conlui si è incontrato mio maritoe, quando è rientrato in

 

macchina, mi ha detto: “Sivede subito che Aleksejmangia cibo vivo: i suoiocchi brillano, la sua personarisplende!”. È belloincrociarsi con persone che tisono vicine per spirito. Nonsiamo soli nell’universo!

Io e mio marito cinutriamo di alimenti vivi dasoli sei mesi, ma com’ècambiato tutto intorno a noi!Questo stile di alimentazioneè diventato per noi una sorta

 

di scintilla di gioia nel cuore,una festa che è sempre connoi. Prima di allora nonavevamo mai pensato chedalla vita si potesse ottenereuno SBALLO come questo!Un tale brivido! È troppolungo elencare tutti ivantaggi della cosa, perciòmi limiterò a citarne alcuni:una leggerezza del corpo mai provata finora, una carica dienergia, un umore eccellente,la capacità di vedere per 

 

tempo i pendoli e diestinguerli. Il Transurfing èdiventato più chiaro,qualcosa comincia a riuscire,seppur ancora con difficoltà, però il processo è in atto! Ditornare indietro alla fattorianon si ha alcuna voglia!».

«Tutto vero. Seguo da unanno l’alimentazione viva.All’inizio cerchi di spiegareai tuoi cari cos’è utile e cos’èdannoso, ma in rispostaottieni irritazione e

 

rimproveri. Poi te ne freghidi tutto, soprattutto quando le porte cominciano ad aprirsida sole e compare unavisione del mondocompletamente diversa, laconsapevolezza (chi sa micapirà). Si instaura un sensodi libertà da sballo, una cosache mozza il fiato. Èmeraviglioso che tutto ciòfunzioni. Gente, è vero che aqueste cose non si puòcredere, le si può solo

 

sperimentare. Chi osa farlo,otterrà. Io ci sono riuscito».

«Da sei mesi sto seguendouna dieta di transizione per  passare al cibo vivo, mangiomattina e sera cibi crudimentre a pranzo mangioqualcosa di bollito (ma conun’insalata). Ringrazio il miocaro e amato marito che nonmi ostacola e anzi accettaqueste mie innovazioni (avolte ci scherza su, ma

 

 bonariamente). Io, da partemia, continuo a preparargli ilsuo cibo abituale e siamotutti soddisfatti, nessunconflitto».

«Nell’alimentazione vivanon c’è alcunché di estremoo di straordinario se la persona ci è arrivata in modonaturale e senza costrizioni.Io non vi ho attribuito moltaimportanza, non mi sono posta alcun limite. E quando

 

volevo “avvelenarmi” conqualcosa della mia vita precedente, tipo le patatinefritte (i ricettori del gustorichiedevano i piaceri precedenti), ne mangiavoqualcuna, rendendomi contoche non ne avevo affatto bisogno. Né i miei amici né la mia

famiglia si preoccupano aquesto proposito. Quandotutta la nostra famiglia siriunisce per qualche festa,

 

vicino a me viene messo unenorme piatto con insalate,frutta secca ecc. Non ho maiavuto necessità di spiegare oconvincere. Mi sentoincredibilmente leggera,sempre positiva e, di nuovo,senza alcuna tensione».

«Due parolesull’alimentazione viva: è unautentico sballo. A dire ilvero, per sei mesi devisopportare la depurazione

 

dell’organismo, però poi vivinello sballo».

«Passando al cibo vivo,non pensavo come tutto, ma proprio tutto, tutti gli aspettidella mia vita, potesserocambiare. Dopo averlosperimentato non potevo piùvivere in appartamento e misono trasferita in una casalontano dalla città, così èancora più bello. Indossovestiti fatti solo con materialinaturali. Non perché non

 

 possa indossare materialisintetici. Posso. Ma perché?Il mio corpo è diventato piùsensibile e detesta le sostanzesintetiche. Quanto alle cremee ai cosmetici, prima mi sonodiventati sgradevoli e poi nonnecessari: una pelle cosìmeravigliosa non l’avevo daquando ero piccola.

Andare a lavorare, farecarriera, è una noia terribile.Ho trovato un’attività che

 

faccio col cuore, e le forze el’energia sono più chesufficienti. Il regime psico-emotivo di fondo è sempreallegro e tranquillo. Anche sesi tratta di una tranquillitàmolto particolare! Ho unavoglia indicibile di vita! Èuna tale libertà, una libertàda tutti i limiti, gli stereotipi,le offese, le critiche, la noia,la dipendenza da quello che bisogna mangiare, ladipendenza dal fatto che

 

 bisogna dormire-riposare,che non ci si deve congelare,che per sopravvivere c’èsempre bisogno diqualcosa… ma che cavolo!

essuna droga ti assicuraquesta gioia, una sensazionedi Vita ovunque e in tutto,imparagonabile!

Certo, non tutto è andatosempre liscio. Ho passatocrisi, sensi di colpa, paranoiae schizofrenia, ho avuto gliocchi folli della neofita-

 

crudista, quando tuttiscappavano via da me mentreio volevo portar loro lafelicità, persino contro laloro volontà. Questo succedeancora adesso, in una certamisura, ma non in modo cosìforte anche perché ho ormaiun solido bagaglio diesperienza che mi dàsicurezza e tranquillità. Sesolo penso che avrei potutonon conoscere tutto ciò cheavrei potuto non

 

intraprendere questa strada…rabbrividisco brrr!Sicuramente non posso piùtornare indietro».

«Noi siamo ancora soloall’inizio del viaggio.L’abbiamo iniziato due mesifa, dopo aver letto il libro Il Transurfing apocrifo.Abbiamo accolto leinformazioni sul cibo vivocome un tassello mancantenel grande quadro della vita.

 

Tutta la nostra famiglia (io,marito e nostro figlio di 12anni) è passata al nuovoregime alimentare. Non ci èstato molto difficile, anche perché noi non consumiamosale da 7 anni, dopo la letturadi un libro di Paul Bragg. Damolto tempo abbiamo ancheeliminato i prodotti della“matrix”, pane, salame,zucchero, conserve eccetera.Da sempre cerchiamo dimangiare sano, consumando

 

la frutta e la verdura delnostro orto e la carne biologica, acquistatadirettamente in una fattoria.Però abbiamo semprecucinato! Non avevamo maiapprofondito il discorso delcibo vivo, e consideravamo icrudisti dei personaggi bizzarri. Ma dopo la letturadel suo libro ci si sono apertigli occhi…

I vantaggi sono molti. In primo luogo, in totale, in tre,

 

abbiamo perso più di 40 kg disovrappeso e ciò con facilità,senza stress e restrizionialimentari. Mangiamo quantovogliamo, tutta roba fresca e benefica. Non soffriamo piùdi alitosi, dopo un mese èsparito il tartaro dai denti, gliodori corporei sono moltomeno forti e sgradevoli, laschiena e le articolazionivanno molto meglio, ècomparsa la forza (e lavoglia!) di fare al mattino un

 

 po’ di jogging o diginnastica, sono scomparsi i papillomi, la pelle èdiventata più liscia e piùelastica. Sono scomparsi i bruciori di stomaco, lastanchezza costante, il mal ditesta. E potrei continuarel’elenco.

Sta cambiando anche lacoscienza. Si guarda a moltecose in modo diverso, ci sirende conto delle cose noncome prima. Leggo e rileggo

 

i libri sul Transurfing comese fossero nuovi. È come sequalcuno mi avesse regolatola visione interiore. Glieventi positivi sono diventatidi più, le cose belle accadonocon sempre maggior frequenza, e vedo sempre di più che il nostro mondo si prende cura di noi e ci ama.

In giro non parliamo moltodella nostra alimentazione,non imponiamo e non

 

ostentiamo. I primi momentidi euforia, quando volevamosaltare e gridare per la gioia econvertire tutti alla nostrafede, sono passativelocemente. Ora il cibo vivoè diventato una parteintegrante e piacevole dellanostra vita. E comunque,nella nostra cerchia diamicizie si sono aggiunte persone che la pensano comenoi. I cambiamentinell’aspetto e l’umore

 

 positivo funzionano megliodi qualsiasi pubblicità».

«Il nostro primo passo nel“Transurfing della realtà” èstato un passaggio parzialealla dieta alimentare con cibivivi. Mio marito è unsostenitore di vecchia data diGennadij Malachov2.Vent’anni fa, quando aveva40 anni, la sua salute era peggiorata a tal punto chedovette scegliere: o

 

l’ospedale o un regime dicura autonomo in casa.Scelse la seconda via,seguendo le prescrizioni diG. Malachov e ne ebbe ungran beneficio. In seguitocominciò a ragionare sultema: “Quanto correttamenteviviamo?”. Poi: “Quantocorrettamente cialimentiamo?”, e col tempoarrivò la consapevolezzadella necessità di passare aun’alimentazione a base di

 

cibi freschi e vivi. Nonabbiamo sperimentato alcunacrisi né malumore. Il cibocotto non ci attira più. Il budino di avena viva è unafantastica leccornia! Ci è piaciuto subito ed è statoaccettato dal nostroorganismo con gratitudine.Oggi è praticamente il nostrocibo quotidiano, non cistanchiamo mai di mangiarloed è desiderato più di unavolta al giorno. Mangiamo

 

anche pappette vive (kaša) dialtri cereali, sono davvero prelibate. Facciamo anche lasalsa di pomodoro e alghesecondo la sua ricetta. Cisembra di essere rinati e dicominciare di nuovo aconoscere il mondo. Cisentiamo leggeri nel corpo e pacati nell’anima. La vita èdiventata interessante: ognigiorno accadono cosemeravigliose... forse prima lanostra ignoranza non ce le

 

faceva vedere e ci passavamovicino senza accorgercene».

«Se si fa tutto senzafanatismo, allora l’organismocapisce più in fretta e ciòsenza cui prima non si potevastare, progressivamente cessadi piacere. Io cucino i piattisoliti per tutta la famiglia,ma di mangiarli non ne ho più voglia. A Natale miomarito mi ha fatto assaggiareun pasticcino con la carne,

 

 però non ci ho più trovatoniente di gustoso».

«Col tempo si scopre unatale varietà di cibo vivo che“le ricette da buongustai”non reggono il confronto».

«Io e mio marito cinutriamo da tre mesi di cibovivo, ed è risultato essereun’alimentazione moltogustosa. A casa ho un librodella Butenko, preparo le suericette e sono molto presa da

 

queste cose. Prima cucinavo per necessità e ora conentusiasmo. Mio maritovuole sbarazzarsi del pesosuperfluo e smettere di prendere medicine contro ildiabete. Prima pesava 120kg, ora ne ha persi 14. Lavoranell’edilizia ed è tutto ilgiorno in piedi. I suoicolleghi si sono sorpresi:“Mangi erbe e stai così bene?”. Anch’io adesso sonosnella e ringiovanita, faccio

 

in bicicletta 20 km, miaccompagna sempre unasensazione di felicità».

«Sento GIÀ com’èfantastico scardinare ilsistema, com’è meravigliosoessere liberi, senza aver  bisogno di guardarsi intornoe osservando solo le profondità del propriocuore».

«Ormai da tempo non bevo

 

e non mangio nei fast food però a volte mi vien voglia diquei terribili hamburger o divino. Non fatevi condizionareda limiti troppo rigorosi.Dopo tutto, siete voi i padroni della vostra realtà.Di solito, quando mi vieneuna forte voglia, mi permettodi mangiare o bere qualcosache non consumavo datempo, e quando lo faccio midico: “Dài, mangia, mangia,mia cara, la tua pancina

 

vuole mangiare qualcosa digustoso, mangialo alla salute,digerisci bene ogni pezzo diquesta prelibatezza”. Ilgiorno dopo o anche solodopo qualche ora capisco giàche questo non serve, non hasenso, eccetera. E di nuovoriprendo a mangiare benecome prima. Dovete far capire al vostro organismo,ancora una volta, che quellecose sono disgustose. Dopoun lungo periodo di astinenza

 

dal pane (alcolici, sigarette,eccetera), consumarlo vidovrebbe disgustare. La lineadi fondo che seguo è che oggimangio il paneConsapevolmente, e domaniConsapevolmente non lovoglio mangiare».

«Mangio cibi vivi da dueanni. Nello sport le mie prestazioni sono migliorate,molti non riescono a starmidietro. E studiare è diventato

 

una favola».«Sono passata

all’alimentazione vivadurante l’allattamento (miofiglio aveva sei mesi). Comerisultato, sono diventata più bella, più snella, sonoringiovanita di 10 anni. Miofiglio è in piena salute ed èmolto sviluppato! Lo allattoancora adesso, ha già dueanni ma io, di latte, ne hotantoooooo! E anche l’umoree l’energia sono al

 

massimo!».

«Non sono riuscita a passare al cibo vivo al primotentativo. A causa del passaggio troppo brusco hoavuto una crisi al secondomese, poi ho fatto una pausadi sei mesi, mangiandoalimenti trattati, ora stotentando per la secondavolta: mangio quello chevoglio ma cerco progressivamente di

 

limitarmi. In generale ilTransurfing è una cosasorprendente. È magnifico,tutto funziona, e se qualcosava storto, passa quasiinosservato. Dire che l’animagioisce è dir poco.

La mia anima esplodedalla gioia e ho cominciatoanche a sentire il mio corpoin modo diverso. È comparsala netta sensazione della presenza di un’enorme forza buona che si prende cura di

 

me e mi ama».

«Non mangio carne da unanno. Di tanto in tanto posso permettermi del pesce frittoo bollito. Non sono ancoracompletamente passato a uncibo vivo, ma cerco dimangiare frutta, ortaggi,verdura in foglia in grandiquantità. Al mattino facciocolazione mangiando solofrutta fresca, prima di pranzomangio noci e frutta secca, a

 

 pranzo consumo tanteverdure in foglia e ortaggi,un po’ di cibo cotto con panesenza lievito e formaggio e per cena pure. Già seguendoquesta dieta l’organismo si èriorientato e mi sento moltomeglio. Per il futuro hointenzione di rinunciarecompletamente al cibo cottoe consumare solo quellovivo. Credo di essere sullastrada giusta. Ringrazio ilmio mondo, che mi ha dato

 

l’opportunità di conoscere ilTransurfing».

«Un anno fa canzonavo icrudisti, e oggi mi viene da piangere al pensiero di comeIO mi nutrivo prima».

«Qualche tempo dopo ilmio passaggio a un regimealimentare crudista ècominciata ladisintossicazione. Ebbene,tutti mi dicevano che misarei esaurito e che ero

 

troppo giovane per finire inquello stato. Ma adesso nonmi dicono più niente, anzi,qualcuno mi chiede comecavolo faccio a essere cosìluminoso. Ah, ah… e cosa posso rispondere? Non possocerto distruggere i lorostereotipi, per i dormientisarebbe come morire».

«Ho 54 anni. Più di dueanni fa ho cominciato la miatransizione verso il cibo vivo

 

e ora le mie crisi sonosempre più rare. Sento tuttoquello di cui Lei scrive.Quando arriva la crisi, questesensazioni si perdonoimmediatamente e ciò aiuta atornare a un’alimentazionenormale… il desiderio disentirsi giovane, leggera,mobile, volante non si puòesprimere a parole, si puòsolo sentire. Grazie!».

«Presto saranno due anni

 

da quando noi, tutta lafamiglia, siamo passati alcibo vivo. Abbiamo scelto un passaggio graduale emoderato. Non abbiamoavuto serie difficoltà, soloqualche crisi nel periodo didepurazione dell’organismo.Sembrava che il corpo sifosse risvegliato, si fosseriscosso e riempito digratitudine per questo cibo.Richiedeva solo questo e nonvoleva più quello di prima!

 

Ora l’80% della nostraalimentazione è a base di cibivivi. Abbiamo imparato lericette di un sacco di piattivivi, sono incredibilmentedeliziosi! Nostra figlia èriuscita a perdere 40 kg di peso in poco più di un anno esenza alcuno stress. Anch’ioe mio marito siamodimagriti, abbiamoriacquistato la salute e siamoringiovaniti. Ci siamoliberati di molti malesseri

 

che i medici non potevanocurare. Pian piano se ne sonoandati via da soli! Siamodiventati più energici. Lei ciha aiutato a trasferirci inun’altra realtà!».

«È da più di tre anni chesto ristrutturando la miaalimentazione e il mio stiledi vita. In me stannoavvenendo grandicambiamenti. Quando hofatto un check up in base al

 

 programma “Russia Sana”, ilmedico, sulla base deirisultati delle mie analisi, hacalcolato la mia età biologicavalutandola intorno ai 20anni (e io ne compirò presto47). Sono allegra, piena dienergia, affronto la vita confacilità. All’improvviso hocominciato a scrivere, sia prosa che versi poetici, ecredo di poter fare molto di più. Ho anche un lavoromolto stressante da seguire.

 

E il fatto che sia calata di 10kg e che ci siano staticambiamenti molto positivinel mio corpo, lo prendocome effetto collaterale.Condivido pienamente le suetesi, tutto deve avveniresenza sforzo, a poco a poco, procurando piacere».

«A colazione, germogli digrano con le banane, per  pranzo un’insalata di barbabietola cruda, per cena,

 

 pesce marinato in salsa disoia e limone. Il mio menù è più o meno questo. Lasensazione di fame è sempre più leggera, gli occhi sonosempre più brillanti.L’attenzione si è spostata dasupermercati e mense a bancarelle di frutta e negozispecializzati. Com’ero cieco prima! Quante cose squisiteci sono in giro! A voltetrascorro tutto il giorno incucina a provare nuovi piatti.

 

Provo sensazioniincredibili!».

«Le sensazioni che provosono stupefacenti. Prima ditutto trenta minuti dopo aver fatto colazione, propriomentre arrivo al lavoro,inizio a sorridere, sento chec’è una luce che proviene dadentro (e tutto ciò nonostanteio abbia una faccia seria). Siinstaura una sensazione dilibertà e non capisco cosa

 

sia: da che cosa mi sentolibera? Al lavoro riesco afare moltissimo senza fatica,e a casa vado a dormire solo per non sembrare stupida,dato che di notte si usadormire. È cambiatol’aspetto fisico. Ho lasensazione che dal viso siirradi qualcosa. Con facilitàsopporto le situazioni distress… l’anno scorso avevoavuto dei problemi e solosuccessivamente mi sono

 

resa conto di essermelacavata senza i soliti farmaci egli infusi di erbetranquillanti. Non emanoodori, praticamente non uso più i deodoranti. I vestiti non puzzano, i piedi non puzzano.Quando vengono a casa mia“i mangiatori di carne” esuccede che mangio i cibi diun tempo, sento subito unosgradevole odore per un paiodi giorni. È già il secondoinverno che trascorro senza

 

raffreddori, quando prima miammalavo come minimo duevolte in questa stagione edero costretta a passare unasettimana a letto. Ilraffreddore, poi, era unanormalità. Non appena hoeliminato pasta, riso, cereali, patate, pane, è sparito tutto: pare che l’influenza e ilraffreddore si sianodimenticati di me».

«Dirò brevemente: dopo

 

aver fatto un bel pezzo distrada nell’alimentazioneviva, ho imparato a provare piacere dalle cose semplicicome una passeggiata o lavisione del cielo. È unasensazione incredibile capireche si può ottenere un gran piacere dall’osservazione diun albero. È una sensazioneche non si può esprimere a parole, si deve sperimentare.Dite un po’, quando avete provato un autentico piacere,

 

di quelli che mozzano ilfiato, una vera e propriascarica di endorfina? Forsequando avete fatto l’amore per la prima volta con lavostra amata? E cosa mirispondereste se vi dico chesi può ottenere lo stesso piacere dalla semplicecontemplazione di un bosco,di un lago, persino di unacittà, al mattino? Ho capitoquanto non stavo bene prima,nonostante facessi sport con

 

successo e fossi in ottimaforma. Insomma, è una cosache val la pena fare».

«Che meraviglia! Sono proprio questi momentimeravigliosi che mancanooggi quasi a tutti. Molte persone capiscono già che il buco nero inghiotte, con tuttiquesti vkontakte, facebook, e-mail. Quanto tempo va inqueste cose, e LA VITASCORRE VIA. Gli alberi, i

 

ruscelli, gli uccelli, lefarfalle sono rimasti, mal’Uomo Moderno ha spostatola sua attenzione da tuttaun’altra parte».

«L’alimentazione naturaleè un volo dell’anima, il passaggio a un nuovo livellodi coscienza! Il Transurfingriesce spontaneamente, ed èuna vera e propria euforia!».

«Quando si passa amangiare cibi vivi, il corpo si

 

rianima, i muri deglistereotipi si sgretolano e siapre la poliedricitàdell’Essere!».

«Piccoli miracoli miaccadono, e per quelli grandi,mi impegno ad aumentarel’intenzione e laconsapevolezza. Da due annisto progressivamente passando al cibo vivo. Ilrisultato è sul viso: la pelle siè ripulita da acne e punti

 

neri, i denti sono più bianchi,il corpo è perfettamente bello, mi piace. Ringrazio dicuore!».

«La sorella di mia mammanutre la sua figlioletta di unanno e mezzo con che cosa?Conserve di carne, succhiconcentrati, ricotta e yogurtdel supermercato. Anche miamamma ritiene che la bambina abbia bisogno divitamine artificiali ma

 

discutere di questo con loronon è possibile. Ma non sonoforse immerse in un sogno?Quante volte ho visto la bambina agitarsi e urlarequando cominciano a darlequesti cibi sintetici, mentrese invece le danno un pezzetto di cipolla, cominciaa leccarlo tutta contenta. La bimba ha un anno e mezzo,non sa masticare, dice unasola parola, “mamma”. Èforse normale? E come

 

mangiano i miei parenti?Cuociono tutto e poimangiano per tre giorni lastessa pasta, condita conketchup e maionese, patatefritte, caffè, pane bianco ecarne. Tutto. È forse unastrada per stare bene?».

«Il mangiatore tecnogenosi priva davvero del proprioIo. I Suoi libri mi sonoarrivati tanto tempo fa,quando ne avevo davvero

 

 bisogno. Leggendoli,qualcosa ho trascurato,qualcosa non ho capito, peròavevo una sensazione dieuforia che in seguito è passata. Ora, dopo aver depurato l’organismo, hocominciato a pensare convedute più larghe e sicure. Lagente ha cominciato aguardarmi di traverso perchérisolvo facilmente problemidifficili».

«Ora SO con certezza che

 

esiste quello di cui primaavevo solo il sospetto o a cuicredevo. Per esempio, hosempre creduto che il miocorpo non sarebbeinvecchiato e sarebbe stato informa incontaminata tantoquanto avrei voluto. Senzadiete, con cui mi tormentavo,senza esercizi stupidi in palestra, senza interventi dichirurgia plastica. EROSICURA che esistesseun’altra via, leggera e

 

naturale, per essere comevoglio. Sono rimasta moltocolpita dal fatto che con il pensiero si può cambiare lamateria, e questo ora vieneconfermato dalla vita. Ognigiorno che passa mi vedoringiovanire, con sorpresamia e degli altri. Ma la cosa più importante èl’alimentazione viva. ComeMargarita3, continuo aripetere: “Oh, che crema!”».

 

NOTE A MARGINE

Ecco ancora degli esempida cui trarre ispirazione:Ageless Woman:http://www.youtube.com/wa v=O6oJA_xhTa8.http://www.youtube.com/wa v=ANt4RIFnJH4&feature=r http://www.annettelarkins.c Ragazzina di 14 anni:http://www.youtube.com/wa v=X-sSmk9BgS0 .

 

Esoterismo reale

Sto concludendo i capitolidedicati al tema del cibovivo. Si è già dettoabbastanza sul significato, lefinalità e i vantaggi del passaggio a un nuovo gradinodella piramide alimentare.Resta da rispondere alle

 

ultime domande:

1.  Perché non a tutti riesce?2.  Come fare perché riesca?

Vorrei ancora una voltasottolineare: non predicoun’alimentazione sana, nonmi interessa lo stile di vita sano, non mi occupo dicrudismo. Mi occupo diTransurfing, gestione dellarealtà. La gestione dellarealtà è una tecnica olistica,

 

si compone di tre elementiinseparabili: come pensiamo,come mangiamo, come cimuoviamo. Se si scarta ancheun solo componente, latecnica sarà incompleta,unilaterale, imperfetta.Analogamente, un uomo nonè corpo, anima, ragione presisingolarmente, ma tutto ciòfuso in un unico intero.

Allo stesso modo, “ilTransurfing da divano” o “ilTransurfing nella stalla” non

 

sono Transurfing; uno stile divita sano non è Transurfing;il crudismo non èTransurfing.

Accade purtroppo, a volte,di incontrare “un crudista”,di guardarlo e di pensare: no,qui c’è qualcosa che non va,a me questo non serve. E, ineffetti, basta una pecora nera per rovinare tutto il gregge.Da dove arrivano i problemilì dove dovrebbero esserci i

 

vantaggi promessi?

Esiste un paradosso, che per qualche motivo nessunomenziona e probabilmentenessuno conosce. L’essenzadi questo paradosso è laseguente: quanto più alta è laqualità della manutenzionedell’organismo, tantomaggiori sono le pretese cheesso avanza.

Per quanto strano possasembrare, l’organismo si

 

comporta come un bambinoche, più viene viziato, più facapricci. O come uno snobche si è abituato presto allusso, e che è molto difficileda accontentare. In che modosi manifesta questocomportamento?

Per esempio, quando siinizia a praticare attivamenteuno sport, si nota che si perdesubito la forma se per un periodo di tempo, anche breve, si interrompono gli

 

allenamenti o non ci si allenacon il solito impegno.Possono comparire dolori aimuscoli, alle articolazioni,alla colonna vertebrale,debolezza, malessere emalattie. Mentre prima dicominciare a fare sport nonsuccedeva niente di tuttoquesto, si viveva senzagrandi programmi e nonc’era motivo di lamentarsi dinulla.

 

Quando si passa aconsumare cibi del primoordine, cibo migliore ecompleto in assoluto, potrebbe subentrare unacarenza di vitamine eminerali, tali da provocare lacaduta dei capelli e dei denti.E magari prima, che simangiava per lo più cibo inscatola, salame e pasta, conuna foglia di lattuga per amor di decenza, ci si sentiva benone.

 

Perché succede così e qualè allora il senso di prendersicura e compiacere il proprioorganismo?

Immaginate, per fare un paragone, la vita di unvagabondo e quella di unuomo abituato a vezzeggiarsie a non negarsi nulla. Il primo non ha nemmeno lospazzolino da denti, ècostretto a vivere comecapita, con desideri e preteseridotti al minimo. E ora

 

 provate a pensare di quantoinvece ha bisogno il secondo!Tanto più alta è l’asticelladella qualità della vita, tantomaggiori sono le cose cheservono.

La stessa cosa succede conl’organismo: quando vienealimentato con cibo di bassaqualità, esso si abbassa asopravvivere a uno statomarginale, diventa stordito einsensibile, come se

 

l’avessero caricato di un pesosuperiore alle sue forze,l’avessero costretto ai lavoriforzati. Non gli interessaniente altro, solo riuscire atirare il suo carico. Allostesso modo il mulo,condannato a vita a girare intondo per far ruotare lemacine del mulino, nonoppone resistenza e non silamenta. Si è adattato al suodestino ed è immerso in un sonno profondo, non ha

 

semplicemente altra scelta.Anche l’organismo non puòfare altro che rassegnarsi,adattarsi. Una vita di questogenere lo porta molto prestoa logorarsi; tuttavia,fintantoché scorre la vita,esso tira doverosamente lasua corda. Grazie a Dio, lacapacità di sopravvivere incondizioni estreme gli è statainfusa da madre Natura, perònon è illimitata e dura finchédura.

 

Ora immaginate che cosa può accadere quandol’organismo viene liberatodal suo carico, gli viene toltala corda che tirava e vienemesso in libertà. Questa sìche è vita! Prende inizio il processo di depurazione,rinnovamento, rigenerazione.L’organismo si ricorda dicome dev’essere, secondo

atura, e si mette al lavoro per ripristinare e rigeneraretutto quello che nel tempo

 

aveva perduto. Ma comesapete bene, per una vita dilusso servono molte più cose.E qui s’incuneano i problemidel periodo di transizione.Durante i lavori “di restaurocapitale” si accumulanomucchi di spazzatura che bisogna portar via edepositare da qualche parte, perché la potenza dei sistemiescretori non è sufficiente. Ilrisultato è l’aggravamento dimalattie croniche,

 

disfunzioni del sistemanervoso, malessere generale,crisi di astinenza. Come senon bastasse, “il padrone” hacrisi costanti e si sbracciacontinuamente per lanciare lacorda al suo “mulo” eriportarlo alla sua vita precedente. L’organismo sitrova ad affrontarecondizioni molto difficili,viene confuso, gli è difficileriorientarsi. In situazionisimili, in luogo dei

 

miglioramenti attesi potrebbero subentrare dei peggioramenti.

L’organismo si ritrova bloccato tra i due gradinidella piramide: non può piùvivere come faceva prima,ma ancora non sa comevivere in modo nuovo. Non sisa quanto durerà questa fase,è un processo assolutamenteindividuale, ognuno ha i suoitempi.

 

Quindi, se si vuoleveramente allestire una vitadi lusso nel proprioorganismo, bisogna farlo conintelligenza e consapevolezzae non così come viene.Pensate che sia uno scherzoda ragazzi passare a un altrolivello della piramide? No,non è affatto uno scherzo.Come farlo, l’ho descritto inmodo dettagliato nel libro Il Transurfing apocrifo. Qui, inaggiunta e in chiarimento al

 

tema in oggetto, illustro brevemente i princìpifondamentali dellatransizione.

Il principiofondamentale è lagradualità

Il brusco passaggio aun’alimentazione a base dicibi vivi vegetali può essere

 

accompagnata da effettimolto spiacevoli. Subentra lacrisi: disfunzione delladigestione, aggravamento divecchie malattie o comparsadi nuove, brusco calo di peso, possibili mal di testa e mal didenti, reazioni allergiche,irritabilità, nervosismo,malessere generale e persinostati depressivi.

Col tempo, ovviamente,tutto finisce per rientrarenella norma. Tuttavia,

 

 proprio il periodo di crisi,quando invece deimiglioramenti attesi siverifica il contrario, è laragione principale per cui le persone non resistono etornano alle vecchie abitudinialimentari col cibo morto. Un brusco passaggio è negativosotto tutti i punti di vista, èuna fonte di forte stress, sia per la coscienza che per ilcorpo. Si deve aumentare la percentuale di alimenti

 

vegetali vivi nel propriomenù giornaliero progressivamente, senzatensione, con piacere.

Non restrizione masostituzione

A seconda della possibilità,sostituire il cibo nocivo conalimenti meno dannosi: lozucchero con il miele; letorte e le crostate con del

 

cioccolato al 72% di cacao ocon della frutta secca dolce; isalumi affumicati con deisalumi cotti; la padella con la pentola a vapore; gli alimentigrassi con alimenti magri;l’olio di oliva e di semi digirasole con l’olio di semi dilino o di cedro siberiano; le pappette cotte (kaša) dicereali con germogli dilegumi e di cereali o risoselvatico; eliminare i prodotti da forno a base di

 

farina bianca, il panelievitato e tutti i tipi di cibiconservati e simili alimentisintetici da supermercato esostituirli con analoghinaturali. Si noti che non sitratta di limitare ma disostituire alcuni prodotti conaltri, più nutrienti e menotossici.

Non intasamento

 

ma depurazione

Il cibo dev’essere selezionatoin modo tale da non intasarema depurare. Ad esempio, i prodotti a base di farina di prima qualità intasanol’intestino e il fegato di unamassa collosa, mentre i prodotti di farina integrale ecrusca lo ripuliscono. Le pappette (kaša) cottetrasformano il corpo in una palude stagnante, mentre i

 

legumi germogliati (fagioli,ceci, lenticchie eccetera),anche se bolliti per tre-cinque minuti, ripuliscono ilcorpo a tutti i livelli, dallecellule ai sistemi difiltrazione. Il riso selvatico, pur essendo un cibo bollito, èun ottimo alimento per il periodo di transizione.

Ci sono alimenti chedepurano il corpo meglio diqualsiasi digiuno. Qui milimiterò a fornire tre ricette

 

che probabilmente nonconoscete. Credetemi,valgono una dettagliatadescrizione.

All’inizio si prepara ilcardo. Prendete 1-1,5 kg disemi di cardo mariano,risciacquateli accuratamente,metteteli in una ciotolasmaltata e ricopriteli diacqua arricchita con lashungite. È meglio farequest’operazione al mattino

 

 presto. La sera colatel’acqua, eliminate i semivenuti a galla, mettete il tuttoin uno scolapasta e copritecon una garza bagnataripiegata in quattro strati. Lamattina e la sera del giornosuccessivo, lavate bene isemi sotto l’acqua corrente esenza rimuovere la garza. Sel’acqua è clorata, è meglioutilizzare l’acqua di shungite per distruggere i batteri patogeni. Il mattino del

 

giorno dopo i semi devonoaver già germogliato.Bisogna lavarli di nuovo,disporli su un vassoio emetterli a essiccarenell’essiccatore a unatemperatura di 41 °C (o inforno, a fuoco bassissimo econ il portello aperto).Otterrete così un prodottoche, per proprietà depurative,curative e nutritive, non ha praticamente analoghi. Ilcardo mariano ha la proprietà

 

eccezionale di ripristinare lecellule del fegato edeliminare dall’organismo letossine. È inoltre unfortissimo anti-ossidante.

I flavonoidi del cardohanno un’attivitàantiossidante che supera di10 volte il tocoferolo, notocome vitamina E, la vitaminadella giovinezza. Questa pianta contiene un principioattivo unico nel suo genere,la silimarina, che per le sue

 

 proprietà curative è talmente polifunzionale da rendereimpossibile la sua ascrizionea un singolo gruppo di rimedicurativi. Il cardo mariano èanche chiamato “Il donodella Vergine Maria”. È ilsimbolo nazionale dellaScozia, evidentemente non acaso. E i germogli di cardomariano, vi assicuro, sonouna cosa stupenda! E ora lericette.

 

1.  Prendere del granosaraceno, non sottopostoa trattamento termico,vagliarlo attraverso uncolino per eliminarne le particelle frantumate e leimpurità, lavarlo eimmergerlo per tre ore inacqua di shungite. Si possono usare due parti digrano saraceno verde euna parte di granosaraceno non scorticato, per la depurazione

 

dell’organismo sarà piùefficace. Mettere il tuttoin uno scolapasta o in unsetaccio e coprire con unagarza inumidita. Il granosaraceno germoglierà indodici-quattordici ore.I semi germogliati vanno poi lavati, messi in unfrullatore con un ditoabbondante di acqua emacinati fino a ottenerneuna pappetta. Prendere poi tre cucchiai di semi di

 

cardo mariano, macinarliaccuratamente in unmacinino da caffè eversarli sul piatto con la porzione di granosaraceno. Aggiungervi uncucchiaino di olio dicedro siberiano od olio dinoce o di cardo mariano,mescolare bene. La pappa(kaša) viva è pronta.Tutto questo si fa intempi molto rapidi, con

 

un apporto minimo ditempo e di fatica. Mal’effetto di questo piatto ècolossale! Ha un valorenutritivo e proprietàcurative di prima classe,e un gusto molto buono.Questa pappa si puòmangiare anche ognigiorno. Si conserva infrigorifero per non più ditre giorni (il cardo, però,dovrebbe essere macinatoe aggiunto prima di ogni

 

consumo). Ma ilvantaggio principale diquesto piatto, in particolare durante il periodo di transizione,sono le sue proprietàdepurative. Se lo simangia prima di andare adormire, di notte ci si potrebbe svegliare bagnati di sudore, equesto va benissimo, èsegno che l’organismo sista già depurando al

 

massimo!2.  Prendere mezzo bicchiere

di semi di lino emacinarli accuratamentein un macinino da caffè.Prendere tre cucchiai dicardo mariano e macinareanch’esso per bene.Aggiungere un bicchiered’acqua, un cucchiaino dacaffè di olio di zucca,volendo, un po’ dicannella e miele a piaceree mescolare il tutto. È

 

una pappa semplicissimama molto nutriente e preziosa. I parassiti ladetestano ma a voi piacerà.

3.  Gli stessi tre cucchiai dicardo vanno aggiunti al budino vivo di avenadescritto nelle ricettesistematizzanti [vedi Il Transurfing vivo, cit., .375].

Tutti questi piatti

 

dovrebbero piacere anche aivostri bambini (peròattenzione a non aggiungereil grano saraceno nondecorticato alla pappa dei più piccoli). Conquest’alimentazionediventeranno molto piùsviluppati dei loro coetaneicresciuti con prodottisintetici.

Il cardo, il grano saracenoe il lino possono essereacquistati nei negozi che

 

vendono prodotti naturali odordinati via internet.

Ovviamente è necessariodisporre di un buonfrullatore, meglio se molto potente (non meno di 1 kW).Anche il macinino dev’essere potente. L’essiccatore è unapparecchio molto utile, ma per i primi tempi si può usaretranquillamente il forno.

Prodotti naturali

 

Da ogni prodotto chimico,sintetico e OGM ci sidovrebbe salvaguardare unavolta per tutte. Il cibo cotto può essere presente nelladieta per lungo tempo, ma almangime della “matrix” sidovrebbe dire addio il prima possibile.

Quali prodotti si possonoconsiderare naturali? Quelliche non contengono additiviartificiali. Conservanti,

 

esaltatori di sapidità, agentiaromatizzanti, emulsionanti,coloranti, addensanti, profumi, eventualiingredienti sintetici,compresi quelli che vengonospacciati per “naturali”, sonotutti trucchi del sistemafinalizzati ad assicurarel’attaccamento allamangiatoia eall’abbindolamento. Secontinuerete a inghiottiredocilmente le pillole che vi

 

dà il sistema, non riusciretemai a uscire dalla “matrice”e a respirare l’aria frescadella libertà.

Si dovrebbe anchecomprendere che in realtànon si può sapere (e da noi inRussia non si ha neanche ildiritto di sapere) cosa precisamente viene aggiuntoai salami, alle salsicce e ai prodotti semilavorati. I produttori e i commerciantinascondono la reale

 

composizione e l’origine dei prodotti o li segnalanoastutamente, indicandolinelle confezioni con scritte acaratteri minuscoli. Nellamaggior parte dei casisarebbe più ragionevole preparare qualcosa con le proprie mani, che non pagare, prima con la salute e poi conla vita, per il temporisparmiato.

Un prodotto naturale non

 

richiede alcun  additivoartificiale. Serve aggiungereal salame della soiamodificata comeingrediente? No, il salamedev’essere fatto di carne.Quest’ingrediente serve agliacquirenti? Assolutamenteno, ma loro vanno al negozioe comprano stupidamenteogni cosa senza pensarci. Lamaggior parte deiconsumatori del sistema non pensa assolutamente a quello

 

che mangia. Mangia allacieca, stupidamente, e basta.E poi, altrettantostupidamente, si ammala emuore.

Se inizierete a pensare e ainteressarvi di queste cose,farete un sacco di scoperteinteressanti. Per esempio, inche cosa dovrebbe consisterela maionese naturale? Atitolo illustrativo riporterò laricetta di quella stessamaionese di cui tanto tempo

 

fa, quando ancora nonesistevano gli additiviartificiali, andava orgogliosala Provenza francese.

Per 250 g di olio:2 tuorli d’uovo crudi1 cucchiaino da caffèdi senape pronta50 g di aceto, sale ezucchero

Separare i tuorli d’uovocrudi dagli albumi. Ai tuorli

 

aggiungere la senape pronta eil sale. Mescolare con cura.Continuando a mescolare,aggiungere l’olio in piccolequantità (mezzo cucchiaino per volta). Quando vieneutilizzato tutto l’olio, versarel’aceto e aggiungere lozucchero. Il numero di tuorli può essere aumentato e laquantità di aceto diminuita osostituita con succo dilimone.

Il segreto della maionese

 

 preparata come si deve, cioèfatta diventare cremosa,consiste proprio nel fatto chel’olio viene aggiunto in piccole porzioni emescolando. Una maionesenaturale si può preparare incasa, a mano, con unanormale forchetta e un piattofondo, o con un robot dacucina o un frullatore, seavete poco tempo. È preferibile usare olio digirasole o di cardo mariano,

 

ovviamente di primaspremitura a freddo, nonraffinato, cioè naturale. Leuova dovrebbero essere difattoria e non di allevamentoavicolo.

Come vedete, non ci sonoadditivi speciali né trucchi ocose simili. I trucchi servonodove bisogna risparmiaresulle materie prime,aumentare la scadenza diconservazione, ottenere

 

maggiori profitti e allo stessotempo occultare tutte lemacchinazioni. Ma se si fatutto con coscienza, qualità eonestà, la necesssità diingegnarsi furbescamentescompare semplicemente.

Dunque, nelle condizioniin cui oggi viviamo, questaricetta per la maionese possiede un senso piùesoterico di qualsiasi testoantico di migliaia di anni fa.Quello che è avvenuto

 

nell’antichità è passato datempo. Ora si sono instauratealtre condizioni, l’uomo è unaltro e la realtà è ben diversa,è tecnogena. Ma se nei testimoderni vi garantiscono chesiete in grado di controllareliberamente questa realtà,senza al contempomenzionare l’impatto dei prodotti alimentari,dell’informazione, dellecondizioni ambientali e dellostile di vita, state certi che vi

 

stanno inducendo nell’erroreo vi stanno propinandoun’interpretazione alterata,“rosicchiata” di un sapere.

RIEPILOGO

  Quando l’organismo viene alimentato con cibo di bassa qualità, si abbassa a uno stato marginale.

  Da questo genere di esistenza l’organismo si logora molto rapidamente; tuttavia, fino a quando la 

 

vita scorre, esso tira docilmente “il suo carretto”.

  Quando il corpo viene liberato dal carico di lavoro,prende avvio il processo di depurazione, rinnovamento,rigenerazione.

  L’organismo si ricorda di come dovrebbe essere secondo Natura, e si impegna nel processo di ristrutturazione e rigenerazione di tutto ciò che aveva perduto.

  Compare una forte domanda di vitamine, minerali, micro e macroelementi.

 

  Quanto più alta è la qualità della manutenzione dell’organismo, tanto maggiori sono le pretese che esso avanza.

  Bisogna aumentare la percentuale di alimenti vegetali vivi nella dieta in modo graduale, senza stress, con piacere.

  Non bisogna crearsi delle limitazioni ma sostituire alcuni prodotti con altri, più preziosi e meno tossici.

  Il cibo dev’essere selezionato tenendo conto che esso deve depurare e non intasare l’organismo.

 

  Bisogna rinunciare da subit e per sempre ad ogni prodotto chimico, sintetico o contenente OGM.

  Sono da considerarsi naturali quei prodotti che non contengono additivi artificiali.

NOTE A MARGINE

Come vedete,l’informazione è densa, nonè di immediataassimilazione, sì che perdistrarci un po’ passeremoper breve tempo a un altro

 

tema.

 

Strane domande

Cari lettori!1.Dedico nuovamente

quest’edizione alle risposterelative a questioni problematiche. Non tutto èroseo nella nostra comunitàdi transurfer, non troviamo

 

sempre una comprensionereciproca, e non riesco afarmi capire da tutti. Ognitanto ricevo al mio indirizzodomande strane, o meglio,rimproveri.

«Perché guadagno soldidai miei libri?».

Già, come mi posso permettere di ricevere unaricompensa per il miolavoro? C’è una categoria di

 

 persone assolutamenteconvinte che io debba essereobbligato, a piedi nudi e conun bastone in mano, adandare in giro per il mondo ea portarvi “la luce dellaconoscenza”,disinteressatamente egratuitamente. Oppure chedovrei distribuireliberamente i miei libri alleuscite della metropolitana.

Bene, se così fosse, daquali mezzi mi ordinate di

 

trarre la mia sussistenza?Ovviamente continuando arispondere alle vostredomande e a scrivere nuovilibri? Se non si riceve uncompenso per la propriaopera creativa, tra l’altro,assai faticosa, allora sidovrebbe trovare un’altraoccupazione redditizia, e ditempo per la creazione nonne rimarrebbe. Le entrate diun autore, soprattutto di profilo ristretto qual è il

 

settore dell’esoterismo, nonsono così grandi come puòsembrare. Tanto più che la percentuale più alta dei mieilibri non viene comprata mascaricata gratuitamente dainternet. E va bene, prego,che si faccia pure, a questonon mi attacco. Vorrei solofare un appello a coloro checercano di ottenere tuttogratis. Se si tende solo a prendere-prendere-prendere,arraffare-arraffare-arraffare

 

senza dare nulla in cambio,in realtà non si otterràdavvero nulla. Del resto,come potete ottenerequalcosa se, stando in piedidavanti allo specchio delmondo, dite continuamente:dai-dai-dai? Nelle mani vi resterà solo

il vuoto, che non vi porteràalcun beneficio. E avviene proprio così. Succede chequalcuno mi scriva, intermini diretti e innocenti:

 

«Ho scaricato il suo libro eavrei delle domande dafarle…». E poi mi chiededelle cose che nel libro sonoscritte chiaramente, ripetute più di una volta e su cui si è particolarmente accentuatal’attenzione. E qual è ilrisultato in uscita? Il risultatoè come se il libro non fossestato letto affatto. Questo è ilvuoto di cui si diceva, ilvuoto che non dà niente senon si è dato niente. Questa è

 

la legge assoluta diconservazione dell’energia.

D’altra parte, abbiate un po’ di rispetto per voi stessi.Credo che tutti voglianoessere rispettati. Ma anchequi di nuovo funziona lalegge dello specchio e quelladella conservazionedell’energia. Provate a pensare: se voi, stando in piedi davanti allo stessospecchio, non comincerete arispettare il lavoro degli altri,

 

cosa avrete in cambio, afronte del vostro lavoro?Ancora una volta il vuoto. Ela sorpresa: “Com’è che glialtri guadagnano e io sonosempre senza soldi?Guadagnano sicuramentesulla mia pelle! Preferiscorisparmiare. Devo avere tuttogratuitamente!”.

Oggi, nel mondo, si stacercando di assumere dellemisure e delle leggi efficaci

 

 per contrastare la pirateriama, caso strano, non si riescea farle passare perché ilnumero degli scrocconi ècresciuto in modo tale da poter organizzaremanifestazioni e azioni di protesta. E come no!Vengono privati del lorodiritto di scroccare! Altro cheTransurfing! A queste persone il Transurfing nonserve. Sono come gattini chesi agitano di fronte allo

 

specchio e non possono inalcun modo capire che inrealtà ricevono solo la loroimmagine riflessa: non haidato niente e non ti verràdato niente. Com’eri in unostato di bisogno prima, lo seianche ora e lo sarai anche infuturo.

Immaginate, per esempio,il lavoro colossale,disumano, investito in filmcome Avatar , Star Wars ,  Il Signore degli Anelli. Quanto

 

non si deve rispettare illavoro altrui, e se stessi, per cercare di risparmiare uncentinaio di rubli e preferirescaricare questi film gratis dainternet! E poi parteciparealle proteste per conservare il proprio diritto allo scrocco.

 No, a queste persone non si può spiegare nulla. Ma ci sto provando. Forse alla fine cisarà qualcuno che capirà. Il punto non è che mi dispaccia

 

immensamente che i mieilibri vengano scaricati. Ma,ripeto, è un’azione senzasenso, a profitto zero nellarealtà. Anche se non sivolessero tenere inconsiderazione i princìpidello specchio, esiste la leggeoggettiva della conservazionedell’energia. Con questalegge, né io né voi possiamofare nulla.

«Perché il Centro

 

Transurfing guadagnacon i suoi corsi? Perchélei ne fa pubblicità?».

Ci risiamo… ma come si permettono di guadagnare aspese degli altri? Perché nonoffrono tutto gratis? Spiego per i non iniziati. Il coachinè un lavoro molto difficile eimpegnativo in cui siinvestono non solo risorsefisiche, ma anche spirituali.Viene letteralmente data una

 

 parte di sé. Il reddito, altempo stesso, non è moltogrande perché non si possonoalzare i prezzi, e i costi dimanutenzione delleapparecchiature sonosignificativi. Il lavoro di uncoach  è una sorta dicompartecipazione aglieventi esistenziali. In questosenso gli allievi dei corsi delCentro ricevono più di quelloche pagano. Cosa ricevono?Letteralmente proprio questa

 

 parte delle risorse spiritualid e l coach, per di piùdirettamente. È un aiutomolto più concreto di quella parte delle risorse spiritualiche viene trasmessa per iltramite di un testo. Un lavorocosì vale molto.

In merito alla pubblicità:sappiamo tutti che la pubblicità è a volteaggressiva, astuta e persinoingannevole. Ma c’è pubblicità e pubblicità! Non

 

si può fare di ogni erba unfascio, bisogna essere ingrado di fare degli opportuni“distinguo”, capire dovecercano di ingannarvi e doveinvece vi forniscono delleinformazioni utili, dove vicostringono “a vedere comefacciamo i soldi”, e doveinvece vi aiutano, dove viriuniscono nella stessa vascadella sabbia per “venderesabbia”, e dove invece sieteinvitati a entrare a far parte

 

di un club di persone che la pensano allo stesso modo.

Il Centro Transurfingsvolge attività sia a pagamento che a titologratuito. Io personalmentenon ricevo un soldodall’attività del Centro. Enon pubblicizzo, ma diffondoinformazioni che a qualcuno possono tornare utili. Iltermine “pubblicità”, nelsenso comunemente usato,sottintende una trasmissione

 

commerciale diinformazione. Non ho mai pubblicizzato alcunché per soldi, nè intendo farlo.

Tuttavia si trovano in giro personaggi scaltri che siingegnano a sfruttare a proprio fine questa miacaratteristica di daregratuitamente informazioni.Ho già avvertito e avvertoancora una volta che se siscaricano i libri da risorse

 

illegali, in quei testi potetetrovare qualsiasi cosa, si possono veicolare deiriferimenti con un testo diaccompagnamento, come sefossi io a consigliarequalcosa. È una cosaveramente sporca, e mi piacerebbe guardare in facciagli autori. Credo cheassomiglino ai vermi.Esistono i parassiti del corpo,esistono i parassiti sociali eanche i parassiti della

 

coscienza, ma non avrei mai pensato che nei libri potessero proliferare i parassiti.

Dunque, i diversi tipi di pubblicità vanno ben distinti.Facciamo così: se vi serve iltesto, scrivetemi e io ve lospedirò. Se mi vienespecificamente richiesto, nondico di no a nessuno. Non dirado qualcuno mi scrive e michiede di inviargli il testoelettronico. Io lo invio. E per 

 

me non è importante se poiviene comprato o meno illibro cartaceo. Facendomiuna richiesta, voi agiteonestamente e per questo virispetto, perciò il mio libro viarriva come un regalo e noncome una vuota prebenda.Cogliete la differenza?

A volte mi fanno questadomanda: «Perché lei hatrasformato il Transurfing inun business? Ci sono i libri e

 

in essi è scritto tutto. A che servono i corsi?».

Così ragionano le personecon una posizione riflessiva:“Io sono l’ombelico delmondo. Se a me non serve,non serve a nessuno. Veh,che commerci sono statimessi su!”.

Se non ne avete bisognovoi, passate oltre e andateavanti per la vostra strada.Perché gli altri dovrebbero

 

 basarsi solo sulle vostreopinioni ed esigenze? Se c’èun’offerta, significa che amonte c’era stata unadomanda. Quindi qualcuno diquesto ha bisogno.

Fate attenzione: ora èmolto raro vedere in giro, per strada, delle compagnie diamici. Un tempo i bambini egli adolescenti si riunivanonei cortili, giocavano insiemea qualcosa, comunicavano,stavano anche solo seduti su

 

una panchina, magari a bere birra. Ora sono tutti a casadietro ai computer. Sono tuttiimmersi nella realtà virtualedelle reti sociali che offronocomunicazione surrogata eamici surrogati.

Ma l’uomo rimane unsoggetto sociale. Gli serveuna comunicazione viva enon questo stupido cliccare“mi piace” e “non mi piace”.Il paradosso è che quanti più

 

amici “virtuali” si hanno,tanto più ci si sente soli. Staiseduto per giorni interi, eclicchi e riclicchi insieme aituoi compagni virtualimentre la VITA, comescriveva una lettrice,SCORRE VIA. I problemiinvece restano, e quitraggono origine gli statidepressivi e il crescentenumero di suicidi.

Il Centro del Transurfing(http://tsurf.ru) vi offre non

 

una comunicazione surrogatama un vero club di personeche la pensano allo stessomodo, e anche un aiuto reale.E se ciò vi serva o meno,sarete ovviamente voi adeciderlo. Dovete sapere chenon siete soli con i vostri problemi, e potete semprechiedere aiuto. Non è tuttogratis, ma è tutto vero.

Personalmente sonocontento che il Centro del

 

Transurfing giustifichiancora la sua esistenza, perché di esso la gente ha bisogno. Arrivano tantelettere di riconoscenza.

 

Le voci di Eywa

«Qui e lì, tra le fronde, sui fiori, ciattorcigliamo, ciintrecciamo,volteggiamo, oscilliamo.Sorella, sorella! Oscillanella luminosità! Piùrapidamente, più

 

rapidamente, in su e in giù, il sole della seralancia i suoi raggi, il venticello fruscia,muovendosi tra le foglie, scivola la rugiada, i fiori cantano, muoviamole nostre lingue,cantiamo con i fiori, conle fronde, le stelleappariranno presto, per noi è ora di scendere, ciattorcigliamo, ciintrecciamo,

 

volteggiamo, oscilliamo; forza, sorelle, piùrapidamente!»1.

(HOFFMAN, Il vaso d’oro)

Cari lettori!L’edizione “Strane

domande”, uscita ieri, hadato vita a tanti diversiriscontri da parte vostra. Liho suddivisi nelle seguenticategorie: messaggi diamore, di gratitudine, di

 

compassione, di sostegno;alcune richieste di invio ditesti elettronici, richieste didati bancari, messaggiedificanti e istruttivi, come pure risposte fredde-ostili esemplicemente volgari. Un bouquet meraviglioso!Grazie.

Quando faccio qualcosa disimile a quello che ho fattonell’ult ima newsletter   michiedono spesso: ma perchélo fai? La risposta è

 

ordinaria: eseguo il miolavoro, in un modo enell’altro, per tutti e per ciascuno. Mi viene richiesto:ci spieghi il Transurfing, cidia nuovi princìpi e nuovetecniche. E di questo mioccupo costantemente, informati e aspetti diversi, inogni edizione delle mienewsletter .

È interessante non tantorispondere alle domande

 

inappropriate, quanto seguiredopo la reazione successiva ela tempesta di riscontri.Bisogna pur ravvivare ognitanto il nostro pendolinocomune, fare in modo chenon ci si annoi.

La trasmissione posata,accademica, di informazionifossero anche curiose, provoca “uno stridio di penne” e “un fruscio diquaderni”. “Individui” e

 

“soggetti” stanno lì a scrivereappunti, a patto, ovviamente,che non dormano.

Ma la risonanza maggioresi ottiene quando si proponeuna questione discutibile,controversa e magari anchesciocca.

Mi vengono in mente delleassociazioni strane, come sestessi in piedi davantiall’albero di Eywa2  per comunicare con le anime

 

viventi che vivono tra le suefronde.

Se dico qualcosa diinequivocabile, o se, per esempio, esclamosemplicemente: – Salve-salve, miei cari!

Come state?

In risposta si possonosentire riecheggiare soloalcuni riscontri: – Salve-e-e-e!

 

 – Bene-e-e-e! – Ma va affa…

Se invece si invia a Eywaun intero accordo: – Anch’io vi voglio bene!

Vi ammazzerei tutti! Amoree fortuna a voi, miei cari!Bovini e ungulati! Braviragazzi e brave ragazze,quella buona donna di vostramadre! Carissimi mostri,maschi e femmine! Che siate,infine, in salute e felici!

 

Allora dalle fronde diEywa si riversa un’interacascata di trilli e gorgheggi: – Amiamo il cielo azzurro

e le foglioline verdi! – Ci rallegriamo e ci

allunghiamo verso il sole! – Viviamo bene, non ci

 possiamo lamentare! – Beh, così così. – Anche tu smettila di

tossire. – Che cosa cavolo vuoi?

 

 – Lei è pregato dioccuparsi degli affari suoi. – Vaffanculo!

Sui rami superiori vivono“le anime pure”.Assomigliano allemeravigliose serpi verde-orodei racconti di Hoffmann. Siallungano verso il sole egridano: «Con i fioricantiamo, le linguemuoviamo!». Esse si godonola vita, e per questo tutti

 

coloro che si trovano vicino aloro stanno bene, diventanoallegri. Emettono un suono dicampanelle di cristallo espargono in giro, intorno asé, smeraldi scintillanti.

Sui rami più bassi e vicinoalle radici hanno presodimora i soggettieternamente insoddisfatti eostili. Gettano ghiande etorsoli di mela. Stanno male,ma allo stesso tempo sembraquasi che siano contenti di

 

star male. Questo loro“male” lo constatano e locovano in continuazione, e poi lo riversano tutt’intorno per far star male gli altri.

Allo stesso modo sidistribuiscono i riscontrinelle lettere: dalle vibrazioni più alte a quelle più basse.Mi arrivano un sacco dimessaggi di amoreincondizionato. Nonmessaggi amorosi, ma di

 

amore, provenienti da autoriche non chiedono nulla, nondicono nulla ma mi auguranosemplicemente amore,fortuna e felicità. Così,semplicemente, senza alcunmotivo, per qualche ragioneo senza alcuna ragione.Queste sono, direi, delleanime pure. Si sono praticamente trasformate insemi di Eywa e sono pronte,come si usa credere nellafilosofia del buddismo, per le

 

incarnazioni superiori. Èanche sorprendente scoprireche persone così, in mezzo anoi, ce ne sono tante. (Aessere obiettivi, non possovantarmi di me stesso: inquesto senso sono benlontano da loro).

Un alto voto darei anche acoloro che, senza alcunaspiegazione o giustificazione,mi hanno chiestosemplicemente di inviar loroil testo elettronico. Ciò è

 

indizio del fatto che la persona si trova in uno statodi buon equilibrio con sestesso e con il mondocircostante. Non mi metterò a valutare

e interpretare i riscontri dellealtre categorie. Ognuno lo potrà fare facilmente da solo.Il principio sta nel concettoseguente.

Tutti noi, in un modo o inun altro, “specchiamo noi

 

stessi”. Questo si vedechiaramente quandoreagiamo a qualche stimolo ofattore irritante esterno.Appendiamo agli altri le proiezioni delle nostreaspettative; accusiamo glialtri di ciò di cui pecchiamonoi stessi; critichiamo glialtri per quello di cui siamoin difetto; adoriamosoffermarci sulleimperfezioni, le mancanze e ifallimenti altrui; andiamo in

 

escandescenze quando si faallusione alle nostredebolezze. Insomma,entriamo in risonanza con ciòche consciamente oinconsciamente ci preoccupao ci manca.

Lo stesso vale per i nostri punti di forza. Ad esempio, lacompassione e l’empatiasono le forme supreme dimanifestazione dell’amoreincondizionato. “Ti amo e tiapprezzo non meno di quanto

 

ami e apprezzi me stesso”. Ildesiderio di aiutare, la partecipazione sincera, lanobiltà d’animo, il rispetto,la dignità, l’onore e lagenerosità nei confronti delle persone, degli animali, delle piante, dell’intero nostro pianeta. Cherish for World .Mi prendo cura del miomondo e il mio mondo si prende cura di me. E in molti possiedono queste qualità.

 

Quindi, potete facilmentedefinire da soli in cosa siete“poveri” e in cosa siete“ricchi”. A questo finedovete svegliarvi eriprendere voi stessi nelmomento in cui avete reagitoa uno stimolo o a un fattoreirritante esterno. Capiretecosì cosa “vi duole”, qual è ilvostro punto debole e qual èinvece il motivo per cuiandare orgogliosi. È uno specchio che avete sempre

 

con voi. Ci potete guardare inqualsiasi momento, e per questo non vi serve alcun psicoanalista, ci vuole soloun senso di consapevolezza edi onestà.

Ovviamente ci vuole ancheil desiderio di capire sestessi, la volontà di vederesia i propri punti di forza chequelli di debolezza. Questonon è di poca importanza perché la maggior parte delle persone non ha alcuna voglia

 

di guardarsi allo specchio ereagisce stupidamente,inconsciamente e alla cieca.Così sono abituati. A viverenel sogno. Così è piùcomodo, infatti, è meglio nonguardarsi direttamente infaccia, evitare di vederel’autentico se stesso.

Questo è lo specchio-autovedente, una sorta di self-view, molto utile da portarsi sempre appresso. Ed

 

ecco perché è utile. L’uomo,alla fin fine, crea la sua realtàquando, in piedi davanti allospecchio del mondo, reagiscealle immagini che lìappaiono. Tutti gli esseriviventi hanno un riflesso primitivo, di base: al tocco,reagiscono. Tutti, dagli esseri più semplici a quelli che sidefiniscono “ sapiens”,seguono questo riflesso.Inoltre, la reazione istintiva,come quella dell’ostrica,

 

tende a prevalere su quellaconsapevole.

La vostra risposta a unaqualsiasi immagine esterna ègià il vostro messaggio personale allo specchio delmondo. Quello che inviate loriceverete indietro e forseanche in grado superlativo.Prendete quest’abitudine:

rima di inviare qualsivogliavostro messaggio allo specchio esterno, date

 

un’occhiata a quello interno,rendetevi consapevoli del contenuto che intendeteinviare e della realenecessità che avete di farlo. Non vi è alcuna necessità

di indossare una tunicaarancione e girare con icampanelli, cantando “ Hare

rishna”. E non vi ènemmeno bisogno disopprimere tutte le proprieemozioni. Il senso è quello diimparare a gestire “le valve

 

della propria conchiglia” noncon le emozioni, che sonosecondarie, ma conl’atteggiamento, il modo dirapportarsi agli eventi.

ipulire il negativo dalleroprie reazioni.   Allora si

ripulirà anche il mondointeriore e quello esternocomincerà a risplendere. Enon vi accorgerete nemmenodi come sarete ascesi ai rami più alti di Eywa.

 

Ecco un esempio. Quando, proveniendo dai rami più bassi, mi perviene unmessaggio cattivo del tipo:«Ma di che cosa si occupalei, con queste “menatesalutiste”! Mi dia qualchenuova pratica!», apparesubito chiaro che la personanon si è avvicinata nemmenodi un passo allacomprensione di ciò cheviene chiamato “gestionedella realtà”. Che vantaggi

 

 possono offrire le nuove pratiche a coloro che nonhanno nemmeno assimilatoquelle di base, nemmeno il principio del boomerang equello della coordinazionedell’intenzione?

Gli strumenti delTransurfing sonoassolutamente inutili se si èintrisi di negatività. Ma se prima di inviare unmessaggio del genere ci si

 

guarda allo specchietto-autovedente, si può capirequalcosa e quindi provvedere per evitare un effetto boomerang, che sicuramentesi produrrebbe, in una formao nell’altra.

A coloro che desideranoottenere “nuove pratiche”,suggerisco di superare primaun esame su quelle vecchie.Una semplice domanda: incosa si distinguel’Osservatore dal 

 

Guardiano?  Chi ha partecipato al recentewebinar   gratuito del Centrodovrebbe conoscere larisposta, a patto, ovviamente,che non dormisse. Anchecoloro che stanno seguendo ilcorso on-line di dodici giorni probabilmente lo sanno, o loscopriranno presto. E,naturalmente, potrannorispondere coloro che hannoletto i libri consapevolmentee con discernimento, e non “a

 

salti”.In realtà, non si tratta di

questioni di lana caprina madi una questione moltoimportante nelle condizionidella realtà che oggi cicirconda. Ho più volte postol’accento sul senso di dettaquestione. Ad essasicuramente non potrannorispondere coloro cheritengono che noi ci troviamoqui a discorrere di “sanaalimentazione”. Per quelli di

 

voi che hanno letto conattenzione, propongo unavariante più complessa dellastessa questione:

 L’Osservatore è coluiche… (tre parole). Il Guardiano è coluiche… (due parole).

Riuscite a star dentro aquesto numero contato di parole? A dire il vero, si puòrisolvere tutto anche con una

 

sola parola. Suggerimento:chi, nella nostra società, sonogli osservatori, e chi sonoinvece i guardiani?

RIEPILOGO

  Potete facilmente capire in che cosa siete “poveri” e “ricchi”. A questo fine dovete svegliarvi e cogliervi nel momento in cui avete reagito a stimoli o fattori esterni irritanti. Saprete allora “cosa vi duole” e cosa invece vi rende orgogliosi.

 

Questo è uno specchio che potete sempre portarvi appresso.

  La vostra risposta a qualsivoglia immagine proveniente dall’esterno è il vostro messaggio personale allo specchio del mondo.Ciò che inviate lo riceverete indietro e forse anche in grado superlativo.

  Prendete la seguente abitudine: prima di inviare qualsiasi vostro messaggio allo specchio esterno, date un’occhiata a quello interno e rendetevi consapevoli di ciò che intendete inviare e 

 

della reale necessità di farlo.

NOTE A MARGINE

Ed ecco la musica diun’insolita compositrice.Non assomiglia adalcun’altra musica, è unica,molto bella, proviene dairami più alti di Eywa:http://youtu.be/_r28IrRnn5Q Tutto il canale di Al’fija sitrova all’indirizzo:http://www.youtube.com/us 

 

Cioccolato vivo

Dai lettori ho ricevutomolte lettere con le risposteal test posto nel capitolo precedente. Il rapporto trarisposte corrette e noncorrette è di circa 50-50. È unrisultato dignitoso. Significache in molti di voi la

 

consapevolezza si trova a unlivello abbastanza alto. Manon nella maggioranza, anchetra coloro che hanno risposto.La risposta corretta è:

Osservatore è colui che guarda un film altrui.Guardiano è colui che gira il suo film personale.

Vincitrice del concorso èatalija (purtroppo non

 

conosco il suo cognome). Lasua risposta è, per significato, la più precisa e peraltro inclusa in una sola parola:

Osservatore è lo spettatore.Guardiano è lo sceneggiatore.

 L’Osservatore  è unospettatore passivo, esterno.

el migliore dei casi egli non

 

sprofonda nel gioco fino alcollo, ma segue gli eventiimpassibile, standosene indisparte. Ma scendere in platea non è sufficiente, cosìcome non basta leggere i librisolo per capirci qualcosa,senza al contempo voler alzare un dito.

Il cane dice: «Capiscotutto ma non posso parlare».L’Osservatore dice: «Capiscotutto, posso parlare ma non posso fare».

 

 Il Guardiano  è alcontempo attore e regista espettatore. In altre parole è il creatore, l’artefice . Neicapitoli precedenti simenzionava il fatto che lasocietà moderna si suddividein chi crea le informazioni ein chi le consuma. Gli ultimisono la maggioranza. Ilconsumatore di informazioni,seduto davanti allo schermodel televisore o del computer,

 

osserva coloro che si creanoil proprio destino. Il Creatore   di

informazioni, a differenzadell’utente passivo, non ènemmeno necessariamentecolui che crea prodottimultimediali. Il Creatore ècolui che trasmetteattivamente  nello specchiodel mondo la sua intenzione,colui che gira il suo film  equindi, nella realtà, ottieneciò che aveva nella mente.

 

Ancora un’osservazioneriguardo ai due capitoli precedenti. Vi pregherei dinon inviare lettere per chiedere dove inviare i soldi.Questo è un “NONSUPERAMENTODELL’ESAME”.

Se desiderate acquistare iltesto elettronico, in Ozontroverete tutto, audio-dischied e-book.

Permettetemi di ricordarvi

 

che il fine principale deldiscorso, qui, nonostante tuttii discorsi paralleli, è quellodi uscir fuori dal bozzolo del consumatore passivo diinformazione per diventareun trasmettitore attivo,l’Arbitro della propriarealtà. Nelle condizioni incui oggi ci troviamo a vivere,il compito non è affattosemplice. Quando lavoravointorno ai primi libri sulTransurfing, non sospettavo

 

neppure che dieci anni piùtardi un tale compito sisarebbe imposto in terminicosì schietti. Per trasformarsida Osservatore a Guardianooccorre liberare la propriaattenzione, la propria percezione, la propriacoscienza e il proprio potenziale energetico dallarete del sistema.L’alimentazione naturale(non necessariamentecrudista) favorisce molto

 

quest’obiettivo.Vi siete mai chiesti, per 

esempio, dove sono andati afinire gli scarafaggi?L’umanità ha condotto controdi loro un’infruttuosa guerra per secoli, ma non c’erarimedio che servisse. Lacapacità di vita di questiinsetti è sorprendente. Sonocomparsi ancor prima deidinosauri e sonosopravvissuti a tutte lecatastrofi terrestri. Persino la

 

radiazione elettromagneticanon rappresentava per loroalcuna minaccia. Unoscarafaggio in un forno amicroonde è un classico deilaboratori di radiofisica.

Ebbene, improvvisamente,solo pochi anni fa, gliscarafaggi hanno preso e… inmodo sommesso, pian piano,sono scomparsi, come se nonfossero mai esistiti. Ora, se sivedono da qualche parte, è un

 

fenomeno molto raro. Nonspaventa forse una cosa delgenere? Possibile che non siaancora chiaro che il cibotecnogeno è proprio quellastessa bomba a effettoritardato che ticchetta inmodo rumoroso einquietante, facendo oscillare“il pendolo con la falce”? Edè un pendolo che decimaovunque: centinaia di milionidi persone muoiono ognianno per malattie provocate

 

dalle nuove tecnologiealimentari. E insieme allasalute e all’energia, il  sistema divora la coscienzadell’uomo.  La coscienzascorre via anch’essa in modo sommesso, pian piano, gocciasu goccia.

Un bel giorno ci si puòsvegliare e scoprire di aver completamente perso lacapacità di visualizzazione. Eallora, addio Transurfing.Che sia davvero possibile

 

anche una cosa del genere?Sì, possibilissima. Ora però, per scherzo, facciamo finta diniente e occupiamoci deinostri affari noiosi.

La sostituzione delcaffè e delcioccolato

Per molti è davvero un problema: a questo non si

 

vuole rinunciare e alternativevalide non se ne vedono. E poi, perché bisognerebberinunciarci?

Perché si tratta di prodottimolto tossici. Chi si èdepurato l’organismo asufficienza utilizzando i cibivivi sa: basta bere un caffè omangiare un pezzo dicioccolato perché dopoun’ora, se non prima,cominci una naturalesindrome da smaltimento. E

 

la caffeina non c’entraniente. Il fatto è che il caffè eil cioccolato sono un grandebusiness  mondiale. E ilg r a n d e business, comesappiamo, non è particolarmente delicatoquando si tratta di mezzi per l’ottenimento di profitti.

elle piantagioni di caffè edi cacao sono ampiamenteutilizzati prodotti chimici e proprio essi sonoresponsabili del processo di

 

intossicazione. Nel processodi torrefazione dei grani dicaffè e dei semi di cacao e poi durante la lorolavorazione, la tossicitàaumenta notevolmente,danneggiando il prodottofinale.

Il tè in questo senso èmolto meno dannoso, masolo perché non vienetorrefatto perché per la preparazione del prodottofinale, una tazza di tè, ci

 

vuole una quantitàrelativamente piccola difoglie secche. Ovviamente,anche le piantagioni di tèsono trattate con fertilizzanti, pesticidi, insetticidi. Caffè,cacao e tè organici non sitrovano spesso incommercio.

In queste condizioni,quando ci si trova invasi datutte le parti da prodottichimici, la migliore via di

 

uscita è quella di bere acquaviva pura, e stop ai problemi.

È spaventoso vederequanto caffè possano bere le persone durante il giorno! Otè, bevande gasate, succhi difrutta confezionati, ogni sortadi bevanda e non una gocciadi acqua pura! Così facendo,il sangue si addensa,l’ambiente interno diventaviscoso e resta solo dachiedersi come l’organismoriesca ancora a funzionare

 

dopo questi attacchi esterni.

Quando si smette di berecaffè e tè e si comincia a beresolo acqua viva, ci si chiede presto: ma a che serve berecaffè? Con la caffeina si vive bene, ma senza caffeina sivive ancora meglio.

Se però avete bisogno del“doping ” o avete voglia didolce, una buona e per di più benefica alternativa potrebbeessere il cacao selvatico vivo,

 

quello che cresce incondizioni naturali e non èstato sottoposto a trattamentotermico. Una cosa cosìmeravigliosa esiste ancora innatura e la si può trovare, per esempio, a questo indirizzo:http://www.ocacao.ru.

Il cacao contiene pocacaffeina, in compenso haun’altra “droga”, lateobromina. Tuttavia, adifferenza del caffè, il cacaonon scuote il sistema

 

nervoso, non provocaintossicazione, dipendenza ealtri effetti collaterali. Tra ivantaggi si possono elencarei seguenti: è unantidepressivo, un forte anti-ossidante, una ricca fonte dimicro e macro-elementi,stimola il funzionamento delcervello, rafforza il sistemacardiovascolare, stabilizza ilsistema nervoso e il sonno,migliora l’aspetto, la salutegenerale e l’umore.

 

Di seguito le ricette:1.   La più semplice:

mescolare i semi di cacaocon una piccola quantitàdi miele e mangiarli.Vanno però ben masticatie non consumati ineccesso, perché il cacao ècomunque un doping  e va perciò assunto conmoderazione: non più diuno o un cucchiaio emezzo da minestra in unavolta, ovvero non più di

 

40-50 g al giorno; e non più tardi di tre ore primadi andare a letto, perchédiversamente non siriuscirebbe a dormire. Sevicino al cacao vivodovessero trovarsi per caso i moscerini dellafrutta, noterete che prenderanno a volarecome impazziti. Per loro basta solo sentire l’odoredel cacao.

 

2.   Bevanda di cacao:mescolare parti uguali disemi di cacao e “ žmych”1,macinare in un macininoda caffè, mettere la polvere in un frullatore,aggiungerci dell’acqua,un po’ di miele, frullaread alta velocità. Ilrapporto tra gliingredienti dev’esserescelto a seconda del gustoe della golosità

 

individuale. La bevanda può essere conservata infrigorifero. Scuoterla prima di consumarla.

3.  Tè e burro di cacao. Inuna tazza calda di tèverde aggiungere uncucchiaino di burro dicacao e un po’ di miele.Meglio non risparmiaresul tè e usarne di primaqualità. Il burro di cacaonon è meno benefico deisemi di cacao. Se in

 

inverno volete berequalcosa di riscaldante,questa è la sceltamigliore. L’effettostimolante è molto piùforte di quello di unatazza di caffè, ma senzagli effetti nocivi diquest’ultimo.

4.  Cioccolatini vivi.Mescolare parti uguali disemi di cacao e “ žmych”,macinare tutto in un

 

macinino da caffè. Alcomposto ottenutoaggiungere nocifrantumate e miele.Lavorare l’impasto,formare delle palline oaltre forme e riporle infrigorifero. Per raffinareil gusto si possonoaggiungere una stecca dicannella e un baccello divaniglia, macinati in unmacinino da caffè. Laquantità di miele (non

 

troppo compatto) dipendeda quanto serve per ottenere un impasto duro.Per esempio: 200 g disemi di cacao, 200 g disansa di pinoli di cedrosiberiano, 100 g di noci,200 g di miele. Trovereteil gusto di questicioccolatini più chesoddisfacente. Non ve neserviranno altri.

5.  Cioccolato vivo. Grattare80-100 g di burro di

 

cacao in una ciotolasmaltata, aggiungerci 200g di miele. Riempire unagrande pentola con acquacalda, di temperatura nonsuperiore ai 41°C,metterci la ciotola per far fondere il burro e ilmiele. Macinare in unmacinino da caffè 250 gdi semi di cacao in piùfasi, mettendo la polverenella stessa ciotola. Ilmacinino da caffè

 

dev’essere potente e inuna stessa volta sidovrebbero caricare non più di due cucchiai daminestra ricolmi. Quandoil burro di cacao e ilmiele sarannocompletamente sciolti,aggiungere due manciatedi noci tritate e mescolareil tutto accuratamente.Poi versare il compostoin due-tre grandicontenitori per alimenti,

 

lisciarlo sul fondo,chiudere i contenitori coni coperchi e metterli infrigorifero. Dopo alcuneore il cioccolato sarà pronto. Si staccafacilmente dal fondo delcontenitore.

Forse non tutti sanno checos’è lo “ žmych” di pinoli dicedro (farina di pinoli dicedro): è ciò che rimane dopola spremitura dell’olio di

 

 pinoli di cedro. È un prodottomolto nutriente, contenentefino al 45% di proteine. Ed èanche assai gustoso. Lo si può trovare nei negozi dialimenti naturali od ordinarevia internet.

RIEPILOGO

  L’Osservatore segue ciò che succede tutt’intorno,standosene in disparte.

  Il Guardiano è al contempo 

 

attore, regista e spettatore.È il creatore, l’artefice.

  Il fine principale è quello di uscir fuori dall’involucro di consumatore passivo di informazioni e di diventare un trasmettitore attivo,l’Arbitro della propria realtà.

  Oltre alla salute e all’energia, il sistema divora la coscienza dell’uomo. La coscienza defluisce in mod sommesso, pian pianino,goccia a goccia.

  Quando si smette di bere caffè e tè, e si passa a bere l’acqua viva, si comincia presto a capire una cosa: si 

 

vive bene con la caffeina,ma senza caffeina si vive anche meglio.

NOTE A MARGINE

A proposito, praticamentequasi tutti i giovani oggihanno un sacco di problemidi salute, cosa che non siosservava con leprecedenti generazioni. Inostri figli, nutriti da prodottisintetici da supermercato,vivranno meno di noi. Primala tendenza era diversa,mentre ora, per la prima 

 

volta, i figli vivranno men dei loro genitori . E potrannoloro stessi avere figli? Èuna questione seria. Capitecosa sta succedendo?

 

Un nuovogradino della

piramide

Concludiamo il tema iniziatonel capitolo “Esoterismo

reale”.

Un’alimentazione

 

completa e varia

Come si è già detto, quandosi affronta il periodo ditransizione per passare aun’alimentazione a base dicibi della prima specie, puòverificarsi un deficit divitamine e minerali. Talecarenza emerge non perchénei cibi morti e di origineanimale ci sia di tutto inabbondanza, ma a causa delfatto che l’organismo in fase

 

di rianimazione richiede unfabbisogno aumentato divitamine, minerali, micro emacro-elementi. Questo è unaltro motivo per cui non sidovrebbe aver fretta di passare a questo regime.L’organismo ha bisogno ditempo per ristrutturarsi,formare la vitaflora eaccumulare tutti gli elementinecessari. Nel periodo di

ristrutturazione e del

 

 passaggio dalla necrobiosialla vitabiosi (probiosi) siverifica proprio un accumulodi vitamine, minerali, microe macro-elementi. Cambiano,letteralmente, la carne e la pelle. L’accumulo dureràfinché non verrà raggiunta lamassa critica di tutti glielementi necessari. Ancora,fintanto che non si saràformata una microflora viva,il cibo vivo non potrà essere pienamente assimilato, e per 

 

l’organismo tutto saràsempre poco.

Poi, verso la fine del periodo di transizione, saretesicuri che il cibo vivo hacominciato a essere assorbitocompletamente, mentrequello morto ha cessato diesserlo.  E allora scopriretetutta la differenza tranecrobiosi e vitabiosi, tra ungradino della piramide el’altro. Ma fino a quel

 

momento dovrete nutrirviconsapevolmente in modocompleto, includendo nellavostra dieta anche cibo diorigine animale e frutti dimare, possibilmente crudi.

L’importante è che il processo di depurazionedell’organismo prevalga suquello di intasamento. Aquesto proposito, la carnecotta e consumata con unagrande quantità di verdureverdi in foglia è anche

 

meglio delle pappette cotte dicereali. La proporzione dialimenti vegetali vividev’essere aumentatagradualmente nella dieta, emassimamente diversificata.Dovete capire che il corpo ha bisogno non tanto di proteine, grassi e carboidrati,quanto di grosse quantità divitamine e minerali. Senza i primi può sopravvivere, eanche per lungo tempo, senzai secondi, invece, non lo può

 

fare.Se andate al capitolo “Le

caratteristiche distintive deivegetali” (contenuto ne Il Transurfing vivo, p. 418),vedrete che ogni pianta è particolarmente ricca diqualcosa di suo, e tanto piùvaria è la vostra dieta, tanto prima il vostro organismo sirifornirà di tutto ilnecessario, si sazierà.

Certo, non si può mangiare

 

tanto di tutto, e poi nonsempre lo si trova, del resto bisogna capire chel’alimentazione viva non sideve limitare solo a frutta everdura. Come riferimento si possono prendere le ricettesistematizzanti (vedi Il Transurfing vivo, cit., p.371). Molte ricette utili si possono trovare anche nellibro di V. Boutenko,

ulinarnaja kniga syroeda(Il libro di culinaria del

 

crudista),http://www.ozon.ru/context/d 

Nutrite il vostrocorpo, come fatecon un bambino

Secondo un’opinione diffusa,l’organismo sa quello chevuole. Ma è una falsaopinione. Non lo sa.L’organismo è confuso e

 

immerso in un sonno profondo perché il suo sapere primario, quello ricevuto damadre Natura, si trovasepolto sotto uno spessostrato di fibre sinteticheartificiali. Del resto, fin dalsuo concepimento è statonutrito con cibi morti,suscitanti intossicazione eassuefazione. Esso piuttostovi dirà che vuole patatinefritte o hamburger, inveceche peperoni dolci. E anche

 

quando sarete passati a unregime alimentareinteramente a base di cibivivi, esso non cesserà divolerlo e ciò fino a che inesso continueranno acircolare le tossine dei prodotti morti.

Immaginate che statealimentando il vostro bambino e volete che siingrassi e sia in buona salute.Come risulta dal principiosopra esposto, bisogna

 

nutrire il proprio organismoin modo cosciente ecompleto, dandogli ciò che ènecessario, che lo voglia ono. Poi lo vorrà da solo e saràlui stesso a esigere il cibogiusto, ma all’inizio bisognaistruirlo come si fa con i bambini. Lo stesso vale per il bere.

Bere acqua pura

 

consapevolmente

Con il bere bisogna fare lastessa cosa, che l’organismovoglia o meno. A seconda del peso, bisogna bere non menodi 1,5-2 l di acqua al giorno, possibilmente acquastrutturata e, meglio, ancheviva. Non più tardi diquindici minuti prima di un pasto e non prima di un’ora emezza o due dopo. L’acqua pura serve non tanto per 

 

 placare la sete quanto per depurare l’organismo. Nonlavate i piatti con le bevandegasate o con i succhi difrutta, non è vero?

Anche il bilancio idricodell’organismo è più facileda mantenere con l’aiutodell’acqua pulita che non per il tramite di prodotti da cuil’acqua dovrebbe essere poiricavata. Non costringetel’organismo a svolgere unlavoro simile a quello che

 

sono costretti a fare gliabitanti del deserto, quandoestirpano le radici delle piante per poi schiacciarle espremerle.

Recentemente è stata fattauna scoperta sorprendente: pare che l’organismo, per motivi sconosciuti, segnali lasete solo al-l’ultimomomento, quando è arrivatogià a un limite pericoloso. È per questo che una persona

 

 può bere tutto il giorno caffèe non sentire la sete.L’organismo non ha grandi pretese e si accontenta delminimo. Ma questo nonsignifica che non sianecessario prendersene cura.

Dieta dissociata

on bisogna mescolare inuno stesso pasto prodottiincompatibili, come le

 

 proteine e i carboidrati. Le proteine vengono digerite inambiente acido, i carboidrati,invece, in ambiente alcalino.Se si mescolano, il cibo nonviene digerito ma marcisce. I prodotti di diverso tipo,frutta, verdura, noci, cereali,vanno mangiatiseparatamente. I prodottidello stesso tipo si possonoconsumare insieme ma bisogna fare attenzione a nonesagerare. Le ricette devono

 

essere possibilmentemonoprodotto, però è meglionon affrettarsi a passare auna dieta monotrofica basatasui cibi crudi, è meglio che prima l’organismo si sazi.Insalate miste di verdurafresca condite con olio,zuppe vive di varie verdureed erbe non faranno mai malea nessuno.

Dieta consecutiva

 

Durante il giorno utilizzare prima i prodotti che vengonorapidamente digeriti, e dopoquelli che richiedonomaggiori tempi diassorbimento. È lo stesso principio che vige per ilmovimento delle macchine:se le vetture che sono davantivanno lentamente, si formaun ingorgo. Per velocità didigestione i prodotti sidispongono nel modoseguente: frutta, verdura,

 

cereali e frutta secca con ilguscio. Secondo quest’ordinesi possono consumaredurante il giorno (frutta seccacon il guscio e cereali possono essere scambiati di posto se dopo un piatto a base di noci sono passatealmeno tre ore.) Prima di pranzo, frutta, frullati verdi,yogurt vivo (cioè non a basedi latte ma verde, comedescritto nelle ricettesistematizzanti). Per pranzo,

 

ortaggi e verdure verdi infoglia. La sera, noci, panetostato, pappette vive a basedi germogli di cereali. Il cibovivo non sottosta alla regoladi “non mangiare dopo iltramonto o dopo le sei disera”. Si può mangiarequando e quanto si vuole,anche poco prima di andare adormire. L’importante è nonviolare la sequenza.

 

Il metabolismo delcolibrì

Rinunciare possibilmenteall’olio pesante come quellodi oliva, girasole, mais, soia, palma e alcuni altri. Gli oliileggeri, a differenza di quelli pesanti, non sovraccaricanoinutilmente l’organismo evengono assorbiti piùrapidamente. Oli leggerisono: quello di lino, di cedro

 

siberiano, di zucca, di cardo,di amaranto, di noce. Sel’olio è leggero, si lava dal piatto con acqua fredda,senza richiedere l’uso didetergenti.

Victoria Boutenko avanzaun paragone calzante.L’uomo che si nutre di grassileggeri ha il metabolismo diun colibrì. Ha un’energiafluida e vibrante, si senteleggero e libero, si muovevelocemente e capisce

 

rapidamente le cose. L’uomoche consuma grassi pesanti,soprattutto di origineanimale, ha il metabolismodi un orso grizzly. Egli ha uncorpo pesante, un basso potenziale energetico, famovimenti pigri e rallentati,ha una coscienza assonnata. Nella maggior parte delle

situazioni esistenziali sonoavvantaggiati coloro chehanno un organismo meno

 

carico, che si sentono liberi escattanti. Persino sul ring dei pesi massimi chi ha un corpoforte e il metabolismo di uncolibrì è imbattibile. Nonsono sicuro che questovantaggio possa avere lostesso valore, per esempio, inuna birreria, comunque sia èsempre comodo.

Alimentazione in

 

inverno

In generale, il periodoinvernale non è il momentomigliore per passare a unregime a base di cibi vivi.Sarebbe meglio iniziare ladieta di transizione gradualein tarda primavera. Peròanche in inverno si possonotrovare cibi a sufficienza. Ilcibo vivo non si limita solo afrutta e verdura.

Le verdure verdi in foglia

 

 possono essere sostituitedalle alghe. Anche le piantedi serra sono una varianteaccettabile, ma bisognaessere più attenti nella scelta.Si ritiene che gli ortaggi e leverdure di serra siano dascartare, essendo pieni disostanze chimiche. Tuttavianon è sempre così. Ci si puòcertamente imbattere inverdure “taroccate”, ma per fortuna ultimamente sempre più aziende utilizzano nelle

 

loro serre fertilizzantiorganici.

C’è un altro fattoreimportante. Com’è noto dalTransurfing di base, il vostromondo è pieno di ciò su cuisi fissa la vostra attenzione.Se continuate a ripetere: «Lesostanze chimiche sonodappertutto!», per voi saràcosì. Non sarebbe meglioorientare la propriaintenzione sulla ricerca di prodotti naturali? Chi cerca

 

trova sempre e ottiene quelloche gli serve, riservatoapposta per lui.

Il venditore non sempre sase gli ortaggi sono staticoltivati senza uso di prodottichimici, e se lo sa, può anchenon dire la verità. Però laverità si può scoprire ancheda soli: se l’ortaggio ha ungusto forte e non tipico, èmeglio cercare la merce dialtri produttori.

 

Ci si può tutelare anchecon un metodo conosciuto:versare 1,5-2 l di acqua inuna ciotola smaltata, prendere mezzo limone,spremerne il succo,aggiungerlo all’acqua emetterci poi il limone stesso,dopo averlo ulteriormentestrizzato per ricavarne tutto ilsucco. Mettere inquest’acqua le verdure verdiin foglia e lasciarvele per cinque minuti. Allo stesso

 

modo si può fare con lecarote e le barbabietole, precedentemente mondate.Con questo sistema lesostanze nocive sarannoneutralizzate, anche se nondel tutto.

Anche i frutti di boscosurgelati vanno bene per  preparare i frullati verdi. Conle verdure, invece, c’è un problema: di solito vengonosbollentate, ragion per cuinon si sa quanti enzimi vivi

 

rimangano. Credo comunqueche qualcosa resti. Potetecapire da soli al gusto se un prodotto è vivo o morto. Amio parere, le verdure e ifrutti di bosco surgelati possono ancora essereconsiderati un alimento vivo,anche se, rispetto a quellinaturali, hanno un valorenutritivo inferiore.

In inverno bisogna prestareun’attenzione particolare ai

 

 prodotti nutrienti, come lafrutta secca con il guscio e icereali germogliati. Se lafrutta secca con il guscio nonvi sembra molto gustosa, provare a consumarla con un po’ di miele. Oppure, per esempio, ecco una ricetta.Prendete in parti uguali noci,“ žmych” (vedi conclusionedel capitolo “Il cioccolatovivo”) di pinoli, cacao vivo,aggiungeteci un po’ di miele,mescolate. Il palato sentirà

 

subito gusti nuovi e moltointeressanti.

Le alghe, il polline di fiori,il polline d’api, l’uvetta blu,l’infuso vivo di rosa selvaticae di erbe si devonoconsumareobbligatoriamente: sono fontidella maggior parte dellevitamine e dei mineralinecessari all’organismo.

Un alto valore nutritivo ècontenuto inoltre nei seguenti

 

 prodotti: farina di zucca, disesamo, di amaranto, di pinoli di cedro siberiano,“ žmych” di cedro siberiano,latte di cedro siberiano, farrospelta. Si tratta di prodottiche arrivano a contenere finoal 45% di proteine. In nessun prodotto animale se ne trovacosì tanto. La farina puòessere aggiunta, ad esempio,nelle pappette vive comeintegratore proteico. Tutte leinformazioni relative e i

 

 prodotti si possono trovare suinternet.

Sostituzione dellatte

Bere latte non ha senso. Sidigerisce male e si assimilaanche peggio. Ha ancorameno senso nutrire i bambinicon latte altrui, per non parlare di quello in polvere,surrogato. (Non voglia Dio,

 

 piccolo, che tu nasca da unamammina che ti nutrediligentemente con latte e pappette artificiali fino afarti venire, poverino, tutte lemalattie possibili eimmaginabili).

Se volete nutrire i vostri bambini piccoli con cibi vivi,fatevi guidare dai princìpi di:

rudenza, piccole dosi,radualità. Per i primi tempi

date ai bambini il latte digermogli di grano, di farro

 

spelta, di avena, di granosaraceno, il latte di noci, disesamo, di pinoli, poi delle pappette di germogli, frullativerdi, zuppa verde, alghe,succhi di frutta freschi, fruttagrattugiata e frutti di boscoschiacciati. Fate attenzione al polline di fiori e di api.Cercate farina di zucca,sesamo, pinoli, che si puòaggiungere alle pappette econ cui si può fare anche illatte. Per tutto questo è

 

necessario usare un frullatore potente.

La pappette bollite vannoassolutamente sostituite con pappette vive a base dicereali germogliati. Il latteanimale va sostituito col lattedegli stessi germogli di ceralio di frutta secca in guscio.Tutto ciò può esserefacilmente preparato in unfrullatore.

Durante il passaggio al

 

cibo vivo non si dovrebbeavere fretta di abbandonarelatticini, ricotta, formaggio ei tuorli d’uovo. Rinunciatecisolo quando sentite diesserne pronti.

Si deve tener presente cheil formaggio duro vieneassorbito dall’organismo congrande difficoltà e molto alungo. È meglio dare la preferenza al formaggio nonstagionato, morbido.

 

 I produttori di tutti glialimenti, cereali compresi,dovranno essere scelti tracoloro che non avvelenano i

ropri animali con additivi sintetici, che non distruggonoil suolo e le piante conertilizzanti chimici, che

hanno conservato ancoraalmeno un po’ di buon senso.Esistono produttori di questogenere. Se vi imporrete ilfine di trovarli, li troverete.

 

Meno chimica

Certo, è quasi impossibilesalvaguardarsi da tutte lemanifestazioni e gli attacchidella civiltà tecnogena. Però,se ci si prefigge lo scopo, si può ridurre al minimo laquantità di sostanze chimichenocive nel proprio ambiente più prossimo, dai materialiedili ai cosmetici.

Si può costruire una casautilizzando solo materiali

 

organici e naturali? Certo chesi può. E non dite che vimancano i soldi per farlo. Per questo c’è il Transurfing. Laquestione non sono i mezzimateriali, ma il film che giranel vostro “proiettore”.

Può darsi che un giorno vivenga voglia di buttare fuoridi casa tutti i detersivi, idetergenti e i cosmetici di basso costo. Il motivo èsufficientementeconvincente. Tutte queste

 

 polveri per il lavaggio e la pulizia non se ne stannosemplicemente in un angolo.Esse diffondono per tutta lacasa fumi tossici che vi toccarespirare, anche se non lisentite. E le sostanzechimiche contenute neicosmetici penetranofacilmente attraverso la pellenel sangue e con le lorotossine ostruiscono l’interoorganismo. Come risultato, ilrapido “miglioramento di

 

qualcosa” col tempo lascia il posto a un ancor più rapidodeterioramento di tutto. Non tutti i detergenti e i

cosmetici con il marchio“naturale” possono essereconsiderati prodottiassolutamenteorganiciecologici. Dipendeda quanto sono aggressivi gliadditivi chimici in essicontenuti.

I cosmetici veramente vivi,

 

 per esempio, vengonorealizzati a mano e sono a base di materie primevegetali vive. Non siconservano a lungo, cosìcome avviene con i cibifreschi. Non occorre

necessariamente andare agliestremi, ricordando con cosasi lavavano i capelli ofacevano il bucato i nostriantenati. Ma non sarebbemale lasciare i “vecchi

 

 produttori”, con le loro mercisorpassate e pericolose, erivolgersi a nuovi produttori più sensibili alla sicurezza eattenti all’impattoambientale.

Come punto di partenza, per rendere l’idea di che cosasi intende per eco-prodotti per la casa e per il corpo, posso consigliare il sitoseguente:http://www.bezhimii.ru.

 

Permettersi diessere se stessi epermettere agli altridi essere diversi

on siate come quei crudistiarrabbiati contro il mondointero che non li vuol capiree non desidera condividere leloro credenze. Abbandonate itentativi di convertire glialtri alla vostra fede. Se glialtri cercheranno di indicarvi

 

“l’autentica via”, ascoltatelicon attenzione, con occhispalancati e fiduciosi, econtinuate tranquillamente aseguire la vostra strada. Mavoi non dovete né dimostrarené imporre alcunché adalcuno, figli compresi. Non potrete proteggere i vostrifigli dagli effetti dellatecnosfera a mano che non lovogliano loro stessi. E non viriuscirà di convincerequalcuno di qualcosa se

 

questo qualcuno non è prontoad accettarlo. Per colui che è pronto basta solo un accennoe un buon esempio. Ognunoha la propria strada e nonspetta a voi decidere qualedovranno seguire i vostricari. L’unico metodo di persuasione può essere solo il buon esempio. Gli altrimetodi non funzionano. Però,naturalmente, potete provarci.

 

Cercare personeche la pensanocome voi

on bisogna convertire alla propria fede ma cercareintorno a sé persone già“pronte”, che la pensanocome voi, e comunicare conloro. Alla fin fine le si puòsempre trovare in internet. Lacomunicazione è necessariaal fine di non cuocersi nel

 

 brodo dei propri pensieri ederrori e per condividereesperienze e aiuto. Lacoscienza umana è strutturatain modo tale da non poterselacavare senza alcun sostegnoreale, così come un uccellonon può stare senza un ramo.La coscienza non può esseresempre in volo libero, ditanto in tanto ha bisogno diatterrare. Ecco perché,quando le persone sonoaccomunate da una stessa

 

idea e visione del mondo, siriuniscono in gruppi nei quali possono trovare lacompagnia e il sostegno dichi è loro vicino.

Però bisogna rapportarsicon cautela all’esperienzaaltrui. Innanzitutto,l’esperienza è sempre inqualche misura individuale.Personalmente cerco di dareconsigli non strettamentemirati ma il più possibilegenerali. Non precipitatevi a

 

seguire metodi o pratichealimentari seguite da altri,ascoltate in primo luogo voistessi, la vostra anima, lavostra ragione e il vostrocorpo. In secondo luogo,cercate di mantenerviconsapevoli e di valutarequanto lucida è la personacon cui interloquite. Ingenerale, a un’attentaosservazione non è difficilearguire il livello di idoneitàdi un individuo. Se una

 

 persona manifesta tendenze paranoiche, mostra segni difanatismo e ossessione per qualcosa, è meglio tenersenelontani.

Orientarsi sul fine

Dovete sempre ricordarvi erendervi conto del motivo per cui state facendo qualcosa,del fine cui ambite, di ciò chevolete raggiungere.

 

Diversamente non sarete ingrado di mantenere il vettoredell’intenzione e direalizzare il passaggio a unnuovo gradino della piramide. Da stelle diriferimento vi serviranno i benefici che otterrete quandovi ritroverete su questogradino. Ad essi dovretesempre pensare: unorganismo pulito e sano; unintelletto potente e una mentechiara; una buona forma

 

fisica; una psiche stabile; lalibertà da parassiti; la libertàdalla dipendenza da cibo e daaltri alimenti; l’eliminazionedi malattie croniche edegenerative come quellecardiache, il cancro, ildiabete, l’artrite, l’AIDS,l’obesità, le allergie, ladepressione, la nevrastenia,l’infertilità,l’invecchiamento precoce, lostress, la stanchezza cronicaeccetera, e per coronare il

 

tutto e come naturaleconseguenza, l’aumento dellavitalità e della qualità dellavita in generale.

Ovviamente, acquisendoanche solo uno di questi benefici sarete in vantaggiorispetto a coloro che non cel’hanno.

Verbalizzare lapropria realtà

 

L’alimentazione da sola nonrisolve tutto. Funziona adovere solo l’approcciointegrale: come pensiamo,come mangiamo, come cimuoviamo. Bisogna sempre pensare al fine e trasmetterecontinuamente la propriaintenzione.

Una grande massa di persone sulla terra pregaincessantemente i propri dèi.E non senza ragione. Così le persone fissano il loro “punto

 

di unione”, la loro realtà,affinché la coscienza nonvoli via, non si perda la testa.Se l’attenzione non èoccupata dalla religione,viene sicuramente catturatada qualche altro pendolo:un’ideologia, un’idea, illavoro, un movimentosociale, e così via. Un luogosacro non è mai vuoto. Noi pascoliamo i pendoli e loro pascolano noi.

 

 Nostro compito è quello diessere fondamentalmente dei pastori, anziché delle pecore.

on essere sotto i pendoli,ma sopra di essi, utilizzarli per i nostri scopi, pascolarli.E a questo fine è necessariogestire la propria attenzione.

Sì, la coscienza ha bisognodi atterrare su una qualche piattaforma, su un pendolo.Coloro che pregano gli dèi ele idee lo fannoinconsciamente. Ma la stessa

 

cosa può essere fattaconsapevolmente.Trasmettere la propriaintenzione, girare il propriofilm, verbalizzare la propriarealtà. Quando vi occupatedella preparazione di unalimento vivo, quandomangiate, eseguite degliesercizi fisici, non lo dovetefare meccanicamente, ma inmodo ragionato, pensando almotivo per cui lo fate, al finecui ambite, a cosa otterrete

 

da questo. Verbalizzate travoi e voi le forme-pensiero,dichiarate la vostraintenzione il più spesso possibile, trasformate tuttociò in abitudine. Le forme- pensiero possono avereapprossimativamente ilseguente contenuto:

 Mangio cibo naturalevivo, il mio organismo si sta depurando, il mio potenziale energetico

 

 sta aumentando, lacoscienza stadiventando chiara.

Tutte le scorie e letossine vengonoeliminate dal mioorganismo. Il mioorganismo è come un fiume di montagna. Io sono come un fiume pulito, rapido, potente.

 Il potente fiume di

 

montagna fa ruotare potenti turbini dienergia. Ho un bel corpo, un’ottima salute,un forte potenzialeenergetico, un potenteintelletto e una mentechiara.

 Il cibo vivo purifica il mio organismo. Manmano che il mioorganismo si ripulisce,la mia mente diventa

 

 sempre più chiara. Houn intelletto chiaro euna coscienza potente.Gestisco la mia realtàcome un sogno lucido.

 Il mio corpo diventa di giorno in giorno più pulito. Nel mio corpo puro l’energia fluisceliberamente e facilmente. Houn’energia potente, di giorno in giorno sempre

 

 più potente.

 Il cibo vivo mi depura emi nutre di tutto il necessario. Mangiomolto bene, in modocorretto e completo. Mi prendo cura del miocorpo e il mio corpo starinascendo.

 Il mio organismo si stadepurando e in me si stanno rivelando delle

 

 supercapacità. Ho un forte potenzialeenergetico, un potenteintelletto e una potentecoscienza. Sono un genio e la Forza è conme, la Forza mi guida e per questo faccio tuttoin modo brillante e geniale. Risolvo facilmente ogni tipo di problema. Gestisco lamia realtà.

 

 Amo il cibo vivo perchéesso purifica il miocorpo e la mia mente,caccia via tutti i parassiti, mi liberadalla “matrix”, mi dàun’ottima salute e un forte potenzialeenergetico, mi dà sicurezza e libertà. Anche il mio organismoama il cibo vivo,leggero, curativo, pulito. Amo il cibo vivo

 

 già solo per il fatto cheè vivo».

 Non occorrenecessariamente verbalizzareil testo per intero e parola per  parola. Potete inoltrecomporre le vostre varianti personali di dichiarazioni eripeterle di tanto in tantodurante il giorno,regolarmente, a mente o adalta voce, insieme oseparatamente, come volete.

 

L’importante è farlo conregolarità.

Lo stesso può essere fatto pronunciando ledichiarazioni su un bicchieredi acqua o sulla pietanza cheintendete mangiare. Bastanon trasformare quest’azionein un penoso obbligo. Ciòdovrebbe procurarvi piacere,dopo tutto state formando ilvostro corpo, il vostrotempio, la vostra mente, la

 

vostra realtà, il vostromondo.

È tutto a vostradisposizione e ciò ne valedavvero la pena. Senza unatale consapevoletrasmissione di intenzione,tenersi sulla strada del cibovivo è difficile. La vostraattenzione può venirerapidamente catturata dalsistema, che per questo fine può muovere molte leve: imass media, la società, i

 

ristoranti, i supermercati. Evoi di nuovo vi ritroveretenel branco, sotto i pendoli, eritornerete all’alimentazionedi prima, come tutti gli altri.Ma allora anche le vostre possibilità saranno comequelle degli altri, nonsuperiori alla media.

Per evitare questo, createvila vostra preghieraconsapevole, pronunciate lavostra realtà, pascolate il 

 

vostro pendolo del cibo vivo,ed esso vi aiuterà amantenere l’attenzione sulcammino prescelto.

Il movimento sullascala mobile

Esercizi fisici adeguati (non pigri e non estenuanti) sonouna parte altrettantointegrante della curadell’organismo, esattamente

 

come il cibo. Se, seguendo unregime alimentare a base dicibi vivi, farete vitasedentaria, il vostro pesodevierà presto dalla norma,in una direzione o nell’altra.Il movimento è moltoimportante per il corpo. Senon c’è movimento, non c’èsviluppo. E dove non c’èsviluppo, subentra il degrado.

Immaginate di dover salire per una scala mobile che stascendendo. Se state fermi sul

 

 posto o vi spostate troppolentamente, finirete alla finedella scala. Non si può starefermi sul posto. Non esiste lo status quo. O c’è sviluppo oc’è degradazione. Questo nonsignifica che dovremmoessere costantemente incorsa, come uno scoiattoloche fa girare la ruota. Lasoluzione ottimale sarebbearrivare nel proprio sviluppofino a un certo livello(desiderato) della scala

 

mobile, e quindi muoversicon ritmo misurato in mododa non retrocedere.

Il programma dirigenerazione

Il cibo morto innesca, un programma di degenerazione,decomposizione. Il cibo vivo,al contrario, è in grado dirivitalizzare e rinnovare tuttoil corpo. Però, per attivare il

 

 programma di rinnovamentoc’è bisogno di una spinta. Ilcibo da solo non risolve tutto.L’intenzione di depurazionee rinascita può servire sia dafine che da impulso, daspinta iniziale per attivare il programma di rigenerazionedell’organismo. Non credetea coloro che vi assicuranoche è impossibile. Al nuovogradino della piramide moltecose diventano possibili. Civuole solo una ferma

 

dichiarazione della vostraintenzione. Le forme- pensiero possono essere più omeno le seguenti:

 Nel mio organismo tutto si sta depurando,rinnovando,ripristinando,ringiovanendo. Il  processo diinvecchiamento si èinvertito. Il cibo vivo sta

 

rimettendo in ordinetutto il mio corpo, tuttele funzioni vitalivengono ripristinate enormalizzate.Un organismo vivorichiede cibo vivo. Il cibo vivo rinnova tutto il mio corpo e avvia il  processo dirigenerazione. Al posto dei denti cadutine crescono di nuovi.

 

Tutto il mio sistemanervoso si stacompletamenteristrutturando. Tutto il  sistema sanguigno equello linfatico si stanno completamenteripulendo, rinnovando erinascendo. I dischiintervertebrali si stannocompletamenteripristinando. La miacolonna vertebrale è flessibile, giovane,

 

 fresca, come quella diun bambino. Tutti i mieiorgani si stannocompletamenterigenerando. Nella mia mente c’è un programma di sviluppoe miglioramento. Ogni giorno nascono nuovineuroni, milioni di nuovineuroni. Entrambi gliemisferi funzionano ameraviglia, precisamente,

 

 sincronicamente. Si stanno formando nuoveconnessioni tra gliemisferi. Ho un cervello geniale e un potenteintelletto. La mia pelle si staripulendo, levigando, èringiovanita. Ho una pelle pulita, liscia, fresca, elastica. Appaio giovane e attraente. Houn ottimo aspetto, che

 

migliora di giorno in giorno.Tutto il mio corpo starinascendo. Mi stotrasformando in un elfo(elfa) giovane e bello. Appaio giovane, potente,attraente. Sono un giovane bellissimo elfo(elfa)».

Di fatto, la dichiarazioned’intenzione  rappresenta proprio quel fattore decisivo

 

che separa e distingue il  semplice crudismo come tipodi alimentazione  el’alimentazione a base di cibivivi come parte del Transurfing . Se aveteincontrato dei crudisti chenon hanno raggiunto quei finie quei vantaggi di cui si ècostantemente parlato inqueste pagine, significa chele loro intenzioni lavoravanoin una direzionecompletamente diversa, o

 

non lavoravano affatto, o chequeste persone seguivano dei princìpi diversi ditransizione. Anche se il cibovivo, già di per sé, dà moltivantaggi.

Il passaggio allevibrazioni superiori

Passando ad alimentarvi concibi di prima specie vi vienedato automatico accesso alla

 

gamma di vibrazionisuperiori. È come salireverso l’alto e guardare in giùla terra dall’altezza del volodegli uccelli. L’organismo sidepura, il potenzialeenergetico è in aumento, lamente diventa chiara.Davanti a voi si apre unarealtà in una vestesconosciuta. Cominciate avedere ciò che gli altri nonvedono, e a capire ciò che glialtri non capiscono. È un

 

vantaggio molto forte.

D’altra parte, non visaranno disponibili delle cosea bassa vibrazione. Per esempio, non potrete fumaree bere, vi verrà la nausea.Però, qualche rara volta visarà persino utile fumare, bere o mangiare qualcosa dimorto, tanto per convincerviuna volta di più di non aver alcuna voglia di ritornare al passato.

 

RIEPILOGO

  Nel periodo della ristrutturazione dalla necrobiosi alla vitabiosi avviene un processo di accumulo di vitamine,minerali, micro e macro- elementi.

  Finché non si sarà formata la microflora viva, il cibo vivo non potrà essere pienamente assimilato, e per l’organismo tutto sarà sempre poco.

  L’importante è che il processo di depurazione del 

 

corpo prevalga sul process di intasamento.

  La quota di alimenti vegetali vivi dev’essere aumentata gradualmente e massimamente diversificata.

  L’organismo non cessa di volere il vecchio cibo morto fintanto che in esso continuano a essere presenti le tossine dei cibi morti.

  Immaginate di alimentare il vostro organismo come fate con un bambino,desiderando che cresca e stia bene.

 

  Bisogna nutrire il proprio organismo in modo cosciente e completo,dandogli quello che gli serve, che lo voglia o no.

  Bere non meno di 1,5-2 l al giorno di acqua pura.

  Non mescolare in uno stesso pasto prodotti incompatibili, come per esempio le proteine e i carboidrati.

  Durante il giorno utilizzare prima quei prodotti che vengono rapidamente digeriti, e dopo quelli che richiedono tempi lunghi di digestione.

 

  Sostituire gli olii pesanti con quelli leggeri: di cardo, di cedro siberiano, di amaranto, di zucca, di lino,di noce.

  Se continuate a ripetere: “Siamo circondati dalle sostanze chimiche”, lo sarete sempre.

  Orientate l’intenzione verso la ricerca di prodotti naturali.

  I germogli di cereali, le alghe, il polline di fiori, il polline d’api, l’uvetta blu,l’infuso vivo di rosa canina estratto e di erbe devono essere assolutamente 

 

consumati   Un alto valore nutritivo è 

contenuto: nella farina di zucca, di sesamo, di amaranto, di pinoli di cedro siberiano, nello  žmych di pinoli di cedro siberiano, nel latte di cedro siberiano, nel farro spelta.

  Durante il passaggio al cibo vivo non si dovrebbe aver fretta di abbandonare i latticini, la ricotta, il formaggio, i tuorli d’uovo.

  Sostituire le pappette cotte di avena con pappette a base di cereali germogliati.

 

  La quantità di sostanze chimiche nocive nel proprio ambiente di vita, dai materiali da costruzione ai cosmetici, può essere ridotto al minimo se ci si prefigge questo fine.

  L’unico metodo per persuadere i propri familiari è dare il buon esempio.

  Non bisogna fare proseliti intorno a sé ma cercare persone già “pronte” che la pensano come voi e comunicare con loro.

  Bisogna trattare con cautela l’esperienza altrui.

 

  Passando all’alimentazione a base di cibo vivo, tenete sempre ben presenti i vantaggi, il fine e il perché lo state facendo.

  Trasmettete la propria intenzione, girate il proprio film, verbalizzate la propria realtà.

  Un’attività fisica adeguata è una parte altrettanto integrante della cura dell’organismo, esattamente come il cibo.

  Datevi delle impostazioni,verbalizzate le forme- pensiero relative alla vostra depurazione, rigenerazione 

 

ed evoluzione.  La dichiarazione 

d’intenzione è quel fattore decisivo che separa e distingue l’alimentazione a base di cibi vivi, intesa come componente del Transurfing, dal crudismo,inteso come semplice regime alimentare.

NOTE A MARGINE

Come pensiamo, comemangiamo, come cimuoviamo. Quando lavostra coscienza diventerà

 

più chiara e il potenzialeenergetico aumenterà,sarete capaci di molte coseche prima non potevatenemmeno sognarvi di fare.Io, per esempio, non avreipotuto scrivere questo librose non avessi seguito larotta del Transurfing d rinnovamento   e non avessiraggiunto un nuovo livello.Alla mia età, di solito, ci siè già lasciati alle spalle tuttii risultati creativi. Perscrivere un libro di questogenere è necessaria unacoscienza piuttosto potentee un altrettanto fortepotenziale energetico.

 

Parte IVLA

SOCIETÀ1

Il sociale

 

Punturati, conun joystick 

all’interno

Parleremo ora di unamalattia diffusa che haun’influenza diretta sullaconsapevolezza. In

 

considerazione del fatto chetale malattia ha un caratterelatente, non ha unasintomatica inequivocabile e precisa e inoltre noninteressa particolarmente lamedicina ufficiale, leattribuiremo per cominciareun nome convenzionale,“punturazione”1.  Leggendola descrizione che segue, provate a indovinare di che sitratta.

 

Sintomi generali

Il punturato lasciaovunque intorno a sérifiuti: bottiglie vuote,scatole, involucri,torsoli di mela,mozziconi di sigarettae immondizia simile.Fa uso incessante diturpiloquio.Può imbrattare una parete pulita,

 

l’ascensore, la finestradi un mezzo pubblico.Prova un irresistibile bisogno di insozzarequando si trova inluoghi che hannoancora conservato laloro purezza naturale. Non teme di esseremaleducato quando sisiede in macchina:suona il clacsoninutilmente, taglia lastrada a tutti,

 

 parcheggia dove gli fa più comodo.

1.  Segnala la sua presenzanelle piattaforme virtuali per mezzo di ogni sorta dicommenti pocolusinghieri all’indirizzodegli altri.

2.  Cerca di riversare la suanegatività sugli altri conogni mezzo a suadisposizione.

3.  Agisce inconsciamente, a

 

livello dei programmi edegli istinti inoculatiglidall’ambiente sociale.

4.  È facilmentesuggestionabile, si lasciavolentieri coinvolgere daslogan politici e pubblicitari.

5.  Nell’alimentazione e nelcibo non ha grandi pretese e puòaccontentarsi di cibo a buon mercato e di articoli

 

di uso comune di scarsaqualità.

Portatori

Umanoidi, antropoformi,ungulati, roditori e altrirappresentanti del mondoanimale.

Decorso dellamalattia

 

La malattia si manifesta per lo più senza alcun sintomoclinico significativo.Tuttavia, a seconda delsierogruppo del fattorescatenante, del grado dellasua virulenza, della quantitàdella dose infettante nonchédello stato di immunità e diresistenza specificadell’organismo, la malattia può verificarsi in varieforme: acuta, subacuta,cronica, latente e abortiva.

 

Diagnosi

La diagnosi si basa sui dati diepizoozia, sui cambiamenti patologo-anatomici e suirisultati degli esami dilaboratorio.

Infezione

La via oro-fecale è la piùtipica, ma la trasmissione può avvenire anche per via

 

nasale od orale. È diffusainoltre la trasmissione per contatto, attraverso l’acqua egli alimenti nonchéattraverso le punture. Ilfattore patogeno entranell’organismo principalmente attraverso lemucose dell’apparatodigerente, respiratorio egenito-urinario, attraverso ilconsumo di alimenti e acquacon taminati, il consumo dicadaveri di animali morti, in

 

caso di balneazione in acqueinfette o accoppiamento consoggetti infetti.

Epicrisi

Il punturato si comporta inmodo inadeguato e di solitosi trova in uno stato disquilibrio, anche seesternamente sembraassolutamente normale. La paradossalità della

 

manifestazione dei sintomista nel fatto che il pazienterivela un comportamentodeviante senza al contempouscire dai limiti delle normeaccettate.

Trattamento

Prendete in parti ugualiartemisia, tanaceto, elicriso,

chillea millefolium,corteccia di pioppo e origano,

 

mescolate il tutto in unascatola. Mettete due-trecucchiai ricolmi di questomix in una teiera, versatecidell’acqua bollente eriscaldate a bagnomaria per quindici minuti. Bere quindimezzo bicchiere diquest’infuso tre o quattrovolte al giorno prima dei pasti.

Avrete forse capito chestiamo parlando di parassiti.

 

onostante il tono semi-ironico della descrizione, isintomi e il trattamento sonostati segnalati con lamassima serietà. I parassitihanno veramente un forteimpatto sulla psiche, acominciaredall’obnubilamento dellacoscienza per finire alcontrollo diretto dellemotivazioni e delle azioni.

È un effetto persino

 

dimostrato dalla ricercascientifica, anche se sonorelativamente pochi gli studicondotti su questo tema. Michiedo: che cosa verràscoperto quando i parassitidiverrano un oggetto diintensa ricerca? Ma puòanche essere che non lodiverranno mai. Dopo tutto, per questi alieni è comodonascondere in ogni modo laloro presenza.

Vero è, tuttavia, che non

 

 possono nascondersi deltutto. Oltre ai sintomi fisici,non sempre inequivocabili,esistono anche caratteristichecomportamentali tipiche del“punturato”. Ad esempio,l’abitudine inconscia diinsozzare o di usare unlessico volgare quasisicuramente è indizio delfatto che la persona conviveallegramente con i vermi.

Si verifica una sorta di

 

simbiosi, con l’unicadifferenza che il beneficio loriceve solo l’intruso. Il portatore gli fornisce alcontempo vitto, alloggio e possibilità di riproduzione.L’obiettivo finale dei parassiti è la distribuzionecapillare, da assicurarsi contutti i mezzi disponibili.

Ad esempio, l’ascaridedepone fino a 300.000 uovaal giorno. Nessuna creatura

 

vivente sulla terra haun’analoga fertilità.

Questi parassiti realizzanoil loro obiettivo ancheattraverso la gestione dellereazioni comportamentali delloro portatore. Il portatoret e n d e inconsciamente  aspargere intorno a sé leimpurità che incuba dentro ilsuo organismo e a infestaretutto ciò che tocca, in mododiretto o indiretto, materialeo verbale.

 

Il comportamento del“punturato” ha proprio uncarattere inconscio, poichénon è lui a gestirsi, mal’essere che dimora al suointerno che lo manovra comese avesse un joystick . Nelmomento in cui spargetutt’intorno immondizia,l’uomo non si rende conto diquello che fa. Nel suodiscorso non intercala parolacce, ma con esse parla.

 

Per lui è tutto solito,normale, naturale.

Questa è la sua “natura”. Èassai poco attraente, se vistodall’esterno, ma pienamenteorganico per la nostrasocietà, poiché questi“punturati” ne costituisconola maggioranza, e comes e m p r e , la stragrandemaggioranza. Da qui lastrana formulazione: uncomportamento deviante che

 

non esce dai limiti previstidalle norme generalmenteaccettate.

 Non molto tempo fa si èscoperto che i parassiti hannouna particolare predilezione per i prodotti sintetici, che sitratti di abbigliamento o diarticoli di uso comune. Piùsostanze chimiche licircondano, meglio stanno.Molto probabilmentequest’attaccamento è dovuto

 

alle conseguenze che portanocon sé le merci dellatecnosfera: abbassamentodell’immunità eintossicazione generaledell’organismo, condizioniottimali per i parassiti. Non èforse per questo che l’interomercato è ormai invaso damerci a basso costo e discarsa qualità?

 Non mi piace discutere diquest’argomento, ma mi ci

 

vedo costretto a causa dialcuni episodi che mi hannocoinvolto in prima persona,nonché in relazione al grannumero di e-mail condomande  su questo tema.Ecco una delle mieosservazioni.

 Nella mia zona c’è unaforesta secolare. I tronchi possenti dei suoi alberiantichi si protendono in altoverso il cielo. Qui, in un

 

angolino nascosto, zampillauna meravigliosa sorgentedall’acqua miracolosa e buona. La gente è venuta aconoscenza di questa fonte eora va e viene continuamentecon le taniche per farerifornimento di acqua. Civiene molta gente di città.Teoricamente tuttidovrebbero essere grati aquesta meravigliosa fonte per l’acqua buona e fresca cheoffre, ma invece non è così.

 

Sono rimasto sconvolto daquello che ho visto: ovunque,nei pressi della sorgente,sono sparsi rifiuti. Avevoavuto modo di vedere tantecose, ma uno spettacolo diquesto tipo...

Evidentemente si tratta diun caso clinico che rivestegià un interesse puramentemedico. Esso non può esserespiegato diversamente chericorrendo al concetto e alla

 

 presenza di una grande percentuale di punturati(scrivo la parola giàdirettamente senza levirgolette).

Al portatore dell’essereche “dimora all’interno emanovra un joystick ” nonviene in mente di esprimerealla fonte delle parole digratitudine. Al contrario, eglisi sente anche in pieno dirittodi insozzare. È vero però chelo fa in modo assolutamente

 

inconscio. E altrettantoinconsciamente va alla fonte.Avrà sentito vagamente daqualche parte chequest’acqua dovrebbe essere benefica e ora credeciecamente di ottenere la suaquota di beneficio. Invece il punturato da quest’acqua nonotterrà alcun beneficio, perché il suo valore sta nella bontà dell’informazione cheessa trasporta. Ma quale bontà può restare in un’acqua

 

che è passata per le mani diun punturato, con la suavisione del mondo?

Sono certo che tra di voi,cari Lettori, non ci saràalcuno pronto a insozzare nei pressi di una sorgente. Perchécoloro che lo fanno non siinteressano a pratiche dicrescita spirituale o cosesimili. E certamente nonvorreste avere nulla incomune con soggetti del

 

genere. Da voi ricevo moltelettere con la stessadomanda: che tipo di programmi anti-parassitariscegliere?

Ebbene, non esisteun’unica risposta. Tutte le persone sono diverse, ognunoha i suoi problemiindividuali. Anche i vari programmi si basano suapprocci diversi, ognuno ha isuoi pro e i suoi contro.Credo che voi possiate

 

intuitivamente trovare da soliquello che fa per voi. Ci sono programmi che utilizzano irimedi naturali a base di erbee altri che prevedono l’uso dimetodi di biorisonanza. Si può usare l’uno o l’altroapproccio, o entrambiinsieme.

Scegliete da soli il metodosu cui intuitivamenteconfidate di più. Ma,ovviamente, l’ideale sarebbe

 

consultare gli specialisti inmateria. Io posso solo daredei consigli generici. Prima regola: un

approccio integrato. Sidovrebbero prendere dei provvedimenti contro tutti itipi di parassiti allo stessotempo, perché al posto degliuni ne arrivano sempre deglialtri. Gli antibiotici, per esempio, uccidono i batteri,ma al loro posto subentrano ifunghi, e così via. È meglio

 

dare la preferenza a rimedinon invasivi, a base di erbe. I prodotti chimici, come si sa,da una parte guariscono edall’altra rovinano.

Seconda regola: provvedere all’attivazionedel funzionamento del trattogastrointestinale.

eutralizzare i parassiti non basta. Bisogna anche farlifuoriuscire. Anche in questocaso non serve ingoiare

 

 pasticche ma si possonoutilizzare rimedi vegetali. Adesempio: prendere 100 g difichi e di prugne secche, passarli attraverso untritacarne, aggiungere 50 g difoglie di senna (si può usarequella in sacchettini) emescolare tutto con 100 g dimiele e di olio di zucca (oanche di oliva). Prenderneogni giorno un cucchiaino prima di coricarsi.Conservare in frigorifero.

 

Terza regola: fare in modoche il cibo assunto durante il periodo di trattamento siaricco di fibre. Alla dietavanno anche aggiunti prodotti anti-parassitari:cipolle, aglio, porro, pepe,senape, rafano, ravanello,chiodi di garofano, semi dizucca, succo di melograno,melone, anguria.

Quarta regola: la duratadel trattamento dev’essere dialmeno 1,5-2 mesi. I parassiti

 

sono le creature più tenaci eostinate tra quelle che popolano la nostra terra. Nonse ne andranno viafacilmente solo perché sonostati messi alla porta.Bisogna far loro capire chenel vostro organismo sonostate create delle condizioni per essi del tutto intollerabili.

Quinta regola: privare i parassiti dei loro menù preferiti. Se continuate a

 

utilizzare prodotti sintetici dasupermercato, prodotti daforno fatti con farina bianca,zucchero e pane lievitato,succede che, mentre cercateda una parte di sbarazzarvidei parassiti, dall’altra livezzeggiate e li coccolate. Èuna cosa illogica. Iltrattamento in questo modova sprecato.

Se decidete di voler  passare a un nuovo gradinodella piramide, i parassiti vi

 

abbandonerannospontaneamente, perché non possono tollerare unambiente pulito e alimentivegetali vivi. Tuttavia, finoal momento in cui il vostroorganismo non si ripuliràcompletamente e non siripristineranno le difeseimmunitarie può passaremolto tempo. Quindi,organizzare per questi“turisti stranieri” almeno un programma “ricreativo” non

 

farebbe male. Non rinunciatea indulgere a tale piacere.

Il rimedio più diffuso edeconomico contro i parassitiè l’infuso di erbe amare. Hogià riportato sopra la ricettastandard. Le erbe amare,oltre a costringere “gliospiti” a torcersi,normalizzano la funzione deltratto gastrointestinale.Rispetto ai farmaci chimici,le piante amare sono

 

 praticamente innocue e non bisogna temerle.

Più difficile liberarsi difunghi e organismiunicellulari. Sono gli “ospiti” più insidiosi e tenaci. Stannoacquattati buoni buoni, nondanno segni di sé maconducono un’attività moltodistruttiva. Ad esempio, nontanto il cibo pesante quantol’ Helicobacter , il batteriospiraliforme, è una delle principali cause di ulcera,

 

gastrite, bruciori di stomaco.on è per caso che i rimedi

contro il bruciore di stomacosono così ampiamente pubblicizzati. Evidentementevi è una forte domanda.

Riporto di seguito un paiodi ricette semplici diantibiotici naturali, particolarmente efficaci per contrastare l’attività degliorganismi unicellulari:

Giardia lamblia.

 

Mescolare in parti ugualiradice di inula, Potentilla

alustris, infiorescenze dielicriso, menta piperita,radice di pimpinella(Sanguisorba minor ).

Mettere due-tre cucchiairicolmi di questo mix in unateiera, versarci dell’acqua bollente e riscaldare a bagnomaria per quindiciminuti. Bere mezzo bicchieredi quest’infuso una volta algiorno, indipendentemente

 

dai pasti.

 Helicobacter. Mescolare in parti uguali calendula,achillea, iperico. Metteredue-tre cucchiai ricolmi diquesto mix in una teiera,versarci dell’acqua bollente,avvolgere la teiera in un panno e lasciare riposare per circa 40 minuti. Prenderemezzo bicchiere di infuso 30minuti prima dei pasti, nonmeno di quattro volte al

 

giorno.

Bere questi infusi non èmolto piacevole. Del resto,com’è piacevole sapere che per gli intrusi questa è unavera tortura!

RIEPILOGO

  I parassiti hanno un forte impatto sulla psiche, a partire dall’obnubilamento della coscienza del loro ospite e fino al controllo 

 

diretto delle sue motivazioni e delle sue azioni.

  Una persona che ha l’abitudine inconscia di insozzare e fare uso di turpiloquio quasi sicuramente convive con i vermi.

  I parassiti hanno una particolare predilezione per le sostanze sintetiche contenute nell’abbigliamento e negli articoli di uso comune. Più prodotti chimic li circondano, meglio stanno.

  Dovrebbero essere adottate misure contro tutti i tipi di 

 

parassiti allo stesso tempo,perché al posto degli uni sopraggiungono subito gli altri.

  Non basta neutralizzare i parassiti. Bisogna anche eliminarli dal corpo.Depurazione dell’organismo.

  Il cibo durante il periodo del trattamento dev’essere ricco di fibre.

  Inserite nella vostra dieta piante anti-parassitarie.

  La durata del trattamento dev’essere di almeno 1,5-2 mesi.

  I prodotti sintetici del 

 

supermercato sono il menù favorito dei parassiti.

  Fintantoché siete in procinto di passare a un nuovo gradino della piramide,dovrete creare nel vostro organismo un  habitatinsostenibile per i parassiti.

NOTE A MARGINE

Siamo passati alla partefinale del libro, al tema dellasocietà e dell’ambientesocialeIl capitolo che segue èstato pubblicato sulla rivista

 

«Russkij pioner»,http://www.ruspioner.ru . Vipregherei di leggere l’interotesto in modo meditativo,perché le informazioni checontiene non sono per lapercezione ma per lacomprensione. Forsealcune cose susciteranno invoi sorpresa o persinoindignazione. Ma nonabbiate fretta di giungerealle conclusioni. Alcunidegli argomenti che hotoccato qui solo e passant , per esempioriguardo all’intossicazioneda informazioni e alle retisociali, verranno sviluppati

 

nel dettaglio nei capitoliseguenti. Per il momentosono solo motivo diriflessione.

 

L’involuzionedella coscienza

Scendeva una sottile pioggerellina autunnale. Ilvento burbero strappava daglialberi le foglie già ingiallite,distribuendole sulle pozzanghere sparse sulla

 

 piazza d’armi. In riga,immusoniti, nei loro cappottimilitari bagnati, soldaticantilenavanomalinconicamente l’innodell’Unione Sovietica. Non c’era alcun

accompagnamento musicale,e l’intera melodia, chenessuno si impegnava aosservare, si sublimava in unrecitativo cupo che larendeva simile a una messa oa una marcia funebre.

 

Il Capo dello statomaggiore del reggimento,tormentato dalla ricerca di unespediente per sollevare ilnostro umore di truppe erafforzare in noi l’amore per la Patria, evidentementeaveva riposto sull’innograndi speranze. I primitempi (questo si stavaripetendo già da un mese) sistava fermi in riga e siascoltava l’inno che

 

 proveniva da un disco invinile. Munendolo di un cavodi prolunga, si portava fuori,sulla piazza d’armi, ilgiradischi, e quando c’era pioggia, lo si proteggeva conun ombrello. Il disco girava ela melodia monotona che neusciva ci faceva sprofondaretutti in una trance meditativa,come succede quando siguarda la fiamma di unacandela.

 

Alla fine, a causa dell’usofrequente, il disco cominciò asaltare, si incantava nei puntimeno opportuni, guastandocon perfidia tutta la solennitàdella manifestazione. Algiradischi si dovetterinunciare. Ma al Capo dellostato maggiore venne prestoin mente un’idea brillante:far cantare i soldati. Il coromilitare sarebbe stato persino più patriottico e solenne diun banale ascolto. E non si

 

sarebbe inceppato. Quindiora eravamo noi a borbottareubbidientemente l’inno. Neusciva, però, uno spettacoloassai triste. Si può portare ilcavallo all’acqua, ma non losi può costringere a bere. Finìche si dovette por fine anchea questa cerimonia, forse per il dispiacere del comando o,al contrario, per il sollievo ditutti.

Quando ero in riga, “a fare

 

il mio dovere”, in questaforma così strana, venivoinvaso dalla vaga sensazioneche tutto questo stesseaccadendo in un sogno. Dauna parte sembrava che tuttosi dovesse svolgere così,dall’altra non ne capivo ilsenso. Perché tutto ciò? Checi faccio qui? «Sla-avs’ja o-o-o-te-čestvo! Na-še-e svo-obodnoe…»1. In realtà, noi,anche senza tante cerimonie,

 

amavamo la Patria ederavamo pronti a difenderla,indipendentemente dal fattoche ce lo richiedesse o menoil dovere.

Da allora sono passatimolti anni, durante i quali più di una volta sonocambiati sia “i giradischi”che “i dischi”. Tuttavia, lasensazione che ciò cheaccade intorno sia un sogno,è rimasta quella di prima.Forse è davvero così? Non a

 

caso i bambini fino a quattroo cinque anni nondistinguono il sogno dallarealtà, credendo che la realtàsia la continuazione delsogno. O viceversa.

Se si segue l’evoluzioned e l l a coscienza  a partiredagli organismi più semplicifino all’“homo sapiens-uomoragionevole”, si può cogliereuna costante del tuttoinaspettata e paradossale.

 

Per semplicitàcominciamo con le piante.Hanno una coscienza?Certamente. L’uomo, che siritiene la coronazione dellacreazione della Natura, haavuto la presunzione diimmaginare che le piante si possano trattare come sefossero un biomateriale. Inrealtà, recenti ricerche dilaboratorio hanno dimostratoche una pianta ordinaria invaso è in grado di provare

 

qualcosa di simile alla gioia,quando le si avvicina la persona che si prende cura diessa, e all’ansia, quando siavvicina qualcuno che lestrappa regolarmente lefoglie. Tutto ciò è statoinequivocabilmenteregistratodall’elettroencefalogramma.

on possiamo sapere cosasentano veramente le piante,e se siano consapevoli di se stesse, ma non si può affatto

 

considerarle come qualcosadi assolutamente inanimato.Queste leggiadre sognatrici,rispetto all’uomo, si trovanosemplicemente in uno statodi trance profonda, comesuccede a una persona checammina nel sonno sotto laluna.

Gli animali, rispetto alle piante, sono già a un livello più alto di consapevolezza.Ma anche per gli animali la

 

vita è simile a un sognoinconscio, in cui sonodestinati a operare in base aun programma congenito, alivello di istinti. Purtuttaviala consapevolezza in essi sirisveglia, e ciò accade ognivolta che la saggezzadell’istinto non basta e lecircostanze richiedono lorodi prendere delle decisionistraordinarie ai fini dellasopravvivenza. Diversamentenon ci sarebbe stata

 

evoluzione alcuna.Il risveglio e il passaggio

dall’istinto allaconsapevolezza  si manifesta principalmente solo neglianimali selvatici,relativamente indipendentinelle loro azioni e costretti avivere in condizioniambientali costantementemutevoli. Ma cosa accadealla coscienza dell’animaleche è stato addomesticato ecacciato in una fattoria? Per 

 

esso i confini esterni sirestringono bruscamente, prendere decisioni non serve più, tutte le condizioni sonogià esistenti: mangia e dormi.

È allora che la coscienzasprofonda in un sogno da cuiveramente non ci si puòsvegliare, non distante, per  profondità, da quello delle piante.

Per quanto riguardal’uomo, l’evoluzione della

 

sua coscienza è andata increscendo fintantoché glitoccava sopravvivere in unambiente selvaggio, e haraggiunto il suo apice nelmomento in cui l’umanità ègiunta a formarsi comeciviltà. Poi, l’evoluzionedella coscienza è passata auna fase di plateau, perchénel corso di molti secoli ilmodo di vita praticamentenon è cambiato. Ma poi èsopraggiunta l’era della

 

rivoluzione industriale e ciòsuggerisce immediatamentel’ipotesi che la coscienza, inquelle condizioniesistenziali, si debba esseresviluppata alla stessa velocitàdel progresso tecnico.

Tuttavia la questione di cuisi tratta qui non riguarda il bagaglio di conoscenze cheha accumulato la menteumana, ma proprio lacoscienza come capacità diorientarsi lucidamente nella

 

realtà circostante e direndersi conto: dove mitrovo, cosa sto facendo inquesto preciso momento, perchè sto facendo propriocosì, a che fine. In altre parole, stiamo trattando ildiscorso della capacità diintendere e volere   nel sensostretto dell’espressione.

Per quanto paradossale sia,la competenza nelle questionidella scienza moderna e la

 

capacità di premere dei pulsanti non garantisconoaffatto il rischiaramentodella coscienza, maesattamente l’opposto.

Provate a volte a prestareattenzione ai flussi umaninelle grandi areemetropolitane. Le persone simuovono per i loro sentieri battuti come formiche,ognuna sprofondataall’interno del suo sogno.Compiono tutte le loro azioni

 

in automatico, come sefossero programmate. Questosi nota in modo particolarenei flussi umani che sisnodano dai treni dei pendolari alla metropolitanae viceversa. Casa-lavoro,lavoro-casa. In Giappone, per esempio, molte persone nonlasciano addirittura lo stessograttacielo per lunghi mesi:in un grande formicaio sonoconcentrati il lavoro, la casa,lo shopping e

 

l’intrattenimento. Questoricorda molto una fattoria,con tutte le conseguenze chene derivano per la coscienza.L’unica differenza è che èstato l’uomo stesso acacciarsi in questasituazione.

A questo punto sorge unadomanda: come siamoarrivati a questo genere divita? E così rapidamente!Decine di secoli sonotrascorsi a un ritmo lento e

 

misurato e d’un tratto, nelgiro di un centinaio di anni,si è prodotto un salto così brusco.È un bene o un male?

Su quest’evoluzione o, più precisamente, involuzione,contrazione della coscienza,hanno influitofondamentalmente tre fattori.Il primo è la divisione del lavoro. Per semplicità prendiamo ad esempiol’economia naturale. È ovvio

 

che quando si è costretti aoccuparsi di una cosa, diun’altra e di una terza, ciòcontribuisce all’espansionedella coscienza. Al contrario,se la sfera di attività sirestringe bruscamente, anchela coscienza, di conseguenza,rimane invischiata in uncampo ristretto. L’uomocammina ed è come sefissasse il suo sguardo sullaterra sotto i suoi piedi e nonavesse la possibilità di

 

guardarsi in giro. In altre parole, non riesce a vedere laforesta al di là degli alberi. È per questo che due fisici di profilo diverso non riesconoa capirsi, e due medici conspecializzazione diversafanno al paziente duediagnosi differenti.

 Nella società industrialel’individuo, di fatto, sitrasforma in un ingranaggioche non ha più bisogno di una

 

grande mente. Gli bastaspingere dei tasti. Persino i processi di elaborazione dialte tecnologie sonomassimamenteautomatizzati, per non parlare dei meccanismi di produzione. Il processo diraccolta e preparazione deicibi è anch’esso “a spinta di pulsante”: si prende dalloscaffale del supermercato unsurrogato di qualcosa e“basta aggiungerci

 

dell’acqua”. Scaffale delsupermercato o mangiatoiadella fattoria, c’è una grandedifferenza?

Il secondo fattore ècostituito dai metoditecnogeni di trasformazionedegli alimenti. È lampanteche la crescita di malattiedegenerative èstatisticamente correlata allacomparsa e allo sviluppo dinuove tecnologie alimentaricome la conservazione, la

 

raffinazione e ogni tipo ditrattamento chimico.

Tali alimenti non solocausano malattie, ma provocano anche una

ortissima tossicodipendenza,l’attaccamento allamangiatoia.  I consumatoridevono sentire il bisogno didosi regolari (scusate,

rodotti), costantemente, sempre. Niente di personale,solo business.

 

Anche ora, quando quasitutti i giovani, se li siconfronta con quelli dellegenerazioni precedenti,soffrono di ogni sorta dimalattie di origine prettamente tecnogena comela depressione, le allergie ealtre, diventa abbastanzaevidente il fatto che i figli per la prima volta vivrannomeno dei loro genitori. Nonserve confidare molto sullamedicina: anch’essa non sa

 

cosa fare con le malattietecnogene.

O meglio, non vuolesapere cosa fare, perché lamedicina e la farmacologiadi oggi sono un businessgrande e freddo, e nonassociazioni di “bene-ficenza”. Chi ha bisogno di pazienti guariti? Cosa si puòancora prendere da essi?

azienti devono esserecostantemente malati, sempre, in ciò sta il senso di

 

questo business.Cosa succederà dopo, non

si sa. Per esempio, è difficileimmaginare quali sorprese ciattendano, nel prossimofuturo, dalla largaintroduzione di OGM se giàoggi ciò ha portato allacrescita diffusadell’infertilità negli esseriumani, così come allascomparsa degli insettiresponsabili

 

dell’impollinazione.Come aveva ragione

l’accademico T.D. Lysenkoquando si era messo a capo diuna campagna per lanegazione e il divieto diricerche genetiche! Quali chefossero i costi associati allacampagna, l’idea era di per sé giusta e saggia: nonmettere il naso nel laboratorio della Natura senon ci capisci niente.

 

 Non è difficile supporreche si comincerà, probabilmente, “a far crescere la gente in provetta”. Non saràaltrettanto difficile supporreche tipo di persone saranno.Se ci si nutre di prodottisintetici, si diventa deicyborg , se si diventa deicyborg , ci si nutre di prodottisintetici. Gli alimentitecnogeni, come ogni tipo dina rco t ico , obnubilano la

 

coscienza  nel modo piùdiretto. E cosa ne consegue?

e consegue che la coscienzadiventa chiaramente fresataa misura delle esigenze del  sistema, e non dell’individuo.

Infine, il terzo dei fattorida noi considerati èl’intossicazione dainformazione. Confrontatel’uomo moderno e quello cheviveva mille anni fa, quandonon c’erano giornali, cinema,radio, televisione, internet e

 

telefoni cellulari. Sono persone completamentediverse! E la differenza principale non sta nel livellodi intelletto, civiltà oistruzione.

Il fatto è che l’uomomoderno soffre didipendenza da informazioni,non è in grado di fare a menodi un flusso esterno diinformazioni. E questoflusso, alla fine, funziona da

 

fattore chiave responsabiledell’immersione della gentenello stato di profondo sognocollettivo.

Ovviamente laconsapevolezza dei popoliche hanno vissuto duemilaanni fa era superiore dialcuni ordini di grandezzarispetto a quella degli uominidi oggi. Non per caso iricercatori spirituali cercanodi attingere alla saggezzamillenaria delle culture

 

antiche, anche se è una cosa amalapena possibile, perchéaltri erano gli uomini diallora. E questo significa chei loro e i nostri percorsiverso l’illuminazione non

ossono in alcun modocoincidere. Dobbiamodepurare il nostro corpo e lanostra coscienza prima di poterci avvicinare,foss’anche di un solo passo, aquei saperi che possedevanogli antichi.

 

Da quando la nostra civiltàha imboccato la viatecnogena di sviluppo, sisono attivate delle leggi chein precedenza non simanifestavano in alcunmodo. Oggi l’azione diqueste leggi fa sì che latecnosfera si stia contraendoirreversibilmente in“matrix”. La “matrix” è unasorta di conglomerato, unsistema in cui alla personaviene attribuito il ruolo di

 

 batteria di alimentazione.Film come Matrix  eSurrogates  ( Il mondo deireplicanti) non sono unaiction  ma il nostro non

lontano futuro. E non èneppure una questione delletecnologie da cui l’uomo sifa circondare. Quando le

ersone entrano in una retecomune di informazioni (osocial network  , se volete), siritrovano in balia del  sistema.  Non sono loro a

 

gestire il sistema ma èquest’ultimo che le controllae le assoggetta. Nellaragnatela di informazioneglobale è una cosa che si puòfare facilmente.

Come diceva V.I. Lenin:«Il comunismo è il poteresovietico piùl’elettrificazione di tutto ilPaese». Queste parole, allaluce di quanto sopra, possonoessere parafrasate come

 

segue: la “matrix” è unidiotismo generalizzato piùla cyborgizzazione di tutta la società. Invece lacyborgizzazione della societàè, di nuovo, un idiotismo

eneralizzato più l’unione ditutti gli idioti in una stessarete sociale.  Suona un po’eccentrico, ma in sostanza è proprio così. Lo scopo principale di questa reteconsiste nel dare dei comandicentralizzati, che poi

 

verranno ciecamente eseguitidai suoi utenti, immersi inuno stato di anabiosicollettiva.

Dunque, la costante paradossale di cui si dicevaall’inizio consiste nel fattoc h e l’evoluzione dellacoscienza, compiendo la suavoluta di turno, non sale al livello superiore ma ritornaindietro, al suo punto di

artenza.

 

Capite cosa stasuccedendo? In quest’ottica,è naturale che insieme allateoria dell’evoluzione stiarecentemente acquistandosempre più popolarità lateoria dell’involuzione. In base ad essa, le scimmie nonsarebbero gli antenati degliesseri umani ma le lorodiramazioni più basse, idegradanti. Credo, tuttavia,che non sia “ladisumanizzazione” a

 

minacciarci, quanto meno nel prossimo futuro, mentreinvece la cyborgizzazione mi pare un esito assai probabilee assai prossimo.

Forse le storie dell’orroresulla fine del mondo, quellecon cui amiamo spaventarci avicenda, come fanno i bambini nelle colonie dopo la buonanotte, non hanno alcunrapporto con la realtà? Checosa ci aspetterà: ilriscaldamento o il

 

raffreddamento globale,un’alluvione o la caduta di unmeteorite? No, niente di tuttoquesto, non sembra. Troppo prevedibile per un finale cosìtragico. La fine, secondo loscenario classico, devearrivare quando nessuno sel’aspetta. Allo stesso modo,dal nulla e improvvisamentearriva il sogno. E allora ladomanda che si pone è: nonsarebbe ora di preparare unafuga dalla fattoria?

 

RIEPILOGO

  La consapevolezza è la possibilità di orientarsi con lucidità nella realtà circostante e rendersi conto di dove si è, di cosa si sta facendo in un determinato momento, del perché e del fine per cui lo si sta facendo.

  La competenza in materia di scienze e la capacità di premere i pulsanti non garantiscono affatto il rischiaramento della coscienza, ma esattamente l’opposto.

 

  Se la sfera di attività si restringe bruscamente,anche la coscienza, di conseguenza, ristagna in un campo ristretto.

  Nella società industriale l’individuo si trasforma in un ingranaggio cui non si richiede di avere una grand mente.

  L’introduzione di tecnologie per la produzione e la preparazione di alimenti ha portato a un aumento delle malattie degenerative e all’obnubilamento della coscienza.

  L’uomo moderno è 

 

realmente informazione- dipendente e non è già in grado di fare a meno di un flusso di informazioni proveniente dall’esterno.

  Questo flusso, alla fine, è un fattore chiave responsabile dello stato di profondo sogno collettivo in cui versa la società.

  Il nostro percorso verso l’illuminazione e quello che fu seguito dai popoli antichi non può in nessun modo coincidere.

  La “matrix” è una sorta di conglomerato, di sistema dove l’uomo viene relegato 

 

al ruolo di batteria di alimentazione.

  Quando le persone finiscono nella rete comune dell’informazione (o nella rete sociale, come preferite), si trovano alla mercé del sistema.

  L’evoluzione della coscienza, facendo la sua voluta, non sale a un gradino superiore ma torna indietro al punto di partenza.

NOTE A MARGINE

La storia dell’inno ha

 

trovato una continuazione.Nell’estate di quest’anno(2011) ho letto una notiziache non posso esimermidal riportare qui quasitestualmente, conl’omissione dei nomi propri:«Dal prossimo anno, glistudenti delle scuole delleregioni di Belgorod eKostroma prima dell’iniziodelle lezioni canterannol’inno della FederazioneRussa. Lo ha annunciatovenerdì a Lipeck, allariunione del consiglio delDistretto Federale Centraleper le politiche familiari,l’inviato del presidente.

 

[Ora è stato promosso auna carica più alta; N.d.A.].Egli ha anche aggiunto chel’inno verrà eseguito daglistudenti dalla primaall’undicesima classe, eche “questa è un’ottimaidea”. L’inviato delpresidente ritiene chevarrebbe la pena diestendere quest’esperienzaanche ad altre regioni,comunica l’ITARTASS».Ecco come stanno le cose.

 

Il controllo delsupporto vitale

Paradossalmente, alsistema serve ed è comodoche i suoi ingranaggi nonsiano completamente sani. Il potenziale energetico, e diconseguenza la forza

 

dell’intenzione, dipendonodirettamente dalla salute.L’ingranaggio deve averel’energia sufficiente per adempiere alle sueresponsabilità, né più, némeno. In caso contrario, esso potrebbe togliersi dal suo posto e cominciare ad andarein giro dove gli pare, e questodev’essere impedito.Compito del sistema ètrattenere l’ingranaggio nellacelletta che gli è stata

 

assegnata.Il nostro compito, per 

contro, è guadagnare unaquantità di energia e di liberavolontà sufficienti per disporre autonomamente delnostro destino. Immaginateche voi, credendo di esseredegli individui indipendenti,di fatto risultate essere soloun piccolo algoritmo in uncomplesso modulo di software. La vostra funzioneè quella di sommare numeri,

 

come nel ciclo: ora opera…somma, poi torna indietro, dinuovo somma… poi aspettafino a quando si rivolgono ate di nuovo… E così per tuttala vita.

Oppure provate aimmaginarvi come deitransistor nei circuiti di unascheda madre, che consiste inmilioni di transistor comevoi. Ognuno esegue la suafunzione specifica nello

 

spazio apposito. Qualcuno èfinito in un buon posto, senza polvere, fresco, con untraffico di megabit  tranquillo.Qualcun altro deve invecelavorare fino allo sfinimentoin un processoresurriscaldato, come in unaminiera di carbone. E non può fuggire da nessuna parte.Dove vuoi fuggire, lontanodal tuo villaggio natale? Lì,nella capitale, sotto le luciincassate a soffitto, in

 

comode poltrone, sicrogiolano i fortunati. Tu nonhai avuto fortuna, sei dovesei.

E l’uomo crede veramenteche la sua situazione non si possa cambiare. Beh, come posso avere una casa mia seho uno stipendio misero?Beh, chi mi può dare un posto di lavoro ben pagato senon ho né esperienza néconoscenze? In che modo posso fuggire, togliermi dal

 

mio posto, se sono solo untransistor o un frammento dialgoritmo?

E tuttavia è possibile.Alzarsi e partire per unviaggio autonomo attraversoil labirinto dei circuiti e dellecurve del software, dove tuttigli altri stanno seduti al loro posto, attaccati alle lorocellule; andare ovunque,anche nei recessi più remotidella “matrix”, vagando nel

 

suo megamondo fino a chenon si trovi il tuo angolo,riservato apposta per te,l’angolo dove sarai libero efelice.

Ma all’inizio questo stessotransistor o algoritmo devecapire chi è e dove si trova. E per questo gli è necessarioa v e r e energia libera echiarezza di coscienza, proprio ciò di cui la “matrix”lo deruba. Il sistema non hanecessariamente bisogno di

 

 piazzare ventose nel corpoumano o incorporare chipnella testa. Ha altri metodi,non così spettacolari, ma nonmeno efficaci. Il sistemasocchiude letteralmente losportellino dell’uomo, lavalvola del suo supportov i t a l e .  Affinché l’energiavitale scorra, ma non troppo.

Come si fa? Prima ho giàriportato un paragone tra ivasi sanguigni e gli alvei dei

 

fiumi. Il sistemacardiovascolare per l’organismo è un sistema diirrigazione  cheapprovvigiona ogni organo eogni cellula di ossigeno, disostanze nutritive e dellecosiddette “squadre dimanutenzione,” cheintervengono se qualcosa vastorto. In aggiunta al sistemadi irrigazione vi è anchequello di drenaggio, ilsistema linfatico. I vasi

 

linfatici funzionano comeuna sorta di condottefognarie per il drenaggio dei prodotti metaboliciaccumulati. Se i sistemi diirrigazione e di drenaggio inalcuni punti o in tutto ilcorpo si deteriorano, il ciclodi vita normale viene violato,il potenziale energetico calae subentra la malattia.

Con l’età i piccoli vasisanguigni e linfatici siostruiscono e si atrofizzano.

 

La rete dei capillari “si prosciuga”, cessando diessere fitta e ramificata come prima. Ne risulta che il corpoumano alla fine della sua vitasi trasforma in un desertosecco o in una paludestagnante. Sia una cosa chel’altra significano morte.Però, fintanto che scorreancora qualche rivolo lungogli alvei, la vita in qualchemodo arde.

 

Se prima, solo alcunidecenni fa, i sistemi diirrigazione e drenaggioandavano da soli in degrado,secondo un processonaturale, ora la situazione ècambiata radicalmente. Oggiil processo di ostruzione edegrado dei vasi sanguigni siè significativamenteaccelerato sotto l’influenzadei fattori tecnogeni. Glialimenti tecnogeni intasanoconcretamente e direttamente

 

i vasi sanguigni, perché “gliimpianti di depurazione”dell’organismo non riesconoa far fronte all’attacco dellesostanze chimiche esintetiche, mentre leradiazioni elettromagnetichesono tali che gli eritrocitielettrizzati si compattano ingrappoli, dando vita a deiconglomerati. Quando unconglomerato di questogenere finisce in uno strettocapillare, lo ostruisce e lo fa

 

 progressivamente atrofizzare.

Il cervello dell’uomo che passa la maggior parte delsuo tempo attaccato altelefono cellulare èsottoposto agli stessi effettiche subisce il cervello di un bevitore, perché una qualsiasiquantità di alcol, similmentealla radiazioneelettromagnetica, provocal’agglutinamento deglieritrociti, i globuli rossi. Per 

 

i grandi vasi questi coagulinon rappresentano un rischio particolare, anche se ilsangue in un tale stato èovviamente molto menofunzionale. Nella testa la situazione è

 ben diversa. Il cervelloumano è composto damiliardi di neuroni. Ognunadi queste cellule nutre il suomicrocapillare ed esso è cosìsottile che i globuli rossi possono introdurvisi solo in

 

un’unica fila. E quando alla base del capillare si avvicinaun conglomerato di eritrociti,il capillare si ostruisce edopo pochi minuti il neuronemuore per sempre.  Dunque,tenersi abbracciati alla bottiglia o al cellulare,l’effetto è lo stesso: ilcimitero delle cellulecerebrali morte è in rapidacrescita.

Chiaramente, se

 

l’ingranaggio non necessitadi un gran cervello, suquest’effetto si possonochiudere gli occhi. Le riservedel cervello sono abbastanzagrandi, e anche le sue possibilità vengono usatesolo per una piccola percentuale, fino allavecchiaia gli possono bastare. È come se la Saggia

atura avesse calcolato che èmeglio disabilitare l’uomo diuna parte significativa del

 

suo cervello e provvedere piuttosto a fargli avere dellesolide riserve di resistenza.

Ma c’è un altro pericolo:l’insorgenza di un tumore al cervello a seguito diun’esposizione costante alleradiazioni elettromagnetiche.I produttori di cellulari e glioperatori di rete sono perfettamente a conoscenzadel problema, ma non se ne preoccupano. Li preoccupanosolo i guadagni. Gli utenti del

 

telefono o non ne sono alcorrente, o permangono inuno stato di cosiddetta“sicurezza da appartenenzaalla mandria”. Del resto, tuttiusano i cellulari. Non possono mica essere tuttiidioti, è vero o no?

Ebbene, vi do una bellanotizia: possono! L’uomo èin grado di rimanere quantovuole in uno stato di euforiaspensierata, senza prestare

 

attenzione ai segnali diallarme, e ciò fino a che un problema non finisce per toccarlo specificatamente ofino a quando non gli diventaevidente che l’intera mandriaera stato alimentata per lamacellazione.

Fino agli anni Ottanta delsecolo scorso tutti avevanoaccolto con entusiasmo lacomparsa di materiali edilizia basso costo a base diamianto. Agli avvertimenti

 

degli esperti sulle proprietàcancerogene di questominerale nessuno prestòattenzione e i produttori diamianto ebbero alloraoccasione di arricchirsi. Inseguito furono registrati casidi tumori di massa mal’industria dell’amianto eraed è un businessmultimiliardario e i produttori ebbero a lungol’opportunità di “lobbyzzare”i loro interessi facendo il

 

 possibile per dimostrarel’“assoluta innocuità” delmateriale.

Attualmente l’amianto ècompletamente vietato solonei Pae si dell’UnioneEuropea. La guerradell’amianto non è ancorafinita. Perché? Perché iltempo non è ancora giunto. Ilfatto è che i tumori sisviluppano in tempi moltolunghi, circa 35-40 anni. Se

 

si considera che l’utilizzodell’amianto ha raggiunto ilsuo apice alla fine degli anniSettanta inizio degli anniOttanta, non è difficile capireche il picco della diffusionedei tumori è ancora di là davenire, subentrerà tra il 2015e il 2020. Il meccanismo aorologeria sta ancoraticchettando.

È evidente che leconseguenze della largaintroduzione della

 

comunicazione mobileaffioreranno verso il 2035. Diche natura e portata saranno,nessuno ancora lo sa. La cosa peggiore è che si tratta di unesperimento su scala globale,condotto sull’intera umanità,e siccome le radiazionielettromagnetiche, tra le altrecose, comportanocambiamenti genetici, èlecito supporre che tale folleesperimento coinvolga nonsolo la generazione presente

 

ma anche quelle future, nonancora nate.

A qualcuno potrà forsesembrare che io stiagonfiando artificialmente il problema. Ma anche se cidimenticassimo dellestatistiche relative allesindromi di originetecnogena, quelle che ho giàmenzionato, e prendessimoad esempio due categorieopposte, quella degli iscrittialla leva e quella degli atleti

 

 professionisti, otterremmouno scenario inquietante.

Ora gli iscritti alla levavengono selezionati in baseai requisiti minimi dellostato generale di salute. InRussia oggi il 30% deigiovani in età da serviziomilitare viene riconosciutocome non idoneo alla leva.Provate a immaginare: unosu tre è fisicamente nonidoneo. Per quanto mi

 

ricordo, trent’anni favenivano esentate per malattia solo poche unità, eciò nonostante allora irequisiti fossero ben piùrigidi. Oggi sono costretti adabbassare fortemente irequisiti minimi per poter reclutare almeno qualcuno.

Gli atleti professionisti,dal canto loro, sono deifarmacodipendenti. Sembrache per qualche motivo non possano concorrere e vincere

 

le gare senza stimolanti.Così, per aumentarel’emoglobina devonoassumere preparati arricchitidi ferro. Ma per far sì che ilferro venga assorbito megliodevono prendere un altrofarmaco. Questo preparato, asua volta, provoca bruciore distomaco e per contrastarloserve prendere un’altramedicina ancora.Quest’ultima causa disturbidel sonno e quindi bisogna

 

 prendere qualcosa control’insonnia. E via così, in uncircolo vizioso. Nessuno si preoccupa di capire seoccorra o no assumerestimolanti e integratori. Ci si preoccupa solo di definireche cosa, tra tutte le sostanzechimiche assunte dagli atleti,sia da riferire al doping   ecosa no.

La medicina non si preoccupa particolarmente ditutti questi fatti. Piuttosto il

 

contrario. La medicina, e lafarmacologia con essa, sonoun enorme business  che nonha affatto bisogno di pazientisani. Siete ancora in buonasalute? Allora ci pensiamonoi!

E come la mettiamo colsistema? Possibile che siainteressato ad esaurirecompletamente i suoiingranaggi? Certo che no.Come ho già detto, un

 

elemento del sistemadev’essere sano, carico dienergia e in grado diintendere e volere quel tantoche basta per adempiere allesue responsabilità, né più, némeno. Non servono dotifisiche particolari. La produzione sta diventandosempre più automatizzata e persino le tecnologie militarisi stanno muovendo in unadirezione tale che per guerreggiare presto

 

 basteranno i tasti e i joystick .Dunque, lo sportello del 

 supporto vitale  vieneutilizzato proprio per laregolazione dellaunzionalità. Le radiazioni

elettromagnetiche e il cibosintetico premono su questosportello. La medicina e lafarmacologia aiutano inqualche modo a tenerlo alivello, avendo cura però dinon aprirlo troppo. Alla fine,se una persona accetta tutti i

 

 prodotti, i termini e lecondizioni del sistema, la suasalute, il suo potenzialeenergetico e il suo grado diconsapevolezza risultano bloccati in un vicolo senzauscita, quello del né più, némeno. Questo corridoio funge praticamente da particolarecellula di “matrix” che nonconsente di liberarsi e andarein cerca del proprio percorso,fosse anche nella strutturastessa della “matrix”.

 

In questo modoall’ingranaggio non sirichiede molto, e il suocompito consiste in quantosegue:

Siediti al tuo posto dilavoro, nella tua cellula,e premi i pulsanti come previsto. Crea i prodottidel sistema e consumatutto quello che ti fornisce. Rispetta laregola del pendolo “fai

 

come faccio io”. Segui il  principio della società:“Se tutti lo fanno, alloraè giusto”. E che non tivenga in mente diabbandonare le filacomuni! Mal’importante è che tu sia sempre connesso, sempre in rete. Sii nel  sistema e non lasciare i gadget che ti servono per esserlo. Prendi parte al coro collettivo

 

di “cliccate” e  likate1

 per essere in costanterisonanza con laragnatela, per esserneuna sua parte. Noncercare la tua strada, tidirigeranno. Non pensare, non turbare latua testa, ti diranno e timostreranno tutto. Il tuocompito è quello diimparare a cliccare e al i k a r e al livello più primitivo, formare in te

 

 stesso i necessaririflessi condizionati per likare correttamente nel  posto giusto e al momento giusto, con untasto o con il mouse, col carrello della spesa ocon un bollettinoelettorale. E quando scoccherà l’ora, sii pronto a riempire le filanumerose di coloro che si trascinano, tutti inriga, di qua o di là…

 

insomma, dove, te loindicheranno. L’importante è che tu,ingranaggio, sia pronto.

RIEPILOGO

  L’ingranaggio deve avere un’energia sufficiente per eseguire le sue funzioni, né più, né meno.

  Il sistema dischiude letteralmente all’uomo lo sportello, la valvola del suo supporto vitale, affinché 

 

l’energia vitale scorra, ma non troppo.

  Se i sistemi di irrigazione e drenaggio in alcuni punti o in tutto il corpo si stanno deteriorando, il ciclo di vita normale si altera, il potenziale energetico diminuisce e subentra la malattia.

  Oggi il processo di ostruzione e atrofia dei vasi sanguigni è significativamente accelerato sotto l’influenza dei fattori tecnogeni.

  Gli alimenti di origine tecnogena intasano 

 

direttamente i vasi sanguigni, perché “gli impianti di depurazione” dell’organismo non riescono a contrastare le sostanze chimiche e sintetiche.

  Le radiazioni elettromagnetiche agiscono in modo tale da provocare la costituzione di conglomerati,l’agglutinamento in grappoli degli eritrociti.

  Rischio di tumori cerebrali causati da una costante esposizione alle radiazioni elettromagnetiche.

  Le conseguenze di una 

 

larga diffusione della comunicazione mobile cominceranno ad affiorare intorno al 2035. Si tratta di un esperimento su scala mondiale condotto su tutta l’umanità.

  Lo sportello del supporto vitale viene utilizzato per regolare la funzionalità della persona.

NOTE A MARGINE

Per quanto folle suoni, nelsistema tecnogeno (sesiete veramente nel

 

sistema, nella fattoria) l risorse del vostro support vitale non sono a vostra disposizione.  Qualcunocontrolla il vostro sportello.O gestisce il vostrodestino. Ebbene, chidovrebbe farlo? Voi o unaqualche forza esterna?

 

Aprire losportello

Al fine di riprendersi inmano il controllo del propriosupporto vitale occorre fareuna cosa semplice: cessare diingoiare le pillole delsistema.

 

Prima di tutto occorrerinunciare ai cibi contenentiOGM, ai prodotti chimici,sintetici, e agli integratorimimetizzati sotto l’etichettadi “naturali”. Gli alimenti biologici non hanno bisognodi alcun integratore. Occorrequindi impegnarsi il più possibile per minimizzare la presenza di prodotti chimicie sintetici nel quotidiano.

In secondo luogo ènecessario utilizzare il

 

telefono cellulare per il suoscopo principale, cioé cometelefono (e, quando serve,disabilitare la modalitàradio). Prenderlo in manosolo quando è veramentenecessario, tenerlo lontanodal corpo e soprattuttolontano dalla testa. L’unicomezzo efficace per evitare leradiazioni dirette al cervelloè l’uso di auricolari, cuffiettee microfono con cavo.Proprio con cavo e non

 

tramite qualche altro mezzodi emissione-radiazione.

In terzo luogo bisognadosare consapevolmente ilflusso di informazioni iningresso, così come il propriocoinvolgimento diretto nellaragnatela di informazioneglobale. Su questo cisoffermeremo più avanti.

Si tratta di misure di primanecessità, utili per staccarsidalle ventose della “matrix”.

 

Ma anche questo non èsufficiente. Occorre ancoraaprire lo sportello tenuto premuto dal sistema.

ianimare i sistemi diirrigazione e drenaggio.

Ripetiamo ancora unavolta il motivo per cui ènecessario. I capillarivascolari e linfatici con l’etàdeperiscono, si prosciugano.Il sistema tecnogeno acceleraquesto processo. È per questoche la vita dell’uomo

 

moderno cade letteralmentein una forbice che va dai 20ai 40 anni. Prima dei venti,come giovane specialista nonsi è ancora  utili, poiché simanca di esperienza, e dopo iquaranta non si è già  piùutili, perché tutto quello chec’era da spremere è statospremuto. Per lo stessomotivo dopo i quaranta nonsi è più interessanti per ilsesso opposto, e il piccocreativo è già alle spalle. Non

 

si è fatto in tempo acominciare a vivere che è giàtutto passato. Non è forsestupido?

Anche le malattie stannorapidamente ringiovanendo.Ripetiamo ancora una voltauna semplice verità che, per qualche motivo, nessuno pronuncia chiaramente adalta voce e di cui probabilmente pochi sirendono conto: il sistema ha

 

bisogno di elementi non del tutto sani, diversamente

otrebbero fuoriuscire dal  suo controllo.  Certo, doveteandare a lavorare edesercitare le vostre funzioni,ma dovete anche ammalarvicronicamente, farvi visitaredai medici e prenderemedicine. Solo in questomodo soddisferete i requisitidel sistema.

La malattia, come si sa,insorge quando viene alterata

 

la microcircolazione deimezzi interni, del sangue,della linfa, del liquidointracellulare. Oltre allemalattie di per sé, effetti deldisturbo dellamicrocircolazione sonoanche il sovrappeso,l’obesità, la cellulite,l’invecchiamento precoce, ladiminuzione della massamuscolare, della potenza,dell’intelligenza, dellavitalità in generale. Il fatto

 

che l’80% di tutto il sanguesi trovi nei capillari parla giàda solo. Lo sportello si trova proprio là e lo si può aprirecon l’aiuto dell’attivazionedella microcircolazione del  sangue e della linfa.

I metodi sono noti datempo: il movimento,l’attività fisica, le breviabluzioni con l’acquaghiacciata, le docce dicontrasto, i bagni di vapore.Tuttavia, il metodo migliore,

 

scoperto all’inizio del secoloscorso, è costituito dallacapillaroterapia  e, in particolare, dai bagni ditrementina. Questo metodo èstato elaborato da unoscienziato russo, il professor A. Zalmanov. In ricercheanaloghe si era impegnatoanche il professore A. Krog,danese, che grazie ai suoilavori ricevette il Premio

obel.

 

L’essenza del metodo è difar circolare attivamente ilsangue e la linfa attraverso ivasi. La capillaroterapia èuna stimolazione del movimento dei flussi per tuttele reti del supporto vitale. Sesi riesce a ripristinare ilnormale funzionamento diqueste reti e a ripristinare iflussi vitali in base ad esse,allora l’organismo riacquistada solo la sua funzionalità,riattivando le difese

 

immunitarie e un normalemetabolismo, indispensabili per non ammalarsi, sentirsi pieni di energia ed essere di bell’aspetto.

In qualità di stimolatoreviene usata la trementina, unolio essenziale estratto dallaresina delle conifere. Il bagno a base di trementinafunziona nel modo seguente:i recettori cutanei vengonostimolati, i capillari vascolarie linfatici vengono scossi, si

 

allargano e si attivano. Oltreai capillari, migliora la

ermeabilità delle fibrenervose, si ripristina e sinormalizza il sistemanervoso autonomo. Comerisultato, lo sportello del  supporto vitale, tenuto

remuto dalla “matrix”, siapre.

Per preparare i bagni ditrementina si devono usare,ovviamente, non le

 

formulazioni tecniche ma deicomposti speciali:un’emulsione bianca e unasoluzione di colore giallocontenente trementina di altaqualità. Nonostante il fattoche questo metodo sia statoinventato un secolo fa, ogginon è stato dimenticato perché funziona davvero.

on tratta i sintomi maelimina la causa, e per questofunziona realmente. Questa èmedicina preventiva, ed è a

 

disposizione di chiunquevoglia prendere su di sé ilcontrollo del propriosupporto vitale.

I composti inventati dal professor Zalmanov sonoancora venduti in farmaciacome cento anni fa. Unmezzo migliore per ripristinare lamicrocircolazione non è statoancora inventato. Per lemultinazionali farmaceutichedel sistema, a dispetto di tutti

 

i loro sforzi, è evidentementeancora difficile rimuovere ofar cadere nell’oblio unmezzo che guarisceveramente e non “muove losportello” avanti e indietro.

A dire il vero, bisognaammettere che non tutti i produttori produconocomposti di trementinadavvero di qualità, comefanno spesso con tutto ilresto. C’è però un istituto,

 

“NII Naturoterapii” (Istitutodi ricerca di naturopatia), chesi occupa intensamente delmetodo Zalmanov. La sualinea di prodotti Skipofit attualmente può essereconsiderata una dellemigliori.

Sorprende, naturalmente,che nel mondo dei pendolidella medicina tecnogena sisiano ancora conservate delleisole dissidenti di medicinavera, di prevenzione. Che mi

 

fa piacere sostenere(ovviamente in mododisinteressato):http://skipofit.ru.

I bagni di trementina, per iloro effetti, si suddividono in bianchi, gialli e misti.

 L’emulsione bianca provoca contrazioni ritmichedei vasi capillari e a causa diesse la pelle brucia e pizzicaleggermente. Al contempo ivasi dormienti si dilatano e

 

ripristinano la lorofunzionalità. Aumenta la pressione sanguigna.

 La soluzione gialla  ha unforte effetto depurativo, provoca sudorazione, dilata icapillari, li pulisce, eliminale tossine e le scoriedall’organismo. Abbassa la pressione sanguigna.

 I bagni misti condividono ivantaggi dei bagni bianchi edi quelli gialli.

 

L’applicazionedell’emulsione bianca, dellasoluzione gialla o di unamiscela di entrambe dipendedal livello di pressionesanguigna, dallecaratteristiche e dalle preferenze individuali. Non ci sono regole rigide,

tuttavia si consiglia diattenersi alle istruzionifornite nelle confezioni. Lecontroindicazioni sono poche, e il dottor Zalmanov

 

riteneva che i bagni non possono causare danni adalcuno, se presi conmoderazione, facendosiguidare dal proprio stato disalute e impedendo evidentidisagi. Le modalità principalidei bagni sono le seguenti:riempire la vasca con acquacalda, a una temperaturacompresa tra 36 e 39 °C. Latemperatura dev’essere sceltaa seconda dello stato disalute e di benessere. Non

 

 bisogna provare alcundisagio evidente. Per una persona sana una temperaturadi 39 °C è da considerarsinormale.

Per la prima volta prendere1-2 cucchiai da cucina diemulsione bianca o disoluzione gialla, mescolarlicon la stessa quantità diacqua calda, versare il tuttoin un contenitore di 3-5 l (per esempio un secchio),riempire tale contenitore di

 

acqua calda, mescolare benee versare nella vasca da bagno. Poi, con lo stessosecchio, attingere dall’acquadella vasca e riversare lastessa acqua dall’alto, per fare in modo che essa siamalgami per bene e ilcomposto si emulsioni.

La durata del bagno è inmedia di quindici minuti, masi può stare immersi di più, aseconda di come ci si sente.

 

Dopo un po’ si comincia asudare e si prova un leggeroformicolio o una sensazionedi bruciore. Insieme alsudore, l’organismo eliminanell’acqua le scorie e letossine. Se il bruciore è forte,significa che la dose delcomposto va ridotta. Seinvece non si prova alcunasensazione, occorreaumentare il dosaggio. Se si provano brividi osurriscaldamento o altri

 

disturbi, allora bisogna usciredalla vasca. L’efficacia deltrattamento può esserenotevolmente migliorata sedurante un bagno siconcentra la propriaattenzione sulle seguentiforme-pensiero:

 Il mio organismo si stadepurando, si starinnovando, si staristrutturando (staringiovanendo). Sto

 

eliminando le tossine ele scorie. Nel mioorganismo pulitol’energia fluisce facilmente eliberamente. Sembro un fiume di montagna. Sonoun fiume di montagna, pulito, veloce, potente. Il fiume di montagnalava via tutti i ristagni,tutte le impurità del mioorganismo. Tutte le scorie, le tossine, il 

 

muco e i parassitivengono lavati via. Sonoun fiume di montagnadalle acque pure.Si stanno completamenteristabilendo il sistemacircolatorio, quellolinfatico e quellonervoso. Il sistemacircolatorio è come un sistema di irrigazione,nutre ogni organo, ognicellula di tutto il necessario. Il sistema

 

linfatico è un sistemadrenante, eliminadall’organismo le scorie, le tossine e i prodotti metabolici. Il mio sistema nervoso è il  sistema di controllo del mio organismo. È a miadisposizione e miobbedisce. Il sistemanervoso si sta stabilizzando, mi sentotranquillo, sicuro.

 

Ogni capillare sanguigno che prima eraassopito, ora si sta svegliando, riscuotendo,rianimando, riattivando, sta depurando se stessoe quanto è intorno ad esso. Il mio intero sistema di irrigazione si sta restaurando e sviluppando.Ogni capillare linfaticoche prima era assopito,ora si sta svegliando,

 

riscuotendo,rianimando, riattivando, sta depurando se stessoe quanto è intorno ad esso. Il mio intero sistema di drenaggio si sta restaurando e sviluppando. Ogni fibranervosa si starisvegliando,riscuotendo,rianimando, riattivando.Ora ho un sistemanervoso sano e forte.

 

Sono tranquillo e sicurodi me. I sistemi di irrigazione,di drenaggio e quellonervoso si stannocompletamenteristrutturando e sviluppando. Ogniorgano, ogni cellulariceve una manutenzionetempestiva e di qualità. Le sostanze nutritive el’ossigeno arrivano per tempo, e i prodotti

 

metabolici vengonoeliminati per tempo. Oratutto il sistema di supporto vitale è a miadisposizione. Man manoche si depural’organismo, lacoscienza si rischiara. Ho una mente chiara. Riesco a vedere tuttochiaramente, a capirechiaramente e aesprimermichiaramente. Ho un

 

 forte potenzialeenergetico, un intellettoe una coscienza potenti. Posso facilmente far  fronte a qualsiasi problema. Gestisco lamia realtà. Si staripristinando un’ottima salute. Nel corpo èiniziato un processo dirigenerazione e diringiovanimento. Il  processo diinvecchiamento si è

 

invertito. Mi sento pienodi forze e di energia. Houn ottimo aspetto. Lamia ottima salute siriflette sul mio aspetto fisico. Sono la perfezione fatta persona.

Le forme-pensiero possonoessere ridotte o integrate,modificate o alterate a piacimento. L’unica cosa chenon si deve fare è accennare,

 

seppur minimamente, ai problemi (ad esempio, “lamalattia sta passando”).

essun problema, nessunamalattia, solo un chiaroorientamento in direzionedella perfezione e dello sviluppo. Pronunciate tra voiquello che desiderateraggiungere.

Ovviamente il bagno di per sé assolve già ai suoicompiti, ma insieme alleforme-pensiero la sua

 

efficacia aumentanotevolmente. Come sapete,il Transurfing raggiunge ilsuo massimo risultato seviene applicato un approcciointegrato: come pensiamo,come mangiamo, come cimuoviamo.

Potete stare certi che tuttociò funziona alla perfezione,ve ne accorgerete da soli. Leforme-pensiero nel bagnofunzionano in modo

 

 particolarmente potente perché l’acqua registra su disé l’intenzione che voidichiarate.

La vasca da bagno funge inun certo senso da risonatoredi informazione, che ripete eamplifica le vostre forme- pensiero.

Fissate l’intenzione sulfine. Esso può essere unoqualsiasi, ma in questo casosarebbe più logico puntare la

 

 propria attenzione sullasalute. Se ci saranno lasalute, un forte potenzialeenergetico e una mentechiara, tutto il resto arriverà.

Se mentre siete immersinella vasca provate unfastidio, di qualsiasi tipo essosia, dovrete ammorbidire i parametri: o il dosaggio delcomposto, o la durata del bagno, o la temperatura.Ricordate che un fastidio palese non sarà di

 

giovamento. In queste cosedevono prevalere lamoderazione e la gradualità.

Se, usciti dalla vasca da bagno, provate un capogiro, potete sedervi per un po’.Passerà presto.

La dose del compostodev’essere aumentata di voltain volta di mezzo cucchiaio.Come misurino potete usareun bicchierino di plastica, sulquale potete segnare con un

 

 pennarello il livello delladose precedente. La dosemassima è di 150-180 ml.Dopo aver raggiunto la dosemassima, non serveaumentare ulteriormente,anche se non avvertite più bruciore.

Se la pressione arteriosa èsuperiore al normale, sarebbeconsigliabile, i primi tempi,finché non si normalizza,fare un bagno giallo.

 

Viceversa, se la pressione è bassa, è meglio fare un bagno bianco. Nell’uno e nell’altrocaso si può fare un bagnomisto, metà del composto bianco e metà giallo.

Le persone con pressionesanguigna normale possonoalternare bagno bianco e bagno giallo. Ad esempio,fare un giorno un bagno bianco, un altro giorno quellogiallo e il terzo giorno un bagno misto. Oppure passare

 

interamente ai bagni misti.Scegliete voi quello che preferite sulla base dellevostre sensazioni.

Uscendo dal bagno, senzaasciugarsi ci si deveavvolgere in un accappatoiodi cotone, si devonoindossare caldi calzetti dilana o di lino e si deve andarea letto, coprendosi con unacoperta calda. Questa è la parte successiva del

 

trattamento. Bisogna staresdraiati per trenta-quarantaminuti. Durante questo periodo continua lasudorazione e la leggerasensazione di bruciore sulla pelle: il composto ditrementina continua a fareeffetto.

Questo stesso tempo puòessere sfruttato a vantaggiodei propri fini. Per esempio,si può approfittare

 

dell’occasione per esercitarela tecnica delle diapositive odedicarsi a quello cui disolito non si ha il tempo di pensare perché si è sempreoccupati e non c’è mail’occasione per sedersi ostendersi con calma eriflettere su qualcosa. Quindisi può concentrare la propriaattenzione sul proprio fine ericavarci un vantaggio. Almattino si possono impostarei compiti per il giorno, che

 

così si realizzano piùfacilmente. La sera si possono constatare i successi,così essi si rinforzano.Quest’occupazione porteràsicuramente nella vostra vitaqualcosa di nuovo, qualchefrutto.

Se il trattamento vieneeseguito prima di andare aletto, ci si può addormentare.Tuttavia, per un pieno effettodi risveglio e spinta di tutti isistemi del supporto vitale, è

 

meglio fare quest’operazioneal mattino. In questo caso,dopo essersi alzati dal letto, bisogna ritornare in bagno,versare all’inizio in ungrande catino (che si possafacilmente sollevare)dell’acqua fredda e metterlosu un asse disposto a pontetra le estremità della vasca(per non dover sollevare ilcatino da terra). Più fredda èl’acqua, meglio è.

 

Poi fare una doccia tiepidao calda (ma non molto) per riscaldarsi, se ci si èraffreddati, e per lavarsi didosso tutto quello che èuscito insieme al sudore. Se èstata utilizzata la soluzionegialla, è meglio lavarsi anchecon il sapone. Dopo essersiriscaldati bisogna versarsiaddosso l’acqua del catino erisciacquare il corpo conl’acqua fredda della doccia per alcuni secondi. A questo

 

 punto si capirà fino in fondocosa significhi “aprire losportello”: l’energia fluiràcon una potenza che non si èmai sperimentata primad’ora.

Coloro che hanno problemidi cuore e di pressionedovranno però stare attenti ausare l’acqua fredda. Sarà piùopportuno aumentaregradualmente il contrasto ditemperature, passando daun’acqua tiepida a una via

 

via più fredda. Se la saluteversa in un cattivo stato, ilmotto dovrà esseremoderazione e gradualità.

on ci si deve portare a unostato di palese disagio.

Prima del trattamento,durante e dopo, si deve beremolto, ma solo acqua otisane. Se non volete bagnarei capelli, potete utilizzare unacuffietta per la doccia.(Spiego tutto in modo così

 

dettagliato perché ci sono persone che non hanno maifatto nulla di simile e per lequali tali informazioni possono essere importanti).

La razione alimentare nondeve contenere prodottisintetici da supermercato némedicine. Non ha sensoaprire lo sportello e allostesso tempo spingerloindietro. I prodotti dovrannoessere naturali, senzaingredienti chimici, sintetici

 

e OGM. Se la salute è taleche non si può fare a meno difarmaci, è meglio consultarsi prima con un medico.Comunque, è preferibile prima uscire dallo stato dicrisi e poi occuparsi diriabilitazione.

La capillaroterapia,unitamente a una dietanaturale e all’esercizio fisico,dà la possibilità di gestire isistemi del proprio supporto

 

vitale e mantenere losportello sempre sotto il proprio controllo. (Chi lodovrebbe fare? Voi o qualcheforza o sistema esterni?Capite quanto questo siaimportante?). In giovane etàquesto controllo permette ditenersi in forma, mentre inetà avanzata esso permette diripristinare le forze perdute.

A. Zalmanov consigliavadi fare i bagni a giorni alternio una volta ogni due giorni.

 

Inoltre, possono esserealternati con la ginnastica. Inrealtà, i bagni di trementinasono una ginnastica per ivasi. Nel regime un giorno sì,

un giorno (o due) no, bisogna prendere circa trenta bagni, o più, a seconda dellecondizioni di salute. Poi si può passare al regime di unavolta alla settimana. Nel girodi un mese dall’inizio delle

 

 procedure, e anche prima,assisterete a un nettomiglioramento dello stato disalute, della forma fisica edell’aspetto. Coloro che vistanno intorno, guardandovinon potranno fare a meno dichiedervi dove avete passatodelle vacanze così riposanti.

RIEPILOGO

  Rifiutare alimenti contenenti OGM, prodotti chimici e 

 

sintetici, nonché integratori,spacciati per prodotti “naturali”.

  Impegnarsi il più possibile per ridurre al minimo la presenza di sostanze chimiche e sintetiche nel quotidiano.

  Utilizzare il telefono cellulare per la sua funzione primaria, cioé come telefono, usando gli auricolari e cercando di tenere l’apparecchio lontano dalla testa e dal corpo.

  Dosare consapevolmente il flusso di informazioni in ingresso, come pure il 

 

proprio coinvolgimento diretto nella ragnatela di informazione globale.

  Aprire lo sportello tramite l’attivazione della microcircolazione sanguigna e linfatica.

  Rianimare il sistema di irrigazione e drenaggio dell’organismo: bagni di trementina, abluzioni con acqua ghiacciata, doccia di contrasto, movimento.

  La capillaroterapia è la stimolazione del movimento dei flussi lungo tutte le reti del supporto vitale.

 

  La trementina funziona nel modo seguente: i recettori cutanei vengono stimolati, i capillari sanguigni e linfatici vengono ripercossi, dilatati e attivati.

  Si tratta di medicina preventiva, accessibile a chiunque. Non tratta i sintomi ma corregge la causa e per questo funziona.

  L’efficacia del trattamento può essere notevolmente migliorata se durante un bagno ci si concentra sulle forme-pensiero.

  Le forme-pensiero non 

 

devono contenere alcun accenno a problemi o malattie, ma solo un netto orientamento verso la perfezione e lo sviluppo.

  La vasca da bagno funziona come una sorta di risonatore informazionale,che ripete e amplifica le vostre forme-pensiero.

  Se il vostro stato di salute è fortemente degradato, il vostro motto dev’essere moderazione e gradualità.Non ci si può portare a uno stato di palese disagio fisico.

  Prima, durante e dopo il 

 

trattamento bisogna bere molto.

  Se la vostra salute versa in una condizione tale che non potete rinunciare a dei farmaci, consultate un medico prima di fare i bagni.Sarebbe comunque opportuno prima uscire dall stato di crisi e poi occuparsi di riabilitazione.

NOTE A MARGINE

Può sembraresorprendente: com’è cheper liberare l’uomo dalla

 

“matrix” vengono propostidei metodi, per così dire,primitivi, terra terra,“ambulatoriali”? La cosanon vi colpisce?Naturalmente avrebbeimpressionato di piùqualcosa di esotico, come“disattivare il chip   nellatesta”. Ma questi sonoproprio i metodi chefunzionano. Lasciamol’esotismo a Hollywood.Quando vi prepareranno perimpiantarvi in testa un veroe proprio chip , non saretegià in grado di intendere. Eallora sarà troppo tardi.

 

Loscardinamento e

l’unificazionedella personalità

Cosa serve a un uomo per essere in grado di disporre

 

autonomamente del propriodestino? Gli servono tre cosesemplici, ma allo stessotempo non immediatamentedisponibili:

una volontà libera,una coscienzalibera,

un’energilibera.

 Non sono cose facilmentedisponibili perché, come

 

abbiamo chiarito nei capitoli precedenti, nel sistema(“matrix”) esistono, a frontedi esse, tre fattori limitanti:

la cattura dell’attenzione,l’obnubilamentodella coscienza,

il bloccodell’energ

A dire il vero vi è unquarto fattore deterrente, poco chiaramente percettibile

 

ma non meno forte.Chiamiamolo l’oppressione(press ing) della vita in

enerale, ciò che la vita è,come ci è imposta.

Se guardiamo noi stessi, ilmondo che ci circonda e ilnostro posto in esso, non èdifficile capire che siamocostantemente oppressi daqualcosa, un carico dicircostanze, di obblighi, ditermini, di condizioni, di fini,di valori. La vita crea

 

tensione perché essa ci èc o m e imposta  dall’esterno.Ognuno di noi, venendo inquesto mondo, vi arrivadotato di una propriaindividualità, unicità. Mal’obiettivo del gioco, altempo stesso, è generale, e lesue regole sono uguali per tutti.

Esattamente lo stesso tipodi oppressione si può provarein certi squallidi sogni

 

inconsci, che risultanoimposti, dati, non scelti. Essiopprimono perché ci si sentecostretti a vivere in questisogni e ancora perché non sicapisce il motivo per cui essisiano stati imposti e anche perché non si può fare nulla ariguardo. Da qualche parte,nel profondo del cuore, covauna sensazione dimenticata,quella di essere stati untempo liberi e capaci di tutto,quando non c’era nulla di

 

impossibile. E invece ora, per qualche motivo, non ci sisente liberi, ci si sente inqualche modo bloccati elimitati nelle proprie possibilità.

La pressione opprimente simanifesta prima di tutto nelfatto che alle personevengono imposti falsi fini,alsi stereotipi e falsi modelli

di successo e di vie per raggiungerlo.  Tutto questo per la maggior parte dei casi

 

non concorda con le qualitàindividuali, scardina la personalità, rompe l’IO.

Ma gli uomini, immersinel loro sogno inconscio,

ensano che a queste normeci si debba adeguare.

Succede letteralmentequesto: alle persone vengonoappese delle mollette mentali.La ragione e la volontà sirivelano bloccate, come unabito che prima stava

 

addosso liberamente ecomodamente e poi vienetirato e spillato da tutti i lati.

e persone si muovono come se fossero staccate,disattivate, disallineate.L’energia dell’intenzioneviene bloccata dalle mollette,si crea stasi, ostruzione,inibizione. In tali circostanzela possibilità di gestire la propria realtà è ridotta allivello più primitivo.

 

Le mollette vengonoappese secondo il seguentealgoritmo:

1.  Viene mostrataun’immagine patinata diqualcosa, “un confetto”,un’esca da prendere (cimostrano costantementegli stessi “confetti”stereotipati).

2.  Da tale immagine siarriva a una conclusione(deduzione), che viene

 

 presentata al nostrogiudizio: ci credete, sieted’accordo?

3.  Più avanti viene spiegatolucidamente che “ilconfetto è delizioso” main questo mondo nulla sidà così semplicemente efacilmente. Ancora: sieted’accordo?

4.  Se sì, si appende unamolletta.

Ecco un esempio di come

 

si fa.Un buon lavoro è

considerato un posto di prestigio, che non sporca lemani, ben remunerato. Voleteun lavoro di questo tipo?Beh, certo che lo volete. Per questo buon lavoro assumonoesperti di classe con unavasta esperienza oppure siottiene il posto tramiteconoscenze. Voi non avete néesperienza, né conoscenze.Siete d’accordo? Significa

 

che voi potete sognarvi un buon lavoro. Non ci credete?Ma sapete quante personecome voi vorrebbero avereun buon posto? E non solocome voi, ma molto megliodi voi. I datori di lavoroscelgono i migliori. Voi nonsiete i migliori. Sieted’accordo? Vedete... Un buonlavoro ve lo potete solosognare. Non cercate neanchedi averlo. Lavorate con voistessi. Dovrete lavorare tanto

 

e seriamente.

E se poi si trova qualchedissenziente che non credesubito o non crede a tutto, la prima brutta esperienza lometterà immediatamente alsuo posto. Come risultatol’uomo, oppresso da questostato di cose, accetta il quadro proposto nellaconfigurazione del suomondo  e si immerge in unsogno penoso. Il mondo

 

tutt’intorno è un ambienteaggressivo e ostile, in cuiconquistarsi un posto al soleè molto difficile.

Di fatto l’uomo moderno ècoinvolto in una corsa per tutto quello che egli, dal 

unto di vista della societá,deve raggiungere, e per questo si trova in uno stato distress incessante. Èincredibile come possaresistere a tutto ciò, tanto piùche la pressione cresce di

 

giorno in giorno. Perché?Fino a poco tempo fa, gli

stereotipi della società nonavevano una pressione e unaforza così massicci, perchénon esisteva il sistemaglobale di sincronizzazionedelle informazioni cheabbiamo ora. Oggi tutto èavvolto nella stessaragnatela. Un innocente,come pare, scambio diinformazioni  avviene alla

 

velocità della luce. Di per sélo scambio di informazioninon è nemmeno la cosa piùimportante. Un ruolodecisivo è svolto da un processo completamented i v e r s o , lo scambio diopinioni. Ogni tipo diclassifica, scelta, selezione,concorso, tele-show, blog ,orum, “YouTube” e, infine,

il cliccaggio di “mi piace-non mi piace”, tutto ciò è lo scambio e la

 

 sincronizzazione delleopinioni.

Curiosamente, nessuno pensa al perché e a chi serva.Il sistema, quasiappositamente, ha programmato le persone inmodo tale che esse sianodisposte a condividerevolentieri le loro opinioni sututto, senza interrogarsi sulloscopo e il significato del processo in atto. Tutti pensano solo di partecipare a

 

una specie di giocodivertente e in ognuno si creal’illusione di star giocando di propria libera volontà.

essuno sospetta che il giocosia controllato dall’esterno e persegua un fine che non èstato dichiarato. Nessuno hal’impressione di “non esserelui a condurre” il gioco ma di“essere condotto”.

E in cosa consiste allora ilfine e il senso di questo

 

 processo? La proprietà piùsgradevole e viscida delsistema è la sua capacità diintrecciare illusioni e agirefurtivamente, di soppiatto.

’uomo nel sistema cominciaa volere proprio quello checonviene al sistema.  La suacoscienza diventa fresata perfettamente a misura delleesigenze del sistema. Comeraggiungere questo scopo?Basta ritagliare daun’individualità non

 

standardizzata uningranaggio standardizzato.La sua visione del mondo, isuoi pregi, i suoi difetti, lesue capacità, le sue esigenze,tutto dev’essere unificato.Pian pianino, senza fretta, inun modo o nell’altro , oneway or another,   si deveriportare tutto a undenominatore comune, faredi ogni erba un fascio.

Ebbene, questo stesso “mi piace-non mi piace”, in una

 

forma o nell’altra è unmetodo di sincronizzazionedelle opinioni, unificazionedei valori, creazione di standard e stereotipi . Ogni singolo e unico IO  viene

radualmente livellato sottoil chiasso dell’“opinione

ubblica”. In ciò sta il sensoe il fine del gioco. È tuttomolto semplice: tanto megliosono sincronizzate leopinioni, tanto più similisono gli ingranaggi.

 

Usciranno dalla catena dimontaggio tutti uguali, comese fosse uno solo, unificati estandardizzati. Su questostesso principio funzionaqualsiasi sistema totalitario.

Forse che il sistematecnogeno, con la sua avidità,ipocrisia, falsa “democrazia”e simili amenità è inqualcosa meglio del sistematotalitario? Niente affatto. Ladifferenza è solo una: nelsistema totalitario

 

l’unificazione avviene inmodo forzato, mentre inquello tecnogeno essaavviene in toni morbidi,subdoli, impercettibili.

Di fatto, l’“appendimento”di mollette mentali è questostesso processo dilivellamento della personalità.

Il principio della società“se così pensano e fanno tutti significa che è giusto”, funge

 

da sorta di asse attorno a cuiruota quest’intero processo.E in qualità di pignoni diguida, opera, per quantostrano possa sembrare,qualcosa cui “nessunoavrebbe mai pensato, nessunoavrebbe mai creduto”: delleorme innocenti di scambi di

opinioni nella ragnatela delleinformazioni.

Esempi viventi di cometutto ciò avvenga nella realtàli potete trovare facilmente,

 

osservando un po’. Che dire,resta solo da stupirsi diquanto genialmente si siaauto-organizzato il sistema.

RIEPILOGO

  Per un uomo libero è indispensabile avere una volontà libera, una coscienza libera e un’energia libera.

  Nel sistema (“matrix”), a fronte di queste necessità ci sono fattori deterrenti: la 

 

cattura dell’attenzione,l’obnubilamento della coscienza, il bloccaggio dell’energia.

  Un altro fattore deterrente è l’oppressione  (pressing)della vita in generale, ciò che essa è, come essa ci è imposta.

  La vita crea tensione perch è come se fosse imposta dall’esterno.

  L’uomo moderno è coinvolto in una corsa per tutto ciò che, secondo il punto di vista della società, egli dovrebbe raggiungere.

 

  Alle persone vengono imposti falsi fini, falsi stereotipi, falsi modelli del successo e delle vie attraverso cui raggiungerlo.

  Le persone, immerse in un sogno inconsapevole,pensano che a questi standard ci si debba adattare.

  Le persone sono bloccate dalle mollette appese dalla società, sono come disallineate, staccate dalla corrente.

  Fino a poco tempo fa gli stereotipi della società non avevano una pressione e 

 

una forza così grandi perché non esisteva il sistema globale di sincronizzazione delle informazioni che abbiamo ora.

  Di per sé lo scambio di informazioni non è la cosa più importante. Un ruolo fondamentale è svolto da un processo molto diverso, lo scambio e la sincronizzazione delle opinioni.

  Si crea la piena illusione che ogni partecipante del gioco giochi da solo,esprimendo il proprio libero 

 

arbitrio.  Nessuno sospetta che il 

gioco è controllato dall’esterno e si prefigge un fine non dichiarato.

  Ogni IO  singolo e unico viene progressivamente livellato sotto il chiasso “dell’opinione pubblica”. Qui sta tutto il senso e il fine del gioco.

NOTE A MARGINE

Ecco in che modointeressante si produce, nelsistema, lo scardinamento

 

dell’IO e la sua successivaunificazione. Non è difficilecapire a cosa si vadaincontro. Quando l’IO vienemascherato o cancellato, lapersonalità o, piùprecisamente, ciò che diessa rimane, risulta sola eimpotente nel sogno che lacirconda e la sovrasta. Lacapacità diautorealizzazioneindividuale della personaviene tolta (con il suoconsenso inconscio). E inseguito, ovviamente, lapersonalità livellata cadenelle grinfie dei pendoli delsistema. Per questo la vita

 

è così difficile e a volteaddirittura insopportabile.

 

Parabola diriflessione

C’è un vasto campo. Inmezzo al campo c’è unalegnaia. Intorno alla legnaiac’è un cane che corre eabbaia. Arrivano altri caniche cominciano ad abbaiare

 

al primo: – Ma perché abbai come

un ossesso, cane che non seialtro! – Non sono affari vostri!

Sono un cane! È un miodiritto! – Anche noi siamo cani,

ma noi non riversiamo lanostra negatività sullalegnaia. Cerchiamo il positivo. – E allora perché mi

 

abbaiate contro? – Perché mai non ti piace

la legnaia? È una legnaiacome un’altra, anzi, è molto positiva. – Allora siete proprio

deficienti! Non sto abbaiandoalla legnaia! Lì ci sono altricani, si sono ubriacati e orasono stesi a terra, ubriachifradici. – Permettiti di essere un

cane, e permetti agli altri di

 

essere cani. – Ma andate al diavolo!

E continuano ad abbaiarel’uno contro gli altri, finchénon arrivano altri cani: – Beh, perché state

abbaiando? – Questo cane qua – 

rispondono gli altri cani –  pensa di essere un cane particolare, il meglio di tutti.

Il primo cane è sconvolto!

 

 – Ma come! Siete stati voia dirmi appena adesso chedevo permettermi di essereun cane…

Gli altri cani lointerrompono: – Voi, miei cari, per 

quanto abbaiate, rimarretecomunque quello che siete,dei cani.

Che cagnaaaaaara neseguì! Ognuno a dire la sua: – Il cane, detto per inciso,

 

è l’amico degli indiani! – Il cane è un lupo per il

cane! – La nostra vita non è così

facile, facciamo una vita dacani! – Hai vissuto come un

cane e come un cane morirai! – Ma perché siete tutti

incattiviti come cani? – Chiudi il becco, lasciaci

dire la nostra opinione! – Anch’io ho la mia

 

opinione! – Suvvia compagni,

comportatevi da cani, non perdete la consapevolezza!

A quel punto escono dallalegnaia quegli altri, i caniubriachi fradici, e dicono: – Cani, ma perché abbaiate

tanto?…

NOTE A MARGINE

 

Non si tratta diun’illustrazione del capitoloprecedente, ma solo di unasingola osservazionedall’esterno. Qualsiasi siala realtà, guardatela con piùallegria.

 

Anatomiadell’importanza

La standardizzazione el’unificazione non sonoindolori. Almeno, non per tutti. Naturalmente ci sonoquelli che non pensanoaffatto a resistere e si

 

integrano nel sistema inmodo organico, naturale,come un coniglio in unagabbia per il quale nonimporta dove si trovi, bastache ci sia da mangiare. Forsecostoro sono la maggioranza,del resto questo libro non è per loro. È per coloro cheintuitivamente sentono chec’è qualcosa che non va, per coloro che non accettano ilfatto che il loro io nonsignifichi alcunché, non

 

serva ad alcuno e, ingenerale, sia soggetto atrattamento.

La contraddizionefondamentale tra il sistema ela personalità stanell’incongruenza che segue:l’anima chiede una cosa e il  sistema ne detta un’altra. Maquesta discrepanza è sentitain modo vago. L’uomo non èin grado di capirechiaramente in cosaconsistano le sue convinzioni

 

e le sue aspirazioni, e checosa invece sia imposto daglistereotipi sociali, non sa dovesta la verità. Il motivo è chel’uomo “è spillato”, tenutostretto da queste stessemollette della società, è bloccato in esse, deviato.

 La molletta è un qualcosache causa oppressione o non si accorda col vostro Io . Èquando si sente la pressionedi un peso che angustia e si è

 

vagamente consapevoli delfatto che c’è qualcosa chenon va, che così nondovrebbe essere. Ecco alcuniesempi tipici di mollette:

1.  “L’amore può essereconquistato con unastrategia intelligente”.Riflettete bene su questafrase. È un po’ strana,vero? Ma su questo sonostati scritti migliaia dilibri, ed è questo ciò che

 

si fa quando ci piacequalcuno.

2.  “Un buon lavoro è moltodifficile da ottenere”. Ineffetti, la pratica realedimostra che è propriocosì. Ma d’altro canto c’èqualcosa che non va.Cosa, secondo voi? Ma proprio il fatto chequalcuno questo lavoro selo trova comunque e vivefelice e contento. Ma perché lui sì e voi no?

 

Cos’è lui a differenza divoi, un eletto? O forse è perché avete permesso dilasciarvi appendereaddosso questa falsacredenza e ora latrasmettete in giro nelvostro mondo come lamelodia di un carillon?

3.  “Si può far tornareindietro la personaamata”. Anche su questosono stati scritti tanti

 

libri ed è ciò che si cercadi fare quando si èlasciati. Credete davveroche ciò sia possibile?Oppure vi hanno costrettoa crederci perché civolevate credere?

Tutti i fattori incombenti eopprimenti rappresentanoquello che nel Transurfingviene raggruppato sotto iltermine generale diimportanza. Quando c’è

 

qualcosa che opprime, questoqualcosa diventaautomaticamente importante.L’importanza ferma il flussodell’energia libera, propriocome fa una molletta con la biancheria. Il bloccointroduce a uno stato ditorpore che fa perdere lacapacità di funzionare inmodo efficace e dicontrollare gli eventi, sì chesono questi ultimi acontrollare voi.

 

Come liberarsi, uscire daquesto torpore? Il principiodi base è quello di liquidarela molletta e creare al suo

osto un flusso di energia.Siccome il blocco è unristagno energetico (tappo), prima bisogna rimuoverlo e poi far carburare il potenzialeenergetico.

L’importanza nelTransurfing viene eliminatatramite la consapevolezza  diessa. Se vi siete svegliati e vi

 

siete resi conto di che cosarecisamente  vi opprime,

metà del lavoro è già fatto.

Le cose importanti hanno potere su di voi fintanto chevi trovate in uno stato disogno inconscio, fintanto che“lo spauracchio è nascostonell’armadio”. Vi basterà“aprire l’armadio” e guardareda vicino l’oggetto dellavostra importanza per far sìche esso si trasformi

 

immediatamente in ungomitolino soffice edivertente.

Dopo lo sbloccaggio bisogna disperdere il flussostagnante di energia. Laspinta per smuovere il potenziale energetico vienerealizzata dall’azione. Nonaspettare, non aver paura enon pensare, agisci. Non vi èmodo migliore per dare laspinta iniziale. Quindi, alfine di rimuovere il blocco

 

dell’importanza occorrerendersi consapevoli di essaed eliminarla con l’azione.L’algoritmo generale di auto-liberazione  appare piuttostosemplice:

individuare la molletta (ciòche opprime),

rimuoverla(renderseneconsapevoli),

creare il  flusso

 

(agire).

Vediamo nel dettaglioqueste tre tappe.

Come individuare

Per riconoscere la mollettache schiavizza e limita lalibertà bisogna svegliarsi per tempo e cogliersi nel momento in cui si prova la sensazione di importanza. Le

 

 persone di solito non fannoquesta cosa semplice.Quando qualcosa le opprime,si comportano come sefossero in delirio e nonalzano nemmeno la testa per capire quale sia la natura del peso che le sta schiacciando.“Sì, la vita è dura”,sospirano, e si allontananocon il loro peso addosso. Suidormienti si possonoappendere pesi a volontà.Possono solo lagnarsi per 

 

l’ennesima volta: “Oh,quanto è difficile tirareavanti!”, e proseguono,invece di fermarsi, guardarsiintorno e scrollarsi di dossoil peso inutile.

Dunque bisogna crearsil’abitudine di risvegliare la

ropria attenzione nel momento stesso in cui per qualche motivo si instaurauno stato di oppressione. C’èqualcosa che vi preoccupa,spaventa, crea disagio?

 

Allora bisogna svegliarsiimmediatamente e rendersiconto di che cosa si tratti precisamente. Da qualche parte nella testa deveaccendersi una lampadinarossa, come un segnale diallarme. Doveteletteralmente mettervi instato d’allerta, risvegliarvi ecominciare a osservare ciòche sta accadendo e alcontempo voi stessi, ponendovi le domande: cosa

 

succede? Cosa mi opprime?Cosa sto facendo in questomomento?

Se la “lampadina rossa”diventerà un’abitudine, essaagevolerà notevolmente lavostra vita e vi permetterà diagire in modo efficace intutti i tipi di situazioni, dalle più semplici, quandoqualcuno tenta diimbrogliarvi, alle piùestreme, quando vi sirichiede di mantenere

 

l’autocontrollo e una mentelucida.

Dopo che si è accesa lalampadina (vi siete resi contoche qualcosa vi opprime),dovrete guardare il peso esottoporlo a un test diidoneità. Questo peso vi èveramente necessario o ve la potete cavare anche senza?Questo test vi dovrebbeaiutare a distinguere le vostreaspirazioni più profonde da

 

quelle impostevidall’esterno, le vostreconvinzioni da ambiguistereotipi, i valori piùautentici da quelli falsi e viadicendo.

Da criterio può fungere laverifica della corrispondenzaal credo. Chiedetevi: checosa vogliono da me gli stereotipi? Mi piace quelloche vogliono? A questo fineci si deve elevare sopra lasituazione, guardarla

 

dall’alto e cercare divalutarla, capire cosasuggerisce a riguardo il cuoree cosa la ragione. Più precisamente, non tanto lavostra ragione, quanto “laragione della società”.

Se sentite che lo stereotipoche si sta cercando diimporvi non aderisce al vostro Sapere interiore, significa che state sperimentando un processo

 

di introduzione di un modellomentale alieno nel vostrocredo, un tentativo di scardinamento del vostro  IO.È un processo simileall’invasione di un virus inuna cellula. Gli stereotipivirali nella società non sonomeno delle malattie.

Quando si verificheràl’ennesimo tentativo discardinamento del vostro IO,sarete in grado di riconoscerefacilmente il virus mentale,

 

se guarderete la situazione daquesto punto di vista. Ora cheavete capito il meccanismo,godrete di una sorta diimmunità.

Come rimuovere

Per disattivare l’importanza bisogna capire com’èstrutturata la sua anatomia.Questo problema è statodiscusso in dettaglio nel libro

 

Transurfing real’nosti   (IlTransurfing della realtà), quimi soffermo solo sui punti principali.

L’importanza (nel nostrocaso si tratta per lo più diimportanza esterna) emergenelle situazioni in cui vieneinfondatamentesopravvalutato il valore di unevento (colloquio di lavoro),di una cosa (macchina nuova)o di alcune relazioni (con un partner).

 

Sintomi tipici: ansia in previsione di un fallimento possibile o sofferenza dovutaa un fallimento verificatosi.In entrambi i casi la quieteinteriore è disturbata,l’energia viene bloccata.

Principio generale die l i m i n a z i o n e : vedere,rendersi conto, cambiare il modo di rapportarsiall’evento.

Cosa significa rendersi

 

consapevoli dell’importanza?L’importanza costringe aguardarla con riverenza etimore. O, ancor di più, preferisce che ci si prostri alsuo cospetto e non si osialzare lo sguardo. Voi,invece, guardatelaspassionatamente,indifferentemente, con uninteresse puramente medico,attraverso una lente diingrandimento. Questospesso è già sufficiente per 

 

capire che non è poi cosìimportante,quest’importanza. Per esempio:

- Ho paura? Mi osservomentre provo paura e mi permetto di aver paura.Questo mi consente dimuovermi incontro allamia paura.

- Mi irrita che il mioscenario si stiarovinando? Ho voglia di

 

 battere le mani control’acqua e urlareistericamente:«Dev’essere tutto comevoglio io!». Osservo lascena dall’esterno e dinuovo, consapevolmente, permetto allo scenario dirovinarsi, seguendo conflessibilità i cambiamentinella corrente dellevarianti.

- Qualcosa per me ha unvalore troppo alto?

 

Tuttavia mi rendo contoche ogni valore è soloesterno, apparente. Nonvi è niente di così particolarmentesignificativo. Come diceil proverbio, «In ogniuomo saggio c’èabbastanza stoltezza» eciò riguarda anchequalsiasi tipo digrandezza, qualsiasi cosacui si possa applicare iltermine “significativo”.

 

Tutte le personeimportanti, gli esaminatori, icapi, le stelle dellospettacolo, i generali, gliamministratori delegati, icapi di stato, sono tutte persone comuni. Qualcuno harischiato di soffocarsi con uncracker finito di traverso, aqualcun altro è statoimpedito di salire sull’aereoin stato di ubriachezza, unterzo è stato beccato in caldeeffusioni.

 

Ma se l’importanza nonvuole scendere da sola dalsuo piedistallo, dovremmochiederle noi di scendere, ladovremmo ridurre con unadecisione puramente volitiva: prima l’importanza c’era, edecco che ora non c’è più.Questo non significa che ci sidebba trasformare in statuedi marmo. Bisogna gestirel’elemento primario, il mododi rapportarsi. Le emozioni ei sentimenti sono secondari.

 

Controllare le emozioni e isentimenti non è possibile edè inutile. La paura, latristezza, l’odio, l’ostilità o,al contrario, la gioia,l’amore, l’affetto, ildesiderio… È forse possibilecontrollare tutto questo? Si può solo non dimostrarloesternamente, ma dentro cisarà tutto comunque, sonosentimenti che non se nevanno. E anche caricarsi aforza di ottimismo non

 

 porterà alcun effetto. Eallora, cosa fare?

Bisogna mettersid’accordo con la propriaragione. Dirsi: se la cosariesce, perfetto, se nonriesce, va bene lo stesso. E senon ha funzionato, comunqueva tutto bene.

Ma perché? Alla ragione bisogna portare fondamenti edare argomentazioni, perchénon accetta nulla per 

 

scontato. Bisogna spiegarleche esiste il principio dicoordinazionedell’intenzione e che questo principio funziona: se si

inge e si trasforma lo spiacevole in piacevole,allora sarà esattamente così.Ma, di nuovo, perché questo principio funziona? Perchéandrà tutto bene? Calmate lavostra ragione con lespiegazioni seguenti:

 

Significa che non ne ho bisogno, mi aspetta qualcosadi meglio (come spessoaccade).

Sono riuscito a evitarequalcosa di brutto (terribile).

Un’altra lezione è passata,e non è passata invano(niente in questa vita èinvano).

È un investimento avantaggio del successo futuro(e così accade spesso).

 

 Non è la mia porta (la miametà). Cercherò la mia(quello che è mio da me nonscappa).

Se l’importanza è così altache non si riesce a ridurla, bisogna rassegnarsi a unasconfitta e andare a sostenerel’esame, l’incontro o l’eventoimportante con un’intenzioneindulgente: “Oggi èimprobabile che io abbiasuccesso”.Quest’impostazione

 

indebolisce l’intenzione, peròin compenso elimina il potenziale dell’importanza,che spesso crea seri ostacoli.

Bisogna solo capire che sesi attribuisce troppaimportanza alla questionestessa dell’importanza, allorasi può finire al di là dellospecchio, dove, al contrario,l’importanza viene sostituitadal menefreghismo piùtotale, che di per sé non va

 

 b e n e . L’assenza diimportanza non è nénegligenza némenefreghismo, maun’osservazione cosciente.

Come creare ilflusso

Se ancora non tuttal’importanza è scomparsa, isuoi resti si disperdononell’azione. L’attesa

 

angosciante e l’inazione bloccano il potenziale e lacircolazione dell’energia.L’azione, al contrario,dissipa i potenziali superfluie lancia quello energetico.

Se siete in uno stato didepressione, non avete vogliadi fare niente, tutto viopprime, o vi trovate a viverein uno stato di ottundimento,dovete capire che la causa ditutto è un blocco energetico.Esso dev’essere eliminato e

 

 per farlo occorre cominciareun movimento, fare unaqualsiasi cosa, anche noncorrelata alla situazioneresponsabile del potenziale diimportanza.

Un modo molto efficace èl’inversione dell’importanza.Ad esempio, acquistare unflauto e un orsacchiotto, anzi,meglio subito tre, piazzarli difronte a voi e cominciare asuonare loro qualche

 

motivetto. Oppure allestirequalche cerimonia o ritualesolenne, per esempio metterein ufficio il busto di KarlMarx e offrirgli un sacrificio.Oppure giocare con ungiocattolo, far correre per terra le macchinine: tff, tfff,tfff! Far galoppare uncavallino: cloppete, cloppete,iiihhhh!, è un vero gioco-VIP, perfetto per undirigente.

Se la situazione è concreta

 

e si sa che la si può risolverecon un’azione precisa, alloraniente di più semplice: agite.Star seduti sul posto, temere,rompersi il capo, è inutile eassurdo.

Bisogna agire, farequalcosa. Non importanemmeno che cosa,l’importante è fare. Il sensosta nel fatto che nell’azione si scioglie il blocco e siinnesca il flusso di energia.

 

Chi non conosce questo principio si siede e si mette afumare. Per chi è nel flusso,invece, tutto funziona inmodo semplice e naturale.

Supponiamo che ci sia dafare un lavoro grande edifficile. Ebbene, bisognasemplicemente decidersi ecominciare a farlo. Oppurevorreste conoscere qualcuno: basta andare e fareconoscenza, senza tanteriflessioni. Se non avete idea

 

di come sia meglio lavorare osocializzare, non importa:quando il flusso è avviato, le soluzioni arrivano da sole,“in itinere”.

Se avete visto i film diJames Bond, avrete forsenotato che quest’eroe non pensa quasi mai, agiscesemplicemente.

Ogni sua missione èimpossibile. Quando glichiedono come intende

 

affrontare qualcosa, luirisponde che non ne ha la più pallida idea. Ma va e agisce.

on riflette sul fatto se sia possibile o meno e comerealizzarlo (a parte le mosse più semplici). Le soluzionigli arrivano da sole mentre èin movimento. Non è gravatodai potenzialidell’importanza ma si spostasemplicemente lungo ilflusso degli eventi,afferrando le soluzioni sul

 

 posto, al volo. E il punto nonè che nello schermo è tuttofacile. Lo stesso principiofunziona anche nella realtà, èl’intenzione incondizionatadell’Arbitro. L’Arbitro nonriflette tanto, va e prendequello che è suo.

Provate a osservare larisacca del mare.L’intenzione dell’Arbitroassomiglia a un’onda. Il fattoche essa si infranga sulla rivaè inevitabile. Si getta sulla

 

riva con tutte le sue forze, masenza alcuno sforzo.Ugualmente incrollabiledev’essere la vostraintenzione: vado e con calmami prendo il mio, senzaisterismi, senza brama, senza paura. Io sono un’onda.

RIEPILOGO

  La molletta è ciò che vi crea oppressione o non si accorda con il vostro IO .

 

  Quando qualcosa vi opprime, ciò diventa automaticamente importante.

  Il blocco è un ristagno (tappo) energetico. Bisogna prima eliminarlo e poi dare una spinta al potenziale energetico.

  Se vi siete svegliati e vi siete resi conto di cosa vi opprime, metà del lavoro è stato fatto.

  Dopo lo sbloccaggio bisogna provvedere a disperdere il flusso di energia che era ristagnato.La spinta del potenziale 

 

energetico viene realizzata grazie all’azione.

  L’algoritmo generale di auto- liberazione è: individuare la molletta (ciò che opprime),rimuoverla (rendersene consapevoli), creare un flusso (agire).

  Per riconoscere la molletta bisogna svegliarsi per tempo e cogliersi nell’atto di attribuire importanza a qualche evento.

  Occorre crearsi l’abitudine di risvegliare la propria attenzione nel momento in cui per qualche motivo insorge uno stato 

 

oppressivo. Lampadina rossa.

  Verifica di conformità al credo: cosa vogliono da me gli stereotipi? Mi piace quello che vogliono da me? 

  Se sentite che lo stereotipo che si sta cercando di imporvi non aderisce al vostro Sapere interiore,significa che state sperimentando un tentativo di scardinamento del vostro IO .

  Occorre controllare quello che viene prima, il modo di rapportarsi agli eventi. Le emozioni e i sentimenti 

 

sono secondari.  Accordarsi con la propria 

ragione. Dirsi: se la cosa riesce, bene, se non riesce,va bene lo stesso.

  L’assenza di importanza non dev’essere negligenza e nemmeno menefreghismo,ma osservazione consapevole.

  Per eliminare il blocco energetico occorre iniziare un movimento, fare qualsiasi cosa.

  Quando il flusso viene avviato, le soluzioni arrivano da sole, in itinere.

 

NOTE A MARGINE

Quando vi libererete dallemollette e dalle dipendenzeche vi ha appeso addosso ilsistema, avrete la chanc di vendicarvi con esso peraver livellato la vostrapersonalità. Siete unici eora anche liberi. È unprivilegio raro. Usate ilvostro privilegio.

 

Le mollettementali

Esaminiamo alcuni esempitipici di come appaiono lemollette mentali e come ci si può liberare da esse.

 

Problemi complessi

R i m e d i o : rimuoverel’importanza - cominciare ad agire.

Indipendentemente daltipo di problemi con cui si haa che fare, il Transurfing, adifferenza della psicologia,non si occupa dell’analisi edella cura dei problemi. Inodi gordiani vengonotagliati d’un colpo solo. Ci si

one un fine, nel 

 

“proiettore” viene inserita labobina del film, si fa girare il ilm. È tutto.

Quando la situazione è tale per cui non è affatto chiarocome correggerla e cosa fare, bisogna applicare il principioseguente: prefiggersi un fineche valga la pena e muoversiverso di esso. In questo caso,i problemi finiscono per cadere da soli, in itinere,anche se il fine che ci si è prefissi non ha alcuna

 

relazione con essi.Che non desti

 preoccupazione il fatto dinon sapere come porrerimedio alla situazione. Nonimporta quello che èsuccesso in passato e quelloche c’è nel momento presente, ha importanza solociò che si vuole raggiungerenel futuro.  Non bisognagirarsi indietro e guardare al passato o scavare nei

 

 problemi del presente.Prefiggetevi un fine emuovetevi nella suadirezione. La vostraattenzione e la vostraintenzione devono essereinteramente indirizzate soloverso il futuro.

Debiti

R i m e d i o :  smettere diensarci - indirizzare il 

 

vettore verso il fine eoccuparsi di agire.

Pensando ai debiti, nonsarete in grado di restituirli.Al contrario, quando in testaturbinano pensieri del tipo“come mi fanno tutti pressione, come mi èdifficile tirare avanti, comerestituire al più presto ildebito, come avverrà larestituzione”, non fate chegirare il serial   del vostroindebitamento, con varianti

 

diverse. E finché essocontinuerà a girarvi nellatesta, nella realtà permarrà lostesso immutabile quadro:“avete dei debiti”. Quello cheavete nei pensieri si riflettesullo schermo della realtà.

Come uscire da questarealtà? Bisogna smettere ditorturarsi con le riflessioni(togliere la molletta) e passare all’azione (innescareil flusso). Ma non è così

 

semplice riuscire a smetteredi pensarci, non è vero?Quindi, bisogna in ogni casofissarsi un obiettivo ecominciare a muoversi nellasua direzione. Ovviamentel’obiettivo dovrebbecontribuire al miglioramentodello stato del vostro benessere. Non è forse questoche volete? Dunque, dirigetetutta la vostra attenzione eintenzione verso il futuro,verso il vostro obiettivo,

 

giunti al quale avreteraggiunto uno stato di benessere.

Tutti i vostri pensieri nondevono più riguardare il fattoche avete dei debiti enemmeno lo scenario dellaloro restituzione. No, ora ilfilm, dev’essere un altro: siete delle personebenestanti. In questo film, lescene del vostroindebitamento sono assenti.Al contrario, ci sono solo

 

scene che mettono in luce lavostra ricchezza.

Se convogliate tutti i vostriensieri e le vostre azioni

verso il fine e cominciate agirare nei vostri pensieri enelle vostre azioni, in modocostante e sistematico, il vostro film, in cui vi ritraetedopo aver raggiunto il vostrofine e siete arrivati a goderedi un benessere finanziario,allora anche sullo schermo

 

esterno, nella realtà, ilquadro si imprimeràgradualmente, si realizzerà.Prima o poi questosuccederà. La realtà da quinon può scappare, questa è lasua caratteristica. Non solovoi dipendete dalla realtà, maanch’essa dipende da voi.Tutto dipende da chi riesce a prendere per primol’iniziativa.

 

I complessi interiori

R i m e d i o :  smettere dicombattere contro i propridifetti - sviluppare i propri

regi.Come si diceva per i

debiti, anche in questo casonon ci si può sbarazzare dei propri difetti occupandosidella loro eradicazione.L’autoanalisi el’introspezione sonooccupazioni inutili e assurde.

 

Se qualcosa non è chiaro, sequalcosa non funziona, bisogna applicare il principiosopra illustrato: fissarsi unfine e muoversi verso di esso.

Sviluppate e usate i vostri pregi, non importa qualisiano. È molto più semplice,efficace e piacevole al cuore.Tutti hanno dei pregi e il piùimportante di tutti è l’unicità,ciò che ognuno di noiunicamente ha.

 

La molletta della società vicostringe a essere i migliori.Dovete cambiare la tatticastereotipata e permettere avoi stessi di essere non imigliori ma gli unici. Se prestate attenzione, lamaggior parte di coloro chehanno successo hasemplicemente usato delle proprie qualità specifiche, proprie solo a loro.

L’unico problema consistenel riuscire a individuare

 

all’interno di se stessi la propria unicità. Di questotratta l’intero libro. Ilsistema ha già livellatoabbastanza la vostra personalità. È arrivata l’oradi riprendervi ciò che vispetta.

Il mito di un lavorodi prestigio

Rimedio: smettere di cercare

 

il lavoro di qualcun altro -iniziare a cercare il Proprio.

Innanzitutto bisogna capirequanto siano ingannevoli glistereotipi della società nelloro affermare che un lavorodi prestigio è un bene per tutti. In generale, il concettostesso di “lavoro di prestigio” è uno standard delsistema, un surrogato disuccesso. La domandadev’essere posta in mododiverso: un buon lavoro è un

 

lavoro dignitoso, nel senso di“degno di voi e della vostraunicità”.

Se si misura tutto con ununico standard, allora di che“Propria Via” o di che“Proprio Fine” si può parlare? È come se tuttifossero mandati in massa prima all’istituto professionale e poi infabbrica, alla catena dimontaggio. Oppure, come

 

usano dire i genitoriamorevoli: prima ottieni una buona (prestigiosa)istruzione, poi trovi unlavoro ben pagato(prestigioso) e allora saraisistemato per la vita.

Gli standard della societàscendono dall’alto, propriocome una fresa si abbassa sul pezzo da lavorare, dal social-medio all’individual- personale.

 

È un fatto, però, che il verosuccesso, come dimostral’esperienza, lo raggiungonocoloro che non seguono glistandard ma li scardinano.

Poi, ed è la cosa piùdivertente, gli standardcomuni vengono ridisegnatisecondo il nuovo modelloindividuale di successo, e dinuovo vengono abbassati.

Pertanto occorre avere ilcoraggio di scrollarsi di

 

dosso questa molletta e nonambire a cercare un lavoro prestigioso ma il Propriolavoro, come il Proprio fine ela Propria porta.

Il vostro lavoro da voi nonscappa, nei suoi pressinessuno si accalca, nessunosgomita, e il tappeto rosso èstato steso apposta per voi.Ma di questo si è già parlatonel dettaglio nella serie deilibri sul Transurfing e nelVeršitel’ real’nosti

 

[L’Arbitro della realtà, nontradotto in italiano; N.d.T.].

L’angoscia e lapaura

Rimedio: uscire dalla statodi attesa - osservarsi eandare incontro alle proprie

aure.L’angoscia e la paura sono

le forme più forti di bloccaggio dell’energia.

 

Esserne consapevoli non basta. Il bloccaggio sirimuove completamente solocon l’azione. L’essenzadell’angoscia e della pauraconsiste soprattutto nello stato di attesa di qualcosa.Chiave per il superamento:uscire da questo stato in ognimodo possibile.

Il modo più semplice èandare incontro alle proprie

aure. È spaventoso starsenesdraiati in trincea, in attesa

 

dell’attacco. Quando si è sulcampo di battaglia, la pauranon c’è più.

La paura è efficace soloquando non la si guardadiritto negli occhi. Le persone coraggiose non sonocoloro che non hanno paura,ma coloro che non cercano dinascondersi. Per sbarazzarsidella paura, risvegliatevi eosservatevi: guardate comeavete paura, come avviene

 

questo processo.Esempio. Dovete saltare

 per la prima volta con il paracadute: stando in piedisopra il vuoto, cercate di“fuoriuscire dal corpo” eguardare non il vuoto ma voistessi dall’esterno: “A-ah,che paura! Oo-oo-oo-h, cheinteressante!”. E, fatto un passo in avanti, saltate.

Se avrete l’occasione diandare incontro alla paura,

 

farete la conoscenza di unasensazione nuova ed essa vi piacerà. In ogni caso, il modo più sicuro è uscire dallo statodi attesa e cominciare adagire. Se è presente il timoredi cominciare a fare qualsiasicosa (e se non riuscisse?),non fateci caso, cominciatelo stesso.

Gli occhi temono e le manifanno. Bisognasemplicemente fare e basta.Troverete per strada tutto

 

quello che vi serve, comesuccede a James Bond.Ovviamente, senza rimettercil’osso del collo ma tenendoconto dei limiti ragionevoli.

C’è un altro metodoabbastanza efficace per superare la paura: se si riescea trasformarla in un’altraemozione, essa sparirà da sola. Per esempio: la paura diuna “battaglia” qualsiasi si può trasformare in rabbia; la

 

 paura dell’ignoto si puòtrasformare in curiosità; ilsenso di vergogna si puòtrasformare in sesso; ladifesa si può trasformare inattacco; la paura dellasconfitta si può trasformarein azzardo. E se sono presentisemplicemente un senso diinsicurezza e timidezza,immaginatevi come un’ondache si dirige verso la riva conla sua incrollabile intenzionedell’Arbitro. Anche questa è

 

una sensazione interessante,dovrebbe riuscirvi, provatelo.

Comunque sia, il modomigliore per contrastare la paura è non far entrare nelvostro mondo ciò che puòspaventare e creare angoscia.Le catastrofi, i disordinisociali, la criminalità, laguerra, il terrorismo, icataclismi naturali, tuttodeve volare oltre la vostraattenzione, come dei paesaggi insignificanti oltre

 

il finestrino di un treno adalta velocità. La miatranquillità deriva dal sapereche io sono il proprietario delmio pianeta. Io, e nessunaltro oltre a me, fisso iltempo atmosferico che piùmi piace: disperdo le nuvole,accendo il sole e appendo incielo un arcobaleno.

Falsi fini

 

Rimedio: smetterla di esserei migliori - diventare gliunici - trovare il Proprioine.

Come si è già detto, la personalità, con le sue qualitàuniche, viene livellata sotto ilchiasso dell’opinione pubblica. Nel processo discambio di opinioni avvienela creazione degli stereotipi edegli standard del successo.Ma siccome l’opinione pubblica viene formata dalla

 

“stragrande maggioranza”,all’uscita di questo tritacarneviene fuori soprattutto mercedi seconda e terza qualità.L’ignoranza e la mediocritàtrionfano, mentrel’individualità “noncondizionabile” viene messain disparte o spedita al ri-trattamento. Succede questo:viene annunciata una corsagenerale al successo. Ognunodeve raggiungere il successo.Chi non l’ha raggiunto è un

 

fallito, uno sfigato, un loser [ p e r d e n t e ;  N.d.A.]. Glistandard del successovengono sbandierati da tuttigli schermi e da tutte lecopertine. Vince chi sisottomette alla regola. “Faicome loro, diventa meglio diloro!”.

Ma così tutto appare soloesternamente. Di fatto,questo gioco ha un’altraregola ancora, una regola diaggiramento che non è

 

chiaramente menzionata danessuna parte: “Vince ancorachi non soggiace alla

ressione e non rinuncia allaropria individualità”.

La maggior parte di coloroche hanno raggiunto unautentico successo, unsuccesso fenomenale, hasfruttato proprio questaregola.

In realtà la via diaggiramento della corsa

 

generale è più facile, piùefficace e più cara al cuore.Quando una personalità si permette di sottoporsi allaregola “Fai come loro,diventa meglio di loro!”,avviene uno scardinamentodell’IO  tale per cui, dopo diesso, manifestare la propriaindividualità diventa praticamente impossibile,mentre correre dietro aglialtri e diventare “migliore” èdifficile.

 

 Non bisogna aspirare adiventare “meglio degli altri,meglio di se stesso”. Ilvettore principaledell’attenzione dev’esserediretto verso la ricerca e losviluppo dei propri pregi edelle proprie qualitàindividuali.

La vostra anima sidistingue sicuramente daquella degli altri in qualcosa,è sicuramente unica per qualcosa. Ma in che cosa,

 

 precisamente, lo potetescoprire solo voi. Se non vifarete scardinare, gli standardsuccessivi verranno copiati proprio dal vostro successo.

Il Proprio fine

Ricerca: smettere di cercare -assestarsi in una posizione diosservatore - il fine sitroverà da solo.

Se non riuscite a trovare la

 

vostra strada, il Vostro fine,significa che la vostraattenzione è stata catturatadallo specchio. Stateguardando come le altre persone realizzano i loro finie state misurando su di voiuna realtà che non viappartiene. Questo serial finisce per assorbire la vostraattenzione e voi, per giorniinteri, guardate un film altruidimenticandovidefinitivamente che dovete

 

girare il vostro.Per distogliervi dallo

specchio dovete fare un passonon ordinario: interromperela vostra ricerca. Misuraresu di sé l’esperienza altrui ela realtà altrui è utile, masolo fino a un certo punto, per farsi un’idea minima diquello che succede ingenerale in questo mondo.Ma dopo aver ricevuto una prima esperienza, bisognauscire quanto prima dalle file

 

comuni e avviarsi per la propria strada. Ma comefarlo?

Ogni persona ha la suaVia, unica (e nonobbligatoriamente una), chetrasformerà la sua vita infesta. Nel futuro non c’èalcuna felicità, essa c’è ora eadesso o su un’altra lineadella vita.

La vita si trasforma infesta non al momento

 

dell’ottenimento odell’arrivo di qualcosa, madurante il viaggio, in quellalinea (Via) dove l’esistenzasi riempie di gioia e di senso.In altre parole, il fine è il cammino e non il punto diarrivo.

La sensazione di felicitàora o l’attesa gioiosa diqualcosa nel futuro ha sottodi sé un fondamento pienamente fisiologico. Nel processo di movimento verso

 

il fine si sprigionadell’energia libera, l’energiadella creazione, quella chealeggia quando si fa una cosache adorate fare (quandoinvece fate qualcosa che nonvi piace, l’energia, alcontrario, si blocca). Proprioquesto movimento di energiacreativa crea la sensazione digioiosa euforia. Per questo ilVostro fine è la vostra  strada per la Città di Smeraldo1  e

 

non quello che laggiù viaspetta. Finché c’èmovimento, c’è energia. Siarriva a destinazione, ci siferma, ci si riposa, si vaavanti. Non esiste l’algoritmo

della ricerca del fine, perchél’impostazione stessa delcompito non è concreta, èvaga: «Vai lì, non so dove, ecerca una cosa, non so qualecosa»2. Il difetto di questa

 

formulazione è la sua totaleindefinitezza. Ma proprio inquesto difetto è contenuta lachiave. Se non sapete comecercare il Vostro fine,significa che non vi servesaperlo. Se non potetesaperlo, significa che non viserve cercarlo. Tagliare ilnodo gordiano è semplice: il Vostro fine si troverà da solo.

Ma per questo occorresmettere di fare quello che è

 

abituata a fare la ragioneordinaria, cioè cercare dellesoluzioni. E dov’è abituata acercare soluzioni? Le cercatra quei dati di cui essadispone, cioè nello specchiodella realtà circostante. Laragione cerca sempre diafferrare l’immagine riflessae poi di girarla da una parte edall’altra, per capire cosa poterci fare. Ma a voi serveottenere quella soluzione chenon esiste in questa realtà

 

circostante, vero? Ciòsignifica che bisogna attirarenello strato del propriomondo un’altra realtà. Dilatate il vostro mondo,

andate dove non siete maiandati, guardate ciò che nonavete mai visto. Introducetenella vostra vita piùinformazioni nuove, piùimpressioni fresche.   Ciòserve non alla ragione maall’anima. Quando vedrà ilSuo, essa si vivificherà

 

subito.Apposta non fornisco

impostazioni concrete, perché la ricerca del Propriofine è una cosa prettamenteindividuale, qui non ci possono essere modelli disorta. Il principiofondamentale è che nondovete riflettere sul fine, enemmeno cercarlo, masemplicemente osservare e

restare attenzione alle

 

vostre sensazioni.La ragione deve trovarsi

nella posizione di unbambino osservatore,  e nondi un analista di sistema. Lasua posizione, cioè,dev’essere passiva: offrireall’anima informazioninuove, nuove esperienze eimpressioni, e seguiresemplicemente ciò che essa prova sperimentandole.

La ragione dovrà inserirsi

 

solo dopo che l’anima avràesclamato: “Sì, questo è proprio il mio!”. Occorrerà porsi la domanda: tutto ciòtrasformerà la mia vita infes ta?  La decisione dovràessere presa nell’unitàdell’anima e della ragione.

Come capirete da soli, ilfine dovrà essere, comeminimo, raggiungibile inlinea di principio.

Bisogna anche tener conto

 

del fatto che per l’anima ènormale appassionarsi. Civorrà del tempo per misurare per bene il fine su se stessi.Se ci saranno dei dubbi, sidovrà estendere la zona del proprio benessere attraversola visualizzazione delladiapositiva del fine. Neldettaglio ciò è stato discussonella serie dei libri sulTransurfing enell’ ApokrificeskijTranserfing   [ Il Transurfing 

 

vivo, cit., N.d.T.].

Sottolineo ancora unavolta che la particolaritàdella ricerca del Proprio fineconsiste nel fatto che, adifferenza del lavoro con lemollette, l’attivitàmovimentata in questo casoviene sostituita daun’osservazione che se non è proprio passiva, èsicuramente attenta. L’azionedella ragione si limita solo a

 

far entrare nel mondo piùesperienze e impressioninuove. Che la ragione segua

ure il gomitolo, esso porteràlì dove serve.

Se non si riesce per ilmomento a trovare il fine,sarebbe una buona idea, per cominciare, occuparsi di sestessi.

Cosa può aumentare lavostra autostima e portaresoddisfazione di sé e della

 

 propria vita? Si puòcominciare dalmiglioramento della propriaforma fisica e dall’aumentodel proprio potenzialeenergetico. Se l’organismo èdebole, il potenzialeenergetico è basso enell’anima regna l’apatia,non si ha alcuna voglia diimpegnarsi in ricerchecreative.

In generale, il fine col

 

tempo può cambiare,trasformarsi. Dovete essere pronti a quest’evenienza econsiderarla normale.

Ognuno ha la sua strada edessa raramente è dritta. Nonabbiate timore di porvi finiambiziosi.  L’unico ostacoloreale nel cammino verso unfine ambizioso è non tanto unfat tore esterno  quanto uninterrogativo che rodedall’interno: in che modo loraggiungerò?

 

In che modo

R i m e d i o : ammetterel’inammissibile - nettoorientamento verso il fine.

Se il fine è raggiungibilein linea di principio ma le viee i mezzi sono ignoti, ciò nonè un motivo per rinunciare adesso.

Le riflessioni dellaragione: “In che modo… mi

 

riuscirà? …e se non miriuscirà…”, nella maggior  parte dei casi sono ostacolimaggiori degli ostacoli reali.

on a caso ho menzionato ilgomitolo della favola.Quando un personaggio nonsa dove dirigersi e da dovecominciare, lo mandano aseguire un gomitolo. Laragione interrompe,finalmente, i suoi movimentie passa a un regime diosservazione. Ed è proprio

 

quello che serve.Mentre la ragione è

indaffarata a ricercare il fine,essa non vede nullatutt’intorno. Bisognadistorglierla daquest’occupazione e dirigerlada qualche parte, non importadove. Che osservi pure.

Analogamente si deve farecon la ricerca di vie e mezzi per il raggiungimento delfine. La ragione argomenta:

 

“Per questo problema non c’èuna soluzione”, oppure“questo fine è difficile daraggiungere, non val la penatentare”. Essa è abituata aoperare per modelli estereotipi, proprio come haimparato a scuola, è solitarisolvere i problemini dialgebra con l’aiuto dialgoritmi elementari. Laragione non può scoprirenulla di fondamentalmentenuovo; tutto quello che può

 

fare è costruire una nuovaversione di casa con i vecchicubi. Tutte le sue scoperte lef a mentre segue il gomitolo.Anzi, non è la ragione a farle,ma sono esse a rivelarsi. Peròsolo a condizione che laragione si metta in viaggio.

Dunque, il compitofondamentale non sta nelrisolvere i problemi , manello  spedire lo sciocco inviaggio  verso il suo fineultimo, affinché egli raccolga

 

le soluzioni che gli si presenteranno sotto gli occhimentre lui è in cammino.

Bisogna dirigere la propriaattenzione e la propriaintenzione verso il fine,crearsi una realtà virtuale ein essa vivere. Farsi girare intesta il proprio film, intantoimmaginato, e guardare comein esso il fine si realizza ealla fine si ottiene quello chesi voleva.

 

Io chiamoquest’occupazionevagabondaggio mirato tra lenuvole. Non importa se il film non

corrisponde ancora allarealtà. La vostra realtà prima si forma nei pensieri e solo

oi si concretizza nellarealtà.

Mentre girate questo film,lo strato del vostro mondo simuove verso quel settore

 

dello spazio delle variantidove il fine si realizza. Ilmovimento non è sempre percettibile e non simanifesta subito. Ma presto otardi cominceranno ad aprirsidelle porte (possibilità) cui prima non potevate nemmeno pensare. In questo consistetutta la potenza di questometodo: le vie e i mezzi sitroveranno da soli sel’attenzione e l’intenzione saranno dirette verso il fine,

 

 senza sguardi al passato, al resente e all’esperienza

altrui.  Uno strumento più potente per il raggiungimentodei fini e la soluzione dicompiti difficili non esiste.

È interessante un ulterioreimpiego di questo metodo. Ame personalmente non eravenuto in mente che i princìpi del Transurfing potessero essere usati per larisoluzione di compiti pratici, di applicazione,

 

 perché da questo tipo dicompiti mi sono allontanatoda tempo. Invece è possibile.

Molti problemi (di fisica,matematica, chimica, biologia, ingegneria) sonostati formalizzati da tempo esi risolvono con l’ausilio dialgoritmi e formule. Ma cene sono altri, quelli legatiall’invenzione, per esempio,che non si sa comeaffrontare. Per riordinare in

 

qualche modo il lavoro dellaragione, darle “il gomitolo”,sono state elaborate dellemetodologie particolari: lateoria di soluzione di compitidi inventiva [in russo TRIZ,teorija rešenijaizobretatel’skich zadac ;

.d.T.] e il metodo diaggregazione dei sistemialternativi [in russo MOAS,metod ob’edinenijaal’ternativnych sistem ;

.d.T.].

 

Questi metodi, pur indicando una direzione, noneliminano l’ostacolo chespesso per la ragione risultainsuperabile: “Non è possibile! Questo compito èirrisolvibile!”. Il famosoinventore Vladimir Gerasimov ha integrato lemetodologie indicate con un principio semplice e potente:ammettere l’inammissibile.Chi volesse approfondire iltema può trovare

 

informazioni nella paginadell’inventore:http://www.trizminsk.org/e/2

Sembrerebbe un principionon scientifico, vero?

Ma per la ragione è proprio importante chequalcuno “fondiscientificamente” e introducanel sistema dei suoi concettiquesto principio comeassioma matematico,affinché l’impossibile diventi

 

ossibile formalmente  primaancora che “teoricamente”.

La ragione ha assoluto bisogno di sapere cheammettere l’inammissibile ècomunque permesso.

E infatti la storia dimostrache molte invenzioni genialifurono ideate dopo che laragione si era decisa aoltrepassare e superare le sue“incrollabili convinzioni”.Per esempio: una nave di

 

ferro non può galleggiare perché il ferro affonda inacqua e quindi le navi devonoessere costruite solo con illegno. È solo più tardi, dopoche la ragione ha vistol’impossibile con i suoiocchi, che esso le è diventatoevidente. Ma prima divederlo per essa tutto ciò eraimpossibile! E ora il ferro può addirittura volare.

In questo modo, se vitrovate di fronte a un

 

 problema irrisolvibile dal punto di vistadell’esperienza, se non sapetecome affrontarlo, nonrinunciate subito a risolverlo.Dovete capire che gli ostacolie le limitazioni sonosoprattutto nella vostra testa.Se vi dicono «Vai lì, non sodove, e cerca una cosa, nonso quale» ma che alla finerisulta essere una cosastrepitosa, andate dietro algomitolo, seguitelo e la

 

troverete.È difficile solo il primo

inizio di movimento, quandos e r v e uscire dall’orizzontedel possibile.  È comeguardare un bigliettino con lesoluzioni, bigliettino che nonesiste, in cui non c’è alcunasoluzione, soluzione che èimpossibile. Ma come? Per farlo bisogna compiere unatto impossibile: ammetterel’inammissibile.

 

Il principio consiste nelnon pensare a com’è

ossibile, ma concentrarsiinteramente sul fine ultimo.Cosa vogliamo ottenere comerisultato? Tutti i pensieridevono essere incentrati suquesto.  E con i pensieriocalizzati sul risultato finale

bisogna cominciare il movimento. Cosa fare e comefare, in una prima tappa nonè così importante.

I movimenti possono

 

essere disordinati, senzasistema e persino assurdi.L’importante è chel’attenzione e l’intenzionesiano nettamente orientatesul fine e che non si voltinoindietro a guardarel’esperienza già consolidata.In questo sta tutto il segreto:la nostra ragione non risolveun problema, che prima nonavrebbe mai affrontato, maguarda il fine e si muove inavanti, come un cavallo col

 

 paraocchi. I paraocchiservono proprio perché glistereotipi e i modelli non siinterpongano come ostacolinel cammino verso il fine. Lerisposte si troveranno da sole, durante il movimento.Dunque, la formula per lasoluzione dei problemi“irrisolvibili” appare nelmodo seguente:

ammettere l’inammissibile,dirigere il vettore

 

dell’attenzioneverso il fine,

cominciar il moviment 

Illustreremo l’azione diquesta formula con unesempio concreto.Supponiamo che ora sial’inizio del XIX secolo e ci sitrovi di fronte al compito diinventare una fonte di lucesemplice e durevole. Prima

 

della scoperta dell’elettricità,fonti di luce erano: la sverza,la fiaccola, la lampada a olioo a petrolio, il lampione agas, la candela. Tutti con unacaratteristica e un difetto: inessi qualcosa brucia fino aconsumarsi. Impostazionedel problema: fare in modoche la fonte bruci ma non siconsumi.

Sembrerebbe un compitoimpossibile. A quel tempo siriteneva che l’unica fonte di

 

luce potesse essere lafiamma. I lumi fanno luce perché in essi bruciaqualcosa. Persino le stellesono luminose perché bruciano. Possibile che ci siaqualcosa che bruci e non siconsumi fino in fondo.

Se si ammettel’inammissibile allora sì, è possibile. La soluzione è lalampada a incandescenza,con il gas inerte contenuto

 

nel bulbo.Quest’approccio permette

di fare scoperteassolutamente inaspettate einvenzioni incredibili. Se nonsiete ancora dei geni, potetediventarlo. Con unostrumento così potente potrete risolvere quei problemi che gli altri nonvorranno nemmenoaffrontare.

 

L’amore noncorrisposto

Rimedio : rinunciare, nontorturarsi, non perder tempoinvano, restare se stessi -cercare la propria metà.

Mi viene chiesto spesso:cosa fare se la persona amatase ne è andata, come farlatornare indietro?

Come ho già detto, ilTransurfing, a differenza

 

della psicologia, non sioccupa della cura dei problemi. Se ponete unadomanda simile a uno psicanalista (diciamo,mediamente qualificato), viillustrerà una storia intera:dove avete sbagliato, come visareste dovuti comportare,eccetera, come dovrestecambiare adesso affinchécolui che vi ha lasciato provinuovamente amore nei vostriconfronti. Cambiare se stessi,

 

tradire se stessi…Cominciare a comportarsinella maniera giusta…Diventare un bravo ragazzo(brava ragazza)… Saper  pianificare una furba gender -strategia…

Tutto ciò non vi ricorda lo scardinamento dell’  IO? Èvero che non avete voglia dicambiare voi stessi? Perchédovreste tradire il vostro IO per essere degni di amore?Significa che così come siete

 

ora non ne siete degni? Einvece il vostro nuovo “IO”ne diventerebbe degno? E poi, perché dovreste imparareuna certa furba strategia per ottenere amore? Forse che le persone si innamorano solodei furbi e degli intelligenti?“Se diventi quello che miserve, da lunedì cominceròad amarti!”.

In realtà queste sono tuttemollette e trappole della

 

società. L’amore ha princìpicompletamente diversi:

 L’amore non siconquista, esso sorge da solo, in modo spontaneoe inspiegabile.Se per acquisire amorebisogna cambiare, significa che c’èqualcosa che non va. L’amore è come un fiore: se è appassito,non può fiorire

 

nuovamente.

L’ultimo principio alludeal fatto che l’amore vasostenuto, curato, custodito,come il fuoco in un focolare.L’amore non è tanto usare e prendere, quanto dare, in primo luogo. L’amore, inrealtà, è un grande lavoro.Ma di questo ora non parleremo.

La questione è cosa voletefar ritornare: l’amato o il suo

 

amore? Una persona che sen’è andata, si può far tornare. Ma se se n’è andatol’amore, farlo ritornare nonè più possibile.  Vi serve ilvostro amato senza il suoamore? E cosa otterreste daquesto? È una questione discelta. Nella vita, ovviamente, le

cose non sono così semplici,le situazioni sono le piùdiverse e ci sono anche leeccezioni. Il problema è che

 

l’amore, specialmente quellonon corrisposto, provoca unintorbidamento del senno,delle capacità di intendere. Ese esso è non corrisposto,siete nei guai. In questesituazioni bisogna avere lacapacità di vedere non solocon il cuore ma soprattuttocon la ragione. Dovete capirecosa sta succedendo. Quandodue persone intrecciano unarelazione, creano con ciòstesso un pendolo. In questo

 

non vi è nulla di male, anzi,il pendolo serve da fattorestabilizzante e legante. Ma seuno dei due se ne va, il pendolo comincia atormentare chi è rimasto per ottenere la sua porzione dienergia. E fintantoché chi èrimasto continua a credereche l’altro si possa far tornare, è costretto a dare al pendolo energia per entrambie anche di più, a causa dellesue sofferenze e del suo

 

tormentarsi.Se il vostro partner se n’è

andato, di seguito dovetesganciarvi anche voi, per impedire al pendolo disucchiarvi via l’energia. Aquesto fine serve re-indirizzare la propriaattenzione su altri partner  potenziali. Se non lo farete,soffrirete, e soffrirete invano,vi rovinerete la vita e perderete il tempo preziosodi questa vita.

 

Anche un amore noncondiviso o rifiutato sindall’inizio è estremamentedistruttivo. La parte che prova amore, in questo caso,non ottiene nulla oltre asofferenze. Anche in questotipo di situazione non vale la pena perdere forze spiritualie tempo della propria vita.Occorre, almeno, averedignità. Infatti, l’amoreunilaterale, che si voglia o

 

non si voglia, è una cosa piuttosto umiliante. Tu amima non sei amato. Qualcosanon quadra. Non è una cosanormale. Ma in cosa consiste precisamente l’anormalità?La molletta dà una rispostainequivocabile: sei tu chenon sei abbastanza buono per essere amato.  Capite comeagisce la molletta?

In realtà, sia nel caso incui siate stati lasciati, sia incaso di amore non condiviso,

 

il fatto è che non aveteincontrato la vostra metà.Pensateci un po’. Può forselasciarvi la vostra metà? Puòforse non amarvi la vostrametà? Essa è stata creata proprio per questo. Le persone sono diverse, ma cisono coppie checorrispondono l’una all’altracome la chiave alla serratura.

Di queste vostre metà, concui potrebbe legarvi l’amore,

 

nel mondo se ne contano piùdi una, e nemmeno due, mamolte migliaia. Se il SommoOnnipotente ha inventatol’amore, non potevacomportarsi in modo cosìcrudele da ridurre a zero la probabilità di un incontrofelice. Le vostre metà vaganoin giro per il mondo, forsealcune sono vicino a voi,magari vi stanno cercando  evoi intanto spendete il vostroamore per altri. Non è

 

stupido?D u n q u e :  se la vostra

relazione con qualcuno non èriuscita, non ha senso scoraggiarsi. Cercate lavostra metà.  Se siete statilasciati, rallegratevi. Vi sieteliberati di un peso inutilenella vostra vita. Ora sieteliberi e avete la possibilità ditrovare il vostro autenticoamore.

Come vedete, nonostante

 

la solennità del tema,l’approccio che si propone diutilizzare è assolutamente pragmatico. Se sia megliosoffrire o agire pragmaticamente, lo dovetedecidere da soli. Posso parlare di queste cose consicurezza perché da anniricevo una gran quantità dilettere e so quante personesoffrano inutilmente, perciòso quello che dico.

 

La solitudine

Rimedio: cessare la lotta per l’amore - irradiare amore.

Molti, se non tutti, sonoimpegnati nella ricerca del partner adatto per avere dellerelazioni positive econdividere con lui/lei la propria vita.

Una metà dell’umanitàcerca l’altra, la quale, a suavolta, è impegnata a fare lastessa cosa. Nonostante la

 

grande scelta, però, entrambele parti si trovano adaffrontare le stesse difficoltà.

Come sembra di solito, il problema sta nel fatto che oio non corrispondo agli“standard di qualità”largamente diffusi, o lui (lei)non corrisponde alle mieesigenze. Da qui segue che bisogna cambiare se stessi econtinuare la ricerca. Macambiare se stessi, oh, comenon si vorrebbe! E il proprio

 

ideale… dove cercarlo?Se questa situazione vi ha

stancato e non volete provarele stesse difficoltà chedevono affrontare gli altri,dovrete cambiare la vostravisione del mondo, cioècominciare a pensare e adagire in modo nonstandardizzato. Per fare ciònon serve cambiare se stessio attivare la ricerca. Alcontrario: bisogna cessare di

 

correre dietro all’Uccellodella Felicità e fare invece inmodo che esso vi si sieda sul palmo della mano.

Prima di tutto bisognarimuoversi di dosso lemollette della società eguardare alla realtàcircostante con altri occhi.

on siete obbligati acambiarvi e a migliorare alfine di “corrispondere aicriteri dell’amore”. Non sieteobbligati a conquistare

 

l’amore, non è mica unafortezza nemica. Da partevostra si richiede una cosasola: attirare nello strato delvostro mondo la vostra metà.Poi tutto succederà e sisistemerà spontaneamente.L’amore nasce da solo.Perché accada questo serveuna minima condizione: chele due metà siano vicine e si prestino attenzione.

Si può attirare una persona

 

nel proprio mondo conl’aiuto della tecnica dellediapositive. Bisogna farsigirare sistematicamente intesta una diapositiva nellaquale vedete la vostra vitainsieme a una certa personalità astratta, il vostroideale. A un certo punto siaprirà la porta e apparirà Lui(Lei). Il resto è già affarevostro.

Tenete presente, però, chenon basta proiettarsi in testa

 

le diapositive standosene alcontempo seduti al chiuso, inattesa che il cavaliere facciacapolino alla finestra o la principessa serva la pizza. Èovvio che bisognafrequentare quegli ambientidove maggiore è la possibilità che incontriate lavostra metà.

Se avete problemi afrequentare le compagnie oavete difficoltà di

 

socializzazione, potete provare un’altra tecnica (nonrinunciando alla diapositiva,ovviamente).

Immaginatevi come unessere luminoso-luminescente, che irradia unaluce interiore di fascino eamore (se volete, poteteaggiungere anche “sesso” o“forza”). Muovetevi conquest’intenzione e irradiate.Pronunciate più spesso tra divoi la seguente forma-

 

 pensiero:

Sono una personalitàaffascinante. Irradiouna luce interiore di fascino e amore. Le persone la sentono e provano nei mieiconfronti simpatia.Socializzano con mevolentieri. Si sentonobene quando si trovanonel mio campo. Attraggole persone. Sono una

 

 personalità attraente. Irradio la lucedell’amore e della gioia.Sono un essereluminescente.

La forma-pensiero si puòanche utilizzare insieme allatecnica “un bicchier d’acqua”descritta ne Il Transurfing vivo.

Dopo un po’ di temponoterete che le personesaranno attratte da voi come

 

le farfalle dalla luce. Le persone, in generale, sonoattirate dalle personalitàaffascinanti e gioiose, cheemanano una luce metafisica.Ma per diventare una personalità affascinante, lodico di nuovo, non serveristrutturarsi o migliorare, basta solo usare la tecnica delFreiling. Ricordo di seguito i princìpi fondamentali. Nella vostra realtà ricevete

fondamentalmente ciò che si

 

trova dentro di voi e quelloche da voi si irradia.Immaginate di essere in piedidi fronte a uno specchio. Senon volete vedere nel riflessomanifestazioni di ostilità,aggressività, critica, nonaccettazione, non inviate leimmagini corripondenti. Sevolete amore, amate. Seavete bisogno di aiuto, cura,attenzione, aiutate, abbiatecura, dimostrate interesseautentico nei confronti delle

 

 persone.Ricordate, per cominciare,

il comportamento di quelle persone che potresteclassificare come personalitàaffascinanti:

Quando parlate con una personalitàaffascinante, vi sembrache le faccia piacerecomunicare con voi.Tutta la sua attenzionevi appartiene.

 

Vicino a una personalitàaffascinante sentite lavostra importanza ed esclusività. Non è sololei a essere una personalità interessante,ma anche voi.

Una personalitàaffascinante irradia unumore gioioso, festoso.Vicino ad essa vi sembradi essere a una festa.

 

Si può pensare che ilfascino sia un dono divino,dato a pochi eletti. Di fatto ilfascino, inteso come unaluminescenza interiore, si può definire nel modoseguente: un amore reciprocodell’anima e della ragione.In altre parole, è quando una persona vive in pienoaccordo con se stessa, quandoal suo interno regnanol’armonia e la sintonia. È unostato che effettivamente non

 

è dato a tutti, una similearmonia non è facile daraggiungere.

Però c’è anche unaluminescenza esteriore che si può imparare. Il vostrofascino è soprattutto lavostra capacità di fare inmodo che il vostrointerlocutore senta il propriovalore.

A questo fine serveassimilare alcuni semplici

 

 princìpi e praticarliregolarmente,sistematicamente, sempre eovunque:

 Il nocciolo di una personalità è il suoauto-rispetto, cioèquanto una persona stima se stessa. Rispettando e valutando secondo il loro merito le persone, diventate i loroidoli.

 

Comunicate con le persone in modo taleche esse sentano il lorovalore personale.(Penseranno: accidenti!Questa persona mi hadimostrato che iovalgo).

 Manifestate attenzione eautentico interesseverso le persone. Parlate con loro di loro stesse e di ciò che le

 

interessa.

Vi piace quando glianimaletti di casa viaccolgono conentusiasmo? Quandoincontrate una persona, provate a irradiare la stessa gioia e lo stessoentusiasmo.

Comunicate come se foste a una festa e siateinteramente attenti alle

 

esigenze del vostrointerlocutore.

Volete fare impressione suuna persona? Nondimenticate che vi trovatedavanti a uno specchio.Comportatevi come se fossestata questa persona adavervi intensamente colpito.

 Non criticate le persone per quello che fanno. Ringraziate le persone

 

 per quello che fanno. Elogiatele per quelloche fanno. Ammirate quello che fanno. Dedicate attenzione aquello che fanno.

Sostituite “quello cheanno” con “come sono” e

girate tutto questomasochismo ancora unavolta. Perché qui un tocco di

 

masochismo è presentesenz’altro, e non c’è nienteda fare. Dopo tutto, voleteimparare a essereaffascinanti?

 Non criticate le persone per come sono. Ringraziate le persone per come sono. Elogiatele per come sono. Ammiratele per come

 

 sono. Dedicate attenzione acome sono.

Un’attenzione particolareva dedicata al primo principio del Freiling:rinunciate all’intenzione diricevere, sostituitela conl’intenzione di dare eotterrete quello cui avevaterinunciato. Socializzandocon le persone, voi pensate aquello che vi serve e anche

 

gli altri, non meno di voi, pensano altrettanto. Ma cosìfacendo non otterrete nulla.Quando invece cominciate a pensare a quello che serveagli altri, essi, subito, come per magia, vi darannovolentieri ciò che volete.Così funziona lo specchio.

ella tabella che segue, asinistra è indicato quello chevolete ottenere, a destraquello che vi serve fare per ottenerlo. Così funziona lo

 

specchio.

Voi volete: Cosa fare

 Affascinare. Essereaffascina

 Parlare in modointeressante.

 Ascoltareattenzion

 Attrarrel’attenzione.

 Manifest interesse.

 Ricevere aiuto. Aiutare.

 Essere compresi.Cercarecompren

 

Cercarecompartecipazione.

Compart alle soffe

Cercareapprovazione.

 Approva

Ottenere rispetto. Rispettar 

Ottenere gratitudine.

 Ringrazi

Ottenere simpatia. Manifest  simpatia.

Ottenere amore. Amare.

L’immagine riflessa è tale

 

e quale l’immagine di partenza. Chi non capisce ditrovarsi di fronte a unospecchio, fa il contrario:cerca di afferrare l’immagineriflessa e, di conseguenza,non ottiene nulla.

Per quanto riguardal’amore: non riuscirete a “far innamorare di voi” una persona con l’aiuto diqualche strategia o tattica particolare. Tutto quello che potete fare è semplicemente

 

amare. L’amore corrisposto,o si accende da solo, oppureno. Non si può sapere qualiazioni intraprendere a questofine. Lo stesso dicasi per l’amicizia.

L’unica cosa che puòfavorire il nascere dell’amoreè una comunicazione piacevole e confortevole. Ivostri pregi e i vostri difettiinteressano il vostro partner in ultima istanza, in primo

 

luogo gli interessa larealizzazione delle suaimportanza,  quella cheottiene dal rapporto con voi.Se la ottiene, chiuderà gliocchi sui vostri difetti piùevidenti e perdonerà tutte levostre debolezze. E allora,come succede non di rado, può sorgere un’unione che può destare lo stuporegenerale:

 Ma cosa avrà mai

 

trovato in lui? – Quelloche lui ha trovato in lei.

O, al contrario:

 Ma cosa avrà maitrovato in lei? – Quelloche lei ha trovato in lui.

E, per finire, l’ultimaquestione: ci si puòinnamorare non della propriametà? Risposta: sì, ci si puòinnamorare. Il mondo è

 

strutturato in modo cosìstrano che anche questo è possibile. L’amore, come sisa, è cieco. Ma se succedecosì, non scoraggiatevi, non perdetevi d’animo, nonalimentate il pendoloinutilmente, non spendete levostre riserve di amore e lavostra vita invano. Cercate lavostra metà. Anch’essa vi stacercando.

 

RIEPILOGO

  Quando la situazione è tale che non si capisce assolutamente come correggerla e cosa fare,occorre applicare il principio seguente: prefiggersi un fin dignitoso e muoversi nella sua direzione.

  Non importa cos’è successo in passato e cosa sta succedendo adesso, ha importanza solo quello che volete ottenere in futuro. La vostra attenzione e la vostra intenzione devono essere interamente rivolte 

 

solo al futuro.  Pensando ai debiti non 

potrete restituirli. Bisogna smettere di pensare ai debiti: occorre dirigere il proprio vettore verso il fine e agire.

  Non solo voi dipendete dalla realtà, ma anch’essa dipende da voi. La questione sta solo in chi per primo prende l’iniziativa.

  La molletta della società vi costringe a essere i migliori.Dovete cambiare questa tattica stereotipata e permettervi di essere non i migliori ma gli unici.

 

  Come dimostra la pratica,raggiungono il vero successo coloro che non seguono gli standard ma li demoliscono.

  Rimedio contro l’angoscia e la paura: uscire da uno stato di attesa – osservarsi e andare incontro alla paura.

  Se si tramuta la paura in un’altra emozione, la paura scompare.

  Non fate entrare nel vostro mondo le informazioni che vi possono spaventare e angosciare.

 

  Vince non solo colui che vince la corsa, ma anche colui che non sottostà alla pressione e non rinuncia alla sua individualità.

  Ricerca del Proprio fine: smettere di cercare – uscire in una posizione di osservatore – il fine si trova da solo.

  Allargate i vostri orizzonti,andate dove non siete mai andati, guardate quello che non avete mai visto. Fate entrare nella vostra vita più informazioni nuove, più nuove impressioni.

  La ragione deve trovarsi 

 

nella posizione di un bambino osservatore, non i quella di un analista di sistema.

  Dopo che l’anima avrà esclamato: “Sì, questo è il mio!”, bisognerà porsi la domanda: questo trasformerà la mia vita in festa? L’anima e la ragione dovranno decidere di comune accordo.

  Se per il momento non si riesce a trovare il fine, una buona idea, per cominciare,è quella di fare qualcosa che aumenti la propria autostima e renda 

 

soddisfatti di se stessi e della propria vita.

  Non abbiate paura di porvi fini ambiziosi.

  La vostra personale realtà inizialmente si forma nei vostri pensieri e solo poi nella realtà tangibile.

  Le vie e i mezzi si trovano da soli se l’attenzione e l’intenzione sono dirette verso il fine, senza superflui sguardi al passato, al presente e all’esperienza altrui.

  Il principio “ammettere l’inammissibile” consiste nel 

 

non pensare come ciò sia possibile, ma nel concentrarsi pienamente sul fine ultimo.

  La ragione ha assoluto bisogno di sapere che ammettere l’inammissibile è comunque permesso.

  Se vi dicono di “andare lì,non si sa dove, e di cercare quella cosa, non si sa quale” ma che dovrebbe essere alla fine qualcosa di strepitoso, seguite il gomitolo e la troverete.

  Bisogna cominciare a muoversi avendo in testa dei pensieri focalizzati sul 

 

risultato finale.  La formula per la soluzione 

dei problemi “irrisolvibili” è: ammettere l’inammissibile,dirigere il vettore dell’attenzione e dell’intenzione sul fine,cominciare il movimento.

  Se non siete ancora dei geni, potreste diventarlo.

  Non si può conquistare l’amore. Esso sorge da solo, in modo spontaneo e inspiegabile.

  Se per acquisire amore bisogna cambiare, vuol dire che c’è qualcosa che non 

 

va.  L’amore è come un fiore: se 

è appassito, non può tornare di nuovo a fiorire.

  Bisogna sostenere l’amore,alimentarlo, custodirlo come il fuoco di un focolare. Non tanto usare e prendere,quanto dare, in prima istanza.

  Si può far tornare una persona che se n’è andata.Ma se se n’è andato l’amore, è impossibile farlo ritornare.

  Quando due persone intrecciano una relazione,

 

creano un pendolo.  Se uno dei due partner se 

ne va, il pendolo tormenta il partner rimasto per ottenere da lui la sua porzione di energia.

  Se con una persona le relazione non è riuscita, non ha senso scoraggiarsi.Cercate la vostra metà. Se siete stati lasciati,rallegratevi: vi siete risparmiati un peso superfluo nella vostra vita.

  Non siete obbligati a cambiarvi e a migliorare al fine di “corrispondere ai criteri dell’amore”.

 

  Vi si richiede una cosa sola: attirare nello strato del vostro mondo la vostra metà.

  Proiettatevi sistematicamente la diapositiva in cui immaginate la vostra vita con una certa personalità astratta, il vostro ideale di partner.

  Immaginate voi stessi come degli esseri luminescenti,che emanano la luce interiore del fascino e dell’amore. Andate in giro con quest’intenzione e risplendete.

 

  Per diventare una personalità affascinante,non serve ristrutturarsi e migliorarsi. Utilizzate la tecnica del Freiling.

NOTE A MARGINE

Se la giovinezza sapesse,se l’età avanzata potesse…ora può e sa.

 

La corsa degliinvalidi

In questo capitolo parleremo di nuovo di coseun po’ particolari, difisiologia e psicosomatica.Vi convincerete che questotema ha un rapporto diretto

 

con il Transurfing cometecnica di gestione dellarealtà, e che il termine da meintrodotto, quello di“mollette”, non è un attributoastratto ma una definizioneappropriata.

Se si generalizzano imetodi con cui il sistemaesercita la sua influenzasull’organismo e la coscienzadi una persona, otteniamol’elenco seguente.

 

Cibo sintetico emorto (influenzadiretta sulla fisiologia e sullacoscienza).Smog elettromagnetico(impatto sul cervello, sangue,biocampo umano).Stile sedentario divita (muscoli, vasi,apparatolocomotore).

 

 Inquinamentodell’ambiente(intossicazione generale,ottundimento dellacoscienza).Stato di allarmismoindotto, corse etraguardi imposti(stress). Divertimentitecnogeni (cervello, sistema nervoso). Pressione

 

informazionale(tutta la psicosomatica).

La diagnosi, conseguenzadi quest’influenza, si puòfare non sulla base dellastatistica delle malattie edella mortalità, ma sulla basedella semplice pubblicità.Basta guardare quellatelevisiva, la più costosa.Essa propone innanzitutto lemerci che hanno una

 

maggiore domanda.Analizzando una gamma

 piuttosto ristretta di merci,servizi e informazioni, si puòcapire di che cosa si ammalae si lamenta la gente:

Gonfiore di stomaco,disfunzione delladigestione. Bruciore e pesantezza di stomaco. Peso superfluo.

 

 Disbatteriosi(disbiosi). Deficit immunitario. Mal di testa. Depressione.Scarso tono vitale. Epidemie diinfluenza. Mal di denti. Parassiti.Vista, memoria. Prostatite, candida,impotenza. Malattie croniche di

 

ogni tipo.Cancro, diabete,artrite, cuore, fegato, reni. Dolori alla colonnavertebrale e al collo.

Di tutto quest’elenco, ildisagio che destamaggiormente attenzione èl’ultimo.

I libri e i DVD dedicati aquesto problema sono dei best-seller. La diffusione in

 

larga scala delle malattiedell’apparato locomotore èun fenomeno dei nostri tempi(o, più precisamente, dellaciviltà tecnogena, poiché gliaborigeni non soffrono diquesti problemi).

Si può presupporre che lacausa sia una: lo stile di vitasedentario. Invece non èaffatto così. A questoriguardo, le opinioni sonotante quanti sono i medici.

on solo, ma la medicina

 

contemporanea è impotentedi fronte a questa malattiadel secolo. I mal di schienanon vengono curati e sievolvono, nella miglioredelle ipotesi, in lente formecroniche. Se siraggruppassero insieme tuttele opinioni, ne uscirebbe unquadro curioso.

La cause del mal dischiena e del collo, in basealle valutazioni di vari

 

specialisti, sarebbero:

 Alterazioni strutturali(cambiamento degliorgani). Alterazioni funzionali(disfunzioni, per esempio deimuscoli). Malattie del tratto gastro-intestinale(per esempio, in

 

caso di problemi conl’intestino, duole la spina dorsale).Contrazione spasmatica di singoli muscoli. Alterazione dellamicro-circolazione(del sangue e dellalinfa).Traumi del cranioalla nascita.Cambiamenti legatiall’età.

 

Le opinioni non sonoconcordi nemmeno in meritoalla parte che duole:

Colonna vertebrale(ossa, cartilagini). Muscoli. Nervi schiacciati. Midollo vertebrale.

Tanto meno rispetto alfattore responsabile deldolore:

 

 Ernia del discointervertebrale. Muscoli spastici.

E tanto meno ancorarispetto al concetto di ernia:

 Nucleo del discointervertebrale fuoriuscito dal suoanello. Residui di un disco schiacciato odegenerato.

 

Pensate un po’ che persino per quanto riguarda lasostanza del discointervertebrale non esisteun’opinione comune:

Gelatinosa. Fibrosa.Gommosa.

Credetemi, ho letto moltilibri sul tema e mi sonomolto stupito: possibile checoloro che curano la colonna

 

vertebrale (e ne scrivono)non abbiamo mai visto nétoccato la materia che sitrova tra le vertebre?

I metodi di cura proposti,analogamente, sono cosìdifferenti che si hal’impressione (quasispaventosa) che spettiall’inesperto pazientescegliersi da solo il metodo:

Solo operazione.Operazione?

 

 Assolutamente no! Fisioterapia.Terapia manuale.Osteopatia. Riposo. Movimento. Limitazione dei pesida portare. Il contrario: permesso di portare pesi. Eccetera.

Infine, per quanto riguarda

 

le limitazioni (anch’esse,evidentemente, a scelta del paziente):

Obbligo di corsettorigido.Corsetto rigido? No,nel modo piùassoluto!Sollevare non più di2, 3, 5, 10 kg. Assoluto divieto di sollevare carichi. Al contrario, si deve

 

 sollevare carichi e fare esercizio. Non piegarsi. Fare piegamenti avolontà. Letto duro. Letto morbido. Non raffreddare la schiena per nessunmotivo. Al contrario, leabluzioni conl’acqua fredda fannobene.

 

Ecco, per esempio, checosa si dice sulla scoliosi(curvatura della colonnavertebrale). Secondoun’autorevole opinione, lacausa della scoliosi sarebbeda individuare nel fatto chealcuni muscoli sono più fortidegli altri (e allora i giocatori professionisti di hockey e ditennis dovrebbero camminarecurvi?). Come correggerla?Allenare i muscoli deboli, per esempio solo quelli di

 

sinistra o di destra,trascurando quelli sviluppati(diversamente ladeformazione sisvilupperebbe ulteriormentemantenendo l’asimmetria).L’opinione è autorevole mac’è qualcosa che non quadra,vero?

Ancora un esempio. Il problema più serio dellaspina dorsale è l’ernia aldisco che, secondo un parerediffuso, schiaccerebbe il

 

nervo. Recentemente, però,alcuni dottori, esaminandoattentamente l’anatomiadella spina dorsale e delsistema nervoso (sottolineoesaminando attentamente!),hanno fatto una scoperta(!): pare che l’ernia al disco non possa essere considerata lacausa dello schiacciamentodel nervo perché ciò sarebbeanatomicamente impossibile!

on solo: i nervi non possono dolere. Il dolore è

 

segnalato dalle terminazioninervose, i ricettori.

Si potrebbe continuareancora a lungo. Resta datirare la seguenteconclusione: il fatto cheesistano opinioni e metodi dicura diametralmente opposti sta a indicare che lamedicina ufficiale non haidea di quale sia il nocciolodella questione e di comerisolverla.

 

Sarebbe divertente se nonfosse anche spaventoso,vero? Le cause di questasituazione (relative non allamalattia, ma alla medicina),sottolineate dagli stessidottori, sono le seguenti:

•  Specializzazioni mediche

di stretto profilo.

L’uomo è un intero unico,e non un insieme di singolimeccanismi in base ai quali imedici si sono scelti la loro

 

specializzazione. Pertantol’organismo va percepito ecurato come un intero unico.Ma un simile approccio nonconviene alla medicina, poiché essa, come anche ilsistema, non è interessataalla guarigione della persona.Alla medicina in quantoscienza interessa il processo stesso di cura, come unaricerca di laboratorio che si può continuare all’infinito.Alla medicina in quanto

 

 pratica medica, invece,interessa soprattutto il business.

•  Approccio di cura legato

ai sintomi.

 Non è un segreto per nessuno che la maggior partedei metodi di cura èindirizzata all’eliminazionedei sintomi e non delle causedella malattia. Le malattiecroniche insorgono in seguitoa delle diagnosi inesatte. Se

 

la diagnosi non è corretta, lacura non può portare alcunrisultato. La cosa interessanteè che il dolore è, in generale,il sintomo primario, ma adesso viene attribuito uno status  di patologia che dàinizio alla cura. L’approccioè, si può dire, militaresconella sua linearità: se c’è undolore, lo curiamo.

•  Approccio fisico-chimico

quasi meccanico.

 

La maggior parte deimedici sostiene i metodi e gliapprocci conservatoriinsegnati nelle università dimedicina. La scienza dellasalute si occupa di“meccanismi e strutture”.

ella fattispecie essa affermache i dolori alla schiena, allespalle, al collo, alle anche, aiglutei, insorgono in seguitoad alterazioni funzionali ostrutturali. Le interrelazionitra testa e corpo non vengono

 

 prese in esame. Ciò che nonsi può studiare in laboratorioè considerato “nonscientifico”. In prima filanell’elenco delle cose “nonscientifiche” finiscono leemozioni, poiché esse non si possono misurare.

Riguardo a quest’ultimoaspetto: sembrerebbe chetutti capiscano chel’espressione “tutte lemalattie sono legate ai nervi”

 

ha un fondamento, però adesso non viene attribuita lagiusta attenzione. Più in altoavevamo definito le cause deidolori della schiena e delcollo. Ma qual è la causa

rimaria  responsabiledell’insorgenza di questisintomi?

Un medico americano, ildottor John Sarno, doponumerosi anni di ricerca èarrivato alla conclusione chela causa principale

 

dell’origine del dolore alla schiena non è un disordine

unzionale e nemmeno strutturale ma è costituitadalle emozioni represse.L’uomo moderno si trova inuno stato di stress continuo.Questo stato è diventato per lui quasi familiare,“normale”.

Ecco alcuni fattoriresponsabili dell’insorgenzadi uno stato di stress:

 

La responsabilità allavoro o nellostudio.La strada da percorrere per andare e tornare dallavoro.I problemifinanziari.Il cambio di professione o delluogo di residenza.I problemi nellerelazioni con

 

familiari e colleghi.Gli insuccessi nellavita privata e nellavoro.Un senso troppoelevato diresponsabilità.Una motivazioneinteriore troppoforte, la necessità diessere i migliori, i primi.

In quest’elenco la

 

responsabilità e lamotivazione  occupano le posizioni principali. Si trattadelle stesse mollette che ilsistema attacca addossoall’uomo, da un lato per frustarlo, e dall’altro per frustrarlo, limitando la suaenergia, la sua coscienza e lasua libertà, in altre parole, per “frenare il suo ardore”.Quando si accumula unamassa critica di esperienze diquesto tipo, si sviluppa ciò

 

che John Sarno definisce sindrome da tensionemuscolare (STM).

Lo stress emotivo cresce esi trasforma in stress fisico.L’energia delle emozioni(soprattutto di quellerepresse) non va via, nonscompare, ma si traduce indeficit funzionale, in spasmomuscolare. Questo, a suavolta, porta a deficitstrutturali, incrinatura della

 

colonna vertebrale, erniaintervertebrale, eccetera.

Secondo il dottor Sarno, lasindrome da tensionemuscolare non interessa lascienza accademica perchénon si lascia dietro traccecausali. Le emozioni non possono essere messe in provetta, pesate e misurate. Imetodi dell’analisi medica,essendo soprattutto prove dilaboratorio, non sono in

 

grado di registrare l’effettodella sindrome da tensionemuscolare.

La sindrome da tensionemuscolare non compare solocome fenomeno ma svolgeuna precisa funzione di sostituzione del doloreinteriore, spirituale, con undolore fisico, cosa che fungeda causa primadell’insorgenza di dettomalessere.

 

L’uomo sopporta il dolorefisico più facilmente diquello interiore. Tanto piùche il cervello è l’organo piùimportante del nostro corpo.Il cervello preferisce provaredolore fisico nel corpo piuttosto che esperienzenegative nella sua coscienza.Finché l’attenzione èoccupata dal dolore fisico, leemozioni represse non possono raggiungere illivello della coscienza.

 

Tipica della sindrome datensione muscolare è anchela reazione ritardata . Ildolore si può manifestareall’improvviso e non nelmomento opportuno, per esempio durante unavacanza. Al lavoro latensione emotiva di solitoviene bruciata, mentre invecedurante le vacanze non trovasbocco.

Il secondo fattoreresponsabile dell’insorgenza

 

della sindrome da tensionemuscolare è simile al primo:la coscienza umana tende a spingere tutti i problemi chela affliggono il più lontano

ossibile, in profondità, nel  subconscio.

L’ansia, la rabbia, il sensodi colpa, la responsabilità, lascarsa autostima, vengonorelegati nel profondodell’inconscio perché lacoscienza non li vuole sentire

 

e nemmeno dimostrare aglialtri. Ma arriva il momentoin cui il subconscio nonriesce a contenere tutti questicarichi ed ecco allora cheinsorge la sindrome datensione muscolare.

In natura i problemivengono risolti consemplicità e naturalezza: sesi è spaventati, l’adrenalinacomincia a circolare nelsangue. Si corre via ed è passata la paura. Se si è

 

arrabbiati, di nuovol’adrenalina entra in circolo,ma se si danno un po’ digraffi ci si sente subitomeglio. Nel sistematecnogeno queste formulenon funzionano. Il cervello eil sistema nervoso non sonoadatti a vivere in un ambientedel genere. L’evoluzione nonha fatto in tempo araggiungere questi livelli.L’attività fisiologica e fisicanon è un problema. Ma cosa

 

fare con le emozioni che nontrovano sbocco, il cervellonon lo sa, da qui prendeinizio la reazione primitiva:sostituirle con un dolorefisico o una malattia.

I muscoli affetti dasindrone da tensionemuscolare si trovano nella parte posteriore del collo,nella schiena, nei glutei.Proprio essi sonoresponsabili della corretta posizione della testa e del

 

torso, e sono preposti agarantire l’efficientefunzionamento delle braccia.Il sistema sa dove appenderele sue mollette. Affinché lamarionetta si muova com’ègiusto, bisogna agganciarla etenerla appesa per bene. Cosìle mollette mentali generanodelle mollette di un altrotipo, quelle somatiche.

Si tratta di strette e vincoliassolutamente concreti. Le

 

sensazioni di dolorecostringono l’uomo acondurre uno stile di vitasedentario. Se qualcosa famale, meglio non muoversi!E la persona perde la vogliadi fare ciò che la potrebbeaiutare. Le mollettesomatiche privano delmovimento, fanno sedere inmacchina, in poltrona, suldivano, davanti al televisore,al telefono al computer (sii incollegamento, sii nel

 

sistema!). Il ciclo si è chiuso. Non vorrei fare prognosi

negative (anche se non cioccupiamo di previsione madi osservazioneconsapevole), ma appareevidente che il sistemastringe il suo anello. Oltreall’ambiente aggressivo,opprimono continuamente la persona la tensione sociale, ilsenso di concorrenza, il sensodi rivalità. Ne risulta unquadro eccentrico. La gente

 

viene caricata di cibosintetico, viene schiacciatada ogni parte, privata dimovimento, e poi, dallosportello socchiuso, le vienemostrato il fine, scintillantedi lustrini. E viene datoinizio alla corsa degliinvalidi. Una corsa su uncircuito chiuso?

RIEPILOGO

  La larga diffusione di 

 

malattie dell’apparato locomotore è un fenomeno della civiltà tecnogena.

  La medicina ufficiale non capisce in cosa consista il problema e come affrontarlo.

  L’uomo è un unico intero e non un insieme di meccanismi singoli in base ai quali i medici hanno scelto la loro specializzazione.

  La scienza della salute si occupa “dei meccanismi e delle strutture” e cura i sintomi. Il rapporto intelletto-corpo non viene 

 

preso in considerazione.  Alla base delle cause 

responsabili dell’insorgenza del dolore non ci sono alterazioni funzionali o strutturali ma emozioni represse.

  Quando si accumula una massa critica di emozioni da stress, si sviluppa la sindrome da tensione muscolare (STM).

  Lo stress emotivo aumenta fino a diventare tensione fisica.

  Questa, dal canto suo, porta ad alterazioni strutturali: 

 

deformazione della spina dorsale, ernia intravertebrale eccetera.

  Tipica della sindrome da tensione muscolare (STM)anche la reazione ritardata.

  La coscienza dell’uomo cerca di relegare tutti i problemi che lo affliggono più lontano e in profondità più lontano e in profondità,nell’inconscio.

  Le sensazioni di dolore costringono l’uomo a condurre uno stile di vita poco movimentato. L’uomo perde la voglia di fare ciò che lo potrebbe aiutare.

 

  Le mollette mentali ne generano altre, quelle somatiche.

  Il cervello e il sistema nervoso non si sono adattati all’esistenza in ambiente tecnogeno.

NOTE A MARGINE

Per qualche motivo in pochiriflettono su una stranasituazione: le malattiedell’umanità progrediscono,mentre “i successi da capogiro” della medicina s ne stanno quasi in disparte.

 

Ecco quindi da un lato letecnologie supermoderne, edall’altro le malattiecroniche e degenerative:esse, si dice, per loronatura non sottostanno acure e quindi non c’è nienteche si possa fare percontrastarle.

 

L’intossicazioneda informazioni

Resta aperta ancora unaquestione. Secondo leosservazioni di John Sarno,l’epidemia dilagante di maldi schiena è iniziatatrent’anni fa e continua

 

ancora oggi con una crescitacostante. Risulterebbe quindiche la fonte si collochi versogli anni Ottanta del secoloscorso. Prima non si eraosservato nulla di simile suquesta scala. Allora, cosa può mai essere successo? Losviluppo del sistematecnogeno, con il suo impattodevastante, era cominciatomolto prima. E anche lo stiledi vita sedentario, gli stresscontinui e il meccanismo di

 

sublimazione delleesperienze emotive nelsubconscio esisteva da prima.Ma allora perché la sindromeda tensione muscolare hacominciato a manifestarsiesattamente trent’anni fa?

Il dottor Sarno non dà unarisposta a questa domanda.Ma la soluzione, a mio parere, è ovvia, poiché sta insuperficie. Proprio negli anniOttanta è cominciato losviluppo intensivo delle

 

tecnologie dell’informazione,dei mezzi di informazione,dei media e dellacomunicazione.

Con la comparsa deiersonal computers, dei CD,

DVD, della televisionesatellitare, di internet, deicellulari e, negli ultimi anni,anche delle reti sociali,sull’uomo si è riversata unacascata potente diinformazione. Ha

 

letteralmente preso inizio un processo di intossicazione dainformazione.

Se prima si riusciva ascaricare passabilmente i problemi mentali nella sferadel subconscio, ora che ilsovraccarico di informazioniha raggiunto il suo puntoc r i t i c o , le capacità del  subconscio  non si sonodimostrate più sufficienti eciò ha trovato sbocco nei

 

 problemi fisici. L’uomomoderno è così sovraccaricodi informazioni che il suoorganismo e la sua menteconscia e inconscia nonriescono più a sopportare la pressione dei fattoritecnogeni.

Per qualche motivo diquesto non si scrive e non si parla apertamente. Lastragrande maggioranza dellasocietà permane in uno statodi “felice non visione” (od

 

oblio?); non vede niente, noncapisce niente, non dàimportanza e crede che non stia succedendo niente. Maho già detto e ripeto:qualcosa sta succedendo.

Tipico è il modo in cuifunziona la televisione. Ilc a n a l e Discovery, per esempio, un tempo erainteressante e istruttivo! Eadesso? Fanno vedere degli“spaccatutto” che vanno in

 

visibilio ogni volta cherompono e distruggono lecose. In Animal Planet   sivedono solo animali pericolosi, in National Geographic  mostrano solocataclismi, ai telegiornali sisentono solo notiziespaventose e terribili.Quando si guardano questispettacoli, si ha la chiaraimpressione che il tempodegli intellettuali sia finito esi sia instaurata l’epoca dei

 

mentecatti e dei degenerati.Di questi ultimi oggi ce ne

sono certamente molti di piùche alcuni decenni fa. Lecause di ciò sono molte, manon è questa la cosa piùimportante. Il fatto è che algiorno d’oggi la gente è giàsatura di informazione ed ègià molto difficilesorprenderla o interessarla. Imass media spremono finoall’ultima goccia pur diattrarre l’attenzione. Dalle

 

storielle di paura che ci siraccontava la notte, prima didormire, quando si era nellecolonie estive, si è passati airacconti dell’orrore su scalaglobale. Purtroppo tutto ciònon fa che favorirel’accumulo di aggressività edi potenziale reale discatenamento di catastrofivere, giacché la coscienzacollettiva forma la realtàcorrispondente.

 

Dunque, la tecnosfera hagenerato un nuovo fenomenodei nostri tempi,l’intossicazione dainformazione. E, ovviamente,non è tutto. Per non caricareoltremisura “la nuvola che siè addensata nel nostro libro”,elenchiamo ancora brevemente i tre principalifattori tramite i quali ilsistema tecnogeno influiscesulla psiche.

 

1. Cambiamentodel cervello

Il cervello, nell’ambientetecnogeno e informazionale,non si sviluppa ma subiscecambiamenti, e non inmeglio, si intende. È un fattoscientificamente provato.

La baronessa Greenfield,direttrice dell’Istituto britannico imperiale, haaffermato: «Se una persona

 

 passa troppo tempo davantial monitor, il suo cervellocambia a livello fisiologico,fatto che causaimmancabilmente problemicomportamentali e diattenzione. I giochi sono ingrado di disattivaredeterminate connessionineurali nel cervello, perchéesso cerca di adattarsi aicambiamenti dell’ambienteesterno. I videogames  sonoun esempio di nuovo

 

ambiente». La baronessa nonsa cosa si possa fare in questasituazione e non le resta checonsigliare di strappare i bambini dal potere deglischermi e mandarli fuori asentire l’erba fresca sotto i piedi. Ma come spiegare lorola faccenda, comeconvincerli?

Quando in questo libro si parla di cyborgs, di“cyborgizzazione generale”,non si fanno dei paralleli con

 

la fantascienza ma siintendono cose pienamentereali. Per cambiamento delcervello umano non siintende una sua alterazione indirezione dello sviluppo dellecapacità creative o nel sensodi creare la propria realtà, main direzione dello sviluppo diabilità primitive: cliccare,“likare”, spuntare un elenco, premere delle leve o dei tasti.Per un elemento del sistemaè più che sufficiente. Molto

 

del resto oggi si realizzatecnicamente, tramitecomputer e macchine. E forse presto i computer e lemacchine saranno in grado dicreare se stessi.

2. Il restringimentodella coscienza

Quando si parla di sviluppointellettuale e spirituale sisottintende spesso

 

l’estensione della coscienza,della visione e dellacomprensione della realtà.

ella tecnosfera avvienetutto il contrario. Se la civiltàimbocca la via di sviluppotecnogena, la ragione umanasi perde nei labirinti dellesoluzioni tecniche, smettendodi vedere e capire l’essenzadelle cose. Leapparecchiature e imeccanismi sono costruitisulla base di schemi

 

complessi, formati da milionidi dettagli ed elementi.

Citiamo solo un esempio:il primo microprocessoredella corporazione Intel4004, uscito nel 1971,conteneva 2300 transistor.

el 1989 nel processore Intel486 i transistor erano già1.200.000, mentre nel 2000 il processore Intel Pentium-4superava il limite di 42milioni. Il nuovo processorea quattro nuclei Intel Core 2

 

Extreme, creato sulla basedella tecnologia a 45 nm,contiene ormai 320 milionidi transistor.

L’architettura del processore si stacomplicando sempre di più.Qualcuno può ritenere checiò sia un progresso, ma inrealtà è un vicolo cieco. Si può complicare la tecnologiaall’infinito, solo che di voltain volta essa diventa sempre

 

 più difficile da gestire emeno affidabile. Gli aerei, isottomarini, le navicellespaziali sono apparecchimolto complessi e per questo poco affidabili.

E chi vorrebbe volare suun aereo supermoderno cioèsupercomplesso, guidato daun pilota con una coscienzaristretta all’estremo poichè ilsuo cervello non è già ingrado di cavarsela con tuttiquesti meccanismi

 

complicati? E se poi in unodei milioni di transistor siscoprisse un difetto? E se al pilota venisse un raptus difollia?

In tutto ciò la nostra“evoluta” civiltà si spacca latesta per scoprire in chemodo furono lavorati ederetti gli antichi megaliti, inche modo misterioso simuovono gli oggettiextraterrestri, come potessero

 

esistere nell’antichità “i carrivolanti Vimana” con unsistema energeticoconsistente in tutto in un paiodi semplici elementi.

Questo significa che cisono altre tecnologie, piùsemplici, che giacciono inun’altra superficie, al di fuoridella sfera delle soluzioniesclusivamente tecniche.

Per esempio, il movimentodi un apparecchio volante

 

extraterrestre è, probabilmente, non unospostamento meccanico in unambiente aereo o acqueo, mala traslazione di una proiezione nello spazio dellevarianti. Per questo levelocità sono enormi e nonesiste la resistenza nédell’ambiente, nédell’inerzia.

Ma la ragione tecnopraticaè interamente immersa nellameccanica della componente

 

materiale del nostro mondo.Come può vedere ecomprendere la metafisica sela coscienza è offuscata echiusa? Si può approfondireall’infinito ladifferenziazione e lasoluzione di compiti difficili,solo che oltre agli alberi il bosco diventa non visibile.

Recentemente ho avutomodo di dare un’occhiata aun manuale di matematica

 

 per scuole superiori.L’impressione che ho avuto èche costringono i ragazzi arisolvere delle operazioniinimmaginabilmente assurde,costruzioni di quattro-cinque piani di radici e logaritmiche, mentre le risolvi, finisci per dimenticarti che cosa siaun logaritmo e a che cosaserva.

È evidente che il fine dellostudio non è quello di far scoprire all’allievo l’essenza

 

e la bellezza dellamatematica, ma diconfonderlo, disperderlo inun labirinto oscuro, limitarela sua coscienza entro confiniristretti. Persegue lo stessofine, cioè il restringimentodella coscienza, la formadell’EGE1. Con questo tipodi “istruzione”, di sviluppodel pensiero creativo non si parla neanche lontanamente.

Il problema è che le

 

 persone stesse già da temponon possiedono e nongestiscono questi processi. Èil sistema a possederli e agestirli. I funzionaridell’istruzione, che “mossidalle migliori intenzioni”inventano questeimpenetrabili metodiche diinsegnamento, per primi noncapiscono quello che fanno perché la loro coscienza èsufficientemente offuscata eristretta. Il sistema, in modo

 

chiaro e inequivocabile, facapire che ad esso servonoingranaggi o, nella miglioredelle ipotesi, cyborgs, manon certo personalitàcreative.

3. Dipendenzainformazionale

Ogni tipo di intossicazionegenera dipendenza. L’uomocontemporaneo è realmente

 

dipendente dalleinformazioni. Se non ricevela dose quotidiana, cominciaa soffrire di crisi diastinenza, malessere,angoscia, ansia, noia, fino a provare attacchi di panico. Ele dosi devono essere sempre più forti e più consistenti. Ifilm spettacolari noncolpiscono più, bisogna che ilsuono sia più alto, che facciavibrare il cervello, bisognache l’immagine sia in 3D, o

 

meglio in 4D, meglio ancorase si aggiungono odori oqualche “sostanzastupefacente”, da far girare latesta.

L’uomo, seduto davanti altelevisore con in mano iltelecomando, si scoccia per ilfatto che deve cambiare icanali satellitari, e sonocentinaia, passare dall’unoall’altro senza aver voglia difermarsi a lungo in alcuno.Senza spettacolo l’uomo non

 

 può esistere, ma d’altra parteniente più lo rallegra, locommuove, lo impressiona.Ora sto forse un po’esagerando, ma solo un po’, perché la tendenza è proprioquesta.

Ho passato l’infanzia intempi in cui il televisore nonera in ogni casa. Però c’erauna cosa migliore, il ilmoscopio. I giovani di oggi probabilmente non sanno di

 

che cosa si tratti. È unaspecie di lampada-proiettore,al posto del player , nellaquale si inserisce un film indiapositiva (pellicola) al posto del DVD. Sulla pellicola ci sono deifotogrammi, dei quadri, esotto di essi sono impressealcune righe di testo. Non èun film, sono proprio deiquadri, da guardaresingolarmente facendo girarela rotellina del filmoscopio.

 

Allora si vendevano unsacco di film in diapositiva:racconti, storie varie, favole,film istruttivi, interessanti,diversi. Li vendevano inscatolette di forma cilindrica.Erano cosette veramentecarine, affascinanti. La sera,quando la famiglia si riuniva,le finestre venivano oscuratecon le tende, al muro venivaappeso un lenzuolo e si davainizio al mistero.

Altro che televisione! Lo

 

spettacolo era cosìcoinvolgente, piacevole e,cosa più importante,tranquillizzante, che non ci siannoiava a guardare unostesso film in diapositive per tante volte. Si aveval’impressione disperimentare una sorta diquiete ed equilibriouniversali, come se noi equesto mondo FOSSIMO INMASSIMA ARMONIA ETUTTO ANDASSE

 

ESATTAMENTE COSÌCOME DOVEVA ANDARE. Nessuna video-produzione,

nemmeno la più sofisticata, èin grado di apportare lastessa quantità di piacere,quiete e gioia che ci procuravano questi piccoli emeravigliosi film indiapositive.

Ora la situazione ètotalmente diversa. Accendiil televisore e ti becchi un

 

colpo di mazza da baseball intesta, la tua dose. Che èanche la tua rappresentazionedel mondo: ecco comedev’essere!

Esci e vedi un cartellone pubblicitario con l’immaginedi un bambino che non sa parlare ma ha il telefonocellulare. E ciò nonostantesia noto da tempo che iltelefono nelle mani di un bambino provochi ritardi eanomalie nello sviluppo. Del

 

resto, perché “nonostante sianoto”? È proprio perché ènoto. Forse è così chedev’essere?

Quando ovunque, neimessaggi pubblicitari, vediun bimbo di due anni con ilcellulare, nella tua testa siforma il modello che così ègiusto, così va bene. Non èsemplicemente un telefono, èu n a  parte  integrante di te.Parla, gioca, ascolta, segui le

 

notizie, clicca, compra, paga,digita un “like”, questo ètutto ciò che puoi fare ed ètutto ciò che ti serve.L’importante è che tu siacollegato, in rete, nelsistema, che tu porti il tuocontributo.

E tuttavia no, non ci credo,ON VA TUTTO BENE in

questo mondo, c’è qualcosaCHE NON È A POSTO eCOSÌ NON VA BENE. COSÌ

ON PUÒ ESSERE.

 

RIEPILOGO

  Con la comparsa dei mezzi di comunicazione di massa sull’uomo si è riversata una cascata potente di informazioni. È cominciata un’intossicazione da informazioni, nel senso stretto del termine.

  Ora che il sovraccarico di informazioni ha raggiunto un punto critico, le riserve dell’inconscio non bastano più e ciò trova sbocco in problemi fisici.

 

  La modificazione del cervello umano si sta muovendo in direzione dello sviluppo di abilità primitive.

  L’uomo contemporaneo si inoltra nei labirinti delle soluzioni tecniche,smettendo di vedere e capire l’essenza fondamentale delle cose.

  La ragione tecnocratica è interamente immersa nella meccanica della componente materiale del nostro mondo.

  Nella tecnosfera avviene un restringimento della coscienza.

 

  L’uomo contemporaneo è realmente dipendente dalle informazioni.

NOTE A MARGINE

La nostra civiltà verràsalvata dai bambini indaco?Dubito molto. Già solo ilcibo tecnogeno è sufficienteper azzerare tutte le lorocapacità.Il cibo sintetico è creatoapposta dal sistema per farcrescere non “gliscardinatori” di se stessi,ma dei cyborgs   ubbidienti.

 

Se si considera che aquesto si aggiunge il ciboinformazionale, chances non ne restano proprio.

 

Le mollettesomatiche

Dunque, abbiamo chiaritoche, in seguito all’impattodei fattori tecnogeni,all’uomo vengonoletteralmente appese dellemollette, dei morsetti.

 

L’uomo è come disallineato,legato mani e piedi. Lemollette mentali bloccanodirettamente l’attenzione, lavolontà, la consapevolezza,la ragione. Esse bloccanodirettamente anche i muscolie il potenziale energetico. Siagli uni che gli altri siinfluenzano a vicenda: i blocchi corporali possonogenerare quelli psichici eviceversa. Abbiamo chiaritoin termini generali la

 

funzione delle mollettementali. Parleremo ora dicosa fare con le mollettesomatiche.

Accordo con l’inconscio 

Per cominciare, ricordiamoche le emozioni represse equelle negative hanno lacaratteristica di svicolaredalla coscienza e inoltrarsi

 

nell’inconscio. Se la capienzadell’inconscio non èsufficiente (e nell’uomomoderno queste riserve sono praticamente sovraccolme),allora le emozioni e lesofferenze si tramutano insindrome da tensionemuscolare (STM). Comeavrete forse già capito, a far male non sono le ossa, né inervi e nemmeno il midollospinale, ma proprio imuscoli. E quando i muscoli

 

sono tesi, insorge una catenadi patologie: si altera lamicrocircolazione – si bloccail flusso di energia – sorgonoaltre malattie,dall’etimologia già occulta.

Il dottor Sarno, dopo annidi pratica, ha infine trovatoun modo per liberarsi dallasindrome da tensionemuscolare. Un metodosorprendentemente semplice.Se l’uomo capisce chel’origine dei sintomi di

 

dolore è da cercare nelleemozioni represse, il dolore scompare.  Quando la causadella sindrome vienescoperta, il subconscio quasichiarisce a se stesso che nonè più in grado di ingannarel’uomo in quel modo. Il dolore non sempre sparisce subito, a volte ci voglionoalcuni giorni o addirittura 1o 2 mesi. È come sel’inconscio cercasse di far finta di niente, di ignorare il

 

fatto di essere stato colto inflagrante, nell’atto dicommettere il reato. Delresto, è davvero un reato per l’organismo, poichél’inconscio, scaricando il problema sul corpo, in questomodo riconosce la suaimpotenza. Ma una volta che“il mistero” è stato svelato,questa tecnica non funziona più.

Il problema stessoresponsabile dell’insorgenza

 

della sindrome, può anchenon sparire dopo il suoriconoscimento. Però i dolorie le malattie legati allatensione muscolareretrocedono. Le persone siliberano dai dolorisemplicemente rendendosiconto di quello che stasuccedendo loro. Puòsembrare incredibile, ma ifatti parlano chiaro: le decinedi migliaia di pazienti deldottor Sarno si sono liberati

 

dalla sindrome da tensionemuscolare, dai mal dischiena, del collo e da altridisagi. È risultato inoltre chel’ulcera, l’asma, la

rostatite, il mal di testa,l’eczema, la psoriasi e alcunealtre malattie possono averecome causa lo stessomeccanismo di repressionedelle emozioninell’inconscio. Ne parladettagliatamente John E.Sarno nel suo libro Healin

 

back pain, pubblicato a NeYork.

Più avanti spiegheròancora una volta la sostanzadel metodo, integrandola conle mie osservazioni.

Innanzitutto èconsigliabile liberarsi dallemollette mentali, perché essesono la causa primadell’insorgenza dellasindrome da tensionemuscolare. Per farlo dovete

 

capire che cosa, precisamente, vi opprime:quindi, innanzitutto rendersiconsapevoli del motivo deldisagio, poi toglierel’importanza e creare unflusso, come si è detto neicapitoli precedenti.

In seguito bisogneràmettersi d’accordo con il 

roprio inconscio. Che cosarappresenta esso in generale?L’inconscio risponde dellefunzioni e dei riflessi

 

incondizionati, su cui nonserve riflettere, larespirazione e la digestione, per esempio. Anche lecontrazioni muscolariinvolontarie si trovano adisposizione dell’inconscio.La parte predominantedell’attività emotiva, mentalee fisiologica si trova più in basso del livelloconsapevole. La coscienzaemerge come la puntadell’iceberg sopra il pelo

 

dell’acqua. Ma anche lacapienza dell’inconscio non èillimitata: a causa delsovraccarico informazionalenonché delle nuove mollettementali della società, lacapienza dell’inconsciodell’uomo contemporaneo èesaurita.

L’inconscio è simile a unanimale. Sembra che capiscatutto, però non fino in fondoe non del tutto. A differenzadella coscienza, esso si trova

 

come in uno stato di sonno.on gli si può spiegare tutto,

 però su qualcosa ci si puòmettere d’accordo. Il sensodell’accordo con l’inconscioconsiste nel dichiarargli cheda adesso siete voi a

rendervi la responsabilitàer i problemi. Non c’è più

 bisogno di nascondere i problemi. Li rileverà e lieliminerà la coscienza stessa,l’ IO.

 

Allo stesso tempooccorrerà trattare l’inconsciocon rispetto, semplicemente perché esso lo merita. Potetecomporre una forma-pensieroorientativamente delcontenuto che segue eripeterla di tanto in tanto, per esempio mentre fate il bagnoo a volte prima diimmergervi nel sonno:

 Mio inconscio, sei il redel mio organismo.

 

Tutto, nel mioorganismo, si trova sotto i tuoi comandi. Mio inconscio, mio re,rimetti a posto tutto il mio organismo. Sotto latua guida tutte le funzioni si sistemano, siripristina una saluteideale e un forte potenziale energetico. Mio inconscio, mio re,rimetti a posto tutto il mio organismo. Io ti

 

aiuto in tutto, faccio del mio meglio. Mangiocibo fresco e vivo, chemi depura e mi nutre ditutto il necessario. Mialimento in modo varioed equilibrato, mi nutromolto bene. Faccio deibagni benefici, faccioabluzioni con l’acqua fredda. Faccio esercizio fisico, sviluppo il miocorpo. Lavoro conintenzione. La mia

 

intenzione è diretta alla perfezione. Io sono la perfezione fatta persona. Mio inconscio,mio re, sotto il tuocomando il mioorganismo si depura, sirinnova, si ripristina, si sviluppa. Mio inconscio,tu sei il re del mioorganismo.

È molto probabile chedopo qualche giorno, o forse

 

dopo un mese o due da cheavrete iniziato a recitarequesta formapensiero, visparisca qualche dolore o unamalattia cronica. La vostraandatura diventerà piùsciolta, e ve ne accorgeretesubito. Compariranno deilivelli aggiuntivi di libertàdel corpo, ed esso vi ubbidirà più volentieri. Vi sentiretemolto meglio. Il vostrocorpo, finalmente, ricorderàla sensazione, ormai

 

d i m e n t i c a t a , di cosa significhi vivere senzamollette.

Muoversi per la scala mobile 

on bisogna contare solosull’accordo con l’inconscioe trascurare l’aspettodell’attività fisica. Su una persona che segue uno stiledi vita sedentario le mollette

 

si appendono in modo rapidoe saldo. Risultati sicuri al100% li dà solo l’approcciointegrato: come pensiamo,come ci nutriamo e come cimuoviamo. Il movimentosvolge un ruolo moltoimportante.

Ho già paragonato lo statodell’organismo con ilmovimento sulla scalamobile. Fino circa ai 20 annila scala mobile va su, mentredopo comincia un

 

movimento in direzioneopposta, all’ingiù. Dove nonc’è sviluppo, comincia il degrado. Quello che non siusa, si atrofizza.

Quindi, se voletemantenervi in forma, dovreteoccuparvi quotidianamentedel vostro sviluppo,scegliervi un tipo qualsiasi diattività fisica (sport, fitness,ginnastica) e “risaliregradualmente per la scala

 

mobile che va in giù” fino araggiungere il livello che visoddisfa, quindi fare passimisurati in su, seguendo il programma individuale diesercizi che vi siete prefissati.

Gli esercizi di ginnasticadovranno essere di tre tipi: somatici (per il rilassamento), di forza(carichi dinamici) e diestensione ( stretching ).

 

Gli esercizi somaticirilassano e allungano imuscoli, tolgono i blocchi ele tensioni. Gli esercizi diforza fanno crescere la massamuscolare, mantengono iltono dei muscoli, ripristinanola microcircolazione,sviluppano i vasi,favoriscono la depurazionedell’organismo. Gli esercizidi estensione sviluppano ilegamenti, liberano le risorsemotorie, aumentano la libertà

 

del corpo, conferiscono adesso scioltezza ed elasticità.

Questi esercizi vannoeseguiti proprio secondol’ordine indicato: prima ilrilassamento, poi i carichidinamici e solo alla fine (oalternando con la dinamica,dopo un buon riscaldamento)l’estensione.

Gli esercizi dovrannoessere massimamenteeterogenei, ma siccome la

 

sindrome da tensionemuscolare riguardasoprattutto la zona dellaspina dorsale, occorre

restare un’attenzionearticolare alla schiena, al 

collo e alle spalle.Si possono utilizzare dei

metodi un po’ diversi,finalizzati a eliminare ildolore alla schiena (le proposte oggi sono molte, inDVD e nei libri), scegliersiuna sequenza di esercizi che

 

secondo voi è adatta al vostrocaso e vi piace svolgere.

Come punto di partenza si possono prendere duemetodi, quello di ThomasHanna e quello di SergejBubnovskij. Secondo mesono i due orientamentimigliori in tema di colonnavertebrale.

Thomas Hanna, come JohnSarno, è uno dei pochi mediciall’avanguardia che ha fatto

 

attenzione al rapporto e alleinterrelazioni tra l’intellettoe il corpo. A proposito dellasindrome da tensionemuscolare, il dottor Hanna ha più o meno la stessa opinionedi Sarno solo che utilizza unaltro termine, amnesia senso-motoria.  E tutt’altroapproccio: eliminazione deiblocchi attraverso il rilassamento dei muscoli. Ildottor Hanna ha messo a punto un sistema di esercizi

 

somatici che egli definisce«la distensione felinaquotidiana». Non occupanomolto tempo. Il suo metodo èdescritto nel libro Iskusstvone staret’   (L’arte di noninvecchiare), edizioni Piter.È un libro raro ma lo si puòrecuperare nei negozi osicuramente in internet.

Sergej Bubnovskij, alcontrario, punta la suaattenzione sui carichidinamici come mezzo per 

 

contrastare la sindrome datensione muscolare. Èanch’esso un metodo moltosensato. Il dottor Bubnovskijritiene che i muscoli si possano ripristinare aqualsiasi età. I suoi libri orasi trovano facilmente, per esempio Priroda razumnogotela. Vse o pozvonočnike i sustavach  (La natura delcorpo ragionevole. Tuttosulla colonna vertebrale e learticolazioni)

 

http://www.ozon.ru/context/d o Osteochondroz – ne

rigovor!  (L’osteocondrosinon è una condanna)http://www.ozon.ru/context/d 

Come vediamo, ci sono tremetodi di eliminazione dellasindrome da tensionemuscolare: l’accordo conl’inconscio, gli esercizi somatici per il rilassamento ei carichi dinamici. Potetesceglierne uno o utilizzarlitutti insieme. Secondo la mia

 

opinione, i risultati migliorisi ottengono non conl’approccio unilaterale macon quello integrato, cioè il primo, il secondo e il terzo.

Più avanti elenco imomenti principali chesarebbe bene conoscere etenere presenti.

L’organismo è un sistemaautorigenerantesi, essocontiene un potenziale dirigenerazione e sviluppo,

 

 però si tratta di un potenziale, di una possibilità.Bisogna ancora considerareche l’organismo non arde dal desiderio di evolversi.  Essoraggiunge uno statominimamente accettabile di status quo  e si ferma, poicomincia gradualmente adegradare.

Per questo, al fine dimantenere una buona forma,bisogna dare all’organismoun carico di lavoro e

 

incitarlo con un’intenzioneinalizzata allo sviluppo e al erfezionamento.  Di nuovo,

serve qui un approcciointegrato: come pensiamo,come ci nutriamo e come cimuoviamo.

Se non si allena il corpo,esso giungerà sino allo statoottimale più basso,sufficiente a permettergli disopportare solo i carichi previsti, né più, né meno.

 

Seguendo un regimealimentare a base di cibovegetale vivo, la massamuscolare può ridursi. Conun regime a base di cibomorto, invece, il corpocomincia ad accumularescorie, tossine, grasso e altrazavorra. I muscoli sarannosviluppati quel tanto che basta per trascinarsi dietro ilcorpo. Il corpo massiccio diun uomo che segue uno stiledi vita sedentario non è pieno

 

di muscoli fatti sul lavoro masoprattutto di zavorra.

Come si diceva sopra, gliesercizi devono esseremassimamente diversificati,mirati allo sviluppo di tutti i

ruppi muscolari.  Quandotutti i muscoli (vogatori)sono sviluppati, allora per ilcuore è tutto più semplice e ivasi (letti dei fiumi) sonosani e ad ampia portata.

Se i requisiti fisici lo

 

 permettono, è assai utile laseguente sequenza standarddi esercizi: accosciate,lessioni a terra, trazioni.

Ripetendoli a sufficienza,questi esercizi “aprono lefinestrelle”, come dice ildottor Bubnovskij, sciolgonoi principali blocchi, letensioni muscolari e glispasmi. Tutti i movimentidevono essere accompagnatidal pieno piegamento e dalla piena estensione delle

 

estremità e non come viene,con movimenti eseguiti per un terzo. In tutti gli esercizil’attenzione va concentrata

roprio sulla fase del rilassamento, e non sullo sforzo.  È sempre difficilecostringere i muscoli arilassarsi, mentre a lavoraresono già abituati. Non bisogna sforzarsi

troppo.  Gli sforzi devonoessere adeguati. I carichidevono venire gradualmente

 

aumentati. Gli esercizi nonvanno eseguiti con pigriziama nemmeno con esagerataalacrità. A partire da questo principio ognuno deve fissareindividualmente il periodo didurata dell’allenamento. Ilmovimento deve procurare piacere, se questo nonavviene significa chel’organismo è sovraccarico discorie e tossine. In questocaso occorre ridurre il caricodi esercizi e provvedere alla

 

depurazione dell’organismo.È consigliabile eseguire gli

esercizi ogni giorno, ma va bene anche a giorni alternatiod ogni due giorni, a secondadella voglia e delle possibilità. L’importante è

arlo con regolarità.  Nonesagerate, non arrivateall’esaurimento. Se nellavostra sequenza gli esercizisono tanti, li potetesuddividere per giorni: il primo giorno potete allenare

 

un gruppo di muscoli, ilsecondo l’altro gruppo,eccetera.

Parallelamente aimovimenti , cercate di

restare attenzione ai flussienergetici.  I principifondamentali sono statiillustrati nel libro Il Transurfing vivo.

Dopo gli esercizi farebbe bene versarsi addosso unsecchio di acqua fredda (più

 

è fredda, meglio è) e per altriventi secondi bagnarsi conuna doccia fredda (leabluzioni con l’acqua freddasono ammissibili solo se ilcorpo è ben riscaldato. Seinvece si è raffreddato, bisogna inizialmenteriscaldarsi con una docciacalda). Quindi bisognasfregarsi il corpo con unasciugamano, concentrarsi per un minuto, sentire comeil corpo viene attraversato da

 

un potente flusso di energia(dopo le abluzioni è così) e pronunicare una delle vostreforme-pensiero legate al fine.In queste situazioni dislancio energeticol’impostazione del finefunziona in modo assaiefficace.

Mentre fate gli esercizi,ensate all’obiettivo che

vorreste raggiungereacendoli. Ripetete ogni tanto

delle brevi forme-pensiero,

 

del tipo: tutti i miei muscoli si stanno rilassando, iblocchi si stanno sciogliendo.l mio organismo si sta

depurando, rinnovando,ripristinando, sviluppando. Il mio inconscio, il mio re, starimettendo in ordine tutto il mio organismo. La massamuscolare sta aumentando.

o una buona salute e un bel corpo, una salute vigorosa,un forte potenzialeenergetico, un intelletto

 

otente, una coscienzaotente. Gestisco la mia

realtà come se fosse un sognolucido. E la Forza è con me,la Forza mi conduce per questo faccio tutto in modo

eniale e brillante.Seguendo questi consigli

nel loro complesso otterreteinevitabilmente ciò che aveteintenzione di avere.

Dosaggio 

 

dell’informazione 

La coscienza e l’attenzionedell’uomo moderno sono giàsufficientemente bloccati, ein condizioni di crescenteintossicazioneinformazionale verrà presto bloccata anche la suacapacità di visualizzazione.Il sistema tecnogeno punta aopprimere e a distruggerecon tutti i mezzi a suadisposizione la possibilità

 

stessa di creare la propriarealtà. L’ingranaggio nondeve creare nulla di suo, èobbligato a usare ciò che glifornisce il sistema. Un giornoo l’altro l’uomo si sveglierà escoprirà di non riuscire acostruire, sul suo schermo personale, nemmenol’immagine più semplice. Eallora toccherà scordarsi delTransurfing.

È probabile che le anticheciviltà che ci hanno

 

 preceduto fossero moltosviluppate, non sul pianotecnologico-informazionale,ma su quello delle possibilitàumane. Si sospetta che gliabitanti di Atlantide si sianodistrutti da soli possedendouna Forza che non avevanoimparato sufficientemente agestire. In altri termini,avevano preso su di sé unaForza che non potevanoreggere.

 

Oggi è tutto il contrario.Tutta la forza e il potereappartengono al sistema.L’uomo, da solo, senza i

adgets del sistema, è capacedi poco. Sa spuntare unelenco, premere i tasti,cliccare “likare”. Presto non potrà visualizzare. Forsesono già in tanti a non poterlo fare, e non ci provanoneanche. Del resto, non nehanno bisogno. Non sto esagerando.

 

Secondo i dati degli psicologi, nell’arco degliultimi decenni ogni nuovagenerazione cresce più pigra, più stupida, più incattivitadelle precedenti. Ecco alcunifatti e dati statistici [relativialla Russia, ad eccezionedegli ultimi due punti;

.d.T.]:

 Le caratteristichedistintive della“generazione pepsi”

 

(i figli della perestrojka ) sono: persone facilmente suggestionabili, cheinghiottono ogniesca pubblicitaria e si accendono ad ogni propaganda. Le caratteristichedistintive della generazione seguente, “la generazione Z”(l’espressione è

 

dello psicologo Mark Sandomirskij),in aggiunta a quelledella precedente, sono aggressività edeficit dicompartecipazione. I sociologi e gli psicologi ritengonoche i bambini di oggicresceranno cattivi,crudeli, infantili, e saranno deiconsumatori

 

 primitivi, facili damanipolare. La quantità dibambini invalidi,con anomalie psichiche, ogni annoaumenta del 10%. Il numero di scolaricon alterazioni psichiche va dal 15al 30%, a secondadella regione. Il 10% della popolazione adulta

 

 soffre spesso diattacchi di panico(seri attacchi diansia). Il 40% della popolazione europeaè già statodichiarato psichicamente non sano. La nazioneamericana ètotalmente malata emanifesta già tutti i

 

 sintomi didegenerazione.

Faccio notare che non sitratta di mie conclusioni madi dati statistici presi da variefonti ufficiali. Occorreinoltre tener presente che lastatistica ufficiale è spessoinferiore al reale stato dellecose. Queste sono leconseguenze delle meraviglietecnogene sulla psichedell’uomo.

 

Certo, si tratta solo distatistica e di tendenzegenerali, calcolate sullamedia. Tutt’intorno si possono vedere tante personenormali, piacevoli, socievolie intelligenti. Tuttavia, lagrigia massa restante, lacosiddetta “stragrandemaggioranza”, comincia afare una certa impressione.

Per non risultare“codicizzati” in questa massagrigia bisogna dosare e

 

filtrare consapevolmente lein formazioni , non farsiinvadere da tutto, senzadistinzione, e non lasciarsicoinvolgere da qualsiasievento.

Ciò non significa che sidebba gettare la televisionefuori dalla finestra, spegnereil telefono e abbandonare per sempre la rete sociale. Sitratta di mettersi nella

osizione dell’osservatore, e

 

non in quelladell’assorbitore diinformazione.

Il rischio della dipendenzae dell’intossicazione dainformazione è che le

ersone si trasforminodefinitivamente inconsumatori di informazione,diventino dei ricevitori passivi. Non possono piùdiventare dei trasmettitori. Lìdove inizia il consumo ciecodi informazione finisce il 

 

Transurfing.Qualcuno forse ora si

aspetta che io cominci aelencare ciò che non si deve,ciò che si può e quanto si puòfare. Invece, il principio deldosaggio dell’informazione èuna questione di scelta personale. Non si tratta di stabilire

cosa e quanto si possaconsumare, ma quantoconsapevolmente viene fatta

 

la scelta di consumo. Èimportante ricordare tre princìpi fondamentali:

 La consapevolezza(mi rendo conto diquello che sto facendo e del fine per cui lo faccio). L’osservazione (nonmi immergo fino al collo nel problemama osservo in modocompassato e

 

lucido). La selettività (nonassorbol’informazione ma la scelgo; os-servoquello che succede,quello in cui in uncerto momento sonocoinvolto, in checosa mi si vuolecoinvolgere e quantoquesto mi possa servire).

 

Credo che non valga la pena approfondire i dettagli.Chi ha mantenuto almeno un po’ di consapevolezza e dilucidità, capirà da solo. Per chi invece non ne avesse, nonavrebbe senso cercare dispiegare questo concetto.

on dubito che voi, carilettori, capiate perfettamentetutto ciò di cui tratta questolibro, perché, diversamente,non vi sarebbe capitato inmano.

 

Integrazione 

Questo principio significa:

 Non immergersi finoal collo nel processo stesso di risoluzionedei problemi, finendo per dimenticare il fine eil senso della cosa, einvece tenere semprein mente il fineultimo.

 

 Non perdersi neidettagli, nellaricerca dei modi edei mezzi, ma pensare alla cosa principale: in cosaconsiste il senso e il  fine. Non vagare per lacittà vecchia,inoltrandosi neilabirinti delle vie strette, ma sapersielevare all’altezza

 

del volo degliuccelli.

In altri termini, chi picchiacontro il vetro, come unamosca, si occupa didifferenziazione. Chi vola adistanza e riesce a coglierecol suo sguardo tutta lascena, per intero, si occupa diintegrazione: vede lafinestrella e vola viaattraverso di essa.

Quando siete immersi fino

 

al collo nel processo dirisoluzione di qualche problema e vi tormentate aricercare i mezzi e i modi per uscirne fuori, la vostracoscienza si restringe ecessate di vedere ciò chesuccede intorno, guardatesolo sotto i vostri piedi. Al dilà degli alberi non si vede il bosco, cioè la cosa piùimportante.  L’origine diquesta frase viene fattariferire a una leggenda. Il

 

viaggiatore del XVI secolo S.Gollard, vedendo Parigi,disse che l’avevanoingannato descrivendolacome una bella città. A causadell’ammassamento di alti palazzi, la città, secondo lesue parole, non era visibile (adire il vero esiste un’altraversione di questa leggenda: pare che quando Gollardarrivò a Parigi, vide tantialberi che crescevano nei parchi, lungo le vie e i viali,

 

sbarrando la vista delle case).Il restringimento della

visione  porta a uno stato di stupor , ottundimento,smarrimento. I modi e imezzi non si trovano e lemollette stringono sempre di più. La via migliore per uscire da questo stato èelevarsi all’altezza del volodegli uccelli. Come farlo? Èmolto semplice: distoglierelo sguardo da sotto i piedi e puntarlo in avanti, verso il

 

fine. Nel Transurfing non ci si occupa di ricerca di soluzioni. Le soluzioni sitrovano da sole, mentre si èin cammino.  I nodi gordianinon si sciolgono, ma sitagliano d’un colpo. Per far ciò bisogna porsi un fine eandare nella sua direzione, puntando su di esso tutta la propria attenzione eintenzione. Non importacos’era successo nel passatoe cosa c’è nel presente. Il

 

vettore dell’attenzione deveguardare al fine e muoversiin avanti. Le porte(possibilità) si apriranno nelcorso del cammino, i modi ei mezzi si troveranno da soli.Riporto ancora una volta laformula di risoluzione dei problemi “irrisolvibili”:

ammettere l’inammissibile,dirigere il vettoredell’attenzioneverso il fine,

 

cominciar il moviment 

Quando la vostraattenzione è diretta verso ilfine, il vento dell’intenzioneafferra la vostra coscienza edessa, come un aquilone, sieleva all’altezza del volodegli uccelli e comincia avedere. Qui sta tutto ilsegreto.

 

La creazione del flusso 

La presenza del fenomenodell’intossicazione non alivello fisiologico ma di psiche è testimonianza delfatto che la coscienza non può essere caricataall’infinito da informazioni,esistono dei limiti nonchéuno stato di stanchezzainformazionale. Sapete

 

 benissimo da soli che quandosi studia a lungo una materia, per esempio per prepararsi aun esame, a un certo puntocompare un senso disaturazione che impediscealle nozioni di venireassimilate.

È un fenomeno che siverifica per due motivi. In primo luogo perché “il vasotrabocca” e la capienza dellamemoria non è piùsufficiente. La memoria,

 

infatti, ha sotto di sé una basenon solo metafisica, maanche puramente fisiologica:il cervello deve formaredeterminate connessionineuronali ed è una cosa chenon può fare rapidamente. Insecondo luogo quando lacapienza è esaurita,l’inconscio crea una barriera, blocca il canale di entrata per impedire un’ulteriorealimentazione diinformazioni e dare la

 

 possibilità di assimilarequelle già entrate.

Però, in condizioni ditotale pressioneinformazionale, questomeccanismo cessa difunzionare in modo normale:nel vaso cresce “una panciaenorme”, mentre “losportellino di alimentazione”si tiene costantemente aperto.Il risultato è l’insorgenza diuna patologia: sovraccaricoinformazionale, ristagno,

 

“inassorbimento”. Al fine di liquidare il 

ristagno bisogna creare unlusso, fare in modo che

l’informazione circoli e non solo si accumuli.  Quandoleggete e ascoltate, venitesemplicemente riempiti diinformazioni. Quando sietevoi a raccontare o a spiegarequalcosa, l’informazione viattraversa in un flusso libero.

Analogamente, quando

 

studiate una materia, ilvostro vaso si riempie fino aun certo livello. Ma quandorisolvete dei problemi, vitrovate nel flusso, non cisono né sportelli nétraboccamenti ma unacircolazione libera diinformazione. In questos e n s o insegnare è più semplice che imparare, erisolvere i problemi è piùacile che studiare una

materia.

 

Quando ero studente, mi buttavo con zelo sulla teoria.Allora (come, del resto,anche adesso) la fisica era incrisi e credevo che se ioavessi studiato unacostruzione matematicacomplessa, che capisconosolo i matematici e che ifisici non padroneggiano (edè veramente così), mi sisarebbero svelati i misteridell’universo.

Insomma, ero un avido e

 

diligente assorbitore diinformazioni. A dire il veroc’era poco da essere avidi perché di informazione “nonse ne può mangiare tanta”,questo l’avevo capito giàallora.

Un mio amico frequentavail corso superiore al mio.Anche lui era unappassionato di fisica ma, adifferenza di me, aveva pocavoglia di fare: passava gli

 

esami per il rotto della cuffiae amava far baldoria. Spessolo si poteva vedere in giro per la casa dello studente, bighellonava tranquillo, conl’aria di chi non ha niente dafare. Però, per lo stupore ditutti, riusciva a risolvere dei problemi che nessuno deglialtri studenti era in grado dirisolvere. A dire il veroanche a me succedeva dirisolvere problemi che glialtri non affrontavano

 

nemmeno, ma i miei risultatierano il frutto di un durolavoro, mentre a lui tuttoveniva facile.

Per me era una cosa stranae incomprensibile. Ma com’è possibile non aprire un libroe risolvere problemi con lastessa facilità con cui simangiano le noccioline? Èvero, ci sono persone dotatedalla natura, ma comunquesenza teoria non si puòandare lontano.

 

Un giorno questo mioamico entrò in camera mia,alla casa dello studente. Iostavo seduto, circondato dalibri e manuali, e avevoevidentementeun’espressione stupida sulviso. Vedendomi il mioamico si mise a ridere, midiede un colpetto sulla spallae mi urlò: «Basta adesso!Andiamo, oggi è giovedì!» (ilgiovedi, nella nostra casa

 

dello studente, era “il giornodella birra”). Cominciai aoppormi, gli dissi che non potevo, che stavostudiando… Lui prese inmano uno dei miei libri edisse: «Oh, e che libriintelligenti sono mai questi?!Mamma mia, ma che pesanti!». Gli raccontai chemi ero posto il fine distudiare tutto il corso difisica teoretica in più volumidi Landau-Lifšic

 

(nell’ambiente studentesco sicredeva che colui che avessestudiato questo corso daincubo sarebbe diventatostra-intelligente. Il corso diLandau era davvero moltodifficile da assimilare perchéera stato scritto da un genioche riteneva inoltre che tutticapissero la fisica teoreticanon peggio di quanto potessecapirla lui, sì che non si eracurato di dare spiegazionidettagliate). Che cosa non

 

successe al mio amico!Cominciò a prendermi in giroe a comportarsi come seavessi detto una scemenzamadornale. Alla fine, “convoce tremante” aggiunse:«Povero, mi fai veramente pena!». Dopo che si fucalmato ed ebbe finito dideridermi, cominciai atormentarlo io, chiedendogli perché riteneva che la miafosse un’impresa assurda ecome riusciva lui a risolvere

 

i problemi. A questa miadomanda rispose in modosemplicissimo: «Risolvo i

roblemi perché risolvo iroblemi».

Risultava che, a differenzadi tutti noi, lui affrontava lostudio da un punto di vistacompletamente diverso. Noistudiavamo la teoria e poicercavamo di metterla in pratica. Lui, invece, faceva ilcontrario: risolveva i problemi e solo durante

 

questo processo, se c’eraqualcosa di poco chiaro, davaun’occhiata veloce almanuale. Per lui il fine principale era trovare lasoluzione di un problemaconcreto, perciò consideravala teoria un qualcosa disecondario, di ausiliare. Lostudio gli riusciva facilmente perché lui non si dava pena diriempire il suo vaso ma simuoveva trovandosi nelflusso.

 

Qualche anno dopo la finedell’università, quando la

erestrojka  aveva giàdisgregato la nostra facoltà difisica e ognuno se n’eraandato per proprio conto, loincontrai per caso a unafermata dell’autobus. Erasempre lo stesso, con la suasolita aria da scavezzacollo.Era fermo e stavarosicchiando una mela. Glichiesi come se la stava passando e lui, gettando il

 

torsolo oltre una recinzione,rispose: «Ah! Tra qualchegiorno difenderò la mia tesidi dottorato». Rimasi distucco. Erano passati solo pochi anni dalla finedell’università. Del resto,sbagliavo a stupirmi. Ora miè tutto chiaro: ora capiscoche lui era “unoscardinatore”, faceva tutto inmodo diverso dagli altri.

Le conclusioni sono leseguenti: se volete imparare

 

una materia studiandone lateoria, non fatelo. Risolvete i

roblemi, occupatevi dimettere in pratica.  Infatti,alla fin fine, qualsiasi teoriaè destinata a risolvere i problemi pratici. Al primo posto ci dev’essere un lavoro pratico, e solo in ultimaistanza la teoria. Tuttal’attenzione dev’esserefocalizzata nonsull’assimilazione di un certoassortimento di saperi, ma

 

sui problemi che si possonorisolvere con l’aiuto di questisaperi.

Anche la trasmissione diinformazione agli altri aiutaa innescare il flusso.nsegnate agli altri la teoria

che avete appena studiato.il modo migliore per impararla.

Utilizzando questi princìpiassimilerete facilmentequalsiasi disciplina difficile.

 

I saperi arriveranno nel processo del lavoro pratico,nel flusso. E non sarannosaperi altrui, di quelli cheescono facilmente di testa,ma vostri, che resterannosempre con voi.

RIEPILOGO

  Se una persona capisce ch la fonte dei sintomi del dolore sono le sue emozioni e le sue sofferenze represse, il dolore sparisce.

 

  Per cominciare è consigliabile liberarsi dalle mollette mentali perché esse sono la causa primaria dell’insorgenza della sindrome da tensione muscolare (STM).

  Il senso dell’accordo con il proprio inconscio consiste nel dichiarargli che a partire da questo momento vi prendete da soli la responsabilità dei problemi.

  Risultati pieni, al 100%, li offre solo un approccio integrato: come pensiamo,come ci nutriamo, come ci muoviamo. Il movimento 

 

svolge un ruolo molto importante.

  Gli esercizi di ginnastica devono essere di tre tipi: somatici (per il rilassamento), di forza (carichi dinamici) e di estensione ( stretching ).

  Gli esercizi devono essere massimamente diversificati.Un’attenzione particolare va prestata ai muscoli della schiena, del collo e delle spalle.

  Esistono tre metodi diversi di rimozione della STM: l’accordo con il proprio inconscio, gli esercizi 

 

somatici per il rilassamento dei muscoli e i carichi dinamici.

  I risultati migliori si ottengono applicando l’approccio integrato.

  L’organismo non arde affatto dal desiderio di evolversi. Esso raggiunge il livello minimo ammissibile di  status quo e si ferma,dopodiché comincia gradualmente a degradare.

  Per mantenersi in buona forma bisogna dare all’organismo dei carichi e incitarlo con un’intenzione focalizzata sullo sviluppo e 

 

il perfezionamento.  Se si ripetono a sufficienza,

gli esercizi di accosciata,flessione dal pavimento e sollevamento del corpo “aprono le finestrelle”,rimuovono i principali blocchi e gli spasmi muscolari.

  In tutti gli esercizi l’attenzione principale va concentrata proprio sulla fase del rilassamento dei muscoli, non dello sforzo.

  Gli sforzi devono essere adeguati. Il carico dell’esercizio va aumentato gradualmente.

 

  Parallelamente ai movimenti, cercate di prestare attenzione ai flussi energetici.

  Mentre eseguite gli esercizi,pensate a ciò che volete raggiungere con il loro aiuto.Ripetete ogni tanto delle brevi forme-pensiero.

  Dopo gi esercizi, fate abluzioni con l’acqua fredda e frizionate il corpo.

  Per non finire “codicizzati” nella massa grigia, bisogna dosare e filtrare consapevolmente le informazioni, non farsi invadere da tutto, senza 

 

distinzione, non lasciarsi coinvolgere da ogni evento.

  Il principio consiste nell’occupare la posizione dell’osservatore, non quella dell’assorbitore di informazioni.

  Quando la vostra attenzione è diretta verso il fine, il vento dell’intenzione afferra la vostra coscienza ed essa, come un aquilone, si eleva all’altezza del volo degli uccelli. Sarà allora che comincerà a vedere.

  Per liquidare il ristagno bisogna creare un flusso,fare in modo che 

 

l’informazione circoli e non solo si accumuli.

  Se volete imparare una materia studiandone la teoria, non l’imparerete.Risolvete i problemi,occupatevi della messa in pratica.

  Insegnate agli altri la teoria che avete appena appreso,è il modo migliore per impararla.

NOTE A MARGINE

Quando vi libererete dallemollette, sia mentali che

 

somatiche, non avreteproblemi con ilraggiungimento del fine.Avendo a vostradisposizione questa tecnicadi liberazione, diventeretein grado di fare molte cose.La Forza del vostrointelletto e il potenzialecreativo si eleveranno a unlivello che prima erasemplicemente impossibileraggiungere.

 

I ricevitori e itrasmettitori

 Nel Transurfing glistrumenti principali diraggiungimento del fine sonol a visualizzazione del fine  ela visualizzazione del 

rocesso.  La prima può

 

essere definita comedichiarazione, la secondac o m e constatazione.  Ladichiarazione prevede il posizionamento del vettoredell’attenzione edell’intenzione sul fine, la proiezione di forme-pensieroe delle diapositive del fine.La constatazione è unaconferma continua del fattoche il processo sta andandoavanti, le cose si muovono,sta riuscendo tutto, le porte si

 

aprono, è, in altre parole, unasorta di “autosostegno” oaddirittura di“autoconvinzione” nel fattoche il metodo funzionadavvero. Cosìintenzionalmente ci si crea eci si gira il proprio film.

Questo schema – <Dichiarazione +Constatazione> – è unaforma universale di gestionesia della realtà individualesia della società. Si getta una

 

sfida alla massa, si fissa unfine, si elabora un’ideologiacorrispondente e si portaquesta massa avanti, sotto leinsegne delle dichiarazioni eal suono della marcia dellaconstatazione continua“stiamo andando per la stradagiusta”.

La società di solitoreagisce volentieri alledichiarazioni e constataubbidientemente gli slogans,

 

 perché questa è lacaratteristica della coscienzaumana: non si può trovare inuno stato di volo libero, leserve una piattaforma, unsostegno, come l’uccello ha bisogno del ramo. Perché le persone pregano i loro dei?

on per ottenere un perdonoo dei benefici. In realtà la preghiera è un punto diatterraggio per la coscienza.Serve credere in qualcosa,reggersi su qualche base,

 

aspirare a qualche obiettivo,diversamente ci si sentecome foglie strappate in baliadel vento.

Così è sempre stato, sianelle strutture delle società preistoriche, sia durante iregimi totalitari, sia nellasocietà costruita sullademocrazia. Ma il sistematecnogeno (se si considera lasocietà nel suo intero) è uncaso particolare. Qui lasituazione è notevolmente

 

cambiata grazie allaformazione di uno spazioinformazionale unico. Fininettamente marcati non ce nesono, l’ideologia è comedissolta, anche la chiesa ha perso l’influenza che aveva prima. Su cosa può reggersiil sistema in condizioni comequeste? La nuovagenerazione, nella suamaggioranza, èdeideologizzata, apolitica enon religiosa. Risulta, però,

 

che per il sistema tecnogenotutto ciò non ha un grandesignificato. L’economia e lefinanze già da tempoformano il potere egestiscono la politica, mentrei ruoli dell’ideologia e dellareligione sono ridotti alconsumo.  Nel consumo,forse, sta il fine principale ditutti e di ciascuno. In questonon c’è niente di sovversivo,su questo punta anche ilTransurfing: migliorare la

 

 propria vita, trovare la propiarealizzazione. Ma per raggiungere questo traguardo bisogna capire com’èstrutturato il sistema e qualisono i suoi difetti.

Il sistema si regge sullaragnatela globale diinformazioni e il suo compitoè quello di cancellarel’individualità, polverizzare ediluire le aspirazioni e i finiindividuali, affondarli nelfrastuono dell’opinione

 

 pubblica. L’importante è chetutti siano in rete, nella stessa“sabbiera”. L’idea èsemplice: creati la tuasabbiera per attirare gli altri bimbi, e poi vendi loroqualcosa, magari dellasabbia, quello che vuoi. Nellastessa sabbiera si risolve alcontempo anche il problemadella gestione della realtà. Se prima regnava il principiodivide et impera, ora è ilcontrario: unisci e domina

 

incontrastato su tutti.E non è nemmeno

importante capire a qualegruppo di persone questoserva e sia conveniente.Innanzitutto questo serve alsistema stesso.

Per esempio, le reti socialisono un’invenzione genialedel sistema. In esse sirealizza in modo ideale los c h e m a  Dichiarazione +Constatazione,  con

 

contemporanea immersionenel sogno collettivo.

Se c’è una rete, qualcuno,tirando i fili, può inviare unsegnale (comando) e alloranon serve più controllare: larete farà tutto da sola,ripeterà e dichiarerà questosegnale come un gigantescoamplificatore. Il processing di scambio

delle informazioni,  acominciare dall’innocuo “mi

 

 piace-non mi piace”, è ciòche compone il nucleo delsistema operativo digestione. A partire da questonucleo comincia a giraretutto il resto. Dal centro dellaragnatela si può dare uncomando che si ripercuoteràimmediatamente fino alla periferia, costringendo tuttigli ingranaggi a reagiresincronicamente, comesuccede col branco dia v a n n o t t i . Un sogno

 

inconscio collettivo ecoerente.  Pensare non serve, basta cliccare e digitare“like” al posto giusto. “Mi piace-non mi piace” è, insostanza, un traininquotidiano, le prove generalidi un qualche spettacolo

rinicpale che aspetta la suaora.  Da qui lo slogan: siicollegato, sii in rete, apportail tuo contributo, sii nelsistema!

La rete sociale serve per la

 

sincronizzazione dellacoscienza delle persone, per la costruzione della “matrix”.

a “matrix” si installa da sola, se gli ingranaggi nelleloro cellette cominceranno a

ensare e ad agire sincronicamente.  Quando le persone cominciano a pensare e ad agire in unastessa direzione, si forma un pendolo. I pendoli sovrastanoi gruppi di persone, la“matrix” sovrasta i pendoli.

 

Pensate un po’, perché nonsi può cancellare il proprioaccount   dalla rete? Perchétutte le reti sono controllatedal sistema. Se anche inqualche rete vi permettono di“cancellare” le vostreinformazioni personali, esserimangono lo stesso. Non si può prendere e uscire dalsistema così semplicemente,se si è finiti nel suo registro.

Le persone immerse nelrocessing   di scambio di

 

informazioni non sono già ingrado di riflettere e capirecosa possono fare e cosavogliono dalla vita. Ilsistema da solo definiscecosa devono volere,socchiudendo il portellinodelle possibilità.

L’intrappolamento nellaragnatela della “matrix”avviene per tappe. All’inizio,con l’aiuto delle tecnologiealimentari, viene obnubilata

 

la coscienza. Questa è la prima tappa. Poi sullacoscienza si riversa l’ondatadell’informazione, vengonoappese le mollette, e questa èla seconda tappa. La terzatappa sarà la“cyborgizzazione” dellaragione.

Per esempio, fintantochégli animali vivono da soli,hanno bisogno di disporre diun’alto grado diconsapevolezza: devono

 

 procurarsi da mangiare edifendersi dai nemici. Nonappena si raggruppano in branchi, la loroconsapevolezza viene meno:stare insieme è piùtranquillo. Analogamente,nella fattoria avviene la perdita completa dellaconsapevolezza. Nellafattoria, infatti, essereconsapevoli non serve: bastamangiare e dormire (cliccaree digitare “like”).

 

Sembrerebbe che non cisia nulla di particolare e diterribile in tutto ciò. Le persone passano il tempoinsieme, comunicano, sidivertono, e che lo facciano pure. In realtà, nella rete lacomunicazione,l’autoespressione,l’autorealizzazione e la partecipazione alla vita e allacomunità è solo un’illusione.Tutto ciò non è vero. Tanti più “amici surrogati” hai,

 

tanto più acuto è il senso disolitudine che provi. Diautorealizzazione non haneanche senso parlare. Ingenerale, questo tipo dicomunicazione non dàassolutamente niente: èun’inutile perdita di tempo,di vita.

Molti capiscono econcordano persino col fattoche il tempo passato in rete èrealmente speso per niente.Ma anche uscire da questa

 

 palude non è così semplice:la gente vi è attaccata a causadella dipendenza, generatadall’intossicazione dainformazione. E qui non c’èniente di sorprendente. Forsesmettere di fumare è molto più semplice.

Ed ecco che le persone siinventano giustificazioni emotivi: no, comunquecomunicare in rete non èvano, comunque mi serve. In

 

realtà il tempo perso senzautilità non è così inoffensivoe non passa invano come sicrede. Abbiamo già detto chela saturazione informazionale porta a un restringimentodella coscienza. Ora si staassistendo a un fenomenointeressante: il pensiero e lacultura “clip”.  L’uomomoderno è in grado diassimilare o dareinformazione solo in piccole porzioni, “clip”. Non ha forza

 

 per qualcosa di più. Anche lasua consapevolezza sirisveglia solo a sprazzi, comela luce nello stroboscopio diuna discoteca.

La cerchia di interessi èanch’essa primitiva. Sidiscutono fondamentalmentecose prive di importanza enon essenziali, quello cheviene comunemente definito“una spillata”, “una figata”.Si è visto qualche cosa distrano, ci si è fermati un

 

istante, “ci si è spillati” e si èandati avanti. Le coserealmente essenziali eimportanti sono diventatenon interessanti. La curiosità“clip” è l’ultimo grido dellacoscienza prima della suade f in i t i va cyborgizzazione.Con che cosa si potràinteressare la gente quando lacuriosità “clip” si saràesaurita?

Tutto questo ricorda da

 

vicino una colonia di uccelli,un grande assembramento diesseri dello stesso tipo, tuttiintenti a far schiamazzo echiasso. A volte, se succedequalcosa, tutti si spostanod’un fiato e volano inqualche direzione, come seavessero ricevuto uncomando da qualcuno. Poi siquietano, di nuovo cominciala gazzarra, tuttischiamazzano, l’intera massagrigia. Tutti uguali, tutti che

 

si assomigliano, neicomportamenti enell’aspetto. Solo di radosuccede che qualchegabbiano rifletta, decida diuscire dalla colonia e didirigersi alla ricerca diqualcosa di suo, di particolare. Quando poi sirivolgerà alla folla,racconterà:

 – Sapete, c’è un uomo cheha scritto un libro, Il 

 

abbiano Jonathanivingstone1. A quanto pare,

i gabbiani non sanno soloschiamazzare ma possonoanche creare delle cosestupende…!

In risposta gli altri sigireranno solo per un soloistante, punteranno fissi su dilui i loro sguardi egrideranno assordatamente: – Jonathan Livingstone!

Jonathan Livingstone! Che

 

spillata! Che figata!Poi continueranno il loro

chiasso insensato.

 Nella rete sociale non sietevoi a controllare laconstatazione, potetescegliere solo cosa constataree solo tra quello che vi viene proposto. E sicuramente non sarete voi a porre i fini e ledichiarazioni.  Certamente visarà permesso di esporre allavista generale qualche vostra

 

“clip”, ma il senso di questoè nullo: la vostra voce sidissolverà immediatamentenel coro a più voci della rete.Essendo un membroordinario della rete, voi, stesisul divano o seduti dietro almonitor, non farete che

uardare come gli altricostruiscono la loro vita.

La rete è un film altrui. Unautentico vantaggio loottengono solo coloro cheusano la rete ai propri fini.

 

Per esempio, i mass media, i produttori e i fornitori siintroducono volentieri nellarete perché lì è pieno diconsumatori.

Vero è che non è facile promuovere un business  incondizioni di questo tipo, perché la colonia di uccelli èuna colonia di uccelli, non èun mercato organizzato. Lereti non sono programmate per questo. Esse hanno altre

 

funzioni: la manipolazionedella coscienza di massa. Lereti sono state create non daorganizzatori concreti ma dalsistema stesso, in conformitàai suoi requisiti, alle suecondizioni e alla sua sinergia.

Diciamo che si staattuando un normale processo di immersione nelsonno di tutta la civiltà. La prospettiva più imminente èlo sprofondamento nell’oblio più totale. Perché le persone,

 

nella ragnatela universale diinformazione, da creatori etrasmettitori si stannotrasformando in puric o n s u m a t o r i , stannodiventando ricevitori di unaradiodiffusione altrui.Collegarli a un altro programma, affinché loascoltino per giorni di fila, emanipolare la loro coscienza,è semplice. Quali possanoesserne le conseguenze non èdifficile da capire: piena

 

 perdita dell’individualità edella capacità di gestire il proprio destino.

Per voi, cari Lettori, moltodi quello che è stato detto può sembrare non nuovo. Maoggi è già comparsa un’interagenerazione che non capiscee non si rende conto in checosa si sta lasciandocoinvolgere e cosa sta inrealtà succedendo.

La generazione Z

 

 preferisce trovarsi nellarealtà virtuale, trasformandoal contempo anche la sua vitain un videogame. Qui ci sonola comunicazione, i fini e le possibilità finte, quellesurrogate. Ma nella realtàtangibile tocca comunqueimmergersi, presto o tardi. Elì è in corso la lotta per un posto al sole, e le regole disopravvivenza sono molto pià dure. È qui che sorge latragica contraddizione: c’è

 

una montagna di desideri e dinecessità, voglio lamacchina, una casa di proprietà, un lavoro di prestigio, viaggiare. Voglio.

Ma dove sono le possibilità reali per questo“voglio”? Non ce ne sono! Ètutto surrogato. Fare qualcosacon le proprie mani, o farsivenire in mente qualche ideao almeno andare a lanciare lacanna da pesca per prendereun pesce tangibile, reale,

 

tutto ciò non c’è: non lo soare e non ci ho mai provato.

Succede così che la vitaSCORRE, viene persa in unassurdo cincischiare nella sabbiera.

E, cosa importante, avantaggio di chi? Del sistemae dei suoi unicirappresentanti che si sonocomunque elevati oltre illivello della massa grigia deiconsumatori e che hanno

 

cervello e consapevolezza asufficienza per costruire lesabbiere e pascolare lì tuttigli altri.

E allora, come uscire dallamassa grigia e uniforme? Il primo e più importante passo, lo ripetiamo, è:

Scardinare il principiodella società.  Smettere dicredere che “se tutti pensanoe fanno così, vuol dire che ègiusto”. Uscire dai ranghi.

 

Smettere di marciare dietroal successo surrogato altrui edirigersi alla ricerca del proprio. Colui che esce dairanghi ottiene sempre dei privilegi:

Guardaredall’esterno e vederedove stannomarciando tutti glialtri. Liberarsi dallemollette e dagli

 

 stereotipi della società. Imparare a vedere ea capire quello che gli altri non vedonoe non capiscono.Smettere, infine, diaspirare a essere il migliore, per diventare invecel’unico.

 Dosare l’informazione. Diquesto abbiamo già parlato.

 

C’è una piccola sfumatura.Se non si leggono i libri,come fa la maggior parte deiconsumatori, e si guardanosolo i film, la TV e i video,l’abilità di visualizzazioneverrà gradualmente perduta.All’atto di leggere oascoltare, nel vostro schermointeriore si formaun’immagine, mentalmentevi rappresentate il soggettoletto. Se solo guardate loschermo esterno, la necessità

 

di quello interno viene meno.Ciò che non viene usato siatrofizza, per questo èconsigliabile non trascurarela lettura o l’ascolto dei libri(però un libro come questonon andrebbe ascoltato maletto, quanto meno la primavolta, perché nell’ascoltomolti significati si perdebbero).

Utilizzare la rete ai propri 

ini. La rete vi utilizza, non è

 

vero? Ebbene, utilizzatelaanche voi, se ciò può aiutarvia realizzare le vostre idee, oquanto meno allo scopo diosservare consapevolmentequello che sta succedendo.

avigare in rete così,semplicemente, non ha alcunsenso. Il compito è quello dicondurre il proprio gioco,occuparsi della propriagestione e non di finire sottoil controllo esterno, nella parte di pedina dei giochi e

 

delle iniziative degli altri.

 Posizionarsi in un regime

di osservazione.  Essere nonassorbitori di informazionima osservatori. Se vi trovatein rete, evitate di immergervifino al collo nel mare delleinformazioni, osservateconsapevolmente eimpassabilmente quello chesta succedendo. Uscire dairanghi non significa affattoabbandonare per sempre la

 

rete o smettere di guardare laTV. Se ci si isolacompletamentedall’informazione esterna, sirischia di svegliarsi un belgiorno in un mondo altro,sconosciuto. Uscire dairanghi significa, innanzitutto, posizionarsi in un regime diosservazione lucida econsapevole standosene indisparte. Se vi orientate nelTransurfing, dovreste capiredi che cosa si tratta.

 

 Passare a un regime di 

trasmissione.  Essere nonconsumatori ma creatori diinformazione. Se siete inrete, trasmettete lì il vostrofilm. Il vostro film non sonole vostre “clip” fatte colcellulare, ma la vostraautorealizzazione, le vostrecapacità, le vostre creazioni,la vostra missione. Non è unguaio se le vostre creazioninon otterranno subito unavalutazione meritevole nella

 

colonia di uccelli. Può darsiche una giusta valutazionevenga data più tardi, o inun’altra arena, o in un’altrasala. Il principiofondamentale è essere nonricevitori ma trasmettitori,ovunque ci si trovi, in ognitipo di attività. Se la vostraessenza e il modo dellavostra esistenza è latrasmissione, otterreteinevitabilmente successo, presto o tardi. Otterrete

 

successo già solo perché itrasmettitori sono unità,mentre i ricevitori sonomiliardi.

Comunicare con i 

compagni di idee. Con coloroche, del pari vostro, sonousciti dai ranghi. Si tratterànon di nuovi ranghi o diun’altra colonia di pennuti, perché di compagni di ideenon ne troverete così tanti.Però con questi pochi

 

condividerete i vantaggi e laForza. In compagnia di chi la pensa come voi troveretesostegno e appoggio, e nonsolo lì.

Trovare appoggio in se

stessi.  Rimuovere ladipendenza dal cibo sintetico,liberarsi dalla dipendenzadelle informazioni, occuparsidel proprio corpo e del proprio potenzialeenergetico. Una persona sana

 

e libera con un alto potenziale energetico e unacoscienza chiara troveràfacilmente il baricentro in sestesso, poiché è fatta aimmagine e somiglianza diDio, e queste non sono parolevuote. Il processo dicreazione del vostro mondovi darà appoggio, Forza, e vicondurrà lungo il vostrocammino.

 

RIEPILOGO

  Lo schema – <Dichiarazione + Constatazione> – è una forma universale di gestione sia della realtà individuale che della società.

  L’economia e la finanza formano già da tempo il potere e gestiscono la politica. Mentre i ruoli dell’ideologia e della religione sono stati ridotti al mero consumo.

  Il sistema poggia sulla ragnatela universale di informazioni, e il suo 

 

compito è di cancellare l’individualità, polverizzarediluire le aspirazioni e i fini individuali, affondandoli nella gazzarra dell’opinione pubblica.

  Se prima funzionava il principio  divide et impera,ora è il contrario: unisci e domina incontrastato su tutti.

  Il  processing di scambio delle opinioni, a cominciare dall’innocuo “mi piace-non mi piace”, è quello che compone il nucleo del sistema operativo di gestione.

 

  La rete sociale serve per la sincronizzazione della coscienza delle persone,per la costruzione della “matrix”. La sua seconda funzione è la manipolazione della coscienza di massa.

  La “matrix” si installa da sola, se gli ingranaggi nelle sue cellule penseranno e agiranno sincronicamente.

  L’uomo moderno è in grado di assimilare o dare informazione solo in piccole porzioni, in “ clip”. Le riserve non gli bastano per qualcosa di più. Anche la consapevolezza si risveglia 

 

solo a sprazzi, come la luce nello stroboscopio di una discoteca.

  Le persone, stando in rete,da creatori e trasmettitori si trasformano in ricevitori di una radiodiffusione altrui.

  La vita SCORRE, si perde in un assurdo cincischiare nella sabbiera.

  Scardinare il principio della società. Smettere di creder che “se tutti pensano e fanno così, vuol dire che è giusto”. Uscire dai ranghi.Smettere di marciare dietro al surrogato del successo altrui e dirigersi alla ricerca 

 

del proprio successo.  Se non si leggono i libri,

come fa la gran massa dei consumatori, e se si guardano solo i film, la TV e i video, l’abilità di visualizzazione viene gradualmente perduta.

  Utilizzare la rete ai propri fini o per aiutare le vostre idee a realizzarsi o quanto meno allo scopo di osservare consapevolmente ciò che sta succedendo.

  Posizionarsi su un regime d osservazione. Non essere un assorbitore di informazione ma un 

 

osservatore.  Essere non un 

consumatore, ma un creatore di informazione.Non un ricevitore, ma un trasmettitore, ovunque ci si trovi e in ogni tipo di attività.

  In compagnia di persone che la pensano come voi troverete supporto e appoggio. Rimuovendo la dipendenza da cibi sintetici,liberandovi dalla dipendenza informazionale,occupandovi dello sviluppo del vostro corpo e del vostro potenziale energetico, troverete un 

 

forte sostegno e un baricentro.

NOTE A MARGINE

Per quanto riguarda lapartecipazione al giocodello scambio di opinioni,va detto che non è proprionecessario lasciare questogioco se esso vi procurapiacere. Tuttavia, come intutte le campagne messe inatto dal sistema, occorregiocare conconsapevolezza,rendendosi conto del fine

 

perseguito e del senso delgioco. Il fine e il senso orali conoscete:sincronizzazione dell opinioni, unificazione de valori, creazione d standard e stereotipi in u processo finalizzato a livellare gradualmente ogn singolo e unico IO   sotto i chiasso dell’“opinion comune”.  Quanto a me,prego di non cercarmi nellereti sociali: lì possonoesserci solo i miei “cloni”.La cosa interessante è chequesti “Vadim Zeland” sonoriusciti a raccogliere i lorogruppi, in mezzo ai quali

 

predicano e fanno i lorosermoni, e la gente ci credevolentieri e si lasciacoinvolgere. Sogni d’oro atutti!

 

Due block notes

 Nella vostra realtà avete ilfilm che vi state proiettandoin testa, nel vostro“proiettore cinematografico” personale. Ciò che disegnatenei vostri pensieri èesattamente ciò che poivedete.  Il problema sta nel

 

fatto che la gente di solito fail contrario: ciò che vede,disegna.  Cogliete ladifferenza?

Il ricco, svegliandosi allamattina, vede intorno a sé unambiente lussuoso, lacolazione servita a letto, unmagnifico panorama che siapre dalla sua terrazza e glifa pensare: “Quasi quasi mifarei un giretto in yacht. Oforse un salto sulle Alpi...?”.È così che il ricco constata la

 

sua realtà.I pensieri del povero,

invece, sono pieni dei problemi che deve risolvere,che lo disgustano ma a cuicontinua a pensare perchénon riesce a vederenient’altro di diverso. Guardail suo portafogli e pensa aquali delle cose dovràrinunciare per essere sicurodi arrivare a fine mese.Anche lui constata la sua

 

realtà, si proietta il suo film personale.

Entrambi disegnano nella propria mente tutto ciò chesta davanti ai loro occhi e chetrova continua e nuovaconferma nella realtà diciascuno dei due. Ma nessunodi loro si è inserito in testaquesti film. Le circostanze sisono formate in modo taleche il primo ha avuto fortuna,mentre il secondo no. Il principio esistenziale, però, è

 

lo stesso per entrambi, e cioè,detto in modo figurato: ciòche vedo, canto; ciò checanto, vedo, e così ancorauna volta, e ancora, ancora,all’infinito.

La cosa interessante, però,è che tutto può cambiare inun attimo, sia per il poveroche per il ricco. Nel film checi si proietta nella vita puòaccadere di tutto, di brutto edi bello, e tutto dipende da

 

quanto ci si lasciacoinvolgere dagliavvenimenti.

Se succede che il ricco, nelsuo film, cominci a un certo punto a cogliere dei presaginegativi e a lasciarseneaffliggere, fino a temere, per esempio, il fallimento deisuoi affari, cosa accadrà?Accadrà che egli, inserendonel suo proiettore una pellicola con uno scenarionegativo e facendola girare,

 

vedrà le sue peggioriaspettative prender forma.

Al contrario, se il povero,nel suo vivere quotidiano,comincia a prestareattenzione al fatto che i suoi problemi si stannorisolvendo, ciò potrebbeessergli di ispirazione: egli si potrebbe rendere conto chegli si stanno aprendo nuove prospettive e grazie a questocomincerebbe a vedere uno

 

spiraglio di luce in fondo altunnel e ciò lo aiuterebbe acredere che egli è in grado diuscire dal suo stato di povertà. E sicuramente la suarealtà cambierebbe di li a poco, giacché nel suo proiettore personale, ora,l’uomo sta facendo girareuno scenario positivo.

A quale conclusionevogliamo arrivare? Allaconclusione che lecircostanze gestiscono le

 

ersone.  Un eventospiacevole ha il potere dispiazzare completamente una persona, di indurla a inserirsiin testa un film negativo. Lastessa cosa succede con lafortuna: arriva come unfenomeno esterno,indipendentemente dallavolontà dell’uomo, e ciò perché l’uomo non è padronedel suo proiettore . Si lasciagirare in testa, in modo passivo e inconsapevole, il

 

film che gli è stato messo,che gli è stato inserito dallecircostanze. I pensieri sono un

enomeno che le persone non sono abituate a gestire.L’uomo ha imparato a gestirele proprie azioni, ma non i propri pensieri. È piùsemplice costringersi a fareuna qualsiasi cosa che non a pensare a qualcosa diconcreto, non è vero? Provatea immaginare questa scena:

 

state camminando per stradacon un fine preciso e a uncerto punto vi si avvicina unestraneo, vi prende per manoe vi porta dove pare a lui,mentre voi lo seguite,ubbidienti e passivi. Visembra poco reale? Ma è proprio quello che succedecon i vostri pensieri!

Diventate padroni delvostro proiettore! Fateci

irare dentro non ciò che

 

vedete ma ciò che voletevedere. Gestendo il corso deivostri pensieri, gestite larealtà. Guardatevi intorno: lamaggior parte delle persone èimmersa in uno statoletargico, di sogno a occhiaperti. Sembrano deiricevitori di programmitrasmessi da qualche partedall’esterno. Sembra chestiano guardando un filma l t ru i . Voi invece dovetediventare trasmettitori,

 

roiettare il vostro film.

La realtà non cambieràimmediatamente. All’inizio, per inerzia, continuerà iltriste serial   di prima. Ma se per un temposufficientemente lungoriuscirete a trasmettere confermezza la vostraintenzione, nel vecchio serial cominceranno pian piano acomparire le prime immaginidel nuovo programma e alla

 

fin fine la nuova realtàsostituirà completamente la precedente.

Così si materializzano i pensieri. L’unica condizioneche bisogna assimilare per  bene consiste in questo:affinché la formapensiero simaterializzi, occorre fissarcila propria attenzionesistematicamente e per un periodo di tempo piuttostolungo.

 

È vero, però, cheoggigiorno è sempre piùdifficile tener fisso il filmdesiderato nel proprio proiettore. Non è per casoche i bambini di oggisoffrono di “iperattività” esono in grado di stare sedutitranquilli e di concentrarsi per un tempo non superiore aquello di un breve videoclip.

Gli astronauti in orbitahanno fatto una stranascoperta. La memoria, nel

 

cosmo, si trasforma,diventando incredibilmente breve, e gli astronautiricordano a fatica sia le loroazioni compiute da poco siaquelle che hanno in programma di compiere nelfuturo imminente. Tra gliastronauti russi gira anche undetto: «La matita piùspuntata è meglio di unamemoria appuntita(infallibile)». A causa diquesto strano fenomeno gli

 

astronauti sono costretti asegnare letteralmente in un block notes tutti i loromovimenti e i loro programmi.

È difficile individuare con precisione la causa di questofenomeno. Può darsi cheinfluisca la distanza dallanoosfera1  della Terra, cui èdirettamente legato ilmeccanismo della memoria.

Infatti, le scene degli

 

avvenimenti passati non sitrovano nella nostra testa manello spazio delle varianti. Ilcervello si rivolge aquest’archivio seguendo unaserie di indirizzi.

In un contesto diottundimento universaledella coscienza eintossicazione dainformazioni, la situazioneche si è venuta a creare èsimile. L’uomo fa fatica astabilizzare i movimenti

 

caotici dei suoi pensieri e afissare il loro flusso in unadirezione prescelta.

Per risolvere questo problema posso proporvi unatecnica semplice e al tempostesso molto efficace.Dovrete prendere due block notes, uno per gli appunti delmattino e l’altro per quellidella sera. Al mattino dovretescrivere una pagina didichiarazioni, cioè le

 

impostazioni di ciò chevorreste raggiungere, ma ledovrete scrivere in toni positivi, affermativi, come seaveste già ottenuto tutto o sefoste sicuri cheinevitabilmente lo otterrete.La sera, invece, dovretesegnarvi le constatazioni,cioè i movimenti che, nelcorso della giornata, vi hanno portato ad avvicinarvi alvostro fine.

In questo modo al mattino

 

verrà eseguita ladichiarazione (ovverossia lavisualizzazione del fine),mentre alla sera verràattuata la constatazione (cioèla visualizzazione del 

rocesso). Nella dichiarazione

dovranno essere trascrittedelle impostazioni in veste diforme-pensiero legate alvostro fine, per il futuroimminente e per quello in

 

 prospettiva. Formulatechiaramente i vostri pensieri,ciò cui aspirate in generale ein particolare, ciò che voleteottenere. Non si tratterà diuno scenario di sviluppodegli eventi, ma delladescrizione del risultatoinale.  Gli scenari, come

dovete sapere, non sonodeterminati da voi, madall’intenzione esterna edalla corrente delle varianti,a mano a mano che si aprono

 

le porte.Quando producete una

constatazione, invece, è comese compilaste un giornale dibordo, con tutti gli eventi e iraggiungimenti che vi stannoavvicinando al fine. Tutti imomenti positivi. Laconstatazione confermerà erafforzerà le vostre forme- pensiero dichiarative.

 Nel fare ciò, osservate iseguenti princìpi:

 

 La constatazionedev’essere selettiva,contenere solo ciòche serve. La dichiarazionedev’essere mirata,contenere solo ciòche serve. Il vettore dev’esserenettamente direttoverso il fine, senza sguardi al passato,al presente eall’esperienza degli

 

altri.

In questo modo darete unaconfigurazione al vostromondo, selezionando con ilraggio della vostra attenzionetutto ciò che ci dev’essere.Così trasmettete il vostrofilm. Disegnate non ciò chevedete ma proprio ciò chevolete vedere.

Quando formulate i vostri pensieri e le vostreaspirazioni in forma scritta,

 

si innescanoautomaticamente l’anima e laragione. Non serve inventareogni volta dei testi nuovi. Si possono ripetere ogni giornogli stessi, magariaggiungendoci dellev a r i a z i o n i .  Ripetendo econfermando il quadro del vostro mondo, trasmettete il vostro film.

Se dedicherete a questatecnica, ogni giorno, mattinae sera, alcuni minuti di

 

attenzione mirata, vedrete presto che i vostri pensieri simetteranno in ordine el’intenzione comincerà atradursi in realtà.

RIEPILOGO

  Nella vostra realtà ciò che disegnate lo vedete, la gente fa il contrario: ciò che vede, disegna.

  L’uomo non è padrone del proprio proiettore. Egli gira inconsciamente e 

 

indolentemente la pellicola che gli è stata imposta dalle circostanze.

  Diventate padroni del vostro proiettore. Fateci girare non ciò che vedete, ma ciò che volete vedere.

  Affinché la forma-pensiero si materializzi, occorre fissarci l’attenzione in modo sistematico e per un period di tempo sufficientemente lungo.

  Al mattino si esegue la dichiarazione (visualizzazione del fine),alla sera la constatazione (visualizzazione del 

 

processo).  La dichiarazione non è lo 

scenario di sviluppo ma la descrizione di un risultato concreto.

  Lo scenario non viene determinato da voi ma dall’intenzione esterna e dalla corrente delle varianti,a mano a mano che si aprono le porte.

  La constatazione è come la compilazione di un giornale di bordo: vengono annotati gli eventi e i raggiungimenti che vi stanno avvicinando a fine. Tutti i momenti positivi.

 

  Il vettore dev’essere chiaramente diretto verso il fine, senza sguardi al passato, al presente e all’esperienza altrui.

  Ripetendo e confermando il quadro del vostro mondo,proiettate il vostro film.

NOTE A MARGINE

Durante il giorno, cercate didichiarare inoltre le vostreforme-pensiero ad ognimomento possibile,specialmente quando netrovate conferma. Portatevi

 

sempre dietro le vostreforme-pensiero, che sianosempre presenti sullosfondo del vostroquotidiano, ripetetele il piùspesso possibile, come unapreghiera. Poteteandarvene in giro per giorniinteri come se foste unatele-radio stazioneambulante, e trasmettereuno o alcuni programmiintenzionalmente prescelti efissati. Alla fin fine lo stratodel vostro mondo siconformerà inevitabilmentealla vostra trasmissione.

 

La realtà dellospecchio duale

Come capirete, ledichiarazioni e leconstatazioni da sole non possono essere sufficienti.Bisogna anche fare dei passiconcreti, e non occuparsi solo

 

di metafisica. Sieteveramente in grado di creare per voi stessi il mondo chevolete, ma non ho detto chelo possiate fare standovenestesi sul divano.

Da una parte dellospecchio duale si troval’universo reale, dall’altra lospazio delle varianti. Lostrato del vostro mondo èformato da queste duecomponenti. Un errore tipico

 

è quello di estremizzare,ritenendo che solo la realtàtangibile determini lacoscienza o, al contrario, chesolo la coscienza determini larealtà tangibile. Inveceesistono l’una e l’altracontemporaneamente.

Ci si può chiedere: macos’è più importante? L’unao l’altra?

I pensieri esercitanocertamente una certa

 

influenza sulla realtàoggettiva, ma l’esperienzaordinaria suggerisce che sonole azioni concrete ad avereuna forza decisiva nel mondomateriale. Alloraapplichiamo un po’ dimatematica per scoprire conquale incredibile paradossoabbiamo a che fare.

Prendiamo in esame ilmomento della nascitadell’uomo (o addirittura delsuo concepimento).

 

Considerando la naturaduale del nostro mondo,supponiamo che lo strato delmondo di quest’uomo, inquesto punto di partenza, sia bilanciato: il 50% èdeterminato dalla realtàtangibile e il 50% dallacoscienza. Non tratteremo ildiscorso dell’anima per fondare l’origine del 50%della coscienza, ma ci baseremo semplicemente sul

 

 principio fondamentale deldualismo.

Dunque, l’uomo cominciaa vivere. Vede allo specchioun’immagine riflessa, larealtà data, ed esprime il suorapporto in modo tale datrasformare questa realtà.Questo cambiamentocostringe l’uomo a esprimereun nuovo rapporto, che a suavolta cambia la realtà, e cosìvia, tutto si ripete fino allafine della sua vita.

 

Se vi mettete davanti a ungrande specchio tenendo inmano un’altro specchio,vedrete questa sequela dirapporti che si disperdenell’infinità: l’uomo ha vistol’immagine – ha espresso ilsuo rapporto, ha visto – haespresso il suo rapporto, havisto – ha espresso il suorapporto...

Conformemente allo stesso principio, supponiamo che in

 

ogni segmento della vitadell’uomo, una parte dellostrato del suo mondo vengaformata dalle sue azioni,mentre l’altra dai suoi pensieri.

Se al punto di partenzatutto era al 50%, metà emetà, nel segmentosuccessivo la metàcondizionata dai pensieri sidivide nuovamente in metà.La metà seguente, di nuovo, ecosì via. Alla fine si

 

compone una serie infinita:

50 + 25 + 12,5 + 6,25 + 3,125+ 1,5625 + 0,78125 +

+ 0,390625 + 0,1953125 + …

La somma di questa serie è pari a 99,9999999999999…%, dove dopo il puntodecimale segue una processione infinita di nove.Capite cosa succede? Lostrato del mondo di un uomoin generale, in tutta la vita, è

 

formato quasi al 100% daisuoi pensieri. Eccola qui, lavittoria della metafisica!

Ma aspettate a tirare leconclusioni. Una metà,infatti, è occupata dai pensieri, mentre l’altra dalleazioni.

Costruiamo allora l’altraserie: l’uomo ha vistol’immagine – ha fatto, havisto – ha fatto, ha visto – hafatto…

 

Il risultato delle iterazioniinfinite è sempre lo stessonumero 99,9999999999999…%, che testimonia del fattoche lo strato del mondodell’uomo è quasi al 100%formato dalle sue azioni nellasfera materiale. Dove sta, aquesto punto, la verità?

La verità non sta in mezzo,ma nell’interesezione delledue facce, quella fisica equella metafisica. Il voltoinafferrabile ma autentico del

 

nostro mondo si perde inquest’infinità, dove siallontana la serie dei nove.Tutto il resto è un’illusione,il ballo mascherato dellarealtà con i suoi tanti volti. Ilvolto autentico, quello che lescienze fondamentali cercanodi raggiungere, èirraggiungibile proprio perché la serie è infinita. Nonc’è nulla al mondo che sia al100%, è tutto solo quasi al100%.

 

Beh, e noi cosa dobbiamofare con questo paradosso?Innanzitutto quello che lascienza si rifiuta di fare:accettare l’esistenzacontemporanea e paritariadelle due parti della realtà,quella fisica e quellametafisica.

E dove va a finirequell’infinitesima parte chenon rende completo il 100%?È il confine delle partiopposte dello specchio duale,

 

il posto dove la realtàmateriale diventa plastica,come in un sogno. L’uomoche ha scelto l’una o l’altra parte della realtà si trova in balia dell’illusionedell’immagine riflessa.

Il materialista, risolvendo i problemi, non si accorge distar lottando con il riflessodei suoi pensieri, come ungattino davanti allo specchio.

on si rende conto di star 

 

lottando con l’effetto senza prestare attenzione allacausa, cioè la sua immagine.

L’idealista, d’altra parte, puntando la sua scommessasulla metafisica, fluttua tra lenuvole senza notare alcunchéintorno. Sia l’uno che l’altrocorrono lungo il circolochiuso dello specchio.

Il circolo si apre nelmomento in cui l’uomoreindirizza la sua attenzione

 

dall’immagine riflessa aquella di partenza.L’immagine di partenza è ilsuo modo di rapportarsi allarealtà, cioè all’immagineriflessa.

Formandointenzionalmente il modo dirapportarvi all’immagineriflessa, qualunque essa sia,create la realtàcorrispondente. Ma anchedella sfera materiale è benericordarsi.

 

Per esempio, se in seguitoal lavoro con una diapositivasi è aperta una porta, in essa bisognerà entrare, cioè sidovranno intraprendere delleazioni concrete e non vagaretra le nuvole. In altri termini,inviando al mondo le proprieforme-pensiero, occorre alcontempo muovere i piedi sulterreno solido.

In generale bisognarendersi consapevoli di tre

 

cose semplici. Prima: larealtà non è altro che ilriflesso ritardato della vostraforma-pensiero.

Seconda: nello specchioviene riflesso ciò su cui siconcentra la vostraattenzione.

Terza: concentrando la propria attenzione su ciò chevi serve, lo otterrete nellarealtà. Bisogna solo ricordareche lo specchio funziona a

 

effetto ritardato. Di ciò si èscritto dettagliatamente neicinque libri dedicati alTransurfing.

In questo modo, per gestirela realtà risulta ideale unostato in cui sentite che vidissolvete nel vostro mondoe al contempo percepite lavostra “singolarità”, la vostraseparatezza da esso.

Quando vi trovate alconfine dello specchio duale,

 

la realtà si trasforma in“surrealtà”, e viceversa.Cercate di raggiungerequesto stato, osservate voistessi e chi vi sta intorno,adattatevi alla velocitàrallentata dello specchio ecercate di cogliere il legamecon il vostro mondo: esso èinfatti il vostro mondo.

RIEPILOGO

  Inviando al mondo delle 

 

forme-pensiero, bisogna anche muovere i piedi sul terreno solido.

  Le dichiarazioni e le constatazioni da sole non sono sufficienti. Ci vogliono anche azioni concrete.

NOTE A MARGINE

Per mantenersi in salute,conservare la propriaenergia e la propriaconsapevolezza, non serveisolarsi in Tibet. Si puòessere nel sistema e alcontempo al di fuori di

 

esso. La biosfera e latecnosfera possonoconvivere bene sotto lostesso tetto: una casa dilegno con un computer; unmulino elettrico con il panefatto da soli, inappartamento. Oppure unacasa fatta con materialiecologici e una bella stufarussa. Nel mondotecnogeno potete crearvi lavostra oasi di biosfera.

 

La trasmissionedell’intenzione

Spero che voi, cari lettori,vi rendiate conto in cosa il vostro film si differenzi dallevostre “clip”, fatte con ilcellulare. La questione èsemplice, ma niente affatto

 

evidente: per questo, per finire, vorrei chiariredefinitivamente questo tema.

Quando si parlava dellemollette mentali, dicevamoche i blocchi dell’importanzavengono sciolti nell’azione.Per attivare il flusso èimportante cominciare aintraprendere qualcosa,qualsiasi cosa, e non star fermi, aspettare e temere.

Ebbene, una delle forme

 

 più radicali e potenti diazione è la trasmissione della

ropria intenzione, del roprio film, senzareoccuparsi di ciò che sta

avvenendo intorno.Di solito vi trovate a

guardare passivamente ilfilm che vi è capitato e chegira nella vostra realtà. Più precisamente, qualcuno “velo ha introdotto e ve lo hafatto girare”. È una cosa cheaccettate come dovuta.

 

Guardate lo schermo dellarealtà e ripetete nei vostri

ensieri ciò che lì staaccadendo. Sì, le cose vannomale. Quello che si ècompiuto, si è compiuto. Ecosa succederà dopo, non èdifficile da immaginare:quello e quell’altro. Le peggiori aspettative.

Così reagiscono praticamente tutte le persone perché la maggior parte di

 

noi, per indole e livello, ècostituita da ricevitori, nonda trasmettitori. E così si èsempre stati, salvo rareeccezioni, fin dai tempi dellanascita della nostra civiltà.

I trasmettitori, creatori eartefici, erano i nostri “dèi”,mentre noi siamo semprestati ricevitori, ovveroconsumatori e postulanti. Lanostra psiche è interamentesottomessa all’informazione proveniente dall’esterno. Ciò

 

che c’è sullo schermo, cel’abbiamo in testa, e nonviceversa. Ciò che vediamo,disegniamo.

E ora provate aimmaginare un modocompletamente diverso direazione. Qualcosa viopprime? In testa si accendeuna lampadina rossa.Bisogna svegliarsi e attivareil regime di osservazione. Poi bisogna passare da un regime

 

di triste ubbidienza allecircostanze e alle condizionia un regime attivo ditrasmissione del propriofilm.

Vedete: qualcosa si ècompiuto e ora avviene“quello e quell’altro”. Ma lacosa non vi tocca, non vi preoccupa. Ora, per voi, ètutto il contrario. La realtàtangibile è lo schermo. Il filmè là. La realtà è nella vostratesta.  Voi inserite

 

intenzionalmente nel vostro proiettore tutt’altro film, la pellicola che serve a voi, ecominciate a farla girare. Evi dite: “No, non stasuccedendo quello equell’altro ma questo equest’altro”. Nel momento incui la pellicola all’esterno equella all’interno noncoincidono, diventate deitrasmettitori. E gradualmenteil film che gira all’esternocomincia a conformarsi a

 

quello che gira al vostrointerno, dentro di voi.

Per voi non dev’essereimportante quello che stasuccedendo tutt’intorno. Lo potete osservare conimpassibilità, facendovelo passare attraverso ma senzafondervi nello scenario. Larealtà passa attravero di voicome se voi esisteste inun’altra dimensione, comeuno spettro.

 

Lo scenario esterno va per conto suo, e la vostraintenzione fa altrettanto.Qualsiasi cosa stiasuccedendo nello schermodella realtà, continuate atrasmettere ostinatamente einflessibilmente il vostroscenario, il vostro film. Oranon vi fate più guidare dal ilm esterno, ma formate il 

vostro film, indipendente.Certo, la realtà materiale

non si sottometterà così

 

 plasticamente come avvienenel sogno lucido. Ma lavostra influenza sul corsodegli eventi aumenterà inmodo significativo, perchécomincerete a interagire conla realtà sui suoi due piani,quello fisico e quellometafisico.

Unica condizione: per questa tecnica bisognadisporre di un livello piuttosto alto di potenziale

 

energetico e di una coscienzalucida. Servirà avere ancheforza di spirito per non prestare attenzione allecircostanze fastidiose, etrasmettere inflessibilmentela propria intenzione. Questoè già un grado successivo del Transurfing. Per raggiungerequesto nuovo stadio è statoelaborato un nuovoapproccio: come pensiamo,come ci nutriamo, come cimuoviamo.

 

L’uomo medio,disallineato dal sistema, nonha praticamente la forza didistogliersi dallo specchio etrasformarsi da ricevitore intrasmettitore. Glieloimpediscono il basso potenziale energetico, lacoscienza obnubilata e lasemplice non conoscenza del principio di trasmissione:

iro non il film che vedo, maquello che voglio vedere.

Se vi porrete il fine di

 

diventare trasmettitori, tuttovi riuscirà. Ora sapete comefare. Quando il vostro corpoe la vostra coscienza sidepureranno, e l’energiascorrerà con flusso potentenel vostro organismo, potretesuperare questa barriera eallora per voi tutto saràdiverso: all’esterno, nellarealtà, girerà quel film cheera stato prodotto con mirataintenzione al vostro interno.

 

RIEPILOGO

  La forma più radicale e potente di azione è la trasmissione della propria intenzione, del proprio film,a dispetto di quello che succede tutt’intorno.

  Qualcosa vi opprime? In testa si accende una lampadina rossa. Bisogna svegliarsi e inserire il regime di osservazione.

  Poi bisogna passare dal regime di triste ubbidienza alle circostanze e alle condizioni, a un regime 

 

attivo di trasmissione del proprio film.

  La realtà visibile è uno schermo. Il film è là.L’autentica realtà, invece, è nella vostra testa.

  Qualsiasi cosa stia succedendo nello schermo della realtà visibile,continuate a trasmettere in modo inflessibile e ostinato il vostro scenario, il vostro film.

  Ora non vi lasciate più guidare dal film esterno, ma formate il vostro,indipendente.

 

La liberazionedella Forza

Il libro si sta avvicinandoalla sua conclusione. Forseavrete aperto gli occhi sumolte cose che primagiacevano in superficie ma altempo stesso non risultavano

 

evidenti.Di fronte a voi si è aperta

la realtà in un suo aspettoinsolito, e da oggi non laguarderete come fanno tutti.Ciò vi darà un vantaggio, masolo nel caso siateintenzionati a imboccare lastrada della liberazione dalledipendenze e dalle molletteche impone la società.

Ora, nel capitoloconclusivo, si possono tirare

 

delle brevi somme.

 Perché non tutti coloro che seguono un regimealimentare vivo hanno unaspetto fiorente?

L’organismo è un sistemaautorigenerantesi. Mette a posto tutto da solo, bisognasolo creare le condizioni perché lo faccia e dichiararela propria intenzione.

Il regime alimentare a basedi cibi vivi, da solo, non è

 

sufficiente. I letti dei fiumi(vasi) saranno puliti, maanche stretti. I rematori(muscoli) non avrannocarichi, ma saranno deboli. Ilmovimento è necessario.

Ma anche il movimento dasolo non è sufficiente.L’alimentazione dev’esserecompleta e fisiologica,diversamente subentranointossicazione edesaurimento.

 

E anche l’intenzione dasola non basta. Senza i duefattori precedenti, essa nonavrà abbastanza Forza.

 Alimentazione,

movimento, intenzione:

se sono presenti questi 

tre componenti, tutto si 

ripristinerà e rientrerà

nella norma.

 Perché il Transurfing nonunziona con tutti, e non

 

 sempre come si deve?L’uomo contemporaneo si

trova in uno stato didisallineamento: la suacoscienza è obnubilata, il suoorganismo è pieno di scorie,il suo potenziale energetico èdebole. Lo sportello delsupporto vitale è socchiuso.L’inconscio è sovraccarico diinformazione. Dipendenzaalimentare e informazionale.Mollette mentali esomatiche.

 

Gli Oneri + Lo

 Sportello + Le Mollette

+ Le Dipendenze =

 L’uomo è disallineato.

Inoltre, l’uomo si trova in balia dell’illusione dellospecchio.È un consumatore,non un creatore. Unricevitore, non untrasmettitore. C’è da stupirsidi come il Transurfing possacomunque funzionare, a

 

volte, nonostante questecircostanze. Ma qui ècontenuto un enorme potenziale. Se lo si libera, sirivela la Forza reale. Lachiave per sprigionare questaForza è nell’unione di tutti icomponenti:

Come pensiamo + Come

ci nutriamo + Come ci 

muoviamo

 La Dichiarazione + La

 

Constatazione +

 L’Azione

 La Trasmissione

dell’intenzione

 Il Proprio Film

Quando libererete il vostrosportello, vi riuscirete asbarazzarvi dagli oneri, dalledipendenze e dalle mollette ela vostra Forza aumenteràsignificativamente. E quando

 

da ricevitore vi trasformeretein trasmettitore, le vostre possibilità saranno limitatesolo dalla vostra intenzione.Potrete crearvi tutti i mondiche vorrete.

* * *

Ebbene, il sistema è statoscardinato, le nuvole sonostate disperse.

Adesso, cari lettori, vi pregherei di ritornare

 

all’introduzione, che forseall’inizio vi sarà sembrata poco comprensibile, e dileggerla di nuovo. Quando lofarete, il caleidoscopio ditutte le sfaccettature dellarealtà illuminate nel libro sicomporrà in un unico puzzle.Davanti ai vostri occhi sidelineerà un quadro netto e preciso. Se poi vorreteleggere il libro ancora unavolta, esso, come unologramma, vi rivelerà nuovi

 

lati ancora, quelli che primanon eravate riusciti acogliere.

In conclusione, vorreisollevarvi l’umore con unanovella allegra, in stileironico-surrealista1.

Del resto, il confine tra larealtà e la finzione è di fattomolto sottile. Che nel vostromondo, cari Lettori, brillil’arcobaleno e risplenda ilsole. Buona fortuna!

 

Una festa inarancione

Finalmente sono tornatonel posto in cui, sette anni fa,scrissi il mio Transurfindella realtà.

Il mio mondo non mi hariconosciuto e mi ha accolto

 

in modo poco amichevole.

Sono a casa. Gli alberi,oltre alla finestra, si ergonofurbi, e incombe un cieloinsidioso. – Vieni a vedere come

siamo verdi! – Vieni a vedere come

sono azzurro! Esco in stradae loro sono lì, in agguato…ed ecco che mi piombanoaddosso all’improvviso,sferzandomi di pioggia e di

 

vento!Rientro a casa di corsa, e il

tempo si calmaimmediatamente. Gli alberitroneggiano, lussureggianti, eil cielo splende come seniente fosse.

Ancora una volta esco dicasa, con cautela,guardandomi intorno concircospezione. Ma che razzadi mascalzoni, però! Dinuovo prendono a soffiarmi

 

addosso il vento e ainnaffiarmi di pioggia. Va bene – penso – vicino c’è ilmare. È sicuramente la checerca di darmi fastidio.Adesso andrò là, lo guarderònegli occhi e gli dirò tuttoquello che penso di lui.

Mi inoltro nel bosco. Ilcielo, vedendo che nonintendo fare marcia indietro,si schiarisce. Ma gli alberimi circondano e le lorointenzioni sono chiaramente

 

ostili. Eccoli lì, imperiosi,con le mani sui fianchi. – Beh, e allora, che hai da

dire?E cosa dovrei dire? Cerco

di farmi largo e passare inmezzo agli spazi liberi maloro non mi lasciano fare. – Ragazzi – dico io – dài,

cerchiamo di mettercid’accordo con le buone,altrimenti… – Altrimenti di te faremo

 

subito un fertilizzante – replicano loro.

Ho dovuto spezzare unramo perchè mi facessero passare. Che gente!

Vado avanti, seguendoquello stesso sentiero di cui parlavo nel libro delTransurfing. Ecco venirmiincontro un gatto, con unamusagna che solo i banditimatricolati hanno. – Il pesce ce l’hai? – mi

 

chiede.Ve lo immaginate? Io

spalanco la bocca per lasorpresa. – Ma di che pesce stai

 parlando? – rispondo.E qui mi blocca la strada

un altro gatto che ve loraccomando. – Non far la parte dello

gnorri! Dacci il pesce, sennòti riempiamo la faccia digraffi!

 

 – Va bene, va bene,signori, calmatevi! – dico io  lasciatemi solo arrivare

fino al mare per pescarvelo. – OK – acconsentono,

riluttanti, i gatti – muovi i piedi veloce, fila dritto esenza il pesce non tornaresennò ti veniamo a pescarenoi, fossi anche dall’altra parte del globo.

Anche il mare non mivoleva riconoscere o faceva

 

semplicemente finta di nonnotare la mia presenza. – Ma perché? Cosa ti ho

fatto? Sono io, sono arrivato!Lui, pieno di sé, srotolava

le sue onde flemmatichesenza reagire.

Bene, penso, adesso tifaccio vedere io. Ti faccio prendere un bello spavento.Adesso salto fuoriall’improvviso da dietro lospuntone di roccia, comincio

 

a urlare e ti cado addosso!Faccio così, ma il mare

non si spaventa. Anzi, alcontrario, prende ascalciarmi a ondate, cercandodi cacciarmi via. – Ehi – dico io – fammi

entrare, devo anche prendereil pesce per sfamare i gatti! – Avrai il tuo pesce, non ti

 preoccupare! – mi risponde ilmare.

 

 Non finisce di dirlo chedall’acqua spunta fuori unasogliola incattivita. Lasogliola mi afferra per unagamba e mi trascina verso il basso. Mi metto a urlare: – Ma perché sei così

cattiva, mollami!La sogliola non mi vuole

mollare e continua atrascinarmi giù, puntandomiaddosso i suoi occhi enormi emaligni. Le dò un cazzotto

 

nell’occhio e in qualchemodo riesco a sfuggirle.

 – Ma andate tutti a quel paese! – dico, offeso,uscendo dall’acqua ecamminando verso riva.

Il mare mi fa un sorrisetto perfido e mi scaraventa aterra con un colpo d’onda. Afarmi dispetto si aggiungonoanche i gabbiani, checominciano a gridare comeossessi.

 

 – Ehi, voi! Cos’avete daurlare? – dico infuriato. – Uhhhh… ma guarda un

 po’ chi c’è… cosa ci fai qui?  mi rispondono i gabbiani,

arrabbiandosi e cominciandoa volteggiarmi intorno per  beccarmi e farmi male. – Lo sapete che il mio

mondo si prende cura di me?  pigolo io, in preda alla

disperazione. – Chiudi il becco! Siamo

 

noi il tuo mondo! – rispondono i gabbianicontinuando a beccarmi.Riesco a difendermi dai loroattacchi con una palettascacciamosche trovata lì per caso (evidentemente il miomondo si curava davvero dime), mentre il mare cercavadi raggiungermi e coprirmi diacqua.

 Nel frattempo mi vieneun’idea. Penso: devo fare

 

qualcosa affinché tutti miriconoscano. Decido ditracciare in fretta e furiasulla sabbia la frase: «Maguardatemi, sono io!», e... potete immaginarvelo? Ilmare si quietòimmediatamente e si ritirò,mentre i gabbiani sicalmarono e se ne andaronovia. Prima di farlo, però,alzarono il capo in segno diintesa, schiusero il becco edissero:

 

 – Ah-ah-ah! – Poi volaronovia.

Anche la sogliolaincattivita sollevò la testafuori dall’acqua e mi fecel’occhiolino con l’occhio chele avevo fatto nero. O forseno, perché i pesci non sannofare l’occhiolino…Comunque mi era sembratoche me l’avesse fatto.

Mi dirigo verso casa, prendendo un altro sentiero

 

 per evitare di incontrare igatti-banditi. Sembrava proprio che il cielo nondesiderasse riconoscermi.Tutto a un tratto cominciò a piovere, solo che l’acqua, al posto di cadere dall’alto,veniva dal basso. Le gocce siformavano dalle pozzanghere, rotolavano daifili d’erba, si staccavanodalle foglie e cadevano versol’alto, raccogliendosi nella piega inferiore dei miei

 

 pantaloni. Il cielo si stavachiaramente prendendo giocodi me.

Provai a saltare e agridare: – Cielo! Dàtti a me!Ma esso non reagì in alcun

modo, continuando ariversarmi addosso la sua beffarda pioggia inversa. E pensare che quasi nonc’erano nuvole!! Del resto,da dove potevano venir fuori

 

se le gocce cadevano versol’alto? Pensai: ma che pitocco questo cielo! Non midà né pioggia né nuvole.Potrei forse sfruttare il principio del Freiling,sostituire l’intenzione diavere con quella di dare…?Così gridai: – Cielo! Prendimi! – Ma di

nuovo la reazione fu nulla. – Ma prendimi, eccomi,

sono qui, sono io!

 

Era perfettamente evidenteche il cielo non mi volevanotare. Il mio mondo,lasciato sette anni fa, eradiventato un altro e non miriconosceva più. Ero riuscitoin qualche modo a mettermid’accordo col mare, con igabbiani, con i gatti. Solo ilcielo si ostinava a nonriconoscermi. Del resto, è ben in alto. Mi erodimenticato di portarmelovia quando ero partito.

 

Continuai, perplesso, avagare verso casa.Camminavo e pensavo a cosafare per farmi riconoscere dalcielo. Fu allora che il miomondo mi offrì l’ennesimasorpresa. Dal folto del boscocomparve un sottomarinogiallo. Muovendoarditamente i suoi piedini,calzati da stivaletti arancioni,cantava a squarciagola lacanzone dei Led ZeppelinStarway to heaven. Pensai: ci

 

mancava solo questa! Adessosiamo a posto, siamo allafrutta! Probabilmente nelmio mondo qualcosa è andato per il verso storto. – Ehi tu, che succede? – 

dissi puntandogli gli occhiaddosso. – Vado a fare il bagno.

Com’è l’acqua? Calda? – No, io sono a posto – 

risposi a casaccio – con meandrà tutto bene.

 

 – Sì, sì! – farfugliò ilsottomarino – il tempo oggi èmeraviglioso e delicato!Colossale!

Ma come si può parlare deltempo come se non sitrattasse del tempo! – pensai  o forse intende la pioggia

inversa? Che non pensi chesia per causa mia! Qui bisogna cambiar discorso al più presto – mi dissi. – Perché indossi degli

 

stivaletti arancioni? – chiesistupidamente. – Perché oggi da noi c’è la

festa Arancione. Davvero nonlo sai? Non è cortese da partetua essere in nero in ungiorno come questo.

Mi guardai e mi accorsicon sorpresa di essere vestitocon una marsina. Ma cheroba! Sembrava che lestranezze fossero appenacominciate. Non stavo per 

 

caso perdendo la ragione? – Non si può perdere la

ragione, perché bisognerebbe prima trovarla!1  – canterellòil sottomarino, quasiindovinando i miei pensieri.Anche se… parlo per niente, perché tutto ti è possibile sehai con te la festa Arancione! – In che senso? – Ma come fai a non

capire! Tu da solo ti colori iltuo mondo con i colori che ti

 

sei scelto, e da solo decidiciò che è possibile e ciò chenon lo è. – Colossale! – risposi,

facendogli il verso. – Pensiche solo perché ti sei messogli stivali arancioni tutto ilmondo debba seguire subitoil tuo esempio? – Oddio, è vero… che

guaio! – replicò ilsottomarino. Mi sonodimenticato di togliermeli e

 

di mettermi le pinne! Comesono distratto oggi! Presto, presto! Corro già via!

Il sottomarino giallo,sgambettando di fretta con isuoi stivaletti, si tolse prestodalla mia vista, e solo la suacanzone, proveniendo già dalontano, mi impediva dicredere che fosse stato tuttoun miraggio: «There’s a ladywho’s sure all that glitters is

old, and she’s buying a stairway to heaven…

 

arampampam…».Fu allora che ebbi

un’illuminazione. Eccocom’era la faccenda! Mi precipitai a casa e andai nelripostiglio, dove giaceva unalunga scala. La afferrai, forseavete già capito perché, latrascinai a forza ma essa miopponeva resistenza, nonvoleva venir via: – Lasciami in pace! – si

lamentò la scala –. Stavo

 

facendo un sognomeraviglioso, sognavo cheero arrivata fino alla luna! Etu mi hai svegliato! – Dài, andiamo – le dico – 

sarai la mia scala per il cielo! – Ok, allora ci sto. Sono

così alta! Arrivo a toccare lestelle! – Stop! Aspetta un attimo  le dissi. Per far più bella

figura mi serve qualcosa diarancione e devo anche

 

comporre una canzone per ilcielo, perché mi riconosca.

Purtroppo, a eccezione diuna carota arancione, a casanon trovai nulla. Vabbè –  pensai – andrà bene anchequesta.

Mi arrampicai su per lascala. Mentre salivo,inventavo le parole dellacanzone e le gridavo conenfasi, brandendo alcontempo la carota a guisa di

 

 bacchetta d’orchestra.

Sono un meravigliosouccello!Volo nel cielo, in alto,in alto!Sono libero e felice!Canto a te, oh cielo,questa mia canzone bella-a-aAd alta voce e a lungodipingendo il mondointero

 

di un meravigliosoarancione!Che tutti abbiano teporee gioia-a-aChe tutti possanodanzare e gioiresotto il cielo color d’arancio!Che il sole risplenda-a-a!Così allegro e felice-e-e!Urra-a-à!

 

Così cantavo, brandendo lacarota, finché non udii, al disopra del mio orecchio,l’osservazione assennata diqualcuno: – Perché urli così tanto?

Mi spaventi tutte le farfalle.Mi girai e vidi volarmi

accanto una mucca arancioneche reggeva un retino. Lamucca, sbattendoalacremente le sue alucce, siteneva sospesa sopra la mia

 

testa e mi puntava addossouno sguardo di rimprovero.Dalla sorpresa non trovainulla di meglio da dire chechiederle: – Rispettabile mucca, ma

 perché mai lei è cosìarancione? – domandai, comese fosse l’unica cosa, di lei,ad avermi stupito. – Mi sto affrettando alla

festa, non vedi? Devo avere iltempo di prendere le farfalle.

 

 – E cosa intende fare conloro? – Allestirò nel cielo una

sfilata spettacolare.Per qualche motivo, non

ero sicuro che la muccacapisse il concetto di sfilata,ma allora non era cosìimportante. – E tu, che spettacolo stai

facendo? – Beh… sono ritornato nel

mio mondo ma il cielo non

 

mi vuole riconoscere. Non misente, forse. Non so comefare per farmi ascoltare.

La mucca, dopo averci pensato un po’ su, rispose: – Non ti preoccupare. Te lo

dico io. – Davvero? Oh, che

meraviglia! Oh, quanto sonofelice! – e mi misi a saltareche per poco non cadevo giùdalla scala. – E cos’avrò in cambio? – 

 

chiese la mucca, sbirciandola carota. – Oh, la mia gratitudine

sarà molto gustosa e succosa! ammiccai. – Allora ascolta: vai dal

saggio Oslić [croato – Oslić,è un pesce che si chiamac o s ì ;  N.d.A.] e chiedigliconsiglio. Lui sa tutto. – E dove posso trovarlo? – Tuffati nel mare, nelle

 profondità più profonde, lì lo

 

troverai. Però nondimenticarti di aggiungerealla tua mise  un cenno diarancione. È festa, tuttosommato. – Bene, grazie, e tieni

questa – dissi porgendole lacarota. – Grand merci!  – rispose

la mucca e, masticandorumorosamente la carota, sene volò via.

Dopo aver ringraziato la

 

scala (che era rimasta moltoorgogliosa e soddisfatta di sestessa), corsi tuttoimpaziente a casa, allaricerca di ancora qualcosa diarancione. Per fortuna, mivenne in aiuto un vecchiocassettone. – Senti un po’, da tempo

ho qui una cravattaarancione, grande e bella, proprio giusta per l’occasione – mi disse.

 

 – Oh, stupendo, dàmmelaqua! – mi rallegrai.

Indossai la cravatta: nonstava bene con la miamarsina e mi arrivava finsotto la cintola, ma incompenso il mio aspettodivenne subito moltocolorato e festoso. Restavasolo un problema. Dovevo inqualche modo uscire in mare,ma non avevo la barca.Insomma, tempo per pensarenon ce n’era, perciò andai

 

dalla vasca da bagno e ledissi: – Vasca, vieni con me,

sarai la mia barca. – Ci sto – disse la vasca,

acconsentendo con piacere –.Da che parte andiamo? – Dal saggio Oslić. Te la

senti? – Niente di più facile.

Ed eccomi sulla riva delmare, in marsina, con una

 

cravatta arancione e la vascaa seguito. I gabbiani,ovviamente, mi puntarono gliocchi addosso, spalancando i becchi. Uno di loro gridò: – Oddio, che orrore! Avete

mai visto qualcosa di simile? – No, mai visto – risposero

gli altri – scuotendo la testa.Spinsi la vasca in mare e

cominciai a remare colcoperchio di una pentola,dato che non avevo trovato

 

niente di meglio. In acqua,intanto, sbattendo felice le pinne, stava nuotando ilsottomarino giallo. – Hai intenzione di farti

una vasca in mare? – chieseil sottomarino. – Colossale! – Ma no, sto andando dal

saggio Oslić solo che non sose riuscirò ad arrivare fino alui, perché lui vive nelle profondità più profonde. – Tieni, prendi la mia

 

àncora – disse il sottomarino.Afferrai l’àncora e

urlando: «La Rivoluzionetrionferà!» mi tuffai in mare.Splash! I gabbiani, dalla paura, si coprirono gli occhicon le ali. Che cosa maisuccederà adesso?!

Scendo fino al fondo evedo lì il saggio Oslić: stavaseduto a un ampio tavolo estava scrivendo qualcosa.Dietro di lui c’era una grande

 

 biblioteca piena di grossilibri di tutti i tipi. “Ma che personaggio saggio!” –  pensai – “Mi aiuteràsicuramente”. – Oh onorevolissimo tra i

sommi saggi – avevocominciato a dire, ma Oslićmi interruppe subito: – Ma che stai a

gorgogliare! Non bere acquasennò ti soffochi! So giàtutto. Devi tornare subito a

 

casa e lanciare in cielo unaquilone di carta con suscritta una spiegazionedettagliata. E perché tutto tiriesca, ti regalo una biciclettaarancione. Vai, la bicicletta ègià a casa che ti aspetta. Enon dimenticare diraddrizzarti la cravatta!

Il mare mi accolsegentilmente nei suoi abbraccie mi portò fino a riva. Igabbiani, assicuratisi chetutto si fosse concluso nel

 

migliore dei modi, batteronole ali gioiosamente. Feci loroun profondo inchino. Quantoai gatti, capitati in qualchemodo sulla riva,applaudirono anche loro e sioffrirono di aiutarmi ariportare la vasca al suo posto.

La nostra solenne processione si diresse intrionfo verso casa mia.Davanti, con le pinne, un

 

 passettino dietro l’altro,avanzava il sottomarinogiallo, cantando la canzoneWe are the champions . I gatti portavano con entusiasmo lavasca e persino i gabbianiavevano deciso di unirsi a noie muoversi a piedi, inomaggio alla cortesia. Lamucca, invece, volava sopradi noi nel cielo con il suoimpareggiabile e spettacolarestrascico di farfalle. La festaArancione era un vero

 

successo!Forse pensate che mi sia

inventato tutto. E invece no.È proprio tutto vero.Smettetela di sorridere. A mela cosa non fa ridere affatto.Adesso vado a lanciare incielo l’aquilone, con suscritto a grandi lettere: «Sonoio!». Spero proprio che ilcielo mi riconosca.

Mi sono seduto sulla biciarancione (il sole stava

 

cominciando a tramontare eil cielo aveva acquisito unatinta arancione, così misembrava che questo coloredovesse piacergli), e mi sonomesso a lanciare il mioaquilone di carta.

Correvo sulla mia biciarancione e l’aquilone mivolava dietro, in alto, in alto. – Ebbene? – gridai al cielo

rovesciando la testaall’indietro.

 

Finì che il cielo mirispose. Disse: – Sei un idiota!E che altro si potrebbe dire

a un idiota che, seduto su una bicicletta arancione, manovraun aquilone con la scritta:«Sono io!»?

Ok, non importa.L’importante è che il cielomi abbia riconosciuto, abbiasmesso di riversarmi addossola pioggia e mi abbia sorriso

 

con un arcobaleno a testa ingiù. Ora, ovunque andrò, nonmancherò di prendere il miocielo sempre con me.

 

Note

Premessa

1 Il riferimento è alla Forzasottesa a un’azione discardinamento. Notiamo che iltitolo originale del libro,“Vzlom technogennoj sistemy”,contiene il sostantivo russo“vzlom” (sfondamento, scasso,)che in italiano abbiamo reso conil verbo “scardinare”, non potendo trovare un esattoequivalente, connotato dallo

 

stesso spessore polisemanticodel termine russo. Il sostantivo“vzlom”, infatti, è caratterizzatodal prefisso “vz” che indica siauna direzione di movimento dal basso o dal fondo verso l’alto,sia l’effetto di un’azione bruscae improvvisa, sia un effetto diazione portata agli estremi[ N.d.T.].

Parte I: IL TRANSURFING

Posso fare tutto!

 

1 Il paragone, non appropriato, fariferimento all’omonimo film difantascienza del regista AndrejTarkovskij. In esso lo Stalker era una guida cheaccompagnava i protagonistiattraverso le insidie di una Zonaanomala [ N.d.T.].

L’idrodinamicadell’intenzione

1 Il riferimento, qui, èall’abitudine, diffusa in tutta laRussia e soprattutto nelle grandi

 

città, di utilizzare le macchine private in circolazione come sefossero taxi [ N.d.T .].

Miriadi di riflessi

1 Vedi la descrizione dellatecnica nel libro ŽivojTranserfing  [ Il Transurfing vivodi Vadim Zeland, MacroEdizioni, Cesena 2012; N.d.T.].

2 Il riferimento è a una notacanzone che parla di una prigione tristemente famosa[ N.d.T.].

 

Parte II: LATECNOSFERA

I parassiti sociali

1 Gruppo musicale diventatofamoso in Russia negli anniOttanta ed esistente tuttora[ N.d.T .].

2 In Russia la servitù della glebafu abolita solo nel 1861 [ N.d.T .].

3 Il riferimento è al celebre filmrusso-nipponico Dersu Uzala diAkira Kurosawa [ N.d.T .].

 

La cattura dell’attenzione

1 Alcuni capitoli del libro sonostati pubblicati per la primavolta nella mia newsletter , cui è possibile iscriversi al sitoufficiale (http://zelands.ru).

Freddo e fame

1 “Cholodno i golodno”:nell’originale russo le paroleformano una rima e quindi unasuggestione sonora che non è possibile rendere in italiano. Si

 

ricorda, inoltre, che leosservazioni e i consiglidell’autore riguardoall’alimentazione fannoriferimento all’esperienza cheegli ha nel suo Paese, la Russia[ N.d.T .].

2 In Russia si pratica molto lo scidi fondo, anche nelle grandicittà. Nei parchi e nei boschi diMosca, per esempio, la gente vaspesso a sciare nel tempo libero.Lo sci di fondo sostituisceanche l’ora di ginnastica inalcune scuole. Praticamente tuttihanno in casa l’attrezzatura per 

 

lo sci di fondo. Le località dove, per motivi climatici, lo sci nonsi pratica, sono piuttosto rare[ N.d.T .].

3 Secondo la tradizione dellareligione ortodossa, il battesimodi Gesù viene festeggiato il 19gennaio. In Russia, i giornivicini a questa data sonocaratterizzati da un clima particolarmente freddo, che hadato origine all’espressione “ilgelo del battesimo” [ N.d.T .].

4 Zuppa di barbabietole rosse ecavolo, uno dei piatti nazionalidella cucina ucraina e russa

 

[ N.d.T .].5 In Russia, nei mercatini, si

vedono spesso i banchettiimprovvisati delle vecchiette,che vendono fiori e verdure deiloro orti, soprattutto erbacipollina, prezzemolo, rape,carote [ N.d.T .].

Sui topi e sulle volpi

1 A titolo informativo: la visionediretta è una capacità delcervello di percepire la realtàsenza la mediazione degli occhi,cioè in modo diretto. Questa e

 

altre abilità vengono insegnatenella Scuola di Bronnikovhttp://bronnikov.ru/ . La visionediretta nell’uomo è un sogno instato di veglia. Nel sonnonormale vediamo solo una partenon realizzata dello spazio dellevarianti. La visione diretta permette di cogliere, senzal’aiuto degli occhi, sia lacomponente fisica che quellametafisica della realtà, con tuttii fenomeni che ne conseguono.Si tratta di abilità che si trovanoin ognuno di noi profondamente bloccate, ma che una

 

formazione specifica è in gradodi ripristinare. Con i bambini si possono ottenere risultatifacilmente. Con gli adulti è piùdifficile, ma è ancora possibile[ N.d.A.].

2 In russo pipistrello si dice“letučaja myš’ ”, cioè,letteralmente, topo volante.

Peso sano in corpore sano

1 Il riferimento è al fatto che chiviene spedito nello spazio ha,notoriamente, una salute diferro. Anzi, una volta era così.

 

Oggi, sostiene l’autore, lasituazione sta progressivamente peggiorando ed è ormai rarotrovare delle persone perfettamente sane.Probabilmente non ce ne sono più nemmeno tra gli astronauti[ N.d.T .].

2 In Russia, a causa della neve edel ghiaccio invernali, l’asfaltodelle strade cede, e ciò si notasoprattutto in primavera[ N.d.T .].

L’imprinting infantile

 

1 Qui l’autore, continuando lametafora del cane da cortile,descrive uno spettacolo che sirinnova in Russia ogni primavera, quando la vecchianeve invernale dei parchi,sciogliendosi, scopre gliescrementi lasciati dai cani, chela pioggia successivamentediluisce e lava via, fino a farnedisperdere le tracce [ N.d.T .].

2 In Russia, nelle famiglieabbienti, c’era e c’è latradizione di affidare i figli allagovernante, njanja, spessomolto fedele e servizievole

 

[ N.d.T .].

Ho visto un arcobaleno

1 Si è cercato di tradurre nelmodo più fedele possibile, colrispetto della rima, i versiinventati dalla lettrice, cheriportiamo in originale per coloro che possono leggere ilrusso: «Если друг твойзакадычный/Стал веселымнеприлично,/Не грустит он ине ноет/И ругатьсяперестал…/Tо скажу тебе яточно,/Что трансерфером он

 

стал!/Tы ему – что небомутно,/Oн в ответ: «Деньгамуютно!»/Лето кончилось,дождь мочит.../Oн в ответвообще хохочет!/Oн нас всехкак будто дразнит,/Снегпошел – так скоропраздник!/Холод дикий – курожаю!/Все. Молчу… невозражаю…/Шеф орет – кбольшой зарплате!/Рвешьколготки – к новымплатьям!/Штраф уплатишьна парковке –/До обеда ждиобновки!/Понедельник – кжизни сладкой!/Вся неделябудет гладкой!/Боссуволил? Не реви!/Знать,везет тебе в любви…/Пес

 

хвостом тебе виляет?/Tо кденьгам! Oн точнознает!/Кот себя за ушкомгладит?/Tочно, будешь вшоколаде!/Все события – квеселью!/Крыша рухнет… кновоселью!/Все дороги – вРим и к морю!/С ним давноуже не спорю…/И сегодняон как птица/На волнахудачи мчится!/Все меняя,сам меняясь,/Удаляясь,удаляясь…/Не беги за ним,не надо…/Есть твояреальность рядом!/Ну и что,что небо мутно,/А в Египтетак уютно!/Лето кончилось,дождь мочит…/Наэкзаменах проскочим!/Жмет

 

сапог – веснанаступит!/Tуфель нет?Любимый купит!/Всеболезни – к долголетью!/90лет? К 100-летью!/Жизнь –она вообще к удаче!!!/Мыживем, а это значит,/Чтовезет нам всембезмерно!!!/В этом весьTрансерфинг… Верно?»[ N.d.T .].

2 Casa sita in campagna o in zonedi villeggiatura, di solito posseduta dagli abitanti dellegrandi città russe che la usano per trascorrervi i fine settimanee le vacanze [ N.d.T .].

 

3 È il teatro più famoso di SanPietroburgo [ N.d.T .].

4 Si è cercato di tradurre nelmodo più fedele possibile, colrispetto della rima, i versiinventati dalla lettrice, cheriportiamo in originale per coloro che possono leggere ilrusso: «Душа жила/Душаболела/Душа томилась извала/Душа свободной житьхотела/Парить, любить, непомнить зла,/Смеяться,радоватьсяжизни,/Счастливым видетьбелый свет…/Но в головупришли вдруг мысли,/Чтобы

 

разумный дать совет:/Неверь… не нужно… небывает…/Спустись наземлю… не желай…/Какчасто строить ад нас разумпоучает,/Душа ж всегда вовсем создать стремитсярай…» [ N.d.T .].

Parte III: LA BIOSFERA

Questioni vive

1 La shungite è un mineraleorganico che si trovaunicamente nel nordovest della

 

Russia, in Carelia, nella regionedel lago Onega; chiamata Šunga(da qui il nome dato alminerale). Questa pietra ha unacomposizione molecolare particolare, fatta di fullereni. Per le sue eccezionali proprietàterapeutiche è utilizzata dasecoli dalle popolazioni locali.Sulle varie applicazioni della shungite e il suo uso per ladepurazione dell’acqua da berel’autore ha scrittodettagliatamente nel suoTransurfing Vivo, capitolo“L’acqua viva” [ N.d.T .].

 

Se mi ami, mangia!

1 Secondo le usanze ortodosse, icredenti, durante la recitazionedi preghiere, si mettevano inginocchio e facevano inchini profondi fino a sfiorare con lafronte il pavimento. Il proverbiocritica coloro che, per eccessodi zelo, stupidamente, recanodanno a loro stessi [ N.d.T .].

La sostanza viva e quellamorta

 

1 Traduzione in italiano condottasulla traduzione russa citatadall’autore V. Zeland [ N.d.T .].

2 In epoca sovietica, “pionieri”erano i ragazzini dai 10 ai 14anni, raggruppati nell’omonimaorganizzazione giovanile.

La mamma ha mangiato lakaša

1 Pappetta di cereali (granosaraceno, semolino, riso, miglio,avena...) normalmenteconsumata a colazione

 

soprattutto dai bambini [ N.d.T .].2 Questo capitolo e il precedente

erano stati pubblicati nellanewsletter . Per iscriversi bastaregistrarsi nel sito dell’autore:http://zelands.ru [ N.d.A.].

3 Edinstvennyj GosudarstvennyjEkzamen – Esame di StatoUnificato. In Russia è l’esameobbligatorio al termine delcorso di 11 anni di scuola – [ N.d.T .].

4 Il riferimento è alle frasiminime tipiche degliabbecedari, appositamenteelaborate per l’apprendimento

 

di fonemi simili. Nell’originalerusso vengono messe in rilievole coppie di parolefoneticamente simili mamarama(mamma-telaio della finestra) e Maša-kaša (Mariuccia-pappettadi cereali). In traduzione, nonessendo comunque possibilerendere la similarità, si è optato per la conservazione dellacoppia Maša-kaša [ N.d.T .].

Acquetta vivificante

1 Si tratta di CSF di tipologiadiversa [ N.d.T .].

 

La legge di attrazione dellaForza

1 Ai tempi dell’Unione Sovietica,alla fine del ciclo di studiuniversitari i laureati venivanoassegnati a organizzazioni oistituti di ricerca a discrezionedelle amministrazioni predisposte, a seconda delmerito o delle conoscenze personali [ N.d.T .].

2 In base al sistema divalutazione vigente in Russianelle strutture scolastiche e

 

universitarie, tre è voto di passaggio (sufficiente), quattroequivale a un distinto, cinque èil massimo voto (ottimo, 110)[ N.d.T .].

Si bemolle maggiore

1 «I net so mnoj kogo-to, i grustno otego-to, kljanus’, javse by otdala, čtoby najti kogo-to, čtoby najti kogo-to…», sonole parole tratte dalla famosacanzone d’amore Moej duše pokoja net’  (La mia anima nonha pace) inserita nella colonna

 

sonora della popolarissimacommedia sovietica Služebnyjroman (Una storia d’amore inufficio) [ N.d.T .].

La fattoria umana

1 Modo di dire russo.

Lettere dalla Terra diMezzo

1 Boris Kustodiev (1878-1927) pittore russo famoso per i suoiritratti di donne russe floride e

 

 prosperose [ N.d.T .].2 Famoso esperto nel campo del self helping . Autore di unmetodo originale che sintetizzamedicina orientale, yoga,ajurvedica, dietologieoccidentali ealtre pratiche. Èautore di numerosi libri, moltodiffusi in Russia [ N.d.T .].

3 Il riferimento è al celebreromanzo di M. Bulgakov Master i Margarita (Il maestro eMargherita). La protagonista,Margarita, dopo essersispalmata con una miracolosacrema ricevuta in dono da un

 

 personaggio chiave delromanzo, Azazello,ringiovanisce a vista d’occhio[ N.d.T .].

Strane domande

1 Questo capitolo e il seguentesono stati pubblicati nellanewsletter  e sono riportati senzavariazioni [ N.d.A.].

Le voci di Eywa

1 Traduzione in italiano della

 

traduzione russa del testotedesco di Hoffman [ N.d.T .].

2 Eywa, dal film Avatar : Alberodell’Anima, L’Albero della Vita,o Mother Tree, come nelcopione originale di J. Cameron[ N.d.A.].

Cioccolato vivo

1 Specie di sansa di pinoli dicedro siberiano, vedispiegazione dell’autore alla finedel presente testo [ N.d.T .].

 

Parte IV: LA SOCIETÀ - Ilsociale

1 Nell’originale, Socium. In russoesistono due termini distinti:obščestvo, parola di radice slavaintesa come società in sensogenerale e positivo, insiemedegli esseri umani e delle loroattività; e socium di etimologialatina, che in russo ha spessouna connotazione negativa,riferendosi più che altro allasocietà nel suo aspetto piùgrigio (massa informe) o

 

 burocratico (strutture, apparati,ministeri). Proprio in questosenso l’intende l’autore, cheinfatti ha intitolato questocapitolo Socium. In italiano nonè stato possibile rendere questesfumature, quindi ovunque èstato usato il termine “società”,con conseguente perditasemantica [ N.d.T .].

Punturati, con un joystick 

all’interno

1 Nel testo originale,

 

“ukušennost ’”, neologismodell’autore [ N.d.T .].

L’involuzione dellacoscienza

1 “Sia ce-lebre la no-ostra Pa-atria libera…!”; è il primo versodel ritornello dell’innodell’URSS [ N.d.T .].

Il controllo del supportovitale

1 “Likare”, “Likate”, neologismo

 

dell’autore dal termine inglese“like”, che si riferiscono al “mi piace” o “non mi piace” dei sitiinternet [ N.d.T .].

Le mollette mentali

1 Vedi riferimento a Il mago di Oz[ N.d.T .].

2 Riferimento al soggetto di unafavola popolare russa [ N.d.T .].

L’intossicazione dainformazioni

 

1 Esame Unico di Stato, esameobligatorio alla fine degli undicianni di scuola, equivalente delnostro esame di maturità[ N.d.T .].

I ricevitori e i trasmettitori

1 Di Richard Bach, BibliotecaUniversale Rizzoli, Milano,2004 [ N.d.R.].

Due block notes

1 Noosfera è un termine

 

introdotto dallo scienziatocosmista Vladimir Vernadskij eindica la sfera del pensieroumano, derivando dal greconous (mente) e “sfera”, inanalogia con atmosfera e biosfera. In senso lato lanoosfera è una specie di“coscienza collettiva” degliesseri umani che sarebbescaturita dall’interazione fra lementi umane e si sarebbesviluppata parallelamenteall’organizzazione eall’interazione degli esseriumani, a mano a mano che essi

 

 popolavano la Terra [ N.d.T .].

La liberazione della Forza

1 Per la prima volta questanovella è stata pubblicata nellaraccolta 20+1 najbolja priča zaljeto 2011, dopo essere stataselezionata in un concorsosvolto tra gli scrittori dei Paesidell’ex-Jugoslavia. A questoconcorso ho avuto l’onore di partecipare [ N.d.A.].

Una festa in arancione

 

1 In russo, letteralmente, perderela ragione si dice: «Soiti s uma» – scendere dalla ragione. Suquesta locuzione è costruita lareplica successiva, chenell’originale suona,letteralmente, «non si puòscendere dalla ragione perché prima ci si dovrebbe saliresopra». Non avendo questa frasenessun senso in italiano, si èoptato per una soluzionesemanticamente equivalente[ N.d.T .].

 

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Avendo a nostra disposizione latecnica della liberazione, graziea questo libro riusciremo a crearciil mondo che vogliamo e aelevare il nostro potenziale

 

creativo a livelli inaspettati.

Quella che Zeland ci offre è unachance unica per scardinare la“matrix” e fuggire verso lalibertà. Questa è l’unica vendetta possibile contro un sistema cheappiattisce e livella le personalitàin modo subdolo e stereotipato.

La realtà è che siamo personeuniche. Ora anche libere. È unprivilegio per pochi.Sfruttiamolo.

Se non hai talenti o pregi

 

eccezionali il sistema prevede chetu non possa essere “primo”. Adispetto di ogni ragionevole previsione, tu prenditi invece ildiritto di essere unico. Mentretutto sembra procedere in modolineare, secondo l’iter prestabilitoe inarrestabile del progressotecnologico, il cancro del sistemaha iniziato a crescere,indipendentemente dalla volontàdell’uomo.

Alzato il velo di questaapparente normalità, il processoappare come realmente è: del

 

tutto fuori controllo.Anestetizzati a nostra insaputa,sopravviviamo, dormendo unsonno profondo della coscienzache nemmeno sospettiamo.Inconsapevoli viti d’ingranaggiodi un sistema autoregolato edistruttivo continuiamo adalimentare l’ingranaggioriempiendo le file di quelli chemarciano nella direzione che èstata loro indicata. Se lo fannotutti è giusto, ci dicono, serriamo iranghi e non abbandoniamo lefile.

 

Ma potrebbe esserciun’alternativa: rimanereall’interno del sistemascoprendone le carte, per poter utilizzare le sue regole perverse anostro vantaggio. Non dentro, masopra al sistema, senza esserne più vincolati. Uscire dai ranghisenza però abbandonarli. Sognareda svegli mentre tutto intorno glialtri dormono.