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Settore 8 Vigilanza Urbana-Polizia Municipale- Val. dei rischi nell’ambiente di lavoro ___________________________________________________________________________________________________ STUDIO SGRO SRL – 0584/393041 – 0583/440557 – 0187/510803–- 0586/415834 1 VALUTAZIONE DEI RISCHI Valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambiente di lavoro (ai sensi del D.Lgs. n. 81/08, artt.17, comma 1, lettera a, 28 e 29) COMUNE DI VIAREGGIO SETTORE 8 VIGILANZA URBANA POLIZIA MUNICIPALE SEDE LEGALE P.zza Nieri e Paolini n.1 – 55049 Viareggio (LU) SEDE OPERATIVA Piazza S. Antonio n.6, 55049 Viareggio (LU) Eseguita nei giorni dal 29 al 30 dicembre 2008 con la collaborazione dello

VALUTAZIONE DEI RISCHI - Comune di Viareggio | Sito ufficiale · 2016-02-22 · Allegato A: Documento di ... fisici:D.Lgs 81/08, Titolo VIII, ... Allegato F: Documento sui RISCHI

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VALUTAZIONE DEI RISCHI Valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza

dei lavoratori presenti nell’ambiente di lavoro (ai sensi del D.Lgs. n. 81/08, artt.17, comma 1, lettera a, 28 e 29)

COMUNE DI VIAREGGIO SETTORE 8 VIGILANZA URBANA

POLIZIA MUNICIPALE

SEDE LEGALE

P.zza Nieri e Paolini n.1 – 55049 Viareggio (LU)

SEDE OPERATIVA

Piazza S. Antonio n.6, 55049 Viareggio (LU)

Eseguita

nei giorni dal 29 al 30 dicembre 2008

con la collaborazione dello

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INDICE - 1 PREMESSA 3

- 2 RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DI TUTTI I RISCHI 5

2.1 DESCRIZIONE DELL’UNITA’ LAVORATIVA 5

2.1.1 Caratteristiche generali dei luoghi di lavoro 8

Ciclo lavorativo 12

2.2 CRITERI SEGUITI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI 13

2.3 INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA, PRESENTI DURANTE

L’ATTIVITÀ LAVORATIVA 15

2.3.1 Fattori di rischio 15

2.4 GRADO DI COINVOLGIMENTO DELLE COMPONENTI AZIENDALI E PROFESSIONALITÀ CUI SI È

FATTO RICORSO 17

2.5 INDICAZIONE SULLE PERSONE ESPOSTE E GLI EVENTUALI GRUPPI PARTICOLARI 17

2.5.1 Dipendenti subordinati e/o equiparati dell’unità produttiva 17

2.5.2 Gruppi particolari di lavoratori 19

LAVORATORI STRANIERI 21

RISCHI CONNESSI ALL’ETÀ 21

- 3 MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE ADOTTATI A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE 22

RISCHI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI 22

3.2 RISCHI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI 32

3.3 FONTI DI PERICOLI ERGONOMICI, ORGANIZZATIVI E GESTIONALI 43 - 4 INDIVIDUAZIONE DELLE PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE E DEI RUOLI AZIENDALI CHE VI DEBBONO PROVVEDERE 53

- 5 VALIDAZIONE 61

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1 PREMESSA

Il presente Documento, di cui alla valutazione dei rischi, contiene quanto indicato al punto 2), art. 28, D.Lgs 81/08 e non comprende la valutazione dei rischi da interferenze (DUVRI) di cui all’art. 26 del D.Lgs 81/2008. La valutazione deve essere rieffettuata ed il presente Documento rielaborato (con l’aggiornamento delle misure di prevenzione):

- in occasione di modifiche del processo lavorativo o dell’organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori;

- in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione; - a seguito di infortuni significativi; - quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità.

Il programma delle misure, ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, deve essere aggiornato annualmente a carico del Datore di lavoro. Nella tabella specifica riportata al punto 4 di questo Documento vengono lasciati degli spazi in bianco affinché vengano registrate (qualora non si aggiorni il Documento o parte di esso) le nuove misure individuate.

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Il contenuto del documento, nel rispetto delle indicazioni previste dalle specifiche norme sulla valutazione dei rischi contenuti nei diversi Titoli del D.Lgs 81/08, è integrato con i diversi allegati:

Allegato A: Documento di valutazione dell’ESPOSIZIONE DEI LAVORATORI AL

RUMORE DURANTE IL LAVORO (rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici:D.Lgs 81/08, Titolo VIII, Capo II).

Allegato B: Documento di valutazione dei LIVELLI DI VIBRAZIONI MECCANICHE CUI

I LAVORATORI SONO ESPOSTI (rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici:D.Lgs 81/08, Titolo VIII, Capo III).

Allegato C: Documento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori

derivanti dalla presenza di AGENTI CHIMICI PERICOLOSI (D.Lgs 81/08, Titolo IX, Capo I).

Allegato D: Documento di valutazione dei RISCHI DI INCENDIO (D.M. 10.03.1998). Allegato E: Documento di valutazione dei rischi da IMPIANTI E APPARECCHIATURE

ELETTRICHE (D.Lgs 81/08, Titolo III, Capo III). Allegato F: Documento sui RISCHI COLLEGATI ALLO STRESS DA LAVORO CORRELATO (D.Lgs 81/08, Art. 28, 1° comma). Allegato G: Documento di valutazione dei rischi da MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI

CARICHI (D.Lgs 81/08, Titolo VI, Capo I). Questo Documento, compresi gli allegati, deve essere custodito presso l’unità lavorativa alla quale si riferisce la valutazione dei rischi.

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2 RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DI TUTTI I RISCHI

2.1 DESCRIZIONE DELL’UNITA’ LAVORATIVA La valutazione di cui in oggetto, prende in considerazione gli ambienti di lavoro del Settore 8 “Vigilanza Urbana” del Comune di Viareggio, più precisamente il Comando di Polizia Municipale con sede operativa in Piazza S. Antonio n.6 e le sezioni distaccate presenti sul territorio comunale:

1) Sezione Torre del Lago, via G. Marconi n.225 – Torre del Lago, c/o Circoscrizione 1 2) Sezione Marco Polo, via L. Repaci n.36, c/o Circoscrizione 2 3) Sezione Darsena, via F. Parri, c/o Circoscrizione 3 4) Sezione Viareggio Nuova, P.za del Buon Consiglio, c/o Circoscrizione 4

Nella tabella che segue sono riportati i dati più significativi dell’unità lavorativa.

NOME COMMITTENTE COMUNE di VIAREGGIO

- Settore 8 Vigilanza Urbana-

Tipo di attività Amministrazione Pubblica

Dirigente settore Dr. GROSSI Anchise

Sede Comando Polizia Municipale

Piazza S. Antonio n.6 – 55049 Viareggio (LU)

Tel Fax

0584 – 9661 (Centralino)

R.S.P.P. Dr. SGRO’ Pasquale

R.L.S.

Medico Competente Dr. ZANQUOGHI Gian Enrico

Consulente tecnico Studio SGRO Srl

Numero lavoratori subordinati ed equiparati

occupati Cognome, Nome e loro

mansione

104(*)

SUBORDINATI

COMANDO:

1) MAGNANI Giuseppe, spec. Attività area vigilanza

2) COMASCHI Vasco, spec. Attività area vigilanza

3) MANFREDI Omero, spec. Attività area vigilanza

4) MANFREDI Stefano, spec. Attività area vigilanza

5) RAFFAELLI Alfredo, spec. Attività area vigilanza

6) AMATI Lorenzino, spec. Attività area vigilanza

7) BALDINI Rossana, spec. Attività area vigilanza

8) GIANNONI Ferdinando, spec. Attività area vigilanza

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9) GRANAIOLA Faliero, spec. Attività area vigilanza

10) REGGIANINI Giovanni, spec. Attività area vigilanza

11) CASTELLANI Fabio, spec. Attività area vigilanza

12) TARANTINO Baldassarre, spec. Attività area vigilanza

13) BROCCOLI Salvatore, spec. Attività area vigilanza

14) FRANCESCHINI M. Elena, spec. Attività area vigilanza

15) BERTOLUCCI Alberto, istruttore vigilanza

16) LANDUCCI Giancarlo, istruttore vigilanza

17) BEMI Marco, agente P.M.

18) BEMI Roberto, agente P.M.

19) BERTUCCELLI Paolo, agente P.M.

20) BIANCHINI Giuseppe, agente P.M.

21) CARIGNANI Sergio, agente P.M.

22) CATELLI Renato, agente P.M.

23) CECCHINI Paolo, agente P.M.

24) CINQUINI Riccardo, agente P.M.

25) CITERNESI Paolo, agente P.M.

26) COSCI Mauro, agente P.M.

27) D’ADAMO Nicola, agente P.M.

28) D’ANNA Maurizio, agente P.M.

29) DEL PISTOIA Fulvio, agente P.M.

30) DEL TOZZOTTO Paolo, agente P.M.

31) DE RANIERI Maurizio, agente P.M.

32) DIPINTO Tiziana, agente P.M.

33) GIANNINI Cinzia, agente P.M.

34) GIUSTI Roberto, agente P.M.

35) LAZZARINI Raffaello, agente P.M.

36) LUVISI Andrea, agente P.M.

37) MARTELLINI Michele, agente P.M.

38) MARTINI Enzo, agente P.M.

39) MATTEUCCI Furio, agente P.M.

40) MEUCCI Roberto, agente P.M.

41) NAVARI Sonia, agente P.M.

42) NERI Barbara, agente P.M.

43) NICOLETTI Neda, agente P.M.

44) PAOLINI Paola, agente P.M.

45) PEZZINI Andrea, agente P.M.

46) SANTINI Delfo, agente P.M.

47) TRASATTI Marco, agente P.M.

48) ANGELOTTI Paolo, agente P.M.

49) BARSANTI Moreno, agente P.M.

50) BERTONATI Maurizio, agente P.M.

51) CECCARELLI Alessandro, agente P.M.

52) CERAGIOLI Massimo, agente P.M.

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53) DATI Pier Paolo, agente P.M.

54) GAMBINI Luca, agente P.M.

55) LENCIONI Catia

56) MARCHETTI Paolo

57) PIERACCINI Michela

58) PISANU Sonia

59) GIANESELLI Giorgio, agente P.M.

60) MAVILLA Francesca, agente P.M.

61) Pacini Cinzia, agente P.M.

62) DECANINI Simone, agente P.M.

63) DEL CORSO Stefano, agente P.M.

64) PARISI Gianna, agente P.M.

65) PINORI Stefano, agente P.M.

66) ANITORI Serena, agente P.M.

67) BIGICCHI Cristiana, agente P.M.

68) BERTUCCELLI Laura, agente P.M.

69) CASCINI Antonella, agente P.M.

70) CERRAI Michele, agente P.M.

71) CIUNI Ettore, agente P.M.

72) DANESI Patrizia, agente P.M.

73) DELLA LATTA Gino, agente P.M.

74) DOMENICI Flavia, agente P.M.

75) GABRIELLI Barbara, agente P.M.

76) GASPARI Michele, agente P.M.

77) GENOVALI Emanuela, agente P.M.

78) GRAZZINI Silvia, agente P.M.

79) GROTTI Daniela, agente P.M.

80) MANNOCCHI Paola, agente P.M.

81) MARCHETTI Cherubina, agente P.M.

82) PALLONETTO Dalila, agente P.M.

83) STEFANI M. Claudia, agente P.M.

84) VECOLI M. Antonietta, agente P.M.

85) VITA Irene, agente P.M.

Sezione “TORRE DEL LAGO”

86) ROSATI Italo, spec. Attività area vigilanza

87) GALLI Roberto, agente P.M.

88) BIAGINI Franca, agente P.M.

89) BECONI Alessandro, agente P.M.

90) BIBOLOTTI Barbara, agente P.M.

91) CACINI Sandro, agente P.M.

92) GIAMMARCO Fabrizio, agente P.M.

93) TORTI Irene, agente P.M.

94) ZIGNEGO Daniela, agente P.M.

Sezione “Marco Polo”

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95) BRUNELI Lorenzo, agente P.M.

96) FIORIO Roberto, agente P.M.

Sezione 3 “DARSENA”

97) BARSOTTELLI Alessandro, agente P.M.

98) JELEN Marco, agente P.M.

Sezione 4 “Viareggio Nuova”

99) VANNUCCI Eugenio, agente P.M.

100) SODINI Michele, agente P.M.

101) GASSANI Rita, agente P.M.

Amministrativi c/o Comando

102) SANTUCCI Silvio, esperto att. Amm.ve

103) PESETTI Lillina, assistente amm.vo

104) POMPOSI Stefania, assistente amm.vo

NOTA(*) Risultano facenti parte del settore 8 “Vigilanza Urbana” i dipendenti comunali delle sedi distaccate, di seguito riportati, per tale personale verrà effettuata valutazione apposita. SEGNALETICA P.M. : MARTINELLI Massimo, ass. tecnico specializzato

Bacci Paolo, add. Supporto servizi tecnici PROTEZIONE CIVILE: PARDINI Giuliano, esperto amm.vo

2.1.1 Caratteristiche generali dei luoghi di lavoro

Gli uffici del settore considerato (n.8 “Vigilanza Urbana”) sono quelli della Polizia Municipale più precisamente il Comando in P.za S. Antonio n.6 che si sviluppa su quattro piani fuori terra. L’unità operativa è collocata all’interno di un edificio in muratura, con struttura verticale in muratura mista con pareti in intonaco a civile e con interpiano in soletta di cemento armato, costruito intorno agli anni 50, disposto su tre piani fuori terra (oltre ad una soffitta mansardata) collegati da scale fisse a gradini e dotato di finestre apribili e balconi. Nelle immediate vicinanze (nella adiacente via S. Francesco) è presente un garage dove vengono parcheggiati alcuni dei mezzi in dotazione. Il ricambio dell’aria avviene sia naturalmente, dalle aperture verso l’esterno, sia artificialmente dall’impianto di climatizzazione presente. L’illuminazione è assicurata sia naturalmente, attraverso le superfici vetrate, sia artificialmente (da appositi corpi illuminanti), in modo da garantire, in entrambi i casi, livelli di illuminamento non inferiori ai livelli minimi di legge. Le aperture verso l'esterno sono costituite da una porta di ingresso/uscita al piano terreno che si affaccia direttamente su piazza S. Antonio. L’atrio di ingresso è costantemente piantonato.

Per ulteriori e più complete informazione sulle caratteristiche della costruzione si rimanda alla concessione edilizia specifica.

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Ai fini della valutazione, i luoghi di lavoro sono stati suddivisi come segue: Piano terra

- Ufficio coordinamento operativo; - Sala riunioni; - Centrale operativa; - Servizi igienico-assistenziali; - Locale centrale termica.

Piano primo

- Uffici (sanzioni amm.ve, polizia giudiziaria, ruoli, edilizia, ATI); - Servizi igienici; - Magazzino vestiario.

Piano secondo

- Uffici (comandante, demanio marittimo, formazione e vestiario, traffico, servizi, segreteria, incidenti stradali, annonario);

- Servizi igienici.

Mansarda

- Archivio Uffici

Piano terra Al piano terra l’unico ufficio è quello riservato al coordinamento operativo dove di norma è presente l’ufficiale di ispezione. Piano primo Al piano primo ci sono due uffici sanzioni amministrative per un totale di n.5 postazioni e presenza abituale di pubblico (mediamente 5 persone) nel corridoio antistante; l’ufficio di polizia giudiziaria (una postazione), l’ufficio ruoli (una postazione), l’ufficio edilizia dove vengono espletate pratiche relative agli abusi edilizi (n.4 postazioni) e l’ufficio A.T.I. dove si eseguono pratiche di residenza, concessione suolo pubblico, ecc. (n.4 postazioni). Piano secondo Al piano secondo c’è l’ufficio del comandante, con all’interno una piccola saletta riunioni, l’ufficio demanio marittimo (n.2 postazioni), l’ufficio formazione e vestiario (n.2 postazioni),

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l’ufficio traffico che si occupa di permessi, viabilità, scorte, segnaletica, ecc. (n.2 postazioni), l’ufficio servizi che si occupa dei turni del personale (n.2 postazioni), l’ufficio segreteria per le pratiche amministrative (n.2 postazioni), l’ufficio incidenti stradali (n.3 postazioni) e n.2 uffici della sezione annonaria per un totale di n. 4 postazioni. In tutti gli uffici sono presenti arredi in legno ed in laminato (scrivanie, armadi, etc.) e materiale cartaceo in quantità non eccessiva. Tutti gli uffici sono naturalmente dotati di macchine ed attrezzature specifiche da ufficio (pc, stampanti, telefoni e fax). Negli uffici possono essere adoperati i seguenti prodotti: - scolorine; - pennarelli inchiostrati; - cartucce per stampanti a getto d’inchiostro; - toner per fotocopiatrice.

Per le indicazioni di pericolo, per la manipolazione e lo stoccaggio, per il controllo dell’esposizione, per la protezione individuale e per altre informazioni si rimanda alle schede di sicurezza che dovranno essere tenute allegate al presente documento.

Gli uffici sono dotati, come tutti gli altri locali con abituale presenza di persone, di porte di accesso apribili dall’interno, di impianti di illuminazione artificiale e sono presenti finestrature apribili, tali da garantire adeguata illuminazione ed aerazione naturale. Sala Riunioni Il locale adiacente alla centrale termica, al piano terra, è impiegato per incontri e riunioni ed ha una capienza di circa 40 persone; è dotato di aerazione e illuminazione naturale sufficiente, oltre ad avere una uscita di sicurezza di idonea larghezza che conduce direttamente sulla strada pubblica. Centrale operativa La Centrale Operativa è costantemente presidiata da un operatore, dalla cui postazione è possibile, tramite apparecchio radio, comunicare con le varie unità mobili che svolgono servizio sul territorio. La centrale è dotata di monitor collegati con telecamere di sorveglianza e ha linee telefoniche dirette collegate con gli enti di pronto intervento. Archivio

Al piano mansardato è stato ricavato un piccolo archivio, dove sono custoditi documenti in cartolari e schedari in carta e cartone, collocati su scaffalature in legno.

Anche qui sono presenti infissi apribili e vi si accede sporadicamente, solo per necessità.

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Magazzino vestiario

Al piano primo, nel locale adibito a magazzino vestiario vengono stoccati gli indumenti da lavoro nuovi; il tutto su scaffalature o all’interno di imballaggi in cartoni poggiati per terra. Non c’è presenza fissa di alcun lavoratore, ma vi accede periodicamente l’addetto.

Servizi igienico-assistenziali Nell’edificio sono presenti un totale di n. 7 servizi igienici divisi per il pubblico, per i dipendenti (distinti per sesso) e per il comandante. Al piano terra ci sono invece i locali spogliatoio distinti per sesso. Le superfici finestrate sono tali da garantire un’adeguata illuminazione ed aerazione naturale.

Centrale termica

Al piano terra, inserito nella volumetria dell’edificio, è presente la centrale termica alimentata a gasolio per il riscaldamento degli ambienti e per la produzione di acqua calda; una seconda caldaia alimentata a metano (pn = 25 kW) funge per il riscaldamento degli ambienti annessi di recente al 1° piano del Comando, per maggiori dettagli vedere la planimetria di emergenza.

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2.1.2 Caratteristiche generali dei luoghi di lavoro – Torre del Lago

Gli ambienti di lavoro della sezione distaccata risultano c/o la Circoscrizione 1, i rischi derivanti per la sicurezza risultano gli stessi e già valutati per il Settore 1 “Servizi Generali” di pertinenza del dr. GROSSI Anchise.

Gli agenti di Polizia Municipale stanziati nella sede svolgono, funzioni similari a quelli dei colleghi del Comando, attività di ufficio e presidio del territorio, per tanto i rischi derivanti per la salute potranno essere valutati nello stesso modo e possono essere assimilati a quelli di codesto documento.

2.1.2 Marco Polo

Gli ambienti di lavoro della sezione distaccata risultano c/o la Circoscrizione 2, i rischi derivanti per la sicurezza risultano gli stessi e già valutati per il Settore 1 “Servizi Generali” di pertinenza del dr. GROSSI Anchise.

Gli agenti di Polizia Municipale stanziati nella sede svolgono, funzioni simili a quelle dei colleghi del Comando, attività di ufficio e presidio del territorio, per tanto i rischi derivanti per la salute potranno essere valutati nello stesso modo e possono essere assimilati a quelli di codesto documento.

2.1.3 Darsena

Gli ambienti di lavoro della sezione distaccata risultano c/o la Circoscrizione 3, i rischi derivanti per la sicurezza risultano gli stessi e già valutati per il Settore 1 “Servizi Generali” di pertinenza del dr. GROSSI Anchise.

Gli agenti di Polizia Municipale stanziati nella sede svolgono, funzioni simili a quelle dei colleghi del Comando, attività di ufficio e presidio del territorio, per tanto i rischi derivanti per la salute potranno essere valutati nello stesso modo e possono essere assimilati a quelli di codesto documento.

2.1.3 Viareggio Nuova

Gli ambienti di lavoro della sezione distaccata risultano c/o la Circoscrizione 4, i rischi derivanti per la sicurezza risultano gli stessi e già valutati per il Settore 1 “Servizi Generali” di pertinenza del dr. GROSSI Anchise.

Gli agenti di Polizia Municipale stanziati nella sede svolgono, funzioni simili a quelle dei colleghi del Comando, attività di ufficio e presidio del territorio, per tanto i rischi derivanti per la salute potranno essere valutati nello stesso modo e possono essere assimilati a quelli di codesto documento.

Ciclo lavorativo

La Polizia Municipale eroga i suoi servizi alla cittadinanza occupandosi primariamente delle seguenti attività:

• Incidenti stradali

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• Oggetti smarriti • Segnalazione lampioni spenti, buche stradali, rifiuti abbandonati, ecc. • Contrassegni per disabili Autorizzazioni in deroga a divieti di circolazione • Trasporti eccezionali • Manifestazioni sportive su strada • Denuncie e querele • Occupazione suolo pubblico (fino a tre giorni) • Sanzioni amministrative

Le persone presenti all’interno dell’edificio sono i dipendenti comunali che lavorano nei vari uffici ed il pubblico in generale. 2.2 CRITERI SEGUITI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI L’impianto metodologico della valutazione utilizzato, è stato definito dai dettami del Decreto Legislativo n. 81/08 e dalle linee-guida emesse in proposito a livello UE ed a livello di organizzazioni pubbliche e private degli Stati Membri, oltre che dall’esperienza dello STUDIO SGRO Srl, che ha collaborato con il datore di lavoro per la valutazione dei rischi e l’elaborazione del “Documento”. Alcune delle norme fondamentali e dei documenti presi a riferimento sono di seguito indicati: - Orientamenti riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro - emesso da Comunità

Europea DG V/E/2 unità medicina e igiene del lavoro (CEE). - Norme Tecniche (CEI – UNI – ISO) - ISPESL - Note tecniche. - Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro

(SGSL) del 28.09.2001. - GIURISPRUDENZA - Sentenze di merito e/o di diritto (Corte di Cassazione). - L. n. 977, del 17 ottobre 1967 “Tutela del lavoro dei fanciulli e degli adolescenti” e succ.

modificazioni (D.Lgs n. 345/99 "Protezione dei giovani sul lavoro"). - D.Lgs. n. 475, del 4 dicembre 1992 “dispositivi di protezione individuale”. - DPR n. 459, del 24 luglio 1996 “Direttiva macchine”. - D.Lgs, n. 10 del 2 gennaio 1997 “Dispositivi di protezione individuale”. - D.M. Ministero del Lavoro del 10 marzo 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e

per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”. - D.Lgs n. 151 del 26 marzo 2001, “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di

tutela e sostegno della maternità e della paternità”. - D. Lgs n. 231, dell’8 giugno 2001 “Disciplina della responsabilità amministrativa delle

persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”

- D.Lgs n. 81, del 09 aprile 2008 “Attuazione dell’art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

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La determinazione della funzione di rischio f, e quindi l’individuazione della scala di priorità degli interventi R, presuppone di definire un modello dell’esposizione dei lavoratori a un dato pericolo, che consenta di porre in relazione l’entità del danno atteso D con la probabilità del suo verificarsi P, e questo per ogni condizione operativa all’interno di certe ipotesi al contorno. Rilevando che il rischio è direttamente proporzionale alla probabilità e al danno ipotizzabile si ha:

R = DxP Dove i campi: D (livello di danno ipotizzabile), P (livello di probabilità stimato per quel danno) ed R (livello di rischio conseguente ai livelli P e D determinato come prodotto degli stessi) sono espressi da numeri decimali e ad essi va associato il significato indicato nella tabella che segue:

P PROBABILITA’

Improbabile 1

Probabile 2

Possibile 3

Certo 4

D

DANNO

Lieve 1

1 2 3 4

Modesto 2

2 4 6 8

Grave 3

3 6 9 12

Molto grave 4 4 8 12 16

Scala di priorità degli interventi R

VALORE R AZIONE CORRETTIVA

Maggiore 8 Azioni correttive indilazionabili.

Tra 4 e 8 Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza.

Tra 2 e 3 Azioni correttive e/o migliorative da programmare nel breve-medio termine.

1 Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione.

Il D.Lgs 81/08, ha individuato alcune tipologie specifiche di rischio per le quali il risultato della valutazione è in funzione di ben determinati risultati analitici strumentali. Per tali valutazioni sono stati redatti specifici Documenti che completano ed integrano il presente (ALLEGATI).

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Quindi lo strumento generale di valutazione dei rischi professionali include due momenti concettualmente distinti:

� individuazione e caratterizzazione delle fonti potenziali di pericolo (sostanze, macchinari, agenti nocivi ecc.);

� individuazione e caratterizzazione dei soggetti esposti: esame di ciascun gruppo

omogeneo di soggetti esposti alla fonte di pericolo e individuazione del tipo di esposizione in funzione di una molteplicità di parametri, che vanno rilevati (fattori di prevenzione e protezione dei soggetti a rischio), quali: grado di formazione/informazione; tipo di organizzazione del lavoro ai fini della sicurezza; influenza di fattori ambientali, psicologici specifici; presenza e adeguatezza dei dispositivi di protezione individuali; presenza e adeguatezza di sistemi di protezione collettivi; presenza e adeguatezza di piani di emergenza, evacuazione, soccorso; sorveglianza sanitaria.

Nel caso specifico, la valutazione dei rischi ha comportato l’esame dei fattori di rischio identificati e la meditata analisi di vari aspetti, quale la: Tollerabilità del rischio:la situazione è ammessa dalla normativa vigente? il livello di rischio è accettabile? il livello di rischio è conforme allo stato dell’arte e della tecnologia? Possibilità di eliminazione del rischio: ove la situazione sia intollerabile, quali sono gli interventi impiantistici, procedurali e formativi che possono eliminare il fattore di rischio? Riduzione delle probabilità di accadimento del danno: ove il rischio sia ineliminabile, quali sono gli interventi di prevenzione che ne minimizzano la probabilità di insorgenza? Mitigabilità delle conseguenze del rischio: ove il rischio sia ineliminabile, quali sono gli interventi impiantistici, procedurali e formativi che possono mitigare le conseguenze per i lavoratori? Di fondamentale importanza per l’individuazione dei fattori di rischio più significativi e per la pianificazione del programma di miglioramento dei livelli di sicurezza è stata l’analisi degli infortuni, delle denunce di malattia professionale e degli incidenti evitati che si sono verificati presso l’unità operativa. Nel caso specifico si è fatto riferimento agli ultimi 3 anni. Nella valutazione si è tenuto conto, oltre che dei lavoratori subordinati ed equiparati, anche delle persone non dipendenti, ma presenti nel luogo di lavoro in quanto lavoratori autonomi e/o dipendenti di ditte appaltatrici/subappaltatrici (per i rischi da interferenze si rimanda al DUVRI specifico), visitatori. Inoltre, dal punto di vista delle fasi di lavorazione, si sono prese in esame anche le operazioni saltuarie e di manutenzione conosciute. 2.3 INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA, PRESENTI DURANTE L’ATTIVITÀ LAVORATIVA

2.3.1 Fattori di rischio

La tabella che segue riporta, per l’unità lavorativa in esame, l’elenco dei pericoli considerati in una prima fase della valutazione dei rischi e l’indicazione dei fattori di rischio che ne possono derivare e che sono stati oggetto di più approfondita valutazione:

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PERICOLI CONSIDERATI, PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI

RISCHI PRESENTI

RISCHI ASSENTI

1. Inquadramento territoriale e aree esterne X

2. Aree di transito interne X

3. Porte, vie e uscite di emergenza X

4. Luoghi di lavoro e strutture X

5. Lavori in quota, aperture nei pavimenti e nelle pareti, scale.

X

6. Manipolazione manuale di oggetti X

7. Attrezzi manuali e utensili portatili X

8. Macchine X

9. Impianti elettrici X

10. Apparecchi a pressione X

11. Immagazzinamento di oggetti X

12. Reti e apparecchi di distribuzione gas X

13. Mezzi di sollevamento, ascensori X

14. Rischi di incendio e di atmosfere esplosive X

15. Rischi chimici per la sicurezza X

PERICOLI CONSIDERATI, PER LA SALUTE DEI LAVORATORI

RISCHI PRESENTI

RISCHI ASSENTI

16. Esposizione ad agenti chimici X

17. Esposizione ad agenti cancerogeni X

18. Esposizione ad agenti biologici X

19. Ventilazione dei locali di lavoro e inquinamento indoor X

20. Microclima X

21. Esposizione al rumore X

22. Esposizione a vibrazioni X

23. Esposizione a radiazioni ionizzanti X

24. Esposizione a radiazioni non ionizzanti, radiazioni ottiche X

25. Esposizione a campi elettromagnetici X

26. Illuminazione X

27. Servizi igienico-assistenziali e igiene degli ambienti X

28. Carico di lavoro fisico e movimentazione manuale dei carichi

X

29. Lavoro ai videoterminali X

PERICOLI CONSIDERATI DERIVANTI DA ASPETTI ERGONOMICI, ORGANIZZATIVI E GESTIONALI

RISCHI PRESENTI

RISCHI ASSENTI

30. Ergonomia delle postazioni di lavoro, delle macchine e attrezzature. Posture e movimenti ripetitivi

X

31. Fattori oggettivi di stress lavoro-correlato X

32. Uso di alcool e/o di sostanze stupefacenti X

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33. Rapporti e comunicazioni interpersonali X

34. Organizzazione del lavoro X

35. Pianificazione, gestione e controllo della sicurezza X

36. Compiti funzioni e responsabilità X

37. Formazione, Informazione, Addestramento e Partecipazione

X

38. Istruzioni e procedure di lavoro X

39. Segnaletica X

40. Gestione emergenze e pronto soccorso X

41. Manutenzione e collaudi X

2.4 GRADO DI COINVOLGIMENTO DELLE COMPONENTI AZIENDALI E PROFESSIONALITÀ CUI SI È FATTO RICORSO Nell’effettuazione della valutazione si è tenuto conto dei commenti e delle osservazioni dei lavoratori coinvolti durante lo svolgimento della valutazione stessa mediante colloqui, sia singoli che di gruppo. La valutazione è stata effettuata dal Datore di lavoro, dirigente di settore, (dr. GROSSI Anchise) in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (dr. SGRO’ Pasquale), con il medico competente (dr. ZANQUOGHI GIAN Enrico), con il consulente tecnico (Studio Sgro Srl). 2.5 INDICAZIONE SULLE PERSONE ESPOSTE E GLI EVENTUALI GRUPPI PARTICOLARI

2.5.1 Dipendenti subordinati e/o equiparati dell’unità produttiva

Nella tabella che segue sono riportati i rischi riferiti ai diversi gruppi omogenei:

GRUPPO OMOGENEO

NOMINATIVO MANSIONE(*) (breve descrizione)

AREA DI LAVORO RISCHI (come da tabella del punto 2.3.1)

I MAGNANI GIUSEPPE GRANAIOLA Faliero MANFREDI Stefano BALDINI Rossana CASTELLANI Fabio RAFFAELLI Alfredo TARANTINO Baldassarre D’ANNA Maurizio NAVARI Sonia BERTOLUCCI Alberto CARIGNANI Sergio COSCI Mauro DEL TOZZOTTO Paolo DIPINTO Tiziana GIANNINI Cinzia NICOLETTI Neda PAOLINI Paola PIERACCINI Michela

- Comandante Ufficio 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 14, 15,

16, 19, 20, 21, 24,

25, 26, 27, 28, 29,

30, 31, 33, 34, 35,

36, 37, 38, 39, 40,

41

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POMPOSI Stefania LENCIONI Catia CECCHINI Paolo LANDUCCI Giancarlo MEUCCI Roberto LUVISI Andrea MATTEUCCI Furio MAVILLA Francesca CINQUINI Riccardo NERI Barbara PACINI Cinzia PESETTI Lilina SANTUCCI Silvio

II GIANNONI Ferdinan. AMATI Lorenzino REGGIANINI Giovanni ROSATI Italo MANFREDI Omero BROCCOLI Salvatore BERTONATI Maurizio CITERNESE Paolo MARTINELLI Federico

-

Ufficio, utilizzo mezzi

1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 11, 14, 15, 16, 19, 20, 21, 22, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41

III ANGELOTTI Paolo ANITORI Serena BARSANTI Moreno BARSOTTELLI Alessandro BERTUCCELLI Laura BIGICCHI Cristiana BRUNELLI Lorenzo CASCINI Antonella CECCARELLI Alessandro CERRAI Michela CIUNI Ettore D’ADAMO Nicola DECANINI Simone DEL CORSO Stefano DELLA LATTA Gino DEL PISTOIA Fulvio DE RANIERI Maurizio FIORIO Roberto GABRIELLI Barbara GASPARI Michele GASSANI Rita GENOVALI Emanuela GIAMMARCO Fabrizio GIANESELLI Giorgio GROTTI Daniela MANNOCCHI Paola MARCHETTI Cherubina MARTINI Enzo PALLONETTO Dalila PARISI Gianna PEZZINI Andrea PINORI Stefano SODINI Michele TORTI Irene VANNUCCI Eugenio VECOLI M. Antonietta VITA Irene

-

Ufficio, 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 11, 14, 15, 16, 19, 20, 21, 24, 25, 26, 27, 28, 30, 31, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41

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ZIGNEGO Daniela BERTUCCELLI Paolo CATELLI Renato DATI Pier Paolo GAMBINI Gianluca GIUSTI Roberto Pisanu Sonia BEMI Marco BEMI Roberto LAZZARINI Raffaello TRASATTI Marco BECONI Alessandro BIAGINI Franca BIBOLOTTI Barbara CACINI Sandro CERAGIOLI Massimo DOMENICI Flavia GALLI Roberto JELEN Marco

Nota: (*) E’ evidenziata con (R.S.) la mansione che eventualmente espone il lavoratore a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento.

2.5.2 Gruppi particolari di lavoratori

Per gruppi particolari di lavoratori si intendono quei lavoratori per i quali, rispetto alla media, i rischi relativi ad un medesimo pericolo sono comparativamente maggiori per cause soggettive dipendenti dai lavoratori stessi, dalla loro inesperienza, dalla loro età (giovane o non più giovane), dalla loro non continua presenza in azienda, dalla scarsa conoscenza della lingua italiana, da problemi legati al loro stato di salute (anche momentaneo), ecc. Tra queste categorie sono da annoverare gli invalidi, le lavoratrici madri, i minori (per i quali è necessario predisporre specifico documento di valutazione sottoscritto dal titolare della patria potestà), gli apprendisti, i lavoratori “atipici”, gli stranieri, i nuovi assunti durante la fase di inserimento (per i nuovi assunti sarà predisposto di volta in volta uno specifico aggiornamento del Documento che comprenderà i risultati della valutazione dei rischi propri del lavoratore), ecc. Lavoratrici madri (gestanti, puerpere o in periodo di allattamento)

Al momento in sede sono presenti lavoratrici donne ma non risultano gestanti, puerpere o in periodo di allattamento; comunque la valutazione è stata effettuata considerando come probabile la presenza in futuro, di una o più lavoratrici con la possibilità di risultare gestanti, puerpere o in periodo di allattamento. Ai fini della tutela di eventuali lavoratrici madri, la valutazione dei rischi per la salvaguardia della loro sicurezza ha comportato diverse considerazioni per le gestanti e per le altre categorie di lavoratrici madri (puerpere e in allattamento); questo perché, nel primo caso, la condizione fisica della lavoratrice è particolarmente delicata anche per la presenza in grembo del nascituro, mentre nel caso delle puerpere e delle donne in allattamento la

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condizione fisica, dopo il periodo di astensione obbligatoria, pur essendo sempre delicata, si presenta in recupero progressivo. Premesso che è vietato adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, nonché ai lavori pericolosi, faticosi ed insalubri, quanto sopra fa propendere per l’assimilazione alla “normalità” lavorativa per le puerpere e le lavoratrici in allattamento, per cui i rischi residui eventualmente presenti (sempre relativamente alla tutela della sicurezza) si possono affrontare, così come per gli altri lavoratori, con l’impiego di adeguati DPI e/o con mirate procedure di sicurezza (per es. sull’impiego delle scale; della movimentazione manuale dei carichi; ecc.). Diversa sarà la metodologia per affrontare i rischi residui presenti quando i soggetti da tutelare sono le lavoratrici gestanti; in tal caso dovrà essere assolutamente vietata l’esecuzione delle lavorazioni e/o l’impiego degli attrezzi, mezzi, utensili e macchine capaci di creare fatica e altri disagi fisici e mentali e ciò può essere possibile modificandone le condizioni di lavoro (es. riduzione del carico di lavoro; selettività delle lavorazioni e/o di parte di esse; spostamento temporaneo ad altre attività meno affaticanti e in ultima soluzione l’interdizione dal lavoro secondo le disposizioni di legge). Pertanto, alle lavoratrici gestanti non sarà possibile (per gli aspetti relativi alla tutela della sicurezza) escludere a priori il loro impiego, ma solo precludere l’esecuzione di alcune operazioni che possono incidere negativamente sulle condizioni fisiche della lavoratrice stessa. Ai fini della tutela di eventuali lavoratrici madri dai rischi per la loro salute, la valutazione ha posto su uno stesso livello protettivo sia le gestanti che le puerpere e le lavoratrici in allattamento (fino al settimo mese del nascituro); ciò in quanto la possibilità di assorbimento di inquinanti, da parte del bambino, può avvenire sia quando questo è nel grembo materno che successivamente mediante l’allattamento al seno. Le attività INCOMPATIBILI con le condizioni di lavoratrici madre e pertanto da vietare durante il periodo di gravidanza fino al settimo mese di vita del bambino sono di seguito indicate: � Trasporto e sollevamento dei pesi; con riferimento al trasporto, sia a braccia e a spalle

e al sollevamento dei pesi, compreso il carico e scarico e ogni altra operazione connessa.

� Lavori su scale ed impalcature mobili e fisse e qualsiasi attività che presuppone doversi portare, con l’ausilio di scale a pioli (sia portatili sia fisse), ad altezze superiori a 50 cm dal suolo.

� Qualunque attività che presuppone il rischio, anche residuo, di poter subire dei colpi. � Qualunque attività che presuppone movimenti con una certa frequenza (movimenti

ripetuti). � La guida di qualunque mezzo di trasporto, sia esso motorizzato, che manuale. � Lavori con macchina mossa a pedale, o comandate a pedale, quando il ritmo del

movimento sia frequente (carrelli elevatori, veicoli, ecc.) o esiga un notevole sforzo. � Lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell’orario di lavoro o che

obbligano ad una posizione particolarmente affaticante. � Lavori che presuppongono posizioni accovacciate (anche se per brevi periodi), rotazione

del tronco (con un certo ritmo), inarcamento o curvamento della schiena. � Lavori che comportano tensione mentale e fisica eccessiva. � Lavori capaci di generare vibrazioni meccaniche al sistema mano-braccio o al corpo

intero. � Movimenti ripetitivi. � Lavori che possono causare danni dorso lombari (movimentazione carichi, posture

incongrue, ecc.). � Attività rumorose o in prossimità di attività rumorose.

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� Lavori con agenti chimici o in prossimità di agenti chimici dove è possibile l’inalazione di vapori pericolosi.

Di seguito, nell’analisi dello specifico rischio si considera anche l’idoneità o meno della lavoratrice madre al lavoro in presenza di tale rischio residuo. Lavoratori stranieri Attualmente nella sede operativa non sono presenti lavoratori proveniente da altri Paesi comunitari o extracomunitari.

Rischi connessi all’età Sulla base dell’attività lavorativa (es. lavori usurati, ecc.) l’età dei lavoratori può incidere significativamente sull’esposizione ad alcuni rischi, aggravandone gli effetti sulla salute e sulla sicurezza per cause legate alla situazione psico-fisica dei lavoratori stessi. L’effetto principale dell’invecchiamento, è riconducibile ad una riduzione della riserva omeostatica di ogni organo con riduzione dei meccanismi di compenso (in presenza di malattia compaiono sintomi ad uno stadio più precoce; l’organismo risponde con maggiore difficoltà a stimoli endogeni o di carattere ambientale; i meccanismi di riparazione dei danni subiti diventano incompleti). L’invecchiamento ha effetti anche sul sistema nervoso del lavoratore (riduzione delle capacità intellettive e della memoria “recente”; riduzione dei riflessi; alterazione della termoregolazione; alterazioni del sonno); sull’apparato cardiovascolare e sull’apparato osteoarticolare (comparsa di artrosi ed osteoporosi; riduzione della sensibilità tendinea; riduzione delle masse muscolari; aumento della sensibilità al dolore; ecc.). I rischi che possono essere deleteri per i lavoratori di una certa età sono:

» stress fisici (sforzi eccessivi) » bruschi e repentini sbalzi termici (clima e microclima) » esposizione ad agenti fisici e chimici » posture e condizioni ergonomiche incongrue » stress visivo (cattiva illuminazione dei luoghi di lavoro) » turni di lavoro diurni e notturni.

Sulla base di quanto sopra il medico competente, nella predisposizione del protocollo sanitario, nonché nel corso della sorveglianza sanitaria (visite mediche, giudizio di idoneità), terrà conto degli sforzi lavorativi connessi all’età.

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3 MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE ADOTTATI A SEGUITO DELLA VALUTAZIONE

RISCHI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI

1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AREE ESTERNE

RISCHI ASSOCIATI

Infortuni in itinere (incidenti stradali, cadute, scivolamenti, ecc.). Rischi territoriali naturali (terremoti, eventi atmosferici particolari, ecc.).

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

I lavoratori di tutti i gruppi omogenei che per qualunque motivo accedono nell’unità lavorativa, in auto o a piedi. Gruppo Omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questo rischio, in quanto rischio non dipendente dall’attività della ditta, ma dalla sua collocazione geografica, si è ritenuto opportuno, nell’analisi del rischio, prevedere in linea di massima il seguente criterio: - un mese anticipato se presente solo il requisito della distanza o il tempo di percorrenza

- tutto il periodo del pre-parto se presenti almeno due degli elementi di seguito indicati: a) distanza (indicativamente otre 100 Km complessivi tra andata e ritorno)

b) tempo di percorrenza (indicativamente oltre 2 ore complessive tra andata e ritorno)

c) numero e tipo di mezzi di trasporto utilizzati (impiego di 2 o più mezzi)

d) caratteristiche del percorso (strade di montagna, condizioni meteorologiche sfavorevoli, ecc. )

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1; D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Nell'area circostante la sede non vi sono attività soggette alla normativa sui rischi di

incidente rilevante.

- Vi sono invece, in prossimità della sede, importanti vie di comunicazione piuttosto

trafficate; per cui i rischi connessi a pericoli di incidenti (infortunio in itinere) che possono verificarsi nelle vie di comunicazione limitrofe sono di una certa entità.

- Per quanto riguarda le attività svolte su strada pubblica, i rischi riferiti all’attività esterna

appaiono ancor più rilevanti sebbene difficilmente valutabili a priori, tali rischi possono individuarsi in pericoli di incidenti stradali, investimenti, aggressioni e atti vandalici in genere, oltre ad infortuni come cadute, scivolamenti, etc.; ulteriori situazioni con

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potenziali rischi di tale tipo sono da considerare le operazioni di pronto intervento su segnalazione di allarme, dove indubbiamente è fondamentale anche la celerità con la quale si raggiunge il luogo interessato.

- Gli automezzi in uso sono provvisti di sistema di trasmissione (radio trasmittente)

collegato con la centrale operativa. Il personale è stato addestrato a fronteggiare, sia fisicamente che psicologicamente, situazioni di emergenza dovuta a facinorosi e altro di simile.

2. AREE DI TRANSITO INTERNE RISCHI ASSOCIATI Infortuni durante gli spostamenti all’interno delle aree di lavoro

considerate (cadute, scivolamenti, collisione con mezzi, cadute oggetti dall’alto, ecc.).

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi interessano il dipendente e i visitatori. Gruppo omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questo tipo di rischio, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE

- Il pavimento di tutta l’area del palazzo è regolare ed uniforme e senza dislivelli

pericolosi. - Le zone di passaggio sono mantenute libere da ostacoli e oggetti vari. - Il livello di illuminazione è adeguato in ogni zona di passaggio.

- Le aree di camminamento sono di dimensioni idonee in modo da garantire una larghezza

di passaggio sufficiente per gli spostamenti dei dipendenti e dei visitatori del palazzo, così come le porte di accesso ai vari ambienti.

3. PORTE, VIE E USCITE DI EMERGENZA RISCHI ASSOCIATI Infortuni durante gli spostamenti all’interno dell’unità lavorativa

considerata, in modo particolare in caso di abbandono del posto di lavoro per emergenze in atto (cadute, scivolamenti, schiacciamenti, soffocamenti ecc.).

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi interessano i dipendenti e visitatori. Gruppo omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questo tipo di rischio, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego. A secondo del periodo di gravidanza, si potrà pensare ad un’eventuale assistenza alla lavoratrice in caso di

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emergenza. STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - I locali di lavoro in sede sono muniti di porte di larghezza adeguata che consentono una

rapida uscita verso l’esterno, sono apribili dall’interno e sono libere da impedimenti all’apertura. In particolare la porta d’ingresso al piano terra è di caratteristiche e dimensioni idonee per l’evacuazione di dipendenti e pubblico.

Lungo le vie di fuga è presente la cartellonistica con l’indicazione del percorso fino all’uscita di emergenza, il punto di raccolta è posto direttamente sulla strada

4. LUOGHI DI LAVORO E STRUTTURE RISCHI ASSOCIATI Infortuni durante l’attività lavorativa per inadeguatezza o vetustà delle

strutture, oppure per insufficienza di spazi (cadute, scivolamenti, traumi vari ecc.).

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

I lavoratori di tutti i gruppi omogenei che per qualunque motivo lavorano e/o si trovano all’interno delle aree di lavoro. Gli spazi di lavoro sono adeguati e le strutture sono di recente costruzione Gruppo omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questo tipo di rischio, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE

- Il pavimento degli spazi di lavoro è regolare, uniforme ed è adeguato alle condizioni

d’uso (per resistenza, caratteristiche antisdrucciolo, etc...).

- Gli spazi lavorativi sono sufficienti a garantire la sicurezza dei movimenti dei dipendenti

e dei visitatori e rispettano le dimensioni minime di superficie, cubatura e altezza dei locali.

- La superficie di lavoro è rispondente ai requisiti minimi di legge ed è libera da ostacoli

sia a terra che in altezza. - Ci sono gli spazi per il posizionamento ottimale sia di materiali e attrezzature negli uffici,

sia di bacheche per l’esposizione di oggetti d’arte. - Gli spazi lavorativi sono ordinati, dotati delle attrezzature necessarie e non sono soggetti

a interferenze esterne per cadute o spandimento di materiali.

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- L’illuminazione generale è idonea al tipo di attività esercitata; così come le postazioni fisse.

- Non vi sono al momento, lavoratori portatori di handicap.

5. LAVORI IN QUOTA, APERTURE NEI PAVIMENTI E NELLE PARETI, SCALE RISCHI ASSOCIATI Cadute a livello. Scivolamenti. Caduta oggetti dall’alto (durante gli

attraversamenti dei percorsi)

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi interessano dipendenti e visitatori Gruppo omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Il datore di lavoro assicura che le lavoratrici gestanti non vengano impiegate per lavorazioni in posizioni sopraelevate.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=3; R=PxD=3

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Nell’edificio è presente una scala fissa a gradini che collega i vari piani di larghezza

sufficiente in relazione all’affollamento previsto nei due piani contigui (primo e secondo), sempre inferiore alle 50 persone.

- Le scale fisse a gradini sono costruite in modo robusto e conforme alle modalità d’uso e

sono in grado di resistere ai carichi massimi derivanti dall’affollamento in condizioni di emergenza. Sia le scale che i relativi pianerottoli sono adeguatamente illuminati.

- Le scale doppie a compasso sono corredate di catena o altro dispositivo che ne

impedisce l’apertura oltre il limite di sicurezza. - Al momento dell’acquisto di scale portatili si verifica che siano costruite conformemente

alla norma tecnica UNI EN 131 parte 1^ e parte 2^ e dotate di certificazione tecnica.

6. MANIPOLAZIONE MANUALE DI OGGETTI

RISCHI ASSOCIATI Caduta di oggetti. Problemi dorso-lombari. Traumi. Ferite agli arti ed estremità.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi, pur riguardando anche le attività di ufficio per l’impiego di confezioni di carta da computer, documenti in genere, cartolari, ecc.

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questi rischi, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego fermo il divieto di adibire le lavoratrici madri a lavori di manovalanza pesante e al trasporto e al sollevamento pesi.

STIMA RISCHIO P=1, D=1; R=PxD=1

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RESIDUO MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - La forma, le dimensioni, la pulizia degli oggetti sono tali da consentirne la manipolazione

in sicurezza. - All’interno della sede, durante le normali operazioni lavorative può essere richiesta la

manipolazione manuale di oggetti (attrezzatura, cancelleria varia) che pur comportando rischi di caduta, non comportano danni per i lavoratori in considerazione del loro peso e dimensione.

- Tutti i lavoratori sono stati informati/formati sulle modalità di manipolazione di oggetti pertanto si evitano movimenti bruschi del corpo e non si assumono posizioni instabili, eventualmente solo per brevi distanze.

7. ATTREZZI MANUALI E PORTATILI RISCHI ASSOCIATI Traumi e ferite agli arti ed estremità o agli occhi (proiezione di

schegge). Vibrazioni. Ustioni ad arti ed estremità. Elettrocuzione.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questo tipo di rischio ha scarso interesse per l’attività svolta in ufficio e per le mansioni di add. Suppl. ai servizi dove le attrezzature sono quelle caratteristiche (spillatrici, taglierine, forbici, ecc.), però si ritiene opportuno valutarne il rischio. Gruppo Omogeneo I, II

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questi rischi, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego, fermo restando il divieto di utilizzo di apparecchiature vibranti e rumorose.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE

- Gli attrezzi manuali vari adoperati (per es. negli uffici: forbici, spillatrici, ecc.) si trovano in buono stato di pulizia e conservazione e quando non utilizzati vengono riposti in custodie e comunque riposti al loro posto. Quando adoperati in postazioni sopraelevate sono fissati contro il rischio di caduta.

- Gli attrezzi manuali taglienti o appuntiti vengono riposti dopo l’uso in custodie o in maniera da non creare pericoli.

- L’utilizzo degli attrezzi manuali non richiede sforzi eccessivi e i lavoratori sono stati informati e formati sull’uso degli stessi in condizioni normali o in situazioni anormali prevedibili.

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8. MACCHINE RISCHI ASSOCIATI Traumi. Ferite agli arti superiori ed estremità. Proiezione di trucioli o

schegge agli occhi. Impigliamento di parti del corpo (capelli) e/o di indumenti. Elettrocuzione.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi possono teoricamente interessare lavoratori durante l’uso di computer, fotocopiatrice, stampanti, etc… Gruppo Omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questi rischi, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego, fermo restando il divieto ad utilizzare macchine che possono, per la tipologia di impiego, generare urti violenti, vibrazioni e posizione incongrue.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Non sono presenti macchine propriamente dette, bensì macchine da ufficio mobili e/o

portatili, quali fotocopiatrici, stampanti, personal computer, etc.; costruiti in modo da poter essere trasportati in modo sicuro e posizionati in modo stabile.

- Tutti i macchinari sono dotati di marcatura CE di conformità alla Direttiva CE sulle

macchine e sono azionabili nella messa in moto e nell’arresto con facilità e sicurezza e solo in modo intenzionale.

9. IMPIANTI ELETTRICI RISCHI ASSOCIATI Elettrocuzione, ustioni ad arti ed estremità.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi interessano, anche se in modo molto diverso, quasi tutti i dipendenti, in quanto tutti in qualche modo impiegano attrezzature alimentate elettricamente, es: - utilizzo di impianti elettrici “domestici” per alimentazione

attrezzature da ufficio e/o interazione con impianti di illuminazione e protezione.

Gruppo Omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questi rischi, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego, fermo restando il divieto ad adibire le lavoratrici a lavori comportanti rischi elettrici ad alta tensione.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Gli impianti elettrici sono stati costruiti, installati e mantenuti in modo da prevenire i

pericoli derivanti da contatti accidentali, sia diretti che indiretti, con elementi sotto tensione. Essi sono stati realizzati a regola d’arte secondo le norme CEI vigenti al momento. Comunque sono stati realizzati in modo da prevenire i rischi di incendio e di scoppio derivanti da eventuali anormalità nel loro esercizio. Gli impianti sono corredati da progetto e dagli elaborati previsti dalla normativa e di Dichiarazione di Conformità alla regola d’arte.

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- L’impianto elettrico è dotato di rete di terra e di dispositivi di protezione contro le sovracorrenti, i sovraccarichi ed i contatti accidentali.

- Gli organi di interruzione, manovra e sezionamento sono alloggiati in quadri elettrici chiusi, individuati nelle planimetrie di emergenza, segnalati da apposita cartellonistica e quindi a la loro locazione è conosciuta da tutto il personale.

- Le tubazioni di gas, acqua e simili, per quanto è stato possibile verificare, non sono utilizzate come dispersori per le prese di terra.

- I dispersori per la presa di terra sono realizzati in modo da garantire una resistenza per gli impianti utilizzatori.

- Tutti i cavi elettrici fissi sono protetti da canaletta o tubazione in materiale non combustibile.

- Le apparecchiature elettriche sono protette contro contatti accidentali e spruzzi d’acqua. - Gli apparecchi portatili sono alimentati a bassa tensione (220V), dispongono di

interruttore incorporato e di isolamento supplementare di sicurezza verso le parti in tensione.

- Gli interventi sull’impianto elettrico si svolgono in accordo a procedure scritte per i permessi di lavoro.

- E’ stata predisposta valutazione tecnica specifica in merito alle scariche atmosferiche e le strutture risultano autoprotette.

- È stato vietato ai lavoratori qualunque uso improprio dell’attrezzatura ed il preposto alle lavorazioni vigila che questo divieto sia rispettato, in particolare:

» non si effettuano mai riparazioni sugli impianti elettrici o sulle macchine » non si utilizzano componenti non conformi alle norme (spine, adattatori, prese multiple, prolunghe, lampade portatili, ecc. non rispondenti alle norme);

» non si utilizzano apparecchiature elettriche in condizioni di rischio elettrico accresciuto (con le mani bagnate, con i piedi immersi nell’acqua o in ambienti umidi, possono diventare pericolose anche tensioni abitualmente non pericolose);

» non si lasciano apparecchiature elettriche (cavi, prolunghe, trapani, ecc.) abbandonate sulle vie di transito.

Per maggiori informazioni si rimanda all’Allegato E: Valutazione dei rischi da IMPIANTI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE (D.Lgs 81/08, Titolo III, Capo III)

10. APPARECCHI A PRESSIONE RISCHI ASSOCIATI Traumi e ferite agli arti ed estremità. Elettrocuzione

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Non risultano interessati a questa tipologia di rischi i lavoratori appartenenti ai gruppi omogenei I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici gestanti non devono essere adibite ad attività con impiego di aria compressa e comunque in ambienti con atmosfera superiore a quella naturale.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE

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Non si ritiene necessario approfondire tale aspetto in quanto i lavoratori non sono soggetti a codesto rischio.

11. IMMAGAZZINAMENTO DI OGGETTI RISCHI ASSOCIATI Caduta di oggetti. Traumi e ferite agli arti ed estremità.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi interessano i lavoratori del gruppo omogeneo II

LAVORATRICI MADRI

E’ vietato adibire le lavoratrici madri a lavori di manovalanza pesante e al trasporto o sollevamento di pesi.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Il deposito di oggetti (accessori, materiale di cancelleria, schedari, etc…) si effettua

all’interno di scaffalature, armadi/mobiletti presenti nell’ufficio, così come descritto sopra, stabili e con forma e caratteristiche di resistenza adeguate ai materiali che vi si immagazzinano.

- Gli oggetti nel palazzo ed i materiali sono immagazzinati in modo ordinato e stabile, in

appositi locali, tale da evitare cadute accidentali. Gli spazi previsti sono di dimensioni sufficienti.

- L’immagazzinamento è effettuato evitando, per quanto possibile, l’impilamento dei

materiali uno sopra l’altro.

- In tutte le cassettiere non è possibile la completa fuoriuscita dei cassetti dalle guide

delle cassettiere stesse. - L’immagazzinamento di eventuali materiali infiammabili o nocivi (es. alcool etilico ed

altri prodotti per le pulizie) viene effettuato in un apposito spazio, ricavato in idoneo locale.

12. RETI E APPARECCHI DISTRIBUZIONE GAS RISCHI ASSOCIATI Traumi. Ferite agli arti ed estremità. Ustioni. Intossicazioni. Asfissia.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Nessuno

LAVORATRICI MADRI

La presenza di tubi di adduzione gas metano, non costituisce di per se

un rischio capace di condizionare lo stato di gravidanza.

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STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

- Non esistono reti e apparecchi di distribuzione gas.

13. MEZZI DI SOLLEVAMENTO, MEZZI DI TRASPORTO – ASCENSORI - RISCHI ASSOCIATI Attacchi di panico, ansia, asfissia

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi tipi di rischi interessano i dipendenti e i visitatori in caso di utilizzo di ascensori. Gruppo omogeneo II, III

LAVORATRICI MADRI

Non costituisce di per se un rischio capace di condizionare lo stato di gravidanza. Alle lavoratrici madri è vietata la manovra di apparecchi di sollevamento a trazione meccanica.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE I dipendenti hanno a disposizione per l’espletamento delle varie attività un parco veicoli, che al momento sono i seguenti: Autovetture

� N.4 FIAT Punto � N.2 FIAT Brava � N.5 FIAT Panda � N.1 FIAT Scudo � N.1 LAND ROVER Defender � N.1 PEUGEOT Export � N.1 PIAGGIO Porter elettrico � N.1 MAZDA B2500 � N.1 RANGER 4X4 � N.1 DAHIATSU Terios

Motoveicoli

� N.13 PIAGGIO Liberty � N.2 HAWKEYE � N.9 MOTO GUZZI 850

Autocarri

� N.2 PIAGGIO Porter - Il posto di guida è dotata di comfort sufficienti; i sedili di guida sono dotati di

ammortizzatori.

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- Sono assicurate, in particolare nell’acquisto di nuovi mezzi, specifiche misure di

sicurezza ed il loro adeguamento tecnologico (es. air-bag, dispositivo fuel-stop, ABS, etc.).

- I veicoli sono oggetto di verifiche secondo le modalità e procedure previste dalla legge e

dalla casa costruttrice.

I lavoratori sono stati informati sui rischi cui sono esposti durante il loro uso

14. RISCHI DI INCENDIO E DI ATMOSFERE ESPLOSIVE RISCHI ASSOCIATI Traumi e ferite in tutto il corpo. Ustioni, intossicazioni, asfissia.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori se in presenza di una emergenza di incendio. Gruppo Omogeneo I, II e visitatori.

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri non possono essere adibite a svolgere compiti di addetto all’antincendio.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=3; R=PxD=3

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - E’ stata effettuata la valutazione del rischio di incendio conformemente al D.M. 10.3.98

con la classificazione finale di RISCHIO BASSO ed è stato predisposto il Piano delle Emergenze, comprendente anche un Piano Antincendio.

- Si danno quindi in questa sede, solo dei cenni delle protezioni antincendio adottati e si

rimanda al documento specifico per l’individuazione e la descrizione dettagliata dei rischi di incendio e delle misure di prevenzione adottate.

- Non vengono adoperati prodotti infiammabili. - La sede è dotata di attrezzature antincendio quali estintori portatili. Essi sono conformi

ai tipi di cui ai decreti del M.I. Gli stessi sono manutenuti e verificati regolarmente ogni sei mesi da ditta specializzata.

- Le attrezzature antincendio sono ubicate in modo da essere facilmente raggiungibili e

tali da proteggere tutta l’area. Gli estintori sono ancorati contro la caduta accidentale e segnalati con appositi cartelli. Vengono regolarmente verificati.

- Gli impianti elettrici sono realizzati in modo da minimizzare i rischi di incendio ed

esplosione. - I lavoratori sono stati formati ed addestrati all’uso delle attrezzature antincendio. - Sono stati individuati e designati i lavoratori addetti all’antincendio.

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- Le attrezzature mobili (estintori) e l’impianto di illuminazione di emergenza, sono

oggetto di regolari controlli e di interventi di manutenzione. ATMOSFERE ESPLOSIVE - Nell’unità lavorativa non ci sono situazioni per le quali si possono venire a creare delle

zone con atmosfere esplosive (zona 1, 2, 21 e 22) così come disciplinate dal D.Lgs 81/08, Titolo XI, ART. 294) per l’individuazione e la descrizione dettagliata dei rischi derivanti dalla presenza di atmosfere esplosive e delle misure di prevenzione da adottare.

15. RISCHI CHIMICI PER LA SICUREZZA RISCHI ASSOCIATI Intossicazioni acute. Ustioni. Irritazioni.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori che impiegano prodotti chimici o che si occupano dello stoccaggio dei rifiuti provenienti dallo scarto dei prodotti chimici e/o i lavoratori che svolgono la loro attività in prossimità di attività con impiego di prodotti chimici. Gruppo Omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri non possono essere adibite ad attività con impiego di prodotti chimici, ne possono lavorare in ambienti dove permangono, anche tracce, di sostanze organico volatili.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

All’interno della sede non vengono impiegati prodotti chimici degni di nota da parte dei lavoratori subordinati e/o equiparati. La ditta incaricata delle pulizie impiega detergenti, disincrostanti ed altri prodotti specifici. 3.2 RISCHI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI

16. ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI RISCHI ASSOCIATI Intossicazioni. Allergopatie. Patologie croniche. ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori che impiegano prodotti chimici o che si occupano dello stoccaggio dei rifiuti provenienti dallo scarto dei prodotti chimici e/o i lavoratori che svolgono la loro attività in prossimità di altre con impiego di prodotti chimici.

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri non devono essere esposte ad agenti chimici pericolosi quando sia noto che mettano in pericolo la salute delle gestanti e del nascituro (ad es. sostanze etichettate R40 R45 R46 e R47).

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=3; R=PxD=3

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

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MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - E’ stata effettuata la valutazione dei rischi chimici, si rimanda dunque per ulteriori

notizie all’ Allegato C: Documento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei

lavoratori derivanti dalla presenza di AGENTI CHIMICI PERICOLOSI.

17. ESPOSIZIONE AD AGENTI CANCEROGENI RISCHI ASSOCIATI Tumori. Mutazioni genetiche.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Nessun gruppo in particolare, in quanto i lavoratori non effettuano lavorazioni tali da esporli ad un rischio connesso.

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri non devono essere esposte ad agenti cancerogeni e/o mutagene (polveri legni duri, fumo passivo, ecc.).

STIMA RISCHIO INIZIALE

P=1, D=3; R=PxD=3

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE In considerazione che il fumo passivo è stato classificato come cancerogeno di gruppo I nella monografia IARC, volume 83, sulla valutazione del rischio da cancerogeni per l’essere umano, è stato imposto il divieto di fumare negli ambienti di lavoro.

18. ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI RISCHI ASSOCIATI Infezioni provocate da parassiti, virus o batteri; allergie; irritazioni;

avvelenamento o effetti tossicogenici ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Pur essendo esposti i lavoratori e i volontari, il rischio è trascurabile in quanto si provvede regolarmente alla pulizia dei servizi igienici e di tutti gli altri locali

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri non devono essere esposte ad agenti biologici.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - I lavoratori sono stati correttamente informati e formati sui rischi biologici.

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- La ditta in appalto si occupa della pulizia dei servizi igienici, delle aeree di passaggio e degli uffici.

19. VENTILAZIONE DEI LOCALI DI LAVORO E INQUINAMENTO INDOOR RISCHI ASSOCIATI In funzione dell’ambiente di lavoro (uffici, esterno) e della stagione

(calda o fredda/piovosa): Affezioni delle vie respiratorie. Insolazioni. Intossicazioni. Patologie croniche. Malattie respiratorie. Malattie da allergeni. Effetti cancerogeni associati agli inquinanti. Intossicazione da CO. Sick building syndrome (SBS) cioè sindrome di malattia da edificio.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori e i volontari con rischi differenziati a secondo se lavorano in ufficio o all’esterno. Possono essere esposti a questa tipologia di rischi tutti i dipendenti e visitatori.

LAVORATRICI MADRI

La preclusione al lavoro può avvenire per situazioni climatiche estreme che interessano buona parte della giornata lavorativa.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Nei diversi locali e servizi dell’intera unità lavorativa l’aerazione viene effettuata

naturalmente dalle aperture verso l’esterno (porte e finestre) e forzatamente; essa, conformemente con il tipo di attività svolta, è sufficiente a garantire una buona qualità dell’aria in ambiente di lavoro.

- Nei servizi igienici ci sono gli aeratori o le finestre apribili verso l’esterno e quindi capaci di aerare naturalmente i locali stessi.

20. MICROCLIMA

RISCHI ASSOCIATI Affezioni delle vie respiratorie. sindromi da brusche variazioni di temperatura e/o umidità. Patologie virali o batteriche (es. Legionella)

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Possono essere esposti a questa tipologia di rischi i lavoratori e i volontari con particolare attenzione però per quelli che lavorano all’esterno e quindi sono soggetti agli eventi atmosferici di stagione (caldo d’estate e freddo e vento d’inverno). Ai rischi derivanti dalla presenza di impianti di climatizzazione possono essere esposti tutti i lavoratori. Gruppo Omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici gestanti non dovrebbero essere esposte per periodi prolungati a calore o freddo eccessivi. Non è vietato l’impiego di lavoratrici madri in ambienti serviti da impianti di climatizzazione.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

Settore 8 Vigilanza Urbana-Polizia Municipale- Val. dei rischi nell’ambiente di lavoro

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ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Il microclima all'interno dei locali è stato oggetto di valutazione e rispetta i parametri di

legge per temperatura e umidità:

• l’umidità degli ambienti viene mantenuta al di sotto del 50% (l’umidità relativa è

tale da evitare la formazione di nebbia e condensa); • la temperatura nelle aree di lavoro è compresa tra 18° C e 26° C, mentre nei

servizi igienici è compresa tra 20° C e 23° C. - Le pareti vetrate sono tali da evitare un soleggiamento eccessivo, grazie anche alle

tende montate all’esterno e le correnti di aria calda e fredda che possono incidere sulle persone (impianto di climatizzazione) sono opportunamente controllate.

- Nello svolgimento dell’attività all’interno del palazzo non si verificano bruschi sbalzi di

temperatura.

21. ESPOSIZIONE AL RUMORE RISCHI ASSOCIATI Ipoacusia. Altri effetti collaterali Ipoacusia. Altri effetti collaterali ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questa tipologia di rischi non è particolarmente rilevante per il personale impiegato negli uffici, risulta rilevante per il personale di presidio al territorio. Gruppo Omogeneo II, III

LAVORATRICI MADRI

Il criterio adottato per l’allontanamento dall’esposizione è il seguente: - Per tutto il periodo della gravidanza quando i livelli di esposizione al rumore siano uguali o superiori a 80 dB A ( Lep,d) - Anche nel post parto quando i livelli di esposizione siano uguali o superiori agli 85 dB A ( Lep,d). (art. 7 comma 4 D. Lgs. 151/01)

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=3; R=PxD=3

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - E’ stata effettuata la valutazione del rumore durante il lavoro, si rimanda per

approfondimenti all’ Allegato A: Documento di valutazione dell’ESPOSIZIONE DEI LAVORATORI AL RUMORE DURANTE IL LAVORO (rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici:D.Lgs 81/08, Titolo VIII, Capo II).

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22. ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI RISCHI ASSOCIATI Disturbi neurologici e circolatori digitali. Lesioni osteoarticolari a carico

degli arti superiori, definiti con il termine unitario di “Sindrome da Vibrazioni Mano – Braccio”. Patologie del rachide lombare.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questa tipologia di rischi non è rilevante per il personale impiegato negli uffici, risulta rilevante per il personale di presidio al territorio.

Gruppo Omogeneo II, III.

LAVORATRICI MADRI

Il lavoro deve essere organizzato in modo tale che le lavoratrici gestanti o puerpere non siano esposte ad attività che comportano rischi dovuti ad una vibrazione sgradevole che coinvolga il corpo intero, soprattutto a basse frequenze, microtraumi o urti che interessino l’addome.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1 D=2; R=PxD=2

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

E’ stata effettuata la valutazione del rischio da esposizione a vibrazioni sulla base di quanto disposto dal D.Lgs 81/08, Titolo VIII, Capo III ed ha redatto lo specifico documento (Allegato B) al quale si rimanda per maggiori approfondimenti.

23. ESPOSIZIONE A RADIAZIONI IONIZZANTI RISCHI ASSOCIATI RADIAZIONI IONIZZANTI (raggi X) L’effetto biologico è quindi la

conclusione di una serie di processi che partono da un assorbimento iniziale di energia. Nei casi in cui la radiazione ionizzante incida su tessuti biologici, può causare danni di tipo sanitario. Come abbiamo visto la radiazione alfa presenta una basso potere di penetrazione, quindi viene facilmente fermata dallo strato superficiale della pelle costituita da cellule morte, quindi non è pericolosa per l'uomo nei casi di irradiazione esterna. Diventa invece pericolosa nelle situazioni in cui la sorgente radioattiva viene inalata o ingerita (irradiazione interna) perché in questo caso può ledere direttamente tessuti radiosensibili (tipico caso è quello del radon in cui appunto l'isotopo radioattivo viene inspirato e quindi può decadere all'interno del corpo umano.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Nessun lavoratore o visitatore è esposto a questo tipo di rischio.

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri non devono essere sottoposte a radiazioni ionizzanti in maniera diretta e indiretta.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

Settore 8 Vigilanza Urbana-Polizia Municipale- Val. dei rischi nell’ambiente di lavoro

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24. ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI, RADIAZIONI OTTICHE RISCHI ASSOCIATI Effetto biologico: prodotto quando si verifica un’interazione fra l’intensità

di campo e la corrente e le cariche elettriche presenti nei tessuti dell’organismo vivente. Danni termici. Lesioni agli occhi (cataratta), alla pelle (arrossamenti, ustioni), insorgenza di mal di testa, ansia, insonnia, ecc.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori e i volontari che si trovano in prossimità di apparecchiature elettriche, alle linee elettriche, alla luce infrarossa, visibile e ultravioletta.

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri non devono essere sottoposte a radiazioni ionizzanti in maniera diretta e indiretta.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - In caso di impiego di apparecchiature che emettono radiazioni non ionizzanti si attuano

le indicazioni fornite dal fabbricante in merito all’esposizione massima permessa, distanza nominale di rischio oculare, densità ottica, ecc. e i lavoratori debbono essere adeguatamente protetti.

- Non vengono effettuate attività, né si impiegano macchinari capaci di generare

radiazioni non ionizzanti (R.N.I.); le uniche possibili sorgenti sono i monitor dei personal computer, i quali sono a bassa emissione di radiazione (eccezion fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico), per cui tutte le radiazioni emesse sono ridotte a livelli trascurabili.

25. ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI

RISCHI ASSOCIATI Effetto biologico: prodotto quando si verifica un’interazione fra l’intensità

di campo e la corrente e le cariche elettriche presenti nei tessuti dell’organismo vivente. Danni termici. Lesioni agli occhi (cataratta), alla pelle (arrossamenti, ustioni), insorgenza di mal di testa, ansia, insonnia, ecc.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori che si trovano in prossimità di apparecchiature elettriche, alle linee elettriche, alla luce infrarossa, visibile e ultravioletta

LAVORATRICI MADRI

Allo stato attuale non è stata ancora recepita la Direttiva comunitaria specifica 2004/2/CE, indirizzata alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, per cui ci si riferisce alle norme che tutelano la popolazione. Comunque il lavoro deve essere organizzato in modo tale da evitare che le lavoratrici madri siano esposte a particolari sorgenti di campi elettromagnetici (CEM).

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

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ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Nella sede lavorativa si è esposti a rischi di elettromagnetismo, in quanto sono presenti

sia apparecchiature elettriche, che linee elettriche. - La normativa in merito impone che non siano superati precisi limiti di esposizione, dato

il tipo di attività e le mansioni svolte dai lavoratori si presuppone che tale soglia non venga superata.

26. ILLUMINAZIONE

RISCHI ASSOCIATI Tutti quelli associabili ad una riduzione delle capacità visive

(scivolamenti, urti, inciampi, ecc.). ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Possono essere esposti a questa tipologia di rischi tutti i lavoratori, la dove si ha una scarsa illuminazione (per es. per rottura punti luce, ecc.). Gruppo Omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

In riferimento a questo tipo di rischio, nelle condizioni di normalità, è ammissibile il loro impiego.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [ ]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Tutti i luoghi di lavoro dispongono di sufficiente luce naturale, capace di salvaguardare la

sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori e comunque detti locali sono dotati di impianti di illuminazione artificiale. L’incidenza diretta o riflessa del flusso di luce naturale non crea fenomeni di abbagliamento e gli impianti di illuminazione sono tali da evitare abbagliamento dei lavoratori o zone d’ombra e sono realizzati in modo da non rappresentare un rischio di infortunio per gli stessi lavoratori.

- I valori di illuminamento nell’area dell’azienda rispettano i valori minimi di cui alle norme di buona tecnica:

Intervalli di illuminamento tipici per differenti compiti ed attività (da ISO 8995)

Intervalli di illuminamento (lux)

Aree - Compiti - Attività

20 - 30 - 50

50 - 100 - 150 100 - 150 - 200

Aree esterne di circolazione

Aree di circolazione, semplice orientamento, brevi visite

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200 - 300 - 500 300 - 500 - 750 500 - 750 - 1000 750 - 1000 - 1500 1000 - 1500 - 2000

> 2000

Locali non usati con continuità per scopi di lavoro

Compiti con semplici requisiti visivi Compiti con requisiti visivi medi

Compiti con requisiti visivi di precisione Compiti con requisiti visivi difficili Compiti con requisiti visivi speciali

Svolgimento di compiti visivi molto precisi

27. SERVIZI IGIENICO-ASSISTENZIALI E IGIENE DEGLI AMBIENTI RISCHI ASSOCIATI Affezioni delle vie respiratorie, sindromi da brusche variazioni di

temperatura e/o umidità. Rischio biologico.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti lavoratori appartenenti al gruppo omogeneo e i volontari

LAVORATRICI MADRI

In riferimento ai rischi associati all’uso dei servizi igienico-assistenziali, sono da evitare, come per altro per tutti gli altri lavoratori, situazioni di scarsa pulizia.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - La ditta appaltatrice si occupa della pulizia dei servizi igienici, dell’aeree di passaggio e

degli uffici. - I lavoratori ed i visitatori hanno a disposizione separati servizi igienici di sufficiente

capacità. Esistono servizi separati per sesso e per i portatori di handicap. Tutti sono illuminati, regolarmente sanificati, riscaldati e aerati. Gabinetti e lavabi risultano in numero sufficiente.

28. CARICO DI LAVORO FISICO E MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

RISCHI ASSOCIATI Sindromi dorsolombari. ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Pur non svolgendo attività specifica di movimentazione manuale di carichi, tutti i lavoratori appartenenti ai gruppi omogenei possono spostare manualmente dei carichi.

LAVORATRICI MADRI

E’ vietato adibire le lavoratrici madri al trasporto ed al sollevamento di pesi e a lavori di manovalanza pesante. Durante la gravidanza deve essere evitata la movimentazione manuale

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di carichi. Per “carico” si intende un peso superiore ai 3 Kg che venga sollevato in via non occasionale. Per spostamenti di pesi inferiori ai 3 kg. non si applicano i criteri relativi alla movimentazione manuale carichi; in tale contesto vanno valutati altri rischi quali la stazione eretta, le posture incongrue, i ritmi lavorativi. Durante il periodo del post-parto deve essere evitata la movimentazione manuale di carichi qualora l’indice di rischio (metodo NIOSH modificato) sia superiore a 1. Poichè le linee guida NIOSH si riferiscono a lavoratori “adattati” alla ovimentazione manuale, per indici di rischio compresi tra 0,75 e 1 si ritiene opportuno consigliare che la lavoratrice nei primi 30 giorni di ripresa del lavoro abbia la possibilità di riadattarsi alla m.m.c., prevedendo, caso per caso, adattamenti quali pause, ritmi meno intensi ecc.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [x]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - I carichi da movimentare manualmente si trovano inizialmente in equilibrio stabile, sono

collocati in posizione tale che non richiede di dover essere maneggiati a distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione dello stesso e laddove i carichi si presentano instabili, vengono stabilizzati con opportuni sistemi quali zeppe, fasce di contenimento, ecc.

- I carichi da movimentare manualmente non presentano temperature esterne troppo calde o fredde.

- Il pavimento, generalmente, non presenta rischi d’inciampo o di scivolamento, né dislivelli e situazioni di instabilità. Anche lo spazio libero in verticale, nelle aree di lavoro, permette l’agevole svolgimento della mansione.

I lavoratori hanno ricevuto un’informazione e formazione sul peso del carico, sul centro di gravità, sui rischi relativi e sulle procedure di movimentazione corretta.

Sollevare un

carico da terra

(normale attività

lavorativa)

piegare le ginocchia e tenere un piede più avanti dell’altro. Sollevarsi da terra eseguendo i movimenti lentamente e mai a strappi.

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Porre oggetti su scaffalature (stoccaggio materiali e normale attività lavorativa)

evitare di inarcare troppo la

schiena.

Aiutarsi con una scaletta in

modo che con le spalle si

raggiunga il livello del

ripiano

Spostare grossi

carichi

(normale attività

lavorativa)

appoggiarsi con la schiena

sul carico e, facendo forza

sulle gambe, lievemente

piegate,spingere

Lavoro al banco

(normale attività

lavorativa)

Appoggiare

alternativamente un piede

su un rialzo ed evitare di

stare con la schiena curva.

E’ stata effettuata la valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi sulla base di quanto disposto dal D.Lgs 81/08, Titolo VI, Capo I è stato redatto lo specifico documento (Allegato G) al quale si rimanda per maggiori approfondimenti.

29. LAVORO AI VIDEOTERMINALI

RISCHI ASSOCIATI Disturbi alla vista e agli occhi. Problemi legati alla postura (patologie a

carico della colonna vertebrale). Affaticamento fisico e mentale. ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Questi rischi sono presenti nelle attività che presuppongono l’impiego di computer e quindi di VDT e i lavoratori esposti sono quelli che vi lavorano davanti ad un videoterminale in modo sistematico o abituale, per almeno venti ore settimanali, dedotte le interruzioni o le pause. Negli uffici quasi tutti i lavoratori svolgono il loro lavoro ai videoterminali per oltre venti ore settimanali, pertanto i suddetti lavoratori verranno sottoposti a sorveglianza sanitaria e riceveranno adeguata formazione e informazione. Gruppo Omogeneo I, II

LAVORATRICI MADRI

Non è necessario che le donne gestanti cessino di lavorare al videoterminale, mentre può essere necessaria una modifica temporanea

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delle condizioni e dell’orario di lavoro (rischio è la postura assisa). STIMA RISCHIO RESIDUO

P=2, D=2; R=PxD=4

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [X] NO []

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Il lavoro ai VDT è organizzato in modo da di evitare il più possibile la ripetitività e la

monotonia delle operazioni. - Qualora l'attività lavorativa si protragga per almeno 4 ore consecutive, la direzione ha

dato indicazioni per effettuare almeno una pausa di 15 minuti ogni 120 minuti di attività continuativa (pause o cambiamenti di attività).

- Nel mettere a disposizione dei lavoratori nuovi software, si verifica che gli stessi siano adeguati alla mansione da svolgere, di facile uso e, all'occorrenza, adattabili al livello di conoscenza ed esperienza dell'operatore che lo dovrà utilizzare;

- L’illuminazione dell’ufficio è stata predisposta in modo tale da evitare: » l'abbagliamento dei lavoratori » il contrasto eccessivo fra luminosità dello schermo e luminanza di altri elementi

presenti nell'ambiente » la luce riflessa, sia dallo schermo che dall'arredamento o dalle pareti del locale.

- Le postazioni di lavoro sono state distribuite in modo: » da evitare la presenza di lampade sulla verticale del posto di lavoro; » che sia garantita la possibilità per l’operatore di mettere a fuoco all’infinto;

- Gli schermi messi a disposizione dei lavoratori sono liberamente e facilmente orientabili ed inclinabili, forniscono un immagine stabile (con brillanza e contrasto regolabile) e sono posizionati in modo da eliminare i riflessi ed i riverberi molesti.

- Le tastiere delle postazioni VDT sono: » costruite con materiale a bassa riflessione luminosa; i tasti hanno una superficie

concava in modo da seguire i contorni delle falangette e le scritte sono facilmente leggibili (nelle condizioni ambientali d'impiego)

» mobili ed indipendenti dallo schermo » posizionate su tavoli sufficientemente alti, in modo da permettere all'operatore

seduto di mantenere le braccia parallele al pavimento evitando che i polsi vengano sforzati (non oltre il 10° di rotazione).

- Per i dispositivi ed i collegamenti elettrici viene evitato: » l'utilizzo incontrollato di spine triple, oppure di prese o riduzioni che non

garantiscano il collegamento a terra; » la presenza sul pavimento di cavi o prese di corrente.

- I piani di lavoro sono: » di colore chiaro (non bianco), non riflettente. » di ampiezza idonea al tipo di lavoro scelto (permettono la consultazione o la

copiatura di documenti su supporto cartaceo, disegni, registri, ecc.).

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» di profondità tale da permettere l'installazione del monitor in modo che la distanza visiva sia compresa nell'intervallo 50-70 cm e quella della tastiera a una distanza dal bordo tale da permettere l'appoggio degli avambracci durante la digitazione.

- I sedili messi a disposizione dei lavoratori: » offrono un appoggio stabile ed una postura confortevole anche per lunghi periodi

d'uso, sono ergonomici e adatti per la mansione che l'utilizzatore deve svolgere. » forniscono un adeguato appoggio alla schiena; » presentano una superficie di appoggio con attrito sufficiente affinché la persona

seduta non scivoli dall'appoggio; » permettono le tre regolazioni fondamentali: altezza del sedile, altezza dello

schienale, regolazione dell'inclinazione dello schienale - Il datore di lavoro ha provveduto a fornire informazione e formazione specifiche ai

lavoratori sulle misure applicabili ai posti di lavoro, sulle modalità di svolgimento dell'attività, sulla protezione degli occhi e della vista.

3.3 FONTI DI PERICOLI ERGONOMICI, ORGANIZZATIVI E GESTIONALI

30. ERGONOMIA DELLE POSTAZIONI DI LAVORO, DELLE MACCHINE E

ATTREZZATURE. POSTURE E MOVIMENTI RIPETITIVI RISCHI ASSOCIATI Patologie muscolo-scheletriche degli arti superiori con impedimenti

dell’attività motoria (affezioni dei tendini, delle guaine e delle borse; neuropatie periferiche da compressione, altre patologie). Patologie della colonna vertebrale del sistema nervoso.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Essendo interessate, in via generale, tutte le attività svolte in azienda, comporta che tutti i lavoratori sono esposti a questa tipologia di rischi, naturalmente con incidenza graduale commisurata al loro impiego, e con problemi diversi, funzione della tipologia di attività. Gruppo omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri o gestanti non devono essere soggette a posture incongrue, quindi devono essere vietate i lavori con postazioni in piedi, quando tale impegno occupa oltre la metà del tempo lavorativo e comunque devono essere vietati i lavori che presuppongono posizioni affaticanti quali: • movimenti ripetitivi svolti con frequenza elevata (mano, polso,

gomito, spalla, ecc.); • rapide rotazioni; • controllo su macchine e/o strumentazioni che operano con tempi e

modalità che comportano ritmi di intervento frequenti; necessità di interventi bruschi e istantanei, anche se occasionali.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=2; R=PxD=2

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE

Settore 8 Vigilanza Urbana-Polizia Municipale- Val. dei rischi nell’ambiente di lavoro

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- Vengono rispettati i concetti ergonomici nella strutturazione e disposizione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature, nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo.

- Non si ritiene necessario approfondire il rischio da movimenti ripetitivi, in quanto i lavoratori non svolgono mansioni tali da indurli ad una esposizione rilevante nell’arco della giornata lavorativa, come riportato dalla letteratura specifica in tale campo ( Check List OC.R.A. “Occupational Ripetitive Action”).

- Si vuole ricordare comunque che l’attività di digitazione dei tasti delle tastiere (pertanto attività di ufficio ed uso personal computer) può essere assimilato ad un movimento ripetitivo tale da comportare l’utilizzo degli arti superiori ciclicamente per periodi di tempo prolungati.

- Le caratteristiche delle postazioni di lavoro sono ergonomicamente compatibili con il lavoro svolto e vengono evitate per quanto possibile le posture incongrue o in alternativa si limitano i tempi di esposizione.

- Gli spazi di lavoro tengono conto di alcuni parametri come la disposizione degli arredi e gli spazi di accesso al posto di lavoro.

- Gli spazi di lavoro sono relazionati tra loro secondo le esigenze produttive, tenendo conto dei rapporti tra i vari lavoratori.

- Gli impianti tecnici (energia elettrica, illuminazione, ecc.) coprono l’intera superficie per consentire spostamenti e variazioni distributive.

31. FATTORI OGGETTIVI DI STRESS LAVORO-CORRELATO RISCHI ASSOCIATI Ansia e sindromi correlate. Problemi psicologici. Sindromi

psicosomatiche. Mobbing. ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Le attività lavorative che possono essere interessate da questa tipologia di rischi sono prevalentemente quelle che presuppongono l’organizzazione del lavoro e che impegnano prevalentemente il personale degli uffici, con diversi livelli di stress, relativamente al grado di responsabilità all’interno dell’unità lavorativa.

LAVORATRICI MADRI

Nello stabilire le misure di prevenzione il datore di lavoro deve tener conto dei fattori di stress noti (ad es. tipologia dei turni, insicurezza del posto di lavoro, carico di lavoro ecc.) ed i particolari fattori medici e psicosociali riguardanti le singole donne. Le misure protettive possono comprendere adeguamenti alle condizioni di lavoro o degli orari e si devono inoltre assicurare il sostegno, la comprensione ed il riconoscimento necessari alle donne che ritornano a lavorare, pur nel rispetto della privacy.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

ACCERTAMENTI SANITARI PER GRUPPI OMOGENEI

SI [ ] NO [X]

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE

Settore 8 Vigilanza Urbana-Polizia Municipale- Val. dei rischi nell’ambiente di lavoro

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- Trattandosi di attività di personale della polizia municipale, indubbiamente le varie mansioni svolte richiedono un notevole livello di attenzione, in particolare durante lo svolgimento del servizio di pronto intervento, inoltre il ritmo di lavoro può essere determinato da cause esterne (pubblico, imprevisti, emergenze, etc.).

- Nel servizio di vigilanza sul territorio e quindi durante l’esercizio di attività di controllo e

sanzionatoria nei rapporti con il pubblico mantenere la calma e un comportamento pacato e risoluto.

- Le mansioni sono svolte anche a contatto con il pubblico; tuttavia i dipendenti del

settore hanno esperienza e possono effettuare pause adeguate nei ritmi di lavoro. - Buona parte del tempo lavorativo può essere anche impiegato su strada, alla guida dei

veicoli di servizio, comunque dotati di posto di guida ergonomico e riscaldato (autoveicoli).

- Si provvede ad effettuare un’adeguata rotazione nelle diverse tipologie di servizi diurni e

notturni, onde attenuare al massimo danni da stress o disturbi di tipo biologico. E’ stata effettuata la valutazione dei fattori oggettivi di stress durante il lavoro, si rimanda per approfondimenti all’ Allegato F: Documento sui RISCHI COLLEGATI ALLO STRESS DA LAVORO-CORRELATO (D.Lgs 81/08, Art. 28, 1° comma).

32. USO DI ALCOOL E/O SOSTANZE STUPEFACENTI RISCHI ASSOCIATI Pericoli per la persona, perdita di equilibrio e lucidità, pericoli per

addetti nelle vicinanze. ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Le mansioni dei facenti parte al gruppo omogeneo I, II, III non rientrano nelle lavorazioni a rischio, pertanto non soggetti a controlli.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

33. RAPPORTI E COMUNICAZIONI INTERPERSONALI

RISCHI ASSOCIATI Ansia. Depressione e sindromi correlate. Problemi psicologici. Sindromi psicosomatiche. Mobbing.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Le attività lavorative che possono essere interessate da questa tipologia di rischi sono tutte quelle che presuppongono la presenza contemporanea, in ambienti unici o intercomunicanti, di più lavoratori e in particolare organizzazione e programmazione di lavori che interagiscono tra loro. Gruppo omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Nello stabilire le misure di prevenzione il datore di lavoro deve tener conto dei fattori di stress noti (ad es. tipologia dei turni, insicurezza del posto di lavoro, carico di lavoro ecc.) ed i particolari fattori medici e psicosociali riguardanti le singole donne. Le misure protettive possono comprendere adeguamenti alle condizioni di lavoro o degli orari e si devono inoltre assicurare il sostegno, la

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comprensione ed il riconoscimento necessari alle donne che ritornano a lavorare, pur nel rispetto della privacy.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE La direzione ha organizzato una collaborazione interna tra tutti i lavoratori con lo scopo di eliminare le interferenze tra i lavoratori, le rivalità e la conflittualità.

Il clima che si è creato all’interno dell’unità lavorativa, è tale per cui i lavoratori possono liberamente esprimere il proprio parere, anche se in disaccordo.

È sempre richiesta la partecipazione dei lavoratori, per la soluzione di problemi associati all’ambiente di lavoro.

Il personale coinvolto in attività di gestione e di controllo ha conoscenze approfondite in modo da mettere in grado il lavoratore di adeguarsi al gruppo di lavoro al quale è assegnato.

Tutti i lavoratori sono stati informati su ruoli, azioni e responsabilità in materia di sicurezza in ambito aziendale da parte delle figure presenti in azienda: datore di lavoro, dirigenti, preposti, Servizio di Prevenzione e Protezione, Medico Competente, RLS, lavoratori.

In sede i dirigenti sono sempre disponibili a colloqui personali con i dipendenti per eventuali chiarimenti e/o spiegazioni.

34. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

RISCHI ASSOCIATI Maggiore probabilità di manifestazione dei rischi generali per la

sicurezza e la salute dei lavoratori. ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti facenti parte del gruppo omogeneo e i volontari.

LAVORATRICI MADRI

Rispetto delle norme di legge sulla tutele delle stesse (es. astensione obbligatoria, astensione facoltativa, divieto di alcune lavorazioni, informazione, spostamento di mansione, ecc.); inoltre qualora lavoratrici madri vengano adibite a mansioni inferiori a quelle abituali conserveranno la retribuzione corrispondente alle mansioni precedentemente svolte, nonché la qualifica originale.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

Settore 8 Vigilanza Urbana-Polizia Municipale- Val. dei rischi nell’ambiente di lavoro

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MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE Nell’organizzare il lavoro, la direzione tiene in considerazione le opinioni dei lavoratori. I lavori sono assegnati al personale sulla base delle competenze possedute, dell’esperienza maturata e delle aspettative del lavoratore. L’organizzazione del lavoro avviene secondo un’efficiente programmazione delle attività che tiene conto di un’equa distribuzione del carico di lavoro tra i membri dello staff.

Il lavoro è svolto secondo procedure chiare e rese note ai lavoratori. Compiti, funzioni e responsabilità sono chiaramente assegnati e distribuiti rispettando le competenze professionali e i lavoratori sono a conoscenza dell’insieme del processo produttivo e ognuno di loro è a conoscenza del ruolo del suo lavoro nell’insieme delle attività da svolgere. Per una maggiore responsabilizzazione del personale, gli obbiettivi da raggiungere sono fissati dalla direzione sulla base dei colloqui con il personale.

35. PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELLA SICUREZZA RISCHI ASSOCIATI Maggiore probabilità di manifestazione dei rischi generali per la

sicurezza e la salute dei lavoratori ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori facenti parte dei gruppi omogenei

LAVORATRICI MADRI

Rispetto delle norme di legge sulla tutele delle stesse (es. astensione obbligatoria, astensione facoltativa, divieto di alcune lavorazioni, informazione, spostamento di mansione, ecc.) e attuazione di quanto emerso nella valutazione dei rischi.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE Sono chiaramente definite le funzioni e le responsabilità relative alle figure della prevenzione dei rischi sul lavoro.

Predisposizione di sopralluoghi per verificare le condizioni di igiene e sicurezza delle postazioni di lavoro.

Iniziative di formazione ed informazione e/o riunioni con tutti i lavoratori, per trattare i temi della sicurezza e dell’igiene dei luoghi di lavoro e/o approfondire eventuali casistiche d’infortunio.

Con riunioni periodiche e con la consultazione dei lavoratori, è previsto un sistema che permette la partecipazione di tutti i lavoratori alle più importanti questioni di sicurezza e salute del lavoro. Il sistema di partecipazione prevede che i suggerimenti raccolti presso i

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lavoratori trovino qualche traduzione pratica quando tali contributi sono migliorativi rispetto alla situazione pre-esistente.

36. COMPITI, FUNZIONI E RESPONSABILITÀ RISCHI ASSOCIATI Maggiore probabilità di manifestazione dei rischi generali per la

sicurezza e la salute dei lavoratori ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori facenti parte del gruppo omogeneo e i volontari Gruppo omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Rispetto delle norme di legge sulla tutele delle stesse e attuazione di quanto emerso nella valutazione dei rischi.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE Per ognuno dei soggetti presenti nel settore sono state chiaramente definite: funzioni, competenze e responsabilità.

Nella sede lavorativa è presente un organigramma, per quanto semplice, con tutte le funzioni ed i legami gerarchici di modo che ogni lavoratore sia sempre in grado di individuare una gerarchia di comando.

I ruoli all’interno dell’azienda sono stati assegnati sulla base delle competenze acquisite dai lavoratori e delle esperienze maturate.

Sono chiari a tutti i lavoratori gli obbiettivi assegnanti a ciascuno e quelli a livello di azienda. Gli obbiettivi sono definiti mediante un dialogo costante con i lavoratori e le altre figure aziendali.

37. FORMAZIONE, INFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO E PARTECIPAZIONE

RISCHI ASSOCIATI Maggiore probabilità di manifestazione dei rischi generali per la

sicurezza e la salute dei lavoratori ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori facenti parte del gruppo omogeneo e i volontari Gruppo Omogeneo I, II, III

LAVORATRICI MADRI

Rispetto delle norme di legge sulla tutele delle stesse e attuazione di quanto emerso nella valutazione dei rischi.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE

Settore 8 Vigilanza Urbana-Polizia Municipale- Val. dei rischi nell’ambiente di lavoro

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La formazione viene ripetuta periodicamente, se necessario, e comunque viene aggiornata all’evoluzione dei rischi ed al sopraggiungere di nuovi rischi. La formazione è incentrata sui rischi relativi agli specifichi posti di lavoro e mansioni.

I nuovi assunti sono formarti ed addestrati al lavoro da svolgere, assegnandogli un collega di maggior esperienza per le prime settimane e fino a quando se ne reputi la necessità.

E’ stato predisposto uno specifico programma di informazione/formazione.

Sono stati nominati gli addetto (primo soccorso, antincendio, gestione delle emergenze ed evacuazione dei lavoratori) che sono stati adeguatamente formati e addestrati in conformità a quanto previsto dalla normativa specifica.

Le procedure operative di lavoro, quando necessarie, vengono elaborate in collaborazione con i lavoratori che le dovranno applicare.

38. ISTRUZIONI E PROCEDURE DI LAVORO RISCHI ASSOCIATI Maggiore probabilità di manifestazione dei rischi generali per la

sicurezza e la salute dei lavoratori ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori facenti parte dei gruppi omogenei.

LAVORATRICI MADRI

Rispetto delle norme di legge sulla tutele delle stesse e attuazione di quanto emerso nella valutazione dei rischi. Stabilire specifica procedura di comunicazione dello stato di gravidanza, in maniera da permettere al datore di lavoro di attuare le procedure di tutela della lavoratrice.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - La direzione ha elaborato delle istruzioni sull’esecuzione delle lavorazioni più rilevanti ed

ha predisposto le procedure operative per lo svolgimento in sicurezza delle lavorazioni che presentino rischi significativi. Le procedure vengono predisposte secondo le criticità delle lavorazioni che emergono in fase di progettazione e/o di esecuzione delle lavorazioni medesime.

- Le procedure vengono predisposte dopo aver sentito chi le dovrà applicare e delle stesse si dà ampia divulgazione agli interessati con specifico corso informativo/formativo, verificandone l’apprendimento.

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- Se si dovranno effettuare lavori in luoghi dove si possono formare atmosfere esplosive, le attività si devono svolgere secondo indicazioni scritte e devono essere preventivamente autorizzate.

39. SEGNALETICA

RISCHI ASSOCIATI Maggiore probabilità di manifestazione dei rischi generali per la sicurezza e la salute dei lavoratori

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori facenti parte dei gruppi omogenei.

LAVORATRICI MADRI

Rispetto delle norme di legge sulla tutele delle stesse e attuazione di quanto emerso nella valutazione dei rischi.

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=1, D=1; R=PxD=1

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Negli ambienti lavorativi della sede esiste apposita segnaletica atta ad avvertire, dei

rischi e dei pericoli, le persone esposte, a vietare i comportamenti che potrebbero causare pericolo, a prescrivere i comportamenti necessari ai fini della sicurezza.

- La cartellonistica rispetta le forme, i colori e le dimensioni previsti dall’apposita

normativa. - La segnaletica è affissa sia in ingresso alla zona interessata sia nelle immediate

adiacenze di un rischio specifico o dell’oggetto che si intende segnalare. - Periodicamente viene effettuato un controllo visivo per verificare che la segnaletica sia

visibile e non usurata. In caso di usura la segnaletica viene sostituita. - Nell’apporre la segnaletica, si è provveduto ad analizzare le diverse aree per individuare

la presenza di eventuali ostacoli, ed il corretto posizionamento in altezza. - Nel predisporre la segnaletica si è provveduto ad individuare aree ben illuminate, in

modo da garantire una buona visibilità della stessa nelle diverse fasi della giornata lavorativa.

40. GESTIONE EMERGENZE E PRIMO SOCCORSO

RISCHI ASSOCIATI Tutti i rischi causati dall’emergenza in atto: incendio; infortunio o malore; eventi atmosferici di particolare entità; ecc.

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori facenti parte dei gruppi omogenei

LAVORATRICI MADRI

Le lavoratrici madri o gestanti non possono essere designate come addette al pronto soccorso, all’antincendio e alla gestione delle emergenze.

STIMA RISCHIO P=1, D=3; R=PxD=3

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RESIDUO

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Esiste un Piano di Emergenza (PE) comprendente anche un Piano Antincendio e un Piano

di Evacuazione. Questo specifica le modalità di comunicazione tra i vari soggetti coinvolti nel piano stesso all’interno del settore 5 e specifica i doveri sia del personale con particolari responsabilità in caso di incendio, che del personale incaricato di svolgere mansioni legate alla sicurezza antincendio.

- Il PE è basato sullo studio delle caratteristiche dei luoghi di lavoro e delle specifiche vie

di fuga, sull’analisi del numero delle persone presenti e sulla loro ubicazione.

- Sono state predisposte ed affisse le planimetrie che illustrano le caratteristiche

distributive, le vie di esodo, l’ubicazione delle attrezzature antincendio e della cassetta di pronto soccorso.

- Nel palazzo è ubicata una cassetta di primo soccorso adeguatamente attrezzata con i

presidi medico-chirurgici necessari, Il settore appartiene al gruppo B ed ha effettuato la classificazione di cui al D.M. 388/03.

- Periodicamente viene effettuata la manutenzione degli estintori. Tutte le attrezzature antincendio sono inoltre oggetto di regolari controlli annotati nell’apposito registro antincendio, la cui compilazione è a cura del responsabile per l’emergenza Magg. REGGIANINI Giovanni. Sono state predisposte ed affisse in punti in cui risultino più evidenti, le planimetrie che illustrano le vie di esodo, l’ubicazione delle attrezzature antincendio, ecc.

- All’interno dell’unità lavorativa le figure designate alla gestione delle emergenze sono state identificate e portate a conoscenza di tutti i lavoratori:

FUNZIONE NOME N° TELEFONO INTER/ESTER

Coordinatore dei contatti esterni GRANAIOLA Faliero 0584.966223

Sostituto Coordinatore dei contatti esterni

MANFREDI Stefano 0584.966214

Responsabile Squadra Antincendio REGGIANINI Giovanni

0584.966216

Responsabile Squadra primo Soccorso AMATI Lorenzino 0584.966217

R.S.P.P. Dr. SGRO’ Pasquale

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Addetti all’antincendio

REGGIANINI Giovanni TRASATTI Marco BEMI Roberto

0584.966216

Addetti al primo soccorso AMATI Lorenzino GRANAIOLA Faliero ROSATI Italo

0584.966217

41. MANUTENZIONI E COLLAUDI

RISCHI ASSOCIATI Maggiore probabilità di manifestazione dei rischi generali per la sicurezza dei lavoratori

ATTIVITÀ E LAVORATORI ESPOSTI (GRUPPO OMOGENEO)

Tutti i lavoratori facenti parte dei gruppi omogenei.

LAVORATRICI MADRI

Si fa riferimento a quanto detto per le macchine nei paragrafi precedenti

STIMA RISCHIO RESIDUO

P=2, D=1; R=PxD=2

MISURE DI PREVENZIONE E DI PROTEZIONE ATTUATE - Il sistema di manutenzione preventiva vigente prevede revisioni periodiche degli

impianti, dei macchinari da lavoro e dei luoghi di lavoro al fine di minimizzare gli interventi per guasti o avarie. Tutti gli interventi di manutenzione sono sempre svolti da personale adeguato e formato per l’operazione da svolgere.

- Durante i lavori di manutenzione si verifica che le vie di fuga e le attrezzature

antincendio non vengano ostruite, occultate o messe fuori uso.

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4 INDIVIDUAZIONE DELLE PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELLE MISURE DA REALIZZARE E DEI RUOLI AZIENDALI CHE VI DEBBONO PROVVEDERE

Le responsabilità e la relativa autorità in materia di SSL (sicurezza e salute sul lavoro) sono state definite in coerenza con lo schema organizzativo e funzionale dell’azienda e secondo l’Organigramma della Sicurezza di seguito riportato:

RLS

DATORE di LAVORO

Dr. GROSSI Anchise

CONSULENTE

Studio Sgro srl

MEDICO COMPETENTE

Dr. ZANQUOGHI Gian Enrico

SERVIZIO PREVENZIONE

E PROTEZIONE

RSPP :dr. SGRO’ Pasquale

RESP.SQUADRA

EMERGENZA

REGGIANINI Giovanni

LAVORATORI

ADDETTI PRIMO SOCCORSO

AMATI Lorenzino

GRANAIOLA Faliero

ROSATI Italo

ADDETTI ANTINCENDIO E GEST. EMERG.

REGGIANINI Giovanni TRASATTI Marco BEMI Roberto

COORDINATORE

EMERGENZA

AMATI Lorenzo

COORDINATORE

CONTATTI ESTERNI

GRANAIOLA Faliero

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Con la definizione dei compiti organizzativi e operativi della Direzione aziendale, dei dirigenti e dei preposti, sono stati esplicitati e resi noti anche quelli relativi alle attività di sicurezza di loro competenza e richiamati nel D.Lgs 81/2008, rispettivamente, dall’art. 18 per i dirigenti e dall’art. 19 per i preposti. Le procedure per l’attuazione delle misure da realizzare sono basate sulla metodologia nota come PDCA “Plan-Do-Check-Act” (Pianificare, Attuare, Verificare, Agire) che brevemente si riassume in: Plan: Stabilire gli obiettivi in materia di sicurezza e salute sul lavoro, i processi e le procedure necessarie al loro raggiungimento; Do: Attuare i processi, le procedure e le attività pianificate; Check: Verificare, sorvegliare e misurare i processi, le procedure e le attività attuate registrandone i risultati; Act: Agire e intraprendere azioni di correzione e di prevenzione per ottenere un miglioramento continuo delle prestazioni del sistema della sicurezza e salute sul lavoro Schematicamente una corretta gestione della Sicurezza e Salute sul Luogo di lavoro si può illustrare secondo la rappresentazione ciclica (Ruota di Deming) che segue:

La/e persona/e individuata/e dal Datore di lavoro e alla/e quale/i è stato affidato il compito, indipendentemente da ulteriori responsabilità aziendali, di procedere all’attuazione delle misure da realizzare ai fini della sicurezza e della salute dei lavoratori, coordinando e verificando che gli interventi siano realizzati in conformità al presente documento o ad eventuali altri documenti tecnici specifici è/sono i signori indicati nell’apposita colonna (Incaricato) della tabella del “Programma di miglioramento” (definito/i quale/i Addetto/i gestione attuazione delle misure da adottare di cui al Programma di miglioramento), scelta/e in quanto persona/e dotata/e di adeguata capacità ed autorità

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all’interno dell’azienda. Alla/e stessa/e viene garantita la necessaria autorità per eseguire correttamente le funzioni assegnate. Tale/i Incaricato/i, con la firma apposta in questo documento accetta/no il ruolo assegnatogli e si impegna/no ad assolverlo nel modo migliore. Le modalità di attuazione delle misure da realizzare e i ruoli aziendali coinvolti sono individuati nello schema a blocchi che segue:

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VALUTAZIONE DEI RISCHI

(Datore di lavoro in collaborazione con

RSPP e M.C. e consultando il RLS)

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI E

DELLE MISURE MIGLIORATIVE

(Datore di lavoro)

PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI

(Addetto alla Gestione dell’Attuazione delle Misure di Sicurezza)

SENSIBILIZZAZIONE ED ESECUZIONE

DEGLI INTERVENTI

(Addetto alla Gestione dell’Attuazione

delle Misure di Sicurezza)

INTERVENTI TECNICI

(Progettisti, Consulenti, ecc.)

- Informazione, formazione,

addestramento;

- Procedure ed integrazione con i processi

aziendali;

MONITORAGGIO E VERIFICA

(Addetto alla Gestione dell’Attuazione delle

Misure di Sicurezza)

(es. registrazione delle non conformità,

indagine su incidenti, azioni correttive e

preventive, sopralluoghi da parte di

consulenti esterni ecc.)

INTERVENTI ORGANIZZATIVI

(Resp. Produzione e Resp. Personale)

- Modifica organizzazione del lavoro;

- Gestione del flusso informativo e

consultazione;

- Gestione della documentazione;

INTERVENTI STRUTTURALI

(Ditte specialistiche esterne, Uff.

Manutenzione, ecc.)

- Interventi di bonifica ed adeguamento;

RIESAME E MIGLIORAMENTO

(Datore di Lavoro e Addetto alla Gestione

dell’Attuazione delle Misure di Sicurezza) ACT

CHECK

DO

PLAN

Miglioramento continuo

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In base alle risultanze della valutazione si ritiene opportuno procedere all’attivazione delle seguenti misure da realizzare secondo il programma, le procedure e le responsabilità sotto individuati (chi fa – che cosa – quando – come):

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PROGRAMMA delle MISURE ritenute opportune per garantire il MIGLIORAMENTO nel tempo dei livelli di SICUREZZA

OBIETTIVO MISURE DA ADOTTARE

INCARICATO TERMINE (entro)

OSSERVAZIONI

Ridurre rischio di caduta oggetti e monitorare l’esposizione a mo.ma.ca e movimenti ripetitivi

Redigere opportuna istruzione di lavoro per il dislocamento degli oggetti e la movimentazione dei carichi e/o le situazioni da movimenti ripetitivi.

Datore di Lavoro 31.12.2009

Verificare periodicamente che la sistemazione della cartellonistica rispetti i requisiti di legge per colorazione forma e dimensioni, l’altezza e la posizione siano appropriate rispetto all’angolo di visuale, sia in un posto ben illuminato.

Datore di Lavoro e responsabile gestione emergenze

Ripetere con periodicità i moduli informativi/formativi

- Sensibilizzare i lavoratori attraverso attività formativa da ripetere

Datore di Lavoro Periodicamente

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sulle varie tematiche previste in materia

periodicamente

Tutela dei lavoratori di età > ai 50 anni

Attenta organizzazione del lavoro Datore di Lavoro 31.12.2009

Il “Programma di Miglioramento” dovrà essere aggiornato annualmente, a cura del Datore di lavoro o persona incaricata, che al momento, dopo accurata analisi, indicherà i nuovi interventi che intende mettere in atto nell’anno successivo. La casella “Osservazioni” dovrà essere compilata, dall’incaricato di cui alla tabella, secondo necessità del momento (anche a penna) indicando quanto ritenuto necessario (per es. riportare indicazioni in merito alla mancata o parziale attuazione o altro). Nelle righe in bianco si potranno riportare, a cura del datore di lavoro, eventuali altri interventi migliorativi individuati successivamente alla stesura di questo Documento.

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Le procedure sono definite come “Modo specificato per svolgere un’attività o processo”; esse possono essere documentate o meno. Le procedure per l’attuazione delle misure da realizzare sono così individuate:

1) Prescrizioni legali e di altro tipo: occorre stabilire, implementare e attuare una procedura per identificare e rendere reperibili ed accessibili i requisiti legali ed altri requisiti del SSL applicabili;

2) Competenza, addestramento e consapevolezza: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura che identifichi le necessità formative e definisca le modalità di formazione ed addestramento;

3) Comunicazione: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per la comunicazione interna tra i vari livelli dell’organizzazione, agli appaltatori e visitatori del luogo di lavoro e per la ricezione e risposta alle pertinenti comunicazioni delle parti interessate esterne;

4) Partecipazione e consultazione: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per la partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti attraverso il loro coinvolgimento e consultazione come pure dei fornitori;

5) Documentazione: occorre stabilire e mantenere attiva una procedura che assicuri che i documenti richiesti dal SSL siano tenuti sotto controllo (approvazione, emissione, aggiornamento, archiviazione e reperibilità);

6) Preparazione e risposta alle emergenze: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per identificare le situazioni che possono causare una potenziale emergenza e per rispondere a tale situazione;

7) Controllo e misura delle prestazioni: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per misurare e monitorare regolarmente i risultati del SSL;

8) Valutazione della conformità: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per la valutazione periodica della conformità delle prescrizioni legali applicabili;

9) Indagine su incidenti: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per la registrazione, l’indagine e l’analisi degli incidenti;

10) Non conformità, azioni correttive e preventive: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per trattare le non conformità reali o potenziali e per intraprendere le relative azioni;

11) Controllo delle registrazioni: occorre stabilire, implementare e mantenere attiva una procedura per l’identificazione, l’archiviazione, la protezione, la reperibilità, la conservazione e l’eliminazione delle registrazioni.

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5 VALIDAZIONE

Il Datore di Lavoro (dr. GROSSI Anchise) …..……………………………………………. Il Medico Competente (dr. ZANQUOGHI Gian Enrico) firma per avvenuta collaborazione nell’effettuazione della valutazione dei rischi ……………………………………………………. Il R.S.P.P. (dr. SGRO’ Pasquale) firma per avvenuta collaborazione nell’effettuazione della valutazione dei rischi ……………………………………………………. Il consulente tecnico Studio Sgro S.r.l. (Ing. VERDESCA Andrea Francesco) firma per avvenuta consultazione nell’effettuazione della valutazione ……………………………………………………….. Addetto/i gestione attuazione delle misure di sicurezza (Programma di miglioramento, firma per accettazione del ruolo) ……………………………………………………….. ………………………………………………………..

………………………………………………………..