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Il dettaglio? Alla Stazione Tiburtina è un optional inutile di Ettore Maria Mazzola Avete mai avuto la (s)fortuna di prendere un treno alla nuova, “modernissima” Stazione Tiburtina? Se la risposta è affermativa sapete bene dove voglio arrivare a parare … se invece non avete avuto il (dis)piacere di imbattervi nelle “mirabolanti” architetture dell’archistar nostrana, Paolo Desideri, allora godetevi le immagini che seguono. Ricordo che, quando venne bandito il concorso per la progettazione della nuova Stazione Tiburtina, avrei voluto partecipare e mi sarebbe davvero piaciuto poter fare un progetto grandioso per Roma … e invece no! Non avevo fatto i conti con la normativa italiana la quale prevede che, per certi progetti, al fine di garantire la qualità dell’opera finale, per poter partecipare al concorso non chiedeva ai partecipanti di mostrare le proprie capacità progettuali in termini estetici, sociali e di rispetto dei contesti e delle comunità, ma chiedeva che si dovesse dimostrare di avere avuto negli ultimi anni un volume d’affari multimiliardario (in lire) e un numero di dipendenti da grande azienda! Mi sembra giusto! È nel nostro interesse! Che fortuna quindi poter dire di vivere in un Paese così democratico, garantista e attento ai giovani che concepisce normative così illuminanti! È solo grazie a questo meraviglioso sistema se oggi possiamo godere di immagini splendide come l’attuale Stazione Tiburtina! Infatti oggi possiamo ammirare tutti il risultato di questa “normativa di salvaguardia” … peccato che quella salvaguardia non miri a tutelare i siti e le comunità, ma solo ed esclusivamente la lobby delle Archistar e delle Società di Ingegneria.

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Il dettaglio? Alla Stazione Tiburtina è un optional inutiledi

Ettore Maria Mazzola

Avete mai avuto la (s)fortuna di prendere un treno alla nuova, “modernissima” Stazione Tiburtina?

Se la risposta è affermativa sapete bene dove voglio arrivare a parare … se invece non avete avuto il (dis)piacere di imbattervi nelle “mirabolanti” architetture dell’archistar nostrana, Paolo Desideri, allora godetevi le immagini che seguono.

Ricordo che, quando venne bandito il concorso per la progettazione della nuova Stazione Tiburtina, avrei voluto partecipare e mi sarebbe davvero piaciuto poter fare un progetto grandioso per Roma … e invece no!

Non avevo fatto i conti con la normativa italiana la quale prevede che, per certi progetti, al fine di garantire la qualità dell’opera finale, per poter partecipare al concorso non chiedeva ai partecipanti di mostrare le proprie capacità progettuali in termini estetici, sociali e di rispetto dei contesti e delle comunità, ma chiedeva che si dovesse dimostrare di avere avuto negli ultimi anni un volume d’affari multimiliardario (in lire) e un numero di dipendenti da grande azienda!

Mi sembra giusto! È nel nostro interesse!

Che fortuna quindi poter dire di vivere in un Paese così democratico, garantista e attento ai giovani che concepisce normative così illuminanti! È solo grazie a questo meraviglioso sistema se oggi possiamo godere di immagini splendide come l’attuale Stazione Tiburtina!

Infatti oggi possiamo ammirare tutti il risultato di questa “normativa di salvaguardia” … peccato che quella salvaguardia non miri a tutelare i siti e le comunità, ma solo ed esclusivamente la lobby delle Archistar e delle Società di Ingegneria.

Una delle escrescenze della Stazione Tiburtina

Architettura de “Il Dormiglione” di Woody Allen ambientato nel 2173

E allora ecco la meraviglia delle strutture futuristiche della Stazione Tiburtina … talmente futuristiche che sembrano voler anticipare, con 160 anni di anticipo, le architetture che aveva immaginato, nel lontano 1973, Woody Allen ne “il Dormiglione”, ambientato nel 2173!

Ecco quindi la meraviglia delle immani quantità di acciaio arrugginito incombenti sulla testa dei viaggiatori, ecco l’assenza di soluzioni per impedire l’entrata della pioggia e dell’aria fredda all’interno delle strutture in corrispondenza delle intersezioni volumetriche irrisolte.

Le “splendide” travi arrugginite prive di un disegno … troppo belle per mascherarle

Splendide soluzioni architettoniche dei pannelli in acciaio brutalista, chiazzato dalla ruggine, e delle grappe di ancoraggio!

A che servirebbe oggi la cura dei dettagli? Quelle sono cose del passato, cose che facevano salire inutilmente i costi di costruzione degli edifici “borghesi”!

In una società “libera”, “democratica” e “senza distinzioni di classi sociali” come quella contemporanea, l’architettura deve necessariamente essere brutale ed essenziale: ecco svelata la bellezza delle soluzioni irrisolte dell’edificio di Desideri!

Che dire poi dell’ossessione degli architetti “contemporanei” nell’uso di vetrate di copertura? Questi geni dell’architettura, nei quali i nostri amministratori politici ripongono la massima fiducia, non hanno ancora compreso – né mai lo comprenderanno – che, tra un rendering al computer e la realtà c’è una differenza abissale.

Coperture vetrate orrendamente chiazzate di sporco impossibile da rimuovereQuesti signori si rifiutano di comprendere che madre natura abbia pensato che nell’aria ci debba essere dell’acqua, spesso carica di acidi “grazie” all’opera dell’uomo, ci debbano essere delle polveri (specie in una stazione ferroviaria), ci debbano volare degli uccelli che hanno la cattiva abitudine di fare i propri bisogni, ecc.

Purtroppo, a causa di questi “errori” di Madre Natura, quelle “splendide e modernissime” vetrate di copertura risultano perennemente sporche da far schifo ed impossibili da pulire … occorre quindi trovare un rimedio!

Del resto gli architetti invasati della modernità, della sperimentazione e dell’avvenire, amano trovare soluzioni per problemi che ancora non esistono, perché dunque non risolvere questo noioso inconveniente causato dai capricci di Madre Natura?

Così come al MAXXI sono state create delle figure in grado di istruire la massa ignorante di italiani che non comprende la bellezza e il significato l’architettura contemporanea, penso sia quindi giunta l’ora di istituire una nuova classe di docenti/sacerdoti che possano istruire Madre Natura affinché comprenda meglio le esigenze dell’architettura e degli architetti contemporanei.

Le tettoie, oltre ad essere esteticamente discutibili, appaiono installate senza alcuna logica compositiva