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TEST N. 2 TEST N. 2 Organizzazione scolastica 1) Che cosa si intende con «autonomia scolastica»? A) La prerogativa dei dirigenti scolastici di programmare e di fare attuare interventi educativi utilizzando le risorse e la propria strut- tura organizzativa, nel rispetto degli obiettivi regionali del sistema scolastico e formativo, e della domanda espressa dagli utenti. B) La prerogativa delle scuole di realizzare gli «obiettivi generali» del sistema nazionale dell’istruzione, uniformandosi ad essi e alla do- manda espressa dall’utenza; le scuole non hanno nessuna autono- mia di destinazione delle risorse loro assegnate. C) La prerogativa dei docenti di programmare, gestire e migliorare il processo d’insegnamento, nel rispetto del pluralismo culturale, e delle caratteristiche ed esigenze educative della comunità territoriale. D) La prerogativa economica delle scuole in ordine alla destinazione dei finanziamenti assegnati dallo Stato, dalla Regione e dagli enti locali, utilizzandoli senza vincoli di destinazione nel conto annuale. E) La prerogativa delle scuole di programmare l’offerta formativa e di attuare interventi didattici con risorse e propria struttura organiz- zativa, tenuto conto degli obiettivi nazionali e delle caratteristiche ed esigenze educative del territorio di riferimento. 2) Quali norme istituiscono l’autonomia scolastica e chi esercita la vi- gilanza su di essa? A) La Legge n. 477/1973 relativa al “Regolamento dell’autonomia del- le istituzioni scolastiche”. Il MIUR esercita direttamente il potere di «vigilanza» sull’autonomia impugnando eventuali delibere ille- gittime. B) L’autonomia didattica, amministrativa e di ricerca viene esercitata, fin dall’a.s. 1998/1999, in applicazione dell’art. 21 della Legge n. 59/1997. Il MIUR esercita il potere di «vigilanza» sull’autonomia, tramite i Provveditorati agli studi. C) L’autonomia didattica, amministrativa e di ricerca è già da tempo esercitata in applicazione della Legge delega n. 477/1973. Il MIUR esercita direttamente il potere di «vigilanza». D) L’art. 21 della Legge n. 59/1997 e il «Regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche». Il MIUR esercita il potere di vigilanza indirettamente.

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legislazione scolastica

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2TEST n. 2Organizzazione scolastica

1) Che cosa si intende con «autonomia scolastica»?

❏ A) La prerogativa dei dirigenti scolastici di programmare e di fare attuare interventi educativi utilizzando le risorse e la propria strut-tura organizzativa, nel rispetto degli obiettivi regionali del sistema scolastico e formativo, e della domanda espressa dagli utenti.

❏ B) La prerogativa delle scuole di realizzare gli «obiettivi generali» del sistema nazionale dell’istruzione, uniformandosi ad essi e alla do-manda espressa dall’utenza; le scuole non hanno nessuna autono-mia di destinazione delle risorse loro assegnate.

❏ C) La prerogativa dei docenti di programmare, gestire e migliorare il processo d’insegnamento, nel rispetto del pluralismo culturale, e delle caratteristiche ed esigenze educative della comunità territoriale.

❏ D) La prerogativa economica delle scuole in ordine alla destinazione dei finanziamenti assegnati dallo Stato, dalla Regione e dagli enti locali, utilizzandoli senza vincoli di destinazione nel conto annuale.

❏ E) La prerogativa delle scuole di programmare l’offerta formativa e di attuare interventi didattici con risorse e propria struttura organiz-zativa, tenuto conto degli obiettivi nazionali e delle caratteristiche ed esigenze educative del territorio di riferimento.

2) Quali norme istituiscono l’autonomia scolastica e chi esercita la vi-gilanza su di essa?

❏ A) La Legge n. 477/1973 relativa al “Regolamento dell’autonomia del-le istituzioni scolastiche”. Il mIUR esercita direttamente il potere di «vigilanza» sull’autonomia impugnando eventuali delibere ille-gittime.

❏ B) L’autonomia didattica, amministrativa e di ricerca viene esercitata, fin dall’a.s. 1998/1999, in applicazione dell’art. 21 della Legge n. 59/1997. Il mIUR esercita il potere di «vigilanza» sull’autonomia, tramite i Provveditorati agli studi.

❏ C) L’autonomia didattica, amministrativa e di ricerca è già da tempo esercitata in applicazione della Legge delega n. 477/1973. Il mIUR esercita direttamente il potere di «vigilanza».

❏ D) L’art. 21 della Legge n. 59/1997 e il «Regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche». Il mIUR esercita il potere di vigilanza indirettamente.

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148 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

❏ E) L’art. 21 della Legge n. 59/1997 recante il «Regolamento dell’auto-nomia delle istituzioni scolastiche». Il mIUR esercita indirettamen-te il potere di vigilanza.

3) Il D.Lgs n. 233/1999 che cosa dispone in materia di organi collegiali scolastici centrali e territoriali?

❏ A) Delibera il mantenimento degli organi istituiti con la Riforma mi-sasi.

❏ B) Istituisce: a livello centrale, il Consiglio superiore della pubblica istruzione; a livello regionale, i Consigli regionali dell’istruzione; a livello locale, i Consigli scolastici locali.

❏ C) Istituisce, a livello locale: il Consiglio superiore della pubblica istruzione, i Consigli regionali dell’istruzione e i Consigli scolastici locali.

❏ D) Istituisce, a livello locale: il Consiglio superiore della pubblica istruzione e i Consigli scolastici locali.

❏ E) Istituisce, a livello locale: il Consiglio superiore della pubblica istruzione, i Consigli regionali dell’istruzione e i Consigli di circolo.

4) Quali sono le funzioni del capo d’istituto nella scuola dell’autonomia?

❏ A) Assicurare il funzionamento generale della istituzione scolastica; promuovere e sviluppare l’autonomia sul piano gestionale e didat-tico; promuovere l’esercizio dei diritti tutelati costituzionalmente (diritto all’apprendimento degli alunni, libertà d’insegnamento dei docenti, scelta educativa delle famiglie).

❏ B) Assicurare il funzionamento generale della istituzione scolastica; promuovere e sviluppare l’autonomia sul piano gestionale e didat-tico.

❏ C) Promuovere l’esercizio dei diritti tutelati costituzionalmente (dirit-to all’apprendimento degli alunni, libertà d’insegnamento dei do-centi, scelta educativa delle famiglie).

❏ D) Assicurare il funzionamento generale della istituzione scolastica; promuovere e sviluppare l’autonomia sul piano gestionale e didat-tico; è l’esecutore delle direttive con cui il ministero esercita il potere gerarchico.

❏ E) Promuovere l’esercizio dei diritti tutelati costituzionalmente (dirit-to all’apprendimento degli alunni, libertà d’insegnamento dei do-centi, scelta educativa delle famiglie); è l’esecutore delle direttive con cui il ministero esercita il potere gerarchico sugli organi peri-ferici subordinati.

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25) Al fine del miglioramento della qualità complessiva dell’istituzione scolastica, il dirigente scolastico ha il compito di:

❏ A) valutare la preparazione disciplinare e la competenza didattica degli insegnanti.

❏ B promuovere interventi che assicurino la qualità dei processi forma-tivi e del servizio scolastico in generale.

❏ C) dettare ai consigli di classe le linee per la programmazione degli obiettivi specifici di apprendimento.

❏ D) sovrintendere ai servizi generali dell’istituzione scolastica, coordi-nando il relativo personale.

❏ E) concordare con la rappresentanza sindacale unitaria interna i con-tenuti dell’offerta formativa ampliata.

6) Quali forme assume la collaborazione scuola-territorio, nel testo del D.P.R. n. 275/2009?

❏ A) Le scuole, coerentemente con le proprie finalità in favore degli alunni, possono realizzare ampliamenti dell’offerta formativa con discipline e attività facoltative attivate sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali, e/o con le diverse realtà istituzionali, cul-turali, sociali ed economiche operanti nel territorio.

❏ B) Le scuole, coerentemente con le proprie finalità in favore degli alunni, possono modificare i curricoli scolastici con discipline e attività attivate sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti loca-li, le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio.

❏ C) non è consentito alle scuole di programmare attività curricolari e/o non curricolari d’intesa con le Regioni e gli Enti locali, o con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operan-ti nel territorio.

❏ D) Le scuole possono realizzare ampliamenti dell’offerta formativa con discipline e attività facoltative attivate sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali, o con le diverse realtà istituzionali, cul-turali, sociali ed economiche operanti nel territorio.

❏ E) Le scuole, coerentemente con le proprie finalità in favore degli alunni, possono realizzare ampliamenti dell’offerta formativa con discipline e attività facoltative attivate sulla base di accordi con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operan-ti nel territorio.

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150 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

7) Il direttore dei servizi generali ed amministrativi:

❏ A) ha autonomia operativa ma agisce sotto la responsabilità diretta del dirigente per quanto attiene alla definizione ed esecuzione degli atti a lui assegnati.

❏ B) ha autonomia operativa e responsabilità diretta nella definizione ed esecuzione degli atti amministrativo-contabili, di ragioneria ed economato.

❏ C) ha responsabilità diretta, ma non autonomia operativa nel definire e eseguire gli atti amministrativo-contabili.

❏ D) risponde della definizione ed esecuzione degli atti amministrativo-contabili, di ragioneria ed economato, previa autorizzazione dell’Uf-ficio Scolastico Regionale.

❏ E) ha autonomia operativa e responsabilità indiretta (mutuata da quella del D.S.) nella definizione/esecuzione degli atti amministra-tivo-contabili, di ragioneria ed economato.

8) Quali obblighi di trasparenza nell’azione amministrativa hanno le scuole in ordine al “diritto di accesso” agli atti?

❏ A) Le scuole non hanno alcun obbligo essendo la documentazione amministrativa e didattica che detengono del tutto riservata.

❏ B) Il D.S. deve consentire l’accesso ad atti detenuti dalla scuola che vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interessata a tutelare, con essi, un proprio diritto.

❏ C) La Giunta deve consentire l’accesso ad atti detenuti dalla scuola che vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interes-sata a tutelare , con essi, un proprio diritto.

❏ D) Il D.S. deve consentire l’accesso ad atti detenuti dalla scuola che vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interessata a tutelare, con essi, un proprio diritto, e/o da ogni altra persona il cui nome figuri nella documentazione richiesta.

❏ E) Il D.S. deve consentire l’accesso ad atti detenuti dalla scuola che vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interessata a tutelare, con essi, un proprio diritto; contestualmente è tenuto a tutelare la riservatezza degli altrui dati sensibili.

9) Le dotazione finanziarie di istituto vanno utilizzate:

❏ A) senza altro vincolo di destinazione che quello finalizzato allo svol-gimento delle attività di istruzione, formazione e orientamento previste e organizzate nel PoF.

❏ B) autonomamente dal DSGA, con il solo vincolo delle direttive sulla gestione amministrativo-contabile impartite dal ministero dell’Istru-zione.

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2 ❏ C) senza vincolo di destinazione, dall’istituzione scolastica, in virtù dell’autonomia di gestione prevista con il D.P.R. 275/99.

❏ D) secondo le voci “capitoli di spesa” stabiliti dall’USR. ❏ E) secondo le direttive dell’Assessorato Scolastico Regionale che ga-

rantisce la copertura finanziaria.

10) Nella relazione che accompagna il programma annuale, deliberato dal Consiglio di Istituto, sono illustrati:

❏ A) i progetti previsti dal PoF, con i nominativi dei docenti referenti e le relative fonti di finanziamento.

❏ B) i principi di trasparenza, efficienza ed efficacia, cui si ispira la ge-stione amministrativo-contabile della scuola, in coerenza con il PoF.

❏ C) gli obiettivi da realizzare e la destinazione delle risorse, in coeren-za con le previsioni del piano dell’offerta formativa (PoF).

❏ D) i risultati attesi dalla gestione amministrativo-contabile, che rap-presentano i vincoli entro i quali sono possibili i progetti e le atti-vità previste dal PoF.

❏ E) gli obiettivi da realizzare e la destinazione delle risorse, in coeren-za con le disposizioni del ministero dell’Economia e della Finanza (mEF).

11) Il docente collaboratore vicario:

❏ A) esercita i poteri dell’organo primario impedito, non come titolare dell’ufficio ma come preposto all’ufficio.

❏ B) è il collaboratore che, designato in seno al Collegio dei docenti, di volta in volta impersona l’ufficio del dirigente scolastico impedito o assente.

❏ C) esercita i poteri dirigenziali unitamente all’organo primario, ma non come titolare dell’ufficio bensì come preposto all’ufficio.

❏ D) esercita i poteri dell’organo primario impedito o assente, non come titolare dell’ufficio ma come preposto all’ufficio.

❏ E) esercita i poteri dell’organo primario, come rappresentante che impersona l’ufficio del dirigente scolastico impedito o assente.

12) Per la gestione organizzativa dei plessi staccati dalla sede centrale:

❏ A) il D.S. nomina collaboratori fiduciari, tramite determinazione di-rigenziale; le loro spettanze economiche sono liquidate dall’U.S.R.

❏ B) il D.S. nomina collaboratori fiduciari, tramite determinazione di-rigenziale; ad essi non spetta alcun compenso economico.

❏ C) il Consiglio di istituto nomina collaboratori fiduciari, tramite de-terminazione dirigenziale; le loro spettanze economiche sono at-tinte al FIS.

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152 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

❏ D) il Collegio docenti nomina collaboratori fiduciari, tramite determi-nazione dirigenziale; le loro spettanze economiche sono attinte al FIS.

❏ E) il d.s. nomina collaboratori fiduciari, tramite determinazione diri-genziale; le loro spettanze economiche sono attinte al FIS.

13) All’inizio dell’anno scolastico, è possibile attivare, nelle scuole, classi non preventivate nell’organico di diritto?

❏ A) no, per nessuna ragione. ❏ B) Sì, ma in situazioni eccezionali e del tutto residuali, con autoriz-

zazione preventiva dell’ufficio periferico del mIUR. ❏ C) Sì, i dirigenti scolastici possono farlo autonomamente, previa l’ac-

curata osservanza degli stringenti criteri impartiti dal mIUR. ❏ D) Sì, concordando un finanziamento straordinario a carico degli

utenti. ❏ E) Sì, acquisendo previa delibera del Consiglio di circolo o istituto.

14) Con quale procedura si assegnano ai docenti gli insegnamenti c.d. “atipici”, ove nella scuola siano presenti più titolari?

❏ A) La scuola tutelerà la titolarità dei docenti interni che risultino so-prannumerari, evitando il provvedimento di mobilità d’ufficio qualunque sia la loro classe di abilitazione.

❏ B) La scuola darà precedenza al docente che, in relazione al numero di posti, risulterà collocato con maggior punteggio nella graduato-ria d’Istituto unificata incrociando le graduatorie delle classi di concorso confluenti.

❏ C) L’assegnazione è concordata tra il D.S. e gli uffici territoriali del mIUR attingendo alle classi di concorso “confluenti” nelle quali si registrino esuberi a livello provinciale.

❏ D) Il direttore dell’U.S.R. assegnerà le cattedre attingendo, secondo la collocazione dei docenti nelle G.E. regionali, alle classi di concorso “confluenti” nelle quali si registrino esuberi.

❏ E) La D.G. per il personale assegnerà le cattedre attingendo, secondo la collocazione dei docenti nelle G.E. regionali, alle classi di con-corso “confluenti” nelle quali si registrino esuberi.

15) Nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie, in caso di inter-pello e convocazione per supplenze di durata inferiore a gg. 10, la procedura si avvia:

❏ A) mediante telefonata che abbia carattere di fonogramma, nell’orario di reperibilità e rispettando l’ordine di collocazione degli aspiranti nella graduatoria provinciale.

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2 ❏ B) mediante telefonata che abbia carattere di fonogramma, dando la priorità ad aspiranti che abbiano insegnato precedentemente nella scuola in questione.

❏ C) per via telegrafica. ❏ D) mediante telefonata con carattere di fonogramma, nell’orario di

reperibilità e secondo l’ordine di collocazione degli aspiranti nella graduatoria di circolo o istituto.

❏ E) mediante telefonata di preavviso, almeno tre giorni prima della presa di servizio, rispettando l’ordine di collocazione degli aspiran-ti nella graduatoria a esaurimento.

16) In caso di interpello e convocazione per supplenze di durata superiore a gg. 10 e fino a gg. 29, le scuole utilizzano:

❏ A) il telefono. ❏ B) i mezzi di comunicazione secondo l’ordine che l’aspirante a sup-

plenza ha indicato nel modulo-domanda di inserimento nella gra-duatoria di circolo o di istituto.

❏ C) la messaggeria sms. ❏ D) il telegramma. ❏ E) i mezzi di comunicazione secondo l’ordine che l’aspirante a sup-

plenza ha indicato nel modulo-domanda di inserimento nella gra-duatoria provinciale a esaurimento.

17) Quali innovazioni ha introdotto la Legge 24 novembre 2009 n. 167 in materia di testi scolastici adozionali?

❏ A) Ha disposto che, con l’a.s. 2012/2013, nelle scuole non possano essere in uso testi scolastici di nuova adozione che non siano di-sponibili, nel web o in commercio, con il formato digitale, o con il supporto digitale collegato all’edizione cartacea.

❏ B) Stabilisce che, dal 2010/2011, nelle scuole siano adottabili soltanto e-book di nuova edizione.

❏ C) Ha disposto che, con l’a.s. 2013/2014, nelle scuole non possano essere in uso testi scolastici che non siano disponibili, nel web o in commercio, con il formato digitale o con il supporto digitale colle-gato all’edizione cartacea.

❏ D) Ha disposto l’acquisto dei testi in formato digitale da parte delle scuole pubbliche, che li consegneranno in comodato d’uso agli studenti.

❏ E) Ha disposto che, con l’a.s. 2013/2014, nelle scuole non possano essere in uso testi scolastici di nuova adozione che non siano di-sponibili, nel web o in commercio, con il formato digitale o con il supporto digitale collegato all’edizione cartacea.

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154 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

18) Il modulo didattico con maestro prevalente è stato ripristinato, nella Scuola primaria:

❏ A) per effetto della Riforma Gelmini, in sostituzione del “modulo di-dattico” realizzato da più maestri in una stessa classe.

❏ B) per effetto della Riforma moratti, in sostituzione del “modulo di-dattico” realizzato da più maestri in una stessa classe.

❏ C) nel 1990, quando è stato sperimentato in sostituzione del tradizio-nale modulo didattico (3 docenti per due classi, o 4 docenti per tre classi).

❏ D) in questo a.s. 2011/2012, in via sperimentale; sostituisce il tradizio-nale modulo didattico (3 docenti per due classi, o 4 docenti per tre classi).

❏ E) per effetto della Riforma Fioroni, allo scopo di garantire ai piccoli alunni il sostegno sicuro del maestro agli esami conclusivi del quinquennio elementare.

19) A chi è affidato l’insegnamento della lingua inglese nella scuola pri-maria?

❏ A) Continua ad essere impartito da “esperti”, esterni all’organico del-la scuola di cui trattasi.

❏ B) Deve essere impartito da docenti in possesso del necessario requi-sito, facenti parte dell’organico della scuola di cui trattasi.

❏ C) A nessuno: non è impartito. ❏ D) Deve essere impartito da docenti in possesso del necessario requi-

sito, facenti parte dell’organico di ruolo delle scuole della provincia in cui tali docenti insegnano.

❏ E) Deve essere impartito da docenti di Inglese, soprannumerari nella scuola secondaria.

20) Il D.P.R. n. 249/1998 dispone, in riferimento ai diritti delle studentesse e degli studenti, che i dirigenti e i docenti delle scuole secondarie:

❏ A) tengano conto dei loro bisogni formativi, li informino degli obiet-tivi, dei programmi e dei criteri didattici e docimologici, ne rispet-tino i ritmi d’apprendimento, attivino iniziative di orientamento e sostegno, li coinvolgano nell’organizzazione scolastica.

❏ B) ottimizzino i ritmi individuali d’apprendimento, secondo standard di eccellenza; organizzino occasioni di competizione per valoriz-zare gli allievi più capaci, e stipulino convenzioni con agenzie del mondo culturale al fine della premialità degli studenti.

❏ C) concordino con le rappresentanze studentesche le metodiche e gli obiettivi didattici, i programmi, i criteri di verifica e valutazione; affidino al Comitato studentesco la gestione di spazi formativi nei quali possano concorrere a organizzare la scuola.

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2 ❏ D) programmino le attività formative curricolari e non curricolari distinguendole in due categorie: quelle da gestire direttamente e quelle da affidare alla responsabilità degli studenti stessi.

❏ E) tengano conto dei loro bisogni formativi, li informino degli obiet-tivi, dei programmi e dei criteri didattici e docimologici, ne rispet-tino i ritmi d’apprendimento, attivino iniziative di orientamento e sostegno.

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RiSPoSTE Al TEST n. 2

1) Risposta esatta: E

La prima risposta erroneamente attribuisce ogni prerogativa unicamente al dirigente scolastico e omette il riferimento agli obiettivi nazionali. La seconda risposta contraddice il concetto di autonomia. La terza risposta considera soltanto gli aspetti didattici dell’au-tonomia mentre la quarta considera soltanto gli aspetti economici. Il quadro delle prerogative di cui alla quinta risposta si ricava dal D.P.R. n. 275 del 1999, recante il “Regolamento attuativo dell’autonomia scolastica”. La Legge 15 marzo 1997 n. 59 “Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed enti locali, per la riforma della p.a. e per la semplificazione amministrativa” - c.d. “Legge Bassanini”, dal nome dell’estensore (che allora ricopriva la carica di ministro della Funzione pubblica, mentre Luigi Berlinguer era, nello stesso governo, ministro dell’Istruzione) - è quella isti-tutiva dell’autonomia scolastica: l’art. 21 ha prodotto una “rivoluzione” nella scuola, attri-buendo personalità e autonomia giuridica alle istituzioni scolastiche, e la funzione diri-genziale ai direttori didattici e ai presidi.

2) Risposta esatta: D

La prima risposta riporta un riferimento normativo errato ed è imprecisa sui poteri di vigilanza (che non sono esercitati direttamente). La seconda risposta è errata nella data di applicazione dell’autonomia ed è imprecisa nel riferimento ai provveditorati. La terza risposta è errata del tutto. L’ultima risposta attribuisce alla Legge 59/1997 una rubrica che non è la sua.L’articolo citato nella quarta risposta è quello sull’autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi. Successivamente alla citata Legge del 1997, l’autonomia delle scuole è stata riconosciuta di rango costituzionale, in virtù della Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 recante modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione: posta la distinzione tra potestà legislativa «esclusiva» e potestà «concorrente», l’art. 117 stabilisce, tra altro, che l’istruzione è materia di legislazione concorrente Stato-Regione, ma «fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dell’istruzione e della formazione professionale», che sono di esclusiva competenza regionale. La locuzione «salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche» comporta che le scuole abbiano potestà normativa di natura analoga a quella degli enti locali, limitatamente ad alcune competen-ze (ad esempio, spetta al Collegio docenti e ai Consigli di classe delineare gli obiettivi formativi e didattici per gli alunni).

3) Risposta esatta: B

La prima risposta è errata, disconoscendo le innovazioni decretate. La terza risposta è imprecisa, non distinguendo i tre livelli territoriali previsti nel decreto. Lo stesso errore ricorre nelle due successive risposte che, inoltre, contengono ciascuna un altro errore: la quarta risposta è incompleta nella elencazione degli organi istituiti; la quinta risposta inserisce tra gli organi territoriali il Consiglio di Circolo.La scuola dell’autonomia si apre nel senso dell’autonomia funzionale alla realtà sociale territoriale, accogliendone istanze ed energie alle quali adatta l’offerta formativa, la ge-stione, le risorse. Il D.Lgs. 30 giugno 1999 n. 233 (Riforma degli organi collegiali, territoria-li della scuola a norma dell’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59) ha recepito il mo-

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Risposte al Test n. 2 157

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2dello di scuola aperta al territorio e gestita anche da rappresentanze di soggetti esterni. Di seguito, ne riportiamo alcune disposizioni: “Art. 1 (Organi collegiali della scuola a livello centrale, regionale e locale) 1. Nel sistema scolastico nazionale gli organi collegiali disciplinati dal presente decreto legislativo assicura-no, a livello centrale, regionale e locale, rappresentanza e partecipazione alle componenti della scuola e ai diversi soggetti interessati alla sua vita, alle sue attività e ai suoi risultati. 2. Gli organi collegiali di cui al comma 1 sono: a livello centrale, il Consiglio superiore della pubblica istruzione; a livello regionale, i Consigli regionali dell’istruzione; a livello locale, i Consigli scolastici locali. Art. 2 (Competenze e composizione del Consiglio superiore della pubblica istruzione) 1. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione è organo di garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale dell’istruzione e di supporto tecnico scientifico per l’esercizio delle funzioni di go-verno. Art. 4 (Consigli regionali dell’istruzione) 1. È istituito, presso ogni ufficio periferico regiona-le dell’amministrazione della pubblica istruzione, il Consiglio regionale dell’istruzione. Il Consiglio dura in carica tre anni ed ha competenze consultive e di supporto all’Amministra-zione a livello regionale. Esso esprime pareri obbligatori in materia di autonomia delle isti-tuzioni scolastiche, di attuazione delle innovazioni ordinamentali, di distribuzione dell’offer-ta formativa e di integrazione tra istruzione e formazione professionale, di educazione per-manente, di politiche compensative con particolare riferimento all’obbligo formativo e al diritto allo studio, di reclutamento e mobilità del personale, di attuazione degli organici fun-zionali di istituto. Art. 5 (Consigli scolastici locali) 1. I consigli scolastici locali, che sostituiscono i consigli scolastici distrettuali e provinciali, sono istituiti in corrispondenza delle articolazioni terri-toriali dell’amministrazione periferica, previa intesa con le Regioni e gli enti locali assunta nelle apposite sedi di concertazione di cui all’articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112”.

4) Risposta esatta: A

La seconda e la terza risposta riportano, ciascuna, una parte soltanto dell’elencazione richiesta. La quarta e l’ultima risposta risultano auto contraddittorie: nella prima parte contengono indicazioni corrette, e nella seconda parte altre che sono, invece, riconduci-bili al profilo professionale di quelli che erano i presidi, prima dell’attribuzione della qualifica dirigenziale ai capi d’istituto con l’art. 21 della Legge n. 59/1997.

Il comma 16 del citato articolo 21 così definisce i contenuti della funzione dirigenziale:— espletamento di compiti di direzione;— coordinamento e gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali;— raccordo con le funzioni spettanti agli organi collegiali;— raccordo con le funzioni dell’amministrazione scolastica periferica;— responsabilità in ordine ai risultati. Sul medesimo argomento, il D.Lgs. 6 marzo 1998

n. 59, e l’art. 25 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 stabiliscono le seguenti funzioni del dirigente scolastico:

— assicura il funzionamento generale dell’istituzione scolastica, nella sua autonomia funzionale entro il sistema di istruzione e formazione;

— promuove e sviluppa l’autonomia sul piano gestionale e didattico;— promuove l’esercizio dei diritti costituzionalmente tutelati (quali il diritto all’appren-

dimento degli alunni, la libertà dell’insegnamento da parte dei docenti, la scelta edu-cativa da parte delle famiglie). Essendo titolari dell’ufficio-organo dell’istituto scolasti-co, i dirigenti scolastici hanno una posizione di supremazia gerarchica nei confronti del personale docente e del personale Ata. Dalla relazione gerarchica va tenuta distin-ta l’altra configurazione giuridica del dirigente scolastico, quella di presidente degli

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158 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

organi collegiali di istituto, funzione che non comporta supremazia gerarchica; egli è primus inter pares nell’attività decisionale, e nondimeno ha l’onere di convocare l’or-gano collegiale presieduto, predisporne i lavori, guidare e disciplinare i lavori dando e togliendo la parola, stabilire l’ordine delle votazioni, assicurare l’osservanza delle leggi e garantire l’ordine e la regolarità delle discussioni e delle deliberazioni.

5) Risposta esatta: B

La terza risposta è infondata, perché gli oSA sono indicati dal mIUR, a livello nazionale (ai sensi del D.P.R. n. 275/1999 e del D.m. n. 100/2002). La quarta risposta configura inge-renza del dirigente scolastico in compiti del dirigente dei servizi generali e amministrati-vi. L’ultima risposta prospetta una commistione illegittima di competenze. La risposta A è infondata, non avendo il dirigente il compito di valutare gli insegnanti: il D.S. esercita sugli insegnati potere di “vigilanza didattica” (valuta, nel rispetto della libertà d’insegna-mento, la congruenza tra gli obiettivi stabiliti nel PoF e l’esercizio della funzione docente).L’art. 1, terzo comma, del D.Lgs. 6 marzo 1998 n. 59 (Disciplina della qualifica dirigenziale dei capi di istituto delle istituzioni scolastiche autonome) attribuisce al dirigente scolastico il compito di promuovere gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e del servizio scolastico in generale. In accordo con gli organi collegiali interni, il dirigente scolastico può, ad esempio, disporre il monitoraggio di indicatori connessi all’attività didattica (ad es., il numero di debiti scolastici, le medie dei voti di diploma, l’incidenza della “dispersione” scolastica sul numero totale degli iscritti, la diligenza degli studenti nel collaborare ai tempi e modi della didattica e valutazione proposti dai docenti, la loro disponibilità a confrontarsi in seno al Consiglio di classe per il coordinamento della pro-grammazione disciplinare e interdisciplinare, per la scelta dei testi adozionali, per stabi-lire le priorità da riconoscere alle esigenze didattiche di singoli allievi). Quanto al moni-toraggio della organizzazione e del servizio agli utenti, il dirigente scolastico può attivare strumenti di rilevazione continuativa, quali, lo “sportello” di ascolto (di cui al D.P.C.m. del 7 giugno 1995) e il questionario di rilevazione della customer satisfaction, che sono utili a raccogliere, oltre che i giudizi sul servizio scolastico, segnalazioni di disservizi e suggeri-menti degli utenti. Con questi strumenti, è possibile monitorare la struttura organizzativa della scuola, cioè, secondo quanto indicato nel già citato D.P.C.m. 7 giugno 1995: se i servizi al pubblico sono tempestivi; se le risorse economiche sono utilizzate al meglio; se le strutture sono ben utilizzate e conservate; se si fruisce correttamente di laboratori, bi-blioteca, palestre; se l’informazione della scuola agli utenti è tempestiva ed esauriente; se l’attività supportiva agli studenti (accoglienza, orientamento, supporti all’apprendimento e alla socializzazione) è efficace.

6) Risposta esatta: A

La seconda risposta è errata nel riferimento alle attività curricolari. La terza risposta nega erroneamente la possibilità delle scuole di aprirsi al territorio. La quarta risposta è, rispet-to alla prima, incompleta (omette un vincolo programmatorio essenziale). L’ultima rispo-sta è, rispetto alla prima, incompleta (omette di citare le regioni e gli EE.LL.).Il coinvolgimento degli enti e delle associazioni della locale realtà economica e culturale, nelle scelte educative della scuola era già stabilito negli artt. 138, 139 del D.Lgs. 31 marzo 1998 n. 112. Il D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275 (Regolamento dell’autonomia scolastica) enun-cia il principio della collaborazione scuola-territorio nei seguenti artt.:

— 1, comma 1 “Le istituzioni scolastiche... provvedono alla definizione e alla realizzazione dell’offerta formativa, nel rispetto delle funzioni delegate alla Regioni e dei compiti e fun-zioni conferite agli enti locali….”;

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2— 3, comma 4 “Il Pof riflette l’esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale tenendo conto della programmazione territoriale dell’offerta formativa… Il dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio”;

— 9, commi 1 e 2 “Le istituzioni scolastiche… realizzano ampliamenti dell’offerta formati-va che tengano conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle re-altà locali.. I predetti ampliamenti consistono in ogni iniziativa coerente con le proprie finalità, in favore dei propri alunni e, coordinandosi con eventuali iniziative promosse dagli enti locali, in favore della popolazione giovanile e degli adulti.... I curricoli …posso-no essere arricchiti con discipline e attività facoltative che, per la realizzazione di percor-si formativi integrati, le scuole programmano sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti locali, le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio”.

7) Risposta esatta: B

La prima risposta è errata, in quanto nega la diretta responsabilità del DSGA negli atti amministrativo-contabili, di ragioneria ed economato, assegnati alle sue mansioni; la sua interazione con il dirigente scolastico è configurata come “coadiuvazione”, al comma 5 dell’art. 25 D.Lgs. 165/2001: si tratta di una relazione gerarchico-funzionale poiché l’ope-rato del Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi si realizza in base alle direttive del dirigente scolastico. La terza risposta è autocontraddittoria (all’autonomia operativa si coniuga la responsabilità personale). La quarta risposta disconosce l’autonomia organiz-zativa delle scuole. La quinta risposta è errata, in quanto ripropone, con altre parole, il senso della prima risposta. La norma originaria di riferimento sul profilo professionale del DSGA è l’art. 34 del CCnL 26-5-1999. In virtù di tale contratto, dal 1-9-2000, gli ex Coordinatori amministrativi sono transitati alla qualifica attuale, che presuppone la laurea in Giurisprudenza o in Scienze politiche, sociali e amministrative, o in Economia e commercio o equipollenti. Il citato CCnL elenca le funzioni di tipo istruttorio-strumentale del DGSA. Il Direttore dei servizi generali ed amministrativi è l’organo tecnico che sovrintende con autonomia operativa, nell’ambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati dal D.S., ai servizi generali amministrativo-contabili coordinando il relativo personale Ata, gli opera-tori amministrativi e il personale di supporto all’attività didattica, posti alle sue dirette dipendenze e verificandone i risultati rispetto agli obiettivi assegnati. Inoltre, il DSGA può svolgere attività avente rilevanza esterna, e incarichi di attività tutoriale, di aggiornamen-to e formazione nei confronti del personale Ata, e incarichi ispettivi nell’ambito delle istituzioni scolastiche; è funzionario delegato, ufficiale rogante e consegnatario dei beni mobili, con obbligo della tenuta del registro dell’inventario. Con il CCnL 15-3-2001, art. 8, il trattamento economico dei DD. SS.GG.AA. è stato rivalutato in connessione allo svolgimento delle funzioni direttive.

8) Risposta esatta: E

La prima risposta è errata negando l’obbligo. La seconda è incompleta perché omette una condizione tassativa dell’accesso agli atti. La terza risposta contiene, oltre alla detta omis-sione, un’indicazione errata: il riferimento alla Giunta esecutiva. La quarta risposta è er-rata nella parte in cui amplia il diritto di accesso in modo indiscriminato. L’accesso agli atti è uno degli aspetti della “trasparenza” nell’azione amministrativa, di cui alla Legge 241/90, e alla contestuale tutela (a norma del D.L.vo 196/2003) alla riservatezza dei dati personali sensibili. La Legge 241/90 prescrive che nella richiesta di accesso agli atti vadano specificati gli interessi e le motivazioni che sono a fondamento della richiesta.

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160 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

Per prima cosa, il D.S. inviterà il richiedente a presentare, entro un termine stabilito, istanza nella quale vengano individuati i documenti detenuti dall’Amministrazione ai quali vuole accedere e le ragioni dell’istanza; successivamente, il d.s. individuerà quali dati dovranno essere coperti da riservatezza e permetterà all’istante la sola visione degli atti ammessi all’accesso, con modalità da lui stabilite e negando l’estrazione di copia.

9) Risposta esatta: A

La seconda risposta è errata nel riferimento al DSGA. La terza risposta è errata nel riferi-mento al D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275. La quarta risposta è errata in entrambe le afferma-zioni che riporta. L’ultima risposta è errata perché nega sostanzialmente l’autonomia scolastica, attribuendo all’ente Regione quelle che erano le competenze dello Stato e sono adesso competenze dell’autonomia scolastica.Il riferimento normativo è al Decreto Interministeriale n. 44, del 1° febbraio 2001. All’art. 1 comma secondo, dispone che, nella scuola dell’autonomia, le risorse accertate dell’atti-vità finanziaria qual è configurata nel “Programma annuale” vadano a costituire una do-tazione finanziaria di istituto “senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario dello svolgimento delle attività di istruzione, di formazione e orientamento proprie dell’isti-tuzione interessata, come previste e organizzate nel piano dell’offerta formativa (POF), nel rispetto delle competenze attribuite o delegate alle regioni o agli enti locali dalla normativa vigente. Le istituzioni scolastiche provvedono altresì all’autonoma allocazione delle risorse finanziarie derivanti da entrate proprie o da altri finanziamenti dello Stato, delle regioni, di enti locali o di altri enti, pubblici e privati, sempre che tali finanziamenti non siano vincola-ti a specifiche destinazioni”.

10) Risposta esatta: C

La prima e la quarta risposta fanno riferimento a uno solo degli aspetti contenuti nel di-spositivo di legge. La seconda risposta non ha pertinenza con la domanda. nell’ultima risposta è errato il riferimento al mEF.La norma cui richiamarsi è l’art. 2 del D.I. n. 44/2001. È il dirigente scolastico che predi-spone la relazione di accompagnamento al programma annuale. Questo, redatto sulla traccia di appositi modelli ministeriali, è il documento amministrativo-contabile collega-to al PoF, e indica le entrate e gli stanziamenti di spesa per: il funzionamento ammini-strativo e didattico; i compensi al personale; le eventuali spese di investimento; i progetti da realizzare; le eventuali gestioni economiche; il fondo di riserva. Deve, altresì, dare in-dicazione delle fonti di finanziamento e della spesa complessiva prevista. Una volta ap-provato dal Consiglio d’istituto, e pubblicato all’albo, il programma annuale non è sogget-to ad ulteriori controlli o autorizzazioni, e il dirigente può senz’altro procedere all’accer-tamento delle entrate e all’assunzione degli impegni di spesa previsti.

11) Risposta esatta: D

La prima risposta è imprecisa in un particolare (omette la parola “assente” che va riferita “all’organo primario”). La seconda risposta è errata in ogni sua parte. La terza risposta segnala erroneamente il contemporaneo esercizio delle funzioni da parte del dirigente scolastico e del suo vicario. nell’ultima risposta si asserisce l’opposto di ciò che è corretto.L’art. 25, comma 5, del D.Lgs n. 165/2001 dispone che, nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e amministrative, il dirigente scolastico può avvalersi di «docenti collaboratori» da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti. È pre-visto che il dirigente scolastico scelga un docente che esplichi le funzioni vicarie, cioè che sostituisca lo stesso dirigente scolastico in caso di assenza o impedimento. L’esercizio

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2della funzione dirigenziale da parte del docente con funzioni vicarie comporta l’assunzio-ne delle funzioni del dirigente scolastico, ivi compresa la presidenza degli organi collegia-li. Tale assunzione di funzioni opera di diritto in caso di assenza del dirigente dal servizio per congedo o aspettativa o altre posizioni di stato, o nel caso che il dirigente scolastico sia assente o impedito in rapporto a situazioni giuridiche o di fatto.

12) Risposta esatta: E

nella prima e nella seconda risposta si riportano errate indicazioni sul compenso econo-mico dei fiduciari. nella terza risposta e nella quarta risposta si riportano errate indica-zioni circa il soggetto che ha potere di nomina. L’organizzazione degli Uffici è “riserva di legge” e rientra, quindi, nelle prerogative diri-genziali, a norma del D.Lgs 165/2001 e del D.Lgs 150/2009.

È facoltà del dirigente scolastico nominare un certo numero di collaboratori, in rapporto alle esigenze della scuola, assegnando loro la qualifica di “collaboratori del dirigente”; la nomina va fatta tramite determinazione dirigenziale nella quale siano specificati:

— le motivazioni che rendono necessaria la nomina;— i criteri in base ai quali sono stati individuati i docenti nominati;— le competenze e le deleghe loro assegnate.

Le nomine vengono poi notificate a: docenti, personale ATA, studenti, membri del C.d.I. I fiduciari nominati come responsabili per le sedi staccate sono retribuiti, in misura stabi-lita con contrattazione sindacale di istituto, dal Fondo dell’Istituto previa delibera del Consiglio di Istituto. I compensi sono liquidati ai fiduciari al termine dell’anno scolastico, previa loro relazione sulle attività svolte.

13) Risposta esatta: B

La prima e la terza opzione sono errate per ragioni opposte. La quarta opzione è irreali-stica. L’ultima risposta è del tutto errata.A inizio settembre, i dirigenti scolastici possono prospettare variazioni nell’organico, in seguito a eventuali scostamenti del numero degli alunni: possono prospettare la forma-zione di nuove classi, a determinate condizioni, avvalendosi (ai sensi del D.P.R. n. 275/1999) delle prerogative dell’autonomia organizzativa e didattica. Impiegando con flessibilità le risorse umane, i dirigenti scolastici concorrono ad adeguare l’organico alle situazioni di fatto (anche secondo le richieste delle famiglie) ed eventualmente ad attivare nuove clas-si, in “situazioni eccezionali e del tutto residuali che si rivelino indispensabili per assicurare il funzionamento delle istituzioni scolastiche”. Se il numero di alunni è di fatto inferiore a quello preventivato nella definizione dell’organico di diritto, concorderanno con l’ufficio scolastico territoriale periferico accorpamenti di classi; l’eventuale concessione di nulla-osta a trasferimento di alunni non potrà comportare modifiche del numero delle classi.

14) Risposta esatta: B

La prima risposta è improponibile perché non salvaguarda la qualità dell’insegnamento agli alunni. La terza segnala come prioritaria una procedura che è, invece, secondaria. La quarta risposta attribuisce all’USR una competenza che non ha; l’ultima risposta che at-tribuisce la competenza al ministero stesso è ovviamente errata.Le disposizioni ministeriali in materia di organico di diritto degli insegnanti e di forma-zione delle classi (in materia, la C.m. più recente è la n. 25 del 29 marzo 2012) fanno an-cora riferimento alla tabella tradizionale delle classi di concorso dei docenti. Eppure negli anni recenti, numerose riforme e “riordini” hanno modificato il quadro dell’offerta forma-

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162 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

tiva curricolare delle scuole secondarie di secondo grado (i provvedimenti di riferimento sono: il D.P.R. n. 87/2010 relativo agli istituti professionali, il D.P.R. n. 88/2010 relativo agli istituti tecnici, e il D.P.R. n. 89/2010 relativo ai licei). Pertanto, alcuni insegnamenti configurati nella Riforma/riordino della scuola secondaria superiore risultano, perché nuovi o modificati, di attribuzione dubbia, riconducibili a più classi di concorso. Per ef-fetto di questo disallineamento normativo, la Direzione Generale per il Personale ha di-sposto (con le Circolari prot.1348 del 21 aprile 2010; prot. 4968 dell’11 maggio 2010; prot. 5358 del 25 maggio 2010) che le scuole utilizzino, per l’assegnazione delle cattedre, pro-cedure riferibili al concetto di “aticipizzazione” di determinati insegnamenti (tra questi, principalmente quelli di nuova introduzione con la “Riforma/Riordino Gelmini”). In so-stanza, in presenza nella stessa scuola di più di un titolare di insegnamenti atipici, la scuola darà precedenza a colui che, in relazione al numero di posti, risulterà collocato con maggior punteggio nella graduatoria d’Istituto unificata incrociando le graduatorie con-flueti; in assenza di titolari da salvaguardare, l’assegnazione avverrà attingendo alle classi di concorso in esubero a livello provinciale, nelle corrispondenti classi di concorso con-fluenti.

15) Risposta esatta: D

La prima risposta è errata nel riferimento alla graduatoria provinciale. La seconda rispo-sta asserisce erroneamente una presunta priorità dei supplenti che abbiano in precedenza insegnato nella stessa scuola. La terza risposta è del tutto errata. L’ultima risposta asseri-sce erroneamente che vi debba essere un preavviso di 3 gg. e che si debba attingere alla graduatoria ad esaurimento.A norma del D.m. 28 maggio 2009 n. 56, art. 11 “Criteri e modalità di interpello e convoca-zione degli aspiranti“, le scuole procedono ad interpellare gli aspiranti a supplenza, inse-riti nelle graduatorie di circolo o istituto, telefonicamente (su rete fissa o mobile, secondo l’indicazione esplicitata nella documentazione del richiedente), nella fascia oraria di re-peribilità (dalla 7,30 alle 9,00). Se la prima ricerca non dà esito, nell’ora successiva si procede ad una seconda, limitata agli aspiranti non rintracciati con la prima chiamata. Le telefonate devono avere carattere di fonogramma da registrare agli atti della posta in uscita, indicando giorno ed ora della comunicazione, nominativo di chi trasmette e di chi riceve, o indicazione della mancata risposta.

16) Risposta esatta: B

Le risposte A, C e D danno un’indicazione errata del mezzo di comunicazione da utilizza-re di regola; la scelta del mezzo è, invece, fatta dall’aspirante a supplenza. nell’ultima ri-sposta, l’errore è soltanto nel riferimento alla graduatoria provinciale.A norma del D.m. 28 maggio 2009 n. 56, le scuole accertano la disponibilità degli aspiran-ti a supplenza temporanea, inseriti nella graduatoria di circolo o istituto, ad accettare la proposta di contratto; useranno i mezzi di comunicazione (e-mail, telefonata, messaggio sms), secondo l’ordine preferenziale indicato nel modulo-domanda di supplenza.

17) Risposta esatta: A

La seconda risposta enuncia erroneamente un provvedimento troppo drastico. La terza risposta, omettendo la frase “testi di nuova adozione”, travisa qual è lo stato di avanza-mento del programma ministeriale, all’a.s. 2013 (quando ancora possono circolare testi non digitalizzati, adottati negli anni precedenti al 2012, e destinati a diventare residuali). La quarta risposta è di pura fantasia, irrealistica. L’ultima risposta è imprecisa, proiettan-do la norma con un anno scolastico di ritardo.

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2Durante la gestione del ministro Gelmini, il mIUR ha impresso un orientamento favore-vole agli e-book come testi adozionali nelle scuole; orientamento confermato dal ministro Profumo. Le principali norme su questo argomento sono: la legge 30 ottobre 2008, n. 169 e la legge 24 novembre 2009, n. 167 che hanno disposto il passaggio progressivo ai testi scolastici digitali di nuovo editing, o almeno a quelli corredati di supporto digitale o che gli editori trasferiscono in rete pur mantenendo il formato cartaceo. L’art. 5 del decreto-legge n. 137/2008, convertito nella legge 30 ottobre 2008, n. 169, ha limitato la facoltà dei consigli di classe in ordine alle adozioni di testi scolastici che non siano in formato digi-tale (con deroga per specifiche e motivate esigenze», quali principalmente le «modifiche di ordinamenti scolastici»).

18) Risposta esatta: A

La seconda risposta è sbagliata nel riferimento alla riforma. La terza risposta capovolge la realtà dell’avvicendamento tra i due modelli. La quarta sposta nel tempo la data, e ri-porta impropriamente il termine “tradizionale”. L’ultima risposta è errata nel riferimento al ministro e adduce una motivazione discutibile.nella Scuola primaria, dall’a.s. 2009/10 (a cominciare con le prime classi, a norma della legge n. 169/2008) l’insegnamento è impartito secondo il modello del maestro prevalente (o “maestro unico”). Adottato fino al 1990, tale modello era stato rimpiazzato con il c.d. Modulo didattico (3 docenti per 2 classi, o 4 docenti per 3 classi). nella scuola primaria, le classi sono costituite con un numero di alunni non inferiore a 15 e non superiore a 26, elevabile a 27; se il numero degli alunni non consente la formazione di una classe per ciascun anno di corso, si istituiscono pluriclassi.

19) Risposta esatta: B

La prima risposta non tiene conto di un provvedimento dell’ex ministro Gelmini. La terza risposta è del tutto errata. La quarta risposta fa erroneamente riferimento all’organico di ruolo delle province. L’ultima risposta, pur ragionevole, non è esatta.La norma cui fare riferimento è il D.P.R. n. 81/2009. L’insegnamento della lingua inglese è impartito da docenti in possesso del necessario requisito (a tale fine, sono stati avviati corsi di formazione per il personale di ruolo), facenti parte dell’organico della scuola di cui trattasi; viene costituita una cattedra ogni 7 o 8 classi, raggiungendo almeno 18 ore settimanali. È uno dei modi escogitati durante la gestione Gelmini per risparmiare sulla spesa per il personale scolastico.

20) Risposta esatta: A

La seconda risposta enuncia iniziative la cui ispirazione è estranea a quella dello Statuto. La terza risposta riporta prerogative che, salvo l’ultima, gli allievi non hanno. nella quar-ta risposta si enuncia un criterio di classificazione delle attività scolastiche non previsto nella normativa. nell’ultima risposta c’è una omissione, quella al coinvolgimento della rappresentanza degli studenti nella gestione della scuola. Il D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249 «Regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria», e le successive modifiche e integrazioni (D.P.R. n. 235 del 21 novembre 2007), muovono dall’art. 2 Cost. (“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità... »). In effetti, ogni scuola è una “formazione sociale”, e in essa lo studente ha il diritto e il dovere di sviluppare la propria personalità attraverso l’acquisizione degli apprendimenti liberi, critici, sistematici e unitari che la scuola è tenuta a garantire. Da ciò, il dovere di ogni scuola di elaborare un regolamento conforme a quello proposto dal

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164 Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche

Decreto. Questo è costituito da 6 articoli:Art. 1 Vita della comunità scolastica;Art. 2 Diritti;Art. 3 Doveri;Art. 4 Disciplina;Art. 5 Impugnazioni;Art. 6 Disposizioni finali.

L’applicazione dello Statuto è garantita sia all’interno della scuola che a livello provincia-le; il Regolamento interno della scuola istituisce un «organo di garanzia», neutrale nei conflitti relativi a diritti, doveri o disciplina degli studenti.I diritti: gli studenti hanno il diritto alla libertà d’apprendimento, all’istruzione (art. 34, comma 1, Cost.) e all’autonomia culturale e ideologica. Per assicurare questi diritti, è necessario che:

— il servizio scolastico sia organizzato con riferimento ai bisogni formativi e culturali dell’alunno e ai ritmi dell’apprendimento individuale;

— la scuola ne valorizzi la personalità e identità culturale e concorra ad arricchirne le conoscenze e competenze, anche per l’esercizio della «cittadinanza responsabile», e in prospettiva dell’attività professionale;

— la scuola informi gli allievi del proprio funzionamento, degli obiettivi formativi, dei programmi, delle metodiche e dei criteri docimologici;

— la scuola attivi servizi di supporto all’apprendimento, alla socializzazione e all’orien-tamento;

— la scuola adibisca spazi formativi per favorire il concorso degli studenti all’organizza-zione della vita scolastica.

I doveri degli studenti sono:

— rispettare e sviluppare la propria e la personalità degli altri;— collaborare con i docenti nell’attività scolastica, riconoscendone la funzione;— cooperare al conseguimento degli obiettivi formativi espressi nel PoF, impegnandosi

con assiduità e diligenza;— collaborare ai tempi e modi della didattica e della valutazione proposti dai docenti;— comportarsi in modo tollerante e democratico, rispettoso degli altri; — rispettare il patrimonio scolastico.