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Cps società cooperativa sociale relazione annuale

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Cpssocietà cooperativa

sociale

relazione annuale

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Indice

Introduzione p. 3

Centro d’ascolto p. 7

Counseling p. 16

ReMida Food p. 20

Tabella riassuntiva finale p. 21

Progetti di territorio e interazione con i poli: p. 22

Tabella riassuntiva delle attività del Parco Monte Cisa p. 25

Progetto “Porte aperte” S.Prospero Strinati p. 26

Work-Shop Gancio Originale – Scuola Media Galilei p. 29

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Introduzione

Il report relativo all’attività svolta da Cps per conto del Comune di Reggio Emilia dal luglio 2009 al giugno 2010 registra sviluppi significativi e un importante lavoro di consolidamento.

Che si è verificato soprattutto là dove le buone prassi di contiguità fra servizi – e mi riferisco in particolare ad alcuni poli territoriali – apparivano già così radicate da non risentire in alcun modo di turn over e avvicendamenti.Il permanere di una situazione socioeconomica difficile, chiaramente avvertibile anche dall’osservatorio di Cps, ci ha costretti anche quest’anno a concentrarci soprattutto sulle urgenze, e questo è andato un po’ a scapito del tanto auspicato lavoro di coprogettazione e di verifica comune dei percorsi e dei progetti; se è stato più difficoltoso trovare il modo di incontrarsi periodicamente fra coordinatrici dei poli, dirigente di area e referenti di Cps e Us, non per questo è venuto meno il principio di corresponsabilità e la capacità di mobilitare le risorse di ciascuno, di moltiplicare e raffinare i percorsi di accoglienza e di accompagnamento.In alcuni casi il riferimento reciproco fra operatori dei poli e operatori di Cps risulta naturale e immediato. In altri ancora da rodare. Ma in nessun caso si tratta di partire da zero.

Anche quest’anno i risultati confermano l’impegno.Come si evince dalle tabelle, dal primo luglio 2009 al 30 giugno 2010 infatti l’utenza del centro d’ascolto è aumentata in termini quantitativi (siamo passati dalle 446 persone accolte lo scorso anno alle 567 di quest’anno), ma soprattutto, ancora una volta, in senso qualitativo.

Rispetto all’anno precedente infatti gli interventi – nel senso di strategie complessive di attenzione dedicate alle singole situazioni – sono aumentati del 9%, con una media di 9,6 incontri circa per ciascun utente.Il percorso motivazionale di accoglienza, per anni attestato intorno ai tre-quattro colloqui, ha assunto caratteristiche diverse, più flessibili e ricettive: occorre infatti mediamente più tempo – a volte anche molto tempo – perché chi si rivolge al centro d’ascolto maturi modalità meno deleganti e da problem solving, accettando di mettere in campo anche la propria parte e accettando di confrontarsi con altri punti di vista ed esperienze diverse.Rispetto all’anno scorso, la percentuale delle interruzioni non concordate appare in diminuzione: si tratta di abbandoni che si verificano, in genere, in questa prima delicata fase. E’ aumentato invece il numero degli utenti che hanno concluso regolarmente il loro percorsoDa anni poi Cps definisce incontri e non più semplicemente colloqui i momenti dedicati alle persone che approdano al centro d’ascolto o ci avvicinano tramite i progetti di cura del territorio. Il carattere di elasticità e la capacità di leggere e accogliere le situazioni là dove si presentano – che connotano il nostro essere un presidio educativo e di prevenzione rivolto alla normalità, per quanto possa valere tale definizione - fanno sì che i nostri contatti con l’utenza avvengano in contesti istituzionali e strutturati (la nostra sede, le sedi dei poli) , ma anche a scuola, al parco, nei più vari luoghi di vita e della socialità.

Prendendo in esame i dati, si evidenziano alcune costanti di lungo corso:La provenienza territoriale dei nuovi ingressi privilegia di gran lunga, da diversi anni a questa parte, il comune capoluogo, ulteriore segno di radicamento del Cps, sportello al quale si accede facilmente e intorno al quale si allarga progressivamente il tessuto dei referenti, istituzionali e non.

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Si arriva infatti al centro d’ascolto per passaparola, per invio dei poli e del centro per le famiglie, dalla scuola, attraverso le attività territoriali e per il tramite di familiari che già lo frequentano.

La tipologia dell’utenza adulta è composta anche quest’anno da una maggioranza di genitori in coppia (due coppie hanno utilizzato inoltre il servizio di counseling), ma anche da un buon numero di genitori singoli e di non genitori che abbiamo definito adulti con problema.Le richieste presentate riguardano (nel 72% dei casi) ancora una volta, la sfera della relazionalità e dell’autoprogettazione. Si tratta, più nello specifico, di genitori alle prese con la difficoltà di sostenere il proprio compito educativo (nella gestione delle regole, di fronte all’aggressività dei figli adolescenti, nel reciproco gioco delle parti). In seconda battuta (al 22%) si pongono gli stessi problemi relazionali fra adulti e adolescenti complicati però dall’uso di sostanze (alcol, cannabinoidi ma anche cocaina) da parte dei figli.Ancora presenti e trasversali a tutte la categorie considerate appaiono i problemi legati all’area della affettività e sessualità.

Si tratta quindi di fornire, nella gran parte dei casi, secondo il nostro mandato e le nostre competenze, aiuto e rinforzo alla responsabilità genitoriale e di accompagnare nuclei familiari spesso in via di separazione, allargati o ricomposti (di cui più spesso incontriamo solo gli adulti, quando è possibile anche i ragazzi) attraverso gli snodi e le impennate di un passaggio di vita complicato e dai contorni sempre meno delineati.A questo proposito ci pare importante segnalare fra le costanti l’afflusso di famiglie affidatarie e adottive con figli adolescenti, molte delle quali risultano bene inserite nel circuito degli incontri di gruppo e dei colloqui di orientamento e di sostegno. Ancora presenti appaiono sia i genitori stranieri che le giovani mamme sole con figli piccoli.Il numero considerevole degli adulti che si sono rivolti quest’anno a Cps e l’ampliarsi della rete dei servizi insieme ai quali gestiamo una quantità crescente di situazioni (ne diamo conto nelle relative tabelle) hanno moltiplicato i progetti personalizzati e portato da 70 a 78 le persone che frequentano i sei gruppi di mutuo aiuto e confronto sulla relazione educativa.La prospettiva immediata prevede che a settembre 2010 si possa avviare un settimo gruppo.

Riguardo ai giovani, per la prima volta quest’anno la suddivisione per genere si è capovolta:il numero delle femmine (52%) ha superato anche se di stretta misura quello dei maschi (48%).Ancora una volta invece si conferma al primo posto l’utenza (suddivisa a metà fra maschi e femmine) compresa nella fascia d’età che va dai 10 ai 18 anni, seguita da quella fra i 19 e i 25.Di conseguenza, verrebbe da dire, le problematiche che sono state segnalate riguardano nella maggioranza dei casi, anche se con poco margine, la sfera relazionale e dell’autoprogettazione (49%), in seconda battuta quella del consumo di sostanze (46%). Ventidue ragazzi, fra i 67 che abbiamo accolto quest’anno, sono seguiti in rete con altri servizi. Su molte di queste situazioni – che presentano una particolare complessità – l’investimento è cospicuo.Già l’anno scorso avevamo individuato fra le priorità indotte dall’arrivo di giovanissimi con problemi di disagio comportamentale e di orientamento quella di adeguare i nostri strumenti. Nel corso dell’anno il gruppo di operatori che segue questa fascia d’età si è confrontato periodicamente – e ogni volta che se ne sia avvertita la necessità – con la d.ssa Michela Ghirardini, psicologa e psicoterapeuta esperta del settore, che da anni collabora con Cps.Il numero dei gruppi di mutuo aiuto è passato da tre a quattro e comprende anche un nucleo di ragazzi componenti la stessa compagnia che ha chiesto di effettuare un percorso – compiuto in parte presso la sede di Cps e in parte sul territorio, una frazione del comune di Reggio Emilia – sul tema delle dipendenze.

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Per quanto riguarda il counseling, l’utente tipo sembra essere ancora una volta la donna adulta che arriva tramite il passaparola, un segnale che si può leggere come indicatore di gradimento del servizio, e in seconda battuta .per invio dei poli territoriali e del centro per le famiglie.

Le situazioni seguite in rete con altri servizi sono 18 (15 delle quali insieme ai poli), ma la maggioranza degli utenti, come si diceva, arriva da sola e direttamente al counseling.Il numero delle interruzioni non concordate è sceso a 6 rispetto a 19 conclusioni del percorso, a testimoniare una aumentata capacità di accoglienza e di tenuta del servizio ma anche un più efficace lavoro di orientamento preliminare e di motivazione.

Da segnalare infine come fenomeno crescente e rilevante la collaborazione fra Cps, Poli territoriali e rete di Remida food, che ha consentito di fornire – su indicazione dei poli – sostegno alimentare continuativo a 26 nuclei familiari per un totale di 111 persone, con diverse delle quali è stato inoltre possibile avviare un più specifico percorso di ascolto e di accoglienza.

L’equipe di Cps continua a presentarsi come un gruppo fortemente stabile e coeso, che non conosce turn over dal momento della costituzione in cooperativa, dotato di un forte senso di appartenenza e di una buona disponibilità a misurarsi con la sperimentazione di percorsi innovativi.Fatte salve le differenti responsabilità e alcune specificità generazionali, il nucleo degli operatori di Cps è polifunzionale e intercambiabile, ciascuno impara a muoversi su diversi terreni – con speciale riferimento al fuori, ai progetti di territorio – e ad adeguarsi alle richieste e alle necessità.Lo dimostra l’organigramma, sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente e così costituito:

Laura Artioli (presidente), coordinamento e progetti di territorioEnzo Lugli (vicepresidente), amministrazione, personale e progetti di territorioGianna Gaioli, centro d’ascolto e progetti di territorioGiovanna Valentinetti, counseling e progetti di territorioFabio Gianotti, centro d’ascolto, progetti educativi e di territorioSilvia Stecco, centro d’ascolto, progetti educativi e di territorioElena Cristofori, centro d’ascolto, progetti educativi e di territorioGiorgia Maestri,centro d’ascolto, progetti educativi e di territorioMauro Incerti, progetti educativi e di territorioMariangela Magnani, progetti educativi e di territorioClaudio Colli, progetti educativi e di territorioTommaso Bertolini, progetti educativi e di territorioGiovanni Caligiuri, centro d’ascolto e progetti di territorioManuela Bertolini, centro d’ascolto e counselingLaura Zarantonello, centro d’ascoltoFrancesco Cocchi, centro d’ascoltoCristiano Magnani, centro d’ascoltoAlberto Maramotti, centro d’ascoltoRiccardo Spaggiari, centro d’ascoltoSeverina Foroni, segreteria amministrativa

Nel corso dell’anno, oltre alle riunioni settimanali di coordinamento e di autoaggiornamento sulla gestione dei casi, l’equipe ha realizzato un totale di 40 ore di autoformazione sui temi della

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relazione educativa, dell’intercultura e delle dipendenze. Tutti insieme abbiamo poi prestato servizio di preparazione e distribuzione del cibo per due domeniche alla mensa della Caritas.Un operatore del centro d’ascolto giovani è stato ammesso al dottorato di ricerca in Pedagogia presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano.Due operatrici del centro d’ascolto adulti e una operatrice counselor hanno partecipato al percorso formativo promosso dall’Osservatorio per le famiglie del Comune dal titolo Apprendere dall’esperienza.

Complessivamente abbiamo totalizzato ogni mese una media di 1240 ore di lavoro, più 240 di volontariato.

All’insieme del personale di Cps, operatori e volontari, oltre che a tutti coloro con cui abbiamo costruttivamente interagito e che ringrazio, si devono le risultanze di quest’anno fattivo e interessante.

Laura Artioli

Reggio Emilia, 5 agosto 2010

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CENTRO D’ASCOLTO

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Tab. 1 : Tipologia di utenza presente alla data del 1° Luglio 2009  

Adulti Giovani TOTALE Maschi 56 35 91 Femmine 89 31 120

TOTALE 145 66 211

Rilevazione dati periodici: dal 1 Luglio 2009 al 30 Giugno 2010  

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Tab. 2 : Tipologia dei nuovi ingressi Adulti Giovani TOTALE Maschi 53 32 85 Femmine 93 35 128

TOTALE 146 67 213

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NUOVI INGRESSI ADULTI  

Tab. 3 : Tipologia di utenza Genitori in coppia 74 Genitori singoli 37 Altri familiari 7 Adulti con problema 25 Altro (amici,educatori, religiosi) 3

TOTALE 146

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NUOVI INGRESSI ADULTI  

Tab. 4 : Problema segnalato* Il numero dei problemi segnalati risulta inferiore al numero degli utenti perché si muovono più persone intorno ai singoli casi. Consumo sostanze 26 Problemi relazionali / auto progettazione 87 Altre problematiche 7

TOTALE 120

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Utenti adulti presenti al 30 giugno 2010

Totale = 165 M = 64 F = 101 Numero gruppi attuali 6

Utenti in gruppo presenti al 30 giugno 2010 78

ESITI ADULTI

Tab. 5 : Esiti Conclusione del percorso 42 Passaggi interni 46

Interruzioni non concordate 49

Inviati / accompagnati ad altri servizi: 10 di cui: Ceis 4 Psichiatria 2 Centro per le famiglie 2

Associazione "Non da sola" 2

Seguiti in rete con altri servizi 18 di cui : Poli di Reggio Emilia 12 Servizi Sociali Val D'Enza 2

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Scuola 3

Scuola + Psicologo scolastico 1

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NUOVI INGRESSI GIOVANI  

Tab. 6 : Tipologia di utenza Maschi 32 Femmine 35

TOTALE 67

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NUOVI INGRESSI GIOVANI  

Tab. 7 : Classi di età nuovi ingressi Maschi Femmine TOTALE 10-18 anni 15 15 30 19-25 anni 11 12 23 26-30 anni 5 5 10 Oltre i 30 1 3 4 TOTALE 32 35 67

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Tab. 8 : Problema segnalato * Il numero dei problemi segnalati risulta inferiore al numero degli utenti perché si muovono più persone intorno ai singoli casi.

Consumo sostanze 27 Problemi relazionali - autoprogettazione 29 Altro 3 TOTALE 59

ESITI GIOVANI  

Tab. 9: Esiti

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  Conclusione del percorso 18 Passaggi interni 22

Interruzioni non concordate 26

Inviati / accompagnati ad altri servizi: 4 di cui: Ceis 3

SerT 1

Seguiti in rete con altri servizi 22 di cui : Poli di Reggio Emilia 6 Psicoterapeuta privato 5 Diagnosi e Cura 1 Polo Ovest + Educatori CEP 1 Polo Sud + Giro del Cielo 1 Polo Sud + Scuola 1 Polo Sud + SerT 1 Polo Nord-Est + OSEA 1

Polo Nord-Est + Psicologa + Educatore Famigliare 1

Servizi Sociali Val D'Enza + Tribunale dei Minori 1

Servizi Sociali Bagnolo 1

Servizi Sociali Centro Storico + CIOFS Bibbiano 1

Servizi Sociali Rubiera + Neuropsichiatria infantile + Scuola + Psicologa 1

ESITI GIOVANI

 

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Tab. 10 : Gruppi di mutuo aiuto a cadenza settimanale Numero gruppi attuali 4

Utenti in gruppo presenti al 30 giugno 2010 22

COUNSELING  

Tab. 11 : Presenti al 1 Luglio 2009  

Maschi 9 Femmine 35

TOTALE 44

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DA COSTRUIRE GRAFICO

IN BASE AI DATI MANCANTI

NUOVI INGRESSI COUNSELING  

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Tab. 12 : Nuovi ingressi  

Maschi 8 Femmine 34

TOTALE 42

DA COSTRUIRE GRAFICO

IN BASE AI DATI MANCANTI

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ESITI COUNSELING  

 

Tab. 13 : Incontri effettuati / Esiti  

  Conclusione del percorso 19

Interruzioni non concordate 6

Inviati / accompagnati ad altri servizi: 4 di cui: Psicoterapia Privata 3

Ass. Sostegno e Zucchero 1

Seguiti in rete con altri servizi 18 di cui : Polo Sud 8 Polo Ovest 4 Polo Nord-Est 3 Psicoterapia privata 2 Casa Donne 2 Open G 1 CEP 1 Famiglie Affidatarie 1 Emmaus 1 Prog. Prova Comune RE 1 Caritas 1 Sport. Scolastico PRO.DI.GIO. 1

REMida Food 1 Giro del Cielo 1

Ceis 1

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* Il numero di collaborazioni è superiore a 18 perché su alcuni casi ci sono più servizi coinvolti.

ESITI COUNSELING

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Tab. 14 : Presenti al 30 Giugno 2010 ADULTI 28

GIOVANI 16 * Sono presenti n° 2 coppie

REMIDA FOOD

Tab. 15 : Forniture alimentari dal 1 luglio 2009 al 30 Giugno 2010  

Sostegno alimentare continuativo su segnalazioni

delle assistenti sociali dei Poli Territoriali

nuclei familiari totale componenti

dei nuclei familiari

STRANIERI 18 74

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ITALIANI 8 37

TOTALI 26 111

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TABELLA RIASSUNTIVA  

NUOVI INGRESSI

Nuovi ingressi - Adulti 146

Nuovi ingressi - Giovani 67

TOTALE NUOVI INGRESSI 213

PRESENZE

Presenti al 30.06.10 - Adulti 165

Presenti al 30.06.10 - Giovani 74

TOTALE PRESENZE 239

HANNO CONCLUSO IL PERCORSO

Adulti 126

Giovani 59

TOTALE 185

TOTALE PERSONE ACCOLTE E SEGUITE DAL CPS

Luglio 2009 / Giugno 2010 567

TOTALE INCONTRI 4400

DURATA MEDIA DI UN INTERVENTO/PERCORSO

9,6 incontri per ciascun utente

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Progetti di territorio e interazioni con i poli: alcune considerazioni d’insieme

Gli sviluppi più importanti delle attività di territorio messe in cantiere quest’anno appaiono come la realizzazione di quanto ci proponevamo in principio di esercizio. La sperimentazione cioè di un insieme di percorsi, in parte nuovi e in parte ripensati e approfonditi, realmente coprogettati e rivolti a.

- rendere il territorio più vivibile sul piano della convivenza, della responsabilità condivisa e della sicurezza

- promuovere la costituzione di inedite reti educative che favoriscano la reciproca accoglienza fra normalità e diversità

- ma anche, ogni volta che sia possibile, ad approfondire i legami fra servizi, al fine di implementarne le potenzialità e migliorarne le prestazioni attraverso l’attenzione alle relazioni interpersonali fra operatori e diverse equipe di lavoro e l’individuazione di strumenti e metodi innovativi di intervento.Laddove quell’avere più coraggio che da anni ci poniamo come obiettivo è stato messo in campo, i risultati non sono mancati.

Ancora una volta la presenza di Cps si è collocata all’incrocio fra le competenze previste dal centro d’ascolto e le attività di territorio (comprese quelle che si realizzano in campo scolastico), tenendo insieme e connettendo l’ambito del benessere comunitario e della promozione della responsabilità collettiva con la presa in carico individuale e il sostegno educativo ai singoli e alle famiglie.Mi riferisco in particolare alla prosecuzione del progetto di socializzazione attraverso gli strumenti del teatro che abbiamo realizzato con la scuola elementare di Bagno, che ha coinvolto tutte le classi per l’intero anno scolastico e ha avuto una importante ricaduta anche su genitori e insegnanti.Il complesso fitto e aggrovigliato dei legami che Cps intrattiene da tempo con i più diversi referenti territoriali, non sempre facili da ricomprendere nella progettazione comune con i poli eppure importanti e consolidati, ha prodotto quest’anno alcune iniziative che meritano una citazione, perché contribuiscono a far crescere il livello della coesione sociale, la percezione di essere comunità, l’informazione e la formazione in senso preventivo. Si tratta di un percorso per genitori presso la parrocchia di Pieve Modolena, un percorso per giovani educatori presso la parrocchia di Coviolo, una giornata di formazione sul tema dello straniero per giovani educatori promossa dall’ufficio diocesano di pastorale giovanile.

Manteniamo ancora una volta, per comodità, la vecchia suddivisione territoriale:

Polo uno

Le caratteristiche peculiari del territorio che fa riferimento al polo uno e la complessità particolare di cui appare portatore ha reso difficile, una volta di più, la progettazione di traiettorie comuni per un lavoro sul campo.

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Più semplice appare invece, fra le due equipe, il confronto e la collaborazione su singole situazioni

problematiche che fanno riferimento al centro d’ascolto.

Nell’ambito della circoscrizione di pertinenza, quest’anno Remida foodha garantito forniture alimentari settimanali al centro d’ascolto della Caritas di Ospizio e mensili al centro d’ascolto di via Squadroni 7.

Polo due

Nella tarda primavera dello scorso anno, per riprendere i fili di un discorso e di un tessuto di relazioni già ben avviato e poi un po’ accantonato, le equipe di Cps e del polo si sono incontrate per fare il punto della situazione. Ne è scaturita una sorta di ripartenza, che per il momento si concentra soprattutto sulla gestione di alcuni casi del centro d’ascolto.Nel frattempo Remida food ha continuato a rifornire saltuariamente il doposcuola Freccia azzurra di Cella, ogni settimana il centro d’ascolto della Caritas di Pieve Modolena.

Polo tre

Si tratta qui di una delle situazioni in cui il lungo e paziente lavoro di progettazione e costruzione condivisa e di elaborazione di un linguaggio comune fra servizi diversi di cui negli anni abbiamo dato conto, ha prodotto gli esiti più ricchi e interessanti.Tutte le azioni progettate e avviate nel corso degli esercizi precedenti si sono infatti sviluppate in modo significativo.Il progetto Porte aperte presso la parrocchia di San Prospero Strinati ha funzionato da settembre (ottobre per il gruppo dei bimbi stranieri) a maggio, raggiungendo punte di partecipazione di 22 bambini e una media di 10/15. Nel frattempo si è consolidato il rapporto di collaborazione fra i volontari del doposcuola e l’equipe del Get che è presente negli stessi locali.A margine dell’esperienza, abbiamo tentato di impostare insieme al polo una ipotesi di percorso minimo di accompagnamento e sostegno educativo per il nucleo di ragazzi ospitati presso il centro Jerry Maslow, che ha già previsto alcuni momenti di incontro e di socialità.Il laboratorio di s. Croce – che da diversi anni ormai riunisce i rappresentanti delle istituzioni e dei servizi a ragionare sui problemi di un territorio fra i più complessi e a più alto dispiegamento di risorse della città – ha visto aumentare le proprie iniziative.In questa cornice, Cps ha garantito – insieme ai volontari di Gancio originale e in collaborazione con gli insegnanti - l’apertura settimanale di tre laboratori pomeridiani rivolti ai bimbi e ai ragazzi delle scuole Collodi e Galilei che non avessero trovato posto al Get e al Cep.Dedicati in parte al recupero scolastico e in parte ad attività socializzanti, i laboratori hanno impegnato tre operatori di Cps per un totale di circa 300 ore. In contemporanea, e in collaborazione con i colleghi di Us, un operatore di Cps ha seguito settimanalmente (per un totale di circa 110 ore) un gruppo di ragazzi che ha frequentato gli spazi esterni dell’oratorio cittadino, cercando di promuovere collaborazione fra tutte le equipe di educatori che gestiscono le attività interne.L’insieme dei percorsi relativi a S.Croce è stato giudicato positivamente da tutti i partecipanti al tavolo.Sul territorio del polo, Remida food rifornisce tutti i giorni la mensa della Caritas (e di conseguenza quella del Vescovo) e di merende secondo necessità il doposcuola Porte aperte.

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Polo quattro

Anche in questo caso i due principali nuclei di irradiazione di legami (istituzionale e informali) di vicinato, di mutuo aiuto e di socialità costituiti dal parco di via Monte Cisa - per il quale si rimanda al report allegato - e dal Ludobus di via Fenulli hanno prodotto molto frutto. Molteplici sono state le attività messe in campo, dalla gestione di momenti di socialità collettiva per adulti e ragazzi al sostegno individuale all’accompagnamento di persone in difficoltà alle iniziative educative e socializzanti rivolte alle famiglie che, nel caso di via Fenulli, hanno potuto utilizzare come polifunzionali spazi di aggregazione i locali della palestrina.Dall’elenco di iniziative che di seguito stiliamo vale la pena di segnalarne una in particolare: il gruppo di circa 25 donne provenienti da Egitto, Marocco, Tunisia, Algeria, Yemen e Burkina Faso (pochissime le italiane) che in palestrina si riuniscono settimanalmente e si sono date l’obiettivo di conoscersi pian piano - date le difficoltà di trovare una lingua accessibile a tutte – sia attraverso il fare femminile del cucito e del ricamo che le attività di socializzazione.I due operatori di Cps che hanno seguito ogni settimana – per un totale di 175 ore mensili - le attività in via Fenulli hanno contattato sul territorio (offrendo loro cioè spazi di ascolto e di sostegno) una media di circa 100 persone.A 10 famiglie segnalate dal polo, oltre che a tutte le iniziative di Ludobus, Remidafood garantisce regolari forniture alimentari.Le considerazioni sull’anno 2009 – 2010 risultano riduttive se non si tiene debito conto delle condizioni di partenza – nel 2006 - ,che lasciavano ben pochi margini di speranza riguardo alla possibilità di rivitalizzare il quartiere, malgrado le risorse investite.La zona di via Fenulli si presenta invece oggi come una realtà viva e dinamica, sia per quantità di iniziative sia per il crescente interesse dei residenti, che si coinvolgono in misura sempre maggiore e con atteggiamenti propositivi. Riguardo alle attività presso il parco Monte Cisa (per il quale si rinvia al diario di bordo allegato), la conferma della nostra presenza in stretta collaborazione con il Polo, la Circoscrizione e il Comitato di autogestione ha stabilizzato la vita del parco in termini di sicurezza e vivibilità.L’estate rappresenta da sempre il periodo delle intemperanze, ancora a livello sopportabile, mentre i mesi invernali, non presidiati, hanno visto i volontari farsi comunque carico di pernottamenti segnalati alla polizia municipale.

Polo cinque

Dall’incontro di parte dell’equipe di Cps e di quella del polo, organizzata nell’inverno dell’anno scorso, è derivato un rapporto più fluido fra operatori, che gestiscono insieme alcune situazioni di diversa complessità.Nel territorio di pertinenza del polo inoltre Remidafood rifornisce tre volte la settimana il centro di accoglienza della parrocchia di s. Pellegrino.

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ATTIVITA’ PARCO MONTE CISA

DIARIO DI BORDO 2010 DECIMO ANNO

date titolo6 gennaio Befana vigili del fuoco

23 febbraio Ludobus29 maggio Chiusura scuola elementari Fogliano1 giugno Coviolo in festa6 giugno ColoraRivalta

13 giugno Ludobus22 giugno Cena genitori Cps24 giugno Camminata contro la droga28 giugno Pic-nic fumetto10 luglio Cena quartiere Monte Cisa25 luglio Chiusura campi gioco

23 agosto Distribuzione frutta al comitato di gestione

3 settembre Cena operatori Cps7 settembre Concorso di pittura scuole IV circ.

10 settembre Cena del decennale attività del parco19 settembre Memorial Vasconi

17 ottobre Ludobus18 ottobre Biblioteca S.Pellegrino

Apertura domenicale dal 1 aprile al 30 ottobre

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Progetto “Porte Aperte” S. Prospero Strinati 2009 – 2010

Il progetto “Porte aperte” nasce nell’ottobre 2006 con l’obiettivo di rivitalizzare i locali della

parrocchia e di creare un’opportunità di crescita rivolta ai bambini delle elementari. L’idea era di

aprire l’oratorio con attività organizzate per 2 giorni a settimana coinvolgendo i parrocchiano

volontari.

Con il tempo il progetto si è evoluto in base ai bisogni e alle risorse presenti sul territorio: sono

cambiati i giorni della settimana, sono cambiate le attività, si sono alternati molti ragazzi come

volontari, fino ad arrivare all’organizzazione odierna in risposta a due bisogni emersi nel corso

degli anni:

1. La necessità dei bambini di essere seguiti nelle attività scolastiche (dato che molti di loro

non hanno una rete familiare che facilita questo). Ecco perché abbiamo preferito dedicare

entrambe le giornate allo svolgimenti dei compiti.

2. L’esigenza di numerosi bambini stranieri di essere aiutati nello svolgimento dei compiti e

per alcuni di loro anche di un percorso di approfondimento della lingua italiana. Questo

perché per la maggior parte di loro il doposcuola è l’unica situazione in cui possono essere

seguiti da persone adulte durante lo svolgimento dei compiti dato che i genitori spesso non

parlano la nostra lingua. Ecco perché abbiamo pensato di dedicare a loro un’intera

giornata.

Tutto ciò considerando che l’obiettivo trasversale rimane la socializzazione dei bambini. Di seguito

è riportata la relazione relativa al percorso specifico appena trascorso (2009-2010).

Giornate

Al mercoledì il doposcuola è aperto a tutti.

Il venerdì seguiamo gli stranieri, visto che i volontari in questa giornata sono in numero inferiore e

i bambini vanno seguiti più da vicino.

Orari

Sono stati tenuti gli orari dell’anno precedente quindi dalle 15.00 alle 17.00. Abbiamo ragionato

sulla possibilità di aumentare la fascia oraria ma abbiamo ritenuto opportuno rimanere sulle 2 ore;

sia per un problema di disponibilità dei volontari sia per responsabilizzare i bambini (“ se ti

concentri in questa ora e mezza poi puoi andare fuori a giocare mezzoretta”).

Chi partecipa come volontario?

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Le presenze fisse in entrambe le giornate siamo io, Valledo e Anna (Silvia, moglie di Valledo, da

gennaio). Al mercoledì si aggiungono Francesca, una ragazza e Federica una mamma. Il venerdì c’è

Federico, un signore in pensione.

In maniera irregolare e non sistematica vengono anche ragazzi delle superiori in base ai numerosi

impegni che hanno.

Da metà aprile Anna (educatrice della Cooperativa Piccolo Principe referente dei bambini residenti

al Jerry Maslow) è stata sostituita da 2 educatori (Enrico e Rosalia) presenti solo il venerdì.

Come arrivano i bambini?

Invio insegnanti: all’inizio dell’anno le maestre consegnano un volantino scritto da noi per invitare

i bambini, che secondo loro avrebbero bisogno, al doposcuola.

Invio Polo 3: in itinere tramite contatti con Pasquale Pugliese del Polo 3 sono stati presi in carico

dei bambini.

Anna Notari: referente dei bambini residenti al Jerry Maslow.

Obiettivi raggiunti

Relazione tra pari: il doposcuola è stato sicuramente un momento in cui si sono rafforzate

molto le relazioni con i compagni presenti; spesso sono nate ex novo amicizie con bambini di

classi ed età diverse che in un contesto scolastico più dispersivo non avrebbero avuto

opportunità di crescere.

Integrazione dei bambini stranieri: sicuramente questo è tra gli obiettivi più importanti che

sono stati raggiunti. Bambini stranieri (tra cui anche i Rom) si sono integrati perfettamente

con il resto del gruppo, grazie anche all’aiuto degli adulti che spesso hanno fatto da

mediatori. All’inizio non è stato semplice e scontato, ma l’intervento costante e strutturato

hanno facilitato il raggiungimento di questo obiettivo. per quanto riguarda i bambini Rom è

utile evidenziare che al doposcuola non vi partecipavano solo i frequentanti la scuola

elementare, ma anche i più piccoli che non volevano rimanere a casa e quindi venivano in

oratorio e facevano dei disegni. Non solo, quando Anna (la loro educatrice) è stata a casa, gli

educatori che l’hanno sostituita riuscivano ad accompagnarli solo il venerdì, quindi per

essere presenti al mercoledì i bambini si sono fatti accompagnare dei genitori. Questi sono

dati molto importante e sottolineano il clima di benessere che si era creato.

Aiuto nei compiti scolastici: sicuramente per molti bambini il doposcuola è l’unica

occasione per svolgere i compiti seguiti da adulti significativi.

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Gli incontri sistematici e ravvicinati permettono il consolidamento di un metodo di studio e

permettono la graduale acquisizione dell’autonomia necessaria. Questi miglioramenti sono

stati visibili e consistenti.

Legame con adulti significativi: la costante presenza di adulti ha permesso di creare un

legame importante con i bambini frequentanti il doposcuola. Questa relazione significativa ci

ha dato la possibilità di lavorare molto in maniera trasversale anche sulle regole: il rispetto

degli altri, degli oggetti, la pulizia degli ambienti, la puntualità,…

Rete con i servizi: il doposcuola nasce e si mantiene grazie alla rete di servizi. Vede infatti

tra i protagonisti principali: il Comune (Polo 3 e assistenti sociali) che richiede il servizio e

invia segnalazioni, il privato sociale (CPS, che mette a disposizione un operatore per la

gestione del servizio, e la cooperativa Piccolo Principe che garantisce il legame con i bambini

del Jerry Maslow), le maestre della scuola elementare di S. Prospero con le quali

manteniamo i contatti.

Inserimento nella rete locale: il doposcuola si svolge nei locali di una parrocchia, quindi non

può essere slegato da ciò che vi accade all’interno. Ecco che si intrecciano con il nostro

percorso gli anziani che al mercoledì si trovano per giocare a tombola, i bimbi e i genitori del

catechismo del venerdì, i ragazzi e gli educatori del Get (molti dei quali in passato sono

hanno partecipato al progetto).

Momenti conviviali: alle fine dei compiti verso le 16.30 è fissata la merenda grazie al

servizio di Remida Food; seguono poi giochi insieme seguiti dagli adulti. Questi momenti

destrutturati favoriscono le relazioni trai bambini e sono un’ottima occasione per divertirsi

nel rispetto delle regole.

Opportunità di volontariato ai ragazzi delle superiori: il doposcuola da l’opportunità ai

ragazzi della parrocchia di cimentarsi in un esperienza ricca e costruttiva di volontariato. Nel

corso degli anni sono numerosi i ragazzi che ci hanno aiutato nonostante i numerosi impegni

scolatici, universitari parrocchiali che già avevano.

Opportunità di volontariato agli adulti della parrocchia: la stessa cosa possiamo dire

relativamente agli adulti. Oltre a Valledo infatti partecipano sua moglie Silvia, Federica,

Francesca e Federico, un signore in pensione, come presenze fisse e costanti.

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SCUOLA MEDIA “GALILEO GALILEI”Workshop “GANCIO ORIGINALE”

Modulo: Laboratorio TeatraleOperatori: Mariangela Magnani- Tommaso BertoliniDate: dal 15 Dicembre 2009 al 1 Giugno 2010Referente del progetto: prof.ssa Mariastella Vannini

Presentazione

Il Centro di Prevenzione Sociale di Reggio Emilia, in collaborazione con l’AUSL, propone una serie di interventi alla Scuola Elementare Collodi, sul tema del “gioco-teatro”.Il progetto prevede una serie di incontri di due ore ciascuno, a cadenza settimanale, condotti da due operatori del CPS. Unitamente ad essi sono presenti un certo numero di volontari/e, studenti delle scuole superiori della città, messi a disposizione dall’AUSL attraverso il servizio di Gancio Originale. Durante tutto il progetto si è sempre mantenuta una stretta e proficua collaborazione con l’insegnante referente.

Obiettivi

sviluppare la creatività

favorire la comunicazione

migliorare l’ascolto

creare un atteggiamento di disponibilità

favorire l’integrazione e la coesione del gruppo

aiutare il gruppo ad acquisire coesione

aumentare la tolleranza, il rispetto e la comprensione tra i componenti del gruppo

aumentare la consapevolezza e la capacità di valutare i limiti fisici, sociali ed emozionali

sviluppare abilità sociali, fisiche, verbali

sviluppare l’immaginazione e le capacità ludiche

favorire l’interdisciplinarietà

Modalità di intervento

In tutti gli interventi gli operatori si propongono di coinvolgere attivamente tutti i ragazzi.La prima parte dell’incontro è dedicata all’aiuto nei compiti che i ragazzi devono svolgere per i giorni successivi.Nella seconda parte, il conduttore alterna momenti di discussione guidata, attraverso la modalità del circle-time, ad attività animative. Nelle prime fasi del progetto, il gruppo è stato invitato a condividere una serie di regole, ad esempio la regola del rispetto reciproco, sia in termini di ascolto che di accettazione delle idee altrui.All’interno dell’incontro-tipo si passa poi ad una parte più animativa, che comporta il coinvolgimento dei ragazzi in attività di tipo teatrale e ludico. Si chiude solitamente con un

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momento di gioco più libero e con un feedback finale, nel quale i ragazzi esprimono il loro stato d’animo in funzione di come si sono sentiti.

Resoconto delle attività svolte

Gli incontri hanno complessivamente occupato 23 martedì (dal 15 Dicembre 2009 al 01 Giugno 2010), per un totale di circa 50 ore. Il percorso ha voluto sviluppare diversi obiettivi, anche trasversali, attraverso il raggiungimento progressivo e graduale di step intermedi.

1. LAVORO SULLE REGOLE E L’IDENTITA’ DI GRUPPO

In questa prima serie di incontri si è cercato di lavorare sulla conoscenza reciproca dei ragazzi, provenienti da classi diverse, e, nello stesso tempo, sulle regole basilari di convivenza, ascolto e rispetto reciproco. Anche le attività proposte sono andate nella stessa direzione, cercando di stimolare i ragazzi in questo senso, e proponendo poi spazi di confronto e dialogo interattivo, così da riprendere insieme i passaggi eseguiti nei momenti di gioco.

Alcune attività significative proposte nella prima parte del progetto:

Gesto e Nome (attività di conoscenza e osservazione dell’altro): i ragazzi vengono disposti in cerchio in piedi, ed ognuno di loro deve dire il proprio nome seguito da un gesto casuale a scelta.

Circle time sulle regole: i ragazzi, disposti in cerchio, sono invitati a condividere quelle che per loro sono le regole fondamentali da mantenere durante lo svolgimento degli incontri.

Sparo(attività di conoscenza): sempre mantenendo la disposizione in cerchio, il conduttore chiama alcuni nomi casualmente, e immediatamente il ragazzo chiamato deve abbassarsi; i compagni che gli sono di fianco si devono “sparare”.

Zattera (attività di auto-gestione del gruppo e di espressività corporea): L’obiettivo del gioco è bilanciare lo spazio: i ragazzi devono camminare come se fossero su una zattera, quindi riempire gli spazi vuoti. Ogni tanto il conduttore con uno STOP ferma il gioco e fa vedere i vuoti che si sono venuti a creare. È importante sottolineare che non ci si può relazionare con nessuno e bisogna seguire le consegne. Vengono poi inserite alcune varianti, come ad esempio la ripetizione di un gesto o di un suono particolare nella fase di bilanciamento.

2. LAVORO SULL’ESPRESSIVITA’ CORPOREA E LA MIMICA

Nella seconda parte del progetto abbiamo lavorato sulla capacità di esprimere, attraverso i movimenti del corpo e le espressioni del viso, alcune emozioni e reazioni a situazioni inventate (di tipo teatrale), ricreate appositamente nel contesto degli incontri.

Alcune attività significative proposte nella seconda parte del progetto:

La fermata del tram (attività di gestualità corporea): a coppie, si chiede ai ragazzi di immaginare di essere in attesa di un tram, mimando gesti ed atteggiamenti senza l’utilizzo della parola.

Invito al Castello (attività di gestualità corporea): a coppie, si chiede ai ragazzi di immaginare di essere stati invitati ad una festa in un castello, cercando di comportarsi e

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muoversi “vedendo” il contesto nel quale si trovano. Anche in questa attività si lavora sull’espressività corporea senza l’utilizzo della parola.

La soffitta (attività di gestualità corporea): a coppie, si chiede ai ragazzi di immaginare di essere nella propria soffitta e progressivamente scoprire e “fare vedere” cose ed oggetti dimenticati.

3. LAVORO SULL’ESPRESSIVITA’ VOCALE E LA CONCENTRAZIONE

Nella terza parte del progetto abbiamo lavorato sulla capacità di esprimere, attraverso la voce, alcune emozioni e stati d’animo, soffermandoci sul controllo del volume, dell’intonazione e della modulazione dello “strumento voce”. Abbiamo fatto anche alcuni passaggi dal punto di vista della concentrazione e dell’attenzione, proponendo attività che sviluppassero nei ragazzi la capacità di coordinare voce e gesti, o la sequenzialità di alcuni input sonori.

Hi-Ha (attività di ascolto di gruppo e passaggio di energia): disposti in cerchio, attraverso vari gesti che corrispondono ad un suono specifico, i ragazzi devono passarsi l’energia, tenendo alto il livello di concentrazione ed attenzione e “giocando” con gli strumenti a loro disposizione.

Pallina (attività di ascolto di gruppo e passaggio di energia): i ragazzi, disposti in cerchio in piedi, devono, attraverso un gesto, un suono e cercando un contatto visivo con un compagno, passarsi una pallina immaginaria piena di “energia”, con diverse varianti: verso, da 1 a 10, nomi città, nomi animali...

Il provino (attività di espressività verbale): singolarmente i ragazzi si presentano davanti alla “platea” e, stimolati dal conduttore, devono rispondere a diverse domande. L’attività ha avuto come obiettivo quello di cercare di lavorare sui vari aspetti dell’espressività verbale: ritmo, volume, intonazione. Utile per stimolarli anche dal punto di vista linguistico.

Grande orecchio mi senti? (attività di ascolto e modulazione vocale): uno dei ragazzi, mentre gli altri sono disposti in cerchio, viene bendato. Ad un cenno dell’operatore uno dei componenti del cerchio pronuncia la frase “grande orecchio mi senti” cercando di modificare il proprio tono di voce per non farsi riconoscere da chi sta al centro bendato.

4. LAVORO DI BASE SULLA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE E SULLA RECITAZIONE

Nell’ultima parte del progetto si è tentato di coordinare ed intersecare le conoscenze e competenze acquisite dai ragazzi, anche dal punto di vista teatrale, proponendo brevi attività di improvvisazione o di costruzione di scenette.

Scenette a gruppi (attività di costruzione e simulazione verbale e corporea): i ragazzi, suddivisi in piccoli gruppi, devono costruire e rappresentare una scenetta utilizzando 4 parole casuali scelte da un altro gruppo.

Improvvisazione a coppie (attività di espressività ed osservazione): a coppie i ragazzi devono cercare di far capire ai compagni, che fungono da pubblico, che cosa si sta rappresentando. L’attività ha un doppio obiettivo: spingere al massimo l’espressività di chi simula in prima persona, e stimolare l’osservazione del “pubblico” nel leggere i vari comportamenti che via via si manifestano.

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Osservazioni generali

I ragazzi hanno generalmente accolto la serie di incontri con serenità ed entusiasmo, partecipando attivamente e apprezzando i momenti di discussione guidata e le attività che abbiamo proposto. Da segnalare una certa difficoltà iniziale, dovuta al fatto che i componenti del gruppo non si conoscessero tra di loro, il “setting” non fosse sempre funzionale alle attività da svolgere, e non esistesse una base condivisa iniziale di regole a livello relazionale.Buono il funzionamento della parte iniziale riservata ai compiti scolastici.A proposito della partecipazione dei ragazzi, non tutte le persone sono state inizialmente in grado di trovare con continuità spazi di coinvolgimento, probabilmente per particolarità caratteriali, ma in generale si sono messe realmente in gioco, lasciando intravedere un percorso positivo di miglioramento e lavoro su di sé. Sicuramente la serie di incontri ha portato i ragazzi a compiere un grosso lavoro di conoscenza reciproca e rispetto dell’altro, aiutandoli a condividere spazi e momenti importanti, e a farli sentire parte di un’esperienza esclusiva e comune.Ottima la collaborazione con le volontarie, sempre molto disponibili a mettersi in gioco, e con le insegnanti di riferimento, preziose nei momenti di maggiore difficoltà e di coordinamento generale del progetto.

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