Transcript
Page 1: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per
Page 2: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Caro lettore,la via delDharma, passa(anche) di qui...

DHARMADHARMATrimestrale di buddhismo per la pratica e per i l d ia logoTrimestrale di buddhismo per la pratica e per i l d ia logo

w w w . m a i t re y a . i t

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.04 Pagina 1

Page 3: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

2

MARZO 2008

28

EDITORIALE4 Ricordo di un sorriso

TESTI CANONICI6 Spegnere la rabbia

LA VIA DELLA PRATICA10 Una pratica felice e duratura DI THICH NHAT HANH22 Il prezioso dilemma DI AJAHN MUNINDO30 Etica e buddhismo zen nel pensiero

di Gudo Wafu Nishijima DI MICHEL PROULX40 Koan di oggi (per problemi di sempre) DI ENGAKU TAINO

DOSSIER46 Proposte di vita per il terzo millennio

Viaggio in Italia di S.S. Tenzin Gyatso, XIV il Dalai Lama.

48 Pace interiore e non violenzaMilano: conferenza pubblica di sua Santità Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama.

61 La mia felicità è la tua felicitàRoma: Meeting dei Premi Nobel per la Pace Intervento dell’on. Giovanna Melandri

63 Intervento di Walter Veltroni64 Intervento di Mikail Gorbaciov.65 Intervento di S.S. Tenzin Gyasto XIV Dalai Lama

69 Spiritualità religiosa e laicaDI JEAN FRANÇOIS REVEL E MATTHIEU RICARDDal libro Il monaco e il filosofo (Ed. Neri Pozza 1997)

LA VIA DEL DIALOGO80 Alla ricerca del maestro DI MARIANA CAPLAN 88 Prepararsi a morire DI SANGYE KHADRO96 Un’esperienza buddhista sull’accompagnamento

a chi muore DI PATRIZIA MICOLI98 Il mito dell’Hînayâna DI KAARE ALBERT LIE 104 Emanuel Swedenborg, un Buddha del Nord

DI BRUNO LAENG

RECENSIONI110 Letti e riletti per voi

IL RACCONTO112 Guardare le zucche per trasformare il mondo

DI GIANPIETRO SONO FAZION

SOMMARIO

IN COPERTINA: Thich Nhat Hanh,fondatore e Maestro spirituale dellacomunità di Plum Village, guarda con affetto un suo pronipote.

COLOPHONDharma Anno VIInumero 28 - marzo 2008

■ Redazione:Via Euripide n.13700125 Roma ■ Direttore responsabile:M. Angela Falà ■ In redazione:Flavio Pelliconi.■ Progetto grafico:Daniela [email protected] ■ Stampa:Grafiche Editoriali srl ■ Registrazione:presso il tribunale di Roma n. 436/99 del 19/10/1999 ■ Questo numero è statochiuso in tipografia a inizio marzo 2008. ■ Tutti gli articoli firmatirispecchiano le idee e leopinioni personali degli autori.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.05 Pagina 2

Page 4: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

... è tempo di rinnovare l’abbonamento!ABBONAMENTO ANNUALE 2008 ALLA RIVISTA DHARMA(quattro numeri dal 29 al 32) ❖ Abbonamento ordinario: 35 euro❖ Per centri e biblioteche: 30 euro ❖ Abbonamento sostenitore: 60 euro❖ Abbonamento benemerito: 70 euro

ABBONAMENTO ANNUALE DIGITALE: 15 euroLa rivista è leggibile on line su www.maitreya.it

E IN PIÙ... tutti gli abbonati potranno accedere all’archivioon line di DHARMA!

ABBONAMENTO ANNUALI CONGIUNTI Dharma + Confronti: 70,00 euro invece di 85,00 euroDharma + Servitium: 60,00 euro invece di 75,00 euroDharma + La Stella del Mattino: 42,00 euro invece di 53 euro

OFFERTE PER COLLEZIONI E ARRETRATI Collezione completa (dal n.1 al n.28): 140,00 euroAnnata singola (4 numeri): 25,00 euroArretrati (una copia): 10,50 euro

COME CI SI ABBONA:Se vuoi ricevere Dharma a casa eleggerlo per un anno puoi utilizzare:

❖ il conto corrente postalen. 7567002 intestato a FondazioneMaitreya – Periodico Dharma

❖ il bonifico bancario:Fondazione Maitreya IBAN IT 32 L0306903 2141 00000640 257

❖ internetsul nostro sito www.maitreya.itcon carta di credito e bancomat

... e ricordate sempre,indipendentemente dal pagamentoscelto, di indicare il vostro nome,cognome, indirizzo comprensivo di cap, citta, indirizzo email.

PER INFORMAZIONITelefono: 333 2328096 oppure 06 52351402 E-mail: [email protected]: http://www.maitreya.it

DHARMADHARMATrimestrale di buddhismo per la pratica e per i l d ia logoTrimestrale di buddhismo per la pratica e per i l d ia logo

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.05 Pagina 3

Page 5: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

N el corso della trasmis-sione del buddhismo in

Italia negli ultimi trenta anni– quanto giovani siamo nellastoria del Dharma! – si sonoavvicendati nel nostro paesemaestri, insegnanti, monaci,lama di diverse scuole e prove-nienti da diversi paesi. Alcunimesi fa uno di questi, uno deiprimi a venire in Italia agliinizi degli anni ottanta, perfar conoscere l’insegnamentodel Buddha e testimoniarnecon la vita e il sorriso la suaricchezza, ci ha lasciato. Geshe Ciampa Gyatso, lama re-sidente dell’istituto LamaTsong Khapa di Pomaia, èscomparso alla fine di novem-bre 2007, dopo una lunga ma-lattia che ha vissuto con grandedignità e come un grande inse-gnamento. Gli insegnamentidel Buddha aiutano in questimomenti, anche se è sempremolto difficile salutare chi pernoi è stato importante e ha sa-puto con la sua gentilezza e lasua pazienza aiutarci in altrimomenti difficili, sostenerci nellavoro e sorridere sempre. Ci fa piacere ricordare Geshe-lapasseggiare tra i viottoli dell’i-stituto, tranquillo e in medita-zione, ma sempre pronto a ri-

spondere con un sorriso o unaparola a chiunque si rivolgessea lui. Ci fa piacere ricordare lasua profonda conoscenza delDharma e la sua capacità dimettere semplicemente in attociò che insegnava, come se fossecosì naturale e alla portata ditutti. Ci fa piacere avere avutol’onore di conoscerlo, di averloascoltato e di aver avuto la pos-sibilità di incontrarlo, al di làdi ogni appartenenza a diversetradizioni di pratica.

❖ ❖ ❖

Geshe-la è stato un uomogentile, un “gentiluomo”

nel senso più profondo del ter-mine, che ha sempre saputo conun sorriso, con una parola se-vera quando necessaria, ma congrande compassione, ascoltaregli altri e mettere qualche goc-cia di saggezza per oliare gli in-granaggi mentali bloccati e unpo’ arrugginiti e permettere diandare oltre.Lo si ascoltava durante i suoiinsegnamenti, precisi, accuratima soprattutto dati con il cuo-re, lo si vedeva passeggiare neigiardini dell’Istituto acco-gliendo tutti con un sorriso,ricordandosi di tutti coloro che

gli si avvicinavano anche se loavevano incontrato solo unavolta. Era questa una delle suegrandi qualità: l’attenzioneche offriva a tutti e il non la-sciar correre i discepoli dietroalle proiezioni, alle illusioni ri-chiamandoli sempre con pocheed efficaci parole al presente,all’impegno che ognuno di noinella Via del Dharma ha presoe deve prendere in ogni mo-mento.La sua risata era contagiosa,rompeva gli schemi delle voltetroppo seriosi che noi occiden-tali utilizziamo quando ci av-viciniamo al Dharma e rende-va il Dharma qualche cosa divivo, non un libro scritto a cuici si deve conformare con la

Ricordo di un sorriso

■ L ’ E D I T O R I A L E D I M A R I A A N G E L A F A L À ■

Foto

di P

iero

Sirr

ian,

si r

ingr

azia

l’Is

titut

oLa

ma

Tson

g K

hapa

di P

omai

a

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.05 Pagina 4

Page 6: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

5

mente, ma un libro della vitascritto con l’esperienza di unavita a cui ci si deve avvicinarenon prendendolo seriosamentema sul “serio”. Il suo è statoinfatti l’impegno di tutta unavita con intensità, serenità eapertura e ha permesso a mi-gliaia di persone di iniziare apercorrere la via del Buddha, diapprofondirne la conoscenza edi trovare in essa la risposta al-la propria ricerca spirituale.

❖ ❖ ❖

Geshe-la, cittadino italia-no, da poco nominato

Cavaliere della Repubblica dalpresidente GiorgioNapolitano,ha reso possibile il fiorire di di-versi centri in tutta Italia cheha seguito sempre con amore-vole attenzione, ha ordinatomonaci, ha preparato inse-gnanti con il Master Programe anche morendo ha dato un ul-timo insegnamento. Con la sua scomparsa in Italia,dove è rimasto fino alla fine ,senza pensare di tornare al pro-prio paese di origine, perché or-mai riteneva che l’Italia fosse ilsuo paese, ha fatto mettere inmoto una serie di attività, diprocedure, di impegni che han-

no reso possibile all’internodell’Istituto Lama TsongKhapa di Pomaia di celebrareper la prima volta in Italia undegno rituale funebre, secondola tradizione che il Vajrayanariserva ai Lama. Questo è avve-nuto grazie all’impegno di mol-ti, corale, difficile, a volte senzaalcuna prospettiva di riuscita,tra speranze e disillusioni, masempre sostenuto dalla gratitu-dine nei confronti di questopiccolo grande uomo, che meri-tava un funerale degno di lui esecondo quanto lui stesso e lasua tradizione insegnano.

❖ ❖ ❖

Geshe-la è stato cremato inmodo ufficiale all’interno

di quell’istituto, in cui era vis-suto e che ha guidato per quasitrenta anni, con i permessi del-la regione Toscana, della pro-vincia di Pisa e del Comune diSanta Luce, che devono essereringraziati per la loro lungimi-ranza e fattiva azione. Di fron-te a lama, monaci e monache,praticanti si è compiuto il ritosecondo la tradizione. É statocostruito il forno per cremare ilcorpo, sono state predisposte leofferte, il recinto consacrato e

tra i canti e le preghiere è statoacceso il fuoco. É stato un mo-mento di grande intensità, maanche di grande serenità e pa-ce, le fascine sono state accese eil fumo si è levato verso l’altoin una giornata dall’aria cri-stallina, con un cielo azzurro elimpido e il sole alto. I ritualisono continuati fino alla nottee tutto è stato celebrato secon-do la tradizione fino all’apertu-ra, la settimana seguente, delforno e il recupero delle ceneri.

❖ ❖ ❖

Anche alla fine GesheCiampa Gyatso ha inse-

gnato qualcosa: ha insegnatoche se si è spinti e sostenuti dauna motivazione alta e buona,se si è capaci di lavorare insie-me è importante che lo scopocomune venga raggiunto sen-za attriti, senza tensioni, con-sapevoli che quello è il modomigliore per operare, basatosull’amore, l’attenzione, lacompassione e la partecipazio-ne. Grazie Geshe-la anche perquest’ultimo insegnamento, iltuo sorriso accompagneràmolti di noi ancora per lungotempo nel nostro cuore.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.05 Pagina 5

Page 7: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Nella vita di ogni giorno spesso ci dobbiamoconfrontare con la nostra reattività neiconfronti degli altri. La rabbia sale come unfuoco a cui si aggiunge sempre combustibile e ci pervade impedendoci di avere una visionechiara delle persone e delle situazioni.Siamo accecati dalla rabbia, come si è solitidire, una metafora quanto mai precisa. Cometogliere questo velo dagli occhi? Nel sutradell’Anguttara Nikaya III 186 che andremo a leggere - tratto da Canti e Recitazioni diPlum Village, Nobile Editore, 2000) - ce neviene data indicazione: in tutte le situazionicerchiamo di guardare il lato positivopresente, anche se è piccolissimo e tende a sfuggirci. Saperlo trovare è un grande passoavanti nella pratica. E quando non riusciamoa vedere neanche il più piccolo barlume di positività allora attiviamo la nostra capacitàdi vedere la sofferenza che si nasconde dietrola negatività dell’altro e facciamo sorgere la compassione e l’amore al posto della rabbiae dell’odio. Non è semplice. Anche nellesituazioni facili dobbiamo essere attenti per esempio a non farci prendere da gelosienei confronti di chi ci sembra più felice e fortunato. È un continuo addestramento in ogni momento, in ogni relazione.Addestriamoci ad essere sempre attenti e consapevoli , solo così non cadremo nei tranelli brucianti delle nostra reattività.

Ho udito queste parole del Buddha unavolta che si trovava al monastero diAnathapindika, nel boschetto di Jeta, neipressi della città di Sravasti.

Un giorno il Venerabile Sariputra disseai monaci: “Amici, oggi vorrei condividerecon voi i cinque modi di porre fine alla rab-bia. Vi prego di ascoltare con attenzione edi mettere in pratica ciò che vi insegno”. Ibhiksu acconsentirono ad ascoltare con at-tenzione.

Il Venerabile Sariputra disse: “Quali so-no i cinque modi di porre fine alla rabbia?

“Cari amici, questo è il primo modo.Poniamo che qualcuno non si comporti convoi in maniera gentile, ma che a parole losia. Se vi arrabbierete con quella persona,ma sarete saggi, saprete come meditare perporre fine alla vostra rabbia.

“Amici, immaginate un monaco che pra-tica l’ascetismo e indossa un abito fatto diritagli di stoffa. Un giorno, passando afianco di un mucchio di rifiuti, pieno diescrementi, urina, muco e molte altre cosemaleodoranti, si accorge che nel mucchioc’è uno scampolo ancora intatto. Usando lamano sinistra, raccoglie il pezzo di stoffa econ la mano destra ne prende l’altro capo elo distende. Vede che non è strappato enon è macchiato da escrementi, urina, sputi

Spegnere la rabbia

T E S T IC A N O N I C I

6

In tante situazioni, talvolta anche non aspettandocelo, sorge forte dentro di noi la rabbia, l’ira verso gli altri. Il Dharma ci indica alcuni modi per spegnerequesto fuoco bruciante.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.05 Pagina 6

Page 8: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

o altre sostanze maleodoranti. Allora lopiega e lo mette via per portarlo a casa, la-varlo e cucirlo al suo abito di ritagli di stof-fa. Amici, allo stesso modo, quando le azio-ni di qualcuno non sono buone, ma le sueparole sono gentili, per mettere fine allanostra rabbia non dovremmo considerarele sue azioni non buone, ma prestare atten-zione soltanto alle sue parole gentili. Il sag-gio dovrebbe praticare in questo modo.

“Cari amici, questo è il secondo modo.Poniamo che qualcuno si comporti con voiin maniera gentile, ma che a parole non losia. Se vi arrabbierete con quella persona,ma sarete saggi, saprete come meditare perporre fine alla vostra rabbia.

“Amici, immaginate che non lontano dalvillaggio ci sia un lago profondo, la cui su-perficie è coperta da alghe ed erba. Vedetequalcuno che si avvicina al lago, ha moltasete e patisce il gran caldo. Si toglie i vesti-ti, si tuffa e, usando le mani per spostare lealghe e l’erba, si gode il bagno e beve l’ac-qua fresca del lago. È la stessa cosa, amici,quando le parole di qualcuno non sonogentili, ma lo sono le sue azioni. Non pre-state attenzione alle parole di quella perso-na, siate solo attenti alle sue azioni, in mo-do da riuscire a porre fine alla vostra rab-bia. Il saggio dovrebbe praticare in questomodo.

“Cari amici, questo è il terzo modo.Poniamo che qualcuno, scortese sia nelleazioni che a parole, abbia comunque un po’

di gentilezza nel suo cuore. Se vi arrabbie-rete con quella persona, ma sarete saggi,saprete come meditare per porre fine allavostra rabbia.

“Amici, immaginate che qualcuno arrivia un incrocio. Costui è debole, assetato,malridotto, accaldato, triste e molto addo-lorato. Giunto all’incrocio vede l’improntadi un bufalo con dentro un piccolo ristagnodi acqua piovana. Egli pensa: ‘C’è pochissi-ma acqua in questa impronta di bufalo. Seusassi la mano o una foglia per raccoglier-la, la agiterei e la renderei fangosa e imbe-vibile. Perciò non potrei dissetarmi né daresollievo all’arsura e alla sofferenza che pro-vo. Quindi dovrò abbassarmi con le bracciae le ginocchia a terra, avvicinare le labbraall’acqua e berla direttamente’. Subito do-po fa proprio così. Amici, quando vedetequalcuno le cui azioni e parole non sonogentili, ma che ha comunque un po’ di gen-tilezza, non prestate attenzione alle sueazioni ed alle sue parole, ma a quel poco digentilezza che c’è nel suo cuore, in mododa porre fine alla vostra rabbia. Il saggiodovrebbe praticare in questo modo.

“Cari amici, questo è il quarto modo.Poniamo che qualcuno compia azioni nongentili, parli in maniera non gentile e nelsuo cuore non vi sia nulla che si possa defi-nire gentile. Se vi arrabbierete con quellapersona, ma sarete saggi, saprete come me-ditare per porre fine alla vostra rabbia.

“Amici, supponete che qualcuno si am-

7

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.05 Pagina 7

Page 9: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

8

mali durante un lungo viaggio. È solo ecompletamente esausto, lontano da qual-siasi villaggio. Cede alla disperazione sa-pendo che morirà prima di completare ilsuo viaggio. In quel momento si avvicinaun’altra persona e, vedendo la situazionedi quest’uomo, lo prende per mano e loconduce al villaggio più vicino, dove siprende cura di lui e della sua malattia e fain modo che abbia tutto ciò di cui ha biso-gno: vestiti, medicine e cibo. Grazie allacompassione e alla gentilezza amorevole lavita di quest’uomo è salva. Così, amici, sevedete qualcuno le cui parole e azioni nonsono gentili e che nel cuore non ha nullache possa essere definito gentilezza, datevita a questo pensiero: ‘Colui, le cui parolee le cui azioni non sono gentili e che nelcuore non sembra avere la benché minimagentilezza, è qualcuno che sta soffrendomolto. Senza dubbio si sta dirigendo versoregni di grande sofferenza. A meno chenon incontri un buon amico spirituale nonavrà alcuna possibilità di trasformazionené potrà raggiungere regni di felicità’.Pensando in questo modo, riuscirete adaprire il vostro cuore all’amore e alla com-passione. Sarete capaci di porre fine allavostra rabbia e di aiutare quella persona. Ilsaggio dovrebbe praticare in questo modo.

“Cari amici, questo è il quinto modo.Poniamo che incontriate qualcuno le cuiazioni sono gentili, le cui parole sono genti-li e la cui mente è anch’essa gentile. Se pro-

verete rabbia o gelosia nei confronti diquella persona, ma sarete saggi, imparereteun modo di meditare che porrà fine allavostra rabbia.

“Amici, supponete che non lontano dalvillaggio ci sia un bellissimo lago. L’acquadel lago è limpida e calma, il fondale del la-go è liscio, le rive sono risplendenti d’erbaverde e alberi belli e rigogliosi fanno om-bra. Una persona assetata, sofferente per lacalura, con il corpo coperto di sudore, arri-va al lago, si toglie i vestiti, li lascia sullaspiaggia, si tuffa e trova grande sollievo epiacere nel bagnarsi e nel bere quell’acquapura. Il caldo, la sete e la sofferenza scom-paiono immediatamente. Allo stesso modo,amici, quando vedete qualcuno le cui azio-ni sono gentili, le cui parole sono gentili ela cui mente è anch’essa gentile, fate atten-zione a tutta la gentilezza del suo corpo,delle sue parole e della sua mente e non la-sciate che la rabbia o la gelosia vi travolga-no. Se non sapete come vivere in armoniacon una persona di tale purezza, non pote-te essere considerati saggi.

“Miei cari amici, ho condiviso con voi icinque modi di porre fine alla rabbia”.

Quando i monaci udirono le parole delVenerabile Sariputra furono felici di rice-verle e di metterle in pratica.

T E S T IC A N O N I C I

Spegnerela rabbia

■ ■

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.05 Pagina 8

Page 10: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.06 Pagina 9

Page 11: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

10

DISCORSOtenuto aPlum Village,UpperHamlet, 28 gennaio2007

UNA PRATICAFELICE

E DURATURA di Thich Nhat Hanh

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.07 Pagina 10

Page 12: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

N ella tradizione buddhista usiamo il termine “mente di princi-piante” [come dire “mentalità” o “stato mentale” di principiante].La mente di principiante è una cosa splendida. La nostra prati-

ca dovrebbe essere in grado di nutrirci e di conservare e proteggere lanostra mente di principiante. È un po’ come il primo amore: una cosasplendida, da proteggere e da alimentare.

Io ho ricevuto i voti di novizio all’età di 16 anni, e ne sono felice: misento benissimo a vivere in un Centro di Pratica, in un monastero.All’epoca non ci ho pensato su tanto: avevo la sensazione che fossequalcosa di molto bello e molto buono. In genere si associa la bontà conla verità, la bellezza con la verità: soprattutto nella mente di un giova-ne, il bello dev’essere per forza anche vero, il buono dev’essere anchevero; dunque non ho fatto tante analisi, tanti ragionamenti, ho sempli-cemente sentito che c’era qualcosa di splendido e di buono nella sceltamonastica e che era in quella direzione che volevo andare. In un certosenso è come innamorarsi, innamorarsi di ciò che è bello, buono e vero:quella sorta di amore è la mente di principiante. La mente di princi-piante è come una pianticella giovane che ha bisogno di buone condi-zioni per crescere e rafforzarsi: se accade che le condizioni non sianosufficienti, la mente di principiante va persa, ed è un peccato. Con que-sto non voglio dire che sul sentiero della pratica va sempre tutto bene,che tutto ci incoraggia e incoraggia in noi la mente di principiante. Difatto sul sentiero della pratica ci sono molti ostacoli, svariati ostacoliche ci possono scoraggiare; se hai una mente di principiante forte, puoisuperarli. Ogni volta che ne superi uno, in te la mente di principiante sirafforza; di fatto quindi gli ostacoli non ci ostacolano veramente ma an-zi ci nutrono, ci aiutano a crescere e a rafforzarci. Sono come “accelera-tori” della nostra saggezza e buona volontà. Non dovremmo temerli:dovremmo solo accertarci che la nostra mente di principiante non si in-debolisca per via di una pratica insufficiente; dovremmo trovare tutti imezzi, occasioni di ogni genere per sfruttare le opportunità in grado dirafforzare la mente di principiante che tutti abbiamo in noi stessi. Se

11

Thich Nhat Hanh è un monacobuddhista e unattivista in camposociale. È stato acapo dellaDelegazioneBuddhistaVietnamita allaConferenza di Pacedi Parigi al terminedella guerra nelVietnam; MartinLuther King jr. l'hacandidato al PremioNobel per la Pace. Fra i suoinumerosissimilibri, quasi tuttitradotti in italiano, i best-seller Essere Pace e Lapace è ogni passo(Ubaldini),Insegnamentisull'amore e Il cuoredell'insegnamentodel Buddha(Neri Pozza), Spegni il fuocodella rabbia e Ilsegreto della pace(Oscar Mondadori).

✍Nella pratica si incontrano ostacoli e difficoltà; l’importanteè riuscire a conservare una mente di principiante intatta e questo ci dà una grande gioia. In ognuno di noi c’è la capacità di riconoscere ciò che è vero, bello, buono.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.07 Pagina 11

Page 13: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

UNA PRATICAFELICE E DURATURA

12

siamo capaci di percorrere la via fino in fondo è grazie al fatto che ab-biamo sempre in noi la mente di principiante

Nei miei 65 anni di pratica ho incontrato svariate difficoltà, svariatiostacoli; ma la mia mente di principiante è sempre rimasta intatta; ed èuna grande gioia, per me, un’ottima cosa. In ognuno di noi c’è questacapacità di riconoscere ciò che è vero, bello, buono. Questo è un ele-mento positivo, in noi: è come un giardino in cui riconosciamo bei fiorie piante splendide che lo rendono bello . Siamo in grado di riconoscereciò che è bello, buono e vero e facciamo il voto di vivere accanto a que-ste cose splendide. Formuliamo il desiderio di andare in quella direzio-ne, di intraprendere quel sentiero, di restare tutta la vita con questosentiero e questa direzione. È la nostra mente di principiante. Avete ildovere di proteggere, la vostra mente di principiante . ✽ ✽ ✽

Nel giardino ci sono anche altre cose,oltre ai fiori e alle piante. La nostrapersona è come un giardino: abbia-mo la capacità di riconoscere ciò cheè buono, vero, bello; abbiamo il desi-derio di vivere secondo quegli stan-dard, ma in noi ci sono anche ele-menti che non sono positivi. E dob-biamo prenderne consapevolezza.

Mettiamo che viviate con una persona che apprezzate molto: una per-sona positiva, che ha in sé dei talenti, che è generosa, gentile. Voi avetela fortuna di vivere accanto a lei, sapete riconoscere in lei ciò che è bel-lissimo: è una vostra facoltà, saperlo riconoscere; eppure a volte nonapprezzate la presenza di quella persona. A volte non fate tesoro dellasua presenza; che le dite cose poco carine. In un certo senso tradite voistessi. A volte volete stare soli, non avete alcuna voglia della sua pre-senza – eppure nel profondo, dentro di voi, sapete che se quella perso-na morisse o se ne andasse soffrireste moltissimo. È questo genere diaspetti negativi che sono presenti dentro di noi. Dobbiamo semplice-mente riconoscerli.

Ogni volta che apro il rubinetto pratico la presenza mentale. Mi ren-do conto che l’acqua scorre attraverso le tubature e arriva fino a me: èun miracolo! Viene dal profondo della terra, oppure dalla cima dellemontagne ed è arrivata fino al mio bagno.

Se siete consapevoli aprendo il rubinetto vi renderete conto che siverifica un miracolo, e darete alla presenza dell’acqua il suo giusto va-lore: vi farà piacere, ne sentirete la qualità rinfrescante, quella sensazio-

Nei miei 65 anni di praticaho incontrato svariatedifficoltà ed ostacoli; ma lamia mente di principiante èsempre rimasta intatta; edè una grande gioia, per me.In ognuno di noi c’è questacapacità di riconoscere ciòche è vero, bello, buono.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.07 Pagina 12

Page 14: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

13

ne di freschezza sulle dita. La presenza mentale vi aiuterà a renderviconto che ci sono zone della terra in cui l’acqua è scarsissima, e le fami-glie debbono camminare tre o quattro chilometri per poter recuperareun secchio d’acqua per lavarsi, per cucinare.

Abbiamo la tendenza a dimenticare: in inglese la si chiama forgetful-ness, ossia dimenticanza, oblio, distrazione. È il contrario della presen-za mentale.. ✽ ✽ ✽ Se non ci fosse riconosceremmo la preziosità del-l’acqua, non la sottovaluteremmo. La dimenticanza è l’altro lato dellapresenza mentale; abbiamo in noi entrambe, sia la presenza mentaleche la distrazione. A volte la tendenza a dimenticare, la distrazione,prende il sopravvento e la presenza mentale rimane come in secondopiano; così perdiamo la felicità, perdiamo il benessere.. ✽ ✽ ✽

Siamo in grado di provare sentimenti di gratitudine, e quando liproviamo siamo felici. Alle volte ce ne dimentichiamo e smettiamo diessere grati, e ogni volta soffriamo, stiamo male. Questo sentimento,questa tendenza all’ingratitudine, è dentro di noi. Anche la gratitudineè parte di noi. Siamo fatti di conflitti, dunque, di elementi opposti; sia-mo fatti allo stesso tempo di fiori e di rifiuti. Perché siamo un giardino,e in un giardino ci dovrebbero essere sia il compost sia i fiori. Un bravogiardiniere dovrebbe saper “giocare” sulla presenza dei rifiuti e dei fio-ri, ed essere capace di trasformare di nuovo i rifiuti in fiori. Un bravogiardiniere sa che se non si prende cura del fiore ben presto questi sitrasformerà in rifiuto; dunque dovrà stare attento, essere abile e saper“giocare” sulla natura dell’interessere fra i fiori e i rifiuti. Lo stesso de-ve fare il praticante. A volte siamo molto grati, a volte sembriamo in-grati; avete in voi entrambi questi aspetti, siete tutti e due questi aspetti.✽ ✽ ✽

I l primo libro che mi è stato dato da studiare da novizio si chiama-va “Punti essenziali della pratica quotidiana del Vìnaya”. Il primoverso dice: «Svegliandomi la mattina sorrido. So di avere davanti a

me 24 ore nuove di zecca, da vivere. Faccio voto di viverle in pienez-za e di guardare gli altri esseri viventi con gli occhi della compassio-ne». Nulla di teorico: in quanto novizio hai il dovere di imparare a me-moria questi versi, in modo che appena sveglio tu abbia qualcosa dapraticare. “Svegliandomi la mattina sorrido. Ho davanti 24 ore nuovedi zecca, tutte a mia disposizione e faccio voto di viverle in pienezza edi guardare gli altri esseri viventi con gli occhi della compassione.”: an-che se siete giovani, anche se avete solo 16 anni sapete che sono cosebellissime - sentite che è una cosa bella, una cosa buona.

✽ ✽ ✽I tre fiorelliniindicano che Thâyfa una lunga pausa;si suggerisce dirispettarla anchedurante la lettura,fermandosi per faretre respiri inpresenza mentale.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.07 Pagina 13

Page 15: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

UNA PRATICAFELICE E DURATURA

14

È questa l’essenza della presenza mentale, è in questi primi versi.Non c’è teologia, non c’è filosofia; si tratta di afferrare l’essenza, il noc-ciolo della pratica. Questi versi ci riescono. Nel libretto ce ne sono 50, ecosì nella vita quotidiana poi imparate a riconoscere le cose splendideche avete dentro, in modo da poter essere felici e in contatto con quan-to di meraviglioso avete dentro. ✽ ✽ ✽

«Imparare a guardare le persone con gli occhi della compassione» - che bel-lo! Quando le guardate in questo modo le persone si sentono felici: leguardate con gli occhi della compassione e non con gli occhi della rab-bia e questo rende felici sia loro che voi. È pura pratica, non c’è nientedi teorico. E vedete che questo modo sano di vivere, che è un bel mododi vivere; vi rendete conto che è un modo di vivere buono. Il giovaneche ero era molto attratto da quegli insegnamenti e da questa pratica.✽ ✽ ✽

Quando il novizio si alza la matti-na, coi piedi cerca le pantofole [inVietnam presumibilmente sandali,con cui poi camminerà per tutto ilgiorno]; ecco che c’era un’altra gathaper la ricerca dei sandali, da recitarementre le cerca col piede. Diceva co-sì: Dal primo attimo del mattino fino asera tarda ogni essere vivente deve pren-

dersi cura di se stesso. Se mi capiterà di calpestare qualcuno di voi coi questisandali, mi spiace. Vi auguro di rinascere subito nella Terra Pura del Buddha.✽ ✽ ✽ Dunque cercando i sandali recitate questi versi e fate voto dinutrire la vostra compassione per tutti gli esseri viventi, perché cammi-nando potrebbe capitarvi di schiacciare coi vostri sandali qualche mi-nuscolo essere vivente. ✽ ✽ ✽

Ecco, vedete, nella mia esperienza questa è una via molto concreta:all’inizio non vi insegnano la teoria, la teologia, non vi spiegano [in tonodi elenco] che è il Buddha e perché si è manifestato, perché è comparsosulla Terra, da dove è venuto, cose del genere. Si limitano a insegnarvi“Svegliandomi la mattina sorrido. So di avere davanti a me 24 ore nuove dizecca, a disposizione per me “ e “Cercando i sandali coi piedi faccio voto di sta-re attento a non togliere la vita a esseri viventi per quanto piccoli”.Immaginate un giovane o una giovane che vivono secondo questo inse-gnamento. Consapevoli di attimo in attimo, che si muovono in giro con

Se vostra madre cucinaper voi una pietanza che vipiace moltissimo e lo fatutti i giorni, direte: “No,basta!” Noi non sopportiamola monotonia, vogliamocambiamenti. Anche questofa parte di noi stessi,occorre riconoscerlo.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.07 Pagina 14

Page 16: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

15

presenza mentale in modo aggraziato: sono splendidi a vedersi! La bel-lezza di un praticante è visibile nella sua pratica. Quel praticante sa be-ne di vivere una vita di bellezza, di bontà. Eppure, dopo un anno, dueo tre, magari quello stesso giovane potrà allontanarsi dalla pratica, dalSangha. Perché succede? Ma come? È capace di riconoscere ciò che èvero, bello, buono, eppure fa una cosa del genere? Ha vissuto nelSangha, ha vissuto la pratica e poi se n’è andato, l’ha abbandonata?Questo succede perché abbiamo in noi l’altro lato, quello della dimenti-canza, dell’oblio: fate una cosa, magari bellissima e che vi piace molto,ma poi a volte vi capita di stufarvi, di averne abbastanza e di avere vo-glia di cambiare.

È umano. Se c’è una pietanza che vi piace moltissimo e vostra madrela cucina per voi vi fa piacere; ma se continua a cucinarvela tutti i gior-ni, un bel giorno direte: “No no no, basta!” Ecco, noi non riusciamo asopportare la monotonia, vogliamo cambiamenti. Anche se quella cosaè buona, vera, bella, si ha voglia di cambiare. E questo fa parte di noistessi, occorre riconoscerlo.

L a domanda è: come continuare, come andare avanti fino in fondoin qualcosa che avete riconosciuto essere buono, bello, vero? Certo,occorre un po’ di pazienza; però occorre anche qualcosa d’altro.

La via dovrebbe essere gioiosa. La via dovrebbe essere nutriente. Lavia dovrebbe portare guarigione. La via dovrebbe generare gioia e feli-cità, ed è per questo che dobbiamo organizzare e condurre la nostra vi-ta quotidiana, la nostra pratica quotidiana, in modo da non ripeteresempre le stesse cose in maniera automatica. Dobbiamo renderci contoche ogni momento è un attimo nuovo. Parliamo di mangiare in presen-za mentale per esempio: sappiamo che mangiare in presenza mentale èuna cosa molto buona, ognuno di noi dovrebbe saperlo: si tratta di nonlasciar vagabondare la mente mentre si mangia ma di riportarla al cibo,di focalizzare l’attenzione sul cibo. Intanto, di notare quant’è bello già ilfatto di avere del cibo da mangiare, mentre milioni di persone soffronola fame. Quant’è bello che tutto l’universo concorra a generare quelpezzetto di carota, quel pezzetto di tofu che abbiamo davanti, e prova-re gratitudine, e fare voto di vivere in modo da essere degni di questocibo. Sono tutte cose bellissime. Ma se continuate a farle ogni giorno,arriverà il momento in cui sentirete il bisogno di fare questa cosa dinuovo – non so: «Facciamo sei contemplazioni [del cibo] invece di cin-que» ; «Perché non mangiamo con le dita invece che con le posate?»;«Perché non facciamo un pic-nic invece di sederci nello Zendo nel

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.07 Pagina 15

Page 17: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

UNA PRATICAFELICE E DURATURA

16

Pranzo Formale?» Mi arrivano di continuo domande del genere. Anchese conosciamo che cos’è vero, che cos’è bello, abbiamo bisogno di cam-biamento, di cose nuove. In quanto Maestro di Dharma mi sono sentitorivolgere molte domande del genere, molto spesso. Leggendo i Sutraho scoperto che anche il Buddha aveva gli stessi problemi e che cercòdi rinnovare la pratica presentandola perché poi la potessimo apprez-zare sotto forme diverse. L’altro giorno ho suggerito ai miei studenti dicercare di mangiare “con la bocca del loro padre”. «Papà, mangiamoinsieme questo cibo. Che effetto ti fa? Ti piace?» Ecco, noi possiamomangiare con la bocca di nostro padre. È interessantissimo!

Nel libro di pratica Touching the Earth ho inserito una meditazionesulla guida dell’auto. [1] Guidando potete invitare il vostro bisnonno aguidare con voi. Oppure potete invitare addirittura il Buddha a guida-re per voi. “Caro Buddha, per favore prendi il volante e guida tu”All’epoca del Buddha non c’erano automobili. In pratica, invece, inquesto momento il Buddha sta guidando per voi. Cercate di sentire cheeffetto fa al Buddha il fatto di guidare. Come si sente il Buddha inun’automobile? Fra voi e il Buddha c’è un legame, una connessione, inun certo senso siete una continuazione del Buddha: avete intrapreso lasua pratica, il suo modo di vivere, dunque c’è una connessione fra voi;quindi ora potete guidare con le mani del Buddha, potete guardare ilmondo con gli occhi del Buddha, e sentire che effetto fa. Vi fa stare be-nissimo. Ecco, questa è una nuova forma di pratica – eppure la praticaè sempre la stessa: la consapevolezza della guida.

È probabile che il vostro bisnonno non abbia avuto esperienze diguida: ecco, invitatelo a guidare la macchina con voi e state a sentireche sensazioni gli dà, che effetto gli fa guidare.

P er la meditazione seduta, per la meditazione camminata vale lastessa cosa. Dovete inventare nuovi modi di sedervi in medita-zione in modo che vi porti sempre una sensazione di delizia, di

piacere, di solidità e di pace. Sapete bene che il Buddha ha formulatosedici esercizi di consapevolezza del respiro; a Plum Village abbiamoelaborato l’insegnamento offrendo più di quaranta esercizi di consape-volezza del respiro; per esempio quell’esercizio che possono fare tutti“Inspirando godo la mia inspirazione. Espirando, godo la mia espira-zione”. È una cosa facile da praticare: inspirate e all’improvviso pren-dete consapevolezza che state inspirando, che è meraviglioso essere vi-vi e inspirare. Inspirare diventa una cosa veramente piacevole. Vi senti-te vivi, vi sentite pienamente in contatto col qui e ora. Potete entrare in

[1] Thich Nhat Hanh,Toccare la Terra -conversazioni intimecol Buddha:edizione italiana inpreparazione pressol’AssociazioneEssere Pace.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.07 Pagina 16

Page 18: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

17

contatto con gli elementi meraviglio-si e portatori di guarigione che avetein voi, della vita, nel momento pre-sente, qui e ora. Dunque inspirarepuò essere veramente piacevole epotete godervelo fino in fondo. E po-tete inventare centinaia di esercizicome questo, e l’essenza della prati-ca resterà comunque la stessa. Poteteusare una gatha per praticare la meditazione camminata, potete dirvi“Sono arrivato, sono a casa nel qui e ora”; e questo vi farà riuscire benenella pratica, perché la gatha vi aiuterà ad arrivare, a sentirvi a casa, so-lidi e liberi. A un certo punto però avrete bisogno di un’altra gatha, percambiare, altrimenti la vostra pratica potrebbe diventare meccanica. Edè per questo che ognuno di noi sa a memoria svariate gatha, e dopoaverne adottata una per un po’ di tempo ne adotta un’altra. ✽ ✽ ✽

L’idea è di non cadere vittima dell’ “erosione”, di non diventaremeccanici, automatici nel nostro modo di praticare ma di praticare daveri esseri umani. Per realizzarla, ciò di cui abbiamo bisogno è di unapratica creativa. Se siete Maestri, dovete essere creativi e rinnovare l’in-segnamento, così da poter insegnare a lungo senza annoiare; in quantopraticanti avete bisogno di essere creativi per poter sentire sempre lagioia, il nutrimento che vi dà la pratica. Quando dedicate a lungo il vo-stro tempo, la vostra energia per praticare la meditazione camminata,un giorno arriverete a fare ogni singolo passo in presenza mentale.All’inizio, a essere fatto in consapevolezza potrebbe essere il dieci percento dei passi; ma se continuate con molta determinazione, un giornoscoprirete che il cento per cento dei vostri passi sarà consapevole, o losarà magari il novantanove per cento. Allo stesso tempo scoprite che lavostra pratica continua a essere di nutrimento; che vi dà gioia, vi portaguarigione, perché spontaneamente la rendete sempre nuova. ✽ ✽ ✽

In ognuno di noi c’è un monaco che ama praticare, a cui piace praticareper raggiungere l’illuminazione, per alimentare la bontà che ha dentro.

In ognuno di noi c’è un lottatore, che non vuole arrendersi, che vuolearrivare fino in fondo, che vuole vincere. In quanto praticanti doveteconsentire che il lottatore che è in voi si manifesti e sia attivo. Non cadetevittima dell’automatismo, della meccanicità: si tratta di lottare per rende-re nuova la pratica, per non consentire che diventi noiosa. Il monaco che

In quanto praticanti siateattivi, non arrendetevi,

non cadete vittimadell’automatismo, della

meccanicità: si tratta di lottare per

rendere nuova la pratica,per non consentire che

diventi noiosa.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.08 Pagina 17

Page 19: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

UNA PRATICAFELICE E DURATURA

18

è in voi dovrebbe andare di pari passo con il lottatore che è in voi. In voi c’è anche l’artista. Permettete all’artista che è in voi di essere

creativo. Perché dentro di voi non c’è solo il praticante, il monaco, c’è an-che … [cerca a lungo la parola] il guerriero, insieme all’artista. Monaco,guerriero e artista non sono tre persone separate ma sono tre aspetti dellastessa persona. Dovreste permettere a tutti e tre questi aspetti di esserepresenti e di agire contemporaneamente, per trovare un equilibrio.

Posso dire di non essermi mai annoiato della meditazione cammina-ta: quando cammino, ogni passo che faccio è un vero piacere. E nonperché sono diligente, perché sono bravo, perché sono disciplinato, no:perché sono una persona creativa e quindi non lascio che la pratica di-venti meccanica. Non lascio che diventi un automatismo, perché lascioche l’artista che è in me si manifesti e agisca e rendi la pratica semprenuova e interessante e ricca di nutrimento. Perché ognuno di noi ha bi-

sogno di essere nutrito e risanato, ela pratica è sempre interessante e ric-ca di nutrimento se sappiamo darci iltipo di pratica che è appropriata. Lapratica è la stessa ma può cambiarenelle forme, può rinnovarsi nei modidi farla. Se vi guarderanno da fuorivi vedranno camminare come sem-pre, ma in realtà state praticando lameditazione camminata in maniera

diversa; camminate come una persona nuova. Se vi guardano sedere inmeditazione vi vedranno seduti come sempre, ma in realtà state seden-do in maniera diversa, nuova: vi state evolvendo. ✽ ✽ ✽

Io ho imparato le Quattro Nobili Verità prima di diventare novizio,intorno ai quindici anni; eppure da allora l’insegnamento delle QuattroNobili Verità dentro di me si è evoluto tutto il tempo. La mia compren-sione delle Quattro Nobili Verità si è approfondita man mano. Non èperché vi fanno una lezione sulle Quattro Nobili Verità che da quel mo-mento voi le conoscete bene: è perché continuate a praticarle e ad ap-profondirle che la vostra comprensione delle Quattro Nobili Verità siapprofondisce sempre di più giorno per giorno, alla luce della vostrapratica. Questo vale anche per il Sutra del Cuore: se vi do una spiega-zione chiarissima del Sutra del Cuore e voi ne siete risvegliati e riuscitea comprendere tutti i vari significati che vi ho offerto nella spiegazione,ciò non significa che avete una perfetta comprensione del sutra. Quella

Non mi sono mai annoiatodella meditazionecamminata: ogni passo chefaccio è un vero piacere. E non perché sono diligente,bravo, disciplinato, no:sono una persona creativae quindi non lascio che lapratica diventi meccanica.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.08 Pagina 18

Page 20: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

19

sarà solo una base; se poi continuate a praticare la visione profonda delsutra nella vita quotidiana la vostra comprensione del sutra si appro-fondirà giorno per giorno. Quindi non potrete dire: “Le Quattro NobiliVerità? Ah sì, certo, le ho studiate, le so. L’Ottuplice Sentiero? Certoche lo conosco.” No, non funziona così! Non è così! L’altro giorno hotenuto un discorso di Dharma in cui ho parlato dell’interessere delleQuattro Nobili Verità. Questo argomento non l’avevo mai trattato, peresempio, all’Istituto di Studi Buddhisti [in Vietnam], perché in me lacomprensione dell’interessere delle Quattro Nobili Verità è nata piùtardi, con lo studio e la pratica.

Da piccoli forse vi siete fatti un’idea, un concetto, una nozione delBuddha o di Dio; vi piace, lo adorate. Poi nel corso degli anni, studian-do e praticando, quell’immagine, quella nozione del Buddha o di Diocambia dentro di voi e attualmente è piuttosto diversa rispetto a quan-do eravate piccoli.

L’altro giorno ho detto a un novizio che nella mia pratica mattutinadel Toccare la Terra visualizzo sempre il Buddha come un anzianoMaestro, che cammina a piedi nudi, vestito in modo molto semplice.Questo perché nei templi da noi il Buddha è presentato in maniera lus-suosa, seduto molto in alto con meravigliosi ornamenti d’oro, vesti son-tuose, le luci dietro: si resta impressionati e condizionati da quell’imma-gine e si pensa: “Ah ecco, questo è il Buddha.“Ma se poi si continua apraticare si scopre il Buddha come essere umano, esattamente come noi,e si può entrare in contatto con quel Buddha come un insegnante, comeun amico, come un Maestro che non aveva alcuna pretesa di grandezza.È bellissimo essere in contatto con quel tipo di Buddha. Con la nostrapratica, con il nostro apprendimento possiamo riuscirci. Se invece siamovittime di un concetto di Buddha, se siamo vittime di un concetto di Dio,non possiamo entrare in contatto con il Buddha o con Dio.

A volte quando amiamo una persona ne abbiamo in testa un’idea,ed è quella che amiamo; oppure se odiamo una persona, in realtà noinon odiamo tanto quella persona quanto l’idea che abbiamo di quellapersona. Ecco, è la stessa cosa.

I n Cina è vissuto un saggio che si chiamava Kong Fu Tzu – inOccidente lo chiamiamo Confucio – che dopo essere stato ministronel governo del suo Paese, a un certo punto ne ebbe abbastanza e

diede le dimissioni. Andò vagando per molti Paesi per ascoltare inse-gnamenti e apprendere, infine tornò al suo Paese per insegnare; ebbemolti allievi, diventò un grande filosofo, un grande Maestro. Parlando

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.08 Pagina 19

Page 21: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

UNA PRATICAFELICE E DURATURA

20

della sua vita disse una cosa del genere: “A 30 anni ero in grado di regger-mi sui miei piedi, ossia ero autonomo, non avevo più bisogno di appog-giarmi a nessuno; all’età di 40 anni sono arrivato allo stadio di non avere piùdubbi; quando sono arrivato ai 50 anni ho preso consapevolezza delmandato del Cielo.” Questo significa: ho preso conoscenza di quelloche dovevo fare, di che cosa il Cielo desidera che io faccia, in questotempo sulla Terra, qual è la mia missione. Quando pronunciò questodiscorso Confucio doveva avere 65-70 anni. La frase finale è: “Da quan-do ho raggiunto i 60 anni ho cominciato a fare tutto quanto mi detta il cuoresenza violare alcun precetto. ✽ ✽ ✽

È interessante, pensate [lo dice con tono divertito]: “ora a 60 e più pos-so fare tutto ciò che il mio cuore mi detta eppure non violo nessuna re-gola, nessun precetto”!

Sapete, fratello Phap Ho, “Pioggia del Dharma” pochi giorni dopo ave-re ricevuto l’ordinazione mi ha scritto una cosa bellissima: «Caro Thây,manterrò questi voti fin quando non ne avrò più nessun bisogno.» Hocapito che cosa intendeva: all’inizio i voti monastici sono qualcosa cheviene in un certo senso imposto. Si prende l’impegno di seguire i precet-ti, di seguire la pratica: [in tono di elenco] dovete alzarvi alle cinque, an-dare in sala di meditazione, cucinare per il Sangha, andare in sala dapranzo, dovete osservare i precetti, seguire le attività del Sangha, le re-gole del Sangha. E sapete che questa è una cosa buona per voi.

È come quando guidate, sulla strada: alla guida dovete per forza se-guire il Codice della Strada, che serve a proteggere voi stessi e gli altri;vi rendete ben conto che se non ci fosse un insieme di regole ci sarebbe-ro molti incidenti, dunque sapete che tutte queste regole, questi ele-menti di disciplina sono elementi di protezione per voi. All’inizio vi di-te: “Non mi piace ma li seguo. Seguo i voti, i precetti. So che vanno be-ne per me, quindi farò del mio meglio per osservare i 10 o i 250 precettidei monaci” – come sapete, se siete monaci dovete seguire la regolamonastica; se siete praticanti laici dovete seguire i CinqueAddestramenti alla Consapevolezza o i Quattordici, perché sentitechiaramente fin dall’inizio che sono buoni per voi, quindi fate voto disforzarvi di stare su quel sentiero, di percorrerlo. [2] E ci sono cose chevi piacerebbe fare ma che non potete fare, perché sono contrarie ai pre-cetti, che non vi permettono di fare quella data cosa.

Eppure quando arrivate a 60 anni, [con tono entusiastico] pensate, po-tete fare tutto quel che vi pare senza violare alcun precetto! È una gran-de realizzazione, questa. Non ci sono più precetti: quello è diventato il

[2] I CinqueAddestramenti sonola riformulazione deitradizionali CinquePrecetti delBuddhismo: rispettoper la vita, rispettoper la proprietà eper il lavoro, rettacondotta sessuale,retta parola eastensione dallesostanze inebrianti. I QuattordiciAddestramenti sonole linee-guida su cuisi fonda l’Ordinedell’Interessere,comunità fondatadall’A.nei suoi duerami monastico elaico, attivo in tutto il nella cura delsangha e nellatrasmissione dellapratica e degliinsegnamenti dellaScuola di PlumVillage.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.08 Pagina 20

Page 22: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

21

vostro modo di vivere, tutto qui; senon li seguite non vi sentite a posto,non vi sentite a vostro agio. È comelavarsi i denti prima di andare a dor-mire: se non ve li lavate vi sentite adisagio, non vi sentite a posto.Quindi seguire i precetti a quel pun-to non diventa più un peso, una sec-catura, ma entra a far parte di voi.All’inizio dovete alzarvi alle cinque, dovete sedervi nel pranzo formale,[sempre più col tono di un elenco noioso] e ascoltare la campana e tornare avoi stessi e inspirare, espirare – tutte quelle cose che sono state formu-late per voi; sentite che vanno bene per voi ma limitano anche la vostralibertà personale; dunque vi sentite poco liberi. Naturalmente siete ingrado di riconoscere ciò che è bello e buono per voi, dunque fate il votodi seguire quella via anche se ci sono delle forze che vi tirano in altredirezioni. ✽ ✽ ✽

Dunque è possibile: fare tutto ciò che il vostro cuore desidera senzaviolare alcun precetto. Questa è una possibilità reale. Praticate in unmodo per cui poi camminare in presenza mentale non sia più una pra-tica: non “praticate la meditazione camminata ” ma comunque ognipasso che fate di fatto è in presenza mentale. È il mio caso: io non “pra-tico la meditazione camminata”: semplicemente, quando cammino,cammino in quel modo; ma non la vedo come “una pratica”, non mi di-co “sto praticando la meditazione camminata”: è così che cammino. Lofate perché vi piace – quindi quando vi si chiede: «Perché pratichi lameditazione camminata?» rispondete: «Perché mi piace. » Non [elenca]«Perché mi fa bene», «perché mi riporta al momento presente», «perchécosì non spreco la mia vita», «perché dimoro nel momento presente»,«perché non rimango immerso nella distrazione», «perché non mi per-do nel passato e nel futuro», niente di tutto questo: «Perché mi piace».

■ ■

Io non “pratico lameditazione camminata”:

semplicemente, quandocammino, cammino in quel

modo; ma non la vedo come“una pratica”, non mi dico

“sto praticando lameditazione camminata”: è

così che cammino.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 21

Page 23: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

Sono contento di questa occasione che ci è data per ritrovarci insie-me e riflettere su quello che ci sta veramente a cuore. Se non ci fer-miamo a considerare che cos’è che veramente conta per noi, rischia-

mo di passare la vita a occuparci di quello che gli altri pensano che conti;nel mondo c’è uno stuolo di esperti - di religione, di finanza, di tutto quan-to - pronti a dirci cosa è importante, ma io credo che ciascuno di noi debbascoprirlo di persona, scoprire le proprie “questioni del cuore”. Ieri sono an-dato a fare una passeggiata da solo perché volevo riflettere sul perché lagente si riunisce come facciamo oggi. A me pare che ci sia un’unica motiva-zione, per questo e per tutto quello che facciamo, in realtà, ed è che tuttinoi, nel profondo, desideriamo accrescere il nostro benessere. Ecco cosa ciaccomuna, cosa ci ha portato qui: la ricerca di un maggiore benessere. Vichiederei di tenerlo a mente, soprattutto in situazioni come quella di oggidove si pratica la meditazione: non è che voglio fare qualcosa per cercare disentirmi meglio, quanto prendere coscienza che alla base della mia vita c’è

DISCORSO tenuto al Monastero

Santacittarama il4/9/99.

Per gentileconcessione

dell’AssociazioneSantacittarama,

2002.

22

Nella vita di ognuno di noi ci sono molte cose che hanno unacerta importanza, ma ce ne sono alcune che hanno importanza

cruciale: le questioni del cuore, le questioni spirituali.

IL PREZIOSODILEMMA

di Ajahn Munindo

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 22

Page 24: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

questa aspirazione a un benessere autentico. Se lo dimentico mi perdo nelconflitto, perché la vita è tanto complessa, e anche la pratica spirituale puòdiventare complessa. Noi però cerchiamo di rendere la nostra vita molto,molto semplice. Secondo la prospettiva buddhista esiste una forma di be-nessere che è estremamente semplice e non ha bisogno di sostegni esterni.Essenzialmente è un benessere autosufficiente, che è già presente dentro dinoi. Se lo cerchiamo nel modo giusto, potremo scoprire di possederlo già.Ecco l’obiettivo dei nostri sforzi: entrare in contatto con questo benessereautosufficiente. Non è quel tipo di benessere che rende la vita straordinaria,è qualcosa di molto, molto semplice. Vi sono diverse gradazioni nel benes-sere, così come esistono diverse sfumature di uno stesso colore o di un sen-timento come l’amore — c’è l’amore a prima vista, l’amore passionale, l’a-more donativo della madre per il bambino... Nel nostro caso è importantemettere a fuoco quale tipo di benessere vogliamo perseguire. C’è un versodel Dhammapada che mi piace molto, vorrei condividerlo con voi:

“Vivi bene la tua vita in accordo con la Viarifuggi una vita di distrazioneuna vita ben spesa porta al benesseresia ora che in futuro”.Questa è una mia traduzione dalla lingua pali; ovviamente potranno

essercene altre che differiscono da questa. Ma in ogni caso il punto im-portante, che il Buddha stesso sottolineava, è che dobbiamo essere capacidi tradurre gli insegnamenti nel nostro linguaggio. Non è facile a farsi, cisono i termini tecnici, i concetti, ma ci sono anche i sentimenti, il sensoprofondo dietro le parole, quello che solo può connettere le parole delBuddha ai temi che ci stanno a cuore. Che genere di traduzione può ren-dere gli insegnamenti veramente significativi per noi? Altrimenti, se re-stano astratti non funzioneranno. Mi ha fatto piacere leggere il commen-

23

Non sapevo cosa fare. Alla fine arrivai a dirmi semplicemente: “Non so che fare. Nessun giudizio”. Ma fino a quel momento era stato

tutto un: “Non so che fare: male, sei un incapace”. E la magia è che, sostenendo il dilemma, il cuore si apre e si arriva a vedere

le cose sotto una nuova luce. La comprensione, la compassione che andiamo cercando sono già presenti in quella realtà più ampia.

Come pure il benessere autosufficiente a cui aspiriamo.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 23

Page 25: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

IL PREZIOSODILEMMA

24

to del Dalai Lama nel corso di una recente visita a certi suoi discepoliamericani: “È tutto così tibetano qui”, diceva. Il tappeto era tibetano, iquadri alle pareti tibetani, il cibo, l’incenso, erano tibetani... un po’ trop-po tibetano! È molto importante, diceva Sua Santità in quell’occasione,non svalutare ciò che vi appartiene per adottare qualcosa che credete mi-gliore; dovete conciliarvi con ciò che è vostro e imparare a esserlo, in mo-do da onorare il bisogno di significato autentico insito in ciascuno di noi.

❖ ❖ ❖

Nella mia traduzione uso l’espressione “vivere in accordo con la Via”. Cosasignifica vivere “in accordo” con la Via? Perché il benessere autentico, questobenessere sostenibile e autosufficiente, che non cerca alimento dall’esterno,nasce da una vita vissuta in accordo con la Via. Io uso la parola Via per rendere

“Dhamma”, ma si potrebbe anche parlare di realtà, o di verità. A volte cipiace fare del Dhamma qualcosa di molto speciale ed esotico, qualcosa cheè altro dalla nostra vita; però Dhamma significa “realtà”. Il Buddha parlavadella natura mutevole della realtà, o dei suoi aspetti frustranti, insoddisfa-centi. Questi sono tutti aspetti della nostra vita, dobbiamo imparare a vive-re in accordo con la natura mutevole della realtà, con la natura frustrantedella realtà - in altre parole, vivere in accordo con la natura stessa della no-stra vita. Così quando il Buddha parla di dukkha, anicca, anatta, non sonoconcetti filosofici ma esperienze tangibili e concrete, come la frustrazioneche provo quando non ottengo quello che voglio: questo è ciò con cui devoessere in accordo, non con gli insegnamenti buddhisti. E qual è la qualità divita, l’energia che ci consente di essere in accordo con la Via? Il Buddhaparlava di “sati”, un termine pali che io traduco come “consapevolezza ap-prezzante” [appreciative awareness], un’attenzione che sa cogliere a fondo larealtà, un modo di essere che ci mette in accordo con la realtà. Non è un“pensare” alla vita, ma assaporarla a fondo, come quando si guarda un belquadro e veramente si sta lì col quadro, lo si apprezza pienamente.

Poi il verso continua invitandoci a rifuggire una vita di distrazione. Cisono fondamentalmente due cose che ci distraggono. La prima è piuttostoovvia, è la complessità e il dolore dell’esistenza: siamo distratti dalle espe-rienze dolorose, dalle delusioni, dalla tristezza. Ci sono momenti in cui tut-to sembra molto chiaro: so cosa è giusto, so cosa è vero, so cosa voglio e midedico a ottenerlo; poi subentrano delusioni, tristezza e dolore e mi ritrovoconfuso. Ma ci facciamo distrarre molto anche dal piacere, anche se non èaltrettanto ovvio. Non è che il piacere sia un problema, come del resto nonlo è il dolore. In effetti piacere e dolore non si possono evitare. Il verso nondice “rifuggite il dolore e il piacere”, ma evitate di perdervi nel dolore e nelpiacere. È un punto molto importante, perché a volte, trovandoci a oscillareparecchio fra piacere e dolore, sentiamo parlare degli insegnamenti buddhi-

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 24

Page 26: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

25

sti sul non-attaccamento e crediamo che dovremmo smettere di provarepiacere e dolore. L’ho visto accadere non di rado, la gente comincia a ren-dersi la vita molto angusta e limita la portata delle proprie esperienze. Maquesto non è l’insegnamento del Buddha: l’insegnamento del Buddha è nonperdersi nel piacere e nel dolore. Una volta preso atto che l’energia cui dob-biamo attingere per smettere di perderci nel piacere e nel dolore è l’atten-zione stessa, la natura del nostro lavoro si chiarisce: il nostro lavoro è colti-vare e purificare l’attenzione. Perché un conto è essere sensibili al piacere eal dolore - facendo un po’ di meditazione o di rilassamento, mangiando ve-getariano e via dicendo si può diventare molto sensibili - ma è cosa diversadalla consapevolezza apprezzante di cui parlo, che è capace di operare latrasformazione cui aspiriamo. Sati deve essere coltivata e sviluppata di paripasso con la comprensione; in pali c’è il binomio sati-pañña, ossia una con-sapevolezza che discerne secondo verità, un’attenzione purificata.

❖ ❖ ❖

Così, se da una parte contemplare la possibilità di un benessere autosuffi-ciente contrasta con l’idea che il benessere coincida con l’ottenere quello chesi vuole, dall’altro, considerare seriamente la necessità di coltivare l’attenzio-ne ci mette al riparo dal fraintendimento secondo cui il tipo di attenzione dicui disponiamo in partenza basti, risparmiandoci una grossa delusione.

Si tratta di coltivare un’abilità, come quella di lavorare la creta adesempio; all’inizio prendo la creta, la metto sul tornio, faccio tutti i movi-menti necessari, però magari il primo vaso riesce bruttino e se anchepenso: “sono negato”, non significa che davvero lo sia...

Il nostro lavoro, dunque, è purificare l’attenzione con cui ci rapportiamoalla vita, per poter essere in accordo con la Via. È un lavoro, ma non è unafatica - è un lavoro bello, piacevole. Se amate qualcuno ci state insieme vo-lentieri, non fate fatica. Ecco perché ho detto fin dall’inizio che dobbiamo ri-conoscere la motivazione che ci ha portato qui, il nostro desiderio di benes-sere. Quando capiamo che è questo che stiamo facendo - accrescere il no-stro benessere - lo facciamo volentieri. Lo facciamo perché vogliamo farlo.

Ajhan Munindo nato nel 1951 in Nuova Zelanda ha ricevuto l’ordinazione monastica nel 1973 dalven Samdet Naysamvara e nel 1975 da Ajhan Chah. Dopo cinque anni in monasteriThailandesi e si è trasferito in Inghilterra al seguito di Ajhan Sumedho. Hatrascorso diversi anni nel monastero di Cittaviveka e successivamente ha fondatoun vihara nel Devon. Dal 1990 è abate dell’Aruna Ratanagiri di Harnham(www.ratanagiri.co.uk), nell’Inghilterra settentrionale. Ha pubblicato a curadell’Associazione Santacittarama un’ottima traduzione del Dhammapadadisponibile al Monastero Santacittarama.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 25

Page 27: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

IL PREZIOSODILEMMA

26

La prima domanda allora è: come purificare l’attenzione? E quali sono leimpurità, le distorsioni dell’attenzione? Per distorsioni intendo qualcosadi simile ai difetti di una lente: se guardate attraverso una lente difettosanon vedrete chiaramente. Nel suo primo discorso, il Dhammacakka-pa-vatthana sutta, il Buddha menziona due distorsioni fondamentali: la pri-ma è prendere le parti del piacere contro il dolore, la seconda è prenderele parti del dolore contro il piacere. Ossia, avere preferenze. Di nuovo, ilproblema non sono le preferenze ma il perdersi nelle preferenze. IlBuddha diceva che perdersi nel prendere una posizione è la causa delnostro problema. C’è un mezzo molto efficace che ci mostra la naturadelle distorsioni e al tempo stesso il modo per superarle. È la frustrazio-ne. È un mezzo difficile, perché l’ultima cosa che vorrei è proprio la fru-strazione. Però il Buddha diceva che la consapevolezza della frustrazio-ne porta alla fine della frustrazione. Se dunque abbiamo intenzione di la-vorare a purificare l’attenzione, dobbiamo cambiare il nostro atteggia-mento nei confronti della frustrazione. E per farlo dobbiamo cominciaread ammettere che siamo noi a creare il problema, e non, come si tende acredere, che sia qualcosa che ci succede. Provo paura: quella certa cosami fa paura. Ma la paura non mi succede, sono io che la faccio. “Mi faiarrabbiare”: ma non mi fai arrabbiare, sono io che mi arrabbio. Lo stessocon il desiderio, mi sento molto attratto da qualcuno e penso: “Non pos-so vivere senza di te”. In realtà non è vero. Però ci si sente proprio comese fosse vero. Se ho in tasca una carta di credito andrò a comprare unsacco di cose che non mi posso permettere perché sento di non poternefare a meno. Perciò, cerchiamo di riconoscere quanto prima che il proble-ma è qualcosa che creiamo attivamente, non qualcosa che ci succede. Quila pratica formale della meditazione diventa essenziale, perché quandola mente si calma e diventa più sensibile e chiara possiamo vedere nelmomento presente come lo creiamo. Quando comincio ad accorgermiche la rabbia, la paura, è qualcosa che faccio, in quel momento capiscopure che potrei anche non farlo. È una buona notizia, è da lì che viene laforza per cambiare. Altrimenti ci sentiremo deboli, vittime impotenti.

❖ ❖ ❖

È molto importante che nella vita non ci sentiamo vittime. Vi invito a rifletter-ci sopra nella vostra pratica. Quando sedete in meditazione ed emerge unproblema relativo a qualche aspetto della vostra vita quotidiana - per esem-pio sotto forma di ricordo - in quel momento, invece di indispettirvi, potreste avere suffi-

ciente consapevolezza da inibire il potere del giudizio, quella voce che dice:“Sbagliato”. Non è mai sbagliato provare quello che si prova. Non può es-sere sbagliato provare quello che si prova. E nella nostra pratica, nella ricer-ca del benessere autosufficiente, dobbiamo saper essere d’accordo con quel-

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 26

Page 28: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

27

lo che proviamo. Ecco come purifichiamo l’attenzione: mettendo un frenoal giudizio automatico, alla mente giudicante. Sulle prime, una volta che loabbiamo capito, è facile che di fronte alla mente giudicante la reazione sia:“Non devo giudicare”. Ovviamente questo è un altro giudizio. Dobbiamoessere più sottili di così. All’inizio si tratta di riconoscere la dinamica dellamente giudicante, il modo in cui distorce l’attenzione dicendoci che non vabene provare tristezza, o non va bene sentire di aver fallito e così via.Riconoscere che si tratta di un giudizio, e avere l’accortezza di inibire il giu-dizio nei confronti del giudizio. Può suonare semplicistico, ma in realtà li-berare l’attenzione dal giudizio automatico ha un effetto profondamente li-beratorio. Un’attenzione libera dal giudizio sta alla nostra sensibilità noneducata come un raggio laser alla luce ordinaria. Per noi occidentali sembrasia un grosso scoglio; gli asiatici, in generale, sembrano non capire dove stiala difficoltà. L’intelligenza discriminativa è qualcosa in cui l’Occidente ec-celle, mentre l’intelligenza unitiva sembra essere più sviluppata nella cultu-ra asiatica. Non voglio dire che l’una sia giusta e l’altra sbagliata, ma solomettere in luce una tendenza che ci è peculiare e che non possiamo soppri-mere dalla sera alla mattina. È come avere nella testa un commentatoresportivo che giudica ogni mossa - è andata bene, è andata male, successo,fallimento - in continuazione! Lo facciamo anche con la meditazione, e senon ce ne accorgiamo corriamo il rischio di complicarci ulteriormente la vi-ta - meglio smettere di meditare. Dico sul serio, spesso mi trovo a sconsi-gliare alla gente di meditare. Sono monaco da venticinque anni e ce ne homessi parecchi per accorgermi che stavo rendendomi la vita un inferno. Imiei insegnanti tailandesi non avevano la minima idea di cosa stessi facen-do, non potevano capire che è una forma di disturbo mentale!Conoscevano il meccanismo di fondo, quello di cui parla anche ilBuddha, ma non avevano dimestichezza con l’intensità del mio disagio.

❖ ❖ ❖

Quindi, se nella nostra pratica siamo disposti a riconoscere questa tendenza,quando si presenta e ci troviamo in conflitto saremo capaci di non prendereposizione a favore dell’una o dell’altra parte ma ci limiteremo a riconoscere:“Conflitto: nessun giudizio”. Allora faremo esperienza in prima per-sona di quello che il Buddha intendeva, quando diceva che la consapevo-lezza del conflitto pone termine al conflitto. Prima era solo una filosofia in-teressante, ma acquistare la grandezza d’animo che consente di contenere ilconflitto senza prendere posizione è una tangibile benedizione.

Nel suo primo discorso, dunque, il Buddha parlava di questa nostra ten-denza a schierarci con il piacere contro il dolore, oppure - mettendoci untantino di perversione - con il dolore contro il piacere, come quando sottil-mente ci attacchiamo alla depressione o alla rabbia come se ne andasse della

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 27

Page 29: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

IL PREZIOSODILEMMA

28

nostra felicità. Se prendere posizione è in ogni caso una cattiva abitudine, ilBuddha diceva che d’altro canto è possibile una via di mezzo. Dal punto divista della via di mezzo, di questa capacità di sostenere il conflitto, sentirsifrustrati va bene, essere tristi va bene. Va bene anche giudicare, basta ren-dersene conto e ricordarsi di non giudicare la mente giudicante. La mentegiudicante è semplicemente quella che è. In realtà è un aspetto importantedella nostra intelligenza che contribuisce a darci sicurezza. Ma quando “di-ventiamo” la mente giudicante, la storia non finisce lì e sorgono i problemi.Crediamo di essere al centro dell’universo, e questo è un grosso problema.Vista in prospettiva la mente giudicante è un’ottima cosa, se però ci sfuggedi mano è capace di trascinarci all’inferno.

Perciò, come facciamo a ricordare di essere presenti nel momento in cuiaccade tutto ciò?

❖ ❖ ❖

Nella mia esperienza, è il conflitto stesso, il dilemma stesso a farcelo capire. Sesolo riuscissimo a cambiare il nostro atteggiamento nei confronti delle situa-zioni frustranti: dal sentirci vittime a viverle come l’occasione di aprire unaporta - perché la frustrazione è una chiave, la chiave di una porta che apre suuna realtà più ampia. Quindi, provare a vedere il conflitto in questa luce, in-vece di sentirci vittime per il fatto di avere un certo problema.

Come filosofia può non suonare molto convincente, ma in termini diesperienza vissuta è meraviglioso. Possiamo praticare con ogni situazio-ne di vita. In piccolo: durante la seduta sorge il pensiero “basta, ora mialzo”; ma poi c’è l’altro pensiero che dice “forse sarebbe meglio conti-nuare un altro po’”. Ecco un dilemma. Un prezioso dilemma. Del tipoche affrontato nel modo giusto ha il potere di liberarci. Se prendiamo po-sizione, se decidiamo che sì, sono stanco, per oggi ho fatto abbastanza,oppure che no, devo insistere, altrimenti non diventerò mai un bravomeditante, andiamo fuori strada. Ricordate la via di mezzo: non prende-re posizione. Voglio continuare? Bene. Voglio smettere? Bene. Li conte-niamo e sosteniamo entrambi. Nessun giudizio. Se la consapevolezzanon è libera da giudizi automatici non è possibile far questo. Viceversauna consapevolezza purificata ci mette in grado non soltanto di diventa-re più forti nel processo di sostenere il dilemma, ma anche più aperti.L’apertura di cui parlo non è qualcosa che “produco” da me. Sentiamoparlare di saggezza, comprensione profonda, compassione; ci piacerebbeaverle ma non sappiamo dove andarle a cercare, per cui finiamo con l’i-mitarle. Ma l’imitazione non funziona. La saggezza e la compassione au-tentiche si trovano là, in quella apertura.

Allora come fare a lasciarci aprire? Imparando ad amare la frustrazione.Suona un tantino ridicolo, anche un po’ contraddittorio. Ma è di questo che

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 28

Page 30: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

29

parlava il Buddha quando diceva che la consapevolezza della frustrazionemette fine alla frustrazione. Possiamo applicarlo a ogni sorta di situazioni.A volte al monastero viene qualcuno che mi dice: “Veramente stasera nondovrei essere qui, avevo promesso alla mia ragazza di uscire con lei”. È unproblema serio: voglio venire al monastero a praticare la meditazione; vo-glio stare con la mia ragazza e migliorare la nostra relazione. Se siamo dis-posti a sostenere il dilemma, rifiutandoci di prendere posizione, il cuore di-venterà più forte. Non è la mia forza, appartiene al cuore per natura. Ed è iltipo di forza che occorre nel processo di trasformazione di ciò che definia-mo paura, di quelli che sono i nostri limiti. Quando mi sento limitato e con-finato dalla paura non c’è nulla che “io” possa fare, ma il potere delDhamma, della Via, è all’altezza della situazione.

A volte la vita quotidiana ci mette di fronte a scelte difficili. Anni faun vicino accusò il nostro monastero di avergli rubato il terreno. Sulleprime, quando mi trovai per le mani quella letteraccia dai toni intimida-tori pensai a una trovata di qualche avvocato disonesto, e che la cosa sa-rebbe finita lì. Invece non finì lì, e ci costò 70.000 sterline di spese legali.A volte, mentre dibattevo i pro e i contro, pensavo che avremmo fattomeglio a trasferirci altrove. Non sapevo cosa fare. Alla fine arrivai a dir-mi semplicemente: “Non so che fare. Nessun giudizio”. Ma fino a quelmomento era stato tutto un: “Non so che fare: male, sei un incapace”. Ela magia è che, sostenendo il dilemma, il cuore si apre e si arriva a vede-re le cose sotto una nuova luce. La comprensione, la compassione che an-diamo cercando sono già presenti in quella realtà più ampia. Come pureil benessere autosufficiente a cui aspiriamo.

❖ ❖ ❖

Dunque il motivo per cui oggi ho scelto di affrontare questo argomento èche vorrei incoraggiarvi a guardare alla frustrazione con occhi nuovi. Troppospesso consideriamo la delusione e la frustrazione come ostacoli al benessere.Vorremmo aprirci alla vita, godere la vita pienamente, ma siccome restia-mo delusi o frustrati pensiamo di aver fallito. Il mio consiglio, la prossimavolta che vi sentite delusi, è: nessun giudizio! Quando arrivate al punto dinon sapere più cosa fare: nessun giudizio! E forse - forse, non ci sono garan-zie - scoprirete una capacità di amare la verità che prima sembrava soloun’idea. Allora anche “prendere rifugio” acquisterà un nuovo significato.All’inizio è bello avere qualcosa in cui credere, prendere rifugio nelBuddha, nel Dhamma, nel Sangha. Ma quando arriviamo a scoprirci dentroquesto amore per la verità, il nostro modo di intendere il rifugio cambia.Grazie tante per la vostra attenzione.

■ ■

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.09 Pagina 29

Page 31: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

ETICAeBUDDHISMOZENnel pensiero di Gudo Wafu Nishijimadi Michel Proulx

CONFERENZAtenuta al

Centro Maitreyadi Milano,

23 gennaio 2008

30

Foto

di G

uy A

roch

(ela

bora

zion

e gr

afic

a)

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 30

Page 32: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

31

Quando valutiamo altre esperienze spesso utilizziamo le nostre categorie di pensiero sovrapponendole a contestidiversi, che non si adattano a esse e ci fanno compiere gravi fraintendimenti.

Michel Proulx, nato nel Québec (Canada) nel 1948, si è dedicato alla liuteriae all’arte cembalara, maturando nel contempo un profondo interesse per il buddhismo, ma solo dopo lunghi anni di studi casuali e disorganici è finalmente approdato alla pratica zen. Nel 1998 ha scoperto in Internet gliinsegnamenti di Gudo Wafu Nishijima Roshi ed è entrato in contatto con lui.Dopo avere conosciuto il maestro di persona nel novembre 2002, ha ricevutoda lui i precetti e la trasmissione del Dharma nel settembre 2003.

Buona sera. Grazie a tutti di essere qui e di aver pensato che lamia conferenza potesse essere interessante. La tematica di que-st’incontro mi è stata indirettamente suggerita da Flavio

Pelliconi che chiedeva come mai, mentre altre scuole hanno per ibonzi regole molto severe rispetto alla sessualità, i seguaci del mae-stro Dogen si possano sposare. Per cui oggi esamineremo le implica-zioni etiche sollevate dall’argomento.

Non dobbiamo dimenticare che noi occidentali siamo per la maggiorparte di formazione cattolica o protestante, con l’assurda ossessione cri-stiana per la sessualità, il che implica naturalmente che, forse inconscia-mente, valutiamo il buddhismo in base a tali paradigmi.

D’altronde è significativo il fatto che preferiamo impiegare il termi-ne «etica » invece di «morale», poiché da noi quest’ultimo termine ha

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 31

Page 33: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

ETICA e BUDDHISMO ZEN

32

finito per assumere connotazioni rigide e autoritarie che invece non as-sociamo all’etica. Perciò tratteremo l’argomento con due sub-tematiche,sessualità ed etica, a prescindere dal fatto che non sono affatto separate.

Com’è stato menzionato nella presentazione, sono da una decinad’anni studente del maestro Gudo Nishijima. Gudo significa «via dellosciocco» o «dello stupido». Nishijima Roshi cominciò lo studio delbuddhismo con il celebre Kodo Sawaki, per poi dedicare tutto il pro-prio tempo libero a uno studio minuzioso dello Shobogenzo del maestroDogen, di cui poi fece una traduzione in giapponese moderno e, conl’aiuto dei suoi studenti anglofoni, in inglese, traduzione che è tuttorala più valida tra quelle esistenti. In tarda età divenne discepolo diRempo Niwa, il quale fu anche abate dell’Eiheiji, tempio fondato daDogen, capo della Sotoshu, che gli diede la trasmissione del Dharma.

Nel corso dello studio delloShobogenzo, quel che più colpì NishijimaRoshi fu l’apparente incoerenza di quantovi lesse. Poiché spesso Dogen dà l’impres-sione di contraddirsi, Nishijima intuì checi dovesse essere una ragione importante.Sviluppò così la sua teoria delle «Tre filo-sofie e una realtà», cioè una teoria quadri-partita che, in seguito, ravvisò anche intutti gli altri grandi autori buddhisti, in-cluso Nagarjuna, al cui studio dedicò pa-recchi anni. Nishijima propone quattroparti, ossia: materia, idea, azione e realtà,che, nelle nostre categorie tradizionali, sa-

rebbero tesi, antitesi, sintesi e poesia. Noi sperimentiamo le cose per mezzo dei cinque sensi fisici: vista, udi-

to, olfatto, gusto e tatto. Chi ha studiato un po’ di buddhismo sa, tuttavia,che ce n’è un sesto: le percezioni mentali. Questo è un tema su cui torne-remo. I cinque sensi fisici ci rivelano un mondo materiale. Da ciò deriva latentazione filosofica, che esiste da sempre, di teorizzare il materialismo.

Le percezioni mentali, invece, inducono all’idealismo. A Platone, peresempio - dice Robert Pirsig, autore di un imponente tentativo di riabilita-re i presocratici - non piacciono i cavalli reali, che sudano, che hanno biso-gno di essere strigliati, cui bisogna dar l’avena da mangiare e che produ-cono sterco da raccogliere. L’idealismo preferisce un’idea astratta di ca-vallo priva di tutte queste caratteristiche negative.

A Nishijima parve che ci fosse un problema tra questi due poli dellafilosofia e che nessuno dei due potesse pretendere l’esclusiva della ve-

Noi non fondiamo l’etica sul dovereverso un controllore onnisciente e onnipotente che potrebbe punirci se gli disubbidissimo. Noi agiamo, e i nostri atti provocanoconseguenze. Questa è la differenzatra la morale cui siamo statiabituati e il modo particolare che ha il buddhismo di contemplarel’etica. È così che creiamo il mondo in cui desideriamo vivere.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 32

Page 34: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

33

rità. Riflettendo sul significato della parola karma, che vuol dire azione,si accorse che l’azione è l’interfaccia tra gli altri due elementi. Ossia chel’azione è ciò che fa sì che un’idea possa diventare realtà e quindi in-fluire sulla materia.

Ma, anche una volta detto questo, bisogna ugualmente ammettere chenessun discorso, per quanto ben formulato, potrà mai dar conto di unarealtà troppo complessa nelle sue infinite ramificazioni. Perciò, osservan-do nello Shobogenzo come operano queste quattro categorie, si rese contoche la quarta veniva il più delle volte trattata in modo poetico.

Ciò lo portò a reinterpretare le quattro nobili verità secondo questequattro categorie, perché non poteva ammettere che il Buddha avesseinsegnato una cosa tanto deprimente come ciò che viene spacciato perbuddhismo, ossia che «il mondo è una valle di lacrime e bisogna mor-tificarsi». Invece, dukkha, e cioè l’insoddisfazione, il malessere, lo stress,la frustrazione eccetera, proviene dal divario tra i nostri ideali e la real-tà sensibile con cui li confrontiamo. E siccome l’interfaccia è l’azione,vuol anche dire che l’azione può esistere soltanto nel quadro della real-tà. L’azione ha bisogno di tutti e sei i sensi per poter avere luogo. Ma ilrisultato è imprevedibile.

N ello Shobogenzo Bodaisatta Shishobo, cioè «I quattro elementi delle re-lazioni sociali di un bodhisattva», Dogen scrive: «Prima viene il do-no gratuito; poi viene la parola gentile; terza viene la condotta soc-

correvole; quarta viene la cooperazione».Dono gratuito: Quando il nostro sistema nervoso autonomo è bilanciato,

ci è impossibile essere avari, e se qualcosa non ci serve non vediamo per-ché non lo dovremmo dare agli altri.

Parola gentile: Quando il nostro sistema nervoso autonomo è bilancia-to, ci è molto naturale essere cortesi con gli altri, che, nel ricevere tale cor-tesia, ne traggono felicità.

Condotta soccorrevole: Quando il nostro sistema nervoso autonomo èbilanciato, siamo felici di aiutare gli altri, e questi, avendo ricevuto taleaiuto, si sentono felici.

Cooperazione: Quando il nostro sistema nervoso autonomo è bilanciato,siamo sempre cooperativi in un impegno comune, e quel che si vuole rea-lizzare lo sarà tanto più rapidamente.

Avrete notato con quale frequenza l’espressione «Quando il nostrosistema nervoso autonomo è bilanciato» ricorra nelle parole diNishijima. Potrà sembrare esagerato, e noi, suoi studenti, ci scherzia-mo sopra. Ma bisogna stare attenti: è importante. Non c’è, nella teoriabuddhista, separazione tra il corpo e la mente. Il ritornello del maestro

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 33

Page 35: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

ETICA e BUDDHISMO ZEN

è quindi importantissimo. Non si puo’ conseguire un equilibrio menta-le senza un equilibrio somatico.

Indipendentemente dal buddhismo e da tutto il suo corollario, a mepare che questi quattro elementi siano la base più solida per l’etica. A pro-posito del dono gratuito, c’è un dettame che afferma che tutto ciò che nonviene dato è perduto. Per la parola gentile, tutti sanno che le mosche sicatturano con il miele. La condotta soccorrevole è un atteggiamento su cuinon si dovrebbe discutere: chi non è disposto ad aiutare gli altri non do-vrebbe stupirsi di non ricevere aiuto quando serve a lui. Quanto alla co-operazione, in quanto storico ho potuto osservare che le società sono sem-pre progredite grazie alla cooperazione, e che quando essa manca iniziala loro decadenza. Un po’ come avviene oggi.

Noi non fondiamo l’etica sul dovere verso un controllore onniscientee onnipotente che potrebbe punirci se gli disubbidissimo. Noi agiamo,e i nostri atti provocano conseguenze. Siamo noi stessi a punirci per inostri «reati». Questa è la differenza tra la morale cui siamo stati abi-tuati e il modo particolare che ha il buddhismo di contemplare l’etica. Ècosì che creiamo il mondo in cui desideriamo vivere. Se seminiamomerda dappertutto corriamo il rischio di pestarla. Per cui, voler bene

I torti che abbiamo commesso nelpassato, provenivano tuttidall’avidità, dall’avversione edell’ignoranza eterne. Furonoprodotti dal corpo, dalla parola edalla mente. Noi li confessiamoquindi tutti adesso e ce nepentiamo. Eccoci ora purificatidai prodotti del corpo, dellaparola e della mente con ilbeneplacito del Buddha Gòtama.

TRE DEVOZIONI1) Devozione rispettosa alBuddha, devozione rispettosa alDharma, devozione rispettosa alSangha.2) Devozione al Buddha, ilmigliore dei bipedi, devozione alDharma, la migliore delledottrine, devozione al Sangha, la

migliore delle comunità.3) Perfetta devozione al Buddha,perfetta devozione al Dharma,perfetta devozione al Sangha.

I TRE PRECETTI UNIVERSALI1) Rispettare i principi su cuipoggia la convivenza civile.2) Rispettare la legge moraledell’Universo.3) Impegnarsi per la salvezza ditutti gli esseri viventi.

I DIECI PRECETTI FONDAMENTALI1) Non distruggere la vita.2) Non prendere ciò che non èstato dato.3) Non darsi ad attività sessualiirresponsabili.4) Non dire ciò che si sa nonessere la verità.

5) Non darsi all’ubriachezza.6) Non criticare le mancanze deibonzi e dei laici.7) Non vantarsi e non denigraregli altri.8) Non essere avaridegl’insegnamenti buddhisti edaltro, ma dare con generosità.9) Non adirarsi.10) Non alterare i Tre Gioielli,Buddha, Dharma e Sangha, nèdirne male.

Questi sedici precetti buddhistisono le Tre Devozioni, i TrePrecetti universali e i DieciPrecetti fondamentali. Furonomantenuti dai buddha del passatoe sono stati trasmessi daipatriarchi. Fate del vostro meglioper onorarli.

I sedici precetti del buddhismo zen soto

34

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 34

Page 36: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

35

anche alle persone che non ci piacciono è anche volere che queste per-sone non abbiano voglia di nuocerci.

Però poi dobbiamo stare attenti a ciò che facciamo, perché producesempre degli sempre effetti. Eppure non possiamo permetterci di esse-re timidi; dobbiamo essere un tantino audaci. Pur sapendo che ci saran-no conseguenze, dobbiamo agire lo stesso.

Siamo stati educati sotto l’influsso della perentorietà dei comanda-menti cristiani. Sarebbe dunque facile trasferire sui precetti buddhistiquesta modalità. Ma non è il caso. I precetti sono ammonimenti a nonfare quel che potrebbe recare danno a se stessi, agli altri, ed anche a en-trambi! Bisogna comprenderli bene, come il codice stradale. Essi ovvia-mente vanno rispettati, ma in casi di forza maggiore si può contravve-nire. Ed è ovvio che non è possibile non contravvenire ogni tanto, an-che solo per sbaglio. Nishijima dice chequando si cade non c’è niente da fare, per-ché è già passato. Non ci resta altro che rial-zarci.

Quando lo Zen giunse in Occidente, lasocietà era molto repressiva, in particolaredal punto di vista della religione. Per accen-nare solo alla mia esperienza, io sono cre-sciuto in una società (il Québec, ndr) dove laChiesa cattolica esercitava un potere quasiassoluto; sosteneva un governo corrotto erepressivo il cui capo era chiamato niente-meno che «Le Chef» e ostacolava l’istruzione pubblica a favore di quel-la confessionale. E non si trattava della Spagna!...

Non c’è quindi da stupirsi se quelli come me che non potevano piùdigerire la situazione a un certo punto hanno mandato tutto a quelpaese.

Negli anni ‘50, negli Stati Uniti, i primi seguaci dello Zen giapponesediffusero l’idea che nello Zen andava tutto bene, a patto che si fosse«nello stato buono». Poi vennero gli scandali: sottrazioni di fondi, pla-gi, alcolismo e via dicendo, a volte tutto insieme. Si sa che gli atteggia-menti autoritari favoriscono l’abuso di potere, ma questo è dovuto allepersone, non allo Zen.

Già il maestro Dogen disse che non si doveva parlare dello Zen inve-ce del Buddhadharma. Il buddhismo è una via di liberazione, non diasservimento. Ma libertà vuol dire anche responsabilità: non è possibileessere liberi senza essere responsabili. Bisogna dunque guardare il pro-blema dal punto di vista della libertà, e soprattutto della responsabilità.

Dogen dice: «Ai giorni nostriuomini molto stupidi sono convintiche solo le donne siano oggetti deldesiderio... Se ogni oggetto deldesiderio fosse da odiare, perché nonodiare anche i maschi? Ci sono celibinon buddhisti e buddhisti chevivono in coppia e conducono unavita di castità irreprensibile».

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 35

Page 37: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

ETICA e BUDDHISMO ZEN

36

È questa la parola chiave. Sapere che non possiamo sfuggire alleconseguenze dei nostri atti. Si dice che il Buddha, poco prima dellamorte, abbia dichiarato: «In più di quarant’anni, non ho mai insegnatoaltro che dukkha».

Questo ci spinge a esaminare il problema dell’anatman (pali anatta),intimamente legato all’argomento. Il Buddha ci insegna che ciò che ri-teniamo così importante, cioè il nostro «sé», ossia «l’ ego», non ha alcu-na sostanza reale. È una costruzione psico-socio-linguistica. Psico inquanto prodotto del condizionamento mentale; socio in quanto svilup-pato a contatto con gli altri; linguistico in quanto coincide con l’appren-dimento di pronomi come «io», «me», «mio» eccetera.

Per parafrasare il Sutra del Diamante: « L’”Io” non è un “Io”: lo sichiama “Io”». Ciò provoca uno sconfortante senso di irrealtà nel pro-fondo della nostra mente, che viene subito represso. Ma resta un sensodi carenza, d’incompletezza, che ci dice che qualcosa manca nella no-stra vita, che c’è un vuoto che vogliamo colmare con qualcosa che ci dial’impressione di esistere, a mo’ di specchio: denaro, gloria, celebrità,potere, beni materiali, sesso. Ma, come ci rivela la lettura delle biografiedei dittatori, essi, nonostante il potere assoluto, non ebbero mai il totalecontrollo sulla società.

IL SESSOTutte le società civili e tutte le religioni hanno stabilito regole a

proposito del sesso. La ragione primaria è, ovviamente, di evitare ilcaos, e il sangha buddhista non fa eccezione. I bonzi occidentali di so-lito seguono le regole stabilite dalla loro tradizione, o perlomeno sem-brano seguirle. Ma i praticanti occidentali più seri sono laici. La rispo-sta non sta nell’essere o meno «fedeli» ai costumi sessuali delle culturebuddhiste orientali, dovremmo invece studiare le tradizioni e chiederciperché certe regole sul sesso siano valide ancora oggi.

La sfera sessuale è molto problematica per gli esseri umani perchériguarda un appetito. Ma mentre l’atteggiamento tradizionale dei bonziè di evitare persino di guardare una donna, Dogen dice: «Ai giorni no-stri uomini molto stupidi sono convinti che solo le donne siano oggettidel desiderio... Se ogni oggetto del desiderio fosse da odiare, perchénon odiare anche i maschi? Ci sono celibi non buddhisti e buddhistiche vivono in coppia e conducono una vita di castità irreprensibile».

A questo proposito, vi racconto la storia dei due monaci che, cammi-nando insieme, incontrarono una donna che non osava attraversare unfiume. Uno dei due la prese in spalla e la fece attraversare. Poi, per tut-to il resto del viaggio, l’altro monaco non aprì più bocca. Arrivati al

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 36

Page 38: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

37

monastero, il primo gli chiese: «Ma perché mi tieni il muso?» E l’altrosbottò: «Hai preso quella donna sulle spalle, hai contravvenuto alla re-gola!» Al che il primo rispose: «Guarda, io quella donna l’ho lasciata là.Tu, piuttosto, perché te la porti ancora dietro?»

Che cosa c’entra questo con l’etica e la sessualità? Il sesso è un appe-tito fisico, e, in quanto tale, implica una difficoltà importante. Ha aspet-ti estremamente distruttivi, ed è per questo che ogni società ha un mo-do particolare di inquadrarlo affinché non si crei il caos, quel caos checostituiva la base del culto del dio Dioniso.

Non c’è quindi da stupirsi se la sfera sessuale viene trattata dal bud-dhismo alla stessa stregua delle altre religioni, filosofie e regole di con-vivenza sociale. Non occorre una lunga conferenza per sapere fino ache punto il sesso possa dare origine a problemi. Basta pensare a quantiguai porti il «non poter avere ciò che sivuole e avere ciò che non si vuole!».

Per esempio se desideriamo qualcunofacciamo di tutto per averlo, e soffriamo senon lo possiamo avere. Se invece riusciamoa possedere il nostro oggetto del desideriosoffriamo perché poi ci sentiamo inguaiatiin un altro modo. Siamo fissati con l’idealedell’anima gemella e la cerchiamo ansiosa-mente. Naturalmente, poi, quest’«animagemella» non si rivela all’altezza, e quindiripartiamo in caccia della nostra «vera» metà, all’infinito. Ci attacchia-mo illusoriamente a un nome-forma o, nei casi di dongiovannismo, la-sciamo dietro di noi una tale scia di attaccamento e infelicità di cui do-vremo pagare amaramente le conseguenze. Come ben sappiamo, èmolto facile fissarsi sull’oggetto della passione e ossessionarsi col pia-cere sessuale.

La nostra cultura è satura di sessualità, non solo perché è diventatauno spettacolo onnipresente, ma anche perché ci aiuta a cercare di ri-empire quella botte delle Danaidi che è il senso di vacuità interiore la-sciato dalla mancanza di sentimenti elevati: in assenza di quel mondosenza Dio che ci sembra così intento a distruggere se stesso, non siamosicuri di che cosa sia veramente importante.

Ecco perché non si tratta di tifare per il celibato, contro il sesso ocontro il matrimonio. Sia una relazione sessuale sincera sia la vita castadel monaco hanno molto da offrire. Il problema sorge se ci creiamoaspettative riguardo alla vita di coppia o al celibato. Senza i miti del-l’autocompletamento e dell’amore romantico, saremmo meno ossessio-

La nostra cultura è satura di sessualità, non solo perché è diventata uno spettacoloonnipresente, ma anche perché ci aiuta a cercare di riempire quella botte delle Danaidi che è il senso di vacuitàinteriore lasciato dalla mancanza di sentimenti elevati.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 37

Page 39: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

ETICA e BUDDHISMO ZEN

38

nati dal sesso e soffriremmo di meno qualora le aspettative non venis-sero realizzate. Se invece pensiamo che il sesso ci possa rendere felici oche un partner possa e debba completarci, rimarremo inevitabilmentedelusi. Essendo il sesso quel generatore di attaccamenti che ben cono-sciamo, è ovvio che bisogna andarci cauti.

IL SESSO E I BONZISe, dunque, il sesso porta con sé tante difficoltà, vuol dire che è im-

portantissimo starci attenti, in quanto primaria fonte di dukkha. E tantopiù deve stare attento chi abbia deciso di addentrarsi più a fondo nellapratica come praticante laico che abbia richiesto i precetti, o come bon-zo, o come monaco in una comunità monastica, o come insegnante.

Vediamo con calma le diverse situazioni. Il matrimonio costituisceun’eccezione per i preti zen. La consuetudine di sposarsi risale soloall’Ottocento, alla Restaurazione dell’imperatore Meiji che rovesciò il go-verno militare dei Tokugawa, i quali avevano fatto dei templi istituzioneausiliarie del governo. Il matrimonio era dunque una delle tante misureintrodotte allo scopo di minare il potere del clero buddhista. Infatti si po-trebbe dire che l’obbligo del celibato rende il prete un essere un po’ so-vrumano, gli dona quasi un alone mistico, e il fatto che si potesse sposaregli sottraeva una bella fetta della sua aura di santità. Fino a quell’epoca, laregola del celibato era osservata ovunque.

Bisogna però menzionare questo fatto: fu il maestro Dogen a sostituirei 227 precetti dei bhikshu con i 16 Grandi Precetti che formano ancora og-gi la nostra regola. Tra questi, quello sul sesso viene spesso riformulato, aseconda delle traduzioni. Io ho scelto «astenersi da relazioni sessuali irre-sponsabili», che mi pare, nel contesto, più universale.

Vediamo dunque l’aspetto etico delle relazioni sessuali in linea dimassima. Il precetto corrispondente dice di non avere attività sessuali ir-responsabili. Che cosa vuol dire? Che è «impuro» avere attività sessuali?Certo che no. Solo che bisogna pensare bene a quello che si fare. È eviden-te che questo non corrisponde allo stereotipo dello Zen che impone dinon pensare. Oggi sono pochi i buddhisti occidentali che vedono le don-ne come lacci impuri da evitare a tutti i costi. Non dobbiamo preoccuparcidi che cosa ne pensino i nostri sostenitori laici, perché non ne abbiamo.Perciò la nostra condotta dipende solo da noi.

Dunque, per tornare al fatto che il maestro Dogen ha soppresso ilgroviglio del Vinaya a favore dei precetti del bodhisattva, bisogna ri-cordare anche che, sotto di lui, i monaci dovevano ugualmente mante-nere il celibato. Allora, se così stanno le cose, che cosa dobbiamo pensa-re dei preti zen sposati?

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 38

Page 40: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

39

L’apparente contraddizione è dovuta alla nostra mania di volere unaregola unica per tutti. Infatti nelle congregazioni zen, monastiche o al-tro, la regola dovrebbe essere il celibato; ma una delle caratteristichedello Zen, sin dalle sue origini cinesi, è di essersi evoluto autonoma-mente rispetto al monachesimo. Un bonzo zen deve potersi guadagna-re la vita, al contrario di quello theravadin. E siccome viviamo in unmondo dove il sostegno della società laica al bonzo manca quasi deltutto, è ovvio che questo comporta dei vantaggi.

Perciò mi pare che sarebbe opportuno considerare il bonzo zen, chevive nella società laica, come un prete secolare. E a partire da questopunto converrebbe stabilire una regola semplice: chi vive in un mona-stero, e anche chi - bonzo o laico - si trova in un periodo di pratica in-tensiva, da noi chiamata «sesshin», deve astenersi completamente dalsesso. Il prete laico può essere sposato oavere una relazione sessuale, ma deve asso-lutamente attenersi al precetto di «non ave-re relazioni sessuali irresponsabili». Se aqualcuno questo può sembrar poco, io nonsono d’accordo.

Nishijima Roshi era sposato ma decise, in-torno alla cinquantina, di rinunciare al sesso.Disse però che prima di quell’età sarebbe sta-ta una cosa totalmente impossibile.

Mi si permetta di ribadirlo: il problema non sta nella sessualità, manel nostro atteggiamento rispetto a essa.

Un aspirante discepolo cinese studiava con un vecchio maestro zen,e gli chiese: «Qual è il nocciolo dell’insegnamento del Buddha?» Il mae-stro rispose: «Evitare di fare il male, fare il bene alle altre creature». Aqueste parole l’aspirante disse: «Ma questa è una cosa che persino unbambino di tre anni potrebbe dire!» E il maestro: «Sì, te la potrebbe direanche un bambino di tre anni, ma perfino un vecchio di ottant’anniavrebbe difficoltà a metterla in pratica».

■ ■

Non si tratta di tifare per il celibato,contro il sesso o contro il matrimonio. Sia una relazionesessuale sincera sia la vita castadel monaco hanno molto da offrire.Il problema sorge se ci creiamoaspettative riguardo alla vita di coppia o al celibato.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 39

Page 41: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

KOANDI OGGI[per problemi di sempre]

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

40

di Engaku Taino

Da otto secoli i koan fanno partedella pratica di ricerca zen.Il maestro li offre agli allievi comemezzo per rompere gli schemiabitudinari del pensiero e vedereoltre. Un maestro di oggine ha creati di nuovi, attinti dalmondo che ci circonda e ci offre la sua esperienza.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.10 Pagina 40

Page 42: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

“Io, il monaco Ekai, nel quinto giorno di novembre dello scorso annoho pubblicato un commento sui quarantotto koan che i Buddha e iPatriarchi hanno dato in varie occasioni...”.

Così Mumon Ekai presenta e dedica il suo Mumon kan all’impera-tore Jii. Questo avveniva intorno al 1200 e dopo ottocento anni,durante i quali nessuno dei grandi maestri che sono succeduti a

Mumon e a Engo si è azzardato a scrivere un testo di nuovi koan, qual-cuno potrebbe chiedersi se non sarebbe stato meglio aspettarne altri ot-tocento prima di pubblicare il Bukkosan roku.

Forse sì, però a me è venuto di ideare dei koan proprio all’inizio del2003 e ora i koan di questa raccolta, che ha preso il nome dal Bukkosan,ovvero Montagna della luce di Buddha, il nome che Mumon roshi ha dato aScaramuccia, sono oggetto di pratica da parte dei discepoli più anziani,che hanno già percorso il camino dei koan tradizionali.

Mi è stato chiaro, dal primo momento in cui ho cominciato a pensarea questi koan, che dovevo essere sicuro che non ci fosse in me alcunapresunzione, ma un senso di riconoscenza nei confronti di tutti i mae-stri che hanno permesso lo svolgersi della tradizione Rinzai nei secoli.Però sono convinto che lo zen sia da de-giapponesizzare, così come igiapponesi del 1200 e successivi sono riusciti a de-cinesizzare il chan fa-cendolo diventare zen.

Lo scopo dei koan è quello di rendere capaci i discepoli di vivere l’artedella vita. Infatti i koan di questa raccolta affrontano i problemi della quo-tidianità contemporanea. Spero che non soltanto la pratica, e la risoluzio-ne dei koan, ma anche la sola lettura di questa raccolta possa essere utileper imparare a camminare liberamente nei sentieri del mondo.

Nell’arco di due anni mi sono recato per una volta al mese nello zendodi Terni per meditare insieme ai discepoli. Ogni sera ho commentato unodei koan da me scritti. Durante la successiva meditazione, dopo il junkei,il giro della sala con il keisaku, ho fatto delle considerazioni per esortare idiscepoli alla consapevolezza. La sesshin finiva bevendo il tè, e durante ilmondo ho risposto alle domande che alcuni di loro si sono sentiti di fare.Ho preferito mantenere questo ordine, con le date in cui si sono svolte lesesshin, perché penso che aiuti a comprendere come molto di quanto è

41

Tratto da I KOAN DISCARAMUCCIAAssociazioneZenshinji diScaramuccia 2005

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.11 Pagina 41

Page 43: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

stato detto si riferisse a un preciso momento. Per me parlare durante lesesshin è naturale e spontaneo come respirare, ma rendere sulla paginaquanto era giusto e sentito nel momento in cui è stato detto non è facile.Spero di esserci riuscito e preferisco sfoggiare la mia umiltà per dedicarloal lettore attento e paziente più che a un potente imperatore.

(Ottobre 2005)

IL PANE PER IL MONDO INTEROUna bambina chiede alla nonna (sembra una scena dai cartoni ani-

mati): “La maestra ha detto che dobbiamo (non bastano i compiti nor-mali?) aiutare tutte (proprio tutte?) le persone (e gli animali?) che soffro-no (magari perché non riescono a comprarsi la macchina nuova). La non-na (lei sì che ne ha viste tante) risponde: “Un uomo non può fare il paneper il mondo intero (la vecchietta, mica si fa fregare)”.

Guardando il mondo da un metro d’altezza sembra tutto grande eimpossibile. Solo se scopri che le forme non sono tutto e non si vive permangiare salvi il mondo.

Questa è una nonna che sicuramente non si farebbe mangiare dal lupodi Cappuccetto Rosso. La domanda della bambina non permette scappa-toie, bisogna essere grati alle maestre che esortano gli studenti a pensareal resto dell’umanità, contribuendo a far crescere in loro una coscienza ci-vica. La nonna, che ha già visto tanti altri tentativi di salvezza del mondo,non rifiuta l’esortazione della maestra ma vuole sapere come si può ri-uscire in un compito impossibile. Un fornaio è bravo se riesce a cuocere ilpane per sfamare un paese, un quartiere, ma per quanti sforzi possa fare,non arriva a farlo per il mondo intero. Per quanti sforzi si possano fare,proprio tutti non si riesce ad aiutarli, e rimane sempre fuori qualcuno.

Però noi parliamo nell’ambito di una scuola buddista in cui giornal-mente vengono recitati i Voti del Bodhisattva. Il primo dei quali dice:“Voto di salvare tutti gli esseri”. Com’è allora possibile mettere insieme que-sto impegno e la nonna che gela l’entusiasmo della bambina dicendo chesalvare tutti gli esseri è impossibile?

Le contraddizioni sono a ogni passo dell’esistenza e non ci si può fer-mare al conteggio di quanti si riesce a salvare. La consapevolezza del séfacente parte della moltitudine di esseri dell’universo, permette di realiz-zare che non c’è differenza fra me e l’altro. Certo, nell’esistenza quotidia-na, mi fermerò a salvare chi mi capita davanti, come il fornaio cuoce il pa-ne per il proprio quartiere, e per gli altri ci saranno altri fornai. E giustocosì perché la forza, l’intelligenza, la cultura, insomma la capacità di unessere sono limitate. Però, se non si sente che si sta facendo il possibile per

KOAN DI OGGI (per problemi di sempre)

42

Il koan nonesisterebbe se fossescontato che è impossibile risolvere lacontraddizione.Il koan c’èproprio perchépermette diandare oltre lacontraddizioneche qui è così evidente: voto di salvaretutti gli esseri,ma non si può fare il pane per il mondointero.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.11 Pagina 42

Page 44: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

43

salvare tutti ci si sente frustrati, perché s’è preso un impegno e non si ri-esce a mantenerlo. Tutti i koan, sia che appartengano alla tradizione, co-me quelli che sono stati scritti nella nostra scuola, sono sempre di fronte auna contraddizione. Qualunque cosa si voglia fare c’è sempre da sceglie-re, non si può sfuggire e sembra che non si possa fare nulla.

Nello stesso tempo il koan non esisterebbe se fosse scontato che è im-possibile risolvere la contraddizione. Il koan c’è proprio perché permettedi andare oltre la contraddizione che qui è così evidente: voto di salvaretutti gli esseri, ma non si può fare il pane per il mondo intero. Chi ha ra-gione, quale dei due porta a compimento l’impegno fra chi vuole salvaretutti gli esseri e chi si accontenta di sfamare quei pochi che è possibilesfamare? Se non si riuscisse a realizzare il voto, per il quale si è preso uncosì alto impegno, non avrebbe senso stare seduti alla ricerca dell’illumi-nazione, perché si accetterebbe l’impossibilità di accedere all’assoluto.Ma i koan hanno lo scopo di compren-dere la contraddizione perché si realizziil proprio impegno.

Nella poesia è riproposto il problema,affermando che se si vede il mondo dallapropria piccolezza di esseri umani, tuttoè grande e impossibile. Per quanto dena-ro, forza, volontà, compassione si possaavere, il compito è chiaramente fuori dal-la portata di chiunque. Cerchiamo di ve-dere, come in un film, i miliardi di insetti,animali, piante, umani che popolano solola Terra e a come poterli salvare tutti: sal-varli da chi o che cosa? Però la poesia dàuna possibilità, perché se si scopre che leforme non sono tutto e non si vive permangiare ci si accorge che il salvare non consiste nel farmangiare chi ha fame, vestire chi non ha casa o vestiti, im-pedire che il falco mangi il topo. Salvare per noi significasoltanto realizzare l’illuminazione. Solo l’illuminazione sal-va il mondo. L’educazione che tutti abbiamo ricevuto, daigenitori e da tutti i maestri che si sono succeduti, ci ha fat-to credere che il mondo così come lo vediamo sia l’uni-co mondo esistente.

Naturalmente, nei confronti di questa cosid-detta realtà ritenuta unica, non si può dare damangiare a tutto il mondo. Basta cambiare

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.11 Pagina 43

Page 45: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

KOAN DI OGGI (per problemi di sempre)

44

la propria visione, realizzando che oltre al mondo che si vede ce n’è un al-tro da vedere con l’occhio dell’illuminazione, e ci si renderà conto che sal-vare tutti gli esseri è possibile. Così come afferma la poesia: solo se scopriche le forme non sono tutto salvi il mondo. Certo, bisogna andarselo a ve-dere da sé, che è proprio quanto richiedono i koan. (2 Aprile 2003)

JUNKEIIeri a Scaramuccia, con un po’ di fatica, abbiamo piantato un lungo palocon la bandiera della pace. Camminare nel mondo pone di fronte a del-

le contraddizioni, e i koan della scuola Rinzai co-stringono continuamente a scegliere tra la vita e lamorte. È facile ripetere che vita è morte e morte è vita,come vuoto è forma e forma è vuoto. Però per com-prendere che la forma è veramente forma bisogna rea-lizzare il vuoto, altrimenti non si è in equilibrio, sipencola da una sola parte. Così si realizza la pace sol-tanto se ognuno riesce a farla nascere dentro di sé. Lacamminata di Roma non l’abbiamo chiamata per o

della pace, perché ci siamosentiti noi stessi la pace checammina. Se non si è pacenon si può portare la pace,non si può camminare in pa-ce. Questo è fondamentale,come sono importanti i sim-boli e la partecipazione. Pursapendo di non poter sfama-re tutto il mondo, ognuno

può portare il suo piccolo pezzo di pane. Basta im-pastare il poco di farina che si ha, oppure mettere in-sieme due stracci per innalzare la propria bandiera dipace nel cielo. Perché sono le bandiere e i pezzi di pa-ne che contribuiscono a rendere più umano il mondo,pure se, nel momento in cui si siede sul proprio cusci-no è come se si fosse in una caverna di montagna, in-differenti a quanto succede intorno.

In quel momento senza tempo si realizza che nonesiste altro, si è nel vuoto del mondo. Nel momentoin cui si è nell’assoluto nemmeno le bombe atomi-che o i gas nervini potrebbero scalfire quel momen-to di assolutezza. E nello stesso tempo, il venire al

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.11 Pagina 44

Page 46: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L L A P R A T I C A ■

45

mondo induce a camminare insieme e a confrontarsi, per collaborare,cooperare, lavorare con gli altri in tutti i sensi.

Certo, il semplice gesto di alzare una bandiera della pace o camminareinsieme in una manifestazione non interferiscono nel moto delle stelledella nostra galassia. La nostra bandiera è solo un puntino, un infinitesi-mo puntino sulla terra, ma noi abbiamo preso gusto a disegnarla. ComeRinzai, al maestro Obaku che gli diceva: “A che serve piantare tutti questialberi?”, rispondeva: “Intanto prendo gusto a piantarli, e magari se li go-drà chi verrà dopo di noi”. Noi prendiamo gusto ad essere pace, e da que-sti semi di pace potrà nascere qualcosa che farà gioire tutti gli esseri.

MONDOMaestro, ci può parlare del Keisaku, ci può dire qualcosa in particolare?

Intanto, è legno di quercia... In Giappone, dove la pratica è più severache a Scaramuccia, si usa per tenere svegli i praticanti. Siccome si fannomolte ore di meditazione, si dorme poco la notte e niente il giorno, è diffi-cile non addormentarsi.

Sicuramente per qualcuno di voi è difficile addormentarsi a causa delmale alle gambe. I giapponesi sono abituati già da bambini a stare a gam-be incrociate, ora un po’ meno, e sono pronti ad appisolarsi alla prima oc-casione. Chi dorme viene colpito duramente, talvolta rompendo il basto-ne, pure se di solida quercia. D’estate, quando si è vestiti più leggeri, sullespalle rimangono dei segni rossi che risaltano quando si fa il bagno.Talvolta il jikijitsu colpisce con delle forti legnate chi è stato un po’ svo-gliato durante il lavoro. In inverno i colpi sono quattro per spalla invecedei due che si danno da noi, che usiamo solo la versione estiva.

Nei monasteri giapponesi, quando è freddo, non si può vestire pesantecome si fa a Scaramuccia. Kobe non è una città fredda, ma certi monasterisono molto freddi e i monaci possono avere solo la camicia, il kimono e ilkoromo, nero tutto di cotone. Sotto solo le mutande, l’abito è tutto apertoe le maniche sono larghe e aperte. Se il monaco indossa uno strato in più,quando il jikijitsu lo colpisce se ne accorgerebbe. Oltre alla brutta figura,sarebbe picchiato ancora di più. Ma è il Giappone. A Scaramuccia c’è chitende un po’ ad addormentarsi, sia fisicamente che come attenzione, allo-ra uso il keisaku di mia iniziativa. Non è che mi piaccia di usarlo, infattiaspetto che venga richiesto. È senz’altro uno stimolo, magari non porta alrisveglio ma dà un po’ di carica. Talvolta i maestri dicono che sia come laspada del Bodhi-satva Manjusri, capace di tagliare le discriminazioni. Mapure se è la spada di Manjusri io lo uso poco e penso che vada bene così.

■ ■

Camminare nel mondo pone di fronte a dellecontraddizioni, e i koan dellascuola Rinzaicostringonocontinuamente a scegliere tra la vita e la morte. È facile ripetereche vita è mortee morte è vita,come vuoto è forma e forma è vuoto. Però per comprendere che la forma è veramenteforma bisognarealizzare il vuoto,altrimenti non si è in equilibrio,si pencola da una sola parte. Così si realizza la pace soltantose ognuno riesce a farlanascere dentro di sé.

28 DH - PRATICA (pg 1-45.qxp 10/03/2008 10.11 Pagina 45

Page 47: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

46

D O S S I E R

SP

EC

IA

LE

Lo scorso dicembre Sua Santità Tenzin

Gyatso, il XIV Dalai Lama,capo spirituale dellatradizione tibetana gelugpa,e Premio Nobel per la Pace,è stato in Italia fermandosi in diverse città in cui haimpartito insegnamenti,incontrato persone, rispostoa domande. Abbiamo in parte seguito il suo cammino e così comele abbiamo udite, senzaessere queste versioniufficiali, vi proponiamo le sueparole a MMiillaannoo, durante la conferenza pubblica del 9 dicembre al Palasharp

di fronte a oltre novemilapersone, alla fine dei suoiprofondi insegnamenti sul CCoommmmeennttaarriioo aallllaa MMeenntteeddeellll’’IIlllluummiinnaazziioonnee ddiiNNaaggaarrjjuunnaa ee ll’’iinniizziiaazziioonnee ddii AAvvaallookkiitteessvvaarraa..Le sue parole attente e pienedi calore hanno sottolineatola necessità di affrontare ilproblema della pace in modointelligente, sviluppando perprima cosa la pace dentro di noi. Per ottenere pace è necessario un disarmointeriore: eliminare la rabbia,l’intolleranza,l’incomprensione. Il disarmointeriore è alla base della

Proposte di vita per il terzo millennio

VIAGGIO IN ITALIA DI S.S. TENZINGYATSO, XIV IL DALAI LAMA, LUNGO IL FILO ROSSO DELLA NON VIOLENZA E DELLA PACE.

Foto

offe

rte d

all’I

stitu

to G

he P

el L

ing

di M

ilano

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 46

Page 48: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

47

pace mondiale persviluppare un mondo piùgiusto che può solo basarsisu un’etica staccata dallereligioni: un’etica laica. E di questo ha anche parlatonell’incontro con i giovani -The next generation -organizzato a RRoommaanell’ambito del meeting cheannualmente si svolge tra i Premi Nobel per la Pace.L’avvenimento, ospitatonell’Auditorium della Cittàdella Musica, ha vistoprotagonisti oltre mille e duecento ragazzi dellescuole romane che seguonoil progetto del Tavolo

Interreligioso proposto dalComune. Erano con il Dalai Lama: il sindaco della città WWaalltteerrVVeellttrroonnii, il ministro dellePolitiche Giovanili on. GGiioovvaannnnaa MMeellaannddrriie il premio Nobel della pace MMiikkaaiill GGoorrbbaacciioovv. Vi riportiamo tutti i lorodiscorsi per dare unatestimonianza di questomomento di riflessione daparte di persone che hanno“fatto la storia” su quelli che dovrebbero essere i valorida indicare ai giovani per lacostruzione di una societàgiusta, pacifica e civile.

Conclude il nostro dossierun dialogo a due sulla

spiritualità e l’etica: sono difronte un filosofo occidentalerazionalista e ateo e suo figlio,monaco buddhista, traduttoredel Dalai Lama, MMaatttthhiieeuuRRiiccaarrdd,, che riprendono nelladiscussione alcuni dei temitrattati in precedenzalasciandoci altre suggestioniper il nostro cammino e lanostra esperienza. L’esperienza è la via e come ilBuddha ha spesso ricordato:“Spetta a ciascunopercorrerla” affinchè ungiorno, il viandante diventi eglistesso la via.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 47

Page 49: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

48

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO Pace interiore

e non violenza

MILANO - 9 DICEMBRE 2007

CONFERENZAPUBBLICADI SUA SANTITÀTENZIN GYATSO, IL XIV DALAI LAMACome creare un mondo di pace?Non partiamo dai massimisistemi ma guardiamoci dentro e operiamosu di noi avendo fiducia di poter costruireun mondo migliore.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 48

Page 50: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

49

R ispettabile sindaco,fratelli e sorelle,sono estremamente

felice di essere di nuovo aMilano e sono molto felice diincontrare alcuni vecchiamici, così come,naturalmente, molti nuoviamici che sono qui con noi.Tra l’altro, sono molto felicedi vedere tra noi un nostrofratello mussulmano! (tra gli ospiti erano presentiA.W . Pallavicini, Presidentedella Comunità religiosaislamica e sua moglie)Ho molto apprezzato ildiscorso di benvenuto delSindaco, tra l’altro perché hatoccato proprio il contestodei valori umani che è unadelle mie priorità.Sono qui per tenere undiscorso pubblico, il fatto diavere una comunicazione conil pubblico per me è moltoimportante per promuovere iprincipi che credofondamentali. Lacomunicazione è la strategiamigliore.Sono due i principi che

voglio promuovere. Il primoè: promuovere i valori umaniovvero la fratellanza tra lepersone, il secondo:sviluppare i valori interiori.Per poter promuovere ivalori umani nella società,credo sia importante iniziarea sensibilizzare gli individui,che costituiscono questasocietà, all’interno dei loronuclei, all’interno dellafamiglia e nelle comunità.Il secondo principio riguardal’armonia religiosa. Credoche gli incontri al vertice tra iGrandi Rappresentanti delleFedi Religiose siano moltoutili, ma credo ancheall’armonia di base tra lereligioni, quindi è importanteche il discorso interreligiosovenga promosso in modopiù ampio, in unacomunicazione di massa,per questo motivo apprezzooccasioni come queste.Per garantire un certoconfort che mi proteggadalla luce dei riflettori, vorreichiedere il vostro permessodi indossare il mio

copricapo.La troppa luce mi impediscedi vedere i vostri bei volti equesto copricapo mi aiuta.È veramente un grandeonore essere di fronte a uncosì vasto numero dipersone riunite perascoltarmi. Comunquevoglio subito chiarire unacosa: non ho nulla dispeciale da dire nei discorsipubblici.Alcuni di voi sono venuti adascoltare ciò che dico conuna mente priva diaspettative, quindi,probabilmente tramite le mieparole potranno leggerequello che è nella miamente. Altri invece sonovenuti qui con grandiaspettative, pensando che ilDalai Lama, sia un esseremeraviglioso ed incredibile.Lo voglio chiarire subito: èun concetto erroneo e nonho nulla, in realtà, di specialeda mostrare o dare.Altre persone credono che ilDalai Lama abbia dei poterimiracolosi e questo,

D O S S I E R

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 49

Page 51: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

50

veramente, per me non haalcun senso. Altri ancoraritengono che il Dalai Lamaabbia poteri di guarigione.Questo non lo so neancheio! Molti anni fa, a Londra, hodetto a delle persone checredevano che fossi dotatodi facoltà di guarigione, cheda molti anni soffrivo di unnoioso prurito alla schiena, eche non ero riuscito aguarirlo da solo e stavoaspettando ancora qualcunoche mi mostrasse i suoipoteri miracolosi,guarendomi da quel prurito.Sono molto scettico rispettoalle facoltà taumaturgiche. Poco tempo fa ho incontratoun gruppo di mongoli, nellaloro tradizione, quando ci siincontra, ci si tocca la frontein segno di benvenuto.Durante uno di questiincontri, il mio interlocutore,un mongolo piuttostorobusto, mi ha tirato per unamano per poter toccare lamia fronte e mi sonolesionato un dito, e ancorami fa male.Se ci fosse qualcuno chepotesse guarirmelomostrandomi i propri poterimiracolosi ne sarei felice.Forse, magari, tra voi c’è unitaliano che ha questi poterimiracolosi e mi può guarire ildito. C’è nessuno tra voi?

Per prima cosa parlerò sultema della conferenza che è“La pace interiore e la nonviolenza”, uno dei miei temipreferiti, quindi parlerò dellanon violenza attraverso losviluppo della pace interiore.Per un argomento di questotipo credo sia molto utilepoter rispondere a delledomande, che offronospesso spunti nuovi. Aiuta apromuovere lacontemplazione, quindi èimportante per arricchire esviluppare la mente.Se preferite potete porredelle domande scritte e cisarà qualcuno che passeràa raccoglierle, oppure, sequesto non si può fare,potete porre delle domandea voce direttamente;naturalmente verrannodistribuiti i microfoni.Credo che sia moltoimportante l’interazione,amo comunicare in questomodo, parlare in modoinformale, perché, di solito,la formalità è un’ ulteriorebarriera che allontana, cherende le persone distanti equesto secondo me non èmolto produttivo: credo siameglio essere e sentirsivicini, per cui, eliminiamoanche questa barriera ecomunichiamo in modoassolutamente informale,anche perché siamo qui

insieme, siamo fisicamenteed emotivamente vicini.Condivido con voi i vostriproblemi che sono gli stessiche sperimento anche io enon solo, e la nostraricchezza comune è quelladi imparare ad affrontare ledifficoltà quotidiane,mantenendo una mentetranquilla piuttosto chereagire con rabbia.Quando parlo ad un gruppodi persone così vasto, inrealtà parlo sempreconsiderandovi amici vicini,pertanto parlerò in modoinformale e avete il diritto diessere informali, ponete levostre domande;naturalmente, anche io ho il diritto eventualmente di non rispondere.

PARLIAMO DI NON VIOLENZALa violenza non è solamentel’assenza di violenza, ma èun impegno deliberato adevitare il manifestarsi dimetodi di forza e violenti.Ci vuole volontà percomportarsi in modopacifico e per poter,promuovere e mantenereuna vita di non violenza.Sono necessari due fattorimolto importanti:Il primo è il buon cuore,sviluppare il buon cuore, unaforma di pace interiore e dicompassione e

PACE INTERIOREE NON VIOLENZA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 50

Page 52: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

51

comprensione verso gli altri.Il secondo fattore importanteè una visione olistica,generale e panoramica.

PERCHÈ PRATICARE PRATICARELA COMPASSIONE?La compassione si manifestanel rispetto per gli altri; alcontrario una mente che nonrispetta gli altri e nonconsidera i loro bisogni,prima o poi, dà spazio aviolenza e soprusiIl secondo fattore, la visioneolistica, parte dal considerarel’inutilità della violenza. Qualescopo avrà mai la violenza ?Da metodi violenti, qualibenefici posso trarne ?La mente che percepisce unbeneficio dalla violenza è unamente sicuramente miope,fuori controllo, che non hauna visione lungimirante dellavita, una mente ottusa,angusta.Se ci lasciamo influenzaredagli stati emotivi negativi, nel momento stesso in cuiciò accade, la nostra menteperde chiarezza. Si èottenebrati, non più lucidirispetto alla realtà della vitache è intorno a noi.Questo ci porta ad essereirrealisti e di solito, il nonessere realisti porta a disastri,non solo per se stessi, maanche per gli altri. Per poterpromuovere e sviluppare

metodi non violenti, ènecessaria una fortedeterminazione, che si basida una parte sul buon cuoree sulla compassione,dall’altra su una visionepanoramica della realtà che èintorno a noi.L’atteggiamento violento nonè produttivo anche perun’altra ragione: nei tempipassati gli esseri umanivivevano molto isolati gli unidagli altri; oggigiorno, anchegrazie allo sviluppo materiale,si è giunti ad avere un mondofortemente interconnesso einterdipendente, per cui èmolto più evidente che gliindividui devono il loro stessovivere agli altri che sono loroaccanto; le famigliedipendono dalle famiglieaccanto, così come le cittàdipendono da altre città, lenazioni dipendono dallerelazioni con altre nazioni; icontinenti dipendono da altricontinenti. Pertanto vedere inun modo realistico quanto larealtà del mondo sia ormaimanifestatameneinterdipendente è alla base diuna mente non violenta.

OTTENERE LA PACESono convinto che una pacedurevole non si ottiene conl’uso delle armi, ma con lapace interiore.Il modo più intelligente per

D O S S I E R

Ci vuole volontà per comportarsi inmodo pacifico e per poter,promuovere emantenere una vitadi non violenza.Sono necessari due fattori moltoimportanti:Il primo è il buoncuore, sviluppare il buon cuore, una forma di paceinteriore e dicompassione e comprensioneverso gli altri. Il secondo fattoreimportante è unavisione olistica,generale epanoramica.

‘‘‘‘

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 51

Page 53: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

52

ottenere la pace, èsicuramente lo sviluppo diuna pace dentro noi stessi.Lo stato disturbato dellamente sorge da emozioniinterne e non da circostanzeesterne. Ad esempio, si puòessere circondati da nemici,ma se la mente è tranquilla,profondamente tranquilla,questa tranquillità non vienedisturbata dalle circostanzeesterne.La pace interiore da checosa è disturbata? Puòessere minata solo dapaure, da stati emotivi, daangosce, da afflizioni. Perottenere la pace, ènecessario, quindi, undisarmo interiore prima di undisarmo esteriore.Il disarmo interiore consisteda una parte nell’eliminarequelli che sono gli stati, letendenze alla rabbia,all’intolleranza ed alla noncomprensione, dall’altrainvece nello sviluppare lequalità umane, come lacompassione, l’amore, cheoffrono sicuramente la paceinteriore, la tranquillità chetutti cerchiamo. Da unaparte si dovrebberoeliminare le asperità dellamente e delle nostreemozioni, mentre, dall’altra,invece dovremmo svilupparequalità positive che ciappartengono.

Il disarmo interiore è allabase di una pace mondiale:per prima cosabisognerebbe sviluppare ildisarmo interiore e sullabase di questo estenderequesta politica ad undisarmo esterno.Già siamo su una buonastrada; ormai il grandeterrore degli armamenti,della guerra fredda, dellegrandi tensioni dovute allearmi nucleari è stato inqualche modo superato, maè possibile fare ancora dipiù, naturalmente. Il progettoè giungere ad un disarmocompleto. Come prima cosalimitare - e già in parte èstato fatto - le armi nucleari .In seguito eliminare le armipiù dannose come le armibiologiche, le armi offensive,in ogni caso arrivare alla finead un mondo totalmentedisarmato. Questo è ciò chedovremmo tutti aspirare: adun mondo privo di armi

L’UTOPIA DEL DISARMOIn questo momento, vi sonosicuramente delle personeche ascoltando queste mieparole le considerano unapproccio irrealistico, unautopia, ma, di fatto, se sicontinua a guardare ilmondo in un modopessimistico, senza unavisione non si andrà avanti

PACE INTERIOREE NON VIOLENZA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

Il disarmo interioreconsiste da unaparte nell’eliminarequelli che sono glistati, le tendenze allarabbia,all’intolleranza edalla noncomprensione,dall’altra invece nellosviluppare le qualitàumane, come lacompassione,l’amore, che offronosicuramente la paceinteriore, latranquillità che tutticerchiamo.

‘‘‘‘

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 52

Page 54: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

53

né si risolveranno i problemi.È meglio una visioneottimistica, l’utopia deldisarmo. Le persone dellamia generazionesicuramente non vedrannoun mondo privo di armi, maquesto non significa che sidebba perdere la speranza eche si debba smettere dioperare in tal senso. Si devemantenere un approccioottimista ed operare consperanza per poterraggiungere questo risultatoper le future generazioniaffinché il mondo siamigliore.Un caro amico mi hasuggerito dei modi pergiungere al disarmo: inprimo luogo pensare eriflettere in anticipo sullanecessità del disarmo, poiunire le forze. Credo cheunire le forze sia un modoeccellente per scongiurare ilrischio di guerre tra lenazioni:Vi sono già degli esempi inEuropa: più nazioni siuniscono in una forza,aggregano le loro forzemilitari e questo è uno deimigliori modi perscongiurare il rischio chedue o più nazioni possanoaffrontarsi l’una control’altra.L’Europa è un grandeesempio; ha già realizzato il

progetto di unificare i varipaesi che costituisconol’Unione Europea, in terminieconomici e in termini didifesa militare. Questo esempio potrebbeestendersi agli altricontinenti, all’Africa,all’America Latina, all’Asia,ecc. Uno dei miei sogni -spesso ne parlo - è che sidovrebbe formare una forzaunita tra Cina ed India, unacollaborazione Sino-Indiana.Probabilmente sarebbe lamigliore garanzia perscongiurare uno scontro traqueste due grandi nazioni.Con tali approcci,dovremmo rendere questosecolo, il secolo del dialogoe della pace, in modo chequalsiasi conflitto oincomprensione, edeventualmente qualsiasiguerra, possano essererisolti e scongiurati con ildialogo, la comunicazione,la distensione. Il secoloscorso potrebbe esseredefinito come un secolo dilotte, guerre ed inutilispargimenti di sangue;dovremmo rendere questosecolo per nostra scelta, ilsecolo della pace e deldialogo.Ho un’altra visione daesporre, magari nonrealistica ed alcuni di voipenseranno che ho dei

progetti non realistici: lasede decisionale politicadella Comunità Europea,dovrebbe muoversi daBruxelles, verso la parte piùcentrale dell’Europa. Questoè un desiderio, tra l’altroincluderei la Russia. Cosìcome la sede della Nato,dovrebbe spostarsi aMosca.Questi due spostamenti el’inclusione della Russia,naturalmente, fanno partedelle mie idee irrealistiche,ma d’altra parte, amo averedelle idee irrealistiche.

L’INCONTRO DELLE FEDIVediamo conflitti nel mondoe questi conflitti sonospesso alimentati dacontrasti tra le fedi religiose.In passato era molto peggio,ora mi pare che la situazionestia migliorando.Molti di questi conflitti sonopromossi da interessi politici,ma vengono come rivestitida un’ apparenza che li fasembrare come se fosseroscontri tra religioni. Perquesto motivo sono moltocontento, quando èpossibile, di avere degliincontri interreligiosi, oppure,come in questo caso delleconferenze in cui sonopresenti più rappresentanti.Sono molto contento divedere qui la presenza del

D O S S I E R

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 53

Page 55: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

54

fratello musulmano; questaè per me una grande gioia.In tempi antichi vivevamoisolati ed anche le credenzereligiose erano isolate le unedalle altre, senza alcunapossibilità di potersiincontrare e conoscere lediverse basi spirituali efilosofiche, ma ora tutto stacambiando, il mondo èmolto più piccolo, siamointerconnessi e dobbiamonecessariamentepromuovere unacomunicazione interreligiosa,un approfondimento dimutua conoscenza.Un anno dopo l’evento dell’11 settembre, ci fu unincontro di preghiera aWashington, erano riunitemolte persone ed in quellaoccasione dissi: “ In questoperiodo vi sono alcuni chehanno abilmente creatol’impressione che questoevento, il male, sia dovutoall’Islam, e che quindi,l’Islam sia globalmentemalvagio. Questo fatto creaun preconcetto, una sorta diglobalizzazione dell’originedella malvagità nei confrontidell’Islam.”Questa è una concezioneerrata, ma come si puòpensare che per via delcomportamento di alcunepersone, certo di uncomportamento negativo e

dannoso di alcune persone,si possa considerare tuttauna religione come negativa;tutto un popolo comenegativo. È completamenteirragionevole.Questa mattina, negliinsegnamento ho parlatodella situazione controversafra i tibetani dei seguaci dellapratica di Dorje Shugden.Rispetto a questo, propriodavanti alla mia residenza aDharamsala sono stateuccise delle persone. In taleoccasione alcuni sicariuccisero un insegnante di unistituto davanti alla miaresidenza, tra l’altro uninsegnante molto serio,ucciso con sedici coltellateassieme a due suoi studenti.Chiaramente c’era unaintenzione molto malvagia,nel compiere un atto cosìcrudele, ma questo è solo ilcomportamento di alcunepersone che non si puògeneralizzare. È moltoscorretto generalizzare.In realtà, ci sono semprestate, nella storia dell’uomo,persone malvagie ancheall’interno di società corrette;persino intorno a Buddha,c’erano persone malvagie.Io non sono di fedemussulmana, sonorealmente, in questo senso,un esterno all’Islam, masono realmente impegnato

ad essere un difensore delGrande Islam. I fratellimussulmani mi hannospiegato che chiunque creispargimenti di sangue, difatto non è un mussulmano.Seguire l’Islam significaamare per quanto puoi tuttele creature create da Allah.Se spinti da questaconvinzione seguissimoveramente questoinsegnamento, i risultatisarebbero meravigliosi.Un amico giornalista, chevisse a Teheran durantel’epoca di Komeini, mi disseche i mullah, raccoglievanodenaro e lo offrivano ai piùbisognosi. Questo è unesempio di vero impegnosociale. È qualcosa di cui,davvero, essere contenti. Inpiù, nella societàmusulmana ilcomportamento negativoviene fortementescoraggiato. Questo è unaltro punto positivo.Se sinceramentepratichiamo la nostra fede,qualunque essa sia, in realtàpossiamo apportare un granbeneficio a noi stessi ed aglialtri.Pertanto ciò che dovremmofare, è sviluppare laconoscenza reciproca diquelli che sono i fondamenti,i principi filosofici, i credi ditutte le religioni; questo ci fa

PACE INTERIOREE NON VIOLENZA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 54

Page 56: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

55

sentire più vicini, ci facomprendere gli uni e glialtri. Naturalmente, daquesta conoscenza non puòche generarsi unapprezzamento reciproco,un apprezzamento delle fedi,il rispetto e da questo,sicuramente, possiamotrarre un arricchimentoreciproco che promuoveun’armonia completa.Alcuni mesi fa ero a Lisbona,dove si teneva un incontrointerreligioso in unamoschea seguito da unameditazione comune. Credosia stata una esperienzaesaltante e meravigliosa. Lefedi, naturalmente, hannodei sistemi filosofici differenti;alcune, quelle teistichecredono in un Dio, altre nonhanno un Creatore. Questonon è importante, il saperechi crea o non crea, da dovesi venga ed il perchè;l’importante è come ci sicomporta e cosa si fa per ilpresente e per il futuro. Èmolto importante il risultatoche si ottiene da questiincontri, non tanto stare adiscutere sulle cause.Se andate al ristorante ciòche più importa è gustare ilcibo del proprio piatto esperimentare un buonmomento con gli amici,piuttosto che discutere sullaprovenienza del cibo o su

chi lo abbia cucinato.Rovinerebbe la nostraserata.È importante comprenderequelli che sono i punti dicondivisione, le aree cheuniscono piuttosto chediscutere sulle tematichefilosofiche che possonoessere divergenti. Èimportante sviluppare sullabase delle idee comuniun’attitudine di più granderealismo.

RISPETTARE I DIRITTI UMANITutte le religioni professanoun messaggio di tolleranza edi perdono, di amore ecompassione. Tutte le fedicondividono lo stessoapproccio: sviluppare lequalità interiori dell’essereumano.Nei giorni precedenti, hoparlato di un metodo laicoper lo sviluppo di tali valoriumani. Chi ha un credoreligioso ed è un sinceropraticante, ha un grandepotenziale per incrementarela propria capacità dicompassione e il suo buoncuore.Parliamo ora delle personeche si definiscono atee oche non hanno unparticolare interesse versoalcuna religione; ciò che ènecessario comprendere èche spesso, le persone che

D O S S I E R

Le fedi,naturalmente,hanno dei sistemifilosofici differenti;alcune, quelleteistiche credono in un Dio, altre nonhanno un Creatore.Questo non è importante, il sapere chi crea o non crea, da dove si venga ed il perchè;l’importante è comeci si comporta e cosa si fa per il presente e per il futuro.

‘‘‘‘

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 55

Page 57: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

56

non hanno un interesseparticolare o unapredisposizione per uncredo o una fede religiosa,tendono anche a non averealcuna attenzione per losviluppo della compassione,perché lo identificano comeun elemento religioso dacombattere.Credo che questo sia uncomportamentoestremamente limitante; il fatto che una persona nonabbia un’intensapredisposizione verso lareligione va bene, non c’ènulla di sbagliato, fa partedelle proprie attitudini, maquesto non dovrebbelimitare la comprensione dise stessi e quindi, anche adavere una particolareattenzione allo sviluppo deivalori umani, come adesempio la compassione el’amore. Perchè asseriscotutto questo?Questi valori, come lacompassione e l’amore nonhanno a che fareesclusivamente con lareligione, ma, sono in realtàelementi biologici che fannoparte della nostra vita, deglielementi che supportano ilnostro nascere, il nostrocrescere ed il nostrosopravvivere.Un esempio lampante:siamo tutti nati da una

madre e di fatto, il primoessere che ci avvolge diamore e compassione, in modo totalmenteincondizionato e spontaneo,è proprio nostra madre. La relazione immediata chesi viene ad instaurare tra unamadre ed un figlio, in modototalmente spontaneo,senza alcun tipo dieducazione edindottrinamento, è propriobasata su un amore ed unacompassione spontanea. È chiaramente un fattobiologico: è qualcosa cheriguarda l’essere umano,non il sistema filosofico alquale si aderisce.Per quanto mi riguarda èproprio ciò che hosperimentato: il primo semedi compassione che unapersona mi abbia maidimostrato, da cui hoappreso la compassione el’amore, è stato quello di miamadre. In seguito, sonostato educato in quelle chesono le metodologie dellamia fede, che naturalmenteapportano in terminimetodologici, altri mezzi perpoter sviluppare questopotenziale di compassioneed amore.Di fatto, il seme dellacompassione e dell’amoremi è stato trasmesso emostrato da mia madre, in

PACE INTERIOREE NON VIOLENZA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

La promozione dei valori umaninon dovrebbeessere trasmessadalla religione madalla stessa società.Nell’educazionemoderna sisottolinea sempremeno l’importanzadei valori umani, si è più concentratinell’educare ibambini alla tecnica,a come gestire il mondo, ma ci si è scordatidel grande valoreche si ha nelpraticare il buon cuore, la compassione e nell’avere unamutuacomprensione.

‘‘‘‘

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 56

Page 58: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

57

quanto da lei sono nato e dalei sono stato curato ecresciuto. È molto probabileche, se avessi sperimentatoun’infanzia difficile, se fossistato, magari, abusato daimiei genitori, sarebbe statomolto probabile che avreiavuto delle difficoltà asviluppare uno statospontaneo di compassione.Ciò che si devecomprendere è che lacompassione e l’amore,valori umani, non sonopropri di una fede religiosama sono intrinseci allaconfigurazione mentale,emotiva, fisica, quindi,biologica, dell’uomo.Questo è tra l’altro un’areadi ricerca per diversiscienziati che hannosperimentato attraverso deicuccioli di scimmia, qualefosse la reazionecomportamentale nel casoin cui un animale fosse statoprivato della presenza dellamadre sin da piccolo, neiprimi giorni di vita. Hannopotuto constatare che icuccioli separati dallamadre, poco dopo la loronascita, crescevano in modoinfelice e dimostravanocomportamenti di piùgrande angoscia e di timore,che alla lunga davano luogoa comportamenti aggressivi;erano più predisposti a

lottare fra loro, più intollerantied ansiosi. Invece, i cuccioliche erano cresciuti nonseparati dall’affetto dellapropria madre, crescevanonel proprio nucleo familiarecon grande benessere,dimostrando un interesse eduna serenità interiore piùspiccati, erano gioiosi, serenie felici. Fin da piccoli, findalla nostra nascita, nasceree crescere con amore e compassione è ciò che va a caratterizzare il nostrostato di armonia e serenità interiore.Secondo i più modernirisultati scientifici, uno statodi compassione, diamorevolezza e gentilezza,ha un effetto fisiologicopositivo sulla persona,pertanto si è sperimentatoche una persona conmaggiore tendenza epredisposizione verso lacompassione e l’amore èuna persona che gode diuna salute migliore ed è piùequilibrata, ha una migliorepressione sanguigna, tral’altro, gode di un più fortesistema immunitario. Percontro, si è potuto testareche il perdurare della rabbiae quindi di una turbolenza, diuna suscettibilità interiore,abbassa drasticamente ilsistema immunitario. Inultima analisi, tanto più

riusciamo a svilupparetolleranza, compassione etranquillità interiore, tanto piùne godremo, in termini disalute e fondamentalmentevivremo più a lungo.

INTEGRARE I VALORI UMANILo sviluppo dei valori umani,si può insegnaredirettamente, già negli asili e nelle scuole. I nostribambini potrebbero essereeducati, non solo nellematerie del mondo esterno,ma anche in quali siano i valori che dovranno far parte della loro vita.Pertanto credo chel’appropriata promozione deivalori umani non dovrebbeessere trasmessa dallareligione ma dalla stessasocietà, dico questo perchénell’educazione moderna si sottolinea sempre menol’importanza dei valoriumani, quindi, si è piùconcentrati nell’educare i bambini alla tecnica, a come gestire il mondo, maci si è scordati del grandevalore che si ha nel praticare il buon cuore, lacompassione e nell’avereuna mutua comprensione.Un amico mi ha mostrato un progetto relativo al potersviluppare ed introdurrequesti valori umani nellasocietà. Ciò che sto

D O S S I E R

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 57

Page 59: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

58

cercando di sottolineare èche si devono sviluppare lenostre qualità, i nostri valoriinteriori che sono i valoriumani attraverso unaeducazione laica e nonreligiosa. Faccio questeaffermazioni, sulla base dellamia esperienza, nel sensoche, ad esempio, l’India incui vivo è un paesefondamentalmente basatosu una organizzazione laica,ma ciò nonostante perseguela promozione dei valoriinteriori: il Mahatma Gandhine è stato un grandepromotore. Anche seuniversalmente eraconosciuto come unapersona religiosa avevaaffrontato la risoluzione deiproblemi dell’India da unpunto di vistafondamentalmente laico, ma cercava anche unacomunione con tutte lereligioni.Pertanto il secolarismo o la laicità non significanodisprezzare la religione,quanto piuttostocomprendere edabbracciare tutto ciò che èpositivo per lo sviluppo dellapropria interiorità e che unafede religiosa puòtrasmettere.Pertanto, la mutuacomprensione e l’armoniatra le diverse fedi religiose e

lo sviluppo dei valori interiori,credo siano le basi percostruire un futuro migliore.Mi fermo qui, diamo spazioalle domande.

❖ ❖ ❖

DOMANDA: Quale puòessere un metodocorretto per creare unavera comunione tra unavita spirituale, serena ededita alla compassionela vita di tutti i giorni,afflitta da materialismoed dall’indebolimento diideali puri specialmentein occidente?S.S. il Dalai Lama: La materia, di solito, dàsolamente un comfort fisicoe non può provvedere ad uncomfort mentale; di fatto,anche coloro che godono diun agio materiale moltorilevante hanno dei problemiinteriori e non sono affattosereni.Vi sono delle persone agiate,che vivono in un modomaterialmentesoddisfacente, ma che sonoafflitte da poca serenità etranquillità interiori. Di fatto, ilcervello di un materialista èuguale al cervello di unessere spirituale. I problemida cui è afflitto un esserematerialista o spirituale, inrealtà sono gli stessi, il punto

è che una persona piùtranquilla interiormente, piùprofonda, reagisce in mododifferente. La tranquillità e laserenità interioredeterminano il propriobenessere, che non puòessere comperato coldenaro.Ci sono persone che hanno,ad esempio, problemiderivanti dallo stress e moltidi questi utilizzano medicineper ridurre lo stress. Molte diqueste medicine, sebbeneabbiano degli effetti beneficiimmediati, arrecano deidanni, come effetticollaterali.Tutti abbiamo bisogno dellaserenità interiore, della paceinteriore. Dove la si puòtrovare ?Di sicuro non è acquistabile,non ci sono supermercatinelle cui scansie si puòtrovare la pace, la serenitàinteriore.Non importa quanti soldi siabbiano nelle proprietasche; non è possibileandare in una boutique,sventolando i propri soldi,dicendo: “Ho un sacco di soldi evoglio la tranquillità”. È probabile che il negoziantea cui gridate questarichiesta, vi consideri unfolle.Tutti vogliono la pace e la

PACE INTERIOREE NON VIOLENZA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 58

Page 60: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

59

tranquillità interiori, ma, nelcontempo soffrono a causadello stress. Comedovrebbero comportarsi?Dovrebbero sviluppare lacompassione, degli statimentali di più profondaarmonia, di più profondaserenità interiore. Tutti gli esseri hannobisogno di questo stato dipace e questo è il metodoche dovremmo adottare.Il fatto che sia interessecomune lo stare meglio, èmanifesto, esplicito: quantisoldi spendete per la vostrasalute? Quanto denaroinvestite per vivere più alungo e stare meglio? I soldinon possono esaudirequeste nostre richieste; i soldi non possonoacquistare il benesseregenerale dell’individuo.Sviluppare la propria mente,specialmente sviluppare lacompassione dà salute.La mente è un organoimportante in quanto, a seconda dello stato che è più manifesto in essa,influenzerà il nostro corpo:un corpo malato o piùlongevo e in salute.Io ho 72 due anni e mi sentoabbastanza in salute; stobene e ciò è probabilmentedovuto alla tranquillità di base di cui godo. Sono una persona con

una mente tranquilla; questaserenità mentale non mi ha fatto ricrescere i capelli, ma in realtà credo di essere in salute.C’è un altro elemento di salute: il poter dormiretranquillamente; l’avere setteod otto ore di sonnoquotidiano senza alcundisturbo, senza alcunanecessità di sonniferi. È molto salutare, ed è una buona abitudine da adottare. Naturalmente, la risposta è: dormire senza sonniferiproviene dal fatto che si è tranquilli.Ognuno si prende cura di sestesso. C’è un grandeinvestimento per quantoriguarda, ad esempio, labellezza esterna. Ci si prende molta curadell’aspetto specialmente nelmondo occidentale: lesignore, ad esempio,investono parecchi soldi intrucchi e vari ritocchi perpoter apparire esteriormentepiacevoli e belle in volto; ma in realtà, se coltivasseroun’ attitudine di più profondatranquillità, se potesserogodere di una più grandeserenità interiore, alloraquesto stato disteso si vedrebbe ancheall’esterno: si avrebbe un visomolto più bello.

❖ ❖ ❖

D: Sua Santità haaffermato che il suosuccessore dipende dal desiderio e dallavolontà dei tibetani. Può essere possibile che questo avvenga anchedurante la sua vita, ovveroche ci sia un suosuccessore anche durantela sua vita. Questo forsenon cambia il concettotradizionale dei DalaiLama?S.S.D.L.: Questo non èinusuale in accordo agliinsegnamenti di uno dei mieimaestri, c’è nei suoiinsegnamenti l’idea dellarinascita prima della morte delDalai Lama precedente.

❖ ❖ ❖

D.: Nello stesso momentoin cui sono colto dallarabbia, quando mi sentoesplodere, comeesprimerlo senzadanneggiare gli altri? E’meglio reprimerlo oppurescaricarlo sugli oggetti ?S.S.D.L.: È chiaro che quandosi è preda di una forte rabbiaè difficile e, tra l’altro, è anche dannoso, reprimere;certo ciò che fa la differenza è la costante abitudine.Questo significa che se

D O S S I E R

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 59

Page 61: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

60

sviluppiamo un impegnocostante a mantenere la mente in uno stato di profonda benevolenza e compassione, per via di questo esercizio costante, la rabbia può anche sorgere,ma, sostenuti da questosubstrato continuo dibenevolenza e compassione,se ne va via rapidamente,non è estremamente intensa,per cui non ci influenza.Similmente, quando il nostrosistema immunitario è forte, inquesto caso, anche se il virusaggredisce il nostro fisico,riusciamo a resistereall’attacco. Al contrario,quando il nostro sistemaimmunitario è debole, ancheun piccolo virus può arrecarciuno stato di disequilibriomolto grave. Credo chel’approccio generale siaquello di avere una visioneolistica e panoramica dellarealtà, accompagnata dallosviluppo della compassione,dei valori umani e dellabenevolenza, questo ci daràmolta più stabilità, rendendola nostra mente pacificata.

❖ ❖ ❖

D. : Come si può prevenirela violenza contro i bambini ?S.S.D.L.: Nella societàmoderna effettivamente non

ci impegniamo a fondo persviluppare l’affetto e labenevolenza, e, questo in realtà, dà come risultato un alto numero di personeinfelici, ansiose e di suicidi,anche tra i giovani. Per cui, credo che,fondamentalmente, il problema sia l’ unilaterale ed esclusiva attenzioneall’utilizzazione esteriore dellosviluppo materiale. Ci dimentichiamo di quelli chesono i valori interiori, quindidello sviluppo interiore. In realtà, questi problemi sonoi sintomi di tale mancanza.

❖ ❖ ❖

D. : Come si relaziona conGesù Cristo?S.S.D.L.: Dal punto di vistabuddhista Gesù Cristo, cosìcome gli altri Grandi profeti,sono tutti Esseri, GrandiEsseri. È difficile, quasiimpossibile, per una personaordinaria essere di beneficio a un così vasto numero di persone. Questo èsintomatico di una grandelevatura spirituale che non è purtroppo comune tra gliuomini!

Sono davvero impressionatodalle molte domande, ma iltempo è tiranno per cui miavvio a concludere.

Tutti noi abbiamo la stessapotenzialità di bontà e dobbiamo guardare dentronoi stessi. Abbiamo ungrande potenziale positivocosì come abbiamo deidifetti, ma sicuramente comeho detto prima, la naturafondamentale dell’uomo è piùpositiva che negativa. Sindalla nascita la nostra naturaed i semi di cui siamo statidotati sono positivi esicuramente più forti delleparti negative. Guardatedentro voi stessi e soprattuttoguardiamo a noi in modopositivo. L’essere pessimisti e negativi nei confronti di noistessi non aiuta. Nonproduce alcun bene.Dobbiamo essere sereni,accettare e, tra l’altro,prendere le cose con unacerta filosofia.Un maestro buddhista dell’VIII secolo, in India scrisse:“Se c’è un problema e lo sipuò evitare, allora non c’èalcun bisogno dipreoccuparsi. Se questoproblema non ha soluzioni, a che serve preoccuparsi ?”Questo era ciò che volevodirvi; se ritenete che via statoutile, bene, allora utilizzatelo;se invece non vi avete trovatoalcuna utilità, allorasemplicemente lasciatelo daparte. Grazie.

PACE INTERIOREE NON VIOLENZA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

■ ■

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 60

Page 62: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

61

Intervento dell’on. GiovannaMelandri, ministrodelle politichegiovaniliLe poche parole che

posso rivolgere a lei SuaSantità non vogliono avere lapresunzione di introdurre lasua lezione, ma vorrei

piuttosto dispormi all’ascolto. Il tema che voi premi Nobelstate discutendo nel meeting,che si sta tenendo qui aRoma ovvero la prossimagenerazione, è di estremointeresse per me Ministro dellePolitiche Giovanili.Come Ministro oltre che unonore, è soprattutto undovere prestare la massimaattenzione a questo tema.Rivolgersi alla prossimagenerazione è un obbligo perla politica, quella vera che sirivolge ai cittadini perchésignifica rivolgersi al futuro.Non passa giorno che suigiornali non si legga deimalesseri e dei disagi che igiovani esprimono, nuovegenerazioni descritte troppo

spesso dagli adulti comeciniche e disarmate. È giunto ilmomento di agire, di reagire,di creare le condizioninecessarie affinché laprossima generazione trovi sestessa, mettendo a frutto lesue vocazioni e i suoi talenti,superando stereotipi erelazioni economiche cheschiacciano le persone. È ilmomento di infondere fiduciaa queste, piccoli e grandigesti, collettivi e individuali, percambiare il mondo. Gesti cheabbattano i vecchi muri e nonne costruiscano di nuovi. Per questo Santità concordocon lei, nella mia qualità diministro dello Sport, quandoafferma che boicottare leOlimpiadi di Pechino sarebbe

D O S S I E R

ROMA - 13/15 DICEMBRE 2007

THE NEXT GENERATION - Meeting dei Premi Nobel per laPace. Parole ai giovani da personaggi che hanno fatto la storia:che esperienze trasmettono? Che prospettive offrono? È possibile preparasi per costruire un futuro migliore? Una cosa sembra certa: una vera felicità, un vero benesseredevono necessariamente passare attraverso la felicità degli altri.

La mia felicitàè la tua felicità

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 61

Page 63: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

62

un errore, perché semprenella storia le Olimpiadi sonostati momenti non solo digrande sport, ma anche diapertura, di diffusione erivincita dei diritti umani ed èvivissima la speranza, che noiinsieme a lei coltiviamo, cheanche a Pechino questa voltanon potrà che essere così.Uno dei problemi più sentitidelle giovani generazioni diquesto paese è quello dellaprecarietà. Precarietàesistenziale che riguarda illavoro, ma non solo, e siestende in tutti i campi, dagliaffetti alla salute, dalle relazionipersonali alle relazioni sociali,dalla casa alla paura delterrorismo e di disastriambientali. A tutto questo noiadulti dobbiamo dare unarisposta sociale, economicama anche culturale. Per laricerca di una nuova culturaper l’uomo del nostro tempo,la sua testimonianza Santità èstata di uno straordinariovalore. L’ho sentita chiedersicon parole forti e toccantisull’origine dell’azione, che sideve basare sullacompassione, su quellacompassione che puòdisporci all’ottimismo e a fare ilbene. Lei da anni si è aperto auna attenzione costante versole culture, verso la modernità,verso la scienza, fornendociun modello di vita incentrato

sulla spiritualità aperta etollerante. Questapredisposizione all’ascolto,all’attenzione per l’altro eall’interesse per il nuovo e peril diverso, ci è di grandeinsegnamento e lei, con le sueparole e il suo esempio, nonfa che dimostrare la vastità deimille tabù che ancoracolpiscono l’uomo. Comeposso non pensare a unadelle sue ultime dichiarazioniche definisco”rivoluzionarie”!Soltanto ipotizzando lapossibilità di una futurareincarnazione del Dalai Lamain una donna, lei contribuiscea scardinare uno degli ultimitabù che ancora la nostrasocietà postula nella diversitàdi genere. Le tante battaglie, che lei daanni conduce, anche quelle infavore della libertà del suopopolo, con la calma, laserenità e la compostezza dicui lei è Maestro, è semprestata una scelta di campo incui la dignità della personaumana è centrale ed è qui chele nostre esperienze purlontane si incontrano. NellaCostituzione italiana si affermail valore assoluto della personaumana, della sua dignità; ilprincipio dell’uguaglianza,della solidarietà, il ripudio dellaviolenza: una tradizione laicadi valori comuni a tutte legrandi religioni per la

liberazione dell’uomo. Ciò ètanto più importante in unmomento in cui sotto ilpretesto religioso si compionoattentati, si proclamanoguerre, ci sono situazionidrammatiche. Ricordo un altrogrande maestro di pace, ilMahatma Gandhi, che dicevache una vera nonviolenza nonè possibile a meno che non sipossegga un indomitocoraggio. Quel coraggio cheio, come tanti altri, vedono inlei, Santità. Una forza moraleche ci sprona ad affrontare il mondo, le sue discordie, le sue difficoltà con la solaforza della ragione, dellabuona volontà, basate sullacompassione.La settimana scorsa, allaconferenza mondiale sul climatenuta a Bali, i presenti hannoportato l’attenzione sui gravipericoli che l’umanità corre.Abbiamo 15 anni di tempoper invertire la tendenza alriscaldamento globale.Dobbiamo fare tutti gli sforzipossibili per la prossimagenerazione per offrirle unmondo meno malato, permetterla nella condizione dicreare e realizzare un mondosenza violenza. È nostropreciso dovere e in questo lei,Sua Santità, non può cheesserci di esempio. Ciapprestiamo ora ad ascoltarele sue parole. Molti pensano

LA MIA FELICITÀÈ LA TUA FELICITÀ

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 62

Page 64: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

63

che le parole non possanocambiare il mondo. Ma sisbagliano. Le parole possonocambiare le persone e lepersone, con le loro azioni,possono cambiare il mondo.

❖ ❖ ❖

Vorrei parlare a voi giovanidelle scuole romane qui

riuniti di Mikail Gorbaciov e diSua Santità il Dalai Lama epoi vorrei parlare di voi a loro. La prima cosa che vi vogliodire è che Mikail Gorbaciov èstato uno degli uomini che hacambiato il corso della storia. Penso di poter dire che èstato uno di quegli uominiche ha avuto la capacità diinterpretare il bisogno dilibertà e di democrazia, cheveniva da paesi in cui libertà edemocrazia non c’erano e daquesto ha avuto la forza perun progetto e per iniziare uncambiamento reale.

Molto spesso quelli checambiano il mondo lo fannocon comportamenti concreti.Mikail Gorbaciov l’ha fatto,pagando anche un prezzopersonale e politico. Se nelmondo di oggi, se nel nostrocontinente si sono affermatele libertà e la democrazia, senon ci sono più dittature, lo sideve al lavoro, all’intelligenza,all’impegno personale di unuomo come lui. Il Dalai Lama rappresenta unagrande religione, una religioneuniversale, legataprofondamente al rapportotra l’essere umano con sestesso, l’essere umano congli altri, l’essere umano con ilmondo. Un grande ideale dicompassione che ci hapermesso di vedere in questiultimi tempi migliaia di monacibuddhisti andare nelle piazzee nelle strade in un paeseoppresso, la Birmania . I monaci con indosso lostesso abito che oggi veste ilDalai Lama, hannocominciato a scendere nellestrade chiedendo libertà edemocrazia in un paese chelibertà e democrazia non ha.Da poche centinaia sonodiventati migliaia, decine dimigliaia in una sequenzastraordinaria di crescendo dilibertà. Voglio ricordare ancheun altro grande leader di

questo popolo la signoraAung San Suu Kyi, premioNobel per la Pace anche lei,che non può essere qui connoi in questi giorni perché lasua libertà personale èviolata. Come ho preannunciatoall’inizio ora vorrei dire ainostri ospiti due parole su voiragazzi presenti. Per voi queste non sono gitescolastiche. Io avuto lafortuna di viaggiare con voi,andare ad Auschwitz, dove andiamo ogni anno eandare in Africa e mi ricordol’emozione che voi ragazziavete provato di fronte aqueste grandi tragediedell’umanità: lo sterminio, la guerra, la povertà, la fameo le malattie che cancellanoun intero continente chepotrebbe essere salvato conpoco sforzo. Da tutti questi incontri nascenei ragazzi il senso diinterdipendenza, di rapportofra me e l’altro e con questol’idea che la vita, loscopriremo meglio insieme,vale la pena di essere vissutanella misura in cui essa entrain relazione con quella deglialtri nella ricerca del sostegnodell’aiuto. Quando i ragazzi, in questocaso di Roma, vengono inAfrica e vedono i bambiniafricani che vivono in

D O S S I E R

Intervento diWalter Veltroni, ex sindaco di Roma

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 63

Page 65: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

64

condizioni terribili - molti diloro non ce la fanno adiventare grandi - capisconodi essere stati fortunati, macapiscono anche che questafortuna in se stessa deveessere utilizzata per lepersone che soffrono. È l’unica cosa che noipossiamo dare alle personeche soffrono è un aiuto,unapossibilità,una speranza e abbiamo il dovere di farlo. E facendolo, guardate, siamoanche molto più felici, moltopiù sereni. Quando si va in un paese povero si rimanecolpiti dalla tragedia maanche dalla grandezza. I bambini pure nella lorosofferenza, continuano a sorridere perchè hannosperanza, hanno il desiderioche il loro domani sia miglioredel loro oggi. Noi inveceviviamo dominati dalle paure,dalle ansie, dalla depressioneperché il nostro mondo pianopiano si è rinchiuso in sestesso e la società tende adeliminarci, ad essere egoista. Ecco il senso dell’incontrocon persone come queste,incontro che per molti di voisarà un’occasione unica:l’apertura. Non ci sono soloragazzi, vedo anche qualchebambino e mi ricordo la frasedi uno scrittore francesemolto conosciuto, AntoineDe Exupery, scrittore e

aviatore, che diceva che “I grandi non capiscono mainiente, sono i bambini chedevono spiegare loro le cose,tutte le volte”. Il senso di questi incontri che vorrei trasmettervi è dinon accettare mai quello cheun tempo nella scuola dellastoria italiana è statosinonimo di una tragedia il menefreghismo: l’altro nonmi tocca, non mi interessa. La tua felicità dipende dallafelicità dell’altro, soltantofacendoci carico di entrambepotremo pensare di creare un mondo migliore.

❖ ❖ ❖

Saluto i ragazzi dellescuole romane qui

presenti. Sono contento diessere qui con i giovani, ioche non sono più giovane, tradue mesi compirò 77 anni

della mia vita. In questa vitamolto complessa ci sono statimomenti difficili e momentifelici. Per me è stato moltoimportante andare a scuola,andare all’università diMosca, io che provenivo daun piccolo paese lontano.Durante il periodo dellaguerra, per sei mesi sonostato in un territorio occupatodai tedeschi, quando poisono partito per andareall’università ho fatto un lungoviaggio in difficili condizioni.Durante il cammino, la visionedi tutte le distruzioni è rimastanella mia anima e io vorreiche oggi voi non rimanesteinsensibili di fronte a ciò che è stato. È chiaro che se oggidicessi a voi solo di lavorare edi non divertirvi più, nonandare nelle discoteche voimagari direste: ma che cosac’è venuto a fare questo qui,da così lontano. No, non ve lodirò perché essere giovani è ilperiodo più felice della vita,ma nello stesso tempoquando si è giovani si decidedi quello che sarà il propriofuturo e io vorrei che tutti voiaveste un bellissimo futuro.Adesso che siete giovanisfruttate in modo proficuo ilvostro tempo libero, fate dellosport, divertitevi. Oggi vediamo che per igiovani che cominciano ora laloro vita di adulti, questa è più

LA MIA FELICITÀÈ LA TUA FELICITÀ

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

Intervento di MikailGorbaciov, premioNobel della pace

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 64

Page 66: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

65

difficile per coloro che si sonoimpegnati poco nello studio.Stiamo entrando in un periodonuovo, la vita di tutti noi ènuova e bisogna prepararsi.Non viviamo soltanto in unmondo globalizzato ma in unmondo che cambia giorno pergiorno. Pensiamo una cosa:quanti modelli di telefonicellulari esistono oggi? Solo10 anni fa, poche persone almondo avevano un telefonocellulare. Ci sono degliscienziati che studiano i ciclidello sviluppo mondiale. Se loguardiamo negli ultimi 10.000anni, che siamo più o meno ingrado di poter studiare, ilprimo periodo della storiaumana è stato lungo 4000anni poi, 2000 anni e poiancora 1500 anni e poi ilperiodo industriale circa 270anni e in questo momentosiamo usciti dal periodoindustriale. Come vedete ogniperiodo successivo ha unadurata quasi dimezzatarispetto al precedente e quindisiamo entrati in un periodoche al massimo dovrebbedurare 130 - 135 anni.Durante l’ultimo periodo di270 anni si sono accumulatidei cambiamenti che hannosuscitato stravolgimentiepocali a livello delle varieciviltà e oggi i cambiamentisono il doppio più veloci. Moltisono disarmati di fronte a

questo correre globale, manon possiamo dire di no aquesta realtà. La storia ciinsegna questo: che oggicorriamo il doppio di 270 annifa. Per questo è importantestudiare e auguro a tutti voipresenti molta fortuna inquesto campo per poteressere soggetti attivi nelmondo del futuro. Tra voi cisono anche delle personeadulte e ad esse vorrei direquesto: non proteggetetroppo i giovani, non tutelatelitroppo. Ciò che noi un temposapevamo fare a 25 anni aoggi i giovani lo conosconomolto prima; bisognarispettare i giovani, averefiducia in loro, far fare loroesperienze in prima persona. Da cinquant’anni io mioccupo di politica e perventicinque mi sono occupatodi politica giovanile. Nella miaesperienza ho visto moltevolte i giovani avere interessee rispetto nei confronti di unamico adulto. Qui c’è anche ilsindaco di Roma e gli vorreidire che sono convinto che leautorità di questa cittàpossono fare molto per igiovani, ma credo che igiovani vogliono chiedere adesse di fare molto di più peraiutarli a entrare nella societàdegli adulti. Compito quindidelle autorità e di lei, sindacoVeltroni, è di trovare nuove

soluzioni e penso che unadelle cose più importanti chel’uomo possa fare è trovarenuove soluzioni per vecchiproblemi e per i problemi chegli si pongono davanti. Grazie.

❖ ❖ ❖

Sono qui con voi e viringrazio per poter

condividere insieme alcunipensieri. Mentre il presidenteGorbaciov ha parlato in piedi,io mi sono messo comodo,seduto su questa poltrona,anche se sono più giovane dilui! Molti punti importanti sonogià stati trattati da chi mi hapreceduto e io sono l’ultimodegli oratori per cui ci sonodue aspetti: da una parte ilmio intervento ha deivantaggi, perché molti puntisono già stati trattati e quindi ilmio discorso può essere piùbreve, d’altra parte ho unosvantaggio: devo trovare

D O S S I E R

Intervento di S.S. Tenzin Gyasto XIV Dalai Lama

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 65

Page 67: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

66

nuovi argomenti da trattare. Gran parte del pubblicopresente qui è costituito dauna giovane generazione esiete voi il futuro di questosecolo. Il grande sviluppoeconomico-scientifico delloscorso secolo non ha portatoa grandi risultati, viviamoancora oggi in un’epoca pienadi conflitti. Anche nello scorsosecolo ci sono stati molticonflitti: le guerre mondiali, laguerra di Corea, la guerra delVietnam per dirne solo alcunie tutti hanno causatoimmense sofferenze, nonsoltanto ai soldati coinvolti,ma anche alla società civile.Pertanto possiamo definire ilsecolo scorso come unsecolo di guerre e adessodobbiamo imparare che laviolenza non è il metodomigliore per risolvere i conflittie che la violenza, una voltainstaurata, non può dar aditoche ad altre forme di violenzain un continuum senza fine,imprevedibile, con risultati chenon ci si sarebbe maiaspettati. In primo luogo nelnostro secolo stiamo vedendoche le cose cambiano inmodo molto rapido. Peresempio la popolazione staaumentando notevolmente,soprattutto nelle aree piùpovere, mentre nelle parti delpianeta più sviluppate siassiste a una diminuzione.

Per via di questo l’economiainternazionale è chiaramenteinterdipendente. L’economiadi un individuo non ètotalmente isolata da quelladegli altri, nessuno può viveresolo, autonomo eindipendente dagli altri.Questo è sempre stato vero,ma oggi è talmente manifestoche lo possiamo percepirecome una realtà globale.Quindi il genere umano tutto èunito, come potete benvedere, in una grandefamiglia: il malessere delproprio vicino è causa delnostro stesso malessere, nonpossiamo ignorarlo e nellostesso tempo il benessere delnostro vicino porterà anche anoi del benessere. Lo stessoconcetto di guerra entra inquesto schema: in un conflittodire che una parte ècompletamente vittoriosa euna parte completamentesconfitta, è completamentefuori luogo. In questaprospettiva di più profondainterconnessione fra i paesi,non si può far altro che avereun approccio diverso, legatoalla mediazione e al dialogotra le parti e voi, nuovagenerazione, sarete propriovoi i responsabili per crearequesta nuova modalità di relazione e promuoverequesto approccio dimediazione e di dialogo.

Per creare la pace nel mondo,una cosa fondamentale èiniziare con la conoscenza,l’educazione e, voi giovani,dovete acquisire le maggioriconoscenze possibili. Vi voglioparlare di me: fino a 15 anninon era certo uno studentemodello. Lo studio è moltoimportante, ma l’acquisizionedella conoscenza, che vi vienedai vostri insegnanti deveessere integrata da un altromomento importante, comediceva anche che mi hapreceduto, vale a dire dallavostra intelligenza, dal vostrosenso critico. Alcuni grandiprofessori che io conosco,nonostante abbianotantissime conoscenzeteoriche, non hanno peròintegrato queste conoscenzenella loro vita per cui fate inmodo che la conoscenzaapra il vostro intelletto.Quando studiate undeterminato argomento èimportante vederlo in modotridimensionale, a tutto tondo.Osservare questo determinatoargomento da tutti i punti divista. Spesso quandovediamo una cosa nevediamo soltanto gli aspettinegativi perché non riusciamoa vederla nel suo complesso,a vederla da diversi punti divista. Se riuscissimo adaverne una visione globale,probabilmente riusciremo

LA MIA FELICITÀÈ LA TUA FELICITÀ

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 66

Page 68: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

67

anche a trovare dei puntipositivi e quindi, quello che iovi esorto a fare, è di svilupparequesto modo di studiare e diconoscere: un modo basatosu una visione globale e diinterdipendenza. Cercate diosservare che ogni cosa peresistere è dipendente da altree che nulla è mai veramenteautonomo e indipendente.Come dicevo prima, tutto è inuna interconnessione legatadall’interdipendenza e questo,dal punto di vista buddhista, è chiamato la legge di causa-effetto, la legge del karma.Cercate quindi di ottenerequesta visione globale diinterdipendenza, perché sepensiamo di poter risolveretutto da soli, di non averebisogno di nessun altro, è unavisione assolutamentelimitante e sicuramente nonprodurrà buoni risultati. Iocredo molto che peraccrescere la capacità divedere l’interdipendenza siautile la meditazione, che ci favedere al di là delle apparenzequello che è la realtà e ci fasviluppare un’attitudine piùrealistica rispetto a ciò che è.Guardate la realtà nel modopiù ampio possibile.C’è un altro fattore moltoimportante da considerare, èquello della motivazione equindi vi parlerò di quella cheamo definire come l’etica del

nuovo millennio. Io sono unmonaco buddhista e quindicome tale sono statoinfluenzato dalla miaeducazione per quantoriguarda l’etica. Bisognerebbeessere imparziali ma in realtàognuno di noi proviene da unacultura, da una società, daun’educazione che gli ha datodei valori in cui credere. Ancheil mio punto di vista risente diquesta sua origine, seppure iocerco di essere il più possibileaperto e imparziale. Quandoio parlo di etica, di moralitàcerco comunque dipromuovere quella che possodefinire come un’etica laica.Quello che è importante è ciòche ci motiva ad agire, ciò chefacciamo, sia il positivo che ilnegativo, è promosso dallanostra coscienza per cui èimportante educare la propriamente. Se uno vuole averesuccesso, serenità, felicitàdeve anche includere inquesto l’avere una mentepositiva e propensa albenessere non solo personalema anche degli altri. Se sipensa solo al proprioesclusivo benessere si ha unatteggiamento molto miope.Ottenere la propria felicità alcosto di quella altrui, èqualcosa che solo una menteottusa può pensare comepositivo. La vera felicità, il verobenessere, per il fatto stesso

che noi uomini siamo esserisociali, devononecessariamente passareattraverso il benessere deglialtri. La mia è in qualchemodo una visione che definireiecologica: ricercare ilbenessere quale benesserefondamentalmente di tutta lasocietà. Tutto questo nasceda un atteggiamento etico, dauna propensione positivainteriore. Alcuni ritengono chepromuovere lo sviluppo di unatteggiamento positivo degliindividui è possibile solo se cisi basa su una fede religiosa.Io non lo credo necessario,anzi credo sia necessariopromuovere negli individuiun’etica laica, libera dalla fede,da ogni credo religioso. In talsenso il buon cuore, la nonviolenza, il modo con cui ciprendiamo cura degli altri,sono valori umanifondamentali che non sonobasati su una fede religiosaparticolare, nonostante chetutte le fedi, siano esseteistiche o non prevedano lapresenza di un Dio come ilbuddhismo, sottolineinol’importanza dello sviluppodella compassione e dellabenevolenza.Di solito promuovo lo sviluppodi questi valori umani al di là diquelle che sono le fedireligiose. Credo che la

D O S S I E R

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 67

Page 69: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

68

fondamentale attenzione aglialtri sia un fattore biologico.Anche gli animali devononascere e sopravvivere ecrescere e devono essereaiutati in questo dalla loromadre. Noi tutti qui riuniti,siamo nati da una madre checi ha incondizionatamentemostrato il suo affetto. Il nostro primo alimento èstato il latte di nostra madre. La nostra crescita, il nostrobenessere, la nostra stessasopravvivenza è dovuta alfatto che qualcuno si è presocura di noi, ci ha mostrato unaffetto incondizionato. Ieri sono stato molto contentodi vedere il simbolo di Roma,la lupa che allatta due gemelli,Romolo e Remo, un simbolomolto bello perché proprio daquesto istinto innato dialimentare la prole si sviluppanella persona un immediatosenso di serenità, ci rasserenaquesto scambio diretto.Cresciamo e sopravviviamosulla base di uno scambio di affetto, di amore. Molti scienziati hanno vistonelle loro ricerche che questostato di amore porta anche auno stato fisico di grandebenessere, c’è quindi unrapporto stretto tra lo stato dibenevolenza, di equilibrio e ditranquillità e il benesserefisiologico. Non so se in Italiasi facciano questi studi, ma

negli Stati Uniti almeno treuniversità stanno verificandoquesto, la correlazione cheintercorre tra il benesserefisiologico e lo stato mentale. Parliamo ora degli stati mentalidi compassione ebenevolenza: nostra madre hadedicato il suo tempo allanostra cura, le madridedicano la loro energia allacura dei propri figli. Questonon lo fanno perché devonoassolvere a qualche dovere,per seguire delle normeesterne sociali, perché sonoindottrinate a farlo, lo fannofondamentalmente per amore.Questo viene riconosciutoanche dal figlio, che sente in questa persona a lui vicina,un senso di condivisione, il bambino non sfugge lamadre, va direttamente versoil seno della madre perché sache da quello può ottenere il suo alimento. La compassione, l’amoresono un elemento biologiconecessario per lasopravvivenza e la crescita.Chi sta sperimentandoserenità dovuta all’affettofamiliare, può studiare inmodo più proficuo, chi invecesta sperimentando tensionifamiliari, in cui c’è unamancanza di benevolenza e diaffetto, ha più difficoltànell’apprendimento e nonsolo, anche nell’età adulta tali

impronte rimarranno,causando dei problemi. Lo sviluppo delle nostrecapacità interiori, dei valoriumani non è fondatoesclusivamente sulla federeligiosa ma è basato anchesulla nostra umanità. E proprioutilizzando questo patrimoniodell’umanità, la nostrainteriorità, le nostre qualità,che potremo diventare deibuoni esseri umani, dei buonicittadini di questo pianeta. Un altro fattore che vorreisottolineare è che con ilproliferare della tecnologiamolti giovani dedicano granparte del loro tempo aguardare la televisione equesto naturalmente sottraetempo ad osservarsi epoiché l’osservazione è allabase dello sviluppo interiore,questo ha portato adorientare spesso i giovaniverso l’esterno, all’idea chelo sviluppo sia soltanto unosviluppo materiale. In questomanca quello che è lacrescita dell’umanità inquanto crescita delle qualitàinteriori e promuove ancheun alto livello di criminalitàquotidiana. C’è un’unica via per superarequesto: sviluppare le propriequalità interiori, la propriaprofonda umanità.

LA MIA FELICITÀÈ LA TUA FELICITÀ

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

■ ■

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 68

Page 70: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

69

D O S S I E R

Spiritualitàreligiosa e laica

LIBRI Si deve insegnareciò che i giovanidesiderano sentireo ciò che hannorealmente bisognodi sentire? Il primo caso è una soluzione di comodo, il secondo unatteggiamentoresponsabile. In questa scelta laspiritualità ha unposto ben preciso.■ di Jean François Revel e Matthieu RicardBrano tratto dal libro Il monaco e il filosofo (Ed. Neri Pozza 1997)

Illus

trazio

ne d

i Sam

uel C

alvi

si, d

al fe

stiv

al d

i Pra

to Ib

sene

arar

terio

sa, 2

007

JEAN-FRANCOIS REVEL:Data l’attuale diffusione delbuddhismo in Occidente, unaspetto interessante dellarealtà contemporaneaemerge in modoparticolarmente concreto: irapporti tra il buddhismo ecerti testi filosofici della

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 69

Page 71: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

70

nuova generazione. Ho giàcitato Lue Ferry, e vorreicitare anche André Comte-Sponville, che due anni fa hapubblicato un libro intitolatoPetit tratte des grandesvertus (trad. it. Piccolotrattato delle grandi virtù,Milano 1996). E una serie diconsigli di saggezza pratica,che si collega con quella chein Francia chiamiamo latradizione dei moralisti.L’autore formula alcuneosservazioni suicomportamenti umani e sullapsicologia dell’uomo e,senza temere a volte labanalità, fornisce consiglipratici riguardanti la condotta

quotidiana della vita umana.È una specie di rivoluzionenel pensiero di questa finesecolo, perché i moralistierano sempre statiprofondamente disprezzatidai filosofi, i quali vedevanonelle loro opere solo unasfilza di piccole annotazionianeddotiche e puramentepsicologiche. I grandicostruttori di sistemi, chedominavano la filosofiadurante la mia giovinezza,relegavano i grandi moralistinella letteratura mondana: sitratta - dicevano - di notediscontinue, di osservazioniempiriche e arbitrarie, chenon permettono alcuna

sistematizzazione. Ora sinota che, man mano che ilpubblico si interessa dinuovo ai libri di “filosofia”, sirivolge a opere cheforniscono consigli, conmolta umiltà e senso pratico,sul funzionamentoquotidiano dell’animaleuomo.Il più originale dei moralistimoderni, E.M. Cioran, che èanche un raffinatissimoartista ed esteta, è rimastoper quaranta anni un autoremarginale, con due o tremilalettori. Poi, bruscamente,verso il 1985, tutti hannocominciato a parlarne.Aggiungo che è sintomaticoche il libro di Comte-Sponville abbia avuto unimmenso successo inFrancia. Tutto ciò indica cheil pubblico ha bisogno diprincipi guida che gli dicanocome vivere, comeriaccedere all’arte di vivere,come condurre la propriaesistenza. Sono le domandealle quali la nostra filosofianon rispondeva più da moltotempo. Anche Comte-Sponville sirichiama spesso albuddhismo, in particolarenell’affermazione seguente,che è interessante perchéstabilisce un parallelo eun’antitesi tra il buddhismo eil cristianesimo, a proposito

SPIRITUALITÀRELIGIOSA E LAICA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

Ad Hatiban, in Nepal, nell'isolamento di un ere-mitaggio, padre e figlio discutono. Il padre, Jean-François Revel, è un filosofo di formazione laica;il figlio, Matthieu Ricard, è un intellettuale occi-dentale che ha scelto la via del buddhismo. Le loro conversazioni sono la testimonianza deltentativo di due menti diverse, ma ugualmenteappassionate, di trovare risposte a una serie diquesiti sulla vera natura del buddhismo e sulleragioni del suo dilagante 'successo' inOccidente. "Non bisogna aspettarsi - dice il monaco

Matthieu - che in Occidente il buddhismo venga praticato come inOriente, ma sembra che esso disponga dei mezzi necessari per contri-buire alla pace interiore di ognuno. Non si tratta di creare un 'buddhismooccidentale', ma di utilizzare le verità del buddhismo per attualizzare ilpotenziale di perfezione che abbiamo in noi"."Per me - dice il filosofo Jean-François -, la situazione si riassume così:l'Occidente ha trionfato nella scienza, ma non possiede più né una sag-gezza né una morale plausibili. L'Oriente può recarci la sua morale e le suedirettive di vita, ma esse sono prive di fondamenti teorici. La saggezza nonsi fonda su nessuna certezza scien-tifica e la certezza scientifica non portaa nessuna saggezza. Tuttavia, l'una e l'altra esistono, per sempre indi-spensabili, per sempre divise, per sempre complementari".

IL MONACO E IL FILOSOFO(Ed. Neri Pozza 1997)

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 70

Page 72: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

71

della compassione e dellacarità. La cito: “La compas-sione è la grande virtùdell’Oriente buddhista. Si sache la carità è la grandevirtù, almeno a parole,dell’Occidente cristiano.Dobbiamo dunquescegliere? Non c’è ragione,perché esse non siescludono. Se fossenecessario, tuttavia, misembra che potremmoesprimerci così: la caritàvarrebbe di più, certo, se nefossimo all’altezza. Ma lacompassione è piùaccessibile: le assomiglia inquanto a dolcezza, e puòcondurci ad essa. In altritermini, il messaggio diCristo, che è un messaggiod’amore, è più esaltante, mala lezione del Buddha, che èuna lezione di compassione,è più realista». Dueosservazioni a questo pro-posito. Comte-Sponville fabene a dire che la carità è lagrande virtù dell’Occidentecristiano «almeno a parole»,dato che questa caritàcristiana si è di volta in voltatradotta nello sterminio degliindiani d’America o nei roghidegli eretici sottol’Inquisizione, o nellepersecuzioni degli ebrei e deiprotestanti. E, secondaosservazione, pur rendendoomaggio, verso la fine della

sua riflessione, al concettobuddhista di compassione,Comte-Sponville sembravoler dire che esso è,malgrado tutto, una versioneun po’ inferiore della caritàcristiana. Tu che ne pensi, ecome definiresti lacompassione buddhista?MATTHIEU RICARD: Prima di tutto, vorrei direalcune cose sul primoaspetto della tua domanda.Perché c’è un ritorno diinteresse per opere cheoffrono consigli di saggezzapratica? Forse per rimediareal fatto che quella didiventare un essere umanomigliore è, ai nostri giorni,una preoccupazione quasidel tutto estranea al nostrosistema educativo.L’educazione moderna, laicaper eccellenza, è in effettiprincipalmente destinata asviluppare l’intelletto e adaccumulare conoscenze.J.F.R. - Tra l’altro la suariuscita non è eccezionalenemmeno in questo campo.M.R. - L’intelligenza èun’arma a doppio taglio. Può

fare sia del bene sia delmale, può essere usata percostruire come perdistruggere. In passato, lereligioni - quando nontradivano i loro ideali -insegnavano alla gente adiventare esseri umanimigliori, a praticare l’amoredel prossimo, la bontà, larettitudine, la generosità, lamagnanimità... Se oggi sichiedesse che queste virtùfossero insegnate nellescuole, si otterrebbe unalevata di scudi generale. Ci risponderebbero chequeste preoccupazioniriguardano la ricercapersonale, e che tocca aigenitori inculcare nei bambinii valori umani. Ma, tra lenuove generazioni, quelladegli attuali genitori èanch’essa passataattraverso scuole in cui nonveniva più insegnato nulla disimile, di modo che pochi diloro hanno avutoun’educazione religiosa ohanno effettuato una ricercaspirituale. Si arriva fino alpunto di dire che l’amore e la

D O S S I E R

In passato, le religioni - quando nontradivano i loro ideali - insegnavano allagente a diventare esseri umani migliori, apraticare l’amore del prossimo, la bontà, la rettitudine, la generosità, la magnanimità.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 71

Page 73: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

72

compassione sono dicompetenza esclusiva dellareligione! Il Dalai Lama dicespesso che si può fare ameno della religione, ma chenessuno può fare a meno diamore e di compassione.Egli distingue spesso la spi-ritualità religiosa dallaspiritualità laica, la quale miraunicamente a fare di noi degliesseri umani migliori e asviluppare qualità umane chetutti siamo in grado disviluppare, credenti o no. Inassenza di qualsiasispiritualità, più niente enessuno - se non, per caso,qualche lettura - potràinsegnare agli adolescentiquali siano questi valoriumani e come svilupparli. Èdunque consolanteosservare questo ritornod’interesse.J.F.R. - Sono contento chetu citi questa massima delDalai Lama sulla “spiritualitàlaica”, perché stavo perrisponderti che, secondo me,la laicità non si opponeall’educazione morale.

Laicità significa neutralità diun insegnamento che non sisubordina ad alcun dogma,religioso o politico. Ciò nonesclude, ma al contrarioesige, una formazionemorale, incentrata sulrispetto delle leggi e deglialtri, sul contratto sociale e sul buon uso delle libertà;in breve, su ciò cheMontesquieu chiamava lavirtù repubblicana.Ultimamente, la nozione dilaicità è stata fraintesa. La vera laicità non sta nelsopprimere le lezioni direligione, come è stato fatto:consisterebbe nell’insegnarea scuola tutte le religioni etutti i punti di vista filosofici,ivi compreso - perché no - il materialismo, e nel dare agliallievi la possibilità diassistere o meno alle lezioni.Così si permetterebbe aibambini e agli adolescenti difarsi un’idea di ciò che vieneloro offerto. Bisogna cheaspettino di avere sedici annie di frequentare le lezioni difilosofia, per imparare i

fondamenti dei valori umani?Questa è una proposta chefarà animatamente discuterele eminenze grigiedell’educazione nazionale!Ma cosa mi dici dellacompassione buddhistaparagonata alla caritàcristiana?M.R. - La nozione dicompassione riflette in modotipico la difficoltà di tradurreconcetti orientali in terminioccidentali. Il termine“compassione” in Occidenterichiama spesso una nozionedi pietà condiscendente e dicommiserazione che presuppone una presa didistanza da colui che soffre.Ma in tibetano, nyingjé, chetraduciamo con“compassione”, significa “il signore del cuore”, vale a dire colui che deve regnaresui nostri pensieri. La compassione, secondo il buddhismo, è il desiderio di porre rimedio a qualsiasiforma di sofferenza e soprattutto alle sue cause:l’ignoranza, l’odio, la cupidigia ecc. Questacompassione, dunque, da un lato si riferisce agli esseri che soffrono, e dall’altro alla conoscenza.J.F.R. - Intendi assimilare lacompassione alla carità?M.R. - La carità è unamanifestazione della

SPIRITUALITÀRELIGIOSA E LAICA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

La vera laicità non sta nel sopprimere le lezioni di religione: consistenell’insegnare a scuola tutte le religioni e tutti i punti di vista filosofici, compreso il materialismo, e nel dare agli allievi lapossibilità di assistere o meno alle lezioni.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 72

Page 74: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

73

compassione. L’esercizio deldono è certamente una virtùcardinale del buddhismo. Si distinguono molte forme di dono: il dono materiale - di cibo, di denaro, di abiti -, il dono della “protezionecontro la paura”, checonsiste nel proteggerecoloro che sono in pericolo e nel salvare la vita degli altriesseri, e infine il donodell’insegnamento, che dà agli esseri il mezzo diaffrancarsi dal giogodell’ignoranza. Questediverse forme di dono sonocostantemente praticatenelle società buddhiste, eaccade che certi benefattoridispensino tutti i loro beni aquelli che si trovano nelbisogno. Nella storia delTibet, esistono numerosi casidi persone che, ispirate daquesto ideale di carità,hanno fatto dono dellapropria vita per salvare quelladi altri. Ciò corrisponde allacarità cristiana. Poi, pereliminare il dolore a lungotermine, conviene ancheriflettere sull’origine deldolore, divenendo cosìcoscienti che è l’ignoranza

ad alimentare le guerre, lasete di vendetta,l’ossessione e tutto ciò chefa soffrire gli esseri.J.F.R.- Che differenza c’è tracompassione e amore?M.R. - L’amore è ilcomplemento necessariodella compassione. Questanon può vivere, e nemmenosvilupparsi, senza quello, chepuò essere definito come ildesiderio che tutti gli esseritrovino la felicità e le causedella felicità. Per amore, qui,si intende un amore senzacondizioni, totale, neiconfronti di tutti gli esserisenza distinzione. L’amoretra uomo e donna, l’amoreper i parenti e gli amici èspesso possessivo,esclusivo, limitato, misto disentimenti egoisti. Ci siaspetta almeno tanto quantosi dà. Un tale amore puòapparire profondo, ma sidissolve facilmente se nonrisponde più alle nostreaspettative. Inoltre, l’amoreche si prova per i propriparenti si accompagnaspesso ad un sentimento didistanza, o addirittura di ani-mosità nei confronti degli

“estranei”, di coloro chepossono costituire unaminaccia per noi e per quelliche amiamo. Il vero amore,la vera compassionepossono estendersi ai nostrinemici, mentre l’amore e lacompassione mescolatiall’attaccamento nonpossono abbracciarequalcuno che consideriamocome nemico.J.F.R. - Dunque la nozione diamore è importante anchenel buddhismo, non solo nelcristianesimo.M.R. - Essa è la radicestessa della via. Ma il veroamore non potrebbe esserepolarizzato, limitato a uno o apochi esseri particolari,inficiato dalla parzialità. Dipiù, esso deve esserecompletamentedisinteressato e nonattendersi niente in cambio.Così, uno dei temi principalidi meditazione consiste nelcominciare a pensare aqualcuno che amiamoprofondamente, e a lasciareche questo sentimento diamore generoso ci riempia;poi, si deve spezzare lagabbia di queste restrizioni,ed estendere quest’amoreagli esseri per cui si provanosentimenti neutri; infine, siinglobano nel nostro amoretutti coloro che consideriamocome nemici. Questo è il

D O S S I E R

Il Dalai Lama dice spesso che si può fare a meno della religione, ma che nessuno può fare a meno di amore e di compassione.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 73

Page 75: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

74

vero amore. Sapere chequalcuno ci vuole male nonpuò turbare la veracompassione, perché questacompassione riposa sullacomprensione profonda chequesto “nemico”, propriocome noi, aspira alla felicità eteme la sofferenza.J.F.R. - Allora, che differenzac’è tra la compassionebuddhista e la carità cristiana?M.R. - L’amore per ilprossimo com’è descrittonelle Scritture corrispondeperfettamente all’amore e allacompassione del buddhismo.D’altronde, in teoria, ècomune a tutte le grandireligioni. Nel buddhismo,all’amore e alla compassionevengono associate altre duevirtù. Una consiste nel goderedelle qualità e della felicitàaltrui e nel desiderare chequesta felicità permanga ecresca: questa gioia èl’antidoto contro la gelosia.L’altra è l’imparzialità,l’equanimità: applicarel’amore, la compassione e labenevolenza sia a coloro checi sono cari che agli estranei eai nostri nemici. Se mettiamosulla bilancia il nostro propriobene e quello dell’infinità degliesseri, è chiaro che il primo haun’importanza trascurabile difronte al secondo. Inoltre,bisogna rendersi ben contoche la nostra gioia e il nostro

dolore sono intimamentelegati a quelli altrui. Possiamoconstatare nella vita di tutti igiorni la differenza che esistetra quelli che si preoccupanoesclusivamente di se stessi equelli la cui mente ècostantemente rivolta verso glialtri. I primi sono semprescontenti e insoddisfatti. Laloro ristrettezza mentalenuoce alle loro relazioni con glialtri, dai quali, d’altra parte,fanno fatica a ottenerequalsiasi cosa. Bussanocostantemente a portechiuse. Invece, colui, o colei,che ha una mente aperta e sipreoccupa poco della propriapersona, è sempre attento albene altrui. Gode di una forzad’animo tale che i suoiproblemi non lo turbanoaffatto e, senza che egli lovoglia, gli altri gli prestanoattenzione.Infine, come ho ricordato,l’amore e la compassionebuddhisti non si possonoseparare dalla saggezza, valea dire dalla conoscenza dellanatura delle cose, e mirano aliberare gli altri dall’ignoranzache è la causa prima della loroinfelicità. Sono questa

saggezza e quest’intelligenzaa dare alla compassione tuttala sua forza.J.F.R. - Non credi che sipossa obiettare che tutto ciònon è molto concreto? Tutti i giorni ci preoccupiamoper quelli che vengonochiamati i problemi sociali: la diseguaglianza, la delinquenza, la droga,l’aborto, la pena di morte. E, anche lasciando da parte lapena di morte, che, perdefinizione, è la punizioneirreparabile, bisogna mettere idelinquenti in prigione o bisogna rieducarli? E poi ci sono i problemi che tuponevi prima a propositodell’educazione: dev’essere coercitiva ofondata esclusivamente sulleaspirazioni dell’allievo?M.R. - Il problemadell’educazione è il seguente:si deve insegnare ciò che glistudenti desiderano sentire ociò che hanno realmentebisogno di sentire? Il primocaso è una soluzione dicomodo, il secondo unatteggiamento responsabile.J.F.R. - Infine, ci sono tutti i problemi di protezione

SPIRITUALITÀRELIGIOSA E LAICA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

L’amore per il prossimo com’è descritto nelle Scritture corrispondeperfettamente all’amore e alla compassione del buddhismo.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 74

Page 76: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

75

sociale, di disoccupazione, di violenza, di integrazionedegli emigrati, di conflittiinterrazziali nelle grandisocietà moderne. Il buddhismo si è interrogatosu questi problemi, e ha delle risposte in merito?M.R. - La società occidentaleha molti mezzi per alleviare lesofferenze nate dallecondizioni esteriori, ma mancaseriamente di mezzi percostruire la felicità interiore.Essa manca anche di punti diriferimento riguardo ai problemi concretidell’esistenza e della società,dato che i princìpi spiritualialimentano sempre meno la nostra lanterna. Nel 1993,quando come interpreteaccompagnai il Dalai Lama inuna visita di tre settimane inFrancia, fui molto colpitodall’accoglienza che ricevetteda parte degli studenti.L’accoglienza più straordinariala ebbe nelle università. AGrenoble eravamo indicembre, alle otto di sera.Faceva freddo. L’aula magnaera colma e, fuori, tre oquattromila personeaspettavano,

in piedi, al freddo, seguendosu uno schermo gigantel’insegnamento del DalaiLama. A Bordeaux, stessacosa: aula piena e migliaia di giovani fuori. A stupire era quel senso di fermento, dientusiasmo che animava il gioco delle domande erisposte al quale il Dalai Lamasi prestava. Parlò per unaventina di minuti, e poi scoppiò una raffica di domande di ogni genere: lapena di morte, l’aborto, il controllo delle nascite,la violenza, l’amore ecc. Si aveva l’impressione cheavessero finalmente trovatoun interlocutore!J.F.R. - Quali erano lerisposte?M.R. - A proposito delcontrollo delle nascite, il DalaiLama disse che la vita è il bene più caro che possediamo. Ogni vitaumana è preziosa in sommogrado, poiché è come la naveche ci permette di viaggiareverso la conoscenza. Maquando queste vite preziosediventano troppo numerose,pongono un problemaall’umanità in generale, dato

che le risorse della terra nonpermettono a miliardi di esseri umani di condurreuna vita decente. L’unicasoluzione è di bloccarel’espansione demograficaattraverso il controllo dellenascite. Il Dalai Lama consigliacaldamente un controllo dellenascite che egli chiama “nonviolento”, vale a dire l’utilizzo di tutti i mezzi di contraccezione disponibili.J.F.R. - Una prevenzione dellenascite?M.R. - Fare tutto ciò che èpossibile per evitare in modonon violento una natalitàeccessiva.J.F.R. - Ma egli sarebbealquanto contrario all’aborto.M.R. - Il buddhismo definiscel’atto di uccidere come il fattodi «togliere la vita a un esserevivente, o a un essere vivente in formazione». È unaconseguenza logica dell’ideadi rinascita, dato che dalmomento del concepimentola coscienza, proveniente dallavita precedente, è presente,anche se sotto una formaprimitiva e quasi non rilevabile.In certi casi, quando la vitadella madre è in pericolo, oquando si sa che il bambinonascerà con terribilimalformazioni, l’aborto puòessere giustificato, ma nonpuò essere ammesso per

D O S S I E R

La società occidentale ha molti mezzi peralleviare le sofferenze nate dalle condizioniesteriori, ma manca seriamente di mezzi per costruire la felicità interiore.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 75

Page 77: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

76

semplici ragioni di comoditàpersonale di carattereegoistico, del tipo: i genitorinon hanno preso precauzioni,e ora avere un bambino èseccante. Bisogna svilupparemezzi di contraccezioneefficaci, al fine di evitare ilricorso all’aborto. Questarisposta diede l’impressione di soddisfare il pubblico, ed egli aggiunse una battuta: «Il modo migliore di controllarel’espansione demografica èche vi siano più monaci e più monache». Il che,naturalmente, ha fatto rideretutti.J.F.R. - Vorrei aggiungere chel’argomento dellasovrappopolazione non valepiù nei paesi sviluppati, neiquali la natalità è scesa al disotto della soglia di ricambio.L’unico argomento dadiscutere è quello della libertàpersonale, della libertà discelta. Ma, per parlare di unaltro problema della società,quello della pena di morte,esso è regolato per leggenella maggior parte dellesocietà moderne occidentali.Non ce n’è quasi più nessunache abbia conservato la penadi morte. Anche negli StatiUniti, solo alcuni stati l’hannoconservata, anche se qualchealtro l’ha reintrodotta da poco.Restano, in generale, larepressione della delinquenza

e del crimine organizzato. Nonsi può pensare solo alla nonviolenza nei confronti delcrimine organizzato. Comedifendersi contro la mafiasenza usare la violenza, senzamettere i criminali in prigione,senza metterli in condizioni dinon nuocere?M.R. - La non violenza non hanulla a che vedere con ladebolezza! Lo scopo è diridurre a ogni costo il doloredegli altri. Neutralizzare icriminali con mezzi appropriatiè dunque necessario. Ma ciònon giustifica né la vendettané le punizioni ispiratedall’odio e dalla crudeltà. Direcente, alla radio, ho sentitola commovente dichiarazionedei genitori di un bambinoucciso in un attentato, i qualidicevano, alla vigilia dellacondanna del terroristaassassino: «Non abbiamo bi-sogno di una morte in più». Lapena di morte appare comeun atto di vendetta rispettoall’ergastolo che impedisce aun criminale di nuocere dinuovo. Ecco cosa dice, aquesto proposito, il DalaiLama in Terre des dieux etmalheur des homne (GillesVan Krasdorf. Editions T.-C.Lattès. 1995): «Condannare amorte una persona è un attograve: significa in tutto e pertutto eliminare un essereumano. Invece, è importante

che l’individuo in questionepossa continuare a vivere peravere la possibilità dicambiare, di modificare il suocomportamento. Sonoconvinto che anche per icriminali più pericolosi esistauna possibilità di cambiare, dimodificare il propriocomportamento. Lasciandovivere quella persona, gli silascia la possibilità dicompiere il cambiamento dicui tutti in potenza siamocapaci.Recentemente, nel 1996,negli Stati Uniti, nello statodell’Arkansas, un detenuto èstato giustiziato dodici annidopo la condanna. Nelfrattempo egli si era resoconto dell’orrore del suodelitto e sperava diconsacrare il resto della suavita al servizio degli altri,facendo del suo meglio perriparare al male commesso.Durante la detenzione avevaanche preso dei votimonastici. Era anche riuscitoa lanciare un messaggioattraverso una radio locale eaveva dichiarato: «Sonodiventato un’altra persona.Accettate la mia redenzione.Non uccidetemi. Vogliamocredere di vivere in unasocietà umana. La mia esecu-zione contraddicequest’affermazione. Sarebbemeglio che il governo

SPIRITUALITÀRELIGIOSA E LAICA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 76

Page 78: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

77

considerasse ufficialmente lapena di morte come unavendetta. E chiaro che la penacapitale non assolve allafunzione di punizioneesemplare che dovrebbediminuire efficacemente iltasso di criminalità». Echiedeva: «Perché giustiziate icondannati all’insaputa di tutti,nel cuore della notte? Sel’azione che commettete nonfosse inumana, se non visentiste colpevoli, perché nongiustiziarci in pieno giorno,davanti alle telecamere?». Ilgovernatore dell’Arkansas, unex pastore, gli rifiutò la graziae anticipò la datadell’esecuzione di un meseperché il condannato nonavesse altre occasioni perfarsi sentire.J.F.R. - Credo che suquest’argomento ci sia unaccordo generale. La sola,grande società democraticache conserva la pena dimorte, anche se in un piccolonumero di stati, sono gli StatiUniti, il che li espone a

numerose contestazioni. Io credo che sia destinata a scomparire. In Europa, essaè praticamente scomparsa.Oggi, la pena di morte esistesolo negli stati totalitari comela Cina e in un certo numerodi stati africani, in Malesia, a Singapore, in Iraq, naturalmente, in Iran...M.R. - In Cina, centoesecuzioni al giorno... E,oltretutto, spesso i carcerierivendono gli organi deigiustiziati sul mercato nerodegli ospedali di Hong Kong efanno pagare alla famiglia ilprezzo della pallottola che èservita all’esecuzione.J.F.R. - In Cina, centoesecuzioni al giorno! Ma nellaquasi totalità degli stati didiritto, il problema della penadi morte è risolto. Invece, sidiscute ancora sullaprevenzione e sulla sanzionedel crimine. Non ci si puòsempre porre dal punto divista di colui che commette ildelitto o il crimine. Bisognamettersi anche nei panni della

vittima, vale a dire, per quantoè possibile, mettere la gente alriparo dai recidivi. Si tratta, inparticolare, del caso in cui sidifende la società dai gruppiterroristici e dal crimineorganizzato. A questoriguardo, è molto difficileindividuare soluzionirigorosamente non violente.M.R. - Non si tratta diimpietosirsi in modo malsanoe assurdo più sulla sorte delcriminale che su quella dellavittima. Lo scopo è quello diimpedire ad una persona chefa del male di continuare anuocere.J.F.R. - E tanto più quando sitratta di un’organizzazione chefa del male!M.R. - Lo scopo della nonviolenza è precisamentequello di diminuire la violenza.Non è un comportamentopassivo. È dunquefondamentale valutare il dolorein gioco. La soluzione miglioreconsisterebbe nelneutralizzare, in un modo onell’altro, coloro che causanograndi torti ad altri, senzaservirsi di ulteriori forme di violenza. Durante unariunione dei vincitori del Prixde la Mémoire, alla Sorbona,qualcuno nell’auditorio chieseal Dalai Lama: «Se un giorno ilTibet ritroverà la libertà,vedremo anche là unprocesso di Norimberga?».

D O S S I E R

Lo scopo della non violenza è precisamente quello di diminuire la violenza. La soluzione miglioreconsisterebbe nel neutralizzare, in unmodo o nell’altro, coloro che causanograndi torti ad altri, senza servirsi di ulteriori forme di violenza.

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 77

Page 79: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

78

Il Dalai Lama rispose cheprobabilmente non ce ne saràmai uno, ma che se ci fosse,il fine sarebbe quello dimettere in evidenza gli orroriperpetrati in Tibet, dove più diun milione di persone sonomorte in seguitoall’occupazione cinese. Non vi sarebbero comunqueatti di vendetta contro i tibetani che hanno collaborato coi cinesi. Il Dalai Lama porta l’esempioseguente: un cane che mordetutti deve essereassolutamente neutralizzato;gli si mette una museruola e lo si isola fino alla sua morte,se resta pericoloso. Maquando è vecchio, sdentato etranquillamente addormentatonel suo angolo, non si va asparargli un colpo in testa conla scusa che dieci anni primaha morso quindici persone.J.F.R. - Non si tratta delproblema del tribunale diNorimberga, che infatti ha unimmenso valore pedagogico,ma di quello dell’esecuzionedi coloro che sono statiriconosciuti colpevoli a

Norimberga. All’epoca, lamaggior parte di loro vennegiustiziata. Attualmente, è in corso all’Aia un altroprocesso per giudicare i criminali di guerra nelconflitto in Bosnia. Credo chenessuno di questi criminalisarà condannato a morte négiustiziato, il che, tra l’altro,non è nemmeno possibilesecondo la legislazione deipaesi impegnati. Ecco unaposizione perfettamenteconforme a quella espressadal Dalai Lama.M.R. - Il Dalai Lama si servedi una formula che in ingleseè molto efficace: «We mustforgive, but not forget», cioè:«Dobbiamo perdonare, manon dimenticare».J.F.R. - Sì... non dimenticare.È giustissimo. Ma questoragionamento si applica aindividui, mentre oggi lacriminalità è essenzialmentedi tipo organizzato. Può essere una criminalitàpolitica: terroristi, come l’ETAmilitare, o TIRA, o come i se-paratisti sikh in India qualcheanno fa. Oppure la criminalità

organizzata della mafia:italiana, russa, cinese ocolombiana. Vale a dire che sitratta di bande che, perinteresse o per fanatismoideologico, ritengono di averdiritto a delinquere. Allora nonbasta correggere questa oquella persona. Quando siarresta Totò Riina, il capodella mafia siciliana aPalermo, è un grandesuccesso per la poliziaitaliana, ma in trenta secondiTotò Riina è stato sostituitoda qualcun altro alla testadella mafia. Il vero avversarioè dunque l’organizzazione,non questo o quell’individuo.Ma si dà il caso che la societàabbia la tendenza a produrresenza posa associazioni dimalfattori il cui fine è ilguadagno, o l’influenzapolitica, o entrambi; e lasocietà non ha altri mezzi perdifendersi da loro che l’usodella violenza. E unacontroviolenza.M.R. - In fondo, il crimineorganizzato non è altro cheun’assemblea di criminali.Mettere i criminali incondizioni di non nuocere è solo un palliativo del male,che elimina solo i sintomi. Ma se si vuol porre rimedioalle cause, bisogna riformaregli individui e aiutarli atrasformarsi.

SPIRITUALITÀRELIGIOSA E LAICA

PR

OP

OS

TE

DI

VIT

A P

ER

IL

TE

RZ

O M

ILL

EN

NIO

■ ■

Se un giorno il Tibet ritroverà la libertà,vedremo anche là un processo di Norimberga?. Il Dalai Lama dice: “Dobbiamo perdonare,ma non dimenticare».

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.37 Pagina 78

Page 80: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

79

28 DH DOSSIER (pg 46-79).qxp 10/03/2008 10.51 Pagina 79

Page 81: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Alla ricerca delMAESTRO

di Mariana Caplan

Pochi argomenti nel campo della spiritualità suscitano tante difficoltà,controversie e discussioni come il ruolo dell’insegnante spirituale. Nei confronti

dei “guru” si nutre un’adorazione infantile o un grande scetticismo. Uno dei principali compiti dei ricercatori spirituali è imparare l’esercizio della discriminazione tra un insegnante falso e uno autentico, ma prima è

necessario sapere cosa ci aspettiamo da un insegnante.

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

80

FONTE:www.innernet.it

Il brano è tratto dallibro Halfway Up the

Mountain:Uncovering the Myth

of ContemporarySpirituality.

N egli ultimi 40 anni, l’occidente è stato invaso da una marea diinformazioni spirituali che ormai riempiono le pagine dei quo-tidiani, gli spettacoli televisivi e le riviste patinate a larga tira-

tura. Classi di meditazione sono offerte alle Nazioni Unite, HillaryClinton usa tecniche di visualizzazione e rilassamento, lo yoga è inse-gnato in molte grandi aziende e la vita di celebrità spirituali comeRichard Gere, John Travolta e Tom Cruise è frequentemente oggettodella curiosità del pubblico. La spiritualità è diventata non solo popola-re, ma anche un grande affare. La New Age è un’industria multimiliar-daria, e alcuni dei più famosi guru e maestri spirituali sono tra gli uo-mini più ricchi degli Stati Uniti.

Il ricercatore contemporaneo, durante il suo cammino spirituale, ca-de facilmente vittima di un numero enorme di miraggi, che occorre sa-

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 80

Page 82: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Mariana Caplan è counselor,antropologaculturale e autricedi diversi libri in cui mette in discussione alcuni aspetti della spiritualitàoccidentale.L’autrice sollevamolti dubbi sullevere “motivazionidegli incantatori di serpenti dell’era moderna”, e spinge i ricercatorispirituali a pagareil giusto prezzo per la dura stradaversol’illuminazione.

pere riconoscere e affrontare. Scoprire le illusioni che abbiamo sul cam-mino spirituale può essere scoraggiante, se non addirittura deprimente,ma rende possibili realizzazioni spirituali che prima ci erano precluse.

Le motivazioni della ricerca dell’illuminazioneMolte persone hanno un’opinione errata sulle motivazioni per le

quali hanno cominciato il cammino spirituale. È molto raro che un ri-cercatore voglia davvero “realizzare Dio” o “servire l’umanità”. Lamaggior parte delle persone non sa cosa sia la vita spirituale, per nonparlare di cosa cercano in essa. Quando uno studente chiese al maestrozen Suzuki Roshi cosa fosse l’illuminazione, egli rispose: “Perché lovuoi sapere? Magari non ti piacerebbe”.

Spesso un ricercatore spirituale impiega molti anni per rendersi conto

81

Illus

traz

ione

di Y

ushi

Nom

ura

trat

ta d

a A

foris

mi d

ei p

adri

del d

eser

to(E

d. G

ribau

di)

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 81

Page 83: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

82

di aver cominciato il cammino spirituale per ragioni che ignora totalmen-te, e che sono molto meno nobili e romantiche di quello che la sua imma-ginazione romantica pensava. Scoprire la falsità delle proprie motivazio-ni può essere molto spiacevole e deprimente, e per questo la maggiorparte delle persone preferisce nasconderle nell’inconscio. Si continuatranquillamente a credere di voler solo essere “liberi”, “liberati” e “in ar-monia con tutta la vita”. Ma mettere a nudo la falsità delle motivazioni èun passo prezioso e necessario nel cammino spirituale. Le ragioni piùfrequenti che portano a scegliere il cammino spirituale sono:

La libertà dal dolore: la maggior parte delle persone comincia il cammino spirituale per-ché vuole essere libera dal dolore.

“Uno dei maggiori fraintendimenti della gente è quello secondo cui ilcammino spirituale è una vacanza”, ha detto il maestro tibetanoChögyam Trungpa Rinpoche. Le persone immaginano che il camminospirituale darà loro la pace mentale, la trascendenza dei problemi, la li-bertà dalle perversioni psicologiche e la vita eterna. Si crede erronea-mente che, meditando abbastanza, facendo un numero sufficiente diposizioni yoga o leggendo una discreta quantità di libri sulla spirituali-tà, si conseguirà la beatitudine eterna.

“Troppo spesso i neofiti si illudono che la pratica spirituale sia appa-gante”, dice lo studioso e l’insegnante di yoga Georg Feuerstein; “Siaspettano di diventare felici e di trovare la risposta alle più importantidomande esistenziali, grazie al loro sforzo o a quello dell’insegnante”.Feuerstein fa riferimento a una concezione che ha le sue radici in unfraintendimento di base e nella negazione della condizione umana: unaconcezione alimentata dalla palude della New Age e della letteraturapseudo-spirituale che invade il mercato confermando le fantasie deisuoi lettori. Anche se è vero che esistono carrettate di tecniche metafisi-che che gonfiano l’ego e creano stati temporanei di estasi e beatitudine,questi ultimi non durano mai, e in ultima analisi hanno poco o nulla ache vedere con la vera spiritualità.

L’ambizione spirituale: la volontà di potenza e di controllo. Chi immaginerebbe mai che la presunta vita spirituale - fatta di medita-zione e preghiera, dissolvimento estatico in Dio e umiltà davanti alla veri-tà - possa essere un’altra via per cercare il potere e il successo, o una ma-schera che cela sensi di inadeguatezza? Per molti è proprio così. La realtàè che la ricerca dell’illuminazione nasconde spesso la ricerca del potere,della gloria, del prestigio o di qualche altra forma di successo mondano.

Se un individuo ha come scopo nella vita quello di diventare “qual-

Alla ricerca delMAESTRO

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 82

Page 84: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

83

cuno”, di essere una persona importante (il direttore generale, la stardello sport, la donna manager, la stella del cinema), e poi comincia uncammino spirituale, è più che probabile che la ricerca del potere e dellagloria continuerà nel campo spirituale. È così che funziona l’ambizione.Un individuo ambizioso non lo è soltanto in un contesto, ma in tutta lavita, inclusa quella spirituale.

Gli uomini faranno praticamente di tutto per evitare di affrontare lapropria debolezza umana; cioè, faranno qualsiasi cosa pur di non af-frontare se stessi. La gente pensa che l’«illuminazione» sia uno stato dionnipotenza in cui non solo si sarà in grado di dominare gli altri, ma siterranno sotto controllo le proprie debolezze e difetti umani. Quelloche i testi antichi descrivono come lo stato di “conoscenza perfetta” vie-ne interpretato in base all’ideale di perfezione di ognuno, nel quale nonc’è posto per la fragilità umana.

L’illuminazione può sicuramente creare dei poteri o una capacità dicontrollo illusori, o limitati, ma lo sviluppo spirituale va molto al di làdel potere e del controllo terreni. Raramente, se non mai, i veri inse-gnanti spirituali e le persone dalla comprensione profonda parlano del-la propria vita in termini di controllo di sé o degli altri. Sanno che la vi-ta è piena di imprevisti, e che un’eventuale influenza sulla vita di altrepersone in realtà non dipende da loro. Inoltre, riconoscono che il pesodi quella responsabilità è tanto grande da far diminuire qualsiasi sensa-zione di potere personale.

La paura della morte; la gente cerca l’illuminazione perché non vuole morire, cerca l’immortalità.Nelle traduzioni dei testi spirituali, l’illuminazione è sinonimo di “im-mortalità”, “trascendenza” e “stato eterno”. Sono espressioni molto sug-gestive per chi ha paura della morte, ma se si comprende il contesto incui furono create, è chiaro che non si fa riferimento all’immortalità dell’e-go o del corpo fisico. Tuttavia, gli esseri umani, alla ricerca disperata diuna via per evitare la supposta sofferenza della morte, scelgono certiaspetti degli insegnamenti, evitandone altri. Giungono a pensare che l’il-luminazione è il cammino verso la vita eterna dell’ego, che identificanocome “se stessi”, e non della consapevolezza, che è sempre già eterna.

Quindi, se per caso ci illuminassimo, il nostro ego cesserebbe di esi-stere; ovvero, l’ego individuale che all’inizio si era messo alla ricercadell’illuminazione per evitare la morte sarebbe già morto!

Anche se può essere difficile comprendere quanto siano false e in-consapevoli le motivazioni alla base di un cammino spirituale, gli sfor-zi fatti non sono inutili. Il grande pregio di qualsiasi autentico cammi-no spirituale (se percorso con l’assistenza di un maestro affidabile) è il

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 83

Page 85: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Alla ricerca delMAESTRO

84

fatto che prima o poi trasformerà l’individuo, a prescindere dalle moti-vazioni di quest’ultimo. Dio (o la Realtà) è sempre più forte dell’ego, enel lungo termine (anche se può essere un termine veramente lungo) fi-nirà con il prevalere. Il cammino e il maestro usano la debolezza e leambizioni dell’individuo per creare delle lezioni che alla fine eroderan-no quella stessa debolezza e quelle stesse ambizioni, mostrandole perciò che sono e portando lentamente allo scoperto la purezza che si tro-va al di là di esse.

Esperienza spirituale o illuminazione?Un altro errore comune tra i ricercatori sul cammino spirituale è scam-biare le esperienze mistiche per l’illuminazione. Quando qualcuno co-mincia un percorso spirituale, è verosimile che avrà esperienze di estasi,beatitudine, pace, fusione con tutta la vita e visioni. Uno degli errori piùfrequenti compiuti dai neofiti è credere che queste esperienze siano loscopo del cammino. In realtà, in giro ci sono molti maestri, sinceri ma fal-si, che insegnano sulla base di una o più di queste esperienze.

Studiando le varie tradizioni esoteriche e occulte, l’assurdità di questepretese diventa ovvia, perché comprenderemo subito come sia sufficientela tecnica giusta (il digiuno, la visualizzazione, il “mind-control” e cosìvia) per provocare tali esperienze. Anche se queste ultime possono esserefonte di ispirazione ed elevazione, e possono addirittura essere il cataliz-zatore che ci porta sul cammino spirituale, è chiaro che la spiritualità nonconsiste in esse.

Coloro che conoscono l’autentica spiritualità non si lasciano impressio-nare nemmeno da una camminata sull’acqua. Sanno che lasciarsi incanta-re da questi spettacoli vuol dire allontanarsi dal vero cammino spirituale.Benché le esperienze psichiche come l’estasi, la beatitudine e la sensazio-ne di fusione non siano nocive o pericolose, e alle volte possano anche es-sere utili, vanno analizzate con grande cura. Occorre mettere costante-mente in dubbio le conclusioni cui si è tentati di giungere dopo tali espe-rienze. È troppo facile pensare di essere straordinari o importanti soloperché sono avvenute queste esperienze.

Il guru interiore e altre verità spirituali lapalissianeTra tutte le comuni verità lapalissiane, quella del guru interiore è unadelle più ingannevoli. Anche se l’espressione “guru interiore” indicaqualcosa che esiste davvero, molti di coloro che dicono di seguire ilguru interiore in realtà non lo stanno facendo. Per udire e seguirel’impegnativa guida di un guru interiore è richiesta una grande maturi-tà umana e spirituale, che si conquista con anni di pratica spirituale, e

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 84

Page 86: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

85

non leggendo un libro o ascoltando un combattente New Age che pro-clama il messaggio.

Il motivo principale per cui la gente si volge al guru interiore è la pigri-zia e il disinteresse verso la trasformazione genuina. Il guru esteriore - ilvero maestro spirituale - porterà in crisi l’ego e metterà a nudo tutto ciòche è falso, cosa impossibile al guru interiore. La vita interiore degli esseriumani consiste in una grande moltitudine di voci (molte delle quali deci-samente nevrotiche) e l’ego è ben felice di dare a una di esse gli abiti delmonaco, un tono di voce suadente e il titolo di “guru interiore”. Tali guruinteriori, conosciuti anche come il “sé interiore”, il “vecchio saggio inte-riore” o il “profondo sé”, sono noti per permettere alle persone tutto ciòche vuole il loro ego (una vacanza dispendiosa, per esempio, una nuovaFerrari, la manipolazione degli altri “per il bene più elevato” ecc.), semprein nome della vita spirituale. È molto più facile perdonare i nostri errorise siamo stati “guidati”, rinunciando quindi ad assumerci la res! ponsabi-lità delle conseguenze. Se la guida dà risultati positivi, diventiamo deglieroi per aver ascoltato e seguito la voce; se le cose non funzionano, siamosemplicemente vittime dei desideri della voce interiore. In un modo o nel-l’altro, noi non siamo mai responsabili.

Molto simile alla voce interiore è il “seguire il proprio cuore”. È veroche alla fin fine dobbiamo seguire il nostro cuore e che quest’ultimo nonmente, ma come facciamo a sapere quando lo stiamo ascoltando? Moltepersone non hanno idea di cosa sia il loro cuore, non lo hanno mai perce-pito né udito parlare. La maggior parte dei messaggi che attribuiscono alcuore, in realtà, vengono dalla mente, che è capacissima di parlare con to-no amorevole, delicato e anche “con il cuore in mano”.

Quando le persone ignorano la quantità di “voci interiori” esistenti inloro (inclusa la voce del proprio “cuore”) e non sanno nulla della tenden-za dell’ego a corrompere ogni aspetto della personalità per sabotare lacrescita spirituale, cadono facilmente vittima delle seduzioni del guru in-teriore. Alla fine, esse si defraudano di quella crescita e trasformazioneche volevano trovare cominciando questo cammino.

Un’altra delle pericolose verità lapalissiane in voga tra i neofiti contem-poranei è il ritornello “tutto è un’illusione” e i suoi derivati. Seguendo lalogica della mente duale, se tutto è un’illusione, non importa fare del ma-le agli altri o distruggere il nostro corpo con le droghe o l’alcol, perché ilcorpo non è reale. Se la vita non è altro che un sogno, perché non arraffia-mo tutto ciò che possiamo, senza preoccuparci delle persone che calpeste-remo nel fare questo e di coloro che diventeranno poveri a causa del no-stro egoismo? Se tutto è uguale, non esiste male e bene, giusto e sbagliato:quindi, perché non barare, mentire e rubare?

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 85

Page 87: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Alla ricerca delMAESTRO

86

Coloro che usano indiscriminatamente queste idee prese dalla “realtàassoluta” non capiscono che quest’ultima non nega in alcun modo larealtà relativa. La non-dualità non cancella la dualità. Chi comprendedavvero il significato di espressioni come “il guru interiore”, “tutto èuno” e “il maestro è ovunque”, non si vanta mai di queste verità in rea-zione a una sfida alla sua psiche (al contrario di chi ne ha avuto soloun’intuizione profonda ma fugace). Al contrario, la bellezza della realtàche ha intravisto lo rende più umile, spingendolo a mettersi al servizio ea partecipare maggiormente al mondo in cui viviamo. Come ha detto unaltro maestro zen: “Non puoi vivere a lungo nel mondo di Dio: non cisono né ristoranti né toilette”.

Falsi maestri e falsi studentiInfine, arriviamo all’argomento dei maestri e i loro discepoli. Che li sichiami guru, maestri, guide o amici spirituali, due cose apparentementeopposte si possono dire su di loro senza ombra di dubbio. Innanzitutto,per raggiungere le vette più alte del cammino spirituale è necessario unmaestro; secondo, per ogni maestro autentico, esistono letteralmente mi-gliaia di ciarlatani. Se pensiamo che chiunque sappia declamare elegantiverità spirituali, affermi di essere un “tulku” tibetano o ci prometta l’illu-minazione in un week end sia un maestro autentico, stiamo gettando lebasi per la nostra futura delusione. Inoltre, è probabile che in futuro dubi-teremo di tutti gli insegnanti spirituali, quando in realtà è stata la nostrainadeguatezza di studenti a renderci incapaci di distinguere tra i verimaestri e i ciarlatani.

Il compianto santo indiano Swami Muktananda ha detto che il mercatodei falsi maestri è in crescita perché è in crescita il mercato dei falsi stu-denti. Arnaud Desjardins, maestro spirituale francese ed ex cineasta, sol-lecita i neofiti a chiedersi non se il loro maestro è autentico, bensì: “Sonoun discepolo?”. Gli studenti spirituali disillusi passano la vita a puntare ildito contro i falsi maestri e a negare la necessità di un maestro vivente edesteriore, ma la verità è che loro stessi non sono riusciti a essere quel tipodi studente necessario ad attirare un maestro autentico.

Il punto sta nell’essere implacabilmente onesti con se stessi sui moti-vi per i quali stiamo cercando un maestro, e cosa ci aspettiamo da lui.Se cominciamo la vita spirituale perché vogliamo trovare un nuovopartner sexy, forse non abbiamo affatto bisogno di un maestro. Se prati-chiamo la meditazione perché vogliamo essere più sicuri di noi stessi eavere più potere personale, andrà bene qualsiasi insegnante carismati-co. Ma se siamo sul cammino spirituale perché stiamo cercando di rea-lizzare il nostro potenziale più elevato, avremo bisogno di un maestro

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 86

Page 88: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

87

autentico, e per trovarlo dobbiamo diventare discepoli autentici.Talvolta, per imparare il discernimento e la discriminazione sul cam-

mino spirituale, dobbiamo incontrare una serie di falsi insegnanti. Cosìimpareremo a distinguere tra il falso e l’autentico. In ultima analisi,dobbiamo assumerci la responsabilità di essere finiti con degli inse-gnanti falsi, perché in noi c’era qualcosa che ci ha impedito di vederecon più chiarezza. Solo allora potremo proseguire sul cammino spiri-tuale con più lucidità.

Il confuso cammino verso l’evoluzione spiritualeLe splendide luci delle esperienze mistiche e dell’estasi segnanospesso l’inizio di un cammino spirituale, la cui fine promette di esse-re ugualmente soddisfacente. Nel mezzo, però, esso è confuso. È taleperché nulla è certo riguardo l’evoluzione spirituale. A un certo sta-dio, la visione mistica può costituire un’ispirazione fondamentale per ilnostro progresso, mentre a un altro stadio la stessa visione può essereuna scusa per affermare prematuramente di esserci illuminati. La no-stra voce interiore può darci la guida necessaria o riempirci di bugie.Possiamo trovarci a disagio con il nostro maestro perché è un ciarlata-no, oppure perché sta portando alla luce parti del nostro ego che prefe-riremmo evitare. In quest’ultimo caso, diciamo che il maestro è un ciar-latano, quando in realtà è la nostra falsità che è stata portata alla luce.

Il cammino spirituale è un processo di graduale disillusione nel qua-le tutte le nostre idee riguardo chi siamo, cos’è la vita, cos’è Dio, cos’èla Verità e cos’è lo stesso cammino spirituale vengono smontate e di-strutte. È anche un cammino entusiasmante, perché questa opera dismantellamento alla fine ci lascerà con la nuda Verità, che è l’unica cosache alla fine può soddisfarci.

Il cammino spirituale è vivo; muta e si evolve davanti ai nostri occhi.Poiché sul nostro progresso e le nostre conquiste spirituali non possia-mo avere certezze, il nostro compito è affrontare totalmente e senzacompromessi le sfide che si presentano di fronte a noi. Se le nostre mo-tivazioni sono serie (non solo riguardo la nostra evoluzione spirituale,ma anche riguardo il nostro impegno verso una genuina cultura spiri-tuale in occidente), non possiamo accontentarci di un falso, la spiritua-lità New Age (per quanto essa possa essere confortante). La spiritualitàautentica ci sta aspettando.

■ ■

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.46 Pagina 87

Page 89: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

Forse il disagio che abbiamo verso la morte è perché pensiamo che sa-rà un’esperienza terribile, dolorosa e deprimente. Ma, non è dettoche sia così. Il morire può essere un tempo di apprendimento e di cre-

scita, un tempo per rendere più profondo il nostro amore, la nostra consa-pevolezza di cosa è importante nella vita, la nostra fede e impegno verso lecredenze e le pratiche spirituali. La morte può essere persino un’opportuni-tà per comprendere la vera natura di noi stessi e di tutte le cose, una com-

88

DAL MANUALEPrepararsi alla mortee assistere i morentiche potrete trovare

nel nostro sitowww.maitreya.it Ringraziamo per

questol’Associazione Dare

Protezione

Lo scopo di nascere come esseri umani è quello di eliminare la sofferenza degli altri e di renderli felici.Lama Thubten Zopa Rimpoce

La morte è un argomento di cui la maggior parte delle persone nonama ascoltare, parlare o persino pensare. Eppure, ciascuno di noidovrà un giorno morire e, prima o poi, affrontare quella di altrepersone care. Non sarebbe meglio avvicinare la morte, che è unarealtà, un fatto della vita, con apertura e accettazione, piuttosto checon paura e negazione? Come possiamo aiutare chi ci sta lasciando?

PREPARARSIAMORIRE di Sangye Khadro

Foto

di S

tella

Lom

brad

o, tr

atta

da

Sta

glie

no, m

edita

zion

i fot

ogra

fiche

di S

.Lom

bard

o e

C.P

icca

rdo

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 88

Page 90: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Sangye Khadro, al secolo KathleenMcDonald, autrice del libroCome Meditare,ed. Chiara Luce,ha iniziato a studiare il buddhismo in India, nel 1973.Nel 1974 hachiesto e ricevutol’ordinazionemonastica nelmonastero diKopan, in Nepal.Nel corso deglianni ha continuatogli studi e lapratica buddhistacon variinsegnanti, tra iquali LamaThubten ZopaRinpoche, LamaThubten Yeshe e sua santità ilDalai Lama. Fin dal 1980 è stata chiamata a insegnare in varie parti delmondo. Dal 1989al 2000, mentreera insegnanteresidente nelcentro Amitabha, a Singapore, ha lavorato anchenell’ospedale, coni malati terminali e i morenti.

✍prensione che ci permetterà di liberarci dalla sofferenza.Prendiamo l’esempio di Inta McKimm, direttrice del Centro di Brisbane

in Australia. Inta morì di cancro ai polmoni nel 1997. Due mesi prima dimorire scrisse una lettera al suo insegnante spirituale, Lama Zopa Rinpoce:“Sebbene io stia morendo, questo è il periodo più felice della mia vita!... Permolto tempo la vita mi è apparsa così dura, così difficile. Ma quando ci sirende realmente conto della morte, essa si trasforma nella più grande felici-tà. Io non vorrei che nessuno evitasse la propria morte e la grande felicitàche ne proviene quando sono riconosciute l’impermanenza e la morte.Questo è veramente sorprendente e inaspettato, ed estremamente gioioso.È la più grande felicità della mia intera esistenza, la più grande avventura ela più grande festa!” Inta trascorse gli ultimi mesi della sua vita dedicando-si alla pratica spirituale. Quando morì la sua mente era in pace ed era cir-condata da familiari e amici che pregavano per lei.

Ci sono molte storie simili di lama, monaci, monache e praticanti spiri-tuali che sono stati in grado di affrontare la morte con serenità e dignità, ein qualche caso sono stati persino capaci di rimanere in uno stato di medi-tazione durante e dopo la loro morte.

Con un corretto esercizio e una giusta preparazione, noi tutti possiamoavere una morta tranquilla e positiva. È importante esaminare i pensieri, lesensazioni e gli atteggiamenti che abbiamo riguardo alla morte e al morire,per vedere se sono realistici e salutari. Come vi sentite quando leggete oascoltate le notizie di un disastro, dove molta gente è stata uccisa improvvi-samente e inaspettatamente? Come vi sentite quando venite a sapere cheuno dei vostri familiari o amici è morto o gli è stato diagnosticato un can-cro? Come vi sentite quando vedete un carro funebre o passate davanti aun cimitero? Come pensate che sarà morire? Credete in qualcosa oltre la vi-ta, in un aspetto positivo della morte? Ci sono due atteggiamenti non salu-tari che qualche volta le persone hanno verso la morte. Uno è di essere spa-ventati pensando che sarà un’esperienza terribile, dolorosa o che significhe-rà un totale annientamento. Questa paura porta alla negazione e al volerevitare di pensare e parlare della morte.

Vi sembra una buona idea, considerando il fatto che un giorno la dovre-mo affrontare? Non sarebbe meglio accettare la realtà della morte e poi im-parare a superare le nostre paure ed essere preparati quando succederà?L’altro atteggiamento non salutare è quello noncurante e irriverente quan-do si è portati a dire: “Io non ho nessuna paura della morte. So che un gior-no dovrò morire, ma tutto andrà bene, potrò gestirla”.

Io avevo questo atteggiamento quando ero più giovane, ma un giornomi trovai in mezzo a un terremoto e per alcuni momenti pensai vera-mente che sarei morta e allora scoprii che in realtà mi ero sbagliata -ero

89

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 89

Page 91: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

90

terrorizzata dalla morte e totalmente impreparata ad essa!Nel Libro tibetano del vivere e del morire Sogyal Rimpoce cita un mae-

stro tibetano che diceva: “La gente fa spesso l’errore di essere superficialeverso la morte e pensa: bene, la morte succede a tutti. Non è un grosso pro-blema, è naturale. Andrà benissimo. Questa è una teoria piacevole fino aquando non si sta morendo”. Se vi accorgete di avere uno di questi due at-teggiamenti, allora sarebbe una buona idea indagare di più su cosa sia lamorte. Saperne di più sulla morte e sul morire ci aiuterà a diminuire la pau-ra della morte (perché noi tendiamo ad avere paura di ciò che non cono-sciamo o non capiamo) e aiuterà coloro che hanno un atteggiamento irrive-rente a prendere la morte più seriamente e a rendersi conto dell’importan-za di prepararsi a essa.

L’ASSISTENZA A CHI STA MORENDONegli insegnamenti buddhisti viene detto che aiutare un’altra persona

a morire in uno stato sereno e positivo della mente è uno dei più grandiatti di gentilezza che possiamo offrire. Questo perchè il momento dellamorte è tanto cruciale per determinare la futura rinascita. Tuttavia, l’assi-stenza a una persona morente non è un compito facile.

Quando le persone stanno morendo, fanno esperienza di numerose dif-ficoltà e cambiamenti e ciò fa naturalmente aumentare la loro confusione ele emozioni dolorose. Le persone hanno bisogni fisici: il sollievo dal doloree dal disagio, l’assistenza nel fare compiti essenziali come: bere, mangiare,alleviare il proprio dolore, fare il bagno e così via.

Hanno bisogni emotivi: essere trattati con rispetto, gentilezza ed amore;parlare ed essere ascoltati o, certe volte, essere lasciati soli e in silenzio.

Hanno bisogni spirituali: per dare senso alla loro vita, alla loro sofferen-za, alla loro morte; per avere speranza su cosa c’è dopo la morte, per sentireche saranno curati e guidati da qualcuno più saggio e più forte di loro. Diconseguenza una delle abilità più importanti nell’assistere le persone mo-renti è cercare di capire i loro bisogni e fare del nostro meglio per prender-sene cura. Per farlo dobbiamo mettere da parte i nostri bisogni e desideriogni qualvolta facciamo loro visita, disponendo la nostra mente a staresemplicemente là per loro, pronti a fare qualunque cosa debba essere fatta,qualunque cosa li aiuterà a essere a proprio agio, felici e in pace.

LAVORARE SULLE NOSTRE EMOZIONICome detto in precedenza, quando le persone si avvicinano alla

morte hanno talvolta l’esperienza di emozioni disturbanti come paura,rammarico, tristezza, attaccamento alle persone e alle cose di questa vi-ta e persino rabbia. Possono avere difficoltà ad affrontare queste emo-

PREPARARSIa MORIRE

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 90

Page 92: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

91

zioni e sentirsene sopraffatti come se vi affogassero dentro. La cosa utileda fare durante questi periodi difficili è sedersi con loro, ascoltare concompassione e offrire parole confortanti per calmare la loro mente. Maper essere capaci di compiere questo compito efficacemente, dobbiamosapere come affrontare le nostre emozioni.

Essere in presenza della morte, molto probabilmente, procurerà nellanostra mente le stesse emozioni disturbanti che procura nella mente del-le persone che stanno morendo: paura, tristezza, attaccamento, senso diimpotenza e così via. Possiamo non aver avuto una precedente esperien-za di alcune di queste emozioni e possiamo sentirci sorpresi e persinoconfusi nel trovarle nella nostra mente. Pertanto abbiamo bisogno di sa-pere come affrontarle in noi stessi prima di poter realmente aiutare qual-cun altro ad affrontarle.

Uno dei migliori metodi per affrontare le emozioni è la meditazione con-sapevole (vedi sopra). Un altro è ricordarci dell’impermanenza: il fatto chenoi, gli altri, i nostri corpi e menti e proprio ogni cosa nel mondo che ci cir-conda sta costantemente cambiando e non è mai la stessa da un istante al-l’altro. La consapevolezza e l’accettazione dell’impermanenza sono i piùpotenti antidoti all’attaccamento, come pure alla paura, che è spesso unsenso di resistenza al cambiamento.

Anche il coltivare una salda fede nei Tre Gioielli del rifugio (il Buddha, ilDharma e il Sangha) è estremamente utile per darci la forza e il coraggio dicui abbiamo bisogno per guardare ed affrontare le emozioni disturbanti. Sela persona morente è un membro della famiglia o un amico, avremo la sfidaaggiuntiva di dover affrontare l’attaccamento e le aspettative in relazione alei/lui. Sebbene sia difficile, la cosa migliore che possiamo fare è imparare alasciar andare la persona. Attaccarsi alla persona è irrealistico e causerebbesoltanto più sofferenza per entrambi. Di nuovo, dobbiamo ricordare chel’impermanenza è il più efficace rimedio all’attaccamento.

DONARE SPERANZA E TROVARE PERDONOSogyal Rimpoce, nel Libro tibetano del vivere e del morire, dice che

due cose sono molto importanti nell’assistere una persona morente: do-nare speranza e trovare perdono. Quando si sta morendo, molte personesperimentano senso di colpa, rimorso, scoraggiamento o senso di dispera-zione. Noi possiamo aiutare queste persone permettendo loro di esprimerei propri sentimenti e ascoltandoli con compassione e senza giudicare. Maanche incoraggiandoli a ricordare le cose buone che hanno fatto nella lorovita e a sentire positivamente il modo in cui hanno vissuto. Li possiamoaiutare a concentrarsi sui loro successi e virtù, non sui loro punti deboli epeccati. Se sono aperti all’idea, ricordiamo loro che la natura della mente è

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 91

Page 93: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

PREPARARSIa MORIRE

92

fondamentalmente pura e buona (nel buddhismo viene chiamata natura dibuddha) e che i loro sbagli ed errori sono temporanei e rimovibili, come lapolvere da una finestra. Alcune persone potrebbero essere preoccupate epensare che le loro azioni cattive, essendo così numerose e grandi non po-tranno mai essere perdonate. Se tali persone credono in Dio o nel Buddha,assicuriamoli e ricordiamo loro che l’incondizionato e puro amore compas-sionevole di Dio e Buddha perdona sempre, indipendentemente dagli erro-ri compiuti. Se le persone non hanno tale fede, allora ciò di cui hanno biso-gno è perdonare se stessi. Noi possiamo aiutarli a fare questo, incoraggian-doli a esprimere un sincero dispiacere per i loro errori e chiedere perdono.Questo è tutto ciò che hanno bisogno di fare. Ricordiamo loro che qualsiasiazione abbiano fatto nel passato è ora terminata e non può essere cambiata,così è meglio lasciarla andare. Tuttavia possiamo cambiare da questo mo-mento in poi. Se la persona si dispiace sinceramente dei suoi errori e desi-dera trasformarli, non c’è ragione per cui non possa trovare il perdono. Seci sono precise persone che il morente ha danneggiato e che sono ancora vi-ve, incoraggiamolo a esprimere il suo dispiacere e a chiedere il perdono.

Sogyal Rimpoce scrive: “Tutte le religioni sottolineano il potere del per-dono, e questo potere non è mai tanto necessario, e tanto più profondamen-te sentito, come quando si sta morendo. Attraverso il perdonare e l’essere-perdonati, noi purifichiamo noi stessi del male che abbiamo commesso e ciprepariamo con maggiore completezza al viaggio attraverso la morte”.

COME AIUTARE QUALCUNO CHE È BUDDHISTASe la persona morente è buddhista, chiediamole di dirci quanto sa e

capisce, in quanto le sue risposte ci daranno una migliore idea su cosa fa-re per aiutarla spiritualmente. Ad esempio, se la persona ha una forte fedein Cenresig, (sanscr. Avalokitesvara), allora potreste incoraggiarla a custo-dire quella fede nella sua mente e a pregare Cenresig il più possibile. Se lapersona fosse un praticante della meditazione di consapevolezza, incorag-giatela a fare quella specifica pratica ogni volta che può.

In breve, ricordatele qualunque pratica le sia familiare e con la quale sisenta a proprio agio e fate tutto il possibile per imporle, con fiducia e ispira-zione, di farla. Se ha difficoltà a praticare per proprio conto, a causa del do-lore, della stanchezza o dello stato confusionale della mente, praticate conlei. Se possibile, fatele vedere delle immagini di Buddha Amitabha,Cenresig, o altri. Se la persona ha dei maestri spirituali, potete anche mette-re le loro foto in vista. È anche molto utile che la persona reciti i nomi deiBuddha, perché i Buddha hanno promesso di aiutare gli esseri viventi aevitare le rinascite in stati di sofferenza.

Parlate alla persona o leggetele brani di libri sull’impermanenza o altri

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 92

Page 94: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

93

insegnamenti buddhisti; ma fate questo soltanto se la persona è ricettiva,senza forzarla. Inoltre, siate prudenti a insegnare qualcosa che possa rende-re la sua mente confusa e disturbata (per esempio, se l’argomento è troppodifficile da capire o se è nuovo e non familiare).

Ricordate che la cosa più importante da fare è aiutare la persona ad ave-re uno stato mentale positivo e sereno prima e durante il processo dellamorte. Potrebbe darsi che la persona morente non conosca come meditare epregare. In tal caso potete meditare o fare altre preghiere o pratiche in suapresenza, dedicando il merito di queste pratiche affinché abbia una menteserena al momento della morte e una buona rinascita.

Potete anche insegnarle a pregare, usando le comuni preghiere buddhi-ste o pregando con le sue parole così come le detta il suo cuore. Ad esem-pio, può pregare Buddha, Cenresig o qualsiasi altra figura di buddha che lesia familiare, affinché l’accompagni durante questo difficile periodo di tem-po, per aiutarla a trovare la forza e il coraggio di affrontare la sua sofferen-za, per tenere la sua mente serena e guidarla a una buona rinascita nellaprossima vita.

C’è una meditazione semplice che potreste insegnare alla persona mo-rente: chiedetele di visualizzare di fronte a sé qualsiasi figura di bddha incui ha fede, vedendola come l’incarnazione di tutte le qualità positive, co-me la compassione, la gentilezza amorevole, il perdono e la saggezza.

Dalla figura visualizzata si emana luce che riempie il il suo corpo e lasua mente, purificandoli di tutte le azioni negative che ha fatto e pensatonella sua vita, benedicendola al fine di avere soltanto pensieri puri, positivinella mente.La mente della persona si unisce con la mente del Buddha e simanifesta completamente pura e buona.

Se la persona morente non è capace di fare questa meditazione (peresempio, se è troppo malata oincosciente), allora fatela per lei, immaginan-do la figura del Buddha sopra la testa della persona. Inoltre per aiutare lasua mente ad essere liberata da preoccupazioni e ansie, incoraggiatelaa nonpreoccuparsi per le persone amate e per i suoi beni; assicuratela che viprenderete cura di ogni cosa e consigliatela di non spaventarsi su ciò che sitroverà davanti, ma di aver fiducia nei Tre Gioielli.

Fate quello che potete per aiutarla a coltivare pensieri positivi, come fe-de e fiducia, gentilezza amorevole e compassione, a evitare pensieri negati-vi come rabbia e attaccamento.

COME AIUTARE QUALCUNO CHE NON È BUDDHISTASe la persona morente appartiene a un’altra religione fate uno sforzo

per capire cosa conosce e in cosa crede, e parlatele di conseguenza. Adesempio, se crede in Dio e nel paradiso, incoraggiatela ad avere fede e pre-

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 93

Page 95: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

PREPARARSIa MORIRE

94

gare Dio, a sentirsi fiduciosa che sarà con Dio in paradiso, dopo che avrà la-sciato questa vita. E abbiate un atteggiamento rispettoso verso la persona ele sue credenze e pratiche. Ricordate che la cosa più importante è aiutare lapersona ad avere pensieri positivi nella mente, in accordo con le sue cre-denze e pratiche religiose. Non tentate di imporre le vostre convinzioni o diconvertirla. Farlo potrebbe essere irrispettoso e non etico e potrebbe causar-le confusione e turbamento.

Se la persona non ha religione, usate una terminologia non religiosa al fi-ne di aiutarla a liberarsi dai pensieri negativi quali rabbia e attaccamento esviluppare pensieri positivi e uno stato mentale sereno.

Se mostra interesse a conoscere quello in cui credete, potete parlargliene,ma state attenti a non predicare. Potrebbe essere più efficace avere una dis-cussione nella quale condividete apertamente le idee con l’altro. Per esem-pio, se la persona vi chiede cosa succede dopo la morte, invece di lanciarviimmediatamente in una spiegazione sulla rinascita, potreste dire qualcosacome: “Io non sono veramente sicuro. Cosa ne pensi tu?”. E cominciare dalì. Se la persona desidera sinceramente conoscere le credenze e le pratichebuddhiste, è perfettamente corretto spiegarle. Potete parlare della vita delBuddha e dei suoi insegnamenti, delle Quattro Nobili Verità, dell’imper-manenza, della gentilezza amorevole, della compassione e così via. Siatesemplicemente sensibili alle sue risposte, attenti a non essere autoritari, al-trimenti la persona potrebbe generare avversione.

Ricordate che la cosa più importante è aiutare la persona a rimanere ilpiù possibile libera da pensieri negativi, ad avere uno stato mentale positi-vo e sereno. Se la persona non è buddhista e non vuole essere confortataascoltandovi o vedendovi fare una preghiera o pratica buddhista, allora po-tete fare queste pratiche in silenzio, senza farlo vedere.

Ad esempio, potreste sedervi accanto e meditare sulla gentilezza amore-vole e mandare l’energia della gentilezza amorevole dal vostro cuore percolmarla di pace. Oppure potreste visualizzare il Buddha o Cenresig soprala testa della persona e recitare in silenzio le preghiere o i mantra mentre vi-sualizzate un raggio di luce che scorre dal Buddha alla persona, purifican-dola e aiutando la sua mente a divenire più pura e serena.

È molto probabile che la persona sentirà gli effetti di queste pratiche an-che se non ha idea che sono state fatte a suo beneficio.

IL TEMPO DELLA MORTEPotete continuare a fare meditazione o recitare preghiere, mantra, i

nomi dei buddha e così via mentre la persona sta morendo, e per tuttoil tempo possibile dopo che ha smesso di respirare. Ricordate che lacessazione del respiro non è segno di morte secondo il buddhismo. È sol-

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 94

Page 96: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

95

tanto il quarto degli otto stadi del processo di morte, e il punto reale dimorte è dopo l’ottavo stadio, quando la coscienza lascia il corpo.

Quanto tempo occorre alla persona per giungere a quello stadio dopoche ha smesso di respirare? Non vi è certezza; dipende da vari fattoriquali le cause di morte (per esempio, se la persona è stata gravemente fe-rita in un incidente automobilistico, la coscienza potrebbe lasciare il cor-po più velocemente che non se si trattasse di una morte naturale) e lostato mentale della persona (un meditante esperto potrebbe essere capa-ce di stare nell’ottavo stadio, lo stato di chiara luce, molto più a lungo diqualcun altro con poca o nessuna esperienza meditativa).

Come possiamo sapere se una persona è veramente morta? Secondola tradizione tibetana, ci sono diversi segni indicanti che la coscienza halasciato il corpo: il calore al cuore che non viene più percepito, l’odoreche comincia a sprigionarsi dal corpo e una piccola quantità di liquidoche viene emessa sia dalle narici sia dall’organo sessuale. È meglio la-sciare il corpo indisturbato fino a quando questi segni non saranno pre-senti, il che potrebbe essere parecchie ore o persino parecchi giorni dopoche il respiro si è fermato.

Fare questo è possibile se la persona è morta in casa, ma potrebbe es-sere difficile in ospedale, perché l’ospedale ha delle regole riguardanti iltempo in cui un corpo può essere tenuto in una stanza o all’obitorio.Potete domandare al personale ospedaliero di spostare il corpo in un’al-tra stanza dove potrebbe essere lasciato per diverse ore, mentre si conti-nuano a recitare preghiere e mantra. È meglio non toccare il corpo dalmomento in cui il respiro si è fermato fino a quando la coscienza se ne èandata.

Tuttavia, se è necessario toccare il corpo durante questo tempo, innan-zitutto tirate i capelli sulla corona della testa (o toccate la corona se nonci sono capelli). Questo stimolerà la mente della persona a uscire dallacorona, che è il punto propizio per una rinascita fortunata, come una ter-ra pura. Dopo potrete toccare altre parti del corpo. Nella tradizione bud-dhista si raccomanda di non piangere in presenza di qualcuno che stamorendo o ha smesso di respirare.

È anche bene non parlare del patrimonio della persona e come potreb-be essere distribuito. Ascoltare tali suoni potrebbe disturbarne la mente.I membri della famiglia e gli amici possono andare in un’altra stanza apiangere o a discutere di questioni pratiche.

In presenza della persona morta, è meglio che si odano solo i suonidelle preghiere, i mantra e gli insegnamenti spirituali.

Se nella vostra zona c’è un lama o una persona ordinata che conoscecome fare la pratica del powa (trasferimento di coscienza), potete invitar-

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 95

Page 97: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

PREPARARSIa MORIRE

96

la e chiedere di conferirla. Se non c’è tale persona disponibile, allora fatesoltanto qualsiasi preghiera o pratica che conoscete con tutta la fede, sin-cerità e compassione che potete generare nel vostro cuore.

L’ASSISTENZA DOPO LA MORTEDopo che la persona è deceduta, possiamo continuare a beneficiarla

facendo azioni positive e virtuose, come dire preghiere (o dire ai mona-ci e alle monache di farlo), fare offerte, liberare animali che sarebbero de-stinati a essere macellati, fare meditazione etc., e dedicare i meriti di que-ste azioni affinché la persona abbia una buona rinascita, e si liberi dalleesistenze cicliche e raggiunga l’illuminazione.

È perfettamente corretto fare queste pratiche sia se la persona erabuddhista o meno. Va bene usare un po’ del denaro della persona per

UN’ESPERIENZA BUDDHISTAsull’accompagnamento a chi muore di Patrizia Micoli

Dare protezione è un’associazione adampio raggio sorta all’interno delleesperienze della FPMT, che accogliemalati senza distinzioni sociali,culturali, religiose, così come lo sono la sofferenza, l’amore e le occasioni di presenza e pieno contatto che ci vengono incontro ogni momento.Nasce dalla personale esperienza deifondatori impegnati nell’assistenza a pazienti in fase avanzata di malattia e spinti nel loro servizio dallamotivazione a prendersi cura degli altri,risvegliata dalla pratica meditativa fatta d’attenzione, riconoscimento e accoglienza di ciò che la vita portainnanzi ad ognuno di noi. Il nostroscopo è di formare volontari in grado diessere attenti a riconoscere i bisognispirituali di chi muore e dei suoifamiliari, fornire informazioni conincontri pubblicazioni, seminari, conl’essere in rete con esperienze similiche possano aprire anche nel nostropaese una serie di luoghi in cui

l’approccio a questo passo importantedi ogni vita sia un essere sangha, senza distinzioni, operatori, familiari,malati, volontari, per prendersi cura di se stessi e degli altri, per riconoscerela sofferenza inutile ed imparare a lasciarla andare, per offrirsi alla vita nella disponibilità ad andarleincontro così com’è. Il nome, scelto da lama Ghesce CiampaGhiatso, recentemente scomparso,racchiude il senso dell’esperienzaproposta: un luogo che sia rifugio, invito alla sollecitudine e allatenerezza, opportunità di nonseparazione, d’intima accoglienza, in cui il malato ed i suoi familiaripossano vivere, adeguatamenteaccompagnati, il pieno contattodell’esperienza della malattia, dellamorte e dell’elaborazione del lutto. Dare protezione è anche luogo per incontrarsi nei corsi di formazione (per il personale e per i volontari), nei seminari, nella musica, nei gruppi

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 96

Page 98: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

97

creare meriti, per esempio, facendo donazioni agli istituti di carità.Anche il merito accumulato dai membri della famiglia (parenti diretti

della persona deceduta) è particolarmente potente e utile. Facendo azio-ni virtuose e dedicando i meriti alla persona deceduta, si aiuta la personanel bardo (lo stadio intermedio tra la morte e la vita successiva, che po-trebbe durare fino a 49 giorni). Tuttavia, una volta che la persona ha pre-so la rinascita, il merito che noi le dedichiamo potrebbe aiutarla, peresempio accorciando la lunghezza di una rinascita sfavorevole.

Possa questo piccolo testo ispirarvi ad apprendere di più su questo ar-gomento. E possano tutti gli esseri eliminare dalle sofferenza.Ringraziamenti: la presente traduzione è stata resa possibile grazie alla gentilezza di Patrizia Ciocci e Giuliana Mariniello con l’assistenza attenta di Carla Freccero.

■ ■

di auto-mutuo-aiuto per l’elaborazionedel lutto, per esprimere ognisfaccettatura del nostro essere vivi,umani, imperfetti ma, disposti adabbracciare il cambiamento e a viverlocome occasione benedetta, che ci vieneincontro, per riconoscere non solo il dolore ma anche la gioia. È anche il luogo in cui sentire che lastoria nella malattia non è necessariamente la storiadell’annichilimento ma anche delrisanamento interiore se non più fisico.Luogo, non come ghetto per una mortenegata, ingiusta, ma luogo sacro della reintegrazione nell’unità e d’attenzione ai bisogni spirituali oltreche alle cure mediche. Le nostre attività si volgono in giro perl’Italia con incontri e seminari per la formazione di volontari ed hanno in prospettiva la creazione di un luogofisico, in Toscana, che possa accoglieree seguire chi i malati in fase terminale. L’hospice saràorganizzato in modo che

tutti gli operatori, medici, infermieri,assistenti sociali, psicologi, assistentispirituali e volontari possano, con il loro lavoro, garantire il benessere e il miglioramento della qualità dellavita del malato e dei familiari nel rispetto e con le limitazioni del momento che essi stanno vivendo. Sarà favorito l’accesso continuo e la permanenza nelle camere di degenza singole con possibilità di pernottamento per un familiare, e la partecipazione ad eventuali attivitàdi supporto create all’interno dellastruttura stessa. Per realizzarlo occorre tanta generositàin tutte le forme che ciascuno di noivorrà manifestare, sul sito diwww.associazionedareprotezione.itsarà attiva una pagina per conosceretutte le possibili forme di collaborazione.Come sangha chiediamo vicinanzainteriore e amore per sostenere il coraggio di questa impresa lunga e paziente.

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 97

Page 99: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Nelle storie tradizionali del buddhismo si parla dei tre veicoli,Hînayâna, Mahâyâna e Vajrayâna come di passi successivi in cui il seguente ingloba e migliora la visione del precedente nellepratiche e nella trasmissione. Ma ci possono essere opinioniben diverse che rompono i pregiudizi.

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

98

Tratto dal sitowww.lienet.no/

E-mail dell’autore:[email protected]

IL MITOdell’HINAYANA di Kaare Albert Lie

N ei secoli intorno alla nascita di Cristo c’è stata una svolta radicalenello sviluppo del buddhismo. Nacque una nuova scuola, chiamatadai suoi aderenti Mahâyâna. In quali tratti questa nuova scuola si

differenziasse dalle precedenti è cosa che si può trovare in qualunque sto-ria del buddhismo. Qui ci concentreremo su uno dei risultati di questoscisma: il termine hînayâna.

Gli aderenti alle vecchie scuole criticarono i mahayanisti, soprattuttoper aver creato nuovi sutra falsificando le parole del Buddha. I mahayani-

 Â

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 98

Page 100: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

sti, d’altro canto, reagirono alla critica accusando gli avversari di noncomprendere affatto gli insegnamenti e di essere di mente ristretta edegoisti. Il dibattito si infocò e le accuse fioccarono da entrambe le parti,finché qualche brillante persona del partito mahayanico creò l’antinomiaMahâyâna-hînayâna, che si impose. I mahayanisti definirono gli avversa-ri hînayâna e la parola svolse ottimamente la funzione dell’insulto, conuna semplicità e un parallellismo con Mahâyâna che qualunque scioccopoteva afferrare.

Hînayâna — o, più correttamente, hiinayaana — è un termine moltospregiativo. Non vuol dire semplicemente «piccolo veicolo» come spessosi sente affermare. Il secondo elemento di hiina-yaana — ossia yaana — si-gnifica veicolo. Ma hiina assai raramente ha il semplice significato di «mi-nore» o «piccolo». Se questo fosse il caso, i testi pâli (o sanscriti) l’avrebbe-ro impiegato in altri contesti come il contrario di mahaa, grande. Ma ciònon è avvenuto. Il contrario di mahaa è cuu.la, che è anche il termine cor-rente per «piccolo».

Il termine hînayâna è l’eco di un dibattito morto da tempo; o, piutto-sto, di un dibattito in cui un partito è morto, mentre l’altro continua agridare al vento.

Chi erano gli avversari etichettati come Hînayâna? I theravadin?Probabilmente no. All’epoca in cui nacque il Mahâyâna, il Theravada eraquasi completamente «emigrato» nello Sri Lanka e difficilmente può esse-re enumerato tra le scuole predominanti sul continente indiano, dove eb-be luogo la disputa Mahâyâna-hînayâna. I theravadin sono solo sporadi-camente menzionati nelle opere del Mahâyâna. Nel Karmasiddhiprakarana,Vasubandhu li chiama rispettosamente «i venerabili tamraparniya»(Tamraparni era il nome dello Sri Lanka) e non li chiama hînayâna. La piùinfluente tra le vecchie scuole era, a quel tempo, il Sarvastivada; perciòquesti sono il più probabile — ma certamente non l’unico — bersagliodell’invettiva «hînayâna». Ora, i sarvastivadin — e le altre antiche scuoledell’India di quel tempo, eccetto il Theravada — sono morti da lungotempo; ma la disputa e gli argomenti si sono fatti strada nei sutra mahâ-yâna, come si evince, per esempio, dalla propaganda anti-hînayâna conte-nuta nel Sutra del Loto e dal fatto che la loro eco riverbera negli insegna-menti Mahâyâna e Vajrayâna.

Oggi c’è confusione, perché i Mahayanisti-Vajrayanisti utilizzano il ter-mine hînayâna in tre modi diversi:1) In senso storico: chiamano hînayâna le scuole pre-mahayaniche.2) Il moderno Theravada viene confuso con l’hînayâna.3) Il termine hînayâna è utilizzato per una categoria interna agli insegna-menti Mahâyâna-Vajrayâna.

99

Kaare Albert Lie è nato a Oslo nel1942. Si è laureatoin Religionicomparate, Pali e Sanscritoall'Università diOslo. Ha tradottoin norvegesenumerosi libri sulbuddhismo,specialmente dalle lingueoriginali: dal paliDhammapada,Digha Nikaya I & II e altri; dal sanscritoBodhicaryavatarae altri. Ha inoltrescritto molti librisul buddhismo(vita di Buddha,meditazione,filosofia). Oggi lavora come autore etraduttore di libriin norvegese. Per hobby suona in un ensemble di musica antica.

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 99

Page 101: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

IL MITOdiHÎNAYÂNA

100

Diamo uno sguardo più approfondito a questi trediversi utilizzi.

1) Alcuni affermano che la parola hînayânacome termine per le prime scuole è un uso cheappartiene solo al lontano passato, ma non è ve-ro. La si trova in molte opere moderne di con-sultazione e anche in opere specialistiche; adesempio, si trova in Buddhist Philosophy In

Theory and Practice di H. V. Guenther, che cita scritture tibetane dalXVIII al XX secolo.

2) Come esempio della confusione tra hînayâna e Theravada, vorreicitare la bibliografia dell’opera di Jane Hope (allieva di ChögyamTrungpa Rinpoche), Buddha For Beginners, stampato nel 1995 (ho solo laversione norvegese disponibile, ragion per cui mi auguro che la mia ri-traduzione in italiano non sia troppo imprecisa): «Buddhismo hînayâ-na. Una buona introduzione al tradizionale buddhismo hînayâna èL’insegnamento del Buddha, di Walpola Rahula ... Da un punto di vistaattuale e scritto da due occidentali formatisi nella tradizioneTheravada, è ... Il cuore della saggezza. Esercizi di meditazione, di JosephGoldstein e Jack Kornfield ...».

3) Passiamo ora a una confusione persistente radicata nel buddhi-smo tibetano. Alcuni affermano che hînayâna e Mahâyâna, da tempiantichissimi sono termini utilizzati per descrivere due diversi atteggia-menti spirituali, e la citazione dal VII capitolo («Amorevolezza eCompassione»), del classico tibetano Il Prezioso Ornamento dellaLiberazione scritto nel X secolo, in cui l’autore, Jé Gampopa si riferisce ahînayâna come a una «capacità inferiore» («theg pa dman pa»). Il para-grafo recita come segue: «Aggrapparsi al benessere della mera pace (1)indica inclinazione alla capacità inferiore(2) in cui il desiderio di tra-scendere la sofferenza è limitato solo a se stessi. Ciò esclude l’amore eprotezione degli altri e, di conseguenza, vi è poco sviluppo di altrui-smo. [...] Quando l’amorevolezza e la compassione diventano parte del-la vita di qualcuno, c’è così tanta sollecitudine per gli altri esseri viventiche non si riesce a sopportare l’idea di liberare solo se stessi. Il maestroManjushriikiirti [...] disse: “Un seguace del Mahâyâna non dovrebbemancare di amorevolezza e compassione, nemmeno per un momento”,e “non la rabbia e l’odio, bensì l’amorevolezza e la compassione garan-tiscono il benessere degli altri”».

Le note a piè di pagina a questo passaggio recano il contenuto chesegue: (1) Il tibetano zhi.ba significa «pace». In questa sezione del libroviene tradotto come «mera pace» dal momento che viene utilizzato da

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 100

Page 102: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

101

Gampopa per denotare la pace relativamente priva di compassione cherisulta dallo sviluppo della sola meditazione di concentrazione. (2)Hînayâna: «capacità minore», spesso tradotto come «veicolo minore».Il termine implica la capacità di trasportare un peso. In questo caso ilpeso è quello costituito da se stessi in quanto l’impegno assunto è soloquello di portare alla liberazione se stessi, e non tutti (come è il caso delMahâyâna, la «capacità maggiore»).

❖ ❖ ❖

I l problema e la confusione sorgono qui, na-turalmente, dal fatto che tale analisi non siriferisce direttamente alla parola pâli e san-

scrita hînayâna, ma alla sua traduzione in ti-betano theg pa dman pa. Si tratta di una que-stione fondamentale, come verrà mostrato diseguito.

La parola hînayâna non è tibetana, né cinese,inglese o bantu. Si tratta di pâli e sanscrito. Pertanto, l’unico approccioragionevole per trovarne il significato è studiare come la parola hînayâ-na è usata nei tesi pâli e sanscriti.

Il secondo elemento, -yâna, significa veicolo. Su questo non vi è al-cun dissenso.

Come, dunque, viene impiegato hîna nei testi canonici pâli?Ogni buddista conosce il primo discorso registrato del Buddha, il

Dhammacakkappavattanasutta, esposto ai cinque asceti che divennero iprimi cinque bhikkhu. Dice il Buddha: «Questi due estremi, o monaci,non devono essere praticati da colui che è andato via dal mondo. Qualidue? Quello connesso con le passioni e la lussuria, basso (hîna), grezzo,volgare, ignobile e dannoso ... »

Sapendo che lo stile dei sutta fa frequente uso di sfilze di sinonimi inquesto modo, cosicché si rafforzino e si definiscano l’un l’altro, in que-sto caso si possono considerare «grezzo, volgare, ignobile e dannoso»come definizioni ausiliarie di «hîna». Qui il Buddha indica chiaramentecome «hîna» la via che non dev’essere praticata.

In altri pâli testi e commentari, hîna spesso ricorre nella combinazio-ne hiina-majjhima-pa.niita, cioè: male - medio - bene. Nel contesto di hii-na - majjhima - pa.niita (o talvolta solo hiina - pa.niita) la parola hiina èsempre utilizzata come un termine per qualità come l’odio, l’avidità el’ignoranza. E, ovviamente, significa «basse, indesiderabili, spregevoli»- e non «piccole» o «minori».

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 101

Page 103: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

IL MITOdiHÎNAYÂNA

102

Il commentario Mahaniddesa-atthakatha, uno dei testi in cui si trovaquesta triade, definisce così la parola: hiinattike hiinaati laamakaa (nellatriade hiina, hiina è laamakaa). Ora laamaka è definito dal Dizionario del-la pâli Text Society in questo modo: «insignificante, povero, inferiore,cattivo, peccaminoso. Il sinonimo più comune è paapa». E paapa signifi-ca «malvagio, cattivo». Quindi, sembra che le definizioni vadano dimale in peggio. Il commentario quindi dà esempi e spiega che i deside-ri che causano la rinascita in niraya (inferno-purgatorio) sono hiina.

Passiamo ora ai testi sanscriti. Nel Lalitavistara Sutra troviamo unaversione del Dhammacakkappavattanasutta, dove la parola hiina è utiliz-zata esattamente come nella precedente citazione dalla versione pâlidel sutta.

Nel Mahâyânasutralankara di Asanga, che è un testo molto rappresen-tativo del Mahâyâna, troviamo qualcosa di interessante per la nostra ri-cerca. Asanga dice: «Ci sono tre gruppi di persone: hiina-madhyama-vis-hishta ... (cattive - medie - eccellenti)». Questa espressione è parallella alpâli: hiina-majjhima-pa.niita, e dimostra che i mahayanisti che coniaronol’espressione hiinayaana, consideravano hiina un termine sprezzante,con lo stesso significato che ha nei testi pâli.

❖ ❖ ❖

U n libro molto interessante è un’edizionedel Catushparishatsutra dove il testo èpresentato in quattro colonne sinottiche:

sanscrito, pâli (Mahavagga), tibetano e una tra-duzione in tedesco da una versione cinese.Qui, ancora una volta, si trova il Dhammacakka-ppavattanasutta. Abbiamo già preso in esame ilsanscrito e il pâli. La versione tedesca dal cinese

dice: Erstens: Gefallen zu finden an und anzunehmen die niedrigen undüblen Sitten der gewöhnliche Personen ... «È poco chiaro se qui a hiina cor-risponda niedrigen (spregevole) o üblen (malvagio, cattivo). Ma almenoè chiaro che la forte connotazione negativa di hiina è stata riportata nel-la traduzione cinese. Finora nulla di diverso dai significati pâli e san-scrito.

Nella colonna tibetana troviamo che la parola tibetana dman-pa pren-de il posto corrispondente al sanscrito hiina, come nel testo di JéGampopa sopra citato. E qui abbiamo la causa delle confusioni e deimalintesi successivi del termine hiinayaana. Vediamo che cosa dicono idizionari tibetano-inglese a proposito del termine dman-pa: il

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 102

Page 104: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

103

Dizionario di Sarat Chandra Das dice: «dman-pa: basso, in riferimentoalla quantità o qualità, poco». Il Dizionario di Jäschke è ancora più illu-minante: «dman-pa: 1. Basso, in riferimento alla quantità, poco. 2. In ri-ferimento alla qualità: indifferente, inferiore (Skt: hiina)».

Così sembra, pertanto, che la parola sanscrita hiina, che al di là diogni ragionevole dubbio significa «di bassa qualità», è stata tradotta intibetano con la parola dman-pa, che ha il doppio senso di «bassa quali-tà» e «bassa quantità». E la citazione soprariportata di Jé Gampopasembra indicare che ormai molti tibetani leggano solo il secondo deidue significati, ossia come «capacità minore», «capacità inferiore», co-sicché il significato del termine è stato distorto da «bassa qualità», a«bassa quantità».

Così vediamo che la confusione è nata dal fatto che dman-pa ha in ti-betano due significati. Hînayâna, che originariamente significa «veicolodi spregevole qualità», ha così acquisito il nuovo significato di «veicolodi capacità inferiore». Ma questo è il risultato di un metodo sbagliato. Ènaturalmente sbagliato riproiettare il nuovo significato tibetano sullaparola sanscrita e pâli, e dire che «questo è il significato di Hînayâna,perché questo è il modo in cui lo spiegano i maestri tibetani». Ciò chespiegano i maestri tibetani è la parola tibetana dman-pa, non la parolasanscrita hiina.

Pertanto è chiaro che non si può affermare che hînayâna ha il «mite»significato che gli ha dato la tradizione tibetana, per il tramite della pa-rola tibetana dman-pa. Hînayâna non è tibetano, è pâli e sanscrito, e ilsuo duro, sprezzante significato rimane inatatto da qualsiasi tentativodi attenuazione.

Che cos’è, poi, l’hînayâna? Il Buddhismo Theravada? No. E ciò, oltreche un insulto è, probabilmente, anche storicamente sbagliato. Si trattadi un atteggiamento spirituale all’interno del sistema Mahâyâna eVajrayâna? No, questo è il tibetano theg pa dman pa, l’inclinazione a unapiù bassa capacità, e non il sanscrito hînayâna, il «veicolo inferiore».

In conclusione, non esiste alcun hînayâna. Hînayâna non è altro che un mito, anche se confuso e distruttivo e isaggi buddhisti laici dovrebbero mettere a riposo questa parola sugliscaffali del Museo degli Scismi, posto che le spetta di diritto, e trovarealtre parole per gli atteggiamenti spirituali che desiderano definire.

■ ■

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 103

Page 105: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

104

EMANUELSWEDENBORG,UN BUDDHA DEL NORD.UN UOMOSTRAORDINARIO,CHE TRE SECOLIFA HA CERCATODI RICONCILIARE LE RELIGIONIDELL’OCCIDENTEE DELL’ORIENTE.di Bruno Laeng

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 104

Page 106: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Un Buddha del Nord, così venne chiamato da Honoré de Balzac(1799-1859), in due suoi romanzi brevi, Louis Lambert e Séraphita,l’aristocratico svedese Emanuel Swedenborg (1688-1771). Balzac, at-

traverso il protagonista Lambert, descrive lo swedenborgianesimo comeuna religione universale, dove il “Buddha del Nord” riconcilia le religionidell’ Est e dell’Ovest[...] Suzuki nota che “pochi sanno che circa 150 anni favisse un teologo svedese unico nella storia [...] e persino tra coloro che han-no udito il nome di Swedenborg, ve ne sono probabilmente pochi che pen-sano che sia rilevante per la cultura ed il pensiero di oggi”. Eppure Suzukitrovò una straordinaria rassomiglianza tra le dottrine teologiche diSwedenborg ed il buddhismo e Suzuki spiega che, nel suo “Dharma”,Swedenborg “insegnò che dopo avere abbandonato il Sé si debba agire inconcordanza con il Divino, l’autentica salvezza consistente nell’armoniosaunificazione di fede ed azione, e che il Divino si manifesta come saggezzaed amore. Inoltre, dice che l’amore è più grande e profondo della saggezzae che non vi è nulla, grande o piccolo, che sia al di fuori della divina prov-videnza”.

SWEDENBORG ED IL BUDDHISMOÈ assai improbabile che Swedenborg avesse conoscenza diretta del bud-

dhismo o della filosofia indiana (che appare forse la prima volta nel mondocolto occidentale negli scritti filosofici di Schopenhauer) e tantomeno è pro-babile che Swedenborg fosse stato istruito in una arcana dottrina orientaleda buddhisti mongoli. Ma non è assurdo pensare che in qualche manieraindiretta Swedenborg fosse venuto a conoscenza, durante i suoi viaggi (ter-reni) in Francia, Olanda, Germania e Italia, di tradizioni esoteriche orientali.Anders Hallengren (1998) sottolinea proprio questa possibilità, basandosisull’allusione fatta ripetutamente da Swedenborg ad una “GrandeTartaria”, che secondo Hallengren non è solamente una reminiscenza delmitico regno di Shambhala, ma potrebbe anche essere un riferimento al bud-dhismo della Mongolia edel Tibet. È un dato storico che l’imperatore mon-golo Kublai Khan, ben noto all’Occidente, fu convertito al buddhismo daun rinpoche tibetano, e Tartaria è un nome che comprende la Mongolia, laManciuria ed il Tibet. Hallengren, ricalcando i passi di una ricerca già ini-

105

Bruno Laeng , Ph.D. in Psicologia,University ofMichigan, Ann Arbor,Michigan, U.S.A; dal2003 al 2008,Professore Associato,Dipartimento di Psicologia, Università di Tromsø,Norvegia;attualmente,Professore,Dipartimento diPsicologia, Università of Oslo, Norvegia.

VI PRESENTIAMO L’ESTRATTO DI UN SAGGIO più ampio sulla figura di Emanuel Swedenborg

che troverete in modo completo sul nostro sito www.maitreya.it

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 105

Page 107: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

EMANUEL SWEDENBORGUN BUDDHA DEL NORD

106

ziata da August Strindberg sulle possibili influenze dell’esoterismo orienta-le su Swedenborg, indica come Peter Schönström, che era anche cugino diSwedenborg, fu un attivo studioso della fede e della filosofia tra i Tartari ecollezionista di manoscritti sulle idee religiose e costumi dell’interno dellaSiberia sud-orientale.

Quelle che appaiono come omologie potrebbero invece essere analogiefrutto di una filosofia perenne che ricompaiono in forma simile in ognitempo e luogo. Tali analogie sussistono nel contenuto metafisico ma spessoanche nella forma metaforica ed allegorica (e.g., iconografica) in cui sonoesposte. Daisetsu Teitarô Suzuki fu forse il primo buddhista e orientale asviluppare un interesse intenso per Swedenborg e a portare alla luce con-vergenze tra sistemi religiosi apparentemente così distanti. Suzuki fu intro-dotto alla lettura di Swedenborg durante i suoi anni di collaborazione(1897-1908) con Paul Carus, autore di diversi libri di buddhismo, tra cui ilbest-seller The Gospel of Buddha. Suzuki divulgò in giapponese diverse delleopere swedenborgiane e due saggi su Swedenborg. Sebbene dopo tali pub-blicazioni Suzuki non si occupi più di Swedenborg nei suoi scritti, chi co-nobbe Suzuki sa che lo menzionava spesso in conversazione. Se negli annipiù recenti il dialogo tra buddhisti e cristiani si è notevolmente sviluppato,Swedenborg è rimasto escluso. Il lavoro di Suzuki sembra l’unico tentativodi colmare questa lacuna.

Innanzitutto, Suzuki indica quella che a lui sembra una forte analogiatra la dottrina swedenborgiana delle corrispondenze e la filosofia dei feno-meni della scuola di buddhismo esoterico Shingon, così come gli insegna-menti dei mudrâs. Suzuki intrattiene la possibilità che si possa interpretarel’idea della Terra Pura secondo una dottrina delle corrispondenze. Tutti ifenomeni si interpenetrano senza limiti (“l’uno nei molti ed i molti nell’u-no” secondo la scuola di filosofia buddhista Hua-Yen, o Kegon inGiappone), ma non possiamo mai identificare l’Inferno con il Paradiso. Se ilsignificato della Terra Pura si trova nel mondo di sofferenze, l’Inferno, es-sendo Inferno, non diviene Paradiso. Così l’idea swedenborgiana che tutti ifenomeni si interpenetrano, si corrispondono, e nessuna corrispondenza ècasuale, ha un parallelo sia con il concetto di karma, o legge universale dicausa ed effetto delle azioni, ed il concetto buddhista dell’interrelazioneuniversale dei fenomeni (nidâna = anelli). Un’altra forte analogia sussiste,secondo Suzuki, tra il pensiero swedenborgiano della perdita del Sé (“pro-prium” nel latino di Swedenborg) e la dottrina buddhista dell’anâtman (san-scrito: “non-Sé”). Entrambe negano un Sé ontologico. Il Sé è un’illusione,una costruzione mentale. Il senso-del-sé è credere che io sia un essere auto-sufficiente i cui pensieri ed azioni sono generati interamente dal sé.Secondo Swedenborg, senza negare tale amor di sé o egoismo non si può

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 106

Page 108: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

107

conoscere il vero amore (verso Dio ed il prossimo). Inoltre, i pensieri edazioni di chiunque vanno intesi come l’effetto di un’economia di forze. Vi èLibero Arbitrio ma, sempre per Swedenborg, gli spiriti (tendenti al bene oal male) sono sempre con noi e la loro influenza si ripercuote nell’animo. Ilparallelo buddhista è quello dei cinque skandha, o aggregati, le cui intera-zioni creano l’illusione del Sé, secondo i Sutra in Pali.

Il negare la nondualità di soggetto-oggetto è un tema centrale dei testicanonici Mahâyâna. Come sottolinea David Loy, se non vi è alcun Sé den-tro, allora non ha nemmeno senso parlare del mondo come se fosse “al difuori” della propria mente. Tutto diviene la “mia” mente. Swedenborg scri-ve specificamente che la grazia divina non viene percepita come provenien-te dall’interno, ma dall’esterno verso l’interno. L’implicazione è più bud-dhista che cristiana (confrontare, ad esempio, il Dio interiore del misticismocristiano), perché il senso di un “interno” a prescindere del mondo è infattila delusione del Sé che bisogna superare. Secondo l’insegnamento buddhi-sta, con l’esercizio della meditazione, quando il senso-del-sé evapora, unorealizza che Io sono il mondo. Citando il maestro Zen Dôgen: “Ho capitoche la mente non è altro che le montagne e i fiumi e la vasta grande terra, ilsole e la luna e le stelle”. Swedenborg dice nei suoi diari che “dobbiamopassare per un processo di annullamento, di divenire nulla” e che “questo èciò che io desidero, pensare di essere assolutamente nulla, perché allorapossa cominciare ad essere qualcosa”.

L’ARTE DELLA RESPIRAZIONESuzuki nota anche come le esperienze di Swedenborg erano collegate

alla sua tecnica o arte della respirazione. Swedenborg espone ripetuta-mente nei suoi scritti un’analisi del respiro, basata sull’esperienza diuna relazione tra il pensiero ed il respiro, un fatto di fondamentale im-portanza per la comprensione degli stati “altri” di coscienza di cuiSwedenborg fa esperienza durante la sua vita. Swedenborg scrive:“Nella mia infanzia mi ero abituato a trattenere il respiro per lunghi perio-di, durante le preghiere del mattino e della sera ed in alcune occasioni an-che dopo, quando esploravo l’armonia dei polmoni e del cuore, e special-mente quando ero profondamente coinvolto nello scrivere opere filosofi-che. Per un certo numero di anni osservai continuativamente che vi erauna respirazione tacita, scarsamente percettibile, a riguardo della quale mifu più tardi consentito di riflettere e poi scrivere. Sin dalla mia infanzia so-no stato capace di interrompere la respirazione esterna, specialmente permezzo di speculazioni assorbenti, senza le quali lo studio intenso della ve-rità è scarsamente possibile. Successivamente, quando mi si aprì ilParadiso e mi fu consentito di conversare con gli spiriti, non ho quasi affat-

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 107

Page 109: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

to respirato, almeno per un periodo di un’ora”. Come indica CyrielOdhner Sigstedt (1918), nella biografia da lui scritta, Swedenborg avevaspontaneamente sviluppato un metodo per ottenere la tranquillità dellamente: “Aveva così scoperto che quando tentava di controllare il ritmo delrespiro in corrispondenza con il battere del suo cuore, la sua vita-pensantesi assopiva”. Swedenborg descrive altrove questa esperienza di parzialesoppressione del respiro come “seguita dall’ingresso degli angeli celestialiche occuparono la provincia del mio cuore”. Il controllo dell’estasi tramitela respirazione è uno dei metodi yogici del pranayama. Il poeta-pittore-filo-sofo William Blake, che incontrò l’anziano Swedenborg a Londra, scriverànel poema swedenborgiano (ma anche anti-swedenborgiano) The Marriageof Heaven and Hell, il famoso verso: “If the doors of perception were clean-sed everything would appear to man as it is, infinite”. Swedenborg descri-ve innumerevoli volte quella purificazione dei sensi, esaltazione della per-cezione e simultanea apertura di una vista interiore, dove i fenomeni ap-paiono come veramente sono. “Vedere le cose come sono” è espressioneanche dell’atteggiamento buddhista di consapevolezza, la capacità di ve-dere diversi livelli di realtà (Venturini, 1998, pag. 64). Swedenborg indicache siamo già in Paradiso se solo i nostri sensi interiori sono capaci diaprirsi. Il nirvâna è qui ed ora, secondo Buddha Sâkyamuni, e, secondo latradizione Mahâyâna, esso non è altro che la vera natura del samsâra.

Questi aspetti della respirazione e della purificazione della mente, più

Bibliografia■ Balzac, H. De (1999).Séraphîta. Paris: Les Éditions du Carrousel.■ Bellin, H.F., and Ruhl, D. (1985). Blake and Swedenborg.Opposition is true friendship. NewYork: The Swedenborg Society Inc.■ Bergquits, L. (1999).Swedenborgs hemlighet. Om ordets betydelse, aanglarnasliv och tjaansten hos Gud.Stockholm: Natur och Kultur.■ Blake, W. (1984). Opere.Milano: Ugo Guanda Editore.■ Borges, J.L. (1979). Borges oral. Buenos Aires:Editorial Belgrano.■ Carus, Paul (1990). The Gospel ofBuddha. La Salle, IL: Open Court.

■ Corbin, H. (1995). Swedenborgand Esoteric Islam. SwedenborgStudies No. 4. West Chester, PA: Chrysalis Books■ Dole, G.F., and Kirven, R.H.(1997). A scientist explores spirit.A biography of EmanuelSwedenborg with key concepts of his theology. West Chester, PA: Chrysalis Books, pp. 99.■ Florschütz, G. (1993).Swedenborg and Kant. EmanuelSwedenborg’s mystical view of humankind and the dual natureof human kind in Immanuel Kant. Swedenborg Studies, No. 2, pp. 26. West Chester, PA: Monographs of theSwedenborg Foundation.■ Gross, C.G. (1999). Brain,

vision, memory: Tales in thehistory of neuroscience.Cambridge, MA: The MIT Press.■ Hallengren, A. (1998 ) Galleryof Mirrors : Reflections ofSwedenborgian Thought(Swedenborg Studies, No. 7).West Chester, PA: SwedenborgFoundation.■ Hite, L.F. (1928). Swedenborg’shistorical position. Containing thetestimonies of eminent men of his own and subsequent times.Boston: Massachusetts New-Church Union.■ Horn, F. (1997). Schelling and Swedenborg. Mysticism andGerman Idealism (SwedenborgStudies, No.6). West Chester, PA: Swedenborg Foundation.

EMANUEL SWEDENBORGUN BUDDHA DEL NORD

108

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 108

Page 110: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

l’ascesi che contraddistinse la vita intera di Swedenborg, la sua frugalità,modestia nei costumi e nelle interazioni sociali, una totale astinenza ses-suale e vegetarianesimo, convinsero Suzuki che Swedenborg aveva rag-giunto quel modello di purezza di vita che si addice ad un monaco Zen.A riguardo della dieta, scrive Swedenborg: “Le genti dei tempi antichinon si cibavano di carni, perché consideravono atroce l’uccisione deglianimali. Ma più tardi, con il passare dei tempi, i cuori delle genti son di-venuti crudeli e brutali”. Secondo relazioni di chi fu vicino aSwedenborg, la sua dieta consisteva occasionalmente di pesce, in genereanguilla. I pasti principali si limitavano a pane, burro, latte, caffè, man-dorle, uva passita, vegetali, biscotti, specialmente di zenzero (una specia-lità svedese). Swedenborg beveva abbondantemente acqua ed in partico-lare amava il caffè. Come nota Suzuki, vi è sempre stata una relazionestretta tra i filosofi e la caffeina. Anche nel caso del Giappone, il tè venneall’inizio importato dalla Cina tramite i monaci buddhisti e sin d’allorauno speciale legame sussiste tra i monaci buddhisti ed il tè. Infine,Swedenborg faceva uso (come ancor oggi molti scandinavi di entrambi isessi) del tabacco da masticare. Infatti, forse il motivo per cui i manoscrittidi Swedenborg si conservano in ottimo stato, non attaccati dai tarli dellacarta, si deve alle particelle di tabacco che sono rimaste tra le pagine cheancora ne sprigionano, quando aperte, l’odore.

■ Jaspers, K. (1964).Psicopatologia generale. Roma: Il Pensiero Scientifico.■ Lawrence, J.F. (1995).Testimony to the Invisible. Essays on Swedenborg. WestChester, PA: Chrysalis Books.■ Loy, D. (1996). The Dharma ofEmanuel Swedenborg: A buddhistperspective. In D.T. Suzuki:Swedenborg. Buddha of the North. West Chester, PA: Swedenborg Foundation.■ Sigstedt, C.O. (1981). TheSwedenborg Epic. London: TheSwedenborg Society.■ Suzuki, D.T. (1996). Swedenborg.Buddha of the North (SwedenborgStudies No. 5). West Chester, PA: Swedenborg Foundation.

■ Swedenborg, E. (1923).Psychologica. Being Notes andObservations on Christian Wolf’sPsychologia Empirica.Philadelphia: SwedenborgScientific Association.■ Swedenborg, E. (1847). Some Specimens of a Work on The Principles of Chemistry, with other treatises. London: William Newbury.■ Swedenborg, E. (1958). Heavenand its Wonders and Hell. FromThings Heard and Seen. London:The Swedenborg Society Inc.■ Swedenborg, E. (1975). TheTrue Christian Religion. London:The Swedenborg Society.■ Swedenborg, E. (1977). TheSpiritual Diary. London: The

Swedenborg Society.■ Thompson, I.J. (1988).Swedenborg and modern science.The Scientific and MedicalNetwork, 36, 3-8.■ Toksvig, S. (1948).Emanuel Swedenborg. Scientistand mystic. New Haven: Yale University Press.■ Venturini, R. (1998). Coscienza e cambiamento. Assisi: Cittadella Editrice.■ Wilkinson, L.R. (1996). Thedream of an absolute language.Emanuel Swedenborg and Frenchliterary culture. Albany: StateUniversity of New York Press.■ Zolla, E. (1976). I mistici dell’Occidente, vol. I. Milano: Rizzoli

■ L A V I A D E L D I A L O G O ■

109

■ ■

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 109

Page 111: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

RECENSIONI

Sulla meditazione e sui suoibenefici sono stati versati in fiumi d’inchiostro inquesti ultimi anni, dato anche l’interesse che questa ha sollevato in ambienti scientifici,quindi piuttosto distanti dei centri in cui questadisciplina viene praticata.Il titolo stesso di questotesto è un’affermazioneormai indiscutibile, ormaicollaudata ma vorremmoporre più attenzione suquanto viene sviluppato dalsottotitolo. “Strumentouniversale” - l’Autore con le

sue ben note radici dipraticante buddhista, riescecon naturalezza, semplicitàe chiarezza a presentare,illustrare, chiarire questostrumento come una tecnicache esula dal proprio alveoreligioso- filosofale perdivenire un prezioso mezzoa disposizione di tutti,adulto giovane, accademicoo uomo qualunque,praticante buddhista o ricercatore di spiritualità.Mezzo quindi “universale”che prescinde dal credo mache si mette a disposizionedella mente, e del corpo,dell’Essere Umano sottoogni latitudine. Abituaticome ormai siamo a vederenell’ipnotizzante schermotelevisivo masse di personeod anche persone checercano l’affermazione solocon l’uso di violenzaverbale e fisica, e poileggere questo testo perricordarci o per imparare il controllo della mente edel corpo, sembra voler fareesercizio di pura teoria,invece basta farne la prova. Condividiamo quindiinteramente ancora ilsottotitolo quando l’Autoreindica come “ritrovare pace

e benessere”, perché questostrumento è valido,collaudato da migliaiad’anni di uso, ed il fine puòessere raggiunto. Vogliamo,anche se parliamo su paginedi una rivista buddhista,ribadire, ed in questol’Autore è stato felicementeconsapevole, che la tecnica è a-religiosa e come talel’Autore l’ha presentata, è senza controindicazioni, è praticabile ovunque, è adatta a tutti, al singolo, al gruppo, alla famiglia, ed allora perché non farnel’esperienza? Oggi tutti ci consiglianocome investire per il futuroma il futuro è già oggi e qui in queste righe invececi viene indicato comeottenere un rendimento in brevissimo tempo, cioèad avere già dopo le primesedute calma e serenità. Ed al giorno d’oggi sonovalori che possono dareenormi sviluppi. Lasciamociquindi accompagnaredall’Autore in questopercorso e facciamoci del bene, profondo e durevole, da dedicare a tutti, amici e meno amici.

Leopoldo Sentinelli

MARIO THANAVAROMeditare fa beneUno strumentouniversale per ritrovare pace e benessereEdizioni Il punto d’incontroPagg 141 - Euro 8,90

110

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 110

Page 112: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

Il Buddhismo non poggiacertamente sulla “fede” né su quella in Buddha né su quella nei Maestri da cuiciascun praticante è statointrodotto nel Dharma equesta è la base di partenzadi questo testo che conduceil lettore attraverso il Razionale, l’Irrazionale, il Transrazionale conl’atteggiamento rigoroso delricercatore che applica la sua“lente d’ingrandimento” al processo di conoscenza.

Questo cammino di gnosiapplicata si esplica poinell’approfondire i concettiprimordiali del Dharma,quali la casualità, ilfenomenico, per poiapplicare la razionalitàall’analisi della viabuddhista che sfocia nelTransrazionale.Il lettore troverà poi ampi e precisi riferimenti ai testiradice ma poi si troverà ad un bivio fondamentale:provare l’esperienza o menodella tecnica di liberazionepresentata. Se fino a pag.142 il lettore poteva seguirel’esposizione, con alternevicende nel comprendereappieno il punto di vista,accettare o meno certiassunti, fare paralleli con i punti fondamentali di altrereligioni o filosofie, giuntoal capitolo 5° deve operareuna scelta che dal filonepuramente razionale lo può,se vuole, portare alla sogliadi una “visione”, di una“sensazione”, che non è piùlegata alla pura menterazionale. L’A. non vuolecerto obbligare ad alcunchéma porge, come ha fatto intutte le pagine precedenti,l’esperienza di vita vissuta

di un metodo che non puònon sconvolgere, almenoall’inizio, la vita quotidianadi chi è “desideroso diconoscenza”, che si è postoalcune domandefondamentali sulla propriavita interiore. Non mancano cartellid’avvertimento nel farepropria l’esperienzaindicata, ma quanto filtreràattraverso le maglie fitte delraziocinio del cervello pergiungere alla fusione traquesto e la sensitività delcuore, sarà sottoposto ad unprocesso di “distillazione”,portandolo verso la Viadell’Ascesi. È doverososottolineare che l’A., a differenza del nome, è unoccidentale, un francese, cheha quindi la sensibilità e laconoscenza di come il puroricercatore razionaleoccidentale muove i suoipassi su di una strada cheha ben poco del lastricatoscientifico e questo hacomportato la validitàdell’esposizione di concettiche altrimenti sarebbe statisemplici enunciati daprendersi per “credenza”anziché per “conoscenza”.

Leopoldo Sentinelli

RECENSIONI

ANAGARIKAPRAJÑANANDABuddismognosticoJñåna e prajñå - gnosi e pro-gnosiEditrice Pisani Pagg 262 - Euro 16,00

111

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.47 Pagina 111

Page 113: Caro lettore, la via del Dharma, passa · 2019-12-09 · Caro lettore, la via del Dharma, passa (anche) di qui... DHARMA Trimestrale di buddhismo buddhismoper la per lapratica e per

112

Sul muro di Jippoji, un tempio giapponese, in un quadretto si legge una storia interessante.Nell’orto erano nate alcune zucche. Una in particolare era grande e ben colorita,

e tutti, vedendola, ne erano ammirati. A fianco di questa meravigliosa zucca, cresceva una zucca piccola, malfatta, dai colori pallidi.

La grande zucca, piena di sé, le diceva: “Sei brutta! Sei la vergogna delle zucche”. L’altra rispondeva per le rime, e le due zucche si accapigliavano rumorosamente.

Un monaco, disturbato da tutto quel chiasso, ordinò loro di sedersi in meditazione. Man mano che le zucche sedevano in silenzio, con la mente calma e raccolta, la visione

di un universo dove tutto è sempre insieme, appariva loro. E un giorno, toccandosi la testa,scoprirono di essere unite indistintamente da un unico lungo tralcio. La grande zucca,vergognandosi, pensò allora: “La tristezza di quella zucca pallida è la mia tristezza, la

sofferenza degli altri la mia sofferenza”. Disse allora alla piccola zucca: “Perdonami, mia piccolacompagna! Sono stata molto sciocca. Un’unica vita congiunge tutte le vite. Perché litigare?”.

Ho qui sul tavolo una fotografia triste: ritrae unebreo poco prima di morire ad Auschwitz e un grup-po di soldati alle sue spalle. L’ebreo è l’Ecce Homocosmico, concentrato e cosciente: i suoi occhi ab-bassati in muta preghiera conoscono l’unico tralcioche lo unisce ai suoi assassini. I soldati, per scher-no, gli hanno aperto sul capo una delle due scatolet-te (Tefillin), che ogni ebreo osservante porta con sé,contenenti quattro brani della Torah e ridono con-tenti: essi si credono separati, pensano che quelgiorno sarà solo l’ebreo a morire. Nella loro in-consapevolezza non sanno che la vita dell’uomo cheun istante dopo uccideranno è intimamente legataalla loro vita, che la sua morte visibile sarà la loromorte invisibile.

Il Dalai Lama, pensando ai dolorosi fatti del Tibet,ha detto: “Provo sofferenza per i cinesi: essi stannoaccumulando un karma pesante”. Poco prima dimorire (1963) Ramdas, il santo indiano, affermò:“Se non c’è la meditazione, è l’amore di Dio che non

c’è nel nostro cuore”. Senza questa capacità di so-stare, di sedere nel silenzio, di rientrare in sé, è im-possibile il vedere. E il silenzio che consente la visio-ne di Mosè sul Sinai, di Gesù sul Tabor.

Colui che medita rivolge lo sguardo all’internonon per fuggire il mondo, ma per comprendere ilmondo al di fuori delle illusioni del mondo. L’occhioprivo di illusioni vede l’unico tralcio che ci unisce in-dissolubilmente. Se i potenti acquisissero quest’oc-chio, sarebbero risparmiate le sofferenze delle guer-re. Che serve all’uomo possedere l’universo intero,se poi diviene l’uccisore di sé? (Marco 8,36). Quan-do scendo in città, guardo donne e uomini andare evenire come se fossero separati, ognuno chiuso nelsuo piccolo io, unito al massimo ad altri piccoli io (lafamiglia, gli amici).

Ricordando il monaco di Jippoji, vorrei pregarlidi fermarsi, di sedere in meditazione e poi alla fine ditoccarsi la testa. Come religione, insegno a guardarele zucche nell’orto per trasformare il mondo.

Guardare le zucche per trasformare

il mondo

Il raccontoTratto da Gianpietro Sono Fazion ,

Il saltimbanco che giocava con Dio,edizioni LA CITTADELLA, Assisi 2006

28 DH - DIALOGO (pg 80-112).qxp 10/03/2008 11.48 Pagina 112


Recommended