COMUNE DI BAGHERIA Provincia PA
Azienda *********************************
Datore di Lavoro
*********************************
Elaborato
DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI
D.Lgs. 9 aprile 2008 n° 81 (Come modificato dal D.Lgs. 106/09)
RSPP : ************************
Data : ___/___/_____
2
1. INDICE
1. INDICE ............................................................................................... 2
2. PREMESSA .......................................................................................... 4
3. ORGANIGRAMMA AZIENDALE ................................................................ 7
4. ATI GENERALI AZIENDA ....................................................................... 8
5. DESCRIZIONE CICLO PRODUTTIVO ........................................................ 9
6. SORVEGLIANZA SANITARIA ................................................................. 11
7. PRIMO SOCCORSO: DISPOSIZIONI GENERALI ........................................ 12
8. MISURE GENERALI DI PREVENZIONE .................................................... 16
9. AMBIENTI DI LAVORO ......................................................................... 37
10. VALUTAZIONE DEI RISCHI ............................................................. 40
11. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO ................................................... 45
Elenco Fattori di Pericolo ......................................................................... 47
12. GRUPPI DI LAVORATORI ESPOSTI A RISCHI PARTICOLARI ................. 49
13. Stress da lavoro correlato .............................................................. 50
14. Lavoratrici in stato di Gravidanza .................................................... 53
15. Lavoratori con differenze di genere, età, nazionalità o contratto di lavoro
59
16. MONITORAGGIO INTERNO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO ............... 60
17. PROGRAMMA PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI
SICUREZZA ........................................................................................... 61
18. ANALISI DELLE LAVORAZIONI ........................................................ 61
19. ATTREZZATURE .......................................................................... 124
20. SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI ........................................... 141
SCHEDE DELLE SOSTANZA UTILIZATE .................................................... 155
21. RISCHIO CHIMICO ...................................................................... 156
22. ESITO DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE RISCHIO RUMORE UFFICI .. 186
23. ESITO DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE RISCHIO RUMORE E
VIBRAZIONI OFFICINE TIPOGRAFICHE ................................................... 192
24. RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI ....................... 228
3
25. RISCHIO INCENDIO .................................................................... 237
26. SEGNALETICA DI SICUREZZA ....................................................... 245
27. PROGRAMMA DI FORMAZIONE ..................................................... 249
29. REVISIONE DEL DOCUMENTO....................................................... 273
CONCLUSIONI ..................................................................................... 273
30. ALLEGATI .................................................................................. 274
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2. PREMESSA
Il presente documento, redatto ai sensi degli artt. 28 e segg. del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e
successive modifiche introdotte dal D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 , ha lo scopo di effettuare la
valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori
presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad
individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma
delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza;
Utilizzazione e consultazione
Il documento sarà utilizzato come guida da tutti i soggetti facenti parte del sistema
organizzativo della sicurezza per applicare al meglio tutte le misure da adottare durante le
varie lavorazioni in relazioni ai fattori di rischio presenti.
Tutti saranno tenuti alla piena osservanza ed applicazione delle misure di sicurezza riportate
nel presente documento.
Le misure, i dispositivi di protezione individuale e le cautele di sicurezza sono:
tassativamente obbligatorie
da impiegare correttamente e continuamente
da osservare personalmente.
Revisione
Il DVR dovrà essere sottoposto a revisione, ad opportuni intervalli di tempo, per assicurarne
l'adeguatezza e l'efficacia nel tempo.
Sarà pertanto necessario rielaborare una valutazione dei rischi, ogni qualvolta si introduca un
cambiamento tale da modificare la percezione dei rischi sul luogo di lavoro, ad esempio quando
viene avviato un nuovo sistema di lavorazione, vengono adottate nuovi agenti chimici e nuove
attrezzature oppure quando si effettua una variazione dell’organizzazione del lavoro da cui
possano risultare nuove situazioni lavorative in ambienti diversi.
La valutazione dei rischi deve essere, in ogni caso, ripetuta con periodicità di tre anni, in caso
di esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni o biologici.
Definizioni Ricorrenti
Si adottano, nel presente documento le definizioni seguenti:
Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di
causare danni;
Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di
impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione;
Il rischio (R) è funzione della magnitudo (M) del danno provocato e della probabilità (P) o
frequenza del verificarsi del danno.
Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e
sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria
attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad
elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di
salute e sicurezza;
Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività
lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza
retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi
gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: il socio
lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle
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società e dell’ente stesso; l’associato in partecipazione di cui all’articolo 2549, e seguenti del
codice civile; il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento di cui
all’articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui a specifiche disposizioni delle leggi
regionali promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro o di agevolare
le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l’allievo degli
istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei
quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e
biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in
cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione; il
volontario, come definito dalla legge 1° agosto 1991, n. 266; i volontari del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco e della protezione civile; il volontario che effettua il servizio civile; il
lavoratore di cui al decreto legislativo 1° dicembre 1997, n. 468, e successive modificazioni;
Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il
soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta
la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in
quanto esercita i poteri decisionali e di spesa;
Azienda: il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato;
Unità produttiva: stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni o all’erogazione di
servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale;
Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro
organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa;
Preposto: persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri
gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività
lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta
esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: persona in possesso delle
capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 del D.Lgs. 81/08 designata dal datore
di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi;
Servizio di prevenzione e protezione dei rischi insieme delle persone, sistemi e mezzi
esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischi
professionali per i lavoratori;
Addetto al servizio di prevenzione e protezione : persona in possesso delle capacità e dei
requisiti professionali di cui all’articolo 32 del D.Lgs. 81/08, facente parte del servizio di
prevenzione e protezione dei rischi
Medico competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e
professionali di cui all’articolo 38 del D.Lgs. 81/08, che collabora, secondo quanto previsto
all’articolo 29, comma 1, dello stesso D.Lgs., con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei
rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la
sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al presente decreto;
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: persona eletta o designata per
rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante
il lavoro;
Sorveglianza sanitaria: insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e
sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e
alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa;
Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in
un’assenza di malattia o d’infermità;
Sistema di promozione della salute e sicurezza: complesso dei soggetti istituzionali che
concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di
intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori;
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Prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la
particolarità del lavoro,
l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute
della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno;
Agente: L’agente chimico, fisico o biologico, presente durante il lavoro e potenzialmente
dannoso per la salute.
Norma tecnica: specifica tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale,
da un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione, la cui osservanza
non sia obbligatoria;
Buone prassi: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le
norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e
sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle
condizioni di lavoro, elaborate e raccolte dalle regioni, dall’Istituto superiore per la prevenzione
e la sicurezza del lavoro (ISPESL), dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni
sul lavoro (INAIL) e dagli organismi paritetici di cui all’articolo 51 del D.Lgs. 81/08, validate
dalla
Commissione consultiva permanente di cui all’articolo 6 del D.Lgs. 81/08, previa istruttoria
tecnica dell’ISPESL,che provvede a assicurarne la più ampia diffusione;
Linee Guida: atti di indirizzo e coordinamento per l’applicazione della normativa in materia di
salute e sicurezza predisposti dai ministeri, dalle regioni, dall’ISPESL e dall’INAIL e approvati in
sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano;
Formazione: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti
del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla
acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e
alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi;
Informazione: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione,
alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro;
Addestramento: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto
di attrezzature, macchine,
impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro;
Modello di organizzazione e di gestione: modello organizzativo e gestionale per la
definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell’articolo
6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati
di cui agli articoli 589 e 590, comma 3, del codice penale, commessi con violazione delle
norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro;
Organismi paritetici: organismi costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei
prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, quali sedi
privilegiate per: la programmazione di attività formative e l’elaborazione e la raccolta di buone
prassi a fini prevenzionistici; lo sviluppo di azioni inerenti la salute e sicurezza sul lavoro; la
l’assistenza alle imprese finalizzata all’attuazione degli adempimenti in materia; ogni altra
attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento;
Responsabilità sociale delle Imprese: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali
ed ecologiche delle aziende e organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti
con le parti interessate.
Libretto formativo del cittadino: libretto personale del lavoratore definito, ai sensi
dell'accordo Stato-regioni del 18 febbraio 2000, di concerto tra il Ministero del lavoro e delle
politiche sociali e il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, previa intesa con la
Conferenza unificata Stato-regioni e sentite le parti sociali, in cui vengono registrate le
competenze acquisite durante la formazione in apprendistato, la formazione in contratto di
inserimento, la formazione
specialistica e la formazione continua svolta durante l'arco della vita lavorativa ed effettuata da
soggetti accreditati dalle
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regioni, nonche' le competenze acquisite in modo non formale e informale secondo gli indirizzi
della Unione europea in materia di apprendimento permanente, purche' riconosciute e
certificate;
3. ORGANIGRAMMA AZIENDALE
RAPPRESENTANTE LAVORATORI PER LA SICUREZZA
***********************
SQUADRA GESTIONE EMERGENZE
Responsabile dell’emergenza ***********************
Addetto antincendio ***********************
Addetto primo soccorso ***********************
LAVORATORI
RESPONSABILE DEL SERVIZIO
PREVENZIONE E PROTEZIONE
*********************
MEDICO COMPETENTE
********************
DATORE DI LAVORO
***********************
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4. ATI GENERALI AZIENDA
Dati Azienda
Anagrafica Azienda
Ragione Sociale
Natura Giuridica
Attività Tipografia e Legatoria Industriale
Codice ISTAT
Data Inizio Attività
Partita IVA
Codice Fiscale
Sede Legale
Comune Bagheria
Provincia
Indirizzo
Sede Operativa
Comune Bagheria
Provincia PA
Indirizzo
Rappresentante Legale
Rappresentante Legale
Data di Nomina
Indirizzo
Città
CAP
Provincia
Figure e Responsabili
Datore di Lavoro
RSPP
Medico Competente
RLS
Servizio Primo Soccorso
Servizio Incendio-Evacuazione
Iscrizioni
Num. Iscrizione REA Ex Registro Ditte
Data Iscrizione REA
Camera Commercio
9
Lavoratori
N° Cognome Nome Mansione
1 LITOGRAFO
2 LITOGRAFO
3 LITOGRAFO
4 MONTAGISTA
5 AUTISTA
6 LITOGRAFO
7 LEGATORE
8 LEGATORE
9 COMPUTERGRAFICA
10 APP. LEGATORE
11 LEGATORE
12 COMPUTERGRAFICA
13 OPERATORE CONTABILE
14 OPERATORE
AMMINISTRATIVO
15 APP. OPERATORE
AMMINISTRATIVO
16 APP. FOTOINCISORE
17 APP. ALLESTITORE
18 APP. ALLESTITORE
5. DESCRIZIONE CICLO PRODUTTIVO
L’azienda è una Tipografia che opera nel settore della legatoria e litografia industriale.
Sostanzialmente si svolgono le seguenti operazioni e cicli di lavorazione.
Tali operazioni si svolgono per quanto riguarda l’attività di ufficio, direzione, segreteria,
centralino e lavoro di computer grafica presso la sede si via del Cavaliere, 93 a Bagheria;
mentre i processi che interessano la produzione si hanno nell’officina sita in via del Cavaliere,
87/g sempre a Bagheria.
OPERAZIONI E CICLI DI LAVORAZIONE.
Reception centralino: Gli addetti al servizio di reception provvedono al riconoscimento del
personale e dei visitatori rilasciando a questi ultimi i permessi di accesso nel rispetto delle
procedure del cliente, istradandoli successivamente verso gli uffici cui sono diretti (
registrazione ed informazione visitatori). Come rappresentante dell'azienda presso la quale è
preposto deve trattare e filtrare efficacemente le telefonate in entrata. L'ascolto della voce del
cliente deve conciliarsi con la capacità di rendere chiari e concisi i messaggi verbali (gestione
telefono). L'addetto al centralino deve conciliare da un lato il miglioramento dei rapporti
interpersonali tramite un linguaggio più attento alle esigenze psicologiche degli altri, e dall'altro
deve sapere come comportarsi con persone o in situazioni difficili.
Assemblaggio foto e testi e /o fotocoposizione: consiste nell'acquisizione delle immagini o
dei testi forniti dal cliente sia su supporto digitale (CD, floppy disc. e/o memoria esterna) che
su supporto cartaceo/fotografico, in quest'ultima modalità le fotografie vengono acquisite
tramite gli scanner ad alta qualità in dotazione ad ogni singolo grafico, successivamente
avviene la pulitura ed il miglioramento delle stesse tramite programmi di fotoritocco e
fotocomposizione, ed in fine impaginate con i relativi testi.
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Composizione del testo: per composizione del testo si può intendere la totale trascrizione
estrapolata da un supporto cartaceo che la manipolazione di un testo fornito su supporto
digitale.
Preparazione matrici di stampa: questo processo avviene tramite il Computer to plate
(AGFA CTP EXCALIBUR 45 serial n.399) una tecnologia usata per trasferire immagini e testi
direttamente su lastre da stampa, così da evitare il passaggio della stampa sulle vecchie
pellicole, risparmiando sui costi di un passaggio in più e limitando contestualmente la perdita di
definizione di ciò che si va a riprodurre. Il termine "CTP" si usa anche per indicare la
"stampante" che fisicamente trasferisce l'immagine digitale sulla lastra.
Sviluppatrice lastre: Sviluppo a immersione con una spazzola.
Stampa offset: La stampa offset è un processo di stampa planografico (riferito al particolare
sistema di stampa che utilizza matrici piane tipiche della fototipia e della litografia) indiretto
che si basa sul fenomeno di repulsione tra acqua e sostanze grasse (nello specifico gli
inchiostri). Planografico perché i grafismi e icontro-grafismi sullo stesso piano.
È una tecnica di stampa basata principalmente sullo stesso principio della litografia (Esiste
anche una tecnica dry offset o offset a secco, molto meno diffusa che utilizza matrici a rilievo).
Anziché stampare il foglio a contatto diretto con la pietra o la lastra di alluminio microgranito,
la stampa avviene attraverso l'impiego di tre cilindri a contatto tra loro. Si tratta quindi di una
stampa indiretta: ciò significa che la stampa non avviene, come negli altri tipi di stampa di tipo
diretto, trasferendo direttamente l'inchiostro dalla lastra (matrice) al supporto, ma avviene con
l'inchiostro che viene riportato dalla lastra al caucciù, e da questo alla carta.
Finitura dei prodotti di stampa: Con legatoria si intende il procedimento con cui viene
materialmente assemblato un libro a partire da un certo numero di fogli separati di carta.
La piegatura: è una lavorazione meccanica con la quale si deforma un foglio di carta steso
(f.to 70x100cm e/o f.to 50x70cm) con diverse pieghe.
Cordonatura: effettua dei solchi che facilitano la piaga di fogli in vari formati, l'inserimento
dei fogli avviene in modo manuale, mentre l'avanzamento è automatico. (CORDONATRICE)
La raccolta: successivamente alla piegatura avviene la raccolta dei sedicesimi o/e ottavi e/o
quartini in modo sequenziale.(RACCOGLITRICE MANUALE)
La cucitura (a mano o meccanica) consiste nel passaggio, alla piega del fascicolo, di un filo
che trattiene i fogli. La cucitura viene consolidata con un adesivo, spesso di tipo vinilico.
Successivamente la coperta a cartella è incollata alle carte di guardia
La brossura è un tipo di rilegatura o brochure che superino i 2-3 millimetri di spessore totale.
Tale legatura si ottiene incollando sul dorso delle segnature (ottavi o dodicesimi, sedicesimi,
ventiquattresimi, trentaduesimi a seconda di quante pagine contengono) una copertina di
cartoncino e poi rifilate sui tre lati. La legatura in brossura può essere di due tipi: fresata
(prima dell'incollatura le segnature vengono raccolte e tagliate con una fresa dal lato della
piega; permette una maggiore penetrazione della colla) o a filo refe (le segnature vengono
cucite al centro con un filo di cotone, lino, canapa o sintetico e poi incollate). Il primo tipo è di
fattura più rapida ed economica, il secondo resiste di più all'usura. Esiste inoltre, specie per le
rilegature di pregio, il classico libro in brossura cucita, per cui si usava spesso il filo di seta,
preferito per la resistenza e la delicatezza nei confronti della carta. La rilegatura avviene su
copertina in cartonato, che può avere dorso quadro o tondo, oltre a una fettuccia in tela a cui
talvolta è applicato un nastro che funge da segnalibro.
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6. SORVEGLIANZA SANITARIA
Fermo restando che è la valutazione dei rischi a definire la necessità di provvedere o meno alla
sorveglianza sanitaria, il documento di valutazione dei rischi deve descrivere per quali rischi e
per quali mansioni è prevista.
Di seguito sono riportati i fattori e le situazioni di rischio più frequenti che determinano
l’obbligo di sorveglianza sanitaria:
Utilizzo di VDT: E’ obbligatorio sottoporre a controllo sanitario i lavoratori che utilizzano
attrezzature munite di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore
settimanali, dedotte le interruzioni di legge (art. 21 L. 422/00). La periodicità della visita
medica è quinquennale, salvo indicazioni individuali da parte del medico competente; per i
lavoratori di età superiore ai 50 anni è biennale (D. Lgs. 81/08, art. 176).
Movimentazione manuale di carichi: la sorveglianza sanitaria preventiva e periodica è
prevista dalla legge per attività che comportano movimentazione manuale di carichi, ossia
sollevamento o abbassamento, sostegno, trasporto o spostamento, spinta o tiro con rischi, tra
l'altro, di lesioni dorso-lombari.
Nei seguenti casi:
attività di sollevamento, spinta, tiro o trasporto con Indici calcolati di Rischio superiori a
1 (nel caso del sollevamento ciò si verifica quando i pesi superano i 15 o 30 Kg. a
seconda del sesso e dell'età del lavoratore o anche per pesi inferiori nel caso di
operazioni frequenti o in condizioni disagevoli)
altre attività di movimentazione manuale nelle quali pur non essendo stato calcolato
l'Indice di Rischio sia presente una delle seguenti condizioni:
o sussiste storia o evidenza di rischio (es. facchinaggio, edilizia, assistenza
infermi)
o un peso di oltre 10 Kg. viene sollevato:
oltre 4 volte al minuto per meno di 1 ora
oltre 1 volta al minuto per un tempo fino a 2 ore
oltre 1 volta ogni 5 minuti per oltre 2 ore
o un peso di oltre 3 Kg. viene sollevato con elevata frequenza e in modo
estremamente disagevole
sono presenti altri elementi di rischio elencati nell'Allegato XXXIII D. Lgs. 81/08.
Agenti cancerogeni: il medico fornisce agli addetti adeguate informazioni sulla sorveglianza
sanitaria cui sono sottoposti, con particolare riguardo all’opportunità di sottoporsi ad
accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell’attività lavorativa.
In considerazione anche della possibilità di effetti a lungo termine, gli esposti ad agenti
cancerogeni e/o mutageni devono essere iscritti in un registro nel quale è riportata l’attività
svolta, l’agente utilizzato e, ove noto, il valore dell’esposizione a tale agente. Detto registro è
istituito ed aggiornato dal datore di lavoro insieme al medico competente. Copia del registro va
consegnata all’ISPESL e all’organo di vigilanza competente per territorio (ASL), comunicando,
almeno ogni 3 anni, le variazioni intervenute, e a richiesta va consegnata all’Istituto Superiore
di Sanità. Inoltre, per ciascuno degli addetti esposti è istituita una cartella sanitaria e di rischio,
a tutela del lavoratore per il controllo dell’esposizione anche dopo la cessazione dell’attività a
rischio.
Rumore: il livello di esposizione personale settimanale (40 ore) che comporta la sorveglianza
sanitaria corrisponde a 85 dB(A) (D. Lgs 195/06).
La periodicità della visita medica, integrata da esame audiometrico, è biennale per esposizione
media uguale o superiore a 85 dB(A), per valori superiori a 80 dB(A) il lavoratore potrà
richiedere comunque visita al medico competente.
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7. PRIMO SOCCORSO: DISPOSIZIONI GENERALI
Il D. Lgs. 81/08 (artt.18 e 45) prevede che il datore di lavoro adotti i provvedimenti in materia
di organizzazione di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza sui luoghi di lavoro,
stabilendo i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di pronto soccorso.
Ciò si traduce nella definizione di un piano di Primo Soccorso, che stabilisca le procedure
organizzative da seguire in caso di infortunio o malore, i criteri di individuazione e i compiti dei
lavoratori designati per lo svolgimento delle funzioni di pronto soccorso e le risorse dedicate.
Si ricordano le seguenti definizioni:
o pronto soccorso: procedure complesse con ricorso a farmaci e strumentazione,
orientate a diagnosticare il danno ed a curare l’infortunato, di competenza di personale
sanitario
o primo soccorso: insieme di semplici manovre orientate a mantenere in vita l’infortunato
ed a prevenire possibili complicazioni in attesa dell’arrivo di soccorsi qualificati; deve
essere effettuato da qualsiasi persona.
Il piano di primo soccorso va definito dal datore di lavoro e dal RSPP, in collaborazione con il
medico competente, condiviso dagli addetti al primo soccorso e dai RLS e portato alla
conoscenza di tutti i lavoratori.
Nella formulazione del piano si terrà presente:
le informazioni fornite dal documento di valutazione dei rischi
le informazioni fornite dalle schede di sicurezza dei prodotti chimici, qualora utilizzati,
che vanno sempre tenute aggiornate
la tipologia degli infortuni già avvenuti in passato (informazioni ricavate dal registro
infortuni)
la segnalazione in forma anonima da parte del medico competente della presenza di
eventuali casi di particolari patologie tra i lavoratori, per le quali è opportuno che gli
addetti al primo soccorso siano addestrati
le procedure di soccorso preesistenti, che vanno disincentivate se scorrette o recuperate
se corrette.
Si devono, inoltre, precisare ruoli, compiti e procedure, come riportato di seguito:
chi assiste all’infortunio: deve allertare l’addetto al primo soccorso riferendo quanto è
accaduto
l’addetto al primo soccorso: deve accertare la necessità di aiuto dall’esterno ed iniziare
l’intervento di primo soccorso
tutti: a seconda dei casi mettere in sicurezza se stessi e gli altri oppure, se non si è
coinvolti, rimanere al proprio posto in attesa di istruzioni
la portineria: individuare il miglior percorso per l’accesso al luogo, mantenere sgombri i
passaggi, predisporre eventuali mezzi per il trasporto dell’infortunato
RSPP: mettere a disposizione dei soccorritori la scheda di sicurezza in caso di infortunio
con agenti chimici.
13
Compiti di Primo soccorso
Gli incaricati al primo soccorso devono essere opportunamente formati ed addestrati ad
intervenire prontamente ed autonomamente per soccorrere chi s’infortuna o accusa un malore
e hanno piena facoltà di decidere se sono sufficienti le cure che possono essere prestate in loco
o se invece è necessario ricorrere a soccorritori professionisti.
Gli incaricati al primo soccorso devono svolgere i seguenti compiti:
al momento della segnalazione, devono intervenire tempestivamente, sospendendo
ogni attività che stavano svolgendo prima della chiamata, laddove è possibile saranno
temporaneamente sostituiti, in quanto gli incaricati saranno esonerati, per tutta la
durata dell’intervento, da qualsiasi altra attività.
L’azione di soccorso è circoscritta al primo intervento su qualsiasi persona bisognosa di
cure immediate e si protrae, senza interferenze di altre persone non competenti, fino a
che l’emergenza non sia terminata.
In caso di ricorso al 118, l’intervento si esaurisce quando l’infortunato è stato preso dal
personale dell’ambulanza o in caso di trasporto in auto in ospedale dal personale del
Pronto Soccorso.
Gli interventi di primo soccorso sono finalizzati al soccorso di chiunque si trovi nei locali
dell’azienda.
Nei casi più gravi, gli incaricati al P.S., se necessario, accompagnano o dispongono il
trasporto in ospedale dell’infortunato, utilizzando l’automobile dell’azienda o un’altra
autovettura prontamente reperita.
Qualora un incaricato di P.S. riscontri carenze nella dotazione delle valigette di primo
soccorso o nell’infermeria, deve avvisare il coordinatore, il quale provvede a trasferire la
segnalazione alla persona che svolge la funzione di addetto alla gestione dei materiali.
Durante le prove d’evacuazione, tutti gli incaricati di P.S. debitamente e
preventivamente avvisati ed istruiti da chi organizza la prova, devono rimanere nei
luoghi loro assegnati per poter intervenire prontamente in caso di necessità.
In caso di evacuazione non simulata, tutti gli incaricati di P.S. presenti sono impegnati
nella sorveglianza delle operazioni (a meno che non svolgano anche la mansione di
addetto all’antincendio) ed usciranno solo dopo che si sono completate tutte le
operazioni di sfollamento.
7.1.1. Compiti Del Centralinista/Segreteria
Il centralinista/personale di segreteria attiva il 118 solo su richiesta dell’incaricato di P.S.
fornendo le seguenti indicazioni:
o numero di telefono dell’azienda
o indirizzo esatto ed eventuali riferimenti geografici ed istruzioni per raggiungere
l’azienda
o numero degli infortunati
o tipo di infortunio
o se l’infortunato parla, si muove, respira
o eventuale emorragia.
La trasmissione al centralinista/personale di segreteria delle informazioni riferite alle condizioni
dell’infortunato deve essere assicurata dall’incaricato di P.S. che richiede l’intervento.
14
Cassetta di Pronto Soccorso e Pacchetto di Medicazione
Ai fini del primo soccorso le aziende sono classificate in 3 gruppi, A, B e C (art. 1 del D.M.
388/2003), tenuto conto della tipologia di attività svolta, del numero dei lavoratori occupati e
dei fattori di rischio:
Gruppo A:
I) Aziende o unità produttive con attività industriali, soggette all'obbligo di dichiarazione
o notifica, di cui all'articolo 2, del D. Lgs. n. 334/99, centrali termoelettriche, impianti e
laboratori nucleari di cui agli articoli 7, 28 e 33 del D. Lgs. n. 230/95, aziende estrattive
ed altre attività minerarie definite dal D. Lgs. n. 81/08, lavori in sotterraneo di cui al D. P.R. n. 320/56, aziende per la fabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni.
II) Aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori appartenenti o riconducibili ai
gruppi tariffari INAIL con indice infortunistico di inabilità permanente superiore a
quattro, quali desumibili dalle statistiche nazionali INAIL relative al triennio precedente
ed aggiornate al 31 dicembre di ciascun anno. Le predette statistiche nazionali INAIL
sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale
III) Aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori a tempo indeterminato del
comparto dell'agricoltura.
Gruppo B: aziende o unità produttive con tre o più lavoratori che non rientrano nel gruppo
A.
Gruppo C: aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel
gruppo A.
Nelle aziende o unità produttive di gruppo A e di gruppo B, il datore di lavoro deve garantire le
seguenti attrezzature:
a) cassetta di pronto soccorso, tenuta presso ciascun luogo di lavoro, adeguatamente
custodita in un luogo facilmente accessibile ed individuabile con segnaletica appropriata,
contenente la dotazione minima indicata nell'allegato 1 (D.M. 388/2003), da integrare sulla
base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro e su indicazione del medico competente, ove
previsto, e del sistema di emergenza sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale, e della
quale sia costantemente assicurata, la completezza ed il corretto stato d'uso dei presidi ivi
contenuti;
b) un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale.
Mentre nelle aziende o unità produttive di gruppo C, il datore di lavoro deve garantire le seguenti attrezzature:
a) pacchetto di medicazione, tenuto presso ciascun luogo di lavoro, adeguatamente
custodito e facilmente individuabile, contenente la dotazione minima indicata nell'allegato 2
(D.M. 388/2003) da integrare sulla base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro, della quale
sia costantemente assicurata, in collaborazione con il medico competente, ove previsto, la completezza ed il corretto stato d'uso dei presidi ivi contenuti;
b) un mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale
15
In azienda, così come previsto dal punto 5 dell’Allegato IV del D.Lgs. 81/08, sono presenti i
presidi sanitari indispensabili per prestare le prime immediate cure ai lavoratori feriti o colpiti
da malore improvviso. Detti presidi sono contenuti in una Cassetta di Pronto Soccorso.
CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO
Guanti sterili monouso (5 paia).
Visiera paraschizzi
Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1).
Flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3).
Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10).
Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2).
Teli sterili monouso (2).
Pinzette da medicazione sterili monouso (2).
Confezione di rete elastica di misura media (1).
Confezione di cotone idrofilo (1).
Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2).
Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2).
Un paio di forbici.
Lacci emostatici (3).
Ghiaccio pronto uso (due confezioni).
Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2).
Termometro.
Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa.
La cassetta di Pronto Soccorso deve essere tenuta presso ciascun luogo di lavoro e deve essere
adeguatamente custodita in un luogo facilmente accessibile ed individuabile con segnaletica
appropriata.
Nel caso in cui l'azienda o l’unità produttiva sia ricompresa nel gruppo B, il Datore di
Lavoro dota il luogo di lavoro di una cassetta di pronto soccorso (il cui contenuto è conforme a
quanto indicato nella tabella sottostante), integrata dai materiali eventualmente scelti, su
parere anche del medico competente, in funzione dei rischi specifici aziendali e di un mezzo di
comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario
Nazionale.
CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO
Guanti sterili monouso (5 paia).
Visiera paraschizzi
Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1).
Flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro - 0, 9%) da 500 ml (3).
Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10).
Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2).
Teli sterili monouso (2).
Pinzette da medicazione sterili monouso (2).
Confezione di rete elastica di misura media (1).
Confezione di cotone idrofilo (1).
Confezioni di cerotti di varie misure pronti all'uso (2).
Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2).
Un paio di forbici.
Lacci emostatici (3).
Ghiaccio pronto uso (due confezioni).
Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2).
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Termometro.
Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa.
La cassetta di Pronto Soccorso deve essere tenuta presso ciascun luogo di lavoro e deve essere
adeguatamente custodita in un luogo facilmente accessibile ed individuabile con segnaletica
appropriata.
Nel caso in cui invece l'azienda o unità produttiva sia ricompresa nel gruppo C, è
sufficiente un pacchetto di medicazione (il cui contenuto è conforme a quanto indicato nella
tabella sottostante), integrato dai materiali eventualmente scelti, su parere anche del medico
competente, sulla base dei rischi specifici aziendali. Anche in questo caso è necessario che vi ia
a disposizione un sistema per le comunicazioni sanitarie di emergenza.
CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE
Guanti sterili monouso (2 paia).
Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1).
Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1).
Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1).
Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3).
Pinzette da medicazione sterili monouso (1).
Confezione di cotone idrofilo (1).
Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1).
Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1).
Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1).
Un paio di forbici (1).
Un laccio emostatico (1).
Confezione di ghiaccio pronto uso (1).
Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1).
Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa
del servizio di emergenza.
Il pacchetto di medicazione di Pronto Soccorso deve essere tenuto presso ciascun luogo di
lavoro e deve essere adeguatamente custodito in un luogo facilmente accessibile ed
individuabile con segnaletica appropriata.
Nelle aziende o unità produttive di gruppo A, anche consorziate, il datore di lavoro, sentito il
medico competente, è tenuto a garantire il raccordo tra il sistema di pronto soccorso interno e
quello di emergenza sanitaria nazionale. Nelle aziende o unità produttive che hanno lavoratori
che prestano la propria attività in luoghi isolati, diversi dalla sede aziendale o unità produttiva,
il datore di lavoro è tenuto a fornire loro il pacchetto di medicazione di cui all'allegato 2 del
Decreto del Ministero della Salute del 15 luglio 2003, n. 388 ed un mezzo di comunicazione
idoneo per raccordarsi con l'azienda al fine di attivare rapidamente il sistema di emergenza del
Servizio Sanitario Nazionale.
8. MISURE GENERALI DI PREVENZIONE
Qui di seguito vengono riportate le misure di prevenzione generali nei confronti dei rischi
specifici individuati nell’azienda oggetto del presente Documento di Valutazione, e riportati in
dettaglio nelle Sezioni 7, 8, 9 e 10. Oltre alle indicazioni di ordine generale riportate occorrerà
attenersi alle istruzioni dettagliate nelle singole attività lavorative e nelle schede relative
all’utilizzo di attrezzature, sostanze ed opere provvisionali.
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PROCEDURE D’EMERGENZA ED ADDETTI
8.1.1. COMPITI E PROCEDURE GENERALI
Come previsto dall’ art. 43, comma 1, del D.Lgs. 81/08, sono stati organizzati i necessari
rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta
antincendio e gestione dell’emergenza.
Sono stati, infatti, designati preventivamente i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure
di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di
pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione
dell’emergenza;
Sono stati informati tutti i lavoratori che possono essere esposti a un pericolo grave ed
immediato circa le misure predisposte e i comportamenti da adottare;
Sono stati programmati gli interventi, presi i provvedimenti e date le istruzioni affinché i
lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato che non può essere evitato, possano cessare
la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro;
Sono stati adottati i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo
grave ed immediato per la propria sicurezza o per quella di altre persone e nell’impossibilità di
contattare il competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare
le conseguenze di tale pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici
disponibili.
Ai fini delle designazioni si è tenuto conto delle dimensioni dell’azienda e dei rischi specifici
dell’azienda o della unità produttiva secondo i criteri previsti nei decreti di cui all’articolo 46 del
D.Lgs. 81/08 (decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998 e decreto legislativo 8
marzo 2006, n. 139)
In azienda saranno sempre presenti gli addetti al pronto soccorso, alla prevenzione incendi ed
alla evacuazione.
In azienda verrà esposta una tabella ben visibile riportante almeno i seguenti numeri
telefonici:
Vigili del Fuoco
Pronto soccorso
Ospedale
Vigili Urbani
Carabinieri
Polizia
18
8.1.2. NUMERI UTILI
ENTE CITTÀ N.ro TELEFONICO
CARABINIERI Bagheria 112/0918169930
POLIZIA Bagheria 113
PRONTO SOCCORSO 118
VIGILI DEL FUOCO 115
AUSL TERRITORIALE 0917031111
OSPEDALE CIVICO DI PALERMO Palermo 0916661111
INAIL PALERMO 0916705111
ISPETTORATO DEL LAVORO PALERMO 0916026111
AQUEDOTTO SEGNALAZIONE GUASTI BAGHERIA 091901831
ENEL SEGNALAZIONE GUSTI 800900800
In situazione di emergenza (incendio, infortunio, calamità) il lavoratore dovrà chiamare
l’addetto all’emergenza che si attiverà secondo le indicazioni sotto riportate. Solo in assenza
dell’addetto all’emergenza, il lavoratore potrà attivare la procedura sotto elencata.
8.1.3. CHIAMATA SOCCORSI ESTERNI
In caso d’incendio
Chiamare i vigili del fuoco telefonando al 115.
Rispondere con calma alle domande dell’operatore dei vigili del fuoco che richiederà:
indirizzo e telefono dell’azienda, informazioni sull’incendio.
Non interrompere la comunicazione finché non lo decide l’operatore.
Attendere i soccorsi esterni al di fuori dell’azienda.
In caso d’infortunio o malore
Chiamare il SOCCORSO PUBBLICO componendo il numero telefonico 118.
Rispondere con calma alle domande dell’operatore che richiederà: cognome e nome,
indirizzo, n. telefonico ed eventuale percorso per arrivarci, tipo di incidente: descrizione
sintetica della situazione, numero dei feriti, ecc.
Conclusa la telefonata, lasciare libero il telefono: potrebbe essere necessario
richiamarvi.
REGOLE COMPORTAMENTALI
Seguire i consigli dell’operatore della Centrale Operativa 118.
Osservare bene quanto sta accadendo per poterlo riferire.
Prestare attenzione ad eventuali fonti di pericolo (rischio di incendio, ecc.).
Incoraggiare e rassicurare il paziente.
Inviare, se del caso, una persona ad attendere l’ambulanza in un luogo facilmente
individuabile.
Assicurarsi che il percorso per l’accesso della lettiga sia libero da ostacoli.
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MISURE GENERALI DI TUTELA
CADUTA DALL’ALTO
Situazioni di pericolo : Ogni volta che si transita o lavora in quota (anche a
modesta altezza), in prossimità di aperture nel vuoto (botole, aperture nei solai,
vani scala, vani ascensore, ecc.), durante l’utilizzo di mezzi di collegamento
verticali (scale, scale a pioli, passerelle, ecc.)
Le perdite di stabilità dell’equilibrio di persone che possono comportare cadute da un piano di
lavoro ad un altro posto a quota inferiore (di norma con dislivello maggiore di 2 metri), devono
essere impedite con misure di prevenzione, generalmente costituite da parapetti di trattenuta
applicati a tutti i lati liberi di travi, impalcature, piattaforme, ripiani, balconi, passerelle e luoghi
di lavoro o di passaggio sopraelevati. Si dovrà provvedere alla copertura e segnalazione di
aperture su solai, solette e simili o alla loro delimitazione con parapetti a norma.
Qualora risulti impossibile l’applicazione di tali protezioni dovranno essere adottate misure
collettive o personali atte ad arrestare con il minore danno possibile le cadute. A seconda dei
casi potranno essere utilizzate: superfici di arresto costituite da tavole in legno o materiali
semirigidi; reti o superfici di arresto molto deformabili; dispositivi di protezione individuale di
trattenuta o di arresto della caduta
Lo spazio corrispondente al percorso di un’ eventuale caduta deve essere reso
preventivamente libero da ostacoli capaci di interferire con le persone in caduta, causandogli
danni o modificandone la traiettoria.
Per i lavori di ufficio, la situazione più a rischio è relativa all’utilizzo di scale portatili, per le
quali occorre attenersi alle procedure di utilizzo in sicurezza.
CADUTA DI MATERIALE DALL’ALTO
Situazioni di pericolo : Ogni volta che si transita o lavora al di sotto di carichi
sospesi nel raggio d’azione di apparecchi di sollevamento oppure in prossimità di
scaffali, mensole, palchetti, armadi, ripiani e piani di appoggio.
Le perdite di stabilità incontrollate dell’equilibrio di masse materiali in posizione ferma o nel
corso di maneggio e trasporto manuale o meccanico ed i conseguenti moti di crollo,
scorrimento, caduta inclinata su pendii o verticale nel vuoto devono, di regola, essere impediti
mediante la corretta sistemazione delle masse o attraverso l’adozione di misure atte a
trattenere i corpi in relazione alla loro natura, forma e peso.
Gli effetti dannosi conseguenti alla possibile caduta di masse materiali su persone o cose
dovranno essere eliminati mediante dispositivi rigidi o elastici di arresto aventi robustezza,
forme e dimensioni proporzionate alle caratteristiche dei corpi in caduta.
Per tutti i lavori in altezza i lavoratori dovranno assicurare gli attrezzi di uso comune ad
appositi cordini o deporli in appositi contenitori.
20
URTI, COLPI, IMPATTI E COMPRESSIONI
Situazioni di pericolo : Presenza di oggetti sporgenti (tavole di legno, spigoli, elementi di opere
provvisionali, attrezzature, scaffalature, arredamenti, ecc.).
Le attività che richiedono sforzi fisici violenti e/o repentini dovranno essere eliminate o ridotte
al minimo anche attraverso l’impiego di attrezzature idonee alla mansione. Gli utensili, gli
attrezzi e gli apparecchi per l’impiego manuale dovranno essere tenuti in buono stato di
conservazione ed efficienza e quando non utilizzati dovranno essere tenuti in condizioni di
equilibrio stabile e non dovranno ingombrare posti di passaggio o di lavoro. I depositi di
materiali in cataste, pile e mucchi dovranno essere organizzati in modo da evitare crolli o
cedimenti e permettere una sicura e agevole movimentazione.
Fare attenzione durante gli spostamenti nelle aree di lavoro e riferire al Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione o al Datore di Lavoro eventuali oggetti o materiali o mezzi
non idoneamente segnalati.
Dovrà essere vietato lasciare in opera oggetti sporgenti pericolosi e non segnalati.
Operare sempre a ritmi regolari, evitando movimenti bruschi in tutte le attività lavorative.
PUNTURE, TAGLI ED ABRASIONI
Situazioni di pericolo : Durante il carico, lo scarico e la movimentazione di materiali ed
attrezzature di lavoro.Ogni volta che si maneggia materiale scabroso in superficie (legname,
punesse, oggetti taglienti ecc.) e quando si utilizzano attrezzi (taglierina, martello, cutter ,
ecc.)
Dovrà essere evitato il contatto del corpo dell’operatore con elementi taglienti o pungenti o
comunque capaci di procurare lesioni.
Tutti gli organi lavoratori delle apparecchiature dovranno essere protetti contro i contatti
accidentali.
Effettuare sempre una presa salda del materiale e delle attrezzature che si maneggiano
Utilizzare sempre Guanti protettivi in caso di utilizzo di attrezzature taglienti.
SCIVOLAMENTI E CADUTE A LIVELLO
Situazioni di pericolo : Presenza di materiali vari, cavi elettrici. Presenza di
pavimenti scivolosi o irregolari. Perdita di equilibrio durante la
movimentazione dei carichi, anche per la irregolarità dei percorsi.
I percorsi per la movimentazione dei carichi ed il dislocamento dei depositi
dovranno essere scelti in modo da evitare quanto più possibile le
interferenze con zone in cui si trovano persone.
Utilizzare detergenti/sostanze che non lasciano patine scivolose/schiumose sui pavimenti.
Dotare i gradini delle scale di idonee strisce antiscivolo.
21
I percorsi pedonali interni dovranno sempre essere mantenuti sgombri da attrezzature,
materiali, macerie o altro capace di ostacolare il cammino degli operatori. Per ogni postazione
di lavoro occorrerà individuare la via di fuga più vicina.
Si dovrà altresì provvedere per il sicuro accesso ai posti di lavoro situati in piano, in elevazione
o in profondità.
Le vie d’accesso e quelle corrispondenti ai percorsi interni dovranno essere illuminate ed
adeguatamente segnalate secondo le necessità diurne e notturne.
ELETTROCUZIONE
Situazioni di pericolo : Ogni volta che si lavora con attrezzature
funzionanti ad energia elettrica o si transita in prossimità di
lavoratori che ne fanno uso.
.
L' impianto elettrico deve essere realizzato a regola d'arte; vale a dire secondo le
norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). Per non pregiudicare le sue caratteristiche di
sicurezza anche le apparecchiature devono essere "a norma" (marchio IMQ o equivalente).
Un livello di sicurezza assoluto non è raggiungibile. E' possibile invece raggiungere un livello di
sicurezza accettabile mediante:
un'accurata realizzazione dell'impianto seguita da scrupolose verifiche;
l'impiego di apparecchiature elettriche di qualità garantita;
la manutenzione e le verifiche periodiche eseguite da personale specializzato.
Utilizzare materiale elettrico (cavi, prese) solo dopo attenta verifica di personale esperto
(elettricista).
Verificare sempre, prima dell’utilizzo di attrezzature elettriche, i cavi di alimentazione per
accertare la assenza di usure ed eventuali abrasioni.
Non manomettere il polo di terra.
Usare spine di sicurezza omologate CEI.
Usare attrezzature con doppio isolamento.
Controllare i punti di appoggio delle scale metalliche.
Evitare di lavorare in ambienti molto umidi o bagnati o con parti del corpo umide.
RACCOMANDAZIONI
Non togliere la spina dalla presa tirando il filo. Si potrebbe rompere il
cavo o l'involucro della spina rendendo accessibili le parti in tensione.
Se la spina non esce, evitare di tirare con forza eccessiva, perché si
potrebbe strappare la presa dal muro.
22
Quando una spina si rompe occorre farla sostituire con una nuova
marchiata IMQ (Istituto italiano del Marchio di Qualità). Non tentare di
ripararla con nastro isolante o con l'adesivo. E' un rischio inutile!
Non attaccare più di un apparecchio elettrico a una sola presa. In
questo modo si evita che la presa si surriscaldi con pericolo di corto
circuito e incendio.
Se indispensabili, e previa autorizzazione del responsabile della
sicurezza, usare sempre adattatori e prolunghe idonei a
sopportare la corrente assorbita dagli apparecchi utilizzatori. Su
tutte le prese e le ciabatte è riportata l'indicazione della corrente,
in Ampere (A), o della potenza massima, in Watt (W).
Spine di tipo tedesco (Schuko) possono essere inserite in prese di tipo
italiano solo tramite un adattatore che trasferisce il collegamento di
terra effettuato mediante le lamine laterali ad uno spinotto centrale. E'
assolutamente vietato l'inserimento a forza delle spine Schuko nelle
prese di tipo italiano. Infatti, in tale caso dal collegamento verrebbe
esclusa la messa a terra.
Situazioni che vedono installati più adattatori multipli, uno sull'altro,
vanno eliminate.
Segnalare immediatamente eventuali condizioni di pericolo di cui si viene a conoscenza,
adoperandosi direttamente nel caso di urgenza ad eliminare o ridurre l'anomalia o il pericolo,
notificando l'accaduto al Dirigente e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. (ad
esempio se vi sono segni di cedimento o rottura, sia da usura che da sfregamento, nei cavi o
nelle prese e spine degli apparecchi utilizzatori, nelle prese a muro non adeguatamente fissate
alla scatola, ecc.).
Allontanare le tende o altro materiale combustibile dai
faretti e dalle lampade.
23
Le spine di alimentazione degli apparecchi con potenza superiore a 1 kW devono essere
estratte dalla presa solo dopo aver aperto l'interruttore dell'apparecchio o
quello a monte della presa.
Non effettuare nessuna operazione su apparecchiature elettriche quando si
hanno le mani bagnate o umide.
E' vietato alle persone non autorizzate effettuare qualsiasi intervento sulle apparecchiature e
sugli impianti elettrici. E’ inoltre vietata l'installazione di apparecchi e/o materiali elettrici
privati.
Il dipendente è responsabile degli eventuali danni a cose e/o persone dovuti all'eventuale
installazione ed utilizzo di apparecchi elettrici di sua proprietà.
RUMORE
Situazioni di pericolo: Durante l’utilizzo di attrezzature rumorose o durante le
lavorazioni che avvengono nelle vicinanze di attrezzature rumorose.
Nell’acquisto di nuove attrezzature occorrerà prestare particolare attenzione
alla silenziosità d’uso. Le attrezzature dovranno essere correttamente
mantenute ed utilizzate, in conformità alle indicazioni del fabbricante, al fine
di limitarne la rumorosità eccessiva.
Durante il funzionamento, gli schermi e le paratie delle attrezzature dovranno essere
mantenute chiuse e dovranno essere evitati i rumori inutili. Quando il rumore di una
lavorazione o di una attrezzatura non potrà essere eliminato o ridotto, si dovranno porre in
essere protezioni collettive quali la delimitazione dell’area interessata e/o la posa in opera di
schermature supplementari della fonte di rumore. Se la rumorosità non è diversamente
abbattibile dovranno essere adottati i dispositivi di protezione individuali conformi a quanto
indicato nel rapporto di valutazione del rumore e prevedere la rotazione degli addetti alle
mansioni rumorose.
In base alla valutazione dell’ esposizione al rumore, occorrerà attenersi alle misure di tutela di
cui al D.Lgs. 81/2008.
Inserti auricolari Inserti auricolari Cuffia Antirumore
Modellabili Ad archetto In materiale
plastico
Tipo: UNI EN 352-2 Tipo: UNI EN 352-2 UNI EN 352-1
In materiale
comprimibile Modellabili,
autoespandenti
In silicone, gomma
o materie plastiche
morbide
Protezione
dell’udito
24
INALAZIONE DI POLVERI
Situazioni di pericolo : inalazione di polveri durante lavori di pulizia in genere, che avvengono
con l’utilizzo di materiali in grana minuta o in polvere oppure fibrosi.
Nelle lavorazioni che prevedono l’impiego di materiali in grana minuta o in polvere oppure
fibrosi e nei lavori che comportano l’emissione di polveri o fibre dei materiali lavorati, la
produzione e/o la diffusione delle stesse deve essere ridotta al minimo utilizzando tecniche e
attrezzature idonee.
Le polveri e le fibre captate e quelle depositatesi, se dannose, devono essere sollecitamente
raccolte ed eliminate con i mezzi e gli accorgimenti richiesti dalla loro natura.
Qualora la quantità di polveri o fibre presenti superi i limiti tollerati e
comunque nelle operazioni di raccolta ed allontanamento di quantità
importanti delle stesse, devono essere forniti ed utilizzati indumenti
di lavoro e DPI idonei alle attività ed eventualmente, ove richiesto, il
personale interessato deve essere sottoposto a sorveglianza
sanitaria. Durante le demolizioni di murature, tremezzi, intonaci ecc,
al fine di ridurre sensibilmente la diffusione di polveri, occorrerà
irrorare di acqua le parti da demolire.
Utilizzare idonea mascherina antipolvere o maschera a filtri, in
funzione delle polveri o fibre presenti.
INFEZIONE DA MICRORGANISMI
Situazioni di pericolo : Lavori di bonifica, operazioni in ambienti insalubri in genere.
Prima dell’inizio dei lavori di bonifica deve essere eseguito un esame della zona e devono
essere assunte informazioni per accertare la natura e l’entità dei rischi presenti nell’ambiente e
l’esistenza di eventuali malattie endemiche.
Sulla base dei dati particolari rilevati e di quelli generali per lavori di bonifica, deve essere
approntato un programma tecnico-sanitario con la determinazione delle misure da adottare in
ordine di priorità per la sicurezza e l’igiene degli addetti nei posti di lavoro e nelle installazioni
igienico assistenziali, da divulgare nell’ambito delle attività di informazione e formazione.
Quando si fa uso di mezzi chimici per l’eliminazione di insetti o altro,
si devono seguire le indicazioni dei produttori. L’applicazione deve
essere effettuata solamente da persone ben istruite e protette. La
zona trattata deve essere segnalata con le indicazioni di pericolo e di
divieto di accesso fino alla scadenza del periodo di tempo indicato.
Gli addetti devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria e devono
utilizzare indumenti protettivi e DPI appropriati.
.
Mascherina
Facciale Filtrante
UNI EN 405
Facciale filtrante FFP1
a doppia protezione
Mascherina
Facciale Filtrante
UNI EN 405
Facciale filtrante FFP1
a doppia protezione
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CESOIAMENTO, STRITOLAMENTO
Situazioni di pericolo : Presenza di macchine con parti mobili o automezzi e
equipaggiamenti in genere in posizione instabile.
Il cesoiamento e lo stritolamento di persone tra parti mobili di macchine e
parti fisse delle medesime o di opere, strutture provvisionali o altro, dovrà
essere impedito limitando con mezzi materiali il percorso delle parti mobili o
segregando stabilmente la zona pericolosa.
Qualora ciò non risulti possibile dovrà essere installata una segnaletica appropriata e dovranno
essere osservate opportune distanze di rispetto; ove necessario dovranno essere disposti
comandi di arresto di emergenza in corrispondenza dei punti di potenziale pericolo.
Dovrà essere obbligatorio abbassare e bloccare le lame dei mezzi di scavo, le secchie dei
caricatori, ecc., quando non utilizzati e lasciare tutti i controlli in posizione neutra
Prima di utilizzare mezzi di scarico o di sollevamento o comunque con organi in movimento,
occorrerà assicurarsi che tutti i lavoratori siano visibili e a distanza di sicurezza .
In caso di non completa visibilità dell’area, occorrerà predisporre un lavoratore addetto in
grado di segnalare che la manovra o la attivazione può essere effettuata in condizioni di
sicurezza ed in grado di interrompere la movimentazione in caso di pericolo.
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Situazioni di pericolo: Ogni volta che si movimentano manualmente carichi di qualsiasi natura
e forma. Tutte le attività che comportano operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad
opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare,
portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni
ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l’altro rischi di lesioni dorso lombari (per lesioni dorso
lombari si intendono le lesioni a carico delle strutture osteomiotendinee e nerveovascolari a
livello dorso lombare).
La movimentazione manuale dei carichi deve essere ridotta al minimo e razionalizzata al fine di
non richiedere un eccessivo impegno fisico del personale addetto.
In ogni caso è opportuno ricorrere ad accorgimenti quali la movimentazione ausiliata o la
ripartizione del carico. Il carico da movimentare deve essere facilmente afferrabile e non deve
26
presentare caratteristiche tali da provocare lesioni al corpo dell’operatore, anche in funzione
della tipologia della lavorazione.
In relazione alle caratteristiche ed entità dei carichi, l’attività di movimentazione manuale deve
essere preceduta ed accompagnata da una adeguata azione di informazione e formazione,
previo accertamento, per attività non sporadiche, delle condizioni di salute degli addetti.
I carichi costituiscono un rischio nei casi in cui ricorrano una o più delle seguenti condizioni:
Caratteristiche dei carichi
troppo pesanti
ingombranti o difficili da afferrare
in equilibrio instabile o con il contenuto che rischia di spostarsi
collocati in posizione tale per cui devono essere tenuti e maneggiati ad una certa
distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco.
Sforzo fisico richiesto
eccessivo
effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco
comportante un movimento brusco del carico
compiuto con il corpo in posizione instabile.
Caratteristiche dell’ambiente di lavoro
spazio libero, in particolare verticale, insufficiente per lo svolgimento dell’attività
pavimento ineguale, con rischi di inciampo o scivolamento per le scarpe calzate dal
lavoratore
posto o ambiente di lavoro che non consentono al lavoratore la movimentazione
manuale di carichi ad una altezza di sicurezza o in buona posizione
pavimento o piano di lavoro con dislivelli che implicano la movimentazione del carico a
livelli diversi
pavimento o punto d’appoggio instabili
temperatura, umidità o circolazione dell’aria inadeguate.
Esigenze connesse all’attività
sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo
prolungati
periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente
distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto
ritmo imposto da un processo che il lavoratore non può modulare.
Fattori individuali di rischio
inidoneità fisica al compito da svolgere
indumenti calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore
insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione.
AVVERTENZE GENERALI
non prelevare o depositare oggetti a terra o sopra l'altezza della testa
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il raggio di azione deve essere compreso, preferibilmente, fra l'altezza delle spalle e
l'altezza delle nocche (considerando le braccia tenute lungo i fianchi)
se è inevitabile sollevare il peso da terra, compiere l'azione piegando le ginocchia a
busto dritto, tenendo un piede posizionato più avanti dell'altro per conservare un
maggiore equilibrio
la zona di prelievo e quella di deposito devono essere angolate fra loro al massimo di
90° (in questo modo si evitano torsioni innaturali del busto); se è necessario compiere
un arco maggiore, girare il corpo usando le gambe
fare in modo che il piano di prelievo e quello di deposito siano approssimativamente alla
stessa altezza (preferibilmente fra i 70 e i 90 cm. da terra)
per il trasposto in piano fare uso di carrelli, considerando che per quelli a 2 ruote il
carico massimo è di 100 kg. ca, mentre per quelli a 4 ruote è di 250 kg. ca
soltanto in casi eccezionali è possibile utilizzare i carrelli sulle scale e, in ogni caso,
utilizzando carrelli specificamente progettati
per posizionare un oggetto in alto è consigliabile utilizzare una base stabile (scaletta,
sgabello, ecc.) ed evitare di inarcare la schiena.
PRIMA DELLA MOVIMENTAZIONE
le lavorazioni devono essere organizzate al fine di ridurre al minimo la movimentazione
manuale dei carichi anche attraverso l’impiego di idonee attrezzature meccaniche per il
trasporto ed il sollevamento.
DURANTE LA MOVIMENTAZIONE
per i carichi che non possono essere movimentati meccanicamente occorre utilizzare
strumenti per la movimentazione ausiliata (carriole, carrelli) e ricorrere ad accorgimenti
organizzativi quali la riduzione del peso del carico e dei cicli di sollevamento e la
ripartizione del carico tra più addetti
tutti gli addetti devono essere informati e formati in particolar modo su: il peso dei
carichi, il centro di gravità o il lato più pesante, le modalità di lavoro corrette ed i rischi
in caso di inosservanza.
GETTI E SCHIZZI
Situazioni di pericolo: Nei lavori a freddo e a caldo, eseguiti a mano o con
apparecchi, con materiali, sostanze e prodotti che danno luogo a getti e schizzi
dannosi per la salute.
In presenza di tali sostanze, devono essere adottati provvedimenti atti ad
impedirne la propagazione nell’ambiente di lavoro, circoscrivendo la zona di
intervento.
Gli addetti devono indossare adeguati indumenti di lavoro e utilizzare i DPI necessari.
ALLERGENI
Situazioni di pericolo: Utilizzo di sostanze capaci di azioni allergizzanti (riniti, congiuntiviti,
dermatiti allergiche da contatto). I fattori favorenti l’azione allergizzante sono: brusche
variazioni di temperatura, azione disidratante e lipolitica dei solventi e dei leganti, presenza di
sostanze vasoattive.
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La sorveglianza sanitaria va attivata in presenza di sintomi sospetti anche in considerazione dei
fattori personali di predisposizione a contrarre questi tipi di affezione. In tutti i casi occorre
evitare il contatto diretto di parti del corpo con materiali resinosi, polverulenti, liquidi, aerosol e
con prodotti chimici in genere, utilizzando indumenti da lavoro e DPI appropriati (guanti,
maschere, occhiali etc.).
PROIEZIONE DI SCHEGGE
Situazioni di pericolo: Ogni volta che si transita o si lavora nelle vicinanze di
macchine o attrezzature con organi meccanici in movimento, per la
sagomatura di materiali (flessibile, sega circolare, scalpelli, martelli demolitori,
ecc.)
Non manomettere le protezioni degli organi in movimento.
Eseguire periodicamente la manutenzione sulle macchine o attrezzature (ingrassaggio,
sostituzione parti danneggiate, sostituzione dischi consumati, affilatura delle parti taglienti,
ecc.).
In presenza di tale rischio occorre utilizzare
gli occhiali protettivi o uno schermo di protezione del volto.
GAS E VAPORI
Situazioni di pericolo: Nei lavori a freddo o a caldo, eseguiti a mano o
con apparecchi, con materiali, sostanze e prodotti che possono dar
luogo, da soli o in combinazione, a sviluppo di gas, vapori, nebbie, aerosol e simili, dannosi alla salute.
Devono essere adottati provvedimenti atti ad impedire che la
concentrazione di inquinanti nell’aria superi il valore massimo
tollerato indicato nelle norme vigenti. La diminuzione della concentrazione può anche essere
ottenuta con mezzi di ventilazione generale o con mezzi di aspirazione localizzata seguita da abbattimento.
In ambienti confinati deve essere effettuato il controllo del tenore di
ossigeno, procedendo all’insufflamento di aria pura secondo le necessità
riscontrate o utilizzando i DPI adeguati all’agente. Deve, comunque,
essere organizzato il rapido deflusso del personale per i casi di emergenza.
Qualora sia accertata o sia da temere la presenza o la possibilità di
produzione di gas tossici o asfissianti o la irrespirabilità dell’aria ambiente
Occhiali Visiera
Di protezione Antischegge
Tipo: UNI EN 166 UNI EN 166
In policarbonato
antigraffio Visiera antischegge
Semimaschera
Filtrante Antigas
UNI EN 405
Antigas e
antipolvere
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e non sia possibile assicurare una efficace aerazione ed una completa bonifica, gli addetti ai
lavori devono essere provvisti di idonei respiratori dotati di sufficiente autonomia. Deve inoltre
sempre essere garantito il continuo collegamento con persone all’esterno in grado di
intervenire prontamente nei casi di emergenza. Utilizzare maschere o semimaschere di
protezione adeguate in funzione dell’agente.
CALORE, FIAMME, ESPLOSIONI
Situazioni di pericolo: Lavori con presenza di fiamme libere o che possono
produrre scintille sia di origine elettrica che elettrostatica. Lavori in ambienti
con vapori o polveri combustibili di sostanze instabili e reattive o con materie esplosive. Presenza, movimentazione e stoccaggio di bombole di gas.
L’incendio è una combustione che si sviluppa in modo incontrollato nel tempo e nello spazio. La
combustione è una reazione chimica tra un corpo combustibile ed un comburente. I
combustibili sono numerosi: legno, carbone, carta, petrolio, gas combustibile, ecc. Il
comburente che interviene in un incendio è l’aria o, più precisamente, l’ossigeno presente
nell’aria (21% in volume). Il rischio di incendio, quindi, esiste in tutti i locali. L’esplosione è
una combustione a propagazione molto rapida con violenta liberazione di energia. Può avvenire
solo in presenza di gas, vapori o polveri combustibili di alcune sostanze instabili e fortemente
reattive o di materie esplosive.
Le cause, che possono provocare un incendio, sono:
fiamme libere (ad esempio nelle operazioni di saldatura)
particelle incandescenti provenienti da un qualsiasi fonte
scintille di origine elettrica
scintille di origine elettrostatica
scintille provocate da un urto o sfregamento
superfici e punti caldi
innalzamento della temperatura dovuto alla compressione di gas
reazioni chimiche
getto conglomerato cementizio (vedi scheda specifica)
messa in opera pozzetti
ripristino e pulizia
Precauzioni:
Non effettuare saldature, operazioni di taglio o che possano comunque sviluppare calore
o scintille in presenza di sostanze o polveri infiammabili.
Non utilizzare contenitori che hanno contenuto sostanze infiammabili o tossiche prima di
averli riempiti con acqua e lavati convenientemente.
Durante le operazioni di saldatura non utilizzare ossigeno per ventilazione o pulizia.
Attenersi alle istruzioni riportate nella scheda di sicurezza delle sostanze infiammabili
utilizzate.
Dovrà essere assolutamente vietato fumare nelle aree a rischio di incendio.
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In caso di utilizzo di bombole di gas occorrerà attenersi alle seguenti misure minime
preventive:
Verificare l’esistenza della documentazione di prevenzione incendi prevista.
Scegliere l’ubicazione delle bombole e loro posizionamento, considerando un possibile
rischio d’incendio o d’esplosione.
Tenere le bombole lontano dai luoghi di lavoro e da eventuali fonti di calore (fiamme,
fucine, stufe, calore solare intenso e prolungato).
Tenere in buono stato di funzionamento le valvole di protezione, i tubi, i cannelli, e gli
attacchi, non sporcare con grasso od olio le parti della testa della bombola.
Tenere ben stretti ai raccordi i tubi flessibili e proteggerli da calpestamenti.
Evitare qualsiasi fuoriuscita di GPL perché essendo più pesante dell’aria può depositarsi
nei punti più bassi (cantine, fosse), creando una miscela esplosiva che si può innescare
anche solo con una scintilla (evitare pavimentazioni metalliche).
Verificare l’adeguatezza ed il funzionamento dei sistemi di estinzione presenti (idranti,
estintori, ecc.).
USTIONI
Situazioni di pericolo: Quando si transita o lavora nelle vicinanze di
attrezzature che producono calore (fiamma ossidrica, saldatrici, ecc.) o
macchine funzionanti con motori (generatori elettrici, compressori, ecc.); quando si effettuano lavorazioni con sostanze ustionanti.
Spegnere l’attrezzatura o il motore delle macchine se non utilizzate.
Seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dal produttore o riportate sull’etichetta delle sostanze utilizzate.
Non transitare o sostare nell’area in cui vengono eseguite lavorazioni
con sviluppo di calore, scintille, ecc. o nelle quali vengono utilizzare
sostanze pericolose.
Utilizzare guanti ed indumenti protettivi adeguati in funzione delle lavorazioni in atto.
Guanti
Anticalore
UNI EN 407
Guanti di protezione
contro i rischi termici
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RIBALTAMENTO
Situazioni di pericolo: Nella conduzione di automezzi di cantiere in
genere o nel sollevamento meccanico di carichi, si può verificare il
ribaltamento del mezzo con il rischio di schiacciamento di persone estranee o dello stesso operatore.
Le cause principali che portano i mezzi di cantiere all’instabilità si
verificano quando essi sono in movimento.
Le due cause principali, che possono provocare il ribaltamento sono:
il sovraccarico
lo spostamento del baricentro i percorsi accidentati ed eventuali ostacoli.
La perdita dell’equilibrio in senso trasversale non può essere causata dal carico, ma solo da
una manovra sbagliata: la più frequente è costituita dall’errore di frenare il mezzo, mentre
esso sta percorrendo una traiettoria curvilinea. Tanto più alto è il baricentro del mezzo, tanto
più facilmente esso si può ribaltare, per cui, soprattutto durante la marcia in curva, sia a vuoto che a carico, è assolutamente necessario procedere con prudenza ed evitare brusche manovre.
Tutti i mezzi con rischio di ribaltamento devono essere dotati di cabina ROPS (Roll Over
Protective Structure), cioè di una cabina progettata e costruita con una struttura atta a
resistere a più ribaltamenti completi del mezzo.
Occorre effettuare sempre un sopralluogo sulle aree da percorrere, controllandone la stabilità,
la assenza di impedimenti e valutando che le pendenze da superare siano al di sotto delle capacità del mezzo.
Adeguare tutte le attrezzature mobili, semoventi o non semoventi, e quelle adibite al
sollevamento di carichi, con strutture atte a limitare il rischio di ribaltamento, e di altri rischi
per le persone, secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 81/08.
MICROCLIMA
Situazioni di pericolo: Tutte le attività che comportano, per il lavoratore,
una permanenza in ambienti con parametri climatici (temperatura,
umidità, ventilazione, etc.) non confortevoli. Le attività che si svolgono in
condizioni climatiche avverse senza la necessaria protezione possono dare
origine sia a bronco-pneumopatie, soprattutto nei casi di brusche
variazioni delle stesse, che del classico “colpo di calore” in caso di intensa attività fisica durante la stagione estiva.
I lavoratori devono indossare un abbigliamento adeguato all’attività e alle caratteristiche
dell’ambiente di lavoro, qualora non sia possibile intervenire diversamente sui parametri climatici.
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Utilizzare indumenti protettivi adeguati in funzione delle condizioni atmosferiche e climatiche.
VIBRAZIONI
Situazioni di pericolo: Ogni qualvolta vengono utilizzate attrezzature che producono vibrazioni
al sistema mano-braccio, quali:
Scalpellatori, Scrostatori, Rivettatori
Martelli Perforatori
Martelli Demolitori e Picconatori
Trapani a percussione
Cesoie
Levigatrici orbitali e roto-orbitali
Seghe circolari
Smerigliatrici
Motoseghe
Decespugliatori Tagliaerba
Durante l’utilizzo di tali attrezzature, vengono trasmesse vibrazioni al sistema mano-braccio,
che comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari.
Situazioni di pericolo: Ogni qualvolta vengono utilizzate attrezzature che producono vibrazioni al corpo intero, quali:
Ruspe, pale meccaniche, escavatori
Perforatori
Carrelli elevatori
Autocarri
Autogru, gru Piattaforme vibranti
Durante l’utilizzo di tali attrezzature, vengono trasmesse vibrazioni al corpo intero, che
comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide.
Riduzione del rischi
In linea con i principi generali di riduzione del rischio formulati dal
D. Lgs. 81/08, tenendo conto del progresso tecnico e della
disponibilità di misure per controllare il rischio alla fonte, i rischi
derivanti dall'esposizione alla vibrazioni meccaniche devono essere
eliminati alla fonte o ridotti al minimo. Tale principio si applica
sempre, indipendentemente se siano superati o meno i livelli di
azione o i valori limite di esposizione individuati dalla normativa. In
quest’ultimo caso sono previste ulteriori misure specifiche miranti a ridurre o escludere l'esposizione a vibrazioni.
In presenza di tale rischio, è utile l’ utilizzo di idonei guanti contro le vibrazioni.
Guanti
Imbottiti, Antivibrazioni
UNI EN 10819-95
Guanti di protezione
contro le vibrazioni
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Il datore di lavoro della Impresa esecutrice dovrà valutare la esposizione totale dei lavoratori
esposti a tale rischio, come indicato dal D. Lgs. 81/08.
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
Situazioni di pericolo: i campi elettromagnetici oscillanti nello spazio e nel tempo alle diverse
frequenze formano lo spettro elettromagnetico. In funzione della frequenza di oscillazione
vengono così definiti tutti i tipi di radiazione, in particolare, al crescere della frequenza si passa
dalla radiazione a RF-MW a quella ottica (infrarosso, visibile e ultravioletto) fino ad arrivare alle
radiazioni ionizzanti (raggi X) che, a differenza di quelle prima elencate, trasportano energia
sufficiente a ionizzare gli atomi.
Con il termine "radiazioni non ionizzanti" si intendono comunemente quelle forme di radiazione
il cui meccanismo di interazione con la materia non sia quello della ionizzazione. In generale
esse comprendono quella parte delle onde elettromagnetiche costituita da fotoni aventi
lunghezze d'onda superiori a 0,1 um. Spesso tali radiazioni sono indicate con la sigla "NIR"
(non ionizing radiations):
campi magnetici statici;
campi elettrici statici;
campi a frequenze estremamente basse (ELF) (v <= 300 Hz); comprendenti le
frequenze di rete dell'energia elettrica, a 50-60 Hz;
radiazione a radiofrequenza;
radiazione infrarossa;
radiazione visibile; radiazione ultravioletta.
Il campo delle NIR comprende inoltre le onde di pressione, come gli ultrasuoni.
PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE
Consiste nell'adozione di adeguati sistemi di protezione ambientale (schermature delle
sorgenti) e di protezione personale (occhiali idonei, guanti, indumenti).
L'ACGIH (American Conference Governmental Industrial Hygienist) ha stabilito che
un'irradiazione totale nell’UV-A minore di 10 W/m2 e un'irradianza efficace nell'UV-B e UV-C
minore di 1mW/m2 non comportano rischi professionali da radiazioni ultraviolette per effetti a breve termine.
Sarebbe inoltre utile non esporre i soggetti con una maggiore suscettibilità agli ultravioletti per
difetti congeniti o acquisiti (albini, soggetti affetti da porfiria) o affetti da alterazioni oculari recidivanti o lesioni cutanee di tipo cronico.
DPI: occhiali di protezione, guanti di protezione, schermo protettivo, indumenti.
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POSTURA
Situazioni di pericolo: il rischio da posture incongrue è assai diffuso e, seguendo una
classificazione basata sul tipo di rischio posturale si possono individuare contesti lavorativi in cui sono presenti:
sforzi fisici ed in particolare spostamenti manuali di pesi;
posture fisse prolungate (sedute o erette); movimenti ripetitivi e continui di un particolare segmento corporeo.
E' ovvio che vi sono contesti lavorativi in cui si realizzano contemporaneamente due, anche
più, di queste condizioni; tuttavia è utile rifarsi a questa classificazione unicamente per semplicità espositiva.
Nei lavori d’ufficio, il lavoro sedentario può essere all’origine di vari disturbi, soprattutto se il
posto di lavoro è concepito secondo criteri non ergonomici o se le attrezzature di lavoro non
sono disposte in maniera funzionale. In questi casi i lavoratori sono costretti ad assumere una
postura innaturale e scomoda con dolorose contrazioni muscolari, affaticamento precoce, calo
del rendimento e difficoltà di concentrazione, per non parlare del maggior rischio di commettere errori.
MISURE DI PREVENZIONE
Modifiche strutturali del posto di lavoro
Nei lavori pesanti andrà favorita la meccanizzazione, negli altri il posto dovrà essere progettato
"ergonomicamente" tenuto conto cioè delle dimensioni e delle esigenze e capacità funzionali dell'operatore.
Modifiche dell’organizzazione del lavoro
Nei lavori pesanti, oltre alla meccanizzazione, servono a garantire l'adeguato apporto numerico
di persone alle operazioni più faticose che dovessero essere svolte comunque manualmente.
Negli altri lavori servono a introdurre apposite pause o alternative posturali per evitare il sovraccarico di singoli distretti corporei.
Training, informazione sanitaria ed educazione alla salute
Sono di fondamentale importanza per la riuscita di qualsiasi intervento preventivo. Sono
finalizzati non solo ad accrescere la consapevolezza dei lavoratori sull'argomento ma anche
all'assunzione o modifica da parte di questi, tanto sul lavoro che nella vita extralavorativa, di
posture, atteggiamenti e modalità di comportamento che mantengano la buona efficienza fisica del loro corpo.
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RISCHIO BIOLOGICO
Situazioni di pericolo: Tutte le attività nelle quali vi sia la presenza di qualsiasi
microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed
endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o
intossicazioni. Le principali sono quelle svolte in possibili ambienti insalubri
quali:
manutenzione di fognature (canali, pozzi e gallerie) ed impianti di depurazione
manutenzione del verde
attività in ambito cimiteriale
manutenzioni in sedi ferroviarie e stradali
MISURE DI PREVENZIONE
PRIMA DELL’ATTIVITA’
prima dell’inizio di qualsiasi attività nella quale i lavoratori possano venire a contatto con
agenti biologici nocivi è necessario effettuare una preventiva valutazione ambientale, seguita da una eventuale bonifica del sito
il personale, a qualunque titolo presente, deve essere adeguatamente informato e formato
sulla modalità di corretta esecuzione del lavoro e sulle attività di prevenzione da porre in essere
DURANTE L’ATTIVITA’
è fatto assoluto divieto di fumare, mangiare o bere sul posto di lavoro
è indispensabile indossare l’equipaggiamento idoneo (guanti, stivali, ecc.)
DOPO L’ATTIVITA’
tutti i lavoratori devono seguire una scrupolosa igiene personale, che deve comprendere anche
il lavaggio delle mani, dei guanti, delle calzature e degli altri indumenti in soluzione
disinfettante.
PRONTO SOCCORSO E MISURE DI EMERGENZA
in caso di allergia, intossicazione o infezione da agenti biologici è necessario condurre l’interessato al più vicino centro di Pronto Soccorso.
SORVEGLIANZA SANITARIA
tutti gli addetti sono sottoposti a sorveglianza sanitaria e, previo parere del medico competente, alle eventuali vaccinazioni ritenute necessarie (es. antiepatite)
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STRESS PSICOFISICO
Situazioni di pericolo: Tutte le attività lavorative in genere, in maggiore o minore misura.
La sicurezza sul lavoro deve tener conto anche dei problemi psichici ricollegabili all'attività
lavorativa del dipendente; la sindrome da stress è caratterizzata da esaurimento emozionale,
depersonalizzazione e riduzione delle capacità personali, le cui cause vanno individuate
principalmente nell’organizzazione disfunzionale delle condizioni di lavoro, sovraccarichi,
svolgimento di mansioni frustranti.
Lo stress, potenzialmente, può colpire in qualunque luogo di lavoro e qualunque lavoratore, a
prescindere dalla dimensione dell’azienda, dal campo di attività, dal tipo di contratto o di
rapporto di lavoro. In pratica non tutti i luoghi di lavoro e non tutti i lavoratori ne sono
necessariamente interessati. Considerare il problema dello stress sul lavoro può voler dire una
maggiore efficienza e un deciso miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro,
con conseguenti benefici economici e sociali per le aziende, i lavoratori e la società nel suo insieme.
Per le misure di tutela riferirsi a quanto riportato nella sezione 4, nel paragrafo “Stress Lavoro-
correlato”.
AFFATICAMENTO VISIVO
Situazioni di pericolo: lavori che prevedono l’utilizzo di video, monitor, palmari, ecc. o che
comportano lavori di precisione; lavori effettuati con scarsa illuminazione o con posizione errata dell’operatore rispetto alle fonti luminose.
I sintomi più frequenti sono : bruciore, lacrimazione, secchezza congiuntivale, ammiccamento frequente, fotofobia, visione annebbiata, difficoltà di messa a fuoco.
Le cause possono dipendere da :
uso dei videoterminali ininterrotto per molte ore
scorretta illuminazione artificiale
illuminazione naturale scarsa, assente o non ben regolata
arredo inadeguato dal punto di vista cromatico
difetti visivi individuali privi di adeguata correzione posizione errata dei VDT rispetto alle fonti di luce
PRINCIPALI MISURE DI PREVENZIONE
Garantire una corretta illuminazione nei luoghi di lavoro, sia per la qualità che per la quantità
Qualità
La luce migliore è quella naturale diretta, che deve poter essere regolata, per attenuare
la luce diurna.
Si devono evitare effetti di abbagliamento
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La luce deve avere una temperatura di colore intorno ai 4000° K (gradi Kelvin)
Va garantita una corretta distribuzione delle fonti di luce
Quantità
Tra la profondità dell’ambiente e la misura che va dall’architrave della finestra al
pavimento deve essere rispettato un rapporto almeno di 2 : 1
La superficie illuminante deve essere almeno 1/8 della superficie del pavimento (con
finestre apribili)
Le finestre devono essere facili da pulire
Le finestre devono essere distribuite in maniera tale da garantire un’illuminazione
adeguata in tutto l’ambiente
L’intensità della luce deve raggiungere i valori previsti dalla vigente normativa in materia.
9. AMBIENTI DI LAVORO
Le lavorazioni si svolgono nella seguente aree di lavoro:
Ambiente N. Lavoratori
UFFICIO 5
OFFICINE TIPOGRAFICHE 13
Ambienti di lavoro
(All. IV D.Lgs. 81/2008)
I limiti minimi per altezza, cubatura e superficie dei locali destinati al lavoro rispettano la
normativa vigente.
Lo spazio destinato al lavoratore nel posto di lavoro è tale da consentire il normale movimento
della persona in relazione al lavoro da compiere.
Gli ambienti di lavoro sono ben difesi contro gli agenti atmosferici, e provvisti di un isolamento
termico sufficiente, tenuto conto del tipo di attività fisica dei lavoratori; hanno aperture
sufficienti per un rapido ricambio d'aria e sono ben asciutti e difesi contro l’umidità.
Pareti e soffitti
Le pareti e i soffitti dei locali di lavoro sono tinteggiate con colori chiari ed opachi per
permettere una maggiore resa dell'impianto di illuminazione. Pareti e soffitti hanno superfici
tali da poter essere pulite e deterse con facilità per ottenere condizioni adeguate di igiene.
Pavimenti
Il pavimento dei locali di lavoro è realizzato in materiale resistente e di facile pulizia. Risulta
essere privo di buche, sporgenze e piani inclinati pericolosi. I piani di calpestio vengono
mantenuti puliti ed asciutti.
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Il pavimento risulta essere sgombro da materiale che possa ostacolare la circolazione del
lavoratore in situazioni normali e di emergenza.
Porte e finestre
Le porte dei locali di lavoro rispettano le prescrizioni della normativa vigente per numero,
dimensioni, posizione, e materiali di realizzazione, consentono una rapida uscita delle persone
e sono agevolmente apribili dall'interno durante il lavoro.
Le porte situate sul percorso delle vie di emergenza sono opportunamente contrassegnate in
maniera appropriata con segnaletica durevole conformemente alla normativa vigente. Esse
sono aperte, in ogni momento, dall'interno senza aiuto speciale.
Le finestre sono di facile utilizzo e rispettano tutte le misure di sicurezza per il lavoratore
(paraspigoli).
Le finestre risultano essere di facile pulizia e non presentano rischi per i lavoratori che
effettuano tale lavoro nonché per i lavoratori presenti nell'esercizio commerciale ed intorno ad
esso.
Scale fisse
Le scale fisse a gradini, destinate al normale accesso agli ambienti di lavoro, sono robuste, con
"alzata" (cioè altezza del gradino) e "pedata" (cioè profondità del gradino) idonee e larghezza
adeguata alle esigenze del transito. Sono protette con presenza di corrimano. Le scale hanno
una pedata antisdrucciolevole.
Arredi e piani li lavoro
La scelta degli arredi, nonché la loro forma e le loro caratteristiche è stata studiata in relazione
alla possibilità di ridurre al minimo fonti di pericoli di inciampo e contusioni nonché in
riferimento alla semplicità di pulizia e manutenzione. Gli arredi sono stati disposti in modo da
non rappresentare pericolo per la circolazione ordinaria ed in condizioni di emergenza
all’interno dell’area di lavoro. Gli arredi sono a bassa emissione di formaldeide certificati con
marchio CQA formaldeide E1.
Soppalchi
I soppalchi, garantiscono la rispondenza di tutte le caratteristiche previste per gli ambienti di
lavoro (altezza, superficie, microclima, illuminazione, ecc.).
I soppalchi destinati a deposito presentano, in un punto ben visibile, la chiara indicazione del
carico massimo (espresso in Kg/m2.); i carichi vengono distribuiti in modo razionale ed
omogeneo.
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Scaffalature
Le scaffalature, garantiscono la rispondenza di tutte le caratteristiche previste dalla normativa
vigente. Le scaffalature sono solide, stabili e funzionali. Il montaggio è stato eseguito da ditte
specializzate e a regola d’arte e non presentano spigoli o superfici taglienti in qualunque zona
prevedibilmente raggiungibile, per motivi di lavoro, dagli utilizzatori. Le scaffalature sono
provviste tutte, di garanzia della portata, certificata dal costruttore e sono sottoposte a
manutenzione e verifica periodica.
Aerazione naturale e artificiale dei locali di lavoro
L’aria dei locali di lavoro è convenientemente e frequentemente rinnovata con mezzi naturali e
con impianti meccanici. Le caratteristiche di impianti meccanici e finestre sono tali da
permettere un sufficiente numero di ricambi d’aria in relazione agli sforzi fisici ai quali sono
sottoposti i lavoratori.
Le postazioni di lavoro sono tali da non permettere che durante l’utilizzo dell’impianto di
condizionamento dell'aria o di ventilazione meccanica, i lavoratori siano esposti a correnti
d'aria fastidiosa e diretta.
Gli stessi impianti sono periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e
sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.
Illuminazione naturale e artificiale dei locali di lavoro
I luoghi di lavoro dispongono di sufficiente luce naturale. Tutti i locali e i luoghi di lavoro sono
dotati di dispositivi che consentano un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la
sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori in relazione all’attività svolta.
Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi sono illuminati con luce naturale o artificiale in
modo da assicurare una sufficiente visibilità.
Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione sono installati in modo
da non rappresentare un rischio di infortunio per i lavoratori.
Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale sono tenuti costantemente
in buone condizioni di pulizia e di efficienza.
Illuminazione sussidiaria
Sono presenti nei luoghi di lavoro dispositivi di illuminazione sussidiaria che intervengono in
caso di necessità (interruzione della alimentazione elettrica).
Detti mezzi sono tenuti in posti noti al personale, conservati in costante efficienza e sono
adeguati alle condizioni ed alle necessità del loro impiego. I dispositivi installati sono tali da
entrare immediatamente in funzione in caso di necessità e garantire una illuminazione
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sufficiente per intensità, durata, per numero e distribuzione delle sorgenti luminose, nei luoghi
nei quali la mancanza di illuminazione costituirebbe un pericolo.Servizi Igienico – Assistenziali
Gabinetti e lavabi
Gabinetti e lavabi sono a disposizione dei lavoratori e collocati in prossimità dei locali di lavoro.
I lavabi erogano acqua calda e sono forniti di mezzi detergenti e per asciugarsi.
All’interno dei servizi igienici è presente una Cassetta di Pronto Soccorso, da utilizzarsi in caso
di emergenza dai lavoratori addetti al Primo Soccorso.
Pulizia dei locali di servizio
Le installazioni e gli arredi destinati ai bagni ed in genere ai servizi di igiene e di benessere per
i lavoratori, sono mantenuti in stato di scrupolosa pulizia, a cura del datore di lavoro.
I lavoratori usano con cura e proprietà i locali, le installazioni e gli arredi.
10. VALUTAZIONE DEI RISCHI
La valutazione dei rischi cui sono esposti i lavoratori ha richiesto un’ attenta analisi delle
situazione specifiche nelle quali gli addetti alle varie postazioni di lavoro vengono a trovarsi
durante l’espletamento delle proprie mansioni.
La valutazione dei rischi è:
correlata con le scelte fatte per le attrezzature, per le sostanze, per la sistemazione dei luoghi
di lavoro;
finalizzata all’individuazione e all’attuazione di idonee misure e provvedimenti da attuare.
Pertanto la valutazione dei rischi è legata sia al tipo di fase lavorativa svolta nell’unità
produttiva, sia a situazioni determinate da sistemi quali ambiente di lavoro, strutture ed
impianti utilizzati, materiali e prodotti coinvolti nei processi.
Gli orientamenti considerati si sono basati sui seguenti aspetti:
osservazione dell’ambiente di lavoro (requisiti dei locali di lavoro, vie di accesso, sicurezza
delle attrezzature, microclima, illuminazione, rumore, agenti fisici e nocivi);
identificazione dei compiti eseguiti sul posto di lavoro (per valutare i rischi derivanti dalle
singole mansioni);
osservazione delle modalità di esecuzione del lavoro (in modo da controllare il rispetto delle
procedure e se queste comportano altri rischi);
esame dell’ambiente per rilevare i fattori esterni che possono avere effetti negativi sul posto di
lavoro (microclima, aerazione);
esame dell’organizzazione del lavoro;
rassegna dei fattori psicologici, sociali e fisici che possono contribuire a creare stress sul lavoro
e studio del modo in cui essi interagiscono fra di loro e con altri fattori nell’organizzazione e
nell’ambiente di lavoro.
Le osservazioni compiute vengono confrontate con criteri stabiliti per garantire la sicurezza e la
salute in base a:
1. Norme legali nazionali ed internazionali;
2. Norme tecniche e buone prassi;
3. Linee Guida predisposte dai Ministeri, dalle Regioni, dall’ISPESL e dall’INAIL e approvati in
sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano;
I principi gerarchici della prevenzione dei rischi in azienda sono:
eliminazione dei rischi;
sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non è pericoloso e lo è meno;
41
combattere i rischi alla fonte;
applicare provvedimenti collettivi di protezione piuttosto che individuarli;
adeguarsi al progresso tecnico e ai cambiamenti nel campo dell’informazione;
cercare di garantire un miglioramento del livello di protezione.
Attribuendo al lavoratore come individuo un ruolo centrale, si è dato inizio al processo
valutativo individuando gruppi di lavoratori per mansioni.
La valutazione dei rischi esamina in maniera sistematica tutti gli aspetti dei luoghi di lavoro,
per definire le possibili od eventuali cause di lesioni o danni.
La valutazione dei rischi è stata strutturata ed attuata in modo da consentire di:
identificare i luoghi di lavoro (reparti, ambienti, postazioni di lavoro)
identificare i pericoli e le fonti potenziali di rischio, presenti in tutte le fasi lavorative di
ogni area aziendale
individuare i soggetti esposti, direttamente o indirettamente, anche a pericoli particolari
stimare i rischi, considerando adeguatezza e affidabilità delle misure di tutela già in atto
definire le misure di prevenzione e protezione, atte a cautelare i lavoratori, secondo le
seguenti gerarchie ed obiettivi:
eliminazione dei rischi
riduzione dei rischi (privilegiando interventi alla fonte)
programmare le azioni di prevenzione e protezione con priorità derivanti da:
gravità dei danni
probabilità di accadimento
numero di lavoratori esposti
complessità delle misure di intervento (prevenzione, protezione, ecc.) da adottare.
Effettuare la valutazione dei rischi comporta una serie di azioni descritte nel seguente
diagramma di flusso:
42
Sono state osservate tutte le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei
lavoratori, come definite all’ art. 15 del D.Lgs. 81/08, e precisamente:
- E’ stata effettuata la valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza, così come
descritta nel presente DVR.
- E’ stata prevista la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri
in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché
l’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro;
- Come dettagliato nel documento di valutazione, si è provveduto all’eliminazione dei rischi e,
ove ciò non è possibile, alla loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite
in base al progresso tecnico;
- Sono stati rispettati i principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei
posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e
produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di
quello ripetitivo;
- E’ stata attuata, per quanto possibile, la riduzione dei rischi alla fonte;
- E’ stata prevista a sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è,o è meno
pericoloso;
- E’ stato limitato al minimo il numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti
al rischio;
- E’ stato previsto un utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di
lavoro;
- E’ stata data la priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione
individuale;
- E’ stato previsto il controllo sanitario dei lavoratori;
- Si provvederà all’allontanamento del lavoratore dall’esposizione al rischio per motivi
sanitari inerenti la sua persona e all’adibizione, ove possibile, ad altra mansione;
- Verrà effettuata l’ adeguata informazione e formazione per i lavoratori, per dirigenti, i
preposti e per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
RRaaccccoollttaa IInnffoorrmmaazziioonnii
PPeerrssoonnaallee
MMaannssiioonnii
AAmmbbiieennttee
EEssppeerriieennzzee
Esperienze
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SSttuuddiiaarree ccoommee
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rriidduurrrree ii RRiisscchhii
43
- Verranno impartite istruzioni adeguate a tutti i lavoratori;
- E’ stata prevista la partecipazione e la consultazione dei lavoratori e dei rappresentanti dei
lavoratori per la Sicurezza;
- E’ stata effettuata un’ attenta programmazione delle misure ritenute opportune per
garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l’adozione di
codici di condotta e di buone prassi. A tale proposito è stato istituito uno specifico
scadenziario che consentirà il controllo nel tempo delle azioni previste per il miglioramento
nel tempo della sicurezza dei lavoratori;
- Sono state dettagliate le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta
antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato, compreso l’uso
di segnali di avvertimento e di sicurezza;
- E’ stata programmata la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con
particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti.
Le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non comporteranno
mai oneri finanziari per i lavoratori.
Metodologia Adottata
La quantificazione e relativa classificazione dei rischi deriva dalla stima dell’entità
dell’esposizione e dalla gravità degli effetti; infatti, il rischio può essere visto come il prodotto
della Probabilità P di accadimento per la Gravità del Danno D:
R = P x D
Per quanto riguarda la probabilità di accadimento si definisce una scala delle Probabilità,
riferendosi ad una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata e la probabilità che
si verifichi l’evento indesiderato, tenendo conto della frequenza e della durata delle
operazioni/lavorazioni che potrebbero comportare rischi per la salute e la sicurezza dei
lavoratori.
Di seguito è riportata la Scala delle Probabilità:
Livello Criteri
Non Probabile
L’anomalia da eliminare potrebbe provocare un danno solo in concomitanza
con eventi poco probabili ed indipendenti.
Non sono noti episodi già verificatisi.
Possibile
L’anomalia da eliminare potrebbe provocare un danno solo in circostanze
sfortunate di eventi.
Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi.
Probabile
L’anomalia da eliminare potrebbe provocare un danno anche se in modo
non automatico e/o diretto.
E’ noto qualche episodio in cui all’anomalia ha fatto seguito il verificarsi di
un danno.
Altamente
probabile
Esiste una correlazione diretta tra l’anomalia da eliminare ed il verificarsi
del danno ipotizzato.
Si sono già verificati danni conseguenti all’anomalia evidenziata nella
struttura in esame o in altre simili ovvero in situazioni operative simili.
Per quanto concerne l’Entità dei Danni, si fa riferimento alla reversibilità o meno del danno.
Di seguito è riportata la Scala dell’Entità del Danno:
44
Livello Criteri
Lieve
Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità temporanea breve
e rapidamente reversibile
Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili
Modesto
Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità temporanea anche
lunga ma reversibile
Esposizione cronica con effetti reversibili
Significativo
Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità
permanente parziale
Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzial-mente invalidanti
Grave
Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità
totale
Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti
Combinando le due scale in una matrice si ottiene la Matrice Dei Rischi, nella quale ad ogni
casella corrisponde una determinata combinazione di probabilità/entità dei danni.
Di seguito è riportata la matrice che scaturisce dalle suddette scale:
Legenda Rischio DANNO
Basso
Lie
ve (
1)
Modesto
(2)
Sig
nific
ativo (
3)
Gra
ve (
4)
Accettabile
Notevole
Elevato
PR
OB
AB
ILIT
À
Non Probabile (1) 1 2 3 4
Possibile (2) 2 4 6 8
Probabile (3) 3 6 9 12
Altamente probabile (4) 4 8 12 16
45
Classe di Rischio Priorità Di Intervento
Elevato
(12 ≤ R ≤ 16)
Azioni correttive Immediate
L’intervento previsto è da realizzare con tempestività nei tempi
tecnici strettamente necessari non appena approvato il budget degli
investimenti in cui andrà previsto l’onere dell’intervento stesso.
Notevole
(6 ≤ R ≤ 9)
Azioni correttive da programmare con urgenza
L’intervento previsto è da realizzare in tempi relativamente brevi
anche successivamente a quelli stimati con priorità alta.
Accettabile
(3 ≤ R ≤ 4)
Azioni correttive da programmare a medio termine
Intervento da inserire in un programma di interventi a medio
termine ma da realizzare anche in tempi più ristretti qualora sia
possibile attuarlo unitamente ad altri interventi più urgenti.
Basso
(1 ≤ R ≤ 2) Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione
11. PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio presenti nei luoghi di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività
lavorative sono stati ordinati in tre categorie:
1. Rischi per la sicurezza (di natura infortunistica) dovuti a: strutture
macchine
impianti elettrici
sostanze e preparati pericolosi
incendio ed esplosioni.
2. Rischi per la salute (di natura igienico-ambientale) dovuti a:
agenti chimici
agenti fisici
agenti biologici.
3. Rischi trasversali (per la salute e la sicurezza) dovuti a:
organizzazione del lavoro
fattori ergonomici
fattori psicologici
condizioni di lavoro difficili.
Rischi per la Sicurezza
I rischi per la sicurezza, o rischi infortunistici si riferiscono al possibile verificarsi di
incidenti/infortuni, ovvero di danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) subite dai
lavoratori in conseguenza di un impatto fisico/traumatico di diversa natura (meccanica,
elettrica, chimica, termica, ecc.).
Di seguito sono riportati alcuni esempi di tali rischi: 1. Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro (illuminazione normale e di emergenza,
pavimenti, uscite, porte, locali sotterranei, ecc.)
46
2. Rischi da carenza di sicurezza su macchine e apparecchiature (protezione degli organi di
avviamento, di trasmissione, di comando, protezione nell’uso di ascensori e montacarichi,
uso di apparecchi a pressione, protezione nell’accesso a vasche, serbatoi e simili)
3. Rischi da manipolazione di agenti chimici pericolosi (infiammabili; corrosivi, comburenti,
esplosivi, ecc.).
4. Rischi da carenza di sicurezza elettrica
5. Rischi da incendio e/o esplosione (presenza di materiali infiammabili, carenza di sistemi
antincendio e/o di segnaletica di sicurezza).
Rischi per la salute
I rischi per la salute, o rischi igienico-ambientali, sono responsabili del potenziale danno
dell’equilibrio biologico e fisico del personale addetto ad operazioni o a lavorazioni che
comportano l’esposizione a rischi di natura chimica, fisica e biologica.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di tali rischi:
1. Rischi di esposizione connessi con l’impiego di sostanze/preparati chimici pericolosi (per
ingestione, contatto cutaneo inalazione di polveri, fumi, nebbie, gas e vapori).
2. Rischi da agenti fisici:
o rumore (presenza di apparecchiatura rumorosa durante il ciclo operativo) con
propagazione dell’energia sonora nel luogo di lavoro
o vibrazioni (presenza di apparecchiatura e strumenti vibranti) con propagazione delle
vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta
o ultrasuoni
o radiazioni ionizzanti
o radiazioni non ionizzanti (presenza di apparecchiature che impiegano radiofrequenze,
microonde, radiazioni infrarosse e ultraviolette, luce laser)
o microclima (temperatura, umidità, ventilazione, calore radiante, condizionamento)
o illuminazione (carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro, non
osservanza delle indicazioni tecniche previste in presenza di videoterminali).
3. Rischi di esposizione connessi all’impiego e manipolazione di organismi e microrganismi
patogeni e non, colture cellulari, endoparassiti umani.
Rischi trasversali o organizzativi
Tali rischi, sono individuabili all’interno della complessa articolazione che caratterizza il
rapporto tra il dipendente e l’organizzazione del lavoro con interazioni di tipo ergonomico, ma
anche psicologico ed organizzativo.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di tali rischi: 1. Organizzazione del lavoro (sistemi di turni, lavoro notturno ecc.)Fattori psicologici
(intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro, ecc.)
2. Fattori ergonomici (ergonomia dei dispositivi di protezione individuale e del posto di
lavoro).
47
Elenco Fattori di Pericolo
N.B. Gli elenchi seguenti sono da intendersi indicativi e non esaustivi
Rischi per la Sicurezza
Str
utt
ure
Ris
chi da c
are
nze s
trutt
ura
li d
ell’A
mbie
nte
di
Lavoro
Altezza dell’Ambiente
Superficie dell’Ambiente
Volume dell’Ambiente
Illuminazione (normale e in emergenza)
Pavimenti (lisci o sconnessi)
Pareti (semplici o attrezzate: scaffalatura, apparecchiatura)
Viabilità interna, esterna; movimentazione manuale dei carichi
Solai (stabilità)
Soppalchi (destinazione, praticabilità, tenuta, portata)
Botole (visibili e con chiusura a sicurezza)
Uscite (in numero sufficiente in funzione del personale)
Porte (in numero sufficiente in funzione del personale)
Locali sotteranei (dimensioni, ricambi d’aria)
Macch
ine
Ris
chi da c
are
nze d
i
sic
ure
zza s
u m
accin
e e
appare
cchia
ture
Protezione degli organi di avviamento
Protezione degli organi di trasmissione
Protezione degli organi di lavoro
Protezione degli organi di comando
Macchine con marchio CE
Macchine rispondenti ai requisiti di sicurezza
Protezione nell’uso di apparecchi di sollevamento
Protezione nell’uso di ascensori e montacarchi
Protezione nell’uso di apparecchi a pressione (bombole e circuiti)
Protezione nell’accesso a vasche, serbatoi e simili
Im
pia
nti
Ele
ttric
i
Ris
chi da
care
nza d
i
sic
ure
zza
ele
tttr
ica Idoneità del progetto
Idoneità d’uso
Impianti a sicurezza intrinseca in atmosfere a rischio di incendio o di
esplosione
Impianti speciali a carattere di rindondanza
In
cen
dio
-
Esp
losio
ni
Ris
chi da incendio
e/o
esplo
sio
ne
Presenza di materiali infiammabili d’uso
Presenza di armadi di conservazione (caratteristiche strutturali e di
areazione)
Presenza di depositi di materiali infiammabili
(caratteristiche strutturali e di ricambi d’aria)
Carenza di sistemi antincendio
Carenza di segnaletica di sicurezza
48
Rischi per la Salute
Ag
en
ti C
him
ici
Rischi di esposizione connessi con l’impiego di sostanze chimiche, tossiche o nocive in relazione a:
1) ingestione; 2) contatto cutaneo; 3) inalazione per presenza di inquinanti aerodispersi sotto forma di:
polveri; fumi; nebbie; gas;
vapori.
Ag
en
ti F
isic
i
Ris
chi dsa e
sposiz
ione a
gra
ndezze fis
iche
che inte
ragis
cono c
on l’o
rganis
mo u
mano
Rumore: presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo operativo e di funzionamento con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro
Vibrazioni: presenza di apparecchiatura e/o strumenti vibranti con propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta
Radiazioni non ionizzanti: presenza di apparecchiature che impiegano radiofrequenze,
microonde, radiazioni infrarosse
Microclima: carenze nella climatizzazione dell’ambiente per quanto attiene alla temperatura: Umidità relativa; Ventilazione;
Calore radiante; Condizionamento.
Illuminazione: carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro (in
relazione alla tipologia della lavorazione fine, finissima, ecc.)
VDT: Non osservanza delle indicazioni tecniche previste in presenza di videoterminali: Posizionamento; Illuminotecnica;
Postura; Microclima.
Radiazioni ionizzanti
Ag
en
ti
Bio
log
ici
Emissione involontaria
(impianto di condizionamento, emissioni di polveri organiche, ecc.)
Emissione incontrollata (impianti di depurazione delle acque, manipolazionedi materiali infetti in ambiente ospedaliero, impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti ospedalieri, ecc.)
Trattamento o manipolazione volontaria a seguito di impiego per ricerca sperimentale in ‘vitro’ o in sede di vera e propria attività produttiva (biotecnologie)
Ag
en
ti
Can
cero
gen
i
Emissione incontrollata Materie prime nel ciclo produttivo
Emissione incontrollata Materie Ausiliarie nel ciclo produttivo
Trattamento o manipolazione volontaria a seguito di impiego nel ciclo produttivo
Emissione incontrollata da componenti strutturali (Es. amianto, ecc.)
Emissione incontrollata da componenti impiantistiche (Es. PCB, ecc.)
Rischi Trasversali
Org
an
izzazio
ne
del
Lavoro
Processi di Lavoro usuranti: lavori in continuo, sistemi di turni, lavoro notturno
Pianificazione degli aspetti attinenti alla sicurezza e la salute: programmi di controllo e monitoraggio Manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza
Procedure adeguate per far fronte a incidenti e a situazioni di emergenza
Movimentazione manuale dei carichi
Lavoro ai VDT (Data Entry)
49
Fatt
ori
Psic
olo
gic
i Intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro
Carenze di contributo al processo decisionale e situazioni di conflittualità
Complessità delle mansioni e carenza di controllo
Reattività anomala a condizioni di emergenza
Fatt
ori
Erg
on
om
ici Fattori Ergonomici
Sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni
Conoscenze e capacità del personale
Norme di comportamento
Soddisfacente comunicazione e istruzioni corrette in condizioni variabili
Identificazione dei Fattori di Pericolo
Rischi per la sicurezza
Strutture NO
Macchine SI
Impianti Elettrici SI
Incendio-Esplosioni SI
Rischi per la salute
Agenti chimici SI
Agenti fisici SI
Agenti biologici SI
Agenti cancerogeni NO
Rischi trasversali
Organizzazione del lavoro SI
Fattori psicologici SI
Fattori ergonomici SI
12. GRUPPI DI LAVORATORI ESPOSTI A RISCHI PARTICOLARI
Lavoratori addetti alle macchine che producono rumore per le quali si rimanda all’apposita
valutazione allegata al presente documento
50
13. Stress da lavoro correlato
Lo stress è uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o
sociali ed che consegue dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap
rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti. L’individuo è capace di reagire alle
pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono essere considerate positive
(per lo sviluppo dell’individuo stesso), ma di fronte ad una esposizione prolungata a forti
pressioni egli avverte grosse difficoltà di reazione. Inoltre, persone diverse possono reagire in
modo diverso a situazioni simili e una stessa persona può, in momenti diversi della propria
vita, reagire in maniera diversa a situazioni simili. Lo stress non è una malattia ma una
esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di
salute. Lo stress indotto da fattori esterni all’ambiente di lavoro può condurre a cambiamenti
nel comportamento e risurre l’efficienza sul lavoro. Tutte le manifestazioni di stress sul lavoro
non vanno considerate causate dal lavoro stesso. Lo stress da lavoro può essere causato da
vari fattori quali il contenuto e l’organizzazione del lavoro, l’ambiente di lavoro, una
comunicazione “povera”, ecc.
I sintomi più frequenti sono : affaticamento mentale, cefalea, gastrite, insonnia, modificazione
dell’umore, depressione ed ansia, dipendenza da farmaci.
I fattori che causano stress possono essere :
lavoro ripetitivo ed arido
carico di lavoro e di responsabilità eccessivo o ridotto
rapporto conflittuale uomo - macchina
conflitti nei rapporti con colleghi e superiori
fattori ambientali (rumore, presenza di pubblico...)
lavoro notturno e turnazione
Si provvederà alla tutela, in particolare, della salute psichica lesa o messa in pericolo dalla
cattiva organizzazione delle risorse umane, la tutela del rischio specifico da stress lavorativo di
una particolare categoria di lavoratori che in ragione delle peculiarità della prestazione
lavorativa sono i soggetti più esposti alla sindrome in esame.
Verranno effettuati adeguati controlli periodici sui lavoratori, in quanto solo attraverso i singoli
controlli è possibile acquisire quelle conoscenze sulla base delle quali il datore di lavoro è in
grado evitare il rischio specifico dello stress lavorativo (ad esempio non assegnare turni
notturni una persona che ha già manifestato e magari curato sindromi depressive) con una
diversa organizzazione del personale, secondo il normale criterio del prevedibile ed evitabile.
Ai tradizionali fattori di rischio inoltre si affiancano oggi "nuovi fattori", legati al rapporto
persona-lavoro, agli aspetti relazionali e motivazionali, alla disaffezione, all'insoddisfazione, al
malessere collegato al ruolo del singolo lavoro, alle relazioni con i colleghi ed i capi, alle
vessazioni morali e sessuali, al rapporto con le tecnologie e con le loro continue evoluzioni. Il
fenomeno del disagio lavorativo sta assumendo sempre maggiore rilevanza ed esprime il
cedimento psicofisico del lavoratore-lavoratrice nel tentativo di adattarsi alle difficoltà del
confronto quotidiano con la propria attività lavorativa.
Lo stress non è una malattia, ma può causare problemi di natura fisica e mentale quando le
pressioni e le richieste diventano eccessive e assillanti, con effetti negativi per i lavoratori e le
aziende. Lo stress dipende dal contesto di lavoro (organizzazione, ruolo, carriera, autonomia,
rapporti interpersonali) e dal contenuto del lavoro (ambiente, attrezzature, orario, carico-ritmi,
formazione, compiti).
51
Esso si può prevenire attraverso una valutazione del rischio simile a quella applicata a tutti gli
altri rischi sul posto di lavoro, coinvolgendo i lavoratori e le lavoratrici e i loro rappresentanti,
gli RLS.
Il mobbing produce stress e lo stress facilita l'insorgere di situazioni di mobbing.
E' importante distinguerli, perché diverse sono le cause e diversi i rimedi. In particolare il
mobbing si configura come l'insieme di azioni personali e impersonali aggressive, violente,
ripetute, immotivate, individuali o di gruppo che incidono in modo significativo sulla condizione
emotiva e psicofisica di un individuo o di un gruppo di individui.
MISURE DI PREVENZIONE ADOTTATE
Verrà data ai singoli lavoratori la possibilità di scegliere le modalità di esecuzione del
proprio lavoro;
Si cercherà di diminuire il più possibile l’entità delle attività monotone e ripetitive;
Verranno aumentate le informazioni concernenti gli obiettivi;
Sarà sviluppato uno stile di leadership;
Si eviteranno definizioni imprecise di ruoli e mansioni.
Verranno distribuiti/comunicati efficacemente gli standard ed i valori dell’organizzazione
a tutti i livelli organizzativi, per esempio tramite manuali destinati al personale, riunioni
informative, bollettini;
Si farà in modo che gli standard ed i valori dell’organizzazione siano noti ed osservati da
tutti i lavoratori dipendenti;
Si provvederà al miglioramento della responsabilità e della competenza del
management per quanto riguarda la gestione dei conflitti e la comunicazione;
Si stabilirà un contatto indipendente per i lavoratori;
Verranno coinvolti i dipendenti ed i loro rappresentanti nella valutazione del rischio e
nella prevenzione dello stress lavoro-correlato.
DIFFERENZE DI GENERE, ETA’ E PROVENIENZA DA ALTRI PAESI
Studi statistici effettuati anche in altri paesi (tra cui l’“Institute for Work & Health” di Toronto)
hanno evidenziato una correlazione tra genere, età e rischi. Nella fase di valutazione si è
tenuto conto di tali fattori, considerando sempre le condizioni più sfavorevoli in funzione dei
lavoratori effettivamente addetti alle rispettive attività lavorative oggetto delle analisi.
In caso di presenza o di assunzione di lavoratori provenienti da altri paesi, si provvederà ad
una più attenta verifica dei loro livelli formativi, anche in funzione delle difficoltà determinate
dalla diversità del linguaggio.
MONITORAGGIO INTERNO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO
1. RESPONSABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI
Ogni dipendente è responsabile sul proprio luogo di lavoro della sorveglianza dello stato di
sicurezza reale raggiunto dalle attrezzature, dagli impianti, dalle macchine, dall’ambiente, dalle
materie, in relazione alla formazione ricevuta ed alle disposizioni aziendali vigenti.
Il coinvolgimento da parte di tutti i dipendenti, ottenuto con una specifica campagna
informativa, ha consentito di ottenere direttamente le Segnalazioni di Incidente o le anomalie
52
che danno luogo alle più elementari valutazioni di efficienza delle procedure di sicurezza
adottate.
Con il raggiungimento di un sufficiente grado di consapevolezza e di competenza i lavoratori
sono progressivamente in grado di contribuire efficacemente al miglioramento della sicurezza
aziendale.
2. MONITORAGGIO
Per il monitoraggio dei provvedimenti tecnici organizzativi e procedurali di prevenzione e
protezione, così come definiti nelle singole attività lavorative oggetto della valutazione dei
rischi e riportate nel seguito sono state individuate le seguenti linee principali.
Frequenza massima delle verifiche : trimestrale (valore iniziale, suscettibile di
variazione in funzione dei
risultati accertati)
Addetti al monitoraggio e compiti : vedi Servizio di Prevenzione e Protezione con distinta dei
compiti
Metodologia da seguire
Gli addetti al controllo dovranno effettuare (periodicamente o a seguito di segnalazione
pervenuta o accertata di non conformità) l’individuazione puntuale di tutti i provvedimenti
tecnici, organizzativi e procedurali di prevenzione e protezione previsti per il reparto e per il
lavoratore o la mansione oggetto del controllo, con la segnalazione delle eventuali situazioni di
non conformità e con la individuazione dei soggetti cui competono gli interventi di rettifica delle
non conformità. Tutti i dati ed i documenti di riscontro dovranno essere archiviati ed occorrerà
redigere, al termine dell’ attività, uno specifico verbale scritto firmato e datato che riporta le
conclusioni e le eventuali proposte.
In funzione dei risultati del monitoraggio verranno presi i provvedimenti opportuni, compresa
la eventuale revisione delle procedure di sicurezza oggetto del monitoraggio.
PROGRAMMA PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Per il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza è prevista l’implementazione in azienda di
un “SISTEMA
di GESTIONE della SALUTE E SICUREZZA dei LAVORATORI” basato sui seguenti elementi
principali:
Sistemazione dei luoghi, degli ambienti e delle attrezzature di lavoro esistenti e
programma di controllo e manutenzione degli stessi.
Valutazione preventiva dei RISCHI ogni qualvolta verranno introdotti nuove attrezzature
o nuove sostanze o comunque modificati i regimi di esposizione.
Controlli periodici degli impianti, delle attrezzature, delle sostanze e dei dispositivi di
protezione individuali a garanzia che tutti i processi vengano svolti in conformità alle
specifiche di sicurezza.
Definizione di istruzioni scritte per l’utilizzo corretto delle attrezzature di lavoro.
Periodica informazione, formazione e addestramento dei lavoratori sui rischi lavorativi e
sui modi per prevenirli.
Controllo del comportamento in sicurezza dei lavoratori, come indicato nel precedente
capitolo.
Controllo sanitario periodico, ove prescritto, per prevenire l’insorgenza di eventuali
malattie professionali.
53
Procedure per la gestione dell’emergenza per fronteggiare le situazioni anomale con
l’intento di minimizzare i
danni alle persone ed al patrimonio aziendale.
Procedure per la disciplina dei lavori affidati ad imprese esterne per garantire che i
lavori stessi vengano svolti
in condizioni di sicurezza, previa compilazione e sottoscrizione del documento unico di
valutazione dei rischi da interferenze (DUVRI), quando necessario.
14. Lavoratrici in stato di Gravidanza
La tutela della salute lavoratrici madri attraverso l’eliminazione o riduzione dell’esposizione a
fattori di rischio professionali per le gravide , per l’embrione ed il feto, con particolare
attenzione a fattori di rischio abortigeni, mutageni e teratogeni, ha comportato la valutazione
dei rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di
allattamento fino a sette mesi dopo il parto, per le lavoratrici addette alle lavorazioni.
A seguito della suddetta valutazione, sono state individuate le seguenti misure di prevenzione
e protezione di ordine generale da adottare:
Verranno modificati i ritmi lavorativi, in modo che essi non siano eccessivi e, che non
comportino una posizione particolarmente affaticante.
Se richiesto dal medico competente, o se obbligatorio per legge a causa di rischi
specifici, si predisporrà che la lavoratrice venga adibita, in via provvisoria, ad altra
mansione .
In caso di ulteriori prescrizioni specifiche, esse verranno indicate nelle attività lavorative
oggetto della valutazione dei rischi, riportate nel seguito.
Le lavoratrici addette alle rispettive mansioni ed il rappresentante per la sicurezza sono stati
informati sui risultati della valutazione e sulle conseguenti misure adottate.
Nota L’art.12, comma 1, del D.lgs. 151/2001 ha introdotto la facoltà, per le lavoratrici
dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati, di utilizzare in forma flessibile il periodo
dell’interdizione obbligatoria dal lavoro di cui all’art.4 della Legge 1204/71 (due mesi prima del
parto e tre mesi dopo il parto), posticipando un mese dell’astensione prima del parto al periodo
successivo al parto.
Per poter avvalersi di tale facoltà, la lavoratrice gestante dovrà presentare apposita domanda
al datore di lavoro e all’ente erogatore dell’indennità di maternità (INPS), corredata da
certificazione del medico ostetrico-ginecologo del SSN o con esso convenzionato la quale
esprima una valutazione, sulla base delle informazioni fornite dalla lavoratrice sull’attività
svolta, circa la compatibilità delle mansioni e relative modalità svolgimento ai fini della tutela
della salute della gestante e del nascituro e, qualora la lavoratrice sia adibita a mansione
comportante l’obbligo di sorveglianza sanitaria, un certificato del Medico Competente
attestante l’assenza di rischi per lo stato di gestazione
Qui di seguito viene riportato, anche a titolo informativo per le lavoratrici madri e per i soggetti
interessati, l’elenco dei principali pericoli per le lavoratrici stesse, con l’indicazione delle
principali conseguenze e dei divieti derivanti dalla vigente normativa in materia.
3. ERGONOMIA
PERICOLO CONSEGUENZE DIVIETI
ATTIVITÀ IN
POSTURA
ERETTA
PROLUNGATA
Mutamenti fisiologici in corso di
gravidanza (maggior volume
sanguigno e aumento delle
pulsazioni cardiache, dilatazione
generale dei vasi sanguigni e
possibile compressione delle vene
D.Lgs 151/01 allegato A,
lett.G
(i lavori che comportano una
stazione in piedi per piu' di
meta' dell'orario)
54
addominali o pelviche ).
favoriscono la congestione periferica
durante la postura eretta. La
compressione delle vene può ridurre
il ritorno venoso con conseguente
accelerazione compensativa del
battito cardiaco materno e il
manifestarsi di contrazioni uterine.
Se la compensazione è insufficiente
ne possono derivare vertigini e
perdita di coscienza. Periodi
prolungati in piedi durante la
giornata lavorativa determinano per
le donne un maggior rischio di parto
prematuro.
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al
termine del periodo di
interdizione dal lavoro
POSTURE
INCONGRUE
E' potenzialmente pericoloso
lavorare in posti di lavoro ristretti o
in postazioni non sufficientemente
adattabili per tenere conto del
crescente volume addominale, in
particolare nelle ultime fasi della
gravidanza.
Ciò può determinare stiramenti o
strappi muscolari. La destrezza,
l'agilità, il coordinamento, la velocità
dei movimenti e l'equilibrio possono
essere anch'essi limitati e ne può
derivare un rischio accresciuto
d'infortunio.
D.Lgs 151/01 allegato A,
lett.G
(lavori che obbligano ad una
postazione particolarmente
affaticante).
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al
termine del periodo di
interdizione dal lavoro
LAVORO IN
POSTAZIONI
ELEVATE
E' potenzialmente pericoloso per le
lavoratrici gestanti lavorare in
postazioni sopraelevate (ad esempio
scale, piattaforme, ecc) a causa del
rischio di cadute dall’alto.
D.Lgs 151/01 allegato A,
lett.E
(i lavori su scale ed
impalcature mobili e fisse)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al
termine del periodo di
interdizione dal lavoro
LAVORI CON
MACCHINA
MOSSA A PEDALE,
QUANDO IL RITMO
SIA
FREQUENTE O
ESIGA
SFORZO
Le attività fisiche particolarmente
affaticanti sono considerate tra le
cause di aborti spontanei. E'
importante assicurare che il volume
e il ritmo dell'attività non siano
eccessivi e, dove possibile, le
lavoratrici abbiano un certo controllo
del modo in cui il lavoro è
organizzato.
D.Lgs 151/01 allegato A,
lett.H
(i lavori con macchina mossa
a pedale, o comandata a
pedale, quando il ritmo del
movimento sia frequente, o
esiga un notevole sforzo)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al
termine del periodo di
interdizione dal lavoro
MANOVALANZA
PESANTE
MOVIMENTAZIONE
La manovalanza pesante e/o la
movimentazione manuale dei carichi
pesanti è ritenuta pericolosa in
gravidanza in quanto può
D.Lgs 151/01 allegato A,
lett.F
(lavori di manovalanza
pesante )
55
MANUALE CARICHI determinare lesioni al feto e un
parto prematuro. Con il progredire
della gravidanza la lavoratrice è
esposta ad un maggior rischio di
lesioni causato dal rilassamento
ormonale dei legamenti e dai
problemi posturali ingenerati dalla
gravidanza
D.Lgs 151/01 allegato C,
ett.A,1,b
(movimentazione manuale di
carichi pesanti che
comportano rischi, soprattutto
dorsolombari)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al
termine del periodo di
interdizione dal lavoro
LAVORI SU MEZZI
IN
MOVIMENTO
L'esposizione a vibrazioni a bassa
frequenza, come accade per uso di
mezzi in movimento,
può accrescere il rischio di aborti
spontanei. Il lavoro a bordo di
veicoli può essere di pregiudizio per
la gravidanza soprattutto per il
rischio di microtraumi, scuotimenti,
colpi, oppure urti, sobbalzi o traumi
che interessino
l'addome.
D.Lgs 151/01 allegato A,
lett.O
(i lavori a bordo delle navi,
degli aerei, dei treni, dei
pullman e di ogni altro mezzo
di comunicazione in moto)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al
termine del periodo di
interdizione dal lavoro
4. AGENTI FISICI
PERICOLO CONSEGUENZE DIVIETI
RUMORE
L'esposizione prolungata a rumori
forti (> 80 dBA) può determinare un
aumento della pressione sanguigna
e un senso di stanchezza; si ipotizza
una vasocostrizione arteriolare che
potrebbe essere responsabile di una
diminuzione del flusso placentare.
Sono, inoltre, possibili riduzioni di
crescita del feto, con conseguente
minor peso alla nascita. Evidenze
sperimentali suggeriscono che una
esposizione prolungata del nascituro
a rumori forti durante la gravidanza
può avere un effetto sulle sue
capacità uditive dopo la nascita.
D.Lgs 151/01 allegato C
lett.A,1,c
D.Lgs 151/01 allegato A
lett. A
(lavori vietati ai minori ai
sensi dei
DD.lgss. 345/99 e 262/00)
D.Lgs 151/01 allegato A
lett.C
(malattie professionali)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
(per esposizioni ≥ 80 dBA)
DIVIETO FINO A SETTE
MESI
DOPO IL PARTO
(per esposizioni ≥ 85 dBA)
SCUOTIMENTI
VIBRAZIONI
Un'esposizione di lungo periodo a
vibrazioni che interessano il corpo
intero può accrescere il rischio di
parto prematuro o di neonati sotto
peso e/o complicanze in gravidanza
e parti prematuri.
D.Lgs. 151/01 all.egato A
lett.I
(lavori con macchine
scuotenti o
con utensili che trasmettono
intense vibrazioni)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al
56
termine del periodo di
interdizione dal lavoro
D.Lgs. 151 Allegato A lett. B
(Lavori che impiegano utensili
vibranti ad aria compressa o
ad
asse flessibile soggetti
all’obbligo di sorveglianza
sanitaria)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
E FINO A SETTE MESI
DOPO IL PARTO
SOLLECITAZIONI
TERMICHE
Durante la gravidanza le donne
sopportano meno il calore ed è più
facile che svengano o
risentano dello stress da calore.
L'esposizione a calore può avere
esiti nocivi sulla gravidanza. Il
lavoro a temperature molto fredde
può essere pregiudizievole per la
salute per gestanti, nascituro e
puerpere. I rischi aumentano in caso
di esposizione a sbalzi improvvisi di
temperatura
D.Lgs. 151/01 Allegato A
lett. A
(celle frigorifere)
D.Lgs. 151/01 allegato C
lett.A,1,f
(esposizione a sollecitazioni
termiche rilevanti evidenziata
dalla valutazione dei rischi)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
DIVIETO FINO A SETTE
MESI
DOPO IL PARTO PER
ESPOSIZIONI A TEMP.
MOLTO
BASSE (es. lavori nelle celle
frigorifere)
RADIAZIONI
IONIZZANTI
Una esposizione a radiazioni
ionizzanti comporta dei rischi per il
nascituro. Se una lavoratrice che
allatta opera con liquidi o polveri
radioattivi può determinarsi un'
esposizione del bambino in
particolare a seguito della
contaminazione della pelle della
madre. Sostanze contaminanti
radioattive inalate o digerite dalla
madre possono passare attraverso
la placenta al nascituro e, attraverso
il latte, al neonato. L’esposizione
durante il primo trimestre di
gravidanza può provocare aborto,
aumento delle malformazioni e
deficit funzionali
D.Lgs 151/01 art.8
(Le donne, durante la
gravidanza, non possono
svolgere attivita' in zone
classificate o, comunque,
essere adibite ad attivita' che
potrebbero esporre il
nascituro ad una dose che
ecceda un millisievert
durante il periodo della
gravidanza)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
Se esposizione nascituro > 1
mSv
D.Lgs 151/01 allegato A
lett.D
(i lavori che comportano
l'esposizione alle radiazioni
ionizzanti).
DIVIETO IN GRAVIDANZA
E
FINO A SETTE MESI DOPO
57
IL
PARTO
RADIAZIONI NON
IONIZZANTI
Al momento attuale non esistono
dati certi sugli effetti provocati sulla
gravidanza o sulla
lattazione dalle radiazioni non
ionizzanti. Non si può escludere che
esposizioni a campi elettromagnetici
intensi, come ad esempio quelli
associati a fisioterapie
(marconiterapia,
radarterapia) o alla saldatura a
radiofrequenza delle materie
plastiche, possano determinare un
rischio accresciuto per il nascituro.
Sulla base degli studi epidemiologici
effettuati, il lavoro al videoterminale
non espone a RNI in grado di
interferire con la normale evoluzione
della gravidanza.
D.Lgs 151/01 allegato A
lett.C
(malattie professionali di cui
all.4 al decreto 1124/65 e
successive
modifiche)
D.Lgs 151/01 allegato C
lett.A,1,e
(rischio da radiazioni non
ionizzanti evidenziato dalla
valutazione dei rischi )
DIVIETO IN GRAVIDANZA
Per esposizioni superiori a
quelle
ammesse per la popolazione
generale
5. AGENTI BIOLOGICI
PERICOLO CONSEGUENZE DIVIETI
AGENTI BIOLOGICI
DEI GRUPPI DI
RISCHIO
da 2 a 4
Le malattie infettive contratte in
gravidanza possono avere notevoli
ripercussioni sull’andamento della
stessa. Molti agenti biologici
appartenenti ai gruppi di rischio
2,3,4 possono interessare il
nascituro in caso di infezione della
madre durante la gravidanza. Essi
possono giungere al bambino per via
placentare oppure durante e dopo il
parto, in caso di allattamento o a
seguito dello stretto contatto fisico
tra madre e bambino. Agenti che
possono infettare il bambino in uno
di questi modi sono ad esempio i
virus dell'epatite B, C, rosolia, l’HIV,
il bacillo della tubercolosi, quello
della sifilide, la salmonella del tifo e
il toxoplasma. In particolare possono
essere esposte determinate
categorie di lavoratori (es.sanità).
D.Lgs 151/01 allegato A
lett B
(rischi per i quali vige
l'obbligo delle visite mediche
preventive e
periodiche).
D.Lgs 151/01 allegato B
lett. A
punto 1 lett b (per virus
rosolia e
toxoplasma in assenza di
comprovata immunizzazione)
D.Lgs 151/01 allegato C
lett.A,2
(rischio di esposizione ad
agenti
biologici evidenziato dalla
valutazione dei rischi)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
E FINO A SETTE MESI
DOPO IL PARTO
58
6. AGENTI CHIMICI
PERICOLO CONSEGUENZE DIVIETI
SOSTANZE O
PREPARATI
CLASSIFICATI
COME
PERICOLOSI
(TOSSICI,
NOCIVI,
CORROSIVI,
IRRITANTI)
L'effettivo rischio per la salute
costituito dalle singole sostanze può
essere determinato
esclusivamente a seguito di una
valutazione del rischio. Una
esposizione occupazionale prevede
spesso la presenza di una
combinazione di più sostanze, e in
questi casi non è sempre possibile
conoscere le conseguenze delle
interazioni fra le diverse sostanze ed
i possibili effetti sinergici che le
associazioni chimiche possono
produrre. Alcuni agenti chimici
possono penetrare attraverso la
pelle integra ed essere assorbiti
dal corpo con ripercussioni negative
sulla salute. Molte sostanze possono
passare nel latte materno e per
questa via contaminare il bambino.
Tra gli effetti degli agenti chimici
sulla gravidanza molti studi hanno
evidenziato il verificarsi di aborti
spontanei correlati ad una
esposizione occupazionale a
numerose sostanze, tra cui solventi
organici, gas anestetici e farmaci
antiblastici, anche per bassi livelli di
esposizione.
D.Lgs 151/01 allegato A
lett.A
(lavori vietati ai minori ai
sensi dei
DD.lgss. 345/99 e 262/00)
D.Lgs 151/01 allegato A
lett.C
(malattie professionali)
D.Lgs 151/01 allegato C
lett,A
punto 3 lett. a,b,c,d,e,f, e
lett B
(esposizione ad agenti chimici
pericolosi evidenziata dalla
valutazione dei rischi)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
E FINO A SETTE MESI
DOPO IL PARTO
Può essere consentito l’uso di
sostanze o preparati
classificati
esclusivamente irritanti per la
pelle e con frase di rischio
“può
provocare sensibilizzazione
per
contatto con la pelle” (R43), a
condizione che il rischio sia
evitabile con l’uso dei DPI.
PIOMBO E
DERIVATI CHE
POSSONO ESSERE
ASSORBITI DALLO
ORGANISMO
UMANO
Vi sono forti evidenze che
l'esposizione al piombo, sia del
nascituro che del neonato, determini
problemi nello sviluppo, danno del
sistema nervoso e degli organi
emopoietici. Le donne, i neonati e i
bambini in tenera età sono
maggiormente sensibili al piombo
che gli adulti maschi. Il piombo
passa dal sangue al latte.
D.Lgs 151/01 allegato A
lett.A
(lavori vietati ai minori ai
sensi dei
DD.lgss. 345/99 e 262/00)
D.Lgs 151/01 allegato A
lett.C
(malattie professionali)
D.Lgs 151/01 allegato B
lett. A
numero 1 lett.c e lett. B
numero 1 lett.a (allegato 2
DL 645/96)
DIVIETO IN GRAVIDANZA
E FINO A SETTE MESI
DOPO IL PARTO
59
7. ALTRI LAVORI VIETATI
DESCRIZIONE DIVIETI
LAVORO NOTTURNO
DIVIETO IN GRAVIDANZA E FINO A UN
ANNO DI VITA DEL BAMBINO
LAVORI A BORDO DI NAVI, AEREI, TRENI,
PULMAN O ALTRI MEZZI DI
COMUNICAZIONE IN MOTO
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al termine del
periodo di interdizione dal lavoro
LAVORI DI MONDA E TRAPIANTO DEL
RISO
DIVIETO IN GRAVIDANZA
durante la gestazione e fino al termine del
periodo di interdizione dal lavoro
LAVORI DI ASSISTENZA E CURA DEGLI
INFERMI NEI SANATORI E NEI REPARTI
PER MALATTIE INFETTIVE E PER
MALATTIE NERVOSE E MENTALI
DIVIETO IN GRAVIDANZA E FINO A
SETTE MESI DOPO IL PARTO
LAVORI AGRICOLI CHE IMPLICANO LA
MANIPOLAZIONE E L’USO DI SOSTANZE
TOSSICHE O ALTRIMENTI NOCIVE NELLA
CONCIMAZIONE DEL TERRENO E NELLA
CURA DEL BESTIAME
DIVIETO IN GRAVIDANZA E FINO A
SETTE MESI DOPO IL PARTO
LAVORI CHE ESPONGONO ALLA SILICOSI
E ALL’ASBESTOSI O ALLE ALTRE MALATTIE
PROFESSIONALI (di cui agli allegati 4 e 5 al
decreto del Presidente della Repubblica 30
giugno 1965, n. 1124, e successive
modificazioni)
DIVIETO IN GRAVIDANZA E FINO A
SETTE MESI DOPO IL PARTO
LAVORI PREVISTI DAL D.LGS. 345/99
LAVORI PREVISTI DAL D.LGS. 262/2000
LAVORI INDICATI NELLA TABELLA
ALLEGATA AL DPR 303/1956 PER I QUALI
VIGE L’OBBLIGO DELLE VISITE MEDICHE
PREVENTIVE E PERIODICHE
DIVIETO IN GRAVIDANZA E FINO A
SETTE MESI DOPO IL PARTO
15. Lavoratori con differenze di genere, età, nazionalità o contratto di lavoro
Studi statistici effettuati anche in altri paesi (tra cui l’“Institute for Work & Health” di Toronto)
hanno evidenziato una correlazione tra genere, età e rischi. Nella fase di valutazione si è
tenuto conto di tali fattori, considerando sempre le condizioni più sfavorevoli in funzione dei
lavoratori effettivamente addetti alle rispettive attività lavorative oggetto delle analisi.
In caso di presenza o di assunzione di lavoratori provenienti da altri paesi, si provvederà ad
una più attenta verifica dei loro livelli formativi, anche in funzione delle difficoltà determinate
dalla diversità del linguaggio.
60
16. MONITORAGGIO INTERNO DELLA SICUREZZA SUL LAVORO
RESPONSABILIZZAZIONE DEI LAVORATORI
Ogni dipendente è responsabile sul proprio luogo di lavoro della sorveglianza dello stato di
sicurezza reale raggiunto dalle attrezzature, dagli impianti, dalle macchine, dall’ambiente, dalle
materie, in relazione alla formazione ricevuta ed alle disposizioni aziendali vigenti.
Il coinvolgimento da parte di tutti i dipendenti, ottenuto con una specifica campagna
informativa, ha consentito di ottenere direttamente le Segnalazioni di Incidente o le anomalie
che danno luogo alle più elementari valutazioni di efficienza delle procedure di sicurezza
adottate.
Con il raggiungimento di un sufficiente grado di consapevolezza e di competenza i lavoratori
sono progressivamente in grado di contribuire efficacemente al miglioramento della sicurezza
aziendale.
MONITORAGGIO
Per il monitoraggio dei provvedimenti tecnici organizzativi e procedurali di prevenzione e
protezione, così come definiti nelle singole attività lavorative oggetto della valutazione dei
rischi e riportate nel seguito sono state individuate le seguenti linee principali.
Frequenza massima delle verifiche : trimestrale
(valore iniziale, suscettibile di variazione in funzione dei risultati
accertati)
Addetti al monitoraggio e compiti : vedi Servizio di Prevenzione e Protezione con distinta dei
compiti
Metodologia da seguire
Gli addetti al controllo dovranno effettuare (periodicamente o a seguito di segnalazione
pervenuta o accertata di non conformità) l’individuazione puntuale di tutti i provvedimenti
tecnici, organizzativi e procedurali di prevenzione e protezione previsti per il reparto e per il
lavoratore o la mansione oggetto del controllo, con la segnalazione delle eventuali situazioni di
non conformità e con la individuazione dei soggetti cui competono gli interventi di rettifica delle
non conformità. Tutti i dati ed i documenti di riscontro dovranno essere archiviati ed occorrerà
redigere, al termine dell’ attività, uno specifico verbale scritto firmato e datato che riporta le
conclusioni e le eventuali proposte.
In funzione dei risultati del monitoraggio verranno presi i provvedimenti opportuni, compresa
la eventuale revisione delle procedure di sicurezza oggetto del monitoraggio.
61
17. PROGRAMMA PER IL MIGLIORAMENTO NEL TEMPO DEI LIVELLI DI
SICUREZZA
Per il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza è prevista l’implementazione in azienda di
un “SISTEMA di GESTIONE della SALUTE E SICUREZZA dei LAVORATORI” basato sui seguenti
elementi principali:
Sistemazione dei luoghi, degli ambienti e delle attrezzature di lavoro esistenti e
programma di controllo e manutenzione degli stessi.
Valutazione preventiva dei RISCHI ogni qualvolta verranno introdotti nuove attrezzature
o nuove sostanze o comunque modificati i regimi di esposizione.
Controlli periodici degli impianti, delle attrezzature, delle sostanze e dei dispositivi di
protezione individuali a garanzia che tutti i processi vengano svolti in conformità alle
specifiche di sicurezza.
Definizione di istruzioni scritte per l’utilizzo corretto delle attrezzature di lavoro.
Periodica informazione, formazione e addestramento dei lavoratori sui rischi lavorativi e
sui modi per prevenirli.
Controllo del comportamento in sicurezza dei lavoratori, come indicato nel precedente
capitolo.
Controllo sanitario periodico, ove prescritto, per prevenire l’insorgenza di eventuali
malattie professionali.
Procedure per la gestione dell’emergenza per fronteggiare le situazioni anomale con
l’intento di minimizzare i
danni alle persone ed al patrimonio aziendale.
Procedure per la disciplina dei lavori affidati ad imprese esterne per garantire che i
lavori stessi vengano svolti
in condizioni di sicurezza, previa compilazione e sottoscrizione del documento unico di
valutazione dei rischi da interferenze (DUVRI), quando necessario.
18. ANALISI DELLE LAVORAZIONI
Per stampa si intende il trasferimento di inchiostro da una matrice ad un foglio di carta o di
altro
materiale.
Esistono diversi procedimenti di stampa, distinti per caratteristiche delle matrici, per tipologia
di
sostanze usate e di materiale da stampare, per modalità di contatto fra forma e supporto.
Oltre il rischio di infortuni legato al tipo di macchinari usati ed alla movimentazione dei
materiali, i
rischi lavorativi sono in gran parte comuni ai diversi tipi di stampa in quanto dovuti all’uso di
inchiostri e solventi, (tenendo in considerazione l’uso di particolari sostanze quali ad esempio
inchiostri al piombo, gelatine, lacche), variando i livelli di esposizione a rumore a seconda delle
modalità di trasferimento e della presenza o meno di attività di legatoria.
Una particolare attenzione meritano gli inchiostri, costituiti da un pigmento disperso in
opportuno veicolo e di regola completato da additivi vari (essiccativi).
I pigmenti possono essere inorganici ( bleu di Prussia e i gialli di cromo ) ed organici (gialli
diclorobendizinici, rubino, ftalocianinabeta e nerofumo). Dovrà essere prestata particolare
attenzione ai pigmenti organici a base azoica in quanto possono dar luogo a rilascio di ammine
aromatiche parte delle quali notoriamente ha proprietà cancerogene.
I veicoli sono prevalentemente: oli, polimerizzati o soffiati, solventi organici volatili (toluene, alcool etilico), resine, cere.
62
Serigrafia e Tampografia
Nella serigrafia la forma è costituta da uno schermo o filtro attraverso il quale l’inchiostro è
trasferito direttamente al supporto; le zone non stampanti vengono rese impermeabili
all’inchiostro con modalità varie.
Gli inchiostri usati (lacche) sono consistenti ed il veicolo è a base di sostanze grasse (gelatina
bicromata); talvolta vengono usati anche inchiostri solidi, in polvere o in zollette ed inchiostri
per usi speciali; non è raro l’impiego di inchiostri al piombo.
Altri rischi lavorativi sono legati all’uso di lacche e gelatine che possono provocare
sensibilizzazione ed all’uso di solventi.
I rischi lavorativi della tampografia sono analoghi, seppure di norma quantitativamente
inferiori, in quanto la lavorazione è sostanzialmente equivalente all’inchiostrazione di un timbro
su tampone ed alla successiva impressione della timbratura su di un manufatto.
La tipografia si può definire come la tecnologia che consente di produrre testi stampati con
l’uso di matrici composte da caratteri mobili. L’attività tipografica comprende varie operazioni;
le principali sono:
Composizione di testo e foto
Impaginazione dei caratteri
Stampa
Rilegatura
Il presente lavoro analizza il ciclo di lavoro e i rischi associati all’attività delle tipografie
artigiane che utilizzano la tecnica della stampa offset (o stampa indiretta). Tale metodologia è
ampiamente diffusa per la produzione di libri, riviste, giornali, opuscoli, manuali illustrativi.
63
I principali rischi legati all’attività di tipografo, le lavorazioni che determinano tali
rischi e le possibili conseguenze sono riassunti in:
64
RISCHI PROFESSIONALI E RELATIVE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
COMPOSIZIONE DEL TESTO
Con l’utilizzo di personal computer, testi e immagini vengono composti elettronicamente. Si
procede in seguito alla stampa della bozza, allo scopo di individuare eventuali errori e
procedere alla correzione degli stessi. Infine immagini e testi vengono scannerizzati e riportati
su pellicole retinate.
Le principali attrezzature utilizzate in questa fase sono:
Videoterminali
Stampanti laser
Scanner elettronici.
ASSEMBLAGGIO TESTI E FOTO
Le pellicole retinate, ottenute nella fase precedente, vengono tagliate e adattate al formato
della pagina; con tavoli dotati di illuminazione nel piano di lavoro, vengono assemblate e
incollate su un supporto trasparente (Astralon).
Le attrezzature utilizzate sono:
Forbici e taglierine manuali
Tavoli luminosi.
PRODUZIONE MATRICI
Il testo e le immagini in questa fase vengono riportati su lastre litografiche. Le stesse vengono
poi pulite, gommate e corrette.
Le attrezzature utilizzate sono:
Bromografi
Sviluppatrici automatiche a ciclo chiuso.
STAMPA OFFSET
In questa fase le matrici vengono stampate su carta. La macchina che effettua la stampa viene
inizialmente preparata, caricando la carta e l’inchiostro; successivamente si avvia il processo di
stampa. A stampa eseguita, si effettua la pulizia dei rulli con un’apposita macchina.
Le attrezzature utilizzate sono:
Macchina per stampa
Macchina lavarulli.
FINITURA
65
Il materiale stampato viene perfezionato, procedendo al taglio dei margini, piegato e rilegato
(a punto metallico, a filo refe o per incollatura). Ultimato il confezionamento, si procede
all’incellofanatura con una macchina apposita, all’inscatolamento e al trasporto.
Le principali macchine utilizzate in questa fase sono:
Voltapile
Transpalletts (utilizzate per il trasporto delle pile di carta)
Macchine raccoglitrici
Macchine tagliatrici
Piegatrici
Macchine cucitrici (a filo o a punto metallico)
Macchina cellofanatrice (foto a lato).
MANUTENZIONE
E’ una fase che viene eseguita periodicamente per verificare e garantire l’efficienza dei
macchinari e per adattarli alle esigenze di produzione. Queste operazioni, specialmente per i
macchinari di grandi dimensioni, sono effettuate in genere da personale specializzato. Il
tipografo può comunque effettuare piccole operazioni di manutenzione
66
Schede Specifiche con l’Individuazione dei fattori e condizioni di rischio, delle
Conseguenze, delle Misure di Prevenzione e di Protezione attuate e dei Dispositivi di
Protezione Individuale adottati
FASE DI LAVORO: ASSEMBLAGGIO FOTO E TESTI E /O FOTOCOPOSIZIONE
o consiste nell'acquisizione delle immagini o dei testi forniti dal cliente
sia su supporto digitale (CD, floppy disc. e/o memoria esterna) che su
supporto cartaceo/fotografico, in quest'ultima modalità le fotografie
vengono acquisite tramite gli scanner ad alta qualità in dotazione ad
ogni singolo grafico, successivamente avviene la pulitura ed il
miglioramento delle stesse tramite programmi di fotoritocco e
fotocomposizione, ed in fine impaginate con i relativi testi.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Tavoli luminosi
o Forbici
o Taglierine manuali
o Compute
o Tavola grafica
o scanner
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
o Colla
o Detergenti (per la pulizia dei tavoli)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Ergonomia (rischio posturale) Probabile Modesto Notevole
o Ferite e tagli alle mani Probabile Lieve Accettabile
o Affaticamento visivo ed abbagliamento
(tavoli luminosi) Probabile Lieve Accettabile
o Stress psicofisico Possibile Lieve Accettabile
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Effettuare da parte del datore di lavoro la valutazione dei rischi per la salute dei
lavoratori derivanti dall’utilizzo di attrezzature necessarie a svolgere le mansioni
lavorative ed attuare le misure necessarie per eliminare o ridurre rischi (Art. 71 del
D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
67
Attuare la formazione e l’informazione dei lavoratori sulle corrette modalità di
esecuzione delle attività e di utilizzo delle attrezzature (Art. 71 comma 7 lettera a) del
D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Utilizzare schermi protettivi durante l’uso dei videoterminali per evitare l’affaticamento
visivo
Adottare una posizione di lavoro comoda ed ergonomica
Non assumere posizioni scomode per lunghi periodi, ma nel caso fosse necessario,
interrompere spesso il lavoro per poter rilassare la muscolatura
Durante lo svolgimento del lavoro, praticare semplici esercizi di rilassamento,
stiramento e rinforzo della muscolatura
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico (Allegato IV del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro (Allegato IV del D.Lgs. n.81/08
come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale (Allegato IV punto 1.10
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare le corrette condizioni igienico-sanitarie dell’ambiente di lavoro
Sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria periodica, con cadenza almeno biennale,
per i lavoratori classificati idonei con prescrizioni e per quelli che abbiano compiuto il
cinquantesimo anno di età, con cadenza quinquennale negli altri casi (Art. 176 del
D.Lgs. n.81/08)
Sottoporre il lavoratore a controllo oftalmologico, a sua richiesta, ogni volta che sospetti
un’alterazione della funzione visiva
Effettuare la formazione e l’informazione relativa all’uso corretto dei videoterminali (Art.
177 del D.Lgs. n.81/08)
Regolare l’intensità luminosa del piano di lavoro e dell’ambiente (<500 lux) per evitare
sforzi visivi dovuti all’annullamento del contrasto con la luce proveniente dal tavolo
Ubicare in maniera corretta i tavoli luminosi onde evitare riflessi
Utilizzare tavoli di altezza regolabile e/o adatta alla posizione dell’operatore (seduto o in
piedi), che presentino uno spazio sottostante al piano per gli arti inferiori e una barra
poggiapiedi che consenta un alternativo spostamento del carico di tali arti
Evitare che l’operatore indossi scarpe con tacchi alti, al fine di non accentuare la lordosi
lombare
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
Collegare la carcassa del tavolo luminoso all’impianto di terra, se priva di doppio
isolamento (Allegato V parte II punto 5.16 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal
D.Lgs. n.106/09)
Applicare schermi in materiale isolante per garantire una protezione non inferiore a IP
20
Sostituire le colle tradizionali con biadesivi
Utilizzare una soluzione diluita di carbonato di calcio per la pulizia dei tavoli.
68
ATTREZZATURA: PERSONAL COMPUTER, STAMPANTE E PLOTTER
Attrezzature informatiche, quali personal computer o elaboratore elettronico, monitor, tastiera,
mouse, accessori opzionali ed apparecchiature connesse, quali l’unità a dischi, la stampante, il
plotter ed altro.
In particolare, per personal computer o elaboratore elettronico s’intende un insieme di
apparecchiature progettate e costruite per l’acquisizione, l’archiviazione e l’emissione
programmata dei dati. Il personal computer, infatti, si compone di una unità centrale con il
compito di elaborare e conservare delle informazioni e di più unità periferiche che consentono
di interfacciare con l’utente svolgendo funzioni di acquisizione dei dati (tastiera, mouse,
joytick, scanner, ecc.) e di emissione dei dati (monitor, stampante, plotter ecc.).
Per videoterminale, s’intende uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di
procedimento di visualizzazione utilizzato.
Per stampante, s’intende l’unità periferica di output che permette di trasferire su carta le
informazioni digitali contenute nel computer.
Per plotter, s’intende l’unità periferica di output specializzata nella stampa di supporti di grande
formato, utilizzato prevalentemente per la stampa di progetti architettonici, meccanici,
elettrici, topografici e nel settore della grafica e della pubblicità.
Requisiti e prescrizioni minime dell’allegato Allegato XXXIV D. Lgs. 81/08 Per il pc Requisiti minimi di sicurezza
Schermo.
La risoluzione dello schermo deve essere tale da garantire una buona definizione, una forma
chiara, una grandezza sufficiente dei caratteri e, inoltre, uno spazio adeguato tra essi.
L'immagine sullo schermo deve essere stabile; esente da farfallamento, tremolio o da altre
forme di instabilità.
La brillanza e/o il contrasto di luminanza tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono
essere facilmente regolabili da parte dell'utilizzatore del videoterminale e facilmente adattabili
alle condizioni ambientali.
Lo schermo deve essere orientabile ed inclinabile liberamente per adeguarsi facilmente alle
esigenze dell'utilizzatore.
È possibile utilizzare un sostegno separato per lo schermo o un piano regolabile.
Sullo schermo non devono essere presenti riflessi e riverberi che possano causare disturbi
all'utilizzatore durante lo svolgimento della propria attività.
Lo schermo deve essere posizionato di fronte all’operatore in maniera che, anche agendo su
eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pò più in
basso dell’orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza degli occhi pari a
circa 50-70 cm, per i posti di lavoro in cui va assunta preferenzialmente la posizione seduta
Tastiera e dispositivi di puntamento.
La tastiera deve essere separata dallo schermo e facilmente regolabile e dotata di meccanismo
di variazione della pendenza onde consentire al lavoratore di assumere una posizione
confortevole e tale da non provocare l'affaticamento delle braccia e delle mani.
69
Lo spazio sul piano di lavoro deve consentire un appoggio degli avambracci davanti alla
tastiera nel corso della digitazione, tenendo conto delle caratteristiche antropometriche
dell’operatore.
La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi.
La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono agevolarne l'uso. I simboli dei
tasti devono presentare sufficiente contrasto ed essere leggibili dalla normale posizione di
lavoro.
Il mouse o qualsiasi dispositivo di puntamento in dotazione alla postazione di lavoro deve
essere posto sullo stesso piano della tastiera, in posizione facilmente raggiungibile e disporre di
uno spazio adeguato per il suo uso.
Piano di lavoro.
Il piano di lavoro deve avere una superficie a basso indice di riflessione, essere stabile, di
dimensioni sufficienti a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei
documenti e del materiale accessorio.
L’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve essere indicativamente compresa fra 70 e
80 cm. Lo spazio a disposizione deve permettere l’alloggiamento e il movimento degli arti
inferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se presenti.
La profondità del piano di lavoro deve essere tale da assicurare una adeguata distanza visiva
dallo schermo.
Il supporto per i documenti deve essere stabile e regolabile e deve essere collocato in modo
tale da ridurre al minimo i movimenti della testa e degli occhi.
Sedile di lavoro.
Il sedile di lavoro deve essere stabile e permettere all'utilizzatore libertà nei movimenti,
nonché una posizione comoda. Il sedile deve avere altezza regolabile in maniera indipendente
dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristiche antropometriche
dell’utilizzatore.
Lo schienale deve fornire un adeguato supporto alla regione dorso-lombare dell’utente.
Pertanto deve essere adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore e deve
avere altezza e inclinazione regolabile. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore dovrà poter
fissare lo schienale nella posizione selezionata.
Lo schienale e la seduta devono avere bordi smussati. I materiali devono presentare un livello
di permeabilità tali da non compromettere il comfort dell’utente e pulibili.
Il sedile deve essere dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione e
deve poter essere spostato agevolmente secondo le necessità dell’utilizzatore.
Un poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderino per far assumere una
postura adeguata agli arti inferiori. Il poggiapiedi non deve spostarsi involontariamente
durante il suo uso.
Computer portatili
L’impiego prolungato dei computer portatili necessita della fornitura di una tastiera e di un
mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonchè di un idoneo supporto che consenta il
corretto posizionamento dello schermo.
Spazio
Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo che vi sia spazio sufficiente
per permettere cambiamenti di posizione e movimenti operativi.
Illuminazione
L'illuminazione generale e specifica (lampade da tavolo) deve garantire un illuminamento
sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente circostante, tenuto conto
delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore.
Riflessi sullo schermo, eccessivi contrasti di luminanza e abbagliamenti dell’operatore devono
essere evitati disponendo la postazione di lavoro in funzione dell'ubicazione delle fonti di luce
naturale e artificiale.
Si dovrà tener conto dell’esistenza di finestre, pareti trasparenti o traslucide, pareti e
attrezzature di colore chiaro che possono determinare fenomeni di abbagliamento diretto e/o
indiretto e/o riflessi sullo schermo.
70
Le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per
attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.
Rumore
Il rumore emesso dalle attrezzature presenti nel posto di lavoro non deve perturbare
l'attenzione e la comunicazione verbale.
Radiazioni
Tutte le radiazioni, eccezion fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico, devono
essere ridotte a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute
dei lavoratori
Parametri microclimatici
Le condizioni microclimatiche non devono essere causa di discomfort per i lavoratori.
Le attrezzature in dotazione al posto di lavoro non devono produrre un eccesso di calore che
possa essere fonte di discomfort per i lavoratori.
Interfaccia elaboratore/uomo
All'atto dell'elaborazione, della scelta, dell'acquisto del software, o allorchè questo venga
modificato, come anche nel definire le mansioni che implicano l'utilizzazione di unità
videoterminali, il datore di lavoro terrà conto dei seguenti fattori:
a) il software deve essere adeguato alla mansione da svolgere;
b) il software deve essere di facile uso adeguato al livello di conoscenza e di esperienza
dell'utilizzatore. Inoltre nessun dispositivo di controllo quantitativo o qualitativo può essere
utilizzato all'insaputa dei lavoratori;
c) il software deve essere strutturato in modo tale da fornire ai lavoratori indicazioni
comprensibili sul corretto svolgimento dell’attività;
d) i sistemi devono fornire l’informazione di un formato e ad un ritmo adeguato agli operatori;
e) i principi dell’ergonomia devono essere applicati in particolare all’elaborazione
dell’informazione da parte dell’uomo.
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Affaticamento visivo (per uso intensivo
personal computer) Probabile Lieve Accettabile
o Stress psicofisico (per uso intensivo
personal computer) Probabile Lieve Accettabile
o Posture scorrette Probabile Lieve Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
o Radiazioni non ionizzanti Probabile Lieve Accettabile
o Rumore Possibile Lieve Basso
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
71
Verificare l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate e l’efficienza
dell’interruttore di alimentazione ( Art. 80 del D.lgs. n.81/08 )
Regolare con cura la posizione, l'altezza e la distanza del monitor
Disporre il monitor perpendicolare alle fonti luminose
Inclinare il monitor per eliminare eventuali riflessi
Collocare monitor e documenti alla stessa distanza dagli occhi il più lontano possibile,
purchè siano leggibili
Regolare contrasto, luminosità e caratteri del monitor (sfondo chiaro e lettere scure)
Ammiccare spesso e fissare oggetti o persone lontani
Utilizzare schermi protettivi durante l’uso intensivo dei videoterminali per evitare
l’affaticamento visivo
Pulire periodicamente monitor e schermo antiriflessi se presente
Schermare finestre con tende ergonomiche adeguate al lavoro al PC
Schermare e ridurre luci artificiali, usare lampada da tavolo
Mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione, con avambracci paralleli al pavimento e
bene appoggiati sul tavolo
Assumere una postura rilassata con il tronco sullo schienale tra 90 e 110° ed adottare
abitudini lavorative idonee a salvaguardare il proprio benessere fisico
Evitare di mantenere la stessa posizione per tempi prolungati
Utilizzare stampanti o plotter non rumorosi ed eventualmente spostare quelli rumorosi
in altri locali ( Art. 192 del D.lgs. n.81/08 )
Al momento di prelevare la stampa dal plotter, prestare molta attenzione in caso di
presenza di lama per il taglio della carta
Evitare di sostituire il toner alla stampante e al plotter se non si è addestrati a svolgere
tale operazione
Effettuare la sostituzione del toner alla stampante e al plotter, in modo da non generare
polvere ed indossando una mascherina facciale ( Allegato IV punto 2 del D.lgs. n.81/08
)
In presenza di eventuali anomalie, segnalarle immediatamente al preposto
In caso di non utilizzo, lasciare le attrezzature in perfetta efficienza e spegnere tutti gli
interruttori
Effettuare un idoneo numero di ricambi d’aria dei locali ( Allegato IV punto 1 del D.lgs.
n.81/08 )
Effettuare la formazione e l’informazione relativa all’uso corretto di tali attrezzature
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore.
DPI In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Inalazione di polvere
in caso sostituzione
del toner della
stampante
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri a
media tossicità
Rif. Normativo Art 75 – 77 – 79 D.lgs. n.81/08 ( Testo Unico in materia di sicurezza e salute sul lavoro ) – Allegato VIII D.lgs. n.81/08 punti 3,4 n.4 UNI EN 149 Apparecchi di protezione delle vie respiratorie
Si consiglia l’utilizzo di lenti oftalmiche durante l’uso prolungato di videoterminali.
72
FASE DI LAVORO: FINITURA DEI PRODOTTI DI STAMPA
Attività relativa alla esecuzione di diverse operazioni, che sono le seguenti:
o Taglio della carta di interi pacchi di fogli o perfezionamento dei
margini
o Piegatura della carta
o Rilegatura degli opuscoli, riviste ecc., a punto metallico, a filo refe o
mediante semplice incollatura
o Confezionatura
o Imbustamento in cellofan o inscatolamento
o Legatura in pacchi del prodotto finito
o Etichettatura dei prodotti
o Trasporto
procedimento di assemblaggio di un libro a partire da un certo numero di fogli separati di
carta.
Le parti del libro:
Sovracoperta;
Coperta;
Controguardia;
Labbro;
Taglio di testa;
Taglio davanti;
Taglio di piede;
Pagine;
Piega del fascicolo
La piegatura: è una lavorazione meccanica con la quale si deforma un foglio di carta steso
(f.to 70x100cm e/o f.to 50x70cm) con diverse pieghe.
Cordonatura: effettua dei solchi che facilitano la piaga di fogli in vari formati, l'inserimento
dei fogli avviene in modo manuale, mentre l'avanzamento è automatico. (CORDONATRICE)
La raccolta: successivamente alla piegatura avviene la raccolta dei sedicesimi o/e ottavi e/o
quartini in modo sequenziale.(RACCOGLITRICE MANUALE)
La cucitura (a mano o meccanica) consiste nel passaggio, alla piega del fascicolo, di un filo
che trattiene i fogli. La cucitura viene consolidata con un adesivo, spesso di tipo vinilico.
Successivamente la coperta a cartella è incollata alle carte di guardia
La brossura è un tipo di rilegatura o brochure che superino i 2-3 millimetri di spessore totale.
Tale legatura si ottiene incollando sul dorso delle segnature (ottavi o dodicesimi, sedicesimi,
ventiquattresimi, trentaduesimi a seconda di quante pagine contengono) una copertina di
cartoncino e poi rifilate sui tre lati. La legatura in brossura può essere di due tipi: fresata
(prima dell'incollatura le segnature vengono raccolte e tagliate con una fresa dal lato della
piega; permette una maggiore penetrazione della colla) o a filo refe (le segnature vengono
cucite al centro con un filo di cotone, lino, canapa o sintetico e poi incollate). Il primo tipo è di
fattura più rapida ed economica, il secondo resiste di più all'usura. Esiste inoltre, specie per le
rilegature di pregio, il classico libro in brossura cucita, per cui si usava spesso il filo di seta,
preferito per la resistenza e la delicatezza nei confronti della carta. La rilegatura avviene su
copertina in cartonato, che può avere dorso quadro o tondo, oltre a una fettuccia in tela a cui
talvolta è applicato un nastro che funge da segnalibro.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Voltapile
o Transpallets
o Macchina raccoglitrici
o Macchina tagliatrici
o Piegatrici
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o Macchine cucitrici
o Macchine cellofanatrici
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
o Colla
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Rumore Possibile Significativo Notevole
o Ferite e tagli alle mani Possibile Grave Notevole
o Presa e trascinamento (utilizzo di organi
meccanici in movimento) Possibile Grave Notevole
o Aerosol (esposizione alla polvere
derivante dal taglio della carta) Probabile Significativo Notevole
o Ustioni (contatto con le cellophanatrici) Probabile Significativo Notevole
o Movimentazione manuale dei carichi Probabile Lieve Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
o Microclima Possibile Lieve Basso
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Predisporre orari e turni di lavoro secondo quanto stabilito dalla contrattualistica
nazionale
Attuare le misure tecnico organizzative necessarie per evitare la ripetitività e la
monotonia delle attività, stabilendo pause, turnazioni con altre mansioni che
consentano un cambio della posizione eretta/seduta, ecc.
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa gli atteggiamenti e/o abitudini
di lavoro da assumere durante l’attività lavorativa
Mantenere le macchine in buono stato di manutenzione, provvedendo alla perfetta
lubrificazione nei punti di attrito
Allontanare dall’ambiente di lavoro le pompe al servizio delle macchine
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Ridurre la concentrazione delle macchine rumorose (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Predisporre delle barriere fono-isolanti tra macchine ed effettuare la insonorizzatori di
parti di macchine, in particolare dei carter
Separare le lavorazioni rumorose (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal
D.Lgs. n.106/09)
Ridurre il tempo di esposizione al rumore mediante turnazione del personale addetto
(Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Per ridurre l’esposizione ad aerodispersi, effettuare l’aspirazione localizzata il più vicino
possibile al punto di produzione delle polveri, adeguata al tipo di inquinante da
catturare, con espulsione dell’aria all’esterno oltre il colmo del tetto, in posizione tale da
impedirne il rientro (Allegato IV del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs.
n.106/09)
74
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico (Allegato IV del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro (Allegato IV del D.Lgs. n.81/08
come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale (Allegato IV punto 1.10
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Effettuare la sorveglianza sanitaria periodica (Art. 41 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Attuare le norme igieniche generali relative alla pulizia del luogo di lavoro (Allegato IV
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Effettuare la manutenzione periodica delle macchine/attrezzature e verificare l’efficienza
dei relativi dispositivi di sicurezza, nonché la tenuta del manuale d’uso e di
manutenzione;
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa l’utilizzo in sicurezza delle
macchine/attrezzature
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
Verificare che le macchine siano dotate di dispositivo di sicurezza che impedisca
l'avviamento intempestivo in caso ritorni l'alimentazione elettrica dopo che questa era
venuta a mancare (Allegato V parte I punto 2 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal
D.Lgs. n.106/09)
Verificare la presenza di dispositivi di sicurezza della macchina di stampa, quali i
pulsanti per l’arresto di emergenza con blocco nella posizione di fine corsa con pulsante
premuto, presenti anche sul quadro di comando e sul controllo laterale alla macchina
Effettuare le operazioni di pulizia e/o manutenzione degli organi in movimento, a
macchina ferma, altrimenti tutte le parti in movimento pericolose devono essere rese
inaccessibili mediante schermi fissi trasparenti (Allegato V parte I punto 11 del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Fascicolatrici e cucitrici: applicare dispositivi salvadita o carter di protezione avendo
cura di impedire l’accesso alla zona di lavoro pericolosa; proteggere in modo completo,
mediante schermo o barriera conformata in modo da consentire il solo passaggio dei
fascicoli da rilegare
Cucitrice a punto metallico: proteggere in modo completo, mediante schermo o barriera
conformata in modo da consentire il solo passaggio dei fascicoli da rilegare; applicare
una carterizzazione conformata in modo da proteggere completamente la zona di lavoro
interessata dal moto delle cinghie di trasmissione
Cucitrice a filo: applicare solida copertura conformata in modo tale da impedire il
contatto delle mani o altre parti del corpo dell’operatore con gli organi meccanici in
movimento o, in alternativa, dotare la macchina di dispositivo a doppio comando
obbligato tale da imporre la permanenza delle mani dell’operatore al di fuori della zona
di operazione del mettifogli durante tutta la durata del ciclo; proteggere mediante
idonei carter sagomati in modo da rendere inaccessibili tutti i punti pericolosi
Tagliacarte: estendere la protezione contro il pericolo costituito dalla presenza delle
mani dell’operatore nella zona di lavoro del pressino; asservimento del comando per la
discesa del pressino ai circuiti comandati dalle fotocellule poste a protezione della sola
zona di lavoro della lama; limitazione della velocità della corsa di discesa ottenuta
mediante parzializzazione del flusso oleodinamica o regolazione della corsa massima del
pedale di comando mediante blocco di fine corsa
Per evitare il contatto cutaneo con le sostanze nocive/irritanti, usare tutti gli
accorgimenti necessari per evitare il contatto con la pelle, con gli occhi ed altre parti del
corpo, indossando guanti ed occhiali (Art. 75 del D.Lgs. n.81/08)
Utilizzare i dispositivi di protezione individuale (Art. 75-78 del D.Lgs. n.81/08)
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del
D.Lgs. n.81/08)
75
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Inalazione di sostanze
irritanti
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri a
media tossicità, fibre e
aerosol a base acquosa
di materiale particellare
>= 0,02 micron.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.4
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 149(2003)
Apparecchi di protezione
delle vie respiratorie.
Semimaschera filtrante
contro particelle.
Requisiti, prove,
marcatura
Ferite e contusioni
alle mani
Guanti in crosta
Da utilizzare nei luoghi
di lavoro caratterizzati
dalla presenza di
materiali e/o attrezzi
che possono causare
fenomeni di abrasione
/taglio/perforazione
delle mani
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.5
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 388(2004)
Guanti di protezione
contro rischi meccanici
Lavorazioni rumorose
Cuffia antirumore
I modelli attualmente
in commercio
consentono di regolare
la pressione delle
coppe auricolari,
mentre i cuscinetti
sporchi ed usurati si
possono facilmente
sostituire.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.3
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 352-1(2004)
Protettori dell'udito.
Requisiti generali. Parte
1: cuffie
Schiacciamento dei
piedi
Scarpe
antinfortunistiche
Calzatura con puntale
in lamina antiforo e
antischiacciamento a
sfilamento rapido, con
suola antiscivolo ed
antistatica.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.6
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN ISO
20345(2008)
Dispositivi di protezione
individuale - Calzature
di sicurezza
Esposizione a polveri Tuta protettiva
In modo da evitare che
la polvere venga a
contatto con la pelle
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
76
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.7
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 340 (2004)
Indumenti di protezione.
Requisiti generali
FASE DI LAVORO: FOTOCOMPOSIZIONE
Comprende l'insieme dei complessi tecnologici utilizzati per il
trasferimento di inchiostro da una matrice ad un supporto e consiste
in due fasi principali: la composizione e la stampa.
La composizione consiste nell'unione dei caratteri e nella loro
impaginazione; può essere eseguita a mano, meccanicamente o per
fotocomposizione.
Nella composizione a mano singoli caratteri ottenuti in fonderie
vengono posizionati manualmente sul compositorio per formare le
righe.
La composizione meccanica (linotype, monotype) viene effettuata con
l'utilizzo di una macchina nella quale avviene la fusione della lega in
una matrice composta automaticamente dalla macchina stessa in
base ai caratteri digitati dall'operatore su una tastiera.
La fotocomposizione è il sistema attualmente più diffuso e può
avvenire in due modi: con sistema ottico-meccanico, nel quale il testo
viene trasformato in un nastro perforato contenente le informazioni
sul carattere, a sua volta utilizzato da una macchina che seleziona ed
espone le matrici, le illumina con una sorgente puntiforme allo xenon
e le impressiona su un materiale sensibile; nel sistema a generazione
elettronico i caratteri sono contenuti nella memoria di un elaboratore
da dove vengono inviati alla unità di fotocomposizione che provvede
ad impressionare il supporto fotosensibile.
La successiva fase consiste nella preparazione delle matrici di stampa
che viene effettuata in maniera diversa a seconda del tipo di
composizione utilizzato. Con la duplicazione meccanica a mano si
ottiene una impronta su cartone o materiale plastico sul quale viene
fatto colare piombo fuso (stereotipia in piombo) o gomma fusa
(stereotipia in gomma); si ottiene così una matrice in rilievo. La
riproduzione fotografica prodotta con la fotocomposizione viene
trasferita mediante fotoincisione a raggi UV su una lastra di zinco e
alluminio trattata con acido nitrico; in questo caso la matrice
risultante non è in rilievo (lastra tipografica).
Per la stampa vera e propria si utilizzano o le matrici in rilievo o le
lastre litografiche che vengono inchiostrate. Nel caso della litografia
l'inchiostro si deposita solo sulle parti della lastra rese lipofile dal
trattamento con UV. Il trasferimento dell'inchiostro su carta avviene
per pressione diretta della matrice sulla carta (tipografia) oppure con
le interposizioni di un rullo di caucciù (offset).
77
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Matrici di stampa
Valutazione e classificazione dei rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Ergonomia (rischio posturale) Probabile Modesto Notevole
o Inalazione di sostanze irritanti Probabile Modesto Notevole
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
o Ferite e tagli alle mani Probabile Lieve Accettabile
o Affaticamento visivo ed abbagliamento
(tavoli luminosi) Probabile Lieve Accettabile
o Stress psicofisico Possibile Lieve Basso
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportate le seguenti misure di prevenzione volte a
salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Utilizzare schermi protettivi per evitare l’affaticamento visivo
Adottare una postura comoda ed ergonomica
Non assumere posizioni scomode per lunghi periodi, ma nel caso fosse necessario,
interrompere spesso il lavoro per poter rilassare la muscolatura
Durante lo svolgimento del lavoro, praticare semplici esercizi di rilassamento,
stiramento e rinforzo della muscolatura
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale
Regolare l’intensità luminosa del piano di lavoro e dell’ambiente (<500 lux) per evitare
sforzi visivi dovuti all’annullamento del contrasto con la luce proveniente dal tavolo
Ubicare in maniera corretta i tavoli luminosi onde evitare riflessi
Utilizzare tavoli di altezza regolabile e/o adatta alla posizione dell’operatore (seduto o in
piedi), che presentino uno spazio sottostante al piano per gli arti inferiori e una barra
poggiapiedi che consenta un alternativo spostamento del carico di tali arti
Evitare che l’operatore indossi scarpe con tacchi alti, al fine di non accentuare la lordosi
lombare
Verificare le corrette condizioni igienico-sanitarie dell’ambiente di lavoro
Effettuare la sorveglianza sanitaria periodica
Effettuare la formazione e l’informazione dei lavoratori sui rischi dell’apparato visivo
78
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
Collegare la carcassa del tavolo luminoso all’impianto di terra, se priva di doppio
isolamento
Applicare schermi in materiale isolante per garantire una protezione non inferiore a IP
20;
Sostituire le colle tradizionali con biadesivi
Utilizzare una soluzione diluita di carbonato di calcio per la pulizia dei tavoli
Utilizzare guanti per evitare ferite da taglio
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante. ( Art. 77 del
D.lgs. n.81/08 ).
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Inalazione di sostanze
irritanti
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri a
media tossicità, fibre e
aerosol
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 79
D.lgs. n.81/08
Allegato VIII
D.lgs. n.81/08
punti 3,4 n.4 come
modificato dal
D.Lgs. n.106/09
FASE DI LAVORO: IMBALLAGGIO PLASTICA STAMPATA
Attività che prevede l'imballaggio dei prodotti finiti in apposite casse di legno prodotte da terzi
ed avviato alla spedizione.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Attrezzi manuali di uso comune
o Carrello Elevatore
Valutazione e classificazione dei rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Cesoiamento, stritolamento Possibile Significativo Notevole
o Elettrocuzione Possibile Significativo Notevole
o Inalazione di polveri e fibre Possibile Significativo Notevole
o Movimentazione manuale dei carichi Possibile Significativo Notevole
o Microclima Possibile Significativo Notevole
79
o Urti, colpi, impatti e compressioni Possibile Significativo Notevole
o Scivolamenti, cadute a livello Possibile Significativo Notevole
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportate le seguenti misure di prevenzione volte a
salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Effettuare informazione, formazione e addestramento agli addetti ai lavori
Effettuare la formazione per le persone incaricate di svolgere compiti di manutenzione
degli impianti
Utilizzare macchine con marchio CE
Predisporre programmi di verifica e manutenzione periodica degli impianti
Modifica dell'organizzazione del lavoro e adozione di appropriati mezzi tecnici per ridurre
il rischio
Adottare procedure di lavoro scritte
Effettuare le modifica dell'organizzazione del lavoro
Disporre programmi di controllo e verifica ordinaria dello stato di manutenzione della gru
a bandiera e dell'organo di presa
Predisporre efficaci interventi sugli utensili quali ad es. impugnature di materiale elastico-
antivibrante, per ridurre i rischi legati alle vibrazioni
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Per proteggere il
lavoratore
Tuta di
protezione
Da utilizzare nei
luoghi di lavoro
caratterizzati dalla
presenza di materiali
e/o attrezzi che
possono causare
fenomeni di
abrasione/taglio/perf
orazione
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 79 D.lgs.
n.81/08
Allegato VIII D.lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.7
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 340/04
Indumenti di protezione.
Requisiti generali
Lesioni per contatto
con organi mobili
durante le lavorazioni
e gli interventi di
manutenzione
Guanti
Da utilizzare nei
luoghi di lavoro
caratterizzati dalla
presenza di materiali
e/o attrezzi che
possono causare
fenomeni di
abrasione/taglio/perf
orazione delle mani
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 79 D.lgs.
n.81/08
Allegato VIII D.lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.5
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 388(2004)
Guanti di protezione
contro rischi meccanici
Scivolamenti e cadute
a livello
Calzature
antiscivolo
Calzature con suola
antiscivolo e per
salvaguardare la
caviglia da distorsioni
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 79 D.lgs.
n.81/08
Allegato VIII D.lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.6
80
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
EN344/345(1992)
Requisiti e metodi di
prova per calzature di
sicurezza, protettive e
occupazionali per uso
professionale
FASE DI LAVORO: LAVORI AL VIDEOTERMINALE
Attività lavorativa che prevede l’utilizzo sistematico ed abituale di
attrezzature munite di videoterminale, ossia di uno schermo
alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di
visualizzazione utilizzato. Il videoterminale, mediante tastiera, mouse
ed altro, è collegato ad un computer o elaboratore elettronico,
indispensabile per l’acquisizione, la conservazione, l’elaborazione e
l’emissione programmata dei dati. La nuova normativa comunitaria
ridefinisce la figura del “videoterminalista” come colui che utilizza tali
attrezzature in modo sistematico per venti ore settimanali, dedotte le
interruzioni previste, a prescindere dall’uso continuativo per il periodo
di quattro ore considerato in precedenza dalla vecchia legislazione.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
Personal computer (Monitor, tastiera, mouse ecc.)
Stampante
Telefono
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori utilizzano la seguente sostanza
pericolosa:
Toner (per stampante)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Stress psicofisico ( dovuto alla routine) Possibile Modesto Accettabile
o Affaticamento visivo Possibile Modesto Accettabile
o Disturbi muscolo-scheletrici per posture
scorrette Possibile Modesto Accettabile
o Scivolamenti e cadute a livello Possibile Modesto Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
81
Attuare la formazione e l’informazione dei lavoratori sulle corrette modalità di
esecuzione delle attività e di utilizzo delle attrezzature (Art. 71 comma 7 lettera a) del
D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Adottare una posizione di lavoro comoda ed ergonomica
Organizzare in modo appropriato la postazione di lavoro
Non assumere posizioni scomode per lunghi periodi, ma nel caso fosse necessario,
interrompere spesso il lavoro per poter rilassare la muscolatura
Durante lo svolgimento del lavoro, praticare semplici esercizi di rilassamento,
stiramento e rinforzo della muscolatura
Interrompere l’attività mediante pause di quindici minuti ogni centoventi minuti di
applicazione continuata al videoterminale, onde prevenire l’affaticamento visivo, oppure
cambiare tipo di attività
Predisporre un’area di massimo comfort dove poter assume posizioni adeguate, fare
esercizi fisici e rilassarsi
Utilizzare attrezzature elettriche rispondenti a tutti i requisiti di sicurezza contenuti nelle
norme CEI e di buona tecnica (Art. 80 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs.
n.106/09)
Verificare che le macchine e le attrezzature utilizzate siano in possesso di marchi IMQ o
certificazioni equivalenti o marcatura CE (Art. 70 del D.Lgs. n.81/08 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
art. (80 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Evitare il contatto diretto ed indiretto con parti sottoposte a tensione elettrica (Art. 82
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Porre particolare attenzione al cablaggio dei cavi di energia e al posizionamento delle
prese multiple di energia a pavimento, onde evitare alle persone di inciamparvi e a
problemi di contatto durante le operazioni di pulizia dei pavimenti
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
Sottoporre i lavoratori a sorveglianza sanitaria periodica, con cadenza almeno biennale,
per i lavoratori classificati idonei con prescrizioni e per quelli che abbiano compiuto il
cinquantesimo anno di età, con cadenza quinquennale negli altri casi (Art. 176 del
D.Lgs. n.81/08 )
Sottoporre il lavoratore a controllo oftalmologico, a sua richiesta, ogni volta che sospetti
un’alterazione della funzione visiva
Effettuare la formazione e l’informazione relativa all’uso corretto dei videoterminali.
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Utilizzare schermi protettivi durante l’uso dei videoterminali per evitare l’affaticamento
visivo
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Inalazione di polvere
in caso sostituzione
del toner
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti3,4 n.4
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
Si consiglia l’utilizzo di lenti oftalmiche durante l’uso prolungato di videoterminali
82
Requisiti e prescrizioni minime dell’ Allegato XXXIV D. Lgs. 81/08 come modificato
dal D. Lgs. 106/09.
Per il pc Requisiti minimi di sicurezza
a) Osservazione generale.
L'utilizzazione in sé dell'attrezzatura non deve essere fonte di rischio per i lavoratori.
b) Schermo.
La risoluzione dello schermo deve essere tale da garantire una buona definizione, una forma
chiara, una grandezza sufficiente dei caratteri e, inoltre, uno spazio adeguato tra essi.
L'immagine sullo schermo deve essere stabile; esente da farfallamento, tremolio o da altre
forme di instabilità.
La brillanza e/o il contrasto di luminanza tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono
essere facilmente regolabili da parte dell'utilizzatore del videoterminale e facilmente adattabili
alle condizioni ambientali.
Lo schermo deve essere orientabile ed inclinabile liberamente per adeguarsi facilmente alle
esigenze dell'utilizzatore.
È possibile utilizzare un sostegno separato per lo schermo o un piano regolabile.
Sullo schermo non devono essere presenti riflessi e riverberi che possano causare disturbi
all'utilizzatore durante lo svolgimento della propria attività.
Lo schermo deve essere posizionato di fronte all’operatore in maniera che, anche agendo su
eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pò più in
basso dell’orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza degli occhi pari a
circa 50-70 cm, per i posti di lavoro in cui va assunta preferenzialmente la posizione seduta
c) Tastiera e dispositivi di puntamento.
La tastiera deve essere separata dallo schermo e facilmente regolabile e dotata di meccanismo
di variazione della pendenza onde consentire al lavoratore di assumere una posizione
confortevole e tale da non provocare l'affaticamento delle braccia e delle mani.
Lo spazio sul piano di lavoro deve consentire un appoggio degli avambracci davanti alla
tastiera nel corso della digitazione, tenendo conto delle caratteristiche antropometriche
dell’operatore.
La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi.
La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono agevolarne l'uso. I simboli dei
tasti devono presentare sufficiente contrasto ed essere leggibili dalla normale posizione di
lavoro.
Il mouse o qualsiasi dispositivo di puntamento in dotazione alla postazione di lavoro deve
essere posto sullo stesso piano della tastiera, in posizione facilmente raggiungibile e disporre di
uno spazio adeguato per il suo uso.
d) Piano di lavoro.
Il piano di lavoro deve avere una superficie a basso indice di riflessione, essere stabile, di
dimensioni sufficienti a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei
documenti e del materiale accessorio. L’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve
essere indicativamente compresa fra 70 e 80 cm. Lo spazio a disposizione deve permettere
l’alloggiamento e il movimento degli arti inferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se
presenti.
La profondità del piano di lavoro deve essere tale da assicurare una adeguata distanza visiva
dallo schermo.
Il supporto per i documenti deve essere stabile e regolabile e deve essere collocato in modo
tale da ridurre al minimo i movimenti della testa e degli occhi.
e) Sedile di lavoro.
Il sedile di lavoro deve essere stabile e permettere all'utilizzatore libertà nei movimenti,
nonché una posizione comoda. Il sedile deve avere altezza regolabile in maniera indipendente
dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristiche antropometriche
dell’utilizzatore.
Lo schienale deve fornire un adeguato supporto alla regione dorso-lombare dell’utente.
Pertanto deve essere adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore e deve
83
avere altezza e inclinazione regolabile. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore dovrà poter
fissare lo schienale nella posizione selezionata.
Lo schienale e la seduta devono avere bordi smussati. I materiali devono presentare un livello
di permeabilità tali da non compromettere il comfort dell’utente e pulibili.
Il sedile deve essere dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione e
deve poter essere spostato agevolmente secondo le necessità dell’utilizzatore.
Un poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderino per far assumere una
postura adeguata agli arti inferiori. Il poggiapiedi non deve spostarsi involontariamente
durante il suo uso.
f) Computer portatili
L’impiego prolungato dei computer portatili necessita della fornitura di una tastiera e di un
mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonché di un idoneo supporto che consenta il
corretto posizionamento dello schermo.
2. Ambiente
a) Spazio
Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo che vi sia spazio sufficiente
per permettere cambiamenti di posizione e movimenti operativi.
b) Illuminazione
L'illuminazione generale e specifica (lampade da tavolo) deve garantire un illuminamento
sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente circostante, tenuto conto
delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore.
Riflessi sullo schermo, eccessivi contrasti di luminanza e abbagliamenti dell’operatore devono
essere evitati disponendo la postazione di lavoro in funzione dell'ubicazione delle fonti di luce
naturale e artificiale.
Si dovrà tener conto dell’esistenza di finestre, pareti trasparenti o traslucide, pareti e
attrezzature di colore chiaro che possono determinare fenomeni di abbagliamento diretto e/o
indiretto e/o riflessi sullo schermo.
Le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per
attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.
c) Rumore
Il rumore emesso dalle attrezzature presenti nel posto di lavoro non deve perturbare
l'attenzione e la comunicazione verbale.
d) Radiazioni
Tutte le radiazioni, eccezion fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico, devono
essere ridotte a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute
dei lavoratori
e) Parametri microclimatici
Le condizioni microclimatiche non devono essere causa di discomfort per i lavoratori.
Le attrezzature in dotazione al posto di lavoro non devono produrre un eccesso di calore che
possa essere fonte di discomfort per i lavoratori.
3. Interfaccia elaboratore/uomo
All'atto dell'elaborazione, della scelta, dell'acquisto del software, o allorché questo venga
modificato, come anche nel definire le mansioni che implicano l'utilizzazione di unità
videoterminali, il datore di lavoro terrà conto dei seguenti fattori:
a) il software deve essere adeguato alla mansione da svolgere;
b) il software deve essere di facile uso adeguato al livello di conoscenza e di esperienza
dell'utilizzatore. Inoltre nessun dispositivo di controllo quantitativo o qualitativo può essere
utilizzato all'insaputa dei lavoratori;
c) il software deve essere strutturato in modo tale da fornire ai lavoratori indicazioni
comprensibili sul corretto svolgimento dell’attività;
d) i sistemi devono fornire l’informazione di un formato e ad un ritmo adeguato agli operatori;
e) i principi dell’ergonomia devono essere applicati in particolare all’elaborazione
dell’informazione da parte dell’uomo
AApppprrooffoonnddiimmeennttoo llaavvoorroo aall vviiddeeootteerrmmiinnaallee..
84
UTILIZZO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALE
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’
Trattasi delle attività lavorative comportanti l’uso di attrezzature munite di videoterminali (VDT), ai sensi dell’ art. 172 del D.Lgs. 81/08, Come precisato dall’ art. 173 del D.Lgs. 81/08, si intende per : VIDEOTERMINALE: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato; POSTO DI LAVORO: l'insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, incluso il mouse, il software per l'interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l'unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostante; LAVORATORE: il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all' art. 175 dello stesso D.Lgs. 81/08.
RISCHI EVIDENZIATI DALL’ANALISI
Ai sensi dell’ art. 174 del D.Lgs. 81/08, sono state analizzati attentamente i posti di lavoro degli addetti all’utilizzo dei VDT e, verificando attentamente l’attività lavorativa degli stessi, sono stati riscontrati e valutati, con il metodo indicato nella relazione introduttiva, i rischi riportati nella seguente tabella:
Descrizione del Rischio Probabilità Magnitudo Rischio
Affaticamento visivo Probabile Modesta MEDIO 3
Postura non corretta con conseguenti disturbi muscolo-scheletrici
Probabile Modesta MEDIO 3
Stress psicofisico Possibile Modesta BASSO 2
Esposizione a radiazioni non ionizzanti Probabile Lieve BASSO 2
Elettrocuzione Improbabile Grave BASSO 2
La tecnica di produzione delle immagini sullo schermo è tale per cui dall' apparecchio vengono generate, oltre alla luce visibile, radiazioni elettromagnetiche di varia lunghezza d'onda di debole intensità e difficilmente apprezzabili con gli strumenti di misura, come è ormai dimostrato da una serie numerosa di rilevazioni su apparecchi diversi per marca, modello e stato di manutenzione. Il lavoro del videoterminalista può comportare un pericolo per la salute in relazione alla durata dell'esposizione, alle caratteristiche del lavoro svolto, alle caratteristiche dell’ hardware e del software, alle caratteristiche del posto di lavoro e dell'ambiente. Effetti sulla salute legati al lavoro con una unità video sono dimostrabili per quanto concerne i disturbi oculo-visivi, i disturbi muscolo-scheletrici e, in minore misura, le reazioni da stress. I disturbi all’apparato visivo sono dovuti essenzialmente ad un’elevata sollecitazione e all’affaticamento degli occhi. L’apparato oculare è sollecitato per i seguenti motivi:
sforzo accomodativo e adattativo (distanze e livelli di luminosità sempre differenti); posizionamento non corretto dello schermo rispetto alle finestre e ad altre sorgenti luminose; ciò causa abbagliamenti, riflessi fastidiosi e un maggiore contrasto chiaro-scuro; sfarfallio dei caratteri e dello sfondo, soprattutto con gli schermi di vecchia generazione; cattiva visualizzazione di singoli caratteri, frasi o di intere porzioni di testo; desktop disordinato e sfruttato in maniera insoddisfacente
85
I dolori al collo e alle articolazioni sono imputabili a:
posizione sedentaria protratta o postura scorretta; spazio insufficiente per la tastiera e il mouse; mancanza di ausili di lavoro ergonomici (ad es. poggiapiedi, poggiapolsi per tastiera e mouse); altezza della sedia non perfettamente idonea o del tutto inidonea alle caratteristiche fisiche dell’utente; schermo collocato in posizione rialzata; uso di occhiali non idonei o ridotta capacità visiva (l’uso di occhiali progressivi non adatti può, infatti, costringere il lavoratore ad assumere una posizione incongrua con la testa.
PRNCIPALI MISURE DI PREVENZIONE ED ISTRUZIONI
Le caratteristiche delle apparecchiature e in particolare dei videoterminali, dei sedili, dei sistemi di illuminazione sono studiati da tempo e ciò ha permesso di definire standard, norme e indicazioni preventive. In questo senso si è indirizzato anche il D.Lgs 81/08, nel quale si precisa che ambienti, posti di lavoro e videoterminali siano sottoposti a verifiche e che siano effettuati controlli periodici di alcune variabili come quelle posturali, quelle microclimatiche, illuminotecniche ed ambientali generali. A tale proposito, l’ allegato XXXIV dello stesso D.Lgs. 81/08, fornisce i requisiti minimi delle attrezzature di lavoro, che sono stati rispettati, come precisato nel seguito. È inoltre stato previsto un adeguato piano di sorveglianza sanitaria con programmazione di un'accurata visita preventiva eventualmente integrata da una valutazione oftalmologica estesa a tutte le funzioni sollecitate in questo tipo di attività. Di grande importanza sono le indicazioni correttive degli eventuali difetti visivi formulate dallo specialista in oftalmologia. I lavoratori addetti ai videoterminali saranno sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica, per valutare l'eventuale comparsa di alterazioni oculo-visive o generali riferibili al lavoro con videoterminali, come meglio dettagliato nella sezione specifica. Di fondamentale importanza, infine, la prevista informazione e formazione dei lavoratori addetti, come precisato nel seguito, nonché il previsto controllo periodico degli operatori, al fine di individuare difetti di postura o modalità operative e comportamentali difformi dai contenuti del presente documento.
REQUISITI AMBIENTE DI LAVORO
86
SPAZIO Come indicato al punto 2, lettera a) dell’Allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08, il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo che vi sia spazio sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e movimenti operativi. Tutte le postazioni di lavoro soddisfano tali requisiti, così come indicati nella fig. 1.
APPOGGIO
EVENTUALE
POGGIAPIEDI
5 RAZZE CON RUOTE
90 ° 110 °
90 °
LIBERO
50 - 70 cm
SPAZIO SUFFICIENTE
PUNTO DI
min
.28 c
m)
Schermo regolabile
Tastiera separata
Figura 1 – POSTO DI LAVORO
ILLUMINAZIONE Risultano rispettati i requisiti di illuminazione riportati al punto 2, lettera b), dell’ Allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08, in quanto:
L'illuminazione generale e specifica (lampade da tavolo) garantisce un illuminamento sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente circostante, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore. Sono stati evitati riflessi sullo schermo ed eccessivi contrasti di luminanza e abbagliamenti dell’operatore, disponendo la postazione di lavoro in funzione dell'ubicazione delle fonti di luce naturale e artificiale (in particolare tutte le postazioni sono state posizionate in modo da avere la luce naturale di fianco, come indicato nelle figure 2 e 3) Si è tenuto conto della posizione di finestre, pareti trasparenti o traslucide, pareti e attrezzature di colore chiaro che possono determinare fenomeni di abbagliamento diretto e/o indiretto e/o riflessi sullo schermo. Ove necessario, le finestre sono munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.
87
Figura 2 –CORRETTA ILLUMINAZIONE DEL POSTO DI LAVORO
Lo sguardo principale dell’operatore deve essere parallelo alla finestra La postazione di lavoro deve trovarsi possibilmente in una zona lontana dalle finestre oppure sul lato del posto di lavoro lontano dalle finestre.
NO
NO
SI SI
Figura 3 – CORRETTA POSIZIONE DEL POSTO DI LAVORO RISPETTO
88
ALLA ILLUMINAZIONE NATURALE
DISTANZA VISIVA
Con gli schermi comunemente in uso è consigliabile una distanza visiva compresa tra 50 e 70 cm (vedi figura 1). Per gli schermi molto grandi, è consigliabile una distanza maggiore.
RUMORE
Il rumore emesso dalle attrezzature appartenenti al/ai posto/i di lavoro è stato preso in considerazione al momento della sistemazione delle postazioni di lavoro e dell’acquisto delle attrezzature stesse, in particolare al fine di non perturbare l'attenzione e la comunicazione verbale (punto 2, lettera d), Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08).
PARAMETRI MICROCLIMATICI
Le condizioni microclimatiche non saranno causa di discomfort per i lavoratori e le attrezzature in dotazione al posto di lavoro, di buona qualità, non producono un eccesso di calore che possa essere fonte di discomfort per i lavoratori (punto 2, lettera e), Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08).
RADIAZIONI
Tutte le radiazioni, eccezione fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico, devono essere ridotte a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori (punto 2, lettera f), Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08). Gli schermi piatti non emettono radiazioni pericolose e anche quelli tradizionali attualmente in commercio non destano preoccupazioni. In base alle conoscenze attuali, essi non rappresentano un pericolo per la salute, neppure per le donne in gravidanza. L’impiego di speciali filtri allo scopo di ridurre le radiazioni è stato, quindi, ritenuto inutile.
IRRAGGIAMENTO TERMICO
Sia gli schermi che le unità centrali producono calore che poi deve essere smaltito aerando adeguatamente i locali. L’elevata presenza di schermi in un locale impone quindi una maggiore ventilazione. Occorre tenere presente che anche l’unità centrale produce calore. Poiché il calore prodotto da uno schermo piatto è circa un terzo di quello emesso da uno schermo tradizionale, ai fini del miglioramento delle condizioni di lavoro, si prevede la progressiva sostituzione dei monitor tradizionali con schermi piatti. I lavoratori addetti dovranno provvedere a:
Areare regolarmente i locali di lavoro. In inverno sarà sufficiente tenere le finestre aperte per pochi minuti in modo da cambiare l’aria in tutto il locale. In estate può bastare un piccolo ventilatore per dare ristoro
UMIDITA’ Il calore generato dai VDT può rendere l'aria asciutta, ed alcuni portatori di lenti a contatto provano disagio per tale circostanza.
Si farà in modo, quindi, di ottenere e mantenere un' umidità soddisfacente per garantire il confort generale dei lavoratori ed il fastidio possibile per i portatori di lenti a contatto.
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INTERFACCIA ELABORATORE-UOMO All' atto dell' elaborazione, della scelta, dell'acquisto del software, o allorchè questo venga modificato, come anche nel definire le mansioni che implicano l'utilizzazione di unità videoterminali, si terrà conto dei seguenti fattori (punto 3), Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08).:
il software dovrà essere adeguato alla mansione da svolgere e di facile uso adeguato al livello di conoscenza e di esperienza dell'utilizzatore nessun dispositivo di controllo quantitativo o qualitativo verrà utilizzato all'insaputa dei lavoratori; il software dovrà essere strutturato in modo tale da fornire ai lavoratori indicazioni comprensibili sul corretto svolgimento dell’attività; i sistemi devono fornire l’informazione di un formato e ad un ritmo adeguato agli operatori; i principi dell’ergonomia devono essere applicati in particolare all’elaborazione dell’informazione da parte dell’uomo.
ATTREZZATURA DI LAVORO
L'utilizzazione in sè del VDT non sarà fonte di rischio per i lavoratori addetti che disporranno, come precisato nel seguito, di schermi moderni e adatti alle attività lavorative, così come di arredi stabili, facilmente pulibili e soprattutto regolabili, in modo da poter adattare la postazione di lavoro alle proprie caratteristiche fisiche. Agli operatori addetti viene garantito di:
Poter lavorare anche in piedi; Poter utilizzare occhiali adeguati, se necessario; Poter fare delle pause e rilassarsi.
Gli operatori dovranno segnalare eventuali malfunzionamenti o situazioni difformi da quanto specificato nel seguito.
SCHERMO
Come prescritto dall’Allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08, gli schermi del VDT in dotazione possiedono le seguenti caratteristiche minime (punto 1, lettera b, Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08) :
La risoluzione dello schermo è tale da garantire una buona definizione, una forma chiara, una grandezza sufficiente dei caratteri e, inoltre, uno spazio adeguato tra essi L'immagine sullo schermo risulta stabile; esente da farfallamento, tremolio o da altre forme di instabilità La brillanza e/o il contrasto di luminanza tra i caratteri e lo sfondo dello schermo risultano facilmente regolabili da parte dell'utilizzatore del videoterminale e facilmente adattabili alle condizioni ambientali Lo schermo è orientabile ed inclinabile liberamente per adeguarsi facilmente alle esigenze dell'utilizzatore. È possibile utilizzare un sostegno separato per lo schermo o un piano regolabile. Sullo schermo non devono essere presenti riflessi e riverberi che possano causare disturbi all'utilizzatore durante lo svolgimento della propria attività. Lo schermo deve essere posizionato di fronte all’operatore in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pò più in basso dell’orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza degli occhi pari a circa 50-70 cm, per i posti di lavoro in cui va assunta preferenzialmente la posizione seduta
Il lavoratore addetto potrà:
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In caso di problemi con le dimensioni dei font del sistema, modificare le impostazioni del sistema operativo.
TASTIERA E DISPOSITIVI DI PUNTAMENTO
Come prescritto dal D.Lgs. 81/08, la tastiera ed il mouse facenti parte del VDT in dotazione possiedono le seguenti caratteristiche minime (punto 1, lettera c, Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08) :
La tastiera è separata dallo schermo, è facilmente regolabile ed è dotata di meccanismo di variazione della pendenza onde consentire al lavoratore di assumere una posizione confortevole e tale da non provocare l'affaticamento delle braccia e delle mani. Lo spazio sul piano di lavoro è tale da consentire un appoggio degli avambracci davanti alla tastiera nel corso della digitazione, tenendo conto delle caratteristiche antropometriche dell’operatore. La tastiera possiede una superficie opaca onde evitare i riflessi. La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti ne agevolano l'uso. I simboli dei tasti presentano sufficiente contrasto e risultano leggibili dalla normale posizione di lavoro. Il mouse in dotazione alla postazione di lavoro viene posto sullo stesso piano della tastiera, in posizione facilmente raggiungibile e dispone di uno spazio adeguato per il suo uso.
Il lavoratore addetto potrà:
In caso di problemi o dolori ai polsi, richiedere al datore di lavoro di prevedere l’acquisto di tastiere speciali e/o mouse ergonomici.
POSTAZIONE DI LAVORO
PIANO DI LAVORO
> 58 cm
> 70 cm
15 cm
70
- 8
0 c
m
> 90 cm
Figura 4 – PIANO DI LAVORO
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Come previsto dal D.Lgs. 81/08, il piano di lavoro possiede le seguenti caratteristiche minime (punto 1, lettera d, Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08) :
Superficie a basso indice di riflessione, struttura stabile e di dimensioni sufficienti a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio, come indicato nella figura a lato, che riporta le misure standard L’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve essere indicativamente compresa fra 70 e 80 cm. Lo spazio a disposizione deve permettere l’alloggiamento e il movimento degli arti inferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se presenti. La profondità del piano di lavoro deve essere tale da assicurare una adeguata distanza visiva dallo schermo.
Il supporto per i documenti, ove previsto, deve essere stabile e regolabile e deve essere collocato in modo tale da ridurre al minimo i movimenti della testa e degli occhi.
SEDILE DI LAVORO Come previsto dal D.Lgs. 81/08, il sedile di lavoro possiede le seguenti caratteristiche minime (punto 1, lettera e, Allegato XXXIV, D.Lgs. 81/08) :
Figura 5 – SEDILE DI LAVORO E REGOLAZIONI
Il sedile di lavoro risulta stabile e permette all'utilizzatore libertà nei movimenti, nonché l’assunzione di una posizione comoda. Il sedile possiede altezza regolabile in maniera indipendente dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore. Lo schienale è adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore ed è dotato di regolazione dell’altezza e dell’inclinazione. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore potrà fissare lo schienale nella posizione selezionata. Lo schienale e la seduta possiedono bordi smussati. I materiali, facilmente pulibili, presentano un livello di permeabilità tale da non compromettere il comfort del lavoratore. Il sedile è dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione e
può essere spostato agevolmente secondo le necessità dell’utilizzatore. Un poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderino per far assumere una postura adeguata agli arti inferiori. Il poggiapiedi sarà tale da non spostarsi involontariamente durante il suo uso.
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STRESS PSICOFISICO
I lavoratori addetti all’utilizzo di videoterminali a volte accusano disturbi da stress. Ciò deriva, molto spesso , da un incremento del ritmo di lavoro o da pressioni esterne per soddisfare determinate scadenze di lavoro, e non dall’utilizzo in se delle attrezzature munite di videoterminali. Per alcuni lavoratori addetti al VDT si riscontra, al contrario, una riduzione dello stress, in quanto il videoterminale rende il loro lavoro più facile o più interessante. Nel lavoro al videoterminale e' possibile riscontrare una certa difficoltà degli operatori a seguire adeguatamente il continuo aggiornamento dei software. L'attività al videoterminale richiede pertanto che essa sia preceduta da un adeguato periodo di formazione all'uso dei programmi e procedure informatiche. Si raccomanda ai lavoratori, al riguardo:
di seguire le indicazioni e la formazione ricevuti per l'uso dei programmi e delle procedure informatiche; di utilizzare parte del tempo per acquisire le necessarie competenze ed abilità; di rispettare la corretta distribuzione delle pause; di utilizzare software per il quale si e' avuta l'informazione necessaria, ovvero facile da usare;
In caso di anomalie del software e delle attrezzature l'operatore potra riferire al RLS per la soluzione del problema. Infine, si ricorda che la conoscenza del contesto in cui si colloca il risultato del lavoro al videoterminale, e' un elemento utile per l'attenuazione di uno dei possibili fattori di affaticamento mentale.
AFFATICAMENTO VISIVO
Si tratta di un sovraccarico dell’apparato visivo. I sintomi sono bruciore, lacrimazione, secchezza oculare, senso di corpo estraneo, fastidio alla luce, dolore oculare e mal di testa, visione annebbiata o sdoppiata, frequente chiusura delle palpebre e stanchezza alla lettura. Sono disturbi che si manifestano in chi è sottoposto a stress visivo e possono causare vere e proprie malattie. Oltre al corretto posizionamento della postazione ed ai requisiti già descritti per l’ attrezzatura di lavoro, per ridurre al minimo l’affaticamento visivo degli addetti all’utilizzo del VDT, verranno osservate le seguenti misure di prevenzione:
Non avvicinarsi mai troppo al video per migliorare la visibilità dei caratteri (tenere presenti le corrette distanze già indicate); aumentare piuttosto il corpo dei caratteri od ingrandire la pagina sullo schermo. Soprattutto nel caso si adoperino lenti multifocali (progressive), è utile mantenere i testi cartacei alla medesima altezza rispetto al monitor, utilizzando un leggìo portadocumenti posizionato il più vicino possibile al video e sempre di fronte all’operatore.
Per i portatori di occhiali : gli oggetti riflettenti dell’ambiente, ma soprattutto il monitor, originano riflessi sia sulla superficie esterna sia su quella interna degli occhiali. Questi riflessi si sovrappongono sulla retina alle immagini visive e creano degli aloni fastidiosi. È buona norma utilizzare lenti trattate con filtri antiriflesso. Anche talune lenti colorate possono essere utili per ridurre la luce dello sfondo e migliorare il contrasto.
Effettuare le previste pause : Il D.Lgs. 81/08, all’art. 175, comma 3, prevede 15 minuti di pausa ogni 120 minuti di applicazione continuativa al VDT, durante la quale è consigliabile sgranchirsi le braccia e la schiena, senza impegnare gli occhi. Gli effetti più benefici si hanno quando, durante le pause, si rivolge lo sguardo su oggetti lontani, meglio se fuori dalla finestra
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POSTURA NON CORRETTA
Per prevenire l’insorgenza di disturbi muscolo-scheletrici i lavoratori dovranno:
Assumere la postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento e schiena poggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l'altezza della sedia e l'inclinazione dello schienale. A tale scopo sono disponibili le diverse regolazioni (fig. 1) Posizionare lo schermo del video di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po' più in basso dell'orizzontale che passa per gli occhi dell'operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa 50-70 cm. (fig. 1); Disporre la tastiera davanti allo schermo (fig. 1 e fig. 4) ed il mouse, od eventuali altri dispositivi di uso frequente, sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili; Eseguire la digitazione e utilizzare il mouse evitando irrigidimenti delle dita e del polso, curando di tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle; Evitare, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Nel caso ciò fosse inevitabile si raccomanda la pratica di frequenti esercizi di rilassamento (collo, schiena, arti superiori ed inferiori).
UTILIZZO DI COMPUTER PORTATILI
Nel caso di utilizzo prolungato di computer portatili, come previsto dal punto 1, lettera f) dell’ Allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08, verrà fornita al lavoratore una tastiera ed un mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonchè di un idoneo supporto che consenta il corretto posizionamento dello schermo, come indicato nella figura a lato (in alternativa potrà essere impiegato uno schermo separato, conforme a quello già descritto, collegato al notebook).
LAVORATRICI IN STATO DI GRAVIDANZA
Come contemplato dal comma 1 dell’ art. 28 del D.Lgs. 81/08, la valutazione dei rischi ha riguardato anche quelli relativi alle lavoratrici in stato di gravidanza (secondo quanto previsto dal D.Lgs. 26 marzo 2001, n. 151). La tutela della salute lavoratrici madri attraverso l’eliminazione o riduzione dell’esposizione a fattori di rischio professionali per le gravide , per l’embrione ed il feto, con particolare attenzione a fattori di rischio abortigeni, mutageni e teratogeni, ha comportato la valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento fino a sette mesi dopo il parto, per le lavoratrici addette all’ utilizzo dei VDT. La valutazione ha tenuto conto anche dei movimenti, delle posizioni di lavoro, della fatica mentale e fisica e gli altri disagi fisici e mentali connessi con l'attività svolta dalle predette lavoratrici durante l’utilizzo dei VDT. L’unico problema per le lavoratrici gestanti è legato all’assunzione di variazioni posturali legate alla gravidanza che potrebbero favorire l'insorgenza di disturbi dorso-lombari atti a giustificare la modifica temporanea delle condizioni o dell’ orario di lavoro. Studi specialistici hanno infatti dimostrato che il lavoro al VDT non comporta rischi o problemi particolari sia per la lavoratrice. Sia per il nascituro. Pertanto, a seguito della suddetta valutazione, sono state individuate le seguenti misure di prevenzione e protezione da adottare:
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Alle lavoratrici gestanti saranno concesse maggiori pause di riposo (15 minuti ogni 60 minuti di lavoro al VDT) al fine di consentire cambiamenti posturali atti a prevenire la possibile insorgenza di disturbi dorso-lombari. Verranno modificati i ritmi lavorativi, in modo che essi non siano eccessivi e, che non comportino una posizione particolarmente affaticante per la lavoratrice. Se richiesto dal medico competente, si predisporrà una modifica temporanea delle condizioni o dell’ orario di lavoro.
Le lavoratrici addette ed il rappresentante per la sicurezza sono stati informati sui risultati della valutazione e sulle conseguenti misure adottate Nota L’art.12, comma 1, del D.lgs. 151/2001 ha introdotto la facoltà, per le lavoratrici dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati, di
utilizzare in forma flessibile il periodo dell’interdizione obbligatoria dal lavoro di cui all’art.4 della Legge 1204/71 (due mesi prima del parto e tre mesi dopo il parto), posticipando un mese dell’astensione prima del parto al periodo successivo al parto. Per poter avvalersi di tale facoltà, la lavoratrice gestante dovrà presentare apposita domanda al datore di lavoro e all’ente erogatore dell’indennità di maternità (INPS), corredata da certificazione del medico ostetrico-ginecologo del SSN o con esso convenzionato la quale esprima una valutazione, sulla base delle informazioni fornite dalla lavoratrice sull’attività svolta, circa la compatibilità delle mansioni e relative modalità svolgimento ai fini della tutela della salute della gestante e del nascituro e, qualora la lavoratrice sia adibita a mansione comportante l’obbligo di sorveglianza sanitaria, un certificato del Medico Competente attestante l’assenza di rischi per lo stato di gestazione.
SORVEGLIANZA SANITARIA
Gli addetti all’utilizzo dei VDT saranno sottoposti a sorveglianza sanitaria obbligatoria, come indicato all’art. 176 del D.Lgs. 81/08, con particolare riferimento a:
rischi per la vista e per gli occhi; rischi per l’apparato muscolo-scheletrico.
Salvi i casi particolari che richiedono una frequenza diversa stabilita dal medico competente, la periodicità delle visite di controllo sarà:
biennale per i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni o limitazioni e per i lavoratori che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età; quinquennale negli altri casi.
Per i casi di inidoneità temporanea il medico competente stabilirà il termine per la successiva visita di idoneità. Ai sensi del comma 5 dello stesso art. 176, il lavoratore potrà essere sottoposto a visita di controllo per i rischi sopra indicati a sua semplice richiesta, secondo le modalità previste all’articolo 41, comma 2, lettera c), e cioè qualora “sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta, al fine di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica”. Qualore l’esito delle visite mediche ne evidenzi la necessità e non sia possibile utilizzare i dispositivi normali di correzione, ai lavoratori verranno forniti, a spese del Datore di Lavoro, i dispositivi speciali di correzione visiva, in funzione dell'attività svolta. I lavoratori addetti ai videoterminali dovranno poi essere sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica, per valutare l'eventuale comparsa di alterazioni oculo-visive o generali riferibili al lavoro con videoterminali.
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FORMAZIONE E INFORMAZIONE
Principi pratici e criteri di comportamento: Cos'è la prevenzione - Sicurezza oggettiva e soggettiva D.Lgs. 81/08 Definizione di lavoratore al VDT secondo il D.Lgs. 81/08 - Obblighi a carico del datore di lavoro: valutazione dei rischi, informazione e formazione, consultazione e partecipazione - Sorveglianza sanitaria Problemi connessi con l'utilizzo di VDT: Disturbi oculo-visivi - Disturbi muscolo-scheletrici - Stress Sistemazione del posto di lavoro: Sedile di lavoro: caratteristiche e regolazione - Schermo: caratteristiche e regolazione - Tastiera: caratteristiche e posizionamento - Piano di lavoro: caratteristiche e posizionamento
La formazione fornirà anche le seguenti cognizioni:
ELEMENTI BASILARI SU SCOPI E FUNZIONI DEL SISTEMA INFORMATICO NEL QUALE IL LAVORATORE È INSERITO; STRUTTURAZIONE DEL SISTEMA INFORMATICO E INTERAZIONI TRA LE ATTIVITÀ SVOLTE AL VIDEOTERMINALE E L’ORGANIZZAZIONE NEL SUO COMPLESSO; FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI ELABORAZIONE; FUNZIONAMENTO E CORRETTO UTILIZZO DI TUTTE LE APPARECCHIATURE TECNICHE DI SUPPORTO AL VIDEOTERMINALE; INTERVENTI DA EFFETTUARE IN CASO DI GUASTI E INTERRUZIONE DEL LAVORO.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Se prescritte dal medico competente dovranno essere utilizzate
lenti oftalmiche o altri dispositivi speciali di correzione visiva Le lenti oftalmiche riducono l’affaticamento visivo, bloccando al 100% le radiazioni UV fino a 400 nm e polarizzando la luce in modo da ottenere l’eliminazione della maggior parte delle vibrazioni vettoriali delle onde non parallele all’asse di polarizzazione; l’apporto visivo riceve quindi una luce indiretta senza alterazioni della luminosità mbientale ( riducendo notevolmente l’affaticamento visivo).
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PROCEDURA DI SICUREZZA
PROCEDURA DI SICUREZZA PER GLI ADDETTI ALL’UTILIZZO DI VIDEOTERMINALI
SCOPO DELLA PROCEDURA
La presente procedura di sicurezza, redatta ai sensi dell’ art. 33, comma 1, lettera c, del D.Lgs. 81/08, deve esse applicata da tutto il personale che opera utilizzando apparecchiature munite di videoterminale, anche per periodi limitati di tempo, ed ha lo scopo di prevenire i rischi connessi all’utilizzo del videoterminale (nel seguito indicato con la sigla VDT).
RESPONSABILITA’
Tutti i lavoratori che operano utilizzando attrezzature munite di Videoterminali sono responsabili della corretta applicazione della presente Procedura Il preposto a ciò addetto effettuerà opera di vigilanza rispetto alla corretta applicazione delle disposizioni impartite con la presente procedura, riferendo eventuali anomalie al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (nel seguito denominato RSPP).
MODALITA’ OPERATIVE
Ogni lavoratore addetto all’utilizzo di attrezzature munite di VDT è tenuto ad effettuare le verifiche indicate qui di seguito presso la propria postazione di lavoro.
ERGONOMIA DEL POSTO DI LAVORO
APPOGGIO
EVENTUALE
POGGIAPIEDI
5 RAZZE CON RUOTE
90 ° 110 °
90 °
LIBERO
50 - 70 cm
SPAZIO SUFFICIENTE
PUNTO DI
min
.28 c
m)
Schermo regolabile
Tastiera separata
Figura 1 – POSTO DI LAVORO
Con riferimento alla figura 1, i lavoratori addetti dovranno:
Sedersi sul sedile e regolarlo ad un’altezza tale che consenta di appoggiare i piedi sul pavimento e di formare un angolo di circa 90° tra le gambe ed il busto
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Se il sedile o il tavolo sono troppo alti è necessario richiedere un poggiapiedi. Lo schienale deve essere posizionato in modo da sostenere per intero la zona lombare Lo schienale deve avere un’inclinazione di 90°, o appena superiore, rispetto al piano del pavimento
DISPOSIZIONE ATTREZZATURA DI LAVORO
> 58 cm
> 70 cm
15 cm
70
- 8
0 c
m
> 90 cm
Figura 2 – TAVOLO DI LAVORO
Con riferimento alle figure 1 e 2, i lavoratori addetti dovranno:
Disporre la tastiera in modo da lasciare tra essa e il bordo anteriore del tavolo uno spazio sufficiente per appoggiare gli avambracci durante la digitazione (almeno 15 cm, vedi fig. 2) Sistemare davanti a sé gli oggetti e le apparecchiature (monitor, documenti, leggio e tastiera) che richiedono maggiore attenzione. L’organizzazione degli oggetti di cui sopra, dovrà essere tale da far rientrare gli stessi in un campo visivo il più ristretto possibile, in modo tale da dover compiere il minor numero possibile di spostamenti del capo durante l’esecuzione di un lavoro Verificare che i documenti sui quali si lavora siano sufficientemente illuminati integrando eventualmente l’illuminazione con lampade da tavolo Porre il monitor a una distanza di circa 50-70 cm. dagli occhi, regolando lo stesso in modo che sia leggermente più in basso dell’altezza degli occhi (vedi figura 1). Usare i comandi per la regolazione della luminosità, del contrasto e della risoluzione del video, per una distinzione ottimale dei caratteri. E’ opportuno, quando possibile, organizzare il proprio lavoro alternando il tempo impegnato al VDT con periodi, anche di pochi minuti, in cui si svolgano compiti che permettano, cambiando posizione, di sgranchirsi le braccia e la schiena e non comportino una visione ravvicinata. Nelle pause di lavoro evitare di rimanere seduti impegnando la vista.
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ILLUMINAZIONE
Verificare che non vi siano riflessi fastidiosi sullo schermo e, in caso contrario, regolare l’orientamento dello schermo rispetto alle finestre e/o alle fonti luminose artificiali. Lo schermo deve essere posto in modo che le finestre siano disposte lateralmente (vedi figura 1) In caso di bisogno è necessario poter regolare l’intensità della luce proveniente dalle finestre agendo opportunamente sulle tende. (Vedi figura 2)
NO
NO
SI SI
Figura 1 – CORRETTA POSIZIONE DEL POSTO DI LAVORO RISPETTO
ALLA ILLUMINAZIONE NATURALE
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Figura 2 –CORRETTA ILLUMINAZIONE DEL POSTO DI LAVORO
COMPUTER PORTATILI
In caso di utilizzo prolungato di computer portatili, come previsto dal punto 1, lettera f) dell’ Allegato XXXIV del D.Lgs. 81/08, il lavoratore dovrà utilizzare la tastiera ed il mouse esterno nonchè il supporto speciale in dotazione per il corretto posizionamento dello schermo (in alternativa potrà essere impiegato uno schermo separato, conforme a quello già descritto, collegato al notebook)
IMPIANTO ELETTRICO
E’ assolutamente vietata qualsiasi manomissione dell’impianto elettrico e qualsiasi intervento non autorizzato. Non smontare mai il PC e non aprire il contenitore per effettuare riparazioni o altro. Per eventuali interventi (espansioni, cambio di schede, ecc.) occorrerà rivolgersi al personale a ciò addetto o all’assistenza tecnica.
Non togliere la spina dalla presa tirando il filo. Si potrebbe rompere il cavo o l'involucro della spina rendendo accessibili le parti in tensione. Se la spina non esce, evitare di tirare con forza eccessiva, perché si potrebbe strappare la presa dal muro. Quando una spina si rompe occorre farla sostituire con una nuova marchiata IMQ (Istituto italiano del Marchio di Qualità). Non tentare di ripararla con nastro isolante o con l'adesivo. E' un rischio inutile! Informare immediatamente il responsabile.
100
Non attaccare più di un apparecchio elettrico a una sola presa. In questo modo si evita che la presa si surriscaldi con pericolo di corto circuito e incendio. Situazioni che vedono installati più adattatori multipli, uno sull'altro, sono espressamente vietate. Se indispensabili, e previa autorizzazione del responsabile della sicurezza, usare sempre adattatori e prolunghe idonei a sopportare la corrente assorbita dagli apparecchi utilizzatori. Su tutte le prese e le ciabatte è riportata l'indicazione della corrente, in Ampere (A), o della potenza massima, in Watt (W). Spine di tipo tedesco (Schuko) possono essere inserite in prese di tipo italiano solo tramite un adattatore che trasferisce il collegamento di terra effettuato mediante le lamine laterali ad uno spinotto centrale. E' assolutamente vietato l'inserimento a forza delle spine Schuko nelle prese di tipo italiano. Infatti, in tale caso dal collegamento verrebbe esclusa la messa a terra.
FASE DI LAVORO: MANUTENZIONE DELLE MACCHINE ED IMPIANTI
Attività che comprende le seguenti operazioni manuali:
o Mantenimento in efficienza dei macchinari e degli impianti
o Adattamento e modifica degli impianti alle esigenze produttive.
Viene svolta da personale specializzato, per le macchine più grosse e
costose (spesso non completamente di proprietà del tipografo), o dal
tipografo stesso, per le più piccole.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Utensili manuali di uso comune
o Utensili elettrici
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
o Lubrificanti
o Solventi (per la pulizia delle macchine)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
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Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Ferite e tagli alle mani Possibile Grave Notevole
o Urti, colpi, impatti e compressioni Possibile Grave Notevole
o Proiezione di schegge Possibile Grave Notevole
o Rumore Possibile Significativo Notevole
o Vibrazioni Possibile Significativo Notevole
o Aerosol (esposizione a polveri e sostante
irritanti) Probabile Significativo Notevole
o Movimentazione manuale dei carichi Probabile Lieve Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Predisporre orari e turni di lavoro secondo quanto stabilito dalla contrattualistica
nazionale
Attuare le misure tecnico organizzative necessarie per evitare la ripetitività e la
monotonia delle attività, stabilendo pause, turnazioni con altre mansioni che
consentano un cambio della posizione eretta/seduta, ecc.
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa gli atteggiamenti e/o abitudini
di lavoro da assumere durante l’attività lavorativa
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione alle
vibrazioni (Allegato V parte I punto 10 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs.
n.106/09)
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore (Art.192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Ridurre la concentrazione delle macchine rumorose (Art.192 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Mantenere le macchine in buono stato di manutenzione, provvedendo alla perfetta
lubrificazione nei punti di attrito
Indicare le parti delle macchine soggette a revisioni più frequenti
Ridurre il tempo di esposizione al rumore mediante turnazione del personale addetto
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico (Allegato IV del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro (Allegato IV del D.Lgs. n.81/08
come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale (Allegato IV punto 1.10
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Effettuare la sorveglianza sanitaria periodica (Art.41 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Attuare le norme igieniche generali relative alla pulizia del luogo di lavoro (Allegato IV
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Per evitare il contatto cutaneo con le sostanze nocive/irritanti, usare tutti gli
accorgimenti necessari per evitare il contatto con la pelle, con gli occhi ed altre parti del
corpo, indossando guanti ed occhiali
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Utilizzare appositi contenitori per raccogliere gli stracci usati durante le operazioni di
manutenzione
Durante l’utilizzo di sostanze, non consumare cibi e bevande
Effettuare la manutenzione periodica delle macchine/attrezzature e verificare l’efficienza
dei relativi dispositivi di sicurezza, nonché la tenuta del manuale d’uso e di
manutenzione
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa l’utilizzo in sicurezza delle
macchine/attrezzature
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
Verificare che le macchine siano dotate di dispositivo di sicurezza che impedisca
l'avviamento intempestivo in caso ritorni l'alimentazione elettrica dopo che questa era
venuta a mancare (Allegato V parte I punto 2 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal
D.Lgs. n.106/09)
Effettuare le operazioni di pulizia e/o manutenzione degli organi in movimento, a
macchina ferma, altrimenti tutte le parti in movimento pericolose devono essere rese
inaccessibili mediante schermi fissi trasparenti (Allegato V parte I punto 11 del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Utilizzare mezzi meccanici per la movimentazione dei carichi (Art.168 del D.Lgs.
n.81/08)
Utilizzare i dispositivi di protezione individuale (Art. 75 del D.Lgs. n.81/08)
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del
D.Lgs. n.81/08)
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Ferite e contusioni
alle mani
Guanti in crosta
Da utilizzare nei luoghi
di lavoro caratterizzati
dalla presenza di
materiali e/o attrezzi
che possono causare
fenomeni di
abrasione/taglio/perfor
azione delle mani
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punto 3, 4
n.5 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
UNI EN 388(2004)
Guanti di protezione
contro rischi meccanici
Lavorazioni rumorose
Cuffia antirumore
I modelli attualmente
in commercio
consentono di regolare
la pressione delle
coppe auricolari,
mentre i cuscinetti
sporchi ed usurati si
possono facilmente
sostituire.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punto 3, 4
n.3 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
EN 352-1 (2004)
Protettori auricolari -
Requisiti di sicurezza e
prove - Parte 1: cuffie
Schiacciamento dei
piedi
Scarpe
antinfortunistiche
Calzatura con puntale
in lamina antiforo e
antischiacciamento a
sfilamento rapido, con
suola antiscivolo ed
antistatica.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.6
come modificato dal
103
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
D.Lgs. n.106/09
UNI EN ISO 20344
(2008)
Dispositivi di protezione
individuale – Metodi di
prova per calzature.
Esposizione a polveri
Tuta protettiva
In modo da evitare che
la polvere venga a
contatto con la pelle
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.7
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 340 (2004)
Indumenti di protezione.
Requisiti generali
104
FASE DI LAVORO: PREPARAZIONE MATRICI DI STAMPA
Attività inerente il trasferimento delle immagini e dei testi da pellicola, a
lastra litografica e può essere suddivisa nelle seguenti sotto-fasi:
o Esposizione fotografica di lastre di alluminio presensibilizzate, a
partire dalla pellicola originale, mediante una lampada alogena che
produce raggi UV
o Sviluppo automatico della lastra
o Pulizia manuale delle lastre
o Gommatura manuale delle lastre
o Correzione delle lastre
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Bromografi
o Sviluppatrici automatiche a ciclo chiuso
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
o Ozono (prodotto dalle lampade UV del bromografo)
o Liquidi di sviluppo (delle sviluppatrici automatiche)
o Detergenti (per la pulizia delle lastre)
o Solventi (per la gommatura)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Radiazioni non ionizzanti Probabile Lieve Accettabile
o Esposizione a radiazioni ultraviolette Probabile Lieve Accettabile
o Rischio chimico (per utilizzo di sostanze
irritanti) Probabile Lieve Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Attenersi alle misure generali di prevenzione nei confronti dei singoli rischi sopra
individuati
Tutti i lavoratori devono essere adeguatamente informati e formati sulle corrette
modalità di esecuzione delle attività e di utilizzo delle attrezzature (Art. 71 comma 7
lettera a) del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare periodicamente l'efficienza degli utensili e delle attrezzature utilizzate (Art 71
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico (Allegato IV del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro (Allegato IV del D.Lgs. n.81/08
come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Utilizzare sviluppatrici a ciclo chiuso che non richiedano il contatto dell’operatore con le
sostanze di sviluppo e disporle in ambienti ben aerati
105
Assicurare che l’esposizione e sviluppo delle lastre avvenga sotto aspirazione localizzata
Utilizzare sostanze a base acquosa
Utilizzare gomma arabica da sola, senza il solvente di pulizia
Garantire la schermatura visiva della zona interessata dall’emissione di radiazioni
ultraviolette per evitare alterazioni del cristallino dell’occhio (320 nm)
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale (Allegato IV punto 1.10
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare le corrette condizioni igienico-sanitarie dell’ambiente di lavoro
Effettuare la sorveglianza sanitaria periodica (Art. 41 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Effettuare la formazione e l’informazione dei lavoratori sui rischi dell’attività
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del
D.Lgs. n.81/08)
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Contatto con
sostanze pericolose
Guanti
Guanti di protezione in
PVC con interno felpato e
con superficie esterna
ruvida antiscivolo.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.5
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 374 – 420
(2004)
Guanti di protezione
contro prodotti chimici e
microrganismi. Requisiti
generali e metodi di
prova
Contatto con
sostanze pericolose
Indumenti di
protezione
Tuta in cotone 100% per
la protezione da polveri e
sporcizia
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.7
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 340 (2004)
Indumenti di protezione.
Requisiti generali
Scivolamenti e
cadute a livello
Scarpe
antinfortunistiche
Calzatura di sicurezza
leggera e comoda con
fodera traspirante e con
suola antiscivolo ed
antistatica
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.6
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN ISO
20345(2008)
Dispositivi di protezione
individuale - Calzature di
106
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
sicurezza
Inalazione di
sostanze pericolose
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri a
media tossicità
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.4
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 149(2003)
Apparecchi di protezione
delle vie respiratorie.
Semimaschera filtrante
contro particelle.
Requisiti, prove,
marcatura
Esposizione a
radiazioni non
ionizzanti
Occhiali di
protezione
Dotati di protezioni
laterali e filtri colorati
inattinici, con grado di
oscuramento (DIN) e
quindi di protezione,
scelto in funzione
dell’intensità della
radiazione.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.2
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 175(1999)
Protezione personale.
Equipaggiamenti di
protezione degli occhi e
del viso durante la
saldatura e i processi
connessi
FASE DI LAVORO: SVILUPPO LASTRE
Sviluppo a immersione con una spazzola. Parti interne in acciaio
inossidabile. Movimento rulli comandato da vite senza fine posta
all’interno della macchina per permettere una facile rimozione
dei rulli stessi. Termostatazione sviluppo tramite resistenza e
gruppo frigorifero. Rigenerazione secondo la lunghezza e la
larghezza della lastra. Funzione antiox che permette la
rigenerazione del chimico anche quando la macchina è in stand-by
e spenta.
o Funzione di accensione e spegnimento programmabile giornaliero
(optional).
o Conduttivimetro.
o Risciacquo della lastra con acqua di rete o con ricircolo incorporato
nella base della sviluppatrice, che permette un risparmio d’acqua
del 95%.
o Spazzola nella sezione lavaggio per una più accurata pulizia della
107
lastra.
o Sezione gommatura con rullo distribuzione gomma ribaltabile.
o Secondo ingresso automatico per rigommatura.
o Asciugatura a due potenze, su entrambi i lati della lastra.
o Pannello comandi per la programmazione e la visualizzazione di
tutte le funzioni:
o - velocità di avanzamento e spazzolatura;
o - temperatura sviluppo;
o - rigenerazione;
o - temperatura dryer;
o - allarme acustico livello minimo serbatoio sviluppo;
o - allarme acustico livello minimo fusti esterni;
o - contalastre.
o Arresto automatico dei rulli e della spazzola all’apertura dei
coperchi (secondo la normativa di sicurezza europea).
o Fusti esterni per rigenerazione e gomma.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Bromografi
o Sviluppatrici
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
o Ozono (prodotto dalle lampade UV del bromografo)
o Liquidi di sviluppo (delle sviluppatrici automatiche)
o Detergenti (per la pulizia delle lastre)
o Solventi (per la gommatura)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Radiazioni non ionizzanti Probabile Lieve Accettabile
o Esposizione a radiazioni ultraviolette Probabile Lieve Accettabile
o Rischio chimico (per utilizzo di sostanze
irritanti) Probabile Lieve Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Attenersi alle misure generali di prevenzione nei confronti dei singoli rischi sopra
individuati
Tutti i lavoratori devono essere adeguatamente informati e formati sulle corrette
modalità di esecuzione delle attività e di utilizzo delle attrezzature (Art. 71 comma 7
lettera a) del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare periodicamente l'efficienza degli utensili e delle attrezzature utilizzate (Art 71
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico (Allegato IV del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
108
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro (Allegato IV del D.Lgs. n.81/08
come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Utilizzare sviluppatrici a ciclo chiuso che non richiedano il contatto dell’operatore con le
sostanze di sviluppo e disporle in ambienti ben aerati
Assicurare che l’esposizione e sviluppo delle lastre avvenga sotto aspirazione localizzata
Utilizzare sostanze a base acquosa
Utilizzare gomma arabica da sola, senza il solvente di pulizia
Garantire la schermatura visiva della zona interessata dall’emissione di radiazioni
ultraviolette per evitare alterazioni del cristallino dell’occhio (320 nm)
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale (Allegato IV punto 1.10
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare le corrette condizioni igienico-sanitarie dell’ambiente di lavoro
Effettuare la sorveglianza sanitaria periodica (Art. 41 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Effettuare la formazione e l’informazione dei lavoratori sui rischi dell’attività
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del
D.Lgs. n.81/08)
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Contatto con
sostanze pericolose
Guanti
Guanti di protezione in
PVC con interno felpato e
con superficie esterna
ruvida antiscivolo.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.5
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 374 – 420
(2004)
Guanti di protezione
contro prodotti chimici e
microrganismi. Requisiti
generali e metodi di
prova
Contatto con
sostanze pericolose
Indumenti di
protezione
Tuta in cotone 100% per
la protezione da polveri e
sporcizia
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.7
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 340 (2004)
Indumenti di protezione.
Requisiti generali
109
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Scivolamenti e
cadute a livello
Scarpe
antinfortunistiche
Calzatura di sicurezza
leggera e comoda con
fodera traspirante e con
suola antiscivolo ed
antistatica
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.6
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN ISO
20345(2008)
Dispositivi di protezione
individuale - Calzature di
sicurezza
Inalazione di
sostanze pericolose
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri a
media tossicità
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.4
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 149(2003)
Apparecchi di protezione
delle vie respiratorie.
Semimaschera filtrante
contro particelle.
Requisiti, prove,
marcatura
Esposizione a
radiazioni non
ionizzanti
Occhiali di
protezione
Dotati di protezioni
laterali e filtri colorati
inattinici, con grado di
oscuramento (DIN) e
quindi di protezione,
scelto in funzione
dell’intensità della
radiazione.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4 n.2
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 175(1999)
Protezione personale.
Equipaggiamenti di
protezione degli occhi e
del viso durante la
saldatura e i processi
connessi
110
FASE DI LAVORO: STAMPA OFFSET
Esecuzione della stampa su carta, iniziando dalle matrici
precedentemente allestite, mediante lo svolgimento delle seguenti
operazioni:
o Caricamento dell’inchiostro nel calamaio della macchina
o Caricamento delle lastre di alluminio sul rullo portalastra
o Caricamento della carta sulla macchina
o Stampa automatica
o Arresto della macchina
o Scarico della carta stampata
o Pulizia dei rulli portacaucciù per stampa successiva
o Lavaggio della macchina e dei rulli (saltuariamente).
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Macchina per stampa offset
o Macchina lavarulli
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
o Inchiostri (a base oleosa)
o Soluzioni umidificatici per matrici
o Correttori delle bozze (paste gelatinose)
o Solventi (per la pulizia delle macchine)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Rumore Possibile Significativo Notevole
o Ferite e tagli alle mani Possibile Grave Notevole
o Presa e trascinamento (utilizzo di organi
meccanici in movimento) Possibile Grave Notevole
o Aerosol (esposizione a sostanze irritanti) Probabile Significativo Notevole
o Ergonomia (rischio posturale) Probabile Modesto Notevole
o Movimentazione manuale dei carichi Probabile Lieve Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
o Microclima Possibile Lieve Basso
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Predisporre orari e turni di lavoro secondo quanto stabilito dalla contrattualistica
nazionale
Attuare le misure tecnico organizzative necessarie per evitare la ripetitività e la
monotonia delle attività, stabilendo pause, turnazioni con altre mansioni che
consentano un cambio della posizione eretta/seduta, ecc.
111
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa gli atteggiamenti e/o abitudini
di lavoro da assumere durante l’attività lavorativa
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Ridurre la concentrazione delle macchine rumorose (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Mantenere le macchine in buono stato di manutenzione, provvedendo alla perfetta
lubrificazione nei punti di attrito
Allontanare dall’ambiente di lavoro le pompe al servizio delle macchine
Predisporre delle barriere fonoisolanti tra macchine ed effettuare la insonorizzazione di
parti di macchine, in particolare dei carter
Separare le lavorazioni rumorose (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal
D.Lgs. n.106/09)
Ridurre il tempo di esposizione al rumore mediante turnazione del personale addetto
(Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Per ridurre l’esposizione ad aerodispersi, effettuare l’aspirazione localizzata il più vicino
possibile al punto di produzione degli inquinanti, adeguata al tipo di inquinante da
catturare, con espulsione dell’aria all’esterno oltre il colmo del tetto, in posizione tale da
impedirne il rientro e con bocche aspiranti a livello del terreno dove si accumulano i
vapori di solvente
Assicurare che le macchine rotative siano dotate di coperchio del contenitore
dell’inchiostro, con alimentazione automatica per pompaggio degli inchiostri, a partire
da riserve mantenute chiuse
Porre in contenitori chiusi ermeticamente o in depressione, stracci e carte imbevuti di
solventi usati per la pulizia
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico (Allegato IV del D.Lgs.
n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro (Allegato IV del D.Lgs. n.81/08
come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale (Allegato IV punto 1.10
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Effettuare la sorveglianza sanitaria periodica (Art. 41 del D.Lgs. n.81/08 come
modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Attuare le norme igieniche generali relative alla pulizia del luogo di lavoro (Allegato IV
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Per evitare il contatto cutaneo con le sostanze nocive/irritanti, usare tutti gli
accorgimenti necessari per evitare il contatto con la pelle, con gli occhi ed altre parti del
corpo, indossando guanti ed occhiali
Durante l’utilizzo di sostanze, non consumare cibi e bevande
Effettuare la manutenzione periodica delle macchine/attrezzature e verificare l’efficienza
dei relativi dispositivi di sicurezza, nonché la tenuta del manuale d’uso e di
manutenzione
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa l’utilizzo in sicurezza delle
macchine/attrezzature
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
(Art. 86 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare che le macchine siano dotate di dispositivo di sicurezza che impedisca
l'avviamento intempestivo in caso ritorni l'alimentazione elettrica dopo che questa era
venuta a mancare
Verificare la presenza dei seguenti dispositivi di sicurezza della macchina di stampa
o Pulsanti per l’arresto di emergenza con blocco nella posizione di fine corsa con
pulsante premuto, presenti anche sul quadro di comando e sul controllo laterale
alla macchina
112
o Piattaforma alzapila con discesa controllata da pulsante ad uomo presente,
oppure, se a discesa automatica, con dispositivo di arresto automatico a gradini
successivi o a sensore
o Cancello di accesso alla zona sottostante la tavola di entrata fogli, con sensore di
arresto automatico in caso di apertura e con pulsante posto nella parte
sottostante alla tavola, il quale comandi il funzionamento passo-passo ed
impedisca l’accidentale chiusura del cancello
o Pedane a protezione dei gruppi di trasferimento, asservite a sensore di posizione
che impedisca il funzionamento a velocità normale della macchina durante
l’apertura della pedana
Effettuare le operazioni di pulizia e/o manutenzione degli organi in movimento, a
velocità di lavoro estremamente ridotta o ad impulsi, altrimenti tutte le parti in
movimento pericolose devono essere rese inaccessibili mediante schermi fissi
trasparenti (Allegato V parte I punto 6 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs.
n.106/09)
Proteggere l’accoppiamento cilindro portalastra/cilindro portacaucciù con riparo chiuso,
asservito a sensore di posizione che impedisca il funzionamento a velocità normale della
macchina alla rimozione del riparo. Sono tuttavia consentiti il funzionamento a velocità
estremamente ridotta o ad impulsi tali da provocare il funzionamento per brevi passi
successivi solo mediante obbligatoria pressione e rilascio di un pulsante
Il riparo dei rulli di bagnatura, il riparo dei rulli delle testate, i ripari posteriore ed
anteriore ai rulli di macinazione, il portello di ispezione della zona di traslazione della
barra portapinze ed il portello di ispezione della salita fogli del controllo antiscartino
devono essere asserviti a sensore di posizione tale che, alla loro rimozione, deve
cambiare di stato, impedendo il funzionamento a velocità normale della macchina
Utilizzare i dispositivi di protezione individuale (Art. 75 del D.Lgs. n.81/08)
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del D.Lgs. n.81/08)
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Inalazione di
sostanze irritanti
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri a
media tossicità, fibre e
aerosol
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti3,4
n.4 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
Ferite e contusioni
alle mani
Guanti in crosta
Da utilizzare nei luoghi di
lavoro caratterizzati dalla
presenza di materiali e/o
attrezzi che possono
causare fenomeni di
abrasione/taglio/perforaz
ione delle mani
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3,4
n.5 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
UNI EN 388(2004)
Guanti di protezione
contro rischi meccanici
Lavorazioni
rumorose Cuffia antirumore
I modelli attualmente in
commercio consentono di
regolare la pressione
delle coppe auricolari,
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
113
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
mentre i cuscinetti
sporchi ed usurati si
possono facilmente
sostituire.
n.81/08 punti 3,4
n.3 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
UNI EN 352-1
(2004)
Protettori auricolari -
Requisiti di sicurezza e
prove - Parte 1: cuffie
Schiacciamento dei
piedi
Scarpe
antinfortunistiche
Calzatura con puntale in
lamina antiforo e
antischiacciamento a
sfilamento rapido, con
suola antiscivolo ed
antistatica.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4
n.6 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
UNI EN ISO
20345(2008)
Dispositivi di
protezione individuale
- Calzature di
sicurezza
Esposizione a
polveri
Tuta protettiva
In modo da evitare che
la polvere venga a
contatto con la pelle
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4
n.7 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
UNI EN 340 (2004)
Indumenti di
protezione. Requisiti
generali.
FASE DI LAVORO: STAMPA OFFSET
Esecuzione della stampa su carta, iniziando dalle matrici precedentemente allestite, mediante
lo svolgimento delle seguenti operazioni:
o Caricamento dell’inchiostro nel calamaio della macchina
o Caricamento delle lastre di alluminio sul rullo portalastra
o Caricamento della carta sulla macchina
o Stampa automatica
o Arresto della macchina
o Scarico della carta stampata
o Pulizia dei rulli portacaucciù per stampa successiva
o Lavaggio della macchina e dei rulli (saltuariamente).
114
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Macchina per stampa offset
o Macchina lavarulli
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
o Inchiostri (a base oleosa)
o Soluzioni umidificatici per matrici
o Correttori delle bozze (paste gelatinose)
o Solventi (per la pulizia delle macchine)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Rumore Possibile Significativo Notevole
o Ferite e tagli alle mani Possibile Grave Notevole
o Presa e trascinamento (utilizzo di organi
meccanici in movimento) Possibile Grave Notevole
o Aerosol (esposizione a sostanze irritanti) Probabile Significativo Notevole
o Ergonomia (rischio posturale) Probabile Modesto Notevole
o Movimentazione manuale dei carichi Probabile Lieve Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
o Stress psicofisico Possibile Lieve Basso
o Microclima Possibile Lieve Basso
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Predisporre orari e turni di lavoro secondo quanto stabilito dalla contrattualistica
nazionale
115
Attuare le misure tecnico organizzative necessarie per evitare la ripetitività e la
monotonia delle attività, stabilendo pause, turnazioni con altre mansioni che
consentano un cambio della posizione eretta/seduta, ecc.
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa gli atteggiamenti e/o abitudini
di lavoro da assumere durante l’attività lavorativa
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore ( art. 192 del D.lgs. n.81/08 )
Ridurre la concentrazione delle macchine rumorose ( art. 192 del D.lgs. n.81/08 )
Mantenere le macchine in buono stato di manutenzione, provvedendo alla perfetta
lubrificazione nei punti di attrito
Allontanare dall’ambiente di lavoro le pompe al servizio delle macchine
Predisporre delle barriere fonoisolanti tra macchine ed effettuare la insonorizzazione di
parti di macchine, in particolare dei carter
Separare le lavorazioni rumorose ( Art. 192 del D.lgs. n.81/08 )
Ridurre il tempo di esposizione al rumore mediante turnazione del personale addetto (
Art. 192 del D.lgs. n.81/08 )
Utilizzare i dispositivi di protezione individuale ( Art. 75 del D.lgs. n.81/08 )
Per ridurre l’esposizione ad aerodispersi, effettuare l’aspirazione localizzata il più vicino
possibile al punto di produzione degli inquinanti, adeguata al tipo di inquinante da
catturare, con espulsione dell’aria all’esterno oltre il colmo del tetto, in posizione tale da
impedirne il rientro e con bocche aspiranti a livello del terreno dove si accumulano i
vapori di solvente
Assicurare che le macchine rotative siano dotate di coperchio del contenitore
dell’inchiostro, con alimentazione automatica per pompaggio degli inchiostri, a partire
da riserve mantenute chiuse
Porre in contenitori chiusi ermeticamente o in depressione, stracci e carte imbevuti di
solventi usati per la pulizia
Predisporre idonei sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento
dell’ambiente di lavoro a garanzia del benessere microclimatico ( allegato IV del D.lgs.
n.81/08 )
Garantire il ricambio dell’aria dell’ambiente di lavoro ( allegato IV del D.lgs. n.81/08 )
Prevedere idonei sistemi di illuminazione artificiale e naturale ( allegato IV punto 1.10
del D.lgs. n.81/08 )
Effettuare la sorveglianza sanitaria periodica ( art. 176 del D.lgs. n.81/08 )
Attuare le norme igieniche generali relative alla pulizia del luogo di lavoro ( Allegato IV
del D.lgs. n.81/08 )
116
Per evitare il contatto cutaneo con le sostanze nocive/irritanti, usare tutti gli
accorgimenti necessari per evitare il contatto con la pelle, con gli occhi ed altre parti del
corpo, indossando guanti ed occhiali
Durante l’utilizzo di sostanze, non consumare cibi e bevande ( art. 224 del D.lgs.
n.81/08 )
Effettuare la manutenzione periodica delle macchine/attrezzature e verificare l’efficienza
dei relativi dispositivi di sicurezza, nonché la tenuta del manuale d’uso e di
manutenzione;
Attuare la formazione e l’informazione degli addetti circa l’utilizzo in sicurezza delle
macchine/attrezzature
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate (
art. 86 del D.lgs. n.81/08 )
Verificare che le macchine siano dotate di dispositivo di sicurezza che impedisca
l'avviamento intempestivo in caso ritorni l'alimentazione elettrica dopo che questa era
venuta a mancare
Verificare la presenza dei seguenti dispositivi di sicurezza della macchina di stampa
o Pulsanti per l’arresto di emergenza con blocco nella posizione di fine corsa con
pulsante premuto, presenti anche sul quadro di comando e sul controllo laterale
alla macchina
o Piattaforma alzapila con discesa controllata da pulsante ad uomo presente,
oppure, se a discesa automatica, con dispositivo di arresto automatico a gradini
successivi o a sensore
o Cancello di accesso alla zona sottostante la tavola di entrata fogli, con sensore di
arresto automatico in caso di apertura e con pulsante posto nella parte
sottostante alla tavola, il quale comandi il funzionamento passo-passo ed
impedisca l’accidentale chiusura del cancello
o Pedane a protezione dei gruppi di trasferimento, asservite a sensore di posizione
che impedisca il funzionamento a velocità normale della macchina durante
l’apertura della pedana
Effettuare le operazioni di pulizia e/o manutenzione degli organi in movimento, a
velocità di lavoro estremamente ridotta o ad impulsi, altrimenti tutte le parti in
movimento pericolose devono essere rese inaccessibili mediante schermi fissi
trasparenti ( allegato V parte I punto 6 del D.lgs. n.81/08 )
Proteggere l’accoppiamento cilindro portalastra/cilindro portacaucciù con riparo chiuso,
asservito a sensore di posizione che impedisca il funzionamento a velocità normale della
macchina alla rimozione del riparo. Sono tuttavia consentiti il funzionamento a velocità
117
estremamente ridotta o ad impulsi tali da provocare il funzionamento per brevi passi
successivi solo mediante lobbligatoria pressione e rilascio di un pulsante
Il riparo dei rulli di bagnatura, il riparo dei rulli delle testate, i ripari posteriore ed
anteriore ai rulli di macinazione, il portello di ispezione della zona di traslazione della
barra portapinze ed il portello di ispezione della salita fogli del controllo antiscartino
devono essere asserviti a sensore di posizione tale che, alla loro rimozione, deve
cambiare di stato, impedendo il funzionamento a velocità normale della macchina
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante. ( Art. 77 del
D.lgs. n.81/08 )
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Inalazione di sostanze
irritanti
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri a
media tossicità, fibre e
aerosol a base acquosa di
materiale particellare >=
0,02 micron.
Rif. Normativo
D.lgs. n.81/08 (
Testo Unico in
materia di
sicurezza e salute
sul lavoro ) –
Allegato VIII
D.lgs. n.81/08
punti 3, 4 n.4
UNI EN 405(2003)
Apparecchi di
protezione delle vie
respiratorie.
Semimaschere
filtranti antigas o
antigas e antipolvere
dotate di valvole.
Requisiti, prove,
marcatura
Ferite e contusioni
alle mani
Guanti in crosta
Da utilizzare nei luoghi di
lavoro caratterizzati dalla
presenza di materiali e/o
attrezzi che possono
causare fenomeni di
abrasione/taglio/perforazio
ne delle mani
Rif. Normativo
D.lgs. n.81/08 (
Testo Unico in
materia di
sicurezza e salute
sul lavoro ) –
Allegato VIII
D.lgs. n.81/08
punti 3, 4 n.5
UNI EN 388(2004)
Guanti di protezione
contro rischi
meccanici
Lavorazioni rumorose Cuffia antirumore
I modelli attualmente in
commercio consentono di
regolare la pressione delle
coppe auricolari, mentre i
Rif. Normativo
D.lgs. n.81/08 (
Testo Unico in
materia di
118
cuscinetti sporchi ed
usurati si possono
facilmente sostituire.
sicurezza e salute
sul lavoro ) –
Allegato VIII
D.lgs. n.81/08
punti 3, 4 n.3
EN 352-1 (1993)
Protettori auricolari -
Requisiti di sicurezza
e prove - Parte 1:
cuffie
Schiacciamento dei
piedi
Scarpe
antinfortunistiche
Calzatura con puntale in
lamina antiforo e
antischiacciamento a
sfilamento rapido, con
suola antiscivolo ed
antistatica.
Rif. Normativo
D.lgs. n.81/08 (
Testo Unico in
materia di
sicurezza e salute
sul lavoro ) –
Allegato VIII
D.lgs. n.81/08
punti 3, 4 n.6
UNI EN 345
(1994)
Specifiche per
calzature di
sicurezza per uso
professionale
Esposizione a polveri
Tuta protettiva
In modo da evitare che la
polvere venga a contatto
con la pelle
Rif. Normativo
D.lgs. n.81/08 (
Testo Unico in
materia di
sicurezza e salute
sul lavoro ) –
Allegato VIII
D.lgs. n.81/08
punti 3, 4 n.7
UNI EN 467
(1996)
Protezione contro i
prodotti chimici
liquidi. Requisiti
prestazionali per capi
di abbigliamento che
offrono protezione
alle parti del corpo.
119
FASE DI LAVORO: LAVORI DI PULIZIA DEGLI AMBIENTI
Attività inerenti la pulizia e la sistemazione di locali adibiti ad uffici, dei
servizi igienici, dei disimpegni e delle scale, mediante l’utilizzo di attrezzi
idonei, quali aspirapolvere, scope, palette, macchina lava-asciuga,
macchina lava-vetri, secchi ecc. In particolare, sono previste procedimenti
ed operazioni che si svolgono con le seguenti modalità:
Spolveratura e ritiro dei rifiuti
Spazzatura pavimenti manuale e/o meccanica
Lavaggio dei pavimenti manuale e/o con macchina lavasciuga
Pulizia delle superfici verticali (superfici piastrellate e vetrate)
Pulizia e disinfezione dei servizi igienici.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
Attrezzi manuali per la pulizia di pavimenti (scopa, paletta raccogli materiale,
strizzatore, mop a frange, secchi, ecc.)
Aspirapolvere
Macchina lava-asciuga
Tergivetro
Asta telescopica
Carrello porta-attrezzatura
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori vengono esposti a:
Detergenti
Disinfettanti
Opere Provvisionali
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti Opere Provvisionali:
Scala portatile
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Caduta dall’alto (per utilizzo di scale) Possibile Grave Notevole
o Elettrocuzione Possibile Grave Notevole
o Punture, tagli ed abrasioni alle mani Possibile Modesto Accettabile
o Scivolamenti e cadute a livello Possibile Modesto Accettabile
o Contatto con sostanze irritanti Possibile Modesto Accettabile
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Effettuare da parte del datore di lavoro la valutazione dei rischi per la salute dei
lavoratori derivanti dall’utilizzo di attrezzature necessarie a svolgere le mansioni
120
lavorative ed attuare le misure necessarie per eliminare o ridurre rischi (Art. 71 del
D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Effettuare la formazione e l’informazione degli addetti sui rischi relativi all’utilizzo delle
sostanze chimiche contenute nei prodotti detergenti utilizzati durante le pulizie (Art.
224 del D.Lgs. n.81/08)
Predisporre orari e turni di lavoro secondo quanto stabilito dalla contrattualistica
nazionale
Attuare le misure tecnico organizzative necessarie per evitare la ripetitività e la
monotonia delle attività, stabilendo pause, turni ecc.
Verificare che le attività non vengano svolte in condizioni di stress in maniera costante
Prevedere personale di riserva per coprire le eventuali assenze dovute a ferie, malattie,
periodi di punta, ecc.
Prevedere un periodo di adattamento per i nuovi assunti e per quelli rientranti (da
malattie, maternità ecc.)
Adottare una postura comoda ed ergonomia durante lo svolgimento dell’attività
lavorativa
Non assumere posizioni scomode per lunghi periodi, ma nel caso fosse necessario,
interrompere spesso il lavoro per poter rilassare la muscolatura
Effettuare il controllo dei locali da pulire onde rilevare la presenza di eventuali anomalie
di tipo funzionale, e nel caso sussistano, comunicarle immediatamente al preposto
Predisporre le eventuali macchine da impiegare nel programma di manutenzione
giornaliera e di pulizie periodiche, con gli accessori necessari ed i relativi prodotti
chimici e/o materiali d’uso, previa verifica del regolare funzionamento della macchina
stessa e dell’integrità delle sue parti
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
(Art. 80 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Durante l’utilizzo di sostanze, quali detergenti e disinfettanti, adottare gli accorgimenti
necessari per evitare il contatto con la pelle, con gli occhi o con altre parti del corpo
Conservare tali prodotti in maniera opportuna e con idonea etichettatura delle sostanze
chimiche o tossiche presenti (Art. 224 del D.Lgs. n.81/08)
Durante l’utilizzo di tali sostanze, vietare severamente il consumo di cibi e bevande
(Art. 224 del D.Lgs. n.81/08)
Verificare che vengano utilizzati prodotti per l’igiene meno nocivi e tossici per l’uomo
Scegliere prodotti detergenti con PH che si avvicini il più possibile a quello dell’uomo
Acquisire ed avere sempre a disposizione le schede di sicurezza delle sostanze chimiche
o tossiche utilizzate
Predisporre tabelle idonee per interventi di primo soccorso in caso di contatto con
sostanze tossiche adoperate durante lo svolgimento dell’attività lavorativa
Effettuare la vaccinazione contro l’epatite B, la TBC ed il Tetano agli addetti alle pulizie
In caso di utilizzo di scala, porre particolare attenzione alla sua integrità e verificare che
sia in possesso dei seguenti requisiti: materiale adatto alle condizioni di impiego,
dimensioni appropriate all’uso, resistenza nell’insieme e nei singoli elementi, dispositivi
antisdrucciolevoli alle estremità inferiori dei due montanti e dispositivi antisdrucciolevoli
o ganci alle estremità superiori oppure in alternativa, dispositivi di trattenuta superiori
anche scorrevoli su guide, onde evitare sbandamenti, slittamenti, rovesciamenti, ecc.
(Art. 113 del D.Lgs. n.81/08)
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Indossare i necessari dispositivi di protezione individuale verificandone preventivamente
l’integrità e/o lo stato di efficienza seguendo quanto specificato sul manuale d'uso e
manutenzione (Art. 75 - 78 del D.Lgs. n. 81/08)
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del
D.Lgs. n.81/08)
121
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Contatto
con sostanze
irritanti
Guanti di
protezione
Guanti di protezione in
PVC con interno felpato e
con superficie esterna
ruvida antiscivolo.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti3,4 n.5
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 374(2004)
Guanti di protezione
contro prodotti chimici e
microrganismi.
Parte, 1,2 e 3
Esposizione a
polveri e a
sostanze irritanti
Indumenti di
protezione
Tuta in cotone 100% per
la protezione da polveri e
sporcizia.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punto 3, 4
n.7 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09
UNI EN 340 (2004)
Indumenti di protezione.
Requisiti generali
Scivolamenti e
cadute a livello
Scarpe
antinfortunistiche
Calzatura di sicurezza
leggera e comoda con
fodera traspirante e con
suola antiscivolo ed
antistatica.
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti 3, 4 n.6
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
UNI EN 13287-
2(2008)
Dispositivi di protezione
individuale - Calzature -
Metodo di prova per la
resistenza allo
scivolamento
Inalazione di
polvere
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti3,4 n.4
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
122
FASE DI LAVORO: LAVORI DI UFFICIO, DIREZIONE, SEGRETERIA E
COMPUTERGRAFICA
Attività che comprende il disbrigo di pratiche di ufficio, quali la contabilità
generale, la compilazione di documenti necessari per lo svolgimento di
attività settoriali, il marketing, ecc. mediante l’utilizzo di personal computer
e di altre tecnologie informatiche.
Macchine/Attrezzature
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione sono utilizzate le seguenti
Attrezzature/Macchine:
o Personal computer
o Stampante
o Telefono, fax
Sostanze Pericolose
Nella fase di lavoro oggetto della valutazione gli operatori utilizzano la seguente sostanza
pericolosa:
o Toner (per stampante)
Valutazione e Classificazione dei Rischi
Descrizione Liv. Probabilità Entità danno Classe
o Inalazione polveri di toner Possibile Significativo Notevole
o Stress psicofisico ( dovuto alla routine) Possibile Modesto Accettabile
o Affaticamento visivo Possibile Modesto Accettabile
o Disturbi muscolo-scheletrici per posture
scorrette Possibile Modesto Accettabile
o Scivolamenti e cadute a livello Possibile Modesto Accettabile
o Elettrocuzione Non probabile Grave Accettabile
Interventi/Disposizioni/Procedure per ridurre i rischi
A seguito della valutazione dei rischi sono riportati, in maniera non esaustiva, gli
interventi/disposizioni/procedure volte a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori:
Attuare la formazione e l’informazione dei lavoratori sulle corrette modalità di
esecuzione delle attività e di utilizzo delle attrezzature (Art. 71 comma 7 lettera a) del
D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Adottare una posizione di lavoro comoda ed ergonomica
Non assumere posizioni scomode per lunghi periodi, ma nel caso fosse necessario,
interrompere spesso il lavoro per poter rilassare la muscolatura
Durante lo svolgimento del lavoro, praticare semplici esercizi di rilassamento,
stiramento e rinforzo della muscolatura
123
Utilizzare attrezzature elettriche rispondenti a tutti i requisiti di sicurezza contenuti nelle
norme CEI e di buona tecnica (Art. 80 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs.
n.106/09)
Verificare che le macchine e le attrezzature utilizzate siano in possesso di marchi IMQ o
certificazioni equivalenti o marcatura CE (Art. 70 del D.Lgs. n.81/08 come modificato
dal D.Lgs. n.106/09)
Verificare periodicamente l’integrità dei cavi delle apparecchiature elettriche utilizzate
Evitare il contatto diretto ed indiretto con parti sottoposte a tensione elettrica (Art. 82
del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Porre particolare attenzione al cablaggio dei cavi di energia e al posizionamento delle
prese multiple di energia a pavimento, onde evitare alle persone di inciamparvi e a
problemi di contatto durante le operazioni di pulizia dei pavimenti
Predisporre tutti gli interventi tecnici, organizzativi e procedurali concretamente
attuabili al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi derivanti dall’esposizione al
rumore (Art. 192 del D.Lgs. n.81/08 come modificato dal D.Lgs. n.106/09)
Utilizzare schermi protettivi durante l’uso prolungato dei videoterminali per evitare
l’affaticamento visivo
Indossare i necessari dispositivi di protezione individuale verificandone preventivamente
l’integrità e/o lo stato di efficienza seguendo quanto specificato sul manuale d'uso e
manutenzione (Art. 75 - 78 del D.Lgs. n. 81/08)
Verificare l’uso costante dei D.P.I. da parte di tutto il personale operante (Art. 77 del
D.Lgs. n.81/08)
DPI
In funzione dei rischi evidenziati saranno utilizzati obbligatoriamente i seguenti DPI, di cui è
riportata la descrizione ed i riferimenti normativi:
RISCHI
EVIDENZIATI DPI DESCRIZIONE NOTE
Inalazione di polvere
in caso sostituzione
del toner
Mascherina
Mascherina per la
protezione di polveri
Rif. Normativo
Art 75 – 77 – 78
D.Lgs. n.81/08
Allegato VIII D.Lgs.
n.81/08 punti3,4 n.4
come modificato dal
D.Lgs. n.106/09
Si consiglia l’utilizzo di lenti oftalmiche durante l’uso prolungato di videoterminali
124
19. ATTREZZATURE
Come indicato all’ art. 69 del D.Lgs. 81/08, si intende per attrezzatura di lavoro qualsiasi
macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il lavoro, mentre
si intende per uso di un’attrezzatura di lavoro qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una
attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la
riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio
Qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la
presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso viene
definita zona pericolosa e qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona
pericolosa viene definito quale lavoratore esposto.
Come indicato all’ art. 70 del D.Lgs. 81/08, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei
lavoratori sono conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento
delle direttive comunitarie di prodotto. Per le attrezzature di lavoro costruite in assenza di
disposizioni legislative e regolamentari o messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente
all’emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie
di prodotto verrà controllata la conformità ai requisiti generali di sicurezza riportati nell’
allegato V del D.Lgs. 81/08.
Le attrezzature di lavoro costruite secondo le prescrizioni dei decreti ministeriali adottati ai
sensi dell’articolo 395 del decreto Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, ovvero
dell’articolo 28 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, potranno essere considerate
conformi, come indicato al comma 3 dello stesso art. 70 del D.Lgs. 81/08.
Sono messe a disposizione dei lavoratori esclusivamente attrezzature conformi ai requisiti di
sicurezza indicati, idonee ai fini della salute e sicurezza ed adeguate al lavoro da svolgere o
adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di
recepimento delle direttive comunitarie.
All'atto della scelta delle nuove attrezzature di lavoro, come indicato all’ art. 71, comma 2, del
D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro prenderà in considerazione:
le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere;
i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;
i rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature stesse
i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in uso.
Al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all’uso delle attrezzature di lavoro e per impedire
che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le
quali non sono adatte, verranno adottate adeguate misure tecniche ed organizzative e
verranno rispettate tutte quelle riportate nell’allegato VI del D.Lgs. 81/08.
Tutte le attrezzature di lavoro sono state installate correttamente e si controllerà, tramite un
preposto a ciò incaricato, che le stesse vengano utilizzate conformemente alle istruzioni d’uso.
Si assicurerà, inoltre, che le attrezzature di lavoro:
siano oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei
requisiti di sicurezza
siano corredate, ove necessario, da apposite istruzioni d’uso e libretto di manutenzione
siano assoggettate alle misure di aggiornamento dei requisiti minimi di sicurezza
eventualmente stabilite con specifico provvedimento regolamentare o in relazione al grado di
evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione
Verrà, curata la tenuta e l’aggiornamento del registro di controllo delle attrezzature di lavoro
per le quali lo stesso è previsto.
Per le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione si
provvederà a che le stesse vengano sottoposte a un controllo iniziale (dopo l'installazione e
125
prima della messa in esercizio) e ad un controllo dopo ogni eventuale successivo montaggio, al
fine di assicurarne l'installazione corretta e il buon funzionamento.
Per le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare
origine a situazioni pericolose, si provvederà a che esse siano sottoposte a:
a controlli periodici, secondo frequenze stabilite in base alle indicazioni fornite dai fabbricanti,
ovvero dalle norme di buona tecnica, o in assenza di queste ultime, desumibili dai codici di
buona prassi;
a controlli straordinari al fine di garantire il mantenimento di buone condizioni di sicurezza,
ogni volta che intervengano eventi eccezionali che possano avere conseguenze pregiudizievoli
per la sicurezza delle attrezzature di lavoro, quali riparazioni trasformazioni, incidenti,
fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività.
I controlli, volti ad assicurare il buono stato di conservazione e l’efficienza a fini di sicurezza
delle attrezzature di lavoro e saranno effettuati da persona competente.
I risultati dei controlli saranno riportati per iscritto e, almeno quelli relativi agli ultimi tre anni,
verranno conservati e tenuti a disposizione degli organi di vigilanza.
PER LA VALUTAZIONE FONOMETRICA E VIBRAZIONI SI RIMANDA ALLEGATO
APPOSITO
N° Prog. Tipo di mezzo Marca Modello N° matricola
1 Raccoglitrice Grapha Electronic ERB5 137
2 Brossulatrice circolare Grapha Electronic 99 24566
3 Cordonatrice Bacciottini ROL-110 0201
4 Incassatrice Schmedt Amburg 1805 702
5 Pressa Canaletto Schmedt Amburg 2100 123
6 Arrotondadorsi Schmedt Amburg 2800 28
7 Ribordatrice Rebord Darix DX100Z03100382
8 Macchina da stampa Man Roland R 304 31812B
9 Brossulatrice Eurotecnica 502-CM 502100303
10 Punzonatrice Beil
11 Cucitrice Lovato 160366
12 Macchina da stampa LS 440 120
13 Piegatrice Heidelberg Erzeugnis FHFNBB00052
14 Stampante monocolore Roland Practica 8630
15 Piegatrice Heidelberg Erzeugnis FHFAPE00147
16 Trilaterale Tosingraf SPM-QF60 05-7019
17 Cucipiega Horizon MC-80C 036203
126
MACCHINA CUCITRICE A PUNTO METALLICO
Principali requisiti e uso in sicurezza
- Deve essere dotata di pulsante per l’arresto di emergenza nel quadro di comando e in
posizione laterale
- Applicare schermi o barriere per proteggere la zona di lavoro delle cinghie di trasmissione, per
consentire il solo passaggio dei fascicoli da rilegare
- Dispositivo di azionamento preferibilmente di tipo a due mani
- Applicare dispositivi salvavita
- Le operazioni di pulizia e manutenzione delle parti in movimento devono essere effettuate a
macchina ferma. In caso contrario, si devono predisporre schermi trasparenti fissi che rendano
inaccessibili le parti in movimento
MACCHINA DA STAMPA OFFSET
Principali requisiti e uso in sicurezza
- Deve essere dotata di pulsante per l’arresto di emergenza nel quadro di comando e in
posizione laterale
- Il cancello di accesso alla zona sottostante la tavola di entrata fogli deve essere dotato di
sensore di arresto automatico in caso di apertura e di un pulsante che comandi il
funzionamento passo - passo ed impedisca l’accidentale chiusura del cancello
- Pulsante a uomo presente per il controllo della discesa della piattaforma alzapila; se a discesa
automatica, deve essere presente un dispositivo di arresto automatico
- La macchina deve funzionare a velocità ridotta durante l’apertura delle pedane per la
protezione dei gruppi di trasferimento
- Sensori di posizione (che impediscano il funzionamento della macchina a velocità normale in
127
caso di rimozione dei ripari) per:
- Riparo dei rulli di bagnatura
- Riparo dei rulli delle testate
- Ripari posteriore ed anteriore ai rulli di macinazione
- Portello di ispezione della zona di traslazione della barra portapinze
- Portello di ispezione della salita fogli del controllo antiscartino
- Un riparo dotato di sensore di posizione deve proteggere l’accoppiamento cilindro
portalastra/cilindro portacaucciù. E’ comunque consentito il funzionamento a velocità ridotta o
ad impulsi, controllato da un pulsante
- Le operazioni di pulizia e manutenzione delle parti in movimento devono essere effettuate a
velocità di lavoro estremamente ridotta o impostando il funzionamento ad impulsi. In caso
contrario, si devono predisporre schermi trasparenti fissi che rendano inaccessibili le parti in
movimento.
MACCHINA TAGLIACARTE
Principali requisiti e uso in sicurezza
- Deve essere dotata di pulsante per l’arresto di emergenza nel quadro di comando e in posizione
laterale
- Il dispositivo di azionamento deve essere di tipo a due mani
- La zona di lavoro del pressino deve essere dotata di protezione
- Il comando di discesa del pressino deve essere controllato da un sistema di fotocellule
- La discesa del pressino deve avvenire a velocità ridotta attraverso parzializzazione del flusso
oleodinamico o regolazione della corsa massima del pedale di comando mediante blocco di fine
corsa
- Le operazioni di pulizia e manutenzione delle parti in movimento devono essere effettuate a
macchina ferma. In caso contrario, si devono predisporre schermi trasparenti fissi che rendano
inaccessibili le parti in movimento
PER LA VALUTAZIONE FONOMETRICA E VIBRAZIONI SI RIMANDA ALLEGATO
APPOSITO
strumento descrizione norme di utilizzo
aspirapolver
e
apparecchiatura adibita
alle pulizie mediante una
pompa ad aria che,
creando una depressione,
consente l’aspirazione
della polvere e di altre
particelle, le quali,
attraverso un filtro,
vengono accumulate in
un apposito sacchetto,
mentre l’aria aspirata
viene depurata.
prima dell’utilizzo dell’aspirapolvere, assicurarsi
dell'integrità dei collegamenti elettrici. per
operazioni di manutenzione e riparazione rivolgersi
a personale qualificato. limitare l'uso delle
prolunghe elettriche. non usare una presa dove già
é collegato altro utilizzatore, né riduttori, spine o
prese multiple. in caso di sostituzione di pezzi,
richiedere i ricambi originali. per ogni intervento di
manutenzione/pulizia è indispensabile togliere
l'alimentazione elettrica. apparecchiature e utensili
elettrici non devono essere utilizzati in vicinanza di
acqua.
128
carrello
elevatore
il carrello elevatore,
chiamato anche muletto,
è un mezzo operativo
dotato di ruote e azionato
da motori elettrici, diesel
e a gas, che viene usato
per il sollevamento e la
movimentazione di merci
all'interno dei depositi di
logistica o per il carico e
scarico di merci dai mezzi
di trasporto.
prima dell'uso: delimitare la zona di intervento del
mezzo ed interdire il passaggio; indicare i percorsi
consentiti e non interferenti con la lavorazione
programmata; verificare l'efficienza dei comandi,
del motore e degli impianti idraulici di sollevamento;
verificare l'efficienza dei dispositivi di segnalazione
acustica e luminosi; verificare che il lavoro da
eseguire garantisca la stabilità del mezzo, la
sicurezza dell'operatore e che non vi siano
interferenze con maestranze, altri mezzi, ecc.;
verificare con estrema cura l'assenza di linee
elettriche aeree che possono interferire con le
manovre ed il lavoro da eseguire; utilizzare
correttamente gli stabilizzatori verificando la
consistenza del terreno (o della pavimentazione
esistente); se occorre, inserire plance di ripartizione
per ampliare le superfici di scarico a terra degli
stabilizzatori; verificare la perfetta efficienza e
sicurezza del cestello predisposto per lavorare in
quota; verificare l'efficienza delle protezioni relative
a tutti gli organi soggetti a movimento, con
particolare riguardo ai tubi in pressione
dell'impianto oleodinamico; verificare l'integrità e
l'isonorizzazione del mezzo e delle marmitte di
scarico. durante l'uso: segnalare con il girofaro che
il mezzo è operativo e preavvisare l'inizio di ogni
manovra con apposita segnalazione acustica; la
tabella con le portate variabili con l'ampiezza del
braccio telescopico deve essere esposta, ben
visibile, nella cabina dell'operatore; non superare
mai i carichi consentiti in tabella; effettuare i
depositi in maniera stabile; non ammettere a bordo
della macchina operatrice altre persone e
mantenere chiusi gli sportelli della cabina; azionare
sempre il dispositivo di blocco dei comandi prima di
scendere dal mezzo; durante il rifornimento
spegnere il motore e non fumare; segnalare
tempestivamente eventuali anomalie del mezzo o di
situazioni lavorative che possono interferire con la
sicurezza. dopo l'uso: non lasciare carichi in
posizione elevata del braccio telescopico;
posizionare la macchina operatrice correttamente,
con il braccio telescopico ritirato ed in condizione di
riposo, azionando il freno di stazionamento ed
inserendo il blocco dei comandi; verificare che la
macchina non abbia subito danneggiamenti durante
l'uso; verificare ancora l'efficienza di comandi,
impianti, dispositivi di protezione, ecc.; segnalare
tempestivamente eventuali anomalie riscontrate;
eseguire le operazioni di revisione e manutenzione
seguendo le indicazioni del libretto d'uso e
manutenzione rilasciato dalla casa costruttrice, ed a
motore spento; lasciare sempre in perfetta
efficienza la macchina, curandone la pulizia, la
lubrificazione, ecc.
129
compressore
elettrico
macchina destinata alla
produzione di aria
compressa
gli organi ed i dispositivi di comando o di manovra
degli impianti ed apparecchi in genere, come pure i
relativi dispositivi accessori, devono essere disposti
in modo che: a) riesca sicuro il loro azionamento; b)
siano accessibili senza pericolo e difficoltà; c) il
personale addetto possa controllare per visione
diretta il funzionamento dell'impianto o della parte
di esso comandato, a meno che ciò non sia possibile
in relazione alle particolari condizioni dell'impianto,
nel qual caso devono però adottarsi altre misure di
sicurezza. gli stessi organi e dispositivi devono
essere bloccabili e portare l'indicazione relativa al
loro funzionamento, quali chiusura e apertura,
direzione della manovra, comando graduale rispetto
alle varie posizioni. gli strumenti indicatori, quali
manometri, termometri, pirometri, indicatori di
livello devono essere collocati e mantenuti in modo
che le loro indicazioni siano chiaramente visibili al
personale addetto all'impianto o all'apparecchio. i
circuiti di comando devono essere progettati in
modo da evitare che qualsiasi motore riparta
automaticamente dopo un arresto dovuto ad un
abbassamento o a una mancanza di tensione, se
tale avvio può causare pericolo.
fotocopiatric
e
attrezzature per
effettuare copie di
documenti cartacei
attraverso tecniche
ottiche/fotografiche, con
il vantaggio di produrre
più copie in brevissimo
tempo, a basso costo e
senza danneggiare
l’originale.
prima dell'uso: accertare la stabilità ed il corretto
posizionamento della macchina. verificare la
disposizione del cavo di alimentazione affinchè non
intralci i passaggi e non sia esposto a
danneggiamenti. verificare l'integrità dei
collegamenti elettrici di messa a terra visibili e
relative protezioni. verificare l'efficienza
dell'interruttore di alimentazione. verificare di poter
assumere una posizione di lavoro adeguata.
verificare il corretto funzionamento del pannello che
copre lo schermo. durante l'uso: adeguare la
posizione di lavoro. tenere sempre abbassato il
pannello prima di azionare l'avvio della copiatura.
evitare di mantenere la stessa posizione per tempi
prolungati. evitare di sostituire il toner, se non si è
addestrati a svolgere tale operazione. dopo l'uso:
spegnere tutti gli interruttori. lasciare la macchina in
perfetta efficienza in tutte le sue parti. segnalare
eventuali anomalie riscontrate.
personal
computer
elaboratore elettronico
per l’acquisizione,
l’archiviazione e
l’emissione programmata
dei dati. il personal
computer, infatti, si
compone di una unità
centrale con il compito di
elaborare e conservare
delle informazioni e di più
unità periferiche che
consentono di
prima dell'uso: accertare la stabilità ed il corretto
posiizonamento della macchina. verificare la
disposizione del cavo di alimentazione affinchè non
intralci i passaggi e non sia esposto a
danneggiamenti. verificare l'integrità dei
collegamenti elettrici di messa a terra visibili e
relative protezioni. verificare l'efficienza
dell'interruttore di alimentazione. aumentare
l'illuminazione generale. eliminare la presenza di
riflessi da superfici lucide. eliminare la luce diretta
proveniente da finestre o da fonti artificiali non
opportunemente schermate. adottare stampanti
130
interfacciare con l’utente
svolgendo funzioni di
acquisizione dei dati
(tastiera, mouse, joytick,
scanner, ecc.) e di
emissione dei dati
(monitor, stampante,
plotter ecc.).
poco rumorose o isolare quelle rumorose. verificare
che lo schermo posto su supporto autonomo e
regolabile, solido e stabile sia collocato a 90-110 cm
da terra ad una distanza tra 35 e 60 cm dal viso
dell'operatore. verifcare che la tastiera, autonoma e
mobile, di basso spessore ed inclinabile, con tasti
leggibili con superficie opaca ma non bianca, sia
posizionata sul piano in modo da consentire che le
braccia dell'operatore siano parallele al pavimento e
l'angolo avrambaccio-braccio sia compreso tra 70° e
90°. durante l'uso: adeguare la posizione di lavoro.
evitare di mantenere la stessa posizione per tempi
prolungati. non manomettere o smontare parti del
pc soprattutto quando questo è in tensione. evitare
di utilizzare per lo schermo colori molto intensi e
fastidiosi. evitare di utilizzare sullo schermo
caratteri troppo piccoli o difficilmente leggibili alla
distanza dovuta. dopo l'uso: spegnere tutti gli
interruttori. lasciare la macchina in perfetta
efficienza in tutte le sue parti. segnalare eventuali
anomalie riscontrate.
stampante
laser
unità periferica di output
che permette di trasferire
su carta le informazioni
digitali contenute nel
computer.
prima dell'uso: accertare la stabilità ed il corretto
posizionamento della macchina. verificare la
disposizione del cavo di alimentazione affinchè non
intralci i passaggi e non sia esposto a
danneggiamenti. verificare l'integrità dei
collegamenti elettrici di messa a terra visibili e
relative protezioni. verificare l'efficienza
dell'interruttore di alimentazione. evitare la
sostituzione del toner se non si è pratici. la
sostituzione del toner va effettuata in modo da non
generare polvere. durante l'uso: areare l'ambiente
di lavoro. dopo l'uso: spegnere tutti gli interruttori.
lasciare la macchina in perfetta efficienza in tutte le
sue parti. segnalare eventuali anomalie riscontrate.
effettuare la manutenzione periodica.
taglierina
elettrica
attrezzatura elettrica per
il taglio di laterizi o
piastrelle di ceramica.
prima dell'uso: verificare il corretto fissaggio della
lama e degli accessori. verificare l'efficienza della
lama di protezione del disco. verificare che l'area di
lavoro sia sufficientemente illuminata. verificare
l'integrità dei collegamenti e dei conduttori elettrici
e di messa a terra visibili. verificare il corretto
funzionamento dell'interruttore di avviamento.
durante l'uso: utilizzare il carrello portapezzi per
procedere alla lavorazione. verificare che il pezzo da
lavorare sia posizionato correttamente. assumere
una posizione stabile e ben equilibrata prima di
procedere nel lavoro. verificare che la macchina non
si surriscaldi eccessivamente. verificare di aver
interrotto l'alimentazione elettrica durante le pause
di lavoro. informare tempestivamente di
malfunzionamenti o pericoli che dovessero
evidenziarsi durante il lavoro. dopo l'uso: ricordarsi
di scollegare elettricamente la macchina. pulire la
macchina da eventuali residui di materiale.
131
effettuare tutte le operazioni di revisione e
manutenzione della macchina secondo quanto
indicato nel libretto e sempre dopo esserti accertato
che la macchina sia spenta.
telefono e
fax
il telefono è uno
strumento per le
telecomunicazioni che
trasmette la voce
attraverso l’invio di
segnali elettrici, che può
essere collegato ad un
filo oppure cordless, ossia
senza filo, permettendo
così la comunicazione nel
raggio di diverse decine
di metri, secondo la
portata del dispositivo.
verificare che l’apparecchiature abbiano la regolare
marcatura “ce” prevista dalla vigente normativa.
verificare che l’apparecchiatura sia posizionata in
modo tale da poter assumere una postura di lavoro
adeguata. evitare di sostituire il toner al fax, se non
si è addestrati a svolgere tale operazione. sostituire
il toner attenendosi alle prescrizioni del produttore e
non disperdere i contenitori vuoti nell’ambiente.
effettuare la sostituzione del toner in modo da non
generare polvere ed indossando una mascherina.
verificare l’integrità dei cavi elettrici e l’efficienza
dell’interruttore di alimentazione. evitare che i cavi
di alimentazione siano volanti e che attraversino
zone di calpestio. evitare l’utilizzo di prolunghe
inadatte e limitare l’uso di prese multiple. evitare di
sfilare la spina tirando il cavo elettrico, ma agire
direttamente sulla spina. in presenza di eventuali
anomalie dei cavi o dell’impianto elettrico,
segnalarle immediatamente al personale
specializzato per gli interventi di riparazione e
manutenzione. verificare che sia effettuata la
periodica manutenzione delle apparecchiature. in
caso di non utilizzo, lasciare l’attrezzatura in
perfetta efficienza e spegnere l’interruttore.
trapano
elettrico
macchina utensile,
utilizzata per eseguire
fori o lavorazioni che
richiedano l'utilizzo di
utensili circolari, come ad
esempio le punte
elicoidali, gli alesatori, i
maschi, le filiere.
prima di forare è opportuno accertarsi che non vi
siano cavi o tubature sotto la superficie, poi occorre
sistemarsi in posizione stabile, afferrare saldamente
la macchina con le due mani, ed operare
gradatamente facendo attenzione a che la punta
non scivoli sulla superficie da forare o non entri in
contatto con il cavo di alimentazione, che non
dovrebbe neppure intralciare movimenti e
passaggio. prima di cambiare le punte disinserire la
spina dalla presa. bisogna fare particolare
attenzione se si dovessero effettuare lavori su
serbatoi e tubazioni chiuse, in ambienti o su
contenitori in cui si potrebbero essere accumulati
gas infiammabili o materie che, per effetto del
calore o umidità, possano aver prodotto miscele
infiammabili. provvedere in tal caso alla preventiva
bonifica del locale o dell'impianto. per i trapani
elettrici il rischio da contatto indiretto è ovviato
mediante la realizzazione di un doppio isolamento
delle parti attive. ciò viene segnalato dal costruttore
mediante il simbolo sotto indicato ed è rilevabile
anche dall'assenza dello spinotto centrale di terra
sulla spina dell'apparecchio stesso. il doppio
isolamento è finalizzato esclusivamente a evitare i
contatti indiretti. l'immersione o la caduta in liquidi
(acqua, ecc.) espone l'operatore a rischio di
folgorazione. a protezione della linea di
132
alimentazione della macchina, contro i contatti
indiretti, deve essere installato un interruttore
magnetotermico-differenziale con soglia massima di
intervento non superiore a 30 ma (tipo salvavita). le
prolunghe giuntate e nastrate sono da bandire
assolutamente.
utensili
manuali uso
comune
si intendono per utensili
"manuali" quelli azionati
direttamente dalla forza
del relativo operatore.
controllare a vista lo stato di efficienza degli utensili
e delle attrezzature in dotazione individuale (art.
24, dpr 547 del 27/04/1955). evitare l'utilizzo di
martelli, picconi, pale e, in genere, attrezzi muniti di
manico o d'impugnatura se tali parti sono
deteriorate, spezzate o scheggiate o non siano ben
fissate all'attrezzo stesso (art. 24, dpr 547 del
27/04/1955). rimuovere le sbavature della testa di
battuta degli utensili (es. scalpelli) per evitare la
proiezione di schegge (art. 24, dpr 547 del
27/04/1955). utilizzare sempre l'apposita borsa
porta attrezzi. utilizzare l'utensile o l'attrezzo
solamente per l'uso a cui è destinato e nel modo più
appropriato. non prolungare con tubi, o altri mezzi
di fortuna, l'impugnatura delle chiavi. utilizzare
mezzi adeguati, quali chiavi a battere, nel caso di
dadi di difficile bloccaggio. spingere, e non tirare
verso di se, la lama del coltello spelatavi. non
tenere piccoli pezzi nel palmo della mano per
serrare o allentare viti: il pezzo va appoggiato o
stretto in morsa. azionare la trancia con le sole
mani. non appoggiare un manico al torace mentre
con le due mani si fa forza sull'altro. non appoggiare
cacciaviti, pinze, forbici o altri attrezzi in posizione
di equilibrio instabile. riporre entro le apposite
custodie, quando non utilizzati, gli attrezzi affilati o
appuntiti (asce, roncole, accette, ecc.) (art. 383 -
dpr 547 del 27/04/1955). per punte e scalpelli
utilizzare idonei paracolpi ed eliminare le sbavature
dalle impugnature. sostituire i manici che presentino
incrinature o scheggiature. distanziare
adeguatamente gli altri lavoratori. non abbandonare
gli utensili nei passaggi ed assicurarli da una
eventuale caduta dall’alto.
roland r 304
ob p 2/2
matricola
31812b
macchina da stampa a 4
colori off set formato
52x74
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
133
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
macchina da
stampa
komori
macchina da stampa
offset tipo ls-440
matricola n.120 di origine
giapponese
macchina da stampa a 4
colori off set 72x104
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
cordonatrice cordonatrice modello rol
110
macchina atta a
cordonare, perforare e
tafliare carta cartone di
vari spessori e
grandezze.
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
trilaterale
automatico
mod. spm
qs60
macchina per legatoria
per rifilo dei libri e
opuscoli.
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
134
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
cellofanatric
e
babypack sl
macchina confezionatrice
pacchi.
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
pralomo hhs
26
macchina arrotondadorso
blocco libri
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
prafrm hhs
21
macchina per pressare e
piegare libri e opuscoli
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
135
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
incollatrice
casing in
incolla blocco libri e
opuscoli
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
piegatrice
kd78
macchina per piega fogli mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
macchina
piega fogli
macchina per legatoria
modello k52 piega fogli
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
136
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
tagliacarte
lineare
tagliacarte lneare modello
polar 105
strumento per tagliare
carta e cartoni
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
tagliacarta
lineare
tagliacarta lineare
modello polar 92em
strumento per tagliare
carta e cartone
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati.
brossuratric
e
macchina per legatoria
modello eurotecnica 5 mp
incolla blocco libro con
copertina
mantenere pulita, asciutta, in ordine e
sufficientemente illuminata la zona di lavoro poiche'
aree in disordine e scarsamente illuminati
favoriscono il verificarsi di incidenti.
prima di iniziare un ciclo di lavoro, controllare
sempre la perfetta funzionalita dei dispositivi di
137
protezione e sicurezza e l'integrita delle protezioni
previste, le parti che risultassero danneggiate o
rotte devono essere riparate o soistituite da
personale competente e autorizzato. qualsiasi tipo
di verifica, controllo, pulizia, manutenzione, cambio
e sostituzione pezzi, deve essere effettuata a
macchina spenta, togliendo la tensione elettrica al
quadro generale e di alimentazione. verificare che
l'impianto elettrico di alimentazione di rete sia
conforme alle norme vigenti nel paese
d'installazione, assicurarsi che la messa a terra sia
efficacemente collegata. non accedere alla macchina
a piedi scalzi o bagnati. indossare abiti raccolti e
privi di cintura e cinturini, evitare inoltre di
indossare collane, braccialetti, anelli, orologi e
cravatte. raccogliere i capelli lunghi.
RISCHIO ASSOCIATO ALLE ATTREZZATURE SOPRA ELENCATE
Rischio Norme di prevenzione
Affaticamento visivo Durante l'utilizzo di videoterminali, dovuto a illuminazione non
corretta, riflessi, abbagliamenti o alla cattiva definizione dei
caratteri. Di tanto in tanto rilassare gli occhi. Lo schermo
deveessere posizionato a circa 50-70 cm di distanza
dall’operatore, regolabile (immagini, contrasto, luminosità)
illuminazione non eccessiva né carente, senza abbagliamenti o
riflessi. Rilassare quanto possibile gli occhi, tenere gli occhi
chiusi, seguire il perimetro del soffitto con lo sguardo, guardare
fuori dalla finestra o cercare di distinguere i dettagli di un
poster, ecc.
Cesoiamento e
schiacciamento
Nell’utilizzo di molte attrezzature e macchine c’è il rischio di
ferirsi alle mani (sotto l’utensile o contro parti in movimento o
contro ostacoli fissi) o ai piedi (sotto ruote, oggetti pesanti o
taglienti, pallets, ecc.). Valutare i rischi delle macchine e
attrezzature. Seguire le procedure di lavoro per macchine e
attrezzature. Verificare che le protezioni siano al loro posto ed
efficienti. Segnalare ai superiori ogni situazione di pericolo.
Indossare, dove richiesto, i DPI idonei. Mantenersi a distanza di
sicurezza da ostacoli e oggetti sporgenti. Non indossare anelli o
bracciali o indumenti larghi durante il lavoro: potrebbero
impigliarsi e procurare ferite. Non tenere in tasca attrezzi ed
utensili taglienti.
Elettrocuzione Controllare gli attrezzi e gli utensili prima dell’uso. Segnalare e
far riparare utensili ed apparecchi difettosi. Non sovraccaricare
le prese multiple (vedere l’amperaggio e della presa e degli
apparecchi da collegare). Non staccare le spine dalla presa
tirando il cavo. Non lasciare cavi sul pavimento in zone di
passaggio. Non effettuare interventi di manutenzione di propria
iniziativa, ma chiamare personale specializzato.
Getti e schizzi Durante le operazioni di getto, i lavoratori addetti devono
indossare idonei gambali ed indumenti protettivi impermeabili.
L'altezza della benna o del tubo di getto (nel caso di getto con
pompa) durante lo scarico dell'impasto deve essere ridotta al
138
minimo. Il personale non strettamente necessario deve essere
allontanato.
Inalazione polveri, fibre,
gas, vapori
Nelle lavorazioni che prevedono l'impiego di materiali in grana
minuta o in polvere oppure fibrosi e nei lavori che comportano
l'emissione di polveri o fibre dei materiali lavorati, la
produzione e/o la diffusione delle stesse deve essere ridotta al
minimo utilizzando tecniche e attrezzature idonee. Le polveri e
le fibre captate e quelle depositatesi, se dannose, devono
essere sollecitamente raccolte ed eliminate con i mezzi e gli
accorgimenti richiesti dalla loro natura. Qualora la quantità di
polveri o fibre presenti superi i limiti tollerati e comunque nelle
operazioni di raccolta ed allontanamento di quantità importanti
delle stesse, devono essere forniti ed utilizzati indumenti di
lavoro e DPI idonei alle attività ed eventualmente, ove
richiesto, il personale interessato deve essere sottoposto a
sorveglianza sanitaria.
Investimento di persone o
cose
Le vie di circolazione e di movimentazione del traffico pedonale
e veicolare sono adeguatamente segnalate, evidenziate e
soggette a periodica manutenzione; nel caso specifico di vie di
circolazione per il traffico veicolare è garantita una sufficiente
visibilità al manovratore del mezzo ed una distanza di sicurezza
sufficiente o appositi mezzi di protezione per la salvaguardia
dei pedoni. La velocità dei mezzi meccanici di trasporto è
regolata secondo le caratteristiche delle vie di accesso, della
natura del carico e della possibilità di arresto del mezzo. In
tutti i casi la velocità non supera i 40 Km/h per mezzi gommati
ed i 15 Km/h per i non gommati. Nelle rampe di accesso al
fondo degli scavi la larghezza è tale da consentire un franco di
almeno 70 cm, oltre la sagoma di ingombro del veicolo. Nei
tratti lunghi in cui il franco è limitato ad un solo lato, sono state
realizzate piazzole o nicchie di rifugio ad intervalli non superiori
a 20 m. lungo l'altro lato. Prima di effettuare delle manovre il
conducente verifica che non vi siano persone nel raggio di
azione del mezzo meccanico. Tutto il personale presente nel
cantiere è informato che in ogni caso nessuna persona non
autorizzata deve trovarsi nelle immediate vicinanze dei mezzi
in fase di manovra. Tutti i mezzi meccanici sono forniti di
segnalatore di retromarcia. I conduttori delle macchine sono
assistiti da una persona a terra durante le manovre di
retromarcia.
Posture incongrue e
disagevoli
Evitare l’assunzione di posture estreme/incongrue durante
l’esecuzione di attività manuali ripetitive. Evitare il
mantenimento di posture estreme/incongrue per periodi
prolungati. Progettare gli spazi di lavoro in modo tale da
evitare il più possibile l'assunzione di posture forzate. Le
caratteristiche della postazione di lavoro singola devono essere
ergonomicamente compatibili al lavoro svolto. Durante il lavoro
è possibile alternare la posizione seduta a quella in piedi.
Proiezione di schegge Non manomettere le protezioni degli organi in movimento.
Tutto il personale verrà tenuto a debita distanza e riparato. Il
personale indossa casco di protezione. Nelle operazioni di
scalpellatura, sbavatura, taglio di chiodi e in genere nei lavori
eseguiti mediante utensili a mano o a motore, che possono dar
luogo alla proiezione pericolosa di schegge o di materiali, si
devono predisporre schermi o adottare altre misure atte ad
139
evitare che le materie proiettate abbiano a recare danno alle
persone.
Punture, abrasioni e tagli
alle mani
Deve essere evitato il contatto del corpo dell'operatore con
elementi taglienti o pungenti o in ogni modo capaci di
procurare lesioni. Tutti gli organi lavoratori delle
apparecchiature devono essere protetti contro i contatti
accidentali. Gli addetti alla lavorazione del ferro e all'impiego
della sega circolare dovranno fare uso dei guanti e degli
schermi di protezione per il viso (occhiali). Dove non sia
possibile eliminare il pericolo o non siano sufficienti le
protezioni collettive (delimitazione delle aree a rischio) devono
essere impiegati i DPI idonei alla mansione (calzature di
sicurezza, guanti, grembiuli di protezione, schermi, occhiali,
ecc.). Effettuare sempre una presa salda degli arnesi che si
maneggiano. Utilizzare sempre guanti e scarpe di sicurezza.
Radiazioni non ionizzanti Prima dell'attività: - segnalare, delimitare e perimetrare con
apposite schermature, quando possibile, la zona di svolgimento
delle lavorazioni - le persone non direttamente interessate alle
attività in questione devono essere tenute lontane dalle zone di
lavorazione - tutti i presenti devono essere informati sulla
modalità operative da porre in essere per evitare l'esposizione
a radiazioni - tutti gli operatori devono essere preventivamente
informati e formati sulle modalità di corretto svolgimento delle
attività e sulla necessità di impiego dei DPI. Durante l'attività -
gli addetti devono utilizzare i filtri oculari opachi inseriti nei
dispositivi di protezione individuali idonei allo scopo - occorre
evitare di rivolgere lo sguardo non adeguatamente protetto
verso la fonte delle radiazioni - per proteggersi dalle radiazioni
termiche prodotte durante le lavorazioni gli addetti devono
utilizzare i guanti ed indossare abbigliamento adeguato. Pronto
soccorso e misure di emergenza - le radiazioni ultraviolette,
oltre a provocare bruciature analoghe al colpo di sole,
attaccano la congiuntiva della cornea - le radiazioni infrarosse
comportano mal di testa e cataratte - le radiazioni visibili, oltre
ad abbagliare, possono provocare danni alla retina - in caso di
insorgenza di tali sintomi è necessario ricorrere all'assistenza
medica; può essere utile nell'immediato condurre l'interessato
in ambiente fresco e ventilato, applicare compresse fredde e
somministrargli eventualmente un antinevralgico. Sorveglianza
sanitaria - tutti gli addetti sono sottoposti a visita medica
preventiva e periodica con periodicità semestrale, fatta salva
diversa decisione del medico competente.
Ribaltamento Evitare manovre azzardate con i mezzi meccanici. Delimitare
l’area di manovra. Controllare la stabilità del terreno se si deve
lavorare in prossimità di scavi. Non oltrepassare le delimitazioni
delle aree di manovra dei mezzi o non avvicinarsi troppo al loro
raggio d’azione.
Rumore Nell'acquisto di nuove attrezzature occorre prestare particolare
attenzione alla silenziosità d'uso. Le attrezzature devono essere
correttamente mantenute e utilizzate, in conformità alle
indicazioni del fabbricante, al fine di limitarne la rumorosità
eccessiva. Durante il funzionamento, gli schermi e le paratie
delle attrezzature devono essere mantenute chiuse e dovranno
essere evitati i rumori inutili. Durante le operazioni che
comportano un'elevata rumorosità (utilizzo sega circolare o
140
motosega, ecc.) gli addetti devono fare uso dei DPI (cuffie,
tappi). Il personale non indispensabile deve essere allontanato.
Ustioni Nella pulizia dei pezzi meccanici non vanno mai utilizzati liquidi
infiammabili come benzina, gasolio, ecc. ma gli appositi liquidi
detergenti ininfiammabili e non tossici. Durante la lavorazione,
ed al suo termine, si deve evitare, in ogni caso, di toccare a
mani nude gli organi lavoratori di utensili o macchinari e i
materiali lavorati, in quanto surriscaldati.
Vibrazioni HAV Qualora non sia possibile evitare l'utilizzo diretto di utensili ed
attrezzature comunque capaci di trasmettere vibrazioni al
sistema mano-braccio, queste ultime devono essere dotate di
tutte le soluzioni tecniche più efficaci per la protezione dei
lavoratori come manici antivibrazioni, dispositivi di
smorzamento, ecc. Adeguare gli orari di lavoro con appropriati
periodi di riposo. Applicare adeguati programmi di
manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e
dei sistemi sul luogo di lavoro. Fornire attrezzature accessorie
per ridurre i rischi di lesioni provocate da vibrazioni, per
esempio maniglie che riducano la vibrazione trasmessa al
sistema mano-braccio. Informare e formare i lavoratori per
insegnare loro ad utilizzare correttamente e in modo sicuro le
attrezzature di lavoro, riducendo al minimo l'esposizione a
vibrazioni meccaniche. Mantenere gli utensili in buone
condizioni: affilatura degli strumenti da taglio, bilanciamento
delle parti rotanti, ecc. Ridurre la forza premente e quella
prensile che l’operatore deve esercitare sul macchinario o
sull’utensile. Mantenere caldi e asciutti il corpo ed in particolare
le mani, in quanto il freddo e l’umidità possono causare
l’apparizione dei sintomi da vibrazioni. I lavoratori addetti
devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria e deve essere
valutata l'opportunità di adottare la rotazione tra gli operatori.
Vibrazioni WBV Qualora non sia possibile evitare l'utilizzo diretto di
attrezzature/macchine comunque capaci di trasmettere
vibrazioni al corpo dell'operatore, queste ultime devono essere
dotate di tutte le soluzioni tecniche più efficaci per la
protezione dei lavoratori. Adeguare gli orari di lavoro con
appropriati periodi di riposo. Applicare adeguati programmi di
manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e
dei sistemi sul luogo di lavoro. Informare e formare i lavoratori
per insegnare loro ad utilizzare correttamente e in modo sicuro
le macchine, riducendo al minimo l'esposizione a vibrazioni
meccaniche. Mantenere caldi e asciutti il corpo, in quanto il
freddo e l’umidità possono causare l’apparizione dei sintomi da
vibrazioni. I lavoratori addetti devono essere sottoposti a
sorveglianza sanitaria e deve essere valutata l'opportunità di
adottare la rotazione tra gli operatori. Fornire attrezzature
accessorie per ridurre i rischi di lesioni provocate da vibrazioni,
per esempio sedili che attenuino efficacemente le vibrazioni
trasmesse al corpo intero. Informare e formare i lavoratori
esposti sui metodi corretti di guida al fine di ridurre le
vibrazioni (es. evitare alte velocità su strade accidentate).
Informare e formare i lavoratori esposti sulle corrette posture
di guida e corretta regolazione del sedile.
141
20. SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI
Il D. Lgs. 81/2008 definisce:
agenti chimici, tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato
naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante
qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul
mercato;
agenti chimici pericolosi:
agenti chimici classificati come sostanze pericolose nonché gli agenti che corrispondono
ai criteri di classificazione come sostanze pericolose di cui al predetto decreto. Sono escluse le
sostanze pericolose solo per l'ambiente
agenti chimici classificati come preparati pericolosi nonché gli agenti che rispondono ai
criteri di classificazione come preparati pericolosi di cui al predetto decreto. Sono esclusi i
preparati pericolosi solo per l'ambiente
agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai punti 1) e 2),
possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro
proprietà chimico-fisiche chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti
sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di
esposizione professionale.
Le vie attraverso le quali gli agenti chimici si possono introdurre nell'organismo sono:
Inalazione: le conseguenze più o meno gravi dipendono dalla dimensione delle particelle
inalate e si possono limitare ad infezioni delle vie respiratorie superiori (particelle di dimensioni
superiori a 10 micron) oppure raggiungere i polmoni (particelle di dimensioni inferiori a 10
micron). Le particelle con dimensioni inferiori a 0,5 micron non sono trattenute dal sistema
respiratorio.
Penetrazione attraverso la cute o le mucose: si possono avere fenomeni di irritazione,
dermatiti, ustioni chimiche e contaminazioni. Il contatto interessa la parte del corpo esposta
all'agente chimico, ma nel caso di sostanze facilmente assorbite, si possono diffondere
nell'organismo umano e dare fenomeni di intossicazione.
Ingestione: l'ingestione può avvenire attraverso l'esposizione ad aria inquinata da polveri o
fumi, oppure per contaminazione delle mani e del viso o del cibo e delle bevande. In questo
caso si può avere intossicazione con danni anche gravi.
Gli agenti chimici sono suddivisi nelle seguenti classi in funzione della loro potenzialità:
Esplosivi (E): possono detonare in presenza di una fiamma o in conseguenza di urti o
sfregamenti
Comburenti (C): possono provocare l'accensione di materiali combustibili o, se in miscela con
questi, possono addirittura esplodere
Altamente infiammabili (F+): hanno un punto di infiammabilità molto basso ed un punto di
ebollizione basso
Facilmente infiammabili (F): possono infiammarsi a contatto con l'aria ed a temperatura
ambiente, oppure possono infiammarsi in seguito ad un breve contatto con una sorgente e
continuare a bruciare anche dopo allontanamento della sorgente
Infiammabili: hanno un basso punto di infiammabilità
Molto tossici (T+): in caso di ingestione, inalazione o contatto con la cute di piccolissime
quantità possono essere mortali o provocare lesioni acute o croniche
Tossici (T): in caso di ingestione, inalazione o contatto con la cute di piccole quantità possono
essere mortali o provocare lesioni acute o croniche
Nocivi (Xn): sono tali le sostanze con DL50 superiore a quello previsto per poterle classificare
come molto tossiche o tossiche
Corrosivi (C): possono esercitare azione distruttiva a contatto con tessuti vivi
Irritanti (Xi): il loro contatto con la pelle o le mucose può provocare una reazione
infiammatoria
142
Cancerogeni: possono provocare il cancro per inalazione, ingestione o contatto con la pelle
Teratogeni: possono provocare malformazioni all'embrione
Mutageni: possono modificare la mappa genetica cellulare.
In caso di utilizzo, manipolazione e/o stoccaggio di agenti chimici, ricordarsi che:
Ogni recipiente contenente un prodotto pericoloso deve essere etichettato da chi l'ha riempito.
Il fornitore deve predisporre una scheda con i dati sulla sicurezza e deve trasmetterla
all'utilizzatore.
Una priorità assoluta è rappresentata dal censimento dei prodotti pericolosi per limitarne
l'impiego e cercare prodotti sostitutivi meno pericolosi, soprattutto per quelli cancerogeni.
Far conoscere la composizione dei prodotti o delle preparazioni pericolose (etichettatura chiara,
informazione verbale o scritta, se necessario).
Informare sistematicamente in anticipo ogni lavoratore sui rischi che presentano per la sua
salute o la sua sicurezza, prima di utilizzarli e sulle modalità operative oltre che sulle condizioni
e le precauzioni per l'uso.
Limitare il numero dei lavoratori esposti all'azione dei prodotti pericolosi, controllare e
rispettare i livelli di esposizione regolamentari, tener conto dei valori raccomandati (i valori
limite di esposizione e i valori medi sono stati definiti per un grande numero di sostanze).
Sviluppare i mezzi di protezione collettiva (captazione alla fonte, aerazione, purificazione dei
locali, mezzi di rilevamento, ecc.) o quando ciò non sia possibile, utilizzare i dispositivi di
protezione individuale.
Predisporre una nota informativa con le avvertenze per ogni posto di lavoro che espone i
lavoratori a prodotti pericolosi, per informarli sui rischi e le precauzioni da prendere.
Risultano interessate tutte le attività lavorative nelle quali vi sia la presenza di prodotti,
originati da una reazione chimica voluta e controllata dall’uomo, potenzialmente pericolosi per
l’uomo stesso.
Prima dell’attività
tutte le lavorazioni sono state precedute da una valutazione tesa ad evitare l’impiego di
sostanze chimiche nocive e a sostituire ciò che è nocivo con ciò che non lo è o lo è meno;
prima dell’impiego della specifica sostanza occorre consultare l’etichettatura e le istruzioni per
l’uso al fine di applicare le misure di sicurezza più opportune ;
la quantità dell’agente chimico da impiegare è stata ridotta al minimo richiesto dalla
lavorazione;
tutti i lavoratori addetti o comunque presenti sono adeguatamente informati e formati sulle
modalità di deposito e di impiego delle sostanze, sui rischi per la salute connessi, sulle attività
di prevenzione da porre in essere e sulle procedure anche di pronto soccorso da adottare in
caso di emergenza.
Durante l’attività
è fatto assoluto divieto di fumare, mangiare o bere sul posto di lavoro;
è indispensabile indossare l’equipaggiamento idoneo (guanti, calzature, maschere per la
protezione delle vie respiratorie, tute etc.) da adottarsi in funzioni degli specifici agenti chimici
presenti.
Dopo l’attività
tutti gli esposti devono seguire una scrupolosa igiene personale che deve comprendere anche il
lavaggio delle mani, dei guanti, delle calzature e degli altri indumenti indossati;
deve essere prestata una particolare attenzione alle modalità di smaltimento degli eventuali
residui della lavorazione (es. contenitori usati).
143
Le norme, discendenti dalla legge 29 maggio 1974, n. 256 concernente la “classificazione e
disciplina dell’imballaggio e dell’etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi (42)”,
impongono di riportare sulla confezione di tali sostanze determinati simboli e sigle e
consentono, per gli oltre mille prodotti o sostanze per le quali tali indicazioni sono obbligatorie,
di ottenere informazioni estremamente utili.
Analoghe informazioni sono riportate, in forma più esplicita, nella scheda
tossicologica relativa al prodotto pericoloso che è fornita o può essere richiesta al
fabbricante. Prodotti non soggetti all’obbligo di etichettatura non sono considerati pericolosi.
Specie le informazioni deducibili dall’etichettatura non sono di immediata comprensione in
quanto vengono date tramite simboli e sigle che si riferiscono ad una ben precisa e codificata
“chiave” di lettura. Al di là del nome della sostanza o del prodotto, che essendo un nome
“chimico” dice ben poco all’utilizzatore, elementi preziosi sono forniti:
dal simbolo
dal richiamo a rischi specifici
dai consigli di prudenza.
Si riporta nel seguito l’elenco sostanze, prodotti e preparati chimici utilizzati:
Tipo Utilizzo Fattore di rischio DPI
Prodotti per
la pulizia
Utilizzati per pulire il
tavoli.
Contatto con sostanze
irritanti.
Guanti.
Colla Utilizzata per incollare le
pellicole sul supporto
pellicolare Astralon".
Contatto con sostanze
irritanti.
Guanti.
Ozono Si sviluppa in seguito
allutilizzo delle lampade
ad UV del bromografo.
Risulta tossico per inalazione
od esposizione .
Non richiesti.
Prodotti di
sviluppo
Prodotti nelle sviluppatrici
automatiche.
Durante il cambio dei liquidi di
sviluppo, mani ed occhi
possono venire in contatto con
sostanze irritanti.
Guanti ed occhiali.
Detergenti
per la pulizia delle lastre
(Alcoset)
Utilizzati per pulire le
lastre.
Irritanti se vengono a contatto
con gli occhi a causa di schizzi.
(per lalcoset TLV 441
mg/mc)(nocivo per inalazioni
per concentrazioni superiori al
20%)
Guanti ed occhiali.
Solventi usati
nella
gommatura
Utilizzati durante la
gommatura .
Irritanti se a contatto con la
pelle e tossici se inalati.
Guanti.
stampa offset Utilizzati nella stampa. Sono tutti a base oleosa e
potrebbero contenere
componenti irritanti. (per
esempio il pigmento blu (c.i.
42595:2), della serie jet king,
Guanti e occhiali.
144
per concentrazioni del 15-20%
Xn può essere pericoloso per
gli occhi).
Soluzioni
umidificatrici
delle matrici
Vengono stratificate sulla
matrice al fine di rendere
oleorepellenti le parti da
non stampare.
Sono soluzioni acquose che
potrebbero contenere
componenti irritanti .
Guanti e occhiali
Solventi usati per la pulizia
(petrolitho)
(Rigen 82)
Vengono utilizzate per le
normali pulizie giornaliere,
saltuarie e periodiche delle
macchine stampatrici che
vengono a contatto con gli
inchiostri.
Normalmente contengono
idrocarburi policiclici
aromatici, che risultano
cancerogeni se inalati.
(infiammabile) (pericolosi fumi
e gas)
Guanti e occhiali .
Preservatori
delle matrici
Usate per rivestire le
matrici di carta di un film
di resina sintetica al fine
di assicurare la loro
integrità nel tempo.
Soluzioni acquose potrebbero
contenere componenti nocivi.
Guanti e occhiali ori.
Correttori Usate per la correzione
delle bozze sulle matrici.
Sono paste gelatinose che
potrebbero contenere
componenti irritanti.
Guanti e occhiali.
Lubrificanti Utilizzati per mantenere in
efficienza le parti mobili
delle macchine.
Contatto con sostanze nocive
e/o irritanti
Guanti, occhiali.
Prodotti per
la pulizia
delle
macchine
Vengono utilizzati per le
normali pulizie giornaliere,
saltuarie e periodiche delle
macchine.
talvolta contengono
idrocarburi policiclici
aromatici, che risultano
cancerogeni se inalati.
Guanti, occhiali e in
alcuni casi
respiratori.
Etichettatura
Le proprietà di pericolo di sostanze e preparati possono essere ricavate dalla loro
classificazione in categorie di pericolo (per la salute e la sicurezza dell’uomo) che vengono
rappresentate da simboli e pittogrammi nelle etichette delle confezioni dei prodotti e nelle
schede informative sul rischio chimico delle sostanze e dei preparati pericolosi, dette schede di
sicurezza.
Caratteristiche dell’etichetta
• Vi sono rappresentati i simboli dei pericoli principali dovuti alla manipolazione del
prodotto, occupano un decimo della superficie dell’etichetta, misurano almeno 1 cm2 e
sono di colore nero su fondo arancione.
• Vi sono indicate le frasi di rischio standard (FRASI R) e i consigli di prudenza (FRASI S).
• Viene indicato il nome della sostanza, il nome e l’indirizzo del produttore.
• L’etichetta deve aderire completamente all’imballaggio del preparato.
145
Le etichette sono applicate sulle confezioni dei prodotti e riassumono in modo estremamente
sintetico i principali rischi chimici secondo delle regole precise espresse nelle norme di
classificazione; esse sono molto utili perché sono applicate sulla confezione e sono di facile
lettura per l’utilizzatore.
Le schede di sicurezza sono documenti tecnici informativi, molto più approfonditi dell’etichetta,
danno indicazioni sui rischi chimici del prodotto, devono essere fornite dal responsabile
dell’immissione sul mercato del prodotto alla prima fornitura. Le schede di sicurezza sono un valido aiuto per la valutazione e la gestione e del rischio chimico.
L'etichetta contiene le informazioni seguenti:
a) nome commerciale o designazione;
b) per le sostanze: nome della sostanza,
c) per i preparati: nomi delle sostanze contenute nel preparato,
d) nome, indirizzo completo e numero di telefono del responsabile dell'immissione sul mercato
della sostanza o del preparato, a prescindere che si tratti del fabbricante, dell'importatore o
del distributore;
e) simboli e indicazioni di pericolo;
f) frasi indicanti rischi specifici (frasi R);
g) frasi indicanti i consigli di prudenza (frasi S);
h) per le sostanze, il numero CE; inoltre, per le sostanze che figurano nell'allegato I anche la
dicitura «etichetta CE»;
i) per i preparati proposti o venduti liberamente al pubblico: quantità nominale del contenuto,
se non già specificata altrove sulla confezione.
L'etichetta deve avere le seguenti dimensioni:
Capacità dell'imballaggio Dimensioni etichette
(in mm)
sotto i 3 litri almeno 52 × 74
oltre i 3 litri ma sotto i 50 litri almeno 74 × 105
oltre i 50 litri ma sotto i 500 litri almeno 105 × 148
oltre i 500 litri almeno 148 × 210
Ogni simbolo copre almeno un decimo della superficie dell'etichetta e non deve essere inferiore
ad 1 cm2.
L'etichetta è attaccata saldamente ad una o più superfici dell'imballaggio immediatamente a
contatto con il preparato.
Le informazioni obbligatorie si devono stagliare chiaramente dallo sfondo dell'etichetta e avere le dimensioni definite.
146
Caratteristiche dell’imballaggio
• L’imballo deve garantire una chiusura capace di impedire la fuoriuscita del contenuto.
• L’imballo deve essere costituito da materiali non aggredibili dal contenuto, né deve
poter determinare la formazione di prodotti nocivi o pericolosi reagendo con esso.
• Deve essere sufficientemente solido e resistente in modo da garantire un livello
adeguato di sicurezza durante l’utilizzo e la manipolazione.
• Su di esso deve essere apposta l’etichetta.
D
Classificazione
Le sostanze e i preparati possono essere pericolosi per la sicurezza e la salute dell’uomo.
Pericoli per la sicurezza
Pericolosità delle sostanze in funzione della loro natura chimico-fisica
• Possono provocare incendi o esplosioni
Simbolo F +
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI
SOSTANZE E PREPARATI LIQUIDI CON UN PUNTO DI INFIAMMABILITA'
ESTREMAMENTE BASSO ED UN PUNTO DI EBOLLIZIONE BASSO NONCHE'
LE SOSTANZE E I PREPARATI GASSOSI CHE A TEMPERATURA E A
PRESSIONE AMBIENTE SI INFIAMMANO A CONTATTO CON L'ARIA
Contrassegnati dal simbolo F+ e dall’indicazione di pericolo “estremamente infiammabile”.
Obbligatoria la frase R 12 “altamente infiammabile”: sostanze e preparati liquidi che hanno un punto di infiammabilità inferiore a 0°C e un punto di ebollizione inferiore o uguale a 35°C.
Simbolo F
INFIAMMABILI
SOSTANZE E PREPARATI CON BASSO GRADO DI INFIAMMABILITA'
Le sostanze e i preparati liquidi con un basso punto di infiammabilità.
Devono riportare la seguente frase R 10 “infiammabile”: sostanze e preparati liquidi il cui
punto di infiammabilità è uguale o superiore a 21°C e minore o uguale a 55°C.
Tuttavia, l'esperienza ha dimostrato che un preparato che ha un punto di infiammabilità
maggiore o uguale a 21 °C e minore o uguale a 55 °C non deve essere classificato come
147
infiammabile se non può in alcun modo alimentare una combustione e nella misura in cui non
sussiste motivo per temere di esporre a pericolo coloro che manipolano i preparati in questione o altre persone.
Simbolo F +
FACILMENTE INFIAMMABILI
SOSTANZE E PREPARATI CHE A CONTATTO CON L'ARIA A TEMPERATURA
AMBIENTE E SENZA APPORTO DI ENERGIA, POSSONO RISCALDARSI E
INFIAMMARSI:
SOSTANZE E PREPARATI SOLIDI CHE POSSONO FACILMENTE INFIAMMARSI
A CAUSA DI UN BREVE CONTATTO CON UNA SORGENTE DI ACCENSIONE E
CHE CONTINUANO A BRUCIARE O A CONSUMARSI ANCHE DOPO IL RITIRO
DELLA SORGENTE DI ACCENSIONE;
SOSTANZE E PREPARATI LIQUIDI IL CUI PUNTO DI INFIAMMABILITA' E'
MOLTO BASSO;
SOSTANZE E PREPARATI CHE A CONTATTO CON L'ARIA UMIDA,
SPRIGIONANO GAS ESTREMAMENTE INFIAMMABILI IN QUANTITA'
PERICOLOSE
Le sostanze e i preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è molto basso.
Contrassegnati dal simbolo F+ e dall’indicazione di pericolo “ facilmente infiammabile”. Con una delle seguenti frasi:
R 11 facilmente infiammabile:
• sostanze e preparati solidi che possono facilmente infiammarsi in seguito a un
breve contatto con una sorgente di ignizione e che continuano a bruciare o a
consumarsi anche dopo l’allontanamento da tale sorgente;
• sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è inferiore a 21°C ma
che non sono estremamente infiammabili.
R 15: a contatto con l’acqua libera gas altamente infiammabili.
sostanze e preparati che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas
estremamente infiammabili in quantità pericolose e almeno pari a 1 l/kg/h.
R17: spontaneamente infiammabile all’aria. Sostanze e preparati che a contatto con
l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono riscaldarsi e
quindi infiammarsi.
Simbolo O
COMBURENTI
SOSTANZE E PREPARATI CHE, A CONTATTO CON ALTRE SOSTANZE,
SOPRATUTTO INFIAMMABILI, PROVOCANO UNA FORTE REAZIONE
ESOTERMICA (ELEVATO SVILUPPO DI CALORE CON PERICOLO DI
INCENDIO)
148
Contrassegnati dal simbolo O e dall’indicazione di pericolo “comburente”. Obbligatoria una
frase indicante i rischi specifici:
R7: può provocare un incendio;
R8: può provocare l’accensione di materiale combustibile;
R 9: esplosivo in miscela con materiale combustibile.
Simbolo C
CORROSIVI
SOSTANZE O PREPARATI CHE A CONTATTO CON TESSUTI VIVI POSSONO
ESERCITARE SU DI ESSI UNA AZIONE DISTRUTTIVA.
CONTATTI CON TALI SOSTANZE, SONO PERTANTO DA EVITARE NELLA
MANIERA PIU’ ASSOLUTA
Contrassegnati dal simbolo C e dall’indicazione di pericolo “corrosivo”. Con una delle seguenti
frasi:
R 35 provoca gravi ustioni: distrugge l’intero spessore del tessuto cutaneo dopo
un’esposizione di non oltre 3 minuti;
R 34 provoca ustioni: distrugge l’intero spessore del tessuto cutaneo dopo
un’esposizione di non oltre 4 ore. Es. idroperossidi organici tranne se si hanno
prove del contrario.
Simbolo E
ESPLOSIVI
SOSTANZE E PREPARATI SOLIDI, LIQUIDI PASTOSI O GELATINOSI CHE,
ANCHE SENZA L’AZIONE DELL’OSSIGENO ATMOSFERICO, POSSONO
PROVOCARE UNA REAZIONE ESOTERMICA CON RAPIDA FORMAZIONE DI
GAS E CHE, IN DETERMINATE CONDIZIONI DI PROVA DEFLAGRANO
RAPIDAMENTE O ESPLODONO IN SEGUITO A RISCALDAMENTO IN
CONDIZIONI DI PARTICOLARE CONTENIMENTO
Contrassegnati dal simbolo E.
Obbligatoria una frase relativa ai rischi da scegliere in base a:
R 2 rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione;
R 3 elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti
d’ignizione.
Qualunque perossido organico o preparato contenente perossido organico non ancora
classificato come esplosivo è classificato come comburente se il perossido o la sua formulazione contengono:
• più del 5 % di perossidi organici oppure
149
• più dello 0,5 % di ossigeno disponibile dai perossidi organici e più del 5 % di perossido
di idrogeno.
PERICOLI PER LA SALUTE
Simbolo Xi
IRRITANTI
SOSTANZE O PREPARATI NON CORROSIVI IL CUI CONTATTO DIRETTO,
PROLUNGATO, E RIPETUTO CON LA PELLE O CON LE MUCOSE, PUÒ
PROVOCARE UNA REAZIONE INFIAMMATORIA. IL RISCHIO PRESENTATO DA
QUESTI AGENTI CHIMICI É DI ENTITÀ LIMITATA, TUTTAVIA TALI AGENTI
VANNO MANIPOLATI CON CAUTELA
Contrassegnati dal simbolo Xi e dall’indicazione di pericolo “irritante”. Con una delle seguenti frasi:
R 38 irritante per la pelle;
R 36 irritante per gli occhi;
R 41 rischio di gravi lesioni oculari;
R 37 irritante per le vie respiratorie.
Simbolo Xn
NOCIVI
SOSTANZE E PREPARATI CHE, IN CASO DI INALAZIONE, INGESTIONE, O
PENETRAZIONE CUTANEA, POSSONO ESSERE MORTALI OPPURE
PROVOCARE LESIONI ACUTE O CRONICHE
Contrassegnati dal simbolo Xn e dall’indicazione di pericolo “nocivo”. Con una delle seguenti
frasi:
R 22 nocivo per ingestione: DL50 per via orale, ratto, 200 < DL50 < 2000 mg/Kg;
R 21 nocivo a contatto con la pelle: DL50 per via dermica, ratto o coniglio, 400 < DL50
< 2000 mg/Kg;
Risultati sulla tossicità acuta: DL50 per via orale, ratto: 200 < DL50 < 2 000
mg/kg,
R 23 nocivo per inalazione: CL50 per inalazione, ratto, per aerosol o particelle, 1 < CL50
< 5 mg/litro/4h; per gas e vapori, 2 < CL50 < 20 mg/litro/4h;
R 65 nocivo può provocare danni ai polmoni in caso di ingestione: le sostanze e i
preparati liquidi che presentano un rischio di aspirazione per l’uomo data la ridotta
viscosità. Sostanze e preparati liquidi che contengono idrocarburi alifatici, aliciclici
e aromatici in concentrazione totale pari o superiore al 10%;
R 68 possibilità di effetti irreversibili;
R 48 pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
150
Dati che determinano l'impiego della frase R48:
a) morte correlata a una sostanza;
b) gravi mutamenti funzionali nel sistema nervoso centrale o periferico, inclusa la vista,
l'udito e l'odorato, riscontrati tramite osservazioni cliniche o altri metodi adeguati
(elettrofisiologia; gravi mutamenti funzionali in altri organi (ad es. i polmoni);
c) qualsiasi mutamento rilevante nei parametri clinici biochimici, ematologici e delle
analisi delle urine che indichi gravi disfunzioni organiche. I disturbi a livello
ematologico sono particolarmente importanti qualora risulti evidente che questi
siano dovuti ad una minore produzione di cellule ematiche da parte del midollo
osseo;
d) gravi danni organici riscontrati all'esame al microscopio a seguito di un'autopsia:
necrosi diffuse o gravi, formazione di fibrosi o di granulomi in organi vitali con
capacità rigenerativa (ad esempio il fegato); gravi mutamenti morfologici
potenzialmente reversibili, che indicano tuttavia un'evidente disfunzione organica
(ad esempio una grave degenerazione grassa del fegato, una grave nefropatia
tubulare acuta nel rene, una gastrite ulcerosa); oppure prove di una estesa morte
cellulare in organi vitali che non si rigenerano (ad esempio fibrosi del miocardio o
degenerazione di un nervo) o in popolazioni di cellule staminali (ad esempio aplasia
o ipoplasia del midollo osseo).
Simbolo T
TOSSICI
SOSTANZE E PREPARATI CHE, IN CASO DI INALAZIONE, INGESTIONE, O
PENETRAZIONE CUTANEA, IN PICCOLE QUANTITÀ, POSSONO ESSERE
MORTALI OPPURE PRODURRE LESIONI ACUTE O CRONICHE
Contrassegnati dal simbolo T e dall’indicazione di pericolo “tossico”. Con una delle seguenti
frasi:
R 25 tossico per ingestione: DL50 per via orale, ratto, 25 < DL50 < 200 mg/Kg;
R 24 tossico a contatto con la pelle: DL50 per via cutanea, ratto o coniglio, 50 < DL50 <
400 mg/Kg;
R 23 tossico per inalazione: CL50 per inalazione, ratto, per aerosol o particelle, 0,25 <
CL50 < 1 mg/litro/4h; per gas e vapori, 0,5 < CL50 < 2 mg/litro/4h;
R 39 pericolo di effetti irreversibili molto gravi: un’unica esposizione per via appropriata
può provocare danni irreversibili con una dose nell’intervallo di concentrazione
summenzionato;
R 48 pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata: gravi danni
potrebbero essere causati da esposizioni ripetute o prolungate.
MOLTO TOSSICI
SOSTANZE E PREPARATI CHE, IN CASO DI INALAZIONE, INGESTIONE, O
PENETRAZIONE CUTANEA, IN PICCOLISSIMA QUANTITÀ, POSSONO ESSERE
MORTALI OPPURE PRODURRE LESIONI ACUTE O CRONICHE
151
Simbolo T+
Contrassegnati dal simbolo T+ e dall’indicazione di pericolo “molto tossico”.
Con una delle seguenti frasi:
R 28 molto tossico per ingestione: DL50 per via orale, ratto < 25 mg/Kg;
R 27 molto tossico a contatto con la pelle: DL50 per via cutanea, ratto o coniglio < 50
mg/Kg;
R 26 molto tossico per inalazione: CL50 per inalazione, ratto, per aerosol o particelle <
0,25mg/litro/4h; per gas e vapori < 0,5 mg/litro/4h;
R 39 pericolo di effetti irreversibili molto gravi: un’unica esposizione può provocare
danni irreversibili alle dosi comprese nell’intervallo summenzionato.
Simbolo T+
TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO
SOSTANZE E PREPARATI CHE, IN CASO DI INALAZIONE, INGESTIONE, O
PENETRAZIONE CUTANEA, POSSONO PROVOCARE, O RENDERE PIU’
FREQUENTI, EFFETTI NOCIVI NON EREDITARI NELLA PROLE O DANNI A
CARICO DELLA FUNZIONE O DELLE CAPACITÀ RIPRODUTTIVE MASCHILI E
FEMMINILI
Suddivise in Categoria 1, 2, 3;
Categoria 1
Sostanze che danneggiano la fertilità negli esseri umani: simbolo T e frase R60 può ridurre la
fertilità.
Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l'esposizione umana alla sostanza e
un calo della fertilità.
Sostanze con effetti tossici sullo sviluppo umano: simbolo T e frase R61 può danneggiare i
bambini non ancora nati.
Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l'esposizione umana alla sostanza e
successivi effetti tossici nel corso dello sviluppo della progenie.
Categoria 2
Sostanze che dovrebbero essere considerate in grado di danneggiare la fertilità negli esseri
umani.
Esistono prove evidenti per sospettare che l'esposizione umana alla sostanza possa incidere
sulla fertilità sulla base di:
• prove evidenti di danno della fertilità negli animali in assenza di effetti tossici, oppure
elementi comprovanti danni della fertilità riscontrati a livelli di dose
approssimativamente analoghi a quelli correlati ad altri effetti tossici, ma che non ne
rappresentano una conseguenza secondaria aspecifica.
• altri dati pertinenti. Simbolo T e frase di rischio R60 può ridurre la fertilità.
Sostanze da considerare potenzialmente in grado di danneggiare la fertilità negli esseri umani.
Sostanze da considerare potenzialmente in grado di provocare effetti tossici sullo sviluppo degli esseri umani. Simbolo T e frase di rischio R61 può danneggiare i bambini non ancora nati.
152
Categoria 3
Sostanze che potrebbero avere effetti sulla fertilità umana. Simbolo Xn e frase di rischio R62
possibile rischio di ridotta fertilità.Sostanze che potrebbero produrre danni sugli esseri umani a
causa dei loro probabili effetti tossici sullo sviluppo. Simbolo Xn e frase di rischio R63 possibile
rischio di danni ai bambini non ancora nati.
Simbolo T+
MUTAGENI
SOSTANZE E PREPARATI CHE, IN CASO DI INALAZIONE, INGESTIONE, O
PENETRAZIONE CUTANEA, POSSONO PRODURRE DIFETTI GENETICI O
EREDITARI O AUMENTARNE LA FREQUENZA
Definizione dei termini:
una mutazione è un'alterazione permanente di un tratto o della struttura del materiale
genetico di un organismo, che provoca un mutamento delle caratteristiche fenotipiche
dell'organismo stesso e può riguardare un unico gene, un gruppo di geni o un intero
cromosoma. Gli effetti sui singoli geni possono dipendere da alterazioni di una sola base del
DNA (mutazioni puntiformi) o da alterazioni o anche delezioni di sequenze più ampie all'interno
di un gene. Gli effetti sui cromosomi possono comportare alterazioni della struttura o del
numero cromosomico. Una mutazione nelle cellule germinali degli organismi a riproduzione
sessuata può essere trasmessa alla progenie. I mutageni sono agenti che aumentano la
frequenza delle mutazioni.È necessario sottolineare che le sostanze sono classificate come
mutagene con particolare riferimento alle alterazioni genetiche ereditarie.
Suddivise in Categoria 1, 2, 3;
Categoria 1
Sostanze di cui si conoscono gli effetti mutageni sull'uomo.Esistono prove sufficienti per
stabilire un nesso causale tra l'esposizione dell'uomo ad una sostanza e alterazioni genetiche
ereditarie.
Categoria 2
Sostanze che dovrebbero essere considerate mutagene per l'uomo.Esistono prove sufficienti
per ritenere verosimile che l'esposizione dell'uomo alla sostanza possa provocare lo sviluppo di alterazioni genetiche ereditarie, in generale sulla base di:
• adeguati studi su animali,
• altre informazioni rilevanti.
Categoria 1 e 2: attribuiti il simbolo T e la frase di rischio R46 può provocare alterazioni
genetiche ereditarie.
153
Categoria 3
Sostanze da considerare con sospetto per i loro possibili effetti mutageni. Esistono prove
fornite da studi specifici sugli effetti mutageni, che tuttavia non sono sufficienti per classificare la sostanza nella categoria 2.
Categoria 3: attribuiti il simbolo Xn e la frase di rischio R68 possibilità di effetti irreversibili.
Simbolo T+
CANCEROGENI
SOSTANZE E PREPARATI CHE IN CASO DI INALAZIONE, INGESTIONE O
PENETRAZIONE CUTANEA POSSONO PROVOCARE IL CANCRO O
AUMENTARE LA FREQUENZA.
Ai fini della classificazione e dell'etichettatura e sulla base delle attuali conoscenze le sostanze
cancerogene sono suddivise in tre categorie:
Categoria 1
Sostanze note per gli effetti cancerogeni sull'uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un
nesso causale tra l'esposizione umana ad una sostanza e lo sviluppo di tumori.
Categoria 2
Sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l'uomo. Esistono elementi sufficienti
per ritenere verosimile che l'esposizione umana ad una simile sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori, in generale sulla base di:
• adeguati studi a lungo termine effettuati su animali,
• altre informazioni specifiche.
Categoria 1 e 2:
Alle sostanze classificate come cancerogene della categoria 1 o 2 sono attribuiti il simbolo «T»
e la frase di rischio R45 “Può provocare il cancro”. Tuttavia, per le sostanze ed i preparati che
presentino un rischio cancerogeno soltanto per inalazione, ad esempio perché sotto forma di
polveri, vapori o fumi (le altre vie di esposizione, ad esempio per ingestione o a contatto con la
pelle, non presentano alcun rischio cancerogeno), vanno utilizzati il simbolo «T» e la frase di
rischio specifici: R49 Può provocare il cancro per inalazione.
Categoria 3
Sostanze da considerare con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull'uomo, per le quali
tuttavia le informazioni disponibili non sono sufficienti per procedere ad una valutazione
soddisfacente. Esistono alcune prove ottenute mediante adeguati studi sugli animali che non
bastano tuttavia per classificare la sostanza nella categoria. Alle sostanze classificate come
cancerogene della categoria 3 sono attribuiti il simbolo «Xn» e la frase di rischio R40 Possibilità
di effetti cancerogeni - prove insufficienti
La categoria 3 comprende due sottocategorie:
a) Sostanze che sono state saggiate in modo sufficiente, ma per le quali l'evidenza
cancerogena è inadeguata per una classificazione in categoria 2 Si ritiene che ulteriori studi
non possano fornire altre informazioni rilevanti ai fini della classificazione.
154
b) Sostanze che sono state saggiate in modo in sufficiente. I dati disponibili sono inadeguati,
ma si rivelano preoccupanti per l'uomo. Tale classificazione è provvisoria in quanto
occorrerebbero ulteriori esperimenti per poter giungere a conclusioni definitive.
Simbolo N
PERICOSI PER L'AMBIENTE
SOSTANZE E PREPARATI CHE, QUALORA SI DIFFONDANO NELL'AMBIENTE
PRESENTANO, O POSSONO PRESENTARE RISCHI IMMEDIATI O DIFFERITI
PER UNA O PIU' DELLE COMPONENTI AMBIENTALI.
SENSIBILIZZANTI
SOSTANZE E PREPARATI CHE, IN CASO DI INALAZIONE, INGESTIONE O
PENETRAZIONE CUTANEA, POSSONO DAR LUOGO AD UNA REAZIONE DI
IPERSENSIBILIZZAZIONE, PER CUI UNA SUCCESSIVA ESPOSIZIONE ALLA
SOSTANZA O AL PREPARATO PRODUCE EFFETTI NEFASTI CARATTERISTICI.
Contrassegnati dal simbolo Xn, dall’indicazione di pericolo “nocivo” e dalla frase di rischio R42
può provocare sensibilizzazione per inalazione; Contrassegnati dal simbolo Xi, dall’indicazione
di pericolo “irritante” e dalla frase di rischio R43 può comportare una sensibilizzazione per contatto con la pelle; Ulteriori frasi sono assegnate: R29, R31, R32, R33,R64, R66, R67.
155
SCHEDE DELLE SOSTANZA UTILIZATE
VEDI ALLEGATO “A”
156
21. RISCHIO CHIMICO
Raccolta Dati relativi agli Agenti Chimici
Sono state raccolte le seguenti informazioni:
elenco di tutti gli agenti chimici pericolosi da considerare: materie prime,
intermedi, prodotti finiti, rifiuti;
quantitativi di agenti utilizzati o prodotti;
quantitativi massimi di agenti chimici presenti in azienda;
proprietà chimico-fisiche per ciascun agente;
classificazione di pericolo, per ciascun agente: etichettatura, frasi di rischio e
consigli di prudenza;
limiti di esposizione e valori limite biologici (se pertinenti), per ciascun agente;
Interazioni pericolose possibili tra i diversi prodotti.
Al fine di raccogliere tali informazioni sono state raccolte le schede di sicurezza degli agenti
identificati.
Per quanto riguarda i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici (se
pertinenti) si è fatto riferimento alle stesse schede di sicurezza ed agli allegati XXXVIII e XXXIX
del D.Lgs. 81/2008.
Raccolta Dati Mansioni e Attività
Una volta identificato il pericolo di esposizione ad agenti pericolosi, l’analisi è stata circoscritta ai
soggetti effettivamente esposti (analisi mansionale).
Allo scopo, sono state raccolte le seguenti informazioni:
descrizione del ciclo produttivo;
mansionionario;
per ciascuna mansione, definizione dei luoghi fisici in cui vengono svolte le
attività (lay-out dell’area);
per ciascuna mansione e ciascun luogo fisico, definizione delle attività e delle fasi
operative svolte, compreso il trattamento degli effluenti, travasi, miscelazioni,
aggiunte, ecc.;
per ciascuna mansione, prodotti chimici pericolosi per i quali esiste esposizione;
va precisato anche se l'esposizione è sicura o possibile in caso di
incidente/infortunio/anomalia e va specificata la via di contatto;
per ciascuna esposizione o potenziale esposizione, informazioni su frequenza o
probabilità di accadimento, durata dell'esposizione, livello di esposizione;
individuazione delle mansioni omogeneamente esposte.
Modello applicativo
157
Ai fini del processo di valutazione del rischio, si è ritenuto che l'esistenza di un “rischio” possa
derivare dall'insieme di tre fattori:
la gravità (o qualità negativa) intrinseca potenziale dell'agente chimico;
la durata dell'effettiva esposizione all’agente chimico;
il livello di esposizione (qualitativa e quantitativa).
I due ultimi fattori concorrono a definire l'entità di esposizione effettiva del lavoratore all’agente.
La valutazione del rischio è stata pertanto strutturata attraverso una sequenza che prevede un
procedimento moltiplicativo fra i tre fattori sopra definiti.
È stata scelta la logica di un metodo ad indice, in quanto tali metodi si propongono di
rappresentare il rischio in modo semplice e sintetico; infatti gli indici sono parametri adatti alla
standardizzazione dei processi valutativi, oltre che alla automatizzazione dei calcoli.
Tale metodo è stato proposto dal Gruppo di Lavoro “Rischio Chimico” – Assessorato alla Sanità
Regione Piemonte.
Sulla base di considerazioni teoriche e applicative, si è ritenuto opportuno ponderare i tre fattori
secondo le scale che si riportano di seguito.
FATTORE GRAVITÀ (IG)
VALORE ATTRIBUITO GRAVITÀ EFFETTI
1 Lieve Reversibili
2 Modesta Potenzialmente irreversibili
3 Media Sicuramente irreversibili
4 Alta Irreversibili gravi
5 Molto alta Possibilmente letali
FATTORE FREQUENZA D’USO/DURATA (IFU)
VALORE ATTRIBUITO FREQUENZA D’USO DURATA
0.5 Raramente < 1 % orario lavoro
1 Occasionalmente 1-10 % orario lavoro
2 Frequentemente 10-25 % orario lavoro
158
Il fattore valutativo correlato al livello di esposizione è quello che comporta una analisi più
articolata, poiché dovrà prendere in considerazione anche altri fattori, quali quantità di
utilizzo/esposizione, fattori ambientali (anche in relazione agli eventuali livelli accettabili per la
specifica fonte di pericolo), di protezione tecnica, etc.
Il prodotto dei tre “contatori” derivanti dalla valutazione dei rispettivi fattori di rischio porta ad un
sintetico indicatore di rischio, secondo il seguente algoritmo descritto dettagliatamente nel
seguito:
INDICATORE DI RISHIO = (IG) * (IFU) * [(ILE) + (SF) + (TI) + (TP) + (DPT) +
(PCC)]
L’indicatore di rischio espresso in scala numerica variabile da 0 a 100, che viene empiricamente
segmentata in classi di rischio così distribuite:
Indicatore
di Rischio
Classi di
Rischio Misure specifiche di protezione e prevenzione
1-10 Basso Non necessarie (*)
11-25 Modesto Opportune a medio termine
3 Abitualmente 26-50 % orario lavoro
4 Sempre 51-100 % orario lavoro
FATTORE ESPOSIZIONE (ILE)
VALORE ATTRIBUITO ESPOSIZIONE CONDIZIONE OPERATIVA
0.5 Trascurabile Altamente protettiva
1 Lieve Altamente protettive
2 Modesta Protettive
3 Media Poco protettive
4 Alta Assai poco protettive
5 Molto alta Non protettive
159
26-50 Medio Opportune a breve termine / necessarie a medio
termine
51-75 Alto Indispensabili a breve termine
76-100 Molto alto Urgenti
(*) risultano comunque necessarie le misure generali per la prevenzione dei rischi (art. 224
D.Lgs. 81/2008).
L'individuazione delle specifiche classi di rischio potrà consentire di verificare l’esistenza,
nell’ambito del rischio chimico, di una condizione di rischio “basso per la sicurezza e irrilevante per
la salute dei lavoratori” (nel seguito semplicemente “Basso”) e fatto salvo quanto previsto dall’art.
224 co. 2 del D.Lgs. 81/2008 la eventuale non applicabilità delle misure previste dall’art. 226 del
D.Lgs. 81/2008.
In prima ipotesi si ritiene che si possa affermare l’esistenza di un rischio “rischio basso per la
sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori” allorché l’indicatore di rischio si collochi nella
prima classe con valore compreso tra 1 e 10.
160
Valutazione rischio chimico
161
162
163
164
165
166
167
168
Indicatore
di Rischio
Classi di
Rischio Misure specifiche di protezione e prevenzione
1-10 Basso Non necessarie (*)
(*) risultano comunque necessarie le misure generali per la prevenzione dei rischi (art. 224
D.Lgs. 81/2008).
Frasi di rischio
R1 Esplosivo allo stato secco.
R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione.
R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti
d’ignizione.
R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.
R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento.
R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria.
R7 Può provocare un incendio.
R8 Può provocare l’accensione di materie combustibili.
R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili.
169
R10 Infiammabile.
R11 Facilmente infiammabile.
R12 Estremamente infiammabile.
R14 Reagisce violentemente con l’acqua.
R14/15 Reagisce violentemente con l’acqua liberando gas estremamente
infiammabili.
R15 A contatto con l’acqua libera gas estremamente infiammabili.
R15/29 A contatto con l’acqua libera gas tossici e estremamente infiammabili.
R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.
R17 Spontaneamente infiammabile all’aria.
R18 Durante l’uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili.
R19 Può formare perossidi esplosivi.
R20 Nocivo per inalazione.
R20/21 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle.
R20/21/22 Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
R20/22 Nocivo per inalazione e ingestione.
R21 Nocivo a contatto con la pelle.
R21/22 Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione.
R22 Nocivo per ingestione.
R23 Tossico per inalazione.
R23/24 Tossico per inalazione e contatto con la pelle.
R23/24/25 Tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione.
R23/25 Tossico per inalazione e ingestione.
R24 Tossico a contatto con la pelle.
R24/25 Tossico a contatto con la pelle e per ingestione.
R25 Tossico per ingestione.
R26 Molto tossico per inalazione.
R26/27 Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle.
R26/27/28 Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle.
R26/28 Molto tossico per inalazione e per ingestione.
R27 Molto tossico a contatto con la pelle.
R27/28 Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione.
R28 Molto tossico per ingestione.
R29 A contatto con l'acqua libera gas tossici.
R30 Può divenire facilmente infiammabile durante l’uso.
R31 A contatto con acidi libera gas tossici.
R32 A contatto con acidi libera gas molto tossici.
R33 Pericolo di effetti cumulativi.
R34 Provoca ustioni.
R35 Provoca gravi ustioni.
R36 Irritante per gli occhi.
R36/37 Irritante per gli occhi e per le vie respiratorie.
R36/37/38 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle.
R36/38 Irritante per gli occhi e per la pelle.
R37 Irritante per le vie respiratorie.
R37/38 Irritante per le vie respiratorie e la pelle.
R38 Irritante per la pelle.
170
R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.
R39/23 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione.
R39/23/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto
con la pelle.
R39/23/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto
con la pelle e per ingestione.
R39/23/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed
ingestione.
R39/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle.
R39/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per
ingestione.
R39/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.
R39/26 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione.
R39/26/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a
contatto con la pelle.
R39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a
contatto con la pelle e per ingestione.
R39/26/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e
ingestione.
R39/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la
pelle.
R39/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle
e per ingestione.
R39/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione.
R40 Possibilità di effetti cancerogeni: prove insufficienti.
R41 Rischio di gravi lesioni oculari.
R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione.
R42/43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione e a contatto con la pelle.
R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.
R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato.
R45 Può provocare il cancro.
R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.
R47 Può provocare malformazioni congenite.
R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
R48/20 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione.
R48/20/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione e a contatto con la pelle.
R48/20/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione.
R48/20/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione e ingestione.
R48/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle.
R48/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle e per ingestione.
R48/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per ingestione.
R48/23 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
171
per inalazione.
R48/23/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione e a contatto con la pelle.
R48/23/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione a contatto con la pelle e per ingestione.
R48/23/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per inalazione ed ingestione.
R48/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle.
R48/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle e per ingestione.
R48/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
per ingestione.
R49 Può provocare il cancro per inalazione.
R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici.
R50/53 Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine
effetti negativi per l’ambiente acquatico.
R51 Tossico per gli organismi acquatici.
R51/53 Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti
negativi, per l’ambiente acquatico.
R52 Nocivo per gli organismi acquatici.
R52/53 Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti
negativi per l’ambiente acquatico.
R53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico.
R54 Tossico per la flora.
R55 Tossico per la fauna.
R56 Tossico per gli organismi del terreno.
R57 Tossico per le api.
R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente.
R59 Pericoloso per lo strato di ozono.
R60 Può ridurre la fertilità.
R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati.
R62 Possibile rischio di ridotta fertilità.
R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati.
R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno.
R65 Nocivo, può causare danni ai polmoni in caso di ingestione.
R66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della pelle.
R67 L’inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini.
R68 Possibilità di effetti irreversibili.
R68/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione.
R68/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la
pelle.
R68/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle
e per ingestione.
R68/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione.
R68/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle.
R68/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per
ingestione.
R68/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione.
172
Consigli di prudenza
S1 Conservare sotto chiave.
Sostanze e preparati molto tossici, tossici e corrosivi
S2 Conservare fuori dalla portata dei bambini.
Tutte le sostanze e i preparati pericolosi.
S3 Conservare in luogo fresco.
Perossidi organici, altre sostanze e preparati pericolosi con punto di ebollizione <
40 °C. Obbligatoria per i perossidi organici tranne se si usa la frase S47,
raccomandata per altre sostanze e preparati pericolosi con punto di ebollizione <
40 °C.
S4 Conservare lontano da locali di abitazione.
Sostanze e preparati molto tossici e tossici. - di norma limitata a sostanze e
preparati molto tossici e tossici quando si intende integrare la frase S13; ad
esempio, quando sussiste un rischio di inalazione e la sostanza o il preparato deve
essere tenuto lontano dai locali di abitazione. Il consiglio non intende precludere
un uso corretto della sostanza o del preparato nei locali di abitazione.
S5 Conservare sotto ... (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).
Sostanze e preparati solidi spontaneamente infiammabili.
Criteri d'impiego: limitata normalmente a casi particolari, ad esempio sodio,
potassio o fosforo bianco.
S6 Conservare sotto ... (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).
Sostanze e preparati pericolosi che devono essere conservati in atmosfera inerte.
Criteri d'impiego: di norma limitata a casi particolari, ad esempio alcuni composti
metallo-organici.
S7 Conservare il recipiente ben chiuso.
Perossidi organici. - sostanze e preparati che possono sprigionare gas molto
tossici, tossici, nocivi o altamente infiammabili. - sostanze e preparati che a
contatto con l'umidità emanano gas altamente infiammabili - solidi facilmente
infiammabili.
Criteri d'impiego: obbligatoria per i perossidi organici
S8 Conservare al riparo dall'umidità.
Sostanze e preparati che possono reagire violentemente con l'acqua - sostanze e
preparati che, a contatto con l'acqua, liberano gas altamente infiammabili -
sostanze e preparati che, a contatto con l'acqua, liberano gas altamente tossici o
tossici
Criteri d'impiego: limitata normalmente ai campi d'applicazione sopra menzionati
quando occorra rafforzare le avvertenze fornite in particolare con le frasi R14,
R15, e R29.
S9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.
Sostanze e preparati volatili che possono emanare vapori altamente tossici, tossici
o nocivi - liquidi altamente o facilmente infiammabili e gas altamente
infiammabili.
Criteri d'impiego: raccomandata per sostanze e preparati volatili che possono
emanare vapori altamente tossici, tossici o nocivi - raccomandata per liquidi
altamente o facilmente infiammabili o per gas altamente infiammabili.
S12 Non chiudere ermeticamente il recipiente.
Sostanze e preparati che, attraverso l'emanazione di gas o vapori, possono far
173
scoppiare il recipiente.
S13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande.
Sostanze e preparati altamente tossici, tossici e nocivi.
S14 Conservare lontano da ... (sostanze incompatibili da precisare da parte del
produttore).
Perossidi organici.
Criteri d'impiego: obbligatoria per i perossidi organici, cui in genere è limitata.
Tuttavia, può essere utile in casi eccezionali in cui l'incompatibilità può produrre
un rischio particolare.
S15 Conservare lontano dal calore.
Sostanze e preparati che possono decomporsi o che possono reagire
spontaneamente sotto l'effetto del calore.
Criteri d'impiego: di norma limitata a casi particolari, ad esempio monomeri, ma
non utilizzata se sono già state impiegate le frasi di rischio R2, R3 e/o R5.
S16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare.
Liquidi estremamente o facilmente infiammabili e gas estremamente infiammabili.
Criteri d'impiego: raccomandata per le sostanze e i preparati sopra menzionati ma
non è tuttavia necessaria se sono già state utilizzate le frasi di rischio R2, R3 e/o
R5.
S17 Tenere lontano da sostanze combustibili.
Sostanze e preparati che possono formare miscele esplosive o spontaneamente
infiammabili con sostanze combustibili.
Criteri d'impiego: da usare in casi particolari, ad esempio per dare maggior risalto
alle frasi R8 e R9.
S18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.
Sostanze e preparati che possono produrre una sovrapressione nel recipiente -
sostanze e preparati che possono formare perossidi esplosivi.
Criteri d'impiego: di norma limitata ai casi sopra menzionati quando sussiste il
rischio di lesioni oculari e/o quando le sostanze e i preparati possono essere usati
dal pubblico.
S20 Non mangiare né bere durante l'impiego.
Di norma limitata a casi particolari (ad esempio arsenico e composti a base di
arsenico; fluoroacetati in particolare quando tali prodotti possono essere usati dal
pubblico.
S21 Non fumare durante l'impiego.
Sostanze e preparati che in caso di combustione sprigionano prodotti tossici.
Criteri d'impiego: di norma limitata a casi particolari (ad esempio composti
alogenati).
S22 Non respirare le polveri.
Tutte le sostanze e i preparati solidi pericolosi per la salute.
Criteri d'impiego: obbligatoria per le sostanze e i preparati sopra menzionati cui è
stata assegnata la frase R42 - raccomandata per le sostanze e i preparati di cui
sopra che vengono forniti sotto forma di polveri inalabili e per i quali non si
conoscono i rischi per la salute a seguito di inalazione.
S23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli.
Tutte le sostanze e i preparati liquidi o gassosi pericolosi per la salute.
Criteri d'impiego: obbligatoria per le sostanze e i preparati sopra menzionati cui è
stata assegnata la frase R42 - obbligatoria per le sostanze e i preparati da
applicarsi a spruzzo. Inoltre, deve essere assegnata anche la frase S38 o S51 -
raccomandata quando occorre richiamare l'attenzione dell'utilizzatore sui pericoli
174
che comporta l'inalazione, non menzionati nelle frasi di rischio assegnate.
S24 Evitare il contatto con la pelle.
Tutte le sostanze e i preparati pericolosi per la salute.
Criteri d'impiego: obbligatoria per le sostanze e i preparati cui è stata assegnata
la frase R43 tranne se è stata anche assegnata la frase S36 - raccomandata
quando occorre richiamare l'attenzione dell'utilizzatore sui pericoli che comporta
un contatto con la pelle non menzionati nelle frasi di rischio da assegnare (ad
esempio parestesie). Tuttavia, può essere utilizzata per dare maggior risalto a tali
frasi di rischio.
S25 Evitare il contatto con gli occhi.
Raccomandata quando occorre richiamare l'attenzione dell'utilizzatore sui pericoli
che comporta un contatto con gli occhi non menzionati nelle frasi di rischio da
usare. Tuttavia, può essere utilizzata per dare maggior risalto a tali frasi di rischio
-raccomandata per le sostanze di uso corrente cui sono state assegnate le frasi
R34, R35, R36 o R41.
S26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con
acqua e consultare il medico.
Sostanze e preparati corrosivi o irritanti.
Criteri d'impiego: obbligatoria per sostanze e preparati corrosivi e per quelli cui è
già stata assegnata la frase R41 - raccomandata per sostanze e preparati irritanti
cui è già stata assegnata.
S27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati.
Sostanze e preparati molto tossici, tossici o corrosivi.
Criteri d'impiego: obbligatoria per le sostanze e i preparati molto tossici di uso
corrente cui è stata assegnata la frase R27 - raccomandata per le sostanze e i
preparati molto tossici destinati ad usi industriali cui è stata assegnata la frase
R27. Non usare questa frase se è stata assegnata la frase S36 - raccomandata
per le sostanze e i preparati tossici cui è stata assegnata la frase R24 e per le
sostanze e i preparati corrosivi di uso corrente.
S28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con
... (prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante).
Sostanze e preparati molto tossici, tossici o corrosivi.
Criteri d'impiego: obbligatoria per le sostanze e i preparati molto tossici -
raccomandata per altre sostanze e preparati sopra menzionati, in particolare
quando l'acqua non rappresenta il fluido di lavaggio più appropriato -
raccomandata per sostanze e preparati corrosivi di uso corrente.
S29 Non gettare i residui nelle fognature.
Liquidi estremamente o facilmente infiammabili immiscibili con acqua - sostanze e
preparati molto tossici e tossici - sostanze e preparati pericolosi per l'ambiente.
Obbligatoria per sostanze e preparati pericolosi per l'ambiente, cui è stato
attribuito il simbolo «N» e di uso corrente, a meno che non espressamente
destinati a tale uso - raccomandata per altre sostanze e preparati di cui sopra e di
uso corrente, a meno che non espressamente destinati a tale uso.
S30 Non versare acqua sul prodotto.
Sostanze e preparati che reagiscono violentemente a contatto con l'acqua.
Criteri d'impiego: di norma limitata a casi particolari (ad esempio acido solforico),
può essere utilizzata, all'occorrenza, per fornire le informazioni più chiare
possibili, per dare maggiore risalto alla frase R14 o in alternativa a R14.
S33 Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche.
Sostanze e preparati estremamente o facilmente infiammabili.
Criteri d'impiego: raccomandata per sostanze e preparati destinati ad usi
175
industriali che non assorbono l'umidità. Praticamente, non è mai utilizzata per le
sostanze e i preparati immessi sul mercato e messi comunemente in vendita al
pubblico.
S35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni.
Tutte le sostanze e i preparati pericolosi.
Criteri d'impiego: raccomandata per le sostanze e i preparati che necessitano di
istruzioni particolari per garantirne il corretto smaltimento.
S36 Usare indumenti protettivi adatti.
Perossidi organici - sostanze e preparati molto tossici, tossici o nocivi - sostanze e
preparati corrosivi.
Criteri d'impiego:
- obbligatoria per sostanze e preparati molto tossici e corrosivi,
- obbligatoria per le sostanze e i preparati cui è stata assegnata la frase R21 o
R24,
- obbligatoria per le sostanze cancerogene e quelle mutagene e tossiche per la
riproduzione di categoria. obbligatoria per perossidi organici
- raccomandata per sostanze e preparati tossici se il valore dermale DL50 non è
noto ma la sostanza o il preparato potrebbero rivelarsi tossici a contatto con la
pelle,
- raccomandata per sostanze e preparati usati nell'industria che possono
provocare danni alla salute in caso di esposizione prolungata.
S37 Usare guanti adatti.
Sostanze e preparati molto tossici, tossici, nocivi o corrosivi - perossidi organici -
sostanze e preparati irritanti per la pelle o che provocano sensibilizzazione a
contatto con la pelle.
Criteri d'impiego:
- obbligatoria per le sostanze e i preparati molto tossici e corrosivi,
- obbligatoria per le sostanze e i preparati cui sono state assegnate le frasi R21,
R24 o R43,
- obbligatoria per le sostanze cancerogene e quelle mutagene e tossiche per la
riproduzione di categoria
S38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto.
Sostanze e preparati molto tossici o tossici.
Criteri d'impiego: di norma limitata a casi particolari che richiedono l'impiego di
sostanze e preparati molto tossici o tossici nell'industria o nell'agricoltura.
S39 Proteggersi gli occhi/la faccia.
Perossidi organici - sostanze e preparati corrosivi, inclusi gli irritanti che generano
il rischio di gravi lesioni oculari - sostanze e preparati molto tossici e tossici.
Criteri d'impiego:
- obbligatoria per le sostanze e i preparati cui sono state assegnate le frasi R34,
R35 o R41,
- obbligatoria per i perossidi organici,
- raccomandata quando occorre richiamare l'attenzione dell'utilizzatore sui
pericoli che comporta il contatto con gli occhi, non menzionati nelle frasi di
rischio assegnate
- limitata normalmente a casi eccezionali per sostanze e preparati molto tossici
o tossici, quando sussista un rischio di schizzi e tali sostanze e preparati
176
possano essere facilmente assorbiti dalla pelle.
S40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto, usare ... (da
precisare da parte del produttore).
Limitata normalmente alle sostanze e ai preparati pericolosi per i quali l'acqua non
è considerata un fluido di lavaggio appropriato (ad esempio se è necessario
l'assorbimento con prodotti in polvere, la dissoluzione con solventi, ecc.) e se è
importante per motivi di salute e/o di sicurezza riportare un'avvertenza
sull'etichetta.
S41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi.
Sostanze e preparati pericolosi che in fase di combustione sprigionano gas molto
tossici o tossici.
Criteri d'impiego: limitata normalmente a casi particolari.
S42 Durante le fumigazioni/polverizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto.
Sostanze e preparati destinati alle utilizzazioni summenzionate, ma che possono
pregiudicare la salute e la sicurezza dell'utilizzatore se non vengono adottate le
dovute precauzioni.
Criteri d'impiego: limitata normalmente a casi particolari.
S43 In caso di incendio usare ... (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del
fabbricante. Se l'acqua aumenta il rischio precisare "Non usare acqua").
Sostanze e preparati estremamente infiammabili, facilmente infiammabili e
infiammabili.
Criteri d'impiego: obbligatoria per sostanze e preparati che, a contatto con acqua
o con aria umida, sviluppano gas estremamente infiammabili - raccomandata per
sostanze e preparati estremamente infiammabili, facilmente infiammabili e
infiammabili, in particolare quando sono immiscibili con acqua.
S45 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico
(possibilmente mostrargli l'etichetta).
Sostanze e preparati molto tossici - sostanze e preparati tossici e corrosivi -
sostanze e preparati che provocano sensibilizzazione se inalati.
S46 In caso d'ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il
contenitore o l'etichetta. Tutte le sostanze e i preparati pericolosi diversi da quelli
che sono molto tossici, tossici, corrosivi o pericolosi per l'ambiente.
S47 Conservare a temperatura non superiore a ... °C (da precisare da parte del
fabbricante).
Sostanze e preparati che diventano instabili ad una certa temperatura.
S48 Mantenere umido con ... (mezzo appropriato da precisare da parte del
fabbricante).
Sostanze e preparati che, se lasciati essiccare, possono diventare molto sensibili a
scintille, attrito o agli urti.
S49 Conservare soltanto nel recipiente originale.
Sostanze e preparati sensibili alla decomposizione catalitica -sostanze e preparati
sensibili alla decomposizione catalitica, ad esempio alcuni perossidi organici.
S50 Non mescolare con ... (da specificare da parte del fabbricante).
Sostanze e preparati che possono reagire con il prodotto specificato sviluppando
gas molto tossici o tossici - perossidi organici.
S51 Usare soltanto in luogo ben ventilato.
Sostanze e preparati che potrebbero o che sono destinati a produrre vapori,
polveri, spruzzi, fumi, nebbie, ecc. che generano rischi di inalazione o di incendio
o di esplosione.
177
S52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati.
Sostanze e preparati volatili, altamente tossici, tossici e nocivi che li contengono.
S53 Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso. Sostanze e
preparati che sono cancerogeni, mutageni e/o tossici per la riproduzione.
S56 Smaltire questo materiale e i relativi contenitori in un punto di raccolta di rifiuti
pericolosi o speciali.
Tutte le sostanze e i preparati pericolosi.
S57 Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale. Sostanze e
preparati cui è stato attribuito il simbolo «N».
S59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio.
Tutte le sostanze e i preparati pericolosi.
S60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti
pericolosi.
Tutte le sostanze e i preparati pericolosi.
S61 Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in
materia di sicurezza.
Sostanze e preparati pericolosi per l'ambiente.
S62 In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente il
medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta.
Sostanze e preparati classificati come nocivi e caratterizzati dalla frase R65.
S63 In caso di incidente per inalazione, allontanare l'infortunato dalla zona
contaminata e mantenerlo a riposo.
Sostanze e preparati molto tossici e tossici (gas, vapori, particelle, liquidi volatili)
- substsostanze e preparati che provocano sensibilizzazione delle vie respiratorie.
Criteri d'impiego: obbligatoria per le sostanze e i preparati cui sono state
assegnate le frasi R26, R23 o R24 e che vengono correntemente utilizzati in
maniera da poter essere accidentalmente inalati.
S64 In caso di ingestione, sciacquare la bocca con acqua (solamente se l'infortunato è
cosciente). Sostanze e preparati corrosivi o irritanti.
S1/2 Conservare sotto chiave e fuori dalla portata dei bambini.
S3/7 Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco.
S3/9/14 Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da ... (materiali incompatibili
da precisare da parte del fabbricante).
S3/9/14/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato
lontano da ...
Materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante.
S3/9/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato.
S3/14 Conservare in luogo fresco lontano da ... (materiali incompatibili da precisare da
parte del fabbricante).
S7/8 Conservare il recipiente ben chiuso e al riparo dall'umidità.
S7/9 Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato.
S7/47 Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a ... °C (da
precisare da parte del fabbricante).
S20/21 Non mangiare, né bere, né fumare durante l'impiego.
178
S24/25 Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle.
S27/28 In caso di contatto con la pelle, togliersi di dosso immediatamente gli indumenti
contaminati
e lavarsi immediatamente e abbondantemente con ... (prodotti idonei da indicarsi
da parte del fabbricante).
S29/35 Non gettare i residui nelle fognature; non disfarsi del prodotto e del recipiente se
non con le dovute precauzioni.
S29/56 Non gettare i residui nelle fognature; smaltire questo materiale e i relativi
contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali.
S36/37 Usare indumenti protettivi e guanti adatti.
S36/37/39 Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S36/39 Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S37/39 Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi/la faccia.
S47/49 Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a ... °C
(da precisare da parte del fabbricante).
Misure generali e specifiche di tutela
Le misure e principi generali per la prevenzione dei rischi chimici si devono attuare sempre e
sono sufficienti quando risulta un livello di rischio irrilevante per la salute e/o basso per la
sicurezza: i rischi derivanti da agenti chimici pericolosi devono essere eliminati o ridotti al
minimo mediante le seguenti misure:
a) progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione sul luogo di lavoro;
b) fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico e relative procedure di
manutenzione adeguate;
c) riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti;
d) riduzione al minimo della durata e dell'intensità dell'esposizione;
e) misure igieniche adeguate;
f) riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione delle
necessità della lavorazione;
g) metodi di lavoro appropriati comprese le disposizioni che garantiscono la sicurezza nella
manipolazione, nell'immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro di agenti
chimici pericolosi nonché dei rifiuti che contengono detti agenti chimici.
Misure specifiche di protezione e di prevenzione devono essere adottate sempre in aggiunta
alle misure generali quando non risulta un livello di rischio irrilevante per la salute e/o basso per la sicurezza.
1. Il datore di lavoro, sulla base dell'attività e della valutazione dei rischi di cui all'articolo 223,
provvede affinché il rischio sia eliminato o ridotto mediante la sostituzione, qualora la natura
dell'attività lo consenta, con altri agenti o processi che, nelle condizioni di uso, non sono o
sono meno pericolosi per la salute dei lavoratori. Quando la natura dell'attività non consente
di eliminare il rischio attraverso la sostituzione, il datore di lavoro garantisce che il rischio sia
179
ridotto mediante l'applicazione delle seguenti misure, da adottarsi nel seguente ordine di
priorità:
a) progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché uso di
attrezzature e materiali adeguati;
b) appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio;
c) misure di protezione individuali, compresi i dispositivi di protezione individuali, qualora
non si riesca a prevenire con altri mezzi l'esposizione;
d) sorveglianza sanitaria dei lavoratori
2. Salvo che possa dimostrare con altri mezzi il conseguimento di un adeguato livello di
prevenzione e di protezione, il datore di lavoro, periodicamente ed ogni qualvolta sono
modificate le condizioni che possono influire sull'esposizione, provvede ad effettuare la
misurazione degli agenti che possono presentare un rischio per la salute, con metodiche
standardizzate di cui è riportato un elenco meramente indicativo nell'allegato XLII o in loro
assenza, con metodiche appropriate e con particolare riferimento ai valori limite di
esposizione professionale e per periodi rappresentativi dell'esposizione in termini spazio
temporali.
3. Quando sia stato superato un valore limite di esposizione professionale stabilito dalla
normativa vigente, il datore di lavoro identifica e rimuove le cause che hanno cagionato tale
superamento dell'evento, adottando immediatamente le misure appropriate di prevenzione e
protezione.
4. I risultati delle misurazioni di cui al comma 2 sono allegati ai documenti di valutazione dei
rischi e resi noti ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori. Il datore di lavoro tiene
conto delle misurazioni effettuate ai sensi del comma 2 per l'adempimento degli obblighi
conseguenti alla valutazione dei rischi di cui all'articolo 223. Sulla base della valutazione
dei rischi e dei principi generali di prevenzione e protezione, il datore di lavoro adotta le
misure tecniche e organizzative adeguate alla natura delle operazioni, compresi
l'immagazzinamento, la manipolazione e l'isolamento di agenti chimici incompatibili fra di
loro; in particolare, il datore di lavoro previene sul luogo di lavoro la presenza di
concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili o quantità pericolose di sostanze
chimicamente instabili.
Rischi per la sicurezza
5. Laddove la natura dell'attività lavorativa non consenta di prevenire sul luogo di lavoro la
presenza di concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili o quantità pericolose di
sostanze chimicamente instabili, il datore di lavoro deve in particolare:
a) evitare la presenza di fonti di accensione che potrebbero dar luogo a incendi ed
esplosioni, o l'esistenza di condizioni avverse che potrebbero provocare effetti fisici
dannosi ad opera di sostanze o miscele di sostanze chimicamente instabili;
b) imitare, anche attraverso misure procedurali ed organizzative previste dalla normativa
vigente, gli effetti pregiudizievoli sulla salute e la sicurezza dei lavoratori in caso di
incendio o di esplosione dovuti all'accensione di sostanze infiammabili, o gli effetti
dannosi derivanti da sostanze o miscele di sostanze chimicamente instabili.
6. Il datore di lavoro mette a disposizione attrezzature di lavoro ed adotta sistemi di
protezione collettiva ed individuale conformi alle disposizioni legislative e regolamentari
pertinenti, in particolare per quanto riguarda l'uso dei suddetti mezzi in atmosfere
potenzialmente esplosive.
180
7. Il datore di lavoro adotta misure per assicurare un sufficiente controllo degli impianti,
apparecchi e macchinari, anche mettendo a disposizione sistemi e dispositivi finalizzati alla
limitazione del rischio di esplosione o dispositivi per limitare la pressione delle esplosioni.
8. Il datore di lavoro informa i lavoratori del superamento dei valori limite di esposizione
professionale, delle cause dell'evento e delle misure di prevenzione e protezione adottate e
ne dà comunicazione, senza indugio, all'organo di vigilanza.
DPI (Dispositivi di Protezione Individuali)
Definizioni
Si definisce DPI qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore per
proteggerlo contro uno o più rischi per la sicurezza o la salute durante il lavoro, inclusi
complementi o accessori. I DPI devono essere utilizzati solo quando, dopo avere adottato tutte
le misure generali e specifiche di tutela, permangono rischi per la Salute o per la Sicurezza.
Caratteristiche e classificazione
I DPI devono essere utilizzati quando non è possibile eliminare i rischi con altre misure
tecniche o organizzative.
Inoltre:
• devono essere adeguati al tipo di rischio e alle condizioni di lavoro;
• devono essere scelti adeguatamente per tipologia ed efficienza;
• non devono determinare un incremento del rischio;
• devono tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore (comfort:
leggeri, adattabili, trasportabili);
• devono poter essere adattati all'utilizzatore;
• i DPI devono essere utilizzati garantendo l’ igiene dell’utilizzatore;
• se è necessario utilizzare più DPI contemporaneamente essi devono essere compatibili
tra loro ed efficaci;
• devono essere certificati conformemente al D.Lgs. 475/1992 ed avere la marcatura
"CЄ" sull'imballaggio originale e sul DPI in modo visibile, leggibile e indelebile;
• devono essere corredati da istruzioni per l'uso e la manutenzione, il grado di protezione
assicurato, il termine di scadenza dei DPI o dei suoi componenti;
• devono essere scelti in funzione delle caratteristiche delle sostanze pericolose e delle
modalità di utilizzo.
Classificazione (art. 4 D.lgs. 475/1992)
1a categoria (prima
categoria)
di progettazione semplice,
destinati a salvaguardare la
persona da rischi di danni
fisici di lieve entità
i.e.: guanti per detersivi
3a categoria (terza
categoria)
di progettazione complessa,
i.e.: apparecchi di protezione delle vie respiratorie
181
destinati a salvaguardare da
rischi di morte o lesioni
gravi e di carattere
permanente.
2a categoria (seconda
categoria)
vi rientrano quelli che non
rientrano nelle altre due
precedenti categorie
i.e.: camici
Tipologie
I DPI vengono suddivisi in funzione delle parti del corpo che devono proteggere:
PROTEZIONE DELLA TESTA
PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO
PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI
PROTEZIONE DEL CORPO
PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI
Requisiti Essenziali di Salute e Sicurezza – RES (D.Lgs. 475/92 allegato II)
Il fabbricante in fase progettazione del DPI ne verifica la rispondenza ai requisiti di sicurezza previsti dalla norma (All. II del D.Lgs. 475/92):
1. requisiti di carattere generale (i.e. ergonomia, livelli e classi di protezione, innocuità, nota
informativa, etc.);
2. requisiti supplementari, comuni a diverse categorie o tipi di DPI (sistemi di regolazione,
limitazione dei movimenti, impigliamento, etc.);
3. requisiti supplementari specifici per rischio (quali: solidità, efficienza, durata della
protezione)
La marcatura CЄ garantisce il possesso dei RES
La marcatura deve comprendere: il nome, marchio o altro elemento di identificazione del
fabbricante,il modello del DPI (nome commerciale, codice, etc.) e le caratteristiche del DPI (taglia, prestazioni, pittogrammi, etc.)
182
Obblighi del Datore di lavoro
Scelta:
Il DDL deve scegliere i DPI in funzione del rischio, delle caratteristiche ergonomiche e di affidabilità e funzionalità, etc.
- si consulta con il RLS (rappresentante dei lavoratori
per la sicurezza) e con il medico competente;
- rende partecipi della scelta i lavoratori.
INFORMAZIONE/FORMAZIONE, ASSEGNAZIONE, ADDESTRAMENTO, MANUTENZIONE:
Il DDL deve:
• fornire istituzioni comprensibili ai lavoratori;
• informare preliminarmente i lavorator dei rischi dai quali il DPI li protegge, mettendo a
disposizioneadeguate informazioni;
• assicurare una formazione adeguata e organizzare uno specifico addestramento sull’uso
corretto e pratico dei DPI di “terza categoria”
• fornire ai lavoratori DPI conformi;
• verificare che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, in conformità alle
informazioni delfabbricante;
• destinare ogni DPI ad un uso personale.
È opportuno predisporre delle SCHEDE per ogni lavoratore con i dati tecnici dei DPI consegnati,
la data di consegna. Le schede devono essere consultabili dai lavoratori,dal RSPP, dal RLS ed
dal medico competente deve essere regolarmente effettuata la manutenzione controllando lo stato, il ricambio delle parti deteriorate e o usurate, la pulizia e la disinfezione
Protezione degli occhi e del viso
I lavoratori esposti al pericolo di offesa agli occhi per proiezioni di schegge o di materiali
roventi, caustici, corrosivi o comunque dannosi, devono essere muniti di occhiali, visiere o
schermi appropriati.
Essi debbono avere un campo visivo sufficientemente ampio, essere leggeri e facilmente
sopportabili in relazione al tempo di impiego e presentare caratteristiche ottiche adeguate al
tipo di lavoro, alla sua durata ed alla capacità visiva dell’operatore (se l’operatore ha difetti
visivi, gli occhiali protettivi debbono avere lenti correttive graduate secondo prescrizione
oculistica).
Gli occhiali a tenuta di gas devono avere la montatura che aderisce alla pelle e in quelli di
protezione contro le schegge o corpuscoli, la montatura deve distribuire uniformemente le
sollecitazioni sulla parte del viso con cui sono a contatto.
La protezione degli occhi e del viso si può ottenere, sia con dispositivi o accessori
appositamente dedicati, oppure integrata con altri sistemi di protezione (i.e. maschere antigas, etc.).
Guanti per rischi chimici (EN374)
La resistenza alle varie sostanze chimiche dei materiali che costituiscono i guanti dipende da
diversi fattori tra cui la concentrazione della sostanza, la temperatura, lo spessore e il tempo di
immersione per cui è sempre consigliabile effettuare prove prima di destinarli all’uso.
I materiali d’impiego più comuni sono: lattice, neoprene, nitrile, pvc, polietilene, polivinil
183
alcole, hypalon, butile, etc. (es. manipolazione di oggetti acidi, basi, solventi, oli, etc.)
Esempio: resistenza dei materiali impiegati nei guanti di un agente chimico manipolato
La tabella seguente fornisce indicazioni generali.
Resistenza dei guanti
La resistenza dipende: dal tempo di permeazione, ossia dal tempo espresso in minuti primi che
l’agente chimico impiega per attraversare lo spessore del guanto; dal flusso di permeazione,
ossia dalla quantità di agente chimico che passa attraverso il guanto nell’unità di tempo e di
superficie.
Il livello di degradazione rappresenta il tempo necessario affinché il DPI perda il 30% della sua
forza tensile degenerando.
I tempi di permeazione, forniti dal produttore, non corrispondono ai tempi di durata della
protezione del guanto (durata reale della protezione) che dipende anche dallo spessore del
guanto, dal materiale costituente lo stesso, dalla concentrazione dell’agente chimico e dalla
sua temperatura, dalle modalità di contatto guanto-sostanza, etc.
Tute - impermeabili
In presenza di rischi particolari è necessario proteggere il corpo con tute o impermeabili in
tessuti plastificati o gommati.
Per la protezione da atmosfere nocive si può ricorrere a tute antigas ermeticamente chiuse,
anche a pressurizzazione interna, mentre contro il calore radiante o a contatto diretto con le
fiamme o materiale incandescente si impiegano, a seconda del caso, indumenti in materiale
ignifugo o autoestinguente, termoriflettente e ad alta coibenza.
Protezione arti inferiori (PIEDI)
Quando esiste il rischio che metalli fusi (nel caso di lavoro in fonderia) o sostanze aggressive
possano introdursi nella scarpa, si impiegano calzature che consentano lo sfilamento rapido.
Protezione arti inferiori (PIEDI)
scarpe di sicurezza a sfilamento rapido: con suola imperforabile e puntale di protezione,
destinati a tutte quelle lavorazioni in cui sia presente il rischio di perforazione o schiacciamento
(i.e. lavori di demolizione, di carpenteria, movimentazione di materiali, scavi, etc.).
stivali alti in gomma: da utilizzarsi durante i getti di calcestruzzo o per lavorazioni in zone
acquitrinose, o comunque ogni volta che vi sia la presenza di un significativo strato d’acqua.
Protezioni speciali
SCAFANDRI
Lavorazioni: lavori che comportano un elevato rischio di contatto con sostanze molto pericolose
184
sia per la loro natura chimica che per la natura delle lavorazioni (rimozione di amianto molto
friabile, sabbiatura di grandi superfici, lavori di pompaggio, etc.)
Protezione delle vie respiratorie (APVR)
I dispositivi di protezione delle vie respiratorie si classificano in:
1. dipendenti dall’atmosfera ambiente (dispositivi filtranti: contro particelle, gas e vapori,
particelle/gas/vapori). Possono essere distinti in respiratori a filtro: non assistiti (l’aria
ambiente è resa respirabile dal filtro e passa attraverso il facciale mediante l’azione dei
polmoni), a ventilazione assistita (l’aria ambiente, resa respirabile dal filtro viene immessa
all’interno del facciale, che può essere una maschera intera, semintera o un quarto di
maschera, mediante un elettroventilatore trasportato dall’utilizzatore), a ventilazione
forzata ((l’aria ambiente, resa respirabile dal filtro viene immessa all’interno del facciale,
che è un cappuccio o un elmetto, mediante un elettroventilatore trasportato dallo stesso
utilizzatore);
2. non dipendenti dall’atmosfera ambiente (dispositivi di tipo isolante).
Dispositivi di tipo Filtrante
I facciali filtranti antipolvere sono generalmente di colore bianco e sono costituiti interamente o
prevalentemente da materiale filtrante attraverso il quale passa l’aria inspirata; il respiratore
copre almeno il naso e la bocca.
L’aria espirata può essere scaricata attraverso lo stesso materiale filtrante o attraverso una valvola di espirazione.
I respiratori antipolvere trattengono sostanze particellari (polveri, fibre, fumi, nebbie), ma non
proteggono dai gas. I respiratori con filtro antipolvere non devono essere utilizzati in:
• ambienti in cui potrebbe esserci insufficienza di ossigeno (ossia un concentrazione di
ossigeno nell’aria ambiente inferiore al 17% in volume), ma anche in eccesso di O2
concentrazione superiore al 25% in volume;
• dove ci sono gas o vapori inquinanti;
• in atmosfere con immeditato pericolo per la vita o la salute.
185
I filtri antipolvere sono classificati secondo la loro efficienza filtrante. Esistono tre classi di filtri
antipolvere P1, P2 e P3.
I filtri per vapori sono detti antigas e si dividono in tre classi a seconda della capacità di
adsorbimento degli inquinanti.
Classi di filtri UNI EN 141
I filtri antigas dei tipi A, B, E e K sono classificati, in funzione della loro capacità, come segue:
- Classe 1: filtri di piccola capacità;
- Classe 2: filtri di media capacità;
- Classe 3: filtri di grande capacità.
La protezione assicurata dai filtri di classe 2 o di classe 3 include la protezione assicurata dal
filtro corrispondente della classe inferiore.
La classificazione del filtro combinato include quella del filtro antipolvere secondo la EN 143.
TIPO PROTEZIONE COLORE del FILTRO
A per gas e vapori di composti organici con punto di ebollizione >65°C MARRONE
AX per gas e vapori di composti organici con punto basso di ebollizione >65°C
MARRONE
B per gas e vapori di composti organici (escluso CO), secondo le indicazioni del fabbricante
GRIGIO
E per anidride solforosa ed altri gas e vapori acidi, secondo le indicazioni del fabbricante
GIALLO
K per ammoniaca e derivati organici ammoniacali, secondo le indicazioni del fabbricante
VERDE
186
La durata del filtro dipende da molti fattori fra i quali natura e concentrazione del
contaminante, umidità, temperatura, frequenza e volume respiratorio. Esistono modelli di
calcolo per stabilire la durata teorica del filtro evitando di raggiungere la condizione in cui
l’utilizzatore avverte l’odore o il sapore della sostanza: ciò avviene quando il carbone attivo è
saturo ed ha quindi esaurito la sua capacità di assorbimento.
Respiratori Isolanti e classificazione (RESPIRATORI NON AUTONOMI) Utilizzano aria pulita non proveniente dall’ambiente contaminato e si utilizzano se:
- la concentrazione dei dell’ossigeno nell’atmosfera è al i sotto del 17% in volume; la
natura delle sostanze tossiche non è nota; la concentrazione degli inquinanti è troppo
elevata, al di sopra dei limiti di utilizzo dei filtri;
- la natura e la concentrazione dell’inquinate è tale da costituire un pericolo anche per
brevi esposizioni (sostanze inodori o con soglia olfattiva maggiore del TLV/TWA (valore
limite di esposizione professionale riferito alle otto ore di lavoro giornaliero).
Maschere ad adduzione d’aria esterna
Sono costituite da un facciale collegato ad un tubo flessibile la cui estremità libera viene
portata in zona non inquinata; oltre un certa lunghezza del tubo adduttore l’invio d’aria viene
effettuato per mezzo di un dispositivo di ventilazione azionato manualmente.
Nei respiratori non autonomi l’aria respirabile viene convogliata da una sorgente d’aria pura
all’interno del facciale attraverso un tubo di alimentazione che limita i movimenti dell’operatore
e la distanza alla quale può essere svolto l’intervento.
La lunghezza massima del tubo dipende dalle caratteristiche costruttive del dispositivo indicate dalle relative schede tecniche.
22. ESITO DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE RISCHIO RUMORE UFFICI
RELAZIONE INTRODUTTIVA
Al fine di valutare correttamente l'esposizione dei lavoratori al rumore, è utile applicare un metodo
di misurazione oggettivo e, pertanto, viene fatto riferimento allo standard generalmente riconosciuto
Iso 1999:1990. I valori riscontrati o oggettivamente misurati dovrebbero essere decisive per avviare
le azioni previste per i valori superiori e inferiori di esposizione che fanno scattare l'azione. Valori
limite di esposizione sono necessari per evitare danni irreversibili all'udito dei lavoratori; il livello di
rumore che raggiunge l'orecchio deve restare al di sotto dei valori limite di esposizione.
22.1.1. VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Ai sensi dell’art. 190 del D.Lgs. 81/08, è stato valutato il rumore durante le effettive attività
lavorative, prendendo in considerazione in particolare:
1. Il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo
2. I valori limite di esposizione ed i valori di azione di cui all’art. 189;
3. Tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al
rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e i minori
187
4. Gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti dalle interazioni tra rumore e
sostanze ototossiche connesse all’attività svolta e fra rumore e vibrazioni;
5. Le informazioni sull’emissione di rumore fornite dai costruttori delle attrezzature impiegate,
in conformità alle vigenti disposizioni in materia
6. L'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore;
7. Il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in
locali di cui e' responsabile
8. Le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile,
quelle reperibili nella letteratura scientifica;
9. La disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di
attenuazione.
EFFETTI SULLA SALUTE
Il rumore è causa di danno (ipoacusia, sordità) e comporta la malattia professionale statisticamente
più significativa. Gli effetti nocivi dipendono da tre fattori:
1. intensità
2. frequenza
3. durata nel tempo dell’esposizione al rumore.
effetti uditivi: vanno ad incidere negativamente a carico dell'organo dell'udito provocando all'inizio
fischi e ronzii alle orecchie con una iniziale transitoria riduzione della capacità uditiva e successiva
sordità, che in genere è bilaterale e simmetrica. Il rumore agisce sull’orecchio umano causando
secondo la natura e l’intensità della stimolazione sonora:
1. uno stato di sordità temporanea con recupero della sensibilità dopo riposo notturno in ambiente
silenzioso
2. uno stato di fatica con persistenza della riduzione della sensibilità e disturbi nell’udibilità della
voce di conversazione per circa 10 giorni
3. uno stato di sordità da trauma acustico cronico con riduzione dell'intelligibilità del 50%.
effetti extrauditivi: insonnia, facile irritabilità, diminuzione della capacità di concentrazione sino a
giungere ad una sindrome ansioso-depressiva, aumento della pressione arteriosa, difficoltà digestiva,
gastriti od ulcere, alterazioni tiroidee, disturbi mestruali, ecc.
22.1.2. DEFINIZIONI RICORRENTI
Qui di seguito vengono riportate le definizioni ricorrenti citate nell’articolo 188 del D.Lgs.
81/08:
Pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea
ponderata in frequenza «C»;
Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito a 20 μgPa]: valore
medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una
giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999:1990
punto 3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo;
188
Livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,w): Valore medio, ponderato in
funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale
di cinque giornate lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999:1990
punto 3.6, nota 2.
22.1.3. VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE E VALORI DI AZIONE
I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione
giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a:
Valori limite di esposizione
rispettivamente LEX,8h= 87 dB(A) e ppeak= 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 μPa);
Valori superiori di azione
rispettivamente LEX,8h= 85 dB(A) e ppeak= 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 μPa);
Valori inferiori di azione
rispettivamente LEX,8h= 80 dB(A) e ppeak= 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 μPa).
22.1.4. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
I principali riferimenti normativi riguardanti il rischio rumore sono riportati, seppur in
maniera non esaustiva, nella seguente tabella:
Rif. normativo Contenuto
D. Lgs. n. 81/08 Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro
ISO 1999:1990 Determinazione del livello di esposizione personale al rumore nell’ambiente di lavoro
22.1.5. CARATTERISTICHE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
La scelta del mezzo di protezione dipende dalle caratteristiche del rumore. Si distinguono: 1. mezzi ad inserimento (tappi, inserti) 2. cuffie 3. auricolari 4. caschi
I tappi e gli inserti (spesso monouso) si inseriscono direttamente nel canale acustico esterno e sono suddivisi a loro volta in inserti sagomati, in materiale plastico morbido poco deformabile; inserti deformabili, costituiti da materiali con elevate capacità plastiche (schiume, siliconi, etc.). Essi permettono di raggiungere tra gli 8 ed i 30 dB di attenuazione a seconda della composizione in frequenza del rumore da attenuare. Le cuffie si applicano esternamente a protezione dell'orecchio. I modelli più efficienti sono quelli dotati di auricolari in PVC pieni di liquido fonoassorbente e permettono di raggiungere tra i 25 ed i 40 dB di attenuazione.
189
In condizioni particolari caratterizzate da livelli elevati di rumore (sale prove motori, collaudo di aerei a terra, ecc.) le cuffie possono essere integrate da caschi che, riducendo la trasmissione del rumore attraverso le ossa del cranio, permettono di portare i livelli di rumore entro i limiti di legge. Nella seguente tabella sono riportati i valori di attenuazione in dB ottenibile, al variare della frequenza, con l'impiego dei principali D.P.I.
DPI Frequenza (Hz)
125 250 500 1000 2000 4000 8000
Inserti sagomati
10-30 10-30 15-35 20-35 20-40 35-45 25-45
Inserti deformabili
20-35 20-35 25-40 25-40 30-40 40-45 35-45
Semi-inserti 10-25 10-25 10-30 10-30 20-35 25-40 25-40
Cuffie
5-20 10-25 15-30 25-40 30-40 30-40 25-40
Cuffie e inserto
(insieme) 20-40 25-45 25-50 30-50 35-45 40-50 40-50
Secondo quanto indicato nell’articolo 193 del D.Lgs 81/08, inoltre, il datore di lavoro terrà conto dell'attenuazione
prodotta dai dispositivi di protezione individuale dell'udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare l’efficienza
dei DPI uditivi e il rispetto del valore limite di esposizione. I mezzi individuali di protezione dell'udito sono considerati
adeguati ai fini delle presenti norme se, correttamente usati, mantengono un livello di rischio uguale od inferiore ai
livelli inferiori di azione:
LEX,8h= 80 dB(A) e ppeak= 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 μPa).
METODO DI CALCOLO
Per caratterizzare un rumore variabile in certo intervallo di tempo T, si introduce il Livello sonoro continuo equivalente:
T
Aeq dtP
tp
TLogL
0
2
0
))(
(*1
**10
che è il livello, espresso in dB, di un ipotetico rumore costante che, se sostituito al rumore reale per lo stesso intervallo
di tempo T, comporterebbe la stessa quantità totale di energia sonora.
Per la valutazione dell’esposizione personale giornaliera al rumore di un lavoratore, si calcolerà il LEX,8h:
LEX,8h = 10 * Log10
* [(1/T0) * (Ti * 10 Li / 10 )] dB(A)
190
Dove:
Ti è il tempo di esposizione quotidiano di un lavoratore alla fonte di rumore inserita, in minuti
Li è il livello equivalente continuo della fonte di rumore i-esima.
T0 pari ad 8 ore lavorative, ossia 480 min.
Si calcolerà inoltre il Lep,w ossia la media settimanale dei valori quotidiani di esposizione, definito nel seguente modo:
LEX,w = 10 * Log10
* [(1/5) * (10 [(LEX,8h)i / 10)]] dB(A)
essendo LEX,8h il livello di esposizione calcolato giornalmente.
22.1.6. LIVELLI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE E CLASSI DI RISCHIO
Il D.Lgs. 81 del 09.04.2008 in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall'esposizione al rumore durante il lavoro, in definitiva fissa 4 Classi di Esposizione al Rumore, come qui di seguito riportato:
Classe di RISCHIO Esposizione totale dB(A) Pressione di picco ppeak dB(C)
0
Esposizione ≤ 80
Ppeak ≤ 135
1
80 < Esposizione ≤ 85
135 < Ppeak ≤ 137
2
85 < Esposizione ≤ 87
137 < Ppeak ≤ 140
3
Esposizione > 87
Ppeak > 140
CALCOLO DELL’ESPOSIZIONE AL RUMORE
(AI SENSI DEL D. LGS. 81/2008)
22.1.7. VALUTAZIONE DELL’ ESPOSIZIONE QUOTIDIANA E SETTIMANALE
Per la valutazione dell’esposizione quotidiana e settimanale, sono state desunte sia le fonti di
rumore, sia i relativi tempi di esposizione.
Le fonti di rumore ed i relativi valori di Laeq espressi in dB(A) sono riportati nella seguente tabella.
Descrizione fonte di rumore LAeq dB(A) Fonte desunta da
Utente-Stampante laser 30 libretto
Utente-Fotocopiatrice 50 libretto
Utente-Voce parlata 50 Fonte ISPESL
Utente-Ventola raffreddamento PC 30 Internet
Utente-Condizionatore 22 libretto
Utente-plotter 60 libretto
191
Ne deriva la seguente tabella di calcolo:
Tempi di esposizione Ti (minuti)
Fonte Di Rumore Laeq dB(A) Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
Utente-Stampante laser 30 30 30 30 30 30 0 0
Utente-Fotocopiatrice 50 240 240 240 240 240 0 0
Utente-Voce parlata 50 30 30 30 30 30 0 0
Utente-Ventola raffreddamento PC 30 10 10 10 10 10 0 0
Utente-Condizionatore 22 180 180 180 180 180 0 0
Utente-plotter 60 30 30 30 30 30 0 0
Tempi
totali 520 520 520 520 520 0 0
LEX,8h
dB(A) 50.75 50.75 50.75 50.75 50.75 0 0
LEX,w
dB(A) 50.75
Tenuto conto delle esposizioni quotidiane e della esposizione settimanale, il valore finale
calcolato risulta pari a
50.75 dB(A)
Per quanto concerne il valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in
frequenza:
ppeak <= 135 db(C)
I risultati sono stati ottenuti mediante le seguenti formule:
LEX,8h = 10 * Log10
* [(1/480) * (Ti * 10 Li / 10 )] dB(A)
LEX,w = 10 * Log10
* [(1/5) * (10 [(LEX,8h)i / 10)]] dB(A)
essendo:
LEX,8h dB(A) l’esposizione quotidiana
LEX,w dB(A) l’esposizione settimanale
Ti, Li rispettivamente il tempo di esposizione (minuti) e LAeq i-esimi
dB(A)
(Lep,d)i l’esposizione quotidiana della i-esima giornata
ppeaK Pressione acustica di picco dB(C)
Nel caso in esame, considerato che l’ Esposizione complessiva è pari a 50.75 dB(A), la Classe
di Rischio risulta essere:
Classe di rischio 0
192
23. ESITO DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE RISCHIO RUMORE E VIBRAZIONI
OFFICINE TIPOGRAFICHE
Data valutazione:7 Ottobre 2010 a cura dell’Ing. Barrera Giuseppe
1. PREMESSA
Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 , n. 81 - Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto
2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (G.U. n.
101 del 30 aprile 2008) si propone come legge quadro in materia di controllo ambientale nei
luoghi di lavoro. Il Decreto individua i parametri e gli indici per la valutazione della
sicurezza, delle condizioni di salute e di benessere degli operatori; gli elementi di misura e
di controllo vanno ricercati nelle normative specifiche di settore.
[1] L’esposizione quotidiana personale di un lavoratore al rumore può essere calcolata in
fase preventiva facendo riferimento ai tempi di esposizione e ai livelli di rumore standard
individuati da studi e misurazioni la cui validità è riconosciuta dalla commissione prevenzioni
infortuni.
[2] Sul rapporto di valutazione va riportata la fonte documentale a cui si fa riferimento.
[3] Nel caso di lavoratori adibiti a lavorazioni e compiti che comportano una variazione
notevole dell’esposizione quotidiana al rumore da una giornata lavorativa all’altra può essere fatto
riferimento, ai fini dell’applicazione della vigente normativa, al valore dell’esposizione settimanale
relativa alla settimana di presumibile maggiore esposizione nello specifico cantiere, calcolata in
conformità a quanto previsto dal D.Lgs 81/08.
E’ prevista cioè la possibilità di valutare il Livello di esposizione per i lavoratori dei singoli
cantieri in maniera semplificata, ricorrendo a dati di letteratura riconosciuti validi, senza
costringere le Imprese a valutazioni complesse per ogni cantiere, che risulterebbero di
scarsissimo significato preventivo, poco verificabili e non ripetibili.
Appare sottinteso che per tipologie diverse di cantiere, e comunque ogni volta che sarà
necessario, si dovranno eseguire, con lo stesso metodo, ulteriori valutazioni di aggiornamento. La
semplificazione introdotta da questo articolo non deve però essere in alcun modo di ostacolo al
rispetto del D.Lgs 81/08, che è di carattere eminentemente preventivo, rivolto cioè
all’individuazione delle situazioni a maggior rischio e alla loro bonifica.
In ogni cantiere si dovrà perciò essere in grado di confrontare i livelli sonori delle proprie
fonti di rumore con quelli di riferimento usati per il calcolo dei Lep. Pertanto, quando vi sia la
possibilità che il livello sonoro di macchine ed impianti, magari obsoleti, non sia confrontabile con
quello di riferimento, si dovrà provvedere alla misurazione strumentale in loco. Solo in tale modo
si potranno predisporre gli interventi di bonifica alla fonte, i programmi formativi, le procedure di
lavoro corrette in grado di ridurre il rischio per i lavoratori. Dato che in un determinato cantiere i
livelli di esposizione giornaliera dei lavoratori si diversificano molto a seconda della fase di
avanzamento dei lavori, mentre la loro variabilità all’interno di ciascuna fase è in genere
contenuta, appare del tutto giustificato che vengano valutati non solo i livelli massimi ricorrenti,
relativi all’intera durata del cantiere, ma anche i livelli medi relativi ad ogni fase e la durata di
tutte le singole fasi.
Fondamentale è indicare che la permanenza dei lavoratori nei luoghi di attività comporta
esposizione a fattori ambientali che possono interferire con meccanismi differenziati sulla salute e
sulle condizioni di benessere. Possono distinguersi effetti di:
193
- Danno: una qualsiasi alterazione, non reversibile o almeno non completamente reversibile,
che sia obiettivabile dal punto di vista clinico e/o anatomo-patologico.
- Disturbo: una qualsiasi alterazione temporanea delle condizioni psicofisiche del soggetto che
sia chiaramente obiettivabile determinando effetti fisiopatologici ben definiti.
- Fastidio: un "sentimento di scontentezza" riferito ad uno dei fattori ambientali che l'individuo
sa o crede che possa agire su di lui in modo negativo; rappresenta la risposta soggettiva agli
effetti combinati di natura psicologica, sociologica ed economica.
-
Tra i principi di prevenzione contenuti nel D.Lgs 81/08 D.Lgs 81/08 a cui il committente o
il responsabile dei lavori all'atto della progettazione deve attenersi, vi è la valutazione dei rischi
lavorativi e la conseguente programmazione delle misure di prevenzione integrate con quelle
tecniche ed organizzative.
L’obbligo vige per qualsiasi cantiere temporaneo o mobile come definito dal
D.Lgs 81/08, indipendentemente dall'entità e la valutazione dei rischi dovrà
considerare in particolare la tipologia delle lavorazioni, dei pericoli presenti, del rischio
associato a ciascun pericolo.
Di tale analisi (pur se a volte condizionata in questa fase dalla non completa disponibilità
delle necessarie informazioni e conoscenze - che devono comunque essere esplicitate ed
evidenziate - e che dovrà quindi subire ulteriori aggiornamenti e revisioni) si terrà conto nelle
scelte tecniche ed organizzative del progetto esecutivo dell'opera.
In Figura 1 si riporta uno schema sintetico (tratto dalla procedura CEE) del percorso operativo
(anche non formalizzato in specifico piano) di individuazione dei pericoli, di valutazione dei rischi e
di identificazione delle misure preventive.
194
Figura 1: MAPPA DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DEL
RISCHIO (metodologia CEE)
1. Individuazione iniziale dei pericoli
è necessaria una valutazione
2. dettagliata
rischi ben noti
ed adeguatamente controllabili
con misure già note
3.
raccolta delle informazioni: ambientali, mansioni, sostanze utilizzate,
4. esposti, esperienze precedenti
5. individuazione dei pericoli oggetto di approfondimento
6. individuazione dei lavoratori esposti
valutazione dei rischi
(probabilità di danno/gravità del danno)
7.
le adeguate misure
di prevenzione da adottarsi
sono note
8.
le adeguate misure di prevenzione
da adottarsi non sono note
ricerca di misure di prevenzione integrative o alternative per
l’abbassamento ed il controllo del rischio
9.
registrazione della valutazione e pianificazione temporale del programma
10. di attuazione delle misure di prevenzione individuate
programmazione del monitoraggio della valutazione del rischio e di
11. revisione delle misure di prevenzione e protezione adottate
195
Per quanto riguarda il danno uno strumento per la valutazione ed il controllo del rischio è
costituito dal D.Lgs 81/08: - Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in cui come parametri
ambientali sono presi in considerazione agenti chimici, fisici e biologici. Tra i detti parametri
particolare interesse assumono oggi i rumori.
Il decreto é operante in tutti gli ambienti destinati ad attività produttive salvo per quanto
concerne l'immissione di rumore da sorgenti sonore esterne ai locali (oggi regolata dalla legge
quadro sull'inquinamento acustico, 26 ottobre 1995 n. 447).
196
2. L’ ESPOSIZIONE AL RUMORE: GENERALITA’
2.1. EFFETTI DEL RUMORE
L'ipoacusia, cioè la diminuzione fino alla perdita della capacità uditiva, è il danno da rumore
meglio conosciuto e più studiato; tuttavia il rumore agisce con meccanismo complesso anche su
altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri)
mediante attivazione o inibizione di sistemi neuroregolatori centrali o periferici.
Il rumore determina, inoltre, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni
verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza (con un aumento di probabilità degli
infortuni sul lavoro), favorisce l’insorgenza della fatica mentale, diminuisce l'efficienza del
rendimento lavorativo, provoca turbe dell'apprendimento ed interferenze sul sonno e sul riposo.
In Italia l'ipoacusia da rumore è la patologia professionale più frequentemente denunciata.
Dai dati INAIL la malattia professionale "Ipoacusia e sordità da rumori" rappresenta circa la metà
dei casi di tutte le malattie professionali denunciate nel ramo industria.
1.
In termini di effetti uditivi il rumore agisce sull'orecchio essenzialmente tramite l'energia
acustica. L'esposizione a rumori di elevata intensità e per lungo periodo di tempo provoca una
serie di alterazioni a carico delle strutture neuro-sensoriali dell'orecchio interno. L'organo del
Corti, nella coclea, è la sede principale in cui si realizzano i danni. Esso contiene due tipi di
cellule ciliate: quelle interne e quelle esterne (rispettivamente indicate come IHC e OHC; vedi
Figura 1).
Figura 1: Orecchio interno-Coclea; sezione dell’Organo del Corti
Le cellule denominate IHC sono i veri e propri recettori acustici, mentre le cellule indicate come
OHC agiscono come cellule motrici aumentando la sensibilità e la discriminazione del sistema
acustico.
Una gran parte dei danni acustici determinati dall’esposizione al rumore è causata da un
cattivo funzionamento dei suddetti meccanismi. L’esposizione a rumore determina un danno a
livello della sinapsi fra recettore e via nervosa afferente a livello delle IHC ed un danno alle OHC.
Il danno alla sinapsi della via afferente può essere reversibile mentre, se nelle OHC si instaura la
morte cellulare, il danno diviene irreversibile. Inoltre, a livello delle sinapsi fra IHC e via
afferente, i meccanismi riparativi non possono instaurarsi se l’esposizione a rumore è
continuativa. Anche esposizioni di carattere impulsivo prolungate nel tempo possono comportare
danni irreversibili.
197
Tali lesioni irreversibili, si manifestano con un innalzamento permanente della soglia uditiva. Il
danno da rumore si manifesta tipicamente come ipoacusia percettiva bilaterale.
Il rumore ad intensità più elevata (non inferiore a 120-130 dB secondo alcuni Autori)
determina effetti anche sulla porzione vestibolare con vertigini, nausea, disturbi dell'equilibrio di
solito reversibili dopo la cessazione dello stimolo sonoro.
La capacità uditiva si valuta mediante l'audiometria tonale (secondo i criteri indicati nel D.Lgs
81/08), comprendendo anche la frequenza di 8.000 Hz. Questa tecnica permette di misurare in
decibel la perdita dell'udito. L'orecchio con udito normale ha come livello sonoro di soglia il
valore zero che indica l'intensità minima di suono percepibile. La perdita uditiva, o ipoacusia,
espressa in decibel esprime la differenza tra il livello sonoro minimo che l'orecchio riesce a
percepire e lo zero, considerato convenzionalmente standard. La soglia uditiva, e quindi anche la
perdita uditiva, si valuta di solito alle frequenze di 250, 500, 1000, 2000, 3000, 4000, 6000, 8000
Hz. In un soggetto con udito normale la curva che risulta dalla audiometria non si discosta
eccessivamente dallo zero (comunque meno 25 dB).
Studi statistici mirati, riportati sulla norma ISO R 1999, hanno permesso di valutare la
percentuale di persone che presentano una perdita di udito naturale dovuto all’invecchiamento
(presbiacusia) utilizzando campioni significativi di persone esposte a livelli non superiori ad 80
dBA. Fissando come età iniziale i 18 anni, si hanno valori crescenti dall’1% fino al 50% dopo 45
anni. Tale informazione risulta particolarmente utile se si tiene presente che è pressoché nullo il
rischio di perdita uditiva nei riguardi della comunicazione verbale (ipoacusia) all’aumentare degli
anni di esposizione alle medesime condizioni acustiche negli ambienti di lavoro. Ciò consente
allora di discriminare, all’aumentare dei livelli di esposizione, l’effettiva percentuale di lavoratori
che statisticamente presentano una perdita di udito dovuta all’anzianità di servizio. La norma
citata riporta i dati diagnostici per valori di rumore ambientale compresi tra 80 dBA e 115 dBA con
passo di 5 dBA.
Se si adottano tali metodiche di previsione relative alla possibile insorgenza di otopatia da
rumore, con un LEP di 85 dBA si ha un rischio di handicap uditivo e risultano allora indispensabili i
controlli audiometrici ed otologici dei soggetti esposti. Le misure preventive riguardano
l’accertamento al momento dell’assunzione dell’esistenza di fattori predisponenti od ostacolanti
l’insorgenza della sordità da rumore ed i controlli audiometrici periodici (ogni sei mesi per i primi
tre anni di attività lavorativa e successivamente ogni anno) sui soggetti esposti a lavorazioni
rumorose.
Rischio percentuale di ipoacusia per esposizione a rumore per 8 ore al giorno e 250
giorni all’anno. a) Rischio (%) di ipoacusia. b) Percentuale (%) di persone esposte al
rumore con ipoacusia. Fonte: Raccomandazione ISO R 1999.
LAeq [dBA] Rischio di ipoacusia
(%)
Anni di esposizione
0 5 10 15 20 25 30 35 40
80 (a)
(b)
0 0 0 0 0 0 0 0 0
1 2 3 5 7 10 14 21 33
85 (a)
(b)
0 1 3 5 6 7 8 9 10
1 3 6 10 13 17 22 30 43
90 (a)
(b)
0 4 10 14 16 16 18 20 21
1 6 13 19 23 26 32 41 54
95 (a)
(b)
0 7 17 24 28 29 31 32 29
1 9 20 29 35 39 45 53 62
100 (a)
(b)
0 12 29 37 42 43 44 44 41
1 14 32 42 49 53 58 65 74
105 (a) 0 18 42 53 58 60 62 61 54
198
(b) 1 20 45 58 65 70 76 82 87
110 (a)
(b)
0 26 55 71 78 78 77 72 62
1 28 58 76 85 91 91 93 95
115 (a)
(b)
0 36 71 83 87 84 81 75 64
1 38 74 88 94 94 95 96 97
La risposta dell’ essere umano all’ esposizione al rumore è quindi un innalzamento della soglia
uditiva. Questo fenomeno è normalmente reversibile e prende il nome di “Spostamento
Temporaneo di Soglia”.
Si hanno: uno STS brevissimo, che è come un mascheramento residuo della durata di mezzo
secondo dallo stimolo; uno STS breve, della durata di un paio di minuti; uno STS2 (fatica uditiva
fisiologica) misurato due minuti dopo la fine dell’ esposizione al rumore, che interviene a certi
livelli di esposizione e che viene recuperato, con andamento logaritmico, entro 16 ore (cioè, in
termini lavorativi, prima della ripresa dell’ esposizione); infine uno STS16 (fatica uditiva
patologica) che non si recupera entro
le sedici ore e che a lungo andare
porta allo Spostamento Permanente
di Soglia, cioè alla ipoacusia da
rumore prima descritta.
Questo danno progressivo e’
caratterizzato da un massimo della
perdita intorno alla frequenza di 4000
Hz, dalla bilateralità, simmetricità e
dalla irreversibilità.
Ormai si tende generalmente ad
accettare che il rumore provochi
anche effetti extrauditivi, come
evidenziato da numerosi studi. Ciò
nonostante non si è ancora
provveduto ad un chiaro
inquadramento eziopatogenetico e
nosologico.
Le difficoltà provengono
essenzialmente dall'esistenza di dati
contrastanti, dalla non specificità
degli effetti e dal fatto che non è stato possibile individuare una definita correlazione tra effetti e
diverse caratteristiche fisiche del rumore.
L'apparato cardiovascolare sembra essere il più influenzato direttamente ed indirettamente dal
rumore. Dall'analisi della Letteratura emerge che il rumore, con intensità in genere superiore ad
85 dB(A), determina aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, delle resistenze
vascolari periferiche, della concentrazione ematica ed urinaria di noradrenalina e, spesso, di
adrenalina. Diversi autori hanno studiato il rapporto tra danno uditivo ed ipertensione arteriosa,
ma i risultati sono ancora insufficienti e contraddittori per formulare un giudizio attendibile. In
relazione agli altri parametri studiati, pur essendo gli studi meno numerosi, sembra accertata la
comparsa di turbe coronariche per esposizione a rumore in particolare in soggetti con
preesistente coronaropatia.
Sono state riportate anche alterazioni dei meccanismi immunologici.
Classificazione dell’ innalzamento della soglia uditiva.
STS
brevissimo 0,5 secondi
STS breve 1 – 2 minuti
STS 2 (fatica
uditiva
fisiologica)
misurata dopo 2 minuti
permane per durate < 16 ore
STS 16 (fatica
uditiva
patologica)
acufeni
adattamemto
lieve sordità
acufeni persistenti
vertigini
danno a 4000 Hz
danno bilaterale – simmetrico -
irreversibile
199
2.2. DEFINIZIONI E PARAMETRI
Comunemente si intende per rumore un suono che provoca una sensazione sgradevole,
fastidiosa o intollerabile. Il suono è una perturbazione meccanica che si propaga in un mezzo
elastico (gas, liquido, solido) e che è in grado di eccitare il senso dell’udito.
Un corpo che vibra provoca nell’aria oscillazioni della pressione intorno al valore della pressione
atmosferica - compressioni e rarefazioni, che si propagano come onde progressive nel mezzo e
giungono all’orecchio producendo la sensazione sonora.
Si definisce pressione sonora istantanea p(t) la differenza indotta dalla perturbazione sonora
tra la pressione totale istantanea e il valore della pressione statica all’equilibrio.
Nel caso più semplice le variazioni della pressione sono descritte da una funzione sinusoidale
caratterizzata dalle seguenti grandezze:
frequenza (f): numero di oscillazioni complete nell’unità di tempo (Hz);
periodo (T): durata di un ciclo completo di oscillazione (s); è l’inverso della frequenza;
velocità di propagazione (c): velocità con la quale la perturbazione si propaga nel mezzo, in
dipendenza dalle caratteristiche del mezzo stesso (m/s); in aria c è pari a circa 340 m/s;
lunghezza d’onda ( ): distanza percorsa dall’onda sonora in un periodo (m);
ampiezza (A): valore massimo dell’oscillazione di pressione (N/m²).
Qualora le onde abbiano frequenza approssimativamente compresa fra 20 e 20000 Hz ed
ampiezza superiore ad una certa entità che dipende dalla frequenza, l’orecchio umano è in grado
di percepirle.
La determinazione del contenuto in frequenza di un certo suono è chiamata analisi in frequenza o
analisi di spettro.
2.2.1. Livello di pressione e di potenza sonora
Se si misurasse la pressione sonora in N/m² (Pascal), si dovrebbero considerare valori
tipicamente compresi fra 20*10-6 Pa e 200 Pa. Al fine di comprimere tale intervallo di variabilità
ed anche sulla base dell’ipotesi che l’intensità delle sensazioni uditive sia in prima
approssimazione proporzionale al logaritmo dello stimolo e non al suo valore assoluto, è stata
introdotta la scala logaritmica o scala dei livelli. Il livello, espresso in dB, è pari a dieci volte il
logaritmo decimale del rapporto fra una data grandezza ed una grandezza di riferimento,
omogenee fra di loro. In particolare si ha:
Livello di presione sonora = Lp = )log(20)log(10 0
2
0
2 pppp
dove p è il valore r.m.s. della pressione sonora in esame e po (pressione sonora di
riferimento) è il valore di soglia di udibilità a 1000 Hz (20 10-6 Pa = 20 Pa).
Analogamente si ha:
Livello di pressione sonora = LW = )log(10 0WW
dove W è il valore r.m.s. della potenza sonora in esame e W0 (potenza sonora di
riferimento) = 10-12 watt.
La scala dei decibel non è lineare, per cui non si possono sommare i livelli sonori in modo
aritmetico ma occorre ricorrere ai logaritmi; ad es.: 80 dB + 80 dB = 83 dB.
200
2.2.2. Livello sonoro continuo equivalente
Per caratterizzare un rumore variabile in certo intervallo di tempo T, si introduce il:
Livello sonoro continuo equivalente = Leq,T =
T
dtp
tp
T0
2
0
)(1log10
che è il livello, espresso in dB, di un ipotetico rumore costante che, se sostituito al rumore reale
per lo stesso intervallo di tempo T, comporterebbe la stessa quantità totale di energia sonora.
Per la valutazione del rumore a livello internazionale sono comunemente utilizzate due curve di
ponderazione (filtri che operano un’opportuna correzione dei livelli sonori alle diverse frequenze)
del rumore. La curva A è utilizzata per valutare gli effetti del rumore sull’uomo. Il livello sonoro
in dB(A), che si ottiene utilizzando questa curva di ponderazione A, è la grandezza psicoacustica
di base, comunemente utilizzata per descrivere i fenomeni sonori in relazione alla loro capacità di
produrre un danno uditivo. La ponderazione A, operata dagli strumenti di misura del rumore,
approssima la risposta dell'orecchio e penalizza, attenuandole, le basse frequenze, mentre esalta,
in misura molto lieve, le frequenze fra 1000 e 5000 Hz. La curva di ponderazione C, invece, è
stata adottata nella Direttiva “Macchine” 89/392/CEE, recepita dal D.P.R. 459/96, per descrivere il
livello di picco Lpicco prodotto dalle macchine.
Per quantificare l'esposizione di un lavoratore al rumore si utilizza il:
Livello di esposizione quotidiana personale = LEP,d = LAeq,Te+10 log 0T
Te (dB(A))
Te = durata quotidiana dell'esposizione personale di un lavoratore al
rumore, ivi compresa la quota giornaliera di lavoro straordinario;
To = 8 ore;
pA = pressione acustica istantanea ponderata A, in Pa;
p0 = 20 Pa.
E' altresì utilizzato il:
Livello di esposizione settimanale = LEP,w = 10 logk
L10 kdEP105
1 )(, ,
(dB(A))
con: k = 1, 2, …, m;
m = numero dei giorni di lavoro della settimana considerata.
Si sottolinea che i LEP non tengono conto degli effetti di un qualsiasi mezzo individuale di
protezione.
2.2.3. Livello di picco
Accanto al livello sonoro continuo equivalente viene infine utilizzato un secondo parametro,
comunemente noto come livello di picco lineare Lpicco. Tale livello è definito come:
201
Lpicco(dB) = 20
2peak
p
p10log
dove la grandezza ppeak , che non è un valore r.m.s., è definita nel D.Lgs 81/08 come “valore della
pressione acustica istantanea ponderata C” ed è molto importante nella valutazione del rumore
impulsivo. E’ noto infatti che a parità di contenuto energetico medio, un rumore che presenta
caratteristiche di impulsività costituisce un fattore di rischio aggiuntivo per la salute di cui
bisognerebbe tenere conto nella valutazione del rischio.
Il D.Lgs 81/08 stabilisce che non possa essere mai superato un livello di picco pari a 140 dB (C).
2.2.4. Principio dell’eguale energia
I criteri definiti dagli standard correnti ai fini della valutazione dell’esposizione a rumore
prevedono che rumori di pressione pA1 e pA2 per tempi pari rispettivamente a t1 e t2 siano
equivalenti in relazione ai possibili danni alla salute quando:
222A1
21A tptp
Questa relazione, che rappresenta una buona approssimazione dei dati disponibili, esprime in
termini matematici il cosiddetto “principio della uguale energia”.
In termini di decibel, ad un raddoppio del tempo di esposizione deve corrispondere una
diminuzione di 3 dB del livello di pressione sonora per mantenere costante la dose (ovvero il
rischio di danno) e, viceversa, ad un aumento di 3 dB del livello di pressione sonora deve
corrispondere un dimezzamento del tempo di esposizione.
2.2.5. Spettro sonoro, bande di frequenza
La determinazione della distribuzione dell'energia sonora nelle sue varie frequenze componenti è
detta analisi in frequenza ed il risultato è detto spettro di frequenza del suono.
Nonostante nel D.Lgs 81/08 non se ne faccia cenno, l’analisi in frequenza del rumore è
fondamentale in fase di bonifica acustica ed opportuna per scegliere correttamente i protettori
auricolari.
3. VALUTAZIONE DEL RUMORE
Stante l’estrema differenziazione delle tipologie aziendali, il D.Lgs 81/08 ammette anche la
possibilità di non ricorrere a misurazioni effettuate secondo i criteri indicati nell’Allegato VI,
qualora si possa “fondatamente” ritenere che i livelli di esposizione personali a rumore (LEX,8h) non
superino gli 80 dB(A).
Per decidere sul non superamento o meno degli 80 dB(A) di LEX,8h , il tecnico deve utilizzare dei
criteri da riportare nel Rapporto di Valutazione. I criteri comunemente raccomandati sono:
i risultati di misurazioni, anche estemporanee;
i risultati di precedenti misurazioni;
la disponibilità di specifiche acustiche dei macchinari in uso;
i confronti con situazioni analoghe;
i dati di Letteratura;
la manifesta assenza di fonti di rumorosità significative.
202
Comunque risulta opportuno utilizzare i criteri prima citati ed a considerare le specificità del
loro caso (addensamento di macchine/lavorazioni, vetustà e condizioni di manutenzione delle
macchine, riverbero dell’ambiente...) per poter essere in grado di modificare sensibilmente il
livello finale dell’esposizione a rumore.
Quanto detto sino ad ora vale per tutte le tipologie di aziende soggette al campo d’applicazione
del D.Lgs 81/08.
Con un provvedimento successivo, il D.Lgs 81/08, ha introdotto, nel solo caso specifico dei
cantieri temporanei o mobili (come definiti nello stesso Decreto) la possibilità di effettuare, in
una fase preventiva all’avvio delle attività, una valutazione del rumore calcolando i livelli di
esposizione dei lavoratori in riferimento ai tempi di esposizione e ai livelli di rumore standard
individuati da banche-dati, studi e misurazioni la cui validità è riconosciuta dalla Commissione
consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro.
Pertanto il D.Lgs 81/08 permette ad imprese che operano sempre su nuovi cantieri di limitare
l’obbligo di aggiornamento della valutazione, da effettuarsi mediante l’analisi delle proprie
condizioni di rischio ovvero misura dei reali livelli di rumore e determinazione degli specifici tempi
di esposizione, ai soli casi previsti nel nuovo (futuro) cantiere temporaneo o mobile e non già
contemplati nella valutazione aziendale del rischio effettuata ai sensi D.Lgs 81/08.
A livello puramente indicativo si riportano di seguito i livelli di rumore a cui sono soggetti alcuni
gruppi omogenei di lavoratori desunti da altri cantieri edili:
- Ferraioli, muratori, gruisti
< 75 dBA
- Operai comuni
< 80 dBA
- Carpentieri, addetti a centrali di betonaggio, escavatoristi < 85 dBA
- Addetti al martello perforatore
< 90 dBA
Nelle tabelle seguenti (Tabb. 1 4) sono presentati i livelli sonori equivalenti più elevati
riscontrati all’orecchio dei conducenti di macchine semoventi, di macchine fisse o carrellabili, di
macchine portatili o condotte a mano, in confronto con quelli relativi ai lavoratori addetti a
lavorazioni manuali.
Tab. 1 – Livelli sonori equivalenti più elevati riscontrati all’orecchio dei
conducenti di macchine semoventi, in dBA.
Tipi di macchine Livelli sonori [dBA]
Escavatore con martellone 100
Escavatore con vibratore 99
Escavatore in traslazione 93
Escavatore con trivella 91
Rullo 91
Perforatrice 90
Vibrofinitrice 90
Terna in traslazione 89
Mini-pala in traslazione 88
Tab. 2 – Livelli sonori equivalenti più elevati riscontrati all’orecchio dei
conducenti di macchine fisse o carrellabili, in dBA.
Tipi di macchine Livelli sonori [dBA]
Sega circolare da banco per legno 99
Elettrogeneratore 93
203
Saldatrice 91
Compressore 91
Tab. 3 – Livelli sonori equivalenti più elevati riscontrati all’orecchio dei
conducenti di macchine portatili o condotte a mano, in dBA.
Tipi di macchine Livelli sonori [dBA]
Sabbiatrice 120
Sega circolare per calcestruzzo 108
Martello demolitore su cemento 107
Smerigliatrice su metallo 105
Decespugliatore 105
Motosega 103
Trapano 103
Tagliaasfalto a disco 102
Vibrocostipatore 99
Battipiastrelle 94
Cannello 93
Vibratore per cemento 93
Levigatrice per parquet 89
Tab. 4 – Livelli sonori equivalenti più elevati riscontrati all’orecchio dei
lavoratori addetti a lavorazioni manuali, in dBA.
Lavorazioni manuali Livelli sonori [dBA]
Martellatura travi metalliche 97
Tracciatura con mazzetta e scalpello 91
Raccolta ghiaione con badile 89
Frantumazione tavelle con mazzetta e scalpello 89
Chiodatura tavole con martello 87
Posa porfido con martello 85
Sbozzatura mattoni pieni con martello 85
Asporto calcinacci con badile 84
Rimozione chiodi e pulitura tavole per casseforme 80
Posa mattoni con cazzuola 76
Il D.Lgs 81/08, anche se consiglia come indirizzo generale di effettuare valutazioni del
livello di rumore cantiere per cantiere (specialmente se si tratta di cantieri in cui si svolgono cicli
tecnologici ad elevata rumorosità) ritiene non solo che le serie di dati siano estrapolabili da altri
cantieri analoghi (si rivedano a tal proposito i metodi informali degli studi V.I.A. per la valutazione
degli effetti di impatto) ma anche che per quei cantieri in cui si svolgono attività di costruzione
tradizionali si possa fare riferimento alla letteratura tecnica ed ai risultati di rilevazioni condotte di
recente in numerosi cantieri italiani.
Per le costruzioni edili sono raccolti nella Tab. 5 i valori guida espressi come livelli di
esposizione e di picco a cui sono esposti gli addetti alle principali lavorazioni mentre nella Tab. 6 i
dati risultano disaggregati per gruppi omogenei riportando anche le relative aliquote percentuali
di esposizione rispetto all’intera durata del cantiere.
204
Tab. 5 – Livelli di esposizione e livelli di picco a cui sono esposti gli addetti
nelle principali lavorazioni dei cantieri di costruzione edili.
Lavorazione Esposizione addetti Lep
[dBA]
Lpeak
[dBA]
Scavi Operai comuni con utensili manuali 72.0
Addetto scavatrice 84.0
Escavatrice (presenti) 81.5
Carpenteria Cassettatura (percussioni, taglio) 77.0
Disarmo (caduta tavole, percussioni) 89.5 128.0
Montaggio e smontaggio ponteggi 65.5
Getti In generale (con centrale di betonaggio,
gru e vibratori ad ago)
83.5
Gruista 68.5
Lavorazione del
ferro
Ferraioli 68.0
Muratore Muratori 72.0
Intonaci Muratori 69.0
Preparazione
malte
Operai comuni 78.5
Trasporto a mano
materiali
Operai comuni 70.0
Demolizione con
martello
pneumatico
Operai comuni 81.5 130.0
Fondo Preparazione materiali, spostamenti 105.0
Tab. 6 – Livelli di esposizione personale per le singole attività svolte da
gruppi omogenei di lavoratori nei cantieri di costruzione edili e le relative
percentuali di tempo per attività, sulla base della durata del cantiere.
Mansioni
(gruppi
omogenei)
Attività Lep [dBA] %
esposizione
Carpentieri Montaggio ponteggi tubolari 65.5 5
Cassettatura (percussioni, etc..) 77.0 50
Getti 83.5 20
Disarmo (caduta tavole,
percussioni)
89.5 20
Fisiologico (pause, etc..) 64.0 5
Ferraioli Preparazione ferri 68.0 95
205
Fisiologico (pause, etc..) 64.0 5
Operai comuni Scavo (utensili manuali) 72.0 10
In presenza escavatore 81.5 10
Lavoro alla betoniera 78.5 25
Scarico macerie 81.5 25
Trasporto manuale materiali 70.0 25
Fisiologico (pause, etc..) 64.0 5
Escavatorista Manovra escavatrice 84.0 90
Fisiologico (pause, etc..) 64.0 10
Muratori Costruzione pareti 72.0 40
Intonacature 69.0 55
Fisiologico (pause, etc..) 64.0 5
Addetto centrale
betonaggio
Preparazione cls. 83.5 90
Fisiologico (pause, etc..) 64.0 10
Gruista Manovra gru (parte in cabina e
parte in solaio, media energia)
68.5 90
Fisiologico (pause, etc..) 64.0 10
Nella costruzione di edifici pubblici e per i servizi generali le norme vigenti consentono l’uso di
attrezzature che durante il funzionamento non superino i limiti fissati nella Tab. 7. In caso di
superamento le attrezzature andranno fermate, sostituendole con altre conformi agli standard in
attesa degli interventi di manutenzione o riparazione.
Tab. 7 – Limiti da non superare nella costruzione di edifici pubblici e per i
servizi generali.
ATTREZZATURE LIVELLO SONORO
PONDERATO [dBA]
1. Macchine movimento terra
Caricatori 75
Cassoni di ribaltamento 75
Bulldozer 75
Trattori 75
Ruspe 80
Livellatrici 75
Autocarri 75
Selciatrici 80
2. Macchine per manipolazione materiale
Betoniere 75
Pompa di cemento 75
Gru 75
Argano (derrick) 75
206
3. Macchine statiche
Pompe 75
Generatori 75
Compressori 75
4. Macchine a impatto
Battipalo 95
Martelli pneumatici 75
Perforatori di roccia 80
Attrezzi pneumatici 80
5. Altre macchine
Sega 75
Vibratore 75
In tutti i casi in cui non si possa fondatamente escludere che vi siano LEX,8h superiori a 80 dB(A)
occorre provvedere alla valutazione del rischio mediante misurazioni.
L'indicazione fornita dalla legge trova la motivazione tecnica nella necessità che i LEP siano
definiti con sufficiente precisione in quanto, in relazione agli stessi, devono essere adottate
conseguenti e specifiche misure di prevenzione e di protezione.
Oltre che esplicitamente negato dal D.Lgs 81/08, il mancato ricorso ai rilievi fonometrici può
quindi portare a risultati non sufficientemente precisi date le molteplici variabili che possono
influenzare le emissioni acustiche: tipologia delle macchine, loro vetustà, condizioni di
manutenzione, organizzazione del lavoro, caratteristiche ambientali del luogo di lavoro, ecc...
3.1. STRUMENTAZIONE E MISURAZIONI DEL RUMORE
Le misurazioni per la valutazione dell'esposizione a rumore devono essere effettuate almeno
con strumenti di gruppo 1 IEC 651/79 o IEC 804/85 (CEI EN 60651/82 e CEI EN 60804/99); nel
caso in cui si eseguano analisi in frequenza la strumentazione deve essere conforme anche alla
classe 1 della IEC 1260/95 (CEI EN 61260/97). I fonometri indossabili (conformi alle IEC 651/79,
IEC 804/85 e IEC 1252/93, classe 1) sono ammessi a patto che il microfono non sia posto sul
corpo della persona ma a 10 cm dall’orecchio più esposto (ad es. con l’ausilio di un archetto);
sarà cura del personale competente accertarsi della validità dei risultati ottenuti.
Gli strumenti di misura e di calibrazione devono essere tarati annualmente presso uno dei
centri accreditati al SNT (Sistema Nazionale di Taratura) istituito con legge 273/91 e il cui elenco
viene aggiornato periodicamente con DM (ultimo aggiornamento del Ministero dell’Industria C.A.
del 15/01/96 pubblicato sulla G.U. n 19 del 24/01/96, “Elenco dei centri di taratura convenzionati
con gli istituti metrologici primari”), o presso uno dei centri del WECC (Western European
Calibration Cooperation).
Anche gli strumenti nuovi devono essere muniti di certificato di taratura. Quanto affermato
vale ovviamente anche per gli organi di vigilanza qualora intendano adottare provvedimenti
amministrativi o sanzionatori.
3.1.1. Utilizzo del LEX,8h e del LEX,w
Quando l’orario di lavoro è articolato su 5 giorni settimanali e le condizioni lavorative
espongono gli addetti a livelli di rumorosità che non subiscono variazioni di rilievo tra le diverse
giornate lavorative, il livello da prendere a riferimento è il LEX,8h. Questo è il caso del cantiere in
esame.
Se, invece, l’orario di lavoro non è articolato su 5 giorni settimanali oppure le condizioni
lavorative presumibilmente espongono a livelli variabili tra una giornata e l'altra della medesima
settimana si deve prendere come riferimento il LEX,w.
In tal caso il LEX,w, che rappresenta per definizione la media settimanale dei diversi LEX,8h,
diviene il valore sulla base del quale attuare i protocolli di prevenzione previsti dal D.Lgs 81/08.
207
L'unica eccezione può riguardare l'utilizzo dei mezzi di protezione personale: anche nel caso in cui
il LEX,w sia inferiore a 87 dB(A), al superamento dei 87 dB(A) di LEX,8h interviene comunque
l'obbligo per i lavoratori ad indossare tali protettori, fatto salvo l'accoglimento della richiesta di
deroga ex art.47.
Per attività molto variabili che comportano una elevata fluttuazione dei livelli di esposizione
personale e e' possibile sostituire, ai fini dell'applicazione dei valori limite di esposizione e dei
valori di azione, il livello di esposizione giornaliera al rumore con il livello di esposizione
settimanale condizione che: a) il livello di esposizione settimanale al rumore, come dimostrato da
un controllo idoneo, non ecceda il valore limite di esposizione di 87 dB(A);
b) siano adottate le adeguate misure per ridurre al minimo i rischi associati a tali attività.
Il ricorso in fase di valutazione a LEX mediati su tempi superiori alla settimana non trova precisi
riscontri sul testo legislativo e può indurre a sottovalutazioni dei provvedimenti preventivi e
protettivi da adottare.
Il Rapporto di Valutazione relativo a queste situazioni è bene che espliciti sia la variabilità dei
LEP nelle situazioni-tipo individuabili, sia i periodi di tempo in cui tali LEP si presentano (ad esempio
su % dei giorni nel periodo considerato, su base annuale, ecc.).
3.1.2. Valutazione delle incertezze di misure
Il D.Lgs 81/08 stabilisce che la misurazione del rumore deve essere effettuata in osservanza ai
criteri riportati nell’Allegato VI. Quest’ultimo, a sua volta, prevede che di ogni misurazione sia
indicata anche l’incertezza di cui la medesima è affetta (errore casuale).
Normalmente, per errore casuale si intende lo scarto quadratico medio (deviazione standard)
su di un numero significativo di campionamenti. In attesa di auspicabili puntualizzazioni a livello
centrale, è consigliato di continuare ad applicare le consolidate norme di buona tecnica (UNI 9432
del 1989) che, in sintesi, danno le seguenti indicazioni:
Le misurazioni eseguite per brevi periodi sono soddisfacenti nel caso di rumori stabili o
poco fluttuanti o fluttuanti ciclicamente su tempi più brevi.
Se le fluttuazioni sono estese in ampiezza o si prolungano nel tempo ovvero se il
fenomeno sonoro è irregolare occorrerà rivolgersi sempre a fonometri integratori e
prolungare l'osservazione strumentale fin anche a misurare il livello dell'intera giornata
di lavoro (metodo di riferimento).
In situazioni estreme, qualora possa prevedersi un'oscillazione dei valori di esposizione
giornaliera, occorre ripetere le misure giornaliere sino al computo del LEP,w.
In ogni caso, la scelta dei tempi e delle metodologie di misura devono avere come obiettivo la
stabilizzazione del LAeq del fenomeno acustico rappresentativo delle condizioni di esposizione
del/dei lavoratori.
Ai valori di LAeq così misurati si può associare, in mancanza dei dati di taratura relativi allo
specifico fonometro, un errore casuale pari a 0,7 dB, corrispondente alla tolleranza ammessa
dalle norme IEC 651/79 e IEC 804/85 (CEI EN 60651/82 e CEI EN 60804/99) per i fonometri di
classe 1. In questo modo si rispetta formalmente la legge, ma dal punto di vista tecnico-
scientifico il metodo non è corretto e può portare a sottostimare in modo significativo l’entità
dell’errore casuale. Di seguito si riporta il metodo per la valutazione e l’utilizzo dell’errore casuale
nelle misurazioni del rumore, utilizzato per la presente valutazione e tratto dalla recente
letteratura scientifica e normativa in materia.
208
3.1.2.1 Incertezze strumentali
In questa sede si propone un metodo per il calcolo dell’incertezza sui LAeq , sui tempi di
esposizione e sul LEP,d globale, basato sui criteri consigliati dallo standard ISO 9612 (1997).
Attualmente esiste anche una guida ISO, recepita in Italia come Guida UNI CEI 9 (1997) “Guida
all’espressione dell’incertezza di misura”, che può essere utilizzata. e di non facile Lo standard
ISO 9612 (“Acoustics - Guidelines for the measurement and assessment of exposure to noise in a
working environment”), riguarda specificatamente il rumore in ambiente di lavoro e, a nostro
avviso, meglio si adatta alla valutazione del rischio rumore secondo le prescrizioni del D.Lgs
81/08.
Una stima dell’incertezza associata al valore misurato o calcolato di una grandezza è un
elemento essenziale in quanto rende possibile controllare la ripetibilità di una misura, e rende
significativo il confronto tra i risultati di misure effettuate da diversi soggetti nelle stesse
condizioni di misura.
Viene definita incertezza sulla quantità y la quantità (y) data dalla deviazione standard
della distribuzione di probabilità dei valori assunti dal risultato della misura di y. Vanno calcolate
separatamente tre tipi di incertezze: una componente di tipo “strumentale”; una di tipo
“ambientale”, dovuta alla incompleta campionatura della distribuzione dei livelli sonori; una
componente “temporale” dovuta alla variabilità dei tempi di esposizione.
Le incertezze strumentali vanno dedotte dalle indicazioni fornite dal costruttore, dalle
informazioni ricavabili dal certificato di taratura SIT o WECC dello strumento, o, ove queste
manchino, dalle tolleranze ammesse dagli standards IEC 651/79 e IEC 804/85 per i fonometri di
classe 1. In assenza di qualsiasi informazione sulla distribuzione di probabilità, come accade nella
maggior parte dei casi, l’ipotesi più ragionevole è che tale distribuzione sia rettangolare
(probabilità costante) con intervallo totale di variabilità pari alla massimo scostamento, dato
ricavabile dalle informazioni a disposizione o dalle tolleranze.
Assumendo che le singole componenti dell’incertezza strumentale siano mutuamente
indipendenti, i singoli contributi possono essere combinati quadraticamente nell’incertezza
strumentale totale.
Le principali componenti dell’incertezza strumentale sono le seguenti:
accuratezza del calibratore;
non perfetta linearità della risposta del fonometro a diversi livelli di rumore (la calibrazione
è effettuata normalmente ad un’unica frequenza e livello sonoro);
scarti della curva di pesatura A del fonometro rispetto a quella standard;
risposta in frequenza non simmetrica rispetto ai vari angoli di incidenza del suono;
variazione della risposta del fonometro nel caso si usi un fondo scala diverso da quello di
riferimento;
variazione della risposta del fonometro al variare della pressione atmosferica statica;
variazione della risposta del fonometro al variare della temperatura ambiente;
variazione della risposta del fonometro al variare dell’umidità;
variazione del valore misurato di Leq in caso di pressione sonora variabile nel tempo
rispetto alla misura del Leq di un evento sonoro di livello costante e di uguale contenuto
energetico;
possibile deriva della risposta del fonometro per misure prolungate nel tempo.
Nel certificato di taratura SIT o WECC del fonometro può essere riportato il valore
dell’incertezza strumentale S dell’apparecchio. Questo valore può essere utilizzato tenendo conto
che si tratta di un valore riferito a condizioni standard di laboratorio (temperatura, pressione,
umidità controllate): quindi deve intendersi come valore minimo dell’incertezza strumentale.
209
Viceversa, basandosi solo sulle tolleranze ammesse per i fonometri di classe 1 si può stimare,
per le situazioni più comuni di utilizzo sul campo, un’incertezza complessiva massima dovuta ai
contributi sopra elencati pari a 0,7 dB.
3.1.2.2. Incertezze ambientali
3.1.2.2.1. Campionamento del livello equivalente
Un segmento di attività di durata Ti che si svolge all’interno di un ambiente acusticamente
omogeneo (ambiente nel quale i livelli di rumore misurati in prelievi successivi non differiscono di
molto), può essere esaminato col metodo del “campionamento”: effettuando cioè N misure
indipendenti di livello equivalente di durata individuale Tij i cui risultati vengono indicati con Lij.
Il livello equivalente relativo al periodo Ti è dato dalla relazione:
Laeq,Ti = 2
i
N
1j
Lij1.0
s115,0LN
10
log10
dove
N
Lij
iL
N
1j
è la media aritmetica dei livelli, e
s =
21N
1j
2
1N
iLLij
è la deviazione standard della distribuzione dei livelli stessi.
L’incertezza relativa alla componente ambientale vale:
21
N
1j
2142
Ti,AeqAijTTi
TijTi
1N
s026,0
N
s)L(
dove l’ultimo termine a destra è un fattore di correzione dovuto alla dimensione finita della
popolazione da cui viene estratto il campione analizzato (cioè alla durata finita Ti del periodo); al
denominatore compare la media aritmetica dei tempi di campionamento Tij .
Dal punto di vista pratico, l’ultimo termine di questa formula assume generalmente valori
prossimi a 1. Inoltre, in generale sono sufficienti un numero di campionamenti N pari a 3, mentre
210
un numero di campionamenti superiore a 5 non fornisce un significativo aumento della precisione
della misura.
L’incertezza totale sul livello equivalente vale:
21
Ti,Aeq2A
2sTi,AeqA L)L(
3.1.2.2.2 Misura diretta del livello equivalente
Nel caso in cui viene eseguita una misura “diretta” del livello equivalente LAeq,Ti, per tutta la
durata Ti del periodo di tempo acusticamente omogeneo, per quanto detto al punto precedente
l’incertezza “ambientale” è in questo caso nulla, e pertanto a tale valore va associata una
incertezza puramente strumentale.
sTi,AeqA )L(
E’ chiaro, quindi, che una misura di livello equivalente sonoro non può essere esente da errore:
quest’ultimo sarà più o meno elevato, a seconda della tecnica di misura scelta, ma non può
essere inferiore all’incertezza strumentale.
3.1.2.3. Incertezza sui tempi di esposizione
Anche i tempi di esposizione Ti sono generalmente affetti da una incertezza di cui va tenuto
conto. L’incertezza sul tempo di esposizione (Ti) può essere calcolata con i classici metodi
appropriati alle distribuzioni normali. Nel caso non si disponga di alcuna informazione per
utilizzare una procedura di questo tipo, possono essere calcolati valori indicativi mediante la
formula:
ii T04,0)T(
con un valore minimo di 2,5 minuti.
E’ bene ricordare l’importanza della corretta valutazione dei tempi di esposizione alle singole
mansioni e/o fasi lavorative e delle rispettive incertezze, in quanto, come vedremo nel paragrafo
successivo, questi parametri contribuiscono in maniera determinante alla determinazione
dell’incertezza complessiva sul livello di esposizione personale.
3.1.2.4. Incertezza sul livello di esposizione personale
Nonostante il D.Lgs 81/08, parli solo di errore casuale sui livelli equivalenti misurati, in questa
sede si è ritenuto utile fornire una metodologia di calcolo dell’incertezza complessiva sul livello di
esposizione personale. Considerato infatti che è il LEP,d il risultato finale della misura della
esposizione professionale a rumore, anche ad esso può essere associata una incertezza. Tale
quantità permetterà di stabilire se un certo limite di esposizione è, o può essere, superato e
regolare di conseguenza i relativi adempimenti di legge.
L’incertezza sul livello di esposizione personale giornaliero può essere ottenuta applicando in
modo opportuno la legge di propagazione degli errori alle incertezze sui livelli equivalenti e sui
tempi di esposizione visti nei paragrafi precedenti. Si calcola dapprima la componente dovuta ai
fattori “ambientali”, A(LEX,8h):
211
M
1i
Li1,0
21M
1i
M
1i
2Ti
Li2,02i
2i
Li2,0
d,EPA
Ti10
1086,18T10
L
a questa si aggiunge poi la componente dovuta ad effetti strumentali, S, per ottenere
l’incertezza complessiva sul LEP,d:
212
Sd,EP2Ad,EP LL
Per sinteticità si è posto Li = LAeq,Ti, i = A (LAeq,Ti), Ti = (Ti) ed M è il numero di periodi in
cui si effettuano misure di livello equivalente. Come si può vedere, sono soltanto le componenti
“ambientali” delle incertezze, A (LAeq,Ti), che compaiono effettivamente nella propagazione
dell’incertezza complessiva sul livello di esposizione personale, mentre il termine strumentale S
viene inserito a valle della procedura, in quanto si riferisce ad un effetto sistematico che non viene
ridotto dal numero di periodi nei quali si articola la giornata lavorativa. (N.B. Le formule utilizzate
in questo paragrafo valgono se si effettuano tutte le misure con lo stesso fonometro, cosa che
avviene nella generalità dei casi. Se si utilizzano più fonometri occorre utilizzare un altro
formalismo).
Operando in modo analogo, a partire dalle incertezze sugli m livelli di esposizione personale
giornalieri, si può calcolare l’incertezza sul valore del LEP,w che vale:
212
SW,EP2AW,EP LL ,
dove:
m
1k
Lk1,0
21m
1k
2k
Lk2,0
W,EPA
10
10
L
è la componente “ambientale” dell’incertezza sul LEP,w, e per sinteticità si è posto Lk = (LEP,d)k, k
= A (LEP,d)k.
Quindi, nel Rapporto di Valutazione del rischio ex D.Lgs 81/08 sarà riportato, per ogni
operatore esposto, il livello di esposizione personale con associata la relativa incertezza:
LEP,d (LEP,d);
LEP,w (LEP,w)
Si pone infine il problema di quale significato concretamente attribuire al calcolo dell’incertezza
nel classificare i livelli di esposizione del personale. A questo riguardo, si adotta l’ uso di criteri
cautelativi nell’individuazione delle misure di prevenzione e protezione, nello spirito
prevenzionistico del D.Lgs 81/08 , in particolare nelle situazioni che mostrano valori del livello di
esposizione personale al limite della attribuzione alla fasce di esposizione superiori di 80, 85 e 87
dB(A).
212
4. RAPPORTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO AI SENSI DEL D.LGS 81/08
1. Relazione tecnica per la valutazione
dell’esposizione quotidiana personale dei lavoratori al rumore :
2. del 07/10/2010
Committente:
Ditta “**************** ”
sede legale ***********************
90011 Bagheria (PA)
Il sottoscritto ******************, tecnico competente di acustica (L. 447/95 - Legge
quadro sull’inquinamento acustico), ha ricevuto l’incarico dalla ditta “******************.”
con sede in Bagheria (PA), ************************ di svolgere la valutazione del rumore
al quale sono esposti, durante il lavoro, i lavoratori che prestano la loro opera presso la ditta
suddetta.
La valutazione, relativa ai soli lavoratori dipendenti dell’azienda, è stata eseguita tenendo
in considerazione le caratteristiche proprie delle attività svolte, sulla scorta dei dati desunti dalla
letteratura tecnica specialistica ottenuti da una serie di rilevazioni condotte in numerosi
aziende/cantieri variamente ubicati dal Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione degli
Infortuni l’Igiene e l’Ambiente di Lavoro di Torino e Provincia, in osservanza di quanto indicato nel
D.Lgs 81/08, e di una serie di misure condotte nell’area in oggetto.
Descrizione dei luoghi di lavoro
La ditta in oggetto è sita nel territorio del comune di Bagheria. Vi si svolgono attività di
tipografia per mezzo di vari macchinari. L’ingresso alla ditta avviene tramite una rampa di
accesso. Durante le lavorazioni vengono utilizzati vari macchinari che producono rumore sui
lavoratori.
All’interno dell’area sono state individuate le seguenti zone di lavoro:
Area di lavoro: Stampa
Tale area di lavoro occupa una superficie di circa 60 m2; in essa si svolgono le attività di
stampa mediante macchina da stampa professionale.
Area di lavoro: Lavorazione stampati
Tale area di lavoro occupa una superficie di circa 220 m2; all’interno di essa vengono
realizzate varie lavorazioni sul materiale stampato.
Si riportano di seguito tutti i macchinari che sono stati presi in considerazione per le
misurazioni di rumore.
213
Punto
di
misura Tipo di mezzo Marca Modello
N°
matricola
1 Raccoglitrice
Grapha
Electronic ERB5 137
2 Brossulatrice circolare
Grapha
Electronic 99 24566
3 Cordonatrice Bacciottini ROL-110 0201
4 Incassatrice
Schmedt
Amburg 1805 702
5 Pressa Canaletto
Schmedt
Amburg 2100 123
6 Arrotondadorsi
Schmedt
Amburg 2800 28
7 Ribordatrice Rebord Darix
DX100Z031
00382
8 Macchina da stampa Man Roland R 304 31812B
9 Brossulatrice Eurotecnica 502-CM 502100303
10 Punzonatrice Beil
11 Cucitrice Lovato 160366
12 Macchina da stampa LS 440 120
13 Piegatrice
Heidelberg
Erzeugnis
FHFNBB000
52
14 Stampante monocolore Roland Practica 8630
15 Piegatrice
Heidelberg
Erzeugnis
FHFAPE001
47
16 Trilaterale Tosingraf SPM-QF60 05-7019
17 Cucipiega Horizon MC-80C 036203
Strumentazione impiegata per i rilievi fonometrici
1. Tipo 3. Marca e modello 4. Serial Number
2. Fonometro
integratore 01dB – Symphonie 1252
6. Microfono 01dB – mce212 43823
Calibratore 01dB – cal01 11675
La strumentazione è di Classe 1, conforme alle Norme IEC 651/79 e 804/85 (CEI EN
60651/82 e CEI EN 60804/99). Il Fonometro Integratore inoltre soddisfa le richieste del D.M.
16 Marzo 1998 “Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’ inquinamento acustico” e della
Legge 26/10/1995 n. 447 Legge Quadro sull’ inquinamento acustico e successivi decreti
attuativi (rumore in ambienti di vita) e D.Lgs 81/08 (rumore in ambienti di lavoro). Prima e
dopo ogni serie di misure è stata controllata la calibrazione della strumentazione mediante
calibratore in dotazione (verificando che lo scostamento dal livello di taratura acustica non sia
superiore a 0.3 dB) [Norma UNI 9432/89].
Per ciascuna sorgente sono state eseguite prove stazionarie, ai sensi della normativa
relativa alle macchine per movimento terra (588/87).
Le postazioni di rilevamento sono state scelte in modo da caratterizzare l’esposizione al
rumore dei lavoratori presenti nell’immediato intorno (distanza di 1,2,3,5 m dal mezzo).
La metodologia utilizzata è conforme D.Lgs 81/08 ed ha consentito la predisposizione di
schede illustrative.
214
Criteri e modalità di misura e di valutazione
Dopo un’attenta analisi del ciclo di produzione, dell’organizzazione e delle procedure di
lavoro, delle ‘giornate lavorative tipo’, degli ambienti di lavoro e delle caratteristiche del
rumore, sono stati individuati, sulla base dei seguenti criteri di valutazione (risultati di
misurazioni anche estemporanee, confronti con situazioni analoghe, dati di letteratura, etc.) i
valori relativi all’ impatto acustico che si verificano in impianto.
Per redigere la valutazione dell’impatto è stato eseguito un sopralluogo presso l’impianto in
presenza del responsabile, che ha rilasciato tutte le dichiarazioni riportate nelle presente
relazione tecnica.
Al momento del sopralluogo erano presenti, presso l’impianto, le macchine elencate nella
“tabella delle misure” riportata nella pagina successiva. Assieme al responsabile dell’impianto
è stato eseguito un calcolo sui tempi d’utilizzo delle macchine ed è stato eseguito uno studio
sulla contemporaneità d’impiego dei macchinari in tutte le situazioni possibili, al fine di
valutare l’impatto acustico analiticamente.
Si è riscontrato che l’orario di lavoro è articolato su 5 giorni settimanali e 8 ore giornaliere (480
min), ed inoltre che le condizioni lavorative espongono gli addetti a livelli di rumorosità che non
subiscono variazioni di rilievo tra le diverse giornate lavorative, per cui il livello da prendere a
riferimento è il LEX,8h.
Nella successiva tabella si riportano in sintesi le misure rilevate per le varie sorgenti
sonore in relazione al ciclo di produzione. Dati più dettagliati sono riportati nell’Allegato II –
(Schede tecniche delle misure fonometriche).
1. Tabella delle misure in relazione al ciclo di produzione e al gruppo omogeneo di
lavoratori
N. punto
di
misura
Sorgente di rumore Condizione di
misura
Data e
ora
misura
Tempo
di
misura
[min]
LAeq
rilevato
durante il
funzionamento
[dB(A)]
Addetto raccoglitrice, cordonatrice, brossulatrice circolare
1 Raccoglitrice Diurno
Cielo sereno
7/10/10
15.00 5 81
2 Cordonatrice Diurno
Cielo sereno
7/10/10
15.10 5 2. 79
3 Brossulatrice circolare Diurno
Cielo sereno
7/10/10
15.20 5 3. 80
Addetto incassatrice, pressa canaletto, arrotondadorsi, ribordatrice
4 Incassatrice Diurno
Cielo sereno
7/10/10
15.30 5 76
5 Pressa canaletto Diurno
Cielo sereno
7/10/10
15.40 5 73
6 4. Arrotondadorsi Diurno
Cielo sereno
7/10/10
15.50 5 74
215
7 5. Ribordatrice Diurno
Cielo sereno
7/10/10
16.00 5 76
Addetto macchina da stampa, punzonatrice
8 Macchina da stampa Diurno
Cielo sereno
7/10/10
16.10 5 82
9 Punzonatrice Diurno
Cielo sereno
7/10/10
16.20 5 81
Addetto brossulatrice, cucitrice
10 6. Brossulatrice
7. Diurno
8. Cielo
sereno
7/10/10
16.30 9. 5 10. 78
11 11. Cucitrice
12. Diurno
13. Cielo
sereno
7/10/10
16.40 14. 5 15. 78
Addetto macchina da stampa, stampante monocolore, piegatrice
12 16. Macchina da
stampa
17. Diurno
18. Cielo
sereno
7/10/10
16.50 19. 5 20. 81
13 21. Stampante
monocolore
22. Diurno
23. Cielo
sereno
7/10/10
17.00 24. 5 25. 83
14 26. Piegatrice
27. Diurno
28. Cielo
sereno
7/10/10
17.10 29. 5 30. 78
Addetto piegatrice, trilaterale, cucipiega
15 31. Piegatrice
32. Diurno
33. Cielo
sereno
7/10/10
17.20 34. 5 35. 82
16 36. Trilaterale
37. Diurno
38. Cielo
sereno
7/10/10
17.30 39. 5 40. 73
17 41. Cucipiega
42. Diurno
43. Cielo
sereno
7/10/10
17.40 44. 5 45. 78
I tempi di misura sono stati scelti per essere rappresentativi dei fenomeni acustici in esame
e delle specifiche condizioni di esposizione dei lavoratori.
I tempi di esposizione utilizzati per la valutazione dei LEX,8h sono quelli dichiarati e
sottoscritti dal Datore di Lavoro, sentiti il Rappresentante dei lavoratori ed il R.S.P.P.
Risultati della valutazione
I livelli di esposizione personale al rumore, riportati nella tabella, sono stati ricostruiti sulla
base dei tempi di esposizione dichiarati dall’Azienda e dei livelli sonori misurati, secondo le
formule riportate nel D.Lgs 81/08 e nella Norma UNI 9432.
216
Tali dati sono estrapolati dalle schede tecniche realizzate tenendo in considerazione la
percentuale mediata di esposizione per i gruppi omogenei (si veda Allegato III per maggiori
dettagli).
Calcolo dei LEX,8h (cfr. All. 3)
Gruppo omogeneo
/ lavoratore
Tempo di
esposizione
[ore]
LEX,8h
[dB(A)]
Addetto raccoglitrice,
cordonatrice, brossulatrice
circolare
8 80
Addetto incassatrice, pressa
canaletto, arrotondadorsi,
ribordatrice
8 75
Addetto macchina da stampa,
punzonatrice 8 82
Addetto brossulatrice, cucitrice
8 78
Addetto macchina da stampa,
stampante monocolore, piegatrice
8 81
Addetto piegatrice, trilaterale,
cucipiega
8 80
1. Conclusioni
Sulla base del presente monitoraggio acustico aziendale:
si forniscono le indicazioni tecniche, utili ai fini dell’individuazione delle misure tecniche,
organizzative e procedurali concretamente attuabili e previste nel successivo capitolo 5.
E’ comunque opportuno che il datore di lavoro, come prima misura, da adottare una volta
visionati i risultati delle valutazioni fonometriche, avverta i lavoratori attraverso lettera delle
condizioni di rischio cui sono sottoposti; ovviamente le misure da adottare variano a secondo
dei livelli cui sono esposti gli addetti al cantiere.
La tabella sottostante classifica i lavoratori secondo le classi di rischio e indica la tipologia di
lettera da inviare al lavoratore (i fac-simili delle lettere si trovano nell’ allegato 4).
Gruppo omogeneo
/ lavoratore
Classe
rischio *
Lettera
tipo: **
Addetto raccoglitrice,
cordonatrice, brossulatrice
circolare
0 A
Addetto incassatrice, pressa
canaletto, arrotondadorsi,
ribordatrice
0 A
217
Addetto macchina da stampa,
punzonatrice 1 B
Addetto brossulatrice, cucitrice
0 A
Addetto macchina da stampa,
stampante monocolore, piegatrice
1 B
Addetto piegatrice, trilaterale,
cucipiega
0 A
* Classe di rischio/Fascia di esposizione:
0. Esposizione personale inferiore o uguale a 80 dB(A)
1. Esposizione personale superiore a 80 e minore o uguale a 85 dB(A)
2. Esposizione personale superiore a 85 e minore o uguale a 87 dB(A)
3. Esposizione personale superiore a 87 dB(A), oppure Lpicco > 140dB
** Classe di rischio/Lettera tipo:
0. Lettera tipo A
1. Lettera tipo B
2. Lettera tipo C
Il rapporto di valutazione redatto va conservato e messo a disposizione delle autorità di
controllo. Tutti i dipendenti dovranno essere informati sui risultati della valutazione del
rischio acustico in riferimento alla mansione svolta.
Tanto si dichiara in evasione all’incarico ricevuto.
Palermo, 7/10/2010
IL TECNICO
(*******************)
5. AZIONI CONSEGUENTI LA VALUTAZIONE
5.1. MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI
Il D.Lgs 81/08 prevede che il datore di lavoro ha l’obbligo di ridurre al minimo in
relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, i rischi derivanti
dall’esposizione al rumore, mediante misure tecniche, organizzative e procedurali
concretamente attuabili, privilegiando gli interventi alla fonte.
Se in seguito alla adozione delle misure sopra citate il datore di lavoro riscontra:
a) Lavoratori soggetti a livelli superiori alla soglia di attenzione, egli ha l’obbligo di informare i
lavoratori soggetti al rischio e i loro rappresentanti:
218
sui rischi derivanti all’udito dalla esposizione al rumore;
sulle misure che sono state adottate per ridurre tali rischi;
sulle misure di protezione a cui i lavoratori debbono conformarsi;
sulla funzione dei mezzi individuali di protezione dell’udito;
sulle circostanze in cui ne è previsto l’uso nonché sulle modalità d’uso;
sul significato ed il ruolo del controllo sanitario effettuato tramite il medico competente;
sui risultati e sul significato della valutazione.
b) Attività in cui l’esposizione personale quotidiana al rumore dei lavoratori è superiore a 85
dBA ha l’obbligo:
di fornire ai lavoratori che vi operano una adeguata formazione sull’uso corretto dei mezzi
individuali di protezione dell’udito e sull’uso corretto, ai fini della riduzione dei rischi per
l’udito, degli utensili, delle macchine ed apparecchiature utilizzati in modo continuativo
producono una esposizione quotidiana personale di un lavoratore pari o superiore a 85
dBA;
di fornire i mezzi individuali di protezione dell’udito, che devono essere adattati al singolo
lavoratore ed alle sue condizioni di lavoro;
di provvedere affinché i lavoratori la cui esposizione quotidiana personale superi gli 85 dBA,
indipendentemente dall’uso dei mezzi individuali di protezione siano sottoposti a controllo
sanitario.
c) Un livello di esposizione quotidiana personale dei lavoratori superiore a 87 dBA, oppure un
valore della pressione acustica istantanea maggiore di 140 dB, ha l’obbligo di fare usare i
dispositivi di protezione individuali e di disporre una segnaletica appropriata che avverta del
pericolo e se possibile dovrà provvedere a perimetrare tali luoghi. Inoltre, se non ostante
l’applicazione delle misure tecniche ed organizzative, l’esposizione quotidiana personale
risulta superiore a 90 dBA o il valore della pressione acustica istantanea risulta superiore a
140 dB ha l’obbligo di comunicare all’organo di vigilanza entro 30 gg. dall’accertamento del
superamento le misure tecniche ed organizzative applicate informando i lavoratori ovvero i
loro rappresentanti.
Schema degli obblighi del datore di lavoro
FASCIA ESPOSIZIONE AL
RUMORE
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
1. A Lavoratori addetti ad
attività che comportano
una esposizione
quotidiana personale
inferiore a 80 dBA.
Non esiste alcun obbligo in quanto il lavoratore
esposto a questo valore dell’esposizione
personale non è soggetto a rischi.
B Lavoratori addetti ad
attività che comportano
una esposizione
quotidiana personale
compresa tra 80 e 85
dBA.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire a tale
personale una adeguata informazione sui rischi a
cui sono soggetti e qualora venga richiesto dal
lavoratore, previo parere del medico
competente, predisporre la visita audiometrica.
C Lavoratori addetti ad
attività che comportano
una esposizione
quotidiana personale
compresa tra 85 e 87
Il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire a tale
personale, oltre quanto previsto nella precedente
fascia B, i mezzi appropriati di protezione
individuale, una corretta formazione sull’uso di
tali mezzi e su quello delle macchine adoperate e
219
dBA. di garantire un controllo sanitario con visita
preventiva e periodica (periodicità minima
biennale).
D Lavoratori addetti ad
attività che comportano
una esposizione
quotidiana personale
compresa tra 87 e 140
dBA.
Il datore di lavoro, oltre quanto previsto nella
precedente fascia C, è tenuto a:
Eseguire una adeguata segnaletica e
perimetrazione delle zone interessate;
Far sottoporre i lavoratori interessati oltre
che alla visita preventiva ad ulteriori visite
con periodicità massimale annuale;
Comunicare all’organo di vigilanza (U.S.L.
territorialmente competente), non oltre 30
gg dopo la data dell’accertamento, i dati
relativi al superamento dei valori limiti di
rumore e la descrizione delle misure
tecniche, organizzative e procedurali
concretamente attuabili ai fini della riduzione
del rischio di esposizione al rumore,
privilegiando gli interventi alla fonte;
far eseguire una registrazione su apposito
registro della esposizione dei lavoratori
Il datore di lavoro può chiedere deroghe (al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale)
all’uso di dispositivi di protezione individuali o per i lavoratori che svolgono particolari compiti a
condizione che la media settimanale dei valori quotidiani di esposizione dei lavoratori al rumore
non superi il valore di 87 dBA laddove le caratteristiche intrinseche di un posto di lavoro
comportino una variazione notevole dell’esposizione quotidiana:
Per situazioni eccezionali nelle quali non sia possibile mediante misure tecniche ovvero
organizzative, compresa la riduzione del tempo di esposizione, ridurre l’esposizione
quotidiana personale di un lavoratore al di sotto di 87 dBA anche con l’uso dei mezzi
individuali di protezione.
Per i lavoratori che svolgono compiti particolari che comportano una esposizione quotidiana
personale superiore a 87 dBA e non è possibile evitare il rischio a cui è soggetto il
lavoratore con altri mezzi.
Indicazioni pratiche per la realizzazione di luoghi di lavoro a basso rischio agendo sul
contenimento del rumore alla sorgente, sulla propagazione e sugli esposti, sono contenute
nella norma UNI EN ISO 11690.
Di seguito viene esemplificato il significato dei termini e come si possa tradurre a livello pratico
la concreta fattibilità delle misure preventive che sono da attivarsi in sequenza,
indipendentemente dai livelli di rischio presenti in azienda.
L’espressione “misure tecniche” indica quei provvedimenti che possono consentire in
particolare di:
utilizzare tecniche di lavorazione che riducano sensibilmente il rumore prodotto;
ridurre le emissioni di rumore alla sorgente;
ridurre la propagazione del rumore nell’ambiente; ad esempio: ricorrendo a basamenti
o supporti antivibranti, cabine acustiche o cappottature, pareti di separazione o schermi
fonoisolanti/fonoassorbenti, trattamenti acustici ambientali.
Per “misure organizzative e procedurali” si intendono quelle che intervengono, in maniera
più o meno formalizzata, sull'organizzazione dei mezzi e degli uomini.
220
Le modalità per la riduzione del rumore sono costituite ad esempio: dalla riconduzione della
velocità di funzionamento di macchine e impianti a quella ottimale prevista dal costruttore,
dall’aumento della distanza tra le macchine, dall’uso isolato del flessibile in una determinata
area procedendo alla sua schermatura acustica, dalla turnazione del personale nelle
lavorazioni più a rischio, dall’esecuzione di lavori rumorosi in determinate fasce orarie,
dall’indicazione dei percorsi da seguire e delle aree da evitare, ecc.
5.2. SEGNALAZIONE, PERIMETRAZIONE E LIMITAZIONE D'ACCESSO DEI LUOGHI A
FORTE RISCHIO
Gli obblighi dell'art.41, c.2 e 3, intervengono sui luoghi di lavoro e quindi sulla base dei
LAeq.
Si possono verificare le seguenti situazioni-tipo:
a) il superamento dei 87 dB(A) di LEX,8h si verifica solo in prossimità di macchine, non
interessando altre postazioni di lavoro;
b) il superamento dei 87 dB(A) di LEX,8h si verifica su aree estese, interessando altre
postazioni di lavoro.
Nel primo caso si può provvedere a segnalare, mediante l'uso della apposita segnaletica di
pericolo conforme al D.Lgs.493/96 (UNI 7545/22), le sole macchine.
Nel secondo caso occorre segnalare l'ingresso dell'area, contestualmente perimetrando (ad
es.: mediante il ricorso a segnaletica orizzontale, non confondibile con altra e limitando
l'accesso al solo personale strettamente necessario a scopi produttivi.
5.3. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI DELL’UDITO
L’uso dei “mezzi individuali di protezione dell’udito” è regolato in primo luogo dal D.Lgs
81/08 che ne stabilisce l’obbligo di messa a disposizione per livelli di esposizione quotidiana al
rumore superiori ad 85 dB(A) e l’obbligo d’uso per livelli superiori a 87 dB(A).
Anche se il testo legislativo impone l’obbligo all’uso dei DPI uditivi solo al
superamento dei 87 dB(A) si raccomanda di promuoverne l’impiego anche a livelli
inferiori (es.: 85 dB(A)) stando però particolarmente attenti ad evitare
sovrapprotezioni.
L’intera materia dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), di cui anche gli otoprotettori
fanno parte, è stata regolamentata dal D.Lgs 81/08, che stabilisce, tra l’altro, l’obbligo della
marcatura CE.
E’ attualmente in emanazione un decreto con indicazioni per la scelta e l’uso dei DPI
ai sensi del D.Lgs 81/08 che fornisce indicazioni specifiche anche per i DPI uditivi.
A queste disposizioni di legge si affiancano le seguenti norme tecniche europee: la EN 458
del 1993 che stabilisce le linee guida per la selezione, l’uso, la cura e la manutenzione dei
protettori auricolari, e si colloca nell’ambito della Direttiva 89/656/CEE sui “requisiti minimi di
sicurezza e salute per l’uso da parte dei lavoratori di dispositivi di protezione individuale sul
luogo di lavoro”; e la serie delle EN 352, norme armonizzate che si collocano nell’ambito della
Direttiva 89/686/CEE “Dispositivi di protezione individuale”, che fissano i requisiti costruttivi, di
progettazione e le prestazioni (inclusi i livelli minimi di attenuazione acustica), i metodi di
prova, i requisiti di marcatura e le informazioni per l’utilizzatore.
221
5.3.1. Selezione, uso, cura e manutenzione di un otoprotettore
La norma europea armonizzata EN 458 fornisce le linee guida per la selezione, l’uso, la cura
e la manutenzione.
Per la selezione dell’otoprotettore, i principali fattori da considerare sono:
marcatura di certificazione;
attenuazione sonora;
confortevolezza del portatore;
ambiente di lavoro e attività lavorativa (alte temperature e umidità, polvere, segnali di
avvertimento e trasmissione di messaggi verbali, ecc.);
disturbi per la salute dell’utilizzatore;
Riguardo al corretto uso, innanzi tutto occorre verificare la compatibilità dell’otoprotettore
con eventuali altri DPI della testa (elmetti, occhiali, ecc.), che potrebbero determinare una
riduzione delle prestazioni dell’otoprotettore stesso.
Inoltre è molto importante indossarli per tutto il periodo dell’esposizione: se i protettori
vengono tolti dall’utilizzatore anche per un breve periodo, la protezione effettiva si può ridurre
sensibilmente (vedi Sezione 2 dell’Allegato n° 7). Ad esempio, nel caso di una esposizione a
un rumore con LAeq, 8h pari a 105 dB(A), pur indossando un protettore auricolare con una
attenuazione di 30 dB che darebbe luogo ad un livello sonoro effettivo di L’Aeq, 8h di 75 dB(A),
se il protettore non è utilizzato per soli 30 minuti il livello effettivo L’Aeq, 8h diventa 93 dB(A).
Qualunque DPI uditivo, se indossato solo per metà tempo della giornata lavorativa (ipotizzata
a rumore costante), fornisce una protezione effettiva che non supera i 3 dB.
Infine, è necessario che l’utilizzatore sia addestrato e formato (come anche previsto dal
D.Lgs 81/08) sul corretto indossamento dell’otoprotettore, in quanto un indossamento
scorretto fa calare anche pesantemente la prestazione del DPI; da questo punto di vista, le
cuffie sono meno critiche rispetto agli inserti.
N.B.: i dati di attenuazione sonora dichiarati dal costruttore sono derivati da prove di
laboratorio sulla soglia soggettiva di soggetti istruiti, che indossavano correttamente i
protettori auricolari. Le prestazioni effettive sul campo possono essere sensibilmente minori a
causa di un indossamento non corretto e della presenza di altri DPI tanto che alcuni enti
americani consigliano, per tener conto del non perfetto indossamento e dei momenti in cui
l’otoprotettore viene tolto per ascoltare messaggi verbali o per altri motivi, di dimezzare i valori
di attenuazione sonora forniti dal costruttore del DPI nell’effettuare i calcoli con i metodi
descritti.
Pur non condividendo tale posizione, si intende sottolineare l’importanza della formazione ai
fini dell’affidabilità delle prestazioni “in condizioni reali” dei protettori auricolari.
La norma EN 458 fornisce anche le indicazioni per una corretta cura e manutenzione degli
otoprotettori:
i DPI devono essere maneggiati sempre con le mani pulite, evitando contaminazioni con
liquidi o polveri, spesso causa di irritazioni cutanee;
per i DPI riutilizzabili è importante una regolare manutenzione e pulizia;
gli inserti monouso non vanno riutilizzati, mentre gli altri tipi di inserto vanno lavati con
cura prima di indossarli;
il DPI riutilizzabile deve essere indossato sempre dalla medesima persona; è però
possibile far utilizzare cuffie da più lavoratori ricorrendo a coperture monouso per i
cuscinetti;
i DPI vanno conservati secondo le istruzioni fornite dal fabbricante, vanno ispezionati
frequentemente per identificare difetti e danneggiamenti;
222
i cuscinetti delle cuffie vanno sostituiti quando consumati, così come gli archetti
deformati.
5.3.2. Metodi di calcolo della protezione fornita dall’otoprotettore
Per verificare l’idoneità di un DPI uditivo esistono vari metodi, che si basano sul grado di
conoscenza delle caratteristiche del rumore ambientale e sui valori di attenuazione sonora
forniti dal costruttore del dispositivo, congiuntamente alla marcatura CE.
I metodi da applicare secondo la EN 458 sono i seguenti:
metodo per bande d’ottava;
metodo HML;
controllo HML;
metodo SNR;
ed esiste infine un metodo per i rumori impulsivi.
Per i rumori non impulsivi, a seconda del metodo di calcolo scelto è necessario conoscere in
maniera più o meno specifica i dati sul rumore da attenuare, infatti:
per utilizzare il ... ... è necessario conoscere
metodo per bande
d’ottava
il livello equivalente di pressione acustica del rumore per
banda d’ottava Loct,eq
metodo HML il livello equivalente di pressione acustica del rumore pesato
secondo la curva A (LAeq) e secondo la curva C (LCeq)
controllo HML il livello equivalente di pressione acustica del rumore pesato
secondo la curva A (LAeq) e l’impressione prodotta dal
suono per decidere la classe di rumore (utilizzando liste
d’esempio di sorgenti di rumore)
metodo SNR il livello equivalente di pressione acustica del rumore pesato
secondo la curva C (LCeq) o, in alternativa, non pesato
(LLin,eq)
N.B.: pur non essendo esplicitato dalla norma EN 458, si ritiene che per il calcolo della
protezione dei DPI uditivi in alternativa al livello equivalente pesato C possa essere
(eccezionalmente) utilizzato il valore del livello equivalente non pesato, espresso in dBLin.
Normalmente questa sostituzione, che comporta una protezione finale superiore, può ritenersi
accettabile ma, in alcune situazioni, può condurre ad una iperprotezione. Pertanto si ritiene
che la sua applicazione debba essere considerata da superare provvedendo, alla prima
ripetizione della valutazione del rischio, a misurare anche i livelli di rumore pesati secondo la
curva C.
Inoltre, poiché la maggior parte delle indagini fonometriche hanno sinora riportato solamente
i livelli equivalenti di rumore pesati secondo la curva A e non secondo la curva C, in questa
linea guida si è scelto di aggiungere ai metodi prescritti dalla EN 458 anche il metodo “SNR
corretto” desunto da uno standard OSHA, che permette di calcolare la protezione fornita
dall’otoprotettore usando i livelli equivalenti di rumore pesati secondo la curva A (LAeq). Per il
livello di approssimazione che lo contraddistingue si ritiene che l’applicazione di questo metodo
debba essere considerata solo come ultima ratio, vale a dire da superare provvedendo, alla
prima ripetizione della valutazione del rischio, a misurare anche i livelli di rumore pesati
secondo la curva C.
Nella pratica si è rilevato che normalmente viene utilizzato il metodo SNR (o, se è il caso, il
metodo “SNR corretto”); qualora si avverta la presenza di un tono puro, il metodo preferito è
quello per bande d’ottava.
223
I diversi metodi di valutazione consentono di stimare il livello di pressione sonora equivalente
ponderato A, L’Aeq, a cui sono effettivamente esposti i lavoratori che indossano correttamente
i dispositivi di protezione auricolare. La norma EN 458 definisce un livello di azione Lact :
“massimo livello di esposizione quotidiana personale (LAeq,8h) e/o livello di picco (Lpicco) oltre
il quale devono essere resi disponibili e/o indossati protettori auricolari secondo quanto
stabilito dalle leggi o dalle normative nazionali, o dalle consuetudini e dalla pratica”.
Per la valutazione del grado di protezione del DPI, la norma EN 458 prevede il seguente
criterio:
Livello effettivo all’orecchio, L’Aeq, in dB(A) Stima della protezione
L’Aeq > Lact Insufficiente
Lact - 5 < L’Aeq Lact Accettabile
Lact - 10 < L’Aeq Lact – 5 Buona
Lact - 15 < L’Aeq Lact – 10 Accettabile
L’Aeq Lact – 15 Troppo alta (iperprotezione)
Normalmente Lact viene fatto corrispondere a 85 dB(A) per il livello di esposizione
quotidiana personale ed a 140 dB per il livello di picco. Per gli scopi di queste Linee Guida si
ritiene comunque che il livello effettivo all’orecchio, L’Aeq, non debba superare gli 80 dB(A).
Infine, pare importante richiamare che secondo la norma EN 458 le cuffie e gli inserti
auricolari possono dare una protezione sufficiente anche in combinazione tra di loro, pur se
l’attenuazione fornita dall’utilizzo congiunto non sempre corrisponde alla somma di quelle che
caratterizzano i singoli protettori.
5.4. CONTROLLI SANITARI PREVENTIVI E PERIODICI
La sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rumore è obbligatoria ai sensi del D.Lgs
81/08. Tale norma prevede che il controllo sanitario si attui per i lavoratori che hanno una
esposizione quotidiana personale superiore a 85 dB(A) indipendentemente dall’uso dei mezzi
individuali di protezione.
Il controllo sanitario comprende:
una visita medica preventiva, integrata da un esame della funzione uditiva
(audiometria) eseguita nell’osservanza dei criteri riportati nel D.Lgs 81/08, per
accertare l’assenza di controindicazioni al lavoro specifico ai fini della valutazione
dell’idoneità dei lavoratori;
visite mediche periodiche, integrate dall’esame della funzione uditiva, per controllare lo
stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità. Esse devono tenere
conto, oltre che dell’esposizione, anche della sensibilità acustica individuale. La prima
di tali visite è effettuata non oltre un anno dopo la visita preventiva. La frequenza delle
visite successive è stabilita dal Medico Competente. Gli intervalli non possono
comunque essere superiori a due anni per i lavoratori la cui esposizione quotidiana
personale non supera 87 dB(A) e ad un anno nei casi di esposizione quotidiana
personale superiore a 87 dB(A) e nei casi di deroga previsti dal D.Lgs 81/08.
Il controllo sanitario è esteso ai lavoratori la cui esposizione quotidiana personale sia
compresa tra 80 e 85 dB(A) qualora i lavoratori interessati ne facciano richiesta e il Medico
Competente ne confermi l’opportunità anche al fine di individuare eventuali effetti extrauditivi.
L’Allegato VII (criteri per l’esecuzione dell’esame della funzione uditiva) del D.Lgs 81/08
indica che ogni esame, effettuato conformemente alle indicazioni della Medicina del Lavoro,
deve comprendere almeno un’otoscopia ed un controllo audiometrico con audiometria liminare
tonale in conduzione aerea che copra anche la frequenza di 8000 Hz; il controllo audiometrico
deve rispettare le disposizioni della norma ISO 6189-1983, deve essere condotto con un livello
di rumore ambientale tale da permettere di misurare un livello di soglia di udibilità pari a 0 dB
corrispondente alla norma ISO 389-1979 ed è buona norma che sia effettuato dopo almeno 16
224
ore di riposo acustico in quanto si presume che in tale periodo (tra la fine di un turno di lavoro
e l'inizio del successivo) il lavoratore sia esposto solo al rumore presente nell'ambiente di vita.
Il D.Lgs 81/08 prescrive che il medico competente, per ogni lavoratore sottoposto a
sorveglianza sanitaria, “istituisce e aggiorna una cartella sanitaria e di rischio da custodire
presso il datore di lavoro con salvaguardia del segreto professionale”.
Inoltre le informazioni relative ai dati personali e sanitari dei lavoratori esposti devono essere
trattati nel rispetto del segreto professionale e delle disposizioni normative sulla privacy.
Il Medico Competente ai sensi del D.Lgs 81/08 fornisce “informazioni ai lavoratori sul
significato degli accertamenti sanitari cui sono sottoposti” e “fornisce altresì, a richiesta,
informazioni analoghe ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”. Lo stesso articolo alla
lettera f) obbliga il Medico Competente ad informare ogni lavoratore interessato sui risultati
degli accertamenti sanitari effettuati e, a richiesta, rilascia copia della documentazione
sanitaria.
Il D.Lgs 81/08 all’art.11 prevede la riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi,
durante la quale il Medico Competente ai sensi dell’art.17 comma 1, lettera g) comunica ai
rappresentanti per la sicurezza i risultati anonimi collettivi degli accertamenti clinici e
strumentali effettuati con indicazione del significato degli stessi per la collettività lavorativa.
Per quanto riguarda l’attività di coordinamento e controllo dell’organo di vigilanza si potrà
porre particolare attenzione alle informazioni relative alle condizioni di silenziosità
dell'ambiente in cui si esegue l'esame audiometrico, al rispetto del riposo acustico e alla
taratura dell'audiometro.
5.4.1. Giudizio di idoneità specifica al lavoro e misure per singoli lavoratori
Il Medico Competente per attuare la sorveglianza sanitaria ed esprimere il giudizio di idoneità
dovrà:
effettuare i sopralluoghi nell’ambiente di lavoro come prescritto dal D.Lgs 81/08;
conoscere il ciclo lavorativo, le attività ed i livelli di esposizione di ogni lavoratore;
effettuare le visite mediche;
effettuare o prescrivere eventuali esami integrativi (D.Lgs 81/08);
Per accertare eventuali controindicazioni al lavoro specifico e considerare la sensibilità acustica
individuale il Medico Competente deve valutare attentamente la suscettibilità al danno da
rumore.
In soggetti normoacusici viene riconosciuta come condizione di maggiore suscettibilità
l’intervento di stapedectomia per otosclerosi.
Nella Tabella seguente sono inoltre riportate diverse condizioni patologiche di danno
trasmissivo puro, misto trasmissivo-percettivo e percettivo puro. Per ciascuna condizione
viene indicata la possibile predisposizione al danno determinato dall’esposizione a rumore.
DANNO TRASMISSIVO PURO Predispone
Otite cronica senza perforazione NO
Otite cronica con perforazione SI
Aplasia congenita NO
Stenosi del condotto NO
Esostosi o osteoma del condotto NO
Otosclerosi NO
Otosclerosi operata SI
Esiti di interventi per otite cronica NO
DANNO MISTO TRASMISSIVO E PERCETTIVO Predispone
Otite cronica labirintizzata SI
Otosclerosi labirintizzata NO
225
Esiti di intervento di otite cronica SI
DANNO PERCETTIVO Predispone
Sindromi di Meniere e menieriformi SI
Cocleopatie vascolari SI
Cocleopatie degenerative SI
Cocleopatie virali SI/NO
Cocleopatie batteriche SI
Cocleopatie da trauma cranico SI/NO
Cocleopatie da tossici SI
Cocleopatie da presbiacusia NO
Cocleopatie da trauma acustico acuto NO
Cocleopatie da trauma acustico cronico SI/NO
Neuropatie da neurinoma NO
Neuropatie virali NO
Dai dati riportati nelle tabelle risulta con evidenza come sia necessario disporre di una diagnosi
audiologica precisa e che tuttavia le condizioni di effettiva maggiore suscettibilità non siano
numerose. Ai fini della completezza del protocollo di sorveglianza sanitaria, infatti
l’audiometria deve essere integrata da consulenza otorinolaringoiatriaca o audiologica e da
idonei approfondimenti strumentali ogni qualvolta la sola audiometria non sia sufficiente per
concludere un giudizio diagnostico e diagnostico eziologico. In caso contrario il medico si
troverebbe nell'impossibilità di formulare correttamente il giudizio di idoneità e di dare
indicazioni relative alle opportune misure preventive e/o protettive individuali.
Vi sono promettenti indicazioni che attraverso le otoemissioni acustiche si possano ottenere
informazioni relative alla suscettibilità al danno da rumore. Tali informazioni non sono tuttavia
attualmente disponibili in forma standardizzata. Deludente è risultato in tal senso l’utilizzo
degli spostamenti temporanei della soglia (TTS).
Attualmente il principale strumento di valutazione della funzione uditiva è rappresentato
dall’esame audiometrico che deve essere effettuato in conformità con la normativa già
riportata.
Tuttavia le otoemissioni acustiche, che sono generate dalle OHC, si sono dimostrate capaci
di fornire indicazioni relative al danno cocleare da rumore prima di ogni possibile diagnosi
audiometrica, si sono cioè rivelate capaci di fornire indicazioni sul funzionamento
dell’amplificatore cocleare. Esse costituiscono pertanto uno strumento per la definizione di
“indici precoci di danno”. Recentemente sono state fornite evidenze relative alla possibilità di
ottenere dati relativi al danno da rumore mediante i test di soppressione delle otoemissioni con
stimolazioni acustiche controlaterali.
Nell’attività del Medico Competente è piuttosto frequente il riscontro di soggetti esposti a
rumore, nei confronti dei quali è opportuno un giudizio di idoneità condizionato. Nell'espletare
questa delicata prestazione è di pertinenza del Medico Competente fornire un parere al datore
di lavoro circa l'adozione di misure preventive e protettive per singoli lavoratori che tengano
conto di tutte le conoscenze sanitarie acquisite e dei dati di esposizione a rumore. Il parere
espresso può comprendere la riduzione dell'esposizione dei lavoratori conseguita mediante
misure organizzative.
Si ritiene opportuno che il medico competente delinei con relazione sanitaria-epidemiologica
le correlazioni tra le esposizioni e i danni configurando in tal modo la dimensione del rischio a
cui commisurare le idonee misure preventive (art.5, comma 1, lettera b). A tale proposito
nella maggior parte delle indagini epidemiologiche pubblicate di recente si è evidenziato che il
carattere impulsivo delle esposizioni a rumore causa un incremento del rischio nei confronti di
condizioni che comportino una esposizione continua di pari energia. In tema di predizione di
226
danno si tenga inoltre presente quali siano le limitazioni all'applicazione della ISO 1999:1990
(E) di seguito riportate.
ISO 1999: 1990 (E)
4.4.2
… Nei casi in cui il rumore cambia di giorno in giorno, la norma ISO è applicabile
solo se il valore continuo equivalente spl(A) del giorno peggiore non supera di 10
dB il valore medio di spl(A) calcolato per un periodo di durata maggiore (non
superiore ad 1 anno).
Nell’ambito della sua attività ed anche ai fini dell’espressione del giudizio di idoneità il medico
competente dovrà conoscere e prescrivere i DPI.
L'indicazione e/o prescrizione di idonea protezionistica individuale è da considerarsi solo una
delle possibili soluzioni. Essa, comunque, va commisurata all’esposizione quotidiana
personale al rumore, alle condizioni uditive del soggetto, alla presenza di patologie
dell’orecchio e dell’apparato vestibolare, ai problemi di accettabilità del DPI da un punto di
vista psicologico e ai compiti lavorativi per evitare conseguenze indesiderate da eccesso o
difetto di protezione.
Il medico competente formula il giudizio di idoneità alla mansione specifica e contro tale
giudizio il lavoratore e/o il datore di lavoro possono fare ricorso all’organo di vigilanza
competente per territorio entro 30 giorni.
In caso di diagnosi, anche sospetta, di ipoacusia o sordità da rumore il medico deve
consegnare il certificato INAIL di malattia professionale all’assicurato, il quale provvederà ad
inoltrarlo al proprio datore di lavoro ai sensi dell’art.52 del DPR 1124/65. L’art.53 dello stesso
DPR prescrive che la denuncia di malattia professionale debba essere trasmessa dal datore di
lavoro all’Istituto assicuratore. Tuttavia è prassi consolidata, in molte aree, che il medico invii
il certificato sia all’INAIL che al datore di lavoro.
In agricoltura, invece, ai sensi dell’art.251 del DPR 1124/65 è il medico stesso che deve
provvedere alla trasmissione del certificato-denuncia all’Istituto assicuratore.
Ai sensi dell’art.139 del DPR 1124/65 è inoltre obbligo del medico la denuncia di malattia
professionale alla Azienda Sanitaria competente per territorio (AUSL) e alla Direzione
provinciale del lavoro (ex Ispettorato provinciale del lavoro).
Il medico deve inoltre inviare referto all’Autorità Giudiziaria.
5.4.2. Controllo sanitario per lavoratori esposti tra 80 e 85 dB(A)
Il comma 4 dell'art.44 prevede che il controllo sanitario sia esteso ai lavoratori esposti a 80-
85 dB(A) qualora essi ne facciano richiesta e il Medico Competente ne confermi l’opportunità.
Le decisioni del Medico Competente vanno assunte tendendo conto delle indicazioni della
letteratura in merito alle stime di danno in funzione degli anni di esposizione, dei LEP e delle
condizioni del soggetto.
In particolare il Medico Competente deve tenere conto della possibilità di danno per
esposizioni quotidiane personali tra 80 e 85 dB(A) qualora siano presenti rumori a componente
impulsiva o tonale ovvero che si realizzino esposizioni anche di breve periodo ma a livelli sonori
molto elevati (decollo-atterraggio di aerei, importanti sfiati di aria compressa, utilizzo di
esplosivi ecc...)
Una volta stabilita l’opportunità dell’accertamento, il Medico Competente adotterà un
protocollo di sorveglianza sanitaria che potrà prevedere una frequenza più dilazionata rispetto
a quella prevista per esposizioni superiori anche in considerazione della condizione clinico-
funzionale del soggetto.
Diversamente da quanto previsto dal D.Lgs. 277/91, D.Lgs 81/08 prevede il controllo
sanitario obbligatorio degli adolescenti (giovani tra i 15 ed i 18 anni non più soggetti all’obbligo
227
scolastico) la cui esposizione personale al rumore sia compresa tra 80 e 85 dB(A) con
periodicità almeno biennale.
5.5. INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Il D.Lgs 81/08 prevede attività di informazione e formazione a carico del datore di lavoro.
Definiamo di seguito più precisamente cosa si intenda per informazione e formazione dei
lavoratori:
Informazione: presentazione di notizie, dati e simili concernenti l'argomento di interesse
in forma scritta, orale, visiva o altra;
Formazione: presentazione di notizie, dati e simili concernenti l'argomento d'interesse
in forma scritta, orale, visiva o altra che preveda un coinvolgimento attivo del
destinatario dell'attività ed un successivo momento di verifica di quanto appreso.
L'informazione e la formazione riguardano sia argomenti di carattere generale (ad es.: i
rischi derivanti all'udito dall'esposizione al rumore), che riferiti specificamente al ciclo
produttivo, alle macchine ed impianti ed organizzazione del lavoro della singola azienda (ad
es.: i risultati ed il significato della valutazione di cui all'art.40) e del singolo lavoratore.
È importante rilevare che, mentre l'attività di informazione specifica sul rischio rumore va
fornita almeno ai lavoratori esposti a più di 80 dB(A), la formazione è obbligatoria per tutti i
lavoratori la cui esposizione sia superiore a 85 dB(A). Ovviamente questi valori (80 e 85 dB(A))
ed i contenuti della formazione e dell’informazione previsti dal D.Lgs 81/08 sono indicazioni di
minima da garantire comunque; nella peculiarità delle singole aziende si potrà decidere di
attivare l’informazione e la formazione anche a livelli di rischio inferiori ed andranno sviluppate
le ulteriori tematiche che lo specifico luogo di lavoro richieda.
Le attività di informazione e formazione devono avvenire periodicamente ed allo scopo si
consiglia di effettuarle dopo che è stata compiuta la valutazione del livello di rumorosità
ambientale e dopo aver dato corso ai relativi ed eventuali accertamenti sanitari sui lavoratori
esposti.
I contenuti minimi dell'attività di informazione prevista dal D.Lgs 81/08, a carico del datore
di lavoro che si può avvalere di servizi esterni all'impresa e per casi specifici del medico
competente (es.: il significato ed il ruolo del controllo sanitario di cui all'art.44), possono
essere così articolati:
Rischi derivanti all'udito dall'esposizione al rumore: cos'è il rumore, strumenti e
grandezze di misura; cos'è l'udito: nozioni di anatomia, fisiologia e patologia; ipoacusia
da rumore: i sintomi soggettivi e caratteristiche audiometriche;
Misure adottate in applicazione al D.Lgs 81/08 e quelle di protezione cui i lavoratori
devono attenersi: bonifiche realizzate e in programma; misure organizzative e
procedurali alle quali i lavoratori devono conformarsi; significato della cartellonistica e
delle aree segnalate o perimetrate;
Funzione dei mezzi individuali di protezione, circostanze in cui ne è previsto l'uso e
modalità di uso a norma dell'art.43: tipi di DPI uditivi disponibili e loro caratteristiche di
attenuazione acustica; quali sono i mezzi personali di protezione da usare e i lavoratori
soggetti all'obbligo o all'opportunità di usarli;
Significato e ruolo del controllo sanitario di cui all'art.44 per mezzo del medico
competente, indicando anche il significato del giudizio di idoneità alla mansione, delle
misure preventive e protettive individuali adottate e delle procedure del ricorso;
Risultati e significato della valutazione di cui all'art.40, precisando le principali sorgenti
di rumore, le aree di lavoro e le mansioni a maggior rischio. Ogni lavoratore deve
conoscere la fascia di rischio in cui si colloca e, per questo tipo di informazione, sarebbe
opportuno utilizzare la forma scritta.
228
Per quanto riguarda la formazione, essa deve comprendere una fase di acquisizione di
conoscenze ed una fase di acquisizione di capacità operative sulle misure di tutela, collettive e
individuali, tecniche, organizzative e procedurali che consentano di ridurre i livelli di
esposizione.
Per quanto previsto dal D.Lgs 81/08, essa deve specificamente riguardare:
l'uso corretto dei mezzi individuali di protezione dell'udito: criteri e modalità d'uso;
inconvenienti: come prevenirli o ridurli;
l'uso corretto degli utensili, macchine, apparecchiature più rumorosi (almeno quelli con
LAeq pari o superiore a 85 dB(A)).
La formazione deve essere caratterizzata, oltre che da modalità didattiche che favoriscano
la partecipazione e l'impegno attivo dei lavoratori, da sistemi di valutazione del grado di
apprendimento dei lavoratori formati.
2. 6. RIFERIMENTI LEGISLATIVI
La presente relazione e tutte le misure di vibrazioni sono state condotte ai sensi di:
- Decreto Min. Ambiente del 16/03/98 (Tecniche di rilevamento e misurazione
dell’inquinamento acustico)
- Legge n. 447/95 (Legge quadro sull’inquinamento acustico)
- D.Lgs. 19 Settembre 1994, n. 626 (Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,
89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE,
93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, 99/92/CE, 2001/45/CE,
2003/10/CE e 2003/18/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei
lavoratori durante il lavoro)
- D.Lgs. 10 Aprile 2006, n. 195 - Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa
all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore)
- Decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494 - Attuazione della direttiva 92/57/CEE
concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri
temporanei o mobili.
- Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 187 - "Attuazione della direttiva 2002/44/CE
sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai
rischi derivanti da vibrazioni meccaniche"
- Decreto legislativo 9 aprile 2008 , n. 81 “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto
2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
24. RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Metodologia Valutazione del Rischio da Movimentazione Manuale dei carichi
Per la valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi è utile ricorrere al modello
proposto dal NIOSH (1993) che è in grado di determinare, per ogni azione di sollevamento, il
cosiddetto “limite di peso raccomandato” attraverso un’equazione che, a partire da un massimo
peso ideale sollevabile in condizioni ideali, considera l’eventuale esistenza di elementi sfavorevoli
e tratta questi ultimi con appositi fattori di demoltiplicazione. Il modello generale dell’equazione
del NIOSH è riportato nella figura seguente.
229
KG X peso massimo raccomandato in condizioni
ottimali di sollevamento
FATTORE ALTEZZA X altezza da terra delle mani all’inizio del
sollevamento
FATTORE DISLOCAZIONE X distanza verticale del peso tra inizio e fine
del sollevamento
FATTORE ORIZZONTALE X distanza massima del peso dal corpo
durante il sollevamento
FATTORE FREQUENZA X frequenza del sollevamento in atti al
minuto (=0 se > 12 volte/min.)
FATTORE ASIMMETRIA X dislocazione angolare del peso rispetto al
piano sagittale del soggetto
FATTORE PRESA X giudizio sulla presa del carico
= PESO RACCOMANDATO (PR)
Fig. 1: NIOSH 1993. Modello consigliato per il calcolo del limite di peso raccomandato
Sulla scorta del risultato (indicatore) ottenuto, ovvero del rapporto tra il peso (la forza)
effettivamente movimentato e il peso (la forza) raccomandato per quell’azione nello specifico
contesto lavorativo, è possibile delineare conseguenti comportamenti in funzione preventiva.
Nel dettaglio valgono i seguenti orientamenti:
l’indice di rischio (IR) è inferiore o uguale a 0,75 (area verde): la
situazione è accettabile e non è richiesto alcuno specifico intervento.
l’indice sintetico di rischio (IR) è compreso tra 0,75 e 1 (area gialla): la
situazione si avvicina ai limiti, una quota della popolazione (stimabile tra l’1% e il
10% di ciascun sottogruppo di sesso ed età) può essere non protetta e pertanto
occorrono cautele anche se non è necessario uno specifico intervento. Si può
consigliare di attivare la formazione del personale addetto. Lo stesso personale
può essere, a richiesta, sottoposto a sorveglianza sanitaria specifica. Laddove è
possibile, è consigliato di procedere a ridurre ulteriormente il rischio con
interventi strutturali ed organizzativi per rientrare nell’area verde (indice di
rischio < 0,75).
230
l’indice sintetico di rischio (IR) è maggiore di 1 (area rossa): la situazione
può comportare un rischio per quote crescenti di popolazione e pertanto richiede
un intervento di prevenzione primaria. Il rischio è tanto più elevato quanto
maggiore è l’indice. Vi è necessità di un intervento immediato di prevenzione
per situazioni con indice maggiore di 3; l’intervento è comunque necessario anche
con indici compresi tra 1 e 3. Programmare gli interventi identificando le priorità
di rischio. Riverificare l’indice di rischio dopo ogni intervento. Attivare la
sorveglianza sanitaria periodica del personale esposto.
231
232
233
234
235
236
237
25. RISCHIO INCENDIO
COMPORTAMENTO DA TENERE IN CASO DI INCENDIO
SI STA VERIFICANDO UN
FOCOLAIO D’INCENDIO
SI STA VERIFICANDO UN
INCENDIO
SE LO VEDETE SE LO VEDETE
Mantenere la
calma
RIVELAMENTO
AUTOMATICO
Mantenere la calma
AZIONARE
L’ALLARME
ALLARME
INCENDIO
Evacuazione
delle persone
presenti nel
locale
Spegnimento
Assistere le
persone
disabili
ALLERTAMENTO – GESTIONE DELL’EMERGENZA
Intervento degli addetti e responsabili
Mantenere la calma
Azioni
simultanee
Lotta
antincendio Evacuazione
Divieto di rientrare
CONTROLLI
Assistere le
persone
disabili
AERAZIONE DEI LOCALI
RIPRISTINO DELLA NORMALITA’
115 RADUNO
in luogo sicuro
VV.F. Divieto di
rientrare
238
Metodologia Valutazione del Rischio Incendio
La valutazione dei rischi di incendio è stata condotta in accordo da quanto stabilito
dal D.M. 10.03.1998.
La Valutazione del Rischi incendio è stata condotta nell’ottica di individuare il livello
di rischio generale ed il livello di rischio per aree omogenee.
Si è proceduto suddividendo la sede in diverse aree, all’interno delle quali i rischi
d’incendio, sulla base delle lavorazioni svolte, dei materiali presenti e delle
caratteristiche strutturali, sono “omogenei“.
Le aree omogenee così individuate sono riportate nella Tabella “individuazione aree
omogenee “.
In ogni ambiente omogeneo si è provveduto a valutare:
il tipo di attività;
i materiali immagazzinati e manipolati;
le attrezzature presenti nel luogo di lavoro compresi gli arredi;
le caratteristiche costruttive del luogo di lavoro compresi i materiali di rivestimento;
le dimensioni e l'articolazione del luogo di lavoro;
il numero di persone presenti, siano esse lavoratori dipendenti che altre persone, e
della loro prontezza ad allontanarsi in caso di emergenza.
La valutazione dei rischi di incendio è stata articolata nelle seguenti fasi:
individuazione di ogni pericolo di incendio (p.e. sostanze facilmente combustibili e
infiammabili, sorgenti di innesco, situazioni che possono determinare la facile
propagazione dell'incendio);
individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo di lavoro esposte a
rischi di incendio;
eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio;
valutazione del rischio residuo di incendio;
verifica della adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti ovvero individuazione di
eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i rischi
residui di incendio.
Il D.M. 10.03.1998 all’art. 2 indica i livelli di rischio del luogo di lavoro, e delle
singole parti del luogo di lavoro medesimo, così identificati:
Luoghi di lavoro a rischio di incendio basso
Si intendono a rischio di incendio basso i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono
presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio
239
offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso di
incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata.
Luoghi di lavoro a rischio di incendio medio
Si intendono a rischio di incendio medio i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono
presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono
favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di
propagazione dello stesso è da ritenersi limitata. Sono da intendersi a rischio di
incendio medio tutte le attività previste dal D.M. 16.02.1982, e comunque soggette al
controllo da parte del Corpo dei Vigili del Fuoco.
Luoghi di lavoro a rischio di incendio elevato
Si intendono a rischio di incendio elevato i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui per
presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali c/o di
esercizio sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale
sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la
classificazione come luogo a rischio di incendio basso o medio.
Tali luoghi comprendono:
aree dove i processi lavorativi comportano l'utilizzo di sostanze altamente infiammabili
(p.e. impianti di verniciatura), o di fiamme libere, o la produzione di notevole calore in
presenza di materiali combustibili;
aree dove c'è deposito o manipolazione di sostanze chimiche che possono, in
determinate circostanze, produrre reazioni esotermiche, emanare gas o vapori
infiammabili, o reagire con altre sostanze combustibili;
aree dove vengono depositate o manipolate sostanze esplosive o altamente
infiammabili;
aree dove c'è una notevole quantità di materiali combustibili che sono facilmente
incendiabili;
edifici interamente realizzati con strutture in legno.
Al fine di classificare un luogo di lavoro o una parte di esso come avente rischio di
incendio elevato occorre inoltre tenere presente che:
molti luoghi di lavoro si classificano della stessa categoria di rischio in ogni parte. Ma un
qualunque ambiente a rischio elevato può elevare il livello di rischio dell'intero luogo di
lavoro, salvo che l'ambiente interessato sia separato dal resto del luogo attraverso
elementi separanti resistenti al fuoco;
una categoria di rischio elevata può essere ridotta se il processo di lavoro è gestito
accuratamente e le vie di esodo sono protette contro l'incendio;
240
nei luoghi di lavoro grandi o complessi, è possibile ridurre il livello di rischio attraverso
misure di protezione attiva di tipo automatico quali impianti automatici di spegnimento,
impianti automatici di rivelazione incendi o impianti di estrazione fumi. Vanno inoltre
classificati come luoghi a rischio di incendio elevato quei locali ove, indipendentemente
dalla presenza di sostanze infiammabili e dalla facilità di propagazione delle fiamme,
l'affollamento degli ambienti, lo stato dei luoghi o le limitazioni motorie delle persone
presenti, rendono difficoltosa l'evacuazione in caso di incendio.
All’esito della analisi innanzi descritte per ogni ambiente sono stati valutati i seguenti
parametri:
caratteristiche di infiammabilità delle sostanze presenti
possibilità di sviluppo di incendio
probabilità di propagazione dell’incendio.
Le aree sono state classificate a rischio di incendio basso, medio ed elevato secondo
un metodo numerico che tiene conto delle possibili combinazione dei parametri
innanzi elencati.
Parametro Livello Parametro numerico
Caratteristiche di
infiammabilità delle sostanze
presenti
(INF)
A basso tasso di
infiammabilità 1
Infiammabili 2
Altamente infiammabili 3
Possibilità di sviluppo di
incendio
(SI)
Bassa 1
Limitata 2
Notevole 3
Probabilità di propagazione
dell’incendio
(PI)
Basso 1
Medio 2
Elevato 3
Somma dei parametri numerici
INF + SI + PI Livello di rischio Incendio
3 – 4 Basso
241
5 – 6 – 7 Medio
8 – 9 Elevato
Valutazione del rischio incendio
SI RIMANDA AL C.P.I. RILASCIATO DAI VV.FF. DI PALERMO
Ambiente di Lavoro Officine
Caratteristiche degli ambienti di lavoro
Tipo di Attività Officine Tipografiche e legatoria industriale
Materiali manipolati Carta e inchiostri
Attrezzature presenti nel luogo
di lavoro compresi gli arredi
Tipo di mezzo Marca Modello N° matricola
Raccoglitrice Grapha
Electronic ERB5 137
Brossulatrice circolare
Grapha Electronic 99 24566
Cordonatrice Bacciottini ROL-110 0201
Incassatrice Schmedt Amburg 1805 702
Pressa Canaletto
Schmedt Amburg 2100 123
Arrotondadorsi Schmedt Amburg 2800 28
Ribordatrice Rebord Darix DX100Z03100382
Macchina da stampa
Man Roland R 304 31812B
Brossulatrice Eurotecnica 502-CM 502100303
Punzonatrice Beil
Cucitrice Lovato 160366
Macchina da stampa LS 440 120
Piegatrice Heidelberg Erzeugnis FHFNBB00052
Stampante monocolore Roland Practica 8630
Piegatrice Heidelberg Erzeugnis FHFAPE00147
Trilaterale Tosingraf SPM-QF60 05-7019
242
Cucipiega Horizon MC-80C 036203
Numero di persone presenti
(dipendenti ed altre persone) Tutti i dipendenti ed eventuali visitatori occasionali
Possibili sorgenti di innesco
Presenza di materiale infiammabile nelle vicinanze di
possibili fonti di calore; presenza di macchine e
apparecchiature ad alimentazione elettrica;
mancato rispetto divieto di fumo
Criteri per ridurre i pericoli
causati da materiali e sostanze
infiammabili e/o combustibili
rimozione o significativa riduzione dei materiali
combustibili e infiammabili a un quantitativo richiesto per
la normale conduzione dell'attività
miglioramento del controllo del luogo di lavoro e
provvedimenti per l'eliminazione dei rifiuti e degli scarti.
Misure per ridurre i pericoli
causati da sorgenti di calore
rimozione delle sorgenti di calore non necessarie;
installazione e mantenimento in efficienza dei dispositivo
di protezione;
controllo della conformità degli impianti elettrici alle
normative tecniche vigenti;
controllo relativo alla corretta manutenzione di
apparecchiature elettriche;
riparazione o sostituzione delle apparecchiatura
danneggiate;
identificazione delle aree dove è proibito fumare e
regolamentazione sul fumo nella altre aree;
divieto dell'uso di fiamme libere.
Caratteristiche di
infiammabilità delle sostanze
presenti
A basso tasso di infiammabilità
Possibilità di sviluppo di
incendio Scarsa
Probabilità di propagazione
dell’incendio Medio
Livello di Rischio Incendio Medio
Ambiente di Lavoro Officine
Misure Preventive, Protettive e Precauzionali di esercizio
ridurre la probabilità di insorgenza
di un incendio
A) Misure di tipo tecnico:
realizzazione di impianti elettrici realizzati a regola d'arte;
messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al
fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche;
adozione di dispositivo di sicurezza
B) Misure di tipo organizzativo - gestionale
rispetto dell'ordine e della pulizia;
controlli sulle misure di sicurezza;
predisposizione di un regolamento interno sulle misure di
sicurezza da osservare;
243
informazione e formazione dei lavoratori.
garantire l'esodo delle persone in
sicurezza in caso di incendio
Piano di emergenza
Organizzazione delle squadre di emergenza
Prova di evacuazione
realizzare le misure per una rapida
segnalazione dell'incendio al fine
di garantire l'attivazione dei
sistemi di allarme e delle
procedure di intervento
Segnaletica di sicurezza
Organizzazione delle squadre di emergenza
assicurare l'estinzione di un
incendio
Organizzazione delle squadre di emergenza
Formazione degli addetti delle squadre di emergenza
Installazione di estintori
garantire l'efficienza dei sistemi di
protezione antincendio Contratto con ditta specializzata
fornire ai lavoratori una adeguata
informazione e formazione sui
rischi di incendio
Tutti i dipendenti sono formati ed informati in merito al
rischio incendio
Controlli e manutenzioni
Per ogni altra attività lavorativa, è necessario effettuare una serie di controlli e
manutenzioni. Il D.M. 22/02/2006 non fornisce indicazioni specifiche al riguardo
rimandando al D.M. 10/03/1998 che sancisce, per la prima volta, un fondamentale
principio ai fini della prevenzione incendi: “gli interventi di manutenzione ed i
controlli sugli impianti e sulle attrezzature di protezione antincendio sono effettuati
nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti, delle norme di
buona tecnica emanate dagli organismi di normalizzazione nazionali ed europei o, in
assenza di dette norme di buona tecnica, delle istruzioni fornite dal fabbricante e/o
dall’installatore”.
Lo stesso decreto all’allegato VI stabilisce che le misure di protezione devono essere
oggetto di sorveglianza, controlli periodici e mantenute in efficienza definendo:
- Sorveglianza: il controllo visivo atto a verificare che le attrezzature e gli impianti
antincendio siano nelle normali condizioni operative, siano facilmente accessibili e non
presentino danni materiali accertabili tramite esame visivo. La sorveglianza può essere
effettuata dal personale normalmente presente nelle aree protette dopo aver ricevuto
adeguate istruzioni.
- Controllo periodico: l’insieme di operazioni da effettuarsi con frequenza almeno
semestrale, per verificare la completa e corretta funzionalità delle attrezzature e degli
impianti.
- Manutenzione: l’operazione od intervento finalizzato a mantenere in efficienza ed in
buono stato le attrezzature e gli impianti.
- Manutenzione ordinaria: l’operazione che si attua in loco, con strumenti ed attrezzi di
uso corrente. Essa si limita a riparazioni di lieve entità, che necessitano unicamente di
minuterie e comporta l’impiego di materiali di consumo di uso corrente o la sostituzione di
parti di modesto valore espressamente previste.
244
- Manutenzione straordinaria: l’intervento di manutenzione che non può essere eseguita
in loco o che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza oppure
attrezzature o strumentazioni particolari o che comporti sostituzioni di intere parti di
impianto.
Per garantire il sicuro utilizzo delle vie di uscita i passaggi, i corridoi, le scale, devono essere
sorvegliati periodicamente al fine di assicurare che siano liberi da ostruzioni e da pericoli che
possano comprometterne la fruibilità in caso di esodo in emergenza.
Tutte le porte sulle vie di uscita devono essere regolarmente controllate per assicurare che si
aprano facilmente. Ogni difetto deve essere riparato il più presto possibile ed ogni ostruzione
deve essere immediatamente rimossa.
Particolare attenzione deve essere dedicata ai serramenti delle porte.
Tutte le porte resistenti al fuoco devono essere regolarmente controllate per assicurarsi che
non sussistano danneggiamenti e che chiudano regolarmente.
Qualora siano previsti dispositivi di autochiusura, il controllo deve assicurare che la porta ruoti
liberamente e che il dispositivo di autochiusura operi effettivamente.
Le porte munite di dispositivi di chiusura automatici devono essere controllate periodicamente
per assicurare che i dispositivi siano efficienti e che le porte si chiudano perfettamente. Tali
porte devono essere tenute libere da ostruzioni.
La segnaletica direzionale e delle uscite deve essere oggetto di sorveglianza per assicurarne la
visibilità in caso di emergenza.
Tutte le misure antincendio previste per migliorare la sicurezza delle vie di uscita, quali per
esempio gli impianti di evacuazione fumo, devono essere verificati secondo le norme di buona
tecnica e manutenzionati da persona competente.
Per garantire il mantenimento delle condizioni di efficienza delle attrezzature ed impianti di
protezione antincendio deve essere attuata la sorveglianza, il controllo e la manutenzione in
conformità a quanto previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti.
Scopo dell’attività di sorveglianza, controllo e manutenzione è quello di rilevare e rimuovere
qualunque causa, deficienza, danno od impedimento che possa pregiudicare il corretto
funzionamento ed uso dei presidi antincendio.
L’attività di controllo periodico e la manutenzione deve essere eseguita da personale
competente e qualificato.
I risultati degli interventi di controllo e di manutenzione finalizzati a mantenere in stato di
efficienza i sistemi, i dispositivi, le attrezzature, gli impianti e le altre misure di sicurezza
antincendio adottate devono essere annotati su un apposito registro (art. 5 D.P.R. 37/1998)
che, tra l'altro, deve contenere l'indicazione:
- degli interventi di controllo e manutenzione effettuati e delle successive scadenze;
- dei guasti, dei malfunzionamenti e delle attivazioni a seguito di principi d'incendio;
- delle esercitazioni periodiche;
- delle sedute di informazione e formazione.
Estintori portatili
Il punto 4.1.3 dell'allegato IV del D.Lgs. 9/04/2008, n. 81, riprendendo quanto già previsto
nell’ex art. 34 del D.P.R. 547/55, riporta che i mezzi di estinzione incendi, ivi compresi gli
apparecchi estintori portatili, devono essere mantenuti in efficienza e controllati almeno una
volta ogni sei mesi da personale esperto.
Inoltre il nuovo Decreto di omologazione degli estintori, D.M. 7 gennaio 2005, all’art. 4
definisce che l'estintore in esercizio deve essere mantenuto in efficienza secondo le procedure
indicate dalla norma UNI 9994 e sulla base delle indicazioni di uso e manutenzione riportate
sul libretto richiesto dal Decreto stesso. La citazione esplicita della norma tecnica all’interno del
Decreto Ministeriale rende pertanto cogente la UNI 9994 per tutti gli estintori omologati in
conformità a tale testo legislativo.
La norma tecnica è tuttavia implicitamente richiamata e resa obbligatoria anche dal D.M. 10
245
marzo 1998, che definisce che gli interventi di manutenzione ed i controlli sugli impianti e sulle
attrezzature di protezione antincendio sono effettuate nel rispetto:
- delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti;
- delle norme di buona tecnica emanate dagli organismi di normalizzazione nazionali o
europei,o in assenza di dette norme di buona tecnica
- delle istruzioni fornite dal fabbricante e/o dall’installatore.
Sempre lo stesso decreto definisce il controllo periodico come l’insieme di operazioni da
effettuarsi con frequenza almeno semestrale, per verificare la completa e corretta funzionalità
delle attrezzature e degli impianti.
Analizzando la norma di riferimento UNI 9994 nel dettaglio, essa definisce il controllo come
quella misura di prevenzione atta a verificare, con frequenza almeno, semestrale, l’efficienza
dell’estintore, tramite effettuazione di una serie ben specificata di accertamenti. L’apposito
cartellino di manutenzione deve riportare la data dell’ultimo intervento, indicando mese ed
anno nel formato mm/aa.
Alla luce di quanto esposto si ritiene quindi opportuno sottolineare quanto segue:
- la frequenza minima delle manutenzioni dei presidi antincendio è, come previsto dalla
legislazione, di sei mesi.
- la frequenza degli interventi di manutenzione indicata in alcune norme tecniche con frasi
quali “almeno ogni sei mesi” è da considerarsi come la necessità di effettuarle almeno una
volta ogni sei mesi e non ogni cinque (esempio: primo intervento a gennaio, secondo
intervento a luglio, senza l’obbligo di effettuare interventi di manutenzione a giugno).
26. SEGNALETICA DI SICUREZZA
Segnaletica di sicurezza
Definizione
Per segnaletica di sicurezza si intende una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad
un'attività o ad una situazione determinata, fornisce una indicazione o una
prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, e che utilizza, a
seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una
comunicazione verbale o un segnale gestuale.
Obblighi del datore di lavoro
Quando, anche a seguito della valutazione effettuata in conformità dell'articolo 17
del D.Lgs. 81/2008, risultano rischi che non possono essere evitati o
sufficientemente limitati con misure, metodi, o sistemi di organizzazione del lavoro,
o con mezzi di protezione collettiva, il datore di lavoro fa ricorso alla segnaletica di
sicurezza, allo scopo di:
avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte;
vietare comportamenti che potrebbero causare pericolo;
prescrivere determinati comportamenti necessari ai fini della sicurezza;
246
fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di
salvataggio;
fornire altre indicazioni in materia di prevenzione e sicurezza.
Scopo della segnaletica di sicurezza
Attirare velocemente e in modo facilmente comprensibile l'attenzione su oggetti e
situazioni che possono creare pericoli.
Devono essere utilizzati colori di sicurezza e di contrasto, nonché i colori del simbolo,
riportati nella seguente tabella.
Colore Forma Significato o Scopo Indicazioni e precisazioni
Rosso
Segnali di divieto Atteggiamenti Pericolosi
Pericolo-Allarme Alt, arresto dispositivi di interruzione di
emergenza Sgombero
Materiali o
Attrezzature
Antincendio
Identificazione e ubicazione
Giallo o
Giallo-Arancio
Segnali di
avvertimento Attenzione Cautela, Verifica
Azzurro
Segnali di prescrizione Comportamento o azione specifica - obbligo di
portare un mezzo di sicurezza personale
Verde
Segnali di salvataggio
o di soccorso
Porte, uscite, percorsi, materiali, postazioni,
locali
Situazione di Sicurezza Ritorno alla normalità
Le caratteristiche dei cartelli cambiano a seconda che si tratti di:
Cartelli di divieto
Cartelli antincendio
Forma rotonda
Pittogramma nero su fondo
bianco, bordo e banda rossa
Forma quadrata o rettangolare
Pittogramma bianco su fondo
rosso
Cartelli di avvertimento
Cartelli di prescrizione
Forma triangolare
Pittogramma nero su fondo
giallo, bordo nero
Forma rotonda
Pittogramma bianco su fondo
azzurro
Cartelli di salvataggio
Forma quadrata o rettangolare
Pittogramma bianco su fondo
verde
247
Principale segnaletica da apporre negli ambienti di lavoro
Cartello per indicazione dei servizi igienici:
Cartello per indicazione cassetta pronto soccorso:
Cartelli di indicazione uscite di emergenza
Cartelli per indicazione del percorso per uscita di emergenza
248
Norme comportamentali in caso di incendio, pronto soccorso, movimentazione
manuale dei carichi
Cartello di segnalazione estintore
Divieto di depositare materiale in prossimità delle uscite di sicurezza
249
Divieto di fumare Divieto di accesso Divieto di arrampicarsi sugli
scaffali
27. PROGRAMMA DI FORMAZIONE
Programma di Formazione ed Informazione
Si riporta di seguito i requisiti minimi del programma minimo di formazione da
attuare in azienda:
Destinatari Attività di formazione Svolta Periodicità
RSPP
Corso RSPP
(art. 31-32-33-34 D.Lgs. n. 81/2008)
I verb
ali d
i fo
rmazio
ne e
d info
rmazio
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ei la
vora
tori s
ono
conserv
ati p
resso l’a
zie
nda
Come stabilito dal
D.Lgs. 81/2008
Addetti
Corso Addetti Prevenzione Incendi
(D.M. 10/03/1998) Ogni due anni
Corso primo soccorso
(D.M. 388/03) Ogni due anni
RLS Corso RLS
(art. 37 co. 10 D.Lgs. n. 81/2008)
Come stabilito dal
D.Lgs. 81/2008
Preposti
Formazione su compiti in materia di
salute e sicurezza del lavoro
(art. 37 co. 7 D.Lgs. n. 81/2008)
Ogni due anni
Impiegati
Informazione e formazione Valutazione
dei Rischi
(art. 36-37 D.Lgs. n. 81/2008)
Ogni due anni
Impiegati Informazione e formazione rischi specifici
(art. 36-37 D.Lgs. n. 81/2008) Ogni due anni
Impiegati Uso di attrezzature di lavoro
(art. 73 D.Lgs. n.81/2008) Ogni due anni
Impiegati Uso D.P.I.
(art. 77 D.Lgs. n. 81/2008) Ogni due anni
250
Impiegati Segnaletica di sicurezza
(art. 164 D.Lgs. n. 81/2008) Ogni due anni
Impiegati Movimentazione Manuale dei Carichi
(art. 169 D.Lgs. n.81/2008) Ogni due anni
28. PROGRAMMA E PROCEDURE DI MIGLIORAMENTO
Programma e Procedure di attuazione delle Misure di Miglioramento
Al fine di perseguire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza aziendali
saranno implementate in azienda le procedure descritte nel seguito al fine di creare
un Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro che permetta di individuare i punti
di debolezza ed i punti di forza della azienda in merito ai livelli di sicurezza ed
individuare eventuali azioni correttive rispetto alla eventualità che possano
verificarsi incidenti e/o malattie professionali. L’obiettivo della azienda è quello di
ridurre al minimo il numero di incidenti ed il numero di giorni di assenza dei
lavoratori conseguenti ad incidenti.
Il programma di attuazione delle misure di miglioramento dei livelli di sicurezza
aziendale prevede l’attuazione delle seguenti procedure:
Gestione Leggi e Regolamenti
Responsabilità
IL RSPP ha la responsabilità di:
ricercare leggi e regolamenti applicabili e identificare quelli relativi alle attività,
prodotti e servizi di interesse in merito alla gestione per la SSL per l’Organizzazione
valutare i potenziali impatti di queste leggi e regolamenti sulla Organizzazione e su i
suoi prodotti, attività e servizi
assicurarsi che la Organizzazione abbia tutti i nulla osta, autorizzazioni e permessi
necessari e che essi siano aggiornati
comunicare qualsiasi nuova prescrizione legislativa alle persone interessate
251
Ricerca delle leggi
Il RSPP riceve periodicamente gli aggiornamenti legislativi in materia di SSL e
verifica se vi sono leggi, norme, regolamenti che devono essere applicati ai servizi o
attività sviluppate dalla Organizzazione. In caso affermativo, provvede a reperirle.
Il RSPP, al ricevimento di tali documenti, analizza le prescrizioni contenute e
comunica al DL e al RSPP gli eventuali nuovi adempimenti e verifica che vengano
attuati nei tempi previsti dalla normativa.
Diffusione ed utilizzo di leggi e regolamenti
Dopo aver individuato le aree in cui tali disposizioni legislative individuate devono
essere applicate, il RSPP distribuisce una copia della prescrizione, al RSPP, ai DRG ed
ai Responsabili delle aree interessate.
La predisposizione di eventuali atti amministrativi previsti dalla normativa, quali
denunce, comunicazioni agli Enti autorizzativi e/o di controllo, viene assegnata dal
DL a soggetti dotati di requisiti e conoscenze adeguate. La verifica del rispetto delle
modalità e dei tempi previsti dalla normativa sono a cura del RSPP.
Il RSPP registra ogni eventuale scadenza di adempimento e/o di controlli da
effettuare.
Il RSPP conserva le copie delle leggi e regolamenti applicate dalla Organizzazione.
Nel corso delle verifiche ispettive periodiche interne, il RSPP si assicura che le aree
abbiano ricevuto e applichino le prescrizioni di leggi e regolamenti necessari allo
svolgimento delle attività.
Archiviazione
Il RSPP conserva per il periodo di validità:
Bollettini ricevuti dalle associazioni di categoria
leggi, regolamenti, norme, prescrizioni applicate dalla Organizzazione
nulla osta, permessi, autorizzazioni
Successivamente alla loro scadenza tali documenti sono archiviati per 3 anni, a meno
di diverse disposizioni derivanti da disposti legislativi vigenti.
Documentazione Collegata
Registro Norme e Leggi
Gestione Sorveglianza sanitaria
Verifica delle necessità della sorveglianza sanitaria
252
Il DL, tramite il SPP, verifica la necessità di sottoporre a sorveglianza sanitaria i LAV
in funzione dell’attività lavorativa da loro esercitata.
Tale necessità ricorre:
in ogni caso per tutti i LAV prima del loro inizio attività, per determinare la loro
idoneità al lavoro;
qualora il lavoratore ne faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente
correlata ai rischi lavorativi
in ogni caso previsto dalle leggi vigenti;
a seguito disposizioni dell’AUSL locale; nei casi di dubbia interpretazione il DL, tramite
il SPP, consulta l’AUSL o un MC per definire la necessità della sorveglianza.
Nomina del MC
Il DL con la collaborazione di RSPP e DRG interessati, contatta i candidati medici
competenti ed effettua la nomina (modello di nomina del medico Competente) previa
richiesta curriculum e attestazioni della qualifica a svolgere il compito. La lettera di
nomina comprende la richiesta dell’osservanza da parte del MC dei propri obblighi
previsti dalle normative di sicurezza.
Il medico competente deve avere i titoli e requisiti previsti dall’art. 38 del D.Lgs.
81/2008.
Il medico competente svolge la propria opera in qualità di:
a) dipendente o collaboratore di una struttura esterna pubblica o privata,
convenzionata con l’imprenditore;
b) libero professionista;
c) dipendente del datore di lavoro.
Successivamente alla nomina il DL redige un contratto di consulenza, in cui sono
indicati:
la natura del rapporto di lavoro tra azienda e MC;
il nominativo del dirigente che curerà le relazioni con il MC;
le prestazioni di routine del MC, specificando, se del caso, il tempo richiesto e le
modalità di effettuazione;
eventualmente, l’indicazione dei locali o strutture aziendali a disposizione del MC;
la durata della collaborazione ed eventualmente le condizioni e modalità di rinnovo del
contratto;
i casi di inadempimento che possono comportare la rescissione del contratto.
Dopo la nomina il DL o il DRG, tramite il SPP, trasmette al MC copia della
documentazione inerente:
253
elenco LAV con mansioni e data di nascita;
i dati del registro degli infortuni e delle malattie professionali;
schede di sicurezza delle sostanze o preparati utilizzati;
documento di valutazione dei rischi;
relazioni di sintesi dei risultati di verifiche fonometriche e/o dell’ambiente di lavoro
Revoca della Nomina
Il DL, anche su segnalazione del DRG interessato, può revocare la nomina del MC nei
seguenti casi:
fine del termine contrattuale;
dimissioni dall’incarico;
per evidenti carenze nello svolgere gli incarichi previsti.
Il DL effettua la revoca assicurando però che, in attesa della nuova nomina, la
sorveglianza sanitaria non subisca limitazioni o interruzioni.
Attività Del MC
Il MC svolge le attività definite dagli artt. 25–39–40–41-42 del D.Lgs. 81/2008:
Documentazione Collegata
Nomina medico competente
Contratto di consulenza stipulato con il medico competente
Cartelle sanitarie lavoratori
Gestione Informazione, Formazione ed Addestramento
Programmazione della Formazione, Informazione ed Addestramento
Il DL in collaborazione con il RSPP, in funzione
della valutazione dei rischi
delle segnalazioni ricevute (secondo quanto definito nel paragrafo 5.2),
di quanto definito dagli artt. 31-32-33-34-36-37-73-77-164-169-177-184-195-227-
278 del D.Lgs. 81/2008 dal D.M. 10 marzo 1998 e D.M. 388/2003, nonché da altre
disposizione legislative contenute nella registrazione Registro Norme e Leggi
elabora in occasione della riunione periodica annuale, un Piano di formazione ed
informazione dei LAV indicante:
I contenuti dell’informazione e formazione necessaria
Sito e lavoratore coinvolto
Modalità di erogazione, comprendente inoltre l’indicazione delle funzioni interne od
esterne incaricate dell’erogazione
254
Indicazione delle misure di accertamento, anche periodiche (domande, questionari,
prove pratiche predisposte a cura del RSPP di volta in volta a seconda della tipologia
di attività da svolgere), del grado di recepimento e di comprensione, ove richiesto
dall’attività;
Periodo indicativo di prevista effettuazione dell’azione di informazione e formazione
Il Piano di Formazione è redatto in forma scritta tramite modello Piano di formazione
ed informazione e pubblicizzato nella bacheca aziendale dal RSPP. Sarà cura del DL o
di soggetto delegato occuparsi dell’esecuzione e dell’organizzazione delle attività
previste. Sarà compito del RSPP verificare il rispetto del piano di formazione.
Segnalazione delle necessità Formative od Informative
Tutte le parti interessate possono evidenziare, anche con il contributo del RSPP, la
necessità di formazione ed informazione in funzione della specificità dell’ambito di
competenza, tramite l’apposito Modello di richiesta interventi informativi, formativi e
addestramento. La richiesta di interventi informativi o formativi, può essere
effettuata anche a seguito di:
Mutate condizioni di rischio per i lavoratori
Variazione del personale ovvero ogni volta si ha una nuova assunzione
Presenza di non conformità
Il modulo viene inoltrato al RSPP che valutata la richiesta, la sottopone al DL. Nel
caso in cui l’intervento formativo/informativo richiesto abbia necessità di immediata
realizzazione, il RSPP procede alla modifica od integrazione del Piano di formazione
ed informazione elaborato secondo quanto definito nel paragrafo precedente.
Nel caso in cui non siano emersi necessità imminenti di formazione, i moduli vengono
custoditi a cura del RSPP e analizzati in fase di riunione periodica.
Criteri di Erogazione delle Attività di Informazione, Formazione ed Addestramento
L’erogazione delle attività di informazione, formazione ed addestramento avviene
tramite:
corsi su argomenti specifici
schede o manuali di apparecchiature e macchine
procedure operative di lavoro
depliant, posters e cartelli di sensibilizzazione
prove pratiche
Le attività di informazione, formazione ed addestramento avvengono abitualmente
durante un periodo di durata adeguata e prestabilita in conformità alle esigenze
specifiche, e prevede la verifica dell’apprendimento dei LAV.
255
La attività di informazione, formazione ed addestramento avviene in ogni modo
sempre in occasione:
dell’assunzione;
del trasferimento o cambiamento di mansioni;
dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove
sostanze e preparati pericolosi
del trasferimento o cambiamento di mansioni che implichi variazioni sostanziali
dell’attività operativa
in relazione all'evoluzione dei rischi ovvero all'insorgenza di nuovi rischi .
In tutti i casi precedentemente elencati, il DL, in collaborazione con il PREP o il DRG
competente per area, predispone uno specifico programma di addestramento da
attuarsi con affiancamento del LAV ad un addetto esperto, attraverso corsi di
formazioni effettuati da personale qualificato o comunque secondo le modalità di
volta in volta specificate.
La durata del periodo di affiancamento del LAV, è stabilita dal PREP competente per
area in collaborazione con il LAV esperto o con il personale qualificato coinvolto. Al
termine del periodo di addestramento e quindi quando il LAV avrà raggiunto il livello
richiesto di competenza e conoscenza specifica per il particolare ambito lavorativo,
sarà cura del PREP/DRG comunicarlo al DL.
Esecuzione e Registrazione delle Attività
Le attività di formazione, informazione ed addestramento sono effettuate durante
l’orario di lavoro senza alcun onere economico a carico dei LAV anche in
collaborazione con gli organismi paritetici provinciali.
L’attività formativa ed informativa o qualsiasi riunione a carattere informativo viene
registrata sul Registro presenze attività info – formative. Il registro viene firmato dai
LAV anche per ricevuta della consegna della documentazione a supporto
dell’informazione o formazione.
Per l’attività formativa occorre procedere anche alla compilazione da parte del LAV di
un questionario di verifica finale predisposto di volta in volta in funzione dell’attività.
Il questionario consentirà al RSPP di verificare se l’attività formativa ha raggiunto
l’obiettivo prefissato; RSPP presenterà i risultati in forma aggregata in occasione
della Riunione Periodica.
Tutti i registri e questionari sono conservati a cura del RSPP
Il RSPP redige e tiene aggiornato l’elenco dei LAV comprendente l’indicazione delle
iniziative di informazione e formazione cui hanno partecipato ai fini della loro
qualifica professionale. La registrazione avverrà su supporto informatico tramite file.
256
Documentazione Collegata
Registro presenze attività info – formative
Piano di formazione ed informazione
Riunione Periodica
Convocazione
Il DL direttamente o comunque tramite il RSPP, indice una riunione con oggetto la
salute e la sicurezza dell’Organizzazione almeno una volta l’anno.
La riunione ha altresì luogo in occasione di eventuali significative variazioni delle
condizioni di esposizione al rischio, compresa la programmazione e l’introduzione di
nuove tecnologie che hanno riflessi sulla sicurezza e salute dei lavoratori.
È facoltà del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza chiedere la convocazione
di una riunione straordinaria. Alla riunione di cui sopra partecipano sempre e
comunque:
il DL;
il RSPP;
il MC;
il RLS;
soggetti esterni che eventualmente hanno inoltrato richiesta di riunione.
Alle riunioni del servizio di prevenzione e protezione partecipano, su invito del DL,
coloro che, per conoscenza, competenza e professionalità, sono in grado di
contribuire al miglioramento delle condizioni di sicurezza, attraverso indicazioni sui
possibili interventi per il miglioramento del livello della salute e della sicurezza.
Il RSPP prepara l’ordine di giorno degli argomenti da trattare anche sulla base di
eventuali indicazioni dei partecipanti indicati. Nel programma della riunione figurano
comunque all’ordine del giorno i seguenti argomenti:
il documento di valutazione dei rischi;
l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali e della sorveglianza
sanitaria;
i criteri di scelta, le caratteristiche tecniche e l’efficacia dei dispositivi di protezione
individuale;
i programmi di informazione e formazione dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori ai
fini della sicurezza e della protezione della loro salute;
varie ed eventuali
Nel corso della riunione verranno individuati anche:
257
codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di malattie
professionali;
obiettivi di miglioramento della sicurezza complessiva.
La convocazione della riunione è effettuata da parte del RSPP, trasmesso ai soggetti
interessati ed individuati da DL e RSPP di volta in volta sulla base della specificità
degli argomenti all’ordine del giorno.
Verbalizzazione e Divulgazione
La riunione periodica è verbalizzata a cura del RSPP su apposito Modello di
verbalizzazione.
Il modulo di verbalizzazione deve obbligatoriamente riportare le firme di DL, RSPP,
MC, RLS e di tutti gli altri eventuali soggetti partecipanti alla riunione.
Il verbale di riunione periodica è trasmesso a cura del RSPP in copia a tutti i soggetti
partecipanti alla riunione ed eventualmente ad altri soggetti menzionati durante la
riunione di cui è previsto un coinvolgimento attivo per quanto riguarda le
problematiche di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro.
I verbali di riunione periodica sono conservati in originale, in allegato al documento
di valutazione dei rischi a cura del SPP.
Documentazione Collegata
Convocazione Riunione Periodica
Verbale Riunione Periodica
Gestione degli Infortuni
Segnalazione
I LAV hanno il dovere di informare immediatamente con comunicazione di tipo
verbale il diretto superiore di riferimento o il responsabile di area (PREP o DRG), di
qualsiasi INF, INC, NM o RP, facendo pervenire, se presente, anche il relativo
certificato medico.
Il PREP o DRG a sua volta informa, sempre verbalmente, il DL e il RSPP.
Il PREP o il DRG in caso di INFORTUNIO procede secondo quanto riportato nei
paragrafi successivi.
Indagine
258
Tutti gli incidenti, devono essere seguiti da indagine, la cui complessità dipende dalla
gravità reale o potenziale dell’evento verificatosi. L’attività di indagine si svolge
secondo i seguenti step significativi:
Raccolta dei dati descrittivi dell’evento verificatosi tramite indagine preliminare
Istituzione della commissione di indagine e redazione del rapporto di indagine
Elaborazione della relazione con relative azioni correttive
Successivamente all’evento, il RSPP, raccoglie i dati descrittivi ed identificativi
dell’evento, tramite la compilazione del Modello di Indagine Preliminare.
La compilazione del suddetto modulo ha lo scopo di identificare i dati significativi
dell’incidente o dell’infortunio, per cui si riporta la descrizione dei luoghi e delle
attrezzature coinvolte, i dati dell’operatore interessato, si definisce la dinamica
dell’evento e si raccolgono le testimonianze degli operatori presenti all’evento.
Una volta compilato il Modello di Indagine Preliminare, il RSPP incaricato consegna il
modulo stesso al DL di riferimento.
Commissione di indagine
Il RSPP istituisce la commissione di indagine che sarà composta dal DL, dal DRG e dal
PREP interessato, e qualora se ne avverta la necessità potranno essere coinvolto
anche il MC e/o esperti tecnici esterni.
La commissione di indagine, sulla base dei contenuti del Modello di Indagine
Preliminare e sulla base delle osservazioni delle funzioni coinvolte, il RSPP redige un
rapporto di indagine i cui contenuti significativi dovranno essere i seguenti:
Identificazione dell’attività lavorativa (fase lavorativa) che veniva svolto al momento
dell’evento;
Descrizione dettagliata dell’incidente, specificando posizione fisica dell’interessato,
modalità di esecuzione della fase di lavoro in corso, utensili, attrezzature macchine e
materiali utilizzati, persone coinvolte). In questa fase la commissione si può avvalere
di strumenti quali schemi e disegni da allegare al rapporto di indagine;
Nel caso in cui l’evento abbia provocato un infortunio, identificazione delle azioni
messe in atto (o trascurate) dall’infortunato e/o da altre persone eventualmente
presenti, che hanno contribuito al verificarsi dell’infortunio e delle motivazioni per cui
tali azioni sono state messe in atto (o trascurate);
Indicazione, descrizione delle condizioni (ambiente, macchine, attrezzature, materiali,
sostanze...) che hanno contribuito al verificarsi dell’evento
Descrizione dei provvedimenti presi per evitare il ripetersi di eventi analoghi
Osservazioni ed eventuali conclusioni delle funzioni interessate
259
Il rapporto di indagine, con allegata tutta la documentazione raccolta (foto, fascicoli,
testimonianze, ecc..), è poi trasmessa al DL per conoscenza e conservato dal RSPP.
Relazione Tecnica di Valutazione Finale
Sulla base di quanto emerso dall’indagine sulle circostanze dell’incidente, il RSPP
valuta se proporre al DL di intraprendere le eventuali azioni correttive.
L’attività di valutazione finale sull’evento viene coordinata dal RSPP in
collaborazione con il DL, il RSPP ed il MC ove se ne riscontri la necessità. Tale attività
prevede la redazione di una relazione tecnica finale da parte del RSPP che evidenzi:
Descrizione dell’incidente o infortunio
Analisi delle cause e delle condizioni che hanno indotto l’evento
Analisi dei provvedimenti già presi per evitare l’evento indesiderato
Analisi dei provvedimenti da adottare per evitare il ripetersi della condizione di rischio,
specificando:
Modalità di scelta delle azioni correttive;
Metodi, modi e tempi con cui si intende procedere nell’applicazione di suddette azioni;
Metodi, modi e tempi con cui si intende verificare l’efficacia delle azioni intraprese.
Nel caso in cui siano state individuate delle azioni correttive queste devono essere
adottate tempestivamente. Le modalità di messa in atto di suddette azioni, le
responsabilità di esecuzione e le modalità di controllo della loro efficacia saranno di
volta in volta stabilite dal RSPP in collaborazione con il DL ed il RSPP specificate nella
relazione tecnica finale.
Alla relazione dovrà essere allegato il modello di indagine preliminare compilato e il
rapporto di indagine, oltre che tutta la documentazione eventualmente raccolta e/o
compilata durante le fasi precedenti. L’insieme dei suddetti documenti sarà
conservato a cura del RSPP.
Registro degli Infortuni e Denuncia Infortunio
In caso di INF che comportano un'assenza dal lavoro di almeno un giorno, il DL,
annota l’evento sul registro degli infortuni, evidenziando il nome, il cognome, la
qualifica professionale dell'infortunato, le cause e le circostanze dell'INF, nonché la
data di abbandono e di ripresa del lavoro.
Il DL provvede a comunicare all’INAIL, o all’IPSEMA, in relazione alle rispettive
competenze, a fini statistici e informativi, i dati relativi agli infortuni sul lavoro che
comportino un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento e, a
260
fini assicurativi, le informazioni relative agli infortuni sul lavoro che comportino
un’assenza dal lavoro superiore a tre giorni, così come previsto dal D.Lgs. 81/2008
art. 18 co. 1 lettera r).
La denuncia ed il certificato medico debbono indicare, oltre alle generalità del LAV, il
giorno e l'ora in cui è avvenuto l'INF, le cause e le circostanze di esso, anche in
riferimento ad eventuali deficienze di misure di igiene e di prevenzione, la natura e la
precisa sede anatomica della lesione, il rapporto con le cause denunciate, le
eventuali alterazioni preesistenti.
La denuncia redatta sull’apposito modulo è firmata dal DL.
Infortunio non guaribile in tre giorni
In caso di INF non guaribile entro 3 giorni, il DL o il RSPP, denuncia all'INAIL
l’accaduto indipendentemente da ogni valutazione circa la ricorrenza degli estremi di
legge per l'indennizzabilità. La denuncia viene fatta utilizzando l’apposito modulo di
denuncia dell’infortunio dell’INAIL entro due giorni dalla data di ricezione del primo
certificato medico e deve essere corredata dallo stesso.
Qualora l'inabilità per un INF pronosticato guaribile entro tre giorni si prolunghi al
quarto il termine per la denuncia decorre da questo ultimo giorno.
Infortunio che ha prodotto morte o pericolo di morte
Se si tratta di INF che abbia prodotto la morte o per il quale sia possibile il pericolo di
morte, la denuncia viene fatta con telegramma entro ventiquattro ore dall'INF, a cura
del DL o del RSPP
Ulteriore denuncia all’autorità locale
In caso di INF sul lavoro che abbia per conseguenza la morte o l'inabilità al lavoro
per più di tre giorni, il DL o il RSPP denuncia l’accaduto all'autorità locale di pubblica
sicurezza del Comune in cui è avvenuto l'INF, entro due giorni dal giorno successivo
a quello in cui il medico accerta l’inabilità al lavoro per almeno tre giorni.
La denuncia, redatta sull’apposito modulo, è firmata dal DL.
Documentazione Collegata
Modello di Indagine Preliminare
Modulo di denuncia infortunio INAIL
Registro degli infortuni
Rapporto di indagine
Relazione tecnica sulle non conformità
261
Gestione comportamenti scorretti dei lavoratori
Cause di Richiamo Lavoratori
Il DL, tramite i DRG e PREP, verifica costantemente il comportamento dei LAV e li
richiama al rispetto delle direttive aziendali e legislative in materia di sicurezza,
definite negli interventi formativi ed informativi e nei documenti di valutazione dei
rischi.
A tale proposito, un comportamento ai ritiene scorretto o non conforme quando i
LAV:
non osservano le disposizioni e le istruzioni di sicurezza impartite, ai fini della
protezione collettiva ed individuale;
non utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze
e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i
dispositivi di sicurezza;
non utilizzano in modo appropriato i DPI messi a loro disposizione
non segnalano immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le
deficienze dei mezzi e dispositivi di cui alle lettere b) e c), nonché le altre eventuali
condizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza, e non si adoperano direttamente,
in caso di urgenza, nell'ambito delle loro competenze e possibilità, per eliminare o
ridurre tali deficienze o pericoli, dandone notizia al RLS;
rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di
segnalazione o di controllo;
compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri LAV;
non si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti.
Richiamo verbale
Ogni volta che si verifichi un comportamento scorretto di un certo lavoratore chi lo
verifica effettuerà un richiamo allo stesso e comunica al RSPP l’eventuale
comportamento scorretto o non conforme del LAV, che provvede a registrarlo sul
Registro richiami verbali. Il RSPP ha il compito di comunicare al DL almeno ogni
trimestre l’andamento dei richiami.
Lettera di Richiamo
Se il comportamento a carico del singolo LAV si ripete in maniera continuativa, il
RSPP effettuerà comunicazione al DL tramite trasmissione di copia del registro dei
262
richiami verbali. Il DL valuterà la necessità di provvedere all’invio di una lettera di
richiamo al LAV secondo le modalità previste da accordi o contratti di lavoro.
Sanzione Disciplinare
Qualora il LAV prosegua il comportamento scorretto il DL, anche tramite il RSPP
convoca il LAV in apposita riunione per contestargli l’eventuale addebito e lo sente a
sua difesa alla presenza del RLS;
assegna la sanzione disciplinare conformemente a quanto prescritto da accordi o
contratti di lavoro.
Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali
ciascuna di esse può essere applicata ed alle procedure di contestazione, devono
essere portate a conoscenza di tutti i LAV mediante affissione in luogo accessibile a
tutti.
Possibilità di risposta da parte del lavoratore alla sanzione disciplinare
Salvo analoghe procedure previste dai contratti collettivi di lavoro e ferma restando
la facoltà di adire l'autorità giudiziaria, il LAV al quale sia stata applicata una
sanzione disciplinare può promuovere, nei venti giorni successivi, anche per mezzo
dell'associazione alla quale sia iscritto ovvero conferisca mandato, la costituzione,
tramite l'ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione, di un collegio di
conciliazione ed arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle parti e
da un terzo membro scelto di comune accordo o, in difetto di accordo, nominato dal
direttore dell'ufficio del lavoro.
La sanzione disciplinare resta sospesa fino alla pronuncia da parte del collegio.
Qualora il DL non provveda, entro dieci giorni dall'invito rivoltogli dall'ufficio del
lavoro, a nominare il proprio rappresentante in seno al collegio di cui
precedentemente parlato, la sanzione disciplinare non ha effetto. Se il DL adisce
l'autorità giudiziaria, la sanzione disciplinare resta sospesa fino alla definizione del
giudizio.
Non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni
dalla loro applicazione.
Documentazione Collegata
Lettera di richiamo scritto ai lavoratori
263
Gestione DPI
Acquisizione di DPI
Il DL o suo incaricato in collaborazione con il RSPP, MC, consultato eventualmente
RLS all’atto della scelta dei DPI, deve valutare le seguenti caratteristiche:
adeguatezza ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;
adeguatezza alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
reciproca compatibilità e mantenimento, anche nell'uso simultaneo, della propria
efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti in caso di presenza di
rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI.
Il DL o suo incaricato all’atto dell’acquisto controlla inoltre che i DPI siano corredati
della seguente documentazione in maniera tale da garantire il possesso, da parte dei
DPI, dei requisiti essenziali di sicurezza:
dichiarazione di conformità CE da parte del fabbricante
marcatura CE
nota informativa rilasciata da fabbricante (che deve contenere le istruzioni d'uso, tutti
gli elementi idonei a consentire una scelta adeguata tra i diversi tipi di D.P.I. e a
permetterne un uso corretto, i dati identificativi dell'organismo di certificazione)
caratteristiche previste a seguito della valutazione dei rischi
Destinazione dei DPI
Il DL o DRG delegato ha l’obbligo di destinare i DPI ad un uso personale. Una volta
individuati i DPI il PREP delegato deve provvedere alla consegna dei DPI ai singoli
LAV.
L’avvenuta consegna è registrata sul modulo di Dichiarazione di ricevimento dei
dispositivi di protezione personale su cui viene indicato e :
Descrizione dei DPI consegnati (tipologia e codice identificativo)
Dati identificativi del lavoratore a cui è stato consegnato il DPI
Data consegna
Firma del LAV (a convalida dell’avvenuta consegna e dell’impegno al corretto utilizzo).
Qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte di più persone, il
DL o DRG delegato consegna al PREP incaricato il DPI utilizzando il modulo di
Dichiarazione di ricevimento dei dispositivi di protezione personale. Il PREP
nell’assegnazione del DPI ai LAV dovrà avere cura di verificare che il LAV abbia
ricevuto adeguata formazione ed informazione sull’uso.
Gestione di casi di inadeguatezza ed intolleranza ai DPI
264
In caso di intolleranza da parte dei LAV, questi ultimi dovranno farne comunicazione
verbale al RSPP, che conseguentemente effettuerà comunicazione scritta
sull’inadeguatezza dei DPI al DL.
Il DL deve avvalersi del MC per esprimere parere sull’adeguatezza o meno dei DPI
adottati in relazione all’utente che li indossa; questi potrà anche disporre - in casi
particolari - eventuali accertamenti specialistici (es.: visita ortopedica per
individuare scarpe di protezione più adeguate nel caso specifico) e dovrà comunque
assicurare il DL, nell’ambito della sorveglianza da lui effettuata, sulla compatibilità
del DPI infine selezionato con le esigenze dell’utilizzatore.
Modalità di utilizzazione e mantenimento dei DPI
Per quanto attiene modalità di utilizzazione e mantenimento dei DPI, il DRG
incaricato deve:
Prevedere corrette modalità di utilizzo in funzione delle indicazioni indicate dal
fabbricante;
Determinare la periodicità di sostituzione in funzione delle indicazioni del fabbricante;
nel caso in cui le indicazioni sulla periodicità di sostituzione non siano disponibili, una
volta acquisite le informazioni sulle prestazioni dei DPI, la periodicità di sostituzione
deve essere determinata sulla base dei risultati ottenuti dalla la valutazione dei rischi
sulla base ed in particolare:
entità del rischio
frequenza dell'esposizione al rischio
caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore
informazione, formazione e addestramento
IL DL deve:
fornire istruzioni comprensibili per i lavoratori
informare preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge
rendere disponibile nell'azienda ovvero unità produttiva informazioni adeguate su ogni
DPI
assicurare una formazione adeguata e organizzare, se necessario, uno specifico
addestramento circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI.
In ogni caso l'addestramento è obbligatorio:
per ogni DPI che, ai sensi del decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475,
appartenga alla terza categoria;
per i dispositivi di protezione dell'udito
Al fine di espletare gli obblighi di legge; il DL all’atto della consegna dei DPI ai
lavoratori deve:
265
consegnare al LAV copia della nota informativa sul DPI fornita dal fabbricante;
nel caso in cui sia necessario una addestramento, provvedere ad organizzare tale
attività; l’attività sarà poi gestita operativamente dal PREP incaricato che si farà carico
di registrare l’avvenuto addestramento
nel caso di DPI particolari, provvedere all’organizzazione di opportuni interventi
formativi (tramite corsi, colloqui, riunioni ecc) e provvedere alla loro registrazione
analogamente a quanto riportato nel punto precedente; tali interventi dovranno poi
essere ripetuti periodicamente in funzione delle variazioni delle condizioni di rischio
e/o di utilizzazione dei DPI stessi;
Documentazione Collegata
Dichiarazione di ricevimento dei dispositivi di protezione personale
Comunicazione inadeguatezza DPI
Gestione Infrastrutture
Per tutte le macchine presenti in azienda sono state definite le responsabilità, la
frequenza e le operazioni di manutenzione da effettuare sulle apparecchiature.
Per apparecchiature si intendono:
macchine, attrezzature ed impianti necessari per lo svolgimento dell’attività
mezzi di trasporto
attrezzatura per la movimentazione dei materiali
dispositivi di protezione individuale di 3° categoria
dispositivi antincendio
attrezzature sanitarie
Documentazione Collegata
Elenco Attrezzature e Piano di manutenzione annuale
Scheda manutenzione
Gestione Lavoratori appartenenti a gruppi particolarmente sensibili al rischio
Lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento (D.Lgs. 151/2001)
E' vietato adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, nonché ai lavori
pericolosi, faticosi ed insalubri di seguito riportati:
quelli previsti dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 345 e dal decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 262;
quelli indicati nella tabella allegata al decreto del Presidente della
Repubblica 19 marzo 1956, n. 303, per i quali vige l'obbligo delle visite
266
mediche preventive e periodiche: durante la gestazione e per 7 mesi dopo
il parto;
quelli che espongono alla silicosi e all'asbestosi, nonche' alle altre malattie
professionali di cui agli allegati 4 e 5 al decreto del Presidente della
Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni: durante
la gestazione e fino a 7 mesi dopo il parto;
i lavori che comportano l'esposizione alle radiazioni ionizzanti: durante la
gestazione e per 7 mesi dopo il parto;
i lavori su scale ed impalcature mobili e fisse: durante la gestazione e fino al
termine del periodo di interdizione dal lavoro;
i lavori di manovalanza pesante: durante la gestazione e fino al termine del
periodo di interdizione dal lavoro;
i lavori che comportano una stazione in piedi per piu' di meta' dell'orario o
che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante, durante la
gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro;
i lavori con macchina mossa a pedale, o comandata a pedale, quando il ritmo
del movimento sia frequente, o esiga un notevole sforzo: durante la
gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro;
i lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense
vibrazioni: durante la gestazione e fino al termine del periodo di
interdizione dal lavoro;
i lavori di assistenza e cura degli infermi nei sanatori e nei reparti per
malattie infettive e per malattie nervose e mentali: durante la gestazione
e per 7 mesi dopo il parto;
i lavori agricoli che implicano la manipolazione e l'uso di sostanze tossiche o
altrimenti nocive nella concimazione del terreno e nella cura del
bestiame: durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto;
i lavori di monda e trapianto del riso: durante la gestazione e fino al termine
del periodo di interdizione dal lavoro;
i lavori a bordo delle navi, degli aerei, dei treni, dei pullman e di ogni altro
mezzo di comunicazione in moto: durante la gestazione e fino al termine
del periodo di interdizione dal lavoro.
Tra i lavori pericolosi, faticosi ed insalubri sono inclusi quelli che comportano il
rischio di esposizione agli agenti ed alle condizioni di lavoro, indicati nel seguito:
A. Lavoratrici gestanti.
1. Agenti:
267
a) agenti fisici: lavoro in atmosfera di sovrapressione elevata, ad esempio in camere
sotto pressione, immersione subacquea;
b) agenti biologici:
toxoplasma;
virus della rosolia, a meno che sussista la prova che la lavoratrice e' sufficientemente
protetta contro questi agenti dal suo stato di immunizzazione;
c) agenti chimici: piombo e suoi derivati, nella misura in cui questi agenti possono
essere assorbiti dall'organismo umano.
2. Condizioni di lavoro: lavori sotterranei di carattere minerario.
B. Lavoratrici nel periodo successivo al parto.
1. Agenti:
a) agenti chimici: piombo e suoi derivati, nella misura in cui tali agenti possono
essere assorbiti dall'organismo umano.
2. Condizioni di lavoro: lavori sotterranei di carattere minerario.
La lavoratrice è addetta ad altre mansioni per il periodo per il quale è previsto il
divieto.
La lavoratrice è, altresì, spostata ad altre mansioni nei casi in cui i servizi ispettivi
del Ministero del lavoro, d'ufficio o su istanza della lavoratrice, accertino che le
condizioni di lavoro o ambientali sono pregiudizievoli alla salute della donna.
La lavoratrice adibita a mansioni inferiori a quelle abituali conserva la retribuzione
corrispondente alle mansioni precedentemente svolte, nonché la qualifica originale.
Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 13 della legge 20 maggio 1970, n. 300,
qualora la lavoratrice sia adibita a mansioni equivalenti o superiori.
Quando la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni, il servizio
ispettivo del Ministero del lavoro, competente per territorio, può disporre
l'interdizione dal lavoro per tutto il periodo di cui al presente Capo, in attuazione di
quanto previsto all'articolo 17.
Lavoratori minori (D.Lgs. 345/99)
L'età minima per l'ammissione al lavoro è fissata al momento in cui il minore ha
concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non può essere inferiore ai
15 anni compiuti.
268
Non verranno assegnati ad adolescenti, ovvero minori di età compresa tra i 15 e i 18
anni di età e che non sono più soggetto all'obbligo scolastico alle lavorazioni, compiti
che prevedono:
A. Lavorazioni che espongono ai seguenti agenti:
1. Agenti fisici:
atmosfera a pressione superiore a quella naturale, ad esempio in contenitori
sotto pressione, immersione sottomarina, fermo restando le disposizioni
di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 321;
rumori con esposizione superiore ai valore limite previsti dal D.Lgs.
81/2008.
2. Agenti biologici:
agenti biologici dei gruppi 3 e 4, ai sensi del titolo X del D.Lgs. 81/2008 e di
quelli geneticamente modificati del gruppo II di cui ai decreti legislativi 3
marzo 1993, n. 91 e n. 92.
3. Agenti chimici:
sostanze e preparati classificati tossici (T), molto tossici (T+), corrosivi (C),
esplosivi (E) o estremamente infiammabili (F+) ai sensi del decreto
legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni e
integrazioni e del decreto legislativo 16 luglio 1998, n. 285;
sostanze e preparati classificati nocivi (Xn) ai sensi dei decreti legislativi di
cui al punto 3 a) e comportanti uno o più rischi descritti dalle seguenti
frasi: pericolo di effetti irreversibili molto gravi (R39); possibilità di
effetti irreversibili (R40); può provocare sensibilizzazione mediante
inalazione (R42); può provocare sensibilizzazione per contatto con la
pelle (R43); può provocare alterazioni genetiche ereditarie (R46);
pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata
(R48); può ridurre la fertilità (R60); può danneggiare i bambini non
ancora nati (R61);
sostanze e preparati classificati irritanti (Xi) e comportanti uno o più rischi
descritti dalle seguenti frasi può provocare sensibilizzazione mediante
inalazione (R42); può provocare sensibilizzazione per contatto con la
pelle (R43); sostanze e preparati di cui al titolo IX capo II del D.Lgs.
81/2008; piombo e composti; amianto.
B. Processi e lavori:
Processi e lavori di cui all'allegato XLII del D.Lgs. 81/2008.
269
Lavori di fabbricazione e di manipolazione di dispositivi, ordigni ed oggetti diversi
contenenti esplosivi, fermo restando le disposizioni di cui al D.P.R. 302/56.
Lavori in serragli contenenti animali feroci o velenosi nonché condotta e governo di
tori e stalloni.
Lavori di mattatoio.
Lavori comportanti la manipolazione di apparecchiature di produzione, di
immagazzinamento o di impiego di gas compressi, liquidi o in soluzione.
Lavori su tini, bacini, serbatoi, damigiane o bombole contenenti agenti chimici di cui
al punto a.3.
Lavori edili di demolizione, allestimento e smontaggio delle armature esterne ed
interne delle costruzioni.
Lavori comportanti rischi elettrici da alta tensione.
Lavori il cui ritmo è determinato dalla macchina e che sono pagati a cottimo.
Esercizio dei forni a temperatura superiore a 500 °C come ad esempio quelli per la
produzione di ghisa, ferroleghe, ferro o acciaio; operazioni di demolizione,
ricostruzione e riparazione degli stessi; lavoro ai laminatoi.
Lavorazioni nelle fonderie.
Processi elettrolitici.
Produzione di gomma sintetica; lavorazione della gomma naturale e sintetica.
Produzione dei metalli ferrosi e non ferrosi e loro leghe.
Produzione e lavorazione dello zolfo.
Lavorazioni di escavazione, comprese le operazioni di estirpazione del materiale, di
collocamento e smontaggio delle armature, di conduzione e manovra dei mezzi
meccanici, di taglio dei massi.
Lavorazioni in gallerie, cave, miniere, torbiere e industria estrattiva in genere.
Lavorazione meccanica dei minerali e delle rocce, limitatamente alle fasi di taglio,
frantumazione, polverizzazione, vagliatura a secco dei prodotti polverulenti.
Lavorazione dei tabacchi.
Lavori di costruzione, trasformazione, riparazione, manutenzione e demolizione delle
navi, esclusi i lavori di officina eseguiti nei reparti a terra.
Produzione di calce ventilata.
Lavorazioni che espongono a rischio silicotigeno.
Manovra degli apparecchi di sollevamento a trazione meccanica, ad eccezione di
ascensori e montacarichi.
Lavori in pozzi, cisterne ed ambienti assimilabili.
Lavori nei magazzini frigoriferi.
270
Lavorazione, produzione e manipolazione comportanti esposizione a prodotti
farmaceutici.
Condotta dei veicoli di trasporto e di macchine operatrici semoventi con propulsione
meccanica nonché lavori di pulizia e di servizio dei motori e degli organi di
trasmissione che sono in moto.
Operazioni di metallizzazione a spruzzo.
Legaggio ed abbattimento degli alberi.
Pulizia di camini e focolai negli impianti di combustione.
Apertura, battitura, cardatura e pulitura delle fibre tessili, del crine vegetale ed
animale, delle piume e dei peli.
Produzione e lavorazione di fibre minerali e artificiali.
Cernita e trituramento degli stracci e della carta usata.
Lavori con impieghi di martelli pneumatici, mole ad albero flessibile e altri strumenti
vibranti; uso di pistole fissachiodi.
Produzione di polveri metalliche.
Saldatura e taglio dei metalli con arco elettrico o con fiamma ossidrica o
ossiacetilenica.
Lavori nelle macellerie che comportano l'uso di utensili taglienti, seghe e macchine
per tritare.
Lavoratori diversamente abili
All’assunzione di soggetti diversamente abili il datore di lavoro, in collaborazione con
il Servizio di Prevenzione e Protezione, il Medico Competente ed il Rappresentante
dei Lavoratori per la Sicurezza, valuta l’opportunità di attuare misure di prevenzione
e protezione aggiuntive e specifiche relative alle eventuali particolari condizioni di
rischio relative alle attività dei soggetti interessati.
Gestione Acquisti
Per quanto concerne l’acquisto di nuove sostanze, attrezzature e macchinari da
introdurre nel ciclo produttivo che potrebbero esporre i lavoratori a particolari rischi,
si procede come di seguito descritto:
valutare ed eventualmente qualificare i fornitori, con la possibilità di dare priorità ai
fornitori qualificati in fase di acquisto
monitorare i fornitori e fidelizzarli, abituandoli alle prassi in voga presso l’azienda
271
richiedere già in fase preventiva la documentazione prevista dalla legislazione vigente
a corredo, necessaria ai fini dell’aggiornamento della valutazione dei rischi di
esposizione
scegliere l’acquisto che permetta di ridurre al minimo i possibili rischi
controllare e monitorare le forniture
Gestione delle lavorazioni affidate in appalto
Il datore di lavoro, in caso di affidamento di lavori all’impresa appaltatrice o a
lavoratori autonomi all’interno della propria azienda, nonché nell’ambito dell’intero
ciclo produttivo dell’azienda medesima:
verifica l’idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei
lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affidare in appalto o
mediante contratto d’opera o di somministrazione, acquisendo anche il
certificato di iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato,
e l’autocertificazione dell’impresa appaltatrice o dei lavoratori autonomi
del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionale, e richiedendo
le informazioni descritte nel paragrafo seguente
fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici
esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di
prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività.
Il datore di lavoro, con i datori di lavoro dei subappaltatori:
cooperano all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi
sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto;
coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono
esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di
eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese
coinvolte nell’esecuzione dell’opera complessiva.
D.U.V.R.I.
Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione ed il coordinamento,
elaborando un unico documento di valutazione dei rischi che indichi le misure
adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da
interferenze. Tale documento è allegato al contratto di appalto o di opera.
272
Nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto o subappalto, il
personale occupato dall’impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di
apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità
del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.
Informazioni sui requisiti tecnico professionali delle ditte appaltatrici
In occasione dell’affidamento di lavori all’impresa appaltatrice o a lavoratori
autonomi all’interno della propria azienda, nonché nell’ambito dell’intero ciclo
produttivo dell’azienda medesima, ai fini della verifica dell’idoneità tecnico
professionale il datore di lavoro prima dell’inizio dei lavori richiederà alle ditte
appaltatrici le seguenti informazioni:
iscrizione alla camera di commercio, industria ed artigianato con oggetto
sociale inerente alla tipologia dell’appalto
documento di valutazione dei rischi di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a)
o autocertificazione di cui all’articolo 29, comma 5, del D.Lgs. 81/2008
specifica documentazione attestante la conformità alle disposizioni di cui al
D.Lgs. 81/2008, di macchine, attrezzature e opere provvisionali
elenco dei dispositivi di protezione individuali forniti ai lavoratori
nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, degli
incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta
antincendio, di evacuazione, di primo soccorso e gestione dell’emergenza,
del medico competente
nominativo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
attestati inerenti la formazione delle suddette figure e dei lavoratori prevista
dal D.Lgs. 81/2008
elenco dei lavoratori risultanti dal libro matricola e relativa idoneità sanitaria
prevista dal D.Lgs. 81/2008
documento unico di regolarità contributiva
dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospensione o
interdittivi di cui all’art. 14 del D.Lgs. 81/2008
N.B.:Nel caso si rientri nel campo di applicazione del Titolo IV del D.Lgs. 81/2008
(lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione, conservazione,
risanamento, ristrutturazione o equipaggiamento, la trasformazione, il rinnovamento
o lo smantellamento di opere fisse, permanenti o temporanee, in muratura, in
273
cemento armato, in metallo, in legno o in altri materiali, comprese le linee elettriche
e le parti strutturali degli impianti elettrici, le opere stradali, ferroviarie, idrauliche,
marittime, idroelettriche e, solo per la parte che comporta lavori edili o di ingegneria
civile, le opere di bonifica, di sistemazione forestale e di sterro) il Datore di Lavoro
appaltante dovrà adempiere a quanto disposto dagli obblighi del Committente del
suddetto decreto (art. 96 del D.Lgs. 81/2008).
29. REVISIONE DEL DOCUMENTO
Gestione e Revisione del Documento di Valutazione del Rischio
La valutazione di cui all'art. 17 del D.Lgs. 81/2008 rappresentata dal presente
documento, dovrà essere rielaborata ogniqualvolta intervengano modifiche del
processo lavorativo in genere, significative ai fini della sicurezza e della salute dei
lavoratori e, comunque, ogni tre anni nel caso in cui vi siano attività soggette a
sorveglianza sanitaria.
CONCLUSIONI
Il presente documento di valutazione dei rischi:
è stato redatto ai sensi degli artt. da 28 a 30 del D.Lgs. 81/08 s.m.i.;
è soggetto ad aggiornamento periodico ove si verificano significativi mutamenti che
potrebbero averlo reso superato.
La valutazione dei rischi è stata condotta dal Responsabile del Servizio di Prevenzione e
Protezione con la collaborazione del Medico Competente, per quanto di sua competenza e il
coinvolgimento preventivo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
Figure Nominativo Firma
Datore di Lavoro e
Resp.Serv.Prev.Protezione
Rappr. dei Lav. per la
Sicurezza
Rappr. dei Lav. per la
Sicurezza
Medico Competente
Bagheria / /
274
30. ALLEGATI
11.. DDPPII
Ai sensi dell'art. 75 del D. Lgs. 81/08, in considerazione dei rischi che non possono essere
evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione
collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro, saranno adottati
con obbligo d’uso dispositivi di protezione individuali, conformi a quelli previsti dall'allegato VIII
del D. Lgs. 81/08.
Per attività lavorative che sottopongono il lavoratore a determinati rischi, non eliminabili o
riducibili entro limiti di accettabilità con altre misure, si farà uso dei DPI indicati nella seguente
tabella:
MMaannssiioonnee
DDPPII
LITOGRAFO
LEGATORE E APPRENDISTA LEGATORE
ALLESTITORE
APPRENDISTA ALLESTITORE
SCARPE ANTINFORTIUNISTICHE
CUFFIA ANTIRUMORE
TAPPI PER LE ORECCHIE
GUANTI PER LAVORI MEDIO
ABBIGLIAMENTO ADEGUATO
MASCHERINA
MANUALE/I AD USO DEI LAVORATORI
MONTAGGISTA
GUANTI MONOUSO
MASCHERINA
MANUALE/I AD USO DEI LAVORATORI
AUTISTA
SCARPE ANTINFORTIUNISTICHE
CUFFIA ANTIRUMORE
TAPPI PER LE ORECCHIE
GUANTI PER LAVORI MEDIO/PESANTI
ABBIGLIAMENTO ADEGUATO
MASCHERINA
MANUALE/I AD USO DEI LAVORATORI
COMPUTERGRAFICA
OPERATORE CONTABILE
OPERATORE AMMINISTRATIVO
GUANTI MONOUSO
MASCHERINA
MANUALE/I AD USO DEI LAVORATORI
FOTOINCISORE
APPRENDISTA FOTOINCISORE
SCARPE ANTINFORTIUNISTICHE
GUANTI PER LAVORI MEDIO
MASCHERINA
MANUALE/I AD USO DEI LAVORATORI