Disegno e Restauro per l’Architettura Prof. G. Mirabella Roberti
Elementi di Teoria del Restauro
L'ampliamento del campo disciplinare del restauro: dal monumento all’ambiente urbano
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L'ampliamento del campo disciplinare del restauro dal monumento all’ambiente urbano: Camillo Sitte e Charles Buls
Nella seconda metà dell’800, le mutate condizioni sociali, determinate dall’avvento industriale, dai nuovi sviluppi dell’economia E dalla modernizzazione culturale determinano vistose trasformazioni delle città
La prassi dell’ embellissement, basata su saperi tradizionali – sulla riorganizzazione del campo visivo e la definizione di assi e punti di fuga – viene sostituita d una nuova pratica urbanistica
Nuove misure interessano la città determinando ampi e interminabili rettifili, piazze aperte e spaziose, viali alberati, Il RAPIDO DIFFONDERSI di enormi casamenti squadrati sia in centro che in periferia
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piano per Parigi di Haussmann
(1809-1891), Prefetto della Senna
piano per Barcellona (1860) dell’ingegnere spagnolo Cerdà (1815-1876)
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Sventramenti a Parigi
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A S I N I S T R A A V E N U E D E L ’ O P E R A , A
D E S T R A , P L A C E D E L ’ E T O I L E
L'ampliamento del campo disciplinare del restauro dal monumento all’ambiente urbano: Camillo Sitte e Charles Buls
Si smantellano in molte città le vecchie fortificazioni e si dà libero corso all'urgente espansione periferica, con quartieri affrettatamente lottizzati
a Vienna si attua la sistemazione del ring (1859-1872)
Viene liberata la prima cinta muraria (circa 600 ha)
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progetto del ring di Vienna
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Camillo Sitte (1843-1903)
architetto e pittore, nasce a Trieste da padre architetto che fuil suo primo maestro
studia al Politecnico di Vienna
nel 1875 Fonda la Staatsgewerbeschule (scuola tecnica professionale di Stato) di Salisburgo, di cui fu direttore fino al 1883. Poi dirige l'analoga scuola di Vienna, da lui ugualmente fondata
Esegue progetti per i piani di ampliamento di Olmiltz, Teschen, Lubiana, per i piani regolatori di Mährisch-Ostrau, Marienberg; numerosi interventi di progettazione e a carattere decorativo: la chiesa dei Mechitaristi di Vienna, la Chiesa del Giubileo e il Municipio di Privoz
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L'ampliamento del campo disciplinare del restauro dal monumento all’ambiente urbano: Camillo Sitte e Charles Buls
Egli studiò gli ambienti urbani dell'era classica, del medioevo e del rinascimento, ne definì i caratteri fondamentali, ne mise in luce gli effetti, ne indagò i principi informatori, ne dedusse delle regole
domanda: i principi classici dell'estetica delle città sono in contrasto con le esigenze della vita contemporanea oppure conciliabili e quindi applicabili alle sistemazioni moderne?
risposta: è possibile trovare un accordo pratico
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L'ampliamento del campo disciplinare del restauro dal monumento all’ambiente urbano: Camillo Sitte e Charles Buls
La sua opera principale:
Der Städtebau nach seinen künstlerischen Grundsätzen(L'arte di costruire le città - L'urbanistica-secondo i suoi fondamenti estetici, 1889)
Il volume ebbe un immediato successo, 4edizioni e numerose traduzioni in altre lingue
Fu come un riscoprire le bellezze nascoste, un riaccendersi d'amore per il patrimonio storico delle città
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L'ampliamento del campo disciplinare del restauro dal monumento all’ambiente urbano: Camillo Sitte e Charles Buls
conseguenze della sua opera:
numerosi studi sulle città antiche soprattutto quelle medioevali
una concezione più umana dell'ambiente urbano
riconoscimento della necessità di salvare i vecchi e caratteristici nuclei urbani da fenomeni di distruzione e alterazione
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L'ampliamento del campo disciplinare del restauro dal monumento all’ambiente urbano: Camillo Sitte e Charles Buls
Charles Buls (1837-1914)
figura di spicco nell’ambito della nascente moderna disciplina urbanistica
sindaco di Bruxelles (1881-1899), agirà in favore della salvaguardia del patrimonio culturale e della conservazione del centro storico della sua città
L'esthétique des villes (L’estetica delle città, 1893) si porrà l’obiettivo di adeguare la città ai criteri moderni, senza dimenticare di preservare al contempo i cosiddetti valori del passato
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Il contribuito di GustavoGiovannoni: Vecchie città ed edilizia nuova. La teoria del diradamento edilizio e i suoi esiti operativi
Gustavo Giovannoni (1873-1947)
erede delle teorie scientifiche di Camillo Boito
promotore di una sistematizzazione della teoria del restauro che va sotto il nome di restauro scientifico
con Giovannoni la giovane disciplina del restauro entra nella sua piena maturità
egli dà avvio al moderno pensiero del restauro
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Il contribuito di Gustavo Giovannoni: Vecchie città ed edilizia nuova. La teoria del diradamento edilizio e i suoi esiti operativi
Laureato in ingegneria civile (1895), specializzato l’anno successivo in igiene pubblica, allievo di Adolfo Venturi al corso specialistico in storia dell’arte (1896-1897)
a lui si deve l’istituzione dell’insegnamento di Restauro dei Monumenti che tenne presso la Università di Roma dal 1927 al 1935
Titolare della cattedra di Architettura della Scuola di Ingegneria di Roma, fu tra i fondatori della Scuola Superiore di Architettura di Roma nel 1920 della quale fu docente e preside
Mette in evidenza l’importanza del rilievo per il restauro
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Gustavo Giovannoni (1873-1947)
importanza strutturale dell’architettura
preminenza della architettura romana e rivendicazione della sua originalità rispetto a quella greca
importanza dell’indagine fondata sulle ragioni costruttive e formali dell’architettura
contrapposizione agli storici dell’arte nella loro visionedel monumento limitata ai caratteri stilistici
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Sul piano urbano
teoria del diradamento edilizio
2 celebri scritti sulla rivista Nuova Antologia: Vecchie città ed edilizia nuova apparso sul numero del 1° giugno 1913 e Il diradamento edilizio dei vecchi centri. Il quartiere della Rinascenza in Roma, pubblicato il mese successivo
«nulla di più illogico ed inefficace dei cosiddetti sventramenti messi dimoda più che da ragioni dell’igiene, dalla retorica edilizia e dallaspeculazione privata... le condizioni esterne d’un monumento, possonoavere tanta importanza quanto le intrinseche...» (Nuova antologia,1913)
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Sul piano urbano
rispetto dell’ambiente dei monumenti, al carattere e alla fisionomia della città
concetto di ambiente quale parte integrante del monumento
“talvolta (le condizioni ambientali) hanno importanza di tanto maggiore, che il danneggiare la prospettiva di un monumento può quasi equivalere alla sua distruzione completa”
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Sul piano urbano
la questione della “prospettiva” starà immensamente a cuorea Giovannoni, al punto da emergere come uno dei temi trattatinella prolusione inaugurale al primo anno accademico dellaScuola superiore di Architettura di Roma (1920)
“l’ambiente [è] elemento intrinseco della composizione architettonica. un’opera d’arte, e specialmente un’opera architettonica, non vive orgogliosamente isolata, ma si affaccia sulla via di una serie continua con altre opere da cui riceve riflessi e limitazioni di misure, di colore, di ornato”
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Sul piano urbano
egli invoca le nozioni di unità e di continuità dell’ambiente, rispolverando il vecchio concetto di “stile” seppur in un’accezione nuova che niente ha a che vedere con i problemi dell’ornato né con gli ordini di antica memoria
Si tratta piuttosto di uno “stile” intrinseco che si riallaccia alla tradizione tardo-ottocentesca dell’opera d’arte totale, al mito della città spontaneamente costruita da schiere di anonime maestranze
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Sul piano Urbano
Elemento non trascurabile di questa difesa fu il suo incoraggiamento
allo studio della cosiddetta architettura minore, termine coniato per
contrapporre i valori della edilizia comune al concetto
dell’Architettura monumentAle in nome della quale, col pretesto di
valorizzarla con le operazioni di isolamento, si distruggevano i centri
storici
«per la conoscenza e la valutazione di quella grande documentazione
storica tradotta in pietra che si ha nei vecchi centri, la minuta
congeria delle case ha valore spesso maggiore dei grandi monumenti»
(Vecchie città ed edilizia nuova, 1931)Fondamenti di Restauro - prof. G. Mirabella Roberti – Seminari di approfondimento a cura di A. Versaci 19
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Sul piano urbano
la teoria del diradamento permetteva di operare diffusamente nel
quartiere più fitto di vecchie case per creare qualche spazio dove non
penetrava il sole, eliminando anche qualche elemento trascurabile
pur di assicurare la conservazione di tutto il resto, senza nuovi
inserimenti e senza demolizioni e ricostruzioni
Le vecchie case dovevano essere migliorate all’interno e restaurate,
vietando comunque sopraelevazioni, aggiunte e aumenti di cubatura
« il risanamento dei vecchi quartieri va ottenuto più dall’interno degli
isolati che dall’esterno; spesso esso si raggiunge riportando le case e gli
isolati in condizioni prossime a quelle originarie »Fondamenti di Restauro - prof. G. Mirabella Roberti – Seminari di approfondimento a cura di A. Versaci 20
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Sul piano urbano
Sono suggerimenti che al loro tempo trovarono scarsa applicazione pratica, salvo il risanamento di Bergamo Alta (1936)
Risultato di un concorso bandito nel 1926, il piano di luigi Angelini (1884-1969) sarà chiaramente ispirato dalle teorie di Giovannoni, ad esempio attraverso l’individuazione degli edifici da tutelare, lo studio dei percorsi di attraversamento, la ricerca di nuovi scorsi prospettici e l’applicazione della teoria del diradamento edilizio
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“ […] quanto al corso del rinascimento […] la via
presenta interesse per la modalità del suo tracciato,
pei risultati economici dell’impresa e per l’esperimento
dell’adattarsi all’ambiente della moderna
architettura. […]. all’attivo della sistemazione del
corso del rinascimento si debbono porre: lo
scoprimento dei resti dello stadio domizianeo, il
restauro di una casa con bellissima zona basamentale
a bugnato, di tipo raffaellesco, ricostruita
integralmente su piazza dell’Apollinare, gli studi per
la liberazione ed il completamento d’un magnifico
cortile, forse del Vignola, nei casamenti verso via
dell’anima; ed il complesso nel bilancio il bene supera
il male […] (Giovannoni, 1946) 22
Essi servirono però in alcuni casi ad impedire maggiori distruzioni (vedi
piani del quartiere del Rinascimento a Roma e di Bari Vecchia del 1931).
Il restauro scientifico nella prima metà del XX secolo: Gustavo Giovannoni e la posizione intermedia
RESTAURO
rapporto di continuità ideale con Boito
collocato dalla critica all’estremo opposto dei restauratoriromantici e positivisti, ad una latitudine vicina a Ruskin
Egli dissente da Viollet-le-Duc e dal suo “metodo sbrigativo”;tuttavia è proprio il suo retroterra intellettuale a far sì che egliguardi con ammirazione e rispetto all’opera del grande maestrofrancese (cui spesso aggiunge la qualifica di “grande”)
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RESTAURO
il monumento, può essere distinto in maggiore o minore:
alla prima categoria appartengono le vestigia del mondo antico;
alla seconda, gli edifici medievali capaci ancora di rievocare sentimenti religiosi e patriottici
Da una parte quello che non può essere rimaneggiato, dall’altra ciò heal contrario può essere suscettibile di aggiunte, rifacimenti, ecc.
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Il monumento deve essere considerato come documento di arte e di storia:
documento di sé;
di una molteplicità di dati disciplinari
Il restauro garantisce la salvaguardia di tale molteplicità
Tutela l’architettura come documento storico, documento complesso in quanto documento collettivo in cui convergono intenzioni e valori architettonici assieme a manifestazioni di altra natura che fanno capo a discipline molto diverse fra loro
Il restauro coinvolge non solo l’architetto, ma lo storico dell’arte, l’archeologo, lo storico
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Ritenendo insufficiente la classificazione formulata da Boito,
Giovannoni distingue differenti categorie in rapporto alle finalità
fondamentali dell’opera di restauro:
1) di consolidamento: diretto alla staticità della struttura indebolita
2) di ricomposizione: nessun elemento che modifichi l’edificio,
interesse storico-contemplativo, nessuna modificazione d’uso, r. per
anastilosi
3) di liberazione : eliminazione di ‘superfetazioni’
4) di completamento: cioè di integrazione di lacune per motivi di
carattere strutturale, di continuità formale, per ragioni d’uso
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5) d’innovazione: per una nuova funzione o quando necessita di una
nuova costruzione che ne garantisca l’esistenza o quando s’innesta
un organismo completamente nuovo
Pur riconoscendo “pedantesca ed artificiosa” una tale classificazione,
egli la giudica necessaria per dare un quadro sistematico della
situazione, differenziando i criteri da adottare a secondo del tipo di
intervento
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consolidamenti, ammessi previo studio attento, sia grafico che pratico, che ne garantisca l’efficacia
completamenti necessari, quando non indispensabili
favorevole agli interventi di liberazione, previo riconoscimento delle qualità artistiche proprie degli elementi sovrapposti al primitivo organismo
restauro di completamento visto come molto pericoloso sia per l’assoluta impreparazione degli architetti del suo tempo e poi, perché rischia di divenire una contraffazione dell’autenticità del monumento
nettamente contrario ai restauri di innovazione in cui vengono ricostruite, pulite, colorate e rinnovate intere parti “essenziali ed organiche” o addirittura l’intero corpo di fabbrica
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ATTIVITA LEGISLATIVA
per ovviare alla pesante carenza legislativa e sull’onda delle avanzate
elaborazioni teoriche dell’ultimo decennio, portate avanti e supportate
appunto da Giovannoni, il governo fascista alla vigilia della guerra
varò due leggi, fortemente volute dal ministro dell’Educazione
Nazionale Giuseppe Bottai
legge n. 1089 del 1° giugno 1939 “Tutela delle cose di interesse
artistico e storico”;
legge n. 1497 del 29 giugno 1939 “Protezione delle bellezze
naturali”, affiancata dal relativo Regolamento, Regio Decreto 3
giugno 1940, n. 1357.
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Il restauro scientifico nella prima metà del XX secolo: Gustavo Giovannoni e la posizione intermedia
La legge 1089 tutela le cose di interesse storico, artistico, archeologico
Il legislatore, nel formularne il testo, si rende conto che non può utilizzare le parole ‘monumenti’ o ‘opere d’arte’ perché si tratta di termini giuridicamente imprecisi; preferisce quindi inserire il termine ‘cosa’ per indicare gli oggetti della tutela
Il carattere monumentale di un edificio, cioè di una cosa, non è dato di per sé, ma è riconosciuto dalla collettività. Per questo la legge tutela le “cose” che “presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnografico”. Non si parla quindi di valore intrinseco, ma di valori attribuiti dalla collettività, e che quindi devono essere giuridicamente riconosciuti
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Il restauro scientifico nella prima metà del XX secolo: Gustavo Giovannoni e la posizione intermedia
Secondo la Legge 1089, la tutela si esercita attraverso il vincolo =limitazione alla proprietà privata e alla libertà d’uso
Un edificio vincolato non può essere restaurato, demolito, ricostruito o venduto senza esplicita autorizzazione del competente organo dello Stato
Il vincolo viene comunicato al proprietario attraverso un atto amministrativo, la notifica, emessa dagli organi periferici del Ministero della pubblica Istruzione (oggi del Ministero per le attività e i Beni Culturali), cioè le Soprintendenze
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Il restauro scientifico nella prima metà del XX secolo: Gustavo Giovannoni e la posizione intermedia
All’epoca esistevano 3 gruppi di Soprintendenze:
agli Scavi, con competenze sui resti archeologici;
alle Gallerie e ai Musei, con competenze sulle opere d’arte mobile (quadri, sculture, statue, arredi, ecc.);
ai Monumenti, con competenze sugli edifici monumentali.
Un altro principio importante della legge del 1939 è quello della prelazione, per mezzo del quale, in caso di vendita, lo stato rivendica il diritto di essere il primo acquirente del bene da alienare (tale principio era comunque già presente nella legislazione precedente). Lo stato, infine, può anche arrivare a vietare la vendita del bene, se lo ritiene necessario
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Le carte del restauroLa carta di Atene (1931)
Risultato del congresso internazionale che si tenne ad Atene (21-30ottobre 1931) sul tema “La conservazione dei monumenti di arte e distoria” è un documento chiave per comprendere la situazione europea nel campo del restauro trale due guerre
Scopo: unificare le diverse posizioni dei Paesi, in nome dell’unico obiettivo. Viene sancito ilprincipio per il quale la conservazione del patrimonio artistico ed archeologico riguarda l’interacomunità internazionale
Gustavo giovannoni fu uno dei principali promotori ed animatori
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Le carte del restauroLa carta di Atene (1931)
La sede di Atene non fu scelta casualmente: in questo periodo si compie uno dei restauri più importanti del secolo, vale a dire quello dell’Acropoli e soprattutto del Partenone
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N I C O L A O S B Á L A N O S
R E S T A U R A I L T E M P I O
U T I L I Z Z A N D O M O L T O
M A T E R I A L E A N C O R A
I N L O C O , M A C O N
V A S T E
I N T E G R A Z I O N I D I
C E M E N T O A R M A T O
Le carte del restauroLa carta di Atene (1931): i principi
Nel documento finale composto da una premessa e 10 articoli, si esprime la
condanna del restauro stilistico, il rispetto per l’intorno ambientale del
monumento, la necessità di una costante manutenzione e della divulgazione
delle conoscenze acquisite
1. La unitarietà degli intenti dei Paesi porta ad una stretta collaborazione (art. I)
2. Conservazione attraverso una manutenzione ordinaria nel rispetto dell’opera attuale (art. II)
3. Per le “rovine” processo di anastilosi o riseppellimento dopo rilievo accurato (art. IV).
4. Accettazione di tecniche e materiali moderni nel consolidamento, ma non visibili (art. V).
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Le carte del restauroLa carta di Atene (1931): i principi
5. Necessario mantenimento in situ della scultura monumentale
(art. VI)
6. Problemi di carattere urbanistico: rispetto dell’ambiente (art. VII)
7. Invito agli Stati di pubblicare un Inventario dei monumenti e
creare un Archivio (art. VIII)
8. Necessaria sensibilizzazione generale (art. X)
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Le carte del restauroLa carta di Atene (1931): l’art. 5
Il punto chiave della carta, va cercato nell’art. 5 :
“Gli esperti hanno inteso varie comunicazioni relative all'impiego di materiali moderni per il consolidamento degli antichi edifici; ed approvano l'impiego giudizioso di tutte le risorse della tecnica moderna, e più specialmente del cemento armato.
Essi esprimono il parere che ordinariamente questi mezzi di rinforzo debbano essere dissimulati per non alterare l'aspetto e il carattere dell'edificio da restaurare; e ne raccomandano l'impiego specialmente nei casi in cui essi permettono di conservare gli elementi in sito evitando i rischi della disfattura e della ricostruzione”
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Le carte del restauroLa carta del Restauro italiana (1932)
Elaborata dal Consiglio superiore per l’Antichità e le Belle Arti
Scopo: uniformare le metodologie del restauro e dare indicazionioperative
È una conferma delle tesi di Atene
Gustavo Giovannoni ne fu l’ideatore e l’animatore
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Le carte del restauroLa carta del Restauro italiana (1932): i principi
1. Importanza della ricerca storica come conoscenza preventiva (premessa)
2. Manutenzione per la conservazione (art.1)
3. Ripristino se strettamente necessario e certamente documentato (art. 2)
4. Utilizzo dell’anastilosi (art. 3)
5. Proposta di riuso coerente con la natura del monumento (art. 4)
6. Mantenimento delle integrazioni successive senza desiderio di unitàstilistica (art. 5)
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Le carte del restauroLa carta del Restauro italiana (1932): i principi
7. Rispetto delle condizioni ambientali intorno al monumento (art. 6)
8. Le aggiunte devono essere limitate di numero, semplici, coerenti con loschema costruttivo e distinguibili (artt.7-8)
9. Adozione di mezzi costruttivi moderni come ultima possibilità (art. 9)
10. Necessario tenere un Giornale di Restauro (art.11)
11. Proposta di un Convegno annuale per uno scambio delle esperienze di restauro (b)
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Le carte del restauroIstruzioni per il restauro dei Monumenti (1938)
Circolare emanata dal Ministero della Pubblica Istruzione in seguito al I Convegno dei Soprintendenti (Roma, luglio 1938)
Scopo: Aggiornamento della Carta del Restauro italiana (1931)
Confermati i Principi espressi nella Carta del 1931, unica aggiunta: operazioni di scavo e successivi interventi (art. 6)
Immediata sistemazione e successivo consolidamento;
Spostamento e sostituzione con copie.
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Bibliografia
CARBONARA Giovanni, Avvicinamento al Restauro, Teoria, storia, monumenti, Liguori, Napoli 1997
CASIELLO, Stella, La cultura del restauro. Teorie e fondatori, Marsilio, Venezia, 1996; terza ed. ampliata, 2005
DEZZI BARDESCHI, Marco, Restauro: punto e da capo. Frammenti per una(impossibile) teoria, Franco Angeli, Milano, 1992
GURRIERI, Francesco, Restauro e conservazione. Carte del restauro. Norme.Convenzioni e Mozioni sul patrimonio architettonico e artistico, Edizioni Polistampa,Firenze 1992
TORSELLO, B. Paolo, Che cos'è il restauro? Nove studiosi a confronto, Marsilio,Venezia, 2005
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