La globalizzazione
Lezioni d'Autore
La globalizzazione è il tratto più significativo del tempo presente.
Riguarda la sfera economica, politica e istituzionale delle società e ne investe tutti gli aspetti sociali e culturali. È una realtà necessariamente ancora incerta perché in via di svolgimento e nella quale sono visibili tendenze contrapposte, ad esempio internazionalizzazione e localismo.
A partire dagli anni ‘70, nei paesi più sviluppati si verificano una serie di trasformazioni economiche, sociali e culturali.
- sviluppo tecnologico, - flussi finanziari mondiali, - organizzazione del lavoro postfordista.
Crescente integrazione e interdipendenza tra le varie aree geografiche su scala planetaria.
Le trasformazioni alla fine del Novecento
Finanziarizzare
Internazionalizzare
Delocalizzare
La rivoluzione informatica
Possibilità di trasmettere informazioni e dati in tempo reale, di spostare ingenti capitali sulle piazze finanziarie del mondo, di automatizzare interi cicli produttivi, di integrare fasi diverse di lavorazione separate spazialmente, di controllare a distanza intere fasi del ciclo produttivo.
Immagine tratta dal sito www.discorsivo.it
Immagine tratta dal sito www.discorsivo.it
1982: la rivista “Time” sceglie il PC come ‘personaggio dell’anno’.
Anni ’90: dissolvimento dell’URSS enorme allargamento dell’area di libero scambio.
Verso il villaggio globale
Verso il villaggio globale
Dagli anni ‘80 e ‘90 il mercato opera a livello globale si diffonde il termine ‘globalizzazione’.
Flussi dell’economia a livello mondiale Esperienze individuali, quotidiane e concrete di perdita dei confini nell’ambito delle comunicazioni e del consumo
“Per globalizzazione si intende l’evidente perdita di confini dell’agire quotidiano nelle diverse dimensioni dell’economia, dell’informazione, dell’ecologia, della tecnica, dei conflitti transculturali e della società civile, cioè, in fondo, qualcosa di familiare e allo stesso tempo inconcepibile, difficile da afferrare, ma che trasforma radicalmente la vita quotidiana. […] Il denaro, le tecnologie, le merci, le informazioni, l’inquinamento oltrepassano i confini, come se questi non esistessero.”
“La globalizzazione si traduce “[nel] (con)vivere e agire al di sopra delle distanze.”
Ulrich Beck e Anthony Giddens
Gli apologeti: - esaltano le nuove possibilità di socializzazione, di condivisione, d’informazione - celebrano l’inizio di una nuova epoca di crescita.
Gli oppositori: - paventano l’accentuarsi della solitudine - temono l’affermarsi del dominio del grande capitale a scapito della democrazia, dei diritti dei lavoratori, dei paesi poveri, dell’ecosistema globale.
Apologeti e oppositori della globalizzazione
Immagine tratta dal sito http://geo.tesionline.it
La globalizzazione implica una perdita di autorità dello Stato nazionale, la cui sovranità assoluta sul proprio territorio è ormai condizionata:- dalla dimensione transnazionale dei processi economici e finanziari (innanzitutto dalle grandi imprese transnazionali) - dalla crescente presenza di istituzioni e organismi da esso più o meno indipendenti e con logiche proprie, quali Unione Europea, ONU, FMI, le varie ONG, Banca Mondiale, Wto...
Si tratta di un guadagno in termini di libertà e di democrazia o di un ulteriore vantaggio dei più fortideficit di democrazia?
Il declino dello Stato-nazione
La globalizzazione, attraverso il movimento delle merci, dei capitali, delle tecnologie, influenza tutto ciò che è ‘cultura’ e, dato che non accosta le varie parti del mondo su un piano di parità, questa tende ad americanizzare e occidentalizzare il mondo.
Si tratta di spinte modernizzatrici che investono le società o di una minaccia d’impoverimento culturale e sociale per le identità tradizionali?
Tale tendenza all’omogeneizzazione coesiste con la tendenza opposta, ovvero con la difesa di specificità e identità locali.
Globalizzazione e cultura
La facilità e la frequenza con cui le persone, le merci e soprattutto le informazioni e i dati si muovono:- ‘comprimono’ lo spazio e il tempo- creano un nuovo tipo di rapporti sociali reti e sistemi di portata mondiale che, slegati dal territorio, comunicano ‘in tempo reale’.
Rischi e opportunità
Nuovo senso ai concetti di spazio e di tempo
L’“economia-mondo” di Fernand Braudel e di Immanuel Wallerstein: il processo di formazione e successiva integrazione dell’economia mondiale.
Le difficoltà degli storici, il cui sguardo è per definizione retrospettivo: la globalizzazione contemporanea, come risultato dell’operare congiunto e del rafforzarsi reciproco di processi di lunga durata, obbliga a un punto di vista globale, a fare i conti con dimensioni spaziali macroregionali o mondiali, a porre domande nuove al passato, a riformulare la gerarchia delle rilevanze dei fenomeni storici.
Il punto di vista degli storici
Il processo di globalizzazione nelle sue varie dimensioni non si è sviluppato in modo lineare, ma ha subito fasi di accelerazione e di rallentamento.
Numerosi studi ne hanno individuato l’avvio intorno al 1500 circa, quando si costruiscono gli imperi coloniali portoghese e spagnolo e, attraverso esplorazioni geografiche e regolari rapporti commerciali, si sviluppano contatti stabili e diretti fra l’Europa, l’Africa, l’Asia e l’America.
L’avvio del processo di globalizzazione
Dalla fine del XVIII e fino ai primi del XX secolo rivoluzioni industriali, espansione coloniale, migrazioni transoceaniche
Grande sviluppo dei processi di globalizzazione sostenuto dalle enormi capacità di:- produzione, - trasporto, - comunicazione
Il processo di globalizzazione XVIII-XIX sec.
Fase di de-globalizzazione economica e di crisi, fra la Prima e la Seconda guerra mondiale.Dopo il 1945: nuova fase espansiva, alimentata dalla decolonizzazione, dall’espandersi delle multinazionali, dalla società dei consumi. Dagli anni ’70 del Novecento: travolgente accelerazione dei processi di trasformazione (deindustrializzazione e terziarizzazione dell’Occidente, industrializzazione dell’Asia e in parte dell’America Latina, interdipendenza, crollo dei comunismi, rivoluzione informatica...) globalizzazione odierna.
Il processo di globalizzazione: il XX sec.
La profondità della svolta iniziata nel XVI sec. e tuttora in corso è oggetto di ricerca e di discussione. Se si tratti di un’epoca nuova, diversa da tutte quelle precedenti per le novità qualitative e quantitative dell’attuale globalismo, è troppo presto per dirlo. Certo è che i due pilastri della società nata dalle rivoluzioni politiche ed economiche di fine Settecento (lo Stato nazionale e il lavoro salariato di fabbrica) sono stati messi in discussione e che la sensazione diffusa di vivere in un’epoca altra dalle precedenti ha validi fondamenti.
Viviamo in un’epoca nuova?
FINE
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