L’analogia più o meno dettagliata fra il corpo sociale e l’organismo biologico è presente da sempre nelle riflessioni sulla costituzione e sul funzionamento della società umana. Dal notissimo apologo di Menenio Agrippa all’India delle caste, dal Medioevo cristiano al Rinascimento, questa analogia fu sempre un buon espediente per individuare profili organizzativi e immaginare integrazioni funzionali fra le varie parti.
L’animale politico
La tendenza organicista
postula la “necessità”
dell’organizzazione
sociale. La concezione
dell’uomo come “animale
politico” (Aristotele)
sottintende l’impossibilità
della vita isolata: solo un
Dio o una bestia possono
vivere separati dai propri
simili.
L’animale politico
L’individuo inerme può
sopravvivere solo dentro
un gruppo, grazie ai
rapporti coi propri simili.
secondo l’organicismo,
dunque, l’individuo
dipende, in tutto o in
parte, dai rapporti
sociali; non detiene diritti
per se stesso, ma tramite
la società.
Il pensiero moderno
Il pensiero moderno utilizza l’analogia depurandola delle
ipoteche metafisiche, alla ricerca di diversi equilibri etico-
politici, sorretto da una concezione meno pessimistica
dell’individuo (umanesimo) e dall’indagine sui fondamenti del
legame sociale (giusnaturalismo).
Il Leviatano
L’esempio del Leviatano di
Thomas Hobbes (1651) dimostra
come l’istanza fondamentale
della metafora organiciste resti
sempre di natura politica; come
cioè essa sia pensata per
strutturare l’organizzazione del
potere, secondo l’armonia delle
funzioni e la distribuzione delle
risorse e delle prestazioni.
Il contratto sociale
La volontà, l’origine delle decisioni, rimane sempre individuale così come la natura dei vincoli sociali, concreti, legati all’onore personale, al giuramento di fedeltà, all’appartenenza, al vincolo parentale. La stessa condizione di libertà resta una qualità e una conquista della persona, non un diritto universale.
Il contratto sociale
La società, insomma, ancora non esiste come entità distinta: è una “costruzione politica”, il frutto di un legame o un patto collettivo, come quello che intercorre fra soci, retto da un imperium.
Prometeo
Le istanze individualiste del razionalismo si
trasformano in un processo di “liberazione”, di
affrancamento dai vincoli e dalle gerarchie
tradizionali, pertinacemente perseguito dalla
civiltà borghese e ampiamente simbolizzato
dalla grande rivoluzione. Lo scatenamento di
nuove forze, soprattutto produttive, crea
nuove esigenze e nuovi interrogativi sulla
stabilità del corpo sociale.
Johann Heinrich Füssli, Ercole libera Prometeo, 1781
In questo contesto si
sviluppa l’embrione
della moderna
sociologia, tesa a
fronteggiare i problemi
di un corpo sociale
radicalmente nuovo,
politicamente
disarticolato e
culturalmente inquadrato
sotto una luce diversa.
Il problema
principale che si
pone è proprio
quello dell’integrità
dell’organismo.
Come è possibile
che l’individualismo,
l’interesse e la
libertà non mandino
in frantumi la
società?
Il binomio individuo-società inizia ad assumere la fisionomia
che attraversa il pensiero contemporaneo e l’opzione
organicista diventa più complessa. La fortuna del concetto di
“macchina” e lo sviluppo della biologia rilanciano con forza
il paragone, invitando a cercare il bandolo della matassa
negli insiemi complessi, nei sistemi organizzati.
In campo politico, germina nelle teorie di Fichte un
embrione mistico che concepisce le compagini nazionali
come “organismi compatti”. Il pensiero economico ragiona
sui meccanismi generali e riduce l’individuo al fantoccio
dell’homo œconomicus.
Ma è sul nascente versante sociologico che l’organicismo
nidifica in modo più consistente, favorito dalla scoperta
della società come un insieme che funziona con leggi
proprie e non più una somma di individui o un’associazione
fondata su un patto.
Organicismo "debole" e "forte
L’organicismo si può articolare in due forme: una “debole”,
in cui la metafora della società come organismo serve solo
per comodità a mutuare dalla biologia espressioni e
modelli, e una più “forte” convinta invece della natura
“biologica” della società e dello Stato, che agiscono quindi
secondo le stesse leggi che regolano i corpi degli individui.
In entrambi i casi l’enfasi viene a cadere sulla rete
connettiva (comunicazione) e sulla natura mediata,
“paradossale”, delle relazioni reciproche (divisione del
lavoro). Il legame sociale non si fonda più sulla somiglianza
(meccanica) ma sulla tensione delle forze sociali,
sull’assemblaggio delle differenze, regolate da un telos
ispirato di volta in volta allo struggle for life, alle teorie
sull’evoluzione, alla fiducia nella “mano invisibile”.
L’organicismo “spiritualista” (che attinge al darwinismo e non
esclude esiti razzisti) finisce per costituire le radici
ideologiche dei fascismi e del comunismo, entrando spesso in
polemica con la democrazia liberale, di impronta
giusnaturalista, centrata sulla difesa dei diritti dell’individuo.
Il paragone fra corpo sociale e organismo, inoltre, trova
naturale assimilare i comportamenti antisociali a forme di
“malattia sociale”: i criminali (cui, soprattutto nel XIX Secolo,
si sommano malati di mente, vagabondi e in generale gli
individui non produttivi) sono considerati come un «cancro»
da estirpare.
La diffidenza di Durkheim per l’individuo viene dalla
corruzione civile e morale della Terza repubblica. Come
per Freud, per lui l’individuo finisce per essere qualcosa di
confuso e vagamente demoniaco: un divenire innescato
dall’inconscio e comunque da controllare, guidare,
plasmare. Per Spencer invece la fede nell’individuo è la
fede nel terzo Stato che si emancipa a patto di non essere
intralciato da regolamenti, privilegi feudali, burocrazia
statale, ma sia libero di fare e di passare.
Date opportunità di istruzione a tutti, date un minimo di
salario con libera assistenza medica e troverete che
coloro che non possono avere un impiego, i degenerati,
gli inetti fisici e mentali, aumenteranno piuttosto che
diminuire. Karl Pearson
La qualità di una società si abbassa moralmente e
intellettualmente preservando artificialmente coloro che
sono meno abili a prendere cura di se stessi e a
comportarsi bene. Herbert Spencer
Il coordinamento delle azioni di un aggregato necessita
non solo di un centro che governa ma anche di mezzi di
comunicazione che lo mettano in contatto con le parti. A
differenza del tutto concreto animale, quello sociale è un
tutto discreto in cui le parti sono libere e disperse, ma il
funzionamento è lo stesso.
La cooperazione mantenuta dagli
stimoli fisici che si propagano
nell’organismo concreto è
assicurata nella società dal
linguaggio, dapprima esitante e
vicino poi sempre più definito e
ad ampio raggio, fino alla
continuità molecolare dei fili
telegrafici, che rendono vivente il
corpo dell’aggregato sociale
discreto e non concreto.
Radici del modello ipodermico
La ricostruzione della società su basi
moderne considera individui singoli inclusi in
strutture e disdegna i concetti di «classe» e
di «massa»; le azioni devono essere guidate
da razionalità e competenza e su questa
base vengono giudicate le prestazioni
sociali. Le necessità organizzative della
società, ma anche l’omologazione culturale
chiamano sempre di più in causa la
comunicazione «astratta» anziché le
pratiche di identificazione comunitaria.