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Opera SANTO LONGO - OnlusCentro di Accoglienza per Disabili
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NUMERO UNICO DICEMBRE 2015
La comunità di “Villa delle Rose”
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Villa delle Rose Dicembre 2015
Amici e benefattori carissimi,
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OFFERTE DEDUCIBILI DALLE TASSEIn riferimento al Decreto Legge 460/97 – art. 13, sono previste agevolazioni fiscali in favore di
coloro che erogano contributi alle ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale).Per l'applicazione di tali agevolazioni chiedete al vostro commercialista di fiducia.
P.S. Ricordiamo che la “Villa delle Rose”“Opera Santo Longo” è una Onlus regolarmente registrata e riconosciuta.
Non sappiamo se tutti l'avete notato, ma ogni anno che passa, la preparazione delle luci e degli addobbi
natalizi inizia prima, subito dopo la ricorrenza dei morti; anche le aziende lanciano le loro pubblicità con largo
anticipo e il risultato è che in questo modo il Natale rischia di diventare una festa pagana, un periodo di vacanza,
una grande abbuffata, stare con gli amici, avere tanti soldi da spendere, fare e ricevere regali.
Purtroppo bisogna anche considerare che oggi viviamo in un contesto dove il consumismo più sfrenato
rischia di travolgere il senso più vero e più autentico del Natale Cristiano.
Per molti il Natale significa tristezza, sofferenza, dolore. E per altri ci sono Natali di povertà, di guerra, di
miseria; Natali dove c'è sempre un Erode di turno che insidia la venuta di un bambino che nasce.
Ma tutto questo non può diventare un alibi. Assolutamente no! Natale è e deve essere la festa della nostra
fede, la festa dei semplici e degli umili, la festa di chi sa inginocchiarsi davanti ad un presepe e commuoversi.
Natale è il messaggio di un Dio che si fa uomo, che viene a offrire speranza ad una umanità più che mai bisognosa
di speranza.
Proprio la S. Messa natalizia ci ricorda che siamo tutti fratelli.
Il Natale senza bontà, senza generosità, senza l'entusiasmo del bene,
non è più un Natale né cristiano né umano. Deve crescere in ognuno
di noi la consapevolezza che la celebrazione del Natale è anche
impegno di non dimenticare mai quelle persone per le quali questo
periodo non è un momento di festa, ma una sofferenza maggiore per
le privazioni che un mondo distratto può riservare a chi spera in una
umanità più giusta e fraterna.
Riscoprire il Natale è anche assumersi la responsabilità verso
chi, ancora oggi, continua a nascere e vivere nella povertà della
grotta di Betlemme, verso chi non trova posto o è stato escluso dalla
nostra società. Ed è con questo messaggio di speranza che vogliamo
dirvi BUON NATALE e augurarvi un FELICE e SERENO ANNO
NUOVO, con tutto l'amore del mondo.
Carissimi amici e benefattori,
ci permettiamo di rivolgerci ancora a voi per segnalarvi un evento che consideriamo molto importante; come voi già saprete,
anche quest'anno c'è la possibilità per ogni cittadino contribuente di destinare il 5 per Mille delle proprie imposte sul reddito a favore
delle Associazioni Onlus.
E' un'importante iniziativa perché coinvolge direttamente la società civile in uno degli impegni primari del Paese, quello del
volontariato, sostenendo i bisogni e i progetti di chi lavora con serietà e impegno nel sociale per il bene dell'uomo.
Non è facile presentare in maniera veramente realistica ed efficace la nostra piccola, ma “grande” struttura ed i nostri sforzi
quotidiani per portarla avanti con efficienza ed amore.
Siamo una casa, una vera casa di accoglienza per disabili adulti che non hanno più una famiglia e che pertanto sono abbandonati;
al momento i nostri ospiti sono una ventina, ma molti di più, ogni giorno, ne gravitano dentro e fuori la struttura. Ognuno di loro ha la
sua personalissima storia, sia fisica che psicologica, racchiusa in un bagaglio di esperienze dolorose e spesso anche di emarginazione.
Il lavoro certosino ed affettuoso di noi volontari per loro è costante e variegato; qui non si dà ai più sfortunati solo un tetto ed un
piatto caldo, ma si cerca, e sempre con la concretezza della semplicità, di dar loro un senso alla propria vita, alla propria esperienza di
uomo.
Ed è per questo che vi chiediamo, oggi più che mai, di ricordarvi di noi anche in considerazione del fatto che la nostra struttura non
gode di nessun tipo di finanziamento pubblico e che abbiamo urgente bisogno di realizzare alcuni progetti di vitale importanza.
Nel ringraziarvi fin da ora, anche da parte degli ospiti, per tutto quello che farete e per la pubblicità che darete all'iniziativa,
promettiamo preghiere per voi e i vostri cari, affinché il Buon Dio protegga e benedica tutte le vostre intenzioni di bene.
Con gratitudine ed affetto.
IL PRESIDENTE ( Santo Pasquale)
Villa delle Rose - Opera Santo Longo - Onlus
Villa delle RoseVilla delle Rose
La festa del 2 giugno a Villa delle Rose: una parata di amici."Una delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa è
la solitudine, propria di chi è privo di legami. La si vede
particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro
destino, come pure nei giovani, privi di punti di
riferimento e di opportunità per il futuro; la si vede nei
numerosi poveri che popolano le nostre città; la si vede
negli occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in
cerca di un futuro migliore". Parole di Papa Francesco
pronunciate dinanzi ai membri del Parlamento europeo
(fonte Avvenire.it). A ricordarne il senso è stato Giuseppe
Dardo, uno dei responsabili della Comunità di Sant'Egidio
di Napoli e amico di lunga data dell'Opera Santo Longo,
da tutti conosciuta come Villa delle Rose. Approfittando
della sua esperienza nel settore dei senza fissa dimora,
abbiamo discusso del problema più grande che affligge la
società, la solitudine appunto. Una chiacchierata
amichevole la nostra, non una vera intervista.
Quale modo migliore di vincere la solitudine se non lo
stare insieme? Amici vecchi e nuovi, persone da conoscere ed in cui potersi riconoscere: questo lo spirito della festa annuale
volta a rinnovare il gemellaggio tra Villa delle Rose e la Comunità di Sant'Egidio. Il 2 giugno scorso, anche ricorrenza della Festa
della Repubblica, eravamo in più di cento ad essere riuniti nella visione di Santo Longo: “alla mensa dei poveri cantano gli
angeli”. Un'ottima opportunità per abbattere le distanze che ci separano dall'altro da noi, in altre parole.
Già, ma chi è l'altro? Amico o nemico, simile o diverso, fedele o infedele, straniero o connazionale: distinzioni che nascono dal
modo in cui siamo in grado di percepire la realtà che ci circonda. Ovvero, sulla base di giudizi di valore. Nulla che valga davvero,
a pensarci bene. Perché l'altro rimane altro sino a quando non si giunge alla consapevolezza che tutti insieme siamo pagine di
un'unica, grande storia. “Io nel vedere quest'uomo che muore, madre io provo dolore / Nella pietà che non cede al rancore,
madre ho imparato l'amore”, cantava Fabrizio De André ne Il testamento di Tito. Almeno una citazione del celebre cantautore
era d'obbligo, essendo il preferito dell'amico Antonio Altavilla, che tutti chiamiamo il ragioniere. Intendiamoci, ragioniere lo è
per davvero. Ma, dal 1978 ad oggi, i conti li fa soprattutto con la provvidenza. È che l'altro fa paura. Specchiarsi nei suoi occhi
significa capire chi siamo realmente, a prescindere dal modo in cui vorremmo apparire. “Qui siamo tutti claudicanti”, mi ha
detto con ironia Mario Sistini, ospite di lunga data della casa.
L'ironia, il sorriso, il divertimento: questi gli antidoti migliori alla paura. Perché una festa, un momento di gioia abbiamo vissuto
il 2 giugno: bambini sulle giostre, signore che si scambiavano pareri su cosa comprare al mercatino dell'usato, giovani ed
instancabili volontari e il via vai delle cuoche. Dalle canzoni degli anni '60 al karaoke, dai balli di gruppo alla tarantella: neppure
la musica è mancata, anche per merito del Dj Beppe. Note che non stonavano con i canti sacri intonati in precedenza nella
cappella, troppo piccola per ospitare tutti. Tra i momenti più belli, l'intervento di Monsignor Ermenegildo De Michele, padre
spirituale dell'Opera Santo Longo ed erede del fondatore. Per tutti semplicemente Gildo. I suoi 92 anni non gli hanno permesso
di officiare la Santa Messa, celebrata da padre Claudio Gasbarro, ma era felice. “Ho svolto la mia missione a Roma, città in cui ho
vissuto per circa 50 anni, a stretto contatto con le forze armate. Ho partecipato a tante parate del 2 giugno e quest'anno,
seppure da lontano, grazie alla televisione, ho visto sfilare anche gli atleti paraolimpici. Tutto ciò offre un modo nuovo di
pensare al concetto di eccellenza ed efficienza”, ha raccontato.
Tantissime le testimonianze che si potrebbero riportare, ma è giusto concludere con una riflessione di Riccardo Muscherà,
responsabile del movimento degli “Amici'” della sede napoletana della Comunità di Sant'Egidio. Seduti ad una delle tante
tavolate, sorridendo, mi ha parlato di disabilità come una risorsa. Di quanto il modo di sentire ed esprimere le emozioni dei
nostri amici fragili abbia un valore terapeutico per tutti noi. C'è da credergli, sia per la lunghissima esperienza nel terzo settore
sia perché è un medico. E per rimanere in tema di cura
ed attenzioni, un grazie ad i tanti altri ospiti della
Comunità di Sant'Egidio che hanno contribuito alla
riuscita della festa: Giovanna Dias (responsabile
movimento degli “amici” di San Giovanni a Teduccio),
Matilde Azzolini (responsabile movimento degli “amici”
di Scampia), Ciro Micera, Flavia Marciello, Gaetano
Romano, Adriana Bussetta, Donato Imperato, Raffaella
Troise, Pina Pappagallo, Enzo Aiello e Anna Esposito.
Non meno prezioso il contributo della Protezione Civile
di Trentola Ducenta, con a capo Castrese Rennella.
Massimiliano Cerreto
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STORIA DEL VOLONTARIATO
La storia del volontariato ha profonde radici che affondano negli ordini religiosi medioevali o in strutture laiche, come ad esempio la Misericordia, costituita a Firenze nel 1240. Già una partecipazione di volontari si ebbe dopo il terremoto di Messina, ma l'evento più grande e famoso fu quello dell'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 quando gli “ angeli del fango “ contribuirono al salvataggio di capolavori, libri e manoscritti.
Il volontariato esiste da quando esiste l'uomo, ma da fenomeno nascosto e realtà di pochi gruppi, oggi si presenta come un'esperienza consolidata, capillarmente diffusa sul territorio nazionale, riconosciuta dalle Istituzioni.
Per definizione si può dire che “Il volontariato, come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, presta la sua attività in modo personale, spontaneo e gratuito..” Il suo compito è di sollecitare e promuovere un'attenzione particolare verso le persone povere ed emarginate. E' chiamato ad individuare forme di partecipazione alla vita comunitaria che tenga conto dei suoi soggetti deboli e incapaci di stare al passo.
In breve il volontariato s'ispira a valori cristiani nei quali la solidarietà, la gratuità, il coraggio, la lealtà, la pace, che, pur se nati dal Vangelo, sono diventati valori civili. La società li ha assunti come propri per una convivenza serena, mentre il dono di sé, del proprio tempo, il sacrificio, la preghiera, la croce per amore dell'altro, l'accoglienza del povero, restano valori evangelici. Questa esperienza diventa contagio e il sussurro dei poveri diventa grido. L'identità del volontario si differenzia da questo modo di essere e di operare. Il volontario è volontario sempre, non solo quando è di turno; è il suo stile di vita, è volontario con i volontari. Al termine della giornata, quando chiude la porta dietro di sé, tutto quello che ha vissuto, sentito, condiviso, diventa preghiera; preghiera di offerta, di intercessione, di lode e di benedizione.
Tutte le inserzioni pubblicitarie di questo numero sono riferite
a ditte e società che beneficiano VILLA DELLE ROSE
con contributi o con l'offerta gratuita dei loro prodotti
Villa delle Rose Dicembre 2015 Villa delle Rose Dicembre 2015
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Anche noi, famiglia di Villa delle
Rose, abbiamo una zia in America,
una zia speciale, unica, amorevole,
affettuosa, cara e sempre presente:
Maria Luisa, ma che per noi è la zia
Mitzi.
L'abbiamo conosciuta la
prima volta nel 2003 attraverso la
piccola nipote Donatella che qui
veniva con le amiche della scuola
americana di Bagnoli per fare delle
attività di volontariato.
Da allora è nato un sodalizio
che resiste nel tempo e che vede la zia Mitzi ogni mese protagonista di una
donazione tanto utile e necessaria per la nostra Casa.
Siccome non lo facciamo mai abbastanza, cogliamo l'occasione
dell'uscita di questo giornalino per fare una sorpresa a zia Mitzi e
ringraziarla dal profondo del cuore per tutto l'amore che ci dona e per
l'affetto sincero con il quale segue la nostra Opera.
A lei, alla sua cara famiglia e ai nipoti italiani dedichiamo parole di
vera gratitudine con la speranza che il Buon Dio li benedica e li protegga
durante tutto il percorso della loro vita.
Mitzi: la zia americana.Giovanni Guerra: l'uomo, il missionario e l'amico. L'amicizia con Giovanni risale agli inizi degli anni '70, proprio quando la
nostra comunità, proveniente da Palma Campania, approdò qui nell'attuale
sede di Lago Patria, quando ancora c'era poco e molto bisognava fare per
impiantare una vera struttura per l'accoglienza di disabili.
E fu allora che la provvidenza ci fece il dono di questo amico, grande
comunicatore e soprattutto organizzatore di eventi; fu sua la prima idea di
coinvolgere gruppi di amici e conoscenti organizzando serate ludiche con cene,
musica e tombolate di beneficenza allo scopo di raccogliere fondi da destinare
alla ristrutturazione e all'ampliamento dei locali. E proprio grazie a questi
eventi negli anni si sono sviluppati e realizzati molti importanti progetti
strutturali (ascensore, finimenti al piano rialzato, muro di cinta con barriera in
ferro, patio, termo camino, fino ai giorni nostri con lavori di ripristino e
manutenzione di tutto il compendio.
Ma l'opera instancabile di quest'uomo non si è fermata solo ai nostri
bisogni, ma ha anche sostenuto una missione dei Padri Comboniani nel Sud del
Sudan dove ha fatto arrivare consistenti contributi, sempre grazie
all'organizzazione di lotterie e tombolate.
E Giovanni non era solo questo; grazie ad un suo naturale talento riusciva a
radunare intorno alla sua figura tante personalità di ogni ceto e professione che
poi metteva a disposizione di chi ne poteva avere bisogno. Quante volte capitava
che una pratica si arenava nel pantano melmoso della burocrazia e quante volte
l'amico Giovanni è intervenuto per un esito veloce.
Però abbiamo anche conosciuto un Giovanni triste, deluso e qualche volta
visto anche piangere perché si sentiva tradito dall'indifferenza di chi poteva fare
molto; ecco perché spesso sosteneva che anche fare del bene è difficile. Era in
queste occasioni che si rifugiava anche per un giorno intero nella nostra
comunità, accompagnato sempre dalla sua dolce Caterina; la nostra amicizia e
comprensione, diceva, gli bastavano per ritrovare energie e nuove motivazioni.
E poi lo abbiamo visto malato, molto malato, affetto da una di quelle brutte
malattie che qui nella “terra dei fuochi” sono all'ordine del giorno; e nonostante
la malattia, nel letto del suo supplizio, ricevere ancora persone bisognose di
aiuti materiali, consigli e conforti di ogni genere.
Se n'è andato il cinque luglio, di domenica.
Di lui ci rimane il ricordo e l'esempio del
grande valore dell'amicizia e della
missione vissuta come testimonianza di
Fede e di Amore verso il prossimo
bisognoso.
Joey Fatigati, un artista, un amico e un benefattore che non c'è più.
Joey era un artista di valore, come ricordava il critico d'arte Paolo Rossi,
dotato di un'attenta cultura pittorica e di profonda conoscenza della
tecnica grafica.
Di lui ci rimangono alcune opere pittoriche che gentilmente ci sono state
donate dalla dolce compagna Marika e il ricordo di una persona discreta,
affettuosa e generosa, amante della natura e di tutto ciò che è
riconducibile al bello.
I MENDICANTI
Tu mendichi pane,
io….. pace!
Prendi il mio pane
dammi la tua pace!
Tu….. vivrai sazio
io….. morrò felice!
Joey Fatigati Ritratto di Papa Giovanni Paolo II in abito montanaro.
Villa delle Rose Dicembre 2015 Villa delle Rose Dicembre 2015
Quando si è fatta la scelta dei poveri si è due volte sicuri di aver fatto una buona scelta. Abbiamo scelto come Gesù. E abbiamo scelto Gesù. (Henri de Lubac)
Chi ti dà il giorno, ti dà anche il necessario per il giorno. (San Gregorio di Nissa)
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Aziende Agricole Associate SrlSOCIO DEL CONSORZIO PER LA TUTELA DEL FORMAGGIO
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Ditte che hanno fatto donazioni nel corso dell’anno 2015:
Sede e ufficiVia San Marco 9380013 Casalnuovo di Napolitel. 0818429655 fax [email protected] TECNICA:tel. 0818444089 fax [email protected]
Monsignor Gildo De Michele:
un dono di Dio e della Provvidenza.
Subito dopo la morte del Fondatore Santo Longo, la nostra Casa ebbe
un naturale sbandamento in quanto c'era da raccogliere un'eredità
scomoda composta da una comunità di disabili senza nessuna
garanzia economica, da una struttura che richiedeva urgenti lavori di
manutenzione e da un conto bancario il cui saldo era quasi vicino allo
zero.
Ma siccome il nostro Santo Longo ci aveva educato alla fede nella
Provvidenza, ed essendo anche noi stati, a nostra volta, testimoni dei
miracoli che questa Grazia può fare, abbiamo resistito alla tentazione
di chiudere e per la verità siamo stati premiati con l'arrivo nella nostra
Casa di Monsignor Gildo De Michele: un prelato con un passato
importante, Capo dell'Ordinariato Militare d'Italia nonché Canonico del
Pantheon di Roma e della Cattedrale di Aversa. Ha conosciuto
personalmente i pontefici Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni
Paolo II. Di quest'ultimo conserva un ricordo indelebile, grazie anche
ad una fotografia che lo ritrae sottobraccio al Papa Polacco.
In virtù di un'antica amicizia tra la famiglia De Michele e la nostra
istituzione, Monsignore già da tempo aveva maturato la scelta di
dedicare il tempo di pensionato ad una buona causa come quella della
cura spirituale di disabili, anziani e gente sola.
Ma come d'altronde era prevedibile, Monsignore non ha solo offerto
assistenza spirituale ma si è adoperato materialmente affinchè la sua
presenza potesse anche rappresentare un sostegno economico per chi
si fosse trovato in difficoltà. Molte associazioni, e anche privati, hanno
potuto godere del benessere che Monsignore ha dispensato lì dove i
bisogni erano palesi. Con noi, poi, è stato particolarmente generoso
come nell'ultimo grande regalo che ci ha fatto: un Fiat Doblò con
tettuccio rialzato allestito di tutto punto per il
trasporto di persone disabili in carrozzina (Vedi
foto). Un regalo veramente importante che ha
richiesto anche un grosso impegno economico ma
che ha fatto felici soprattutto gli ospiti disabili più
disagiati.
Non ci sono estranei, non ci sono sconosciuti, esistono
solo amici che non abbiamo ancora incontrato.
(William Butler Yeats)
In questo momento Monsignore è
ancora sofferente per gli esiti di una
caduta subita a fine estate, ma dal
letto della sua casa chiede e si
informa di noi che ricambiamo
questo affetto con preghiere al Buon
Dio per riaverlo presto in mezzo a
noi.
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FOTO: MONSIGNORE DE MICHELE
Quando l'uomo chiede è sempreper ricevere;quando Dio chiede è sempreper donare. Anonimo