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CRITICITÀ TERRITORIALI & PIANIFICAZIONE: VALUTAZIONI AMBIENTALI E SOSTENIBILITÀLa lezione italiana degli standard urbanistici
LAND THREATS & PLANNING: ENVIRONMENTAL ASSESSMENT AND SUSTAINABILITY
The Italian Lesson on Planning Standards
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
2014/2015
Luca Marescotti 2 / 81
La storia degli standard, per iniziareprima di parlare degli standard urbanistici in
Italia e degli standard ambientali
An abridged history of standardsbefore talking about Italian urban planning standards and environmental standards
PREMESSA AGLI STANDARD
Luca Marescotti 3 / 81
1852 the beginning in industrial organisation
PREMESSA AGLI STANDARD
Luca Marescotti 4 / 81
Architettura e standardizzazioneda Gottfried Semper a Hermann Muthesius
1852: Gottfried Semper, Wissenschaft, Industrie und Kunst (Scienza,
industria e arte). Impatto dell'industrializzazione e dei consumi di massa su metodi e materiali della architettura.
1907: Hermann Muthesius fonda il Deutsche Werkbund (lega degli artigiani), basato sui concetti di standard e tipo. Elabora il Programma dei dieci
punti esposto all'Esposizione universale di Colonia del 1914.
Muthesius sosteneva che l’unica possibilità di sviluppo per l’architettura e la progettazione
industriale consistesse nella definizione dei tipi.
Per potere essere presente sul mercato mondiale la Germania doveva, pertanto, adottare alti standard e che il prerequisito dell’esportazione stava nell’esistenza di grandi industrie,
con prodotti raffinati, progettati da artisti.
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Architettura e standardizzazioneda Gottfried Semper a Hermann Muthesius
1852: Gottfried Semper, Wissenschaft, Industrie und Kunst (Scienza,
industria e arte). Impatto dell'industrializzazione e dei consumi di massa su metodi e materiali della architettura.
1907: Hermann Muthesius fonda il Deutsche Werkbund (lega degli artigiani), basato sui concetti di standard e tipo. Elabora il Programma dei dieci
punti esposto all'Esposizione universale di Colonia del 1914.
Muthesius sosteneva che l’unica possibilità di sviluppo per l’architettura e la progettazione
industriale consistesse nella definizione dei tipi.
Per potere essere presente sul mercato mondiale la Germania doveva, pertanto, adottare alti standard e che il prerequisito dell’esportazione stava nell’esistenza di grandi industrie,
con prodotti raffinati, progettati da artisti.
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Esposizione universale di Colonia, 1914
Bruno Taut, Glaspavillon
Peter Behrens, Manifesto
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1907 type standards in architecture1929 existenzminimum
PREMESSA AGLI STANDARD
Luca Marescotti 8 / 81
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
1926-27 Grete Schütte-Lihotzsky, Cucina di Francoforte
1929, CIAM II-Frankfurt am Main, Die Wohnung für das Existenzminimum. Presiede: Ernst May.
Luca Marescotti 9 / 81
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
Ernst MayFunzionalismo
1921: concorso per il piano di Breslavia,
1925 al 1930: assessore all'edilizia di Francoforte (piano regolatore e progetto dei quartieri: Römerstadt, Praunheim, Westhausen, Höhenblick).
1926 al 1930: fondatore e direttore della rivista Zeitschrift Das Neue Frankfurt.
1930-1933: URSS (piani per nuove città industriali e per l'espansione di Mosca).
1934-1954: Kenya e Uganda.
Luca Marescotti 10 / 81
1929–1931 Siedlung Westhausen im Frankfurt am Main (quartiere Westhausen a Francoforte sul Meno)
Superficie territoriale: 0,7 km²
Abitanti: 2.491 Densità territoriale: 3.559 ab/km²
Urbanista: Ernst MayArchitetto: Ferdinand Kramer et al.
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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Per piano: 7x7,50 m = 52,5 mq, soggiorno, due stanze, bagno e cucina
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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Ernst May, Siedlung Westhausen qualità dell'abitare e uso/consumo del territorio
Allora si calcolavano4 abitanti in 52,5 mq pari a 13,1 mq/ab
2.491 ab x 13,1mq/ab = 32.632 mq SLP superficie lorda di pavimento
Oggi in Italia [D.M. 1.4.1968 30 mq/ab se abitazioni con negozi]:
sarebbe necessario costruire 74.730 mq SLP [2,3 volte maggiore]
con 224.190 mc di volume
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
Luca Marescotti 16 / 81
Ernst May, Siedlung Westhausen qualità dell'abitare e uso/consumo del territorio
Allora si predisponevano 700.000 mq di area per 2.491 abitanti, con una superficie edificata inferiore a 15.000 mq
Dotazione di percorsi (strade pedonali e di servizio) e di verde di quartiere
685.000 mq / 2.491 ab = 275 mq /ab
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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[secondo Walter Gropius]
«L’alloggio minimo (…) rappresenterebbe il minimo pratico necessario per realizzare il suo scopo e il suo significato: l’abitazione standard. Le considerazioni biologiche che determinano la dimensione della abitazione minima sono inoltre fondamentali per la scelta del tipo di raggruppamento nell’ambito della città. Massimo di luce, sole e aria per tutte le abitazioni! In considerazione delle differenze nella qualità dell’aria e nell’intensità della luce, si deve tentare di fissare un limite minimo numericamente definito, sulla base del quale si possa calcolare la quantità di luce e di aria necessari in ogni situazione locale.(…) l’assicurazione della luce e dell’aria all’abitazione, è tuttavia lo scopo fondamentale delle leggi urbanistiche.»
Citato in:
Carlo Aymonino (a cura di), L’Abitazione razionale. Atti dei congressi C.I.A.M.1929-1930, Marsilio, Venezia, 1971, p.109.
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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Contesto e confronti nella storia
…
trasformazione dei concetti
nelle dimensioni e nell'ordine dei problemi
...
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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1968 standard urbanistici in ItaliaItalian urban planning standards
PREMESSA AGLI STANDARD
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DETERMINAZIONE QUANTITATIVA DEI FABBISOGNI MINIMI PER COSTRUIRE ALLOGGI CON CARATTERISTICHE ADEGUATE AL
RIPOSO E ALLE CONDIZIONI IGIENICHE DELL'ABITARE.
[oggi in Italia:
standard urbanistici DM 1 aprile 1968 e 2 aprile 1968
Standard edilizi: DM 5 luglio 1975 (modificazioni alle istruzioni ministeriale 20 giugno 1896) e regolamenti edilizi locali]
Existenzminimum(standard abitativo minimo ammissibile)
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PREMESSA AGLI STANDARD: LA CIRCOLARE DEL MINISTERO LLPP n. 425/1967
ITALIA 1967 20 gennaio: Ministero dei Lavori Pubblici - servizio studi eprogrammazione Definizione di un insieme sistematico di standard edilizi e
urbanistici.
Per gli standard urbanistici questa circolare ne fornì il dimensionamento per funzioni
[vedi tabella nella seguente immagine tratta dall'appendice (c)]
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1: funzioni; 2: abitanti serviti da un’attrezzatura;
3: max raggio di influenza; 4: area media ad abitante (mq/ab)
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STANDARD URBANISTICI
Italia Legge Ponte 1967 e Decreti ministeriali di
attuazione [1 e 2 aprile] 1968
si codifica la quantità minima (mq/ab) di territorio per abitante esistente e previsto da riservare alla realizzazione di servizi sociali e attrezzature
collettive.Quantità minima: ogni comune può ampliarla!
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STANDARD URBANISTICI - D.M. 1444 del 2 aprile 1968
All'art. 3 si impone l'obbligo di prevedere nei piani urbanistici 18 mq di servizi urbani per ogni abitante:
4,50 mq/ab destinati all’istruzione2,00 mq/ab destinati alle attrezzature di interesse comune9,00 mq/ab destinati agli spazi pubblici attrezzati2,50 mq/ab destinati a parcheggi
Luca Marescotti 25 / 81
STANDARD URBANISTICI - D.M. 1444 del 2 aprile 1968
Inoltre, nel successivo art. 4 sono prescritti 17,5 mq di attrezzature pubbliche di interesse generale in zona F per ogni abitante:
1,5 mq/ab per attrezzature scolastiche (istruzione superiore all'obbligo, istituti universitari esclusi);1 mq/ab per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere;15 mq/ab per i parchi pubblici urbani e territoriali.
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STANDARD URBANISTICI: qualche cosa sta cambiando...COMUNE DI ROMA PRG CC 33/2003 tavola esemplificativa
Nel Prg 2001 la distinzione riguarda:
Le modalità di acquisizione
La tipologia dei servizi
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Nel Prg di Roma la distinzione riguarda:Le modalità di acquisizione
Servizi pubblici a cessione gratuita nelle previsioni programmate;Servizi pubblici a cessione gratuita nelle previsioni da programmare;Servizi pubblici ad acquisizione mista (cessione gratuita/esproprio) nelle previsioni programmate;Servizi pubblici ad acquisizione compensativa (doppio regime) nei programmi integrati della città da ristrutturare;Servizi pubblici soggetti a esproprio (città storica);Servizi pubblici soggetti a esproprio nelle previsioni programmate (PdZ – L167/62, ex comprensori SDO, PRU - art.11 L493/93);Servizi pubblici soggetti a esproprio nelle previsioni da programmare (PdZ – L167/62, ex comprensori SDO).
La tipologia dei serviziServizi di interesse generaleServizi di interesse locale: attività collettiveServizi di interesse locale: verde ed impianti sportiviParcheggi
STANDARD URBANISTICI: qualche cosa sta cambiando...COMUNE DI ROMA PRG CC 33/2003 tavola esemplificativa
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RIFLETTETE: standard urbanistici: una questione di quantità?
A che cosa servono i servizi urbani?MITIGAZIONE DELL'EDIFICATO A ALTA DENSITÀIstruzione con attrezzature di interesse comune e spazi pubblici attrezzatiAree pedonali, isole ambientali e trasporti urbaniGestione dei rifiutiQualità ambientale (aria acqua e suolo)Riduzione dell'isola di calore
A che cosa servono le zone F per attrezzature pubbliche di interesse generale?MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE DEL COSTRUITOattrezzature scolastiche (istruzione superiore all'obbligo, istituti universitari COMPRESI)attrezzature sanitarie ed ospedaliere DI INTERESSE LOCALE E REGIONALEparchi pubblici urbani e territoriali
A che cosa servono i servizi urbani?istruzioneattrezzature di interesse comunespazi pubblici attrezzatiparcheggi
A che cosa servono le zone F per attrezzature pubbliche di interesse generale?attrezzature scolastiche (istruzione superiore all'obbligo, istituti universitari esclusi)attrezzature sanitarie ed ospedaliereparchi pubblici urbani e territoriali
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIOGrande Londra: St Crispin's School 1953
St Crispin's School, founded in 1953, is a co-educational comprehensive school in Wokingham, Berkshire, England (London Road, just outside Wokingham town centre)
St Crispin's School was the first of the Ministry of Education's prototype prefabricated schools. It was built between 1951 and 1953 by the Ministry of Education's own team of researchers into rational school building (David Medd and Mary Crowley) under the direction of S. A. W Johnson Marshall. St Crispin's was classified as a Grade II listed
building by English Heritage on 30 March 1993.
Original school site consisted=120.000 m2
2011: 1.130 students 11-18 years of age / 106 sqm/student
Gardens to be tended by the students=16,000 m2
St Crispin's Sports Centre
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIOGrande Londra: St Crispin's School 1953
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIOGrande Londra: St Crispin's School 1953
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIOGrande Londra: St Crispin's School 1953
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIO
PARCO SCOLASTICO EX TROTTER di Milano
● 100mila metri quadri di verde;● quattro scuole: tempo delle famiglie, materna, elementare e media (900
alunni) 111 mq/alunno;● Aperto a tutti quando non c'è scuola;● Esemplare centro di formazione di un'identità urbana e di un'educazione
alla cittadinanza protetto dalla Sovrintendenza regionale ai beni architettonici e ambientali.
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIO
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIO
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SCUOLE APERTE al / nel TERRITORIO
Centro Sportivo Puecher (palazzetto, campo di atletica,
campetto di calcio, palestra-giochi, palestra di attrezzistica)
Casa della Pace :
convegni, attività
ricreativo-culturali,
dibattiti, interventi
di cooperazione
internazionale, di
informazione
Istituto Superiore "S. Allende"
Liceo Scientifico
Liceo Classico
Ist. Tecnico Commerciale
Istituto Superiore "C. Varalli"Istituto Tecnico per il TurismoLiceo Linguistico
Istituto "E. Torricelli"Liceo scientifico tecnologicoIstituto Tecnico Industriale
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OSPEDALI NELLE CITTÀ: OSPEDALE MAGGIORE (CA' GRANDA), POLICLINICO E UNIVERSITÀ A MILANO
Presidio Ospedaliero Ospedale Maggiore Policlinico
10 Padiglioni (chirurgia generale e trapianti, terapia intensiva post-operatoria; neurochirurgia, neurologia, terapia intensiva neuroscienze, chirurgia maxillo-facciale, otorinolaringoiatria, oculistica; radiologia, cardiologia, pneumologia; medicina interna, gastroenterologia, endocrinologia, ematologia; sede dell'Associazione italiana soccorritori; poliambulatorio; pronto soccorso, terapia intensiva generale; psichiatria; immunoematologia, trasfusioni e trapianti; anatomia patologica)
Presidio Ospedaliero Mangiagalli-Regina Elena
4 cliniche (ostetricia-ginecologia e neonatologia-patologia neonatale; pediatria, terapia intensiva pediatrica e pronto soccorso pediatrico; oculistica, centro cura sterilità e ambulatori di medicina del lavoro; Medicina del lavoro, laboratori e medicina d'urgenza) e 2 Padiglioni: Chirurgia Pediatrica, Otorinolaringoiatria, Odontoiatria; Oncologia, terapia del dolore)
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OSPEDALI NELLE CITTÀ: OSPEDALE MAGGIORE (CA' GRANDA), POLICLINICO E UNIVERSITÀ A MILANO
1) Uffici centrali
Area Affari Legali e Servizi per la Ricerca
Direzione Generale
Divisione Affari Generali
Divisione Attivita' Legali
Divisione Bilancio e Programmazione Finanziaria
Divisione Coordinamento delle Biblioteche
Divisione Servizi per la Ricerca
Rettorato
2) Sedi didattiche
Giurisprudenza
Lettere e Filosofia
7-13, 17) Dipartimenti (dieci dipartimenti)
Medicina del Lavoro - "Clinica del Lavoro L.Devoto"; Scienze Chirurgiche, Ricostruttive e Diagnostiche; Scienze Materno-Infantili; Anestesiologia, Terapia Intensiva e Scienze Dermatologiche; Medicina Interna; Scienze Chirurgiche; Scienze Chirurgiche Specialistiche; Scienze Mediche; Scienze Neurologiche; Toraco Polmonare e Cardiocircolatorio.
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OSPEDALI NELLE CITTÀ: OSPEDALE MAGGIORE (CA' GRANDA), POLICLINICO E UNIVERSITÀ A MILANO
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OSPEDALI NELLE CITTÀ: OSPEDALE MAGGIORE (CA' GRANDA), POLICLINICO E UNIVERSITÀ A MILANO
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E ora riprendiamo il tema degli standard ma …
in termini di standard ambientali e in connessione con le certificazioni
? DOMANDE ?
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Verso gli standard ambientali: Dagli impegni alle norme nelle imprese
private e nel settore pubblico
DAGLI STANDARD URBANISTICIAGLI STANDARD AMBIENTALI
Luca Marescotti 43 / 81
Dalla consapevolezza delle criticità alla decisione per agire
Una nube sopra la Pianura Padana:
che cosa si può fare?
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Dalla consapevolezza delle criticità alla decisione per agire
1990-2010In Italia tra edificazione e abbandono RIDUZIONE DI TERRA COLTIVATA
- 21500 kmq (-15%)
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TRASFORMAZION TERRITORIALI E PIANIFICAZIONE
PIANIFICARE LA REGIONE URBANA
Criticità territoriali
servizi ambientali
valutazione ambientale strategica
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NORMATIVE AMBIENTALIper le imprese
1990 CARTA DELLE IMPRESE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
ICC International Chambre of CommerceCCI Camera di Commercio Internazionale
(Pubblicazione ICC n. 210/356A)
DAGLI STANDARD URBANISTICIAGLI STANDARD AMBIENTALI
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1. PRIORITÀ AZIENDALI
Riconoscere nella gestione dell’ambiente una delle più importanti priorità aziendali è un fattore determinante per lo sviluppo sostenibile; stabilire politiche, programmi e procedure per svolgere l’attività in modo ecologicamente corretto.
2. GESTIONE INTEGRATA
Integrare pienamente tali politiche, programmi e procedure in ogni attività come elemento essenziale della gestione, in tutte le sue funzioni.
3. MIGLIORAMENTO CONTINUO
Migliorare continuamente le politiche, i programmi ed il comportamento ambientale dell’azienda, tenendo conto del progresso tecnico, della conoscenza scientifica, delle esigenze dei consumatori e delle aspettative della collettività, considerando come punto di partenza la normativa in vigore; applicare gli stessi criteri in materia di ambiente sul piano internazionale.
Pubblicazione ICC n. 210/356A
DAGLI STANDARD URBANISTICI AGLI STANDARD AMBIENTALI: LE IMPRESE PRIVATE
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4. FORMAZIONE DEL PERSONALE
Istruire, formare e motivare i dipendenti per una costruzione ambientalmente responsabile delle loro attività.
5. VALUTAZIONE PREVENTIVA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI
Prima di intraprendere una nuova attività o progetto e prima della dismissione di un impianto o dell’abbandono di un sito, valutarne gli effetti sull’ambiente.
6. PRODOTTI E SERVIZI
Sviluppare e fornire prodotti e servizi che evitino conseguenze indesiderabili per l’ambiente, siano sicuri per l’uso cui sono destinati, abbiano il migliore rendimento nel consumo di energia e delle risorse naturali e, nel caso dei prodotti, siano riciclabili, riutilizzabili ed eliminabili in piena sicurezza.
Pubblicazione ICC n. 210/356A
DAGLI STANDARD URBANISTICI AGLI STANDARD AMBIENTALI: LE IMPRESE PRIVATE
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7. ASSISTENZA AL CONSUMATORE
Consigliare e, se necessario, istruire i clienti, i distributori ed il pubblico al fine di favorire la sicurezza nell’uso, trasporto, stoccaggio ed eliminazione dei prodotti forniti; applicare accorgimenti analoghi alla fornitura di servizi.
8. IMPIANTI E ATTIVITÀ
Progettare, sviluppare e gestire gli impianti e condurre le attività tenendo conto: di un uso efficiente dell’energia e dei materiali; di un uso sostenibile delle risorse rinnovabili; della minimizzazione sia delle conseguenze ambientali negative sia della produzione di rifiuti; dell’eliminazione sicura e responsabile dei rifiuti residui.
9. RICERCA
Effettuare o sostenere le attività di ricerca sull’impatto ambientale delle materie prime, dei prodotti, dei processi, delle emissioni e dei rifiuti collegati all’attività dell’impresa e sulle modalità per minimizzare gli effetti ambientali negativi.
Pubblicazione ICC n. 210/356A
DAGLI STANDARD URBANISTICI AGLI STANDARD AMBIENTALI: LE IMPRESE PRIVATE
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10. APPROCCIO PREVENTIVO
Modificare la produzione, la vendita e l’uso dei prodotti e servizi nonché la conduzione delle attività, in base alle conoscenze tecnico-scientifiche esistenti, allo scopo di prevenire il degrado grave o irreversibile dell’ambiente.
11. SUBAPPALTATORI E FORNITORI
Promuovere l’adozione di questi Principi da parte dei su appaltatori che agiscono per conto dell’impresa, incoraggiando e, se del caso, richiedendo miglioramenti delle prassi per renderle coerenti con quelle dell’impresa; incoraggiare la più ampia adozione di questi Principi da parte dei fornitori.
12. PIANI DI EMERGENZA
Sviluppare e mantenere, dove esistano rischi significativi, piani per fronteggiare l’emergenza in collaborazione con gli appositi servizi, le autorità competenti e la comunità locale, tenendo conto dei potenziali impatti transfrontalieri.
Pubblicazione ICC n. 210/356A
DAGLI STANDARD URBANISTICI AGLI STANDARD AMBIENTALI: LE IMPRESE PRIVATE
Luca Marescotti 51 / 81
13. TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIA
Contribuire al trasferimento nel settore pubblico e privato di tecnologie e di metodi di gestione ecologicamente idonei.
14. CONTRIBUIRE ALLO SFORZO COMUNE
Contribuire all’elaborazione di politiche pubbliche e ad iniziative e programmi educazionali del settore privato, del settore pubblico e delle istanze governative e intergovernative tendenti ad una maggiore sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente e della sua protezione.
15. APERTURA AL DIALOGO
Favorire l’apertura ed il dialogo dei dipendenti e del pubblico, anticipando e rispondendo alle loro preoccupazioni riguardo al potenziale impatto ambientale, anche di portata transnazionale o globale, di attività, prodotti, rifiuti o servizi.
Pubblicazione ICC n. 210/356A
DAGLI STANDARD URBANISTICI AGLI STANDARD AMBIENTALI: LE IMPRESE PRIVATE
Luca Marescotti 52 / 81
DAGLI STANDARD URBANISTICI AGLI STANDARD AMBIENTALI: LE IMPRESE PRIVATE
Luca Marescotti 53 / 81
CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
DI UN PIANO, DI UN TERRITORIO, DI UNA CITTÀ, DI UN PROGETTO, DI UN EDIFICIO
NORMA E VALUTAZIONEDELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Luca Marescotti 54 / 81
L'importanza delle norme e degli standard nella produzione risiede nel controllo dei processi e
nella possibilità di apprendimento e nella volontà di autocorrezione
ISO 9000 (gestione sistemica della qualità per condurre i processi aziendali, migliorare l'efficacia e l'efficienza nella realizzazione del prodotto e nell'erogazione del servizio, incrementare la soddisfazione del cliente)
….
NORMA E VALUTAZIONEDELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Luca Marescotti 55 / 81
ISO 14000 (LCA) / EMAS III (attività pubbliche o private a difesa dell'ambiente) ,
ISO/IEC 20000 (BSI 15000) (adozione di processi integrati per il ciclo di vita dei servizi che soddisfino i
requisiti del contratto e del cliente),
….
NORMA E VALUTAZIONEDELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Luca Marescotti 56 / 81
OHSAS Occupational Health and Safety Assessment Series
standard internazionale di gestione sistemica della sicurezza e della salute dei lavoratori comprensivo anche del rispetto delle
norme cogentiOHSAS 18001:1999 (BSI British Standard Institute 1999-2007) .
OHSAS 18002: Sistemi di Gestione della Sicurezza e della Salute dei Lavoratori - Linee
guida per l'implementazione dello standard OHSAS 18001.
NORMA E VALUTAZIONEDELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Luca Marescotti 57 / 81
CERTIFICAZIONI AMBIENTALIPER LE IMPRESE ISO 14001
standard internazionali per la gestione ambientale che hanno lo scopo di ridurre l'impatto ambientale delle aziende
British Standard BS 7750 1992 “Specification for Environmental Management”
International Standard Organisations ISO 14000 1996 .
Luca Marescotti 58 / 81
CERTIFICAZIONI AMBIENTALIUE
Il Sesto Programma Comunitario di Azione per l'ambiente denominato "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta", nel periodo compreso tra luglio 2002 e luglio 2012, fissa le priorità e gli obiettivi della politica ambientale della UE per i prossimi anni.
.
Luca Marescotti 59 / 81
The 14040 series of ISO Standards provides an internationally accepted framework for LCA.
Luca Marescotti 60 / 81
RICORDATE: DPSIR Drivers-Pressures-State-Impact-Response
The Drivers-Pressures-State-Impact-Response (DPSIR) model
D = Determinanti (driving forces): azioni umane in grado di interferire in modo significativo con l’ambiente
P = Pressioni: forme di interferenza diretta prodotte dalle azioni umane sull’ambiente
S = Stato: insieme di condizioni che caratterizza un dato ambiente e la sua resilienza
I = Impatti: variazioni indotte sull’ambiente da cause di natura antropica
R = Risposte: azioni antropiche finalizzate alla riduzione della criticità di condizioni ambientali
Luca Marescotti 61 / 81
RICORDATE: DPSIR Drivers-Pressures-State-Impact-Response
Luca Marescotti 62 / 81
RICORDATE: Valutazione Ambientale Strategica
Deliberazione della Giunta RegionaleD.G.R. N. VIII/ 6420 del 27/12/2007 -REGIONE LOMBARDIAVALUTAZIONE AMBIENTALE DI PIANI E PROGRAMMI – VAS
Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 11 marzo 2005 n. 12, "legge per il governo del territorio" e degli "indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani e programmi" approvati con deliberazione dal Consiglio Regionale il 13 marzo 2007 ATTI N. VIII/0351.(PROVVEDIMENTO N. 1)
Luca Marescotti 63 / 81
RICORDATE: Valutazione Ambientale Strategica
Processo di <piano - VAS>VAS - Valutazione Ambientale Strategica direttiva 2001/42/CE
VIC - Valutazione di incidenzadirettiva 92/43/CEE
VIA - Valutazione di impatto ambientaledirettiva 337/85/CEE e successivemodifiche
Luca Marescotti 64 / 81
RICORDATE: Valutazione Ambientale StrategicaAllegati 1, 1a-1m: Modello metodologico procedurale e
organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS)MODELLO GENERALEDOCUMENTO DI PIANO - PGTDOCUMENTO DI PIANO - PGT piccoli comuniPIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALEPIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCOPIANO DI INDIRIZZO FORESTALE;PIANO ITTICO PROVINCIALE;PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI;PIANO CAVE PROVINCIALE;PROGRAMMA DI SVILUPPO TURISTICO;ACCORDO DI PROGRAMMA PROMOSSO DALLA REGIONE;PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO – ACCORDO DI PROGRAMMA CON ADESIONE REGIONALE;
Allegato 2: Raccordo tra VAS-VIA-VICAllegato 3: Sistema informativo lombardo valutazione ambientale piani e programmi e archivio documentale digitale della VAS
Allegato 4: Nucleo Tecnico Regionale di Valutazione Ambientale VAS
Luca Marescotti 65 / 81
RICORDATE: Valutazione Ambientale Strategica
Luca Marescotti 66 / 81
RICORDATE: Valutazione Ambientale Strategica
DUNQUEcome studiare e proporre opere di mitigazione e di
compensazione?
Luca Marescotti 67 / 81
CERTIFICAZIONI AMBIENTALI PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI IN EUROPA EMAS
EMAS dal 1993(Eco-Management and Audit Scheme)
regolamento comunitario ad adozione volontaria rivolto ad ogni tipo di attività pubblica o privata per il controllo integrato dell'attività di un'impresa e per il comportamento volontario delle imprese verso la difesa dell'ambiente.
Luca Marescotti 68 / 81
CERTIFICAZIONI AMBIENTALI PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI IN EUROPA EMAS
Luca Marescotti 69 / 81
CERTIFICAZIONI AMBIENTALI PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI IN EUROPA EMAS
Luca Marescotti 70 / 81
Urbanistica e ecologia
Luca Marescotti 71 / 81
Fino a che punto sono consapevoli coloro che coltivano l'albero, che nello stesso tempo da una parte lo innaffiano e dall'altra lo tagliano?
Siamo consapevoli di vivere insieme sulla stessa e unica Terra da cui dipende tutta la vita?
Urbanistica e ecologia
Luca Marescotti 72 / 81
Come cambia l'urbanistica in una visione ecologica?
Cambiano gli orientamenti scientifici (quel complesso organizzato delle conoscenze che riguarda le attività umane nel loro essere sul territorio), cambiano gli assunti e le ipotesi teoriche, cambia la pratica!
Urbanistica e ecologia
Luca Marescotti 73 / 81
MA QUALCUNO LO SA!
per esempio: l'Unione Europea e l'Agenzia Europea per l'Ambiente
….
Urbanistica e ecologia
Luca Marescotti 74 / 81
EARTHDAY April 22th - ARBORDAY April 25th
Promoting Urban Revitalization and Green
Cities
PIANIFICARE LA REGIONE URBANA
Criticità territoriali
servizi ambientali
valutazione ambientale strategica
Luca Marescotti 75 / 81
Environment Action Programme to 2020
"In 2050, we live well, within the planet’s ecological limits. Our prosperity and healthy environment stem from an innovative, circular economy where nothing is wasted and where natural resources are managed sustainably, and biodiversity is protected, valued and restored in ways that enhance our society’s resilience. Our low-carbon growth has long been decoupled from resource use, setting the pace for a safe
and sustainable global society."
It identifies three key objectives: to protect, conserve and enhance the Union’s natural capital to turn the Union into a resource-efficient, green, and competitive low-carbon economy to safeguard the Union's citizens from environment-related pressures and risks to
health and wellbeing
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Environment Action Programme to 2020
Four so called "enablers" will help Europe deliver on these goals:
better implementation of legislation better information by improving the knowledge base more and wiser investment for environment and climate policy full integration of environmental requirements and considerations into other policies
Two additional horizontal priority objectives complete the programme:
to make the Union's cities more sustainable to help the Union address international environmental and climate challenges
more effectively.
The programme entered into force in January 2014. It is now up to the EU institutions and the Member States to ensure it is implemented, and that priority objectives set out are met
by 2020.
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Environment Action Programme to 2020
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Riferimenti
Metabolismo urbano e Pianificazione sostenibile
Giorgio Nebbia, “Il metabolismo della città di Roma”, in Energia, ambiente e innovazione, n.5, 2004, pp.16-22.
Ecologia e urbanistica
[ma qual è la fonte originale? ovvero come non fare le citazioni]
Giuseppe Campos Venuti, “Per una ecologia applicata del verde”, in: La città per il verde. Convegno Flormart Miflor- Padova Fiere, Padova, 20/02/2004.
Federico Oliva, “La qualità ambientale del progetto urbanistico”, in: Associazione Nazionale Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, Convegno Nazionale. Pianificare con l'ambiente - Ambiente, urbanistica, territorio: idee e strumenti delle Agende 21 locali per una pianificazione sostenibile, Modena, 2004.
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VERDE URBANOuna proposta per quantificare la necessità di verde
Il verde come spazio sacro: la città a difesa dell'ambiente.
Si rimanda al file <Verde_ecologico-Metabolismo.xls>
Il primo foglio elettronico è costruito in base a Andreas Kipar 2003 citato da Federico Oliva 2004 e ripreso ma non citato da Giuseppe Campos Venuti 2004]
DATI: funzioni del verde (prato e bosco) assorbimento CO
2; emissioni di O;
emissione delle automobili CO2;
fabbisogno umano di O.
Il metodo, esposto per un quartiere di 6.000 alloggi per 15.000 abitanti, è
applicato alla città di Milano.
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FLUSSI ENERGETICI
OVVERO PERCHÉ LE CITTÀ SONO PIÙ CALDE DELLE CAMPAGNE CIRCOSTANTI
Il secondo foglio elettronico in <Verde_ecologico-Metabolismo.xls> è costruito sulla base dei dati e delle informazioni utilizzate in: Provini Galassi e Marchetti, 1998.
Datiirraggiamento del sole, ridotto a causa dell'albedo e delle emissioni in infrarosso,
quantità di calore emesso dalla città come infrarossi
quantità di calore emesso per dispersione termica dei trasporti
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METABOLISMO URBANO OVVERO LE ENERGIE E LE MATERIE TRASFORMATE DALLE CITTÀ
La terza parte del foglio elettronico <Verde_ecologico-Metabolismo.xls> è stata costruita sulla base dei dati e delle informazioni utilizzate in: Nebbia 2004.
I dati sono rappresentati in forma di matrice input/output relative agli scambi di energia e di materia a Roma.