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Corso di Formazione Politica
Marzo 2014
Dott. Andrea Catelli
Metodologia del lavoro
sociale - Andrea Catelli
IL LAVORO SOCIALE
LA PROGRAMMAZIONE E LE POLITICHE
SOCIALI
•I ruoli e il contesto
•La normativa di riferimento
•L’organizzazione
•Il territorio
Imparare è scoprire quello già si sa.
Fare è dimostrare che lo si sa.
Insegnare è ricordare agli altri
che lo sanno altrettanto bene.
Siamo tutti impegnati a imparare, fare,
insegnare.
R.Bach
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Marzo 2014
Dott. Andrea Catelli
Metodologia del lavoro
sociale - Andrea Catelli
La politica sociale
La politica sociale è nata come forma di controllo sociale della popolazione a fini di
stabilità e pace sociale.
Le motivazioni sono state varie (illuministiche, umanitarie, di giustizia sociale,
conservazione del potere…) e altrettanti i fattori propulsivi (movimenti sociali, partiti,
gruppi...).
IL RISULTATO E’ STATO LA CRESCITA DEL WELFARE STATE
La crisi del welfare state degli anni Ottanta ha provocato un generale ripensamento
dei modelli di politica sociale (razionalistico-precettorale-statuale).
E’ diventato più difficile assicurare un costante e lineare incremento di diritti sociali
attraverso politiche fortemente normative, centralizzate e universalistiche.
Con la crisi del modello post industriale sorgono nuovi attori, nuovi settori, nuove
modalità di concepire e attuare politiche sociali.
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Marzo 2014
Dott. Andrea Catelli
Metodologia del lavoro
sociale - Andrea Catelli
La politica sociale è e resta una forma di controllo sociale, ma occorre distinguere
tra le varie forme di integrazione sistemica:
• DALL’ALTO: razionalistiche, precettorali, normative
• DAL BASSO: plurali, spontanee, di partecipazione e attivazione diffusa
Come si può coordinare in modo nuovo l’universalità e la selettività
degli interventi…
Come si possono coordinare i vari settori (sociale e sanitario)…
Come si possono coniugare i vari livelli (nazionale, regionale, locale)…
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Dott. Andrea Catelli
Metodologia del lavoro
sociale - Andrea Catelli
AFFIDAMENTO SERVIZI PUBBLICI
(ESTERNALIZZAZIONE):
Garanzia di concorrenza
Evidenza Pubblica
• CONCORSO PUBBLICO
• APPALTO
• CONVENZIONE
• GESTIONE DIRETTA
SOCIETA’ pubbliche/private
AZIENDE SPECIALI
ISTITUZIONI
CONSORZI
COOPERATIVE
ex IPAB (Istituzioni Pubbliche di
Assistenza e Beneficenza)
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Dott. Andrea Catelli
ART.1
Lo spirito della legge evidenzia in particolare due punti chiave:
1. Superare il concetto passivo e puramente risarcitorio
dell’assistenza e muovere verso un sistema di PROTEZIONE
SOCIALE ATTIVA, capace di offrire effettive possibilità di
autonomia e sviluppo ai cittadini che vengano a trovarsi in
condizioni di bisogno.
2. La costruzione di un SISTEMA INTEGRATO di servizi e
prestazioni, che veda coinvolti soggetti istituzionali e della
solidarietà, e caratterizzato da livelli essenziali di prestazioni,
accessibili a tutti. (E. Ranci Ortigosa)
LEGGE 328/2000 E LE LEGGI REGIONALI APPLICATIVE
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Focus Oggetto Target Funzione Approccio Attori
’60/70
Case
work
Assistenza
al caso
singolo
Problema
evidente
Utente
singolo
Cura
e accudimento Terapeutico
Singole
professionalità
’80/90
Work
group
Prevenzione Rischio Gruppo a
rischio
Consapevolezza
e responsabilità Educativo Servizio
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Focus Oggetto Target Funzione Approccio Attori
’90/00
Community
work
Promozione Normale
disagio
Fascia di
popolazione attivazione
Animativo,
sistemico
Rete dei
servizi
(compreso
III settore)
’00/…
Community
care
Protezione
sociale
attiva
Cittadinanza
attiva
Normale
disagio
A partire
dalla
famiglia e
dalla
persona
attivazione Animativo
sistemico
Rete tra tutti
gli attori del
territorio
(compreso
IV settore)
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Dott. Andrea Catelli
SISTEMA INTEGRATO Un sistema di interventi e servizi che, in quanto sociali,
puntano a fare rete, a individuare e connettere spazi deboli,
situazioni di fragilità, tempi e luoghi difficili della vita
delle persone e delle comunità.
INTEGRATO:
1. Riunificazione degli strumenti di politica assistenziale
e di promozione sociale (risorse)
2. Relazioni tra istituzioni, coordinamento e accordo (sinergia)
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Dott. Andrea Catelli
STATO: fissa gli indirizzi generali,
la finalità e gli standard essenziali
che devono essere realizzati su tutto
il territorio nazionale
REGIONE: esercita le funzioni di
programmazione, coordinamento,
indirizzo e controllo. Disciplina
l’integrazione SOCIO-SANITARIA
ASSETTO ISTITUZIONALE art. 6 e succ.
PROVINCIA: concorre
alla programmazione del Sistema
Integrato di S.S. con raccolta dati
e promozione della formazione
COMUNI: sono titolari
della funzioni amministrative
concernenti gli interventi sociali
svolti a livello locale
e concorrono
alla programmazione regionale
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In particolare ai Comuni spetta l’esercizio
delle seguenti attività:
• Programmazione, progettazione, realizzazione
dei servizi sociali in RETE
• Erogazione dei servizi
• Autorizzazione, accreditamento e vigilanza dei servizi sociali
e delle strutture residenziali o semiresidenziali
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• Gestione Associata
• Servizi ex. Delegati
• CSE
• Buoni/Voucher
• Accreditamento
SOGGETTI Attori territoriali
Enti Pubblici
ASSETTO
ISTITUZIONALE
STATO
REGIONI
COMUNI
(TERRITORI)
ASL
PROCESSI di
PROGRAMMAZIONE
Piano Nazionale
Piano Regionale
PIANO DI ZONA
SISTEMA
INTEGRATO
di INTERVENTI
e SERVIZI SOCIALI
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Il Piano di Zona
L’emanazione della Legge 328/00, Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, ha fissato un punto di svolta nella gestione delle politiche sociali ed ha posto le basi per la costruzione di un sistema integrato di interventi e servizi in cui la programmazione “ dal basso ” è chiamata a svolgere un ruolo tanto impegnativo, quanto inedito, all’interno di una più ampia prospettiva di sviluppo del territorio. Ormai giunti alla seconda stesura del Piano di Zona si sono rafforzate e consolidate prassi di lavoro ma soprattutto ruoli e identità nelle varie forme di partecipazione alla programmazione sociale del territorio.
La regia della gestione di queste modalità di intervento e organizzazione viene riconfermata, dalla legge stessa, alle Amministrazioni Comunali le quali, riunite e raccordate nei relativi ambiti territoriali, hanno il compito di riprendere una nuova programmazione, organica e stabile, nel comparto sociale, in ossequio alle più generali esigenze di decentramento locale delle politiche amministrative e al principio di sussidiarietà.
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Metodologia del lavoro
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RIORDINO DELL’OFFERTA REGIONALE:
Classificazione strutture sociali e socio-sanitarie
Riconoscimento in base al carico assistenziale (dalle schede ai bisogni)
Passaggio delle competenze sociali ai Comuni:
Autorizzazione
Accreditamento
Comunicazione Preventiva Esercizio
SCIA
BUDGET UNICO [FNPS, FSR, Risorse comunali, FNA…]
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BUONO SOCIALE
Contributo economico
destinato a sostenere
la famiglia che accudisce
autonomamente
a domicilio una persona
“fragile”
(caregiver non professionale)
VOUCHER SOCIALE
Contributo economico
destinato all’acquisto
di prestazioni a carattere
sociale (per es.: pasti
a domicilio, servizi
lavanderia, ecc.) erogate
a domicilio da operatori
professionali
(caregiver professionale)
TITOLI SOCIALI
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Metodologia del lavoro
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PAC Programmazione Acquisto Controllo
PROGRAMMAZIONE: attraverso una lettura dei dati
territoriali e l’individuazione di bisogni si individuano i servizi
di cui necessita il territorio. Si procede ad individuare degli
standard di qualità e si accreditano i soggetti erogatori.
ACQUISTO: il cittadino può liberamente scegliere dove avere
la prestazione tra i soggetti accreditati e l’ente programmatore
e accreditante pagherà le prestazione.
CONTROLLO: le verifiche rispetto alle garanzie di qualità e
alla correttezza delle rendicontazioni previene possibili abusi.
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Autorizzazione/Accreditamento
FASI:
1. Individuazione della finalità
2. Identificazione dell’oggetto (il servizio)
3. Identificazione delle dimensioni di analisi (STRUTTURALE/ORGANIZZATIVA E DI PROCESSO/RELAZIONALE)
4. Identificazione dei criteri (ELEMENTI DI VALORE E QUALITA’)
5. Identificazione degli indicatori
6. Definizione degli standard
ESERCITAZIONE:
Proviamo a costruire
un percorso per
valutare un servizio
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Dal servizio per prestazioni a quello per progetti
… nella politica sociale…
… nel lavoro di tutti i giorni…
Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini
per raccogliere il legno e distribuire i compiti,
ma fai nascere in loro la nostalgia del mare ampio e infinito…
“Ah, quelle organizzazioni che sanno sempre il prezzo di tutto
e il valore di niente!”
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Metodologia del lavoro
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ANZIANI [RSA APERTA 2013/2014]
CDI: Centro Diurno Integrato. E’ un servizio diurno per anziani non
autosufficienti, con funzione intermedia tra l’assistenza domiciliare
e le strutture residenziali.
RSA: Residenze Sanitario-Assistenziali: definite un tempo case di
riposo, accolgono persone anziani parzialmente o totalmente non
autosufficienti.
SAD: Servizio Assistenza Domiciliare. E’ un servizio rivolto ad
anziani o disabili, che reca beneficio anche alle rispettive famiglie,
offrendo prestazioni assistenziali, sociali e di tutela, come aiuto alla
tenuta della casa e degli indumenti e nel mantenimento dei rapporti
sociali.
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DISABILI [DGR 740/13]
CSE Centro Socio Educativo. Sono strutture non residenziali per
disabili, che hanno per obiettivo di aiutarli a mantenere l’autonomia
raggiunta e a sviluppare le capacità funzionali residue, attraverso
attività sociali ed educative. Inferiori a 65 anni.
CDD Centro Diurno Disabili. Struttura non residenziale socio-
sanitaria per disabili gravi con più di 18 anni. Il centro garantisce
prestazioni adeguate ai livelli di fragilità degli ospiti.
SFA Servizio di Formazione all’Autonomia. E’ un servizio diurno
che promuove l’apprendimento del disabile, la sua crescita
personale e una migliore integrazione sociale col fine di sviluppare
l’autonomia.
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Dott. Andrea Catelli
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DISABILI
CSS Comunità Socio-Sanitarie. Struttura residenziale caratterizzata
da un clima capace di favorire comportamenti più autonomi.
RSD Residenza Sanitario Assistenziale per persona con Disabilità.
Strutture che ospitano disabili fisici psichici e sensoriali gravi o
gravissimi e che necessitano di prestazioni socio-sanitarie.
Minialloggi Protetti
Progetti per il sollievo
Progetti sperimentali
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MINORI
Asili Nido e prima infanzia
CRD Centri Ricreativi Diurni
CAG Centri Aggregazione Giovanile
CPI Centri di Pronto Intervento
ADM Assistenza Domiciliare Minori
CAM Comunità Alloggio Minori
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LA GARANZIA E L’ACCREDITAMENTO DEL PUBBLICO:
•STANDARD STRUTTURALI
•STANDARD GESTIONALI
STANDARD
COSTI >>>> quale qualità????
QUALITA’ >>>> quali costi????
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Dott. Andrea Catelli
Metodologia del lavoro
sociale - Andrea Catelli
Modello razionale sinottico
Chi programma …..
• individua e pone in ordine coerente
obiettivi e valori
• analizza e confronta i mezzi necessari al
raggiungimento degli obiettivi
• sceglie il mezzo che massimizza la
possibilità di raggiungere gli obiettivi
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Modello incrementale
Chi programma …..
• identifica alcuni obiettivi intorno a cui
trova consenso
• mantiene circolarità costante tra azioni e
obiettivi
• sceglie i mezzi che rendono
raggiungibili alcuni esiti
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Definizione di un problema
Ragionamento tipico
di tipo incrementale
Azioni e interazioni tra diversi attori
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Definizione degli obiettivi Modello razionale
sinottico
un unico decisore
dotato di potere autoritativo
con una chiara e
coerente volontà programmatica
Modello incrementale
decisori multipli
processo complesso di
negoziazione
Reciproco adattamento degli obiettivi
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I PASSAGGI PRINCIPALI DI UN PERCORSO DI VALUTAZIONE
Individuazione della finalità
Dichiarazione della mission del progetto da valutare
Identificazione delle dimensioni da valutare
Determinazione degli obiettivi di qualità
Identificazione degli indicatori
Identificazione degli strumenti e delle fonti di informazione
Rilevazione sul campo
VALUTAZIONE
POSSIBILI MIGLIORAMENTI
RIDEFINIZIONE DEL PROGETTO
ESERCITAZIONE:
Costruzione del sistema di
valutazione di un servizio
QUALITA’ PERCEPITA?
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Metodologia del lavoro
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Territorio/struttura/servizio
APPROCCIO A SISTEMI ORGANIZZATI
SISTEMA SOCIALE
Politiche sociali
Normativa
Modelli Culturali
Finanziamenti
MACRO
ORGANIZZAZIONE
Territori
Competenze di area
(ASL/base/specialisti
ca ecc.)
MICRO
ORGANIZZAZIONE
Organizzazione
operativa
Compiti operativi
Protocolli e Piani di Lavoro
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sociale - Andrea Catelli
IL BISOGNO
Il bisogno nell’ambito della cura, della riabilitazione e dell’assistenza, appare come mancanza di una dimensione del benessere - fisico, psichico e sociale - necessaria o particolarmente utile, conveniente, appropriata, per una vita che possa ritenersi dignitosa.
L’organizzazione dei servizi incontra due questioni che richiedono di essere tematizzate: CLASSIFICAZIONE e GERARCHIZZAZIONE
ADATTARE I SERVIZI AI BISOGNI E NON I BISOGNI AI SERVIZI
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Dott. Andrea Catelli
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sociale - Andrea Catelli
LA DOMANDA
È la significazione, verbale e non, espressa o inespressa, di un qualche
bisogno.
Non c’è sempre corrispondenza univoca tra bisogno e domanda. Il
perché si può trovare in cause molto differenziate: la non conoscenza del
bisogno, la non accettazione di un bisogno ritenuto scomodo e/o
sconvolgente, che genera meccanismi difensivi di protezione, di
identificazione ecc.
L’incontro tra bisogno e domanda, e la successiva risposta è data dal
rapporto che si innesca tra il “paziente”, l’operatore e l’organizzazione
(unità di offerta)
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IL DESIDERIO
Si riferisce alla motivazione profonda che può essere conscia o
inconscia, e che sollecita le ragioni del vivere, del continuare a vivere.
Il desiderio come frammento di voglia di essere, di esserci, di contare di
significare, appare decisivo in taluni momenti della vita.
I bisogni propri delle povertà immateriali non possono neppure essere
raccolti se non si va incontro alle dinamiche del desiderio, che appare a
volte come desiderio di morte, come desiderio di eutanasia sociale
invocata e più spesso provocata.