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Lezioni sul linguaggio cinematografico
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1
SMS “I.Nievo” Ponte di Piave - scuola capofila
D.D. Ponte di Piave - D.D. S.Polo
a cura del prof. Renzo Zago
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OBIETTIVI GENERALI
•Consentire il superamento della passiva accettazione degli stimoli mass-mediali
•Sviluppare competenze di lettura e produzione comunicativa in un continuo alternarsi-confrontarsi di decodifica e codifica dei linguaggi
•Modificare ed arricchire l’esperienza rimuovendo blocchi psicologici consolidati dall’uso di un solo canale comunicativo
•Acquisire la conoscenza e l’uso di quei codici visivi e sonori che sono maggiormente fruiti dai ragazzi
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OBIETTIVI SPECIFICI
•Acquisire conoscenze relative alle tecniche e al linguaggio cinematografico
•Saper riconoscere mezzi e procedimenti tecnici durante la visione di un film
•Saper distinguere e analizzare in una sequenza del film i codici utilizzati per ottenere una lettura dei relativi messaggi
•Saper esprimere sensazioni ed opinioni su di un film
•Saper trattare un soggetto e trasformarlo in sceneggiatura
•Saper costruire un messaggio utilizzando i codici multimediali
4
REALTA’ E RAPPRESENTAZIONE
forma
dimensione
colore
suono
temperatura
Oggetto reale rappresentazione
CO
DIF
ICA
5
Emittente Ricevente
codifica
decodifica
canale
codice
ELEMENTI DI UNA COMUNICAZIONE
6
LA STORIA
7
UNA MACCHINA PER PRODURRE IMMAGINI
La camera oscura
8
UNA MACCHINA PER PROIETTARE IMMAGINILa lanterna magica
9
MACCHINE PER RIPRODURRE IL MOVIMENTO
CINETOSCOPIOPRASSINOSCOPIOZOOPRASSISCOPIO
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MACCHINE PER REGISTRARE IMMAGINI
La macchina fotografica
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NASCITA DEL CINEMA
Prime proiezioni pubbliche di immagini animate:
in Francia con il Cinématographe dei fratelli Lumière,
a Berlino grazie ai fratelli Skladanowski.
Nel frattempo, vengono depositati brevetti concorrenti da Robert William Paul (Gran Bretagna), Thomas Armat (USA), Henry Joly (Francia) e Filoteo Albertini (Italia).
1895
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Il cinema della tradizione.
Nel cinema primitivo dal 1895 al 1900 L'illuminazione era uniforme il punto di vista fisso e frontale il fondale dipinto a una discreta distanza tra soggetto e attori.
Il cinema dell'integrazione narrativa.
Dal 1908 al 1915 inizia il processo di linearizzazione narrativa e di conseguenza acquista importanza il montaggio. Fin dal 1910 si proibisce agli attori di guardare alla cinepresa. Lo spettatore deve diventare invisibile a con il 1915 inizia l'era del cinema classico
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HOLLYWOOD
Costruzione di un’organizzazione gerarchica che controlla l’intero ciclo produttivo fino alla distribuzione. (block booking) (Paramount, MGM, United Artist)
Nel 1922 si istituisce la MPPDA con lo scopo di regolamentare il contenuto morale dei film
Nascita dei generi, riconoscibilità della produzione, Star system, cura tecnica e formale,
L’attesa dello spettatore come ingrediente fondamentale
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INDICE
IL PROGETTO IL LAVORO SUL SET IL MONTAGGIO
La sceneggiatura
PROFILMICO
FILMICO
L’ambienteLa luceIl colore
scala dei pianiAngolazione di ripresaLa cornice e i due spaziSoggettiva e sguardoMovimenti di macchina
Che cos’è il montaggioSpazio e tempoForme e funzioni
Il montaggio connotativoIl montaggio narrativoIl montaggio formaleIl montaggio discontinuoIl montaggio proibito
La sceneggiatura
Il montaggio audio video
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SCENEGGIATURA
Processo di elaborazione del racconto cinematografico che passa attraverso diversi stadi che vanno dall’idea di partenza alla sceneggiatura vera e propria
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SOGGETTOManifestazione di un’idea concreta (poche righe, uno o due fogli)
originale adattamento
Artico
lazione
e
ampliamento
TagliSelezione
Riletturepersonali
Raccontocinematografico
Raccontoletterario
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TRATTAMENTO
•Forma ancora letteraria
•Descrizione delle varie scene, degli ambienti, delle situazioni
•Intrigo già articolato
•Dialoghi abozzati ma ancora in forma indiretta
Gli spunti narrativi del soggetto vengono sviluppati e approfonditi (qualche decina di pagine)
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SCALETTA
Fase di passaggi dal momento letterario della storia a quello della costruzione del film (controllo del ritmo del film)
•Suddivisione in scene numerate
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SCENEGGIATURA
•Scene divise in inquadrature o piani e numerate
•Indicazione precise per ogni inquadratura (angolazione di ripresa, movimenti macchina, dialoghi, ecc…)
Messa in ordine delle scene del film, descrizione dettagliata di ambienti, personaggi e d eventi, dialoghi.
Dècoupage tecnico
Story board
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SOGGETTO
TRATTAMENTO
SCALETTA
SCENEGGIATURA
DECOUPAGE
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CINEMA CLASSICO
•chiusa in se stessa
•strutturata
•senza margini di libertà
CINEMA MODERNO
•Aperta
•Manipolabile
•Disponibile a modificarsi
SCENEGGIATURA
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Che cos'è un vecchio? I vecchi puzzano, disse una volta un ragazzo. Io temo che sui vecchi non la pensino diversamente molti che questa frase crudele non hanno mai detto. Esagero? Io voglio raccontarvi la storia di un vecchio e mi auguro alla fine che non direte che l'ho inventata. Si chiama Umberto D., ha sessant'anni e una faccia sorridente perché ama la vita, l'ama tanto che protesta con tutte le forze contro il Governo che non vuole aumentare la sua magra pensione. Non meravigliatevi quindi se lo vediamo a un ordinato corteo di vecchi che attraversano la città con dei cartelli sui quali è scritto Vogliamo soltanto il necessario per vivere. Ma le guardie hanno avuto l'ordine di proibire ai dimostranti di proseguire e i dimostranti cercano allora di forzare il cordone. Ne nasce un parapiglia. Niente di grave, per fortuna. Il nostro Umberto con le sue gambe un po' arrugginite fugge per una via traversa; quasi pentito, certamente meravigliato, di avere osato tanto. A un angolo della strada incontra altri vecchi che corrono, e con loro si rifugia in un portone. Tenteranno un'altra volta, dicono. La speranza li sorregge. Hanno lavorato trent'anni, quarant'anni fedeli allo Stato, curvando la schiena per il miraggio di una vecchiaia tranquilla. La loro vecchiaia invece è piena di umiliazioni. [...] (Zavattini. 1953, 21)
Umberto D – il soggettoVittorio de Sica – Italia 1952 -
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Una bella mattina d'autunno uno strano corteo percorre le vie di Roma. Sono cinque o seicento persone, forse di più, ciascuna delle quali porta al guinzaglio un cane, persone di tutte le età e di tutte le condizioni sociali. lì corteo è serio e disciplinato e i cani si comportano bene come i loro padroni. Il corteo si dirige tra la curiosità dei cittadini verso piazza Venezia. Non riusciamo a capire di che cosa si tratta. Pensiamo, vedendo apparire in fondo l'Altare della Patria, che il corteo si diriga là per un omaggio, ma invece svolta a destra e sale la scalinata del Campi doglio.
Ma sul sommo della scalinata ecco apparire un folto nugolo di guardie che avanza deciso verso il corteo. Il corteo si ferma. Il capo delle guardie dice che il corteo non può salire nella piazza………..
Umberto D – il trattamentoVittorio de Sica – Italia 1952 -
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• Corteo dei vecchi pensionati in via Nazionale. Presentazione di Umberto e del suo cane.
•La Celere scioglie il corteo perché fatto senza permesso: nei pressi del Viminale.
•Umberto si rifugia durante il fuggi-fuggi in un portone con un altro vecchio: il vecchio, uditi i suoi guai, gli consiglia un posto dove si ottengono piccoli prestiti. [...j (Zavattini, 1953, 43).
Umberto D – la scalettaVittorio de Sica – Italia 1952 -
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Una strada centrale di Roma - Esterno, giorno
Un corteo ordinato e pacifico percorre una strada centrale. lì corteo è composto soprattutto di vecchi e vecchissimi. Ce ne sono dei curvi, degli zoppicanti, di quelli che faticano a seguire il corteo e fanno delle brevi corsettine per stare a fianco degli altri. Quelli di testa hanno dei grandi cartelli sui quali è scritto: Abbiamo lavorato tutta la vita. Anche i vecchi devono mangiare. Giustizia per i pensionati Siamo i paria della Nazione. Aumentate le pensioni.
La gente ai lati della strada guarda indifferente questo corteo. Qualcuno sorride.
Qualche guardia segue e sorveglia con discrezione i dimostrantI Un autobus sopraggiunge da Piazza Venezia con un grande strombettio obbliga il corteo a un rapido scompaginamento
STROMBETTIO DELL'AUTOBUS.
L'autobus prosegue portandosi dietro una scia di proteste corteo che si ricompone in fretta.
IMPRECAZIONI, GRIDA DI DIMOSTRANTI
Umberto D
la sceneggiatura letteraria
Vittorio de Sica – Italia 1952 -
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Dissolvenza di apertura
Un marciapiede. In sovraimpressione la dicitura: "Un film Paramount". La mdp carrella indietro sino a scoprire una palina che reca scritto: SUNSET BLVD. Continua il carrello indietro, sull'asfalto della strada. In sovraimpressione si succedono i titoli di testa:
[scorrono 'titoli di testaj
Viale del tramonto la sceneggiaturaBilly Wilder – USA - 1950
I - (continua l'inquadratura con cui il film si è iniziato, sotto i titoli di testa). Panoramica verso l'alto, sino ad inquadrare tutto il Sunset Boulevard, Vengono verso la mdp due motociclette, seguite da tre automobili della polizia.
(Musica. Sirene. Rombo di motori.)
VOCE DI GILLIS: Si, è il Sunset Boulevard, a Los Angeles, California. Sono le cinque del mattino. Ecco la squadra mobile... con i giornalisti.
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film
sequenza
scena
INQUADRATURA O PIANO
Unità base del discorso filmico, rappresentazione in continuità di un certo spazio per un certo tempo.
piani
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Dal punto di vista spaziale:
Porzione di spazio rappresentata da un certo punto di vista (prospettiva), e delimitata da una cornice ideale costituita dai quattro bordi dell’inquadratura stessa
standard
cinemascope
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Dal punto di vista del tempo:Durata compresa fra il suo inizio che segue la fine dell’inquadratura precedente e la sua fine che precede l’inizio dell’inquadratura seguente
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INQUADRATURA O PIANOE’ il risultato di scelte relative a due livelli
profilmico
Ambienti, personaggi, oggetti
filmico
Modo con cui vengono rappresentati gli elementi
profilmici
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L’AMBIENTE E LA FIGURA
naturale Parz. naturale
artificiale
Scenografia
Modificazione o creazione di un
ambiente
Economicità e possibilità di
controlloNeorealismo
Nouvelle vague
Cinema americano
Musical, fantascienza, storico
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LA LUCE E IL COLOREOrganizza lo spazio, impone un certo tipo di lettura a cui lo spettatore non può sottrarsi, drammatizza l’ambiente….
FUNZIONI
GERARCHIZZAZIONE ESPRESSIONISMO LEGGIBILITA’
INTRADIEGETICA EXTRADIEGETICA
Che appartiene alla storia
Lampadine, candele ecc…
Non appartiene alla diegesi e non appaiono
Riflettori, superfici riflettenti ecc…
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LA LUCE E IL COLORE
Caratteristiche della luce
Qualità Direzione
Sorgente
Colore
con
trast
ata
diff
usa
fron
tale
late
rale
con
trolu
ced
al b
ass
o
dall’
alt
o
fron
tale
late
rale
di sp
alle
uso
dei filt
ri
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LA LUCE E IL COLORE
USO DEL COLORE
REALISTICO IMMAGINARIO
DECORATIVO ESPRESSIVO-PSICOLOGICO
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IL FILMICO
Scala dei piani
Angolazione di ripresa
La cornice e i due spazi
Soggettiva e sguardo
Movimenti di macchina
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PROFILMICO + PUNTO DI VISTA= INQUADRATURA
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LA SCALA DEI PIANI
Per scala di piani si intende la possibilità di ogni inquadratura di rappresentare un elemento profilmico da una maggiore o minore distanza
Distanza tra soggetto e macchina da presa
Lunghezza focale dell’obbiettivo
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Campo lungo CL
Campo Lunghissimo CLL
La figura umana è subordinata al paesaggio
I CAMPI LUNGHI
40
CAMPO MEDIO (CM)
Ristabilisce un certo equilibrio nei rapporti tra ambiente e natura
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I PIANI
Figura intera (FI) Piano americano (PA)Piano medio (PM)
Afferma la centralità del personaggio e il suo predominio rispetto all’ambiente circostante
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I PIANI
Primo Piano (PP) Primissimo Piano (PPP)Dettaglio (D)
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IL CAMPO TOTALE
Rappresenta un ambiente interno o esterno circoscritto e mette in campo tutti i personaggi che prendono parte alla rappresentazione. Ha un carattere principalmente informativo e gioca un ruolo essenziale all’interno del racconto filmico
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ANGOLAZIONE DI RIPRESA
altodietro
davanti
sinistra destra
basso
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LA CORNICE E I DUE SPAZI
CAMPO
Ciò che viene mostrato
FUORI CAMPO
Ciò che non viene mostrato ma che fa parte dell’ambiente di cui
quell’inquadratura non è che un prelievo. I fuoricampo sono 6
46
DIALOGO FRA CAMPO E FUORI CAMPO
ENTRATE E USCITE DAL
CAMPO
SGUARDO DEL
PERSONAGGIO
SUONO OFF TAGLIO DEL CORPO DEL SOGGETTO
Di provenienza teatrale, un personaggio entra da uno spazio contiguo a quello dell’azione
Il personaggio attraverso lo sguardo, i gesti o le parole, indica la presenza di qualcosa. (dialettica tra poter vedere e sapere del personaggio e il non vedere e sapere dello spettatore
Presenza di una componente sonora diegetica di cui l’inquadratura non mostra la fonte
Uso di inquadrature che tagliano il corpo del personaggio
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IL FUORI CAMPO
ATTIVOQuello che ci spinge a porci delle domande
PASSIVOContestualizza
e crea l’ambiente
ESTERNOQuello di cui ci siamo occupati
INTERNORimane celato
da un elemento profilmico
CONCRETOChe abbiamo avuto modo di
vedere in precedenza
IMMAGINARIO
Non abbiamo mai visto
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SOGGETTIVA E SGUARDO
Il punto di vista non è più solo quello dell’istanza narrante ma anche di un personaggio.
Il punto di vista dell’istanza narrante coincide con quello dello spettatore e del personaggio
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Punto nello spazio
sguardo
Simultaneità o continuità temporale
oggetto
Posizione della macchina da presa
Il fuori campo è rappresentato dal personaggio
SOGGETTIVA E SGUARDO
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MOVIMENTI DI MACCHINA
1. profilmico statico filmico statico
2. Profilmico dinamico filmico statico
3. profilmico statico filmico dinamico
4. Profilmico dinamico filmico dinamico
Dialettica staticità e dinamismo
Un’inquadratura dinamica è un’inquadratura che si articola in più quadri, mutando nel corso della sua durata, i rapporti di distanza, altezza, angolazione della macchina da presa – e di conseguenza dello spettatore – con i principali soggetti rappresentati
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LA PANORAMICA
Rotazione della cinepresa attorno ad un asse. Verso destra, sinistra, alto, basso, obliqua e a 360°.
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LA CARELLATA
Spostamento della cinepresa
1. Con carrello su binari
2. Con camera car
3. Carellata aerea (con aereo o elicottero)
4. Carrello laterale (personaggio di profilo movimento parallelo)
5. Carrello a precedere
6. Carrello a seguire
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TRAVELLINGMovimenti combinati di rotazione e spostamento
1. GRU e DOLLY: Braccio mobile sistemato su un veicolo a ruote
2. STEADICAM
3. LOUMA: gru comandata da terra attraverso un video
4. MACCHINA A MANO: usato tra l’altro per le soggettive
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CARELLATA OTTICA
La macchina da presa non si muove ma, attraverso la variazione della lunghezza focale da vita a passaggi da un piano più distanziato a un piano ravvicinato (zoom in avanti) o viceversa (zoom indietro)
Visione più appiattita e artificiale
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FUNZIONI ESPRESSIVE SUL PIANO DELLO SPAZIO
FUNZIONE DESCRITTIVA: invita lo spettatore all’osservazione
1. Movimenti subordinati: seguono la traiettoria di un personaggio mantenendo costanti velocità, angolazione e distanza. La funzione principale è di tenere in campo l’elemento centrale del profilmico e dirigere su di esso l’attenzione dello spettatore. (l’istanza narrante tende a farsi invisibile)
2. Movimenti liberi: prescindono totalmente dai movimenti profilmici (visibilità dell’istanza narrante)
a) Funzione estensiva e selettiva
b) Funzione connettiva
c) Funzioni soggettive e oggettive
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FUNZIONI ESPRESSIVE SUL PIANO DEL TEMPO
DURATA E VELOCITA’: crea attesa nello spettatore, da ritmo, conferisce dinamicità, spettacolarizza, ….
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ANALISI DELLE FUNZIONI DEI MDM
1. Come operano nel rapporto campo fuori campo
2. Si configurano come subordinati o dipendenti rispetto al movimento del profilmico
3. Che traiettoria seguono
4. Dove partono dove arrivano e cosa ci mostrano nel loro percorso
5. Rivelano qualcosa di cui i personaggi non sono a conoscenza
6. Assumono una valenza affettiva
7. Quanto durano
8. Sono veloci, lenti, ritmati
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RIFLESSIONI
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IL MONTAGGIO
Tecnicamente è quell’operazione che consiste nell’unire la fine di un’inquadratura con l’inizio della successiva dando vita a un rapporto sulla base di un progetto, narrativo, semantico e/o estetico
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IL LAVORO DEL MONTAGGIO
1. Selezione dei materiali
2. Determinazione della durata
3. Assemblaggio
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GLI EFFETTI OTTICI
STACCO DISSOLVENZA TENDINA
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SPAZIO E TEMPO NEL MONTAGGIO
Il montaggio assicura la continuità spaziale e temporale del film
e ne determina il suo ritmo
Lo spazio e il tempo vengono selezionati e combinati in base alle necessità della narrazione
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COSTRUZIONE DELLO SPAZIO
SPAZIO DIEGETICO
SPAZIO FILMICOMONTAGGIO
1. Al piano d’insieme seguono una serie di inquadrature che lo frammentano ma che sono comprese nel piano originario
2. Lo spazio viene costruito attraverso attraverso una serie di inquadrature parziali
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COSTRUZIONE DEL TEMPO
Nel suo determinare l’inizio e la fine di un’inquadratura il montaggio è il mezzo che decide la durata di ogni singolo piano.
A livello del film il montaggio va studiato in base a tre categorie:
1. Ordine
2. Durata
3. Frequenza
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ORDINE
RAPPORTO TRA ORDINE DELLA STORIA E DELL’INTRECCIO
STRUTTURA LINEARE
A tradisce B
B tradisce A
B è ricercato dalla polizia
B è arrestato e confessa
FLASHBACK
B è ricercato dalla polizia
B è arrestato e confessa
A tradisce B
B tradisce A
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ORDINE
67
ORDINE
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DURATA
Il montaggio può rispettare l’ipotetica durata reale (scena), ma può anche non farlo (sequenza).
Se il tempo del discorso è più breve del tempo della storia allora la sequenza contiene delle elissi.
Più raramente il tempo del discorso è più lungo del tempo della storia (slow motion, fermo fotogramma, ripetizione)L’elissi agisce nel tempo assumendo le stesse funzioni proprie del fuori campo che, al contrario, agisce nello spazio.
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DURATA
Modi per indicare l’elissi
1. Uso delle forme di punteggiatura o effetti ottici
2. Campo vuoto
3. Inserto V
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FREQUENZA
E’ il rapporto che si stabilisce fra il numero di volte che un determinato evento è evocato nel racconto e il numero di volte che si presume sia accaduto nella storia
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IL MONTAGGIO ALTERNATO
Alterna inquadrature di due o più eventi che si svolgono in luoghi diversi ma, di solito, simultaneamente e che sono destinati a convergere nello stesso spazio.
E’ espressione di un narratore onnisciente che informa lo spettatore su ciò che accade contemporaneamente su due luoghi e conferisce sapere maggiore che ai personaggi
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IL MONTAGGIO NARRATIVO E IL DECOUPAGE CLASSICO
Proprio del cinema classico americano mirava a dar vita a quello che possiamo definire
LO SPETTATORE INCONSAPEVOLE
1. Identificazione con il personaggi
2. Identificazione tra realtà rappresentata e realtà tout court
3. Coinvolgimento emotivo
MONTAGGIO INVISIBILE
DECOUPAGE CLASSICO
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MONTAGGIO INVISIBILE
A B
Il passaggio dall’inquadratura A a B deve avere una sua ragione, deve rappresentare chiaramente ciò che sta succedendo, deve mettere in rilievo gli snodi drammatici
Assicurare continuità per controllare la forza
disgregatrice del montaggio
RACCORDO
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IL RACCORDO
Il raccordo di sguardo
Il raccordo sul movimento
Il raccordo sonoro
Il raccordo sull’asse
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IL CAMPO E CONTROCAMPO
Montaggio che mostra alternativamente due personaggi che dialogano
1
2
3
A B
x
SCAVALCAMENTO DI CAMPO
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IL CAMPO E CONTROCAMPO
Il raccordo si posizione
Il raccordo di direzione
Il raccordo di direzione degli sguardi
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IL MONTAGGIO CONNOTATIVO
Si intende un montaggio il cui tratto dominante è la costruzione del significato
L’associazione di due immagini può produrre un senso diverso da quello che ognuna di esse ha presa in se e per se.
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IL MONTAGGIO CONNOTATIVO
Effetto Kulesov
Concezione Ejzenstejniana
Il cinema non può limitarsi a riprodurre il reale, deve interpretarlo……….
Il montaggio come produzione di senso
Il montaggio costituisce il principio fondamentale del processo di significazione cinematografica
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IL MONTAGGIO FORMALE
Si intende un montaggio con funzioni estetiche in cui effetti di tipo formale sono prevalenti e si realizzano attraverso l’accostamento di immagini che instaurano tra loro un rapporto di volumi, superfici, linee, punti, al di la della concreta natura degli elementi rappresentati
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IL MONTAGGIO FORMALE
Le componenti grafico –spaziali
Analogia e contrasto
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IL MONTAGGIO FORMALE
Le componenti ritmico temporali
1. Ritmo regolare, fondato sulla successione di brevi inquadrature della stessa durata
2. Ritmo accellerato dove i piani che si succedono sono via via più brevi
3. Ritmo irregolare in cui le inquadrature che si succedono presentano delle durate molto diverse tra loro
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IL MONTAGGIO DISCONTINUO
Si intende quel montaggio che rifiuta i codici della continuità del cinema classico
Violazione del sistema a 180°
Falso raccordo
Inserti non diegetici
Salti di tempo in avanti e indietro (flashback, flashforward)
Espansione e riduzione temporale
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IL MONTAGGIO PROIBITO
Il reale e le immagini sono caratterizzate da un’immanente ambiguità. Il montaggio del cinema classico e Ejzenstejniano si opponeva a questa ambiguità.
IL montaggio proibito cerca di ricostruire attraverso la profondità di campo e il piano sequenza questa situazione che si avvicina al reale (montaggio interno)
Il significato costruito dallo spettatore non è più univoco
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IL SONORO: LA STORIA
•Vincere la terribilità del silenzio
•Coprire il rumore della macchina da presa
•Aggiungere alla dimensione dell’immagine quella del sonoro
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IL SONORO: LA STORIA
1926
Don giovanni e Lucrezia Borgia
Il cantante di Jazz
All’inizio, l’affermarsi del sonoro, costituisce un grande arretramento rispetto alle conquiste linguistiche ed espressive del muto.
Solo alcuni anni dopo si risolvono questi problemi attraverso l’allegerimento degli strumenti di registrazione, il missaggio e il montaggio audio-video
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LE FUNZIONI DEL SONORO
UN’IMMAGINE, NEL MOMENTO IN CUI E’ ACCOSTATA AD UN SUONO PRODUCE UN SIGNIFICATO DIVERSO DA QUELLO CHE ESSA PRODUCE QUANDO NE E’ ANCORA PRIVA
NEL MONTAGGIO IL SUONO GIOCA UN RUOLO DETERMINANTE NELL’UNIFICARE IL FLUSSO DI IMMAGINI, NELL’ATTUTIRE QUELL’EFFETTO DI BRUSCA ROTTURA SEMPRE IMPLICITO IN OGNI STACCO
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SUONO E SPAZIO
SUONO DIEGETICO
SUONO EXTRADIEGETICOChe proviene
direttamente dalla diegesi del film
In campoFuori
campo
Estende lo spazio dell’inquadratura e ci permette di contestualizzarla
Crea un senso di attesa
Che udiamo noi spettatori ma non i personaggi del film
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SUONO E TEMPO
SUONO SIMULTANEO: Quando il sonoro e l’immagine si danno in uno stesso tempo narrativo
SUONO NON SIMULTANEO: è costituito da quell’effetto sonoro che anticipa o segue le immagini. (anticipazioni sonore)
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L’ANALISI DEL TESTO FILMICO
Nonostante l’analisi di un testo filmico non rinunci al confronto con temi e contenuti, tuttavia nel cinema, come in ogni produzione significante, non c’è contenuto indipendente dalla forma nella quale viene espresso.
contenutoCoefficiente di
trasformazione semantica Testo filmico
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L’ANALISI DEL FRAMMENTO
La coscienza dell’utopia dell’analisi esaustiva ha finito col privilegiare l’analisi del frammento
Ruolo chiave in un testo narrativo è quello giocato dall’analisi degli esordi
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STRUMENTI DESCRITTIVI PER L’ANALISI
•Sceneggiatura desunta
Descrizione delle inquadrature del film nel suo stato finale
•Segmentazione
Suddivisione del film in sequenze
•Descrizione della singola inquadratura e dei quadri interni
Trasporre in linguaggio verbale gli elementi di significazione e informazione che l’immagine contiene
•Tavole grafici o schemi
Formalizzare graficamente alcuni aspetti del film
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STRUMENTI CITAZIONALI PER L’ANALISI
Utilizzato principalmente per analisi di tipo orale, preleva dal corpo del film una sequenza, una scena, una inquadratura.
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STRUMENTI DOCUMENTARIPER L’ANALISI
Sono costituiti da fatti esterni al film.
Prima della distribuzione: produzione, realizzazione, lancio
Dopo la distribuzione: incassi, pubblicità, interviste, recensioni
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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
SCOMPOSIZIONE
ANALISI DELLE PARTI
RICOMPOSIZIONE