67
MASTER IN COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA DELLA SISSA DI TRIESTE «LE VACANZE DEL DOTT. VENTER.» IL SORCERER II E LA COMUNICAZIONE PUBBLICA DELLE BIOTECNOLOGIE Tesi di: Alessandro Delfanti Relatore: Yurij Castelfranchi Correlatore: Nico Pitrelli Trieste, dicembre 2007

Del Fanti Venter Tesi

  • Upload
    capocci

  • View
    378

  • Download
    2

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Del Fanti Venter Tesi

MASTER IN COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA

DELLA SISSA DI TRIESTE

«LE VACANZE DEL DOTT. VENTER.»

IL SORCERER II E LA COMUNICAZIONE

PUBBLICA DELLE BIOTECNOLOGIE

Tesi di:

Alessandro Delfanti

Relatore:

Yurij Castelfranchi

Correlatore:

Nico Pitrelli

Trieste, dicembre 2007

Page 2: Del Fanti Venter Tesi

In una goccia d’acqua si trovano

tutti i segreti degli oceani

Khalil Gilbran

(dal sito Internet del Sorcerer II)

Page 3: Del Fanti Venter Tesi

Abstract

In questo studio di caso abbiamo ricostruito le attività di comunicazione pubblica di Craig Venter in

relazione al ruolo pubblico dello scienziato nei mutati rapporti fra scienza e società. La domanda

che ci poniamo è: il suo rapporto con la comunicazione è la punta di un iceberg di una

trasformazione più profonda, che coinvolge tutta la scienza e tutti gli scienziati nel loro rapporto

con i media? Venter è il sintomo di una scienza sempre più mediatizzata e ci sono elementi di

discontinuità con gli scienziati icone pubbliche del passato?

Il Sorcerer II, la nave del Venter Institute, ha circumnavigato il globo per raccogliere e

classificare genomi di microrganismi marini, con tecniche simili a quelle sviluppate per il

sequenziamento del genoma umano. Il Sorcerer si è connotato per la fortissima potenza

comunicativa e simbolica (L’esplorazione di nuovi mondi; la ricerca di nuove forme di vita; il

nuovo viaggio di Darwin). A bordo, oltre a diversi giornalisti, era presente una troupe di Discovery

Channel, che vi ha girato un documentario.

Questo studio di caso descrittivo si propone di analizzare il Sorcerer II dal punto di vista della

comunicazione della scienza: come e perchè ha comunicato? Per farlo occorre mappare i rapporti

tra il Venter Institute e le strutture mediatiche, indagare la tipologia e l’efficacia dei processi di

comunicazione pubblica utilizzati e il loro sviluppo diacronico. A partire da un ampio lavoro di

raccolta dati basato su fonti multiple (risorse web, stampa, televisione, interviste, pubblicazioni

scientifiche). I risultati di questo studio di caso potrebbero supportare l’ipotesi che il caso Venter

non rappresenti la deviazione da un presunto modello canonico di rapporto fra scienziati e

comunicazione, come altre ricerche continuano a voler vedere, ma sia invece indicativo della

fisiologia piuttosto che della patologia del rapporto fra scienza e media. Con quali conseguenze

sulla scienza rimane un interrogativo aperto.

Page 4: Del Fanti Venter Tesi

1. Introduzione

C’è chi lo ha chiamato «Darth Venter». Time gli ha dedicato una copertina e lo ha definito il «Bad

boy» della scienza, mentre la Technology Review del MIT di Boston lo ha apostrofato come il Bill

Gates della futura «Microbesoft», la Microsoft dei batteri, uno scienziato che «ha avuto il fegato e

l’acume per capire quando era ora di mescolare scienza e business».1 È Craig Venter, il controverso

biologo statunitense che ha raggiunto la fama per aver gareggiato con la sua azienda privata, la

Celera Genomics, contro il consorzio Human Genome Project, pubblicando contemporaneamente al

consorzio pubblico la sequenza dell’intero genoma di un essere umano. Dal momento della

conferenza stampa con Francis Collins, direttore dello Human Genome Project, alla presenza del

presidente degli Stati Uniti d’America, Bill Clinton, e del primo ministro britannico Tony Blair,

Venter non ha mai smesso di occupare la scena mediatica, che fosse con i suoi progetti sulla vita

artificiale, con il sequenziamento del suo stesso genoma, con la ricerca del batterio «minimo» sul

quale innestare geni a piacimento o della chiave per produrre energia grazie alle biotecnologie. Il

suo rapporto con la comunicazione è molto smaliziato e sempre più stretto. In tutto il mondo, ma in

special modo negli Stati Uniti d’America, Craig Venter è oggi un noto personaggio pubblico,

invitato alle trasmissioni televisive e citato negli show satirici. È insomma uno degli scienziati che

più spesso guadagnano spazio sui media, sia per le sue ricerche che per la sua presenza diretta

all’interno dei mezzi di comunicazione di massa, che lo hanno elevato a caso paradigmatico di

scienziato/imprenditore.

Ma la dimensione pubblica di Craig Venter, pur essendo ben nota, non è stata studiata in modo

approfondito. Si rivela quindi interessante studiare direttamente la sua attitudine comunicativa e il

modello pubblico di scienza che ha proposto e costruito per rispondere ai problemi sociali sollevati

1 Duncan, D., «Craig Venter: The Bill Gates of Artificial Life?», Technology Review Blog, www.technologyreview.com/blog/duncan, 13 giugno 2007

Page 5: Del Fanti Venter Tesi

dalla genetica e dalle biotecnologie contemporanee. Infatti, Craig Venter offre ai ricercatori delle

scienze della vita un set di strumenti per entrare nel dibattito pubblico e definire il loro ruolo e la

loro percezione pubblica da parte della società contemporanea. Questi nuovi strumenti

comunicativi, utilizzati dallo stesso Venter, oltrepassano nettamente i percorsi ordinari della

comunicazione della scienza.

In questo studio ci concentreremo sul caso del Sorcerer II, la nave del J. Craig Venter Institute

che tra il 2003 e il 2005, nel corso di quella che è stata chiamata Global Ocean Sampling

expedition, ha circumnavigato il globo alla ricerca di genomi batterici marini sconosciuti,

raccogliendo e sequenziando con le metodiche sviluppate per il sequenziamento del genoma umano

frammenti del codice genetico di migliaia di nuove specie. Con i suoi 6,5 milioni di sequenze

genetiche analizzate e i 6,3 miliardi di paiabasi catalogate, la Global Ocean Sampling expedition ha

dato luogo al più grande database metagenomico esistente al mondo. I suoi obiettivi scientifici

dichiarati sono ambiziosi: raccogliere e catalogare una quantità inedita di informazione genetica, o

meglio di «geni», per usarli in progetti di biologia artificiale che permetteranno alla scienza di

sintetizzare idrogeno e sostituire i carburanti fossili, risolvere il problema dell’inquinamento e del

riscaldamento globale. Per farlo occorrerà, secondo le dichiarazioni di Venter, produrre un

microrganismo «minimo», che possieda cioè solo i geni strettamenti indispensabili alla sua

sopravvivenza, e innestarvi di volta in volta le informazioni genetiche utili a fargli eseguire un

compito metabolico preciso.

Dal punto di vista della comunicazione pubblica, la vicenda del Sorcerer II si caratterizza

anzitutto per l’ampia copertura ricevuta sui mass media di tutto il mondo, ma anche per alcune

relazioni dirette con i media e per la sua capacità di proporre immagini specifiche e peculiari della

scienza. Quindi, per mostrare l’emergere di una nuova attitudine alla comunicazione, abbiamo

raccolto dati da fonti multiple (World Wide Web, stampa, televisione, interviste, pubblicazioni

scientifiche), mappando le relazioni tra Venter Institute e strutture dei media. Poi abbiamo

analizzato la tipologia e l’efficacia della sua comunicazione pubblica. Lo studio del comportamento

pubblico degli scienziati e della sua percezione da parte dei non-scienziati è infatti cruciale per

comprendere lo sviluppo di una disciplina scientifica strettamente intrecciata con i destini e i valori

della società come le scienze della vita contemporanee. Dal nostro studio emerge che, nonostante la

sua eccezionalità, il «caso Venter» non è anomalo, rispetto alla relazione odierna tra scienziati e

comunicazione. Mettiamo in evidenza infatti che in esso non vi è la rottura della norma, ma la

risposta alla fisiologia del mestiere dello scienziato, strettamente collegato a una nuova dimensione

comunicativa. Per questo il «modello Venter» non si limita a suggerire al biologo contemporaneo

strumenti e pratiche comunicative con cui negoziare e condividere pubblicamente la conoscenza che

Page 6: Del Fanti Venter Tesi

produce, ma rappresenta anche la punta dell’iceberg di una trasformazione più profonda avvenuta

nella relazione tra scienza e società.

Page 7: Del Fanti Venter Tesi

2. Premesse teoriche

Lo scienziato come figura pubblica e comunicatore che agisce al di fuori delle strutture istituzionali

della pubblicazione scientifica, cioè le riviste di settore, i convegni, i seminari, per rivolgersi invece

al pubblico generico tramite i mass media è una tipologia di scienziato normale o quantomeno

ricorrente nella storia della scienza. Si tratta di uno scienziato «visibile», nell’accezione data a

questa espressione da Rae Goodell (1977): uno scienziato di alto profilo mediatico, capace di fare

notizia, conquistare le prime pagine dei giornali e spodestare i suoi colleghi all’interno dei resoconti

della stampa. Secondo Goodell, gli scienziati di questo tipo sono «personaggi insostituibili per i

media contemporanei e per il loro pubblico» dato che hanno la funzione di far entrare direttamente

la scienza all’interno della principale arena pubblica delle società industrializzate contemporanee: i

mass media. Nel corso del tempo, tuttavia, gli scopi e le modalità di agire degli scienziati pubblici

sono cambiati. In particolare, possiamo analizzare le pratiche di comunicazione pubblica degli

scienziati all’interno del quadro costituito dai mutamenti avvenuti nella relazione tra scienza e

società, i quali hanno agito sulla portata, sugli scopi e sull’efficacia dei processi di comunicazione

pubblica della scienza, e dunque anche su questa figura di scienziato «visibile».

Nell’evoluzione avvenuta nel rapporto tra scienza e società è stato osservato un radicale

mutamento di direzione: molti analisti vi hanno ravvisato la nascita e l’affermazione di un «nuovo

contratto sociale» della scienza, come lo definisce Michael Gibbons (1999). Con il nome di «Modo

Due» (Gibbons et al. 1994) o di «Scienza post-accademica» (Ziman 2000) si indica infatti una

nuova era nel rapporto tra scienza e società: l’era nella quale la scienza, secondo questa

interpretazione, deve essere «affidabile» anche dal punto di vista sociale. Questa affidabilità

«permea l’intero processo di produzione della conoscenza. Non si riflette soltanto

nell’interpretazione e nella diffusione dei risultati, ma anche nella definizione dei problemi e nella

Page 8: Del Fanti Venter Tesi

scelta delle priorità della ricerca». Secondo Gibbons (1994) si tratta infatti di una forma di

conoscenza

«pensata per essere utile a qualcuno, nell’industria o nel governo, o più in generale nella società,

e questo imperativo è presente sin dal principio. La conoscenza viene prodotta sempre con

negoziazioni continue, e non verrà prodotta fintantochè non saranno inclusi gli interessi dei vari

attori in causa».

Secondo questa visione quindi, la scienza oggi deve creare un rapporto attivo e per molti versi

inedito con i diversi attori economici, politici e sociali che ne influenzano e ne dirigono lo sviluppo.

In definitiva, l’autonomia e la sicurezza economica che le hanno permesso di prosperare durante

gran parte del Novecento non sarebbero più garantite se non dalla sua capacità di raccogliere

consenso all’interno della società. Questa serie di trasformazioni che hanno interessato la scienza si

intrecciano con cambiamenti avvenuti a livello globale nelle forme di produzione, che influenzano

la scienza in molti modi diversi. Se, come è ovvio, la scienza si adatta alle forme di produzione e

alle strutture e ai modelli sociali nei quali è immersa, si può anche affermare infatti che essa ha

contribuito in modo sostanziale all’affermazione di un modello economico e sociale fondato

sull’informazione. Innanzitutto fornendo i mezzi per cambiare le forme di produzione, si pensi in

particolare alle tecnologie informatiche che rivestono un ruolo cruciale nei processi di costituzione

di quella che Manuel Castells (1996) ha chiamato «Società in rete». Insieme alle biotecnologie, in

cui Castells individua il paradigma scientifico che più aderisce, e contribuisce, alla sviluppo di

quello che definisce «capitalismo informazionale». Le caratteristiche del paradigma tecno-

economico individuato da Manuel Castells alla base della società in rete sono cinque:

l’informazione è la materia prima delle tecnologie dell’informazione; gli effetti di queste ultime

sono diffusi in modo pervasivo; i sistemi e le relazioni che usano queste tecnologie sono

organizzate secondo una logica reticolare; i processi che la contraddistinguono sono caratterizzati

dalla flessibilità; infine, tecnologie diverse convergono in un sistema integrato, come nel caso della

ricerca biologica o delle nanotecnologie. In questo mutamento, tecnologie dell’informazione e

biotecnologie rivestono un ruolo ulteriore, dato che propongono e forniscono alcuni specifici

apparati simbolici, come il modello cibernetico della conoscenza o il dogma centrale della biologia

molecolare (rna-dna-proteina), una metafora di tipo informazionale (Corbellini, 1999). Nel loro

insieme, queste due forze hanno dato vita a un paradigma di ricerca e innovazione legato alle

tecnologie dell’informazione, che anche secondo altri autori «sostituisce sempre di più quello

dominato dalle tecnologie e dalle organizzazioni di produzione e consumo di massa» (Gibbons et al.

Page 9: Del Fanti Venter Tesi

1994).

Queste e altre trasformazioni hanno reso la scienza più complessa, dal punto di vista

organizzativo. Per esempio, sottolinea ancora una volta Gibbons, sono notevolmente aumentate «la

ricchezza di specializzazioni e discipline coinvolte nella scrittura di un singolo paper scientifico e la

gamma di istituzioni e organizzazioni dalle quali provengono gli autori». Nel caso delle

biotecnologie, per esempio, a un singolo progetto di ricerca possono lavorare università, enti

pubblici, fondazioni, start-up dallo status ibrido e aziende private. In particolare, aumenta la

commistione di ricerca pubblica e privata, e il confine tra questi due tipi di scienza si fa più

sfumato, non solo dal punto di vista organizzativo ma anche per quanto riguarda le norme e i valori

che sottendono alle loro attività:

«Le università possono adottare ‘valori’ appartenenti alla cultura aziendale dell’industria,

producendo un tipo assolutamente nuovo di imprenditore accademico. D’altra parte le grandi

aziende adottano alcune delle norme della cutltura accademica, per esempio quando concedono

periodi sabbatici ai dipendenti o forniscono altre possibilità di apprendimento. Inoltre, i ‘ diritti

di proprietà intellettuale’ sono diventati una questione importante all’interno dei campus».

All’interno di questo quadro, le scienze della vita, più di altre discipline scientifiche, interpretano

dunque anche un nuovo modo di intendere il rapporto tra ricerca ed economia all’interno delle

dinamiche del capitalismo informazionale contemporaneo. Si tratta della fase neoliberale della

globalizzazione economica, che alcuni studiosi hanno definito postfordismo e che ha sconvolto le

dinamiche di produzione industriale in tutto il mondo. La scienza non ne è uscita indenne, e se

secondo diversi autori essa non funziona più secondo il «Modo Uno», quello dei mastodontici

progetti di big science e della supremazia della scienza accademica, ciò si manifesta anche e

soprattutto nelle trasformazioni che hanno caratterizzato le scienze biologiche. La prima fase,

sviluppatasi nel secondo dopoguerra, aveva come testo di riferimento Science: The Endless

Frontier, il rapporto scritto da Vannevar Bush (1945) su commissione da parte del presidente

americano Roosevelt. Una delle trasformazioni avvenute nella scienza contemporanea è l’ingresso

tra i suoi obiettivi espliciti della capacità di generare profitto, che spesso deriva dalla sua capacità di

produrre conoscenza dotata di possibilità di applicazione industriale. In questa fase della storia

sociale ed economica della scienza, dunque, l’istituzione centrale di riferimento non è più soltanto

l’accademia, finanziata dal governo, libera di scegliere i propri indirizzi di ricerca e custode della

scienza «ufficiale». Essa, anzi, è assediata da nuove tipologie di strutture di ricerca – la start up, la

fondazione privata, la multinazionale, la rete di ricercatori di diversa appartenenza – e deve fare i

Page 10: Del Fanti Venter Tesi

conti con rapporti sociali ed economici molto più complessi, all’interno dei quali le pratiche

comunicative assumono un’importanza sempre maggiore, dato che i flussi comunicativi assumono

il ruolo di mediatori tra questi attori spesso così differenti tra di loro e con la società nel suo

complesso.

Nell’economia del capitalismo informazionale, oltretutto, la produzione di conoscenza (di cui la

scienza rappresenta il massimo della formalizzazione) ha assunto un ruolo differente da quello

assegnatole durante il capitalismo industriale. In quell’era, che in parte continua a informare di sé

anche il presente, dalla ricerca ci si aspettava la libera diffusione all’interno della società delle

conoscenze prodotte, che sarebbero state trasformate in merce successivamente, per mezzo

dell’incorporazione in beni di consumo a opera dell’industria. Per molte delle discipline scientifiche

contemporanee, tuttavia, il rapporto con le strutture di produzione è mutato: esse si trovano ora a

rivestire un ruolo di produttrici di prima mano di una merce, la conoscenza, che entra direttamente

nei processi di produzione del cosiddetto capitalismo informazionale (Castells, 1996). In questo

senso, la scienza deve obbedire in parte a regole tipiche del mercato: il suo prodotto, cioè

l’informazione, deve diventare un bene «rivale» e appropriabile, vale a dire un bene scarso che

possa essere scambiato sul mercato e generare profitti. Essa, però, è dotata di caratteristiche di non-

rivalità, come ricorda una famosa frase di Thomas Jefferson:

«Chi riceve un’idea da me, riceve una conoscenza che non toglie nulla alla mia, così come chi

accende la sua candela con la mia si fa luce senza per questo lasciarmi al buio. Che le idee

circolino liberamente, una dopo l’altra, in tutto il mondo, perché gli uomini possano a vicenda

trarne istruzione morale e miglioramento personale, senza negare un fatto voluto espressamente

da una natura benevola, che le ha fatte come il fuoco, libere di diffondersi ovunque senza perdere

in nessun punto la propria intensità […]. Le invenzioni non possono dunque, per loro natura,

essere soggette a un regime di proprietà»

Da queste caratteristiche insite nelle forme di produzione e scambio della conoscenza nasce la

necessità di creare per essa una scarsità artificiale per mezzo dei diritti di proprietà intellettuale, che

sono divenuti di conseguenza uno dei problemi più dibattuti e controversi all’interno della scienza

stessa, come dimostra la tensione tra brevettazione e privatizzazione dei risultati scientifici da una

parte e, dall’altra, accesso aperto e libero ai dati e alle conoscenza. In ogni caso, gli analisti che si

sono concentrati sull’organizzazione economica della cosiddetta «società della conoscenza» hanno

rilevato come il mercato «organizzi le attività economiche attorno all’informazione. Le risorse

tradizionali (terra, lavoro e capitale) garantiscono ritorni economici sempre minori. Le maggiori

Page 11: Del Fanti Venter Tesi

produttrici di ricchezza sono diventate informazione e conoscenza» (Gibbons 1994). In questo

senso, anche la figura dello scienziato è mutata. In molti casi il suo ruolo all’interno dei processi di

innovazione è diventato quello di «problem solver».

«Nel processo innovativo l’accesso a informazione accurata e aggiornata è sempre stato

importante. Ma, nel regime che sta emergendo, il processo di generazione, acquisizione e

diffusione dell’informazione sarà mediato sempre di più dalle tecnologie dell’informazione. [...]

La competenza nel campo dell’innovazione viene ridefinita in termini di abilità nella risoluzione

di problemi per mezzo della selezione dei dati rilevanti e della loro organizzazione. Quando c’è

abbondanza di informazione, le competenze non derivano dalla capacità di generarne di più, ma

delle capacità acquisite usando quella esistente in modi diversi. [...] Questo concetto di

competenza potrebbe definire il significato di ‘immaginativo’. Se questa interpretazione è

corretta, emergerà una nuova classe di specialisti capace di individuare e risolvere i problemi di

cui sopra».

La tensione tra privatizzazione e disclosure dei dati presente nella scienza contemporanea, e di cui

Craig Venter si è reso protagonista anche in occasione del sequenziamento del genoma umano

(Castelfranchi, 2004), ricalca del resto la tensione presente nel mondo della rete e più in generale

nel complesso del capitalismo informazionale. Tra le aziende di Internet i modelli di gestione delle

informazioni sono diversi, ma molte tra le più potenti realtà della rete (su tutte, Google) hanno

scelto di donare gratuitamente l’accesso ai dati e di adottare un modello di business basato sulla

pubblicità e sui servizi personalizzati. In questo modello vi è un’ambiguità di fondo tra l’immagine

pubblica delle aziende, che da una parte donano l’accesso ai servizi di base e dall’altra producono

profitti enormi a partire dai servizi. Il teorico dei media Geert Lovink (2007) la chiama «ideologia

del free», ricalcando le osservazioni in proposito di Ross McKibben (2006). Nel suo saggio The

Destruction of the Public Sphere, McKibben afferma che l’arma più potente del mercato di Internet

e dell’economia informazionale è il suo vocabolario: «sappiamo bene come agisce questo

linguaggio. Dobbiamo stare sul vertice della piramide, essere in un centro di eccellenza, disprezzare

le industrie che si basano sulla produzione, avere molti fornitori diversi […] e dare possibilità di

scelta». Questo linguaggio, secondo McKibben, «è singolarmente seduttivo e pretende di essere

neutrale: per questo tutte le procedure devono essere ‘trasparenti’ e ‘robuste’, e tutti devono essere

‘affidabili’. È duro ma funziona […] perché, per quanto possa risultare ridicolo, determina il modo

in cui le nostre elite politiche (ed economiche) pensano il mondo».

Secondo Lovink, il tipo di personaggio pubblico che incarna l’ideologia del free è rappresentato

Page 12: Del Fanti Venter Tesi

dal venture capitalist, hacker e attivista giapponese Joi Ito,2 la cui figura può essere ricondotta ai

«Dieci comandamenti comunisti liberali» pubblicati da Olivier Malnuit sulla rivista francese

Technikart (2006):

1. Regalerai tutto (dati open access, fine del diritto d’autore); ti farai pagare solo per i servizi

supplementari, che ti renderanno ricco

2. Cambierai il mondo, invece di limitarti a vendere delle cose

3. Sarai supersimpatico; avrai il senso della condivisione e della responsabilità sociale

4. Sarai un creativo, privilegerai il design, le nuove tecnologie, le scienze

5. Dirai tutto: non avrai segreti, ti sacrificherai sull’altare della trasparenza e della libera

circolazione dell’informazione; tutta l’umanità deve collaborare e dialogare

6. Non lavorerai mai: i lavori fissi dalle 9 alle 17 non fanno per te, tu resterai nel campo della

comunicazione smart, dinamica, flessibile

7. Tornerai a scuola: praticherai l’educazione permanente

8. Sarai un enzima: non pago di lavorare per il mercato, creerai nuove forme di collaborazione

sociale

9. Finirai povero: redistribuirai le tue ricchezze a chi ne ha bisogno, perché possiedi più di

quello che potrai mai usare

10. Sarai lo stato: le imprese devono lavorare in partenariato con lo stato

Anche Slavoj Žižek (2006) cita i comandamenti di Malnuit, classificando come comunisti liberali

personaggi come Bill Gates e George Soros: «Il significante della neolingua comunista liberale è

‘smart’. Essere smart significa essere dinamico e nomade e contrario alla burocrazia centralizzata;

credere al dialogo e alla cooperazione in opposizione all’autorità centrale; alla flessibilità contro la

routine; alla cultura e alla conoscenza contro la produzione industriale; all’interazione spontanea e

all’autopoiesi contro le gerarchie stabilite». Tornando a Geert Lovink (2008), egli ritiene che questo

tipo di approccio legato all’economia di gratuità della rete sia «il cuore dell’ideologia di Internet,

che ci impedisce di vedere quanto paghiamo veramente, troppo felici di entrare nell’economia del

dono rappresentata dal free». Tutti questi temi sono riconducibili alla nuova economia basata sui

servizi e sull’informazione, il capitalismo informazionale che secondo Manuel Castells (1996)

rappresenta la forma di organizzazione dell’economia globalizzata contemporanea.

All’interno di questo ecosistema complesso di relazioni tra flussi di informazione, mercato,

tecnologia, caratterizzato dalle tensioni tra i diversi modelli di gestione dei dati e delle informazioni

2 Joi Ito lavora oggi per il motore di ricerca per blog Technorati, per Creative Commons e Social Text, tre nomi che per gli utenti di Internet sono sinonimo di gratuità, open access, copyleft, produzione di contenuti dal basso.

Page 13: Del Fanti Venter Tesi

che si contendono le risorse dell’economia informazionale, si posiziona anche la scienza. Le sue

relazioni con gli altri attori sociali, come ci dicono gli autori che ne hanno analizzato il

posizionamento all’interno delle trasformazioni dell’economia chiamandolo «Modo Due» o

«Scienza post-accademica», non sono unidirezionali. La società, il mercato, il capitale, la cultura,

influenzano la scienza, oltre a venire influenzati dalle scoperte, dagli effetti concreti e dalla

pervasività di scienza e tecnologia. In tutte queste relazioni la rilevanza e la complessità dei flussi di

comunicazione aumenta, e nel quadro di queste caratteristiche della relazione tra scienza e società –

per molti versi nuove – diviene imprescindibile l’ingresso della scienza nell’arena della

comunicazione. Anzi, alcuni studi, per esempio il lavoro di Helga Nowotny (2005), fanno notare

che proprio sul terreno della comunicazione pubblica si attuerebbe appieno la relazione della

scienza con la società. In particolare, le dinamiche della comunicazione effettuata dagli scienziati e

dalle istituzioni scientifiche hanno travalicato il percorso classico della pubblicazione su riviste peer

reviewed, cui seguirebbe la «divulgazione» rivolta al pubblico generico. Secondo Bruce Lewenstein

(1995), per esempio, le diverse istituzioni della scienza comunicano anche seguendo canali

differenti, molti dei quali rientrano nel quadro dei diversi spazi di incontro tra la scienza e i pubblici

dei media, ma sono entrati ormai a far parte a pieno titolo dei processi di produzione del sapere

scientifico.

Negli ultimi anni, dunque, le istituzioni scientifiche stanno instaurando un rapporto diretto e forte

con i media, rispondendo ai numerosi attori sociali esterni al mondo scientifico in senso stretto, che

da tempo hanno scelto di partecipare al dibattito pubblico sugli effetti, gli sviluppi, i processi

produttivi del sapere scientifico e delle sue applicazioni. Intervenire in questo dibattito è diventata

una necessità con effetti anche sulla scienza, che deve essere mediata e negoziata a livello sociale e

non nel chiuso dei laboratori o degli uffici governativi. È aumentata, per esempio, la presenza di

strutture comunicative interne agli istituti e alle organizzazioni di ricerca (press office) e di relazioni

stabili delle stesse con gli agenti della comunicazione mediale (Bauer e Bucchi, 2007).

La comunicazione, insomma, è diventata una parte importante del sistema di produzione della

scienza, e non si limita alla comunicazione intraspecialistica e ai modelli «classici» di circolazione

delle idee e dei dati scientifici. Al contrario, la scienza viene sempre più spesso rimescolata,

discussa, accreditata o criticata all’interno dei mass media, dove la narrazioni prodotte dagli

scienziati convivono con altre immagini della scienza e con altre idee, opinioni e dibattiti, spesso

non guidati dalle immagini o dalle informazioni proposte direttamente dall’attività di

comunicazione portata a termine dalle istituzioni scientifiche. Al riguardo, Helga Nowotny (2005)

parla della necessità di studiare il modo in cui fatti e fiction riguardo alla scienza si mescolano

nell’immaginario pubblico. Data questa situazione, infatti, per comprendere la percezione pubblica

Page 14: Del Fanti Venter Tesi

della scienza non è possibile limitarsi a studiare i fatti, ma occorre prestare attenzione a tutti i canali

che trasmettono, inviano informazioni, conversano attorno alle immagini della scienza. Tanto più se

ci si riferisce alla società contemporanea, nella quale i media rivestono il ruolo cruciale di arene

pubbliche all’interno delle quali nascono e si sviluppano le idee, le rappresentazioni, i discorsi che

coinvolgono non solo la scienza ma tutte le attività sociali umane. Nowotny ci accoglie così in

questo nuovo mondo in cui si muove lo scienziato «visibile» del nuovo secolo:

«Benvenuti in una delle arene pubbliche in cui si incontrano scienza e società. Benvenuti in un

mondo a elevata intensità mediatica nel quale non competono solo i libri, ma nel quale sofisticate

strategie di marketing e di PR decidono le strategie di vendita e l’attenzione pubblica che si

concentrerà sui loro autori. Benvenuti anche in un mondo in cui la comunicazione ha perso la sua

spontaneità e la sua innocenza – se mai le ha avute. La comunicazione deve essere progettata e

pianificata, gestita e valutata di continuo riguardo al suo impatto e alla sua portata. Benvenuti

anche in un mondo altamente visualizzato, in cui le immagini diventano icone […] e in cui le

icone vivono di vita propria.»

Questo processo di ingresso della scienza nell’arena della comunicazione è tanto più evidente

quanto più consistenti sono le ricadute della scienza sulla società stessa, come nel caso delle

moderne biotecnologie, che devono affrontare un’arena pubblica carica di timori, aspettative,

resistenze o speranze. La rilevanza delle biotecnologie e delle tecnologie riproduttive nella vita, la

salute, il futuro delle persone è infatti in crescita. Inoltre, la storia delle loro immagini pubbliche è

lunga e la loro funzione di costruttrici dell’immaginario sociale moderno è nota (Turney 1998).

Così, oggi risulta difficile per un ricercatore lavorare su una linea staminale, brevettare una

sequenza genica, utilizzare la sperimentazione animale o inserire un transgene in una cellula di mais

senza fare i conti con le idee, le rappresentazioni, i valori e – perché no – i rapporti economici che si

coagulano attorno a questi temi. Proprio per questo per le nuove scienze della vita «robustezza

sociale» – una delle espressioni usate per descrivere la necessità di confronto con la società e ricerca

di legittimazione sociale della scienza (Gibbons 1999) – sembra non significare soltanto attenzione

ai problemi etici, ma anche capacità di interpretare specifici apparati simbolici e di creare un

immaginario sociale favorevole al loro sviluppo: una necessità squisitamente comunicativa.

In questo senso l’ingresso del «gene» nel discorso intorno alle scienze della vita è un ulteriore

elemento intervenuto a modificare la percezione della biologia contemporanea, e quindi del ruolo

dello scienziato. L’antropologa Sarah Franklin (2001) afferma che nell’era post-genomica di cui

Venter è uno degli attori protagonisti, cioè quella che segue il sequenziamento del genoma umano,

Page 15: Del Fanti Venter Tesi

il gene

«è reinventato di continuo come codice umano universale, un segno magico, una specie di

feticcio del ventunesimo secolo, che ha acquisito vita propria […]. I geni stanno acquisendo

un’ampia gamma di nuovi significati, la gran parte dei quali riproduce e trasforma le tradizioni

culturali che rendono i geni così intriganti ed elusivi come oggetti scientifici e tecnici».

Donna Haraway si spinge più in profondità nel ricostruire il legame tra tecnoscienza, capitalismo e

biologia molecolare. In Testimone_Modesta@FemaleMan©_incontra_OncoTopo™ (1997),

Haraway analizza la funzione simbolica della parola «gene», legandola indissolubilmente a una

specifica relazione tra «umani» e «non umani», per usare il suo linguaggio, che entra in gioco

soltanto all’interno di specifici rapporti di produzione tipici del capitalismo informazionale:

«per gli umani, una parola come ‘gene’ sta a significare un poliedrico insieme di interazioni tra

persone e non umani, in un processo pratico e storicamente contingente di produzione del sapere.

Il gene non è una cosa, né tantomeno una ‘supermolecola’ o un codice autonomo. Al contrario, il

termine ‘gene’ sta a significare un nodo di azione duratura dove si incontrano molti attori, umani

e non umani».

In questa relazione simbolica tra scienze della vita e comunicazione molti autori hanno sottolineato

e analizzato l’importanza delle metafore e delle rappresentazioni sociali che si costruiscono attorno

alle immagini della scienza e dello scienziato. In particolare Jon Turney, nel suo Sulle tracce di

Frankenstein (1998), ha condotto un’ampia ricostruzione dell’evoluzione delle metafore che hanno

accompagnato la nascita e lo sviluppo della biologia moderna. In particolare, ripercorrendo il

cammino dell’immagine del professor Frankenstein, creatore del «mostro», Turney afferma che «i

media popolari sono altrettanto importanti, per comprendere lo stato del dibattito, dei verbali delle

deliberazioni ufficiali». La sua ricostruzione della storia delle metafore della biologia e della

genetica conferma che i resoconti popolari della scienza si adattano e vengono plasmati anche

dall’ambiente culturale ed economico in cui nascono, e possono essere usati per interpretare le

trasformazioni socio-economiche in cui affondano, oltre naturalmente a seguire il cammino della

ricerca. Nel suo lavoro, Turney mostra come gli scienziati siano coscienti del ruolo dei resoconti

popolari nella percezione pubblica della biologia e abbiano sviluppato diversi tipi di risposta alle

«rappresentazioni narrative della bioscienza», adottando diverse tattiche per relazionarsi ai media

popolari e alla commistione di fatti e fiction che questi ultimi usano per parlare della scienza. Una

Page 16: Del Fanti Venter Tesi

di queste tattiche «consiste nello sviluppare una retorica della ragione contrapposta alle emozioni, e

nell’applicarla asimettricamente». Nel dibattito sul dna ricombinante, per esempio, Turney nota che

«i rischi concreti erano definiti in modo tale da sembrare facili da gestire, mentre gli altri rischi

erano presentati in modo così nebuloso da diventare poco importanti. Di contro, i benefici erano

descritti come molto desiderabili e virtualmente certi. La posizione era resa più forte tramite

l’asserzione che questo era il punto di vista razionale, scientifico, e che i critici, che vedevano

quei temi in modo diverso, erano isterici e irrazionali».

Alcuni autori hanno invece studiato nello specifico la percezione pubblica delle biotecnologie post-

genomiche, cioè quelle che seguono il sequenziamento del genoma umano, adottando un approccio

psicosociale ma prestando attenzione a come le immagini della scienza prendano parte alla

definizione del suo rapporto con la società. Lo hanno fatto seguendo il lavoro sviluppato da George

Lakoff e Mark Johnson in Metaphors We Live By (1980), secondo i quali le metafore hanno un

ruolo cruciale nella comprensione e nell’inserimento all’interno di un contesto noto delle nuove

conoscenze e dei concetti astratti. Esse danno forma alla percezione di eventi e idee, e agiscono al

confine tra domini contestuali differenti. All’interno delle prassi comunicative però «le metafore

rivestono un ruolo cruciale nella legittimazione di valori sociali. Non sono soltanto strumenti

concettuali innovativi, ma hanno un ruolo importante nella costruzione sociale della realtà», come

affermano Christidou et al. (2004), che si sono occupati più nello specifico delle metafore pubbliche

della scienza. Liakopoulos (2002), in particolare, ha studiato le metafore che costellano il discorso

pubblico relativo a grandi progetti di ricerca biotecnologici, come il sequenziamento del genoma

umano. Anche in questo caso, le metafore «sono i veicoli della familiarizzazione e sono

responsabili dell’impatto psicologico del dibattito; questo è il motivo principale per cui i dibattiti

sulla tecnologia, come quelli sulle biotecnologie, sono permeati di un’ampia gamma di idee

metaforiche». Nel suo lavoro sulle metafore delle biotecnologie nei media britannici, Liakopoulos

individua alcuni frame ricorrenti all’interno dei quali cataloga le metafore più presenti. Tra le altre,

sottolinea l’importanza delle metafore legate all’idea di «progresso», che presentano le

biotecnologie come una rivoluzione che «denota una rottura con lo status quo e un rapido

cambiamento sociale che, anche se i suoi effetti finali sono dubbi, contiene una forte sensazione di

sviluppo positivo» e che quindi annuncia «un cambiamento violento dell’ordine preesistente verso

una nuova era di promesse». Altri gruppi di metafore racchiudono quelle legate alle promesse

economiche delle biotecnologie e alle tecnologie dell’informazione. In questo ultimo caso, in

particolare, Liakopoulos sottolinea come il dibattito pubblico sulle biotecnologie sia colmo di

Page 17: Del Fanti Venter Tesi

riferimenti al ruolo dell’informazione genetica. Esso è a sua volta legato alla funzione di costituente

degli esseri viventi rivestita dal dna e al posizionamento ambiguo del biotecnologo, che oscilla tra la

figura del biologo che studia la natura e quella dell’ingegnere, che interviene direttamente a

modificare i processi biologici, seguendo un progetto preciso. Infine, le metafore legate

all’archeologia e quelle di tipo religioso. Le prime si riferiscono all’attività del biotecnologo come

alla lettura e decodifica di antichi libri, «scritti in un linguaggio sconosciuto e antico». Le metafore

di tipo religioso, invece, intervengono a costruire un’immagine delle biotecnologie come santo

graal, miracolo, promessa di vita eterna.

L’importanza di studiare le immagini pubbliche della scienza emerge anche dal lavoro di diversi

autori che si sono dedicati ad affrontare il problema degli spazi di incontro tra scienza e pubblico, e

dell’uso delle cosiddette «deviazioni» nella comunicazione della scienza, per esempio il caso della

fusione fredda studiato da Bruce Lewenstein (1995) o quello della pubblicazione dei dati del

sequenziamento del genoma umano da parte della Celera dello stesso Craig Venter, di cui si è

occupato Yurij Castelfranchi (2004). Ne risulta un quadro nel quale parlare di deviazioni dalla

norma ideale rappresentata dalla classica pubblicazione sulle riviste scientifiche, seguita dalla

divulgazione al pubblico di tipo unidirezionale, diventa sempre più difficile. Gli attori scientifici

utilizzano forme comunicative diverse e altre, e non sono gli unici a prendere la parola per

discutere, decidere e costruire la scienza contemporanea. Queste attività di comunicazione pubblica,

infatti, non si limitano a rivestire il ruolo di «retorica promozionale» utile a raccogliere

finanziamenti o consenso. Esse, piuttosto, vengono ad assumere un rilievo crescente nello stesso

processo di costruzione della scienza contemporanea, e hanno un ruolo anche nella sua definizione

e negoziazione sociali. La trasformazione della biologia in una disciplina post-genomica, appunto, è

legata anche a un nuovo modo di costruire progetti biologici su larga scala, che necessitano di

complesse negoziazioni tese a costruire alleanze strategiche tra diversi soggetti scientifici,

industriali, politici e sociali. Secondo Matt Ratto (2006), per esempio,

«uno degli strumenti tramite cui queste costellazioni negoziano prospettive, bisogni e interessi è

l’uso ad hoc di espressioni metaforiche convenzionali che forniscono un risorsa importante per la

gestione delle differenze necessarie alla costruzione e al mantenimento di progetti scientifici di

grandi dimensioni».

Le metafore dunque, continua Matt Ratto, «lavorano per mantenere una comprensione coerente tra

comunità disparate. Esse sono abbastanza robuste da mantenere certe caratteristiche, e abbastanza

flessibili da permettere molte interpretazioni e diversi usi», e possono dunque essere studiate per il

Page 18: Del Fanti Venter Tesi

loro ruolo nella legittimazione di decisioni tecnologiche e politiche. Del resto, tornando al lavoro di

Helga Nowotny (2005), studiare ciò che gli scienziati fanno non significa solo studiare il loro

comportamento all’interno del laboratorio oppure il modo in cui il loro operato agisce sul mondo

contemporaneo. Piuttosto, «Studiare e spiegare ‘ciò che stanno veramente facendo’ richiede ora

un’estensione all’interno del mondo politico, economico e culturale, incluso il modo in cui essi

vengono influenzati da un mondo in via di globalizzazione». In questa attività degli scienziati

occorre naturalmente includere i loro sforzi di «comunicare qualcosa della bellezza, del fascino,

dell’efficacia spettacolare e dei benefici potenziali dei risultati della scienza e della tecnologia».

La comunicazione pubblica delle biotecnologie, dunque, deve essere studiata contestualmente

alle trasformazioni sociali, economiche e politiche all’interno delle quali si svolgono le loro vicende

e delle quali esse fanno parte. Le biotecnologie sono particolarmente significative perché vengono

considerate le scienze di punta del ventunesimo secolo, e hanno spodestato le scienze dure –

rappresentate da fisica e matematica – non solo negli investimenti o nella loro presenza sull’arena

pubblica ma anche negli immaginari pubblici legati alla scienza (Turney 1998). In questo senso, il

caso di Craig Venter è emblematico di una biotecnologia che sa rapportarsi con facilità e successo

con gli attori esterni alla cittadella accademica (imprese, venture capitalist, politici) e che sa

sfruttare appieno le suggestioni, le promesse e le metafore legate alla sua attività scientifica per

costruire un rapporto privilegiato con i mass media. Capacità che sono già emerse per altri suoi

progetti di ricerca, in particolare durante la corsa al sequenziamento del genoma umano.

Page 19: Del Fanti Venter Tesi

3. Problema di ricerca

Questo lavoro vuole studiare i processi di comunicazione pubblica della scienza che hanno

caratterizzato il caso del Sorcerer II, la nave di ricerca del J. Craig Venter Institute. Per farlo ci

siamo concentrati sulle immagini della scienza e dello scienziato prodotte dai e per i media che

hanno raccontato le vicende della nave del Venter Institute, per comprendere a quale tipologia di

rapporto tra scienza e società possano essere ricondotte. In particolare, ci si riferisce ai processi di

comunicazione diretti ai pubblici generici di non-esperti e al loro ruolo all’interno delle

trasformazioni avvenute nella scienza nell’era del capitalismo informazionale. L’immagine dello

scienziato che ne emerge può essere usata per interpretare le trasformazioni avvenute nel rapporto

tra scienza e società? Le rappresentazioni delle biotecnologie che sono ricadute nella cultura

popolare a partire dal progetto di ricerca del Venter Institute contribuiscono anche a riaffermare,

ridefinire, plasmare il suo posizionamento all’interno di una nuova tipologia di rapporto con la

società? In questo senso, si tratta di un caso eccezionale o dell’interpretazione di una tipologia di

scienziato fisiologica all’interno della scienza contemporanea?

Cercando di applicare i risultati di questo studio di caso al più ampio problema della scienza

contemporanea, lo scopo della ricerca è quello di comprendere se e come la comunicazione

pubblica delle biotecnologie abbia un ruolo nella definizione, nell’accreditamento e nella

negoziazione pubblica del ruolo del biologo che vive a cavallo tra XX e XXI secolo e all’interno

delle trasformazioni sociali, economiche e politiche di questa epoca. È in questo senso che si rivela

interessante indagare se nella costruzione della sua figura pubblica di scienziato Craig Venter

proponga immagini legate alle nuove tipologie di rapporto tra scienza e accademia, impresa,

politica, società che caratterizzano il capitalismo informazionale e la società in rete.

Page 20: Del Fanti Venter Tesi

4. Il materiale usato e il metodo

Per studiare il caso del Sorcerer II dal punto di vista della comunicazione pubblica della scienza e

quindi della relazione tra comunicazione e nuova dimensione del rapporto tra scienza e società,

abbiamo usato un approccio multidisciplinare. Al fine di mostrare l’emergere di una nuova

attitudine alla comunicazione, abbiamo infatti raccolto dati da fonti multiple (World Wide Web,

stampa, televisione, interviste, pubblicazioni scientifiche), mappando le relazioni tra Venter

Institute e strutture dei media. Poi abbiamo analizzato la tipologia e l’efficacia della sua

comunicazione pubblica, analizzandone anche lo sviluppo diacronico. In particolare ci siamo

concentrati sulle immagini della scienza e del mestiere dello scienziato che ne scaturiscono,

mettendole in relazione con i mutamenti sociali, economici e politici avvenuti nel sistema di

produzione del sapere scientifico.

La comunicazione diretta al pubblico generico di non-esperti è stata analizzata tramite tutti i

materiali prodotti direttamente dal J. Craig Venter Institute (press release; documenti pubblici) e

riguardanti il Sorcerer II; tutte le apparizioni televisive di Craig Venter e gli articoli usciti sui

principali giornali e riviste internazionali che si sono occupati del caso Sorcerer II (Time;

Technology Review; New York Times; The Economist; Wired); il documentario Cracking the Ocean

Code, girato da Discovery Channel a bordo del Sorcerer; alcuni interventi pubblici di Craig Venter

a convegni e presentazioni (non specialistici) e i siti Internet del J. Craig Venter Institute e del

Sorcerer II. Inoltre abbiamo analizzato i paper pubblicati dalle riviste scientifiche che hanno

ospitato i risultati della Global Sampling expedition (Science; PLoS Biology), in particolare le

sinossi e gli articoli giornalistici che hanno accompagnato i paper strettamente scientifici. Nel caso

degli articoli giornalistici e dei siti Web sono state analizzate anche le immagini utilizzate a

commento dei testi.

Page 21: Del Fanti Venter Tesi

Alla mappatura dei rapporti tra Sorcerer II e mass media, è seguita la ricostruzione delle

immagini della scienza e dello scienziato proposte da Venter. Per attuarla si è proceduto a un’analisi

del discorso (Gill 2000), con la quale si è scomposto il discorso pubblico a proposito della Global

Ocean Sampling expedition. Nel farlo siamo andati alla ricerca di due immagini particolari, che

ricorrono spesso nel materiale analizzato e che a nostro parere sono indicative della tipologia di

relazione tra scienza e società proposta e interpretata dal Sorcerer II: la prima è l’immagine dello

scienziato vittoriano, l’esploratore, colui che compie un viaggio all’interno delle meraviglie del

mondo e ne esce con scoperte eccezionali. Questo tipo di scienziato, che può essere ricondotto alla

figura di Charles Darwin, non è mosso da scopi economici ma dal desiderio di conoscere e rendere

partecipe l’umanità intera delle sue scoperte. La seconda immagine che abbiamo ricercato è quella

dello scienziato free lance, svincolato dai legami con industria e accademia e dedicato alla ricerca e

alla manipolazione dell’informazione. I suoi legami con la società sono ambivalenti e mutevoli, e

anche questo scienziato, che possiamo identificare con la figura dell’hacker, lavora guidato dalla

curiosità e dalla voglia di conoscenza. I suoi risultati, tuttavia, possono essere venduti sul mercato

contemporaneo, che tratta la conoscenza come un bene di cui si può fare commercio e con la quale

è possibile dar vita a profitti. Oltre all’analisi di queste due immagini e alla loro contestualizzazione

all’interno dei meccanismi della scienza contemporanea, abbiamo studiato la relazione tra il

Sorcerer II e i diversi modelli di gestione dell’informazione che convivono nel capitalismo

informazionale.

Così da una parte l’analisi delle immagini dello scienziato emerse dalla prima parte del nostro

studio ci ha permesso di indagare la tipologia di relazione tra la scienza di Venter, il suo discorso

pubblico e il modo in cui egli si posiziona all’interno della società e dell’economia postfordista.

Dall’altra, anche l’enfasi sulla gestione dell’informazione si è rivelata utile per delineare meglio

questa relazione, alla luce anche del nuovo ruolo, all’interno delle biotecnologie contemporanee,

assunto dai dati genetici e dal loro rapporto con le tecnologie dell’informazione. In questo modo

abbiamo potuto studiare in che modo le pratiche comunicative di Craig Venter facciano parte della

sua attività di posizionamento all’interno della scienza e del mercato contemporanei, e ipotizzare

quanto e se esse siano eccezionali, rispetto ai meccanismi di produzione della scienza

contemporanea, oppure fisiologiche.

Page 22: Del Fanti Venter Tesi

5. La vicenda del Sorcerer II

Il Sorcerer II è uno sloop, una barca a vela di 95 piedi (circa 30 metri), che può raggiungere una

velocità di 10-11 nodi e coprire circa 250 miglia al giorno. Di proprietà del Venter Institute, è stato

costruito nel 1998 in Nuova Zelanda dai cantieri Cookson ma batte bandiera statunitense. È stato

progettato per essere utilizzato a tutte le latitudini ma nei suoi primi anni di vita è stato usato nel

New England come nave da diporto, con un equipaggio composto da quattro persone e lo spazio per

accogliere quattro passeggeri. Nel 2003 il Sorcerer II è stato trasformato in nave da ricerca (anche

se chi vi è salito a bordo afferma che «sembra molto di più uno yacht di lusso»3) e utilizzato per la

Global Ocean Sampling expedition, una circumnavigazione della Terra effettuata dal Venter

Institute per raccogliere e sequenziare genomi di microrganismi marini. Il sito del Venter Institute

ne descrive così gli obiettivi:

«L’obiettivo della spedizione è valutate la diversità microbica degli oceani usando gli strumenti e

le tecniche sviluppate per sequenziare il genoma umano e di altri organismi. Con una migliore

comprensione della biodiversità microbica marina, gli scienziati saranno in grado di capire il

modo in cui funzionano gli ecosistemi e scoprire nuovi geni di importanza ecologica ed

evolutiva.»4

Il Sorcerer II ha percorso migliaia di miglia marine, fermandosi periodicamente (generalmente ogni

200 miglia marine) per raccogliere materiale microbico in profondità e nelle acque superficiali. I

partner scientifici ed economici del progetto di ricerca erano Institute for Biological Energy

Alternatives (IBEA), Bermuda Biological Station for Research (BBSR), l’Office of Science del

3 Shreeve, J., «Craig Venter’s Epic Voyage to Redefine the Origin of the Species», Wired, agosto 20044 J. Craig Venter Institute, Global Ocean Sampling Expedition: Fact Sheet – Expedition Overview, www.jcvi.org

Page 23: Del Fanti Venter Tesi

Department Of Energy del governo Usa, The Gordon and Betty Moore Foundation e il programma

Discovery Channel Quest.

Dopo una breve spedizione nel Mar dei Sargassi portata a termine nella primavera del 2003, il

viaggio del Sorcerer II ha avuto ufficialmente inizio da Halifax, in Nova Scotia (Canada, sede del

Bedford Institute of Oceanography), il 22 agosto 2003. Nel gennaio 2004 il Sorcerer ha navigato nel

Golfo del Messico e attorno alla penisola dello Yucatan, ha attraversato il canale di Panama ed è

entrato nell’oceano Pacifico, facendo tappa all’Isola del Cocco (Costa Rica). Tra febbraio e marzo

del 2004 il Sorcerer ha dedicato un mese alle isole Galapagos (Ecuador), mentre tra maggio e

giugno ha navigato nelle acque della Polinesia Francese. Tra agosto e settembre è approdato nella

Nuova Caledonia, prima di arrivare in Australia. Lì, nel marzo 2005, si è spinto fino alla Tasmania.

L’equipaggio è penetrato anche nell’entroterra per raggiungere il lago Tyrrell, un lago salato che si

trova nei pressi di Melbourne. L’arcipelago delle Seychelles è stato raggiunto e campionato tra

agosto e settembre del 2005. Dopo l’arrivo (il 4 ottobre) a Port Elizabeth in Sudafrica, il 16

novembre il Sorcerer II è salpato da Cape Town per la traversata dell’oceano Atlantico, durata

trenta giorni e conclusasi il 15 dicembre all’isola di Antigua nei Caraibi. Il ritorno in New England

è avvenuto nel gennaio 2006, dopo diciassette mesi di navigazione.

La trasformazione del Sorcerer II in nave da ricerca ha previsto l’uso della sala interna come

ufficio e laboratorio. Al suo interno sono stati installati navigatori satellitari, schermi, computer,

strumentazione per campionare e filtrare le acque, congelatori e un microscopio collegato a uno

schermo flat da 42 pollici posizionato sulla parete della cabina centrale. Tutta la strumentazione del

Sorcerer II è stata pensata o modificata per adattarsi agli spazi limitati di una nave, e comprendeva

un tubo di 1.000 metri per prelevare acque in profondità, corredato di una sonda per calcolare pH,

temperatura, salinità, contenuto di ossigeno. Queste informazioni venivano gestite da un computer

di bordo e utilizzate per decidere il luogo del campionamento. Ogni campione era costituito da 200

litri di acqua, filtrati da una serie di filtri di porosità decrescente: 3 micron, 0,8 micron, 0,3 micron. I

campioni venivano poi etichettati e conservati a 0°C, e in seguito inviati al Venter Institute di

Rockville, nel Maryland. La nave era dotata anche di telefono e collegamento Internet via satellite.

A questi strumenti si sommano un robot di profondità, ma anche attrezzatura da pesca, da

immersione e qualche tavola da surf. L’equipaggio, oltre che dallo skipper e dai marinai, era

composto da alcuni biologi del Venter Institute.

Nel 2006 il Sorcerer II è tornato alla sua attività «normale», e nell’estate Craig Venter lo ha

usato per partecipare alla Newport Bucket Regatta nel Rhode Island, una regata di due giorni

riservata a barche a vela superiori a 31 metri, che si svolge ogni anno sulla costa Est degli Stati

Uniti. Il Sorcerer II guidato da Venter si è classificato al terzo posto, dopo Highland Breeze e

Page 24: Del Fanti Venter Tesi

Selene, ma dopo questa pausa ludica «il Sorcerer II è salpato di nuovo nel dicembre del 2006,

lasciando la Virgilia e facendo rotta per la Chesapeake Bay, e poi verso sud lungo la East Coast

degli Stati Uniti. Dopo aver passato il canale di Panama, il vascello si è diretto a nord attraverso

l’America Centrale e il Messico. Le spedizione continuerà nel Mare di Cortez e risalirà la West

Coast degli USA fino all’Alaska», come si può leggere sul sito Internet del Venter Institute.5

5 J. Craig Venter Institute, op. cit.

Page 25: Del Fanti Venter Tesi

6. La scienza del Sorcerer II

Il materiale raccolto è stato sottoposto dai bioinformatici del Venter Institute ad analisi genomica

tramite tecniche shotgun, un’evoluzione di quelle sviluppate da Celera Genomics, l’azienda privata

guidata da Craig venter fino al 2004, per il sequenziamento del genoma umano (Rusch et al. 2007).

Il Sorcerer II, dunque, non ha catalogato genomi completi ma piccole parti di genoma, analizzate

con metodiche statistiche e che necessiteranno di ulteriore lavoro per completarne il significato.

Sono state utilizzate infatti tecniche di metagenomica per analizzare le regolarità presenti nelle

sequenze decodificate e confrontarle con i dati presenti in altri database di riferimento.

Nel marzo 2003 il Sorcerer II ha effettuato una breve spedizione di prova che ha dato origine a

un paper pubblicato l’anno successivo su Science (Venter et al. 2004), che riportava i dati emersi

dai campionamenti effettuati nel mar dei Sargassi. Nel marzo 2007 è stata la volta della rivista

scientifica online PLoS Biology,6 che ha dedicato un intero numero alla pubblicazione dei risultati

della prima metà del viaggio del Sorcerer II. Il numero di PLoS Biology era composto da due

articoli scientifici (Yooseph et al. 2007 e Rusch et al. 2007) oltre a un editoriale, un articolo sul

database utilizzato per storare i dati raccolti dal Sorcerer II (Seshadri et al. 2007) e diverse sinossi e

articoli di commento (Parthasarathy et al. 2007, Rai e Boyle 2007, Gross 2007, Nicholls 2007).

Dopo un anno di viaggio erano state analizzate 6,5 milioni di sequenze raccolte filtrando l’acqua di

oceani, laghi e foci dei fiumi dalla costa atlantica del Canada sino alle isole della Polinesia francese,

nel Pacifico del Sud. Frammentando, leggendo e ricomponendo i frammenti di Dna accumulati, è

stato possibile vagliare 6,3 miliardi di paia di basi, il doppio di quelle del genoma umano. I

ricercatori si sono concentrati anche sulla diversità proteomica, stimando in oltre 6 milioni le

proteine codificate dalle sequenze raccolte: circa il doppio di quelle conosciute. Di queste, circa la

6 Una rivista del gruppo Public Library of Science, portabandiera della scienza Open Access. Vedi il capitolo 11

Page 26: Del Fanti Venter Tesi

metà è stata ricondotta a famiglie di proteine già note. Una grande ricchezza funzionale, che è

servita a ricostruire una mappa ecologica della biodiversità batterica, anche in relazione alle

condizioni ambientali dei luoghi di raccolta. Per esempio, i flagelli e i pili, le estensioni usate per

spostarsi e per scambiare materiale genetico, sembrano essere molto meno frequenti in ambiente

marino. La diversità proteica è stata analizzata più in profondità nel caso delle chinasi, enzimi ben

conosciuti negli eucarioti, ma non nei batteri. Ne sono state identificate 45.000, divise in venti

famiglie. Secondo i nuovi dati, questa importante classe di proteine, che ha un ruolo fondamentale

nella regolazione dei meccanismi endocellulari, sarebbe dunque molto più vasta di quanto creduto

in passato. I dati raccolti costituiscono il più grande database metagenomico mai realizzato e sono

stati pubblicati in un apposito database open access, CAMERA o Community Cyberinfrastructure

for Advanced Marine Microbial Ecology Research and Analysis.7

Secondo le dichiarazioni di Craig Venter, i «geni» raccolti e catalogati durante la Global Ocean

Sampling expedition serviranno per fornire all’organismo minimo, il microrganismo artificiale che

il Venter Institute sta cercando di produrre, le capacità di svolgere specifici compiti metabolici. Per

esempio, produrre idrogeno o risolvere il problema dell’inquinamento. Per farlo, Craig Venter conta

di produrre un microrganismo (il Mycoplasma Laboratorium) che contenga solo i geni

indispensabili alla sua sopravvivenza in ambiente artificiale. Nel suo dna si potranno poi inserire,

tramite tecniche di ingegneria genetica, le sequenze genetiche desiderate; a questo punto il batterio

potrebbe essere coltivato su larga scala e utilizzato per rispondere ai compiti metabolici

assegnatigli.

7 http://camera.calit2.net

Page 27: Del Fanti Venter Tesi

7. La comunicazione: obiettivi espliciti e rapporti con i media

La spedizione del Sorcerer II è stata accompagnata da un grande sforzo di comunicazione al

pubblico generico tramite diversi tipi di mass media. Nell’analizzarne gli aspetti legati alla

comunicazione ai non-esperti, che esulano dunque dai meccanismi classici della diffusione dei dati

scientifici all’interno della comunità dei biologi (pubblicazione su riviste peer-reviewed o su archivi

online, presentazione dei risultati scientifici a convegni e seminari), ci siamo concentrati sui casi in

cui il rapporto tra Venter Institute e media è stato diretto, oppure in cui abbiamo potuto ricostruire o

utilizzare direttamente i prodotti comunicativi del Venter Institute o gli interventi pubblici dello

stesso Craig Venter. In alcuni di questi casi si è trattato di tipologie di comunicazione utilizzate da

buona parte dei progetti di ricerca contemporanei, come conferenze stampa o lanci di press release

da parte delle strutture comunicative interne del Venter Institute. In altri casi, la forma di

interazione con i media generalisti è stata invece originale, come nel caso del documentario girato

da Discovery Channel a bordo del Sorcerer II o della partecipazione di Craig Venter a trasmissioni

televisive o a convegni non scientifici. Oltre a dedicarci all’analisi del linguaggio utilizzato da Craig

Venter abbiamo dunque mappato questi rapporti tra Craig Venter e mass media, ricostruendone

anche lo sviluppo diacronico.

Venter Institute e Global Ocean Sampling expedition hanno degli obiettivi comunicativi espliciti,

dichiarati: il Venter Institute infatti, secondo quanto viene dichiarato nel suo sito Internet, «si dedica

all’avanzamento scientifico della genomica, allo studio delle sue implicazioni sociali, alla

comunicazione a comunità scientifica, pubblico e policymaker».8 In questo elenco di obiettivi si può

notare immediatamente la volontà di dare pari dignità alle pratiche scientifiche vere e proprie e ad

attività che esulano dai processi strettamente scientifici. Oltre allo studio delle implicazioni sociali

8 www.jcvi.org

Page 28: Del Fanti Venter Tesi

delle ricerche, si prende in considerazione la comunicazione. Comunicazione che non si limita a

dirigersi verso la comunità scientifica, come avviene per tutte le attività di ricerca che non siano

condotte a fini privati, ma che include pubblico generico e policymakers. Così, da queste poche

righe emerge chiaramente la volontà di proporsi come istituzione di ricerca che sa uscire dalla torre

d’avorio per rivolgersi non solo agli interlocutori istituzionali ma anche ai cittadini. Per quanto

riguarda in particolare la Global Ocean Sampling expedition, lo stesso sito riporta una dichiarazione

più lunga ed articolata che tocca gli stessi temi, esplicitando i soggetti cui si rivolge parte della

comunicazione pubblica effettuata dal Venter Institute nel caso del Sorcerer II:

«L’educazione pubblica sulla spedizione, i suoi risultati e la genomica ambientale è una

componente importante della spedizione del Sorcerer II. È stato lanciato anche un sito

interattivo, www.sorcerer2expedition.org, per fa sì che insegnanti, studenti, bambini e genitori

possano seguire il progresso della spedizione. Oltre alle conferenze pubbliche in vari paesi, la

spedizione è stata filmata come parte di un documentario di Discovery Channel».9

In questo caso, si sottolineano le possibilità educative offerte dal sito ufficiale della nave, invitando

anche gli insegnanti e i genitori a usarne le risorse. Oltre agli obiettivi educativi, tuttavia, persiste la

volontà di rivolgersi a un pubblico ampio, generico, tramite il documentario e le occasioni di

presentazione al pubblico che dovrebbero tenersi in alcuni dei paesi toccati dal viaggio del Sorcerer

II. Anche la Global Ocean Sampling expedition, in definitiva, dichiara di mettere tra i suoi obiettivi

la comunicazione dei suoi risultati e delle sue caratteristiche scientifiche a un pubblico generico di

non-esperti, esterni alla comunità scientifica.

Indagando la comunicazione pubblica prodotta direttamente dal Venter Institute, nel caso del

Sorcerer II si possono rinvenire alcuni tratti indicativi di una tipologia di comunicazione pubblica

della scienza affatto differente da quella indicata dagli obiettivi espliciti del Venter Institute. Il sito

Internet dedicato alla spedizione, per esempio, contiene un tracker che permette agli utenti di

seguire il percorso della nave, aggiornando sulla sua posizione corrente e con il sottofondo del

rumore delle onde degli oceani. Inoltre permette di scorrere le fotografie dei luoghi toccati dalla

spedizione, quasi un documentario per immagini che lo rende un sito molto piacevole da visitare.

Anche se la presenza di alcune pagine interattive che spiegano la scienza che sta alla base delle

tecniche shotgun sviluppate da Venter per sequenziare il genoma umano risponde alla domanda di

educazione pubblica rispetto alla genomica e ai suoi risultati, il resto del sito svela infatti altri

obiettivi comunicativi. In particolare, il sito veicola alcune immagini della scienza che si ritrovano

9 www.jcvi.org

Page 29: Del Fanti Venter Tesi

in tutta la narrazione intorno al Sorcerer II. Una delle frasi a effetto che accompagnano le immagini

è una citazione di Khalil Gilbran: «In una goccia d’acqua si trovano tutti i segreti degli oceani». È il

tema conduttore del sito, che affida soprattutto alle immagini il compito di costruire una

rappresentazione della GOS expedition come viaggio di scoperta dell’ignoto, di nuovi mondi. Si

tratta della prima, e più ricorrente, immagine del viaggio del Sorcerer II come riedizione dei grandi

viaggi sugli oceani portati a termine da scienziati ottocenteschi, sopra a tutti quello di Charles

Darwin a bordo del Beagle e la spedizione del Challenger. La presentazione della GOS expedition

si apre proprio tracciando esplicitamente questo parallelo, che esamineremo più avanti nel dettaglio:

«Una spedizione scientifica di scoperta ispirata ai viaggi di Darwin sul H.M.S. Beagle e del

capitano George Nares sul H.M.S. Challenger, avvenuti nel diciannovesimo secolo. Seguendo le

loro orme, il Sorcerer II ha circumnavigato il globo per più di due anni, viaggiando per circa

32.000 miglia nautiche, visitando 23 paesi diversi e arcipelaghi in quattro continenti.»10

Questo legame con Charles Darwin, oltre ad accompagnare tutta la vicenda del Sorcerer, viene

utilizzato più volte da Craig Venter anche come frame all’interno del quale far ricadere le sue

proposte scientifiche (oltre che come quadro di riferimento geografico per tracciare la rotta della

nave, che ha toccato alcune delle località simboliche del viaggio darwiniano, come l’arcipelago

delle Galapagos).

4 marzo 2004: al Venter Institute è il giorno della conferenza stampa di presentazione dello

studio preliminare pubblicato sul numero di Science di quella settimana, che descrive la prima

ondata di dati relativi ai campionamenti effettuati nel Mar dei Sargassi nel 2003. Per i giornalisti

accreditati la conferenza si svolge anche online. Il giorno dopo la notizia viene riportata dai giornali

di tutto il mondo. Durante la conferenza stampa, Craig Venter annuncia che in quel momento il suo

Sorcerer II, riconvertito in una nave da ricerca, si trova alle isole Galapagos dove sta continuando la

raccolta di genomi batterici marini. È anche grazie a questo particolare che i giornali possono

sottolineare la correlazione tra il viaggio di Venter e quello di Charles Darwin, del quale le

Galapagos sono il simbolo anche presso il grande pubblico. Infatti, grazie alla loro ricchezza di

biodiversità e alla segregazione che si è verificata nelle diverse isole le specie animali delle

Galapagos sono annoverate tra le fonti principali di ispirazione per Darwin, quella ispirazione che

lo ha portato a individuare i meccanismi della selezione naturale. Craig Venter non si dimentica di

sottolineare direttamente il legame tra il viaggio del Sorcerer II e quello del Beagle, il brigantino

con cui Charles Darwin circumnavigò il mondo.

10 J. Craig Venter Institute, op. cit.

Page 30: Del Fanti Venter Tesi

Del resto, oltre ai progetti di comunicazione sviluppati all’interno del Venter Institute, il Sorcerer

II ha mantenuto stretti rapporti con il mondo della comunicazione, spesso diretti, e ne ha ottenuto

una visibilità notevole: i principali giornali del mondo se ne sono occupati più volte (a partire da

New York Times ed Economist). Così, i giornali di quei giorni riportano la similitudine con il Beagle

in modo preciso.11,12 James Shreeve, giornalista di Wired e biografo di Craig Venter, che in Genome

War (2004) aveva raccontato la storia del sequenziamento del genoma umano a opera della Celera

di Venter, è salito a bordo del Sorcerer II. Il risultato è un lungo articolo pubblicato come cover

story sul numero di Wired dell’agosto 2004.

Ma a bordo della nave di Venter è salita anche una troupe di Discovery Channel, il canale

televisivo via cavo e satellite completamente dedicato a scienza e ambiente. Oltre a finanziare il

Venter Institute, Discovery ha prodotto un documentario sull’impresa del Sorcerer II, intitolato

Cracking the Ocean Code (crackare il codice dell’oceano).13 La partecipazione di Discovery

Channel rientrava nel suo programma «Discovery Quest», un’iniziativa di finanziamento della

«nuova generazione di scoperte scientifiche», come recita il sito del canale televisivo. Si tratta di

finanziare «ricercatori ed esploratori» (e nel caso di Venter le due figure si sovrappongono)

all’avanguardia. Le loro imprese devono essere raccontate on line o via televisione in modo da

«catturare la fatica, il genio, gli ostacoli e l’allegrezza che sono la linfa vitale della ricerca della

conoscenza. […] Discovery Channel Quest è pensato per catturare momenti di rivelazione talmente

irresistibili da promettere di cambiare la scienza, confondere gli storici ed elettrizzare gli

spettatori».14 Esempi di ricerche finanziate e documentate da Discovery Channel Quest sono lo

studio subacqueo dei resti della corazzata tedesca Bismarck, affondata durante la seconda guerra

mondiale, oppure la ricerca sul campo per la produzione di modelli per predire gli tsunami

nell’Oceano indiano.

Anche scorrendo i nomi degli scienziati che fanno parte del board scientifico esterno della

Global Ocean Sampling Expedition, garante «del più alto livello di scientificità» della spedizione, si

trova una persona particolarmente interessante dal punto di vista della comunicazione pubblica:

Edward O. Wilson della Harvard University, il noto evoluzionista e sociobiologo, scienziato

«visibile» per eccellenza e dotato di grandi doti comunicative, che non mancherà, come vedremo, di

partecipare alla costruzione dell’immagine pubblica della vicenda del Sorcerer II.15

Nel marzo del 2007, infine, in occasione della pubblicazione su PLoS Biology dei tre paper

risultati dalla prima parte del viaggio del Sorcerer II i principali giornali del mondo si occupano

11 Pollack A., «Groundbreaking Gene Scientist Is Taking His Craft to the Oceans», New York Times, 5 marzo 200712 «Venter takes a shot at the sea», Economist, 5 marzo 200413 Conover, D., Cracking the Ocean Code (DVD), Discovery Channel, 200514 www.discovery.com15 www.jcvi.org

Page 31: Del Fanti Venter Tesi

ancora della vicenda: su tutti, New York Times ed Economist. Del resto, uno dei motivi del

«successo» comunicativo della Global Ocean Sampling expedition sta proprio nella sua capacità di

accendere immagini della scienza spettacolari e di intercettare alcune rappresentazioni del mestiere

dello scienziato che attraversano da sempre gli immaginari popolari. In questo senso il Sorcerer II

può essere definito una «miniera di immaginari» che mette a disposizione dei giornalisti e degli altri

comunicatori temi come il viaggio, la scoperta, Darwin, la vita artificiale, il salvataggio del mondo.

Page 32: Del Fanti Venter Tesi

8. Le immagini dell’esploratore

Il primo dei filoni che abbiamo rilevato nelle immagini della scienza proposte dal Sorcerer II è

quello che propone la figura dello scienziato vittoriano, che svolge attività di ricerca al di fuori del

laboratorio e dell’accademia. La sua è un’impresa che si svolge all’interno della natura, un’impresa

di scoperta della grandezza e dello spettacolo del creato, che coincide con l’esplorazione del mondo

e lo spostamento dei confini della conoscenza umana. La sua dedizione alla ricerca è totale e i suoi

obiettivi non sono economici o sociali, ma solo scientifici. Naturalmente quella dell’esplorazione è

una figura ricorrente all’interno della scienza moderna: basti pensare alle spedizioni nello spazio, a

partire da quella dello Sputnik, che si proponevano apertamente di allargare i confini della Terra e

produrre risultati scientifici e tecnologici che avrebbero cambiato il volto del mondo e i destini

dell’umanità.

Il Venter Institute però, nella scelta dei riferimenti storici cui ancorare la spedizione del Sorcerer

II, decide di usare due esempi di circumnavigazioni del globo, avventurose e di grande valenza

scientifica, oltre che (perlomeno la prima) molto note presso il grande pubblico. Il primo

riferimento è a Charles Darwin e al suo viaggio attorno al mondo a bordo dell’HMS Beagle il

brigantino britannico che dal 1831 al 1836 lo porta nei luoghi che gli ispireranno la teoria

dell’origine delle specie. Allo stesso modo, quella del Sorcerer II diventa un’avventura scientifica

che si mescola con l’esplorazione di nuovi mondi e che ha le potenzialità per raggiungere obiettivi

groundbreaking, rivoluzionari, anche se durante la fase di ricerca essi possono essere ancora oscuri.

Può riscrivere la scienza, come fece Darwin, o dare un contributo di dimensioni inimmaginabili,

come nel caso della spedizione oceanografica del Challenger. Nell’ambito della pubblicazione degli

articoli su PLoS Biology, per esempio, il Sorcerer II non viene paragonato solo al Beagle ma anche

alla spedizione del Challenger, una spedizione oceanografica che tra il 1872 e il 1876 ha

Page 33: Del Fanti Venter Tesi

circumnavigato il globo, fermandosi ogni 200 miglia per sondare le acque marine alla ricerca di

organismi sconosciuti, esattamente come il Sorcerer II, e arrivando a raccogliere 5.000 nuove specie

marine accoppiate, per ogni campionamento, con i dati relativi a localizzazione, profondità, e

condizioni dell’atmosfera e dell’acqua (Gross 2007). Tuttavia, nel caso del Sorcerer II l’oggetto di

ricerca, ovviamente, non sono le specie viventi visibili ma il mondo microscopico dei batteri e,

soprattutto, dei loro geni. O per essere più precisi, l’informazione contenuta nei loro genomi. Queste

immagini ricorrono in tutte le narrazioni della spedizione di Venter, a partire dalla scelta della rotta,

dalla decisione di dedicare un’attenzione particolare alle isole Galapagos, e per esempio dalla

presentazione fatta dal Venter Institute, che racconta come è nata l’idea del viaggio attorno al

mondo:

«Gli obiettivi scientifici e le idee [che sono alla base della spedizione del Sorcerer II, ndr] sono

nate dal sequenziamento e dall’analisi di Methanococcus jannaschii da parte del dottor Craig

Venter e del suo team di ricerca, dopo che l’organismo era stato isolato da una fonte di calore

sottomarina nell’Oceano Pacifico. M. jannaschii fa parte del dominio degli Archaea ed è

conosciuto anche come autotrofo, dato che soddisfa tutti i suoi bisogni per la sopravvivenza

usando anidride carbonica, azoto e idrogeno presenti nell’acqua. Ciò ha stimolato l’idea del

dottor Craig Venter secondo la quale negli oceani c’è un mondo sconosciuto e mai esplorato che

potrebbe essere vitale per comprendere meglio la diversità del pianeta, così come per risolvere

potenzialmente alcuni dei crescenti problemi ambientali del pianeta, come il cambiamento

climatico».16

Allo stesso modo, tutti i resoconti giornalistici della Global Ocean Sampling expedition

sottolineano ripetutamente il parallelo con il viaggio darwiniano, come accade in questo passaggio

del reportage scritto da James Shreeve per Wired:

«Giocava a fare Dio, ora gioca a fare Darwin e vuole raccogliere il DNA di qualunque essere del

pianeta».17

Nel documentario di Discovery Channel emergono in modo particolarmente intenso le immagini

dell’esploratore di nuovi mondi. Craig Venter, vestito da esploratore con un cappello a tesa larga

consulta una mappa prima di salire sulla cima di una montagna in un’isola tropicale, alle sue spalle

l’oceano. Si prepara all’immersione, in tenuta da sub, e si tuffa nelle acque dell’Isola del Cocco

16 J. Craig Venter Institute, op. cit.17 Shreeve, J., op. cit.

Page 34: Del Fanti Venter Tesi

dicendo: «è la prima volta che nuoto con gli squali». Mentre si immerge per campionare

direttamente le fonti sulfuree attorno alle quali vivono batteri marini con interessanti capacità di

utilizzare lo zolfo nei loro processi metabolici, la voce narrante dice: «Succedono strane cose che

provengono dal profondo della Terra, e Craig Venter è qui per indagare».18 Infine, alla costruzione

dell’immagine di Craig Venter come nuovo Darwin ed esploratore che si dà obiettivi immensi,

contribuisce anche Edward O. Wilson, che fa parte del board scientifico della GOS expedition.

Wilson dichiara a Wired che

«stiamo parlando di un mondo sconosciuto di importanza enorme. Venter è uno dei primi che

hanno preso sul serio l’esplorazione di questo mondo nella sua totalità. Questo tipo pensa in

grande e agisce di conseguenza».19

Venter, per di più, si propone non solo come il continuatore del lavoro di Darwin ma come il suo

superatore. Alle immagini del Sorcerer II in navigazione, nelle acque agitate di una tempesta

nell’oceano o al riparo di una baia in un’isola tropicale, si sovrappongono quelle che ritraggono

Venter e gli altri biologi del Venter Institute alle prese con le moderne biotecnologie. Si soffermano

anche sulla facciata del Venter Institute di Rockville, che è costituita da rettangoli di vetro colorati,

che ricordano le immagini con cui i computer al suo interno rappresentano la disposizione delle basi

azotate sulle sequenze genomiche analizzate. Sono gli strumenti tecnici a sua disposizione e la sua

particolare visione del mondo naturale a permettere a Craig Venter di dichiarare di voler andare

oltre Charles Darwin:

«da questo studio potremo estrapolare dati su tutta la vita. Ciò metterà in un contesto tutto quello

che Darwin si è lasciato sfuggire».20

L’impresa di Venter, infatti, possiede gli strumenti per scoprire «tutte le forme di vita del pianeta. E

il suo viaggio è appena cominciato».21

«Sull’isola di Floriana, il giorno del compleanno di Darwin, Craig Venter riflette sulla sua tappa

alle Galapagos: ‘basiamo il nostro mondo, e anche Darwin vi basava il suo, sull’esperienza

visiva. Ora abbiamo questi nuovi strumenti, ma continuiamo a fare biologia osservazionale’,

18 Conover, D., op. cit.19 Shreeve, J., op. cit.20 Ivi21 Conover, D., op. cit.

Page 35: Del Fanti Venter Tesi

anche se il Sorcerer II ha trovato ‘più specie in un’area di campionamento di quelle che il

Challenger ha trovato nei suoi quattro anni di viaggio’.»22

Così, mentre Venter si tuffa nelle acque delle Galapagos e si avvicina a un’iguana, la voce fuori

campo recita:

«ora Craig Venter visita questo ecosistema nuotando insieme ai soggetti di Darwin e

raccogliendo vita che per gli strumenti degli anni trenta dell�fottocento era invisibile».23

Nel lungo reportage scritto da James Shreeve per Wired, a partire dal titolo si mette in evidenza la

principale immagine che accompagnerà tutta la narrazione: «L’epico viaggio di Craig Venter per

ridefinire l’origine delle specie»,24 una citazione esplicita dell’opera principale di Charles Darwin,

opera fondamentale della storia della teoria dell’evoluzione e uno dei libri più importanti della

scienza moderna. Del resto Craig Venter non si limita a ritagliarsi un ruolo tecnico, di ricercatore

che accumula dati ed effettua esperimenti, ma avanza anche una proposta teorica che entra nel

dibattito sui meccanismi dell’evoluzione, che gli permette di aggiungere alla sua superiorità

tecnologica una visione teorica più complessiva che metta il genoma al centro dei meccanismi

dell’evoluzione:

«questi geni sono i costituenti dell’evoluzione, noi crediamo non tanto in una visione gene-

centrica, che forse risale alle idee di Richard Dawkins, quanto in una genoma-centrica, che è un

costrutto differente di questi componenti genetici».25

E arriva a paragonarsi a Galileo Galilei, costruendo un’analogia tra l’astronomia e il suo lavoro di

biotecnologo:

«Galileo poteva guardare nel suo telescopio e fare inferenze sulla natura dell’universo basandosi

sul movimento delle stelle e dei pianeti che osservava. Ma è solo quando abbiamo compreso la

vera immensità dello spazio e l’abbiamo potuta misurare in relazione alla velocità della luce, che

siamo riusciti a tornare indietro nel tempo fino alle origini dell’universo. Potendo comparare

intere galassie di geni, dice Venter, forse saremo in grado di risalire indietro nel tempo fino a

22 Ivi23 Ivi24 Shreeve, J., op. cit.25 Talk alla conferenza TED 2005 – Technology, Entertainment, Design

Page 36: Del Fanti Venter Tesi

comprendere le origini della vita».

Questa volontà di superare Darwin emerge anche dalle pubblicazioni scientifiche, come quelle di

Science e di PLoS Biology. La seconda rivista, in particolare, negli articoli di commento che

affianca ai paper scientifici insiste in modo particolarmente intenso ed esplicito sull’eredità di

Darwin. Una delle immagini che accompagnano il numero sul Sorcerer II ritrae Craig Venter alle

Galapagos, in posa di fianco alla Estación cientifica Charles Darwin. Ma nell’articolo di Henry

Nicholls si legge che

«proprio come il lavoro di Darwin ha portato a un cambiamento nel nostro modo di vedere il

mondo, Venter sta sperando che negli anni a venire questi dati marini faranno lo stesso».26

I suoi obiettivi sono quindi di grande portata, anche se i metodi per raggiungerli non sono esplicitati

o, addirittura, sono palesemente ignoti. Per esempio, «Craig Venter sta cominciando a chiedersi se il

cibo che mangiamo e l’aria che respiriamo possano non provenire dal luogo da cui crediamo che

provengano»,27 e si è imbarcato in «un viaggio globale di scoperta, che potrebbe avere effetti su di

voi e sul distributore di carburante del vostro quartiere», come recita la voce narrante del

documentario di Discovery Channel mentre le inquadrature passano dall’oceano a un distributore

della Shell in cui sta arrivando Venter alla guida di un’auto alimentata a idrogeno, per fare

rifornimento di energia pulita e gratuita.28 Gli obiettivi vaghi ma ambiziosi (e naturalmente ben

centrati su alcuni dei principali problemi di portata globale che affligono il nostro tempo) di Venter

potrebbero essere riassunti in questa frase, pronunciata alla conferenza TED nel 2005:

«Le future specie ingegnerizzate potrebbero essere fonte di cibo, auspicabilmente una fonte di

energia, rimedi ambientali e forse potrebbero sostituire l’industria petrolchimica.»29

26 Nicholls H., «Sorcerer II: The Search for Microbial Diversity Roils the Waters», PLoS Biology, vol. 5(3), marzo 200727 Conover, D., op. cit.28 Ivi29 Talk alla conferenza TED 2005 – Technology, Entertainment, Design

Page 37: Del Fanti Venter Tesi

9. L’altra faccia: l’hacker

Nelle narrazioni sul Sorcerer II emerge un’altra immagine di Venter, che si mantiene sempre in

bilico tra (almeno) due figure o tipologie diverse di scienziato. Parallelamente all’immagine dello

scienziato esploratore, condensata nella figura di Charles Darwin, Craig Venter propone infatti

quella dello scienziato free lance, postmoderno, esterno all’accademia ma anche alla big science

industriale. Anche questo scienziato è, a modo suo, un esploratore di nuovi mondi. Anche lui si

propone come ricercatore individuale, la cui attività di ricerca della conoscenza è indipendente dal

rapporto con le istituzioni della scienza «ufficiale». Venter, come ha saputo dimostrare nel caso

della corsa al genoma umano, sa muoversi in modo indipendente all’interno dei processi di

mutamento che hanno coinvolto la ricerca, trasformandola in un’entità differente da quella che nel

secondo dopoguerra rispondeva alla descrizione fatta da Vannevar Bush in Science: The Endless

Frontier (2005). Ha infatti un rapporto smaliziato con i capitali, con la comunicazione, con gli altri

ricercatori e con l’industria.

In particolare, nel caso del Sorcerer possiamo dare un nome all’immagine dello scienziato free

lance costruita da Craig Venter: l’hacker: un esploratore e scopritore di codici, appunto, di segreti

custoditi in linguaggi codificati che possono rivelarsi utili, meravigliosi, sorprendenti. A guidare

l’hacker sono la curiosità e la libertà. La sua voglia di conoscenza e di autogestione del proprio

lavoro fa sì che il divertimento sia una componente importante delle sue attività, mentre ai suoi

occhi la burocrazia e le istituzioni assumono un’immagine negativa. Ma come ha insegnato la storia

recente, l’hacker ha anche un mercato di riferimento. La rivoluzione informatica è fatta di giovani

creativi, esploratori della rete o dei codici software, ma anche di venture capitalist e di milioni di

dollari scambiati in borsa o usati per finanziare una singola idea nata in un garage, di piccole idee

che diventano prodotti industriali intercettando i bisogni sociali e creandone di nuovi. Il titolo e

Page 38: Del Fanti Venter Tesi

l’introduzione del documentario sul viaggio del Sorcerer II possono essere presi a esempio di questa

immagine dello scienziato:

«Ben lontano dalla pensione, Craig Venter non ha ancora finito. Con i nuovi strumenti della sua

cassetta degli attrezzi scientifica, ora si è messo dalla parte della salute del pianeta, e cerca la

chiave per affrontare il problema dell’energia pulita e le sfide del clima. La sua nuova

destinazione è il mare. Nello spirito del viaggio di esplorazione di Charles Darwin, Craig Venter

sta attraversando in lungo e in largo il pianeta a bordo del suo Sorcerer II alla ricerca della sua

grande innovazione scientifica. Imbarcandosi nel suo tentativo di cambiare il futuro del nostro

pianeta crackando il codice dell’oceano».30

Si tratta di saldare due dei binari su cui si muove il discorso pubblico di Venter: salvare il mondo e

farlo «crackando» un codice. Nel gergo informatico «crackare» significa svelare un codice criptato:

è cioè che fanno i pirati informatici, gli hacker cattivi (i «cracker» appunto), quando violano

illegalmente l’accesso a un sito o a un database, per esempio. E naturalmente l’abilità degli hacker

si basa sulla loro capacità di gestire e manipolare l’informazione. I dati di un codice informatico che

hanno a disposizione sono quelli che permettono loro di affrontare e risolvere un problema. Anche

Craig Venter, proprio come un hacker, è alla ricerca di un codice che deve essere svelato, anche se

non sa quale sarà il suo utilizzo immediato. A volte, come nel caso di alcuni dei miti fondativi del

mondo hacker, non c’è bisogno di trovare un’applicazione per i codici decrittati. Lo scopo della sua

ricerca è il codice di per se stesso, la possibilità di soddisfare una curiosità. Capitan Crunch, per

esempio, è stato uno dei primi hacker in grado di penetrare nella rete telefonica americana, il più

complesso sistema ingegneristico del tempo, ed è tuttora una figura leggendaria dell’iconografia

hacker. John Draper, questo era il suo vero nome, non agiva per denaro ma per la smania di

conoscenza dei codici che gestivano la rete telefonica. Codici che svelava a tutti, insieme ai trucchi

per utilizzarli, il che gli causò non pochi problemi con la legge. Ma la smania di conoscenza

disinteressata di Capitan Crunch diede il via anche alla carriera di due hacker che sarebbero

diventati presto industriali e miliardari: «i due Steve», Wozniak e Jobs, i boss della Apple che

cominciarono la loro avventura nel mondo dell’informatica vendendo le «blue box» di Crunch agli

studenti di Berkeley, che le usavano per effettuare chiamate gratuite in tutti gli Usa.

Steven Levy, nel suo classico Hackers. Gli eroi della rivoluzione informatica (1984) tratteggia

un ritratto dell’hacker come scopritore, rivoluzionario guidato appunto dalla curiosità e allergico

alla burocrazia e alle gerarchie. Si tratta di

30 Conover, D., op. cit.

Page 39: Del Fanti Venter Tesi

«un nuovo genere di eroe, uno che avrebbe combattuto con il cervello, non con i muscoli, uno

che avrebbe rappresentato la volontà dell’America di restare in testa davanti al resto del mondo

nella guerra per la supremazia tecnologica: l’hacker».

Allo stesso tempo, l’hacker ha un profondo odio per le restrizioni sul codice: non sopporta i divieti

che gli impediscono di accedere alle informazioni che compongono le istruzioni di un programma,

per esempio. Le motivazioni di questo atteggiamento, che porterà gli hacker a essere tuttora tra i più

strenui oppositori della proprietà intellettuale (non solo sul software), sono politiche e tecniche allo

stesso tempo. E hanno a che fare con l’identità e la curiosità. Levy lo sottolinea in diversi passaggi

della sua storia degli hacker. In questo passaggio, viene messo in evidenza il rapporto con il codice

e con gli ostacoli che impediscono a un hacker di metterci le mani, appropriersene in senso

intellettuale:

«Per gli hacker, il programma era un’entità organica con una vita indipendente da quella del suo

autore. Chiunque potesse contribuire al miglioramento di quell’organismo in linguaggio-

macchina doveva essere considerato il benvenuto. Se ci si fosse accorti che i missili di Treshold

erano troppo lenti, doveva essere permesso di leggere il codice, entrare in profondità nel sistema

per migliorarlo. La protezione della copia era simile a un dittatore che neghi l’accesso a una

cassaforte contenente virtuosismi in linguaggio-macchina... cose di cui c’era disperatamente

bisogno per migliorare i programmi, la vita e il mondo in genere. […] Ovviamente, sconfiggere

la protezione stupida e fascista della copia era ritenuto un principio sacro e, per di più, occasione

per divertirsi un sacco.»

Tornando al Sorcerer II si può sottolineare come alcune di queste immagini ricorrano anche per la

scienza di Craig Venter. Il logo usato da PLoS Biology per i paper appartenenti alla serie dedicata

alla Global Ocean Sampling expedition fa parte di questa immagine dello scienziato come

scopritore di codici: una barca a vela naviga su un mare di lettere: A, T, C, G, le iniziali delle

quattro basi azotate che compongono il codice universale del dna: adenina, timina, citosina e

guanina. L’informazione è un obiettivo di per se stessa, un’avventura da vivere, ma come abbiamo

sottolineato, è anche destinata a salvare il mondo. Fermare chi sta cercando di migliorarne la

comprensione o sta agendo direttamente sui suoi meccanismi – con potenzialità infinite – è un

dittatore. Questo atteggiamento torna in diversi momenti del viaggio del Sorcerer, che vedremo più

nel dettaglio. Di certo, gli accenti sull’importanza della «nuda» informazione e sulla necessità di

fare scienza divertendosi sono topic che tornano spesso anche per il Sorcerer. Venter da parte sua

Page 40: Del Fanti Venter Tesi

non manca di sottolineare l’aspetto ludico della scienza, ma anche di ribadirne il collegamento con

l’informatica:

«Abbiamo sequenziato il Mycoplasma genitalium e portavamo una maglietta con scritto ‘mi

sono fatto male al genitalium’. Ma in realtà non è che un microrganismo. […] Ci serve

sapere qual è il suo sistema operativo».31

«Abbiamo trovato 20.000 nuove proteine che in un modo o nell’altro metabolizzano idrogeno.

20.000!».32

Per continuare nel parallelo tra l’hacker e la figura di scienziato proposta da Venter, è necessario

concentrarsi anche sul ruolo dell’informazione e del sapere inseguiti da entrambi. Nella sua storia

degli hacker Steven Levy sottolinea anche come la loro sete di conoscenza coincidesse con una sete

di potere cui possiamo ricondurre anche il caso di Craig Venter:

«L’inclinazione antiburocratica coincideva perfettamente con la personalità di gran parte degli

hacker che, sin dall’infanzia, erano stati a costruire progetti scientifici [...] provando la

sensazione, come dice Peter Samson, ‘d’aver aperto la porta e di cominciare a camminare in

quest’immenso e nuovo universo...’ Una volta attraversata quella soglia e sedutisi dietro la

consolle di un computer da un milione di dollari, gli hacker avevano il potere. Così diventava

naturale dubitare di qualsiasi forza che potesse limitare la misura di quel potere.»

Anche per Craig Venter il codice genetico è di per se stesso «fonte di potere»,33 come sottolinea egli

stesso, che gli permetterà, per esempio, di «produrre idrogeno e ristabilire il bilancio del carbonio»

globale.

Inoltre, nelle narrazioni sul Sorcerer II, come abbiamo detto, gli scienziati mescolano al piacere

della scoperta e della conoscenza il piacere della vita e della libertà, un classico ingrediente dello

stile di vita – e della forza di innovatore – dell’hacker. Alcuni ricercatori critici nei confronti di

Craig Venter, per esempio, gli ricordano che avrebbe dovuto usare una vera nave da ricerca, e non

la sua barca a vela progettata per essere una nave da diporto. Ma alla conferenza stampa del 4

marzo 2004 Venter risponde di voler «combinare lavoro e piacere», sottolineando: «Raggiungerò

31 Talk alla conferenza TED 2005 – Technology, Entertainment, Design32 Conover, D., op. cit.33 Ivi

Page 41: Del Fanti Venter Tesi

prestissimo la nave per fare rotta verso la Polinesia Francese. È un duro compito».34 Anche in

occasione dell’uscita su PLoS Biology della seconda parte delle ricerche della Global Ocean

Sampling expedition, Venter riesce a ribadire la sua immagine di scienziato che si gode la vita. Lo

ribadisce anche il sottotitolo dell’articolo dedicatogli dall’Economist del 15 marzo 2007: «Le

vacanze del dott. Venter».35 Del resto, la spedizione del Sorcerer II non parte da Halifax in Nova

Scozia solo perché quello è il luogo da cui è passato il Challenger nel 1873, ma anche perché

Venter «non ha mai navigato così a nord e voleva vedere com’era».36 Anche i collaboratori che

lavorano sul Sorcerer II non dimenticano di sottolineare come la loro sia una spedizione scientifica,

ma anche un’occasione per divertirsi e liberarsi dalle pastoie rappresentate dalla vita all’interno dei

laboratori accademici o industriali. Il giovane biologo di bordo Jeff Hoffman (alias «Science Boy»,

come annota Shreeve), «scrive note personali sulle etichette dei campioni in partenza per il Venter

Institute, come ‘mandate burritos’ o ‘siamo senza Jack Daniels’ o ‘le donne di Panama sono

sexy’».37 Shreeve, nel suo reportage pubblicato da Wired, dichiara di essere già stato a bordo del

Sorcerer II nel 2002. Quando vi fa ritorno, nel 2004, si reca nella Polinesia Francese per inseguire

una frase pronunciata da Venter, che riassume due tra le principali caratteristiche della spedizione:

la ricerca, il disvelamento di un codice e il divertimento, il piacere.

«Qualche giorno dopo stavamo parlando di come avrei potuto raggiungerlo per una parte del

viaggio nella Polinesia Francese. ‘Ho questa idea di cercare di catalogare tutti i geni del pianeta’,

disse, proprio così. Non ero certo di quello che significasse – com’è possibile trovare tutti i geni

del pianeta? Come usare tutto il materiale grezzo quando nei database genetici del mondo c’è già

più informazione di quanta nessuno sappia usare? Ma non ero mai stato nel Pacifico meridionale,

e i nomi dei posti dove la nave aveva programmato i suoi campionamenti – Hiva Oa, Takapoto,

Fakarava – suonavano come il tintinnare di conchiglie. Ho pensato che fosse ora di riprendere i

contatti.»38

L’immagine di Craig Venter come innovatore di portata globale, visionario portatore di idee che

plasmeranno il nostro futuro che abbiamo riassunto nella figura dell’hacker può essere ricondotta

del resto a quella dell’imprenditore di Schumpeter, un singolo individuo, mosso da fini privati e

personali, che introduce nuovi prodotti e innovazioni tecnologiche o nelle modalità di produzione,

aprendo nuovi mercati e proponendosi come motore della società. Il suo operato trasforma

34 Pollack A., op. cit.35 «Sorcerer’s apprenticeship. What Dr Venter did on his holidays», Economist, 15 marzo 200736 Shreeve, J., op. cit.37 Ivi38 Ivi

Page 42: Del Fanti Venter Tesi

l’economia «statica», in cui i prodotti scambiati sono sempre gli stessi, in un’economia «dinamica»

caratterizzata appunto dall’innovazione. Questo processo viene chiamato da Schumpeter (1912)

«distruzione creativa» in quanto l’innovazione messa in atto dall’imprenditore stravolge i

meccanismi produttivi e sociali stabiliti, selezionando all’interno dell’ecologia produttiva le imprese

che sopravviveranno e prospereranno a danno di altre. Per portare a termine la sua azione

l’imprenditore si serve dei capitali prestatigli dalle banche, che potrà restituire grazie all’aumento

dei profitti dovuto all’innovazione. Alla costruzione del «mito» di Schumpeter, del resto,

contribuisce anche la figura dello scienziato vittoriano, esploratore che estrae conoscenza dal

mondo e la utilizza per innovare. È in questa veste che Craig Venter si presenta in una delle uscite

pubbliche a proposito della spedizione del Sorcerer II. Nel luglio del 2005 infatti viene invitato a

presentare le sue ricerche sui genomi batterici e la biologia sintetica alla conferenza TED:

Technology, Entertainment, Design di Monterrey, in California. Tra gli altri invitati ci sono

scienziati famosi presso il grande pubblico come James Watson e Brian Greene, ma anche

personaggi come BonoVox degli U2, che parla del suo impegno per l’Africa, così come inventori,

esploratori, informatici. Nelle altre edizioni sono apparsi a TED Larry Page e Sergey Brin di

Google, Bill Clinton, Edward O. Wilson. Da diversi anni il suo curatore è Chris Anderson, il noto

giornalista di Wired e teorico della rete. TED unisce arte, scienza, architettura, Internet, con un forte

accento sull’innovazione e si presenta come «un gruppo di persone importanti che si incontra per

scambiarsi idee di valore incalcolabile». Si tratta di

«una comunità globale. È una comunità che accoglie le persone appartenenti a qualsiasi

disciplina o cultura che abbiano due cose in comune: cercano di comprendere il mondo più in

profondità e sperano di trasformare questa comprensione in un futuro migliore per tutti noi.»39

Venter, che parla all’interno della sezione «Elements» insieme a un architetto, due programmatori e

un entomologo, presenta la spedizione del Sorcerer II come una spedizione oceanografica

attribuendole come sempre alcuni compiti di altissimo livello (in breve, salvare il mondo), legando

le sorti della sua missione a quelle delle tecnologie dell’informazione. Ma gli obiettivi con cui

Venter chiude il talk sono espliciti: «produrre energia pulita, magari rivoluzionando quello che i

paesi in via di sviluppo possono fare attraverso processi molto semplici». Del resto bisogna

sottolineare anche come la scelta di Wired come rivista embedded non sembri casuale. È probabile

che anche altri giornali avrebbero mandato ben volentieri un inviato sul Sorcerer II. Ma Wired è la

bibbia della Silicon Valley, la rivista che incarna, e spesso glorifica, l’accoppiata tra i garage in cui

39 www.ted.com

Page 43: Del Fanti Venter Tesi

gli studenti provenienti dall’Università di Stanford sviluppano la creatività libera dell’era digitale e

gli uffici dei venture capitalist della Valley, pronti a riversare milioni di dollari su progetti

innovativi e di forte rilevanza sociale. Wired, in definitiva, è portatrice di un preciso modello di

relazione tra ricerca, tecnologia, società e capitalismo, che premia con montagne di denaro chi

innova intercettando i bisogni sociali di comunicazione e relazione, ma anche chi penetra gli

immaginari delle persone. I suoi eroi sono gli appunto gli hacker, gli innovatori homebrew, coloro

che sanno cogliere una tendenza o inventare una soluzione geniale a un problema. Sulle sue pagine

non trovano spazio la big science «ufficiale», l’accademia o la ricerca sponsorizzata dalle grandi

aziende private. D’altra parte, la sua visione assolutamente positiva del progresso tecnologico si

fonda sempre sulla possibilità e necessità che il capitale intercetti i processi di innovazione,

comprendendone le potenzialità economiche, e li metta sul mercato. Per questo è apologetica nei

confronti dei venture capitalist che scommettono i loro capitali su idee non consolidate, innovative,

groundbreaking.

Eppure Craig Venter si presenta sempre come ricercatore puro, alla ricerca della conoscenza. La

sua fame di informazione è riassunta nella risposta che dà a James Shreeve in questo passaggio del

suo resoconto del viaggio del Sorcerer II:

«Saresti soddisfatto se tutto ciò che ricavassi da questa spedizione fosse aumentare il numero di

geni e specie conosciute? ‘Se potessi aumentare di un paio di ordini di grandezza la nostra

comprensione della diversità della vita ed essere la prima persona a sintetizzare la vita? Sì. Sarei

felice, per un po’».40

E, insomma, «stiamo soltanto cercando di capire chi cazzo c’è là fuori» o, più precisamente, di

«sequenziare il genoma di Madre Terra».41 Sì, Madre Terra, perché le ambizioni espresse da Venter,

in questo senso, sono senza fine: «stavamo solo cercando di rispondere ad alcune domande di base

riguardo la diversità dei microbi del pianeta»42 e di costruire «un catalogo del pool genetico della

Terra».43 I batteri infatti

«sono la materia oscura della vita. Possono contenere la chiave per generare una quantità

pressoché infinita di energia, sviluppare farmaci potenti e ripulire il caos ecologico causato dalla

nostra specie. Ma non sappiamo veramente come possano farlo, perché non sappiamo nemmeno

40 Shreeve, J., op. cit.41 Ivi42 Nicholls H., op. cit.43 Pollack A., op. cit.

Page 44: Del Fanti Venter Tesi

cosa sono».44

Per portare a compimento la costruzione di questa immagine, Venter afferma che «l’obiettivo è

creare la Madre di tutti i database»45 e che in effetti «il genoma è come il codice di un software, e

può essere mappato […] per finire su un disco: dalla vita… a un disco».46 È il trionfo della metafora

informazionale della biologia contemporanea (Corbellini 1999), alla quale partecipano genetica e

informatica e che, secondo il Manifesto Cyborg di Donna Haraway (1991) rappresenta un passaggio

fondamentale del legame tra tecnoscienza e postfordismo, incarnando una delle principali forme del

discorso della postmodernità.

44 Shreeve, J., op. cit.45 Ivi46 Conover, D., op. cit.

Page 45: Del Fanti Venter Tesi

10. L’economia della Global Ocean Sampling expedition

Alcune delle caratteristiche dello scienziato/imprenditore Craig Venter emergono già alla lettura dei

finanziatori della Global Ocean Sampling Expedition: il Department Of Energy degli Usa,

Discovery Channel, la Moore Foundation e il J. Craig Venter Institute. In questo elenco risiedono le

diverse facce della scienza dell�fera post-accademica: la grande istituzione pubblica, la stessa che

aveva finanziato il Progetto genoma umano, una compagnia televisiva, che coglie gli aspetti

spettacolari della ricerca scientifica e li comunica al pubblico, una fondazione privata e l’istituto no

profit fondato da Venter stesso. Eppure, all’interno di questo quadro complesso Craig Venter fa di

tutto per distinguersi dai due mondi che governano la scienza contemporanea, l’accademia e la

ricerca universitaria o finanziata dagli enti governativi da un lato, la grande industria dall’altro. Il

suo Venter Institute è il mezzo per smarcarsi dai legami con l’accademia e con l’industria. Craig

Venter infatti afferma di lavorare per se stesso, per la sua curiosità e senza costrizioni esterne, e lo

sottolinea apertamente quando afferma:

«Il mio più grande successo è essere riuscito a farmi odiare da entrambi i mondi» (scienza e

business).47

L’uscita dai National Institutes of Health prima, nel 1991, e dalla Celera Genomics poi, nel 2004, e

la fondazione del suo Venter Institute, del resto, gli hanno permesso di «fare qualunque tipo di

scienza volesse senza avere obblighi nei confronti di un panel di review accademico o degli

obiettivi di profitto di una corporation».48 La sua, infatti, è una scienza diversa da quella accademica

e da quella industriale, che hanno costituito i due poli attorno ai quali si coagulava la produzione di

47 Shreeve, J., op. cit.48 Shreeve, J., op. cit.

Page 46: Del Fanti Venter Tesi

sapere scientifico nell’era del «Modo Uno». Una scienza incarnata anche dallo status ambiguo delle

istituzioni guidate da Venter: da una parte il J. Craig Venter Institute, un’istituzione no profit,

dall’altra Syntethic Genomics Inc., una società che vuole commercializzare i risultati delle ricerche

sulla vita artificiale. Le sue motivazioni economiche possono anche essere esplicitate, ma

mantengono una forma ambigua e più spesso sono sotterranee e implicite anche se non nascoste.

Come riferisce Shreeve su Wired, «Quando lo accusano di inseguire soldi e fama, Venter concorda

allegramente».49

Di certo Venter si propone come unico protagonista dei suoi progetti di ricerca. Le narrazioni

attorno al Sorcerer II sono tutte immancabilmente incentrate sulla sua figura individuale. Eppure

Craig Venter, lungi dal lavorare in modo individuale, è in grado di fare scienza di alto livello

coagulando attorno ai suoi progetti collettivi scientifici internazionali che assomigliano più agli

elenchi di ricercatori coinvolti in un progetto di big science che non a un gruppo di liberi battitori

della scienza. Il team di ricerca della Global Ocean Sampling expedition, guidato da Craig Venter, è

un team multidisciplinare di microbiologi, bioinformatici e specialisti in sequenziamento genomico.

Oltre al personale del J. Craig Venter Institute, al progetto partecipano ricercatori dei paesi toccati

dal viaggio del Sorcerer II e di diverse università e centri di ricerca di tutto il mondo. Le

pubblicazioni scientifiche, come quelle di PLoS Biology e Science, pur essendo firmate anche da

decine ricercatori (e spesso non da Venter) non mancano di sottolineare nelle sinossi, nelle foto, nei

titoli, che il protagonista è lui. Un elenco delle istituzioni scientifiche, pubbliche e private, che

compaiono tra le provenienze dei ricercatori che hanno firmato gli articoli scientifici relativi ai dati

della Global Ocean Sampling expedition comprende:

J. Craig Venter Institute (JCVI) – California Institute for Telecommunications and Information

Technology (Calit2) – University of California San Diego (UCSD) – University of California

Irvine – UCSD�fs Center for Earth Observations and Applications – San Diego Supercomputer

Center – University of California Davis – Department of Biological Sciences, University of

Southern California – Your Genome, Your World – Departmento de Ecología Evolutiva,

Instituto de Ecología, Universidad Nacional Autónoma de México – Department of

Oceanography, University of Hawaii – Bedford Institute of Oceanography – Smithsonian

Tropical Research Institute, Panama – Departamento de Oceanografía, Universidad de

Concepción, Chile – Universidad de Costa Rica – Department of Environmental Sciences,

Rutgers University – Department of Earth Sciences, University of Southern California – Razavi-

Newman Center for Bioinformatics, Salk Institute for Biological Studies – Burnham Institute for

49 Ivi

Page 47: Del Fanti Venter Tesi

Medical Research – University of California Berkeley – Physical Biosciences Division,

Lawrence Berkeley National Laboratory – Brown University

Oltre alle pubblicazioni scientifiche, si possono elencare le istituzione da cui provengono i

finanziamenti. Si parte dalla Gordon and Betty Moore Foundation, che ha erogato 4,25 milioni di

dollari per il sequenziamento del dna raccolto nelle acque del Nord America, e dall’Office of

Science del Department of Energy, il ministero dell’energia statunitense, con i suoi 12 milioni di

dollari forniti per le attività di sequenziamento genetico. Le spese direttamente legate al viaggio del

Sorcerer II, invece, sono state coperte per la maggior parte dello stesso J.Craig Venter Institute.

Arrivando alla costruzione del database CAMERA (il più grande database metagenomico del

mondo), in cui sono stati storati i dati prodotti dalla Global Ocean Sampling expedition, si scopre

che insieme al J.Craig Venter Institute partecipa con un finanziamento di 24,5 milioni di dollari in

sette anni la Gordon and Betty Moore Foundation. La realizzazione di CAMERA, invece, è a opera

del Calit2, il California Institute for Telecommunications and Information Technology, in

collaborazione con il CEOA, il Center for Earth Observations and Applications della Scripps

Institution of Oceanography; entrambi i centri di ricerca fanno capo alla University of California di

San Diego. Si tratta, insomma, di cluster transdisciplinari in cui si riuniscono per collaborare

istituzioni di ricerca appartenenti al mondo accademico ma anche alla scienza privata, in cui i fondi

provengono da entrambi i mondi e in cui i confini tra le pratiche di ricerca accademica e la Ricerca

e Sviluppo industriale sono quanto mai sfumati.

Page 48: Del Fanti Venter Tesi

11. Il Sorcerer II e il problema della gestione dell’informazione

Nella vicenda del Sorcerer II rientra, prepotentemente, il problema della gestione dell’informazione

genetica. Craig Venter, all’epoca del sequanziamento del genoma umano con la Celera Genomics,

aveva sfidato le norme della scienza accademica imponendo a una delle maggiori riviste

scientifiche al mondo, Science, di cambiare i suoi standard di pubblicazione permettendogli di

pubblicare gli articoli scientifici sul genoma umano senza rendere pubblici tutti i dati genetici

(Castelfranchi 2004). Nel caso del Sorcerer II la questione dell’informazione viene gestita in modo

differente: la decisione del Venter Institute è di rilasciare tutti i dati nel pubblico dominio,

utilizzando un database open access creato per l’occasione dallo stesso istituto: CAMERA o

Community Cyberinfrastructure for Advanced Marine Microbial Ecology Research and Analysis.

Questa scelta si somma alla decisione di pubblicare i principali paper che scaturiscono dalle

ricerche della Global Ocean Sampling expedition su PLoS Biology, la rivista open access di

biologia del consorzio Public Library of Science, che dedicherà al Sorcerer II l’intero numero del

marzo 2007. PLoS è considerato un portabandiera dell’open access e ha una politica di disclosure

totale, cioè di apertura e pubblicità dei dati e delle pubblicazioni scientifiche.

Del resto Craig Venter non dimentica di sottolineare la sua nuova attitudine orientata alla

disclosure: nel corso delle interviste e nel documentario di Discovery Channel rimarca più volte che

la sua volontà è quella di produrre dati che «ognuno potrà esplorare liberamente e gratuitamente

dalla propria scrivania». La overview della spedizione pubblicata sul sito web del Venter Institute lo

afferma chiaramente:

«I dati genomici delle sequenze di dna estratte dai campionamenti della spedizione del Sorcerer

II sono pubblici e a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo attraverso due risorse Internet:

Page 49: Del Fanti Venter Tesi

GenBank, un archivio degli U.S. National Institutes of Health, e un nuovo database per dati

metagenomici, CAMERA (Community Cyberinfrastructure for Advanced Marine Microbial

Ecology Researcher and Analysis). CAMERA, finanziato con 24,5 milioni di dollari nel corso di

sette anni dalla Gordon and Betty Moore Foundation, è una risorsa computazionale allo stato

dell’arte dotata di strumenti software per decifrare il codice genetico di comunità microbiche

degli oceani del mondo. La nuova risorsa aiuterà gli scienziati a comprendere in che modo i

batteri funzionano all�finterno dei loro ecosistemi naturali, permetterà di studiare l’effetto degli

esseri umani sull’ambiente e aiuterà a comprendere l’evoluzione della vita sulla Terra. […] Il

Venter Institute non richiederà brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale sui dati genomici.»50

Ciò nonostante, le accuse di biopirateria arrivano quasi immediatamente: durante il viaggio del

Sorcerer II due dei diciassette paesi le cui acque territoriali sono oggetto delle attività scientifiche

della Global Ocean Sampling expedition si oppongono ai campionamenti perché temono che si

tratti di tentativi di sfruttare le loro risorse genetiche e di biodiversità senza ricompensarli in modo

adeguato, come impone per esempio la Convenzione di Rio de Janeiro sulla biodiversità. Il Venter

Institute è costretto a stringere accordi con tutti i paesi, ma i timori di bioprospezione vengono

prepotentemente a galla quando Ecuador e Polinesia Francese si oppongono al prelievo di materiale

genetico dalle loro acque territoriali.

Durante la tappa nelle acque della Polinesia Francese, per esempio, il Sorcerer II si trova a dover

affrontare un altro caso diplomatico: il Ministero degli esteri francese informava Venter che la sua

autorizzazione a svolgere ricerche era stata negata. La Francia, infatti, voleva tutelare il suo

patrimonio genetico, costituito in questo caso da batteri che avrebbero potuto dimostrarsi utili per la

sanità o per l’industria e quindi provocare al paese un mancato ritorno economico. Alla nave viene

anche temporaneamente impedito di uscire dalla baia di Hiva Oa, fino alla firma di un accordo tra le

autorità polinesiane e lo stesso Venter, che arriva solo dopo tre settimane di contrattazioni con il

governo francese.

Nel frattempo per Craig Venter arriva anche, da parte dell’americana Coalition Against

Biopiracy, la nomina a «Biopirata più avido del 2006» nell’ambito dei Captain Hook Awards, i

premi Capitan Uncino. Ecco le motivazioni:

«Per aver intrapreso, con evidente disprezzo della sovranità nazionale sulla biodiversità, una

spedizione globale di pirateria finanziata dagli Usa a bordo del suo yacht, il Sorcerer II, per

raccogliere e sequenziare la diversità microbica degli oceani e dei suoli del mondo. Il materiale

50 J. Craig Venter Institute, op. cit.

Page 50: Del Fanti Venter Tesi

genetico giocherà un ruolo in quello che fino a oggi è il suo progetto più ambizioso: costruire un

organismo artificiale completamente nuovo.»51

Le motivazioni della nomination di Venter tra i finalisti dei Captain Hook Awards sono ancora più

esplicite:

«Per il saccheggio della biodiversità microbica degli oceani. Per più di un anno, Venter ha

navigato sulla sua nave pirata campionando le acque ogni 200 miglia e mandando la refurtiva

negli Stati Uniti perché venisse sequenziato il dna. Il Sorcerer II ha incontrato qualche nave

nemica – la resistenza in Ecuador e Polinesia Francese – ma nel 2005 Venter è tornato dal suo

viaggio virtualmente illeso e ha fondato una nuova società, la Synthetic Genomics, che si

propone di creare da zero una forma di vita artificiale.»

Senza contare che, contemporaneamente, il Captain Hook Award per la «Più grande minaccia alla

privacy genetica» viene assegnato a Google proprio «Per essersi alleata con Craig Venter per creare

un database online di tutti i geni del pianeta, di modo che individui e compagnie farmaceutiche

possano ‘googlare’ i nostri geni, mettendo un giorno online gli strumenti della biopirateria».52

Eppure Venter si difende dalle accuse di biopirateria in modo netto:

«Stavolta sta facendo tutto ciò che può per convincere il mondo di non avere motivazioni

commerciali: Ecco, prendete tutto, non voglio nulla in cambio. La sua generosità ha esacerbato i

suoi problemi politici. Per la natura della sua ricerca, la spedizione del Sorcerer II ricade sotto la

giurisdizione della Convenzione sulla Biodiversità delle Nazioni Unite, che ha stabilito della

linee guida per la ‘condivisione dei benefici’ provenienti dalle risorse genetiche. In cambio

dell’accesso alle loro acque, in altre parole, i governi chiedono una parte dell’azione. Ma se –

come fa Venter – si sta cedendo tutto gratuitamente, non ci sono benefici da spartire. ‘L’ironia è

immensa’ dice, ‘mi stanno attaccando perché riverso i dati nel dominio pubblico’».53

Come sottolineano le sinossi che accompagnano i paper pubblicati su PLoS Biology, ad essere

attaccata insieme a Venter è la scienza nel suo complesso, il suo cammino progressivo verso nuovi

traguardi della conoscenza. L’oscurantismo anti-scientifico si verifica quando si costringe lo

scienziato a «navigare nel complicato territorio delle leggi. ‘Se Darwin oggi fosse vivo e cercasse

51 www.captainhookawards.org52 Ivi 53 Shreeve, J., op. cit.

Page 51: Del Fanti Venter Tesi

di fare il suo esperimento, non gli verrebbe permesso’, dice Venter».54 E comunque, «se si tratta di

una biopirateria come quella di Darwin, benissimo»,55 è la sua sprezzante conclusione. Ma questa

capacità di usare il confronto con Darwin per smarcarsi dalle accuse di biopirateria non basta. La

soluzione al problema della cecità dei governi che vogliono difendere le loro risorse genomiche e di

biodiversità dal passaggio del Sorcerer II risiede nella capacità di Venter di rapportarsi con il

mondo della politica e, all’occorrenza, mobilitarlo. Infatti «Venter è dalla parte della più ampia

accessibilità possibile, e negozia le richieste dei governi sulla ricchezza genomica presente nelle

loro acque» (Parthasarathy et al. 2007). Naturalmente lo fa a modo suo, palesando la sua capacità di

mobilitare forze politiche e sociali di peso non indifferente, e di farlo pubblicamente:

«Non sembrava troppo preoccupato. Aveva già incaricato l’ambasciatore francese negli Stati

Uniti di fare pressione su Parigi al suo posto, e alcuni dei migliori scienziati francesi stavano

scrivendo lettere di protesta al ministro.»56

Del resto, appunto, le sue intenzioni sono chiare: il suo rapporto con la proprietà intellettuale sarà

differente da quello tenuto nel caso del sequenziamento del genoma umano con la Celera

Genomics. Se in quel caso si era preoccupato di celare parte dei dati per riservarsi la possibilità di

brevettare geni da sfruttare commercialmente, questa volta la sua è una politica di disclosure totale.

Lo conferma anche uno degli articoli di accompagnamento pubblicati su PLoS Biology e firmato da

Arti Rai e James Boyle (2007). Il secondo dei due autori, in particolare, è uno studioso statunitense

che si è distinto per la sua attenzione alle tematiche legate alla proprietà intellettuale e

all’informazione. Il suo libro più noto, Shamans, software and spleens (Boyle 1997), è uno dei

classici del movimento per l’apertura dell’accesso all’informazione. La sua tesi di fondo è che il

modello privatistico di gestione della proprietà intellettuale che si è affermato negli ultimi decenni

(per esempio la sentenza che ha negato a un paziente statunitense diritti su una linea cellulare

prodotta a sua insaputa a partire dalla sua milza57 corrisponde a un’idea romantica dell’autore, che

all’interno dell’economia contemporanea si rivela controproduttiva e restrittiva, rallenta

l’innovazione e allarga il gap tra paesi ricchi e poveri. Secondo Boyle, in poche parole,

l’informazione genetica, così come il codice informatico, devono essere liberi. Nell’articolo Boyle e

Rai si chiedono quale sia il modo migliore per garantire la “apertura” dei dati di pertinenza della

biologia sintetica. Le possibilità analizzate sono due: rendere di pubblico dominio i dati, una

54 Nicholls H., op. cit.55 Ivi56 Shreeve, J., op. cit.57 John Moore v. the Regents of the University of California, Supreme Court of California, 9 luglio 1990

Page 52: Del Fanti Venter Tesi

politica di disclosure totale, oppure studiare un tipo di protezione in stile copyleft, come quelli che

difendono il software libero dall’appropriazione per mezzo di brevetti obbligando chi ne migliora o

adatta le caratteristiche a rilasciarlo a sua volta sotto licenze dello stesso tipo. La scelta dei due

autori ricade sulla prima opzione: in attesa di sviluppare licenze migliori di quelle esistenti, «una

strategia di rilascio nel dominio pubblico paragonabile a quella utilizzata per lo Human Genome

Project non è forse perfetta, ma è di certo un buon inizio» (Rai e Boyle 2007): esattamente la

politica adottata dal consorzio pubblico che era stato avversario di Venter durante la corsa al

genoma umano.

Eppure, tra le pieghe delle immagini pubbliche di Craig Venter, anche nel caso del Sorcerer II i

capitali privati e il profitto fanno capolino più di una volta, come si può notare semplicemente

elencando le istituzioni che hanno collaborato al viaggio e alle ricerche della Global Ocean

Sampling expedition. Il modello di business proposto da Venter è legato all’economia dei servizi.

Suo modello potrebbero essere le corporation del software open source come Sun Microsystem o

Ibm: compagnie che garantiscono a chiunque l’accesso ai loro codici e vendono servizi,

formazione, personalizzazioni, customizzazioni. È un modello di business individualizzato, mirato

alla fornitura di servizi che soddisfino le necessità dei singoli e non alla detenzione di un monopolio

dell’informazione. In questo senso, il paragone con Microsoft (che emerge quando la Technology

Review del MIT gli affibia il nome di Microbesoft) appare fuori fuoco. Tornando alla storia degli

hacker, ci accorgiamo che il nome di Bill Gates viene associato a un modello di gestione

dell’informazione strettamente proprietario sin dai tempi eroici dell’Homebrew Computer Club, il

gruppo che negli anni settanta ha plasmato la rivoluzione hacker della Silicon valley. Nell’ambiente

degli hacker la sua Lettera aperta sulla pirateria, inviata proprio al bollettino dell’HCC per

stigmatizzare la pratica di copiare e diffondere gratuitamente i programmi, è nota come «Il casino

del software» e in quel momento, interpretando il pensiero di molti altri hacker, Hal Singer la

commentò così: «La cosa più logica da fare era stracciare la lettera e dimenticarsene».58

Di fatto, un modello molto più vicino a quello del Craig Venter del Sorcerer II è appunto quello

di Google, il colosso della gestione dell’informazione. Come è noto, Google ha una politica di

gratuità per l’utente, cui somma la vendita di servizi e spazi pubblicitari per le aziende, che

garantiscono i profitti colossali di quella che è ornai una delle multinazionali più ricche del mondo.

Inoltre, Google fonda il suo potere e la sua ricchezza sulla sua potenza di calcolo e sulla quantità di

dati che può immagazzinare e gestire per mezzo dei suoi algoritmi di ricerca. Una multinazionale

che a partire dal suo motto («Don’t be evil») è riuscita a costruire un’immagine positiva di sé, che

solo recentemente è stata scalfita dalle preoccupazioni riguardanti soprattutto le sue politiche sulla

58 Citata in Levy, S., Hackers. Heroes of the Computer Revolution, New York: Doubleday, 1984 (trad. it. Hackers. Gli eroi della rivoluzione informatica, Milano: Shake, 1994)

Page 53: Del Fanti Venter Tesi

privacy degli utenti (Ippolita, 2007).

In Google Story, David Vise e Mark Malseed (2007) riferiscono proprio dell’incontro tra Craig

Venter e Larry Page e Sergey Brin, i due fondatori di Google. Il motore di ricerca più famoso del

mondo, infatti, si propone di percorrere anche le strade della genomica, applicando i suoi algoritmi

alle enormi quantità di dati contenuti nei database genetici. Il futuro, per Google, potrebbe essere

anche quello di motore di ricerca all’interno di sequenze genomiche personalizzate, un applicazione

che rivoluzionerebbe (nelle parole di Page e Brin) la medicina e la genetica, facendole diventare

discipline adattabili a ogni singolo individuo. La potenza di calcolo di Google

«potrebbe essere impiegata per analizzare immense quantità di dati costituiti da miliardi di

elementi – quantità tali che gli scienziati non hanno la potenza di calcolo sufficiente a gestirle in

laboratorio. Il vecchio stereotipo dello scienziato che lavora in laboratorio [...] è stato sostituito

da una nuova generazione di scienziati che lavorano al computer, raggiungono i database tramite

Internet ed effettuano simulazioni nel cyberspazio»

Oggi infatti la vera scommessa è quella di organizzare e analizzare i dati, e «un approccio come

quello di Google è la chiave di volta per vincerla; accelererà e modificherà radicalmente il modo di

fare scienza». A quanto pare ne è consapevole anche Craig Venter. Il suo ingresso nella narrazione

di Vise e Malseed reca con sé alcune delle immagini e delle metafore che hanno caratterizzato tutta

la vicenda del Sorcerer II.

«Venter, che ha decodificato il genoma umano, sta raccogliendo dagli oceani di tutto il mondo

campioni di DNA da spedire e far analizzare negli Stati Uniti. Malgrado i milioni di dollari e le

migliaia di ore-macchina che gli ha dato il Department of Energy, Venter ha bisogno di altro

aiuto per risolvere il mistero molecolare della vita. A suo parere, i matematici, gli scienziati e i

programmatori di Google, nonché la sua potenza di calcolo hanno la possibilità di fargli fare

passi da gigante, e sta facendo pressioni su Brin per coinvolgere Google nell’impresa.»

A una cena organizzata da Google per discuterdella presenza del motore di ricerca all’interno del

mondo della biomedicina, oltre a Venter partecipa Ryan Phelan, ceo DNA direct, un’azienda che

vende servizi di diagnotica e consulenza genetica con degli annunci su Google. Ma anche Anne

Wojcicki, moglie di Sergey Brin, investitrice nel settore sanitario e sorella di una senior executive

di Google: con la sua start-up 23andMe (dove 23 sta per il numero di coppie di cromosomi in cui è

suddiviso il dna di un essere umano), fondata anche grazie a una ricca partecipazione di Google, si

Page 54: Del Fanti Venter Tesi

propone come fornitrice di servizi genomici personalizzati. Inoltre compare uno dei primi

finanziatori di Google, Jeff Bezos. E presto entra in gioco anche Ari Patrinos, responsabile del

progetto sulle energie alternative al Department of Energy del governo federale statunitense, che

collabora già sia con Google, sia con il Venter Institute (del resto vive a Rockville nel Maryland,

sede dei National Institutes of Health ma anche del J. Craig Venter Institute).

Venter è lì per capire come usare la potenza di calcolo di Google per scavare all’interno dei dati

grezzi contenuti nei database genomici. L’obiettivo finale è l’individualizzazione della genetica: Gli

utenti potrebbero registrarsi su un sito e servirsi delle potenzialità di Google per capire in tempo

reale i fenomeni e le trasformazioni che li riguardano», dichiara Venter. Per farlo

«Abbiamo bisogno di utilizzare i computer più grandi del mondo. Larry e Sergey si sono

appassionati al nostro lavoro e all’idea di sostenerlo mettendo a disposizione i loro computer, i

loro esperti di algoritmi e i loro scienziati per migliorare il processo di analisi dei dati. Questo

dimostra la loro ampiezza di vedute. L’informazione genetica diventerà presto la principale

frontiera dell’informazione e cambierà il mondo. Lavorando insieme a Google, stiamo cercando

di dar vita a un catalogo in cui classificare tutti i geni del pianeta per decifrarne il percorso

evolutivo. La genetica sogna da generazioni di fare una cosa del genere».

Anche in questo caso, la miscela di persone e istituzioni che si coagulano attorno a questa idea è

eterogenea ma significativa, e rappresentativa di un tipo di scienza che, come afferma Gibbons

(1994) non si limita ad aumentare il numero di scienziati che partecipano a un progetto di ricerca, o

a raccogliere scienziati provenienti da tutto il mondo e non più da un solo dipartimento

universitario. In questa scienza i collettivi che danno vita a un progetto di ricerca possono

comprendere, proprio come in questo caso, un’azienda, un ente di ricerca pubblico, una fondazione

scientifica, un soggetto finanziario privato. Dunque, l’enfasi sull’accesso libero e gratuito ai dati

ricavati dalla ricerca della Global Ocean Sampling expedition non rappresenta la volontà di non fare

profitti. Al contrario, mostra piuttosto l’adesione a un preciso modello di business, che non usa

l’informazione in senso monopolistico ma che propone servizi basati su una capacità non comune di

gestire questi dati e personalizzarne l’utilizzo. A questo modello si può ricondurre la doppia identità

istituzionale della «azienda Craig Venter»: da una parte il J. Craig Venter Institute, no profit, che

raccoglie finanziamenti da fondazioni come la Gordon and Betty Moore Foundation e istituzioni

pubbliche come il Department Of Energy, il ministero dell’energia statunitense, e che condivide i

suoi dati con tutta la comunità scientifica. Dall’altra, Synthetic Genomics, Inc, una società privata a

fini di lucro che vuole usare questi risultati per generare profitti.

Page 55: Del Fanti Venter Tesi

Nella narrazione pubblica sulla spedizione del Sorcerer II questo modello di capitalismo

informazionale open source viene rimarcato anche da alcuni personaggi che entrano nel coro di voci

che illustrano l’economia delle vacanze di Craig Venter. Per esempio la figura del venture capitalist,

tipica del mondo delle start up americane, non compare solo nella cena di Google, ma entra

direttamente nella vicenda del Sorcerer II. Nel racconto pubblicato da Wired, a bordo del Sorcerer II

sale infatti anche Juan Enriquez, «un amico di Venter da circa 10 anni». Si tratta di un ex uomo

politico messicano che

«da quando ha incontrato Venter è diventato un insegnante, scrittore e promotore entusiasta della

scienza e dell’impresa genomiche – una specie di genomofilo free lance. Per due anni è stato

ricercatore e direttore del Life Science Project della Harvard Business School, e oggi è ceo di

Biotechonomy, un’azienda di venture capital che si dedica alle scienze della vita. Ha viaggiato

con la spedizione per più di un mese. ‘Ho lasciato perdere molte cose per farlo,’ mi dice

Enriquez mentre ci allontaniamo dal Sorcerer II con una lancia. ‘Ho cancellato un incontro con

Bush e bidonato un paio di ministri esteri. Ma cosa c’è di più eccitante che navigare attorno al

mondo, scoprendo migliaia di nuove specie?’».59

Enriquez non si limita a posizionare all’interno della vicenda la figura del venture capitalist. Le

righe a lui dedicate sono un’apologia del ruolo dell’informazione all’interno del capitalismo

informazionale, che si tratti dell’informazione digitale o di quella genomica. Inoltre egli sottolinea il

ruolo prometeico dell’impresa privata, la sola che può metterne a frutto la complessità e, in questo

modo, fare la ricchezza delle società. Senza l’apporto dell’impresa e senza l’apertura

all’innovazione le società sono condannate a decadere. In questo senso, come dice Enriquez, la

spedizione del Sorcerer II

«fa parte della storia della civilizzazione. Il suo tema è l’informazione. Quando gli esseri umani

hanno inventato l’arte rupestre hanno guadagnato un vantaggio enorme sugli altri animali perché

erano in grado di trasmettere informazione su cose che non erano presenti al momento. Il grande

passo successivo è stato l’invenzione dei geroglifici, un modo per standardizzare l’informazione.

Poi è venuto l’alfabeto a 26 lettere, molto più efficiente, poi negli anni cinquanta e sessanta

l’alfabeto a due lettere del codice binario. Ora, dice, il codice a quattro lettere della genetica – A,

C, T e G – sta guidando un’altra rivoluzione. Applicando la genomica, un acre di terra usato una

volta per produrre cibo, mangime o fibra sarò usato per produrre medicine dalle piante, e i batteri

59 Shreeve, J., op. cit.

Page 56: Del Fanti Venter Tesi

dell’oceano saranno reclutati per produrre energia gratuita.

Ciò imprime un nuovo spin alle cose. ‘Il mondo sta diventando genomico’, dice Enriquez.

‘Se non percepisci le possibilità aperte da questo cambiamento, se dici no invece che sì, verrai

lasciato nel passato. Intere società finiranno a servire mai tai sulla spiaggia perché non lo

capiscono’. Inclusa quella francese, se non permetterà al Sorcerer II e a progetti simili di andare

avanti. ‘Quello che sta accadendo ora con la storia dei permessi è quasi un’immagine allo

specchio di quello che è successo nell’era digitale’, sostiene. ‘Con Minitel, la Francia aveva ogni

casa collegata a Internet dieci anni prima di chiunque altro. Ma invece di un sistema

imprenditoriale che dicesse di sì, la Francia ha un sistema chiuso che ha detto no, non si può fare,

bisogna usare software francese, tasseremo le stock options. E ora la Finlandia sta spaccando il

culo alla Francia nella rivoluzione digitale.’»60

La sua non è una visione ingenua o positivista della scienza. La ricerca condotta da Venter ha le

caratteristiche dell’impresa visionaria, che può accendere la miccia del progresso solo quando viene

colta da un substrato sociale e politico adatto. Il ruolo di Venter è controcorrente, utopistico, e

spesso viene osteggiato da forze conservatrici. Eppure contiene in sé la forza inarrestabile della

verità, come sottolinea ancora una volta James Shreeve:

«Con Venter c’è sempre qualcosa di nuovo all’orizzonte. Il giovane Joseph Banks si

accontentava di descrivere le nuove varietà di esseri viventi che raccoglieva nel suo viaggio. Per

lui si trattava di un esame del Creato. Un secolo dopo, a bordo del Beagle, Darwin stava già

mettendo in discussione il modo in cui le specie che raccoglieva erano diventate ciò che sono. La

sua risposta finale strappava il timone a Dio e lo metteva nelle mani dei processi naturali. Ora

stiamo navigando in una nuova epoca rivoluzionaria, in cui avremo perlomeno un dito sulla barra

del timone. Venter non è l’unico scienziato che ci guida, ma è il solo che sta prendendo le misure

della vera diversità della vita e che allo stesso tempo sta sognando nuove forme di vita. Non è

sorprendente che un sacco di gente, come gli attivisti che lo hanno sfidato nelle Galapagos, creda

che si stia muovendo in modo troppo veloce, troppo disattento, dentro nel futuro. Ma non

possiamo tornare indietro. E stando fermi non si può scoprire nulla.»61

Anche per questo la scienza di Venter non può essere arrestata dalle preoccupazioni sociali o

bioetiche che si addensano attorno alle scienze della vita, e che nel suo progetto sulla produzione

della vita artificiale sono particolarmente critiche riguardo agli sviluppi delle biotecnologie. Le

preoccupazioni di carattere religioso, per esempio, vengono liquidate citando uno studio che ha

60 Ivi61 Ivi

Page 57: Del Fanti Venter Tesi

sottoposto ad analisi bioetica proprio il progetto di sintesi di un genoma minimo, lo studio «Ethical

Considerations in Synthesizing a Minimal Genome», pubblicato da Science nel dicembre del 1999

(Cho et al. 1999). Craig Venter davanti alla platea della TED Conference lo cita in questi termini:

«partecipavano tutte le maggiori religioni, e fu uno studio davvero strano perché i vari leader

religiosi usavano le loro scritture come tavole della legge ma non vi trovarono nulla che

proibisse di costruire la vita, quindi dovrebbe essere tutto ok.» (risate del pubblico).62

62 Talk alla conferenza TED 2005 – Technology, Entertainment, Design

Page 58: Del Fanti Venter Tesi

12. The Colbert Report, ovvero la retorica di Craig Venter

Il 27 febbraio 2007 Craig Venter è ospite di The Colbert Report, una nota trasmissione televisiva

satirica statunitense che va in onda ogni settimana su Comedy Central ed è condotta da Stephen

Colbert, un comico di orientamento repubblicano e conservatore.63 Ogni puntata si chiude con

l’intervista a un personaggio politico o del mondo della cultura americana. Nel suo show, Colbert

rappresenta la caricatura dell’esperto televisivo di politica, che imperversa sulle televisioni

americane dando vita a veri e propri personaggi mediatici come Bill O’Reilly, il conduttore di una

delle trasmissioni politiche più seguite negli Stati Uniti. Nella sua parodia di The O’Reilly Factor,

Stephen Colbert indaga con le armi della satira la cultura e la politica americane. In particolare, la

sua specialità è il disvelamento delle armi retoriche. Con la parola “truthiness”, che la American

Dialect Society ha nominato “Parola dell’anno 2005” e che è ormai entrata nel lessico politico

statunitense, Colbert indica una caratteristica del discorso in base alla quale si arriva a comprendere

qualcosa in modo emozionale o istintivo, senza dare importanza alle evidenze o all’analisi

intellettuale. Il termine viene usato per satirizzare la retorica del dibattito socio-politico

contemporaneo, che fa appello alle emozioni e ignora i fatti. Secondo la American Dialect Society

si tratta della «capacità di enunciare concetti o fatti che si vuole o si crede siano veri, invece di

concetti o fatti che si sa essere veri». Come sostiene Colbert, «non mi fido dei libri. Sono tutto fatti

e niente cuore».64

La partecipazione di Craig Venter alla trasmissione è incentrata sulla sua ambiguità di ricercatore

e businessman allo stesso tempo, di sognatore disinteressato di nuove conquiste scientifiche e di

calcolatore che è uscito dal mondo accademico per flirtare con i capitali privati. La sua capacità di

muoversi su piani differenti per presentare una o molte delle sue facce gli permette di giocare con il

suo personaggio anche in un’occasione simile. Dopo una breve presentazione di Venter, nella quale

si racconta la gara per il sequenziamento del genoma umano, Colbert apre l’intervista con una

domanda sulla competizione con il consorzio pubblico. Da subito Craig Venter si caratterizza per

mezzo del suo rapporto con le tecnologie dell’informazione:

63 The Colbert Report, episodio 219, Comedy Central, 27 febbraio 200764 American Dialect Society, Word of the Year 2005 report, www.americandialect.org, 2005

Page 59: Del Fanti Venter Tesi

Colbert: «Cosa vi ha fatto pensare che avreste potuto fare un lavoro migliore degli altri con la

vita e con i genomi?»

Venter: «Avevamo i computer!»

Si passa poi all’idea di usare le biotecnologie e la biologia artificiale per produrre carburanti

alternativi agli idrocarburi, uno degli obiettivi espliciti del Venter Institute. È qui che emerge il caso

del Sorcerer II, e che iniziano a spuntare le prime avvisaglie della guerriglia retorica di Colbert,

diretta immediatamente al rapporto di Venter con capitali e profitti:

Colbert: «Metterete i geni direttamente nel carburatore?» (risate del pubblico)

Venter: «Vogliamo cambiare i geni di specie batteriche per passare dalla luce del sole

all’idrogeno o dallo zucchero alla benzina. […] È quello che stiamo cercando di fare con quelle

piccole cose dell’oceano che catturano l’energia del sole e la fissano generando energia. Stiamo

solo cercando di cambiare qualcuna di queste caratteristiche usando capacità che non erano mai

state provate prima».

Colbert: «Mi sembra che siate no profit»

Venter: «Il nostro istituto è no profit, Synthetic Genomics è teoricamente for profit»

Colbert: «È sinteticamente for profit o teoricamente for profit?» (risate)

Venter: «Ora è teoricamente for profit»

Colbert: «Quanti brevetti possiede?»

Venter: «Non possiedo brevetti. Stiamo cercando di utilizzare le tecniche che abbiamo

sviluppato per il genoma umano, abbiamo sequenziato l’oceano. Ogni millilitro d’acqua contiene

circa un miliardo di batteri e dieci milioni di virus. […] Questi organismi contengono strumenti

molecolari per imbrigliare questa energia. L’hanno fatto per millenni, e ora stiamo imparando

come catturare questo potere e invece di prendere il petrolio e il carbone dal sottosuolo,

convertire silos e alberi in zuccheri, alcool, butano, propano, persino ottani».

Colbert: «Ok, […] ma alcuni dicono che avete sequenziato il genoma umano con una corporation

privata per usare un giorno questa informazione per estorcere miliardi con tecnologie di cui la

gente ha bisogno. Del resto è quello che avrei fatto io!» (risate)

Venter: «Deve aver parlato con i nostri concorrenti. Lo hanno detto loro.» (risate)

Nell’ultima risposta di Venter si mette in evidenza una delle caratteristiche del modello di business

della sua impresa. I suoi concorrenti, evidentemente, non solo soltanto concorrenti scientifici ma

Page 60: Del Fanti Venter Tesi

anche commerciali. Il «teoricamente for profit» riflette il fatto che per ora Synthetic Genomics non

ha generato profitti, ma che con la vendita di servizi conta di cambiare questa situazione. I dati

genetici, resi liberi e accessibili a chiunque, saranno la base sulla quale fonderà il suo modello

economico.

La chiusura dell’intervista è un disvelamento ironico ma significativo degli scopi commerciali di

Craig Venter e del suo rapporto con la comunicazione: perché accetta l’invito a una trasmissione

satirica di questo tipo? Che vantaggi ne trae? Dove si situa il confine tra scienza no profit e scienza

for profit, che Venter cerca di sfumare nell’ambiguità della sua personalità multiforme?

Venter: «Ho sequenziato il mio genoma»

Colbert: «Può sequenziare il mio?»

Venter: «Se paga»

Colbert: «Oh no, andiamo! Le ho fatto pubblicità gratuita! Me lo faccia gratis!» (risate)

Page 61: Del Fanti Venter Tesi

13. Conclusioni

Nella vicenda del Sorcerer II, in conclusione, gli aspetti scientifici e quelli comunicativi sono

strettamente legati. L’impresa della Global Ocean Sampling expedition non sarebbe la stessa, senza

la sua capacità di entrare nei mass media cogliendo e sottolineando immaginari positivi legati alla

ricerca e al processo di produzione del sapere scientifico. Così, Craig Venter rappresenta una figura

di scienziato che sa usare in modo smaliziato diverse forme di comunicazione, in particolare

massmediatiche, per discutere il suo lavoro all’interno dell’arena pubblica, legittimarlo, e

accreditarne le promesse e i risultati. In questo senso, Craig Venter può fornire agli altri biologi

contemporanei un modello di comunicazione pubblica della scienza. Ma al di là di questa forte

capacità di penetrazione, ci siamo domandati se e come questi processi di comunicazione siano

correlati alle trasformazioni avvenute nel rapporto tra scienza, società, mercati, politica tipiche del

nostro tempo. Crediamo che le immagini proposte da Craig Venter coincidano con le richieste che

alla scienza arrivano da parte di un’economia che, come dice Manuel Castells (1996), si basa

sempre più sulla circolazione di informazione e conoscenze, ha un’organizzazione a rete e

rimescola i confini tra pubblico e privato. Inoltre, nel proporre la sua immagine di scienziato free

lance, libero dalle costrizioni istituzionali e burocratiche tipiche della scienza novecentesca, Venter

parla di un’economia tipica del capitalismo informazionale, rappresentata dalle imprese che

vendono servizi legati all’informazione. In questo senso il suo accento su queste due figure di

scienziato, una premoderna, cioè l’esploratore vittoriano; l’altra postmoderna, l’hacker o il free

lance, gli è utile per bypassare quella che viene considerata la figura «classica» dello scienziato

moderno: legato all’accademia, disinteressato, lontano dalle commistioni con società e mercato,

appartenente a una comunità scientifica mondiale costituita da pari. Oppure esplicitamente

appartenente alla ricerca e sviluppo industriale, ma esterno alla cittadella della scienza «alta».

Page 62: Del Fanti Venter Tesi

Abbandonata la scienza accademica e quella industriale, il Sorcerer II può finalmente navigare

nelle acque dell’economia informazionale e della società in rete. E lo fa aderendo a un preciso

modello di business, tra quelli a disposizione delle imprese del capitalismo informazionale. La

tensione tra disclosure, «ideologia del free», approccio privatistico ed economia dei servizi è infatti

una tensione che percorre tutta l’economia della società in rete di cui parla Manuel Castells. Il

modello scelto da Venter, tuttavia, è quello dell’economia della condivisione, nella quale i dati e le

informazioni, vengono condivisi, anzi donati. Come recitano i primi due comandamenti del

«comunismo liberale» di Olivier Malnuit (2006): regalerai tutto e ti farai pagare solo per i servizi

supplementari, che ti renderanno ricco; cambierai il mondo, invece di limitarti a vendere delle cose.

Ma in diverse occasioni Craig Venter afferma esplicitamente che partecipare all’economia della

condivisione non significa rinunciare ai profitti. Anzi, significa sfruttare al meglio le possibilità di

fornitura di servizi personalizzati basati proprio su quelle informazioni che vengono messe a

disposizione di tutti, a costituire il retroterra scientifico e informazionale del proprio modello di

business. Quella di Venter, insomma, è una figura imprenditoriale che sposa le caratteristiche

classiche dell’imprenditore schumpeteriano, come abbiamo visto: odio per la burocrazia;

distruzione creativa; libertà individuale; rottura dei paradigmi stabiliti. E l’imprenditore Venter si

posiziona con chiarezza all’interno delle nuove forme di capitalismo esemplificate dalla figura

dell’hacker come imprenditore free lance della conoscenza.

Naturalmente quella del Sorcerer II è un’impresa ben diversa da quelle delle aziende che si

muovono sui mercati della rete. Le biotecnologie contemporanee sono infatti un attività alla quale

partecipano expertise, risorse tecnologiche, capitali e tipologie di ricerca differenti. Il caso della

nave del Venter Institute in questo senso è chiarificatore, dato che il Sorcerer II ha imbarcato,

metaforicamente o accogliendole concretamente a bordo, tecnologie informatiche per il

sequenziamento o lo storaggio e la gestione dei dati; macchinari biologici; giornalisti;

bioinformatici; biologi; tecnici; agenzie pubbliche di ricerca; università; start-up; ambasciatori;

scienziati famosi, francesi e americani; fondazioni no profit; aziende private. La scienza

contemporanea, infatti, richiede la creazione di vasti ed eterogenei collettivi ibridi che la rendano

multidisciplinare, la mettano in connessione con i capitali privati e pubblici, la indirizzino verso le

esigenze sociali espresse per esempio da attori semipubblici come le fondazioni o dalla società in

senso più lato. Dar vita a questi collettivi significa fare i conti con rapporti sociali ed economici

complessi, all’interno dei quali le pratiche comunicative assumono un’importanza sempre

maggiore. La comunicazione pubblica della scienza infatti, per usare le parole di Matt Ratto (2006),

è «uno degli strumenti tramite cui queste costellazioni negoziano prospettive, bisogni e interessi».

Per questo Craig Venter, nel caso del Sorcerer II, non esprime una rottura della norma della

Page 63: Del Fanti Venter Tesi

produzione di sapere scientifico, ma è espressione delle trasformazioni che la stanno attraversando.

Venter è eccessivo, anche e forse soprattutto nel caso della sua nave: rappresenta una scienza

spettacolarizzata, altamente mediatica, spregiudicata nei suoi obiettivi. Ma se è eccessivo,

straordinario, eccezionale, egli non è un sintomo di patologia del rapporto tra scienza e società ma

un’espressione della sua fisiologia. Per questa ragione il mondo della biologia contemporanea non

dovrebbe limitarsi a criticarne le «deviazioni» dalla classica norma ideale che governava i processi

comunicativi interni e pubblici della scienza. Il biologo contemporaneo dovrebbe piuttosto

confrontarsi con queste pratiche. Del resto Venter, quando mentre si rivolge al pubblico, parla

anche a partner scientifici, investitori, mondo politico, policymaker: un’attività che nella scienza si

è fatta sempre più frequente e comune, anzi è diventata la norma. La scienza, nel suo «Modo Due»,

deve infatti costruire il suo posto all’interno dei rapporti sociali ed economici che costituiscono

l’economia informazionale contemporanea. In questo senso, la comunicazione pubblica attuata per

il caso del Sorcerer II non fa che ribadire in continuazione quale sia il posizionamento sociale ed

economico del Venter Institute: adesione al modello dell’economia della condivisione e proposta di

ingresso in un’economia dei servizi personalizzati anche per il settore della genomica e delle

biotecnologie. La sua insistenza su obiettivi immaginifici, fantastici, magari irrealizzabili ma

comunque legati strettamente ai principali problemi economici, ecologici e sociali del nostro tempo

propone anche un orizzonte ideale cui rivolgersi: il futuro.

Page 64: Del Fanti Venter Tesi

Bibliografia

- Bauer, M., Bucchi, M., Journalism, Science and Society: Science Communication between News

and Public Relations, New York: Routledge, 2007

- Boyle, J., Shamans, Software and Spleens: Law and the Construction of the Information Society,

Cambridge: Harvard University Press, 1997

- Bush, V., Science: The Endless Frontier. A Report to the President by Vannevar Bush, Director of

the Office of Scientific Research and Development, Washington: United States Government Printing

Office, 1945

- Castelfranchi, Y., «Quando il dato non c’è. Comunità scientifica (e società) di fronte al bivio della

disclosure», in JCom 3, 2004

- Castells, M., The rise of the network society, Oxford: Blackwell Pub, 1996 (trad. it. La nascita

della societa in rete, Milano: Universita Bocconi, 2002)

- Cho, M. K., Magnus, D., Caplan, A., McGee, D., «Ethical Considerations in Synthesizing a

Minimal Genome», Science, vol. 286(5447), 10 dicembre 1999

- Christidou, V., Dimopoulos, K., Koulaidis, V., «Constructing social representations of science and

technology: the role of metaphors in the press and in the popular scientific magazines», in Public

Understanding of Science 13, 2004

- Conover, D., Cracking the Ocean Code (DVD), Discovery Channel, 2005

- Corbellini, G., Le grammatiche del vivente, Bari: Laterza, 1999

Page 65: Del Fanti Venter Tesi

- Eisen J.A., «Environmental Shotgun Sequencing: Its Potential and Challenges for Studying the

Hidden World of Microbes», PLoS Biology, vol. 5(3), marzo 2007

- Franklin, S., «Are We Post-Genomic?», www.lancs.ac.uk, 2001

- Gibbons, M., «Science’s new social contract whit society», in Nature 402: C81-C84, 1999

- Gibbons, M., Limoges, C., Nowotny, H., Schwartzman, S., Scott, P., Trow, M., The New

Production of Knowledge. The Dynamics of Science and Research in Contemporary Societes,

London: Sage, 1994

- Gill, R., «Discourse Analysis», in Bauer, M. e Gaskell, G., Qualitative researching with text,

image and sound, Londra: Sage, 2000

- Goodell, R., The Visible Scientists, Londra: Little, Brown, 1977

- Gross L., «Untapped Bounty: Sampling the Seas to Survey Microbial Biodiversity», PLoS

Biology, vol. 5(3), marzo 2007

- Haraway, D., Simians, cyborgs, and women: the reinvention of nature, London: Free association

books, 1991 (trad. it. in Manifesto cyborg: donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, Milano:

Feltrinelli, 1995)

- Haraway, D., Modest Witness@Second Millenium. FemaleMan Meets OncoMouse: Feminism and

Technoscience, New York: Routledge, 1997 (trad. it. Testimone_Modesta@FemaleMan©_

incontra_OncoTopo™, Milano: Feltrinelli, 2000)

- Ippolita, Luci e ombre di Google. Futuro e passato dell'industria dei metadati, Milano: Feltrinelli

2007

- Lakoff, G., Johnson, M., Metaphors We Live By, Chicago: University Of Chicago Press, 1980

- Liakopoulos, M., «Pandora’s Box or panacea? Using metaphors to create the public

representations of biotechnology», in Public Understanding of Science 11, 2002

- Levy, S., Hackers: heroes of the computer revolution, New York: Doubleday, 1984 (trad. it.

Hackers: gli eroi della rivoluzione informatica, Milano: Shake edizioni underground, 1996)

- Lewenstein, B., «From Fax to Facts: Communication in the Cold Fusion Saga», in Social Studies

of Science, 25: 403-436, 1995

- Lovink, G., Zero Comments: Blogging and Critical Internet Culture, New York: Routledge, 2007

(trad. it. Zero commenti. Teoria critica di Internet, Milano: Paravia Bruno Mondadori, 2008, in

corso di pubblicazione)

Page 66: Del Fanti Venter Tesi

- Malnuit, O., «Dix commandements des libéraux-communistes», in Technikart 99, 25 gennaio

2006

- McKibben, R., «The Destruction of the Public Sphere», in London Review of Books, 5 gennaio

2006

- Nelkin, D., Lindee, M. S., The Dna Mystique: The Gene as a Cultural Icon, New York:

W.H.Freeman, 1995

- Nicholls H., «Sorcerer II: The Search for Microbial Diversity Roils the Waters», PLoS Biology,

vol. 5(3), marzo 2007

- Nowotny, H., «Society in Science: the next phase in an impetuous relationship», keynote speech at

the Science and Society Forum, Brussels, 2005

- Nowotny, H., Scott, P., Gibbons, M., Re-thinking Science: Knowledge Production in an Age of

Uncertainty, Cambridge: Polity Press, 2001

- Parthasarathy H., Hill E., MacCallum C., «Global Ocean Sampling Collection», PLoS Biology,

vol. 5(3), marzo 2007

- Rai A., Boyle J., «Synthetic Biology: Caught between Property Rights, the Public Domain, and

the Commons», PLoS Biology, vol. 5(3), marzo 2007

- Ratto, M., «Foundations and profiles: splicing metaphors in genetic databases and biobanks», in

Public Understanding of Science 15, 2006

- Rusch D.B., Halpern A.L., Sutton G., Heidelberg K.B., Williamson S., et al.,

«The Sorcerer II Global Ocean Sampling Expedition: Northwest Atlantic through Eastern Tropical

Pacific», PLoS Biology, vol. 5(3), marzo 2007

- Schumpeter, J., Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung,Leipzig: Duncker & Humbolt, 1912

(trad. it. Teoria dello sviluppo economico, Milano: Berti, 2002)

- Seshadri R., Kravitz S.A., Smarr L., Gilna P., Frazier M., «CAMERA: A Community Resource

for Metagenomics», PLoS Biology, vol. 5(3), marzo 2007

- Shreeve, J., The Genome War, New York: Random House, 2004

- Turney, J., Frankenstein’s Footsteps: Science, Genetics, and Popular Culture, New Haven: Yale

University, 1998 (trad. it. Sulle tracce di Frankenstein, Torino: Edizioni di Comunità 2000)

- Venter, C., et al., «Environmental Genome Shotgun Sequencing of the Sargasso Sea», Science,

vol. 304(5667), 2004

Page 67: Del Fanti Venter Tesi

- Yooseph S., Sutton G., Rusch D.B., Halpern A.L., Williamson S.J., et al., «The Sorcerer II Global

Ocean Sampling Expedition: Expanding the Universe of Protein Families», PLoS Biology, vol. 5(3),

marzo 2007

- Wynne, B., «The public understanding of science», in Handbook of Science and Technology

Studies, eds. Jasonoff, S., Markle, G., Peterson, J.C., and Pinch, T, Thousand Oaks: Sage, 1995

- Ziman, J., Real Science. What it is and what it means, Cambridge: Cambridge University Press,

2000 (trad. it. La vera scienza, Bari: Edizioni Dedalo, 2002)

- Žižek, S., «Nobody has to be vile», in London Review of Books, 6 aprile 2006 (trad. it. «Porto

Davos», in Internazionale, 4 maggio 2006)

Articoli usciti sulla stampa generalista

- «Venter takes a shot at the sea», Economist, 5 marzo 2004

- «Sorcerer’s apprenticeship. What Dr Venter did on his holidays», Economist, 15 marzo 2007

- Duncan, D., «Craig Venter: The Bill Gates of Artificial Life?», Technology Review Blog,

www.technologyreview.com/blog/duncan, 13 giugno 2007

- Pollack A., «Groundbreaking Gene Scientist Is Taking His Craft to the Oceans», New York Times,

5 marzo 2007

- Shreeve, J., «Craig Venter’s Epic Voyage to Redefine the Origin of the Species», Wired, agosto

2004