Enzo Bassotto - Caserma Provianda di Santa Marta

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Fotografie realizzate da Enzo Bassotto prima dei lavori di restauro della Caserma Provianda di Santa Marta a Verona.

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ENZO BASSOTTO - CASERMA PROVIANDA DI SANTA MARTA

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ENZO BASSOTTO - CASERMA PROVIANDA DI SANTA MARTA

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La Provianda di Santa Marta è uno stabilimento di Verona, costruito dagli austriaci tra il 1863 ed il 1865, e progettato dalla Genie Direction austriaca di Verona. Originariamente era desti-nato alla produzione di pane e gallette, al deposito e all’ammini-strazione di altri generi di sussistenza.

StoriaUna chiesa e l’annesso monastero furono edificati nel 1211-1212 dall’Ordine dei Monaci di Sant’Agostino: originariamente la chiesa fu dedicata a Santa Maria Maddalena. Nel 1293 fu co-struito anche il chiostro. La chiesa fu rinnovata e ampliata nel 1300 per volontà di Alberto I della Scala. Nel 1350 il monastero fu soppresso, e la proprietà venne acquisita dal vicino monastero di Santa Maria delle Vergini. Solamente nel xix secolo la chiesa assunse la denominazione di “Santa Marta”, forse per un errore di trascrizione nel catastatico dei beni del convento.All’inizio dell’Ottocento per decreto napoleonico anche il con-vento di Santa Maria delle Vergini venne soppresso: chiesa e monastero vengono alienati. La chiesa di Santa Marta, sconsa-crata, fu usata per alcuni anni come ricovero per gli stalloni, e nel 1829 venne venduta, mentre il campanile pericolante fu abbattuto nel 1833. Nello stesso anno la chiesa fu acquistata dai Padri Cap-puccini, che la restaurarono e ripristinarono il chiostro.Nel 1850 l’autorità militare austriaca acquisì i fabbricati, che vennero destinati a caserma. Tra il 1863 ed il 1865 la chiesa fu demolita assieme a gran parte del convento in conseguenza della

costruzione del nuovo stabilimento della provianda; fu conserva-ta solo una parte del chiostro. Facevano parte del servizio logi-stico della provianda (Verpflegsamt) anche il vicino Panificio di Santa Caterina da Siena, e parte della Caserma di San Francesco di Paola. La stesura originale del progetto prevedeva anche la costruzione di un grande edificio da destinare agli uffici ammini-strativi della sussistenza e agli alloggi del personale che però non venne costruito.

StrutturaLa Provianda di Santa Marta si compone di tre edifici disposti in uno spazio rettangolare recintato, completamente autonomo rispetto al complesso militare del Campo Marzo, nel quale è in-serito. Il progetto originario prevedeva un quarto edificio, elevato su quattro piani, nel quale si sarebbero dovuti insediare gli uffici di amministrazione dello stabilimento; il grande edificio, connotato come ingresso monumentale alla provianda, non venne realizzato. L’edificio principale, rivolto a meridione, domina con il suo pro-spetto il vasto interno di Campo Marzo. In origine era destinato alla produzione di pane e gallette, al deposito e all’amministra-zione di altri generi di sussistenza. Gli altri due edifici affiancati sul lato occidentale, di identica forma, contenevano i silo.

Fa parte della provianda il resto del chiostro del preesistente convento dei Cappuccini di Santa Marta.

CASERMA PROVIANDA DI SANTA MARTA - VERONA

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PanificioL’edificio dei forni è disposto sul lato meridionale del recinto, e si eleva su cinque piani, di cui uno interrato. In pianta si conforma come un corpo a blocco chiuso, di grande dimensione (metri 118 x 49), articolato in tre parti: il blocco centrale è predominante per le dimensioni, e per la destinazione; ai lati si saldano i corpi minori. L’impianto a blocco tripartito è regolato da uno schema ortogonale, sul cui asse longitudinale si aprono tre corti, alle qua-li sono coordinati i collegamenti verticali e orizzontali.Nel corpo centrale al piano terra vi è la doppia batteria contrap-posta dei forni a intermittenza per la cottura del pane, e degli adiacenti locali per l’impasto. Nello stesso piano era installata la motrice a vapore che azionava il setaccio meccanico, la pompa dell’acqua e l’elevatore. La capacità di produzione dei dodici forni corrispondeva a 52.000 razioni giornaliere di pane, e a 20 quintali di gallette biscottate. Al piano terra, oltre ai magazzini, si trovavano i locali per il ricovero e la manutenzione dei forni da campo; ai piani superiori, erano disposti gli altri magazzini di sussistenza. Il piano interrato, con l’efficace sistema di venti-lazione naturale, era destinato alla conservazione degli alimenti deperibili.Nel panificio di Santa Marta l’organizzazione del ciclo di lavora-zione si integrava con la razionalità dell’impianto spaziale. Lastruttura interna dell’edificio, sui quattro piani, è ordinata sul modulo quadrato del sistema formato da volte a vela di laterizio rette da pilastri di pietra da taglio. Alla solidità della struttura,

adatta ai carichi dei magazzini, si unisce la flessibilità d’uso e di organizzazione dello spazio interno.La studiata composizione dei prospetti ravviva l’imponente mas-sa dell’edificio, attenuando la preponderante orizzontalità e tra-sfigurandola con la successione ritmica dei contrafforti sporgenti, e con la varietà delle aperture arcuate. Al centro della facciata principale, sotto il coronamento risalta uno stemma scalpellato, probabilmente un emblema dell’impero asburgico. Sul prospetto settentrionale campeggia il quadrante di un orologio da torre collocato alla base del coronamento a timpano.

SiloI due silo per le granaglie, affiancati, sono adiacenti al lato occi-dentale del recinto; la loro ubicazione venne dettata dalla como-dità del collegamento con la diramazione ferroviaria proveniente dalla vicina Stazione di Porta Vescovo. La loro dimensione in pianta è di metri 18 x 50. I silo furono progettati secondo il nuo-vo tipo, a celle ermetiche fuori terra, che assicurava il completo isolamento del grano. All’interno di ognuno dei magazzini erano originariamente sistemati 65 silo di muratura laterizia, rivestiti con pareti di lamiera metallica.In tempo di pace la scorta di granaglie poteva servire per 18 mesi a un’armata di 100.000 uomini. Al magazzino orientale è annes-so un fabbricato di un solo piano, che originariamente conteneva i macchinari, azionati da motrice a vapore, per la pulitura, la molitura, l’abburattatura delle granaglie.

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Nei magazzini sono ripresi, semplificati, i motivi ornamentali del panificio, come il coronamento a gradoni, e l’inserimento dei conci lapidei nei contrafforti angolari.

ArchitetturaLo stabilimento della provianda è caratterizzato da un’immagine neomedievale, romanico-gotica, derivata dall’orientamento più eclettico del Rundbogenstil (uno stile dell’arco a tutto sesto), di matrice nord-europea.Sul pilastro di marmo rosso veronese, posto nell’androne del panificio, è incisa la scritta:«andreas ritter tunkler - ferdinandus artmann - antonius naredi rainer - hoc opus fecerunt - 1865»Sopra i nomi dei progettisti, è infisso lo stemma della casata di appartenenza.Il progetto dell’ultimo grande edificio militare, costruito a Vero-na, fu elaborato da ufficiali del Genio di riconosciuta preparazio-ne e capacità tecnica. Il tenente colonnello Andreas Tunkler von Treuimfeld, che era noto in Europa per le sue pubblicazioni di scienza delle fortificazioni e per l’attività di insegnamento all’Ac-cademia del Genio di Kloster Bruck. Il capitano Ferdinand Art-mann, era un esperto di tecnologia della sussistenza, della pro-duzione e conservazione alimentare; nel progetto della provianda organizzò il ciclo di produzione e curò l’installazione dei mac-chinari. Anton von Naredi-Rainer aveva già dato prova del suo talento nel progetto per l’ampliamento di Porta Vescovo, negli

anni 1862-1863. Nella composizione della facciata del panificio di Santa Marta si manifesta un’immagine neomedievale che attesta la cultura di Naredi-Reiner, incline all’orientamento più eclettico del Rundbogen, affermatosi nel secondo Ottocento; i connotati stilistici della sua architettura sono di matrice centroeuropea, del tutto estranei ai moduli figurativi locali, del medioevo veronese.

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Bibliografia- AA. VV, Il Quadrilatero: nella storia militare, politica, economica e sociale dell’Italia risorgimentale, Verona, Comune di Verona, 1967.- G. Barbetta, Le mura e le fortificazioni di Verona, Verona, Vita veronese, 1970.- G. Beltramini, Le strade di Verona entro la cinta muraria, Verona, 1983.- A. Sandrini e P. Brugnoli, Architettura a Verona nell’età della Serenissima, Verona, Banca popolare di Verona, 1988.- A. Sandrini e P. Brugnoli, Architettura a Verona dal periodo napoleonico all’età contemporanea, Verona, Banca popolare di Verona, 1994.- AA. VV, Verona. La città e le fortificazioni, Roma, 2005.

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Le fotografie di questa pubblicazione sono state realizzate da Enzo Bassotto nel corso del 2006 in previsione dell’inizio dei lavori di restauro allo Stabilimento della Provianda di Santa Marta. Solo ora sono state impaginate dall’autore in questa pub-blicazione considerato che, a seguito dell’importante intervento di recupero dell’an-tico complesso edilizio, attualmente è stato ultimato il nuovo utilissimo Campus dell’Università di Verona.

I lavori al silo di Ponente sono stati completati nel 2009, ora sono stati ultimati gli interventi di restauro all’ex Panificio. Nell’ex Panificio sorgeranno spazi dedicati a studenti, personale docente, ricercatori e personale tecnico amministrativo. Aree destinate a funzioni diverse che si susseguono dal piano interrato al sottotetto. Al piano interrato sorgeranno, infatti, 8 laboratori didattici per 324 posti, un deposito libri di 540 mq e una zona ristoro di circa 350 mq, al piano terra una hall di accesso e 11 aule didattiche per un totale di circa 758 posti a sedere e una zona destinata alla segreteria studenti. Al primo e al secondo piano saranno ospitati gli studi dei docenti e gli uffici del personale tecnico amministrativo per circa 160 postazioni di lavoro e 8 aule didattiche di cui 3 per i dottorandi. All’ultimo piano troverà, invece, colloca-zione una biblioteca con sale consultazioni per 256 posti, una zona a scaffale aperto di circa 825 mq, una zona a scaffale aperto tematica con 64 posti di consultazione di circa 350 mq, uffici per il servizio bibliotecario per 16 postazioni di lavoro e ulteriori 30 postazioni di lavoro riservate al personale dei dipartimenti.

IL NUOVO CAMPUS DELL’UNIVERSITÀ DI VERONA

Enzo Bassotto – fotografia di Stella Casarini

CASERMA PROVIANDA DI SANTA MARTA

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Finito di impaginare il 10 agosto 2015giorno di San Lorenzo

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