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Riscatto Laurea

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SOLDI&DIRITTI n.103 novembre 2008 37

F INO A QUALCHE TEMPO FA erano davvero in pochi quelli che

lo chiedevano, perché non ne valeva la pena. Ora la nuova legge apre qualche possibilità in più. Ma riscattare gli anni di laurea conviene?Impossibile dirlo in generale. E anche rispetto al singolo caso, dipende da qual è il vostro obiettivo primario: andare in pensione qualche anno prima del previsto? Ottenere qualche soldo in più durante la vecchiaia?Comunque, la nuova normativa sulle pensioni (legge 247/2007) contiene al-cune novità interessanti. • Rate per 10 anni. Innanzitutto la nuo-va legge prevede la possibilità, per le domande di riscatto degli anni di laurea presentate a partire dal 1° gennaio 2008, di pagare a rate anche in dieci anni e senza versare alcun interesse. Prima di queste ultime novità norma-tive la rateizzazione massima concessa era invece di soli cinque anni; inoltre era previsto il pagamento degli interessi.

Alla luce di questi elementi vi diamo un consiglio: chi ha presentato la domanda di riscatto della laurea prima del 1° gennaio 2008 e non ha ancora ottenuto il calcolo dal proprio ente previdenzia-le, valuti se non sia il caso di ritirarla e presentarne ora una nuova, in modo da godere della rateizzazione più lunga dei

pagamenti, senza l'aggravio del versa-mento degli interessi.• Tempo lavorativo. La seconda novità rispetto al passato è che gli anni di laurea riscattati concorrono al raggiun-gimento dei quaranta anni di lavoro necessari per andare in pensione. Prima della riforma invece quel perio-

ANNI DI UNIVERSITÀ

LA RECENTE NORMATIVA SULLE PENSIONI HA IN-TRODOTTO ALCUNE NO-VITÀ. IN CERTI CASI PA-GARE CONVIENE, IN ALTRI IL GIOCO NON VALE LA CANDELA. LA SOMMA DA VERSARE VARIA A SECON-DA DEL PERIODO DI STUDI E DEL SISTEMA PENSIO-NISTICO (RETRIBUTIVO, CONTRIBUTIVO, MISTO): CHIEDETE IL PREVENTIVO AL VOSTRO ENTE.

RETRIBUTIVO, CONTRIBUTIVO, MISTO

A partire dal 1996 il sistema di calcolo della pensione è cambiato, passando dal cosiddetto sistema retributivo a quello contributivo. Tra le due tipologie ci sono differenze che incidono anche molto sulla consistenza finale della pensione.Il sistema retributivo determina la pen-sione in base agli anni di versamento e allo stipendio percepito negli ultimi dieci anni di lavoro. Viene applicato a tutti i lavoratori che nel 1995 avevano almeno diciotto anni di contributi versati.

Il sistema contributivo calcola invece la pensione in base ai contributi effettiva-mente versati durante tutta la vita lavora-tiva. Si applica a chi ha iniziato a versare dal 1996. In questo sistema non esiste la pensione di anzianità, ma solo quella di vecchiaia (65 anni per gli uomini, 60 per le donne), a meno che non si siano versati almeno quarant'anni di contributi.Il sistema misto si applica a quei lavo-ratori che nel 1996 non avevano ancora raggiunto i diciotto anni di contributi.

COME TI RISCATTO LA LAUREA

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COME TI RISCATTO LA LAUREA

• E per chi è appena uscito dall'univer-sità e non ha ancora mai avuto contatti con il mondo del lavoro? Per i neolaureati, che non hanno mai versato alcun contributo, il calcolo si basa su una retribuzione di riferimento che è pari al minimale contributivo degli iscritti alla gestione commercianti (per il 2008 è 13.819 euro). Tradotto in soldoni, senza addentrarci in troppi calcoli complicati, ciò si traduce nel fatto che oggi, per riscattare un corso di laurea di cinque anni senza aver mai versato contributi, bisogna pagare la bellezza di 22.801 euro.

La soglia della convenienzaCome abbiamo già detto, è impossibile stabilire con esattezza se convenga o meno riscattare gli anni di laurea: ci sono troppe variabili. In futuro, tanto per fare un esempio, po-trebbero cambiare i criteri per andare in pensione e di conseguenza i calco-li potrebbero mutare anch’essi. E poi molto dipende dall'avvenire lavorativo di ciascuno, difficile oggi da prevedere con esattezza. Date queste premesse è chiaro che si possono giusto fare calcoli sul qui e ora, validi solo per il presente.

Sistema retributivo Per i lavoratori che godono ancora del sistema retributivo, riscattare gli anni di laurea è conveniente se l'aumento dell'importo della pensione e le mensi-lità guadagnate riuscendo a lasciare il

do non si faceva rientrare nel calcolo.• Neolaureati. Infine, ultima novità della recente normativa: anche i neo-laureati, che ancora non abbiano co-minciato a versare contributi, possono chiedere il riscatto degli anni passati a studiare all'università.

Quanto costa pagare gli anni di studio?Riscattare gli anni di studio universita-rio costa parecchio. Ma la possibilità di rateizzare i pagamenti in dieci anni può rendere più sopportabile il sacrificio per il nostro portafoglio. La somma da pagare varia a seconda della lunghezza del corso di laurea e del sistema pensionistico cui si è sottoposti (vedi il riquadro Retributivo, contributi-vo, misto a pag. 37).Anche il metodo di calcolo varia a se-conda del sistema. • I calcoli sono decisamente più com-plicati se si rientra nel sistema retribu-tivo (ve ne diamo un'idea nel riquadro Retributivo: conti complicati a pag. 35). Per dirla in parole semplici: sostanzial-mente, la somma da versare cresce in base all'età (più si è vecchi e più si pa-ga), allo stipendio (più si guadagna e più si paga) e al sesso (le donne pagano di più degli uomini perché hanno speran-za di vita più lunga); inoltre l'importo del versamento dipende anche da altri fattori, come l’ammontare dei contribu-ti già versati con l’attività lavorativa e la durata del corso di laurea da riscattare. Nel sistema retributivo riscattare la lau-rea costa di più, ma rende senz'altro an-

che di più per quanto riguarda l’aspetto del ritorno economico. Visto che se rientrate in questo sistema pensionistico il calcolo sul riscatto è piuttosto complicato, la cosa migliore è quella di chiedere al vostro ente pre-videnziale di farvi un preventivo. Una volta che avrete ricevuto la cifra esatta, nero su bianco, potrete valutare più agevolmente il grado di convenienza.• Nel sistema contributivo il riscatto invece costa meno e il calcolo è molto più facile: la somma dovuta è calcolata in percentuale sullo stipendio degli ulti-mi dodici mesi (attualmente ammonta al 33%). Il contributo risultante deve poi essere rapportato alla durata del pe-riodo da riscattare. Facciamo un esem-pio: prendiamo il caso di un lavoratore che intende riscattare quattro anni di laurea e che abbia percepito comples-sivamente negli ultimi dodici mesi una retribuzione di 30 mila euro lordi. In questa ipotesi il costo del riscatto non è certo uno scherzetto: si arriva infatti a ben 39.600 euro (33% di 30 mila euro, moltiplicato per i quattro anni di studio universitario che dovete riscattare). • Per chi ha iniziato a versare i contri-buti prima del 1996, ma a quella data non aveva più di 18 anni di versamenti, si utilizza il sistema di calcolo misto: in pratica per gli anni da riscattare prima del 1996 bisogna ricorrere al complicato criterio applicato al sistema retribu-tivo, mentre per il periodo successivo al 1995 si usa il calcolo percentuale, cioè quello del sistema contributivo.

LE CONDIZIONI PER IL RISCATTOPer poter chiedere il riscatto degli anni di studio universitario bisogna ovviamente es-sere laureati. • Dal 1997 è possibile riscattare anche le lauree triennali e i corsi di specializzazione post-universitari ed è possibile chiedere il riscatto anche di più corsi di laurea. Prima invece se si era in possesso di più lauree bisognava scegliere quale riscattare.• Nel periodo di studio non bisogna aver

versato alcun altro contributo previdenziale.• Il riscatto non si può chiedere se lo si è già chiesto a un altro istituto pensionistico.• Per le domande inoltrate dal 1° gennaio 2008 non è più necessario aver versato alme-no un contributo settimanale prima o dopo il periodo di studio. Anche chi non ha mai versato contributi può chiedere il riscatto.• La domanda di riscatto può essere fatta in qualsiasi momento e non decade.

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lavoro qualche anno prima consentono di ammortizzare abbastanza rapida-mente la somma pagata per il riscatto. In caso contrario, invece, non ne vale la pena sotto l'aspetto economico, ma soltanto se l'obiettivo non sia quello di avere una pensione più elevata, ma solamente quello di andare in pensione il più presto possibile. Riscattare conviene anche nel caso in cui, grazie a ciò, si raggiungano i di-ciotto anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995: questo consente di passare dal sistema misto a quello retri-butivo e di avere dunque una pensione più sostanziosa.

Sistema contributivo Poiché il sistema contributivo non pre-vede la pensione di anzianità, a me-no che non si siano versati almeno

quarant'anni di contributi, nella mag-gior parte dei casi l'unico vantaggio connesso al riscatto degli anni di stu-dio universitario sta nel fatto che la

Ai fini della pensione, per non buttare al vento il periodo di studi all’univer-sità, potete riscattare quegli anni. Non è però possibile in automatico stabilire a priori se pagare il riscatto della laurea sia davvero conveniente. Il beneficio reale varia infatti da caso a caso. Per valutare occorre fare i calcoli, partendo dalla propria posi-zione: in generale il calcolo è più sem-plice se rientrate nel sistema pen-

sionistico cosiddetto contributivo, mentre i conti si fanno decisamente più complessi se invece rientrate nel più vecchio sistema retributivo. In entrambi i casi vale sempre la pena di chiedere il preventivo al pro-prio ente previdenziale, in modo da valutare il da farsi. La convenienza non è detto che sia esclusivamente economica: il riscatto può anticipare i tempi del pensionamento.

Pensare alla pensione

pensione sarà leggermente più elevata. Il calcolo della somma necessaria al ri-scatto permetterà di valutare se convie-ne rinunciare oggi a una certa disponi-bilità, per investire quanto è necessario per incrementare la pensione futura.

Neolaureati disoccupati Appena finito l'università, già si pensa alla pensione?Per i giovani neolaureati, che non han-no ancora iniziato a lavorare, spesso a porsi il problema in realtà sono mam-ma e papà: conviene regalare al proprio figlio il riscatto degli anni di laurea, per garantirgli di avere in futuro una pen-sione migliore?Anche in questo caso il calcolo dipende da diversi fattori. Innanzitutto è fon-damentale il dato riguardante l'anno di immatricolazione all'università: se vi siete iscritti prima del 1995, con il riscatto degli anni di laurea finirete nel sistema misto. Quest'ultimo prevede la pensione dopo 35 anni di contributi e un'età minima di 62 anni.Se invece l'iscrizione al primo anno è avvenuta dopo il 1995, il sistema in cui rientrerete è comunque quello contri-butivo e il vantaggio sarà quasi sempre solamente economico. Attenzione alle agevolazioni fiscali: se il neolaureato ha un reddito annuo non superiore a 2.840,51 euro ed è fi-scalmente a carico dei genitori, questi potranno beneficiare della detrazione fiscale del 19% sul riscatto pagato.Se invece il neolaureato fa la sua dichia-razione dei redditi, il riscatto degli anni di laurea è interamente deducibile. •

RETRIBUTIVO: CONTI COMPLICATI

La convenienza per chi è nel sistema retri-butivo, cioè chi aveva più di diciotto anni di contributi versati alla fine del 1995, si concretizza sia nella possibilità di rag-giungere in anticipo il diritto alla pensione di anzianità sia in quella dell’incremento dell’importo della futura rendita.Proprio per questo motivo per valutare se sia, o meno, vantaggioso pagare quanto richiesto per riscattare la laurea, occorre confrontare l'ammontare di questa spesa con il numero delle rate mensili di pen-sione che potremo riscuotere in anticipo rispetto al raggiungimento dell’età pen-sionabile e con il maggiore importo della pensione stessa. Per questo ultimo aspetto, bisogna tenere conto che, nel sistema retributivo, ogni anno di contributi in più ci dà diritto a un 2% in più (questa aliquota a partire da 40.765 euro è via via decrescente) della retribuzione media percepita negli ultimi anni di lavoro.

Un esempio. Senza addentrarci in tutti i calcoli necessari, usiamo un caso concreto per dare l'idea di come si valuta la conve-nienza del riscatto. Prendiamo il caso di un lavoratore con una laurea quinquennale, che alla fine del 2007 aveva 53 anni di età, 30 anni di versamenti Inps e poteva far valere una retribuzione cresciuta di 1.000 euro all’anno, fino ad arrivare nel 2007 a raggiungere la soglia dei 50 mila

euro lordi. Se non riscatta la laurea potrà andare in pensione di anzianità, secondo le nuove regole della riforma Prodi, nel 2015; se invece paga l’onere del riscatto, anticiperà il momento del pensionamento al 2012, cioè quando avrà compiuto i 40 anni di contributi. Mentre il costo del riscatto per i 5 anni di laurea sarà di poco più di 100 mila euro, la sua pensione teorica passerà, poi, da circa 2.250 euro a circa 2.610 euro al mese, con un beneficio annuo pari, quindi, a 4.750 euro. In questo caso il vantaggio è quello di riscuotere in anticipo 39 mensilità di pensione e di incassare per tutta la vita una mensilità più elevata. Fatti un po’ di conti e tenendo presente che il nostro amico potrà dedurre per intero dal suo reddito imponibile Irpef l’importo del riscatto degli anni di laurea e che avrà una pensione annua più alta di 4.750 euro (senza tener conto del sistema di indicizzazione delle pensioni), egli ammortizzerà l'intero capitale versato quando avrà compiuto 71 anni di età.

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