42
Estratto da: ARGUMENTA ANTIQUITATIS a cura di Giuseppe Zanetto e Massimiliano Ornaghi Quaderni di Acme 109 2009, Milano

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela) nella seconda metà dell’Ottocento. Documenti inediti dagli archivi comunali, in Argumenta antiquitatis (Quaderni di Acme 109), a

  • Upload
    unimi

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Estratto da:

ARGUMENTA ANTIQUITATIS

a cura di

Giuseppe Zanetto e Massimiliano Ornaghi

Quaderni di Acme 109

2009, Milano

ANTICHITÀ E SCAVI A TERRANOVA DI SICILIA (GELA)NELLA SECONDA METÀ DELL’OTTOCENTODOCUMENTI INEDITI DAGLI ARCHIVI COMUNALI

di Claudia Lambrugo

Al giovane spartano e alle dune di Gela che hanno incrociato i nostri passi

L’Università di Milano ha un legame di antica data con l’archeologiadi Gela; esso passa attraverso la figura dell’indimenticabile professorePiero Orlandini che a Gela svolse ricerche e scavi dal 1952 al 1968,quando venne chiamato a coprire la cattedra di archeologia classica pres-so questo Ateneo;1 a Milano egli portò con sé le esperienze, le emozionie i ricordi dell’intensa attività geloa, trasmettendoli agli allievi di piùgenerazioni che ne furono spesso coinvolti al punto di scegliere Gelacome loro stesso campo di indagine e studio.2

1 Per un utile profilo biografico e bibliografico di Piero Orlandini si veda M.CASTOLDI (a cura di), Koinav. Miscellanea di studi archeologici in onore di Piero Orlandini,Milano 1999.

2 Si vedano, ad esempio, gli studi di M. CASTOLDI: Le antefisse dipinte di Gela.Contributo allo studio della pittura siceliota arcaica. Scavi a Gela, campagne 1951-1961; 1973-1975, Milano 1998; ‘Arte’ ionica a Gela. Il contributo della pittura, in F. KRINZINGER (ed.),Die Ägäis und das wetsliche Mittelmeer. Beziehungen und Wechselwirkungen 8.-5. Jh.v.Chr.,“Akten des Symposions, Wien 1999”, Wien 2000, pp. 245-50; Le antefisse dipinte e plasti-che di Gela. Problemi aperti e nuove proposte di lettura, in V. DE ANGELIS (a cura di), Sviluppirecenti nella ricerca antichistica, Milano 2004, pp. 95-104; più recentemente anche EAD., Leantefisse di Gela. Nuovi spunti e riflessioni, in R. PANVINI - L. SOLE (a cura di), La Sicilia inetà arcaica. Dalle apoikiai al 480 a.C., “Atti del Convegno Internazionale, Caltanissetta2008”, in corso di stampa. E ancora gli studi di M. Albertocchi e M. Pizzo; della primasoprattutto la monografia Athana Lindia. Le statuette siceliote con pettorali di età arcaica e clas-sica, in “RdA”, Suppl. 28, Roma 2004, e numerosi altri articoli sull’argomento; della

Claudia Lambrugo

Nel 2007 questo legame ha assunto la forma istituzionale di una con-venzione, della durata di cinque anni, per la collaborazione scientifica edidattica tra l’Università degli Studi di Milano e il Museo ArcheologicoRegionale di Gela;3 i suoi obiettivi si riassumono in un lavoro sinergicotra l’Ateneo milanese e il Museo per la risistemazione e la verifica deimateriali conservati nei depositi, in vista di un adeguamento degli stessi(lavoro che ha rivelato utili risvolti didattici),4 oltre che nell’assegnazionein studio di alcuni lotti di materiali, che ben si prestano anche allo svol-gimento di tesi di laurea magistrale e di specializzazione.5 Tra gli altri èinfatti in corso di revisione tutto il materiale proveniente dalla c.d. ‘fatto-ria-officina’ di Manfria, un interessante insediamento rurale di IV sec.a.C.,6 sorto in un’area a pochi chilometri a Ovest di Gela, già frequenta-ta, oltre che dai Siculi dell’età del Bronzo,7 anche dai Greci di età arcai-

24

seconda Vassallaggi (S. Cataldo, Caltanissetta). La necropoli meridionale, scavi 1956, in“NSA” (1998-1999), pp. 207-395; EAD., Sulla ceramica più antica di Gela e sulla topografiadella città, in CASTOLDI (a cura di), Koinav, pp. 157-68.

3 Stipulata in data 20 Luglio 2007 tra la cattedra di Archeologia e Storia dell’ArteGreca di questo Ateneo e la direzione del Museo Archeologico Regionale di Gela.

4 Un primo stage didattico si è svolto nell’estate 2008, tra il mese di luglio e il mesedi agosto, con studenti del corso di laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali (cur-riculum archeologico) e studenti della Laurea Magistrale in archeologia.

5 Tra le tesi già discusse A. PACE, La casa bottega di Gela, tesi di laurea magistrale,relatore M. CASTOLDI, correlatore C. LAMBRUGO, a.a. 2006/2007.

6 La fattoria venne scavata da Dinu Adamesteanu nell’inverno 1951 con un interven-to di emergenza, cui non potè seguire altra indagine per gli scassi provocati dai contadi-ni; cfr. D. ADAMESTEANU, Scavi e scoperte dal 1951 al 1957 nella provincia di Caltanissetta,in “NSA” (1958), pp. 290-334. Sui materiali della fattoria sono in corso due lavori di tesi:A. INCARDONA, Manfria e il Pittore di Manfria, tesi di specializzazione, relatore G. BEJOR,correlatore C. LAMBRUGO, a.a. 2007/2008; S. AMICONE, La fattoria di Manfria: i materia-li dagli ambienti, Tesi di laurea magistrale, relatore G. BEJOR, correlatore C. LAMBRUGO,a.a. 2008/2009. Sono state inoltre avviate le analisi paleobotaniche su reperti organici acura della Cooperativa “Arco” del laboratorio del Civico Museo Archeologico di Como; ele analisi dei corpi ceramici a cura della prof.ssa Silvia Bruni del Dipartimento di ChimicaInorganica, metallorganica e analitica dell’Ateneo milanese.

7 P. ORLANDINI, Il villaggio preistorico di Manfria presso Gela, Palermo 1962; più recen-temente E. PROCELLI, Manfria. Considerazioni sulla facies di Castelluccio, in G. FIORENTINI

- M. CALTABIANO (a cura di), Archeologia del Mediterraneo, Studi in onore di Ernesto De Miro,Roma 2003, pp. 571-77; F. ALBERGHINA, Focolari, fornelli e ceramica da cucina dal villaggiodell’antico bronzo da Manfria (Gela - CL), in Communities and Settlements from the Neolithic tothe Early Medieval Period, “Proceedings of the 6th Conference of Italian Archaeology,Groningen 2003”, BAR 1452, Oxford 2005, pp. 337-45.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

ca;8 la peculiarità quasi esclusiva dell’insediamento rurale ellenistico con-siste nell’aver restituito, da una struttura che Adamesteanu definì ‘scari-co’, intendendolo collegato alla presenza di officine ceramiche in loco, icelebri vasi eponimi del Pittore di Manfria e numerossissimi recipienti avernice nera di una qualità tanto elevata, da potersi difficilmente intende-re a uso e consumo della sola struttura agricola.

Anche la ricerca della scrivente affonda le proprie radici nel solco diquesto antico legame. Essa ha preso avvio, ormai sette anni fa, dalla tesidi dottorato sugli unguentari corinzi da necropoli e aree sacre di Gela9 edè approdata, tra l’altro, a un riesame generale dei materiali provenientidalla necropoli arcaica,10 accompagnato da una emozionante ricerca archi-vistica sulle vicende archeologiche di Gela tra la fine dell’Ottocento e iprimi del Novecento,11 anni cui appunto risale l’esplorazione del sepol-

25

8 Frequentazione attestata da sporadici materiali del tardo VII secolo a.C. e VI seco-lo a.C.; cfr. ADAMESTEANU, Scavi e scoperte, pp. 298 ss.; si veda però il più recente qua-dro sulle modalità occupazionali del comprensorio Manfria-Butera, tracciato in J.BERGEMANN, Der Bochumer Gela-Survey, Vorbericht über die Kampagnen von 2002 bis 2004,mit einen Beitrag von Ulrich-Walter Gans, in “MDAI(R)” 111 (2004), pp. 437-76;ID., I santuari nella chora di Gela in epoca coloniale. Le prospettive del Gela-Survey, inPANVINI - SOLE (a cura di), La Sicilia in età arcaica, in corso di stampa.

9 C. LAMBRUGO, Profumi per gli dei, profumi per gli uomini. Alabastra e aryballoi corin-zi a Gela. Stile, distribuzione, funzione, Dottorato di Ricerca in “Storia e civiltà delMediterraneo antico”, ciclo XVII, Università degli Studi di Pavia (2002-2005); primiesiti a stampa in EAD., Per la storia di un mondo ‘minore’. Alabastra e aryballoi corinzi nellanecropoli arcaica di Gela: esegesi di un indicatore infantile, in “Orizzonti” 6 (2005), pp. 81-93; EAD., La visibilità dell’invisibile: lo spazio funerario infantile nella Sicilia arcaica. Il casodi Gela, in PANVINI - SOLE (a cura di), La Sicilia in età arcaica, in corso di stampa.

10 C. LAMBRUGO, Profumi di argilla. Tombe con unguentari corinzi nella necropoli arcai-ca di Gela, in preparazione.

11 La ricerca è finanziata dalla M. Aylwin Cotton Foundation di Guernsey (UK), conFellowship Award dell’anno 2008-2009; si ringrazia del sempre caloroso appoggio il prof.David Ridgway. Si tratta di un argomento estremamente interessante, per il quale esistetuttavia una scarsa bibliografia specifica: oltre alle brevi note iniziali in P. ORSI, Gela. Scavidel 1900-1905, in “MonAL” 17 (1906), cc. 22-8; cfr. M. VICKERS, The Greek Pottery Vasesfrom Gela in Oxford: their Place in History and in the History of Art, in Vasi attici ed altre cera-miche coeve in Sicilia, “Atti del Convegno Internazionale, Catania - Camarina - Gela -Vittoria 1990”, in “Cronache di Archeologia” 29, Palermo 1996, pp. 181-89; C.CIURCINA, Paolo Orsi e l’avvio di scavi regolari a Gela, in R. PANVINI - F. GIUDICE (a cura di),TA ATTIKA. Veder greco a Gela. Ceramiche attiche figurate dall’antica colonia, Catalogo dellamostra (Gela - Siracusa - Rodi 2004), Roma 2003, pp. 145-47; M. VICKERS, «… atTerranova one gets more for one’s money than at Rome»: Arthur and Margaret Evans in Gela, 1887-

Claudia Lambrugo26

Figura 2 – Planimetria di Terranova di Sicilia alla fine dell’Ottocento. Da P.ORSI, Gela. Scavi 1900-1905, in “MonAL” 17 (1906), tav. III.

Figura 1 – Terranova di Sicilia vista dal mare; inizi del Novecento. DallaCollezione ART Franco Pardo - Gela.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

creto arcaico per mano di Paolo Orsi. In questa sede si presenta una primaselezione di documenti inediti, relativi proprio al fervore archeologicogelese nei decenni finali del XIX secolo; essa è il frutto di un autentico‘scavo’ in decine di documenti dell’Archivio dello Stato di Roma, masoprattutto dell’Archivio Storico del Comune di Gela.12

Antichità a Terranova di Sicilia: nulla da dichiarare

Nella seconda metà dell’Ottocento Terranova di Sicilia (che solo nel1927 avrebbe riacquistato l’antico nome di Gela)13 era una cittadina, piut-tosto fiorente, di circa 20.000 abitanti.14 Dopo aver preso parte attivamen-te – e con un notevole contributo in vite umane – ai moti risorgimentaliantiborbonici, anche Terranova era stata interessata dal fermento economi-

27

1896, ivi, pp. 239-42. Interessante e molto utile la ricostruzione proposta da Iacovella dellevicende archeologiche ottocentesche di Megara Hyblaea, in A. IACOVELLA, Les premièresfouilles à Mégara Hyblaeca (1860-1897). Reactualisation des découvertes à partir des documents del’Archivio Centrale dello Stato, in “MEFRA” 113, 1 (2001), pp. 401-469.

12 I documenti dell’Archivio Storico del Comune di Gela, conservati presso laBiblioteca Comunale, riguardanti scavi e antichità di Terranova-Gela prima e dopoOrsi, sono stati concessi in studio alla scrivente con autorizzazione comunale del13/11/2007 P.N. 2007/0156118; per la gentile disponibilità, ringrazio la dirigentedella Biblioteca, dott.ssa M.R. Mauro, ma soprattutto la cara sig.na Alessandra DiBartolo, autentica “memoria storica” della città, che mi ha accompagnato, come guidasapiente, nella consultazione e nella ricostruzione di personaggi ed eventi; un affettuo-so pensiero anche a Ennio Turco, con il quale ho condiviso spesso il felice procederedelle mie ricerche.

13 Il nome dell’antica colonia rodio-cretese venne restituito alla città nel dicembre1927, ma nel linguaggio popolare continuò a lungo ad essere in uso quello di Terranova,diffuso, insieme al nome ufficiale Heraclea, in seguito alla rifondazione federiciana del 1233.La storia di Gela, dalla fine dell’età classica all’età moderna, può essere letta nei pregevoliscritti di studiosi locali; tra i più recenti si vedano N. MULÉ, Appunti su Terranova di Sicilia,2 voll., Catania 1989-19902; S. SCUTO (a cura di), L’età di Federico II nella Sicilia centro-meri-dionale, “Atti della giornata di studio, Gela 1990”, Agrigento 1991; S. SCUTO - E. TUCCIO

(a cura di), Heraclea, Terranova, Gela. Il centro storico murato, Catalogo della mostra (Gela1992), Palermo 1995; G.A. ALESSI, Gela. Città greca della Sicilia, Ragusa 1997; L. DUFOUR

- I. NIGRELLI, Terranova. Il destino della città federiciana, Caltanissetta 1997; V. ARGENTO,Storie tradizioni personaggi di Gela, Caltanissetta - Roma 1999; R. MAGANUCO, Storie e poesiedi Gela e della Sicilia, Caltanissetta 2003; F. SALINITRO, Gela. L’identità perduta, Firenze 2007.

14 Oggi conta circa 78.000 abitanti; sugli aspetti demografici cfr. MULÈ, Appuntisu Terranova, I, pp. 219-21.

Claudia Lambrugo

co e culturale che aveva seguito la nascita della nuova nazione italiana (Figg.1-2). Per quanto la sua posizione restasse isolata e tagliata fuori dalle prin-cipali arterie di comunicazione via terra, la tradizionale produzione agrico-la, in specie granaria e cotonifera, e la presenza del caricatore avevano finitoper esercitare un forte impulso sullo sviluppo della marineria mercantilelocale, trasformando l’antica cittadina federiciana in uno dei principali luo-ghi di smercio di prodotti agricoli e non solo (Fig. 3). Il relativo benesseree l’operosità sono evidenziati dalla presenza a Terranova in quegli anni dinumerose rappresentanze consolari; di una banca locale, la Banca PopolareCooperativa; di una biblioteca comunale, istituita con delibera del 1875; edi diverse testate di giornali, tra i quali anche riviste letterarie.15 L’assenzadi studi eruditi locali tra XVI e XVII secolo e la lunga polemica con Licata,

28

15 MULÈ, Appunti su Terranova, II, pp. 18-42; SALINITRO, L’identità perduta, pp. 70-91.

Figura 3 – Spiaggia di Terranova di Sicilia con il pontile sbarcatoio. Da N.MULÈ, Appunti su Terranova di Sicilia, II, Catania 1989-19902, p. 32.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

che dai tempi di Tommazo Fazello aveva conteso a Terranova il privilegiodi essere sede dell’antica colonia rodio-cretese,16 avevano però pesantemen-te inciso sulla conservazione delle memorie patrie, ripetutamente saccheg-giate dai tempi della fondazione federiciana, quindi sulla formazione di unasolida e cosciente identità storica locale.

Non stupisce dunque che in data 28 Giugno 1870, rispondendo (inritardo e dopo molte sollecitazioni) ad una richiesta della Sotto-Prefetturadi Terranova circa i monumenti che «per arte, antichità o per memorie sto-riche» fossero degni di essere segnalati al Ministero dell’Istruzione Pub-blica, il Sindaco della cittadina concludesse laconicamente che non vi eranulla da segnalare (docc. 1-2). Tralasciando per il momento la circostanzache anche allora dovevano essere ben visibili, a est della città, i ruderi dellacolonna dorica,17 preme sottolineare che ciò accadeva tre anni prima checomparisse lo studio di Schubring con la definitiva proposta di localizzazio-ne dell’antica Gela in Terranova,18 ma anche a pochi anni di distanza daifortunatissimi scavi a Terranova di T.N. Giorgio Dennis e dalle successiveesplorazioni ‘ufficiali’ di Giovanni D’Ondes Reggio.

Il primo, console generale di Sua Maestà britannica a Palermo, tra1860 e 1861 aveva scavato «con splendido successo a Capo Soprano, aspor-tando una quarantina di casse di vasi»,19 che confluirono, almeno in parte,nelle raccolte del British Museum; celebri sono rimaste le parole di Orsicirca la partecipazione entusiasta della signora Dennis ai lavori di scavo:ella «seduta sopra una sedia da campo e riparandosi dal sole con un gran-de ombrello rosso, prendeva parte attivissima a questo nuovo genere disport, assistendo assidua agli scavi, e nascondendo sotto un enorme crino-lino i più preziosi pezzi che man man uscivano dai sepolcri».20

29

16 Sul problema dell’identificazione di Gela in Terranova o in Licata vd. M.G.CANZANELLA - A.M. BUONGIOVANNI, s.v. Gela, in BTCGI, VIII, Pisa - Roma 1990, pp.10-1; più recente C. CARITÀ (a cura di), Licata tra Gela e Finziada, “Atti del Seminariodi Studi, Licata 2004”, Ragusa 2005.

17 La colonna dorica risulta infatti oggetto di un primo scavo con conseguente pro-getto di rialzamento negli anni 1842-1843; cfr. G. LO IACONO - C. MARCONI, L’attivi-tà della Commissione di Antichità e Belle Arti in Sicilia, 2, 1835-1845, in “Quaderni delMuseo Archeologico Regionale A. Salinas”, Suppl. 4 (1997), pp. 34 ss.

18 G. SCHUBRING, Historisch-geographische Studien über Alt Sicilien, in “RhM” 28(1873), pp. 65-140.

19 ORSI, Gela, c. 25.20 Ibid. Sugli scavi inglesi vd. anche M. MUSACCHIO (a cura di), L’Archivio della

Direzione generale delle antichità e belle arti (1860-1890), Inventario, Roma 1994, p. 140.

Claudia Lambrugo

Sull’onda dei successi del primo, il secondo, Direttore della Quadreria edel Regio Museo di Palermo (l’unico museo nazionale della Sicilia in que-gli anni), nel 1864 era stato spedito dalla Commissione di Antichità e BelleArti di Sicilia21 a condurre quelli che si potrebbero ben a diritto considera-re i primi scavi ufficiali a Terranova.22

Saccheggi e dispersioni all’estero di antichità terranovesi, special-mente di vasi dipinti, erano però cominciati ben prima, già tra la fine delSettecento e gli inizi dell’Ottocento, allorchè la trasformazione agricoladel settore occidentale della collina, fino ad allora incolto, aveva portatoalla scoperta di numerose tombe con i relativi ricchi corredi ceramici.23

Che a Terranova si operassero «demolizioni di antichi avanzi» era infinegiunta notizia anche a Roma; a ciò si lega probabilmente il richiamo, indata 6 Aprile 1877, del Ministro del Pubblica Istruzione, per il tramitedel Commissariato Speciale per gli Scavi e Musei dell’isola, operante inSicilia dal 1875 per conto della Direzione Generale,24 richiamo ad aste-

30

21 La Commissione di Antichità e Belle Arti di Sicilia (CABAS), subentrata al sistemadelle Regie Custodie settecentesche, fu attiva in Sicilia dal 1827 al 1875, quando, all’in-terno del Ministero della Pubblica Istruzione, venne istituita la Direzione Generale degliScavi e dei Musei del Regno; sull’attività e sul funzionamento della CABAS si vedano G.LO IACONO - C. MARCONI, L’attività della Commissione di Antichità e Belle Arti in Sicilia, 1.1827-1835, in Quaderni del Museo Archeologico Regionale A. Salinas, Suppl. 3 (1997), pp. 5-191; ID., L’attività della Commissione di Antichità e Belle Arti in Sicilia, 2. 1835-1845, inQuaderni del Museo Archeologico Regionale A. Salinas, Suppl. 4 (1998), pp. 3-278; IID.,L’attività della Commissione di Antichità e Belle Arti in Sicilia, 3. Verbali delle riunioni della com-missione. Anni 1852-1860, in Quaderni del Museo Archeologico Regionale A. Salinas, Suppl. 5(1999), pp. 5-125; G. SALMERI - A.L. D’AGATA, Dai principi agli scienziati: vicende dell’ar-cheologia siciliana sotto i Borbone (1734-1860), in E. IACHELLO (a cura di), I Borbone in Sicilia(1734-1860), Catania 1998, pp. 129-36; P. PELAGATTI, Dalla Commissione Antichità e BelleArti di Sicilia (CABAS) alla amministrazione delle belle arti nella Sicilia post-unitaria. Rotturae continuità amministrativa, in “MEFRIM” 113, 2 (2001), pp. 599-621; altri contributi enotizie in A. CRISPINO - A. MUSUMECI (a cura di), Musei nascosti. Collezioni e raccolte archeo-logiche a Siracusa dal XVIII al XX secolo, Catalogo della mostra (Siracusa 2008-2009),Napoli 2008.

22 Breve sommario in Bullettino della Commissione Antichità e Belle Arti di Sicilia, 1-2 (1864).

23 Le prime segnalazioni di scoperte di vasi a Gela sono in O. JAHN, Beschreibungder Vasensammlung König Ludwigs in der Pinakothek zu München, München 1854, pp.XXXI-XXXII.

24 Sull’istituzione, per volontà di Ruggiero Bonghi, Ministro della PubblicaIstruzione, nel 1875 della Direzione Centrale (poi Generale) degli Scavi e dei Musei del

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

nersi dalla distruzione delle «antiche fabbriche», anche nella loro piùpiccola parte, fosse pure creduta insignificante, e ad osservare stretta-mente le leggi esistenti in materia di antichità (doc. 3).

Tali leggi erano per la Sicilia i regi decreti ferdinandei del 13 e 14Maggio 1822,25 dichiarati vigenti dalla legge 286 del 29 Giugno 1871,nell’attesa che fosse emanata una normativa unitaria (risultato che, con lun-go e tortuoso percorso, si raggiunse solo nel 1909).26 Il primo di essi di fattovietava di rimuovere dal luogo dove si trovavano, oggetti e monumenti sto-rici e artistici; di «demolire, o in qualsivoglia modo degradare anche neifondi privati le antiche costruzioni»; di trasportare fuori dal Regno ognioggetto di antichità e di arte «ancorché di proprietà privata», fissando seve-re norme per l’esportazione. Il secondo imponeva invece l’obbligo di richie-dere licenza per eseguire scavi, anche in proprietà privata, licenza che pote-va essere concessa, a patto che non si danneggiassero o mettessero in perico-lo «monumenti ragguardevoli» e con la condizione che lo scavo fosse sorve-gliato dal sindaco e da un incaricato del Reale Museo Borbonico; gli ogget-ti rinvenuti, di cui era obbligo stilare un elenco, restavano in possesso delproprietario del terreno, purché questi non ne facesse uso alcuno, non li ven-desse e non li restaurasse senza la sovrana autorizzazione.

La colonna dorica, i patri ricordi e la nascita dell’orgoglio archeologico

Il Commissariato Speciale per gli Scavi e Musei della Sicilia, la cuisede era stata fissata a Palermo, fece del proprio meglio per attendere,tramite anche le Commissioni Conservatrici Provinciali, alla conserva-zione dei monumenti antichi e combattere l’abitudine inveterata a con-

31

Regno cfr. A. EMILIANI, Nella battaglia tra pubblico e privato: l’istituzione della DirezioneGenerale e Giuseppe Fiorelli, in S. DE CARO - P.G. GUZZO (a cura di), A Giuseppe Fiorellinel centenario della morte, “Atti del Convegno, Napoli 1997”, Napoli 1999, pp. 101-34;PELAGATTI, Dalla Commissione Antichità.

25 Sulla legislazione borbonica in materia di antichità e belle arti cfr. P.D’ALCONZO, L’anello del re. Tutela del patrimonio storico-artistico nel Regno di Napoli (1734-1824), Firenze 1999, in particolare per i due regi decreti ferdinandei pp. 163-65.

26 Ricorre quest’anno il centenario della prima legge nazionale di tutela; si riman-da alle riflessioni contenute nel catalogo della mostra romana che ha accompagnato lecelebrazioni: E. CAGIANO DE AZEVEDO - R. GEREMIA NUCCI (a cura di), Rovine e rina-scite dell’arte in Italia, Catalogo della mostra (Roma 2008-2009), Milano 2008.

Claudia Lambrugo

durre scavi non autorizzati ovvero a esportare illegalmente il prodottodelle esplorazioni.

È nell’ottica di un tale sforzo che si inserisce l’iniziativa promossadalla Commissione Provinciale di Caltanissetta, tra 1882 e 1883, di isti-tuire «nei comuni ove esistono monumenti antichi od opere d’arte, unComitato Speciale di due o tre persone colte e competenti, il quale pre-sieduto dal Sindaco, rivesta l’onorifico incarico di vegliare alla conserva-zione dei patri ricordi del luogo e l’obbligo di riferire minutamente ognicircostanza intorno ad essi alla Prefettura» (doc. 5). Senza troppo darsipena della faccenda, anche per l’imperterrita gratuità onoraria di questo,come di altri incarichi legati alla tutela delle antichità, il Comune diTerranova fa quanto richiestogli ed è a nome del comitato e dell’Ispettorelocale che l’anno seguente giunge, non senza essere stata invero più voltesollecitata dalla Sotto-Prefettura, una laconica relazione sullo stato deimonumenti nel circondario terranovese.

È qui che compare finalmente la colonna dorica,27 «unico avanzo diantichità esistente in questo territorio», abbattuta – parrebbe – da unterribile fortunale intorno alla metà del Settecento,28 dopo essere stata alungo ‘faro’ di una città che di colonne erette ne aveva un tempo posse-dute molte, se all’epoca dell’occupazione araba il fiume eponimo eranoto come ‘Fiume delle colonne’ (Wâdi âs sawârî).29 La breve relazione

32

27 Trattasi della colonna settentrionale dell’opistodomo, unica superstite, del tempiodorico (detto anche tempio C o Athenaion) eretto sull’acropoli in età dinomenide (intornoal 470 a.C.), dotato di rivestimenti architettonici e tegole in marmo cicladico; oltre all’an-tico studio del Costa (S. COSTA, Una colonna dorica greca, avanzo d’un tempio in Terranova, Pa-lermo 1857), cfr. ORSI, Gela, cc. 547-557; R. PANVINI, GELAS, Storia e archeologia dell’an-tica Gela, Torino 1996, pp. 87-88; di più recenti scavi (1995) si dà notizia in EAD. Indaginee ricerche archeologiche della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, in“Kokalos” 43-44 (1997-1998), pp. 29-30; J. HEIDEN, Zum frühklassischen Athenatempel vonGela, in “MDAI(R)” 105 (1998), pp. 329-40; R. PANVINI (a cura di), Gela. Il MuseoArcheologico. Catalogo, Gela 1998, pp. 62-65; cfr. infine D. MERTENS, Città e monumenti deiGreci d’Occidente. Dalla colonizzazione alla crisi di fine V sec. a.C., Roma 2006, pp. 274-76.

28 SALINITRO, L’identità perduta, p. 25.29 Al principio del Cinquecento già tutte le colonne erano state abbattute tranne

una; si legge infatti in T. FAZELLO, Storia della Sicilia, deche due, I, Palermo 1830, p. 23:«fuori delle mura di questa terra, quasi un terzo di miglio verso levante un grandissi-mo tempio d’architettura antica rovinato, dove è una colonna col suo capitello bellissi-mo e si desiderano l’altre; e si veggono sotto i fondamenti grandissimi, e nella piazzadella chiesa catedrale si vede un frammento d’un’altra colonna». Per i recenti rinveni-

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

viene firmata dall’ing. Giuseppe Navarra, ispettore locale, e da GiovanniDi Fede Mallia del comitato archeologico, entrambi appartenenti afamiglie illustri, tra le prime a Terranova a raccogliere oggetti antichi;30

vi si parla di una colonna (Fig. 4), in «stato di deperimento per trovarsile varie parti, di cui si componeva, gettate nel terreno sabbioso, espostealle intemperie che con l’andar del tempo distaccano anche il marmo»31

(doc. 7). Dalla relazione che il Sindaco a sua volta gira alla Sotto-Prefettura di Terranova (doc. 8), traiamo qualche altro dettaglio: lo statodi disgregazione del calcare, di cui erano scolpiti i rocchi, era a tal puntoavanzato che del quarto non era più possibile leggere le scanalature; del-l’antico avanzo si parla come di un cimelio gelosamente custodito dalComune che anni addietro aveva sostenuto le spese per il riposiziona-mento di uno dei rocchi, precipitato nel 1879 sulle dune sabbiose sotto-stanti.

Che Terranova sia l’antica Gela non è più messo in dubbio nemmenonei documenti ufficiali, nei quali anzi dagli anni Ottanta in poi il concet-to viene ribadito a più riprese, in un crescente sentimento di orgoglio civi-co e di identità storica. Così la colonna dorica diviene glorioso avanzo deltempio di Apollo32 e come tale meritevole di essere «riattata e innalzataonde resti sempre a testimoniare l’esistenza in questo suolo dell’antica efiorente Gela»; sono queste le parole che accompagnano la proposta unani-me e molto compiaciuta del Consiglio Comunale di Terranova, in adunan-za del 7 Maggio 1885 (doc. 9), di procedere al rialzamento della colonnastessa.

La perizia preventiva dei lavori di anastilosi, che più volte caldeggia-ti e ciclicamente riproposti in discussione nei decenni successivi, trove-ranno concreta realizzazione solo per mano di Pietro Griffo nel secondodopoguerra (doc. 17; Fig. 5), venne allora affidata all’ingegnere del

33

menti, sotto la Chiesa Matrice di Gela, di elementi architettonici forse pertinenti altempio dorico, vd. R. PANVINI, Nuove scoperte da Gela, in PANVINI - SOLE (a cura di), LaSicilia in età arcaica, in corso di stampa.

30 ORSI, Gela, c. 25.31 Non si trattava in verità di marmo, bensì di uno spesso strato di intonaco bian-

co, steso allo scopo di evitare il contrasto tra i rivestimenti marmorei del tetto e le strut-ture litiche della peristasi e del crepidoma.

32 Il fraintendimento deriva dal noto passo di Diodoro (XIII 108, 4) in cui si citaun colosso di bronzo raffigurante Apollo (ma non un tempio), sito fuori città, che nel405 a.C. fu preso dai Cartaginesi e portato via.

Claudia Lambrugo34

comune, Angelo Di Bartolo. Nella ristretta élite municipale terranoveseera questi personaggio di primo spicco:33 responsabile di numerosi pro-getti edilizi, tra i quali quello per la costruzione di Palazzo Pignatelli edel porto-rifugio, oltre che autore del testo Progetto di sistemazione dellestrade della città di Terranova a compimento dell’intera rete (1888), tra 1890e 1891, per «ottima cultura intellettuale e pratica vasta nei lavori discavo» sarebbe stato insignito del titolo di Ispettore per i monumenti eper gli scavi del circondario di Terranova (docc. 10-11), prendendo ilposto che era stato dell’ing. Navarra. In tale veste era destinato ad affian-care Paolo Orsi, tra 1900 e 1907, nelle esplorazioni archeologiche con-dotte per conto del Governo, meritandosi infine parole di aperto elogiodall’irrepresensibile Roveretano (doc. 16), per l’attenzione e il tatto con

33 Per le notizie su Angelo Di Bartolo (1847-1914) sono particolarmente grata allapronipote Sig.na Alessandra Di Bartolo, della Biblioteca Comunale di Gela, che con-serva gelosamente le memorie dell’illustre famiglia.

Figura 4 – La colonna dorica di Molino a Vento nei primi anni del Novecento.Dalla Collezione ART Franco Pardo - Gela.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela) 35

Figura 5 – La colonna dorica allo stato attuale.

Claudia Lambrugo

cui aveva condotto a buon fine molte pratiche coi privati proprietari deifondi e per l’impegno profuso contro l’attività clandestina.34

Ma torniamo alle lodevoli iniziative della Commisione Conservatrice diCaltanissetta. In un documento inviato dalla Sotto-Prefettura di Terranovaal Sindaco della città, in data 24 Dicembre 1882, veniamo a sapere che lamedesima aveva programmato «scavi esploratori nelle importanti contradedi Aidone,35 ove esistono gli avanzi di un’antica città; di Terranova, ove èsituata l’antica città di Gela..., contrade che si ritengono feraci di scopertearcheologiche»; per tali iniziative sollecitava un impegno finanziario ancheda parte delle singole amministrazioni comunali, cui pure si chiedeva checoncedessero in deposito nell’instituendo Museo Provinciale di Caltanis-setta gli oggetti trovati (doc. 4). La richiesta era d’obbligo, dato che il decre-to ferdinandeo del 14 Maggio 1822, all’epoca ancora vigente, prevedeva cheil frutto di uno scavo archeologico, autorizzato dagli organi competenti,rimanesse in possesso del proprietario del terreno in cui la scoperta era avve-nuta; si era allora solo all’inizio di quell’intenso e a tratti doloroso dibattitoche avrebbe condotto a riconoscere la preminenza dell’interesse pubblicosull’utile privato.

Stanziata dapprima la somma di L. 200, ma con malavoglia, anche perla cronica carenza di fondi comunali, in data 17 Aprile 1884 il ConsiglioComunale di Terranova inverte la rotta; in un crescendo di orgoglio civicoe campanilismo archeologico revoca la delibera precedente, con la quale siimpegnava a collaborare finanziariamente con la Commissione Provinciale,e si fa a sua volta promotore di scavi, dato che «il territorio del Comune èsugli avanzi dell’antica Gela e che, come l’esperienza ha dimostrato a ognipiè sospinto, s’incontrano negli scavi oggetti di antichità»; non solo, ma siriserva di studiare come poter istituire a sua volta un Museo Comunale cheraccolga il frutto degli scavi e gli oggetti che «vari proprietri hanno dimo-strato la buona volontà di cedere [...] in vantaggio dell’instituendo museocomunale» (doc. 6).

Se quanto scritto nella delibera del Consiglio corrisponde al vero, v’èallora forse da rimpiangere che la mancanza di fondi adeguati abbia sem-pre inibito l’istituzione del citato Museo Municipale (almeno fino all’av-vento di Orsi); in esso avrebbero potuto trovare buona sistemazione lenumerose raccolte di antichità, più o meno ragguardevoli, che dovevano

36

34 Vd. anche ORSI, Gela, cc. 27-28.35 Le sottolineature sono nel documento.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

fare bella mostra di sè nei salotti dei signori terranovesi, alcuni dei quali,s’è letto, sarebbero stati disposti a cedere gratuitamente gli oggetti a van-taggio dell’amministrazione municipale. Come tristemente noto invece, lasola Collezione Navarra è giunta fino ai nostri giorni, sopravvivendo allavendita e alla dispersione.36

In linea con le nuove velleità archeologiche del Comune si deve leggereanche l’istituzione, con delibera del 17 Dicembre 1891, di una Com-missione Comunale di Antichità – composta di 7 ispettori, un segretario eun presidente – che vegliasse sulla conservazione dei monumenti municipa-li, impedisse scavi abusivi nei terreni di proprietà comunale, rivendicassequanto assegnato al Comune per lasciti testamentari in termini di raccoltedi antichità e di monumenti, non ultimo operasse per la nascita dell’ambi-to Museo (doc. 12). Non è noto in che termini tale nuova Commissione sirapportasse con il precedente Comitato locale (se mai questo fosse statoancora attivo), tanto meno se fosse riconosciuta dagli organi nazionali com-petenti, in primis il Commissariato Speciale della Sicilia. Ebbe a chiederseloanche Orsi (Fig. 6), il quale in occasione di una sua visita a Terranova nellatarda primavera 1895, così scrisse alla Direzione Generale di Roma:37

città greca della Sicilia che ha dato e dà in quantità bellissimi vasi distile nero e specialmente di quello rosso. E pure il governo non si è maicurato di farvi scavo, tranne per breve durata, un trentennio addietro.38

Scavarono invece con magnifico successo speculatori privati, uno deiquali ha fatto con le vendite una sostanza di alcune decine di migliaiadi lire (sic!) e ciò che vieppiù sorprende si è che i migliori scavatorinegozianti fanno parte di una commissione conservatrice locale; non so,

37

36 Per le lunghe vicende che hanno accompagnato l’acquisto da parte dello Stato dellaCollezione Navarra si veda l’introduzione a M. MARTELLI (a cura di), CVA Italia 52, MuseoArcheologico Nazionale di Gela. Collezione Navarra 1, Roma 1972; la collezione è edita anchein successivi fascicoli del CVA: M. MARTELLI (a cura di), CVA Italia 53, Museo ArcheologicoNazionale di Gela. Collezione Navarra 2, Roma 1973; F. GIUDICE (a cura di), CVA Italia 54,Museo Archeologico Nazionale di Gela 3, Roma 1974; ID. (a cura di), CVA Italia 56, MuseoArcheologico Nazionale di Gela. Collezione Navarra 4, Roma 1979; un ultimo fascicolo è inpreparazione a cura di G. Giudice; per i vasi della collezione si vedano anche le schede rela-tive in R. PANVINI, Ceramiche attiche figurate del Museo Archeologico di Gela. Selectio Vasorum,Venezia 2003; PANVINI - GIUDICE (a cura di), TA ATTIKA.

37 La lettera è trascritta in P.E. ARIAS, Politica e cultura nell’attività di Paolo Orsi, inPaolo Orsi e l’archeologia del ‘900, “Atti del Convegno, Rovereto 1990”, in “Annali deiMusei Civici di Rovereto” Suppl. 6 (1990), Rovereto 1991, p. 19.

38 Il riferimento è agli scavi di D’Ondes del 1864.

Claudia Lambrugo

e voglio sperare di no, se riconosciuta dal Governo. Ma il male è cosìinveterato e così profondamente radicato che per rimediare a guai peg-giori bisogna procedere con assai cautela e con molto tatto, essendointeressato qualche pezzo grosso del luogo in tali affari. Io proporrò aV.S. e al ministro per l’esercizio venturo un piccolo esperimento di scavidell’area del tempio […] il quale servirà più che altro per studiare ilmodo di togliere garbatamente la mano a questa indecente coalizionedurata troppo a lungo.

Orsi non aveva tutti i torti. Non che si potesse rimproverare allaCommissione Comunale mancanza di buone iniziative, tra le quali nuo-vamente il rialzamento della colonna dorica e l’esecuzione di scavi tut-t’intorno alla stessa, per portare alla luce quanto restasse del tempio (doc.13) – programmi destinati a naufragare per assenza di denaro –, ma è purvero che tra i suoi membri figuravano quei Mario Aldisio Sammito,Emanuele Calandra, Emanuele Lauricella e Nicola Russo, che il grandearcheologo avrebbe citato al principio della sua monografia su Gela come

38

Figura 6 – Paolo Orsi.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

proprietari delle più importanti collezioni terranovesi di antichità,39 rac-colte di cui essi disposero in modo quanto meno disinvolto, vendendospesso (e sempre illegalmente) i pezzi più pregiati ai migliori offerenti.Tra questi ultimi era anche Arthur Evans.

Arthur Evans e gli altri: a Terranova tutti «scavano e vendono»40

Gli splendidi successi del Dennis a Terranova, successi confluiti nelleteche e nei depositi del British Museum, furono probabilmente tra leragioni che spinsero Arthur Evans a raggiungere a sua volta Terranova,«the most inaccessible of all Sicilian towns»,41 alla ricerca di splendidivasi e altre antichità, da acquistare per conto dell’Ashmolean Museum diOxford, di cui dal 1884 era diventato Curatore.42

Vi giunse per la prima volta nel Febbraio 1887, in compagnia dellamoglie Margaret,43 figlia di E.A. Freeman (autore di una celebre storiadella Sicilia),44 anche per assecondare il bisogno della consorte di allonta-narsi dai climi umidi e piovosi d’Inghilterra (Fig. 7). Di questo primoviaggio, cui seguiranno altri nel 1889, 1890, 1892, 1896, si conserva unapreziosa, e a tratti quasi divertita, testimonianza nel diario dell’intrepidaMargaret che, dopo più di sei ore a dorso di mulo per coprire la distanzada Licata, registra così l’ingresso a Terranova in data 18 Febbraio:45

39

39 ORSI, Gela, cc. 25-7.40 Citazione da doc. 15 in Appendice. 41 La citazione è tratta da una lettera scritta da Arthur Evans a C.D.E. Fortnum, uno

dei maggiori benefattori dell’Ashmolean Museum di Oxford, in data 25 Marzo 1896,edita in VICKERS, «… at Terranova one gets more for one’s money than at Rome», p. 242.

42 Su Arthur Evans cfr. J. EVANS, Time and change. The story of Arthur Evans and hisforebears, London - New York - Toronto 1943; F. WILKINS, Six great archaeologists.Belzoni, Layard, Schliemann, Evans, Carter, Thompson, London 1961; D.B. HARDEN, SirArthur Evans 1851-1941. A memoir, Oxford 1983, infine più recente A. MACGILLIVRAY

- J. ALEXANDER, Minotaur: Sir Arthur Evans and the archaeology of the Minoan myth,London 2000. Sui viaggi di Evans vd. A. BROWN, Before Knossos… Arthur Evans’s tra-vels in the Balkans and Crete, Oxford 1993; EAD., with K. BENNETT (eds.), Arthur Evans’stravels in Crete 1894-1899, BAR 1000, Oxford 2001.

43 Un breve profilo biografico di Margaret è in BROWN, with BENNETT (eds.),Arthur Evans’s travels, p. 383.

44 E.A. FREEMAN, The History of Sicily from the Earliest Times, Oxford 1891-1894. 45 I brani, qui riportati, dai diari di viaggio di Margaret e di Arthur Evans sono

Claudia Lambrugo40

Figura 7 – Arthur e Margaret Evans nel giorno del loro matrimonio (1878). DaM. VICKERS, «... at Terranova one gets more for one’s money than at Rome»: Arthurand Margaret Evans in Gela, 1887-1896, in R. PANVINI - F. GIUDICE (a cura di),TA ATTIKA. Veder greco a Gela, Catalogo della mostra, Roma 2003, p. 239.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela) 41

Figura 9 – Il giardino pubblico di Villa Garibaldi alla fine dell’Ottocento.Dalla Collezione ART Franco Pardo - Gela.

Figura 8 – Terranova di Sicilia, la Piazza della Matrice con l’albergo-ristoranteTrinacria. Da F. SALINITRO, Gela. L’identità perduta, Firenze 2007, p. 96.

Claudia Lambrugo

Terra Nova – the ancient Gela, the mother-city of Akragas-Girgenti – lieson a low peninsula hill between the plain celebrated for its corn, and thesea. The plain is now more of a swamp than any[thing] else after all therains of this autumn and winter. It was crossing the plain that Aeschylosmet his death by the eagle dropping the tortoise on his bare head. TheStradone of the town is a fine long street reaching from end to end. Weput up at the Albergo Gela and then went and refreshed ourselves witheggs beat up in coffee at the Café Trinacria (Fig. 8), newly established. Itis also a restaurant and the fare is good and the prices moderate.

There si nothing to be seen in the town in the way of buildings; thereis a pretty little public garden overlooking the sea where papyrus maybe seen (Fig. 9), as indeed in Licata, so we walked out at once to see thesite of a Temple just above the river Gela marked by some prostrateCorinthian columns.46

A[rthur] then went off to explore and presently sent after us to come tothe house of a local wine merchant, Nicola Russo, who has a fine col-lection of vases. He also saw several other collections of vases dug up onthe lands of the peasant proprietors of the neighbourhood.

Non vi è ragione di soffermarsi dettagliatamente in questo contesto– molto è già stato scritto in proposito47 – sui numerosissimi vasi che daTerranova confluirono, per tramite di Evans, nelle raccolte oxodiensi, maè chiaro, da questo e da altri passi che riportiamo dei diari di viaggiodella coppia, che i principali “procuratori” della vase-hunt di Evans furo-no proprio il Russo, il Lauricella e l’Aldisio, le cui collezioni finirono cosìper essere private dei pezzi migliori dall’occhio vigile di Evans.48

In occasione del secondo viaggio a Terranova nella primavera 1889, lacombricola degli Evans, formata da Arthur, la moglie e la famiglia di lei alcompleto, compreso l’illustre genitore, prof. Freeman, viene nuovamenteaccolta all’arrivo dai signori Aldisio e Lauricella; di commerci in vasi con ilprimo dei due racconta Margaret nel suo diario in data 24 marzo:49

42

editi in VICKERS, «… at Terranova one gets more for one’s money than at Rome», cui si riman-da per altra bibliografia specifica; per questo passo vd. ivi, p. 240.

46 Un fraintendimento della scrittrice probabilmente per la nota colonna dorica.47 Vd. VICKERS, The Greek Pottery Vases, con bibliografia di riferimento.48 Ne dà conferma anche l’Orsi in ORSI, Gela, c. 26.49 VICKERS, «… at Terranova one gets more for one’s money than at Rome», p. 241.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

Went into the Duomo after breakfast and listened to the sermon – veryclear Italian and large congregation with almost a majority of men. Thewomen here wear black shawls, some embroidered. I then joinedA[rthur] and the T[axiarch: prof. E.A. Freeman] who had been inside awonderful show, actually a sacred one, representing various scenes of thePassion by means of figures moved by machinery, but all acted at onceto the lively tunesof a barrel-organ. We then went on to call on Sign[or]Aldisio and saw some of his vases; his daughter, a very plain girl in alemon coloured silk gown, presented me with a small two handled cupfound in a grave.

Nel gennaio 1890 il Lauricella organizza addirittura uno scavo nellesue proprietà (che dovrebbero collocarsi nell’area di Costa Zampogna) abenificio dell’Inglese, che è a Terranova per la terza volta: «In two days weexcavated the remains of 6 or 7 interments. All of black-figure period butsystem of interments varied»;50 un’ispezione insieme al Russo nell’area delcimitero monumentale frutta a sua volta la scoperta di numerose tombe,già però parzialmente manomesse da altri clandestini.51 L’impressione (chefu anche di Orsi) è che a Gela tutti scavassero a prioprio bell’agio, non solonelle terre di proprietà, ma anche altrove, verosimilmente senza mai richie-dere l’autorizzazione del Governo, e disponendo poi del prodotto degliscavi in totale libertà, in aperto (forse inconsapevole) spregio delle norma-tive vigenti «senza che veruno curasse di tenere un ricordo, redigere unoschizzo».52

Nell’ultimo decennio del secolo tuttavia la caccia ai vasi e alle antichi-tà diviene gradualmente operazione meno agevole; mentre infatti da unlato diminuisce la disponibilità finanziaria dell’Ashmolean Museum e siaccende la concorrenza tra gli appetiti stranieri, dall’altro il Governo ita-liano comincia a farsi vivo; risalgono infatti al 1896 le prime notizie ‘uffi-ciali’ di ritrovamenti a Terranova per mano del Salinas.53 Anche Orsi (inSicilia dal 1888, ma la cui giurisdizione si estenderà al territorio nissenosolo nel 1897) si è messo nel frattempo sul piede di guerra; allarmato da

43

50 Ivi, p. 241.51 Ibid.52 ORSI, Gela, c. 23.53 A. SALINAS, Terranova di Sicilia. Scoperte di antichità nella necropoli dell’antica Gela,

in “NSA” (1896-1897), p. 118; ID., Terranova di Sicilia. Di un’antichissima epigrafe grecascoperta nel perimetro dell’antica Gela, in “NSA” (1896-1897), pp. 254-55.

Claudia Lambrugo

decenni di anarchia archeologica, il grande archeologo conduce proprio inquegli anni le sue preliminari ispezioni a Terranova, annotando dramma-tiche riflessioni nei suoi taccuini. Nel Taccuino SIC. XXVII, in data 21Maggio 1895, il Roveretano parla infatti tra l’altro di «vergognoso oblio»in cui lo Stato ha abbandonato Terranova, e aggiunge « pare che a Gela leleggi archeologiche non esistano; tutti scavano e vendono, e non in terreni

44

Figura 10 – Taccuino di Orsi (SIC. XXVII – 1895) con alcune annotazioni inoccasione di una visita preliminare a Terranova in data 21 Maggio 1895. Da C.CIURCINA, Paolo Orsi e l’avvio di scavi regolari a Gela, in R. PANVINI - F. GIUDICE

(a cura di), TA ATTIKA. Veder greco a Gela, Catalogo della mostra, Roma 2003,p. 146.

Antichità e scavi a Terranova di Sicilia (Gela)

propri soltanto, ma anche a contratto ed a premio in terre altrui. Così sison formate varie collezioni» (doc. 14; Fig. 10).

Negli anni successivi, tra 1900 e 1907, con le campagne di scavonelle necropoli, a Molino a Vento e a Bitalemi,54 Orsi avrebbe dato bat-taglia, non sempre vittoriosa, alle «ingorde speculazioni di privati» eall’«opera incosciente dei devastatori», cercando di riaffermare anchenelle neglette contrade terranovesi il rispetto della legge, spesso total-mente e innocentemente ignorata, ma operando con estrema durezzacontro i più restii a piegarsi; tra questi sarà il noto cav. Nicola Russo. Lalettera, inviata da Orsi alla Direzione Generale, a conclusione della primacompagna di scavi nel Borgo, è un esempio illuminante del quotidianooperare del Roveretano contro la «camarilla locale degli speculatori e sca-vatori abusivi» in nome della scienza e del Governo (doc. 15).

[email protected]

45

54 Edizione monografica degli scavi in ORSI, Gela.

Claudia Lambrugo

APPENDICEDOCUMENTI INEDITI

Gela, Archivio Storico ComunaleCarpetta 45, Istruzione Pubblica (1860-1899), fasc. 11, 16, 22, 23, 26, 28

DOCUMENTO 1Su carta non intestata. Oggetto: Monumenti nazionali. Terranova, 21 Maggio1870, indirizzata dal Sotto-Prefetto di Terranova al Sindaco.

Dalla prefettura con nota del 18, stante N. 1011 – 3032 – Div. 1, viene scrit-to quanto segue:«Il Ministro dell’Istruzione Pubblica con nota 11, corrente mese, invitava ilsottoscritto a volergli comunicare una nota particolareggiata di tutti gli edificipubblici (cioè non appartenenti a privati cittadini) di qualsiasi forma, sacri oprofani esistenti in questa provincia i quali per arte, antichità o per memoriestoriche abbiano tale importante da farli annoverare fra i monumenti naziona-li, aggiungendo se la proprietà degli stessi appartenga al Comune o altro corpomorale, e con avvertenza inoltre che in detta nota non devono comprendersi gliedifici degli enti morali soppressi colla legge 7 luglio 1866, e 15 agosto 1867.Rivolgendo impertanto la preghiera alla S.V. lascerebbe chi scrive sommamen-te [...] se nel dargli nota degli edifici pubblici posti nelle condizioni sopraccen-nate e che esistono in cotesto comune, vorrà puranco fare una particolareggiatarelazione delle memorie storiche che agli stessi si annette, onde possa ilMinistero con pienezza giudicare della loro importanza.La S.V. sarà in pari tempo compiacente di partecipare la presente ai Sindaci dicotesto circondario per apprestare le anzidette notizie».Nel comunicare tutto ciò alla S.V. il sottoscritto si attende le nozioni sopra diman-date e nella negativa un cenno opportuno per corrispondere allo invito ricevuto.

Il Sotto-Prefetto(firma illeggibile)

DOCUMENTO 2Su carta non intestata, N.P. 597. Oggetto: Monumenti nazionali. Terranova, 28

Giugno 1870, indirizzata dal Sindaco di Terranova al Sotto-Prefetto.

Risponde il sottoscritto alla pregiata nota di V.S. contro indicata che in questoComune non è alcuno dei monumenti aventi le condizioni in essa spiegate.

Il Sindaco(firma illeggibile)

46

Appendice

DOCUMENTO 3Su carta intestata Sotto-Prefettura del Circondario di Terranova di Sicilia, N.P. 21.Oggetto: Conservazione dei monumenti antichi. Terranova, 6 Aprile 1877, indiriz-zata al Sig. Sindaco di Terranova.Ricevuta in data 7 Aprile 1877, N.P. 815.

Il Commissariato Speciale per gli Scavi e Musei di quest’isola, sedente inPalermo, ha fatto conoscere che, a causa di talune demolizioni di antichi avan-zi costà operatevi, il Sig. Ministro della P.I. ha diramato le debite istruzioni per-ché ciò non abbia per lo avvenire a ripetersi.Ha perciò inculcato l’osservanza della legge sulla conservazione delle antiche fabbri-che, ed ha imposto l’obbligo di sospendere senza eccezioni di sorta e da qualunqueautorità ne venga l’ordine, la demolizione della più piccola parte di esse, fosse anchecreduta insignificante, e di darne parte a quest’Ufficio per il debito esame o parere.Ed io, nel richiamare l’attenzione della S.V. sull’obbietto, Le raccomando l’adem-pimento di siffatte prescrizioni e di segnarmi intanto recapito della presente.

Il Sotto-Prefetto(firma illeggibile)

DOCUMENTO 4Su carta intestata Sotto-Prefettura di Terranova di Sicilia, N.P. 3121. Oggetto:Servizio archeologico. Scavi esplorativi nella provincia. Terranova, 24 Dicembre1882, indirizzata al Sig. Sindaco di Terranova.

La Commissione conservatrice di monumenti e delle opere d’arte dellaProvincia, in adunanza del 2 Maggio u.s., sulla proposta dell’Ispettore Prov.leSig. Pappalardo diretta ad ottenere che fossero promossi scavi esploratori nelleimportanti contrade di Aidone,55 ove esistono gli avanzi di un’antica città; diTerranova, ove è situata l’antica città di Gela; di Castrogiovanni, l’antica Enna,contrade che si ritengono feraci di scoperte archeologiche, ha deliberato di pre-garsi anzitutto l’Amm.ne Prov.le ad accordare un benevolo sussidio per l’intra-prendimento di tali scavi e di eccitare lo zelo delle singole Amm.ni Municipaliaffinché, assumendo quella lodevole iniziativa che è richiesta dall’importanzadell’argomento, alla lor volta stabiliscano nei rispettivi bilanci un fondo ade-guato allo scopo e di acconsentire acciò gli oggetti trovati negli scavi sianodepositati nell’instituendo Museo provinciale.Nel rendere di ciò informato la S.V., non lascio di richiamare la sua attenzionesu questo ramo importante di pubblico servizio, interessandola di provvedere

47

55 Le sottolineature sono nel documento.

Claudia Lambrugo

affinché cotesta Rappresentanza Municipale voglia con premura assecondarequanto venne proposto dalla Commissione suddetta e gradirò di conoscere ilrisultato delle pratiche che Ella avrà fatto in riguardo.

Il Sotto-Prefetto(firma illeggibile)

DOCUMENTO 5Su carta intestata R. Prefettura della Provincia di Caltanissetta, N.P. 84. Oggetto:

Servizio archeologico. Relazione sullo stato dei monumenti. Caltanissetta, 16 Febbraio

1883, indirizzata al Sig. Sindaco di Terranova.

Ricevuta in data 19 Febbraio 1883, P.N. 490, cat. XIII, fasc. 7.

Mi pregio partecipare alla S.V. quanto questa Onorevole Commissione Conser-vatrice dei monumenti e delle opere d’arte ha deliberato in adunanza del 2Maggio ultimo circa l’oggetto controindicato:«La Commissione allo scopo di conoscere il preciso stato dei monumenti ar-cheologici della provincia, e per emettere, occorrendo, le confacenti misurepella loro conservazione, anzichè restringere, come sinora si è fatto, ad una rela-zione semestrale, desunta per lo più dai rapporti municipali non sempre infor-mati a criteri esatti, uniformandosi al parere del Sig. Ispettore Pappalardo,ritiene sia più regolare il temperamento di istituirsi nei comuni ove esistonomonumenti antichi od opere d’arte, un Comitato Speciale di due o tre personecolte e competenti, il quale presieduto dal Sindaco, rivesta l’onorifico incaricodi vegliare alla conservazione dei patri ricordi del luogo e l’obbligo di riferireminutamente ogni circostanza intorno ad essi alla Prefettura.(mancano alcune righe...)La Commissione all’unanimità delibera:che il Comitato debba comporsi di 4 componenti, oltre al Sindaco Presidente,nel Capo Luogo della Provincia e in quelli di Circondario, e di 3 oltre il SindacoPresidente negli altri Comuni.Che la nomina sia demandata al Consiglio Comunale sulla proposta della GiuntaMunicipale, previo accordo col Sig. Ispettore Circondariale per gli scavi».La S.V. onorevole converrà meco nel riconoscere la opportunità di costituire alpiù presto il predetto Comitato, i di cui atti non potranno che meglio correg-gere il pregio di questo importante ramo della P.I.Laonde io prego la S.V. di voler compiacersi invitare codesto Onorevole ConsiglioComunale ad emettere in seduta straordinaria che autorizzo, e previ gli accordi[...], la deliberazione di nomina dei componenti di tale Comitato speciale ed atten-derò poi due copie della deliberazione corrispondente.

Il Prefetto Reggente(firma illeggibile)

48

Appendice

DOCUMENTO 6Processo Verbale di Deliberazione del Consiglio del Comune di Terranova diSicilia, in data 17 Aprile 1884.

L’anno Milleottocentottantaquattro, il giorno diciassette del mese Aprile alleore 11 nella sala del Palazzo di Città.Convocato il Consiglio Comunale in seduta ordinaria ai termine dell’articolo 77della Legge Comunale e Provinciale ed in dipendenza dell’avviso scritto rila-sciato a domicilio di ogni consigliere Sono presenti i signori

1. Panebianco avv. Nicola2. Moscato Giovanni3. Aldisio avv. Vincenzo4. Giurato cav. Antonino5. Catalano Vincenzo6. Giuffrè Giovanni7. Caci Mario Francesco8. [...] Giuseppe9. Battaglia avv. Luigi10. Barbara Rosario11. Comandatore Nicola12. Russotto Francesco13. [...] Rocco14. Strazzeri not. Clementino15. [...] cav. Tommaso16. Moscato Nicola17. Jacona Paolo18. Vella Dr. Emanuele19. Navarra cav. Cesare

Il Signor Avv. Panebianco, assunto ufficio da Sindaco, ha assunta la presidenzadella seduta e vi ha assistito il signor Gaetano Aliotta Segretario Comunale.Il Presidente visto che le formalità della convocazione sono state pienamenteosservateRitenuta legale l’adunanza di seconda convocazione ai termini dell’art. 89 dellalegge sopracitata, dichiara aperta la seduta, e mette in discussione la seguente

PROPOSTA

Scavi esploratori pel rinvenimento di oggetti d’arte ed antichitàE verificato che la proposta medesima con i documenti relativi venne depositata24 ore prima in questa sala, giusta l’art. 213 di essa legge, messa avanti l’origina-le della proposta, il segretario dà lettura di una nota della Sottoprefettura del

49

Claudia Lambrugo

Circondario data 24 Dicembre 1882 n. 3121 e della deliberazione del ConsiglioComunale 8 Marzo 1883 n. 434 e mediante ciò l’adunanza è informata:1. Che la Commissione Conservatrice di monumenti e delle opere d’arte dellaprovincia con atto 2 Maggio di quell’anno deliberava che fossero promossi scaviesploratori, tra gli altri nel territorio di Terranova ov’era situata l’antica città diGela, e all’uopo chiedeva il concorso di questo Comune nelle spese occorrenti el’adesione perché gli oggetti trovati negli scavi sieno depositati nell’istituendoMuseo provinciale.2. Che il Consiglio Comunale deliberò il sussidio di L. 200 da prelevarsi dal-l’articolo imprevedute ammesso nel bilancio 1883, esito che poi non ebbe effet-to e che ora viene dalla suddetta commissione sollecitato.Dopo di che nasce una discussione sulla convenienza o meno della spesa a farsie vari consiglieri fanno specialmente rivolgere l’attenzione dell’adunanza allacondizione di doversi depositare gli oggetti trovati nel museo provinciale, men-tre è qui vivo desiderio di aversi un museo comunale, il quale desiderio vieneconfortato tanto dall’esperienza dei nostri scavi feraci di preziosi oggetti diantichità, quanto dall’arrendevolezza dei proprietari che attualmente ne possie-dono, a volerli cedere in vantaggio dell’istituendo museo comunale.Nella precedente discussione il Presidente, avendo preso nota delle valevoliragioni esposte dai congregati, formula la seguente proposta per sottoporla alvoto dell’adunanza:Il Consiglio Comunale di Terranova- ritenuto che il territorio del Comune è sugli avanzi dell’antica Gela e che, comel’esperienza ha dimostrato a ogni piè sospinto, s’incontrano negli scavi oggetti diantichità i quali meritano di essere gelosamente custoditi entro il Comune stesso- ritenuto che vari proprietari hanno dimostrato la buona volontà di cederequelli che attualmente possiedono in vantaggio dell’istituendo museo comuna-le, ciò che anche risulta da testamenti pubblici di estinti cittadini i quali nehanno inibito la vendita ai loro eredi, ordinando anzi in tal caso la cessione gra-tuita in favore dell’Amministrazione comunale

DELIBERA

revocarsi la deliberazione del Consiglio Comunale 8 Marzo 1883 n. 434 e diconseguenza non obbligandosi al sussidio delle lire duecento in favore dellaCommissione Provinciale conservatrice di monumenti di Caltanissetta, si riser-va di studiare sulla istituzione di un museo comunale e di provvedere alle speseoccorrenti nella formazione del bilancio preventivo dell’esercizio 1885.La proposta del Presidente, sottoposta ai voti del Consiglio, unanime viene ac-cettata ed adotatta.Firmati all’originale

N. Panebianco et alii.

50

Appendice

DOCUMENTO 7Su carta non intestata. Senza oggetto. Terranova, 25 Aprile 1884, indirizzata alSignor Sindaco del Comune di Terranova.Ricevuta in data 25 Aprile 1884, N.P. 1177, cat. XIII, fasc. 7.

I sottoscritti componenti il Comitato Archeologico di questo Comune fanconoscere a S.V. Ill.ma, che avendo visitata la Colonna Dorica abbattuta ed esi-stente alla parte Orientale fuori questa Città, unico avanzo di antichità esisten-te in questo territorio, l’han trovata nello stato di deperimento per trovarsi levarie parti, di cui si componeva, gettate nel terreno sabbioso, esposte alleintemperie, che coll’andar del tempo distaccano anche il marmo.La ossequiamo distintamente,

Ing. Gius. NavarraGiov. Di Fede Mallia

DOCUMENTO 8Su carta non intestata. Oggetto: Stato dei monumenti. Terranova, 27 Aprile 1884,indirizzata dal Sindaco al Sotto-Prefetto di Terranova.

Sono stato d’accordo con i componenti del Comitato Archeologico per venirealla conclusione che, mancando nel Comune monumenti ed oggetti di antichi-tà e di belle arti (di proprietà non privata), non è il caso di fare una relazione.Solamente esiste al nord-est della città una colonna dorica, rovesciata, avente inpiedi il solo primo rocchio. Faceva essa parte del tempio di Apollo, e la naturadella pietra essendo calcare conchiliare arenario (?) compatto, ha sofferto dallemeteore tali avarie che uno dei rocchi, il quarto, è quasi distrutto tanto che legrosse scanalature nelle parti a vista sono interamente scomparse.Questa colonna è gelosamente curata dal Municipio perché, dopo tanti secoli, rive-la la civiltà dell’ [...] Gela. Nel 1879 uno dei rocchi, forse per movimento della sab-bia su cui giaceva, prese un movimento di rotazione e precipitò nella duna sotto-stante. Il Municipio la fece rimettere al posto con la spesa di lire cinquanta.

Il Sindaco(firma illeggibile)

DOCUMENTO 9Processo Verbale di Deliberazione del Consiglio del Comune di Terranova di

Sicilia, in data 7 Maggio 1885.

L’anno milleottocentottantacinque il giorno sette del mese di Maggio alle ore11 nella sala del Palazzo di Città

51

Claudia Lambrugo

Convocato il Consiglio Comunale in seduta ordinaria ai termini dell’art. 77della Legge Comunale e Provinciale ed in dipendenza di avviso scritto rilascia-to a domicilio di ogni consigliereSono presenti i signori

1. Panebianco Conte avv. Nicola2. Moscato Giovanni3. Aldisio avv. Vincenzo4. Giurato cav. Antonino5. Iozza Rosario6. Catalano Vincenzo7. Battaglia avv. Luigi8. Barbara Rosario9. [...] Rocco10. Russotto Francesco11. Jacona Paolo

Il Signor Conte Avv. Panebianco Sindaco ha assunta la presidenza della sedutae vi ha assistito il signor Gaetano Aliotta Segretario Com.le. Il Presidente visto che le formalità di convocazione sono state pienamente osser-vateRitenuta legale l’adunanza di seconda convocazione ai termini dell’art. 89della legge sopra citata, dichiara aperta la seduta, e mette in discussione laseguente

PROPOSTA

Elevamento della colonna doricaE verificato che la proposta medesima con i documenti relativi venne deposita-ta 24 ore prima in questa sala, giusta l’articolo 213 di essa leggeL’assessorre Jacona, dopo intesa la precedente proposta, chiesta e ottenuta laparola, dichiara che egli la fece inserire (?) all’ordine del giorno perchè gli duolefortemente di vedere l’oggetto più importante che attesta ancora l’antica splen-didezza ed il fasto di questa città, così negletta ed abbandonata, da perdersenetra altri pochi anni financo la memoria.Perciò propone che la colonna dorica attualmente giacente vicino al fabbricatodel mulino a vento, divisa e manomessa, sia riattata e innalzata onde resti sem-pre a testimoniare l’esistenza in questo suolo dell’antica e fiorente Gela.L’adunanza con molto compiacimento sente ed approva quanto il Sig. Jacona haesposto, ed unanime accettando la di lui proposta, dà mandato alla Giunta didisporre all’ingegnere del Comune la redazione di una preventiva perizia ondeconoscersi la spesa occorrente per la erezione della colonna dorica.Firmati all’originale

N. Panebianco et alii.

52

Appendice

DOCUMENTO 10Su carta intestata Sotto-Prefettura di Terranova di Sicilia, N.P. 113 Gab. Oggetto:Proposta per la nomina di un ispettore per gli scavi ed i monumenti. Terranova, 28Maggio 1890, indirizzata al Sig. Cav. Francesco Morso, Sindaco del Municipio diTerranova.Ricevuta in data 29 Maggio 1890, N.P. 2016, cat. XIII, fasc. 7.

Essendosi reso vacante in questo circondario per il trasloco del Delegato di R.I. Sig.Navarra il posto di ispettore dei monumenti e dei scavi, il Ministero della PubblicaIstruzione desidera che sia rimpiazzato. All’uopo ha richiesto la mia proposta ed ioho pensato di rivolgermi alla S.V. che per la conoscenza locale delle persone è ingrado indubbiamente di fornirmi utili lumi per una scelta opportuna.I requisiti che si richieggono dal Superiore Ministero per un ispettore degliscavi e monumenti sono:che dimori stabilmente nel Circondarioche abbia sufficiente cultura specialmente storicache sia pratico di lavori di scavoche sia persona seria e grave e che goda la pubblica stima.

Il Sotto-Prefetto(firma illeggibile)

DOCUMENTO 11Su carta non intestata. Oggetto: Sulla nomina di un ispettore per gli scavi ed i monu-

menti. Terranova, 29 Maggio 1890, indirizzata al Sotto-Prefetto.

Corrispondendo alla richiesta fattami con la pregiatissima lettera 28 correnteN. 113 Gab., mi onoro esprimerle che da uno sguardo dato agl’individui chepiù meritevolmente potrebbero assumere la carica di Ispettore degli scavi e deimonumenti, credo preferibile a tutti il Sig. Ingegnere Angelo Di Bartolo per-ché possiede in modo soddisfacentissimo i requisiti prescritti e principalmenteottima cultura intellettuale e pratica vasta nei lavori di scavo, mentre riscuotein grado superlativo la stima di tutti.

Il SindacoMorso

DOCUMENTO 12Delibera del Consiglio Comunale N. 197. Oggetto: Commissione per gli scavi diantichità.

L’anno mille ottocentonovantuno il giorno diciassette del mese Dicembre in

53

Claudia Lambrugo

Terranova di Sicilia nella solita sala del Palazzo di Città. Il Regio Commissario,assistito dal Sig. Francesco Cipolla, Vice Segretario ComunaleVisti gli articoli 269, e 118 della legge comunaleTenuta presente la istanza di vari cittadini perché questa Città avesse una Com-missione di Antichità coll’assegno di un fondo, all’oggetto di raccogliere in unmuseo Comunale i resti di monumenti antichi che si potrebbero trovare tuttora.Considerato che è veramente deplorevole il caso di una Città come questa notaper una splendida storia fin dai primi tempi della civiltà italo-sicana, che puressendo ricca di tanti preziosi monumenti, nulla vi sia di proprietà pubblica,che serva ad attestare ai posteri il suo passato non secondo ad alcunaVisto il regolamento per servizio degli scavi di antichità approvato con decreto18 Gennaio 1855 N. 3660Ritenuta l’urgenza

DELIBERA

Nel Comune di Terranova è istituita una commissione di 9 individui, la quale sce-glie nel suo seno un presidente e un segretario contabile, e sette ispettori di turno.I suoi membri si rinnovano ogni tre anni, come per il Consiglio Com.le.La stessa:a) sorveglia alla conservazione dei monumenti municipali, o soggetti al pubbli-co per destinazione dei proprietari.b) cura la rivendica dei diritti che il pubblico vi possa avere per monumenti oraccolte di antichità, sia per atti di ultima volontà dei proprietari, che per qua-lunque altra causa, proponendone la rivendicazione, ove fosse il caso, all’Am-ministrazione Com.c) impedisce scavi nei luoghi pubblici, o di proprietà Com.le, riferendoneall’Amministrazione le violazioni perché vi provveda.d) procurerà di poter formare un museo di antichità in locale da destinarsidall’Amministrazione, mediante offerte private, e di [...] pari in pubblici loca-li, o di pertinenza comunale.Alla Commissione sono assegnate L. 500,00, prelevabili all’occorrenza sopra unfondo da destinarsi.Per essere pagate le spese occorrerà la presentazione della nota firmata dal-l’Ispettore, e vistata dal Presidente.La Commissione nella sua prima riunione, che sarà presieduta dal Sindaco, o chiper lui con voto deliberativo, formulerà la proposta di un regolamento da sot-toporsi all’approvazione dell’Amm. sulle tracce di quello approvato col sopracitato decreto.Restano nominati a componenti i Signori:

1. Aldisio Sammito Mario2. Russo Nicola

54

Appendice

3. Aldisio Giuseppe4. Moscato Nicola5. Rizza Pietro5. Navarra Cesare6. Panebianco cav. Rosario7. Calandra Emanuele8. Lauricella Emanuele

Quest’atto, previa la formalità della pubblicazione, viene trasmesso all’Ill. Sig.Prefetto per prenderne atto, e sottoposto al Consiglio nella prima riunione. Del chesi è redatto il presente verbale che dopo lettura e conferma, viene sottoscritto.

Il R. Commissario(firma illeggibile)

Il V. SegretarioF. Cipolla

DOCUMENTO 13Su carta non intestata. Senza oggetto. Terranova, 6 Maggio 1892, indirizzata all’Ill.mo

Sig. Sindaco di Terranova.

Ricevuta in data 8 Maggio 1892, P.N. 2445, cat. XIII.

La Commissione per gli scavi e la conservazione delle antichità, istituita con deli-berazione del 17 Dicembre 1891, presa dal R. Delegato Straordinario e debita-mente vistata dalla Sotto-Prefettura, nella sua prima riunione a dì 6 Marzo 1892deliberava fra l’altro che, a prevenire dagli ulteriori danni che l’ingiuria del tempoe il vandalismo di qualcuno potrebbero arrecare all’unico monumento che vi abbia-mo dall’antichità, cioè la colonna dorica che giace all’oriente della nostra collina,venissero ricollocati sulla propria base i vari pezzi che la compongono, rimetten-dola nel suo insieme, dietro i necessari restauri per mano perita, affinché più nonrimanga deturpata e negletta nel modo in cui si trova.Deliberava pure di effettuare gli scavi lungo la periferia dell’antico tempio ovesorge detta colonna e lasciare scoverto ogni rudere che possa attestare l’esisten-za di quell’antico monumento, facendo cingere il tutto d’attorno con una can-cellata, da impedire l’accesso e il passaggio.Ma ad eseguire ciò, fatto un abbozzato preventivo per la spesa, la Commissione cheho l’onore di presiedere mi incaricava di pregare la S.V. Ill.ma perché vogliadegnarsi disporre in suo favore il mandato di pagamento delle L. 500 assegnate alloscopo dal predetto R. Delegato con la deliberazione in forma esecutiva, cui sopraè parola.Adempiendo quindi ad un tale incarico, Le sarei obbligatissimo se volesseaccontentare con qualche urgenza la giusta richiesta.

Il PresidenteRosario Panebianco

55

Claudia Lambrugo

DOCUMENTO 14 (Fig. 10)Taccuino SIC. XXVII -1895.56

21 Maggio. Rapidissima escursione a TerranovaDella città greca nulla esiste; all’estremità est del paese tracce di un tempio doricoarcaico; si potrebbero rimontare i fusti della colonna sparsi per terra in numero diquattro; il diametro inferiore ne è di m. 1,48, un tentativo di scavi darà forse qual-che altra particella del basamento, sebbene non ci sia da farsi troppe lusinghe.In ogni modo uno scavo al tempio darebbe modo di studiare anche le necropo-li, ed [...] il vergognoso oblio in cui il Governo ha lasciato tale località. Infattipare che a Gela le leggi archeologiche non esistano; tutti scavano e vendono, enon in terreni propri soltanto, ma anche a contratto ed a premio in terre altrui.Così si son formate varie collezioni.

C. Russo Direttore della Banca; vasi belli, fini (?) e ben restaurati. (continua)

Roma, Archivio Centrale dello StatoMin. P.I., Dir. Gen. AA.BB.AA., busta 19, ‘Terranova. Scoperte di anti-chità 1898-1907’, fasc. 46/5.

DOCUMENTO 15Su carta intestata Regio Museo Archeologico di Siracusa, P.N. 238. Oggetto: Gela

(Terranova di Sicilia). Anarchia archeologica. Siracusa, 12 Luglio 1900, indirizzata al

S.E. Sig. Ministro della Pubblica Istruzione, Direzione per le Antichità e Belle Arti.

Le parecchie settimane da me passate in Terranova di Sicilia, per attendere alladirezione degli scavi nel Borgo,57 mi hanno posto in grado di misurare esattamen-te le deplorevoli condizioni in cui viene a trovarsi questa tra le più importanti cittàdell’isola sotto il rispetto archeologico; condizioni alle quali urge porre un riparo,se si vuole che, per quanto arrivati troppo in ritardo, sia ancora riservata ai MuseiNazionali l’ultima e più tenue porzione delle reliquie d’arte che il suolo gelese puòancora celare; se si vuole che i giusti postulati della nostra scienza trovino unresponso per mezzo di ricerche sistematiche, e non sieno sacrificati dalle ingordespeculazioni di privati e dall’opera incosciente dei devastatori.

56

56 Già edito in CIURCINA, Paolo Orsi, p.146.57 Nell’anno 1900 si volge la prima campagna di scavi per conto del Governo a

Gela, con l’esplorazione della necropoli arcaica del Borgo; cfr. P. ORSI, Gela (Terranovadi Sicilia). Scavi nella necropoli arcaica, in “NSA” (1900), pp. 245-48.

Appendice

Il Ministero ed i suoi rappresentanti hanno avuto il torto gravissimo di permet-tere per 37 anni di seguito, che le ricche necropoli gelesi venissero messe a saccocol solo intento del lucro, per modo che oggi a Terranova si è costituita una verafamiglia di scavatori grandi e piccoli, i quali fanno orecchi da mercante e sonoassolutamente restii al riconoscimento delle disposizioni contro gli scavi abusi-vi, dichiarando che per lo meno nei terreni di loro proprietà si reputano liberied assoluti padroni di far quanto meglio loro piaccia.Dei piccoli sarebbe facile avere ragione con una piccola lezione, e con dei moni-ti. Più difficile impresa sarà coi grandi, alla testa dei quali sta oggi il Cav.Nicola Russo, Direttore della Banca Popolare, e uomo di qualche prestigio.Scavando per 12 anni di seguito, con campagne delle durata di 6-7 mesi annui(sic), egli costituì una ragguardevole collezione, il meglio della quale andòall’estero, e di cui residui egli vorrebbe ora gabellare al Governo per 20.000…lire. Il Russo è stato da me a voce ed in iscritto avvertito che l’antica tolleran-za doveva esser per sempre finita, ma egli finge di non capire, e mi consta cheanche ora egli stava preparando alla chetichella, ed appena io fossi partito, unlavoro per la durata di parecchi mesi. A lui che, non pagando, come promette-va, metà del valore degli oggetti ai proprietari, è venuto fatto di mettere assie-me in 2 1/2 lustri un 40.000 e più lire col profitto dei suoi scavi, è duro certa-mente di dovervi rinunziare e per sempre.

Per impedire il ripetersi dei vecchi guai sono dunque necessari due rimedi:a) l’applicazione di misure d’indole generaleb) l’ammonizione e vigilanza speciale del Russo e dei suoi agenti.

A) Sta il fatto che a Terranova sono generalmente sconosciute le leggi archeologi-che; anzi la maggior parte delle persone che me ne chiesero informazioni, rimase-ro sorprese, direi meglio incredule, davanti alle mie asserzioni, che fossero inibitigli scavi persino nelle proprietà private; si obbiettò esser questo contrario ai dirit-ti di libera proprietà etc. etc. Bisogna adunque far conoscere tali leggi e nel modoil più largo, dando cioè ad esse la massima pubblicità. Una lettera di questo Ufficioindirizzata a questo o quell’individuo riuscirebbe opera vana, col pericolo di sen-tirsi dire, in caso di contestazione, che la lettera non fu ricevuta, mettendosi cosìal coperto col solito pretesto che le leggi archeologiche erano sconosciute. Io sonodunque di avviso che il Prefetto della provincia di Caltanissetta emetta un’ordi-nanza, da stamparsi a lettere cubitali, e da affiggersi in numerosi esemplari nellevie e piazze di Terranova; il Museo sosterrebbe la piccola spesa per la stampa.Unisco una bozza di tale ordinanza perché la E.a V.a d’accordo con il Prefetto diCaltanissetta veda, se in tale forma può correre.B) Il Sig. Nicola Russo deve essere specialmente colpito, siccome quello chenegli ultimi tre lustri ha commesso i maggiori saccheggi, e che con molta abi-lità diplomatica ed ipocrisia si mostra renitente all’osservanza delle disposizio-ni in materia di scavi. Potrei citare una quantità di fatti che dimostrano questa

57

Claudia Lambrugo

sua ferma intenzione di infischiarsi di tutte codeste disposizioni per lui vessa-torie, in quanto metterebbero un termine alle sue lucrose speculazioni, fatte indanno della scienza e dei poveri villani. Mi basti però citarne due; il suo figlio,membro della Commissione municipale di vigilanza agli scavi governativi,58

più volte in mia assenza ha detto agli operai: «Ora scavate voi, poi scaverò io emeglio». Lo stesso signore ha promesso ad uno dei miei operai che, se appren-derà bene l’arte dello scavatore, avrà poi, assieme ad altri, lavoro per 7/8 mesiall’anno. Tutto ciò parmi più che bastante. Siccome le lettere da me dirette alSig. Russo sono rimaste senza effetto, in quanto egli finge di non averle ricevu-te, né se ne dà per inteso, come non si dà per inteso dei richiami dell’Ispettorelocale onorario, così io non vedo altra mezzo che una lettera direttagli da V.a E.aper il tramite del Prefetto di Caltanissetta;59 la lettera (di cui unisco una bozza)gli dovrà essere comunicata, previa lettura, da quella locale Sottoprefettura,invitandolo poi ad accusarne ricevuta a V.a E.a per il tramite predetto. In paritempo bisogna dar ordine alla P. S. di Terranova, che tenga ben d’occhio il Sig.Russo ed i suoi operai, e che, colpendolo in flagrante, si proceda contro di luicon tutto rigore. Una lezione clamorosa sarà tanto più efficace, quanto maggio-re è la popolarità del Russo, il quale, dato appunto il suo posto di finanziere,tiene in pugno molti dei proprietari di Terranova, ed ha ottenuto da essi lafacoltà di eseguire scavi a condizioni favorevolissime. Confido che la E.a V.a approverà codesti provvedimenti e darà ad essi corso.

Il DirettorePaolo Orsi

DOCUMENTO 16Su carta intestata R. Museo Archeologico di Siracusa, Direzione degli scavi per le pro-

vincie di Caltanissetta, Catania e Siracusa, N.P. 217. Oggetto: Terranova di Sicilia –

2° campagna scavi a Gela. Siracusa, 2 Luglio 1901, indirizzata a S.E. il Sig. Ministro

della Pubblica Istruzione, Direzione Gen. per le Antichità e Belle Arti, Roma.

Ricevuta in data 4 Luglio 1901, N.P. 9900.

Col giorno 30 u.s. si è terminata la 2° campagna di scavi gelesi,60 durata circa4 1/2 mesi. Dei risultati scientifici conseguiti informerò la E.a V.a con un rappor-to sommario dentro il mese, e poi, quando sarà accuratamente pulito, restaura-

58

58 Si tratta della Commissione di cui si deliberò l’istituzione nel dicembre 1891(vd. doc. 12); la stessa venne messa alle calcagna di Orsi durante la campagna del 1900.

59 La sottolineatura è nel documento.60 Per la seconda campagna di scavi a Terranova nell’anno 1901 vd. P. ORSI, Gela

(Terranova di Sicilia). Seconda campagna di scavi (1901), in “NSA” (1901), pp. 307-11.

Appendice

to e studiato il materiale portato alla luce (circa 2 tonnellate), porrò mano adun ampia (sic!) relazione scientifica per i Monumenti.61

Difficoltà materiali parecchie ed una guerra bassa, sleale, mossa contro di me edei miei operai dalla camarilla locale degli speculatori e scavatori abusivi, diret-ta dal noto Sig. Nicola Russo, stava per compromettere più volte la possibilitàdi condurre a buon porto la iniziata campagna. Ma, come Dio volle, tutto finì per bene, mercé la prudenza usata, la coopera-zione del Sottoprefetto, e dell’Ispettore Onorario Angelo Di Bartolo; al quale iovorrei che la E.a V.a non risparmiasse una parola di speciale encomio per tuttociò che egli ha fatto, specialmente durante la mia assenza in Napoli,62 quandoi miei operai minacciati, impauriti da continui dispetti, sarebbero stati costret-ti a ritirarsi, se egli non gli avesse chiamati a lavorare nelle sue terre, per alcu-ne settimane di seguito, sino al mio arrivo sul posto.63

Il Direttore Paolo Orsi

Gela, Archivio Storico ComunaleCarpetta 584, Affari diversi (1904-1964)

DOCUMENTO 17Cartolina intestata Soprintendenza alle Antichità – Agrigento. Gela, 11 Novembre1948, indirizzata al Gent.mo Ing. Angelo Bevilacqua, Sindaco di Gela.

È vecchia aspirazione dei cittadini colti di Gela, di cui più volte ho raccolto l’econelle mie permanenze in questa ospitale e operosa città, veder risollevata e ricom-posta la colonna dorica così amorosamente custodita a mezzo del Parco dellaRimembranza e che dei monumenti dell’antica metropoli greca costituisce l’uni-co glorioso avanzo finora. Io non avrei nessuna difficoltà perché tale aspirazionesia esaudita, sarei anzi felice di mettere a disposizione la mia opera e quella tecni-ca del restauratore della Soprintendenza, non nuovo a lavori di questo genere. Con

59

61 ORSI, Gela.62 Dalla lettura del carteggio con la Direzione Generale si viene a sapere infatti che

nell’inverno 1900 fino alla primavera 1901 Orsi fu inviato dalla Direzione stessa nel-l’area napoletana e cumana per porre un freno agli scavi clandestini.

63 Alla famiglia Di Bartolo appartenevano infatti ampi terreni nell’area tra l’attua-le Cimitero Monumentale e la biforcazione per Butera, in direzione di Capo Soprano;in questi Orsi poté condurre liberamente scavi, per gentile concessione dei proprietari,nel marzo 1901, maggio 1902, febbraio 1905; per i rinvenimenti nel Predio DiBartolo, relativi alla necropoli di età classica, cfr. ORSI, Gela, cc. 327 ss.

Claudia Lambrugo

la graziosa collaborazione dell’Ispettore Onorario Felice Di Bartolo64 ho prepara-to un preventivo di spesa, che, compreso l’acquisto di legname per le impalcatu-re, si aggira sulle L. 200.000 (Lire duecentomila). Mi pregio sottoporlo alla S.V.e alla giunta comunale da Voi presieduta, nella speranza e con l’augurio che talemodesta somma vogliano deliberare per l’esecuzione dell’opera anzi detta. Sareilieto se la somma stessa fosse amministrata direttamente dal Comune, assumen-do per parte mia nient’altro che la direzione scientifica del lavoro. Con anticipatiringraziamenti e distinti saluti.

Pietro Griffo

60

64 Felice Di Bartolo (1902-1964) era uno dei figli di Fortunato Di Bartolo, fratellominore di Angelo Di Bartolo, colui che negli anni tra fine Ottocento e inizi Novecentodetenne a sua volta la carica di Ispettore Onorario di Terranova, affiancando Orsi nelleesplorazioni archeologiche.