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DE SAMUELIS LIBRIS Breve esposizione sui Libri di Samuele Vito Sibilio In questa esposizione andiamo a descrivere i Libri biblici che la Tradizione giudaica e in parte quella cristiana attribuiscono al grande giudice e profeta Samuele. Sono i Libri dei Giudici, di Rut e i Due Libri di Samuele. Il primo e gli ultimi due sono ascritti ai Profeti Anteriori ebraici. Il secondo ai Rotoli. Samuele è, dopo Mosè e Giosuè, la terza grande figura dell’Ebraismo antico. Nei suoi libri compare poi la quarta, ossia quella del re David. Vediamo dunque la sua eredità spirituale. IL LIBRO DEI GIUDICI IL NOME Il Libro dei Giudici prende il nome dai suoi protagonisti principali, le guide politico-militari e a volte anche religiose del periodo successivo all’insediamento di Israele in Canaan, fino alle soglie della Monarchia. CONTENUTO E STRUTTURA Il Libro dei Giudici comprende, narrativamente, una introduzione, una parte centrale e due appendici. L’introduzione consta di due sezioni, di cui la prima (1,1- 2,5) ci presenta lo stato politico di Israele dopo la morte di Giosuè in relazione ai Cananei, mentre la seconda (2,6- 3,6) ci descrive le condizioni religiose del popolo non sempre fedele a Dio. La parte centrale del Libro (3,7-16,31) ci narra la storia dei Giudici: Otniel (3,7-11) che libera Israele da Cusan- Risataim, re dell’Aram; Eud (3,12-30) che caccia Eglon re di

Breve introduzione ai Libri dei Giudici, di Rut e di Samuele

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DE SAMUELIS LIBRISBreve esposizione sui Libri di Samuele

Vito Sibilio

In questa esposizione andiamo a descrivere i Libri bibliciche la Tradizione giudaica e in parte quella cristianaattribuiscono al grande giudice e profeta Samuele. Sono iLibri dei Giudici, di Rut e i Due Libri di Samuele. Il primoe gli ultimi due sono ascritti ai Profeti Anteriori ebraici.Il secondo ai Rotoli. Samuele è, dopo Mosè e Giosuè, la terzagrande figura dell’Ebraismo antico. Nei suoi libri comparepoi la quarta, ossia quella del re David. Vediamo dunque lasua eredità spirituale.

IL LIBRO DEI GIUDICI

IL NOME

Il Libro dei Giudici prende il nome dai suoi protagonistiprincipali, le guide politico-militari e a volte anchereligiose del periodo successivo all’insediamento di Israelein Canaan, fino alle soglie della Monarchia.

CONTENUTO E STRUTTURA

Il Libro dei Giudici comprende, narrativamente, unaintroduzione, una parte centrale e due appendici. L’introduzione consta di due sezioni, di cui la prima (1,1-2,5) ci presenta lo stato politico di Israele dopo la mortedi Giosuè in relazione ai Cananei, mentre la seconda (2,6-3,6) ci descrive le condizioni religiose del popolo nonsempre fedele a Dio. La parte centrale del Libro (3,7-16,31) ci narra la storiadei Giudici: Otniel (3,7-11) che libera Israele da Cusan-Risataim, re dell’Aram; Eud (3,12-30) che caccia Eglon re di

Moab; Samgar (3,31) che uccide seicento Filistei; Barac, cheagli ordini di Debora, libera Neftali e Zabulon dai Cananei(4) e alla cui storia segue il Cantico di Debora (5); Gedeone(6-8) che caccia i Madianiti da Israele e a cui seguono ifatti di Abimelech suo figlio (9); Tola e Iair (10, 1-5), chereggono Israele per ventitrè e ventidue anni; Iefte (10,6-12,7) che libera le Tribù transgiordane cacciando gliAmmoniti; Ibsan il betlemita, Elon di Zabulon, Abdon diPiraton (12,8-15); Sansone, che infligge varie perdite aiFilistei (13-16).La prima appendice (17-18) narra dell’idolo di Mica,dell’emigrazione dei Daniti a Nord e della fondazione delsantuario di Dan.La seconda appendice (19-21) descrive la violenza subita aGabaa dalla moglie del levita e la guerra di sterminio che neseguì.

ANALISI FILOLOGICA

La tradizione ebraica attribuisce a Samuele la stesura delLibro dei Giudici e i critici che si attengono a questaattibuzione ne pongono la data nel 1025 ca., quando Saul èormai re e Samuele svolge un ruolo politico secondario. Ingenere però oggi si segue ben altra analisi, che quiriportiamo.Il Libro dei Giudici, come dicevamo, comprende tre partidiseguali: l’introduzione (1,1-3,6), il corpo del libro (3,7-16,31), due appendici sulla migrazione di Dan e la fondazionedel santuario tribale (17-18) e la guerra contro Beniaminoper punire il crimine di Gabaa (19-21). Si ritiene che l’introduzione non appartenga alla stesuraoriginale del Libro. Delle due sezioni che la compongono, laprima (1,1-2,5) sembra di epoca monarchica (1, 21), mentre laseconda (2,6-3,6) è un tutt’uno col corpo del libro. Tuttavianon è esatto che la prima sezione dia un quadro differentedell’esito della Conquista di Giosuè, in quanto il Libro delCondottiero indica dei territori ancora da invadere. L’esitodella Conquista descritto dai Giudici di solito è consideratoil punto di vista di Giuda. L’inserzione di questaintroduzione ha comportato la ripetizione delle notizie sulla

morte di Giosuè, date nel suo libro in 24,29-31. Il cherivela la volontà di proseguire quella narrazione. La storia dei Giudici è narrata, come spiegavo, nella partecentrale, dove costituisce un tutt’uno (come prova il disegnodidattico che l’autore si è proposto e ha rimarcato con leformule ricorrenti, che attestano la colpa [2,11; 3.7.12;4,1; 8, 33; 10,6; 13, 1], la preghiera ascoltata [3,9.15;4,3; 6,7; 10,10] e la pace ottenuta [3,11.30; 5,31; 8, 28]),anche se visibilmente con l’assemblaggio di fonti differenti.Abbiamo sei Giudici Maggiori e sei Minori, ma a buon vederenon tutte le azioni dei primi sono raccontate con dovizia diparticolari, mentre i secondi sono sempre oggetto di un breveaccenno. I Giudici Maggiori sono Otniel, Eud, Barac (nellacui storia è importante, come segnalavo, anche Debora),Gedeone, Iefte e Sansone; i Minori sono Samgar, Tola, Iair,Ibzan, Elon e Abdon. In realtà la divisione rispecchia ilruolo differente che i Giudici svolsero, ossia quello diliberatori o di uomini di governo. I Giudici Maggiori sonoliberatori che combatterono per affrancare Israele o parte diesso dal dominio straniero. Sono molto diversi ma hanno lostesso carisma e sono stati scelti sempre e direttamente daDio. Le loro storie sono state tramandate dapprima oralmente,sotto varie forme, e si sono arricchiti di elementieterogenei, per poi confluire in un Libro dei Liberatoricomposto nel Regno del Nord nella prima metà dell’epocamonarchica. Conteneva le storie di Eud, di Barac e Debora,quella di Gedeone – a cui fu aggiunta quella di Abimelech-quella di Iefte completata dalla vicenda della figlia. IlLibro accolse il Cantico di Debora (5), che si affianca alracconto del c. 4, e l’apologo di Iotam (9,7-15). Allacritica di un tempo appariva evidente che le storie diSansone e Barac fossero state scritte in prossimità deglieventi; tale verosimiglianza a mio avviso si può attribuireanche alla storia di Iefte. Nel caso di Sansone in effetti ilracconto è molto arcaico e al confine tra religiosità esuperstizione; in quello di Barac la patina degli eventi èanch’essa assai remota; nel caso di Iefte la presenza di unsacrificio umano senza alcuna riprovazione esplicita è segnodi una composizione testuale assai antica. Si può dunqueimmaginare, a mio parere, che prima ancora del Libro dei

Liberatori, ammesso che sia mai esistito, ci fossero raccontio sfusi o combinati in testi più antichi che il prodottofinito non ha potuto emendare dei suoi elementi piùimbarazzanti. I Giudici Minori verrebbero invece da una diversa tradizione.Di essi schematicamente si danno origine, famiglia, sepolturae anni di giudicatura. Conformemente agli usi di Mari nelXVIII sec. e di Ugarit nel XIII, ma anche a quelli dei Fenicie dei Cartaginesi, questi Giudici, secondo il verbo shâfat,erano veri e propri governanti, sia pure sulle rispettiveTribù. Secondo la critica imperante, l’errore di considerarliGiudici di tutto Israele fece si che essi fossero messi inordine cronologico. La loro funzione, intermedia tra lagerontocrazia tribale e la monarchia, trova in Iefte il ponteche la collega a quella dei Liberatori, in quanto quegli ful’uno e l’altro – e infatti la sua storia è narrata tra iGiudici Minori pur essendo lunga – e questi inveceverosimilmente non furono Giudici governanti, tranne forseDebora. Venne poi aggiunto Sansone, che tecnicamente non funé Giudice né Liberatore, ma che era un eroe di Giuda (13-16); indi si sommarono Otniel, risalente all’età dellaConquista (1, 12-15) e Samgar, che non sarebbe neppureisraelita (3,31), raggiungendo il numero di dodici, simbolicoper tutte le Tribù. Anche le due appendici sono considerate di epoca monarchica,come del resto esplicitamente indicato in esse, facendoriferimento al fatto che esse sono ambientate in un età senzaRe (17,6; 18,1; 19,1; 21,25). Ma la narrazione è a mio avvisoantica: molti particolari imbarazzanti, come l’idolatria, nonsono riprovati con l’energia dell’ebraismo classico, mentrealtri, come la tentata sodomia e lo stupro omicida di gruppodei Beniaminiti e la guerra fratricida, sono enunciati senzaspecifiche riprovazioni. Se i critici di un tempo ravvisavano nei Giudici laprosecuzione delle fonti del Pentateuco, tanto da far parlarealcuni di essi di un Eptateuco comprensivo della Torah, diGiosuè e del nostro Libro, e se altri ancora ritenevano chel’assemblaggio definitivo delle parti che lo costituisconofosse avvenuto non molto tempo dopo la Caduta di Samaria, imoderni inclinano a considerarlo parte integrante della

storia deuteronomista, di cui ha i tratti e condivide lastoria letteraria, nelle edizioni di cui parlavamo inprecedenza. Essi, accettando la communis opinio dell’Esodo nelXIII sec. e della Conquista tra XIII e XII, ritengonopressoché simboliche le cifre degli anni di giudicatura e dipace conseguenti ai vari personaggi, considerando quaranta eottanta e venti come rimandi alla durata di una, due o mezzagenerazione. L’intento sarebbe di saturare il tempo deiquattrocentottant’anni che il Primo Libro dei Re interponetra la costruzione del Tempio e l’Esodo, mentre l’età deiGiudici coprirebbe solo due secoli e mezzo (1200-1050).

CARATTERISTICHE DEL PERIODO

In questa età dei Giudici le caratteristiche salienti sono leseguenti. Le Tribu’ si costituiscono nel loro numero canonicosin dal Soggiorno in Egitto e non lo modificano più, anchequando alcune di esse perdono di vigore. La tribù di Simeoneinfatti è progressivamente assorbita in quella di Giuda,mentre la tribù di Levi, priva di un suo territorio, èsurrogata dalla scissione di quella di Giuseppe nelle dueintitolate ai suoi figli Manasse ed Efraim. La parità tra leTribù rimane anche dopo i cambiamenti politici che occorronotra di esse: Ruben e Simeone erano in decadenza sin da quandouscirono dall’Egitto, sebbene discendenti dalla prima mogliedi Giacobbe, Lia; il primo ben presto perse le sue terre adopera di Moab; Neftali e Dan invece erano in ascesa e da esseuscirono capi importanti, nonostante siano figli di Bala,ancella di Rachele; Giuda, Efraim e Manasse rimasero invecesempre molto importanti e svolsero un gran ruolo nellaConquista; le tribù di Gad e di Efraim si mescolarono nellaregione detta di Galaad; Manasse, sebbene divisa in due dalGiordano, contò sempre per una. Questa parità è fondata suldiritto genealogico, di cui parlavamo a proposito del Librodi Giosuè, tipico degli Stati nazionali in formazione nelperiodo; il numero dodici è importante anche negli altripopoli semiti: altrettante sono le tribù di Edom, figlio diIsacco, di Ismaele, figlio di Abramo, di Aram, suo cugino. LeDodici Tribù possono dividersi in tre gruppi: la Casa diGiuda, composta da questa con Ruben e Simeone; la Casa di

Giuseppe, formata da Manasse ed Efraim con Beniamino, Dan eGad; le tribù del Nord, ossia Aser, Zabulon, Issacar,Neftali. Da ciò si evince che avvennero coagulazioni statalisu base etnica prima in area locale (da qui il termine“Casa”) e poi su scala nazionale.Le Dodici Tribù si collegarono tra loro con un vincolo assaiblando, meno che confederale, chiamato con un grecismoanfizionia e di fatto avviato da Giosuè; alcuni studiosi,proprio per l’inconsistenza dei legami, sono inclini a negaredi fatto l’esistenza di tale Lega, e in questo una voltatanto sono d’accordo con loro. L’unica congiunzione tra leTribù sarebbe stato il santuario dell’Arca, che nell’ultimafase dell’età dei Giudici era a Silo; non mancavano tuttaviaaltri santuari, come Sichem, Galgala (che ospitò l’Arca neiprimi tempi), Gabaon, Betel, Ebron e Rama, alcuni moltoantichi e altri più recenti. Nelle Tribù la giustizia eraamministrata dagli Anziani, ma erano i Nasi’, i Principi, chele rappresentavano nelle adunanze presso il santuario, siaper presenziare al culto sia per regolare le questionicomuni. Ognuno di essi, con una turnazione mensile,presiedeva al culto del santuario nazionale.Il Re di Israele era Dio stesso, direttamente. Egli aveva untrono visibile, l’Arca, che nei tempi più remoti continuò adessere sotto una tenda, il tabernacolo del Deserto, per poiessere ospitata in una costruzione più solida. Il culto eraesercitato dai Leviti e dai sacerdoti aroniti guidati dalSommo Sacerdote, ma non era rara la cooptazione tra di essidi chierici nati in altre tribù. Come ho accennatointroducendo il Pentateuco, le norme cultuali date già nelDeserto e poi culminate nella regolamentazione templareebbero in questo periodo un loro significativo adattamentoalla condizione stanziale e fecero da prodromo alle riformedavidiche e salomoniche. Nella fase stanziale il culto siarricchì, prendendo ad esempio le forme artistiche,liturgiche e linguistiche dei Cananei, non senza essere avolte contaminato da usanze incompatibili con la Leggemosaica intesa in modo puro, come l’uso di immagini o ilsacrificio umano, che però furono sempre alla fine respinte.In svariati momenti gli Israeliti indulsero al politeismo eai culti licenziosi di Canaan, suscitando la riprovazione

divina. In ogni caso la Legge di Dio rimane l’unico punto diriferimento giuridico per Israele e alcuni critici datano alperiodo dei Giudici il Codice dell’Alleanza, o almeno un suoampliamento. I rapporti tra le Tribu’ sono piuttosto semplici e spessoinefficienti. Un nemico comune esige una lotta unitaria, manon esiste un mezzo di reclutamento centrale ed efficiente,per cui spesso non avviene e le guerre sono sovente sololocali. Non mancano altresì lotte intestine tra le Tribù, enei casi più eclatanti tutte si riuniscono contro quella diesse che ha minacciato le altre, sino a contemplare, senzafortunatamente realizzarla mai, l’ipotesi dello sterminiototale. E’ il caso della Guerra contro Beniamino. In genereperò le divisioni territoriali sono rispettate, e i Danitiemigrano molto lontano senza contendere le terre alle tribùvicine più piccole. E’ un’epoca di forti lotte: i Cananei sono ancora esistenti ehanno metropoli importanti; i popoli limitrofi spesso sonominacciosi (Aramei, Madianiti, Moabiti, Filistei); laPalestina è sotto la dominazione egiziana fino all’invasionedei Popoli del Mare, e dal 1170 subisce la pressione degliAramei e dei Neo-Hittiti.

ULTERIORI ELEMENTI PER L’ESAME STORICO DEL LIBRO DEI GIUDICI

La questione storica, e quindi quella filologica, trova lesue soluzioni correnti grazie al presupposto che il periodoin questione si snodi tra 1200 e 1050, anno in cuiall’incirca si colloca la fioritura di Samuele. Ciò ha unsenso ponendo l’Esodo nel XIII sec. Ma trattando sia delPentateuco che del Libro di Giosuè ho mostrato come esistanoben altre datazioni degli eventi fondativi di Israele.Allacciandomi a quella cronologia interna alla Bibbia cheattraversa anche il Libro dei Giudici, posso proporre una benpiù lunga articolazione della loro epoca, fedele ai datiriportati nel libro, che non hanno più bisogno di essereletti in modo simbolico. La cronologia in questione ha ilpregio di giungere ad una data, il 1030 ca., che gli storicisono concordi nel considerare quella della fioritura di Saul.Segno che la ricostruzione dei moderni sulla base dei dati

certi e la storia biblica conservata dagli scrittorideuteronomisti coincidono. Ma bisogna sgomberare la mente dalpregiudizio che i Giudici servano a fare da zeppa tra laConquista e la Monarchia, perché il Libro inizia da moltoprima e l’età dei Giudici dura molto ancora dopo, oltre iconfini narrativi del testo.All’inizio vi è infatti la generazione degli Anziani cheaveva conosciuto Giosuè e che resse Israele dopo la suamorte; nel corso di essa gli Ebrei rimasero fedeli a Dio. Puòdurare sino a quaranta anni. Segue la dominazione di Paddan-Aram per otto anni. Essa èabbattuta da Otniel, che giudica Israele per quaranta anni.Alla sua morte, Israele è dominato da Moab per diciotto anni,che si espande fino a Gerico, facendone la sua capitale. Eudlibera Israele e gli garantisce l’indipendenza perottant’anni. Subentra la dominazione dei Cananei di Cazor,per vent’anni. Il re di Cazor è uno Iabin, distintodall’omonimo del Libro di Giosuè. Debora e Baracrestituiscono l’indipendenza al Popolo per quarant’anni. Persette anni poi Israele è oppressa da Madian. Gedeone lolibera e lo giudica per quarant’anni. Alla sua morte ilfiglio Abimelech tenta di farsi re e governa per tre anni, macontro il volere di Dio.Dopo l’usurpazione, Samir giudica Israele per ventitrè anni.Dopo di lui Iair lo fa per ventidue. Segue la dominazionedegli Ammoniti e dei Filistei per diciotto anni. Iefte liberaIsraele dagli Ammoniti e lo giudica per sei anni. Ibsan è poigiudice per sette anni. Gli succede Abdon, per venti. Dopo dilui i Filistei dominano Israele per quarant’anni. Sansone licombatte per venti. L’età dei Giudici continua con Eli, di cui il Primo Libro diSamuele dice che giudicò Israele per quarant’anni. La suagiudicatura finisce con la vittoria dei Filistei, chedistruggono Silo, trattengono l’Arca per sette mesi eopprimono Israele per vent’anni. E’ dopo questo ventennio cheSamuele, il quale aveva iniziato a fare il giudice sin dagliultimi anni di Eli, chiama gli Israeliti alla riscossa. Eglilibera il paese intorno al 1070 e lo regge ancora pervent’anni, fino al 1030 ca., quando Saul è da lui consacratore. Ammettendo che Samuele fosse giudice anche negli ultimi

dieci anni di Eli, avremmo un cinquantennio di giudicatura eun’età di circa settant’anni per il Profeta che cede il passoalla monarchia e le sopravvive di una decina, morendoall’età, storica e non mitica, di ottanta anni circa.I due episodi dell’appendice potrebbero essere tra i piùantichi della storia del periodo. Avulsi da ogni cronologia,non hanno elementi che ne permettono la fissazione, ma certoappaiono di difficile collocazione in una età di maggioreconsapevolezza dell’unità nazionale. La migrazione dei Danitiè spesso messa in rapporto all’invasione dei Filistei, maessi non sono nominati. Potremmo dunque ascriverla al periodotra il XV e il XIV sec. a.C. In esso andrebbe bene anchequella della Guerra di sterminio, poi abortita, controBeniamino. Fissando delle date, abbiamo quanto segue:1572- Morte di Giosuè1532-1524- Dominazione di Paddan Aram1524-1484- Giudicatura di Otniel1484-1466 – Dominazione di Moab1466-1386- Giudicatura di Eud e periodo di libertà di Israele1386-1366- Dominio di Cazor1366-1326- Giudicatura di Debora e Barac e periodo di libertàdi Israele1326-1319 - Dominio di Madian1319-1279- Giudicatura di Gedeone1279-1276- Regno di Abimelech1276-1253- Giudicatura di Samir1253-1231- Giudicatura di Iair1231-1213- Dominazioni di Ammon e dei Filistei1213-1207- Giudicatura di Iefte1207-1200-Giudicatura di Ibsan1200-1190- Giudicatura di Abdon1190-1150- Dominazione dei Filistei1150-1130- Giudicatura di Sansone (con cui finisce il Librodei Giudici)1130-1090- Giudicatura di Eli1090-1070-Dominazione dei Filistei1070-1030- Giudicatura di Samuele e libertà di Israele.Questa cronologia si addice coi dati storici che conosciamo.Thuthmosis II (1493-1478) combattè contro gli Shosu, della

cui possibile identificazione con gli Ebrei si è detto.Thuthmosis III (1458-1425) assediò Meghiddo e pure combattègli Shosu. Amenhotep II (1425-1401) combatte contro Retenu ecattura tremilaseicento mercenari Habiru, ossia Ebrei. Questisono attestati nelle Tavolette di Amarna (XIV sec.) AncoraSethi I (1294-1279) combatte contro gli Habiru, e la Tribù diAbu-Rahm è nominata nella sua Stele del 1289. Ramses II(1279-1213) si misura con gli Shosu, con Moab, con Edom e conAmmon; i frammenti dell’Iscrizione che gli si attribuisce – eche avrebbe ripreso da Amenhotep II – citerebbero il Popolodi Israele. Merneptah (1224-1210) nella sua stele del 1220menziona la sua guerra contro Israele a sua volta nemico diGezer (Canaan) suo vassallo. Chiaramente a questa datanessuno dubita che Israele fosse già in Palestina. Il fattoche in questi documenti Israele risulti nomade non devemeravigliare: la mobilità del Popolo è in relazione al fattoche le grandi città sono ancora cananee. Anche queste grandicittà sono distrutte sin dal XVI sec. e quindi attestano lapresenza degli Ebrei in Terra Santa da molto prima del XIIIsec. Molte di loro – come Cazor – non caddero evidentementedefinitivamente in mano agli Ebrei, per cui poterono esserenuovamente distrutte nel XIII sec. Ai – nella suacollocazione comune – divenne insediamento ebraico nel 1200.Bethel fu distrutta nel XIII sec.; Debir nuovamente devastatain quel secolo; Hebron di sicuro abitata dagli Ebrei nellostesso periodo; Eglon fu distrutta nel 1200; anche Cazor eMeghiddo subirono una delle loro innumerevoli distruzioni nelXIII sec. e con loro Afek. Queste distruzioni possono essereimputate agli Israeliti, segno che nel periodo dei Giudici lalotta per la Palestina continuava, al netto delle azionibelliche imputabili ai Popoli del Mare. Nel periodo in cuiThuthmosis II combatteva contro gli Shosu dev’esserci statauna temporanea espansione di una potenza del Nord, chiamataPaddan Aram ma che letteralmente è il Paese dei Due Fiumi,ossia la Mesopotamia. Alcuni identificano quel Paese con Edomper un errore di scrittura, ma i due fiumi sono indicativi.Il testo biblico parla di Paddan Aram, forse per unanacronismo, in quanto esso fu scritto dopo che gli Arameicominciarono a premere sulla Siria e la Mesopotamia (ossiadopo il 1170), ma all’epoca in quella regione vi era l’Impero

Mitanni, che in effetti esercitò un condominio sulla SiriaPalestina con gli Egizi dal 1550 al 1370, cadendo dieci annidopo. Kusain re dell’Aram, sconfitto da Otniel, potrebbeessere dunque uno dei Gran Re mitanni, dei quali in questoperiodo non conosciamo i nomi. Dal 1370 al 1190 si costituìil condominio egizio-hittita sulla Siria Palestina. La XVIIIDinastia fondò un vasto impero e ben tre province egiziesorgevano in Palestina: Canaan, Amurru e Ube. Thuthmosis IIIse ne impadronì con la Battaglia di Meghiddo; poi si spinsefino in Siria e indi fino all’Eufrate. La dominazioneegiziana non è mai citata nel Libro dei Giudici, ma non devemeravigliare. I vincoli tra il Faraone e le città statocananee erano parafeudali, e non imbrigliavano i popolirecentemente sedentarizzatisi. Inoltre il Faraone non avevauna burocrazia nelle province ma solo qualche guarnigione euno staff di esattori che percorrevano le città per itributi; non imponevano la loro religione ed esercitavano unainfluenza discreta. Tra il 1350 e il 1200 danno alla regionegrande stabilità. Sethi I e Ramses II si espandono versoQadesh e Amurru, ma nella Battaglia della stessa Qadeshproprio Ramses, nonostante le versioni celebrative delle sueiscrizioni, deve ripiegare innanzi agli Hittiti. Ebbenedurante questo dominio, i Re cananei sono tenuti ad esserefedeli al Faraone, ma questi non ha obblighi verso ivassalli, che sono anche liberi di combattersi tra loro.Nulla di anormale dunque se i popoli di Palestina, compresigli Ebrei, si combattessero reciprocamente e che gli Ebreistessi non considerassero la remota dominazione egizia comeuna minaccia, diversamente da quanto accadeva con quella deipaesi viciniori, rei peraltro di contaminare la fedemonoteista con la loro religione pagana e semitica, certo piùpervasiva di quella camitica e teocratica del Nilo. Perciònon solo Israele combatte contro Moab, Madian, Cazor, ecc.,ma anche Amurru, Ugarit e Biblo combattono tra loro e cittàcome Sichem e Gerusalemme seguono una politica di espansione.Anche le forme di dominio degli Hittiti e dei Mitanni sonoblande. Quando poi il dominio egizio si erode, arrivano inPalestina i Popoli del Mare, e tra essi i Filistei, nellaloro pentapoli (Ascalon, Gat, Ekron, Gaza, Asdod), sono ipiu’ progrediti e i più agguerriti. Giungono nel XII sec. (e

sono attestati dai tempi di Ramses III [1183-1152]), eproprio da esso iniziano le dominazioni filistee sugli Ebrei,grazie anche al monopolio della metallurgia del ferro. Sempreda questo periodo sono attestati gli Ammoniti, ma di sicurosono più antichi. Fino al XIII sec. la Transgiordania nonaveva fortificazioni, ma dal secolo successivo – ossia l’etàdi Iefte – esse compaiono e il loro nomadismo si attenua.Ammon, come del resto Moab, erano paesi più ricchi di quantosi può credere: alle numerose greggi vanno uniti i proventiderivanti dal fatto di essere attraversati dalle viecarovaniere che dalla Siria conducono allo Yemen; strade cheperaltro attraversavano anche Madian. Anche Edom, sebbene piùpovero, è dotato di buone risorse: sono le miniere di rame edi ferro, sono le carovane che percorrono le strade fino alMar Rosso. Ha inoltre il vantaggio di stare tra Giuda el’Egitto, così da potersi barcamenare politicamente. Ilquadro politico locale risulta quindi confacente alladescrizione del Libro dei Giudici. In quanto poi all’ultimapotenza citata nel Libro, gli Aramei, sebbenel’identificazione di Paddan Aram con Mitanni sia a mio avvisopiù logica, bisogna dire a loro proposito che, quando ancoraerano chiamati Sutei ed erano nomadi, ossia dal XIV sec. efino al XIII, sono attestati in Siria; nel XII sec. sisedentarizzano e dal 1170 fino al 720 esercitano unapressione su Israele e la Siria, mentre questa è contesa lorodall’Impero Hittita, nello stesso periodo. Questi Aramei,spesso confusi cogli Amorrei comparsi dal XX sec. e cheebbero un loro regno in Siria sino al XIV sec., eranocontigui ai Cananei ed avevano, come dicevamo, una formagentilizia di Stato simile a quella di Israele, mentre dal1000 sono stanziati lungo il Medio Eufrate. Tale quadrostorico e politico coincide perfettamente col contestodelineato dal Libro dei Giudici. Per cui non c’è alcun motivodi considerare mitologico il periodo dei Giudici che laBibbia fa durare mezzo millennio. Ovviamente però questoimplica un ripensamento della teoria sull’origine del Libroche parla di loro.

UNA TEORIA OLISTICA SULLA COMPOSIZIONE DEL LIBRO DEI GIUDICI

Il Libro dei Giudici copre un lasso di tempo di circa quattrosecoli e mezzo. Non è pensabile che per mezzo millennioscarso le vicende del Popolo fossero solo tramandateoralmente. La storia dei Grandi Giudici liberatori potèessere scritta presto, subito dopo le loro gesta, forsesussistendo in tante narrazioni, forse venendo continuata,forse venendo poi assemblata in un’epoca relativamente tarda,sotto la giudicatura di Eli. I santuari nazionali comeGalgala e Silo poterono essere i centri di scrittura diquesta storia anonima, forse scritta persino in una linguadiversa dall’ebraico dell’epoca e poi tradotta. Non vi sonodubbi sull’antichità ancestrale di alcune di quelle storie,come abbiamo segnalato. Tuttavia la tradizione aveva dellefalle, come per esempio per la storia di Otniel, che pure erail Giudice più antico, o forse proprio per questo. Le suegesta, presumibilmente mandate a voce, dovevano esserecomplesse e mirabolanti, perché stando alla cronologiainterna dei Libri di Giosuè e dei Giudici, l’eroe dovevaavere più di cent’anni quando morì. Ma stranamente sonoandate perdute. A questa fonte va avvicinata quella sui Giudici minori nonliberatori, dei quali la tradizione tramandava poco e nulla,anche qui per ragioni ignote. Era uno schema cronologico.Tuttavia i dotti sapevano o credevano di sapere comecollegare la cronologia dell’una e dell’altra fonte. Altriepisodi storici, come quelli delle appendici del Libro, eranotramandati diversamente, forse anche per iscritto, ma in modoerratico. Di certo non c’era una storia unitaria edesauriente del periodo. E alla fine di esso nessuno era ingrado di scriverla.Alla fine dell’età dei Giudici, quando già era re Saul,Samuele decise di scriverne la storia. Prese i due Libri,l’uno sui Giudici Maggiori e l’altro, sui Minori, e licombinò in una sola narrazione. Vi aggiunse una introduzioneche collegava la storia della Conquista a quella dei Giudici.Scrisse avendo come modello il Pentateuco e il Libro diGiosuè, per cui i Giudici ne echeggiano le tradizioni (J, E,P, D) da un punto di vista stilistico e teologico, tanto dapermettere che si potesse parlare di un Eptateuco. Samuele è,a mio avviso, l’autore di un ammodernamento letterario dei

sei libri biblici già esistenti all’epoca. Egli concepì ilLibro sui Giudici come una storia che arrivasse sino ai tempisuoi, cosa attestata dalla tradizione che gli attribuisceanche il Primo Libro che porta il suo nome. La narrazionecontinuava senza soluzione di continuità fino ai tempi diSaul. Infatti la storia di Sansone, con cui i Giudiciterminano prima delle appendici, non è una vera conclusione.Forse il Profeta mirava ad arrivare fino ai tempi suoi, ma lamorte deve aver impedito questo progetto. In ogni caso ladifferenza stilistica si vede tra i Giudici e i primicapitoli del Primo Libro di Samuele: la ricchezza didocumentazione è tutta a vantaggio dei secondi; lo stile piùcurato, non avendo l’autore un testo preesistente dacustodire e rispettare per quanto possibile.Ai tempi di David il Libro subì una trasformazioneimportante. Il Re staccò dalla storia dei Giudici quella diSamuele e di Saul, considerandole prodromi di quella suapersonale, essendo lui stato unto dal primo; ordinò altresìla prosecuzione dell’opera samuelica fino ai tempi suoi. Lastoria dei Giudici divenne così libro autonomo e quellasuccessiva dette luogo ai due Libri di Samuele, che puresubirono altre trasformazioni che però non ci interessano.Nel quadro del restyling stilistico indicato dal Re si collocal’inserzione delle due appendici, di chiara età monarchica,che narravano due episodi della storia dei Giudici didifficile collocazione ma atti a mostrare la superioritàdell’ordinamento regio su quello anfizionico. Le mani checontinuarono il Primo Libro di Samuele furono le stesse cheaggiunsero tali appendici.Dopo lo scisma monarchico, il Libro dei Giudici deve averavuto fortuna nel Regno del Nord, nel IX sec. Esso infattiattestava sia la possibilità di un culto liturgico nonaccentrato in Gerusalemme, sia l’esistenza di un clero nonstrettamente aronitico, sia di una leadership politica nonsolo davidica. Perciò dev’essere stato aggiornatolinguisticamente in Bethel. Caduta Samaria e avviata la riedizione sia del Quinto Librodel Pentateuco che dei libri storici seguenti scritti fino aquella data, anche i Giudici subirono gli adattamenti chepermettono di inserire questo testo nella storia

deuteronomistica. E con questo ennesimo restauro teologico eletterario termina la storia del Libro dei Giudici.

PECULIARITA’ TEOLOGICHE

Il Libro dei Giudici, la cui autorità in quanto ispirato èindiscussa sia nella Scrittura (Sir 46, 11-12; At 13, 20; Ebr11, 32), ha un insegnamento dottrinale semplice e profondo:il peccato aliena l’amicizia di Dio, attira i Suoi castighi,ha bisogno di redenzione per le sue conseguenze; la preghierae il pentimento tuttavia possono indurre Dio a soccorrere imiseri, mentre la Sua Misericordia è senza limiti. In questoschema noi ravvisiamo la condizione umana: rovinata per lacolpa, assoggettata a satana, bisognosa di riscattorealizzato da Dio, sia nella vita dei singoli che dei popoli.Perciò ogni Giudice è figura simbolica di Cristo, vero edunico Redentore, la Cui opera non deve esser più ripresa daalcuno. Nel Libro abbiamo anche due figure tipiche di Maria SS.:Debora, che esorta Barac alla lotta, come la Madre sostenneil Figlio nel Sacrificio; Jael, che nella tenda uccide –insospettata- il generale Sisara, simbolo di satana, per cuiall’eroina si applica una eulogia – Benedetta Jael tra ledonne – che si compie in quella di Elisabetta sulla Verginein visita a casa sua. Come dicevamo, molte cose nel Libro risentono dello statoarcaico della Rivelazione e soprattutto delle condizioni diinfedeltà in cui Israele viveva la Fede, assediato dai popolipagani. Nella stesura definitiva il biasimo per azioni comeil sacrificio umano di Iefte o la lussuria di Sansone sievince non da una riprovazione esplicita, ma dalleconseguenze delle azioni stesse. In altri casi, come l’efoddi Gedeone, che è culto sconveniente, l’autore ha inseritouna esplicita condanna del peccato commesso. Nelle azioniscandalose delle appendici il biasimo si ravvisa propriodalla loro natura riprovevole.

IL LIBRO DI RUT

IL TITOLO

Il Libro di Rut prende il nome dalla sua protagonista, lamoabita Rut che continuò a vivere con la suocera Noemi dopola morte del marito fino a che non contrasse matrimonio conBooz, diventando così ava di David.

L’ARGOMENTO

Elimelec, a causa della carestia, da Betlemme emigra in Moabcon la moglie Noemi e i figli Maalon e Kilion, che alla mortedel padre sposano due indigene, Orfa e Rut. Dopo dieci anni,morti anche i figli, Noemi decide di tornare in Giudea ed èseguita da Rut, che non vuole abbandonarla, mentre Orfa tornaa casa sua. A Betlemme, Rut su consiglio di Noemi va aspigolare da Booz, parente di Elimelec, sperando che in virtùdella legge del levirato quegli la sposasse. Ciò avviene edal matrimonio nacque Obed, padre di Iesse e nonno di David.

ANALISI FILOLOGICA

Composto da soli quattro capitoli, fu considerata la terzaappendice del Libro dei Giudici dai LXX e dalla Vulgata (chelo posero come libro immediatamente successivo ad essi),nonché da Origene, Melitone di Sardi, Atanasio di Alessandrae Girolamo. Nella Bibbia ebraica fa parte degli Agiografi edè uno dei Cinque Rotoli, letto per la Pentecoste. Il Libro diRut non è stato inserito nella storia deuteronomista. Alcunihanno messo in discussione l’autenticità del branogenealogico finale (4,17-22), ma è riscontrato da 4,12 inrapporto a 1 Sam 22, 3-4 e 1 Cron 2,4-15. L’autore del Libro,per il Talmud babilonese (Baba Bathra 14 c) e per laTradizione cristiana, è Samuele, cosa perfettamenteplausibile e ritenuta per vera fino a non molto tempo fa daparecchi critici. Vi sono in effetti molte ragioni perascriverlo almeno a quell’epoca e le motivazioni per datarloaddirittura a dopo l’Esilio sono inconsistenti: le primeparole del Libro (1,1) possono essere state scritte dal regnodi Saul in poi; la necessità di spiegare alcune usanze in 4,7e alcune particolarità linguistiche possono addebitarsi a dei

parziali rifacimenti; l’idea che la retribuzione, diuniversalità della Fede e della benignità di Dio sianoconcetti successivi è solo un pregiudizio teologico, inquanto sono confacenti all’età di Samuele e di Eli; vi sonoaltresì riscontri per una datazione alta nella strutturainterna, nella lingua, nei costumi, nella dottrina. Altredate proposte sono tutte le epoche da David fino a Neemia.A mio avviso, la data della composizione definitiva è quelladel regno di David (1010-970), il quale aveva interesse apresentare una storia edificante ambientata nella suafamiglia e quindi fece aggiungere la genealogia finale. Ciòprova che il testo esisteva anche da prima. David tuttavianon si fa intitolare Re, per cui l’aggiunta potrebbe ancherisalire al periodo in cui era vassallo dei Filistei o nonera riconosciuto da tutte le tribu’. In tal caso lacomposizione originale potrebbe essere di Samuele, cheavrebbe avuto tutto l’interesse non solo a tramandare questoracconto edificante ma anche a vantare la famiglia dell’eroeche lui stesso aveva unto in contrapposizione a Saul.Il Libro è tecnicamente un idillio amoroso, scritto consemplicità, naturalezza, delicatezza e maestria. Ai più èsembrato un capolavoro.

STORICITA’

E’ ambientato nell’età dei Giudici, presumibilmente ai tempidi Eli. Il racconto è senz’altro autentico, anche se leragioni del suo ingresso nella Scrittura sono soloipotizzabili e riconducibili alla glorificazione del reDavid, sia pure in un modo anomalo quale è quello che esaltala fede di una donna non circoncisa e l’ingresso di essanella schiatta del sovrano.

INSEGNAMENTO

Il rapporto tra Rut e la genealogia davidica e quindi diCristo è fondamentale ed è ripresa anche in Mt 1,5. Il suoamore per i congiunti, i sacrifici che ne derivano,l’integrità dei costumi fanno di Rut un modello morale. Lafiducia in Dio appare qui ricompensata ed è paradigmatica,

tanto più che la protagonista è una straniera. Vi è dunque unchiaro insegnamento provvidenzialista e universalista.

PRIMO E SECONDO LIBRO DI SAMUELE

IL NOME

I Libri altro non sono che i due rotoli su cui è scritta unasola opera, attribuita a Samuele, che infatti narrano lastoria che lo precede e lo accompagna sino all’instaurazionedella monarchia e alla sua morte. Continuando però fino atutto il regno di David dopo quello di Saul, i Libri sonostati considerati anche le prime due parti di una storiadella monarchia, per cui nella LXX e nella Vulgata sonochiamati Primo e Secondo Libro dei Re, dandosi ai due cheseguono, ordinariamente chiamati essi con questi due nomi, inumerali ordinali di Terzo e Quarto.

L’ARGOMENTO

I Libri comprendono la storia degli inizi della Monarchiafino al regno di David come dicevo. Non sono da considerarsistorici nel senso tucidideo, perché non raccontano tuttoquello che accadde né connettono sempre logicamente i variepisodi. Hanno un intento teologico e quindi seguonol’impostazione religiosa dell’autore. Al termine dell’età deiGiudici, sotto Eli, la crisi sistemica causata dai Filistei,che solo a fatica furono respinti da Samuele dopo undrammatico ventennio di loro dominazione su Israele, fece siche il Popolo chiedesse a gran voce un Re che continuasse inmodo stabile l’iniziativa degli ultimi Giudici, riconosciutisu tutto il territorio. Questo primo Re fu Saul (1030-1010)della Tribù di Beniamino. Tuttavia egli non riuscì asconfiggere il nemico in modo definitivo, anzi entrò incontrasto con lo stesso Samuele che, finchè visse, fu laguida morale del Paese. Saul inoltre vide battere in brecciail suo potere, fondato sul prestigio militare, dalla fama edalla prodezza di un suo giovane guerriero, David, dellaTribù di Giuda. Inviso il Re in carica a Samuele per la sua

indipendenza di azione nei fatti religiosi, questi consacròlo stesso David sovrano, ma in segreto, per significare chela sostituzione del sovrano, che poi accadde per forza dicose, era voluta da Dio e inserita in un progetto salvifico,messianico e profetico. Si narra dunque la lotta tra Saul eDavid, che pure evitò di muovere mai guerra al suo sovrano.Caduto Saul in battaglia contro i Filistei, il Regno fudiviso in due e David (1010-970) regnò solo su Giuda, mentreIs-Baal, figlio del sovrano deceduto, fu riconosciuto nelNord. Emancipatosi David dal vassallaggio verso i Filistei emorto Is-Baal per le lotte intestine di potere della suacorte, dopo sette anni il Nord e il Sud furono riunificatisotto lo scettro del contendente superstite, senza che peròsi superasse una dicotomia Giuda-Israele che era retaggio giàdell’ultima età dei Giudici. David sottomise i Filistei e ipopoli vicini, aureolandosi di prestigio militare e politico,mentre osservo’ con zelo la Legge di Dio e centralizzò ilculto nella nuova prestigiosa capitale, finalmenteconquistata definitivamente, ossia Gerusalemme. Ci siaspetterebbe che i due Libri terminassero con la morte delRe, ma così non accade. La vecchiaia di David e lasuccessione – drammaticamente ingarbugliata e anticipatadalla Congiura di Assalonne descritta nei nostri testi – sonoinfatti narrati nei Libri dei Re.

STRUTTURA

I Libri, che appunto contenutisticamente sono la medesimacosa, sono divisibili in quattro parti e chiusi da unaappendice; la prima è dedicata a Samuele ( 1 Sam 1-7); laseconda a Samuele e Saul (1 Sam 8-15); la terza a Saul eDavid (1 Sam 16- 2 Sam 1); la quarta a David (2 Sam 2-20);l’appendice è in 2 Sam 21-24.Prima sezione. Samuele (1 Sam 1-7). Anna, moglie di Elcana,non ha figli e, recatasi al Santuario di Silo, fa voto diconsacrare al Signore il figlio che eventualmente Egli leconcederà. Il Signore l’esaudisce e nasce Samuele, consacratoa Dio in Silo (1-2,11). Samuele fanciullo è al servizio nelSantuario. I figli di Eli sono riprovati da Dio per la loroempietà (2,12-3,21). I Filistei muovono guerra a Israele e lo

sconfiggono: i figli di Eli sono uccisi, l’Arca dell’Alleanzaè presa, il vecchio Eli muore. Il Signore flagella i rapitoridell’Arca che è lasciata libera (4,1-7,1). Samuele divienegiudice e liberatore di Israele (7,2-17).Seconda sezione. Samuele e Saul (8-15). Israele chiede un Recontro il parere di Samuele, che però lo consacra, su ordinedi Dio, nella persona di Saul e lo presenta al Popoloall’assemblea di Masfa (8,1-10,27). Saul vince gli Amalecitie Samuele abdica alla Giudicatura (11,1-12,25). Saul vince iFilistei e gli Amaleciti, ma disobbedisce agli ordini di Dioin materia cultuale e viene riprovato da Lui, Che sceglie ilnuovo Re in David (13-15).Terza sezione. Saul e David (16-31). Samuele consacra Davidsegretamente; questi è accolto alla corte di Saul perplacarne gli scoppi di ira con la sua musica (16). In guerracontro i Filistei David uccide Golia e diviene popolare. Sauldiviene geloso e David deve fuggire (17-18). Dimora prima aNaiot presso Samuele ma, avvertito da Gionata, figlio diSaul, delle intenzioni assassine del padre, fugge (19-20).Erra tra Nob, Gat, Odollam, Keila, En-Gaddi, dove risparmiala vita di Saul (21-24). Muore Samuele (25,1). David èirritato da Nabal e placato da Abigail che, rimasta vedova,diviene sua sposa. In Hakila David risparmia ancora Saul e sirifugia presso i Filistei in Gat, come vassallo di Achis(25,2-27). Riprende la guerra israelo-filistea. Saul consultala pitonessa di Endor evocando Samuele che gli predice mortee sconfitta (28). David lascia Gat, abbandona l’esercitofilisteo, sconfigge gli Amaleciti (29-30). Saul e Gionatasono sconfitti e uccisi sul Gelboe (31). David ne piange lamorte con un’elegia (2 Sam 1).Quarta sezione. David re. (2-20). David è proclamato re diGiuda in Ebron, Is-Baal figlio di Saul re d’Israele inHebron. La guerra civile termina con la morte di Is-Baal e diAbner (2-4). David è re di tutto Israele. Vince i Filistei.Trasporta l’Arca a Gerusalemme. Riceve la promessa messianicada Dio e compone una preghiera di ringraziamento (5-7). Davidestende e consolida il Regno. Commette adulterio e omicidio esi pente (8-12). La Congiura di Assalonne costringe David afuggire; ma l’usurpatore, mentre insegue il padre oltre ilGiordano, è sconfitto e ucciso da Ioab (13-19,9). David

riprende il potere ma Seba si ribella nel Nord; vienetuttavia sconfitto (19,10-20). Appendice (21-24): sono altri sei brani staccati dallanarrazione. Una carestia di tre anni imperversa per colpa diSaul che aveva infranto il giuramento fatto ai Gabaoniti;David dà loro soddisfazione facendo giustiziare sette suoidiscendenti (21, 1-14). Una pestilenza imperversa da Dan aBersabea come punizione di un censimento fatto da David pervanità. Il Re erige in riparazione un altare in Ornan, dovesorgerà il Tempio (24). Fatti di armi di David e dei suoieroi (21,15-22). Lista dei Prodi del Re (23,8-30). Salmo diringraziamento (22). Oracolo profetico e messianico sulladiscendenza di David (23,1-7).

ANALISI FILOLOGICA

Il Talmud – con una tesi che io condivido – attribuisce aSamuele il Primo dei suoi Libri sino a 25,1 (Baba bathra 14b), dove è descritta la sua morte. Il resto del Primo Libro eil Secondo sarebbero stati scritti dai profeti Gad e Natan.Vari Padri della Chiesa e commentatori seguirono questaanalisi, anche se la fonte dei Libri delle Cronache, a pareredei piu’, non fu, come si è creduto, l’opera samuelica. Oggipochi però danno retta a questa attribuzione, in quantol’esame interno dei Libri rimanda ad un’epoca posteriore aifatti narrati: usanze e nomi spiegati come se fosseroincomprensibili, riferimenti alla divisione dei due Regni,l’espressione “fino a quel giorno” in relazione a situazioniormai mutate. L’opera fonderebbe o giustapporrebbe fonti etradizioni diverse sugli inizi della Monarchia. Una di questesarebbe una storia della cattività dell’Arca presso iFilistei (1 Sam 4-6), in cui Samuele non compare affatto eche sarebbe incorniciata tra il racconto della sua infanzia(1 Sam 1-3) e quello della sua liberazione di Israele (7).Chi dice questo non tiene conto della palese unità narrativae stilistica dei capitoli in questione. Il ruolo centrale diSamuele nell’istituzione della Monarchia, descritto in 1 Sam8-12, sarebbe la risultante di due tradizioni: i capp. 9;10,1-16; 11, la versione filomonarchica dell’evento,costituiscono la prima; i capp. 8; 10, 17-24; 12, resoconto

antimonarchico del fatto, la seconda; quest’ultima sarebbepiù recente per alcuni critici. Altri sottolineano che le duefonti sono entrambe antiche e che la pretesa antimonarchicitàdella seconda è solo funzionale alla rivendicazione deidiritti di Dio. Anche in questo caso, l’unità stilistica enarrativa non è considerata nella critica delle fonti, avantaggio di una vivisezione testuale che non aiuta a farsiuna idea complessiva dell’origine dell’opera. Le guerre diSaul sono narrate in 13-14 e vi si distinguerebbero dueversioni del rigetto del Re da parte di Dio (13, 7b-15a e15), servendo ad introdurre la consacrazione di Davide daparte di Samuele (16,1-13). Questa sezione sembrerebbe farriemergere dalle nebbie del tempo una sorta di Annali diSaul, e in effetti potrebbero essere esistiti gli Atti diquesto Re, poi perduti per la sua damnatio memoriae. I filologidistinguono anche tradizioni parallele ed antiche inrelazione alle prime azioni di David e ai contrasti suoi conSaul (1 Sam 16,14- 2 Sam 1), e vi ravviserebbero diversidoppioni. La fine di questa fonte sarebbe l’unificazione delRegno sotto David (2 Sam 5, 12). Di certo vi è solo che lenotizie sono assai antiche e quindi attendibili; i cosiddettidoppioni sono spesso il frutto di narrazioni di fatti similima non necessariamente duplicati. I capp. 6 (storiadell’Arca), 7 (profezia di Natan, antica ma rimaneggiata) e 8(riassunto redazionale) sarebbero distinguibili dal resto deltesto. Segue la storia della famiglia di David (2 Sam 9-1 Re1-2), narrata da un testimone oculare ai tempi di Salomone.E’ spezzata da 2 Sam 21-24, che unisce racconti diversi sulRegno davidico. Stando a questa analisi, alcuni grandiracconti si sarebbero costituiti sin dai primi secoli dellaMonarchia: un ciclo di Samuele, due storie di David e Saul,che per coloro che le rilevano potrebbero essere nati nel 700a.C. I Libri nel loro complesso sono quindi datati da alcunitra lo Scisma politico e la Caduta di Samaria, che sipretende non potesse essere ignorata dall’Autore. Il lasso ditempo è tra il regno di Roboamo (930-913) e la fine del IXsec., per chi non vede nei testi tracce della redazionedeuteronomistica. Per chi invece la ravvisa, la formadefinitiva del testo è legata alla stesura di quellaredazione, di cui abbiamo detto più volte. Tuttavia

l’influsso deuteronomistico è meno marcato nei Libri diSamuele che in quello dei Giudici o dei Re. Il testo è unodei peggio conservati dell’AT ebraico; la LXX ce ne dà unaversione spesso differente, risalente ad un prototipo di cuii Rotoli di Qumran ci hanno offerto frammenti importanti. Ciòattesta l’esistenza di più recensioni ebraiche dei Libri diSamuele.

UNA TEORIA OLISTICA SULLA FORMAZIONE DEI LIBRI DI SAMUELE

A mio avviso, le diverse evidenze testuali e le lorocontraddizioni in merito alla composizione dei Due Libri diSamuele possono essere conciliate e risolte in un certo modo.Alla base del percorso storico che porta ai Due Libri comesono oggi vi è, appunto, Samuele, autore di un Libro chearrivava fino ai tempi suoi. Questo lavoro, realizzato inpaleoebraico alla luce dei modelli biblici già esistenti –Pentateuco e Giosuè- ha le striature stilistiche e teologichedi quei Libri, per cui si collega ad essi quasi come unOttateuco. E’ lo strato redazionale primigenio. In esso iGiudici non terminavano affatto con Sansone, ma proseguivanosino a Saul. La data di composizione è intorno al 1027 a.C.Quest’opera, nella parte che ci interessa, è a mio avviso lastoria di Samuele citata nelle Cronache. Samuele fu, a mioavviso, il revisore linguistico del Pentateuco e di Giosuè,per cui la sua opera storica e teologica si colloca nelquadro di un impegno sistematico. Nel Primo Libro che portail suo nome dovettero entrare le gesta di Saul, anche se conuna caratura polemica, a causa della rottura tra questi e ilGiudice.Morto Samuele e assurto David al trono, i suoi intellettualidi corte – tra i quali nulla vieta di annoverare il profetaGad e poi Natan – separarono la narrazione sui Giudici daquella del Primo Libro di Samuele. Quest’opera è il Librocitato in 1 Cr 29, 29, almeno a mio avviso. La separazione fusancita dall’inserzione delle due appendici al Libro deiGiudici – una delle quali tra l’altro fortemente ostile allaTribù di Beniamino da cui era uscito Saul – e i fatti diSamuele dai tempi di Eli, considerati il prodromodell’instaurazione della monarchia e della nascita della

dinastia davidica, furono inseriti in una narrazioneculminante con la descrizione del regno di David. La storiadi questo Re prima dell’ascesa al trono forse fu inserita nelcorpo del testo o magari già Samuele l’aveva iniziata; fudescritta la morte di Samuele stesso; infine la narrazione fuproseguita sino alla fine del regno di David stesso.Probabilmente giungeva fino alla sua morte. Ma Salomone (970-930), alla sua ascesa, staccò quella parte del racconto dalSecondo Libro samuelico e lo unì a quello delle sue gesta,che rimasero a lungo separate dalla storia dei Re, redatta inseguito. L’autore fu Natan. Questa terza prosecuzione èquella menzionata in 1 Cr 29, 29. A quei tempi i Due Librierano già simili in struttura a come li conosciamo. Lasistemazione degli argomenti tra la fine di questi Libri el’inizio dei Re si ebbe entro il regno di Roboamo. Tuttaviale versioni separate dei testi di Samuele, di Gad e Natandovettero rimanere in circolo per diverso tempo.Una revisione storica dei Due Libri in chiavedeuteronomistica si ebbe ai tempi di Giosia (639-608), ma noncessarono di circolare varianti testuali più antiche, adimostrazione della importanza proteiforme dellatestimonianza letteraria di Samuele. La LXX poi assimilò iLibri a quelli dei Re in base all’argomento, usando unarecensione che non sappiamo a quale strato redazionaleappartenesse. Eventuali retroversioni dall’ebraico classicodel VI-V sec. alle sue forme più arcaiche potrebbero dareconferma a queste tesi.

VALORE STORICO

A dispetto degli estremismi di certi critici, non vi è alcunmotivo di dubitare del valore storico documentale dei Libridi Samuele. La centralità assoluta di alcuni luoghi e gruppietnico-tribali e la marginalità di altri nei racconticorrisponde agli schemi della storiografia palatinadell’epoca, incentrata sulla capitale, sul Re e sul suoambiente d’origine; il fatto che le vicende siano spessoambientate nelle medesime regioni non significa che il poteremonarchico sia stato più ridotto di quanto dichiarino i Libridi Samuele. Né la mancanza di alcuni riscontri archeologici

può inficiare la credibilità della stessa narrazione. Non sipuò chiedere alla Bibbia una riscontrabilità maggiore diquella che si domanda a qualsiasi altra fonte antica.

PECULIARITA’ TEOLOGICHE

I Libri di Samuele, la cui canonicità è attestata in Mt 12,3-4; At 13, 21-23; Rm 15, 9, hanno un valore incalcolabile daun punto di vista spirituale. Ogni fatto, ogni personaggio sipresta a svariate riflessioni morali e spirituali. Il fulcrodei Libri è lo sviluppo del Messianismo: il governo deiGiudici fu soppiantato dalla più stabile forma monarchica; lapromessa di Gn 49,8-12 si realizza per la Tribù di Giudanella persona di David e nella sua discendenza; la profeziadi Natan (2 Sam 7,12-17) descrive il Re come antitipo delMessia; David è il principe ideale e devoto, che gode diprerogative sacerdotali, offre sacrifici, benedice il popolo,riceve la promessa di un figlio che avrà Dio stesso perPadre, ossia Salomone, simbolo di Gesù. In questo senso Davidè, in quanto antenato di Cristo, Sua figura tipica. Lapromessa a David è dunque l’ulteriore specificazione dellapromessa di Dio: dal Protovangelo a Noè, da Abramo a Isacco ea Giacobbe, da Giuda a David. Inizia così la filierateologica del Messianismo, in cui tutti i percorsi portano alCristo.Anche Samuele, come tutti i Giudici, è figura tipica di Gesù,ma naturalmente la sua simbologia è schiacciata su quella delRe. In ogni caso l’Annunciazione ad Anna, la concezionemiracolosa del Giudice, la sua presentazione ed offerta alsantuario, la sua vita nello stesso, la sua locuzione con Dioin giovane età sono immagini degli eventi dell’Infanzia diCristo, e la stessa Anna è figura di Maria SS. Costei èprefigurata nell’Arca, e gli spostamenti di questa annunzianoil viaggio della Vergine da Elisabetta. Anche molti episodidella vita di David preparano quelli del Vangelo: quando ilPastorello uccide Golia, simboleggia la vittoria dell’inermeCristo sul diavolo; le numerose persecuzioni subite preparanoquelle subite dal Redentore, sia in gioventù che invecchiaia; le sue vittorie sono immagine di quelle che Gesùriporterà sul male; la profezia sul Tempio da edificare da

parte del Figlio di David è riferita pienamente solo allaChiesa. Anche le sue vicende peccaminose sono di esempio:egli infatti commette gravi colpe ma si pente ed espia condiverse disgrazie.