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studies in the classical tradition board of management - comitato direttivo guido arbizzoni, antonio carlini, mario de nonno, louis godart, enrico malato, cecilia prete editor - direttore responsabile: piergiorgio parroni ANNO XXXVII XVII DELLA NUOVA SERIE In re publica litterarum liberi nos sumus SALERNO EDITRICE ROMA MMXIV

L. Furbetta, Un nuovo manoscritto di Sidonio Apollinare. Una prima ricognizione, in ‘RPL’ 37, 2014, pp. 135-157

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studies in the classical tradition

board of management - comitato direttivo

guido arbizzoni, antonio carlini, mario de nonno, louis godart, enrico malato, cecilia prete

editor - direttore responsabile: piergiorgio parroni

ANNO XXXVIIXVII DELLA NUOVA SERIE

In re publica litterarum liberi nos sumus

SALERNO EDITRICE • ROMAMMXIV

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 462 del 9 ottobre 1998

L’annata viene stampata con un contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

ISBN 978-88-6973-007-8

Tutti i diritti riservati - All rights reserved

Copyright © 2014 by Salerno Editrice S.r.l., Roma. Sono rigorosamente vie-tati la ri produzione, la traduzione, l’adattamento, anche parziale o per estrat-ti, per qual siasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, senza la preventiva auto-rizzazione scritta della Salerno Editrice S.r.l. Ogni abuso sarà perseguito a

norma di legge.

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uN Nuovo MANoScRiTTo di SidoNio APoLLiNARe: uNA PRiMA RicogNizioNe

i. Premessa

Presento qui alcuni dati che emergono dalla collazione di un manoscritto, ancora non studiato,1 che trasmette l’intera opera di Sidonio Apollinare com-preso l’epitaffio e inoltre i vv. 1-43 dei Caesares di Ausonio. Al manoscritto, che è da ascrivere al sec. XII e attualmente appartiene a una collezione privata, è sta-ta attribuita la segnatura Paris, IRHT, Collection privée, CP 347 (di seguito CP 347).2

In questo contributo fornisco una selezione di loci sidoniani (con particola-re riferimento alle Epistole) per permettere agli studiosi di valutare l’importanza del testo trasmesso dal manoscritto, che, come vedremo, si può ricondurre con un buon margine di sicurezza, almeno per quanto riguarda l’epistolario, al ramo della tradizione cui appartiene anche il ms. Madrid, Biblioteca Nacional de España, 9448 (contrassegnato negli apparati critici con sigla C). Premetto una sintetica descrizione di CP 347.

1. È stato finora solo esposto pubblicamente nelle tre seguenti occasioni: « 1. Conference of European National Librarians, Oslo. Sept. 1994. 2. “Preservation for access: Originals and copies”. On the occasion of the 1st International Memory of the World Conference, organized by the Norwegian Commission for UNESCO and the National Library of Norway, at the Astrup Fearnley Museum of Modern Art, Oslo, 3 June-14 July 1996. 3. Oslo Katedralskole 850 år, Jubileumsutstilling 10.-14. March 2003 »; la fonte di queste informazioni è il sito internet della Schøyen Collection, della quale in precedenza faceva parte il manoscritto con il nr. 246 (e da dove risulta « de-accessioned » nel 2008): http://www.schoyencollection.com/litera t-ure-collection/classical-roman-literature-collection/complete-sidonius-ms-246.

2. Tale segnatura consente di identificare il manoscritto in maniera univoca e verificabile; ciò è stato possibile grazie alla convenzione di partenariato scientifico e di mecenatismo sta-bilita dall’« Institut de recherche et d’histoire des textes » (IRHT) con i collezionisti che desi-derano restare anonimi, ma che favoriscono le ricerche scientifiche riguardanti i codici di loro proprietà. I collezionisti hanno affidato all’IRHT la cura di digitalizzare le loro collezioni; sono grata all’IRHT per avermi offerto la possibilità di studiare questo manoscritto e per la concessione delle immagini; ai proprietari del manoscritto devo la possibilità di aver lavorato autopticamente su di esso. Ringrazio inoltre Dominique Stutzmann, Francesco Siri e Marcel-lo Moscone.

TEXTS AND DOCUMENTS TESTI E DOCUMENTI

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texts and documents - testi e documenti

ii. Il nuovo manoscritto

CP 347, come si è detto, appartiene al XII sec. (seconda metà inoltrata), è in pergamena spessa, consta di 133 ff. e misura 240 × 170 mm. È vergato in inchio-stro nero e marrone chiaro (decorazioni a inchiostro nero, rosso e marrone chiaro). La rilegatura è moderna da restauro, come da restauro è la doratura dei tagli del volume.3 La fascicolazione è la seguente: A, 1-68 (ff. 1-48), 75 (ff. 49-53; f. 6 tallone), 8-148 (ff. 54-109), 1510 (f. 9 tallone; ff. 110-118), 168 (ff. 119-126), 177 (ff. 127-133; f. 8 tallone). La numerazione dei fogli è moderna e apposta nel margine superiore destro della pagina. La foratura è visibile. La rigatura è in parte a mina di piombo (visibile ai ff. 81r, 82v, 93, 96v, 97r, 103r, 107r, 130r), in parte a punta secca (poco visibile al f. 49r ad inizio fascicolo). La scrittura è una gotica inci-piente. Di diversa mano le rubricae ai ff. 41-53 come, a quel che sembra, i nume-rosi interventi correttori in inchiostro marrone.

Il manoscritto, oltre a letterine tracciate con modulo piú grande e numerose grandi iniziali decorate soprattutto con intrecci, motivi floreali e vegetali, pal-mette e racemi tracciati e riempiti con inchiostro nero, rosso e marrone, colori utilizzati anche nel resto del codice, presenta due grandi lettere istoriate, ele-mento questo eccezionale per quanto riguarda i testimoni dell’opera sidoniana:

f. 79v: grande iniziale istoriata (C) in inchiostro marrone e rosso; all’interno del corpo della lettera C è rappresentata una figura di un giovane uomo con una tromba, riferibile a Marte del quale parlano i vv. 4 sg. del testo (cfr. carm. 1, pre-fazione del panegirico di Antemio: disparibusque modis par cecinere sophos / Mars clangente tuba);

f. 109r : grande iniziale istoriata (D) in inchiostro marrone; nella lettera è rap-presentato un vescovo porporato con un libro nella mano sinistra e il pastorale nella mano destra. La miniatura è strettamente legata al contenuto del testo, il carm. 9, con il quale Sidonio apre la raccolta di nugae (cioè i carm. 9-24) che dedica a Magnus Felix.

I testi contenuti si susseguono in quest’ordine: Sidonio, Epistulae, i-ix (ff. 1-79v); Carmina, i-xxiv (ff. 79v-132r); Ausonio, Caesares, vv. 1-43 (f. 132r-v); Sido-nio, Epithaphius (ff. 132v-133r).

Per quanto riguarda l’origine, nel catalogo di vendita del 1920 al manoscrit-to viene attribuita una provenienza inglese,4 mentre nella checklist Schøyen del 1999 gli si assegna un’origine francese (verosimilmente ascrivibile all’area sud-

3. Il restauro si deve agli attuali proprietari dopo l’acquisizione nel 2008. La citata checklist dei manoscritti della Schøyen Collection parla di una rilegatura francese del XVII sec. (« red velvet over wooden boards, sewn on 5 bands »). Difficile dire che fine abbia fatto la rilegatura originaria.

4. Cfr. Catalogue of very important illuminated and others manuscripts, the property of Lord Mostyn, Mostyn Hall, Sold at Sotheby’s, 13 July 1920, Lot 18.

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ovest),5 e nel 2008 la citata lista online della stessa collezione propone un’origine iberica (probabilmente León). A nostro avviso quest’ultima localizzazione ri-sulterebbe la piú probabile; l’ortografia utilizzata da sola autorizza a postulare un’origine iberica almeno dell’antigrafo del manoscritto stesso. Le forme piú ricorrenti sono: tutti i dittonghi realizzati in -e; la h- sistematicamente omessa o al contrario aggiunta a causa della pronuncia e della dettatura interiore; scambio sistematico di p con b (cfr. e.g. princebs per princeps), di t con d (cfr. e.g. inquid per inquit), di k con c (cfr. e.g. karitas per caritas), di g con i (cfr. e.g. geiunium per ieiu­nium); le forme leccione al posto di lectione; amicicia al posto di amicitia; michi al posto di mihi; eciam al posto di etiam, ecc.6 Piú in generale si può constatare la presenza di numerose abbreviazioni e un aspetto d’insieme che ricorda una minuscola francese non troppo stretta con movenze già gotiche. Si può poi sot-tolineare la mancanza di una marcata e sistematica sovrapposizione e fusione delle curve contrapposte nei gruppi po, pe, bo, be, ecc., caratteristica questa pre-sente in molti manoscritti di origine iberica dell’XI-XII secolo.7 Inoltre le mi-niature e la decorazione del codice sembrano avere come punto di riferimento un repertorio non estraneo alla produzione legata a Limoges e piú in generale all’area aquitanica, cui sembra essere ascrivibile il ms. Madrid, Biblioteca Nacio-nal, 9448 (= C), considerato fino ad oggi il migliore rappresentante della prima famiglia dei codici sidoniani, famiglia di cui il ms. CP 347, come dimostreremo, fa parte. La stretta relazione tra Limoges, Cluny e la penisola iberica e nello spe-cifico il regno di León e Castiglia è particolarmente intensa e documentata tra XI e XII secolo8 e proprio in questo contesto sarebbe legittimamente ipotizza-bile, ma al momento non ancora dimostrabile, l’origine di CP 347.

5. Cfr. The Schøyen Collection Checklist of Manuscripts 1­2867, by Martin Schøyen, Oslo, In principio Press, 1999, p. 40 n. 246.

6. Cfr. e.g. G. Battelli, Lezioni di paleografia, Città del Vaticano, Pont. Scuola Vaticana di pa-leografia e diplomatica, 2002, pp. 138-44, e soprattutto P. Cherubini-A. Pratesi, Paleografia latina. L’avventura grafica del mondo occidentale, Città del Vaticano, Scuola vaticana di paleografia, diplo-matica e archivistica, 2010, pp. 233 sg. e 241 sg., dove sono descritte le peculiarità ortografiche, le abbreviazioni e i fenomeni piú frequenti inerenti alle testimonianze in visigotica, che si ri-scontrano però anche nei manoscritti carolino-gotici.

7. In generale sulla scrittura dei manoscritti dei secc. XI-XII originari di León e Castiglia cfr. A. Millares Carlo, Paleografía española. Ensayo de una historia de la escritura en España desde el siglo VIII al XVII, Barcelona-Buenos Aires, Editorial Labor, 1929, i pp. 178-89; si veda inoltre J.M. Burnam, Palaeographia iberica. Fac­similés de manuscrits espagnols et portugais (IXe­XVe siècles) avec notices et transcriptions, Paris, H. Champion, 1864-1921. Per uno studio approfondito dei mano-scritti di León e piú in generale per le caratteristiche dei manoscritti della stessa area geogra-fica e culturale nel XII sec. si veda A.I. Suárez González, Patrimonio cultural de S. Isidoro de León, B. Serie bibliográfica, iii. Los códices VI­X, 2, León, Universidad de León, 2001.

8. Ci limitiamo qui solo a ricordare: A. Viñayo Gonzales, El scriptorium medieval del monaste­rio de San Isidoro de Léon y sus conexiones europeas, in Coloquio sobre circulation de codices y escritos entre Europa y la peninsula en los siglos VIII­XIII, 16­19 sept. 1982, Santiago de Compostela, Universidad

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texts and documents - testi e documenti

Il manoscritto è passato attraverso i seguenti proprietari:9 Balthazard de Vil-lars (1557-1627); Collezione Thomas Hobart fino al 1728-1730; Collezione Lord Mostyn dal 1728-1730 al 1920, anno in cui il manoscritto fu venduto a Quaritch da Sotheby; Edmund Hunt Dring (1920-1928); Edmund Maxwell Dring (1928-1989); venduto da Quaritch a Schøyen, è appartenuto alla Collection Martin Schøyen fino al 2008, anno in cui è stato di nuovo venduto, tramite Quaritch, agli attuali proprietari.

iii. L’opera di Sidonio e il nuovo manoscritto

Il ms. CP 347, come s’è detto, tramanda l’intera opera sidoniana. Per quanto riguarda l’epistolario mostra la sequenza delle lettere del settimo volume che Luetjohann ha considerato elemento caratterizzante dei manoscritti da lui or-dinati nella prima famiglia10 e inoltre trasmette il testo dell’epitaffio di Sidonio che fino ad oggi si pensava tramandato soltanto dal ms. C, quest’ultimo ritenu-to dallo studioso (forse proprio per la sua presunta origine cluniacense e per la presenza dell’epitaffio) il miglior testimone dell’intera famiglia. Come nel caso di C, CP 347 presenta un alto numero di lezioni divergenti dai mss. L M P T utilizzati a partire dall’edizione Luetjohann-Leo da tutti gli editori successivi11

de Santiago, 1988, pp. 209-38; C.M. Reglero de la Fuente, Cluny en España. Los prioratos de la provincia y sus redes sociales (1072­1270 ca.), León, Centro de estudios e investigación San Isidoro, 2008; per quanto riguarda lo studio delle miniature e l’influsso cluniacense si rimanda in par-ticolare a L. Cochetti Pratesi, Limoges, il Sud e la Spagna, Roma, Bulzoni, 1992 (devo quest’ulti-ma segnalazione e pista di indagine alla Prof.ssa Francesca Manzari).

9. La storia del manoscritto e tutti i passaggi qui elencati sono ricostruiti in L. Furbetta, L’epitaffio di Sidonio Apollinare in un nuovo testimone manoscritto, in « Euphrosyne », xliii 2015, i.c.s.

10. Luetjohann, cui si deve l’introduzione all’edizione critica ultimata da F. Leo e pubbli-cata nel 1887 nei Monumenta Germaniae historica, Auct. Ant., viii, ordinò in un’unica famiglia i manoscritti che trasmettono l’intera opera e che sono accumunati dalla presenza delle lettere n. 6 e 7 del settimo libro dell’epistolario sidoniano dopo la nona epistola dello stesso libro. Il manoscritto ritenuto dallo studioso piú importante per questa famiglia e inserito nell’appara-to critico anche dagli editori successivi è il ms. Madrid, Biblioteca nacional de España, 9448 (= C), dal cui archetipo discenderebbero anche il ms. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat. 3421, e il ms. Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 2168. L’alterazio-ne nella sequenza delle lettere del settimo libro che si riscontra nella prima famiglia e nel co-dice CP 347 è anche una delle caratteristiche dei testimoni della terza famiglia che è rappre-sentata da manoscritti che mostrano inversioni nell’ordine delle lettere 6 e 7 che sono o omes-se o collocate con un ordine diverso dai manoscritti delle altre famiglie, e l’inversione delle lettere 10 e 11 dello stesso libro e 1 e 2 dell’ottavo. Il manoscritto scelto come maggiormente rappresentativo per questa terza famiglia è il ms. Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 2781 (negli apparati critici siglato P).

11. Vd. P. Mohr, C. Sollius Apollinaris Sidonius. Opera, Leipzig, Teubner, 1895; W.B. Ander-son, Sidonius. Poems and Letters, i-ii, Cambridge (Mass.)-London, Harvard Univ. Press-Heine-

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e alcune lezioni comuni al ms. Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 9551 (= F), considerato il miglior testimone della seconda famiglia di codici.12 Nonostante l’imponente lavoro di Luetjohann portato a termine da Leo si av-verte oggi la necessità di un radicale riesame dei manoscritti e dei criteri di or-dinamento e accorpamento nelle diverse famiglie. In primo luogo Luetjohann non ha motivato la scelta dei codici utilizzati per stabilire il testo e si è molto basato per la suddivisione in famiglie sull’ordinamento delle lettere dell’episto-lario (che praticamente non è unanime per tutti i nove libri) e ha postulato la presenza di un archetipo mutilo13 del quale il ms. L sarebbe discendente diretto. A tale archetipo viene contrapposto un testimone perduto capofila del secondo ramo della tradizione, al quale sono ascritti i mss. M T C F P. L’unica famiglia che presenta una fisionomia piú definita è la prima, mentre i criteri di accorpa-mento dei manoscritti delle altre famiglie appaiono molto deboli e la colloca-zione di alcuni testimoni molto incerta; un esempio fra tutti è il ms. M che (come già evidenziato da Luetjohann stesso) per il testo delle lettere i-ix 6 mo-stra le peculiarità dei manoscritti da lui ordinati nella quarta famiglia, mentre per la fine dell’epistolario e i carmi ha come modello un ms. della seconda e verosimilmente il cod. F sul quale sembrano fondati gli interventi correttori del-la seconda mano che interviene nel manoscritto.14 Nell’edizione Luetjohann-

mann, 1936-1965; A. Loyen, Sidoine Apollinaire, i. Poèmes, Paris, Les belles lettres, 1960; ii-iii. Lettres, ivi, 1970, e piú recentemente un’edizione critica in catalano in cinque volumi, due per i carmi e tre per l’epistolario a cura di J. Bellès: Sidoni Apollinar. Poemes, Barcelona, Fundaciò Bernat Metge, 1989 e 1992; Lletres, ivi, 1997, 1998 e 1999. Il ms. Oxford, Bodleian Library, Lau-dianus Lat. 104 (= L) è nella ricostruzione di Leutjohann il testimone piú importante dei ma-noscritti che fanno parte della quarta famiglia (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., pp. xiii-xvi) e alla quale appartengono anche i mss. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, S. Marco 554 (= M) e plut. XLV 23 (= T). Sulla base dei raggruppamenti proposti dallo studioso sono stati ascritti a questa quarta famiglia anche i mss. Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 18584 (= N); Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. Lat. 1783 (= V); Reims, Bibliothèque Municipale, 413 (= R), collazionati e studiati singolarmente (cfr. Loyen, op. cit., i p. xxxvii).

12. I manoscritti che appartengono alla seconda famiglia presentano una confusione del-l’ordine delle lettere dei libri vi e vii; alcuni manoscritti trasmettono tutta l’opera, altri traman-dano solo le epistole e i panegirici con le prefazioni e i carmi di accompagnamento (cioè se-condo la sequenza ormai in uso i carm. 1-8) e altri ancora solo l’epistolario o l’epistolario ed e stratti dei carmina; cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., pp. vii-xii.

13. Cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., pp. xxv-xli; le pagine xxiii-xliv dell’introduzione si de-vono a Leo che si è basato sui dati raccolti e ordinati da Luetjohann.

14. Per questo motivo le due mani del codice sono collocate da Loyen in due rami differen-ti dello stemma da lui proposto, cfr. Loyen, op. cit., ii pp. liii sg. Il codice è stato però recente-mente studiato da M. Marchiaro, Un manoscritto di Sidonio Apollinare postillato da Giovanni Pico della Mirandola e da Pietro Crinito, in « Medioevo e Rinascimento », xx 2009, pp. 279-89, che ha escluso la presenza di una seconda mano e ha proposto una nuova datazione per il ms. ascri-vendolo almeno alla metà dell’XI secolo.

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Leo il ms. M è considerato il miglior testimone dei carm. 1-8 e collocato in un ramo a sé della tradizione, cui sarebbero contrapposti i mss. C F P T, testimoni di una stessa tradizione ma meno sicura di quella rappresentata da M e che a differenza di questo codice tramandano l’intero corpus poetico (cioè i carm. 1-8 e 9-24). Tra questi manoscritti il cod. T presenta i carmi inseriti tra le lettere 5 e 6 del primo libro dell’epistolario e con sequenza differente: cioè 9-15, 17-21, 16, 24, 22, 23. Sulla base di quanto elaborato da Luetjohann-Leo, l’editore francese An-dré Loyen ha stabilito il testo dell’epistolario fondandosi in particolare sul codi-ce L, le cui lezioni sono messe a raffronto con quelle dei mss. N V R, ascritti alla quarta famiglia e in caso di défaillance dei manoscritti ha preferito le lezioni di F e di M. Per il testo dei carmi invece l’editore francese ha fatto ricorso il piú possibile al ms. M per stabilire il testo dei carm. 1-8 (già privilegiato nell’edizione Luetjohann-Leo) e per la parte restante del corpus, cioè i carm. 9-24, ha dove pos-sibile preferito le lezioni di P. Anche nella ricostruzione del Loyen non manca-no debolezze e molto discutibile da un punto di vista metodico è il ricorso al ms. Montpellier, Bibl. École de Médecine, 4, e ai codd. Paris, Bibliothèque Nationa-le de France, Lat. 2171 e 2782 (il consenso di questi ultimi è espresso nello stemma e in apparato con m), che derivano secondo Loyen da un antigrafo comune, di-verso da quello di M, ma appartenente allo stesso ramo. Sulla base di ciò Loyen avvalora l’importanza delle lezioni trasmesse da M e controllate su questi tre manoscritti.

Fermo restando quanto abbiamo qui detto, allo stato attuale chi si accosta allo studio del testo sidoniano si trova davanti a queste ricostruzioni che solo un lavoro di revisione totale e di prima mano potrà correggere15 e che si traducono, sia nell’apparato critico dell’edizione Luetjohann-Leo che in quello di Loyen, nella frequente contrapposizione delle lezioni presenti nella maggioranza dei codici selezionati per la costituzione del testo (cioè L M F T P) a quelle che si riscontrano in C; basandosi poi sull’apparato critico dell’edizione Luetjohann-Leo, molto dettagliato e comprensivo persino delle varianti grafiche, si riscon-trano oscillazioni del ms. F, ora concorde con le lezioni di C e del ramo che esso rappresenta, ora portatore delle lezioni comuni a L M T P. L’attenzione dedica-ta al codice C a partire dagli editori antichi di Sidonio è in sostanza dovuta alla presunta origine cluniacense del manoscritto e soprattutto alla presenza del te-

15. Non ci soffermiamo qui sulle obiezioni che si possono muovere ai criteri utilizzati da Luetjohann nello stabilire la parentela dei codici che ha selezionato per la costituzione del testo. Un lavoro di censimento e descrizione dei manoscritti sidoniani aggiornato e punto di partenza scientificamente attendibile per una riconsiderazione dell’opera del lionese è in corso di elaborazione nell’ambito del progetto Leverhulme-funded International Network: SAxxi project ‘Sidonius Apollinaris for the 21st Century’ ; una prima disamina dei problemi è stata fornita da Franz Dolveck durante l’ “International Conference” Sidonius Apollinaris, his Words and his World, tenutasi alla University of Edinburgh il 20-23 novembre 2014.

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sto dell’epitaffio di Sidonio Apollinare, per il quale il codice era ritenuto unico testimone. Per quanto riguarda però la rilevanza di C nella costituzione del te-sto sia Luetjohann-Leo che gli editori successivi hanno collocato il manoscritto nella parte bassa dello stemma insieme a F; entrambi i codici poi, oltre ad errori propri, mostrano lezioni erronee in comune con il cod. P.16

Il cod. C, non utilizzabile per la qualità del testo trasmesso, è invece signifi-cativo punto di partenza per tentare di individuare una filiazione e un’area geo-grafica di origine di un gruppo ristretto di manoscritti e per far luce almeno su una parte della tradizione. Come già anticipato, allo stesso gruppo di codici il cui capofila è C e che sulla scorta di Luetjohann-Leo, in attesa di nuovi progres-si, continuiamo a chiamare prima famiglia, fa parte anche il nuovo ms. CP 347. La presenza del testo dell’epitaffio di Sidonio fa sí che il punto di riferimento per lo studio di CP 347 sia proprio C e di seguito tenteremo di mettere in luce analogie e differenze riscontrabili tra i due manoscritti e i possibili rapporti di parentela tra essi, partendo però da qualche informazione d’insieme. Il ms. C è ascrivibile al pieno sec. XI, la sua origine quasi sicuramente è aquitanica e il codice ha transitato per Cluny dove è stato conservato fino al sec. XVIII; una fonte preziosa per ricostruirne la storia è il catalogo dei libri del marchese Cam-bis de Velleron,17 che acquistò il manoscritto dai Gesuiti di Tolosa (cui pervenne tramite Samuel de Fermat che lo ereditò dal padre Pierre de Fermat, consiglie-re del parlamento di Tolosa, deceduto nel 1665). Nel catalogo di Cambis il ma-noscritto è contrassegnato con il nr. 36 (ancora visibile) e come molti manoscrit-ti del marchese pervenne alla Biblioteca di Madrid dove è conservato ancora oggi.18 C trasmette tutta l’opera di Sidonio preceduta dalle Excerptiones de libro Tullii Ciceronis quem scripsit ad Titum de senectute (ff. 1r-7r); dalla breve vita di Sido-nio narrata nel secondo volume dei Libri historiarum di Gregorio di Tours (cfr. ff. 7r-8r Gregorius Turonensis de sancto Sidonio Arvernorum episcopo) e da 17 versi dei Caesares di Ausonio attribuiti però allo stesso Sidonio (cfr. f. 8v Sidonii versus de duodecim imperatoribus Romanis). Gli estratti di Cicerone e di Gregorio di Tours sono aggiunti in un fascicolo a parte e copiati da mani differenti e posteriori alla mano che verga il codice;19 inoltre il testo dell’epitaffio di Sidonio è aggiunto a lato del testo nel margine interno dell’ultimo foglio (f. 162v), quindi alla fine del-

16. Cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. xxxix.17. Cfr. Catalogue raisonné des principaux manuscrits, du cabinet de M. Joseph­Louis Dominique de

Cambis, Avignon, Louis Chambeau, 1770, pp. 292-310.18. Sul passaggio dei manoscritti di Cambis alla biblioteca di Madrid e uno studio del cata-

logo del marchese si rimanda a C.R. Étaix, Le cabinet des Manuscrits du Marquis de Cambis­Velle­ron, in « Scriptorium », xxxvii 1983, pp. 66-91; vd. anche Inventario general de Manuscritos de la Bi­blioteca Nacional, xiii, Madrid, Dirección general de archivos y bibliotecas, 1995, p. 347.

19. Luetjohann ascriveva la mano che ricopia il testo di Gregorio di Tours al XII secolo (Luetjohann-Leo, op. cit., p. vii).

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l’opera del lionese. L’epitaffio è copiato da una mano anch’essa ritenuta poste-riore a quella del codice. In aggiunta Luetjohann individuava due mani (che contraddistingue in apparato come C1 e C2 cui ricorriamo anche noi di seguito) che apportano di volta in volta correzioni al testo sidoniano e che egli ritene-va successive. Il codice nel suo insieme raccoglie tutto ciò che può servire a un lettore antico e moderno per conoscere Sidonio e la sua opera; l’estratto del te-sto di Gregorio di Tours è infatti l’unica biografia estesa antica di Sidonio vesco-vo20 e il testo dell’epitaffio aggiunto alla fine completa tutte le informazioni sul-l’autore; al testo originario che trasmetteva l’opera (unitamente ai versi ausonia-ni attribuiti a Sidonio) si è cosí aggiunta un’unità testuale con estratti da Cicero-ne e Gregorio di Tours e l’epitaffio in tempi probabilmente differenti che solo uno studio approfondito del ms. potrà forse chiarire.

A differenza del ms. C, il codice CP 347 riporta in un’unica unità testuale compatta prima tutta l’opera di Sidonio e poi i vv. 1-43 dei Caesares di Ausonio (questi ultimi sono privi di indicazione di autore e titolo) e di seguito il testo del-l’epitaffio; gli interventi di correzione, forse ascrivibili a mano diversa, sembra-no coevi alla scrittura principale. Ci concentreremo ora sul testo dell’epistolario limitandoci per i carmi a indicare nella parte finale del contributo le peculiarità del testo di CP 347 senza entrare in dettagli;21 per l’ordinamento dei loci qui presentati raggrupperemo i fenomeni piú frequenti e significativi che permet-tono di delineare il rapporto tra C e CP 347.

iv. Il testo delle epistole

Nella presentazione delle lezioni di CP 347 ci baseremo sull’apparato critico dell’edizione Luetjohann-Leo (integrandolo in caso di divergenze con quanto registrato nell’edizione Loyen) a partire dal quale nelle edizioni critiche succes-sive il testo di C figura quasi sempre in disaccordo con la maggior parte dei testi-moni; riporteremo il passo del testo sidoniano secondo l’edizione Luetjohann-Leo con indicazione del numero di pagina e di righe (sottolineando in corsivo solo le singole lezioni divergenti; il corsivo non si applica nel caso di frasi piú complesse o di alterazione dell’ordo verborum), cui segue la lezione presente in CP 347 (del quale indichiamo numero di foglio e riga), poi, separata da due pun-ti, quella di C (e di altri manoscritti con la stessa lezione) aggiungendo ove ne-cessario, separate da virgola, le lezioni divergenti degli altri manoscritti come

20. In merito rimandiamo a L. Furbetta, Sidonio Apollinare nei Libri Historiarum di Gregorio di Tours: qualche riflessione, in « Mélanges École franç. Rome. Moyen Âge », cxxvii 2015, fasc. 2, i.c.s.

21. Rimandiamo la disamina delle lezioni dei carmina a un prossimo lavoro che a nostro avviso sarà possibile solo dopo un’accurata analisi del testo trasmesso dagli altri manoscritti e in particolare dal ms. T e dal suo eventuale rapporto con i codd. C e CP 347.

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l. furbetta - un nuovo manoscritto di sidonio apollinare

riportate dall’apparato critico della stessa edizione;22 quando C e CP 347 coinci-dono si ricorre per brevità alla sigla (= C). Nei casi nei quali l’apparato è piú di-scorsivo o si ha necessità di ricorrere all’edizione Loyen si cita direttamente il testo dell’apparato indicando il numero della pagina e l’edizione. La lista che for-niamo è molto estesa, ma non si è ravvisata l’utilità di inserire la totalità delle le-zioni divergenti; sono qui infatti escluse tutte le varianti grafiche, quelle non si-gnificative, le rubriche e gli explicit.23

A partire dalle epistole del primo libro il testo di CP 347 rivela uno stretto rapporto con C (identità di lezioni, ordo verborum, omissioni e aggiunte in disac-cordo con gli altri testimoni):

i 2 3, p. 2 25 quae proprius inspecta iuvenali rubore: f. 1v ll. 22 sg. quae proprius inspecta iuvenili rubore (= C);

i 2 4, p. 3 8 quod servet istam pro consuetudine potius quam pro ratione reverentiam: f. 2r ll. 2 sg. quod servet istam pro consuetudine potius quam pro religione reverentiam (= C);

i 2 5, p. 3 15 sg. feramque aut venanti aut vianti: f. 2r ll. 11 sg. feramque aut venanti monstres aut vianti (= CFP s.l. add. in M1T1, cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 3);

i 2 7, p. 4 3 ioculariter compellat patienter exspectat: f. 2v l. 2 compellat ioculanter expec-tat pacienter (= C), ioculanter NMFP, ioculariter LT (cfr. Loyen, i p. 7);

i 3 2, p. 5 7 sg. tamen amicalibus deputabuntur : f. 3r l. 12 tamen amicalibus deputantur (= C) MTP (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 5);

i 3 3, p. 5 8 sg. in quae participanda: f. 3r l. 13 inquam participanda, quam participandam CNMTP, quae participanda LV (cfr. Loyen, i p. 10);

i 4 1, p. 5 19 tibi debebunt procul dubio quod sequuntur : f. 3r l. 26 tibi debebunt procul dubio quod consequuntur (= C);

i 4 2, p. 5 21 sg. ferias inhonoratorum laudant vitio desidiae non studio perfectionis *** appetitus ne adhuc pueris: f. 3r ll. 30-32 ferias inhonoratorum laudant vitio desidie non studio perfectionis huius enim appetitus me (add. s.l.) adhuc pueris: ferias inhonorato-rum laudant vitio desidie non studio perfectionis huius enim in appetitus ne adhuc pueris C (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 5 ferias inhonoratorū laudant partim in ras. partim in spat. vac. add. M1 aut M2, in frigus honoravi [spat. 8 litt. vac.] lauda [spat. 4 litt. vac.] L; inhoratorum P ante appetitus leg. huius enim in C, cuius in PF, neutrum est in LMT, sed cui’ add. in marg. M et s.l. T1 sat magna lacuna et finem epist. IV et initium alterius haustum esse etiam ea quae sequuntur ostendunt);

i 4 3, p. 6 1 sed hinc quia istaec satis quod: f. 3v l. 2 sed hinc quia ista hoc satis quod (= C);i 5 2, p. 6 17 certantibus votis conprecabatur : f. 3v l. 20 certantibus votis comprecabantur (=

C);

22. Salvo diversa indicazione le lezioni degli altri manoscritti non sono state verificate au-topticamente; le lezioni di C invece sono tutte verificate su riproduzione digitale disponibile sul sito internet della Biblioteca Nacional de España. Per quanto riguarda infine il ms. CP 347 chi scrive ha lavorato sulle riproduzioni fornite dall’IRHT e ha anche analizzato autoptica-mente il manoscritto.

23. Ci limitiamo a sottolineare che le rubriche, le intestazioni delle lettere e gli explicit, soggetti per loro natura a molteplici interventi, in CP 347 per la maggior parte concordano con quelli che si riscontrano in C.

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texts and documents - testi e documenti

i 5 4, p. 7 2 imposita nutabat: f. 4r ll. 2 sg. imposita natabat (= C); la stessa lezione è registrata nell’apparato Luetjohann-Leo anche per T; nell’apparato Loyen, i p. 14 anche per MV;

i 5 4, p. 7 3 suco fota fruticaverant: f. 4r l. 4 fructificaverant: fructificaverant CF, frutificave-rant P;

i 6 2, p. 9 4 nisi fallimur: f. 5r l. 3 ni fallimur (= C);i 6 3, p. 9 13 marcidus et enervis: f. 5r l. 13 martidus et inermis (= C) PM1;i 6 4, p. 9 21 sg. senem stantem latitabundum: f. 5r l. 23 senem stantem nobilem latitabun-

dum (= C);i 6 4, p. 9 22 honorati sententia premat: f. 5r ll. 23 sg. honorati sententia premet (= C)

NVMT, premat LN1V1M2 (cfr. Loyen, i p. 19);i 7 3, p. 10 12 sg. sed damnationis: f. 5v l. 11 sed gubernationes (corr. in gubernationis): guber-

nationis CMFP;i 7 6, p. 11 11 involverent dicimus ergo: f. 6r l. 9 involverent dicamus ergo (= C);i 7 6, p. 11 13 sg. quo facilius exc‹uterent› sciscitan‹do incautam persua›sionis securitatem:

f. 6r ll. 11 sg. quo facilius persuasionis securitatem inferrent (= C; cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 11 facilius exc [spat. vac. 6 litt.] sciscitan [spat. vac. 11 litt. vac.] sionis securitatem [om. inferrent] L, facilius persuasionis securitatem inferrent [nisi quod inferent P] MTCFP);

i 7 9, p. 12 4 concito gradu mediis: f. 6r l. 31 concito gressu mediis (= C);i 7 10, p. 12 10 respondere legati quamquam ‹fatenti› nequiter ‹sane› constare: f. 6v ll. 5 sg.

respondere legati quamquam valde nequiter constaret: respondere legati quamquam valde nequiter constanter C (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 12 fatenti scripsi, om. spat. 5 litt. vac. L, valde TCF, valide M2 [id in ras. P1] P ante nequiter s.l. add. ac M2 sane con-stare scripsi, om. spat. 12 litt. vac. L, constaret MTFP, constanter C);

i 8 1, p. 13 7 nebulas ergo: f. 6v l. 32-f. 7r l. 1 nebulas ergo (= C), nebulas enim LMTFP;i 8 2, p. 13 9 et tu istaec mihi: f. 7r l. 2: et tu hoc ista michi (= C);i 8 2, p. 13 11 migras indicavisti ita tamen: f. 7r ll. 4 sg. migras iudicasti ita tamen (= C);i 8 2, p. 13 16 negotiatores militant monachi negotiantur: f. 7r l. 11 negociatores militant

milites negociantur (= C) F, negotiatores militant monachi negotiantur LT (cfr. Luet-johann-Leo, op. cit., p. 13);

i 9 4, p. 14 24 si utrumque coluisses: f. 7v l. 15 si utrumque consiluisses (= C), coluisses LT, consuluisses MFP;

i 9 5, p. 14 26 senioris consularis reverentia: f. 7v l. 17 senioris consularis frequentia (= C) F;i 10 2, p. 16 4 statum causamque commenda: f. 8r l. 19 statum famamque commenda (= C);i 11 3, p. 16 30 per iocum effunderent: f. 8v l. 14 per iocum diffunderent (= C);i 11 13, p. 19 13 parce vel nobis: f. 9v l. 28 parce ait nobis (= C).

Omissioni e alterazioni dell’ordo verborum ricorrono con una frequenza molto elevata in tutto l’epistolario e non è possibile qui elencarle tutte; altri loci utili a mostrare la coerente divergenza del testo trasmesso dal ramo di C e CP 347 (tra loro concordi) rispetto agli altri testimoni sono:

ii 2 1, p. 22 14 terra perscribitur : f. 10v l. 32 terra describitur (= C);ii 2 8, p. 24 9 peritiores aedificiorum purpuras nuncupavere: f. 11v ll. 16 sg. peritiores edifi-

ciorum absides vel piramides nuncupavere (= C);

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l. furbetta - un nuovo manoscritto di sidonio apollinare

ii 2 10, p. 24 19 quia nihil ipsa: f. 11v l. 30 quia non nichil ipsa (= C) F (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 24);

ii 5 1, p. 28 11 quid optet: f. 13v l. 14 quidve optet (= C);ii 6 1, p. 28 22 ipse quam tribuat: f. 13v l. 27 ipse quam tribuit (= C);ii 7 2, p. 29 10 sg. dependunt tibi addicti reverentiam gratiam liberati: f. 14r l. 9 dependunt

tibi addicti reverentiam gratiam perpendunt liberati (= C);ii 10 4, p. 33 24 decet sicuti si vestiatur albo fuscus quisque fit nigrior: f. 16r ll. 17 sg. decet

et sicuti albo fuscus quisque si vestiatur fit nigrior (= C; cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 33 post decet leg. et in MTCFP);

iii 1 3, p. 39 14 exemplo tamen fidei tuae: f. 18v l. 20 exemplo et non fidei tue (= C);iii 1 4, p. 40 5 fastidium vel refundunt: f. 18v l. 31 fastidiunt refundunt (= C);iii 1 5, p. 40 11 adversa desinat cum negatur: f. 19r l. 5 adversa definiat cum negatur (= C);iii 7 2, p. 45 6 sg. naturaeque dona monstrabilis: f. 21v l. 5 dona natureque monstrabilis (= C);iii 7 3, p. 45 10 ex illo ut ferunt numero: f. 21v l. 9 ex illorum ferunt numero (= C);iii 8 2, p. 45 25 rempublicam morari: f. 21v l. 26 r.p. moderari: re publica moderari C;iii 9 1, p. 46 5 vestri pudoris: f. 22r l. 3 nostri pudoris (= C);iii 11 1, p. 46 25 etsi desiderium nostrum sinisteritas tanta: f. 22r l. 24 etsi desiderium no-

strum tanta sinisteritas (= C);iii 11 2, p. 47 7 quas ut necdum mittere desidia: f. 22v l. 1 quas ut dum mittere desidia: quas

ut dum mitere desidia C;iii 13 5, p. 49 26 vultus colorat: f. 23v l. 22 vultu decorat (= C);iii 13 11, p. 51 4 sic ab his postmodum: f. 24v l. 6 sic ab illis postmodum (= C);iii 14 2, p. 51 18 quid ex asse: f. 24v l. 22 quod ex asse (= C);iii 14 2, p. 51 21 scientia pompa proprietas linguae Latinae: f. 24v ll. 25 sg. scientia proprie-

tas lingue latine pompa (= C);iv 2 3, p. 54 2 ecquo tumet occupatu umquam: f. 25v ll. 15 sg. hec quo ex occupatu umquam:

hec quo ex occupatuum quam C;iv 3 5, p. 55 16 tenere non abnuit cum Orpheo plectrum cum Aesculapio baculum: f. 26r

ll. 32 sg. tenere plectrum non abnuit cum orpheo baculum cum esculapio (= C);iv 4 1, p. 57 3 sg. non tam honorari: f. 27r l. 22 non tam venerari (= C);iv 8 5, p. 60 v. 6 faciens grandem: f. 29r l. 10 faciens magnum (= C);iv 11 4, p. 62 28 opere sermone populares, exhortatione maerentes: f. 30r l. 31 opere popu-

lares sermone merentes exortatione (= C);iv 13 4, p. 65 22 rosasque parientem: f. 31v l. 20 parientemque rosas (= C);iv 14 1, p. 66 2 gratiae te privatae: f. 31v l. 27 gratie tue te private (= C);iv 14 2, p. 66 7 futurus fueris: f. 31v l. 33 fueris futurus (= C);iv 15 1, p. 66 26 contubernio sedit: f. 32r l. 22 contubernio sedet (= C; fort. recte cfr. Luet-

johann-Leo, op. cit., p. 66);iv 15 1, p. 66 26 postquam omnibus tempus: f. 32r l. 23 simul omnibus tempus (= C);iv 17 2, p. 68 10 sive Rhenanis: f. 33r l. 3 seu rehnanis (= C);iv 17 2, p. 68 14 antecellunt beluis: f. 33r l. 8 antecedunt beluis (= C);iv 18 5, p. 69 18 illius pompam: f. 33v l. 13 ipsius pompam (= C);iv 18 5, p. 69 v. 4 non erat aequa suo: f. 33v l. 22 non erat apta suo (= C);iv 18 5, p. 69 v. 7 sextus ab ipso: f. 33v l. 25 ab illo (= C) T (vel ipso s.l. add. T2), ab ipso LMFP

(cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 69);iv 20 1, p. 70 9 arma et armatos inspicere: f. 34r l. 16 arma et armatum et armatos inspicere

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texts and documents - testi e documenti

(= C), post arma leg. et armatum in MCFP, et armatos LTCF, et animatos MP et s.l. add. T2, vel armatos s.l. add. M1 P1 (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 70);

iv 20 1, p. 70 13 cum tamen magis: f. 34r l. 22 cum enim magis (= C);iv 21 4, p. 71 24 sg. tibi sibi severus qui: f. 34v ll. 29 sg. tibi severus sibi qui (= C);iv 22 1, p. 72 20 praecipere te dixit: f. 35r l. 27 praecipere te ait (= C);iv 22 1, p. 72 21 sg. talem atque tantam: f. 35r l. 29 tantam atque talem (= C);iv 22 2, p. 72 27 quia et ego Plinio: f. 35v l. 4 quia et ipse Plinio (= C);iv 22 5, p. 73 17 gratia paratur: f. 35v l. 26 gloria paratur (= C);iv 22 6, p. 73 23 materiae istius: f. 36r l. 1 matherie ipsius (= C);iv 24 8, p. 76 5 curator curatori: f. 37r l. 28 procurator curatori (= C);iv 25 3, p. 76 23 sg. despecto turbae furentis iunctis repente: f. 37v ll. 17 sg. furentis turbe

despecto iactis repente (= C), turbae furentis despecto M, furentis turbae despecto FP, iunctis L, iactis TFP, iectis corr. in iactis M1 (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 76);

iv 25 5, p. 77 1 par est de communium: f. 37v l. 30 parem de communium (= C);v 2 7, p. 79 7 oratoria declamat : f. 38v l. 7 oratoria declarat (= C);v 5 2, p. 80 28 cum ita sint : f. 39v l. 3 cum ita sunt (= C);v 7 1, p. 82 2 si tamen fidam: f. 40r l. 7 sed tamen fidam (= C);v 7 3, p. 82 19 prioribus congressum: f. 40r l. 29 prioribus egressum (= C);v 9 2, p. 84 19 sg. ut prior fuerit fascium: f. 41v l. 1 ut prior fascium (= C);v 14 3, p. 88 4 veniens quando non ad: f. 43r l. 17 veniens dum non ad (= C), veniens quando

non ad LT, veniens quod non ad MFP;v 16 1, p. 88 20 cum primum tetigit: f. 43r l. 32-f. 43v l. 1 cum primum attigit (= C);v 16 3, p. 89 7 soror optima es: f. 43v l. 17 soror quoque optima es (= C);vi 1 3, p. 95 1 in apostolica sede novem: f. 46r l. 8 et apostolica in sede novem (= C);vi 2 1, p. 95 30 et humanitate: f. 46v l. 7 et humilitate (= C).

In quasi tutte le lettere del sesto libro si ha omissione (comune a C) della parte finale: esse dignare domine papa (formula fissa di congedo utilizzata da Sidonio); il libro presenta, oltre a un buon numero di omissioni e di perturbazione dell’ordo verborum (sempre comuni a C), anche questo caso di omissione di una porzione di testo piú estesa:

vi 9 2, p. 100 5 sg. maxume emendationis incitamenta sint nam quid potest esse castiga-tionis huiusce tenore: f. 48v ll. 3 sg. maxime emendationis huiusce tenore (= C).

Il testo di CP 347 inoltre coincide con C nel settimo libro dell’epistolario e pre-senta come C (e quindi come i manoscritti che Luetjohann per questo motivo aveva denominato prima famiglia) un ordine delle epistole diverso dai restanti testimoni, e cioè le lettere sono collocate come segue: 1-5, 8, 9, 6, 7, 10-18; si ri-scontra inoltre in molte lettere la stessa omissione dell’explicit delle singole epi-stole che si ha nel libro sesto. Si vedano i seguenti esempi:

vii 1 3, p. 103 12 latet nostra sciscitationem: f. 50r l. 11 latet nostram oscitationem (= C);vii 1 4, p. 104 6 ignis recussus: f. 50r l. 23 ignis recursus (= C);vii 1 5, p. 104 8 igitur primum nostri ordinis viris et his paucis indicis ieiunia: f. 50r ll. 26 sg.

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primum igitur et his paucis nostri ordinis viris indicis ieiunia (= C; cfr. Luetjohann- Leo, op. cit., p. 104: nostri ordinis viris et his paucis indicis ieiunia in ras. M2, et his paucis nostri ordinis viris F);

vii 2 1, p. 104 32 sed quas aliquam: f. 50v l. 20 sed quis aliquam (= C);vii 2 3, p. 105 14 nihil est enim viatico levi: f. 51r l. 6 nichil est viatico levi (= C):vii 2 7, p. 105 35 et si qua est istic: f. 51r 30 et si qua istic (= C);vii 2 8, p. 106 3 quae ad socerum pertinuerant rimatis convasatisque: f. 51v l. 2 quae ad socrum

pertinuerant rimatis conversatisque (= C);vii 2 8, p. 106 4 socralis emungens: f. 51v l. 3 socrua vel emungens (= C);vii 3 1, p. 106 24 hac [enim] temeritate: f. 51v l. 25 hac igitur temeritate (= C);vii 4 3, p. 107 13 sed quod fatendum est hisce: f. 52r l. 11 sed fatendum est hisce (= C);vii 4 3, p. 107 14 in summa viderit: f. 52r l. 12 in summa videris (= C);vii 4 4, p. 107 18 sg. intercessione conferre vos comperi: f. 52r l. 17 intercessione vos com-

peri (= C);vii 5 2, p. 108 5 proin quaeso: f. 52v l. 2 proinde queso (= C);vii 6 (a Eufronio)24 3, p. 112 11 narrari plurima bona atque: f. 53r ll. 2 sg. narrari plurima

atque (= C);vii 6 3, p. 112 11 sg. testimonia mihi prima: f. 53r l. 3 testimonia prima michi (= C);vii 6 3, p. 112 15 inlicitum opponi: f. 53r l. 7 illicitum apponi (= C);vii 7 (a Perpetuo)25 7, p. 113 33 huiusmodi assensu: f. 54r l. 19 huiuscemodi assensu (= C);vii 6 12, p. 115 5 necesse erit per senectam: f. 54v l. 22 necesse est per senectam (= C) MFP

(vel erit s.l. add. M1), erit LT;vii 6 18, p. 116 1 viro Eucherium: f. 55r l. 14 vero Eucherium (= C);vii 6 19, p. 116 22 morum factura quae taceret: f. 55v ll. 2 sg. morum facta que taceret (= C);vii 6 22, p. 116 23 omnium sed bonorum: f. 55v ll. 3 sg. hominum sed bonorum (= C);vii 6 23, p. 117 1-3 multos in itinere multos in commilitio multos in contractu multos in

tractatu, multos in sua multos in nostra peregrinatione cognoscimus. Plurima notitiae eqs.: f. 55v ll. 13-15 multos in itinere multos in commitilio multos in tractatu multus in contractu quosdam in sua plerosq; q; in nostra peregrinatione cognoscimus. Plurima noticie eqs. (q dopo plerosq; sembra cancellato da un sottilissimo tratto di penna): multos itinere multos in commitilio multos in tractatu multus in contractu quosdam in sua plerosq; in nostra peregrinatione cognoscimus. Plurima noticie C;

vii 6 23, p. 117 4 sg. quam civium claritate taxandus est: f. 55 v ll. 17 sg. quam claritate taxandus est (= C);

vii 8 (a Basilio)26 2, p. 108 28 haereseos Arianae: f. 56r l. 2 arriane hereseos (= C);vii 8 2, p. 109 1 ceterorum tam reverentia: f. 56r ll. 3 sg. ceterorum tam reverentia: tam

ceterorum reverentia C;vii 8 3, p. 109 l. 5 dormitantum prius incipit: f. 56r ll. 7 sg. prius dormitantum incipit (= C);vii 8 9, p. 110 l. 10 quanti subrepti sunt episcopi: f. 56v ll. 16 sg. quanto sub recte primitis

episcopi (= C; cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 110);

24. Le citazioni seguono l’ordine di CP 347 e C, nei quali l’epist. vii 6 (a Eufronio) corrispon-de all’epist. vii 8 delle edizioni moderne.

25. In CP 347 e C l’epist. vii 7 (a Perpetuo) corrisponde all’epist. vii 9 delle edizioni moderne.26. In CP 347 e C l’epist. vii 8 (a Basilio) corrisponde all’epist. vii 6 delle edizioni moderne.

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texts and documents - testi e documenti

vii 9 (a Greco)27 1, p. 110 l. 23 infelicis anguli status: f. 56v ll. 28 sg. infelix anguli status (= C);vii 9 1, p. 110 l. 24 cuius ut fama confirmat: f. 56v l. 29 cuius ut et fama confirmat: cuius et

fama confirmat C;vii 9 2, p. 111 l. 1 clauso intra moenia: f. 56v ll. 33 sg. clausa intra menia (= C);vii 9 4, p. 111 l. 16 non tam curae est publicis: f. 57r ll. 14 sg. non tam cure publicis (= C) M;vii 9 4, p. 111 l. 17 saepe diuque facientes: f. 57r ll. 15 sg. seppe facientes diuque (= C);vii 9 4 sg., p. 111 l. 18 coepistis esse sed ultimi at quousque istae: f. 57r l. 16 cepistis esse sedu-

li aut quousque iste (= C);vii 10 1, p. 117 l. 19 sg. litterarii consuetudo: f. 57r l. 30 litterarum consuetudo (= C);vii 14 7, p. 121 l. 20 conclamata sunt namque: f. 59r l. 14 conclamati namque sunt (= C);vii 14 9, p. 121 l. 31 nemo te plus valuit: f. 59r l. 26 nemo plus te valuit (= C);vii 14 11, p. 122 2 sg. comples ipse personam: f. 59r ll. 30 sg. comples personam (= C)

MTFP;vii 16 1, p. 122 l. 26 mei semper sic: f. 59v l. 21 semper mei sic (= C);vii 17 2, p. 124 v. 19 paludicolae: f. 60r l. 12 paludicoce (= C);vii 17 2, p. 124 v. 28 iam te conperegrinus: f. 60r l. 21 te iam comperegrinus (= C) MTP,

comperegrinis F.

Infine le occorrenze nei libri ottavo e nono confermano i dati già riscontrati, cfr. e.g.:

viii 5 1, p. 130 1 ipsas de te aliquid post te superesse non deceat: f. 62r l. 24 ipsa de te aliquid post superesse non deceat (= C):

viii 5 2, p. 130 7 celarent secunda felicem. Vale: f. 62r l. 31 celarent secula felicem. Vale (= C);viii 6 1, p. 130 10 vindicavere et licet in: f. 62r l. 34 vindicavere et dicet in (lezione presente

in CP 347, non riportata per altri manoscritti negli apparati);viii 6 2, p. 130 15 sg. dissimillimo similiter accessit. Quae super cunctos te quam primum

decuit: f. 62v ll. 2 sg. dissimilissimo similiter accessit. Que super cunctos te quam de-cuit (= C);

viii 6 5, p. 131 5 consulis proximae proximus eram: f. 62v l. 21 consuli proxime proximis eram (= C), consulis proximae proximus L, consuli proxime proximus (corr. in proxi-mis M1P1) MP, consuli proximi (corr. in proxime F2) proximus F, proximae proximis consuli T (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 131);

viii 6 6, p. 131 10 demissus inrubuit: f. 62v l. 27 demissus erubuit (= C);viii 6 7, p. 131 16 Gallias ante nescitam primus: f. 62v l. 33 gallias an nesciam primus (= C);viii 6 11, p. 132 8 illud ignoro quomodo: f. 63r l. 16 ignoro illud quomodo (= C);viii 6 15, p. 132 15 quid te quid domum circa: f. 63r l. 24 quod te quid domum circa (= C);viii 7 1, p. 133 19 sg. molibus facultatum congregatarum: f. 63v ll. 21 sg. milibus facultatum

congregatarum: milibus facultarum congregatarum C;viii 8 2, p. 134 16 parce tantum in: f. 64r l. 12 parce tandem (= C);viii 8 3, p. 134 24 sg. censor quam censitor onerare: f. 64r l. 21 censor quam censes onerare (=

C), censet oronerare L, censens onerare M, censens honerare (h eras. P2) TFP (cfr. Leutjohann-Leo, op. cit., p. 134);

27. In CP 347 e C l’epist. vii 9 (a Greco) corrisponde all’epist. vii 7 delle edizioni moderne.

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l. furbetta - un nuovo manoscritto di sidonio apollinare

viii 9 5, p. 135 23 his adhuc adde: f. 64v l. 8 his adhuc adde: his adde adhuc C;viii 9 5, p. 135 27 dictata commendant: f. 64v l. 12 dictata commendat (= C);viii 9 5, p. 137 v. 52 astra fingens: f. 65r l. 2 astra figens (= C);viii 9 6, p. 137 quod recenseas otiabundus: f. 65r l. 7 quod recensas ociabundus (= C);viii 10 1, p. 138 6 materiae tamen electione: f. 65r l. 15 tamen matherie electione (= C);viii 10 1, p. 138 7 sg. sed si pudoris nostri: f. 65r l. 17 sed pudoris nostri (= C);viii 11 5, p. 141 5 difficilis aditu cum facilis inspectu: f. 66r ll. 17 sg. difficilis aditu cum faci-

lis inspectu: difficilis cum facilis inspectu C;viii 12 1, p. 143 14 sg. quia solet Bigerricus turbo mobilium aggerum indicia confundere:

f. 67r ll. 11 sg. quia Bigerricus turbo mobilium aggerum indicia confundere solet (= C; cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 143);

ix 1 3, p. 149 12 qui modus potest paginis non potest: f. 69r ll. 30 sg. qui modus paginis non potest (= C);

ix 1 5, p. 150 1 tuus † cui in ceteris rebus est: f. 69v l. 2 tuus cuius animus cum in ceteris rebus est (= C; cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 150, cui studium in ceteris rebus F, cū in ceteris rebus tū P et in ras. M2, vel cui studi //// in cets rebu /// in marg. add. M1, frugi in ceteris rebus Wilamowitz);

ix 2 2, p. 150 15 nunc scilicet tibi: f. 69v l. 18 num scilicet tibi (= C) F;ix 6 4, p. 154 15 his moribus agunt hac: f. 71r l. 25 his moribus ac (= C);ix 7 1, p. 154 23 quaecumque detulerat quamquam mercari paratis: f. 71v l. 1 quiquid

quamquam mercari paratis detulerat: quicquid quamquam mercari paratis detulerat C, quaecumque detolerat quamquam mercari paratis L, quicquid detulerat quam-quam (quanquam M) mercari paratis MFP (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 154);

ix 9 1, p. 156 7 litteris istas antecurrentibus quibus tamen recensendis: f. 72r l. 10 istas litte-ris antecurrentibus quibusdam etiam recensendis: istas litteras (s.l. ris C1) antecurren-tes (s.l. currentibus C1) quibusdam etiam recensendis C (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 156);

ix 9 10, p. 157 29-31 scriptis tuis et iniuriam passi censeamus legimus opus operosissimum multiplex acre sublime digestum titulis exemplisque congestum bipertitum: f. 72v ll. 30-32 scriptis tuis passi et iniuriam censeamus legimus opus operosissimum multiplex acre sublime digestum bipertitum (= C);

ix 9 10, p. 157 32 sg. nec rustice argute illa nec callide: f. 73r l. 1 nec arguit nec illa callide (= C; cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 157);

ix 9 16, p. 159 5 tuos annos iam dextra: f. 73v l. 11 tuos iam dextra (= C);ix 11 2, p. 160 2 sg. vis haec naturalitus inest: f. 74r l. 2 vis hoc naturaliter inest (= C);ix 11 3, p. 160 8 sub hoc scilicet: f. 74r l. 8 sub hoc videlicet (= C);ix 11 6, p. 161 4 memoria concludat: f. 74v ll. 2 sg. memoria includat (= C);ix 11 8, p. 161 15 certa professio: f. 74v l. 13 certa promissio (= C);ix 13 2, p. 162 28 sg. licet si umquam modo: f. 75r ll. 24 sg. licet sim usquam modo (= C);ix 14 2, p. 166 13 sg. incipis vires recuperare: f. 77r l. 11 incipis vires recuperare (= C) F (cfr.

Luetjohann-Leo, op. cit., p. 166);

Si noti in particolare l’epist. 14 dove si hanno due casi di omissione e due inseri-menti di lezioni, a breve distanza l’una dall’altra, che sono comuni a C:

ix 14 1, p. 166 8 sg. nihil enim est durius quam cum: f. 77r ll. 4 sg. nichil enim durius cum (= C);

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texts and documents - testi e documenti

ix 14 2, p. 166 14 sg. me certe taliter consulis et sollicitudine prope praecoqua quaestiun-culis litterarum iam: f. 77r ll. 12 sg. me certe taliter consulis litterarum (= C);

ix 14 4, p. 167 7 sg. Roma tibi subito motibus ibit amor et illud: f. 77r l. 27 sg. Roma tibi subito motibus ibit amor et si bene tua laus taxat sua laute tenebis et illud (= C);

ix 14 6, p. 167 22 sg. tramite decurrit quod modo praecipiti en habes versus: f. 77v ll. 7-9 tramite decurrit quod modo praecipiti et Musa michi causas memora quod numine leso ecce habes versus (= C).

Se il testo di CP 347 coincide largamente con quello trasmesso da C, tuttavia in piú punti gli interventi di C1 (ma non sempre quelli di C2) ripristinano lezioni che troviamo in CP 347 e negli altri codici, cfr. e.g.:

ii 10 4, p. 33 26 despicabiliorem pronuntiari non imperitia modo sed et arrogantia facit: f. 16r ll. 19 sg. despicabiliorem pronunciari non imperitia modo sed et arrogantia facit: et om. C, dispicabiliorem in desplicabiliorem corr. C1;

viii 6 13, p. 132 21 docent discunt latrocinari: f. 63r l. 29 docent discunt latrocinari: discunt docent latrocinari C, docent discunt latrocinari C1;

viii 7 2, p. 133 27 tamen detrahendi palaestra: f. 63v l. 30 tamen detrahendi palaestra: ta-men palestra detrahendi C, tamen detrahendi palaestra C1;

viii 9 2, p. 135 8 quia te iam saltare: f. 64r l. 28 quia te iam saltare: quia te saltare iam C, quia te iam saltare C1;

viii 9 5, p. 137 v. 36 viget patronis: f. 64v l. 30 viget patronis: viget patronus C, viget patro-nis C1;

viii 11 3, p. 140 v. 23 ditat nunc stilus: f. 65v l. 28 distat nunc stilus: distat nunc stilus C, ditat nunc stilus C2;

viii 11 3, p. 140 v. 52 tunc carmina digniora: f. 66r l. 6 tunc carmina digniora: tunc dignoria carmina C, tunc carmina digniora C1;

viii 11 4, p. 141 4 et tamen nullus: f. 66r ll. 16 sg. et tamen nullus: et nullus C, tamen s.l. add. C1;

ix 3 4, p. 151 23 animam male sibi consciam: f. 70r l. 16 animam male sibi consciam: ani-mam consciam C, male sibi s.l. add. C1;

ix 11 4, p. 160 11-13 pariter illud nosse vos noveram quod auctores in operibus edendis pudor potius quam constantia decet quodque tetricis puncta censoribus tardius pro-cacitas recitatoris quam trepidatio excudit: f. 74r ll. 11-14 pariter-excudit: pariter illud nosse vos noveram quodque tetricis puncta censoribus tardius procacitas recitatoris quam trepidatio excudit quodque auctores inoperibus edendis pudor potius quam constantia decet C, trasposita in suum locum revocaverat C1 notis appositis, quas eras. C2 (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 160).

Si hanno poi casi particolari come ad es. in epist. viii 6 10, dove C1 corregge il testo inserendo una lezione che in CP 347 è a sua volta emendata:

viii 6 10, p. 132 1 sg. an pariter et cunctim?: f. 63r l. 10 an pariter et cuncta (sequitur vel cunctim lineola del.): an pariter et cunctim C (s.l. vel cuncta add. C1), et cuncta *** L

2, et cuncta M (vel cunctim M1 in marg.) FP, cuncta T (cfr. Luetjohann-Leo, op. cit., p. 132).

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l. furbetta - un nuovo manoscritto di sidonio apollinare

Che CP 347 non sia apografo di C è dimostrato dal fatto che non presenta tutte le omissioni di C e presenta talvolta un ordo verborum diverso da quello di C con-cordando con gli altri testimoni; diamo qui di seguito un breve elenco esempli-ficativo:

i 5 7, p. 7 21 uno die parta porrigitur: f. 4r l. 27 uno die parta porrigitur: parta om. C;i 7 12, p. 12 22 sed et iudicio: f. 6v l. 19 sed et iudicio: sed ut iudicio C;i 11 8, p. 18 12 scripsisse confinxit et perscripsisse confinxerit: f. 9r l. 28 scripsisse confinxit

et perscripsisse confinxerit: confinxit et perscripsisse om. C;ii 12 3, p. 36 15 si iocari: f. 17r l. 23 si iocare: si vocari C;iii 2 3, p. 40 24 quocirca satis te toti suum satis se toti: f. 19r ll. 19 sg. quocirca satis te toti

suum satis se toti: quocirca satis se toti C;iii 6 3, p. 44 21 sg. Sabini familia rexerit Sabiniani familiam: f. 21r l. 24 Sabini familia rexe-

rit Sabiniani familiam: Sabini familiam C;iv 6 2, p. 58 3 quorsum istaec: f. 27v l. 20 quorsum ista hec: quorsum haec C;iv 18 4, p. 69 16 talis vir fecisse: f. 33v l. 10 talis vir fecisse: talis fecisse C;v 12 1, p. 86 19 moliuntur vota quam iacula: f. 42v l. 2 moliuntur vota quam iacula: mo-

liuntur iacula C;v 17 5, p. 90 15 sg. audiebatur ambitiosissime: f. 44r l. 26 audiebatur ambitiosissime: ambi-

ciosissime audiebatur C;v 17 6, p. 90 17 erat ut aetas: f. 44r l. 28 erat ut etas: ut erat aetas C;vi 2 2, p. 96 7 sg. pariter plagae recentes: f. 46v l. 16 pariter plagae recentes: plagae recentes

pariter C;vi 4 2, p. 97 15 adstipulatoris: f. 47r ll. 28 sg. astipulatoris: astipulatione C;vi 7 2, p. 99 7 sg. in nobis reptantia rudimenta: f. 48r l. 8 in nobis rudimenta: in nobis

reptantia rudimenta C;vii 2 6, p. 105 27 tamen nubilibus annis: f. 51r l. 21 tamen nubilibus annis: tamen nubilibus C;vii 7 9 (a Perpetuo)28 17, p. 115 23 quia et hos non omittendos evangelista: f. 55r ll. 6 sg. quia

et hos non omittendos evangelista: quia hos non omitendos et evangelista C;vii 7 17, p. 115 26 inlustris in utraque: f. 55r l. 10 illustris in utraque: in utraque illustris C;vii 8 (a Basilio)29 9, p. 110 12 sg. namque unus ipsorum dolet se non videre quo redeat;

alter se dolet videre quo non redit: f. 56v l. 19 namque unus ipsorum se dolet non vi-dere quo redeat alter se dolet videre quo non redit: namque unus ipsorum se dolet non videre quo non redit C;

vii 9 (a Greco)30 6, p. 111 24 nec imputate maerentibus namque: f. 57r l. 22 nec imputate maerentibus namque: nec imputate namque C;

vii 11 1, p. 118 2 quoque litteras meas aemuler: f. 57v l. 7 quoque litteras meas emuler: quoque litteras aemuler C;

vii 14 7, p. 121 20 conclamata sunt namque: f. 59r l. 14 conclamati namque sunt: conclamati sunt namque C;

viii 4 2, p. 129 10 igitur hic tu quantum: f. 62r ll. 3 sg. hic tu igitur quantum: hic igitur tu quantum C;

28. Vd. n. 2529. Vd. n. 26.30. Vd. n. 27.

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texts and documents - testi e documenti

viii 8 1, p. 134 13 sg. sed ut bubulcus abscondis: f. 64r l. 10 sed bobulcus abscondis: sed ut bobulcus abscondis C;

ix 13 5, p. 165 vv. 107-9 om. C (CP 347 ha invece sequenza regolare);ix 13 6, p. 166 6 exempli necessitate de meo sentias. Vale: f. 77r ll. 2 sg. exemplo nescessita-

te de meo sentias vale: exemplo necessitate. Vale C.

v. Uno sguardo al testo dei Carmina

Per quanto riguarda i Carmina, ai quali, come si è detto, mi propongo di riser-vare un piú approfondito esame in seguito, ciò che anzitutto colpisce è il diver-so assetto testuale dei carmi 9, 12, 23 e 24.

Il carme 9 (ff. 109-112) presenta un’anomalia nella sequenza dei versi e nella disposizione del testo che non risulta, dagli apparati critici ad oggi a disposizio-ne, essere presente in nessun altro manoscritto. Qui e di seguito non ci soffer-miamo sulle lezioni del carme limitandoci a fornire un elenco della sequenza dei versi: f. 109r : vv. 1-27, f. 109v: vv. 28-91, f. 110r : vv. 92-67, f. 110v: vv. 125-242 (sono presenti solo i versi dispari della sequenza 125-67 e solo i versi pari della sequenza 168-242 sempre su due colonne; i vv. 169, 171, 173, 175 si succedono in quest’ordine), f. 111r : vv. 168-243, f. 111v: 244-319 (il foglio è contrassegnato da una b in inchiostro rosso posta in alto nel margine esterno: vd. tav. p. 157), f. 112r : vv. 177-303 (copiati sempre su due colonne saltando tutti i versi pari; inoltre i vv. 245-303 mancano della lettera iniziale del verso e la colonna destra che li contie-ne è cancellata con una croce in inchiostro rosso; il foglio è contrassegnato da una a in inchiostro rosso, posta in alto nel margine esterno: vd. tav. p. 157), f. 112v: vv. 305-19 (copiati nella sola sequenza dispari, privi della lettera iniziale del ver-so nella colonna sinistra ed eliminati, come sopra, in rosso); seguono i vv. 320-46 (disposti in modo anomalo nella seguente maniera: versi pari 320-38 vergati nella colonna sinistra alle ll. 9-18, cui corrispondono i versi dispari 321-39 verga-ti in maniera asimmetrica nella colonna destra alle ll. 5-14; i versi finali 340-46 sono vergati nella sequenza versi pari alle ll. 1-4 della colonna destra e versi di-spari alle ll. 15-17).

In sostanza il testo nella sequenza corretta dei versi, con disposizione su due colonne (ad esclusione dei vv. 1-6 disposti su una sola mezza colonna al f. 109r) con andamento di lettura sinistra-destra, si ha solo nei vv. 1-167 (ff. 109r-110r) e 168-319 (f. 111r-v). La parte finale del carme, vv. 320-46, è vergata al f. 112v nella maniera anomala indicata sopra. I vv. 125-242 sono invece inseriti due volte perché compaiono con ordine alterato al f. 110v (vd. supra) e collocati invece correttamente nel f. 110r (vv. 125-67) e nel f. 111r (vv. 168-242). Anche ai ff. 110v e 112r-v si ha una sequenza anomala e le lettere b e a poste in rosso nel margine esterno alto, rispettivamente al f. 111v e al f. 112r, sono da attribuire a un primis-simo tentativo di correzione. La mano che corregge in rosso31 si accorge che il

31. La mano è forse del copista stesso o del rubricatore per il quale sono appuntate nel

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l. furbetta - un nuovo manoscritto di sidonio apollinare

secondo verso trascritto nella colonna destra del f. 112r è il v. 243 e appone la lettera a ad indicare che quella colonna va posta prima della colonna sinistra del f. 111v (che contrassegna con b) dove il primo verso copiato è il 244. Nell’inten-dimento del correttore con l’indicazione a e b si restituirebbe la giusta sequenza dei vv. 243-319 con andamento di lettura sinistra-destra seguito anche ai fogli precedenti. L’intervento non è però risolutivo perché la colonna a al f. 112r pre-senta i versi dispari della sequenza 243-303, e la colonna b del f. 111v i versi pari della sequenza 244-318, e quindi un numero superiore di versi rispetto alla co-lonna a. I corrispettivi versi dispari 305-19 sono infatti vergati alle prime righe del f. 112v. In aggiunta i versi copiati nella colonna sinistra del f. 112r rimangono senza corrispondenza e i versi della colonna destra dello stesso foglio (indicata con a dal correttore) sono già inseriti correttamente nella colonna destra del f. 111r (v. 243) e al f. 111v (vv. 244 sgg.) e quindi copiati due volte. In sostanza l’inte-ro f. 112r è inutile e da eliminare, e il correttore, non riuscendo piú a trovare la soluzione alla sequenza pasticciata, tenta di rimediare eliminando nel f. 112r-v i versi con il minor danno estetico possibile, mentre al f. 110v (dove ugualmente la sequenza dei versi è irrimediabilmente alterata) doveva aver tentato di elimi-nare l’intera porzione testuale e qui si riscontra infatti un tentativo di rasura. La collocazione alterata dei versi e i vv. 125-303 copiati due volte lasciano suppor-re che l’errata sequenza si sia generata al momento dell’esecuzione della copia e quindi sia imputabile al copista di CP 347 e non al suo modello, mentre a que-st’ultimo sono forse da attribuire le anomalie che si riscontrano nei carm. 12, 23 e 24. Nel caso di questi carmi non si hanno interventi di correzione e l’ordine dei versi completamente sovvertito doveva verosimilmente già essere presente nel-l’antigrafo.

Il carme 12 (f. 115r ll. 20-32 e f. 115v ll. 1-9) è disposto su una sola colonna e sono copiati prima tutti i versi dispari e di seguito tutti i versi pari (f. 115r : vv. 1, 3, 5, 7, 9, 11, 13, 15, 17, 19, 21, 2, 4; f. 115v: vv. 6, 8, 10, 12, 14, 16, 18, 20, 22).

Sequenza anomala presenta anche il carme 23 vergato su due colonne ai ff. 127r-131r senza presupporre una lettura sinistra-destra, come dimostra il f. 127r dove sono copiati solo i versi dispari della sequenza 1-23 con questa disposizio-ne: col. sinistra: vv. 1, 3, 5, 7, 9, 11; col. destra: vv. 13, 15, 17, 19, 21, 23. Il testo prose-gue sempre disposto su due colonne al f. 127v come segue: col. sinistra: vv. 25, 27, 29, 31, 33, 35, seguiti dalla sequenza dei soli versi pari che sono stati omessi, cioè i vv. 2-36, cui segue la nuova serie di soli versi dispari 37, 39, 41, 43, 45, 47, 49; col. destra: versi dispari della serie 51-67 cui seguono i soli versi pari della serie 38-68 e poi i vv. 69, 71, 73, 75, 77, 79, 81. Stesso assetto compare nel f. 128r : col. sinistra: vv. 83-143 (solo versi dispari) seguiti dai vv. 70 e 72; col. destra: vv. 74-136 (solo versi pari); nel f. 128v: col. sinistra: vv. 138-44 (solo versi pari); vv. 145-99 (solo

margine esterno le lettere da eseguire all’inizio di ogni verso (ad esclusione dei ff. 110v, 111v e 112r-v).

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texts and documents - testi e documenti

versi dispari); col. destra: vv. 201-19 (solo versi dispari) seguiti dai vv. 146-88 (solo versi pari); f. 129r : col. sinistra: vv. 190-220 (solo versi pari) seguiti dai vv. 221-51 (solo versi dispari); col. destra: vv. 253-95 (solo versi dispari) seguiti dai vv. 222-40 (solo versi pari); f. 129v: col. sinistra: vv. 242-96 (solo versi pari) seguiti dai vv. 297, 299, 301, 303; col. destra: vv. 305-67 (solo versi dispari); f. 130r : col. sinistra: vv. 369 e 371 seguiti dai vv. 298-356 (solo versi pari); col. destra: vv. 358-72 (solo versi pari); 373-419 (solo versi dispari); f. 130v: col. sinistra: vv. 421-41 (solo versi dispari) seguiti dai vv. 443, 445, 447 (secondo la numerazione adottata dagli edi-tori per ordinare questi versi) seguiti dai vv. 374-408 (solo versi pari); col. destra: vv. 410-42 (solo versi pari), poi vv. 444, 446, 448, 449, 451-71 (solo versi dispari); f. 131r : col. destra: vv. 473-511 (solo versi dispari) seguiti dai vv. 450-72 (solo versi pari); col. sinistra: vv. 474-512 (solo versi pari).

Il carm. 24 (ff. 131r-132r) presenta il seguente ordine: f. 131r : vv. 1, 3, 5, 7, 9, 2, 4, 6, 8, 10 (disposti su una sola colonna di scrittura); f. 131v (versi disposti su due colonne di scrittura): col. sinistra: vv. 11-37 (solo versi dispari; in aggiunta all’or-dine già errato il copista – o il suo antigrafo – con un saut du même au même omette il v. 39 passando al v. 41); vv. 43-75 (solo versi dispari); col. destra: vv. 77-85 (solo versi dispari); vv. 12-64 (solo versi pari); f. 132r : col. sinistra: vv. 66-86 (solo versi pari) seguiti dai vv. 87 e 89; col. destra: vv. 91-101 (solo versi dispari) seguiti dai vv. 88-100 (solo versi pari).

Per spiegare una cosí estesa forma di alterazione dell’ordine dei versi dei quattro carmi (9, 12, 23 e 24) si può ipotizzare o che il copista di CP 347 abbia avuto come modello un antigrafo che aveva la stessa disposizione dei versi dove il testo era completamente stravolto, oppure che l’errata disposizione possa de-rivare da un errore sistematico di lettura dei versi dispari e pari da parte del co-pista che verosimilmente per questi testi (tutti gli altri presentano in CP 347, come in C, sequenza esatta) aveva davanti sé un antigrafo con disposizione su due colonne. Non è poi del tutto improbabile che il copista abbia lavorato su un antigrafo sfascicolato e abbia fatto confusione nell’ordine dei versi. Un esame approfondito dell’assetto di questi carmi negli altri testimoni non registrati negli apparati critici potrebbe forse essere d’aiuto; di per sé non si può escludere però che CP 347 abbia copiato l’epistolario da un antigrafo molto vicino a C e per l’opera poetica si sia servito invece di un modello differente e piú corrotto. In ogni caso l’antigrafo di CP 347 non può essere il ms. C che non avrebbe potuto ingenerare errori simili perché presenta per questi carmi una sola colonna di scrittura, ad eccezione dei vv. 12-36 del carm. 23 vergati alle ll. 1-12 del f. 153r su due colonne con andamento di lettura sinistra-destra.

vi. L’epitaffio di Sidonio

Per quanto riguarda il testo dell’epitaffio trasmesso da CP 347 esso diverge significativamente da quello presente in C nei vv. 10 sg.:

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l. furbetta - un nuovo manoscritto di sidonio apollinare

(CP 347) Hec inter tamen et facundus ore Libris excoluit vitam parentis

(C) haec inter tamen et philosophando scripsit perpetuis habenda seclis

Il testo di C, ritenuto fino ad oggi unico testimone manoscritto del carme, pre-senta due problemi che sono stati già ampiamente messi in luce e discussi dalla critica32 e che sono legati alla presenza della lezione philosophando. Il primo pro-blema è legato alla metrica del testo (in endecasillabi faleci) perché philosophan­do è ametrico, il secondo all’esegesi perché philosophando non corrisponde alla natura dell’opera sidoniana.

Il testo di C presenta poi una difficoltà nel sistema di datazione utilizzato alla fine del testo dove ricorre la formula: XII kl. Septembris Zenone imperatore. Que-st’ultima non solo è anomala e non coerente con la prassi in uso che prevede l’in-dicazione dell’anno consolare, ma crea il problema della data della morte del-l’autore che sarebbe cosí da collocare non oltre il 491 d.C., ultimo anno di regno di Zenone e per la quale l’epitaffio è la sola fonte precisa. Il testo trasmesso da CP 347 interviene significativamente proprio su questi due luoghi,33 ma se facun­dus ore al v. 10 sembra migliore di philosophando e pertinente all’elogio di Sidonio, il v. 11 al contrario complica la situazione facendo riferimento all’opera di un parens di Sidonio della quale non si hanno riscontri.

La datazione presente in CP 347: duodecimo kalendas septembris zenone consule è invece da preferire e in linea con la prassi, ma comporta una revisione e ricostru-zione di tutta la cronologia situando la morte dell’autore precisamente al 479 d.C. Per quanta cautela si debba usare nel valutare i possibili rapporti tra CP 347 e C per il testo dell’epitaffio di Sidonio, ci sembra però che anche la presenza di questo testo, differente da quello in C e non riconducibile ad esso,34 apporti un’ulteriore conferma a quanto abbiamo già riscontrato.

In conclusione, sulla base di questi primi risultati della collazione di CP 347 si delinea una collocazione del codice nel ramo dei manoscritti cui fa capo C (almeno per quanto riguarda l’epistolario) e CP 347, benché non abbia grande

32. In merito si rimanda a F. Prévot, Prolégomènes à RICG viii. Deux fragments de l’épitaphe de Sidoine Apollinaire découverts à Clermont­Ferrand, in « Antiquité tardive », i 1993, pp. 223-29; P. Montzamir, Nouvel essai de reconstruction matérielle de l’épitaphe de Sidoine Apollinaire (RICG, viii 21), ivi, xi 2003, pp. 321-27; P. Mascoli, Per una ricostruzione del Fortleben di Sidonio Apollinare, in « Invigilata lucernis », xxvi 2004, pp. 165-83; S. Condorelli, Gli epigrammi funerari di Sidonio Apol­linare, in La renaissance de l’épigramme dans la latinité tardive. Actes du colloque de Mulhouse (6­7 octobre 2011), édités par M.-F. Guipponi-Gineste et C. Urlacher-Becht, Paris, De Boccard, 2013, pp. 261-79 (in particolare cfr. pp. 277-79).

33. Per una disamina completa delle problematiche connesse al testo dell’epitaffio trasmes-so dai due manoscritti si rimanda a Furbetta, L’epitaffio di Sidonio, cit.

34. Vd. ibid.

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texts and documents - testi e documenti

valore critico-testuale, né incidenza editoriale perché non presenta novità di rilievo rispetto a C, apre in ogni caso nuovi interrogativi e piste di ricerca con-fermando la possibilità di isolare, nella messe dei manoscritti che trasmettono il testo di Sidonio, una rete di testimoni tra loro geneticamente e storicamente connessi, confermando quindi la necessità di una revisione radicale della tradi-zione per la quale un punto di partenza può essere l’approfondimento della storia dell’elaborazione di C e di CP 347 ora messo a disposizione degli studiosi.

Luciana Furbetta

Nel contributo l’autrice presenta la prima trascrizione di numerosi loci delle lettere di Sidonio Apollinare come tramandati in un manoscritto appartenente a una collezione privata; vengono forniti anche una breve descrizione del manoscritto finora non studia-to, le caratteristiche piú importanti dei testi dei carmina e dell’epitaffio di Sidonio traman-dati dal codice e i legami tra questo manoscritto e il testimone Madrid, Biblioteca Nacio-nal de España, 9448 (= C).

In this paper the author presents the first transcription of many loci of Sidonius Apollinaris’ letters as transmitted by a manuscript of a private collection. The author proposes also a short description of this manuscript never studied, the most important features of the texts of Sidonius’ carmina and epi­taph here transmitted and the links of this codex with the ms. Madrid, Biblioteca Nacional de España, 9448 (= C).

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coNTeNTS – iNdice deL voLuMe

Paola Pinotti, Le due voci dei ‘ludi saeculares’ 5Paolo d’Alessandro, Un coliambo di Persio e due ‘exempla ficta’ attribuiti a Cesio

Basso 23Alessandro Fusi, Intertestualità e critica del testo: su alcune (non necessarie) conget­

ture a Marziale (xii 52 9, x 103 5, xi 52 9) 38Angelo Luceri, Il tocco della torpedine: una ‘crux’ claudianea (‘carm. min.’ 49 10 sg.) 73Antonino Grillone, Sul testo dei ‘Getica’ di Giordane 96

Texts and Documents - Testi e documenti

Luciana Furbetta, Un nuovo manoscritto di Sidonio Apollinare: una prima rico­ gnizione 135

Notes and Discussions - Note e discussioni

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maco 199

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