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Obros et rimos di Bellaud de la Bellaudière: i "passatempi" poetici di un soldato in prigione Roberta Capelli Imitatore provenzale di Ronsard1 attraverso il filtro di una sensibilità già barocca;2 uomo d'armi d'indole epicurea, ma ta- lento precoce nell'arte del sonetto;3 Louis Bellaud de la Bellau- dière attraversa come una meteora4 il panorama letterario cin- quecentesco del Midi, lasciando gran parte della propria opera inedita e affidando l'eredità del proprio messaggio artistico alle contingenze ideologico-estetiche della critica postuma.5 Stru- mentalizzato dall'editoria marsigliese politicamente schierata 1 AUGUSTE BRUN, Bellaud de la Bellaudière: poète provenni, XVT siede, Aix- en-Provence, Editions de la Faculté des Lettres, 1952. 2 Si veda la selezione di testi programmaticamente orientata di ROBERT LA- FONT, Baroques occitans. Anthologie de la poesie en langue d'oc (1560-1660), Montpellier, Centre d'Études Occitanes, 2003. [1974]. 3 Nell'Homi? de Louys de Belaud con cui si apre la raccolta postuma delle Obros et rimos, p. 3, si legge infatti ch'egli «commenca de faire des vers en l'aage de sept ans, & des Sonnets a dix». 4 La definizione di «meteorite, qui traverse le ciel marseillais» è di PHILIPPE GARDY, Le mais du 'safran', in Louis Bellaud de la Bellaudière (1543P-1588), Actes du Colloque de Grasse (8-9 octobre 1988), réunis par Georges Gibelin, Montpel- lier, Section Francaise de l'Association Internationale d'Études Occitanes, 1993, pp. 17-28, partic. p. 17. 5 Tutta la produzione poetica di Bellaud viene edita dall'amico e poeta Pierre Paul nella raccolta: OBROS ET I RIMOS PROV-IVENSSALOS, DE LOYS I DE LA BELLAUDIERO, I Gentilhomme Prouuenssau. I REVIOUDADOS PER PIERRE I PAVL, ESCVYER DE MARSEILLO. I DEDICADOS, I AS VERTVOVZES, ET GENEROV- ZES I Seignours, LOVYS o'Aix, & CHARLES I DE CASAVLX, Vtguier, & premier Cotis- sou, I Capitani?, de duos Galeros, &• Gouuernadours de l'anti-\quo Cioutat de Mar- seillo. I A MARSEILLE, I PAR PIERRE MASCARON. I Auec permission desdits Sei- gneurs. I 1595. [poi riedita come Louis BELLAUD DE LA BELLAUDIÈRE, Obros et nmos provenssalos, suivies de l'étude de Auguste Brun, Marseille, Laffitte Re- prints, 1974, da cui si cita].

‘Obros et rimos’ di Louis Bellaud de la Bellaudière: i passatempi poetici di un soldato in prigione

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Obros et rimos di Bellaud de la Bellaudière:i "passatempi" poetici di un soldato in prigione

Roberta Capelli

Imitatore provenzale di Ronsard1 attraverso il filtro di unasensibilità già barocca;2 uomo d'armi d'indole epicurea, ma ta-lento precoce nell'arte del sonetto;3 Louis Bellaud de la Bellau-dière attraversa come una meteora4 il panorama letterario cin-quecentesco del Midi, lasciando gran parte della propria operainedita e affidando l'eredità del proprio messaggio artistico allecontingenze ideologico-estetiche della critica postuma.5 Stru-mentalizzato dall'editoria marsigliese politicamente schierata

1 AUGUSTE BRUN, Bellaud de la Bellaudière: poète provenni, XVT siede, Aix-en-Provence, Editions de la Faculté des Lettres, 1952.

2 Si veda la selezione di testi programmaticamente orientata di ROBERT LA-FONT, Baroques occitans. Anthologie de la poesie en langue d'oc (1560-1660),Montpellier, Centre d'Études Occitanes, 2003. [1974].

3 Nell'Homi? de Louys de Belaud con cui si apre la raccolta postuma delleObros et rimos, p. 3, si legge infatti ch'egli «commenca de faire des vers en l'aagede sept ans, & des Sonnets a dix».

4 La definizione di «meteorite, qui traverse le ciel marseillais» è di PHILIPPEGARDY, Le mais du 'safran', in Louis Bellaud de la Bellaudière (1543P-1588), Actesdu Colloque de Grasse (8-9 octobre 1988), réunis par Georges Gibelin, Montpel-lier, Section Francaise de l'Association Internationale d'Études Occitanes, 1993,pp. 17-28, partic. p. 17.

5 Tutta la produzione poetica di Bellaud viene edita dall'amico e poeta PierrePaul nella raccolta: OBROS ET I RIMOS PROV-IVENSSALOS, DE LOYS I DELA BELLAUDIERO, I Gentilhomme Prouuenssau. I REVIOUDADOS PER PIERREI PAVL, ESCVYER DE MARSEILLO. I DEDICADOS, I AS VERTVOVZES, ET GENEROV-ZES I Seignours, LOVYS o'Aix, & CHARLES I DE CASAVLX, Vtguier, & premier Cotis-sou, I Capitani?, de duos Galeros, &• Gouuernadours de l'anti-\quo Cioutat de Mar-seillo. I A MARSEILLE, I PAR PIERRE MASCARON. I Auec permission desdits Sei-gneurs. I 1595. [poi riedita come Louis BELLAUD DE LA BELLAUDIÈRE, Obros etnmos provenssalos, suivies de l'étude de Auguste Brun, Marseille, Laffitte Re-prints, 1974, da cui si cita].

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contro Henri IV all'epoca del duumvirato Charles de Casaulx eLouis d'Aix (1591-1596),6 o idealizzato dalle rivendicazioni so-cio-linguistiche di Mistral e del Felibrismo a cavallo tra Otto- eNovecento, l'eclettismo stilistico di Bellaud de la Bellaudièreproduce un mosaicismo esegetico tendenzialmente portato adevidenziare e generalizzare solo alcuni tra i tanti filoni tematicied interpretativi commisti all'interno di opere diverse o a piùlivelli di una stessa opera. E il motivo del carcere - quale luogodell'attività poetica e allo stesso tempo fulcro poetico della pro-duzione di Bellaud - ben si presta all'esemplificazione del fittointersecarsi di influenze esterne (l'assimilazione e rielaborazionedei modelli francesi e italiani) e di tendenze interne (la speri-mentazione creativa personale patoisante), all'insegna di una co-stante e spesso inestricabile compenetrazione tra dato biografi-co reale e tópos della tradizione, descrizione oggettiva e giocometaforico.

Nato verosimilmente nel 1543 a Grasse da famiglia borghesepresto trasferitasi ad Aix-en-Provence, Bellaud de la Bellaudièresi arruola nelle truppe cattoliche reali che, di stanza tra Bordeauxe Poitiers all'inizio del 1572, vengono disperse in séguito al mas-sacro di San Bartolomeo; sulla via del ritorno, Bellaud viene ar-restato - non ci è dato sapere perché - a Chantelle il 20 novem-bre 1572 e trasferito nella prigione di Moulins, dove resterà rin-chiuso per 19 mesi, fino cioè all'agosto del 1574. Scarcerato erientrato ad Aix, abbandona la carriera militare (1578), metten-dosi al servizio dell'allora Governatore della Provenza, Henrid'Angoulème, sotto la cui ala protettrice rimane - con pochi spo-stamenti e due nuove, brevi detenzioni (nel 1583 e nel 1585) -fino al 1586. Falliti poi i tentativi di allacciare i contatti con il suc-cessore di Henri d'Angoulème, il due d'Epernon, Bellaud si ritira

6 Cfr. CLAUDI BARSOTTI, Lo ròtlepolitic de l'estamparià a Marselha dau tèmpsde Carles de Casaulx e de Loi's d'Ais, in Louis Bellaud de la Bellaudière (1543?-1588), cit., pp. 9-16.

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a Marsiglia, dall'amico Pierre Paul, e muore a Grasse, dove si erarecato per questioni di famiglia, nel 1588.

Su base tematico-biografica, si suole associare: 1) al soggior-no in carcere del 1572-1574 la composizione dei testi che for-mano la raccolta Obros et Rimos provenssalos, 2) all'arrestodel 1583 la satira del Don-Don Infernal, 3) e ai periodi di libertàe relativa tranquillità degli anni 1575-1588 i versi d'occasionedei Passatens.

In realtà, le vicende editoriali di queste tre opere non avval-lano alcuna certezza circa i tempi, le modalità e i criteri di ste-sura e strutturazione dei materiali poetici. Il Don-Don Infernalesce con ogni probabilità quando Bellaud è vivo, giacché, nono-stante la mancanza di esemplari della presunta prima edizionestampata da Guillaume Maillou ad Aix nel 1584-1585, soprav-vive copia della versione rivista, corretta e aumentata ivi apparsaper i tipi di Michel Goyzot nel 1588.7 È invece noto che leObros et Rimos insieme con Lous Passatens vanno al torchiodi Pierre Mascaron, a Marsiglia, soltanto nel 1595 per iniziativae dopo la revisione deWoncle d'alliance Pierre Paul.

L'esistenza di una programmaticità autoriale mi sembra,dunque, condizione fondamentale e punto di partenza obbliga-to per l'analisi critica dell'opera di Bellaud de la Bellaudière.

Il Don-Don Infernal, ou sont descrites en langage provengalles misères & calamitez d'une prison, si sviluppa come satira so-ciale di condanna della corruzione giudiziaria e carceraria in 91strofe di sei versi ciascuna (per complessivi 546 décasyllabes aschema rùnico AABCCB), nelle quali - come già si osserva

7 Cfr. FRANCOIS Pie, Essai de bibliographie de Louis Bellaud de la Bellaudière(Grasse, 1543 - Grasse, 1588), in Louis Bellaud de la Bellaudière (1543?-1588), cit.,pp. 129-59, partic. pp. 130-33.

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nel sonetto liminare Au Lectour - il vissuto personale di Bellaud(la sua detenzione ad Aix del 1583-1584) passa da vicenda poe-tica individuale e intcriore (w. 1-2) ad esperienza universale emeta-letteraria (w. 10-12):

N'y a qué my legiran, sensso ubrir la cervello,ny sensso mastegar lou dire de l'Auctour:mais tamben sen a pron dins aquest Terradour,que de sens y prendran may d'uno pinatello. 4

Car legent de prezon la peno trop crudello,lous tourmens infernaux, que s'y fan cado jour,quand aurien dins lou couor un Neron traditour,es forsso que de plour s'y bagnon la parpello. 8

Et puis l'home de sens, en my legent dira,Bellaud qu'a fach eysso, tous-tens meritarad'aver entre la gent uno glory eternallo.

Sous escrits sont passas au burin vertadier, 12et si faran fugir lou brut d'au chin pourtier,a tau que legira sa rimo Prouvenssallo.

D rintocco lugubre della campana del carcere (il "don-doninfernale" del titolo) scandisce i ritmi della vita del condannatoe il concatenarsi del discorso poetico, funziona da spia lessicaleipersemantizzata (le cui Decorrenze sono, non per caso, conden-sate nei primi [w. 4, 8, 12, 21] e negli ultimi [w. 513, 534]trenta versi dell'opera) e cementa la compattezza e compiutezzanarrativa dell'insieme, incorniciata dalla simmetria morfo-tema-tica della strofa iniziale:

st. IO trop heroux l'home que de sa vidon'a de prezon jamais agut sentido,n'auzit lou brut d'un gros manon de claux,n'y lou Don-Don, d'au palais la Campano,que tremoular d'uno febre cartono,fa tout subit la gent a tout prepaux.

e di quella finale:

st. XCIO don heouroux, & trop heouroux encaro,

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que n'a sentii de preson la phanfaro,ny la doulour d'un proucez criminau:aquel si pouot dire de la fortunelou favourit que sie jourt ou nuech bruno,non és subject au virar d'uno clau.

dove si ripete l'esclamazione vocativa del rimpianto introdottoda «O trop heouroux...», costruita specularmente intorno allaparola-chiave "prigione" e alla forma verbale "sentire", di con-notazione bivalente [fisico-sentimentale per «agut sentido» euditiva per «sentit... la phanfaro»]; e dove ritorna, in rima, l'im-magine metonimico-simbolica delle chiavi della cella, strumen-to di rimozione della libertà dell'individuo (st. I: «manon declaux» / st. XCI: «virar d'uno clau»).

Tra il momento dell'incarcerazione del prigioniero (st. I-III)e quello dell'esecuzione della sentenza capitale (st. LXXXVI-XCI), l'esperienza di derelizione spirituale e fisica legata alla re-clusione (st. IV-XVI) offre terreno fertile alla digressione no-stalgica nel bon vieux temps della Giustizia imparziale, o all'in-vettiva contro il malgoverno del presente (st. XVII-XXX) econtro il potere nefasto del denaro, vero arbitro dei processi,complice dei colpevoli ricchi e falso accusatore dei poveri inno-centi (st. XXXIV-L), gettati questi ultimi nel buio di segretemalsane, covo di criminali e guardiani senza scrupoli (st. LI-LXXXV).

La perdita della libertà assume i tratti mitici e foschi delladiscesa agli Inferi, e la prigione si trasforma in una cava sulfurea(w. 19-20: «Non és tant leou intrat dedins lou gouffre / d'a-quest Infert pudent coumo lou souffre») per anime dannate(«armetto daunado», v. 437) allegoricamente sospesa tra l'In-ferno di dantesca memoria e l'Ade classico. Il ventaglio sinoni-mico dispiegato nella trasfigurazione poetica della «preson» (16occ.) va dall'«infernau repayre» (v. 482) di Cerbero (v. 40), Mi-nosse (3 occ.) e Caronte (2 occ.), all'«infert» (7 occ.) delle Par-che tessitrici (v. 538), al luogo di supplizio e «peno infernale»(v. 43) di Sisifo, Issione e Tantalo (w. 44, 45, 48), con apice

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simbolico-evocativo nella figura di «Pluton» (9 oca), la cui cu-pa musicalità legata al timbro vocalico scuro e iper-rappresen-tatività onomastica (perfetta in rima con le parole-chiave «pre-son» e «don-don»)8 coniuga l'immagine del regno sotterraneodella mitologia greco-romana (in cui trova posto anche «donoProserpino», w. 49, 409) con l'abisso metaforico della condi-zione umana più degradata e degradante, e crea la serie tragico-mica di neologismi antroponometonimici «Plutonins», v. 304;«gent Plutonniero», v. 385; e «Plutonno tasso», v. 416.

Il realismo deformante dell'antipurismo linguistico di Bel-laud de la Bellaudière (un provenzale mescidato, aperto ai pre-stiti francesi e latini, debitore di Rabelais9) poggia su una capil-lare rete di rimandi fonirre puntelli morfo-sintattici. La rima è,prevedibilmente, un elemento coesivo polifunzionale di prima-ria importanza tanto all'interno di un singolo sixain quanto nel-l'economia generale dell'opera: a livello di microstruttura stro-fica - peraltro riproducente lo schema tipico delle terzine delcosiddetto sonetto "marotique" (AAB CCB) - si registra, adesempio, una certa tendenza alla combinazione di blocchi rimi-ci assonanzati (ad es., st. II: -able, -as, -ano; st. Vili: -alo, -ai, -dillo; st. XLVIII: -endre, -ens, -ende; st. LXXIV: -ado, -as, -agy;st. LXXVII: -ano, -on, -ino); a livello di macrostruttura d'insie-

La desinenza —on/-ons è, con 17 Decorrenze, la rima più frequente dell'opera(pari soltanto alla ben più comune uscita -ado del participio passato).

9 Colpisce particolarmente il gusto per l'inserto onomatopeico (ad es., st.XXXVI.211-12: «Non seiglarié d'auzir fri-frou, try-traillo, / de claux, ferrouils,contro d'uno sarraillo»), la ricerca della frase sentenziosa di matrice proverbial-po-polare (ad es., st. LIV.324: «iamais un Loup non manjo un autre Loup», o st.LXVT 396: «...per attirar l'aigo dins son moulin»), e l'abbondanza di similitudinicol mondo rustico (ad es., st. III.14: «coumo pan blanc en souppo») o, soprattut-to, col mondo animale (in relazione al campo metaforico delTintrappolamento: st.VH.41: «coumo Rat en ratiere»; della cattività: st. XLIV.262: «Coum'un coulisd'un Cappon, ou Gallino»; dell'abbandono: st. LXVIII.407: «mourez de fan cou-m'un chin sus fa paillo»; dell'abbrutimento: st. LXXXV.510: «enrabiat coum'unCan»; ecc.).

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me, invece, ricorrono combinazioni fìsse, trattate come iunctu-rae stabili di rima e senso (così le parole-rima lusticy : vicy ai w.64:65 e 127:128; o le parole-rima Espugno : campagna ai w.172:173 e 214:215).

L'associazione di tipo seriale in posizione metrico-sintatticarilevante non solo salda le maglie del tessuto poetico, ma ne de-termina anche la cadenza ritmico-recitativa che, nel caso speci-fico del Don-Don Infernal, mima il martellare ripetitivo dellecampane attraverso, appunto, il rimbalzare dell'eco rimica al-l'interno della strofa e tra una strofa e l'altra. La concatenazionepuò infatti essere affidata alla rimalmezzo:

st. IV, w. 21:22que lou Din-Din sono subitamentper assemblar la geni - d'au Purgatory

o alla rima interna tra due emistichi di uno stesso verso:

v. 183: et lou manon de las claux de Pluton

oppure alla rima interna tra emistichi contigui, tra primo e se-condo verso:

st. IIBeai qui n'auzis lou son, espouventabled'aqueou Don-Don, messagier veritablede pou, d'esfray, de plours, de brans, d'helasQue sié daunat qui fét tallo Campano:lamai's per ben, son matail non s'afanno:qu'aqueou Don-Don, n'en fa de desoulas.

tra secondo e terzo verso:

st. XIVespre & matin d'uno mino trop fredo,non va badar trés houros a la cledo:per veire intrar Messus lous Conseilliers,Et ly cridar pietousament lusticy:May Fon dirié qu'ellous va fan a vicy,Tant fan ley sourds as paures presonniers.

tra terzo e quarto verso, e così via:

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st. LXINon va contant lou tens de son intrado,ou s'a tres jours, ou uno semanado,ou si dez Méz, ou si l'an és passai:may puis quand véz que la taillo s'aumento,sembl'un vaisseou batut de la tourmento,non crez jamais si veire en libertat.

Nel caso di rimalmezzo tra verso finale di una strofa e versoiniziale della successiva, come tra st. XXXIV, v. 204 [= v. 6]:«Capeyron» e st. XXXV, v. 205 [= v. 1] «prezon»:

st. XXXTV Aquel qu'a vist en sezon meissonniero,sourtir d'un trau la troupo Fourniguiero,mettent a sac lou blad d'un garbeyron:aquel a vist un nombre de Cornettos,courr'au Palais per implir las saquettos,qu'y a d'abus desouto un Capeyron!

st. XXXV Luench de prezon n'a pensament ny curo,qu'a chiquanar son gibassier si curo,ny sap tant pau, l'embaras d'un procez,son courafon, non lou sapo, ny mino,ny dins sey dents non barbouoto & rumino,tout penssatiou de reproches & d'augects.

si rientra già nella categoria della progressione interstrofica ba-sata su collegamenti di tipo capfinido tra nuclei sintagmatici oconcettuali:10

Alcuni blocchi strofici sembrano inoltre essere cementati da una sorta diserialità rimica con funzione interconnettiva:st. XVI -ado, -ier, -oullost. XVII -avo, -en, -etosst. XVin -ado, -eou, -ierost. XIX -avo, -aux, -ito

st. LXI -ado, -at, -entost. LXEI -ado, -ey, -estost. LXIII -ado, -ins, -osst. LXTV -ado, -ens, -oupo

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st. V [...] dins un crouton clavat a doublo pouorto.VI Un tau crouton tout embougat d'orduro [...]

st. XVII [...] au tens passat que iusticy regnavo.XVIII En aquel tens iusticy fon pintado [...]

st. XVIII [...] los hueils tapas, d'un linge per bendeou.XIX Los hueils tapas, aquo significavo

st. XXXVI [...] anen parlar au gros Bounet redon.XXXVII Lou gros Bounet sarà lou commissary [...]

st. XLIV [...] et navegas au gouffre de l'azard.XLV Gouffre fangoux, frane de touto bounasso [...]

st. LXXXII [...] es tout fraudat dedins uno preson.LXXXIII Luench de preson a d'amis un'ardado [...]

Alla luce di tutti questi artifìzi tecnici e retorici, il Don-DonInfernal mi sembra avere tutte le caratteristiche di una scritturasul carcere piuttosto che dal carcere; e questo senza voler nullatogliere alla veridicità delle implicazioni biografiche, ma solo ri-conoscendo il giusto peso e la giusta funzione alla scelta di Bel-laud per l'uso della terza (anziché della prima) persona poetica,all'insegna del distanziamento soggettivo e dell'ambivalenza traIo storico transeunte e Io letterario universale.11 A dispetto, in-somma, del ritratto da eroe di cappa e spada confezionato consuccesso da Pierre Paul a soli sette anni dalla morte del poeta,12

e dietro Yexcusatio letteraria di convenzione,13 Bellaud de laBellaudière è «un fils spirituel de la Renaissance»14 che si rivela

1 Assente all'interno del Don-Don Infernal, la prima persona singolare ricorresolo nei sonetti di apertura (il già citato sonetto liminare) e chiusura di opera (cioè,il Vot a Diou, w. 1-2: «You fau ben vot a Diou, & a sa bono Mayre, / que quandsaray sourtit d'aquest luoc Infernau...»).

12 Cfr. A. BRUN, Bellaud de la Eellaudière, cit, p. 9.13 Così, ad esempio, nei Passatens, son. CXLV1I, w. 1-2: «Si ma Muso n'avié

l'habit de pauretat, / mais ben que fousse d'or coumo d'autres vestido...».14 LEON VERANE, Bellaud de la Bellaudière ou un «Arquin» provengal au

XVImf siede. Elude sur la vie et l'ceuvre de ce poète provenga! suivie d'un choixde ses poèmes avec traduction francaise, Toulon, Facettes, 1927, p. 10.

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assai più artista che artigiano, nello studio delle proprie fonticosì come nella rielaborazione dei propri modelli.

Vissuto in piena temperie neo-petrarchista, ma ancora pro-fondamente suggestionato - come tanti altri poeti di provin-cia - dalla lezione di Ronsard, Bellaud frequenta il milieu in-tellettuale di Aix, dove ha numerosi contatti personali (tra cuiquello con i Nostredame per il tramite del comune amico ederudito Etienne d'Hozier) e conoscenze aristocratiche (comeLouis Galaup de Chasteuil), politiche (come Jean de Rafellis,console di Aix nel 1579) e poetiche (come Francois Malher-be, segretario personale del Governatore della Provenza,Henri d'Angoulème). Pertanto, il Don-Don Infernal, lungidall'essere lo sfogo di un carcerato ispirato, è un prodotto let-terario programmaticamente debitore alle mode letterarie del-la capitale e di queste mediatore attivo nel contesto original-mente connotato in senso socio-linguistico della provinciameridionale.

Meridionale di nascita, benché francese d'adozione è pe-raltro Clément Marot, il modello non dichiarato di Bellaudma immediatamente riconoscibile. Scoperto a mangiare car-ne in periodo di Quaresima, Marot viene arrestato all'iniziodel mese di marzo 1526, rinchiuso provvisoriamente a Chà-telet e poi trasferito a Chartres, dove resterà confinato finoal 1° maggio seguente, occupando le giornate da reclusocon la composizione deWEnfert, una satira di ispirazioneautobiografica sulle storture del sistema giudiziario e carce-rario, composta di 488 décasyllabes a rima baciata, la cuipubblicazione si deve all'iniziativa - non autorizzata dall'au-tore - di J. Steels ad Anversa (1539) ed Etienne Dolet aLione (1542).

L'allegoria della prigione-inferno del Don-Don Infernal egran parte dei motivi mitico-notturni ad essa retoricamenteconnessi trovano la loro precisa matrice neWEnfert de ClémentMarot de Cahors en Quercy, Valet de chambre du Roy, composeen la prison de l'Aigle de Chartres, &• par luy envoyé a ses

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Amys;15 e non si tratta di allusioni tematiche o suggestioni foni-che, ma di vere e proprie citazioni/riproposizioni dell'immagi-nario poetico e del repertorio espressivo di Marot. Questo vale,ad esempio, per l'iperbole-moraleggiante della prigione quale"voragine sulfurea":

MAROT[w. 23-24]mene au lieu plus mal sentant que soulphrepar cinq ou six ministres de ce gouffre

BELLAUD[w. 19-20]non és tant leou intrat dedins lou gouffre,d'aquest Inferi pudent coumo lou souffre

a cui è associato quel vocabolario metaforico-mitologico chetrasforma i condannati in «ame dampnée» (Enfert.221) o«ames Plutonicques» (Enfert.312), ed equipara le guar-die carcerarie a personificazioni di dèi pagani e guardianiinfernali (EnfertA35: «Pluton & Charon nautonnier»; En-fert.26: «Cerberus a la porte»; EnfertAl: «le grand Minos»).

Il gioco di stratificazione ed impiego delle fonti è più chemai manifesto nell'allegoria del Processo,16 rappresentato daMarot come un serpente infido e velenoso:

MAROT, Enfert. 131-38 e 145-46et ne sont pas pourtant Couleuvres froiddes,ne verds Lezards, ne Dragons forts & roydes;

15 CLÉMENT MAROT, L'Enfer, Les coq-à-l'àne, Les élégies, édition critique parC.A. Mayer, Paris, Champion, 1977.

16 Quello del Processo è un tema caro anche a Rabelais che lo riutilizza in trediverse circostante: Gargantua XX, Pantagruel X, e Livre Tiers XLII. Una letturaalmeno del secondo e del terzo episodio rabelesiani da parte di Bellaud de la Bel-laudière è ipotizzabile con una certa sicurezza sulla base di due riferimenti esplicitinel Don-Don Infermai, rispettivamente al personaggio di Panurge (w. 340-41:«non fau doutar qu'aquel honneste iugy / vague disent, coumo lou bon Panurgy»)e a Battolo (w. 319-20: «Y a d'au plazer, de veyre taux Bartollos / davant Minos,inventar de babollos»).

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et ne soni pas Cocodrilles infaicts,ne Scorpions tortuz & contrefaicts;ce ne sont pas Vipereaulx furieux,ne Basilics tuantz les gens des yeulx;ce ne sont pas mortiferes Aspics,mais ce sont bien Serpents qui vallent pis.[...]C'est la nature au Serpent, plein d'exces,qui par son nom est appellé Proces

e così mutuato da Bellaud nel pedissequo recupero del bestiariomarotique (il «Serpent», l'«Aspic», il «Dragon», il «Bazalic», il«Cocodril») e della ri-strutturazione morfosintattica della strofa(per cui viene salvaguardata la rimalmezzo Basilics - Aspics, conclimax sentenziosa dell'allegoria racchiusa nella coppia rimicaexces : proces}:

BELLAUD, st. XXXIX, w. 229-34Non és mordut d'aquel Serpent horrible,qu'au monde n'y a un serpent plus terrible,non és Aspic, ny Dragon, plen d'excez,ny Bazalic, - Cocodril ou l'Erpuro,et n'y a de tous plus tristo mourdaduro,que d'au Serpent que si nommo procez.

st. XL, w. 235-36Procez, qués tau qu'un serpent a sept testos,plenos de fuoc, de crys, & de tempestos

Completa questa casistica di prestiti nel Don-Don Infernal ilreimpiego da parte di Bellaud di sequenze sostantivali a dupli-cazione intensiva del tipo: «...simis & simillons, / de rats, rat-tons, rattos & ratonnaillo» (w. 75-76) che rimandano inequi-vocabilmente atì.'Epitre di Marot spedita dalla prigione diChartres (1526) al suo inseparabile amico Lyon Jamet (w.37-38: «Mais dépita chats, chattes et chatons, / et prisa fortrats, rates et ratons», e w. 51-52: «Tu n'as couteau, serpe niserpillon, / qui pùt couper corde ni cordillon»).17 E si tratta

CLÉMENT .MAROT, Les Epìtres, par C.A. Mayer, Paris, Nizet, 1977.

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di una casistica utile anche per la definizione dell'erudizienepersonale di Bellaud e per la sua tutt'altro che superficiale(e tutt'altro che occasionalmente carceraria) lettura dell'operadel poeta caorsino.

Se, dunque, il Don-Don Infernal non è propriamente fruttospontaneo della detenzione, ma piuttosto sfrutta l'autobiogra-fismo carcerario per fini tutti letterari di rivendicazione nazio-nal-linguistica, il palinsesto dell'esperienza reale dietro lesbarre, vissuta e narrata in prima persona, affiora in quelleche hanno tutta l'aria di essere "pagine degli abbozzi", desti-nate a diventare solo dopo la morte di Bellaud e per volontàdi Pierre Paul le Obros et Rimos Provenssalos. È qui che tro-vano esplicita menzione anche tutte le fonti obliterate delDon-Don Infernal, Ronsard, Jodelle, Du Bellay [sonn. X.l-2, CXXVII.2], e naturalmente il Marot de&'Enfert [son.XV.9-14]:

Marot fon sancì Thoumaz, quand el accomparavol'enfert a la preson, d'un brin non si trompavo:car tous lous oufficiers d'Enfert son en preson.

Radamantus, Minos, Pluton & Proserpino,et lou chin Cerberus, d'autres plen uno tino,et tous non valon pas l'estrasso d'un causson.

Di più, VOde, sur la misere et pauvreté qu'on endure estant unhomme detenu prisonnier si presenta — con le sue 28 stanze disei versi ciascuna (rime: ABABCC) - come un omaggio al Mae-stro caorsino e una sorta di versione preparatoria, per linea te-matica (l'arresto ingiusto che fa precipitare il malcapitato in ungorgo di tristezza e tormenti, tali da prefigurare la dannazioneeterna) e per scelte lessical-semantiche (la prigione ~ Infernocoi suoi temibili abitanti; il processo e il rimpianto per la libertàperduta), di quello che sarà poi il prodotto definitivo, cioè ilDon-Don Infernal:

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BELLAUD, Ode, st. Ili

Encin quand sen reson,un paure miserablees fourrat en presoti,coum'un Ay a l'estable:tout malhur & tous mauxly courron a grand saux.

Ode, st. XVAdone lou fa tournar,tout romput sus la paillo:e Minos d'assemblartoutto sa leyronnaillo,qu'a drech ou ben a tortly debanon sa mouort.

Ode, st. XXVIIAquel és ben-hourouxqui pouot passar sa vidoluench de tallos doulours,vivent a sa bastidoen toutto libertat,quand n'aurié que de l'anz.

BELLAUD, Don-Don Infernal, st. X

Ah! non s'és vist clavat dedins l'establed'aquest enfert, trop & trop miserable,souvent leissat de Payre, de Parens,d'oncles, cousins, d'amis & de compayre.Un traditour si non lou va soustrayre,ny may la Cour non ly souflo sous bens.

MAROT, L'Enfer. 92-98Minos, le Juge, est de cela soigneux,qui devant luy, pour entendre le cas,faict deschiffrer telz noisifz altercaspar ces crieurs, dont l'ung soustient tout droictdroict contre tort; l'aultre tort contre droict;et bien souvent, par cautelle subtille,tort bien mene rend bon droict inutile.

BELLAUD, Don-Don Infernal, st. IO trop heroux l'home que de sa vidon'a de prezon jamais agut sentido,n'auzit lou brut d'un gros manon de claux,n'y lou DON-DON, d'au palais la Campano,que tremoular d'uno febre cariano,fa tout subit la gent a tout prepaux.

Le numerose corrispondenze tra Obros et Rimos e Don-Don Infernal sembrano infatti individuare - dal primo alsecondo - un percorso di selezione ed epurazione dei ma-teriali poetici tale da suggerire l'ipotesi che la raccolta mi-sta di sonetti dovesse avere, prima dell'intervento di PierrePaul, la configurazione provvisoria di collettore aperto diidee ed esperimenti tecnici: a livello di macro-strutturad'insieme, infatti, si osservano agglomerazioni tematiche in-termittenti attorno ad alcuni motivi portanti, sempre com-plementari (anche per traslitterazione metaforica) al comu-ne fil rouge carcerario; a livello di micro-struttura internadei singoli componimenti, la ripetizione invariata di stilemiiper-caratterizzanti della tradizione o del repertorio di Bel-

Obros et rimos di Bellaud de la Bellaudière 227

laud18 mostra i limiti di un labor limae mancato. In ognicaso, indipendentemente dalle congetture sull'autenticità etipologia della struttura originaria della raccolta, quelloche emerge con assoluta chiarezza nel complesso dei 178componimenti etichettati Obros et Rimos (164 sonetti "allafrancese" e 14 componimenti di metro vario), è la centra-lità del motivo della "prigione/prigionia".

Questi testi, ascrivibili al periodo di detenzione nel car-cere di Moulins (1572-1574), si articolano infatti alla manieradel "giornale del detenuto",19 con una progressione evene-menziale che, dal grado zero della scrittura avventizia deigaleotti (sperimentata da Bellaud nel son. XCI, v. 3: «controlas paretz de carbon vau chiffrant») si evolve ad espressioneartistica (son. XIII.2-3: «d'aver prés dins ma man tencho,plumo, papier, / per faire de Sounetz...») cosciente di unafunzione letteraria auto-glorificante (son. LVI.ll: «maisvouoly qu'un long tens reson sus mon Sounet») e schieratain senso anti-francese (son. L.3: «...legiran mous Prouvens-saux Sounetz»). L'esperienza sovrapposta dell'essere poetaincarcerato e del fare poetico in carcere sviluppa all'internodelle Obros et Rimos [cfr. Tab. I] una meta-narrativitàbipolare, proiettata nel mondo esterno reale (come poesiadi corrispondenza) o immaginario (come poesia di evasione);oppure ripiegata verso il mondo interno della prigione fisi-ca (come poesia-diario) o metafisica (come poesia del do-lore).

18 Compaiono, ad esempio, in due sonetti diversi le sequenze intensive "a laMarot" del tipo: «Catz, Catos & Catons... / Rats, Rattos, Ratons» [son. XXIX.2-3], e: «...Raz, Rattes, Rattons / ... Chatz, Chattes, Chatons» [son. CXXII.13-14];ritorna la similitudine del cane rabbioso, son. XVII. 10: «coum'un chin enrabiat» ela metafora condensata delle «claux de Pluton» [son. LXXXIX.8; ma anche:sonn. IV.10: «lou gros brut de claux» e LIX. 13-14: «Pluton ... / ... de sas claux»].

19 A. BRUN, Bellaud de la Bellaudière, cit., p. 95.

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poesia di corrispondenza poesia-diario

mondo esterno reale prigione fisica

mondo interno prigione metafisicaimmaginario

poesia di evasione poesia del dolore

Tab. I.

• POESIA DI CORRISPONDENZA E POESIA DI EVASIONE. Se èvero che gran parte dei sonetti delle Obros et rimos è esplicita-mente indirizzata a destinatari reali, figure documentate dell'en-tourage professionale e familiare di Bellaud, è anche vero chequesta corrispondenza poetica - non sappiamo se biunivoca -offre a Bellaud il pretesto per una partecipazione ideale al pre-sente in movimento oltre le mura della prigione, e gli permettedi ancorare alla fisicità virtuale di un nome proprio i ricordi diun mondo di cui non fa più parte, un reticolo di coordinateumane e geografiche familiari, improvvisamente relegate al pas-sato della memoria e dei rimpianti. Così, l'intensa attività epi-stolare di Bellaud (son. LXXX. 5-6: «Despuis que sue enclaux,un millier de lettros / ... per lou mens l'y ay escrich») alternaall'ufficialità di sonetti d'occasione (dedicati ad auspicati pro-tettori o possibili intermediari di una rapida scarcerazione) l'in-timità dell'apostrofe sentimentale (agli amici o all'amata), conconseguente e ben rintracciabile variazione di stile a secondadel registro. L'autoreferenzialità del motivo della (s-)carcerazio-ne si "apre" - nel registro formale dell'appello,20 della dichiara-

Cfr. son. VII.9-11, A l'amy E. Hozier, Gentilhomme Sallonnoys:

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zione di intenti,21 o della vera e propria composizione encomia-stica22 - alla retorica della dedica, con l'innesto di formule stili-stiche codificate dalla tradizione del genere di corrispondenza(quali l'inserimento di un destinatario esplicito, citato per nomeo per titolo ufficiale in rubrica o nel testo, di norma in esordio oin congedo; la struttura dialogica indiretta; l'impiego di un les-sico a connotazione direzionale mirata e personalizzata, specienelle forme verbali ottative/imperative o aggettivali possessi-vo-affettive).23 Nel registro informale della corrispondenza pri-vata, invece, ex-compagni d'armi o compari di paese e donneamate appartengono al passato della nostalgia e al futuro dellasperanza; ma se gli interlocutori maschili popolano l'universoepistolare di Bellaud con identità e fisicità reali:

son. LXXXIIS'uno fés siou sourtit das claux de Proserpino,et que puesqu'arribar un cop dins Avignon,

Et pertant (mon Hauzier) faut estre charlataireper contar ben au long tout lou cas a mon fraire,afin d'aver dau Rey, ou lettro ou letrillon.

21 Cfr. son. CXX.1-8, A Monsieur de Chasteau-Redon:Per vous monstrar, Monsur, que saby qu'auque paudessus lou mist papier a la courtezianezo,cantar & sonnetar, & si jama'is apprezotallo facon non ay, mais ven d'au naturau.Soutto eysso, vous veirez lou tourment que Bellau,plus que d'un Promothean, enduro per Francezo;et puis d'autros canssons en guiso Lyonnezo,per danssar, arrapas au prat luench de l'houstau.

22 Cfr. son. CXXI.9-14, A Monsieur P. de Monthaudry de Moulins:Voilà pourquoy d'Amy) tombant là où ie suis,le pouvoir m'est tary, que rendre ie ne puis,tant d'honnestes plaisirs, dont vous suis redevable.Dieu a ce mien defaut vous recompensera,rendant voz jours heureux, glorieux vous feraiouir apres la mort, de la vie perdurable.

23 Utile per un inquadramento generale: CLAUDIO GIUNTA, Versi ad un desti-natario. Saggio sulla poesia italiana del Medioevo, Bologna, II Mulino, 2002, in par-tic, capp. I-II.

230 Roberto Capelli

de prin saut anaray troubar mon compagnon,qu'à estat amouroux coumo mi de Claudino.De gros bouosc farà fuoc dessouto la toupino,

tant leou qu'à son houstau veira son Belaudon,de sirop septembrau implera lou flascon,per m'i remettr'un pau la coulour cremesino.

Subit tous lous Arquins que saupran ma vengudo,semblara qu'à l'houstau y age uno jacudo,tant vendran a moullons veire l'amie perdut.Lou reinard n'amo tant plumar uno pouleto,

ni lou loup carnassier lou sang d'uno fedeto,coumo de tant d'amis you saray ressauput.

le figure femminili sbiadiscono in descrizioni convenzionali etopoi sentimentali tipici del «petrarquisenar»:

son. XCIIMestresso, fa long tens que s'ariou cuech dins terrò,

et déx millo lombris m'aurien tout desgrunat,si lou mastin Clavier, non m'aguessé dounat,l'usage dau papier per passar ma coullero:

car quand la vision de ton hueil mi fa guerro,vau sentent dins mon couor un ferouge combat;mais tu fiero, per trop de ta bello beoutat,rises de la doulour que jourt & nuech m'aterro.Toutosfes, lou papier qu'és fach de besty mouorto,

m'ausent clussir per tu, senti que my confouorto,mi disent (mon dousset) non pouot estre qu'un jour,

non siegy dins las mans de ta dousso rebello,laquallo quand veira lou mau que ty martello,estrenge ben voudra ton fuoc greges d'amour.

Nella sfera della consorteria maschile le immagini di grupposono dipinte coi toni vividi e minuziosi della scenetta di genere,in cui il ventaglio di scelte retorico-lessicali attinge ad un reper-torio umilis di quotidianità partecipe e godereccia: nel caso spe-cifico del son. LXXXII, cartina al tornasole della casistica allar-gata all'intera raccolta poetica,24 spiccano la varietà di opzioni

Lo spoglio sommario delle Obros et Rimos evidenzia alcune Decorrenze

Obros et rimos di Bellaud de la Bellaudière 231

sinonimiche convivial-cameratesche (v. 3: «compagnon», v. 9:«lous Arquins», v. 14: «tant d'amis»), gli appellativi vezzeggia-tivi incastonati nel reticolo rùnico iper-rappresentativo (w.2:3:6:7 Belaudon in rima con Avignon : compagnon : flascon;w. 1:4:5:8 Claudino in rima con Proserpino : toupino : cremesi-no) e l'iperbole bucolico-esopica dei w. 12-13 (con le coppiecomparative «reinard - pouleto» e «loup - fedeto»). Nella sferadella galanteria, invece, il destinatario-donna diventa più occa-sione che fine poetico, con una globale propensione per l'ano-nimato della figura femminile (si veda la peraltro non moltoampia gamma di perifrasi e senhals del tipo: «Mestresso», v.1; «mon dousset», v. 11; «dousso rebello», v. 12), e alla ripro-posizione di una descriptio puellae e fisiologia amorosa già esau-rite dal Petrarchismo italiano e francese (come il potere degliocchi [v. 5], la lotta del cuore [v. 6] e la fierezza dell'amata[v. 7]).25

La fantasia amorosa rappresenta piuttosto una via di fuga al-la clausura forzata del carcere, in grado di trasferirne - e supe-rarne - le limitazioni fisico-psichiche in un universo parallelo,dilatato alla dimensione spiritual-onirica, nella quale la sovrap-posizione di schiavitù del corpo e schiavitù del cuore crea l'im-magine metaforica della prigione d'amore:

Las doublament you siou empresonnat,quatte paretz serron ma personassopuis un bel hueil mon paure couor tirasse,

[son. LI.5-7]

quantitativamente rilevanti nella costellazione di appellativi amicali: «[pron/bons]arquins» (3), «Bregado» (4), «amy/amis» anche nell'intestazione (17); di normaassociati a tematica conviviale (cfr. sonn. XI, LVIII, LXXXTV).

23 Raramente le donne di Bellaud vengono cantate per nome (come nel son.XVIII. 13: «Anno la bello houstesso»); predominano le già citate scelte generichedel tipo: «mestresso» (8 occ.), «[ma/dousso] rebello» (sonn. XC.12, XCII.12),«fiero oustinado» (son. CXXXV), o nomi già inflazionati dalla tradizione poeticaprecedente (come «Margot» e «luano», son. XXIX.4).

232 Roberto Capelli

L'esperienza della sottomissione volontaria alle angherie diAmore attinge le proprie risorse creative dallo stesso campo se-mantico-retorico della carcerazione reale, con conseguentereimpasto tematico e rifunzionalizzazione lessicale del vocabo-lario del detenuto,26 con la differenza di una liberazione ottimi-sticamente impetrata attraverso l'auto-redenzione, capace diforzare con lacrime e sospiri la gabbia dello sguardo dell'amata:

Et puis de mous souspirs la ferougno tubiere,per lou fuoc que Margot tisouno dedins you,lou burre vistament & la clero fondriou,en rendent la preson piato coumo nostro hiero.

[son. XXXVH.5-8]

È in questo contesto di massima stilizzazione lirica che si svi-luppa il tema tutto barocco della metamorfosi,27 forma meta-poetica ultima di una «métaphore de l'enfermement»28 di cuiormai è possibile cogliere la proteiforme facies linguistica, bio-grafica e letteraria.29

Così, ad esempio, Bellaud si dichiara tramortito e fatto prigioniero dai bacidell'amata (son. LIII.3, 12: «Puis si lou fa mourir soullament d'un pouton /.../ deyou my piasi mais d'estre son presounier»; e anche son. LIV.1-2: «You mouory debeisar la pienotto bouquetto / d'aquello que my ten dins son couort ensarrat»), eabbandonato dalla speranza senza l'amore della sua donna (son. LXVI.1-4, 13:«Privai dau doux regard qu'à mon armo ravido / et que ceni fés m'a fach souttoman de favour: / aro ma'is que jama'is vau souspirant lou jour, / per so que luenchde sy ma persoun'és bannido /.../ a tous-tens sarà nuech au fonds de ma cister-

Sulle caratteristiche principali della poesia barocca francese si vedano so-prattutto i lavori di GISÈLE MATHIEU-CASTELLANI, Eros baroque. Anthologie thé-matique de la poesie amoureuse, Saint-Amand, Union Generale d'Editions, 1979, eID., Les thètnes amoureux dans la poesie franqaise (1570-1600), Paris, Klincksieck,1975.

28 Cfr. J.-Y. CASANOVA, Historiographie et littérature, cit, p. 1246: «II s'agitd'un Protée immobile, d'un dìeu emprisonné dans son espace et sa langue [...] quitranscende la dure condition carcerale par le masque, la féte arcadique et le songe».

29 JEAN-YVES CASANOVA, Historiographie et littérature du XVJe siede en Pro-vence: l'ceuvre de Jean de Nostredame, Thèse pour le Doctorat ès Letlres, dir. Phi-lippe Gardy, Université Paul Valéry - Monlpellier III, a.a. 1990, pp. 1246 sgg.

Obros et rimos di Bellaud de la Bellaudière 233

La trasfigurazione poetica delT'impossibilium pratico che do-mina la contingenza biografica del detenuto-Bellaud coinvolgela persona e lo spazio. Essa è mutazione intcriore del soggetto,con evidente predilezione per le metamorfosi aviarie (son.XXIV. 11: «coumo lous ausseous»), anche di mitologica esem-plarità (son. LXIII.2: «coumo... Progno»):

son. XXIV.9-11Lous pendus a grand tort, ben m'an dolina la trousse,

apres aver sussat tout lou meou de ma bourso,encaros engabiat siou coumo lous ausseous.

son. LXIII.1-4Frairet, si Diou voulié que foguessi l'ausseou,

coumo lou libre dis, que Progno fon cambiado,voular tu my veiriez a plumo defrancado,vers aquello que ten mon couor dins son paneou.

oppure è trasformazione del mondo circostante, descritto attra-verso la lente deformante della fantasia catartica, ad azionesoggettivante (come il surrealismo decostruttivo del son.XXXVII), o oggettivante (come la teatralizzazione classicizzan-te del son. CHI):

son. XXXVII. 1-4Que son las paretz d'eicy toutos de ciero,

de burre, ou ben de sau, guaire non s'estariou,car tant de mous dous hueils de plours you gitariou,que la sau sy fondrie dedins tallo ribiero.

son. CHI. 3-8, 12-14...afin de maridar ta voux a l'instrument,per tirar au beson l'human qu'és en servage.Et comben que non siou prouchan de ton linage,

tu non debues pertant leissar aucunament,de venir a l'enfert dindinar tant souvent,que Pluton sié constrench my d'hubrir lou passage. [...]Que Pluton per auzir ma pietouso complancho,

coumo fét d'Heuricid', ty prendrié per la manche,et ty farié sourtir de sous ardens fourneous.

234 Roberta Capelli

II sistema poetico di Bellaud si sviluppa, dunque, entro lacornice para-biografica e para-tematica della prigione e dellaprigionia, come istantanea del passato perduto e come anticipa-zione del futuro probabile, possibile o semplicemente immagi-nabile.

• POESIA-DIARIO E POESIA DEL DOLORE. La registrazionepoetica del quotidiano filtra nelle Obros et Rzmos sotto formadi informazione o dettaglio cronologico funzionale alla succes-sione ordinata dei materiali:

son. I arresto e imprigionamento

son. HI data dell'arresto

son. Vili primavera 1573

son. XXIII Fète Dieu = giugno 1573

son. XXXIV otto mesi di reclusione

son. XXXV nove mesi di reclusione

son. XL quasi 1 anno di reclusione

son. XLVIII inizio agosto 1573

w. 12-14 «...passant per Chantel-lo, / foury fach preson-nier dessus mon haridel-lo; / et puys de caut encaut menat drech aMoulins».

w. 5-6 «...nous tenian lou vin-tiesme Nouvembre, / etd'au millesme, mil cinqcens septante dous».

w. 1-4 «N'a pas gaire de tempsque la grando Marino, /plus enfio qu'un ballonero journallament, /tout aubre avie laissatson premier vestiment/ et lou terren cubert aplen fons de farino».

v. 1 «You voudriou estreRey per uno semana-do».

v. 3 «...lantost son huechmez».

w. 10-12 «...Nouvembre, / De-cembre & lanevier, Fe-brier, Mars & Abriou,/ May & lung & tantostluillet...».

v. 3 «quand tenebros aurienquasi durai un an».

v. 1 «Passai és toul lullet &l'Aoust s'y coumensso».

Obros et rimos di Bellaud de la Eellaudière 235

son. LX

son. LXVII

estate inoltrata

fine dell'estate

son. LXXXV 10 mesi di reclusioneson. LXXXVI fine settembre

son. CXIV 20 ottobre 1573

son. CXXXVII 20 gennaio 1574

son. CXL 19 febbraio 1574

son. CL 15 mesi di reclusione

son. CLXIII scarcerazione20 giugno 1574

w. 10-11 «car despuis Pan passatdins uno Tourr'espesso/ ay consumai l'yvert &quasi tout l'Estiou».

v. 1 «Ben ay passat l'Estiousenss'aucuno allegres-so».

v. 4 «... despuis dez mez...»v. 9 «...leissen passar aquest

mez de Septembre».w. 1-3 «D'eicy a trento iours

pourray mettr'à la tallio,/ que sgay dins la pre-soti l'an entier accom-plit, / a grand tort, pern'aver coumez aucundelit».

v. 2 «car ben quatorze meza, que sue engabiat».

v. 2 «quinze mez finiran demon enclavament».

v. 2 «la quinze mezes fan queduro la fournado».

w. 5-6 «dex & nou mez entiersLuo'is de la Beflaudiero,/ a vist & mays patii, atot & senss' rason»

Dal momento dell'arresto descritto nel son. I, all'agognatascarcerazione celebrata nel son. CLXIII, la scansione temporaleriflette di volta in volta sentimenti di attesa e speranza, di disil-lusione e angoscia, di solitudine e tristezza, reiterati ed amplifi-cati da una fittissima rete di spie lessicali-chiave: la «preson»(37 occ.) di «Moulins» (6 occ.) da vita ad una lunga serie di va-riazioni semantiche collegate al motivo dell'isolamento (sonn.CXL.2: «enclavament»; LX.10: «tourr'espesso»), dell'oscurità(sonn. III. 12: «tourro escouro»; XL.3: «tenebros»; LXXIII.7:«luoc sombroux»; CLXIII.7: «luoc tenebroux») e delle profon-dità infernali («enfert», 8 occ.; sonn. LII.14 e CLXII.ll: «luocinfernau»), mentre gli attributi del «presonnier» (4 occ.) riman-dano alla sfera dell'immobilità forzata (sonn. XI.4: «detengut»,LXXX.5 e CXXVL13: «enclaux», CXXXVII.2: «engabiat»).

236 Roberta Capelli

La nostalgia dei luoghi ridenti ormai preclusi a Bellaud (son.XIV.3-4: «confinar en preson, aros que lou beou tens / fa mon-tagnos & pratz, combos & vallons rire») ricostruisce paesaggi escenari idealizzati, al limite dello stereotipo (in contrapposizio-ne voluta al grigiore reale della prigione), dove la città di Avi-gnone, rimpianta (Ode, sur la misere et pauvreté..., w. 167-168: «estent dins la preson, / luench de mon Avignon»), rie-vocata spesso in rima (in imprescindibile binomio con il poeta,«Belaudon»; sonn. 1X2:1, LXXXII.2:6, CVI.2:3) e pate-ticamente vagheggiata (Quatren: «Bon-dioumo, si jamais m'yvesy dins Prouvensso, / ou embé lous amis tournar dins Avi-gnon, / s'ara ben penchinat & mist lou compagnon / que myfarà passar cent pas fouoro Durensso»), diventa polo d'attrazio-ne della geografia dell'anima dell'autore (son. LX.12-14: «Maisla plus grand doulour qu'en preson my fa guerre, / es loumourtau pensier de la Papallo terrò / que my naffro loucouor»).

Andrà da ultimo notato come, secondo un certo gusto co-mune al Petrarchismo oggettistico, l'enfasi accordata agli uten-sili del poeta, in quanto veicolo di espressione materiale dellasua sofferenza intcriore:

Prest, presi, pleguen paniere, tencho, plumo, escritoryet sourten prestament d'aquest pudent Enfert,a tous dire pourren d'y aver plus suffertqu'un pauret que reven usclat de Purgatory

[son. CLXI.1-4]

si trasforma, a rilascio avvenuto, in una fossilizzazione del ricor-do negativo delle vicissitudini passate, nell'eloquente metaforadella reliquia nel sonetto di congedo De la Bellaudzère, parlantde son Livret,ìo compiendo quel trapasso a uomo e poeta libe-

Cfr. w. 1-2: Or sus, sus, mon Libret, compagnon de ma peno,hermary plus segret de mon adversitat

Obros et rimos di Bellaud de la Bellaudière 237

rato, libero di «faire de Sounets tous farcis d'allegresso» [Obroset Rimos, son. LXXXIX.4] all'insegna dell'ispirazione leggera(Lous Passatens, son. XLI.3: «mon Sounet ennemic de dou-lours») che sarà infatti la costante della successiva e anch'essapostuma raccolta Lous Passatens, un album di componimentivari e sparsi, dove la prigione è ormai sempre e soltanto sceltavolontaria dell'amante:

son. XLVIII, A ma crudello, w. 12-14Vous en lach, vous bagnas, m'y tenent en preson,ma bello libertat, mon sens, & ma resoti.Et my feron esclaus souto de miEo penos.

e w. 9-11 Sus Libret, vay premier dins la man Barouniquo,Ly disent Monsegnour la plus caro relicquo,que vostre Bellaudon age sauput chausir.