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08/11/2013
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Elia Antonio Dipartimento di Scienze di Scienze Agrarie dell’Alimentazione e
dell’Ambiente
SOIL HEALTH and CROP NUTRIENT MANAGEMENT BARI -Hotel Excelsior 7 Novembre 2013
La nutrizione del pomodoro
Indice
Elementi nutritivi
Macro e microelementi carenze ed eccessi
Gestione della nutrizione
Approcci basati su analisi del terreno
Approcci basati sull’analisi della pianta
Approcci basati sul bilancio
Esempi di calcolo nel pomodoro da industria
Esempio di gestione con un DSS
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L’azoto (N) e le piante L’azoto è uno degli elementi fondamentali per la vita, in quanto è un costituente delle proteine. Nella pianta l’azoto entra: • vitamine • proteine • clorofilla • acidi nucleici • alcaloidi • ormoni
•E’ un macronutriente che ha l’effetto più immediato e visibile sullo stato vegetativo delle piante > forte azione di stimolo della crescita
L’N può essere assorbito dalle piante principalmente come NO3
- e come NH4+.
Il nitrato è assorbito in netta prevalenza rispetto all’ammonio; l’NO3
- non è adsorbito dal suolo facilmente può essere perso per lisciviazione e/o ruscellamento. L’NH4
+ è legato al complesso di scambio cationico del terreno ed è gradualmente trasformato in azoto nitrico (nitrificazione) ad opera dei batteri nitrificanti. La riserva azotata più importante, tuttavia, è costituita dall’azoto organico, che rappresenta quasi la totalità dell’N presente nel terreno (Norg~Ntot).
Si manifestano nella pianta con rallentamento ed arresto della crescita e con progressivo ingiallimento, a causa della mancata sintesi di proteine e clorofilla. A sua volta la scarsità di clorofilla rallenta la fotosintesi e quindi si ha una minore produzione. La riduzione del ciclo vegetativo per azoto-carenza induce fioriture e fruttificazioni anticipate ed incomplete.
N - Carenze
riduzione della sintesi degli zuccheri ed accumulo di acidi organici;
crescita stentata e foglie di colore verde-giallastro (clorosi)
ingiallimento parte dalle foglie più vecchie che gradualmente
necrotizzano – con deficienza cronica la pianta imbrunisce e muore
nelle crucifere le foglie sviluppano spesso una intensa colorazione
porpora, rossa o arancio (perdita di clorofilla e evidenza pigmenti
supplementari)
senescenza e caduta prematura foglie
colatura fiori
bassa produzione
maturazione accelerata frutti
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N - eccessi
Provocano squilibrio fra lo sviluppo rapido ed eccessivo degli organi epigei e quello più lento e ridotto dell’apparato radicale. La pianta diventa meno resistente alla siccità, il tempo di maturazione si allunga, i tessuti vegetali diventano flaccidi, offrono minore resistenza agli agenti esterni e risultano più vulnerabili verso i parassiti vegetali e animali.
Eccessi di N possono causare:
Ridotto contenuto di vitamina C;
Ridotto contenuto di zuccheri e bassa acidità;
Rapporto alterato di amminoacidi essenziali;
accumulo nitrati nei tessuti vegetali (foglie, steli): rischio alimentare
dilavamento nitrati: rischio ambientale (inquinamento falde)
Ritardo nella maturazione, ritardo ciclo di sviluppo (alcuni giorni)
In sedano: ridotta produzione di composti volatili e variazione del flavor
caratteristico;
maggiori consumi idrici (>LAI, >traspirazione)
minore allegagione dei fiori (in termini %)
maggiore suscettibilità a allettamento, malattie, danni da gelo
In bietola da orto: aumento di glutammine e comparsa di odori anomali
(off-flavors)
In patata dolce: aumento della perdita di peso durante la conservazione;
In c. broccolo: aumento incidenza dello stelo cavo;
Pomodoro: aumento dei marciumi molli durante la conservazione.
Il fosforo (P) Le piante asportano P sottoforma di anioni dell’acido orto-fosforico (H3PO4): - ione H2PO4
- (principalmente) - ione HPO4
-- (in minor misura) (P solubile, direttamente utilizzabile). Queste forme sono in equilibrio con i fosfati adsorbiti sulle superfici di scambio anionico (frazione facilmente scambiabile) e fissati nelle particelle argillose (ceduti più lentamente nella s.c.).
Gran parte del P è bloccato in: a) precipitati poco solubili o insolubili - fosfati di ferro, di
allumino (con pH acido) e fosfati di calcio (con pH alcalino), in equilibrio dinamico con le forme solubili;
b) in composti organici (fitati), disponibili solo dopo mineralizzazione.
Tutte queste componenti rappresentano la risorsa di fosforo per le piante (fosforo assimilabile); inaccessibili sono invece i fosfati cristallini (inerti).
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Assimilabilità della P2O5 in rapporto al valore del pH del terreno
(tratto da Miele)
P
Funzioni: importante componente del DNA delle piante, delle membrane
cellulari ed entra in diversi trasportatori intermedi di energia nei processi di
fotosintesi e respirazione. Interviene nel:
• trasferimento di energia
• formazioni acidi nucleici
• proteine, acidi fitici, prodotti di riserva
• fosfolipidi associati alle proteine di membrana e nel mantenimento della
struttura di membrana
• azione nitrato riduttasi (interazione positiva con N)
La nutrizione fosfatica delle piante avviene per assorbimento radicale di uno dei due
anioni sopradetti. Infatti, più che del contenuto di fosforo totale di un terreno ha
importanza la quantità di fosforo disponibile per le colture, che a sua volta è in stretta
relazione con la quantità di anioni fosforici capaci di passare in soluzione ed essere
assorbiti dalle radici.
La maggior parte dei terreni agrari ha solo di rado una buona disponibilità naturale di
fosfati, un apporto di fertilizzanti fosfatici è la fonte migliore per apportare fosforo alle
colture. Invece, al contrario delle concimazioni azotate, dove si possono avere perdite
per dilavamento, con le concimazioni fosfatiche possiamo avere solamente perdite di
disponibilità per insolubilizzazione più o meno forte da parte del terreno.
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•riduzione dello sviluppo dell’apparato radicale, •nanismo, crescita stentata, piante deboli e filate •foglie giovani verde scuro •foglie vecchie rosse o porpora, verde-bluastro opaco •clorosi dalle foglie vecchie alle giovani •foglie con ridotto margine fogliare •picciolo fogliare forma angolo acuto con lo stelo •fioritura e maturazione ritardate, •scarsa formazione di frutti, frutti e semi restano piccoli
P- Carenza
si manifesta nelle piante con:
La diminuzione della produzione in seguito a carenze fosfatiche si accompagna spesso a qualità scadente. Nelle leguminose si ha spesso carenza di azoto se i batteri simbionti non trovano un minimo di fosforo necessario per la loro attività.
P- CARENZA
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Sono rari Eccessi di somministrazioni fosfatiche provocano una nutrizione accelerata a spese del normale sviluppo vegetativo e di conseguenza una maturazione anticipata. In alcuni casi si possono manifestare clorosi per insolubilizzazione di Fe, Mn e Zn.
P- Eccessi
agisce sul contenuto in amido, grassi, vitamine, enzimi, albumine
(nucleoproteine).
Una buona/alta dotazione di P:
In cavolfiore favorisce le dimensioni dell’infiorescenza.
In pomodoro favorisce la produzione di un gran numero di bacche
di elevata pezzatura (anche in peperone e melanzana), riduce
l’acidità (effetto negativo) e aumenta il residuo ottico.
In patata favorisce la sintesi di amido e vitamina C.
In radicchio, la formazione di un grumolo ben conformato.
attenua i danni dovuti ad eccessi di azoto.
la lattuga è tra le specie che + risponde alla concimazione con P.
in spinacio e lattuga aumenta la sostanza secca il contenuto di P
e la produzione
aumenta il contenuto di P nelle Chenopodiacee e nelle Crucifere
senza avere effetti importanti sulla produzione
scarso effetto sul contenuto di P in porro, cipolla, fava e fagiolino,
ma ne aumenta la produzione.
eccessi in ortaggi da frutto: aumento del contenuto di zuccheri,
riduzione dell’acidità e alterazione del colore.
P e qualità
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RootGrow Plus
TerraVital Hortimix®
MicoFert®
LicoMic®
MICOSAT® JOLLY
MICOSAT® ULTRA
Kwizda
P e Micorrizzazione
Trattamento
Biomassa
fresca
Frutti/pianta
totali commerciabili scarto
Peso
medio
(kg/pianta) (kg) (n.) (kg) (n.) (kg) (n.) (g)
Non Micorrizzato 4,6 3,8 61 3,6 54 0,25 8 62
Micorrizzato 5,1 4,2 72 3,9 61 0,36 10 60
Significatività(1) * ** ** * * ns ns ns
Trattamento Peso
secco
N-totale Fosforo
(g/pianta) (g·100 g-1 ss)
Non micorrizzato 473,3 2,67 0,44
Micorrizzato 562,0 2,85 0,49
Significatività(1) * *** ***
Effetto della micorrizzazione artificiale su pomodoro da industria
(Conversa et al. 2007)
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Il potassio (K)
Ha un ruolo importante nella regolazione osmotica delle cellule e attiva
diversi enzimi nella fotosintesi e nella respirazione E’ un macronutriente dinamico che, pur non facendo parte di particolari composti organici della pianta, viene assorbito in notevoli quantità e per molte piante (es. orticole) in quantità maggiore rispetto agli altri elementi. Il potassio si accumula in quelle zone delle piante dove sono più attive le divisioni cellulari. Esso neutralizza gli acidi nei tessuti vegetali, agisce sul protoplasma regolandone il rigonfiamento e normalizzando i processi di traspirazione; presiede quindi al mantenimento dell’equilibrio idrico (turgore). Di qui la sua azione favorevole all’aumento della resistenza dei tessuti vegetali al gelo ed alla siccità. Il potassio altresì determina una maggiore turgescenza dei tessuti, rendendo la pianta più resistente agli attacchi dei parassiti. Dal punto di vista biochimico, il potassio è un attivatore enzimatico ed agisce quale catalizzatore per la sintesi dei carboidrati ed equilibratore fra questi e la sintesi delle sostanze proteiche.
Il potassio nel terreno agrario
Il potassio è adsorbito sul complesso di scambio cationico del terreno;
questa forma, definita scambiabile, è in equilibrio con il K+ solubile,
presente nella s.c.. Entrambe rappresentano la risorsa più prontamente
utilizzabile dalle piante. Le altre fonti di potassio presenti nel suolo sono
disponibili soltanto dopo mineralizzazione (potassio organico) o pressocché
indisponibili (fissato, in combinazioni minerali).
K+ K+ K+
Rocce e minerali K+ K+ K+
Non disponibile
Argille
K in forme organiche
Minerali
Esistono nel suolo tre forme di K (non disponibile, fisso o
lentamente disponibile, facilmente disponibile o scambiabile)
K+ K+ K+
Soluzione circolante K+ K+ K+
Colloidi del suolo
K+ K+ K+ K+ K+ K+
K+ K+ K+ K+ K+ K+
Prontamente
disponibile
Fisso
o lentamente
disponibile
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Ingiallimento degli apici e dei lembi fogliari e successiva formazione di zone necrotizzate. Spesso induce un aumento di azotati solubili in alcune piante industriali (barbabietola da zucchero, orzo) con ripercussioni sfavorevoli sulla qualità e quantità dei prodotti elaborati. Sintomi: • crescita stentata • meno ramificazioni e foglie • foglie vecchie con margini necrotici e incurvati (o verso il basso o
verso l’alto) • internodi brevi • appassimento fogliare • clorosi internervale sulle foglie vecchie poi ingiallimento su tutta la
foglia • bruciature marginali possono essere precedute da clorosi del
margine con piccole macchie marroni irregolari – poi le macchie si allargano, confluiscono e coprono le aree internervali
K- Carenza
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Piante carenti in K sono più suscettibili allo stress idrico (il K ha un ruolo
importante nella regolazione stomatica che è il meccanismo principale di
controllo del regime idrico della pianta, inoltre il K ha un importante ruolo
come soluto osmotico nel vacuolo consentendo di mantenere un alto
contenuto di acqua anche in condizioni di stress idrico.
Piante in condizioni di carenza di K sono più suscettibili ai danni da gelo.
Il danno da gelo è inversamente correlato al contenuto di K nelle foglie
Disponibilità di K e qualità:
Alti livelli sono stati spesso associati con il miglioramento della qualità negli
ortaggi :
• riduce il contenuto in acido ossalico (tossico),
• aumenta la produzione di vitamina C e B,
• aumento acidità titolabile
• colorazione migliore
• diminuisce la produzione di proteine, caroteni e clorofilla.
K
Per molte piante (orticole e frutticole, ecc.) il K ha effetti positivi tanto sulla qualità (sapore, colore, consistenza, ecc.)
quanto sulla conservabilità dei prodotti raccolti.
In pomodoro influenza la produzione e la qualità delle bacche:
• dimensione,
• acidità,
• conservabilità,
• Colorazione (diminuisce l’incidenza della colorazione a chiazze),
• consistenza,
• Vitamina C.
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Calcio
Il calcio è un importante componente delle pareti cellulari ed è necessario
per il normale funzionamento delle membrane cellulari.
Essendo le pareti e le membrane cellulari rapidamente sintetizzate nei punti
di crescita , questi sono I primi a manifestare sintomi di carenza.
Diversamente da N, P o K, il calcio è poco mobile all’interno della pianta e
non può essere trasportato dai tessuti più vecchi verso I punti di crescita nei
momenti di carenza.
Il momento di disponibilità per la pianta può avere importanti implicazioni
sulla quantità di calcio che arriva in una specifica parte della pianta.
Calcio
• entra nella composizione delle pareti cellulari (pectato di calcio)
• con il K contribuisce alla neutralizzazione degli acidi organici
• importante per l’assorbimento di N
• aumenta resistenza meccanica tessuti adulti (da cui non è traslocato)
• MOLTO POCO MOBILE NELLA PIANTA: CARENZE SPESSO
DOVUTE A DIFETTI DI TRASLOCAZIONE
Alti livelli di calcio sono stati associati con effetti positivi quali:
• aumento del contenuto di vitamina C
• aumento del periodo di conservazione
• ritardata maturazione
• aumento della consistenza
• riduzione del ritmo di respirazione e della produzione di etilene.
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Calcio- CARENZA
Alti ritmi di crescita in organi con basso livello di traspirazione aumentano il
rischio che il contenuto di Ca2+ scenda sotto i livelli critici richiesti per il
mantenimento della integrità delle membrane determinando la comparsa dei
tipici sintomi di Ca-carenza:
• compare su giovani foglie e vicino ai punti di crescita di steli e radici
• foglie piccole
• crescita stentata
• giovani foglie: apice arrotolato e necrotico, margini clorotici, flaccide,
deformate, margine arrotolato verso l’alto, a volte bucate
La carenza di calcio è comune negli ortaggi:
• marciume apicale nel pomodoro, peperone, cocomero
• cuore nero in scarola, sedano
• tipburn in lattuga cavolfiore e cavolo
Bassi livelli di Ca2+ nei frutti determinano aumento della suscettibilità ad attacchi
funginei.
Nel melone è stata anche attribuita a Ca-carenza la presenza di aree con
aspetto vitreo, deliquescente e di colorazione più intensa (vitrescenza)
ECCESSO • clorosi per fissazione Fe e B
Calcio-carenze
Carenza: marciume apicale, tip-burn, atrofia dei fioretti;
legate a temporanea carenza di
calcio causata da un
insufficiente movimento di acqua
verso zone critiche della pianta
in periodi critici:
- crescita troppo rapida
- alta temperatura
- stress idrico
- bassa traspirazione
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MAGNESIO
funzioni
• costituente di clorofilla a e b (3.7% di Mg – 10% del Mg totale della
foglia)
• molti enzimi presenti nei cloroplasti che entrano nel processo
fotosintetico contengono Mg
• implicato nel metabolismo del P
• stabilità sub-unità ribosomiali
• interazione positiva con N (soprattutto nitrico)
ECCESSO -> determina carenza di K e Ca
Mg - CARENZA
• compare tardi sulle foglie più vecchie:
perdita di colore verde nelle zone
internervali seguita da imbianchimenti
• poi necrosi e filloptosi (linea di
abscissione nel picciolo)
• margini ricurvi verso il basso
• pisello, pomodoro: margini fogliari
ingialliscono e poi si colorano di rosso-
arancio o porpora
• cavolfiore, cavolo broccolo: foglie con
aree con colorazioni rossastre
• difficile da distinguere dalla carenza di
potassio
• antagonismo con il K (rapporto K:Mg > 3)
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FERRO - funzioni
• importante ruolo nello sviluppo e nella integrità dei cloroplasti
(catalizzatore sintesi della clorofilla)
• attivatore di numerose reazioni redox (molti enzimi contengono un
gruppo con ferro)
• regola respirazione, fotosintesi, riduzione di nitrati e solfati
• assorbito come ione ferroso (Fe++) o ferrico (Fe+++)
• raramente manca nel terreno, ma può essere reso indisponibile per
reazione con fosfati e carbonati a pH alto
FERRO - CARENZA
• clorosi internervale delle foglie più giovani
• parte dall’apice fogliare e procede verso il basso
• casi più gravi: imbianchimento fogliare
• riduzione numero e dimensione foglie
• crescita stentata
• abbassamenti produttivi
ECCESSO -> carenze di Mn
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Foglie vecchie
e mature
Clorosi
uniforme N (S)
internervale Mg (Mn)
Necrosi
bruciature su
apici e margini K
internervale Mg (Mn)
Foglie giovani
e apici
Clorosi
uniforme Fe (S)
Internervale
o a macchie Zn (Mn)
Necrosi bruciature su
apici e margini K
deformazioni Mo (Zn, B)
PARTE DI PIANTA SINTOMO PREVALENTE CARENZA
Gestione della fertilizzazione
- la fertilizzazione azotata
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La concimazione azotata
Per un pronto riscontro della fertilizzazione azotata vengono
distribuiti prevalentemente concimi nitrici, nonostante l’NO3- possa
provenire, più gradualmente, da concimi ammoniacali e da s.o.
naturale e/o di apporto (ammendanti e concimi organici).
La distribuzione dei concimi nitrici spesso si risolve in perdite di N, a
causa di differenti fattori
a) estrema solubilità dello ione nitrato (lisciviazione e/o
ruscellamento);
b) fenomeni di volatilizzazione (NH3, NO2) e immobilizzazione
(utilizzazione da parte dei microrganismi);
c) bassa capacità delle specie orticole di esplorazione del terreno
(apparato radicale poco profondo) e di assorbimento minerale.
perdita di N nell’ambiente comporta non soltanto un aggravio
economico per il produttore, ma soprattutto fenomeni di inquinamento
da nitrato dei corpi idrici sotterranei e superficiali
scarsa conoscenza
delle dinamiche
dell’N nel suolo
gestione piuttosto arbitraria
della scelta della quantità, del
tipo di concime, della modalità
e dei tempi di distribuzione
efficienza della concimazione azotata in
orticoltura piuttosto bassa con l’impiego
di quantità di azoto (in forma nitrica)
superiori alle reali esigenze della coltura
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La dose economicamente ottimale del fertilizzante N
• varia con il ciclo della coltura, il clima, la storia del sito
La quantità totale e la disponibilità temporale di N in un suolo
• N minerale (presente all’inizio della coltura)
• N mineralizzato dalla SO durante la coltivazione
Variazioni nel fabbisogno di N duralte il ciclo colturale
Possibili perdite di N minerale dalla zona radicale durante la
coltivazione
Incertezze nella gestione della
fertilizzazione azotata
Concimazione Azotata Scarsa efficienza
Perdite di N nell’ambiente
-Lisciviazione
-Ruscellamento
-Volatilizzazione
Protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati
provenienti da fonti agricole (Direttiva 91/676/CEE);
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Oltre l’80% delle aree designate ZVN in
Puglia ricadono in Provincia di Foggia
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Approcci che si basano su analisi del terreno
Caratteristiche generali: la dose di fertilizzante N è definita
in relazione al contenuto di N minerale del terreno
approcci sito specifici
Analisi sul suolo
Terreno
Laboratorio
- Nmin
- KNS
Soluzione
circolante
Kit rapidi Laboratorio
Misura
diretta
Sensori di
prossimità
1) Il metodo Nmin
• Commento: Nmin e N “minerale” e non “N mineralizato”;
• Approccio della risposta al fertilizzante che considera l’N
minerale nella zona radicale all’impianto per derivare il “valore
di N target”;
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1) Metodo Nmin
Usato negli schemi di fertilizzazione N in USA e Europa
Centrale;
la relazione tra target N vs. Nmin deriva da numerose
prove sperimentali;
sono stati suggeriti approcci modellistici.
2) Metodo KNS
E’ un adattamento del metodo Nmin
Usato negli schemi di fetilizzazione in USA e EC
Considera il livello di Nmin all’impianto e durante la coltura
L’N minerale nel suolo è analizzato almeno 2 volte durante il
ciclo colturale
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Usato in maniera estensiva nel mais negli USA
Buoni risultati sperimentali in diversi ortaggi;
Nel mais il campionamento del terreno nello strato
0–30 cm si esegue quando il mais è alto 15–30 cm;
se NO3-N>25 ppm non si applica fertilizzante;
3) Pre-Sidedress Nitrate Test (PSNT)
A) Con campionatori a suzione
per assicurare livelli di sufficienza nella zona
radicale [NO3-]
analisi possono essere fatte direttamente in azienda
con i quick tests
valori usati in Israele (>5 mM)
usati anche in Almeria con drip irrigation &
fertigation
problemi legati alle variazioni spaziali
B) Estratti suolo:acqua 1:2
sistema olandese usato su diversi ortaggi
Disponibili raccomandazioni per diverse colture
C) Con sensori di prossimità (Battilani, 2013)
4) Monitoraggio regolare dell’N nel terreno
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Campionatore a suzione
Nitrati - quick test
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Battilani, 2013
Sensori di prossimità
Misurano in continuo :
pH
CE
K
fosfati
nitrati
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Commenti sugli approcci basati sulle analisi del
terreno
Sono largamente usati in aziende commerciali (USA);
Richiedono la disponibilità di laboratori che possano analizare
velocemente molti campioni;
Le analisi devono essere tempestive;
I campionamenti vanno eseuiti correttamente e il maneggiamento dei
campioni di terreno deve essere accurato, (costi?);
Le analisi del terreno dovrebbero essere una componente nei
programmi di gestione dell’N;
Usando approcci basati solo sulle analisi del terreno si ha una
flessibilità molto limitata:
assunzione di produzioni e fabbisogni azotati fisse;
non si considera in maniera esplicita la mineralizzazione della SO;
non rispondono a variazioni stagionali nella richiesta di N e nella
disponibilità di N.
Si basa sul concetto che in un dato sistema coltura/suolo
la pianta stessa sia un buon indicatore del suo stato
nutrizionale
Analisi pianta/coltura
Succhi
cellulari
Kit rapidi
NO3
Contenuto di
clorofilla
SPAD
CHL meter Fluorescenza
Riflettanza
della canopy
Sensori
manuali
Sensori
montati su
mezzi
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Analisi della coltura/pianta
a intervalli regolari e in momenti critici
è uno strumento importarte in un programma integrato della
gestione della fertilizzazione N
molte ricerche svolte, ma l’utilizzo pratico appare ancora limitato
problemi generali: necessità di correlare le indicazioni di
fertilizzazioni ai dati risposta della coltura/pianta
queste relazioni devono essre disponibili per specie, regione,
cultivar
Aspetti critici: danno una indicazione dello stato nutrizionale
azotato momentaneo
Limiti: altri elementi oltre N ….
Analisi dei succhi cellelari [NO3-]
il livello di NO3- nella pianta è considerato un
indice sensibile dello stato nutrizionale azotato
N è trasportato dalle radici alle foglie come
NO3-
normalmente nei piccioli delle foglie giovani
campionamento di 20–40 piccioli per campo
possono essere analizzati in azienda con
sistemi di analisi rapida (es.Cardy NO3- meter)
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Da: Sufficiency Ranges for Nitrate-Nitrogen and Potassium for Vegetable Petiole Sap Quick Tests."
G.J. Hochmuth, HortTechnology. Pag. 218-222. 1994.
Da: Sufficiency Ranges for Nitrate-Nitrogen and Potassium for Vegetable Petiole Sap Quick Tests." G.J. Hochmuth,
HortTechnology. Pag. 218-222. 1994.
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Analisi dei succhi cellulari NO3-
Diversi lavori in letteratura riportano in molte specie una forte correlazione
tra nitrati nei succhi cellulari
Ma alcuni lavori sperimentali indicano bassi livelli di correlazione (Hartz,
2006)
I nitrati nei succhi cellulari sono influenzati dall’ora di campionamento, dalla
luminosità, dalle procedure di estrazione, dalla posizione della foglia, ecc.
o I protocolli di campionamento possono ridurre questi effetti
Appare limitato come approccio generalizzabile
o Può essere utilizzato su specifiche colture, con livelli di sufficienza
specifici di un’area, delle cultivar e delle pratiche di fertilizzazione etc.
Misura del contenuto di clorofilla fogliare Lettori ottici a clip
SPAD (Minolta), N-Tester (Yara), Chlorophyll meter
(Hansatech)
misura indiretta del contenuto di clorofilla
misura indiretta del N fogliare
CHL vs N fogliare: in genere la relazione è lineare ma sono
riportati anche dei plateau
Fonte: Blackmer et al. 1994. Agron. J. SPAD N-Tester
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Ci sono molti studi su ortaggi, riso, grano, ….
I valori tal quali di lettura della clorofilla possono essere influenzati dalla
luminosità, cultivar, umidità del terreno
per determinare i livelli di sufficienza:
1) con I valori assoluti misurati dai lettori (es. SPAD)
2) valutando l’indice di sufficienza (IS) = valore misurato / valore dalla
delle parcelle di riferimento
o Le parcelle di riferimento sono aree del campo senza limitazioni di N
o IS elimina l’influenza di altri fattori oltre l’N (es. cultivar ed altri fattori)
o es. IS <0.95 può essere considerato una situazione di carenza
Nonostante sia stata molto considerata come ricerca appare ancora
limitata nell’applicazione pratica o l’area di misura è molto piccola (6 mm2), è difficile caratterizzare da questa
l’intera coltura
o molto sensibile alle condizioni luminose e all’effetto cultivar.
Misura del contenuto di clorofilla fogliare
La fluorescenza della clorofilla, è un fenomeno che deriva
dall’energia luminosa emessa dalla clorofilla stessa (la clorofilla è
un fluoroforo);
può essere un mezzo efficace per valutare, in modo rapido e non
invasivo, il contenuto di clorofilla e lo stato della fotosintesi di una
pianta.
Stima del contenuto di clorofilla attraverso misure
della fluorescenza
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Ulissi et al., 2011 Sensors (Basel). 11(6): 6411–6424.
Metodi basati sulla misura della riflettanza della
canopy
Approccio molto promettente
Può essere considerata una forma di remote sensing
Ci sono molti lavori su colture da pieno campo principalmente in USA
Può essere usato anche nell’agricoltura di precisione (applicazione di
dosi di N variabili)
Applicazioni in colture da pieno campo commerciali
Sensori di prossimità: 0.5–1.5 m, o 4–6 m dalla coltura
Misurano aree relativamente ampie di canopy
Molti sono sensori ATTIVI o hanno una propria fonte di illuminazione
o la variazione delle condizioni luminose (ora del giorno, condizioni
ambientali) non sono una limitazione
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Piante ben nutrite Piante in carenza di N
riflettono più visibile e meno NIR
o Misura della riflettanza a diverse lunghezze d’onda (es. 670, 760, 550, 730 nm)
per derivare indici
o Gli indici considerano più lunghezze d’onda (2–3)
o Si calcolano numerosi indici iI più usato è l’NDVI; altri indici: G‐NDVI, RVI, CCCI
Misura della riflettanza della canopy
Misura della riflettanza della canopy
Sensori di tipo manuale
Sensori montati su mezzi
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La relazione tra l’indice di riflettanza e la coltura
o varia con la specie e con l’età della coltura
o non c’è una forte relazione con l’età della coltura
o l’approccio comune si basa sull’indice di sufficienza (IS) usando
come riferimento parcelle ben nutrite in N
Derivazione di indicazioni sulle dosi di N dagli indici di riflettanza
o sono stati sviluppati diversi approcci
o normalmente si fa riferimento a IS specifici per specie e fasi della
coltura
o in uso su colture cerealicole
o alcuni indici fanno riferimento alle misure dirette altri usano algoritmi
o alcuni algoritmi non sono disponibili (es. proprietà Yara)
Misura della riflettanza della canopy
Calcolo delle dosi di fertilizzante basato sul
bilancio
Approccio sito specifico
Considera in maniera specifica tutti gli inputs
Bilancio elementi
Semplificato
Basato sulle
sole
asportazioni
Con l’uso dei DSS
complessi semplificati
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Coltura: pomodoro da industria su terreno franco
Ipotesi produttiva 100 t/ha
Esempio di calcolo del fabbisogno di concimi P, K e N
in pomodoro da industria con bilancio semplificato
Piani di concimazione con metodo semplificato
Il metodo si basa su due elementi fondamentali:
1) quantità totale di nutriente asportato,
2) quantità di questo elemento disponibile nel terreno (eventuali crediti).
dati necessari per il calcolo del fabbisogno di fertilizzante:
• obiettivo di resa della coltura
• asportazioni unitarie (kg/100 kg)
• precessione colturale
• analisi terreno per:
- tessitura
- sostanza organica
- pH
- fosforo assimilabile
- potassio scambiabile
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Coltura
Asportazioni (kg t-1)
Coltura
Asportazioni (kg t-1)
N P2O5 K2O N P2O5 K2O
Aglio 5,0 1,5 3,0 Fragola 8,8 3,4 14,2
Asparago 25,0 7,0 22,0 Lattuga 2,2 0,8 5,0
Bietola da orto 2,5 0,8 4,6 Melanzana 4,4 2,1 6,0
Carciofo 8,0 5,6 12,0 Melone 5,2 2,0 7,5
Cardo 2,2 1,1 4,0 Patata comune 4,0 1,8 8,1
Carota 4,0 1,7 6,6 Patata primat. 4,8 1,7 7,9
Cavolfiore 4,0 1,6 5,0 Peperone 3,7 1,0 5,0
C. cappuc. bianco
3,6 1,3 4,3 Pisello fresco 12,5 4,5 9,0
C. cappuc. rosso 6,0 1,7 7,0 Pomodoro 2,7 1,0 4,6
C. Bruxelles 3,3 1,0 3,5 Porro 3,3 2,0 4,0
C. rapa 5,0 4,0 8,0 Prezzemolo 2,2 0,8 4,8
C. verza 7,0 3,0 7,5 Rapa 4,5 3,0 4,5
Cetriolo 1,6 0,8 2,6 Ravanello 5,5 3,0 5,0
Cipolla 2,8 1,4 4,0 Sedano 6,5 2,5 10,0
Cocomero 1,7 1,3 3,0 Spinacio 4,7 1,7 5,0
Fagiolino 7,5 2,0 6,0 Zucchino 3,8 1,6 8,5
Tabella 1 - Asportazioni di N, P e K delle principali colture orticole
Dose di concime fosfatico
• Produzione di bacche: 100 t/ha
• P asportato dalla coltura: 100 kg/ha P2O5
• P reintegrato alla riserva di P del terreno: 40 kg/ha di P2O5 (*)
• Il livello medio di P2O5 assimilabile nel terreno: 37 ppm (**)
• Coefficiente moltiplicativo: 1
• La dose di concime da somministrare: 60 kg/ha di P2O5
(*) Con l’interramento dei residui della coltura, la quantità di P effettivamente sottratta al
terreno è soltanto la frazione presente nelle bacche raccolte, della quantità totale
assorbita dalla coltura circa il 40% ritorna al suolo come residuo (parte verde della
pianta, eventuali scarti di produzione).
(**) compreso tra 31 e 45 ppm, può essere considerato una dotazione sufficiente (Tab.
2) per terreni da sabbiosi ad argillosi.
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Valutazione
agronomica
(livello)
Dotazione Coeff. moltiplicativi (*)
K K2O P P2O5 per il K per il P
(ppm)
Molto basso 0-50 0-60 0-6 0-15 1,1 - 1,5 2 - 2,5
Basso 51-100 61-120 7-12 16-30 0,8 - 1,1 1,5 - 2
Medio 101-150 121-180 13-20 31-45 0,5 - 0,8 1
Alto 151-200 181-240 20-30 46-70 0 - 0,5 0,5 - 1
Molto alto >200 >240 - >70 0 0
Tabella 2 - Valutazione e del potassio scambiabile (metodo Olsen) e
del fosforo assimilabile del terreno (metodo internazionale) e
indicazioni per la concimazione.
(*) Coefficienti moltiplicativi da applicare alle asportazioni per il calcolo della
corretta dose di fertilizzante.
Tipo di
terreno
s.o.
(%)
N totale
(‰)
P2O5
assimilabile
(ppm)
K2O
scambiabile
(ppm)
Sabbioso 0,8-1,3 0,8-1,2 25-30 100-145
Franco 1,5-2,0 1,0-1,6 30-35 120-180
Argilloso 1,5-2,0 1,2-1,6 35-40 145-220
Valori di sufficienza dei principali parametri della fertilità chimica
in diversi tipi di terreno.
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Dose di concime potassico
Analogamente al P, le dosi di K2O da somministrare sono determinate
considerando:
1. quantità lasciata sul terreno dai residui della coltura,
2. Il livello di K scambiabile del terreno (Tab. 2).
• Produzione di bacche: 100 t/ha
• K asportato dalla coltura: 400 kg/ha
• K reintegrato alla riserva del terreno: 160 kg/ha (*)
• Il livello medio di K scambiabile nel terreno: 125 ppm di K (**)
• Coefficiente moltiplicativo: 0,5 – 0,8
• La dose di concime da somministrare: 120-192 kg/ha di K
Distribuzione dei concimi fosfatici e potassici
In generale, poiché la mobilità nel terreno del fosforo e del potassio è
molto bassa, è consigliata la distribuzione di questi concimi in pre-
impianto per la l’incorporazione nello strato di terreno che sarà
esplorato dalle radici, in alternativa possono essere distribuiti in
maniera localizzata al momento dell’impianto, o durante la coltura in
fertirrigazione
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Dose di concime azotato
Anche nel caso dell’N, il fabbisogno è calcolato per differenza tra l’N
assorbito e quello disponibile; tuttavia, bisogna sottolineare differenze
sostanziali rispetto a quanto descritto per P e K riguardo a due aspetti:
a) calcolo dell’N disponibile;
b) calcolo della dose tecnica di concime.
L’N disponibile è dato da:
• N minerale (trascurabile per effetto della lisciviazione),
• N rilasciato per mineralizzazione dell’N organico (N totale)
incluso nella s.o. (valore riportato dalle analisi del terreno,
prevalentemente humus).
I valori di sufficienza per s.o. e N totale variano rispettivamente da 0,8-1%
e 0,8-1,2 ‰ (in terreni sabbiosi) a 1,5-2% e 1,2-1,6 ‰ (in terreni argillosi).
Azoto mineralizzato (kg/ha) dalla S.O. del
terreno e disponibile per una coltura
(tratta da Miele, 2007)
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Mineralizzazione della sostanza organica
L’N mineralizzabile (Nmin) dipende dalla quantità di N totale~N organico
(Norg) e dai fattori che condizionano la cinetica di mineralizzazione
della s.o:
- rapporto C/N
- contenuto di calcare
- contenuto di argilla
Questi fattori considerati nel calcolo della percentuale di
mineralizzazione (Min) e nel coefficiente di mineralizzazione (Km). In
generale il prodotto (Min x Km) è pari a 1,5-2%.
Calcolo dell’azoto mineralizzabile da sostanza organica nel terreno
Nmin=Norg x Min x Km
dove:
Norg (kg/ha) = quantità di azoto organico presente nello strato di terreno
esplorato dalle radici, in funzione del tipo di terreno;
Min=percentuale di mineralizzazione;
Km=coefficiente di efficienza di mineralizzazione.
Determinazione di:
Norg=[(profondità radicale x peso specifico apparente*) x 106] x
(s.o./100)x(N/1000);
Min=1200/[(Argilla+20) x (calcare totale+20)];
Km=1 se C/N<9; Km=0,5 se C/N compreso tra 9-12; Km=0,3 se C/N> 12. *densità apparente (t/m3) = 1,1-1,2 (T=1); 1,3-1,35 (T=1/5); 1,5 (T=1/10) dove
T=(argilla/limo+sabbia)
Ad esempio per un terreno franco, con C/N=9, sufficientemente
dotato in s.o. (1,5-2,0 %), supponendo una durata del ciclo
colturale di 6 mesi, sono resi disponibili, in media, 20 kg/ha di N.
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Coltura
Apporto N
(kg/ha)
Produ-zione (t/ha) Coltura
Apporto N
(kg/ha)
Produ-zione (t/ha)
Spinacio 10 25 Finocchio 90 40 Lattuga (cappuccio) 18 50 Pom. da mensa 280 75 Sedano 30 80 Cetriolo 100 70 Melone 65 30 Cav. cappuccio 120 80 Carota 70 40 Cavolfiore 125 23 Pisello 80 8 Zucchino 243 44 Sovescio da favino 80 - Bietola da orto 100 60
Contenuto di N dei residui di alcune colture
Nel bilancio dovrebbe essere anche considerato l’N reso disponibile dai
residui della coltura precedente. Nella maggior parte delle specie orticole,
l’entità di questi residui è abbastanza limitata, poiché buon parte della
biomassa prodotta è allontanata con il raccolto; tuttavia, questi possono
essere consistenti per alcune di esse
La quantità di Nmin proveniente da questa fonte organica varia in
funzione di:
• specie
• stadio fenologico
• tipo di organi interreati
• grado di lignificazione
Questi fattori influenzano il contenuto in N e il rapporto C/N
(C/N=30, valore medio di riferimento al disotto del quale corrisponde
maggiore capacità di rilasciare Nmin).
In generale, è stimato che il 30-50% del contenuto azotato dei residui
può essere considerato utilizzabile dalla coltura.
Supponendo che i residui provengano da una coltivazione di
cavolfiore, questa quantità è variabile tra 40-60 kg/ha.
Contenuto di N dei residui
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Dose di N
L’N assorbito da una coltivazione di pomodoro con produzione pari a
100 t/ha di bacche è di 250 kg/ha (Tab. 1), quindi, il fabbisogno di N
[250 – (20+50)] è stimato pari a ca. 180 kg/ha.
La dose di N cosi calcolata deve essere moltiplicata per un coefficiente
di efficienza di concimazione (Ku), che tiene conto del tipo di terreno,
del concime utilizzato, del sistema e modalità di distribuzione. Per
aumentare l’efficienza di concimazione, la dose totale calcolata
dovrebbe essere distribuita in più interventi, per assecondare la
crescita della coltura nel tempo, soprattutto se si impiegano concimi
prontamente disponibili. Ipotizzando la distribuzione frazionata (1/3
all’impianto e 2/3 in copertura) di concimi azotati solubili in un terreno
franco, il Ku è compreso tra 1,2 e 1,4.
Fertirrigazione
Con la fertirrigazione la distribuzione dell’N (minerale o organico) avviene in
soluzione mediante impianti irrigui a micro-portata (a goccia, micro-sprinkers);
questo consente di intervenire con la concimazione durante tutto il ciclo
colturale, così da sincronizzare la disponibilità del concime con le esigenze
della coltura.
La distribuzione del concime è mirata
alla zona del terreno in cui è
maggiormente concentrato l’apparato
radicale, consentendo il risparmio di
fertilizzante rispetto alla concimazione
tradizionale (minori costi di produzione)
e la riduzione della volatilizzazione e
percolazione dell’N (minore impatto
ambientale).
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I presupposti per distribuire ad ogni intervento di fertirrigazione la quantità di
concime più adeguata all’assorbimento della pianta sono:
a) stima dei parametri irrigui (volume e turno di adacquamento), poiché volumi
eccessivi di acqua trasportano l’N (nitrico) negli strati profondi;
b) stima del ritmo di asportazioni di nutrienti da parte della coltura (curve di
asportazione), che indica la quantità giornaliera di azoto necessaria in ogni
fase di crescita e sviluppo. La curva di asportazione è caratteristica della
specie e delle cultivar allevate, delle condizioni colturali e pedoclimatiche
dell’areale in cui è realizzata la coltura; la curva di asportazione specifica
offre, inoltre, informazioni più realistiche sul valore della asportazione totale
di N.
Pomodoro ind.
N (
kg
/ha
)
Giorni (n.)
Lattuga
0
50
100
150
200
250
0 10 20 30 40 50 60 70 80
Broccolo
Si basa sull’assunzione che:
Bilancio azotato
INPUTS OUTPUTS
N minerale – iniziale Asportazioni coltura N
N mineralizzato dalla SO Perdite di N
N da fertilizzanti N minerale – finale
N Inputs Totali N Outputs Totali
∑ N Inputs = ∑ N Outputs
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Principalmente solo N
esistono alcune variazioni tra gli autori nei dettagli del calcolo del
bilancio
il calcolo considera sempre le maggiori fonti di N
Alcuni esempi di DSS:
• WELL N
• VegSyst
• Azofert
• GesCoN
Uso dei Decision Support Systems (DSS)
N-fertilizzazioned = N-asportatod - N-disponibile nel suolod
N disponibile
nel terreno
N da S.O Soilwt Norg/1000 k2 P (1/365)
N minerale (NO3, NH4 Iniziale)
Assunzioni Denitrificazione=0
Volatilizzazione=0
Immobilizzazione=0
Accumulo di
biomassa
GesCoN
• Bilancio azotato – bilancio giornaliero
N nella biomassa
Biomassa
N (
%)
Bio
ma
ssa
Gradi giorno
Asportazione di N
N a
sp
ort
azio
ne
Gradi giorno
1)
2)
3)
N asportato dalla pianta N nel suolo
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GesCoN – Modulo gestione fertirrigazione • Simulazione – esempio di output in pomodoro da industria