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1 Corso Interazione Uomo Macchina Anno 2003-2004 Umano Calcolatore Nel Contesto Processo di Sviluppo 1. I sistemi interattivi 2. Modelli dell’umano e loro uso nel progetto e validazione del sistema 3. I fenomeni che caratterizzano la comunicazione digitale e il progetto di sistemi interattivi -Ingegneria dell’usabilità 1. Stili di interazione

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CorsoInterazione Uomo Macchina

Anno 2003-2004

Umano Calcolatore

Nel Contesto

Processo di Sviluppo

1. I sistemi interattivi

2. Modelli dell’umano e loro uso nel progetto e validazione del sistema

3. I fenomeni che caratterizzano la comunicazione digitale e il progetto di sistemi interattivi

-Ingegneria dell’usabilità

1. Stili di interazione

2. Progettazione, test e valutazione

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Il processo di sviluppo di un sistema interattivoOgni caso è differente ma i tipi di attività sono costanti

Implementazione

Analisi del Task/Analisi Funzionale

Valutazione di UsabilitàComputationale e di Realizzabilità

Specifica deiRequisiti

Prototipazione

Uso &

Manutenzione

ProgettoConcettuale

Formale Fisico

Adattato da Hartson&Hix [HH93] in [BBM99b]

Motto: Il meglio è nemico del bene

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- Apprendibilità. Facilità nell’apprendere il comportamento del sistema (l’utente lo usa subito per attività utili).

 Efficienza d’uso. Il sistema deve essere efficiente da usare , cosicché quando l’utente lo ha appreso, sia possibile un alto livello di produttività

- Flessibilità. Rispetto alla molteplicità di modalità di interazione; facile da ricordare.

 Robustezza (Pochi errori). Il sistema deve indurre un basso

tasso di errori, facili da correggere con basso impatto sul costo.

 Soddisfazione. Il sistema deve essere gratificante da usare. [Nie93].

Usabilità di un sistema ha cinque dimensioni (Nielsen )

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L’utente novizio del sistema ‘impara’. Non valida per sistemi walk-up-and-use ed upgrade

Curva di apprendimento

tempo

Abi

lità

d’u

so e

d ef

fici

enza

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L’usabilità: è definita e misurata relativamente a certi utenti

che svolgono un compito in un ambiente.

L’usabilità si misura selezionando rappresentati dell’utenza designata e facendo prove (costoso) oppure …..(Il meglio è bnemico del bene!)

Per misurare occorre individuare le variabili da misurare: progetto e valutazione partono dalla definizione di un insieme di compiti da svolger in certe situazioni, relativamente a cui vanno stabiliti gli attributi di usabilità da tenere presenti nello sviluppo del progetto e poi da misurare ed eventualmente rivedere in ogni valutazione

Misura dell’usabilità

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Conosci l’utente

Progetta per gli errori

Due necessarie premesse

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Errore

“Atto, effetto di allontanarsi dalla verità o dalla norma convenuta”

dizionario Garzanti

Il concetto di “errore umano” è più complesso di quanto non sembri: non esiste una dicotomia semplice fra errore e comportamento corretto

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La semantizzazione progressiva

• Ogni interazione uomo-macchina dovrebbe essere trattata come una procedura cooperativa, durante la quale possono nascere fraintendimenti da entrambe le parti. (D.Norman)

Designer

Designer's SA

User

User's SA

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Tolleranza degli errori

“Un dialogo è “error-tolerant” nella misura in cui, a dispetto di evidenti errori nell’input, i risultati desiderati possono essere ottenuti senza (o con minime) azioni correttive.”

ISO 9241 - 10

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Per un’azione corretta molte possibilità di errore

c’era laconsapevolezza

di agire?

c’era intenzionenell’azione?

NO

LAPSUSNO

ERRORE DA AZIONE consapevole MA ERRATA

NO

l’azione ha ottenuto l’effetto

desiderato?

SI

l’azione ha raggiunto il suo

scopo?

SI

AZIONE CORRETTASI

ERRORE INVOLONTARIO

NO

AZIONE SPONTANEA

SI

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Progettare per l’errore1. Comprendere le cause di errore, e minimizzarle

(prevenzione)

2. Facilitare la scoperta degli errori che comunque accadono, e facilitarne la correzione

3. Rendere ogni azione reversibile, o rendere difficili le azioni irreversibili (undo)

4. Cambiare atteggiamento verso l’errore: non giusto/sbagliato, ma approssimazioni verso l’obbiettivo

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L’usabilità secondo Nielsen

L’ingegneria dell’usabilità come processo – insieme di attività da adattare da caso a caso.

Individua alcune caratteristiche base dei sistemi usabili.

Deriva dieci principi, da usare nell’analisi

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I 10 principi di Nielsen

1. Far vedere lo stato del sistema (feedback)

2. Adeguare il sistema al mondo reale (parla il linguaggio d’utente)

3. Controllo dell’utente e libertà (uscite indicate con chiarezza)

4. Assicurare consistenza (nell’applicazione, sistema,ambiente)

5. Riconoscimento piuttosto che uso della memoria

6. Assicurare flessibilità ed efficienza d’uso (acceleratori)

7. Visualizzare tutte e sole le informazioni necessari

8. Prevenire gli errori

9. Permettere all’utente di correggere gli errori e non solo rilevarli

10. Fornire aiuto e documentazione

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1. Far vedere lo stato del sistema (feedback)

Sintetizzabilità: l’utente capisce l’effetto dell’azione passata sullo stato presente (sintesi modello mentale)

Concreto e nel tempo e per il tempo necessario (osservabilità)

Sulle attività sui malfunzionamenti (perché)

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Un caso: sistema di automazione(cortesia CB&CJB automazione- Brescia)

La macchina originale: lo stato non è mostrato

Il prototipo proposto: lo stato è esplorabile

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Nella macchina originale difficile comprensione segnalazioni (malinteso senso economia)

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2. Adeguare il sistema al mondo reale (dell’utente)

(parla il linguaggio d’utente)

Familiarità: adotta le notazioni di utente: convenzione nomi(verbal disagreement phenomenon: ridotto x scienza e tecnica)

proiezione mondo reale->schermo –metafore(richiede capire l’utente ed il contesto : task analysis e modello concettuale

.

Affordance: legata alla cultura dell’utente: le icone microsoft sono poco suggestive per chi usa altri sistemi o nessun sstema

Permettere all’utente di sfruttare la sua esperienza nell’interagirecon il sistema

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3. Controllo dell’utente e libertà

Predicibilità: supportare l’utente nel prevedere l’effetto delle azioni future in base alle interazioni passate. (modello mentale)(vs determinismo)

Vie di uscita ben individuate (undo)

Meccanismi ben visibili!! e comprensibilil’utente compie errori anche con strumenti ‘perfetti ’

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Uscita

VIE DI USCITA BEN INDIVIDUATE

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UndoL’utente deve sempre, per quanto è possibile, poter ripristinare lo stato precedente…

… e così via, all’indietro, “senza limitazioni”

- non sempre si individuano gli errori immediatamente

- il numero di funzioni di UNDO possibili deve essere almeno pari a quello dei comandi presenti.

(con le presone l’undo è spesso impossibile!!)

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Non tutte le azioni sono “disfacibili”.

Alcuni comandi sono molto difficili da recuperare :• es nelle e-mail: dopo una SEND per l'invio della

posta elettronica, l'utente non può più recuperare lo stato precedente a tale comando

• i comandi tempo-dipendenti, in particolare, hanno SIDE EFFECTS: non si può tornare indietro nel tempo!

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Esempi di gestione di UNDO

• Flip undo• Multiple step

• Checkpoint

• Registrazione traccia

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Flip undo

• FLIP-UNDO: l'ultimo UNDO annulla l'effetto dell'UNDO precedentemente effettuato.

• Un FLIP UNDO ha senso se "tutti i comandi devono essere trattati in maniera uguale". Tutti i comandi devono essere recuperati compreso l'UNDO stesso.

• La ragione perché UNDO non venga trattato uniformemente è dovuta a scelte fatte dai progettisti che ritengono un UNDO relativo solamente all'ultimo comando immesso sufficiente perché è facile da realizzare. (Influenza nascosta delle tecnologie (grain)!)

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Multiple step

• I meccanismi di UNDO del tipo MULTIPLE-STEP (al contrario del FLIP-UNDO) consentono di eseguire UNDO un numero indefinito di volte, o almeno fino a che il sistema ha informazioni disponibili sull’interazione passata.

Per poter correggere eventuali errori nell’utilizzo di UNDO viene inserito il comando REDO che consente di ripristinare l’azione annullata dall’ultimo comando di UNDO.

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CHECKPOINT• Alcuni sistemi utilizzano CHECKPOINT o VIGILI

che consentono all’utente di riportare il sistema in una condizione precedente.Il numero di checkpoint e la scelta del momento in cui salvare un nuovo stato dipende molto dal tipo di sistema e dalle scelte dei progettisti.

Esempio di un programma di elaborazione delle immagini:

- si può pensare di salvare solo la situazione iniziale dell’immagine in questione,

- oppure di fare un checkpoint prima di eseguire una azione non disfabile (ad esempio l’applicazione di un filtro non reversibile),

- oppure ancora di eseguire un checkpoint dopo un intervallo di tempo prestabilito.

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Registrazione traccia• La traccia è una sequenza di comandi registrati nel modo

in cui sono stati emessi

- possiamo compilare tale sequenza e fare degli UNDO su alcune componenti della sequenza.

Per una interfaccia grafica la traccia può essere di tipo testuale o grafico a seconda degli oggetti considerati.

Incrementa la sicurezza: se il sistema cade in crash, la sequenza registrata viene rieseguita ottenendo gli stessi risultati raggiunti.

Ovviamente l'ultimo comando, che ha provocato il crash, non deve essere eseguito.

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4. Assicurare consistenza

L’eccesso può essere controproducente: il caso delle tastiere

Generalizzabilità: supportare gli utenti ad estendere la loroesperienza da situazioni note a situazioni mai incontrate

-Nell’ambito di una applicazione, tra applicazioni diverse, -Tra funzionalità di un sistema ,tra sistemi diversi.

-Nell’ambito di un compito, tra le aspettazioni dell’utente (modello mentale) e le prestazioni del sistema

Simiglianza nei pattern di interazione in situazioni similio perseguendo scopi simili

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INCONSISTENZA : NEI BOTTONI, NEI TITOLI

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Garantire la consistenzaDefinire gli standard con rigore

In questo caso si è definito un Linguaggio Visuale fondato sulla metafora dell’officina

La definizione dello stile di interazione e della metafora influenza l’organizzazione del sistema informatico soggiacente (modello concettuale)

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-

5.. Riconoscimento piuttosto che uso della memoria

Rendere visibili gli elementi del processo

-Mostrare elementi del dialogo e permettere all’utente di scegliere

(menu)

-Facilitare la creazione di nuovi elementi mediante modifica di

elementi esistenti (nomi, definizioni, programmi)

-Usare comandi generici (overloaded- facilitano trasferimento conoscenza da

un sistema ad un altro- facilitano consistenza fra applicazioni)

- Mostrare troppi oggetti offusca la scelta

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6. Assicurare flessibilità ed efficienza d’uso

Iniziativa del dialogo

Multithreading

Migrabilità del compito

Sostutività

Pari opportunità di I/O

Personalizzazione adattabile: è l’utente che adattaadattiva è il sistema che adatta

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Acceleratori

tempo

Abi

lità

d’u

so e

d ef

fici

enza

-Adattabile in base alla capacità dell’utente

-Type-ahead

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7. Visualizzare tutte e sole i dati necessari

Presentare l’informazione quando l’utente la vuole, come l’utente la vuole dove l’utente la vuole

Sia gli oggetti che rappresentano i dati che le azioni di calcolo siano accessibili in sequenze che riflettono i modelli mentali dell’utente.

Importanza del layout dello schermo (gestalt- meccanismi dell’attenzione)predicibilità

Less is more –l’utente deve leggere tutto-bilanciare il numero di strategie alternative

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8. Prevenire gli errori

Individuare le situazioni di possibile errore e cercare di aiutare l’utente

Per azioni che possono portare ad errori con gravi conseguenze, chiedere conferma

Evitare i modi e se non puoi evitarli indicarli chiaramente

Errori dell’utente rilevati nell’uso portano al riprogetto

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9. Permettere all’utente di correggere gli errori

e non solo rilevarli

Recoverability: capacità di raggiungere il risultato voluto, dopo aver commesso l’errore. Azioni difficili da correggeredovrebbero essere difficili da fare

Buoni messaggi di errore- in linguaggio chiaro e senza codici- indicazioni precise-indicare come risolvere il problema- gentili

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10. Fornire aiuto e documentazione

Gli utenti non leggono i manuali

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