1982 05 Ronago 82

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Giornalini della Parrocchia: 1981-1991 Don Antonio Fraquelli

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  • il mese di maggio

    Da giorni iniziato il mese di maggio, che richiama alla mente la madonna, la nostradevozione, il rosario, la benedizione, tante belle corse per i prati e per le. strade alla sera,quando eravamo bambini.Vengono in mente anche, i fioretti che la mamma o la maestra ti invitava a fare, perch "era ilmese di maggio".T'impegnavi allora a essere pi pronto all'ubbidire, pi generoso nel rinunciare, a qualchecaramella, a essere pi......... ognuno pu ricordarsi di quello che faceva.E oggi? Io credo che ci siano ancora tante possibilit per rinnovare, la nostra devozione versola madonna: soprattutto dovremmo capire l'importanza del vederla come Nostra Mamma, cheprega e intercede per noi, ma anche, come, modello di vita cristiana.Il nostro rosario, o la parte di rosario, che. "ci sforziamo di recitare ogni giorno, non deveessere una stanca ripetizione di Ave Maria ma un invito alla riflessione e alla preghiera, unmomento nel quale da soli o in famiglia, o nella comunit, ci sentiamo uniti a Dio viviamo unmomento di pace e di serenit e rinnoviamo il nostro impegno di vita cristiana.

    Non difficile: basta spegnere il televisore un momento, se vogliamo pregare in casa. sufficiente preparare un momento prima la cena se vogliamo recitare il rosario in chiesa.Quest'anno poi ci ritroveremo una volta alla settimana nelle varie frazioni del paese per unapreghiera: sar un'occasione in pi per stare insieme e per sentirci comunit.Andremo a Merlina, a Ronaghino, ai Mulini, e ci auguriamo di trovarci uniti a tanti fratelli peronorare, nel migliore, dei modi la Madonna.

    Se al giorno pure intensonon sai trovare un senso,se il giorno tra la gente spesso deludente,se giorno dopo giornoti senti il vuoto intorno,se il giorno passa e muorelasciando inquieto il cuore...

    Ascolta,c' un richiamo quando sera,fedele: sussurro di preghiera.Sta nell'aria........Prova ad ascoltareche dolcezza il suono del pregare!Non credi?Su fermati un istante!

    Quel suono attimo importanteche pu darealla realtla tua dimensione:l'IMMENSIT.

    Ma ecco gi il mattinoriprendere il camminocol giorno laboriosocol giorno faticosoinevitabilmentecome il precedente...Che cosa pu cambiarese non sappiamo amare?

    (Parole in"musica" di Giuseppe G.)

  • festa della mamma

    Non ci sono parole pi grandicome quelle di un bambino per spiegareil significato della parola "mamma".

    CHI UNA MAMMA?

    Rispondono alcuni barbini:

    un amore grande (Andrea) la vita (Maura)La mia mamma mi da tutto (Alessia)La mia mamma ha gli occhi belli (Stefano)La mia mamma bella (Manuel)La mia mamma mi insegna a stare bravo (Davide)La mia mamma una persona (Andrea) un dolce dono del Signore (Anna Maria - Cecilia)La mia mamma una gioia (Simone)La mamma un fiore (Raffaele)La mia tutto (Arianna)La mia mamma mi regala tante cose (Claudia) una stella (Anna)Mi regala la gioia (Veronica)La mia mamma mi da tanti baci (Ilaria S.)La mia mamma mi da tanto amore (Ilaria G.) il sole (Simone)

  • per tutte le mammeQuando ti guardo mamma Mamma, la prima parola che dissisento una grande dolcezza, mamma, ti chiamo ogni momentoquando tu mi accarezzi mamma, mi hai dato tutto di tesento un brivido, dentro di me, mamma, ti voglio bene cosi.perch ti voglio tanto benecome tu lo vuoi a me.

    Mamma la prima parola che dissi, Oggi la tua festa,mamma una dolce canzone la festa di tutte le mammemamma, quante volte ti chiamo cos: ti porto in dono i miei fiorimamma, tu sei un amore grande per me, guarda, perch sono tantiti vedo pi bella di tutte e in ogni mio fiore un bel bacioti sento sempre accanto a me un bacio sincero per te.le tue dolci parole mi diconotutto il mio amore per me.

    Un augurio a tutte le mammea quelle vicine a quelle lontanea quelle giovani a quelle anziane.

    Mamma una parola che nasce dal cuoreche si pronuncia con infinito amore.Mamma si chiama nella gioia e neldolore.

    La tua mano mamma, quando accarezzail mio voltoha la forza di respingere ogniturbamento, di fare sparire ilmio dolor in un sol momento.

    Grazie mamme per averci dato voila vita, voi che avete il cuore diuna bont infinita.

    Maria Pia

  • DIARIO

    la settimana santaAnche quest'anno ho partecipato alle funzioni dellaSettimana Santa: in particolare a quelle del TriduoPasquale e vorrei comunicare tutto ci che hoprovato, ci che il Signore ha suscitato nel mioanimo.

    La domenica delle Palme con la processione, haaperto una settimana diversa dalle altre dove ognigiorno sembrava festa, Con questi sentimenti hopartecipato alla Messa del Gioved Santo e horiflettuto sui tre punti principali che caratterizzanoquesto giorno: l'istituzione dell'Eucarestia, delSacerdozio e il comandamento dell'amore.

    L'Eucarestia: mi sembrato di vedere Ges che,attorniato dai suoi discepoli, dice: prendete emangiate: questo il mio corpo..., bevete: questo il mio sangue ....... l'invito a stare uniti a Lui conl'Eucarestia, pane di vita per la nostra anima, perdiventare anche noi, come Lui, un dono per gli altri,a vincere il nostro egoismo e ci riusciremo selasciamo agire Lui in noi.

    Il Sacerdozio: ho pregato per i Sacerdoti, horicordato tutti quelli che ho conosciuto e dai quali horicevuto tanto bene.....li raccomando tutti al Sacerdote Eterno, perchsiano sempre pi veri e Santi e continuino a donareGes al mondo. In particolare ho ricordato DonMatteo e Don Antonio. Penso a tutto il bene operatoda Don Matteo, alla parola di Dio seminata contanto amore e convinzione, in mezzo a noi, a DonAntonio che con tanta gioia ed entusiasmo, stimolae coinvolge tutti alla partecipazione facendocisentire sempre pi famiglia.

    L'Amore scambievole: Amatevi come io vi ho amati.Amore inteso come servizio..... (come io vi holavato i piedi, cos fate anche voi). il cuore delnostro cristianesimo: l'amore che si fa servizio edono per .gli altri....... difficile lo sperimentiamoogni giorno dobbiamo lottare contro il nostroegoismo, le chiusure, le delusioni e incomprensioni.Ma il richiamo di Ges forte e per questo amoreLui pronto a morire, a consumare fino in fondo ilsuo sacrificio.

    Venerd Santo.Alcune situazioni difficili hanno messo nel mioanimo tristezza e abbattimento cos mi associo conpi convinzione, ai sentimenti di Ges, ai suoidolori, alla Sua Croce. "Ecco colui che ha tantoamato il mondo da finire sulla Croce per tutti noi.

    Non c' amore pi grande del Suo. E dico a Ges:"Eccomi., vedi quanto sono vuota, arida, incapacedi amare, di ricominciare... accettami come sono,anche se non merito il tuo amore smisurato... La ViaCrucis della sera completa ancor pi questisentimenti: ripenso a Ges, a tutte le sofferenzefisiche e morali a cui sottoposto, allaconsumazione totale del Suo sacrificio. Mi piaciuta questa Via Crucis, suggestiva epartecipata: vedevo in Don Antonio il Cristo con laCroce che, in concomitanza al Santo Padre ci aiutaa rivivere e fare nostri questi misteri.

    Sabato Santo.Veglia Pasquale: Liturgia della Luce: Cristo la luceche vince le tenebre del peccato: un invito alasciare l'uomo vecchio per quello nuovo, rigeneratodal Suo Sacrificio, un invito a liberare il nostrocuore dai rancori, delusioni, per diventare nuovi inLui. Lo Spirito pronto,rinnovato cos le promessebattesimali.Con convinzione rifletto sulla realt della LiturgiaPasquale: morire per far vivere.... morire a mestessa per rinascere sempre, mediante la Croce.

    Chiedo a Ges di farmi capire e vivere questarealt, di aiutarmi ad accettare la croce quotidiana eancora di pi di amarla....E con tanta fiducia in Lui sono pronta a cantare ilmio Alleluia, Cristo risorto anche per me, Pasqua e nel mio cuore c' tanta gioia che vorreicomunicare a tutti!

    Una .. fra i tanti.....

  • preti astronautie preti ciclistiL'eccezionale, pungente, duro e bellissimo discorsofatto da Mons. Castelli nella Messa della Cresima il25-4 u.s. stato una schioccante sferzata,improvvisa ed imprevedibile, che deve averci un poscossi dal torpore nel quale ci si sprofondaascoltando le prediche in genere.Ascoltando cio , quelle prediche imbastite di parolee frasi gi note fin dalla nostra nascita, diespressioni convenzionali che tutto dicono ma chepoco o nulla sembrano ormai poter dare........

    Prediche che pi di una volta mi hanno fattodesiderare addirittura di non voler assolutamentefinire in Paradiso perch se il "mio" Dio era proprioquello che mi presentava il predicatore, non mipareva possibile poterLo sopportare per l'Eternit!

    Dunque: ci sono predicatori "cosmonauti" cheparlano professionalmente e teologicamente dicose celesti, di grandezze, di profondit, girandointorno alla terra, alla vita, al quotidiano, agliostacoli: dall'alto non possono udire le voci diquaggi n vedere chi cammina, chi arranca.., sullestrade.

    Ma se io ho un guasto, un incidente, una cadutache mi ferma lungo il percorso assegnatomi nellavita terrena non posso andare alla ricerca di unoscienziato, di un cosmonauta, di un centrospaziale..... mi necessario e sufficiente unmeccanico, un "povero cristo" (e Cristo, appunto, sceso povero sulla terra per camminare sulle nostrestrade e per farsi capire...).

    Ho bisogno perci di un prete che pedali come me,che percorra stesse strade terrene, che affronti

    ostacoli, che parli e comprenda il comunelinguaggio, che possa perci rimettermi in sella,riprendere la strada, il cammino ..........

    A chi gi in volo od in "orbita" pu necessitare un"centro spaziale" con preti cosmonauti ma a noipedoni serve solo una piccola officina con unpiccolo meccanico.

    A questo punto, tuttavia, sovviene spontanea unadomanda, anzi due domande: entrambepreoccupanti, come cristiano: la noia, il noninteresse se non proprio il disinteresse verso leprediche e verso chi predica possibile che siaanche per un atteggiamento voluto, per uncomportamento... di disimpegno? Ed allora possibile che Dio, escluso dai nostri pensieri ci stiatogliendo il sapore, il gusto delle "sue cose"?

    Giuseppe G.

    don Angelo MontiLo scorso mese di febbraio, un gruppo diRonaghesi ha partecipato ai funerali di Don AngeloMonti a Casnate. E non crediamo che questepersone abbiano voluto essere presenti solo per ilfatto che Don Angelo sia stato un tempo Parroco diRonago, ma soprattutto perch della sua missionepastorale nel nostro paese egli aveva lasciato unricordo ancora vivo dopo oltre quarant'anni.Un ricordo vivo nel cuore dei Ronaghesi che lohanno avuto come Parroco negli anni 1938 e 1939.Due anni soltanto.Don Angelo era infatti stato nominato nostro

    Parroco in sostituzione di Don Carlo Verga, che inquel periodo era ammalato e ricoverato in ospedale.Don Angelo quindi stato mandato nella nostracomunit a titolo provvisorio ma, a quanto pare, lasua opera non stata "provvisoria". Egli ha saputoimprimervi tutta la sua fede, lo slancio e lagenerosit di cui era capace e per questo vogliamorinnovare su queste pagine il suo ricordo.La sua figura e la sua opera emergono chiare dalracconto di alcuni di noi che lo hanno conosciuto eche ben volentieri ci hanno fatti partecipi dei lordricordi.

  • Ronago era a quel tempo una comunit di circa 800abitanti. Una parte di essi trovava lavoro presso laDitta Ambrosoli, altri lavoravano la terra e altriancora emigravano in Svizzera. Si conduceva unavita semplice e di soldi non ce n'erano molti.Don Angelo aveva poco pi di 40 anni quandoarriv tra noi. Di aspetto era un belluomo, alto eforte. Una delle prime cose che ci colpirono di luiera il suo modo di trattare la gente: era uguale contutti e non faceva rimarcare quel distacco cuieravamo abituati quando ci si rivolgeva alle autorit,sia civili che ecclesiastiche. Lui era uno di noi, unodel popolo, che sapeva parlare con tutti e a tutti.Per ognuno aveva una parola, un saluto. Quando loincontravamo, ci parlava in dialetto. Spesso,scherzosamente, chiedeva alle donne che cosaavessero preparato per pranzo quel giorno.Aveva un carattere aperto e cordiale, era attivo eintraprendente. Girava a piedi per il paese, sempreattorniato da una frotta di ragazzini ai quali sapevainsegnare con l'esempio e la parola le verit dellafede, intercalando qua e l anche qualche battutascherzosa.Non disponeva di molti mezzi, per era semprepronto a dare, a chiunque gli chiedesse. Siamaterialmente che moralmente. Chi era abbattutotrovava una parola di conforto, chi non sapevadistricarsi da qualche bega burocratica, trovava unaguida e un appoggio. E chi era ammalato... era ilsuo prediletto. Tutti i giorni, verso sera, siincamminava, faceva una breve sosta al cimitero, epoi andava a trovare tutti i suoi parrocchianiammalati. E non ci andava a mani vuote. Sapevache non tutti erano in grado di comperarsi lemedicine ed inoltre lui conosceva i benefici segretidelle erbe. Allora portava sempre qualchemedicamento che lui stesso aveva preparato o che,in certi casi, si procurava, e lo accompagnava conla sua benedizione.Dopo aver parlato con Don Angelo ci sentivamo gipi sollevati e affrontavamo diversamente i nostriguai, morali o materiali che fossero.In particolare, per quanto riguarda la sua attivit di"erborista", ci si ricorda di come egli mandasse iragazzi a raccogliere i fiori di tiglio, che poi facevaessiccare e mandava a certe suore di Como che luiconosceva. Non sprecava nulla di quanto gli venivaofferto dalla natura e sapeva ricavare infusi eunguenti da semplici erbe e fiori.Nella vita della parrocchia era presente l'AzioneCattolica e parecchi vi aderivano. Don Angelo lediede ancora maggior impulso, invogliando adiscriversi anche coloro che erano un po restii o chese ne erano allontanati. Non che imponesse nientea nessuno, ma erano proprio il suo modo di farebonario e la sua fede che riuscivano a coinvolgeretutti.Anche le funzioni religiose erano particolarmenteseguite, perch alla gente piaceva sentirlopredicare. La domenica,dopo la Messa, facevasempre una capatina in cooperativa, a scambiarequattro chiacchiere. Nei pomeriggi festivi, ci si

    radunava nuovamente per il vespro ed anche i

    ragazzi vi partecipavano numerosi; fermandosi poicon Don Angelo alloratorio (che altro non era chela sacrestia). I ragazzi gli si erano talmenteaffezionati che quando venne trasferito a Casnate,alcuni di loro andarono a trovarlo pi di una volta,magari in bicicletta.Nell'organizzazione della vita parrocchiale, perquanto riguarda le questioni pratiche, eracoadiuvato da un gruppo di laici, detti "fabbricieri"(praticamente quello che attualmente il ConsiglioPastorale). Con la loro assistenza, egli avevaavviato le pratiche e fatto predisporre disegni eautorizzazioni per l'ampliamento della nostra chiesa(aggiungendo al corpo allora esistente le due arcatefino all'attuale ingresso principale). Purtroppo,venne trasferito prima di poter dare inizio ai lavori,che vennero avviati e ultimati da Don CarloPorlezza.Nella primavera del '39, improvvisamente, comincia serpeggiare la notizia di un suo allontanamentoda Ronago. La gente non voleva crederci e se nedomandava il perch. Ci si rivolse persino alVescovo per tentare di farlo rimanere, ma ormai ladecisione era stata presa e ci si dovette amalincuore rassegnare a lasciarlo partire verso ilnuovo impegno che lo aspettava.Radun le sue cose su un camioncino e se ne andcos, passando ancora una volta per le strade delpaese, dove c'erano a salutarlo tutti i suoiRonaghesi.I Ronaghesi non l'hanno dimenticato e si sonosempre fatti vivi con lui: per avere ancora i suoiconsigli, le sue cure o anche semplicemente perdimostrargli la loro riconoscenza.Noi speriamo di aver rispettato, nel nostro racconto,l'immagine che ci stata descritta, e di averlasaputa donare intatta alla Ronago di oggi.

    Anna B.

  • gioia di vivere o noia ? di Maria C.

    La bella stagione ormai alle porte reca con s lenotti di luna, il profumo di fieno, il canto dei grilli, lavoglia di gelato e i fracassoni. Con questo termine,non molto elegante a dire il vero, si intendono queigiovanotti che, una strizzatina all'acceleratore dellamotoretta qua, un aggiustamento, alla marmitta l,una frenata da brivido, un lungo roboare da fermi,fanno fracasso nelle vie e nelle piazze di Ronago.In confronto ai problemi che ci assillano, questofenomeno dell'imperversare dei fracassoni puessere anche insignificante, ma comunqueestremamente fastidioso.II rimedio pi semplice sarebbe quello di invocaremisure repressive: chiedere al Comune che siconsorzi con le amministrazioni vicine: per unmesso-vigile munito di blocchetti per le multe,invitare una pattuglia dei carabinieri a fare un girettoa Ronago durante le ore della sera e della notte,chiedere ai nostri benemeriti poliziotti di frontiera difare qualcosa se ne hanno facolt. Del resto, aComo; a Lecco, a Cant si sono istituiti alcuni tipi diservizio notturno per garantire la tranquillit aicittadini, ai lavoratori e alle loro famiglie. Ma ilproblema dei fracassoni non si risolve cos.Bisogna invece chiedersi perch dei giovanottiscelgono di passare le serate a dar fastidio agli altri,sapendo di dar fastidio. Perch se non sapessero didar fastidio, non si cimenterebbero neppure a farfracasso con le motorette, i motocicli, le moto e cos

    via. Allora, prima di condannarli, bisogna capirli,questi giovani. Non hanno alternative, perchobiettivamente non c' molto da fare a Ronago,oltre che scorrazzare in moto durante le nottid'estate. E sicuramente una madre di famiglia dice:"Beh, piuttosto che faccia del male a se stesso e agli altri, meglio che mio figlio vada in giro in moto",ma questo discorso non regge.Che cosa spinge un ragazzo a rombare con lamoto?Non certo la gioia di vivere, ma la noia, non certo ilsenso della libert, dell'avventura, la smania diarrivare, ma la malinconia di non essere quello chesi vorrebbe, non la sensazione di essere potentiperch si comanda ad un motore, ma una poverasoddisfazione, quella che fa dire: "Mi sono fattosentire anch'io".Non si pu chiedere ad un giovane di starsenetranquillo a casa o al bar. Sono cose che non gliinteressano.

    Gli interessa trovare qualcosa da fare, qualcosa cheriempia la vita, che gli dia un senso .Ma non ce l'hae forse nessuno in grado di proporglielo, nella suafamiglia per primi.

    Potremo dare centomila multe ai fracassoni, maloro troveranno sempre un modo di far fracasso.Perch il fracasso l'unica possibilit che hannoper divertirsi e quindi per sentirsi vivi.

    Per questo, a sentire i fracassoni, molti non siirritano. Diventano tristi. possibile sbattere viacos le, sere dei quindici, dei diciotto, dei vent'anni,quelle sere, sulle quali, tanti anni dopo, quando si trovato qualcosa di meglio da fare, si piangersopra per averle perse?

    la rocca ?Forse pochi abitanti di Ronago sanno che cosa sia latradizionale offerta della ROCCA, che si fa ognianno a fine maggio, soprattutto da parte delle,donne e delle ragazze.Per questo vogliamo invitare, chi sapesse qualcosain pi di questa "tradizione" a scriverci qualcosa,magari spiegando il suo significato e la sua originee ci impegniamo nel prossimo numero di RONAGO82 a dare un ampio resoconto delle notizie che.saranno giunte alla nostra redazione.

  • uno sguardo al pianeta scuola mediaLa Scuola primaria costituisce il grosso nodo delsistema formativo italiano.I problemi della scuola secondaria edell'universit sono infatti intimamente connessi aquesto e da esso in larga parte derivano.Accettare una bocciatura alla secondaria non semplice, ma vedere aggirarsi, tra le. famiglie lospettro beffardo e insolente della bocciatura alla.scuola dell'obbligo motivo di grandeapprensione.Soprattutto la media (di cui ci occuperemo inparticolare) costituisce un momento di difficoltpiuttosto consistente.Non raro trovare casi di alunni giudicati nonidonei al superamento di una classe, alle scuolemedie.Ma quali sono le ragioni?Non credo (e non per viscido spirito di casta)che la colpa del tortuoso salto dalla elementarealla media sia da addossare esclusivamenteall'insegnante elementare, responsabile dellapreparazione del ragazzo nei primi cinque anni divita scolastica.Penso invece che esista gi da tempo (daquando cio si sono rinnovati i programmi dellamedia), l'esigenza di avviare un processo diricomposizione unitaria di tutta la scuolaobbligatoria, intensificando i rapporti tra glioperatori scolastici della scuola elementare edella media, raccordando i programmi cherischiano di essere scoordinati tra i due livelli diistruzione, seguendo con pi cura l'ultimo annodelle elementari per rendere meno traumatico epossibilmente pi armonico il passaggio da unlivello all'altro.Si ha poi molto spesso l'impressione che esistaun notevole salto qualitativo tra la stagnantearretratezza dei programmi della scuolaelementare e i programmi riformati della scuolamedia dove, dopo anni di rigida separazione trascuola media per futuri lavoratori manuali e perfuturi "colletti bianchi", si raggiunta l'auspicataricomposizione riducendo la distanza tra culturatecnico-scientifica e professionale da un lato ecultura di stampo umanistico dall'altro.La difficolt dell'approccio alla media e laconseguente disaffezione allo studio sono anchedate dal fatto che il ragazzo si trova a percorrereun itinerario formativo cos impegnativo nelmomento pi esplosivo e pi contraddittorio dellasua crescita: l'inizio della fase adolescenzialeche carica di tensioni e di ripensamenti.

    Indubbiamente pesa molto al ragazzo, nelmomento in cui sente spesso il bisogno dichiudersi in se stesso, rendere collettive leproprie esperienze all'interno della classe, fidarsidegli adulti (genitori e processori), in un momentoin cui si tentati di credere pi a se stessi.C' poi da aggiungere che il ragazzo sente, altermine della scuola media, il peso di doverscegliere il suo futuro proprio nel momento in cuile incertezze e i dubbi prevalgono sulle sicurezzee che di conseguenza non vive la fine del corsoin modo sereno anche perch la famiglia non puaiutarlo molto in questa difficile scelta visto i noncerto numerosi sbocchi occupazionali.L'interesse per la scuola non quindi facile darafforzare, ma credo che anche i genitoridebbano contribuire eliminando i rimproveriingiusti e creando intorno al ragazzo un ambientesereno e costruttivo, dialogando con luiincoraggiandolo allo studio senza esasperarlo.Perch la scuola dell'obbligo non diventi per lui lascuola della costrizione!

    Maurizio R.

  • In questi giorni sar presente a RonagoSuor Amelia, prima di partire il 13 giugnoper la sua missione in Kenya.In occasione di questa sua nuova partenza,abbiamo voluto rispondere alla lettera checi hai inviato per Pasqua, ma siano ancheriusciti a ritrovare il saluto che nellontano 1963 le era stato rivoltodalle sue amiche di Azione Cattolica,quando aveva fatto la sua entrata in convento. un semplice gesto di amicizia, con ilquale vogliamo essere vicini a Suor Amelia,ma vuoi essere anche un impegno adaccompagnarla nella sua missione con lanostra preghiera e con qualche aiuto"materiale".

    Cara Amelia,in questo giorno che con lo sguardo al cieloti accingi a. prendere il veloper diventare sposa di Diolascia che a nome di tutta la giovent un augurio ti porga anch1ioTra il frastuono e la dissipazionenel nostro paese da tempo non fiorivano vocazionie proprio a te, o Amelia fortunata,Ges ha fatto la sua telefonatae tu, generosa e senza esitazione,hai pronto corrisposto con la tua adesione.Col sorriso sulle labbra e la gioia al cuorehai lasciato il Foia per essere tutta del Signore,hai lasciato noi e la nostra associazioneper diventare suora di missione.Chi avrebbe mai pensato che l'Amelia birichinache pedalando andava dalla Dorinacon lo sguardo cordiale ed il sorriso in piavesse in mente di sposare Ges?Suor Colomba e Suor AgneseSuor Ermelinda e noi compreseun augurio sincero ti porgiamoperch Ges ti tenga sempre per manoe benedica colei che fu la cassiera della gioventche se prima la cassa era al verde ora lo ancor pi.E quando per il mondo africanote ne andrai con un bongo per manocol dolce sorrisoche irraggia il tuo visoprega perch, uniti, abbiamo ad incontrarci un giorno in paradiso.

    CARISSIMA SUOR AMELIA,anzitutto ti ringraziamo per la bellissimalettera che tramite, don Antonio, abbiamo ricevuto.Tu ti scusi per il tuo silenzio e noi allora che cosa dovremmo dire?Abbiamo capito quanto sia grande il tuo desiderio di tornare fra le tue ragazze Pokot,anche se sai di andare incontro a tante, difficolt.Ma l'amore che tu hai per Dio ti fa accettare tutto con gioia e crediamo proprio che inquesto tu sia di esempio a noi.Cercheremo di essere quel sostegno spirituale, morale ed anche materiale che dicinoi siamo. Sappiamo che ormai il tuo soggiorno in Italia sta per finire e che ritorneraiper qualche giorno a Ronago.Ti aspettiamo per vivere insieme almeno una giornata, di preghiera e di fraternit.E chiss che la Provvidenza non ti dia una mano perch i pozzi d'acqua di cui ci haiparlato non si moltiplichino.Ti salutiamo affettuosamente.

    G.A.M.

  • esperienze :a catechismo

    "Fare catechismo" una delle esperienze pibelle in una comunit cristiana; a incontriapparentemente vuoti", in cui i bambinisembrano disinteressati, disattenti, seguonolezioni vive, partecipate, che incoraggiano estimolano.Prima di iniziare un incontro con i miei ragazzi,chiedo allo Spirito Santo che mi illumini, con lasua sapienza, perch possa annunciare quellegrandi verit, quei misteri che superanoqualsiasi intelligenza umana, con quellasemplicit e naturalezza che sono proprie dellostile evangelico.Mentre preparo la lezione, viene spontaneouna revisione di vita, perch il catechismo non un insieme di nozioni da insegnare, mainnanzitutto una vita di fede da proporre, dopoaverla sperimentata di persona.C' sempre in me la consapevolezza di nonessere all'altezza di un compito cos grande,unita per a tanta fiducia che illumina, agisce erinnova.Consapevole di ci, parlo loro con tantorispetto e attenzione, perch ogni bambino un piccolo mondo da rispettare, educare eamare; mi rivolgo a loro senza la presunzionedi essere capita a fondo, perch io devo sologettare il seme, che crescer quando il Signorelo vorr.Ricordo un piccolo episodio che mi hacommossa e incoraggiata: mancavano pochesettimane al Natale e ho chiesto ai mieiragazzi: "Se Ges Bambino tornasse su questaterra e venisse a scuola con voi, a chisiederebbe accanto? Al compagno pi bravo?A quello pi generoso?.." Mi interrompe unragazzo vivace, che spesso fatica a stareattento, e mi dice: "No, andrebbe vicino alcompagno che ha pi bisogno di essereaiutato, perch Lui venuto per i pi poveri,per quelli che non riescono da soli a risolvere iloro problemi..."Per me stata una lezione d vita: ho capitoche non serve dire grandi parole, perch :"Senon diventerete come bambini."

    Una mamma catechista

  • Sabato 24 aprile stata inaugurata anchea Ronago presso il Centro Parrocchiale lamostra di lavoretti eseguiti dagli anziani deipaesi del Sottocomitato C.R.I.(naturalmente Ronago compreso).I lavoretti eseguiti abilmente a mano sonostati posti in vendita ed il ricavato destinatoalla Croce Rosea di Uggiate per lacostruzione della nuova sede.La mostra, rimasta aperta sabato sera,tutta la domenica, nonch il marted e ilgioved sera successivi, ha avuto moltiammiratori e perch no? anche moltiacquirenti.Domenica mattina persino il "sostituto" delVescovo, Monsignor Castelli, che sitrovava a Ronago per amministrare leCresime ha potuto apprezzarel'esposizione di questi lavoretti.Bisogna dire che i nostri anziani si sono

    proprio impegnati e hanno fatto di tutto pergarantire con i loro lavoretti la buonariuscita della mostra, nel solo paese diRonago ben 41 persone hanno aderito conentusiasmo alla proposta della CroceRossa.L'impegno di queste persone ha dato i suoifrutti, si infatti raccolta la somma di Lit.901.000.Cos semplicemente, in due parole,vogliamo ringraziare tutti gli anziani che sisono dati da fare: un ringraziamento anchea tutte le altre persone che hanno aiutato ecollaborato alla buona riuscita della mostra:grazie a tutti, anche agli acquirenti!

    Grazia M.

  • primavera dappertutto di Anna B. aprile, domenica pomeriggio. Anzich fare lasolita passeggiata, ci dirigiamo verso l'ospedalepsichiatrico di Como, il San Martino, appunto.Anche l primavera: le bellissime piante del parcosi sono rivestite, le aiuole sono piene di fiori, i prativerdi e ben curati.I viali interni si snodano fra le piante e conducono asvariate costruzioni che ospitano i diversi repartidell'ospedale. Se solo gli intonaci fossero pi curati,se qua e l non si vedessero le sbarre alle finestre,se ci fosse qualche fiore sui davanzali e magari unpaio di sdraio nel cortile, sembrerebbe di trovarsi inun villaggio residenziale. Il rumore della citt nonarriva fino qui, e non ci sono macchine che passanorombando.Eppure non un villaggio residenziale. Le personeche ci vivono, da uno, da dieci, da venti, trenta emagari pi anni, non possono andare e venire aloro piacimento.Ne vediamo alcuni raggirarsi nei viottoli, altri sedutisulle panchine, quasi tutti chiusi nel proprio mondo,al quale tentano invano di far partecipare gli altri.Qualcuno in compagnia dei parenti che sonovenuti a trovarlo, ma non riesce a dialogare conloro. Qualcun altro discute con un propriocompagno. Incontrandoci, alcuni ci salutanocordialmente, altri non alzano nemmeno lo sguardoda terra.Ognuno si porta dentro il suo carico di sofferenza edi tristezza: come possono sfogare quello cheprovano? Solo quando hanno le crisi, e allora il loro"io" viene messo a tacere.Un senso di impotenza ti prende quando pensi allaloro solitudine, al loro destino, all'incomprensione eall'ironia di cui spesso sono fatti oggetto. Quandopensi che sono magari costretti a subire delleregole che non riescono pi a capire, che sonoschiavi di brandelli di ricordi e di idee. Che nonhanno mai un momento per se stessi, vivendo in unregime di promiscuit che un normale nonriuscirebbe a sopportare. una comunit che hatanto bisogno di amore e di comprensione. unacomunit che ha ospitato e ospita tuttora alcuninostri fratelli di Ronago.Sembrer; strano l'aver scelto un tale argomentoper il nostro giornalino: ma se l'ho fatto soprattuttoper riportare una forte impressione che ho avuto inquella domenica pomeriggio. L'incontro con uno diquesti ricoverati, un uomo sulla settantina, rinchiusol da quasi 25 anni.Non ci aveva mai visto, eppure ci ha accolti sefossimo stati suoi vecchi amici.Gli abbiamo chiesto come stava: "Benone", hadetto, "Benone". Ci ha raccontato qualche piccoloepisodio della sua vita. Non parole sconnesse, ma

    fatti, luoghi e nomi. Ha perfino buttato l qualchebattuta, ma non in modo incoerente. Il suobuonumore non pareva derivare dall'incoscienzadella propria situazione ma al contrario, daval'impressione di una accettazione consapevole delproprio destino. Non un rassegnato ma un uomoche si adeguava alla sua posizione cercando diviverla il meglio possibile. Ha parlato degli annipassati in manicomio e della sua speranza di poterpresto avere il permesso di poter andar "fuori"durante la giornata. Ci ha mostrato la carta cheprevede questa possibilit.Lo abbiamo incontrato mentre lasciato il suoreparto, era andato a far visita a degli amiciricoverati in un altro padiglione, e si spostava consicurezza, come se si trovasse nelle strade del suopaese.Anche l dentro ha saputo farsi voler bene,allacciare delle amicizie, rendersi utile in tanti piccolilavoretti e l vive, non inveendo contro il destino macercando di costruire un piccolo mondo nel qualeesista ancora il rapporto con gli altri, il bisogno didare e di ricevere.Ci siamo lasciati con una stretta di mano ma lui non ritornato triste al suo reparto . Sembrava sapesseche anche l lo aspettavano, che anche l c'erabisogno di lui. per questo che vogliamo ringraziarlo. Per il donoche ci ha fatto: a noi, che abbiamo la libert, lasalute, una famiglia, il benessere e che troppospesso ci abbattiamo davanti a una piccoladifficolt.E allora non forse vero che pu essere primaveraad ogni et e in qualsiasi posto?

  • sa regurdii

    Sa regurdii, dunet, 'na volta, quant, ala, sira, dopuv' purta ul gerlu tut ul d o ves st 8 o 9 ur al filatoi,sa riniva tuta la famiglia taca al foc o l, ' nda lastala e, intant che la sa cntava s, sa rideva, sascherzava, i. fi gigavan, fasevan burdel, metevanalegria, intant che sa diseva ul rusari tt insema,violtri, cun pazienza, cun tanta abilit fasevi lamaia, ricamavi, gistavi; e. da qui man d'orvignevaf culzet, maiuni... . e navan propri ben quant a lamatena prest sa duveva na f a guadagna lamicheta, o a ta fin dal mes, quant sa duveva faquadr ul bilanci da tta la famiglia... Evan ttdane truva.Inco ghe forzi pi quel sens dal risparmi, da vtla famiglia cui laur di propri man... i culzet I'pse comud crumpai al merca.Cert che forzi ghe nanca pi 'l temp; a la sira ga n'emagari sempru ' na quei vona, o n da chi o dal... .o la televisiun da vid.Epr, fio, v' mai capit da vid la vosta nona,magari, ala sira, setda gi s l'tumana, cun sti ferche va, sti man che sa movan svelt, e 'ntant la lanala sa srtola e la culzeta la sa slunga... e da stigcc che va, sti man che sa movan a temp, inprsa, cun sicreza ma cn tanta delicateza, parvegna fo 'na msica che dis dulceza, armunia.E sta. figreta, vistida magari da negru setda giin gnr, quasi par pagra da rvinaa stu bel mobil

    lstru, la d un sens da tranquilit, la ta fa d cheforzi bisogna mia sugta a cur, ciapasala, ma val lapena da afrunt la vita cun ps serenit, mumentpar mument, cum la vegn; e ferms ogni tant,guardas in gir, cum1 la f le, che, quant la gira igcc, ta valza 'l co, la slunga i occ f da la finestra,la sta li un atim a guard ul su che 'l cala e 'l tira rosul ciel, e magari 'n dal cor la ringrazia ul Signr partut quel che 'l ga da.E po inanz anm, ma intant la s' fermada quel'atimche 'l ga f gust ps anca quel ca l' dre f.Duaresum ves bun da fa insci anca ngn.

    Vi ricordate, signore, una volta quando alla sera,dopo aver portato la gerla tutto il giorno, o esserestate 8 o 9 ore alla filanda, si riuniva tutta la famigliavicino al fuoco o l, nella stalla e intanto che sichiacchierava, si rideva, si scherzava, i figligiocavano, facevano baccano, mettevano allegria,intanto che si diceva il rosario insieme voi conpazienza, con tanta abilit lavoravate a maglia,ricamavate aggiustavate; e da quelle mani d'orouscivano calze, maglioni... e servivano, quando allamattina presto si doveva uscire a lavorare, o allafine del mese, quando si doveva far quadrare ilbilancio di tutta la famiglia... Erano tutti soldipreziosi. Oggi non c' pi forse quel senso delrisparmio, dell'aiuto in famiglia col lavoro delleproprie mani ... le calze pi comodo comperarle almercato. Certo che, forse, non c' neanche pitempo, alla sera c' sempre qualcosa da fare andardi qua, di l... o guardare la televisione. Eppure,ragazzi, non vi mai capitato di vedere vostranonna, magari alla sera, seduta sul divano chesferruzza, con le mani che si muovono svelte, eintanto la lana si srotola e la calza, si allunga. Edagli aghi che lavorano, dalle mani che si muovonoa tempo, veloci, con sicurezza, ma con tantadelicatezza, sembra nasca una musica che dicedolcezza, armonia. E questa figurina, vestita magaridi nero, seduta in orlo, quasi per paura di rovinare ilbel mobile lucido da un senso di tranquillit, ti fadire che forse non bisogna continuare a correre,preoccuparsi oltre il dovuto, ma occorre affrontare lavita con maggior serenit, attimo per attimo, comeviene, e fermarsi ogni tanto, guardarsi in giro, comefa lei, . che quando inverte gli aghi, alza la testa,getta uno sguardo sin fuori dalla finestra e rimane lun attimo a guardare il sole che tramonta einfiamma il cielo, e magari, nel suo cuore, ringraziail Signore per tutto quello che gli da. E poi avanti,ma intanto s' fermata quell'attimo che gli fa gustaredi pi anche il lavoro che sta facendo. Dovremmoriuscire a far cos anche noi.

  • LANGOLO di Michele G.DEL GIARDINIEREAZALEA JAPONICA (Azalea rustica da giardino)

    Neanche il pi bravo dei poeti saprebbedescrivere l'eccezionale bellezza in fioritura diquesta pianta-cespuglio.Per ci e per le qualit altamente ornamentali e perla semplicit con cui si coltiva, la si trova, sia comeesemplare isolato, sia a gruppi in variet di colorinon solo nei grandi parchi e nelle lussuose ville maanche in quasi tutti i nostri giardini.In questi giorni ha avuto inizio la fioritura chepartendo da fine aprile continua a maggio e finiscea giugno con le variet tardive.

    Ma come coltivarle?Queste piante richiedono una elevata umidit epreferiscono la mezz'ombra. Se il terreno dove sivogliono piantare calcareo esso si deve sostituirecon terra d'erica (terra da brgg) o meglio con torbaavendo queste piante assoluto bisogno, per unabuona riuscita di un terreno adatto. Le azaleeraramente sono soggette a malattie.La rugginosit delle foglie e la fumaggine chetalvolta appaiono sono la causa di un'errataconcimazione o di un terreno poco adatto.Comunque consigliabile un trattamento annualefunghicida pi insetticida con aggiunta di concimefogliare.In commercio troviamo anche delle bellissimeazalee a foglia caduca (a. mollis) da giardino.Questa variet emette un'abbondante fioritura dopola quale spuntano le foglie numerose e lucenti. Leazalee si riproducono per talea.

    ILFRUTTETOL'eccezionale fioritura che quest'anno si avutasulle piante da frutto e la buona fecondazioneavvenuta dei fiori sono un buon segno per laprossima raccolta che gi ci ripaga in parte deilavori attuati quest'inverno (potatura, trattamenti,pulizia dei rami ..... ). consigliabile a fioritura ultimata, per chi nonl'abbia gi fatto, un trattamento per tutte le piante dafrutto in variet con funghicida pi insetticida percombattere oidio, ticchiolatura e altre infestazioni;tali prodotti si trovano facilmente in commercio.Questo trattamento se non lavato da forti temporali,ha un'efficacia di circa tre settimane.

    N.B,per evitare che il verme delle ciliege (giuanin) entrinel frutto, irrorare con un insetticida, a cortiintervalli, fino a tre settimane dalla raccolta.

    L'ORTOII mese di maggio il periodo adatto per

    mettere a dimora, in campo aperto, tutte le giovanipiantine di fiori e di verdura che facciamo da noi inposti riparati o che troviamo in commercio.Per il fiori ricordiamo: astri, zinnie, tagetes, variequalit a bulbo,...........Per la verdura: pomodori, peperoni, cocomeri,zucchine, sedani, melanzane,....Vale la pena di ricordare che l'ultima verdura sopraindicata, cotta a m di frittelle, una veraghiottoneria per grandi e piccini; tuttavia un piattosucculento anche per la "dorifora" che nei mesicaldi attacca oltre alla patata anche questasalonacea e produce gravi danni al raccolto. Percinei mesi di luglio e agosto controllatene le piante ein caso di infestazione trattate con insetticida.

  • SCI CLUBSi sono concluse in questo periodo le varie manifestazioni dello sci club Ronago Ambrosoli, che hanno vistoimpegnati per diverse domeniche ragazzi, giovani e adulti, alla ricerca di un momento di svago e di sport.Quest'anno non mancata la neve per cui si sono potute realizzare tutte le iniziative che erano inprogramma.L'abile regia del prof. Papis Pierluigi ha permesso, come gi gli altri anni, che tutto si svolgesse nel miglioredei modi.La sera del 29 aprile presso il ristorante Crotto del Lupo, si sono svolte le premiazioni: sono state distribuitecoppe e trofei ai migliori, ma si anche voluto rinnovare un'amicizia che domenica dopo domenica si eracreata tra bambini e genitori e tutti i partecipanti alle gite sui campi di neve.L'augurio che ci sentiamo di fare che lo sci club Sportiva Ronago, patrocinato dalla ditta Ambrosoli,continui anche in futuro la sua attivit con lo stesso entusiasmo e si affianchi a tutte le bella iniziative che lanostra sportiva organizza.

    SCI CLUB " A M B R O S O L I CAMPIONATO SOCIALEC U C C I O L I F. 1981-1982 S E N I O R E S F.1 - Ambrosoli Violante 1 - Broggi Carmen - Ghielmetti Chiara - Ferrarese Cinzia

    - Mantova Floriana - Briccola Angela - Ghielmetti Renata

    C U C C I O L I M. 1981-1982 S E N I O R E S M.1 - Bianchi Ivan 1 - Tettamanti Eugenio - Papis Christian - Tettamanti Mario - Bianchi Claudio - Della Torre Riccardo

    RAGAZZI JUNIORES M. AMATORI1 - Papis Emanuele 1 - Mantova Natale - Piovesan Maurizio - Ambrosoli Alberto - Scotti Tullio - Bianchi Silvaldo - Rottigni Andrea

    VINCITORE DEL TROFEO

    - TETTAMANTI EUGENIO

    TROFEO dell' A M I C I Z I.A

    Caspoggio, 28 febbraio 1982

    CLASSIFICA FINALE

    Categorie

    Sci Clubs

    CUCCIOLI

    F M

    JUNORES

    F M

    SENIORES

    F M

    AMATORI TOTALE

    MONGZZ 3 1 25 31 33 16 24 133

    AMBROS0LI Ronago 4 4 29 16 10 15 21 99LIETO COLLE 2 3 13 12 17 25 26 98

    VILLAGUARDIA 1 2 11 19 18 22 7 80

  • il laghettoParliamo un po' di questo laghetto di Ronagoprima che diventasse "I'oasi" che ci ritroviamoin questo momento.Il laghetto di Ronago anche retrocedendo neltempo sempre stato un luogo di divertimentoper la pesca limitato forse a poche persone,poich essendo privato, solo pochi avevano ilpermesso di poter pescare, per anche questepoche persone privilegiate hanno semprecollaborato col padrone dello stesso perchrestasse vivo, immettendo nel laghettoavannotti di carpe e di tinche. Risultato: algiorno d'oggi nel laghetto esistono ancoracarpe di peso notevole grazie a coloro chehanno pensato non solo a pescare, ma anchea ripopolare lo stesso.E qui un ringraziamento va al compiantoZuccoli Ernesto, ai fratelli Ghielmetti Antonio,Ghielmetti Vittore e Ghielmetti Silvio che cihanno dato la possibilit di trovare ancora lavita in questo laghetto. Negli ultimi annipurtroppo il laghetto stato trascuratodiventando quasi una palude.Con la buona volont di un gruppo di volontariguidati da una persona, che troviamo giustonominare, perch molto ha fatto per il laghetto,Nicolini Luigi si fatto della palude un posto didivertimento accogliente e che oggi come oggi"farebbe gola a molte societ. Molti lavori sonostati fatti con l'aiuto di tutti. E qui non me nefacciano colpa coloro che hanno collaborato,ma doveroso ringraziare Lambrughi Albertoche con le sue macchine ci ha dato lapossibilit di poter fare quello che abbiamofatto.Tra grandi e bambini siamo in 135 iscritti che si

    divertono in questo Ronago, specialmente neimesi estivi; bambini che con la loro cannettasorvegliati dai genitori sono intenti algalleggiante, respirando nello stesso tempoaria buona: alla sera quando lasciano illaghetto, stanchi ma orgogliosi con il lorosacchetto di scardolette e con la pellearrossata dai raggi solari, sembrano voglianoringraziare coloro che gli hanno dato lapossibilit di tanta gioia. Forse avremmodovuto nominare per prima questa personache ha reso felice tanti bambini e dato undivertimento anche ai grandi, Zuccoli Silvano,colui che ci ha affittato il laghetto. La societcannisti unitamente a tutta la popolazione gli veramente grata.

    Societ Cannisti Ronaghesi

    estate a PellioL'estate ormai si avvicina: tutti pensano a comepassare le vacanze e le ferie. Noi abbiamo lafortuna di possedere una casa di villeggiatura aPellio superiore in Val d'Intelvi che gi neglianni passati stata sfruttata in diversi modi,organizzando turni di vacanza per ragazzi eper ragazze, e qualche volta per famiglie.Anche quest'anno ricordiamo che la casa nelmese di. Luglio aperta per ragazzi e perragazze che volessero fare un'esperienza fra"amici".

    Il programma in linea di massima questo: dal1 luglio al 15 luglio, faremo un turno per leragazze, guidato da Suor Lidia. Dal 16 al 30luglio ci sar un turno per i ragazzi, guidato dadon Antonio. La spesa giornaliera sar diL.8.000, tutto compreso.Nel mese di agosto, poi, dal 5 al 15, stiamoorganizzando un soggiorno per le personeanziane.Ulteriori informazioni verranno dateprossimamente.