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cultura e natura CN n. 5 2011 26 L a fase di inserimento del bambino nell’asilo nido è un momento molto delicato che prevede l’adat- tamento del bambino in un contesto diverso dall’ambiente familiare. Tutti i bambini, con modalità diverse, vivono il momento di passaggio fra la situazione domestica (conosciuta e ras- sicurante) e quella nuova del nido con una fase di crisi. Tale passaggio dovrebbe avvenire nel modo meno traumatico possibile: questo dipende sia dalla capacità dell’educatore di accogliere le richieste evolutive del bambino, sia dal vis- suto dei genitori nel momento del distacco dal bambino. Il distacco vissuto in maniera cosciente e consapevole da parte dei geni- tori genera nei confronti del bambino sentimenti positivi, pro- muove chiarezza e rassicurazioni oppure, al contrario, può generare sentimenti negativi di ansia o angoscia. E’ importante che i genitori facciano sentire la loro pre- senza affettiva ed educativa nei momenti in cui sono fisi- camente presenti con il bambino, affinché possano fornire il carburante necessario per l’espressione delle sue poten- zialità attraverso informazioni che stimolino il bambino ad identificare se stesso e l’ambiente che lo circonda in ma- niera oggettiva. ALCUNI FATTORI POSSONO FAVORIRE UN SERENO ADATTAMENTO DEL BAMBINO: ● educatrici come figure di riferimento costanti per il bam- bino: è importante che il personale educativo sia costante, in modo da porsi come figura fissa di riferimento per il bambino (in parallelo ai genitori, figure di riferimento nel contesto familiare); ● collaborazione e fiducia tra genitori ed educatori: è molto importante che si crei un clima di fiducia e di rispetto reciproci, perché il bambino percepisce positivamente le sue figure di riferimento, sia i genitori sia le educatrici. Se viene a mancare questa sicurezza, nel bambino si crea confusione e paura, e la permanenza al nido diventa fonte di sofferenza; senso di colpa che vivono alcuni genitori (in particolare le mamme) nel lasciare il bambino all’asilo nido, invecedi occuparsi personalmente di lui tutto il giorno: questo senso di colpa però, se percepito dal bambino alimenta e conferma la paura di abbandono del bambino stesso; presenza costante dei genitori dopo l’asilo nido: perché il bambino non viva un sentimento di abbandono, è importante che i genitori tra- scorrano con lui il tempo in cui non è al nido. La costante presenza dei genitori dà al bambino la sicurezza del distacco: un distacco che è solo temporaneo, perché mamma e papà lo andranno a prendere e staranno con lui il più possibile, perché gli vogliono bene. Questo dovrebbe comportare il fatto di lasciarlo il meno possibile solo con i nonni o con una babysitter dopo il nido, anche se si tratta di figure note ed affettivamente acco- glienti per il bambino. Inoltre si dovrebbe cercare di stare insieme il più possibile anche durante il week-end. L’ACCOGLIENZA DEL BAMBINO AL NIDO E LINTERVENTO EDUCATIVO. Nella fase di inserimento del bambino al nido è opportuno che il bambino sia accompagnato per qualche giorno dalla madre (o dal padre, o da una figura altrettanto familiare), affinché bimbo, madre ed educatore possano gettare le basi per rapporti che abbiano continuità e stabilità. Il primo approccio è stabilire le basi di un dialogo tra edu- catore → bambino ed educatore → famiglia che dia conti- nuità all’azione educativa. Tale dialogo dovrebbe svolgersi all’insegna del rispetto della dignità di tutti gli interlocutori e dei loro ruoli, favo- L’inserimento del bambino nell’asilo nido l’importante ruolo dei genitori e dell’educatore. di Enza Palombo

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cultura e natura

CN n. 5 2011 26

La fase di inserimento del bambino nell’asilo nidoè un momento molto delicato che prevede l’adat-tamento del bambino in un contesto diversodall’ambiente familiare.

Tutti i bambini, con modalità diverse, vivono il momentodi passaggio fra la situazione domestica (conosciuta e ras-sicurante) e quella nuova del nido con una fase di crisi.Tale passaggio dovrebbe avvenire nel modomeno traumatico possibile: questo dipendesia dalla capacità dell’educatore di accoglierele richieste evolutive del bambino, sia dal vis-suto dei genitori nel momento del distacco dalbambino. Il distacco vissuto in maniera cosciente econsapevole da parte dei geni-tori genera nei confronti delbambino sentimenti positivi, pro-muove chiarezza e rassicurazioni oppure, al contrario,può generare sentimenti negativi di ansia o angoscia.E’ importante che i genitori facciano sentire la loro pre-senza affettiva ed educativa nei momenti in cui sono fisi-camente presenti con il bambino, affinché possano fornireil carburante necessario per l’espressione delle sue poten-zialità attraverso informazioni che stimolino il bambino adidentificare se stesso e l’ambiente che lo circonda in ma-niera oggettiva.

ALCUNI FATTORI POSSONO FAVORIRE UN SERENO

ADATTAMENTO DEL BAMBINO:

● educatrici come figure di riferimento costanti per il bam-

bino: è importante che il personale educativo sia costante,in modo da porsi come figura fissa di riferimento per ilbambino (in parallelo ai genitori, figure di riferimento nelcontesto familiare);

● collaborazione e fiducia tra genitori ed educatori: èmolto importante che si crei un clima di fiducia e di rispettoreciproci, perché il bambino percepisce positivamente lesue figure di riferimento, sia i genitori sia le educatrici.

Se viene a mancare questa sicurezza, nel bambino si creaconfusione e paura, e la permanenza al nido diventa fontedi sofferenza;

● senso di colpa che vivono alcuni genitori (in particolare

le mamme) nel lasciare il bambino all’asilo nido, invecedi

occuparsi personalmente di lui tutto il

giorno:

questo senso di colpa però, sepercepito dal bambino alimenta e

conferma la paura di abbandono delbambino stesso;

● presenza costante dei genitori dopo l’asilo

nido: perché il bambino non viva un sentimentodi abbandono, è importante che i genitori tra-scorrano con lui il tempo in cui non è al nido.

La costante presenza dei genitori dà al bambinola sicurezza del distacco: un distacco che è solo

temporaneo, perché mamma e papà lo andranno a prenderee staranno con lui il più possibile, perché gli vogliono bene. Questo dovrebbe comportare il fatto di lasciarlo il menopossibile solo con i nonni o con una babysitter dopo il nido,anche se si tratta di figure note ed affettivamente acco-glienti per il bambino. Inoltre si dovrebbe cercare di stareinsieme il più possibile anche durante il week-end.

L’ACCOGLIENZA DEL BAMBINO AL NIDO E L’INTERVENTO

EDUCATIVO.

Nella fase di inserimento del bambino al nido è opportunoche il bambino sia accompagnato per qualche giorno dallamadre (o dal padre, o da una figura altrettanto familiare),affinché bimbo, madre ed educatore possano gettare le basiper rapporti che abbiano continuità e stabilità. Il primo approccio è stabilire le basi di un dialogo tra edu-catore → bambino ed educatore → famiglia che dia conti-nuità all’azione educativa. Tale dialogo dovrebbe svolgersi all’insegna del rispettodella dignità di tutti gli interlocutori e dei loro ruoli, favo-

L’inserimento del bambino

nell’asilo nido

l’importante ruolo dei genitori e dell’educatore.

di Enza Palombo

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rendo la piena espressione delle conoscenze individuali fi-nalizzate ad un armonico inserimento del bambino nelnuovo ambiente. Durante il primo incontro compito degli educatori è quellodi fornire informazioni ai genitori sul modello organizza-tivo adottato nel nido e su modalità di gestione al fine didare chiarezza e superare le loro eventuali preoccupazioni.Fra i genitori e il nido vi sono poi contattiquotidiani brevi all’arrivo del bambino ealla sera al ritiro. Va sottolineato che il primo rapporto di fi-ducia deve sorgere tra madre e operatori,cioè tra coloro che si occupano prevalente-mente del bambino. La prima fase di adat-tamento, quindi, interessa gli adulti. Al personale va un ruolo di rassicurazioneofferto sia al bambino che alla madre laquale è spesso coinvolta nella propria ten-sione emotiva di separarsi dal figlio e di ar-rivare puntuale sul luogo di lavoro. Per rispondere in modo adeguato alle differenti aspettativedelle famiglie è importante che vi sia dialogo tra educatorie famiglia su tutto ciò che riguarda il bambino, vale a diresu tutto ciò che riguarda il suo benessere e il suo sviluppopsicofisico. Sia al mattino che alla sera, il nido deve offrirea bambini e genitori un momento di tranquillità e di calma:al piccolo giova rilassarsi prima di tornare a casa e spessoil genitore trova utile fermarsi a parlare con un operatoredisponibile e preparato. In questa fase l’educatore dovrebbe lavorare molto sullacomunicazione con i genitori, informandoli sul vissuto esulle esperienze del bambino durante la giornata tenendopresenti le caratteristiche di personalità dei genitori e le di-namiche relazionali all’interno della famiglia ed eventualiproblematiche esistenti prima dell’ingresso al nido. Gli interventi educativi proposti al bambino nell’asilo nidonon devono porsi come alternativa o, peggio, in contrap-posizione con l’attività svolta dalla famiglia, piuttosto de-vono partire dalle esperienze di base che il bambino havissuto con i suoi familiari. Gli educatori devono attuare progetti di intervento suibambini atti a facilitare nelle loro strutture cerebrali (emo-zionali e cognitive), l’acquisizione di informazioni utiliall’espressione comportamentale ed alla relazionalità congli altri e con l’ambiente. Tali informazioni non devono creare dissociazione tra ilvissuto soggettivo del bambino e la realtà oggettiva. Inter-venire sul bambino non vuol dire sostituirsi ad esso ma at-tendere la sua iniziativa per sostenerla, orientarla efinalizzarla al rapporto con la realtà ed alla conoscenzastessa. La capacità di entrare in sintonia con il bambino è un pro-cesso che richiede la capacità da parte dell’educatore diidentificare obiettivamente ed oggettivamente la propriarealtà e quella del bambino, riconoscere le proprie emo-zioni, mettersi in discussione, confrontarsi, essere dispo-nibili a cambiare e a crescere nel rapporto e nelle relazioni

che si instaurano con il bambino e con la famiglia.Il bambino deve avere la sensazione di essere compreso edi essere contenuto in modo tale da sviluppare nel tempola capacità di comprendere a sua volta. La continuità educativa tra asilo nido e famiglia prevedeun confronto assiduo sulle esigenze del bambino, sulle mo-dalità per soddisfarle e sui progressi ottenuti sul piano af-

fettivo, cognitivo, sociale, sia al nido sia acasa. Gli operatori del nido dovranno stabilirenumerose forme di incontro con i familiaridei bambini: assemblee dei genitori, incon-tri periodici, la collaborazione volontariadei familiari dei bambini ad alcune attivitàeducative. Per dare importanza e valore all’interventoeducativo è indispensabile che tra famigliae operatori vi sia la condivisione di alcuniaspetti: collaborazione, comprensione, dia-

logo, stima, disponibilità e sincerità. Il nido inoltre dovrebbe rappresentare il momento di inte-grazione tra educazione familiare ed educazione sociale,aiutando i genitori a capire meglio i bisogni non solo delproprio figlio, ma anche degli altri bambini e degli altri ge-nitori. Le aspettative dei genitori nei confronti del nido variano aseconda del contesto in cui si trova: allevare un bambinoin una grande città comporta un maggior numero di pro-blemi che non allevarlo in un centro rurale; inoltre le aspet-tative della famiglia circa l’educazione dei bambinivariano a seconda del livello di coscienza ed evoluzionedei genitori che include il livello di educazione e istru-zione, la conoscenza reale del servizio, conoscenza di sé edelle proprie dinamiche affettive e relazionali, conoscenzadelle principali linee educative per un fisiologico sviluppodel bambino, conoscenza e consapevolezza dei valori fon-damentali quali dignità, libertà, giustizia e amore. Spesso il nido viene considerato un’istituzione che sollevala famiglia dai compiti dell’assistenza e dell’educazionepiù che un momento di socializzazione necessario al bam-bino per il suo sviluppo. Più i bimbi sono aperti a relazioni diverse e più si inseri-scono in contesti differenti, meno avvertono in maniera ne-

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gativa il distacco dai genitori. Sarebbe bene facilitare l’inserimento all’asilo del bambinoportandolo a conoscere le maestre e a fargli provare l’am-biente per alcune ore in compagnia dei genitori. È sbagliatoinfatti “scaricarlo” al nido o alla scuola materna senza unapreparazione emotiva: si sentirà come un pacco abbando-nato e userà tutti i mezzi possibili – pianto, urli, rifiuto delcibo, rifiuto del gioco – per tornare alla situazione prece-dente. È bene, infine, complimentarsi con lui per i piccolio grandi passi che compie in termini di autonomia e indi-pendenza. Conferme ed apprezzamenti in questo sensovanno a sottolineare che è giusto che costruisca il propriospazio di movimento, ma non è necessario premiarlo con iregali: imparerebbe che nella vita si fanno le cose solo perricevere premi e sarebbe totalmente diseducativo. Occorreascoltare i suoi eventuali lamenti o pianti per la separa-zione, perché ascoltare significa prendersi carico del suodisagio. Se il distacco è complesso e sofferto, occorre ridimensio-nare i problemi attraverso un’equilibrata comunicazione erasserenare il bambino progettando insieme il momento piùutile per l’inserimento al nido.

BIBLIOGRAFIA

Marcuccini A.M. et al., (2005), “L’educatore nell’asilo

nido”, Maggioli Editore“I diritti dell’Infanzia” in C.I.S.- Il Cervello e l’Integra-

zione delle Scienze, n° 37 (2001), 1° semestre. Ed. A.D.E.-

C.E.U., Roma.

Pieter Bruegel - Particolare di Giochi di Bambini 1560